From whom the bells toll (FWTBT)- Sequel di Super Paper Mario

di Starlow632
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1- Dal Romanticismo all'agonia ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2, prima parte- Il libro maligno della profezia ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2, seconda parte- Il libro maligno della profezia ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3, prima parte- Nessuna speranza... ***
Capitolo 5: *** Cap. 3, seconda parte- Nessuna speranza... ***
Capitolo 6: *** Capitolo 4, prima parte- Si autodefinisce Dimensia ***
Capitolo 7: *** Capitolo 4, seconda parte- Si autodefinisce Dimensia ***
Capitolo 8: *** Capitolo 5, seconda parte- Lo specchio dell'agonia ***
Capitolo 9: *** Capitolo 5, prima parte- Lo specchio dell'agonia ***
Capitolo 10: *** Capitolo 6, prima parte- La fine della razza umana ***
Capitolo 11: *** Capitolo 6, seconda parte- La fine della razza umana ***
Capitolo 12: *** Capitolo 7, prima parte - Mario contro il Drago Giullare ***
Capitolo 13: *** Capitolo 7, seconda parte- Mario contro il Drago Giullare ***
Capitolo 14: *** Capitolo 9 - Dalla padella alla brace ***
Capitolo 15: *** Capitolo 8, prima parte- Da leccapiedi a eroe ***
Capitolo 16: *** Capitolo 10, prima parte - Blumière contro il Conte Dimaleck ***
Capitolo 17: *** Capitolo 8, seconda parte - Da leccapiedi a eroe ***
Capitolo 18: *** Capitolo 10, seconda parte - Blumière contro il Conte Dimaleck ***
Capitolo 19: *** Capitolo 11, prima parte - La scatola delle illusioni ***
Capitolo 20: *** Capitolo 11, seconda parte - La scatola delle illusioni ***
Capitolo 21: *** Capitolo 12, prima parte - Vieni a me, Cuore Oscuro! ***
Capitolo 22: *** Capitolo 12, seconda parte - Vieni a me, Cuore Oscuro! ***
Capitolo 23: *** Capitolo 13 - Dimensio Oscuro, il principe-giullare (Stadio I) ***
Capitolo 25: *** Capitolo 14, prima parte - Capitolo 14: Dimensio oscuro – Il demiurgo (Stadio II) ***
Capitolo 25: *** Capitolo 14, seconda parte - Capitolo 14: Dimensio oscuro – Il demiurgo (Stadio II) ***
Capitolo 26: *** Capitolo 15, prima parte - Caos (stadio III) ***
Capitolo 27: *** Capitolo 15, seconda parte - Caos (stadio III) ***
Capitolo 28: *** Capitolo 16 - E' solo l'inizio... ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1- Dal Romanticismo all'agonia ***


For whom the bells toll

Capitolo 1- Dal romanticismo all’agonia...
“Farfalà, mai mi sono sentito più completo. Mi hai ridato tutte le cose meravigliose che così stupidamente ho buttato via. Tu sei tutto quello che abbia mai voluto e di cui avrò mai bisogno. Potrai mai perdonare questo stupido Ghastium?” (Per Ghastium, s’intende, nell’headcanon dell’artista la specie a cui appartengono Blumière e Nastasia, caratterizzati dall’avere l’aspetto di un fantasma e la pelle bluastra).
“Blumière, ti ho già perdonato. Quando pronunciammo i nostri “sì, lo voglio”, il passato non ha più avuto alcuna importanza. Non sono mai stata più felice da quando sono con te ancora una volta.”
Seduti all’ombra di un albero, una donna umana e un uomo spettrale parlavano, innamorati uno dell’altro. Nel loro passato stare insieme fu una sfida spaventosa poichè furono costretti a lottare uno contro l’altro a causa dell’ossessione di un folle giullare di appropriarsi l’universo. Ma ora il passato non era più importante. Erano uno nelle braccia dell’altro ammirando il paesaggio. L’uomo staccò una prugna dall’albero con la sua mano libera.
“Vorresti una prugna, Farfalà?”
“Mi piacerebbe.”
A pensarci bene, questi due amanti predestinati sono solo sposati da un anno e si comportano come se lo fossero da una vita. Ancora molto innamorata, la giovane coppia cominciò a pensare all’eroe in rosso.
“Blumière,” Disse Farfalà.
“Dimmi, Farfalà!”
“Ti ricordi ancora di Mario?”
“Come non potrei? Se non fosse stato per lui, non saremmo stati più insieme. Mi rattrista pensare che la sua intenzione, da sempre, fu quella di liberarmi e lo capii all’ultimo momento…”. Mentre diceva ciò, portò il cappello sugli occhi.
“Non farlo”, sua moglie gli tolse il cappello dagli occhi, “Come posso ammirare I tuoi occhi se fai questo? “Siamo insieme e lo saremo sempre. Forse, un giorno, potremo tornare a Svoltadilà e vedere se Mario è ancora in giro”.
“Agli abitanti di Svoltadilà non piacerà rivedermi.”
“Non vorranno rivedere il Conte Cenere, non te, amore mio. TU sei estremamente dolce, amabile, compassionevole e bello."
Blumière arrossì per un po’. Il suo monocolo si appannò dal surriscaldamento. Farfalà percepì il nuovo calore da suo marito e ridacchiò.
“E’ piacevole averti sempre con me, Blumière.”
“Sai cos’altro potrebbe rendere più piacevole questo momento?”
“Hmm? Cosa potrebbe essere?”
“Oh, solo un bacio dalla donna più favolosa del mondo.”
Le accarezzò i capelli. Mosse la sua testa più vicino alla testa di Farfalà e lei fece lo stesso. Avvicinandosi per un bacio, sia il marito che la moglie chiusero gli occhi per rendere il momento romantico. Sarebbe stato un momento perfetto…se non fosse stato per una risata agghiacciante seguita da una voce maligna familiare.
“Ah, ha ha ha, il tuo romanticismo è come quello del fuoco verso la neve! Tutto questo amore e accoglienza mi fanno venire voglia di vomitare!”.
Sia Blumière che Farfalà sussultarono nel terrore. Temendo che il peggio fosse tornato fissarono il giullare volante che tutti conoscevano come “il mago affascinante”. Blumière e Farfalà gridarono all’unisono.
“DIMENSIO!”
“Tee hee, vedo che siete entrambi gioiosi di vedermi.”
“Non è possibile!” Blumiere si alzò con sua moglie.
“Dovresti essere morto!”
“Oh, lo ero, caro Conte, lo ero. Grazie a quell’idraulico disgraziato e il resto di quei cretini che chiamate eroi ero morto, infatti.”
Il folle giullare voltò a mezzaria mentre fluttuava su e giù, “Quegli stupidi hanno provato che il Profeticus Tenebrae era falso e mi hanno spedito nel Mondodigiù per vivere in agonia per il resto della mia esistenza.”
Dimensio strinse la testa tra le mani.
“Oh, che agonia che era, legato a catene che neutralizzavano la mia magia e rinchiuso in una scatola così che tutti potessero ridere per i miei pianti e le mie urla. Per un essere così potente, essere rinchiuso in isolamento era la punizione definitiva. Oh, mi pungevano con delle lance e provavano a cancellare i miei pensieri! Volevano che fossi normale, dolce e amabile! Oh, come li odiavo per questo!”
Con un brivido, Dimensio voltò nell’aria ancora una volta per poi tornare in posizione eretta.
‘Oh, quanto poco sapevano quegli stupidi…la mia rabbia è come una bomba a orologeria dalla miccia lunga quanto un’ala di un vespone. Non potevo più reggere l’umiliazione. Ho presto accumulato abbastanza rabbia da sovraffare le restrizioni in modo da farle bruciare come del bacon abbrustolito.”
Blumière si mise davanti a Farfalà in caso il giullare decidesse di colpire, ma sembrava che Dimensio era più intento a raccontare la sua storia.
“Maledetto folle giullare, hai causato a tutti tanto dolore. Hai provato ad uccidere le persone che si fidavano di te quando io non ne volevo avere a che fare con uno come te! Ti demmo tutto il rispetto del mondo e rubasti comunque il Cuore Oscuro per trasformare l’universo in uno spettacolo circense! Non ci interessa cosa ti è successo! Non avrai alcuna compassione da parte mia!”
“Oh me, queste sono le parole penetranti da parte di un ipocrita che ha provato a fare la stessa cosa, e non mi hai neanche permesso di finire la storia. Ora, sarò solo io ma lo considero un po’ maleducato, caro Conte.”
“La tua stupida storia non significa niente per me! Le tue ragioni sono più che malate! Io almeno ho pensato di avere dei motivi per ciò che ho fatto, ma tu non ne avevi nessuno. Sei venuto dal nulla con l’intenzione, in quel cervello malato, di tradire chiunque saresti stato in contatto, persino gli eroi, per ottenere ciò che volevi-“
Le sue parole furono interrotte poichè Dimensio, con uno schiocco di dita, intrappolò Blumière con della magia brillante. Farfalà balzò indietro, spaventata di ciò che era appena accaduto. Dimensio mise le dita nelle orecchie e non sembrava molto contento.
“AUGH, la tua voce è come mille unghie finte che strisciano sulla lavagna che è la mia mente! Baci quell’umana con quella bocca?”
Blumiere si muoveva con difficoltà a causa della magia limitante, ma sfortunatamente non riuscì a liberarsi, nonostante la sua magia stile tribù dell’Oscurità. Farfalà provò ad afferrare I diamanti scintillanti ma dovette lasciar perdere. Le sue mani furono così logorate che diventarono tutte rosse.
“Signorina Farfalà, ti avevo quasi dimenticata! Perfavore, fai del tuo meglio per aiutare il conte e mutilarti allo stesso tempo!”
“RILASCIA BLUMIERE ALL’ISTANTE!” Farfalà dovette tenersi le mani per impedire il sanguinamento.
“Non prendo ordini da un’umana piagnucolosa. Mi piacevi di più quando eri un fragile pixl. Ora che ci penso, perchè non farti rivivere il passato!”
Alzando le sue mani al cielo, Dimensio formò un alquanto bizzarro fascio di magia. Farfalà fece due passi indietro prima che il mago affascinante lo lanciò verso di lei. Emise un grido acuto mentre il raggio la scagliava indietro. Colpendo l’albero Farfalà cadde in avanti, trasformandosi in farfalla pixl prima che avesse toccato il suolo.
“FARFALA’!”
“Ah, ha ha ha, ora sì che stai meglio! Ho da sempre preferito quello sguardo innocente a quello così esuberante e pieno di vita. Sembra che dici ‘Oh, aiutami! Sono uno stupido e debole pixl! Oh, aiutami!’ E’ così piacevole sentire la paura nelle voci dei miei nemici ancora una volta.”
“COSA HAI FATTO A FARFALA’?”
“Sei veramente così cieco? Non puoi semplicemente girare la testa per vedere cosa è diventata? La mia magia è effettivamente migliorata duecentocinquantasei volte rispetto al normale. Questa volta, non sto mentendo!” Rise in modo maniacale e fece diversi volteggi nell’aria.
“COME CAVOLO HAI FATTO A DIVENTARE COSI’ POTENTE? NON C’E’ NIENTE SULLA FACCIA DELLA TERRA CHE TI ABBIA POTUTO DARE TANTA POTENZA! FALLA TORNARE NORMALE, GIULLARE DISGRAZIATO!”
Blumiere si dimenò contro le restrizioni, ciò portò il suo mantello a tagliarsi a causa della magia brillante.
“Oh me, Conte, stai distruggendo il tuo mantello. Continua così e sarai segato a metà!”
Le ali della farfalla di pixel si contorsero un po’ per poi cominciare ad agitarsi, permettendole di volare. Logorata e dolorante la piccola voce che un tempo era Farfalà cominciò ad urlare.
“Vita bruciata, lascia andare Blumière! E’ stata solo colpa tua se hai usato il Cuore Oscuro e Luigi per i tuoi interessi! Non mi interessa cosa mi farai, ma Dimensio, orribile scherzo della natura, LASCIA ANDARE BLUMIERE!”
“Non ti interessa cosa possa farti? Bene, questo mi ha fatto venire un ide-HEY!”
Consilia si stava sbattendo contro la testa di Dimensio. Mentre si stava agitando per togliere di dosso la farfalla, la sua magia stava perdendo la presa su Blumière. L’uomo dall’aspetto di fantasma si mosse abbastanza da far uscire una mano dalla trappola e liberare l’altra. Consilia mise a fuoco la scena; purtroppo, Dimensio la vide arrivare e la scagliò sul suolo e quasi tagliò Blumière in due in quanto aveva ristretto la sua trappola magica.
“Ne ho abbastanza! Niente più giochi infantili. Voi due avete fatto più di quello che avrei voluto permettere! Stavo sperando di rendervi semplicemente miei schiavi, ma vedo che non succederà. Non mi hai lasciato neanche continuare la storia”, volteggiava continuamente, “questo non è carino, Cenere, ragazzo mio!”
Farfalà non si mosse. La sua ala a malapena sbatteva sul terreno per quanto Dimensio l’avesse picchiata così forte. Blumière continuava ad agitarsi e gridare contro Dimensio.
“Falla tornare come era prima, Dimensio! Ti supplico, falla tornare normale!”
“Oh, adesso mi supplichi.” Dimensio sembrava irritato, “Non hai fatto niente prima! Ero solo uno sgherro di basso rango che avresti distrutto nel tuo sporco giochetto!”
“Te l’ho detto, Dimensio, Ero fuori di testa! Mi fidavo dei miei sgherri allo stesso modo in cui mi fidavo di me stesso, te incluso! Ti ho dato il più grande rispett-”
Dimensio rovesciò Blumière così forte che non potette fare di più. Il suo sorriso compiaciuto e maniacale si trasformò nell’espressione accigliata più malvagia e carica di odio. Stringendo i denti, Dimensio volse lo sguardo verso il basso dove c’era Blumière.
“Le tue bugie sono fittizie quanto la tua promessa sui nuovi mondi. Non mi hai mai rispettato, anche quando mi hai permesso di far parte della tua squadra. Tutto ciò che avevo sperato era un’assoluta bugia. Mi avevi promesso che con il Cuore Oscuro tutti i vecchi mondi sarebbero stati distrutti e che al loro posto ne avremmo costruito un nuovo, un perfetto nuovo mondo. Mi desti la speranza che un giorno avrei ricostruito la terra che un giorno conobbi. Mi ridesti quel sentimento che pensavo fosse morto dentro di me tanto tempo fa …ma quando scoprii le tue vere intenzioni…”
Dimensio aggrappò il mantello di Blumière in modo così stretto che pensò che avesse intenzione di strapparlo, ma dopo vide che le mani di Dimensio tremavano a causa di tale stretta. Ha in seguito guardato direttamente negli occhi del giullare e vide qualcosa che non aveva mai visto prima in lui.
“Non mi sono mai sentito così usato. Tutto ciò che avevo provato fino a poco prima svanì istantaneamente. Quando mi hai tradito avevo una sola immagine nella mia mente, e la ho ancora…distruggere te e tutti mondi per poi ricostruirli a mia immagine.”
Dimensio mollò la presa e volò via. La sua faccia arrabbiata tornò nuovamente al solito sorriso malato. Cominciò a ridere in modo spaventoso e in seguito in modo demente. “Perchè ti ho detto come mi sono sentito? Per prima cosa ti dovrei dire perché sono qui! Visto che stai così, permettimi di continuare la mia storiella su come sono arrivato qui. Quindi, dove ero arrivato?”
“Alla parte in cui venivi torturato?” Blumière non sembrava più arrabbiato. Il motivo? Dai, la tua intuizione è buona quanto la mia.
“No, l’avevo già superata. Ah sì, al Mondodigiù. Ti dirò semplicemente come ho ottenuto il mio nuovo potere!”
Non ebbe neanche la necessità di alzare le mani per formare una scatola intorno a Blumière. Nel panico, Blumière agitò il suo corpo così forte che da un suo anello fuoriuscì del sangue. La scatola, in seguito, si rimpicciolì al punto che se si fosse rimpicciolita di più Blumière sarebbe stato schiaciato a morte.
“Ora, ora, non ti storpiare mentre ti racconto la storia perchè ti voglio vedere sveglio quando ti mostrerò il mio amichetto.”
Blumière non poteva più muoversi. Il suo corpo stanco e sanguinante a malapena gli permetteva di tenere la testa alzata. Ansimò leggermente mentre Dimensio continuò a parlare.
“Ora ricordo dov’ero. Sì, la mia fuga fu subito notata dalla regina Infernia. Quanto clamore provocai quando fuggii da quella tomba che era una scatola delle torture. Nonostante fossi tecnicamente libero, non potevo teletrasportarmi fuori dal Mondodigiù. Quegli eroi mi buttarono giù quasi un anno fa quindi la morte mi teneva ben stretto. Sapevo già che non sarei stato più in grado di volare…però…”
Raggiunse il suo abito e tirò fuori un libro biancastro con segni argentati che marchiavano i contorni e che formavano un diamante nella porzione interna della copertina. Proprio al centro era raffigurata una luna crescente con una sfera blu accanto e ai quattro angoli del libro. Gli occhi di Blumière si ingigantirono appena posò lo sguardo su di esso. Dimensio ridacchio e continuò il suo discorso.
“Ho trovato questo piccolino nella cripta del palazzo di Infernia. Sembra che un certo Ghastium non l’ha portato via dal regno di suo padre.”
“Non p-può essere …”
Consilia riuscì a prendere il volo con l’ala rotta. Aveva ancora molta voglia di lottare, ma temendo che con ciò avesse fatto male ancora di più a suo marito, decise di non muovere un dito contro quel folle giullare. Invece, Consilia fissò ciò che Dimensio teneva in mano.
“C-che cos’è?” Farfugliò dolorante.
“E’…i-il “Libro del Destino”…” Blumière rispose.
“Il libro di cosa?”
Blumière abbassò la testa più che poteva in quella scatola piccola. Si comportava come se fosse un grave peccato sapere qualcosa di quel libro. Un brivido lo attraversò.
“Il libro del Destino…un libro maledetto di proporzioni demoniache, quel libro ha causato più guai di ogni altro libro magico in esistenza. Tanto tempo fa, tra le quattordici tribù originarie, una si differenziò in fatto di potenza di magia. Questa era conosciuta come la tribù dei “Senza Faccia”, una tribù la cui credenza principale era ‘vivi di magia o muori’. Ad uno dei primi re dei Senza Faccia è stato incaricato di fare da guardia a quel libro e tenerlo lontano dalle altre tribù.’ ‘Purtroppo, con il tempo, il potere divenne così grande per i Senza Faccia che l’ultimo re lo sigillò via in modo che solo i residenti della tribù potessero usare il libro maledetto.”
Blumière cominciò a versare lacrime.
“Mio padre mi mandò a portare via quel libro dai Senza Faccia; ma quando glielo portai scoprii che solo i regnanti dei Senza Faccia potevano usarlo. Farfalà, il Libro del Destino può alterare la realtà secondo la volontà dello scrittore. Tutti questi anni ho pensato lo avesse mio padre, ma vedendo quella cosa maledetta adesso, ho capito che mi sbagliavo di grosso.”
“Ah, vedo che conosci un bel po’ della tribù di mio padre. Mi fa piacere.” Dimensio cominciò a scrivere nel libro maligno.
“Perchè mai ruberesti una cosa come quella, Blumière?” Lei era spaventata.
“La prima volta che mio padre scoprii sul nostro amore, mi ordinò di prendere quel libro per ristorare l’onore della mia tribù. Considerato che mio padre non poteva utilizzare quel libro,” Blumière fece una pausa e tenne bassa la testa, “mio padre rapì il principe dei Senza Faccia e gli fece il lavaggio del cervello per fargli usare il libro per i suoi scopi. Così mio padre disintegrò la tribù dei Senza Faccia.”
“Oh, boo hoo, Conte. Pensi che la tua parte della storia sia triste? Perchè non provi ad essere me e immaginare di essere l’ultimo della tua specie!” Chiuse il libro e puntò, “Ora, se non vi dispiace, volgete l’attenzione alla vostra destra.” Sia Blumière che Farfalà guardarono in un’unica direzione. Dimensio si mise il palmo in faccia per l’irritazione.
“L’altra parte, imbecilli.”
Blumière e Farfalà guardarono alla loro sinistra e sussultarono.
“Cosa cavolo è?” Blumière gridò.
 “Quella…quella è una porta?”
“Certo che lo è.” Dimensio ridacchiò.
Ci volle un po’ per Blumière e Farfalà per capire che la porta che Dimensio aveva disegnato e tramutato in realtà, fosse una vera porta. Blumière guardò nella direzione di Dimensio.
“Ah, Dimensio, sei proprio un pessimo artista.”
“Oh, zitto, Conte!”
“Seriamente, non posso neanche usare quel libro perchè non sono-HEY ASPETTA UN SECONDO! Come fai ad usare quel libro?” Blumière fissò Dimensio.
“Sei un tantino ottuso, vero? Sono l’ultimo della mia specie, non parlo di altro che del ‘regno di mio padre’, voglio l’universo a mia immagine, e posso usare questo libro potente. Che cosa deduci da questo?”
“Ci stai dicendo che…SEI UN PRINCIPE?” Consilia gridò in una delle sue ultime parole, “COME PUOI ESSERE UN PRINCIPE?”
“Semplice, mia piccola falena pixelata, mio padre era il Re Dimensio Zebus, l’ultimo re dei Senza Faccia. Prima che la mia tribù svanisse sotto il potere del primo Vuoto, scelsi di essere un giullare per diletto. Essere un regnante non è così bello come molti pensano, però, visto che sono l’ultimo devo prendere il mio diritto a diventare re."
“Quindi…il principe che mio padre rapì-”
“Fui io,” Dimensio sospirò drammaticamente.
“Oh, che ingenuo che fui quando tuo padre mi propose un patto. Oh, che ingenuo che fui quando il tuo disgustoso, disgustoso padre mi ingannò per distruggere la mia razza. La mia vita è sempre stato uno spettacolo i cui fili sono stati mossi ad ogni piccolo movimento…ma non per molto. Così dico, non sono più il piccoletto ingenuo che tutti hanno avuto modo di conoscere. Ora sono il temuto e orgoglioso principe dei Senza Faccia.”
“E il libro, per cosa lo userai?” Blumière guardò Dimensio da sotto il cappello.
“Ciò che provai a fare l’ultima volta. Con questo libro posso creare qualunque cosa a tempo debito.” Dimensio schioccò le dita, “anche portali per altre dimensioni.”
La strana porta di colore nero violaceo brillò e il pomello della porta si girò. Lentamente, la porta mal disegnata si aprì. Provenienti dall’oscurità della porta furono le stesse mani maligne del Mondodigiù. C’erano quasi dieci di queste mani spaventose che si mossero verso il gruppo.
“Per quel che mi interessa, abbiamo finito di parlare. Spero ti piacerà la tua nuova casa, Conte. Il luogo a cui conduce questa porta è la fine dell’immaginazione, la tomba dei sogni, questa è la sola e unica ‘terra senza speranza’. Quindi ti auguro una buona giornata e a mai più rivederci. Au revoir.”
Dimensio si teletrasportò dalla vista di Blumière e Farfalà e quando lo fece, la barriera che circondava Blumière si frantumò. Una volta che ciò accadde, tutte le mani si buttarono su Blumière e aggrapparono il suo mantello e i suoi piedi… almeno se li avesse così si direbbe.
“FARFALA’, AIUTAMI!”
Dato che la parte media del busto era intrappolata, non poteva aggrapparsi a niente che poteva impedire di essere trascinato verso la porta.
“Blumière, resisti!”
Si lanciò e si aggrappò al collare superiore di Blumière e cercò di tirarlo fuori dalla porta.
“Non ti perderò di nuovo!”
Fece del suo meglio per fermare le mostruose mani dal trascinare suo marito verso la porta. Il suo amore per lui era più grande del valore della sua stessa vita. Lei tirò e tirò, ma lentamente Blumière fu trascinato attraverso la porta malvagia mal disegnata.
“Hey, adesso stai facendo sforzi inutili,” Dimensio riapparse, “Se lo ami così tanto perchè non muori con lui?” Lui rise forte e attirò l’attenzione di una delle mani maligne.
“DIMENSIO, LASCIA STARE BLUMIERE! TI SCONGIURO!”
“Non preoccuparti, piccola Consilia-chan. Vedi, visto che sono un Senza Faccia e lui è un Ghastium, non posso lasciarlo vivere nella stessa terra che voglio rendere mia. Inoltre, se lo lasciassi qui mi intralcerebbe solamente la strada nella mia ricerca dello Scrittore della Profezia. Ah ha, ha, ha! Le tue urla sono come musica per le mie orecchi-WAAAAUGH!”
Fu così veloce e improvviso; Dimensio fu aggrappato dalle mani che aveva creato. Fu trascinato dopo Blumière a così alta velocità che le sue urla fecero un effetto Doppler. Si agganciò alla parte inferiore del mantello di Blumière.
“DANNATI DISEGNI! DOVEVATE PRENDERE SOLO CENERE, SENTITO? SOLO IL CONTE CENERE, NON ANCHE ME!”
“VEDO CHE LA TUA MAGIA TI SI E’ RITORTA CONTRO, DIMENSIO!” Blumière urlò.
Il peso sia di Blumière che di Dimensio era troppo da trascinare per Consilia. Con uno strappo veloce, Consilia tirò indietro mentre Dimensio e Blumière venivano trascinati verso l’oscurità della porta. Le ultime cose che Consilia sentì furono le urla di Dimensio e Blumière.
“FARFALA’, TI AMERO’ PER SEMPRE!”
“OH, CHIUDI QUELLA FOGNA! SEI PIENO DI TE E LO SARAI SEMPRE, CONTE!”
Con gli echi delle loro urla, la porta si chiuse violentemente e sparì. Consilia era adesso sola nel paradiso che lei e suo marito avevano trovato; ma che paradiso è se la terra dove era stato portato il suo uomo era conosciuta come ‘la Terra Senza Speranza’? Tippi volò super triste per un po’.
“Blumière…mio Blumière…dove ti ha portato quel mostro-OWE!”
Colpì il suolo quando il libro che aveva Dimensio cadde sulla sua testa…Restò sul suolo immobile sotto le pagine di quel libro fino a quando riprese cosicenza, “Huh, il libro di Dimensio!” Uscì da quelle pagine e volò sopra il libro maledetto. Vedendo che era lo stesso libro che Dimensio usò per creare la porta, aveva un solo pensiero nella mente. Atterrò sulla costa del libro e volò in alto con esso. Siccome l’ala era rotta, il peso del libro fu difficile da portare per lei.
“Se questo libro è ciò che ha spedito Blumière in un’altra dimensione, posso essere condotta dove lui è adesso! Ci sono solo due fratelli che mi possono aiutare adesso. Devo trovare Mario. Devo trovare Luigi. Forse, insieme possiamo trovare lo scrittore della profezia che Dimensio ha menzionato prima…oh, prego che questo scrittore sia un bravo ragazzo.”
Con dei battiti di ali Consilia attraversò le terre che un tempo chiamava casa. Sperava che i suoi amici fossero stati ancora nella città di Svoltadilà. Sperava…Sperò per tutto il viaggio attraverso la città …spaventata e sola.


 Angolo dell’autrice:
FINALMENTE, con grande orgoglio ho completato questo primo capitolo della mia traduzione della fanfiction di DordtChild FWTBT!
Mi fanno ancora male le mani…
Siete pregati di esprimere i vostri pensieri su tutto e in particolare sulla lunghezza dei capitoli.
DOVE SARANNO FINITI BLUMIERE E DIMENSIO?
MARIO E LUIGI SARANNO ANCORA A SVOLTADILA’?
CHI SARA’ IL MISTERIOSO SCRITTORE DELLA PROFEZIA? E DA CHE PARTE SI SCHIERERA’?
SCOPRITELO NEI PROSSIMI CAPITOLI DI “FROM WHOM THE BELLS TOLL” (FWTBT)… …IN ONDA SU SUPER…EHM… IN LETTURA SU EFP… A PRESTO
<3 STARLOW632

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Capitolo 2
*** Capitolo 2, prima parte- Il libro maligno della profezia ***


Capitolo 2- “Il libro maligno della profezia”


(link originale: http://www.deviantart.com/art/For-Whom-The-Bells-Toll-175149053)
“C’è una mosca nella mia zuppa!”
“Mimì, c’ste gnisèmpre ‘na mosca in ta’ zuppa!”
“Ma questo qui è un insetto davvero enorme!”
“Tutto ciò che devi fare, Mimì, è tirarla fuori con un cucchiaio e tutto andrà bene, ok?”
Gli ex-scagnozzi del Conte Cenere erano tutti seduti per godersi un buon pasto con gli eroi che ebbero la meglio su di loro l’ultima volta. Mario, Luigi, la principessa Peach, Bowser, Nastasia, Pugnazzo, e Mimì erano tutti al miglior ristorante di Svoltadilà. Mimi stava lanciando degli attacchi sul suo cibo per scacciare la mosca mentre Mario e Luigi ridacchiarono.
“Mamma mia, si lamenta sempre?” Chiese Luigi al suo fratello maggiore.
“Lamentarsi di qualcosa che non va nel suo cibo? Sì, lo fa sempre.” Mario prese con la forchetta un fungo lesso.
“Hum.”
“Qualcosa non va nei funghi, Mario?”
“No, sono buoni. E’ solo che…be’; Mi manca un bel piatto di ravioli. Dal giorno in cui cademmo in quel tubo non abbiamo mangiato più niente di italiano.”
“Questo è il prezzo da pagare per vivere in un regno estero. Tutte le terre connesse al Regno dei Funghi non hanno i cibi normali che mangiamo di solito. Voglio dire, dai, te me e Peach sono gli unici umani che ho visto.”
“Lo so,” Mario sospirò.
Luigi fissò suo fratello. Sentì la depressione di Mario e cominciò a farsi delle domande. Mario non era mai stato infelice per quanto avesse mai saputo. Luigi si guardò le spalle per assicurarsi che Nastasia non lo stesse guardando poi si rigirò verso Mario.
“Mario, rispondimi sinceramente, ti manca Brooklyn?”
Mario non rispose subito. Semplicemente teneva lo sguardo fisso sul cibo e la mano sinistra sulla sua mascella. Luigi mosse una mano davanti alla faccia di Mario.
“Mario, rispondimi, perfavore.”
“Huh, oh, scusa, stavo giusto pensando ad una risposta da dare. Certo che mi manca Brooklyn.”
“Sono molto sorpreso di sentirtelo dire! Anche a me manca.”
“Anche a te, Luigi?”
“Mario, non c’è giorno che passa in cui io non pensi a New York e l’America. Ogni volta che eri fuori a salvare Peach, o a fermare qualche cattivone, ho sempre usato parte del mio tempo a cercare quel tubo da cui siamo caduti. Fino ad ora, non l’ho ancora trovato.”
“Da quanto tempo siamo qui?”
“Non ne sono certo. Sembrano passati molti anni, ma in realtà ne sono passati solo due. Non si può dire quanto tempo sia passato a Brooklyn.”
Nastasia semplicemente li guardava. Stava ascoltando di nascosto i problemi di Mario e Luigi. Si tenne ciò che aveva sentito per sé mentre sorseggiava il suo tè. Pugnazzo la vide ascoltare di nascosto la conversazione e disse: “Nastasia, prchè sta a senti’ a lor?”
“Infatti Nassy, perchè stavi ascoltando Mario e Luigi?”
“Vi siete mai chiesti da dove venissero fratelli Mario?”
“Vengono dal Regno dei Funghi, scema. Questo disse il conte.”
“Um, sì, lo so, ma ho appena sentito che vengono da un’altra dimensione di nome Brooklyn.”
“C’ cos’è nu‘Brooklyn’?” Pugnazzo scosse la testa. “A quanto pare, è una terra abitata da umani.” Nastasia si aggiustò gli occhiali, “Mimì, Pugnazzo, mi potreste fare un favore?”
“Best dirl e Pugnazzo l’aggiust subbt.”
“Di cosa hai bisogno, Nassy?”
Girandosi verso i fratelli per un millisecondo si assicurò che nessuno dei due stava prestando loro attenzione. Poi riguardò Mimì e Pugnazzo e sussurrò.
“Scoprite cos’è questa dimensione ‘Brooklyn’. Sento che se ci fosse un posto dove Blumière e Farfalà potrebbero essere spariti, questo può anche essere questa dimensione.”
“Oh, Nastasia, Ie passat un anno, quasi. U’Conte sta bene. Non iess’triste.” O’Chunks mise una mano sulla sua spalla.
“Sì, sono sicura stia bene. Dovresti essere felice per il conte.” Mimì aggiunse.
Mario guardò sù e vide i due mentre cercavano di far sentire meglio Nastasia. Anche Luigi lo notò. Dopo un cenno da suo fratello si alzò dal tavolo, si diresse verso quello degli ex-sgherri e si sedette con loro. Con voce calma, Luigi mise una mano in quella di Nastasia e cominciò a parlare. 
“Hey, tutto a posto, Nastasia?”
“Huh,” alzò la testa, “Oh, ciao Luigi. Cosa ti porta a questo tavolo?”
“Sentendo di nascosto mentre tu ci sentivi di nascosto.” Luigi sorrise.
“Cacchio,” Pugnazzo si aggrottì.
“A’sentut quel che volevamo far.”
“E’ solo che-WAUGH!” Mimì improvvisamente saltò sulla testa di Luigi, “Mimì, togliti dal mio cappello perfavore!”
“Non fino a quando mi dirai cos’è un ‘Brooklyn’!”
“Brooklyn non è niente di importante!” Luigi aggrappò la coda di Mimì, “Perfavore, togliti!”
“Suvvia dillo Luigi, prima che ti stacchi la testa.” Nastasia avvertì l’idraulico verde.
“E va bene! Ti dirò cos’è ‘Brooklyn’; basta che ti togli dalla mia testa, Mimì!”
Mimi strillò rumorosamente e saltò, togliendosi dalla testa di Luigi. Mario sapeva che Luigi stava per raccontare tutto quindi si unì al gruppo portando i suoi funghi lessi con sè. Pugnazzo, Nastasia, e Mimì si avvicinarono per ascoltare tutto ciò che Luigi avesse da dire.
“Bene, come avevate già sentito, Io e Mario non veniamo proprio dal Regno dei Funghi. Mario e io cademmo da un tubo mentre stavamo lavorando per un progetto d’idraulica in una città conosciuta come Brooklyn. Brooklyn fa parte di uno stato conosciuto come New York-“
“Brooklyn, il regno di New York,” Pugnazzo pensò, “Sembra prupr misterius.”
“New York non è un regno, Pugnazzo. E’ uno stato che fa parte di altri quarantanove che compongono l’America.”
“Quindi, è il regno d’America?” Mimì mosse la testa.
“L’America non è un regno. E’ una nazione composta da cittadini liberi che non vivono sotto un sovrano. Nessuno di voi ha mai sentito parlare di democrazia?”
“Cos’è una democrazia?” Lo interruppero insieme i tre.
“Come immaginavo…” Luigi fece facepalm.
Mentre Luigi faceva del suo meglio per spiegare al gruppo cosa fosse una democrazia, qualcosa in alto nel cielo fece ombra su di loro. L’ombra si fece sempre più piccola mentre la cosa precipitò nell’aria. La cosa prese presto velocità e colpì la testa di Luigi mettendolo quasi KO. Cadde dalla sedia di schiena.
“Luigi, stai bene?” Mario guardò in basso verso il fratello dal tavolo.
“I Boo e i Toad non possono unirsi!” Luigi aveva un’espressione molto confuse negli occhi.
“Povero Luigi,” Pugnazzo sollevò il difensore verde, “Avuto proprio ‘na bella mazzata, eh?”
Nastasia sembrava più preoccupata a capire cosa avesse colpito Luigi che di lui in sé. Si alzò dalla sedia e diede un’occhiata al marciapiede di pietra. Sussultò quando trovò una farfalla-pixl iridescente afflosciata sotto la sedia. La tirò su per assicurarsi non fosse Consitron.
“Oh mio Dio, signorina Farfalà!” Gridò Nastasia.
Il grido della Ghastium attirò immediatamente l’attenzione di tutti. Mario corse verso Nastasia e sussultò quando vide Consilia.
“M-m…Mario…a-aiutami…Blumière.” Consilia riusciva a malapena a muoversi.
“Consilia, cosa ti è successo? La tua ala è rotta!” Mario la prese gentilmente nelle mani.
“Non c-c’è…più…Il mio Blumière…n-non c’è…più.”
Nastasia si allarmò. Era da un anno che non aveva più notizie su Blumière. Sentendo da Consilia che adesso non c’era più le fece sentire una scossa di paura nella schiena.
“Cosa intendi per “non c’è più”?” Nastasia si preoccupò.
“Blumière…è f-ferito…e…in un’altra…d-d…dimensione.”
“Non dire altro, Consilia.” Mario si rimise in piedi, “Ti porterò da Merlocchio, ti rimetterà a posto.”
Quando Mario cominciò a correre con Consilia tra le mani, il gruppo lo seguì. Luigi riuscì a riprendere coscienza e vide che Mario lo aveva lasciato, ancora una volta. Non aveva idea di cosa sia successo. Luigi si grattò il capo e si guardò intorno per un po’ fino a che il bagliore di un oggetto gli close lo sguardo.
“Oh mamma mia, cos’è questo?” Mise una mano sotto il tavolo e raccolse il libro che stave portando Consilia.
“E’ un libro. Huh, com’è strano... Mi ricorda un po’ il Profeticus Tenebrae che aveva il Conte Cenere, eccetto il fatto che questo sembra più innocuo.”
Luigi osservò entrambe le copertine del libro prima di decidere di aprirlo alla prima pagina. Poteva dire che non era altro che un libro per disegnare con dei bei ritratti. Mise le mani sulle prime due pagine mentre guardava con ammirazione dei bei disegni di Farfalà e Blumière. I disegni erano veramente ben-realizzati e per Luigi raccontavano una storia. Da pagina a pagina, Luigi osservò i disegni e li comprese molto bene. Il libro cominciava col raffigurare due amanti in un paradiso mentre si godevano il mondo intorno a loro. Mentre si stavano per baciare, un uomo demente da un altro mondo venne a distruggere il paradiso che essi avevano costruito. L’uomo gettò il marito in un altro mondo conosciuto per l’abbondanza del male.
“Oh, non è carino disegnare Dimensio che fa del male a Blumière e Farfalà.”
Continuò a guardare attraverso le pagine, ma più guardava più orrore trovava in quel libro. Le immagini andavano dal paradiso a persone urlanti e scene di sangue. Luigi stava per piangere quando arrivò alla pagina di una donna in verde che supplicava quell’uomo folle di non cavare via il suo cuore, ma continuò lo stesso e vide che al suo posto mise un cuore di pura oscurità dentro il petto. Luigi sfogliò ancora le pagine e vide che quell’uomo divenne tre mostri diversi e due eroi che si assomigliavano a vicenda stavano facendo del loro meglio per combatterlo.
“Quale persona normale vorrebbe mai disegnare queste cose? Anche se i disegni sono molto colorati, non è nè bello nè normale, eh? E pensare che la storia non è neanche finita. Oh, di certo nessuno disegnerebbe così tante scene di sangue per poi non mostrare come va a finire. Ci devono essere delle pagine che sono state perse.”
Girò il libro sotto-sopra e ne picchiettò il dorso; un foglio più piccolo uscì dal centro del libro. Lo aprì e vide una piccolo foto che riempiva la pagina che aveva mancato. Toccò la foto di una giovane donna vestita in modo straordinarimente simile a Dimensio con una faccia dipinta di bianco e nero.
“Per l’amore mio, Dimensio, devo dire che la mimica è la forma più grande di adulazione.” Luigi lesse le piccole parole scarabocchiate sulla foto, “Sarò sempre tua, con amore Ren-Ren. Chi è questa donna?”
Angolo dell’autrice
INFATTI, CHI E’ QUESTA DONNA?
MARIO E CO. RIUSCIRANNO A PORTARE CONSILIA IN TEMPO DA MERLOCCHIO?
CHE SIGNIFICATO HANNO QUEI DISEGNI?
IL MISTERO SI INFITTISCE… DETTAGLI NELLA SECONDA PARTE DEL CAPITOLO…

Avete capito bene: “seconda parte del capitolo”.
Ringrazio Debby_Gatta_The_Best per i consigli e la recensione.
D’ora in poi un capitolo EFP corrisponderà a metà di un capitolo della storia originale (questo senza dubbio renderà tutto più facile anche per me) e perché no, abbellirò ogni capitolo con immagini dell’artista originale o di fan-art correlate al racconto (ovviamente metterò i link originali).
Come al solito, invito ad esprimere la vostra opinione sulla storia (non vi preoccupate, non mangio nessuno :p) e detto questo vado a farmi un panino XD.
Ciao, Starlow632 <3
#lamiatraduzionediPugnazzofaschifo
#abbiatepietà
#nonconoscoildialettoromanesco
#homischiatoilmiodialettolocaleconquelpocochesodiromanesco
#lol

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Capitolo 3
*** Capitolo 2, seconda parte- Il libro maligno della profezia ***



(http://www.deviantart.com/art/Mario-and-Tippi-596736019)

Luigi staccò attentamente la foto dal libro, ma quando lo fece sussultò nel vedere cosa c’era sotto. La pagina non era come il resto del libro. In questa era mostrata nell’oscurità la scrittura geroglifica di un uomo con l’armatura nero-bluastra e da tentacoli al posto dei capelli coperti da una corona dall’aspetto malvagio. Lentamente, Luigi ci mise la mano sopra e sentì l’oscurità del disegno.
“Questo libro è maligno.” Luigi cominciò a preoccuparsi, “Sento la stessa malvagità che sentivo dal Cuore Oscuro. Oh mamma, Lo devo far vedere a Mario prima che qualcuno mi veda con sto coso”.
Si mise il libro sotto un braccio e prese la strada principale. Se Mario fosse da qualche parte a Svoltadilà, di sicuro sarebbe alla casa di Merlocchio. Mentre percorreva le strade di pietra, Luigi inciampò su un pavimento rotto e cadde di testa sul cemento. Non succede spesso che Luigi inciampi sui propri piedi, ma quando succede finisce per ferirsi e sanguinare.
“Stupendo, che figura! Appena mi compro un nuovo paio di guanti mi taglio le mani. Ora sono tutte piene di sangue,” Luigi guardò dov’era caduto il libro, “Oh, perfetto, c’è persino sangue sul libro.”
Luigi sentì delle fitte sulle dita e sui palmi quando provò a sollevare da terra il libro pieno di sangue. Digrignò i denti. Non immaginava che le sue mani avrebbero potuto sanguinare così tanto per una caduta; e poi di nuovo, aveva attuttito la caduta con le mani. Dopo aver mangiato diversi Fungo Shake, Luigi riuscì finalmente a camminare fino alla casa di Merlocchio. Aprendo la porta, Luigi assistì alla scena di Mario e Consilia.
“Huh, cosa ci fa Consilia qui?” Luigi parlò interrompendo il silenzio.
“Luigi, vedo che stai meglio. E’ successo un mezzo macello a Consilia e siamo corsi qui per decidere sul da farsi, ma è svenuta adesso” Mario indossava il suo camice da medico e massaggiava l’ala di Consilia, “Starà meglio quando le sue ali saranno guarite.”
“E’ stata Consilia a colpirmi sulla testa?” Luigi si sedette su una sedia e mise il libro sul grembo, “perchè avrei potuto giurare che era molto più pesante di questo-“
“Oh, cosa potrebbe essere mai accaduto al Signor Blumière?” Nastasia si stava lasciando prendere dal panico, “Se la signorina Farfalà è stata ritrasformata in una farfalla, ancora, cosa potrebbe essere successo al Signor Blumière?”
“Calmati, raggazza. So’ sicuro che sta bon.” Pugnazzo provò a rassicurare la sua amica.
Luigi intanto guardava gli ex-sgherri preoccuparsi con Mario. Luigi si dà ancora un po’ la colpa per quello che successe l’ultima volta a Blumière e Farfalà. Senza che nessuno lo notasse, Luigi guardò il libro e fu scioccato nel notare che il sangue era scomparso. Girò le pagine e confermò che non c’era alcuna traccia di sangue. “Dove pensi sia venuta Farfalà?” Disse Mimì, seduta sulla testa di Pugnazzo.
“Ovunque lei e Blumière abbiano trovato un paradiso in cui vivere. Forse quando si sveglierà ce lo farà vedere e ci dirà cosa è successo esattamente.” Mario mise l’ultima benda sull’ala di Consilia.
Luigi prese una penna e cominciò a disegnare sulle pagine vuote di quel libricino. Voleva solo vedere se l’inchiostro della penna sarebbe scomparso dalle pagine come in Riddle’s Diary (Luigi ha sempre adorato guardare film umani). Disegnò qualcosa di molto semplice, un disegno che faceva sempre da piccolo. Quando lo finì sorrise, perchè disegnarlo gli portava grande felicità. Vedendo che l’inchiostro rimaneva sulla pagina, Luigi cominciò a ricredersi riguardo a quel libro.  Lo chiuse gentilmente e lo mise nuovamente sul grembo.
“Ma ce la farà a svegliarsi?” Mimì scosse la testa.
“Beh, per come stanno adesso le cose, si riprenderà in pochi-AUGH!” Mario indietreggiò dal tavolo con Consilia, custodita al sicuro nelle sue mani, “MAMMA MIA, COS’E’ QUELLO?”
Davanti al gruppo c’era una volpe con le ali verdi troppo tenera, o una specie di volpe almeno. La cosa aveva degli occhioni adorabili e un musetto piccolo. Anche le ali erano piccole e coccolose. Mimì gridò di gioia appena la vide.
“E’ COSI’ CARINO!” Mimì salto dalla testa di Pugnazzo e la abbracciò.
“Pe’ tutti i Pugnazzi, c’cos’è sto cos?”
“Ehm…Sembra uno scoiattolo sovrappeso.” Nastasia provò ad identificare la creatura.
Gli occhi di Luigi erano fissi sulla volpe volante. Si alzò lentamente dalla sedia e si mosse attentamente verso la volpe. Mimì saltava su e giù e cominciò a stuzzicarne la coda mentre Luigi se ne stava lì incantato. Dopodichè, un sorriso a 32 denti spuntò sulla faccia del difensore verde e gridò anche lui di gioia.
“MITTENS,” Luigi abbracciò la volpe volante, “Ho sempre saputo fossi reale!”
La volpe emise uno strillo di felicità quando Luigi lo abbracciò. Tutti nella stanza erano a bocca aperta. Pugnazzo, Nastasia, e Mimì semplicemente si guardarono tra di loro, per quanto riguardava Mario…Lui sapeva che quella volpe era l’animale domestico immaginario di Luigi di nome Mittens. Come ha fatto quella volpe a diventare reale? La domanda lasciò Mario spiazzato.
“Ah, Luigi, quello è…Mittens?” Mario intanto teneva Consilia al sicuro.
“Ebbene sì e non è più invisibile! Oh, quando ero un bambino piccolo, ho sempre saputo che Mittens fosse reale, anche quando tutti gli altri dicevano che avevo bisogno di andare in terapia. Quando compii dodici anni smisi di pensare a lui perchè papà diceva che non mi faceva bene vivere sempre in un mondo immaginario.” Luigi si mise in sella alla volpe alata.
“Come pensi sia diventato reale?” Si chiese Nastasia, “Luigi, hai fatto qualcosa per renderla reale?”
“Beh, stavo semplicemente disegnando mentre tutti vi prendevate cura di Consilia e POOF!-ecco Mittens.”
“Non t’ho visto disgnè nint.” Disse Pugnazzo “Dov’è che hai scritt’?”
“Ho scritto in questo piccolino,” Luigi teneva il libricino maligno, “Ho percepito una sensazione “oscura” da questo libro da disegno, ma non pensavo che potesse rendere le cose reali.”
L’unica reazione che ricevette Luigi fu quella di Nastasia. Alla vista di quel libro si sentì il cuore in gola. Avendo difficoltà a respirare, si mise una mano sul petto e cominciò a tremare. Mimì pensava che il libro fosse carino e voleva giocarci, ma il suo entusiasmo fu troncato dal grido di Nastasia.
“TIENI LONTANA DA ME QUELLA COSA MALVAGIA!” Si precipitò indietro e andò a sbattere contro una parete dietro Mario.
“Che c’è, Nastasia?” Pugnazzo le mise una mano sulla spalla.
“NON SO COME TU ABBIA FATTO AD AVERE QUEL LIBRO, SIGNOR LUIGI, MA TIENILO LONTANO DA ME!”
“Whoa, whoa, calmati Nassy,” Anche Mimì provò a confortarla, “Luigi ha detto che è solo un libro da disegno. Come può essere malvagio?”
“Quella cosa…malvagia, MALVAGIA…è la ragione per cui tre razze si sono estinte! Quella cosa mostruosa fatta di pagine è il ‘Libro del Destino’!”
Nessuno capiva. Nessuno capiva perchè fosse spaventata dal libro, nonostante ciò Mario cercò di starle vicino il più possibile.
“Quindi, ci stai dicendo che questo libro è come il Profeticus Tenebrae?”
“In un certo senso…Come il Profeticus Tenebrae, il ‘Libro del Destino’ ha il compito di enunciare una profezia, ma allo stesso tempo distrugge la vita di chiunque lo usi. Il libro è stato creato per avverare le fantasie di chi lo usa, ma c’è più male che bene in quest’oggetto.”
“Sapevo che questo libro era maligno dal primo momento.” Luigi fissò il libro nelle sue mani.
“Quello che mi sta preoccupando è…Luigi, come cavolo hai fatto ad usare quel libro?”
“Cosa intendi? Ho solo disegnato uno schizzo di Mittens ed eccolo qui.”
 “Non è possibile. Da quello che ho imparato sulle quattordici razze, solo i regnanti dei Senza Faccia e l’eletto Scrittore della Profezia possono usare quel libro.” Nastasia cominciava ad andare nel panico, “Ah, Luigi, sei imparentato in qualche modo con i Senza Faccia?”
“Uno, non so cosa sia un Senza Faccia e due, mi hai perso quando hai parlato delle quattordici razze.” Luigi si avvolse tra la coda di Mittens.
“Luigi, basta a fare il bambino,” Mario si avvicinò così tanto a Mittens che lo azzannò, “YIKES, quella cosa ha tentato di mordermi!”
“A Mittens non piacciono le persone che mi insultano.” Luigi fece una linguaccia a Mario.
“Vuoi sentire cosa sono i Senza Faccia, sì o no?” Nastasia si aggrottì.
Quando tutti si calmarono ed effettivamente cominciarono a prestarle attenzione, la donna vestita da segretaria si aggiustò gli occhiali e si sedette su una sedia per dire quello che doveva dire.
“Ebbene, i Senza Faccia erano considerati la più potente razza magica delle quattordici tribù originali. Tutta la loro cultura poteva essere definita in tre parole: regale, ingannatrice e del tutto arrogante perché possedevano la magia. Essendo una Ghastium, mi fu insegnato a diffidare dei Senza Faccia. Vedi, la Tribù dei Senza Faccia e la Tribù dell’oscurità si odiavano, quindi dovevo conoscere il mio nemico.’
‘Da quando sono esistiti, I Ghastiums e i Senza Faccia hanno sempre usato la magia, entrambe le razze facevano affidamento ad un libro malvagio, e sfortunatamente nessuna delle due esiste ancora ai giorni nostri. Blumière e io siamo gli ultimi della nostra razza e Dimensio è l’ultimo della sua. Vedi, Dimensio è un Senza Faccia.”
“DIMENSIO” Consilia gridò mentre si svegliava, “RIDAMMI BLUMIERE...huh?”
“Calmati, Consilia, calmati che la tua ala è rotta.” Mario la confortò, “Stai bene adesso?”
“D-dove sono? Mario, signorina Nastasia, Pugnazzo, e Mimì, cosa state facendo tutti qui? Cosa sto facendo io qui?” Era molto confusa.
“Sei caduta dal cielo e hai sbattuto contro la testa di Luigi.”
“Speravamo di sapere cosa ti fosse successo, Consilia.” Luigi fece atterrare la sua volpe. “Come mai sei qui senza il Conte Cenere?”
“Il suo nome è Blumière, Luigi, e…cos’è quel coso?”
“E’ la mia volpe verde alata. L’ho creata usando il libro di cui Nastasia ci ha appena parlato.” Disse mantenendo il ‘Libro del Destino’.
“AUGH, QUELLO E’ IL LIBRO DI DIMENSIO!” Consilia si precipitò fuori dalle mani di Mario per poi caderci nuovamente, “owe, owe, la mia ala!”
“Calma Consilia, la tua ala è ancora rotta. Non puoi ancora volare con questa.”
“MA DEVO SALVARE BLUMIERE! QUEL MALVAGIO GIULLARE DISGRAZIATO HA BUTTATO BLUMIERE IN UN’ALTRA DIMENSIONE! Owe, owe, stupida ala!”
“Dimensio è tornato?” Pugnazzo quasi gridò di paura, “Non è possibile!”
 “Sono d’accordo con Pugnazzo. Bowser, Peach, e io ci siamo liberati di lui! Non c’è modo che sia tornato!”
“MA INVECE LO E’! E’ venuto dal Mondodigiù con quel libro in mano! Ha disegnato una porta e ha buttato Blumière in un mondo chiamato ‘Terra Senza Speranza’!”
L’intera gang se ne stava lì, a bocca spalancata. Neanche nei loro sogni più selvaggi si sarebbero mai immaginati che Dimensio, il mago affascinante, sarebbe tornato per finire ciò che aveva iniziato. Luigi non aveva alcuna intenzione di rivivere quello che successe l’ultima volta con lui. Ha avuto incubi per diverse settimane per colpa di Dimensio.
“Dobbiamo salvare Blumière! Semplicemente dobbiamo!”
“Consilia, non ho neanche mai sentito parlare di una ‘Terra Senza Speranza’. Come dovremmo sapere dove cercare?” Mario stava per Consilia.
“Forse dovremmo usare il libro per trovarlo,” Luigi espresse la sua opinione, “Ho creato Mittens per errore, quindi basta creare un’altra porta che ci condurrà dov’è Blumière.”
“ASSOLUTAMENTE NO,” Nastasia urlò, “Quel libro è come un veleno per chiunque lo usi, Luigi, non capirò mai-“
“Sono inciampato ed è caduto del sangue sul libro. Questo conta?
“Hai fatto COSA?”
“Ah, quando sono corso per venire qui, sono inciampato e caduto sul cemento e mi sono ferito. Prima che disegnassi Mittens, ho visto che il sangue che era caduto sul libro non c’era più.”
“Il libro necessita di un sacrificio di sangue prima di essere usato dal regnante Senza Faccia…forse…oh, cacchio.”
 “Cosa è successo, Nassy?” Mimi guardò su.
“E’ ciò che avevo temuto. Quando Dimensio venne per la prima volta a Castel Cenere, scoprimmo che il suo nome era particolare. Il nome di Dimensio si collega a quello del Re Dimensio dei Senza Faccia!”
Ci fu un sussulto da parte della gang. Soprattutto Pugnazzo fu quello ad essere del tutto shoccato. Provò a sembrare coraggioso mentre parlava.
“C’vu dir che Dimensio è un principe?”
 Nastasia si spostò dall’altra parte della stanza con una mano sulla testa. Era la più preccupata di tutti. Conoscendo il vero potere del libro non poteva fare a meno di sentirsi miserabile. Fece del suo meglio per non piangere.
“E’ l’ultimo della sua specie e l’ultimo regnante conosciuto dei Senza Faccia. Ora che ci penso, penso di aver capito perché Luigi può usare il libro. Dimensio si fuse con Luigi per un breve periodo di tempo. Il suo potere si diffuse in lui perciò adesso ha una sorta di marchio di Dimensio.”
“Oh, fantastico, sono contaminato da un giullare pazzo. Questo mi fa sentire sicuramente più a posto con me stesso.”
 “Mi dispiace, Luigi, ma è così, ma c’è un’altra cosa che non capisco ancora. Non mostri alcun segno di malvagità.”
“Dovrei invece? Voglio dire, in effetti ho sentito la malvagità proveniente dal libro, ma adesso mi sento solo depresso.”
“Strano, tutti quelli che hanno usato quel libro per i loro interessi sono stati devastati dall’oscurità. Forse…l’idea della corruzione ha effetto solo sui Senza Faccia.”
“NON M’INTERESSA COME STANNO LE COSE ADESSO!” Consilia stava gridando in lacrime, “Blumière è nelle mani di Dimensio e NON POSSO FARE NIENTE PER AIUTARLO!”
Stava cominciando a versare lacrime piccole nelle mani di Mario. Tutti stavano male per lei e per ciò che era successo a Blumière. Luigi si sentiva più miserabile di tutti. Sentirsi dire che era una sorta di giocattolo per Dimensio lo buttava veramente giù. Luigi riguardò il libro e aprì una pagina che non aveva usato e vide il disegno di Dimensio. Gli era venuta un’idea. Luigi prese la penna e tracciò la porta disegnata per poi chiudere il libro.
Un brontolio proveniente fece zittire tutti nella casa di Merlocchio. Dopo essersi dati delle brevi occhiate a vicenda, l’intera gang corse fuori e guardò sulla torre. Mario fece cenno a tutti quanti di seguirlo. Salirono l’ascensore e la piattaforma. Furono sbalorditi quando videro un mare attraversabile con un ponte che conduceva ad una porta mal-disegnata. Quando la vide, Consilia emise un grido.
“Quella porta, quella è la porta che disegnò Dimensio!”
Tutti gli occhi erano su Luigi. Cominciò a parlare sentendosi piccolo piccolo.
“Sapete, ho pensato di tracciare la porta che ha fatto Dimensio per raggiungere Blumière, ovunque sia.”
Mario pensò che effettivamente quella fosse l’idea più brillante che fosse mai venuta a Luigi, però, Consilia volò dalle mani di Mario e si diresse verso la porta. A metà strada, cadde colpendo il pavimento perchè l’ala non resse lo sforzo e l’intera gang le venne in soccorso.
“Consilia, stai attenta con quell’ala! Peggiorerà se continuerai a volare.” Mario la tirò su, “La cosa migliore sarebbe che restassi qui con Merlocchio.”
“Devo aiutare Blumière!”
“Lascia fare a Luigi e a me. Andrà tutto bene. Qualunque cosa Dimensio stia pianificando, noi saremo lì per fermarlo ad ogni costo.”
“Voi due fareste questo per me?”
“Nu’ solo quegl’i ddue,” Pugnazzo si fece avanti e scricchiolò le nocche delle mani, “Darò a cud moccios ‘na mazzata che non dimenticherà più!”
“Farò gridare anch’io quel cattivone di Dimensio!” Mimì fece ruotare la sua testa in cerchio, facendo scricchiolare il collo in modo molto spaventoso.
“E non mi fermerò finchè il Signor Blumière sarà nuovamente al sicuro con te, ok? Nastasia si fece forza.
Consilia sapeva che poteva fidarsi dei Fratelli Mario e della gang degli sgherri. Volò fuori dalle mani di Mario e gentilmente se ne andò. Poi guardò nuovamente il gruppo.
“Non potrei ringraziarvi abbastanza per farmi questo. Siete tutti i miei veri amici. Grazie mille per voler cercare Blumière.”
“E’ un nostro piacere, Consilia.” Mario le sorrise, “Saremo di ritorno prima che tu te ne accorga.”
Si mossero verso la porta, Mario raggiunse il pomello. Consilia ricordò qualcosa in quell’ultimo momento.
“MARIO NON-”
“MANI DEL FIUME ZTIGE,” Luigi urlò.
Il team urlava mentre quelle mani macabre si aggrapparono a loro e cominciarono a trascinarli verso la porta, uno ad uno. Pugnazzo aveva quasi dieci mani attaccate a lui e fu il primo ad andare, la prossima fu Mimì con una sola mano, dopo di lei fu il turno di Luigi con una mano sulla gola e l’altra sul polso con il libro, l’ultima fu Nastasia con una mano intorno ad una caviglia. Mario entrò nel panico e si diede alla fuga verso la porta ma si chiuse dietro di lui. Consilia fu lasciata sola mentre la porta scomparve davanti ai suoi occhi ancora una volta.
“Mario…stai bene, per favore.”



Angolo dell’autriceEHM-traduttrice
Come sarà la ‘Terra senza Speranza’?
Cosa ne è stato poi di Dimensio e Blumière?
Il Libro del Destino causerà altri guai?

SCOPRITELO NEL PROSSIMO CAPITOLO DI FWTBT (DORDTCHILD).
 
Olà ragazzi, finalmente ho finito la traduzione del secondo capitolo di FWTBT (purtroppo i capitoli di Dordtchild sono immensi ed è umanamente possibile per chi mi legge sorbirsi robe lunghissime di 12 pagine di Word O.O). Beh, che dire, questi primi due capitoli sono stati l’introduzione della fanfic, dal prossimo ne vedrete di cotte e di crude…
Spero che mi continuerete a seguire…
STAY TUNED

BY STARLOW632 <3

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3, prima parte- Nessuna speranza... ***


Capitolo 3- “Nessuna speranza per una donna di nome Darla”
(per questo capitolo non ho trovato nessuna immagine direttamente collegabile alla storia :(, quindi godetevi la bella Manhattan di notte...
Link: http://cdn1.wallpapersok.com/uploads/picture/618/162/162618/picture-162618.jpg?width=665)
 
Il rumore del traffico cittadino attraversò il buio dell’incoscienza di Mario. Come se stesse sognando, i rumori che un tempo erano la normalità per lui, diventavano sempre più veri di minuto in minuto. La voce di suo fratello all’inizio entrava dolcemente nella sua testa, ma diventò sempre più rumorosa man mano che continuava a chiamarlo. Mario sbattè un po’ gli occhi mentre iniziava a riprendere coscienza.
“Oh, grazie a Dio stai bene. Mario, tutto ok?”
“Luigi, sei tu?” Ha finalmente aperto gli occhi, “Mamma mia, cosa mi ha colpito?”
“Il terreno a quasi novanta miglia all’ora, apparentemente quella porta ci ha fatti cadere dal cielo. Whoa, è stato un giro fighissimo.”
“N’u dir a ma,” Si sentì la voce di Pugnazzo dietro un segnale stradale rotto, “Ow, la mia testa.”
“Pugnazzo, tutto bene lì?” Luigi lo chiamò.
“Oh, mi so’ sentito peggio, ragazzo.” Zoppicava dietro un segnale stradale, “Penso m’abbia colpito a’testa!”
“Dimenticati della testa,” Mario si alzò velocemente shoccato, “Pugnazzo, sei un umano!”
“Cosa?” Guardò in basso verso le sue mani e prese un colpo, “COSA CACCHIO M’E’ SUCCESSO?”
Mentre urlava quest’ultima domanda, un altro urlo giunse non molto lontano da Mario. Mario fece un saltò e corse subito verso il nuovo Pugnazzo dall’aspetto umano e si mise in piedi in cima ad un cumulo di scarti di metalli. Rimase sconvolto quando i suoi occhi si fissarono su due donne che sembravano la versione umana di Mimì e Nastasia. Erano spaventate e confuse.
“Almeno la tua faccia somiglia un po’ a quella che avevi prima, Nassy.” Mimì continuava a toccarsi il braccio, “Non ho più nemmeno il mio bel colorito verde. Che razza di posto è questo?”
“Non lo so e non m’interessa! Ora ho più curve e non so cosa farmene!”
“Si chiamano fianchi e spalle, Nastasia.” Mario si stava facendo una risata vedendo la situazione, “E’ quello che succede quando sei umana…in più molte altre cose.”
Pugnazzo passò attraverso la collina, guardò Nastasia e si sentì la lingua cadere dalla bocca. Non ha mai visto Nastasia così bella prima. Luigi andò verso Pugnazzo e gli mise una mano sulla mascella per chiudergli la bocca.
“Rimetti la lingua a posto, Pugnà. Sembra umana ma questo non vuol dire che lo è.”
“Tee hee, Pugnazzo è innamorato di Nassy!” Mimì fece una risatina, “Oh, voi due sareste proprio una bella coppia!”
Luigi si allontanò dal gruppo mentre Pugnazzo comiciò ad inseguire Mimì in giro per la discarica, dirigendosi verso la recinzione. Saltò la staccionata e guardò cosa c’era oltre.
“Hey, Mario, vieni a vedere!” Luigi puntò verso un cartellone, “Benvenuti alla discarica di Manhattan.” “Manhattan…Perchè questo nome sembra così familiare?”
I due Fratelli idraulici ci misero due lunghissimi minuti prima di scorgere l’ovvia risposta. Mario e Luigi gridarono insieme.
“MANHATTAN! MANHATTAN NEW YORK! SIAMO IN AMERICA!”
I due fratelli felicissimi si abbracciarono. Erano in lacrime perchè non avrebbero mai pensato che sarebbero ritornati nella loro terra natìa. Gli altri tre semplicemente li guardarono. Nastasia fu la prima ad interromperli.
“Um, Mario, Luigi, cosa avevate tanto da gridare?”
“Questa è l’America!” Luigi si girò verso di lei con un sorrisone, “Manhattan, New York per essere precisi!”
“Non possiamo essere più di una miglia o due dal centro della città!” Intervenne Mario.
I tre sgherri si lanciarono delle occhiate tra di loro per poi rigirarsi verso i fratelli Mario.
“L’America sembra una discarica,” Mimì si aggrottì, “Di certo non è quel raggio di sole che mi aspettavo.”
“Perchè siamo nell’estrema periferia della città. Strano, se siamo in America…perchè Dimensio l’ha chiamata la ‘Terra senza Speranza ’?”
“Non lo so e non m’interessa!” Mario scavalcò la recinzione, “Devo vedere com’è la città! Non ho più visto qualcosa che mi ricordasse casa da due anni!”
Il lungo tratto di strada sembrava infinito specialmente visto che Pugnazzo e Mimì non la smettevano di parlare del nuovo mondo che li circondava. Continuavano e continuavano, e di certo non avrebbero smesso di parlare e fare domande ai due fratelli. Luigi pensava di essere ad un passo dal diventar pazzo. A tempo debito finalmente il gruppo raggiunse il centro…ma qualcosa non andava.
La piccola sezione illuminata e trafficata di New York che i Mario chiamavano Manhattan era diventata una città malridotta con strade inquinate. Tutte le facce del gruppo erano depresse o stanche. Come ha fatto una città come Manhattan a ridursi così nel giro di due anni?
“Avevate ragione ragazzi, questo centro sembra peggio della periferia.” Mimì era seduta sulla spalla di Pugnazzo.
“Non dovrebbe essere così! L’ultima volta che siamo stati qui, le persone erano piene di gioia e le strade erano pulite e luminose…cos’è successo all’isola, Mario?” Luigi rabbrividì, “Questo posto è come una capanna dei boo, ma più grande.”
“Luigi, penso che siamo stati via più a lungo di quanto avessimo pensato.” Mario diede un calcio ad un cartello rotto, “Ragazzi, cercate qualcosa che dice l’anno e la data.”
I cinque si sparpagliarono in una circonferenza di dieci piedi. Ogni tanto Mimì e Pugnazzo ritornavano dai fratelli Mario tenendo in mano oggetti con numeri e mesi.
“Mimì, questa è una data di scadenza.” Le fece notare Luigi.
“Credo di aver trovato quello che stavate cercando,” Nastasia puntò su un cartellone dipinto.
Il cartellone era molto colorato. La pubblicità era molto rovinata a causa del degrado dell’ambiente. La pubblicità mostrava una Convention del fumetto abbastanza grande conosciuta come ‘Comic Con’ situata ad Est dalla loro posizione attuale. Nell’angolo in alto era scritta la data del giorno.
“M-m…Mario…leggi…q-quello che…leggo io?” Luigi stette in piedi immobile terrorizzato.
“18 Luglio 2010…sì, Luigi, credo di leggere esattamente quello che stai leggendo.” Mario si rattrstì, “Sono passati due anni nelle terre dei Funghi…invece qui sono passati quasi trent’anni.”
“’Ting fam. C’ste qualc cos da ‘magnà da ‘ste parti?” Pugnazzo fece rialzare il morale del gruppo.
“Ci dovrebbe essere una fila di ristorante qui, ma…” Luigi sospirò, “Non posso dirvi con certezza di nessun posto. Questa città è cambiata così tanto.”
“Basta trovare un posto dove servano la pasta. Se ci fosse qualcosa che possa rimettermi di buon’umore, sarebbe sicuramente un bel piatto di ravioli e una torta fatta in casa”. Mario perlustrava le strade, “A malapena riesco a ricordare che gusto abbia un buon piatto di pasta-PASTA!”
Mario scattò veloce quanto Luigi (quando è spaventato) verso un piccolo ristorante italiano all’angolo. Proprio davanti vi era un cartello con su scritto “Benvenuti al ristorante Sua Altezza! Serviamo un buffet infinito di Ravioli e Fettuccine”.
Seguendo il fumo Mario, Luigi e gli altri tre entrarono nel ristorantino italiano. ‘Autentico’ fu la prima parola che venne in mente a Luigi. I quattro si unirono a Mario, che si era seduto a capotavola. L’interno del ristorante dava l’impressione di essere in Toscana con le sue tovaglie a quadri rossi e bianchi. Guardando i menù, la gang decideva cosa prendere e chi doveva pagare.
“Penso che Pugnazzo debba pagare questa volta.”
“Doveva pagare l’ultima volta che uscimmo e invece fece pagare il Conte!” Rise Mimì.
“Ie’dit a ta, signurì, N’u ting i ssuld c’ma!” Si lamentò Pugnazzo, “E altra cosa, c’cos è la valuta americana?
“Dollari americani,” rispose Luigi, “e fortunatamente ne ho ancora un mucchio nel mio borsellino dal vecchio lavoro di Mario e il mio.”
“L’hai tenuto con te questi due anni, Luigi?” Mario sbirciò da dietro il menù.
“Mi faceva sentire confortato. Sai, come una reminescenza di casa.”
Non passò molto tempo prima che una cameriera vestita di verde venne al loro tavolo e disse con voce vivace, “Hey ciao e benvenuti al ristorante ‘Sua Altezza’! Mi chiamo Darla e oggi sarò la vostra cameriera! Cosa vi porto?”
“Voglio le linguine con le cozze!” Mimì fu la prima a rispondere.
“Prendo una zuppa di calamari con contorno di anelli di cipolla.”
“Fettuccine e un bicchiere di vino rosso, per cortesia.”
“Ravioli e vino bianco, per favore.”
“E io prendo il-WAAAH!” Luigi fu l’unico che effettivamente guardò la cameriera.



ANGOLO DELLA TRADUTTRICE
RAGAZZI, SONO SADICA…
INTERROMPO IL CAPITOLO SUL PIU’ BELLO…
ADORO METTERE SULLE SPINE I MIEI LETTORI GWAHAHAAHAHHAHA.
IL RESTO AL PROSSIMO CAPITOLO…

E fu così che completai la prima parte del terzo capitolo della mia traduzione :0. Se un tizio fosse venuto dal futuro qualche mese fa e mi avesse detto che avrei pubblicato qualcosa su EFP, come minimo mi sarei messa a ridere, invece è successo…davvero, non ci credo ancora.
Questo, insieme al quarto, per la cronaca è uno dei miei capitoli preferiti della storia (il motivo non ve lo posso dire ancora, perché sarebbe spoiler ;))
Posso solo dirvi che il meglio deve ancora venire e che per ora abbiamo solo sfiorato la superficie della storia totale (in realtà alla fine ci saranno cose che non capirete benissimo perché saranno spiegate/trattate in altre fanfiction, incompiute purtroppo :(, o in fumetti o ancora in descrizioni di opere d’arte. Per questo vi consiglio di visitare il profilo di Dordtchild che vi ho messo in descrizione).
Come al solito ringrazio tantissimo i miei lettori che hanno prefericiato (lol), seguito e recensito la mia storia. Non sapete quanto sia gratificante per me e mi dà determinazione per continuare ogni volta :).
Beh, oggi ho parlato troppo, vado a farmi un pisolino.

CIAO <3
STARLOW632

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Capitolo 5
*** Cap. 3, seconda parte- Nessuna speranza... ***



(http://www.deviantart.com/art/Timed-Drawing-Darla-1772908189)

Quello che gli fece prendere un colpo fu la donna in sè. Sembrava in apparenza umana, certo, ma la sua faccia…la sua faccia era uguale a quella di Dimensio. La parte destra era bianca mentre la parte sinistra era nera. Il suo occhio destro era nerastro mentre quello sinistro era giallo. Il suo braccio destro era nero mentre quello sinistro era bianco. A completare il look erano dei lunghi capelli verdi raccolti in una lunga treccia, vestito verde, e pantaloni neri con scarpe nere. Si spaventò parecchio quando gridò Luigi.
“Qualcosa non va, signore?” Sembrava preoccupata.
Luigi non riusciva a parlare. La sua paura di Dimensio aveva avuto la meglio su di lui. Alla fine gli altri capirono come mai Luigi fosse così terrorizzato e quasi sussultarono. Nastasia cominciò a sudare freddo e rispose con voce scossa.
“Ah…Um, sì, ha appena visto un ragno. Ne è spaventato a morte.”
“Oh, mi dispiace davvero tanto. Spero stia bene, signore. I vostri piatti saranno pronti tra poco. Godetevi il buffet mentre aspettate.” Mentre si allontanava fischiò verso il retro, “Hey, Marlin, chiama gli altri! Abbiamo cinque ordini da preparare!”
“Ma scherziamo!” Un uomo vestito da cuoco con la stessa faccia bianca e nera si affacciò dalla cucina, “Pensavo che tutti fossero a quella merdosa Convention del Fumetto oggi!”
“Basta a lamentarti. Ci saranno utili i soldi che guadagneremo.”
I cinque guardarono ai due terrorizzati mentre Darla e lo chef sparirono dietro la porta. Lentamente, si girarono.
“Senza Faccia,” a Nastasia vennero i brividi, “Dimensio…h-ha già consumato questo mondo?”
“E’ impossibile!” Disse Mario, “Tutte le persone per le strade erano umani.”
“Forse sono imitatori,” Mimì provò a pensare ad una ragione logica, “Qualcuno di questa terra conosce Svoltadilà?”
“No, a malapena sapevo che esistesse il Regno dei Funghi prima che io e Mario cadessimo in quel tubo.” Luigi non riusciva a smettere di tremare, “Nessuno qui sa dell’esistenza di altre dimensioni. Forse è solo una moda passeggera o qualcosa del genere.”
“Beh, qualunque cosa sia non possiamo abbassare la guardia. Dobbiamo essere pronti a tutto.”
Darla ritornò dal gruppo con due bottiglie di vino e un sorriso sul volto. Girò i bicchieri e versò a Mario e Nastasia il vino bianco e rosso.
“I vostri piatti dovrebbero essere pronti tra dieci minuti. Prima che ritorni in cucina, cosa vi porta qui, se non sono troppo invadente?”
“Um, sì, beh, stavamo cercando un nostro caro, caro, carissimo amico e ci è venuta fame.” Nastasia non voleva guardarla direttamente negli occhi.
“Oh, mamma, chi state cercando? Conosco quasi tutti qui a Manhattan.” Darla provò a rendersi utile.
“Ah, non è di qui,” Mimì la guardò con un sorriso falso, “di sicuro non lo conosci.”
“Prova; potrei aiutarti.”
“Beh, su’nom i Blumière-”
“Pugnazzo!” Mimì gli colpì la testa, “Era un segreto!”
“Blumière…quel nome mi è familiare.”
I cinque al tavolo si zittirono improvvisamente. Sentendo che qualcuno proveniente da un altro mondo sapesse di Blumière portò loro un senso gioia e paura allo stesso tempo. Darla, adesso contenta, ricominciò a parlare.
“Conoscevo un Blumière, ma dubito sia quello che state cercando. Fu catturato una volta e lo aiutai a fuggire prima che venisse condannato a morte. E’ una lunga storia, ma conosco un Blumière.”
“Ottimo, non abbiamo idea dove sia.” Mimì si aggrottì.
“Non te preoccupa’, pischella, so’ pe’ccerto che Dimensio non l’ha fatto nul-”
“Dimensio,” Darla lo interruppe, “Conoscete un Dimensio?”
“Oh, come no! Quello svitato è un vero mostro! Dimensio ha provato a finire i nostri giochi e conquistare il mondo-MUMPH!” Mario piantò una mano sulla bocca di suo fratello.
“Intendeva dire che Dimensio è il motivo per cui stiamo cercando il nostro amico. In effetti, Luigi ha ragione sul fatto che Dimensio sia proprio una spina nel fianco e-”
“Venite tutti da quella Convention del fumetto, vero?” Darla li fissò.
“Convention cosa?” Mimì mosse la testa.
“Lo sapevo; dal momento in cui vi siete seduti ho capito che venite tutti da quella convention abominevole. Vi piace così tanto insultare persone che non avete mai incontrato?!” Darla cominciò ad alzare il tono di voce, “Vi divertite a diffondere bugie su persone di cui non avete mai saputo la verità? In apparenza sembrate grandi uomini e donne e poi GETTATE FANGO sul loro nome facendo scherzi di merda e commenti di merda su di loro!”  
“Oh! Chelmat, pischella, nu stavam a fe nint!”
“HA, pensate di non aver fatto niente, ma in realtà siete solo mostri senza cuore che nominate il nome di un principe in vano per poi dire che è un pazzo criminale! Dimensio è un principe meraviglioso! Ha amato il suo regno proprio come suo padre! Si preoccupava per i cittadini e aiutava chi era nel bisogno! Volete un mostro? VI FACCIO VEDERE IO COS’E’ UN VERO MOSTRO!”
“DARLA, BASTA!” Tre persone dalla cucina, tutte con la stessa faccia, vennero a trattenere Darla prima che aggredisse il gruppo, “NON POSSIAMO PERMETTERCI UN ALTRO SCATTO DI IRA! ABBIAMO BISOGNO DEI SOLDI PER PAGARE L’AFFITTO!”
Mentre due dei tre trascinarono Darla in cucina, Marlin restò vicino al tavolo dei cinque e fece diversi inchini per rispetto.
“Mi dispiace molto, signore e signori. Vedete, Darla ha perso il suo fidanzato tanto tempo fa. Si chiamava Dimensio e…beh, lei crede che ogni qualvolta qualcuno usi il nome Dimensio in una frase negativa, pensa sia riferito a lui. Non è stata più la stessa da allora.”
“Non importa; So come ci si sente.” Nastasia abbassò lo sguardo.
“Mannaggia!”
I due uomini persero la loro stretta su Darla e quest’ultima si precipitò verso il gruppo. Aggrappò il primo uomo su cui poteva mettere mano (Mario, in questo caso) e cominciò ad aggredirlo. Pugnazzo e Luigi fecero del loro meglio per staccarla da lui. Darla si girò verso Luigi e fece quanto aveva fatto con suo fratello. Colpirono abbastanza il pavimento da far uscire il ‘Libo del Destino’ dalla maglietta di Luigi.
Appena il libro fu esposto alla vista, tutti gli occhi furono puntati su di esso. Tutti i Senza Faccia avevano le pupille allargate. Nessuno di loro stava respirando. Dopo una manciata di secondi, i quattro chef e Darla urlarono a pieni polmoni.
“OH, MERDA, E’ IL LIBRO DEL DESTINO!” I quattro si gettarono verso la parete più vicina, “TIENI LONTANO DA NOI QUELL’ABOMINIO!”
“Conosci questo libro, vero?” Nastasia fece cenno a Luigi di andare a riprendere il libro, “Quindi quello che ho pensato all’inizio si è rivelato esatto. Voi quattro siete Senza Faccia.”
“Conosci la nostra razza?” Marlin ringhiò, ma era ancora spaventata dal libro.
“E pensare che credevo che i Senza Faccia erano ormai estinti, ma ora vedo che alcuni sono riusciti a fuggire verso altri mondi. Sì, la tua razza viveva insieme alle altre razze magiche come le Sirene d’Ombra e la Tribù dell’Oscurità.”
“Sei una Ghastium!” Dissero insieme i tre cuochi. “In effetti ha senso! Nessuno dipingerebbe mai tutto il proprio corpo di blu.”
“Whoa, momento,” Mario si alzò con una mano appoggiata sul suo occhio nero, “Ci state dicendo che siete tutti di Svoltadilà?”
“Prima vivevamo a circa cinquanta miglia da quella città, ma sì, nessuno di noi è di questa terra. E’ tutta colpa della questione delle tribù!” Marlin gridò a Nastasia, “E per quanto ci importi, tutti quelli che aiutano o sono alleati con loro devono essere messi a morte!”
“Calmatevi ragazzi,” Darla mise una mano su di loro, “Se si dovrà combattere sarò io a farlo.”
“Signorina Darla, non puoi essere seria,” Marlin si aggrottì.
“Sono quelli che stanno diffondendo bugie su Dimensio. Risponderanno solo a me del loro disgustoso peccato.”
“Chi sta mentendo qui? Stavo dicendo la verità su quel giullaretto!” Luigi si mise nuovamente il libro sotto la maglietta “Ha veramente provato ad ucciderci e conquistare il mondo!”
“MENZOGNE, Ho sentito questa cosa per troppi anni! Dimensio è un principe meraviglioso! E’ vero che gli piace travestirsi da giullare, ma questo è ciò che lo rende Dimensio! Non riesco a sopportare chiunque dica che è un mostro malato di mente!”
“Ma lo è davvero! Non so cosa tu ci veda in lui, ma quel cattivone buono a nulla si merita di andare a marcire nel Mondodigiù!” Mimì teneva le mani sui fianchi.
“NE HO ABBASTANZA, non voglio sentire altro da voi mostri! Risolveremo la questione alla vecchia maniera…con la magia!”
Darla volse le mani in alto e schioccò le dita. La stanza si trasformò velocemente in una stanza che somigliava molto alla Dimensione D, solo che era viola e gialla e non verde. I tre sgherri ritornarono ai loro aspetti originari come anche Darla, senza braccia attaccate alle mani e la testa non sorretta da un collo. Fluttuando nell’aria gridò.
“Vedremo chi sta nel giusto e chi nel torto. Non ho bisogno di soldati che mi aiutino. Presentate il vostro combattente migliore e iniziamo!”
I cinque si guardarono tra di loro e annuirono. Mario fece un passo avanti e si mise in posizione di combattimento. Non aveva Bowser o Peach, non aveva pixels, e non c’era Consilia ad aiutarlo. Tutto ciò che aveva era il tifo di suo fratello e degli altri sgherri.
“Sono il tuo oppositore. Sono Super Mario.”
“Bene, Mario, spero ti piacciano gli spettacoli perchè ti dimostrerò che anche se ormai non spero più di tornare nella mia terra, ti distruggerò per aver nominato il nome dell’amore mio in vano! Come diceva Dimensio: ‘Duelliamo come due pistoleri alla resa dei conti’. COMINCIAMO”.
ANGOLO DELLA TRADUTTRICE
Hello yello, ragazzi!!
Finalmente è su EFP la seconda parte del terzo capitolo
(la strada è ancora lunga cough cough).
Signore e signori, vi presento oggi:
 
*rullo di tamburi
Darlaaah, la bipolare, super devotissima fidanzata di Dimmy (aka uno dei miei personaggi preferiti della fanfic, grazie Dordty). Beh almeno qua abbiamo capito che Dimensio non è sempre stato uno psicopatico dai; tanto, tanto tempo fa era un grande principe (e un bel romanticone *-*).
Detto questo, chissà quando ci sarà il prossimo capitolo
(dannato liceo).
A presto,
Starlow632 <3

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 4, prima parte- Si autodefinisce Dimensia ***


Capitolo 4- Si autodefinisce “Dimensia”

("Immagina, puoi" cit.)


“FORZA, MARIO! NE HAI COMBATTUTI DI NEMICI PIU’ FORTI! PENSA A LEI COME UN DIMENSIO AL FEMMINILE!” Gridò Luigi.
“Grazie Luigi, adesso mi hai spaventata ancora di più,” Mimì si mise le mani sugli occhi, “Da adesso comincerò ad avere incubi la notte!”
“Se pensi che questo possa farti venire gli incubi, prova ad essere fuso con quello psicopatico. Ho avuto incubi che avrebbero fatto gridare Mario e tremare la terra che il terremoto non è niente a confronto.” Fu scosso da un brivido, “Grazie a Dio esiste quella santa cosa che è la terapia.”
Mario scattava per il pavimento della stanza per scansare i raggi verdi che Darla gli sparava. Prima che uno lo colpisse, Mario eseguì un salto a parete atterrando su Darla, con pugno alzato in aria. Con un altro salto, riuscì a colpirle la testa, dopodichè quest’ultima cadde a terra. Rialzandosi da terra, portò i suoi capelli indietro formando un boomerang e lo scagliò verso Mario. Si chinò in tempo prima che lo colpisse ma venne preso alla nuca quando il boomerang tornò indietro.
“Realzate, Maria!” gli gridò Pugnazzo, “Non fatte battè dalla pischella!”
“Si chiama Mario.” Lo corresse Nastasia.
Darla volse le mani in aria e diverse scatole esplosive cominciarono a formarsi. Mario fece una corsa per sfuggire da quest’ultime per poi saltare e prendere Darla per le gambe. La buttò su una parete, facendole scomparire improvvisamente. Si rialzò nuovamente e borbottò.
“Schifoso bestemmiatore, non ho intenzione di perdere contro di te!”
Provò di nuovo a volare, ma atterrò subito dopo sui suoi piedi e si prese la gamba. ”Owe, la mia gamba! Idiota, mi hai spezzato una gamba!”
“Almeno Dimensio sapeva quando arrendersi. Non voglio farti più male, ma non abbiamo intenzione di rimangiarci quello che io e Luigi abbiamo detto su Dimensio. Stiamo dicendo la verità. Siamo qui per salvare un Ghastium di nome Blumière. E’ il marito di una mia carissima amica.”
Darla si sedette a terra mantenendo la presa sulla sua gamba. Non voleva sentire altro da Mario. Il dolore alla gamba prese presto anche il resto del corpo. Le lacrime uscirono dai suoi occhi serrati.
“Le tue parole su Dimensio mi uccidono più della gamba. Continuo ancora a non credere ad una sola parola che avete detto e mai ci crederò…ma ho bisogno di un Fungo Shake! La gamba mi sta uccidendo!”
“E perchè mai dovremmo aiutarti, cattivona? Si imbronciò Mimì “Hai appena provato a fare fuori Mario per il tuo fidanzatino!”
Prima che Darla avesse potuto rispondere a Mimì, Luigi, intanto, stava già disegnando un Fungo Shake nel libricino maligno. Appena lo chiuse, un Fugno Shake apparve magicamente davanti a lui. Lo prese e lo diede a Darla.
“Eccoti” Luigi le sorrise.
Darla non disse niente. Aveva un’espressione terrorizzata. L’unica cosa che fece fu di puntare il suo dito tremante verso Luigi. Anche la sua voce tremò quando parlò.
“Tu…sei in grado…di usare il libro…m-ma…come?"
“Preferirei non parlare di questa cosa ma ti assicuriamo che non siamo cattivi. Veniamo tutti dal Regno dei Funghi e da Svoltadilà. Potremmo dare una mano ai tuoi amici se solo ce lo permettessi.”
“Tu nu’si nurmal!” gridò Pugnazzo, “A’ pischella ha’ppena tendat d’acceit ta e Mario!”
“Ha ragione, Luigi. Se c’è una cosa che so per certo sui Senza Faccia è che non ti puoi fidare di loro. E’ molto raro trovare un Senza Faccia puro di cuore.” Nastasia si aggiustò gli occhiali.
“Ma, Nastasia, credo che Darla abbia tutti i diritti di difendere la persona che ama. Ora potrete anche dirmi che sono pazzo, ma non sento nessuna cattiveria né da lei né dai suoi amici.” “Come fai a sentire la cattiveria?” Mimì alzò un sopracciglio.
“Ne sono stato in grado sin da quando ero piccolo. E’ per questo che non mi è mai piaciuto andare in missione con Mario. Quelle sensazioni mi colpiscono ogni volta.”
Vi fu un silenzio assordante nella stanza. Luigi diede il Fungo Shake a Darla così questa si rimise in sesto. Si rialzò ancora una volta e riportò tutti al ristorante con riluttanza mentre gli ex-sgherri riassunsero le loro forme umane.
Darla guardò Nastasia.
“Personalmente non ho pregiudizi contro i Ghastium, ma sono molto sensibile su certe cose e…davvero ti chiami Nastasia?”
“Se hai qualche problema con questa cosa, tienilo per te, ok?” Le fece la faccia storta.
“No, veramente volevo farti una domanda…Il nome Volix significa qualcosa per te?”
Nastasia rimase immobile per un po’. Era da tanto che non sentiva quel nome. Quel nome risuonò nei meandri della sua mente come le campane di una chiesa vecchia. Ricordi associati al nome riaccorsero a lei. Come erano vividi ancora…Tutti questi pensieri portarono Nastasia in uno stato di trance. Darla scosse una mano davanti al suo viso.
“Nastasia, sei ancora tra noi?”
“Huh, oh, sì…quel nome…mi è molto familiare.”
“Nassy, tutto a posto?” Mimì la guardava preoccupata.
“Sembrav svenaut per un poc. Ste’bon?”
“Sto bene…è solo che quel nome mi ricorda un uomo che un tempo era molto importante per me.” Si aggrappò le braccia, “Prima di Blumière ci fu un uomo che mi rese la donna più felice del mondo. Io e lui ci incontrammo per la prima volta in una foresta che al tempo separava i tre regni più importanti. Ci innamorammo e cominciammo ad organizzare un bellissimo matrimonio…”
Nastasia si mise una mano agli occhi. A stento riusciva a trattenere le lacrime che cadevano sugli occhiali.
“E poi…apparve il Conte Ashtros…beccò me e Volix insieme e decise di punirmi facendogli del male. Usando la magia nera, Ashtros mi trasformò in un pipistrello. E con la stessa magia…l-lui…l-lui…QUEL MOSTRO GLI STRAPPO’ IL CUORE E LO BUTTO’ IN UN’ALTRA DIMENSIONE!”
Così cominciò a piagnucolare sull’armatura di Pugnazzo. L’ex-sgherro provò a consolarla abrracciandola. Nessuno aveva idea che Nastasia avesse sofferto così tanto. Pensavano che la sua tristezza fosse colpa di Blumière, ma in realtà aveva radici molto più profonde.
Darla fece consolare Nastasia per un po’ prima di ricominciare a parlare.
“In effetti avevo pensato che tu fossi la sua ragazza. Um, non so se questa cosa può farti piacere o meno, ma…Volix non è né morto né in un’altra dimensione.”
“C-cosa,” La segretaria alzò la testa per guardarla negli occhi, “C-cosa vuoi dire con questo?”
“L’altra dimensione di cui hai parlato prima…ah, era questa dimensione. E’ qui sul retro.”
“DOVE,” Nastasia si aggrappò in ginocchio al vestito di Darla, “DEVI DIRMI DOV’E’!”
“O_O” Darla era senza parole, “Ehm, non sono sicura che ti piacerà quello che vedrai.”
“PER FAVORE, PORTAMI DA VOLIX!” Mentre Darla portava Nastasia sul retro, gli altri quattro rimasero nella stanza con i tavoli. Mario e Luigi si girarono verso Pugnazzo e Mimì.
“Allora, se voi due volete aspettare Nastasia, noi due andiamo a cercare Blumière.” Propose Mario, “Non mi piacciono molto le situazioni tristi ma allo stesso tempo non mi va di lasciare Nastasia da sola.”
“Va bene, Mario, siamo venuti qui per cercare il conte, ma non voglio lasciare Nastasia così. Basta che ci fate sapere se lo vedete.”
Dopo essersi salutati, i due fratelli se ne andarono per conto proprio. Seguendo i cartelloni pubblicitari, finalmente capirono il motivo per cui le strade non fossero così affollate: perché tutti erano alla convention del fumetto. Un’idea frullava nella testa di Luigi ricordando la reazione di Darla quando li vide. Se Darla era riuscita a credere all’inizio che lui e Mario erano i sosia di loro stessi, voleva dire che ogni cosa era possibile.
“La Convention è a soli tre blocchi da qui. Menomale, visto che alla fine non abbiamo messo niente nello stomaco!” Si lamentò Luigi.
“Scordati del cibo, Luigi, guarda il cartellone! La terza giornata è a tema “Super Mario Bros.”! Mario puntò il dito sulle loro immagini, “Siamo icone!”
“Sono ammessi costumi dei seguenti titoli: Mario Bros, Super Mario RPG, Luigi’s Mansion, Mario Party, Mario Galaxy, Mario Bros 3, M&L Superstar Saga, M&L Fratelli nel Tempo, e Super Paper Mario,” Luigi continuava a leggere, “…wow, a quanto pare non siamo solo eroi, ma anche mascottes!”
Molte persone che li incontravano puntavano il dito verso di loro mentre camminavano. Ognuno di loro aveva indosso un costume da koopa.
“Bei costumi, fratelli Mario!”
“Che bei nasoni, idrauliconi!” Si fecero una bella risata mentre si dirigevano verso un enorme edificio con tante persone travestite.
Luigi si grattò il naso per l’imbarazzo. “Non ho il naso grosso.”
“Lasciali stare, Luigi. Ricorda sempre che noi per primi da piccoli prendevamo in giro chi andava alle convetion. E’ la stessa cosa, uguale e precisa."
Seguirono le altre persone nell’arena. I due non avevano mai visto in tanti anni così tanta gente travestita da persone che conoscevano in prima persona. Provarono a scostare la folla passando inosservati, ma ci doveva essere sempre qualcuno che doveva complimentarsi con loro su quanto fossero fantastici i loro “costumi”.
Dopo un po’, Mario e Luigi raggiunsero un palco enorme dove erano in atto dei Role Plays. Al momento i due avrebbero giurato che gli attori in quel posto stessero recitando i loro ricordi.
Gli attori erano molto simili ai personaggi recitati. Uno era vestito da Mario, un altro da Mimì. Stavano simulando la battaglia alla casa di Merluna. Tanto fu realistico l’evento, che Luigi fu scosso da un brivido.
“Mario, sembra di essere in un incubo! Come cavolo fanno tutte queste persone a sapere cosa è successo?”
“Non ne ho idea Luigi, ma ad ogni modo sembrano sapere perfettamente cosa è successo.”
Dopo che gli attori finirono di recitare la scena, lo sfondo divenne tutto nero e immediatamente la crew si mosse per preparare la scena successiva. Dopodichè, lo sfondo raffigurò Castel Cenere.
I nuovi attori salirono sul palco recitando i ruoli di Pugnazzo, Nastasia, e persino il Conte Cenere. Quando cominciarono con il loro spettacolo Luigi sussurrò a Mario.
“Hey, fra, mi stavo chiedendo se gli altri che hanno visto la scena avessero preso un colpo alla vista dell’attore di Blumière.”
“Senza dubbio,” Mario scosse la testa, “Ecco perchè Darla si è arrabbiata così tanto quando ci ha visti-LUIGI!”
La cosa che fece gridare Mario fu l’improvvisa apparizione di Dimensio sul palco.
Avevano il dubbio se fosse il vero Dimensio o meno perchè la voce faceva venire i brividi quanto l’originale.
“Ecco che arrivo, come una torma di bambini dell’asilo all’uscita della scuola!”
Erano proprio uguali. Mentre tutti gli altri attori avevano delle sembianze umane nonostante il costume, quello che recitava Dimensio era una replica perfetta del giullare psicopatico. Dalla maschera alle scarpe non si potevano trovare difetti, persino la voce era la stessa.
“Mario, e se fosse il vero Dimensio?”
“Non dire cavolate. E’ un attore esattamente come tutti gli altri.”
“Ma Mario, guardalo almeno! I vestiti, la voce, tutto è identico al vero Dimensio! Basta guardare la faccia! Mimì e Pugnazzi si sono traformati in umani, lui invece no!”
“E’ una cavolo di maschera, Luigi; non vedi che la bocca non si muove?”
“Non m’interessa. C’è qualcosa in quel ragazzo che mi mette l’ansia addosso.”
Luigi scrutò tra la folla il backstage, “Me ne vado!”
“Luigi,” Mario lo chiamò e cominciò a inseguirlo, “E’ solo uno spettacolo, penso. Torna qui!”
Luigi si precipitò verso il buio backstage e vide una moltitudine di costumi e accessori appesi su accappatoi. Luigi si nascose dietro ad un tavolo pieno di oggetti ma Mario lo vide comunque e sussurrò con tono inbronciato.
“Luigi, dai, torna sul palco! Non siamo ammessi qui!”
“Ma guarda quanta roba fighissima c’è qua dentro, Mario! Ci può essere qualcosa che può aiutarci a ritrovare Blumière e fermare Dimensio.”
“Te lo dico per l’ultima vota, fratellino mio, è tutta una cavolo di messa in scena! Niente è da prendere sul serio qui!”
“Oh, menomale, avete finito la pausa!” Dal nulla spuntò un tizio dalla porta del backstage, “La scena della battaglia sta per cominciare e voi dovreste già essere fuori con Dimensia.”
“COSA COSA?” Mario si rivolse al tipo dello staff con la testa da Toad, “Noi non partecipiamo alla recita. Sono giusto venuto a prendere mio fratello per andarm-“
“Eddai ragazzi, la vostra scena è tra tre minuti!” L’uomo cominciava a spingere Mario e Luigi verso la porta del backstage, “Sapete bene com’è il fatto quando quella pazza di Dimensia comincia ad atteggiarsi come Dimensio e prendere a parole come Dimensio; questa volta non voglio essere io ad essere quello sgridato!”
“Aspetta un attimo-aaa!” Gridò Luigi prima che lui e Mario fossero buttati sul palco.
I Fratelli Mario furono i primi a salire sul palco. Il pubblico esplose in una risata che invase tutto lo stadio. Luigi alla vista della folla si irrigidì. Odiava stare davanti a tante persone e ancor di più odiava essere deriso. Tremando come se avesse la febbre non battè ciglio. Fu Mario a stuzzicargli il braccio per metterlo a suo agio.
“Luigi, stanno ridendo per la recita, non per te. Quando la smetterai di fare il bambino?”
“L-lo sai che ho l’a-ansia da palcoscenico! O-odio stare s-sotto i r-riflettrori!”
“Ah, ha, ha, ha…oh, povero spilungone paladino della giustizia, la tua paura rendono quei peletti sul labbro attizzati come quelli di un gattino terrorizzato dal buio!” L’attore che interpretava Dimensio era seduto su un blocco bianco e nero con le mani dietro la testa.
Luigi fissò l’attore e gli diede un’occhiataccia. “Basta a chiamare i miei baffi peletti! Questi baffi sono il marchio di Luigi!” Mario tirò giù il pugno di Luigi.
“Vuoi ripetere l’esperienza dell’altra volta, uomo in verde? Gli rise in faccia l’attore, “Guarda che non ho problemi a darti una seconda portata di Game Over.”
“Zitto! Mi prendesti in giro l’ultima volta! Questa volta non sarò più il tuo schiavo!”
“Luigi, piantala! Non è Dimensio!” Mario eseguì una presa di sottomissione su Luigi,
“E’ solo un ragazzo che si è travestito da Dimensio! Mamma mia, Luigi, non ti ho mai visto così agitato!” L’attore si fece sfuggire una seconda risata.
Con poco sforzo il ragazzo scattò su un’altra piattaforma con le tipiche scarpe da giullare e guardò dal basso i due fratelli.
“E certo, come mai deve essere sempre il fratello più debole e insignificante ad agitarsi? Non dovrebbe combattere il mago affascinante. Non sia mai! Non dovrebbe mai provare a difendere l’onore dei suoi baffi. Orribile solo al pensiero! Giustamente deve lasciare che il suo fratellone obeso faccia tutto al posto suo, ah, ah, ah, ah, ah!”
“NON SONO OBESO!” Mario spostò Luigi e si precipitò verso l’attore, “DIMENSIO O NO, NESSUNO MI CHIAMA OBESO!”
Mario saltò ed eseguì un pugno meteora sull’attore ma lo schivò saltando all’indietro su un’altra piattaforma. Luigi si unì a Mario in un attacco combinato perfetto. Putroppo non riuscirono a fare alcun danno. L’attore era velocissimo e sapeva quando saltare al momento giusto.
“Sei ancora sicuro che non è Dimensio?” Luigi diede un’occhiataccia a Mario.
“Ora comincio ad avere seri dubbi.”
Mario vedeva le piattaforme muoversi proprio come accadde a Castel Cenere,
“Luigi, ho un idea per acciuffarlo. Usiamo le piattaforme e poi salto a parete!”
“Vai, fra, conduci tu la battaglia.”
Luigi corse verso sinistra mentre Mario verso destra. In perfetta simmetria, i fratelli Mario fecero un salto a parete per raggiungere le piattaforme in alto e attaccare il sosia di Dimensio. Mentre stavano per raggiungerlo, l’attore prese uno scettro da un’altra piattaforma per colpire i due fratelli, ma quando fu raggiunto fu bloccato immediatamente.
“Furbetti, stupidi eroi, ma non è abbastanza,” Il sosia di Dimesnio usò uno scettro per scagliarsi sul pavimento,
“E’ proprio come quando giocammo a nascondino!”
Mario e Luigi riatterrarono sul palco e presero a calci e pugni l’attore. Nel frattempo la folla esultava e gridava frasi di ogni genere. A loro stava piacendo molto lo show anche se di fatto l’attore era picchiato davvero dai due fratelli.
Preso dalla rabbia, Luigi acquistò velocità rendendo ancora più difficile il contrattacco da parte dell’attore. E fu così che mentre Mario gli diede un pugno, Luigi tirò un calcio così forte che di più non sarebbe stato possibile. La sua forza fu tale da rompere lo scettro in due e buttare l’uomo su un’altra piattaforma.
“Whoa, che gran colpo, Weegi!” Mario battè le mani per Luigi.
“Grazie, fra,” Luigi gli diede il cinque, “Penso di essere stato abbastanza incazzato da darne uno forte.”
Un suono metallico fu avvertito nello stadio e la folla si zittì. La maschera dell’attore scivolò dal volto. A testa bassa l’attore si mise a piangere per il dolore. Con la mano sinistra strofinava la sua parrucca con capelli bianchi e neri.
“Owe…quel calcio fa più male di essere colpiti da un treno in corsa. L’avete dato forte.”
Quando l’attore alzò la testa, a Mario quasi caddero le braccia. Il sosia di Dimensio era in realtà una donna con faccia metà bianca e metà nera. Ebbe un po’ di difficoltà ad alzarsi. Si appoggiò a peso morto su una delle due scatole.
“Te l’avevo detto che non era Dimensio!” Mario diede uno schiaffo a Luigi sulla nuca.
“Come può una ragazza comportarsi esattamente come Dimensio?” Luigi non sembrava essersi accorto del colpo di Mario.
“Semplice, basta esserne completamente ossessionati, ecco come!” Si afferrò la manica, “Vi avevo detto prima di non colpire a piena forza una volta che saremmo saliti sul palco! Potevate ammazzarmi con quel calcio!”
“Pensavamo fossi il vero Dimensio. Non sapevamo che tu…fossi…” Luigi guardò meglio la faccia della ragazza, “TU!”
Luigi tirò fuori il libro dalla maglietta e aprì la pagina con la foto. La mise vicino alla donna e quasi prese un colpo.
“Santa mamma, tu sei Ren-Ren! Sei tu quella della foto, vero?”
“Sì, e per la cronaca quello è il mio libro! Lo stavo cercando ovunque!”
“Whoa, momento, cosa intendi con ‘questo è il tuo libro’? La interruppe Mario.
“Se proprio lo volete sapere, quello è il mio PERSONALISSIMO libro da disegno! Ci ho disegnato un enorme storia a fumetti e prima che avessi potuto terminarla non me lo sono ritrovato più. A quanto pare l’avete fregato voi due!”
Guardò negli occhi i fratelli, “Datemi subito il mio libro!”
“Non possiamo restituirtelo. E’un libro maledetto!”
“E chi può dirlo, Signor tutto io?”
“Io, ovviamente!” Una voce spaventosa da malato di mente risuonò nell’aria.


Angolo dell’autrice 

Intanto chiedo scusa per la tarda pubblicazione di questo capitolo, questa povera liceale, senz’anima ormai, ha poco tempo per tradurre :___(.
Passando alle cose serie: dite ciao alla new entry del capitolo;

*rullo di tamburi

La fangirl di Dimensio psicopatica: Reneè o Ren-Ren o Dimensia o whatever.
Se già in questo capitolo vi sembrerà un’acidona malata di Dims, aspettate di vedere il prossimo capitolo: “cadrete dalle nubi” cit.
Al prossimo capitolo,
CIAO <3
Starlow632

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Capitolo 7
*** Capitolo 4, seconda parte- Si autodefinisce Dimensia ***


In un lampo, il libro scomparve dalla mano di Luigi. I tre sul palco e la folla guardarono praticamente ovunque per capire dove fosse finito quel libro.
“Qui sopra, deficienti!”
Tutti gli sguardi furono puntati in alto.
Mario, Luigi e Ren-Ren videro il vero giullare psicopatico. Fluttuava in alto col ‘Libro del Destino’ in mano. Addirittura indossava una maschera indentica a quella di Ren-Ren e un sorriso che era ancora peggiore della versione di quest’ultima. La gente si meravigliava che Dimensio riuscisse a reggersi in aria senza l’aiuto delle corde. Per tutti quelli che erano sotto quel palco, quel giorno fu un’esperienza unica e irripetibile.
“Oh Dio, come sono questi umani. Nonostante tutti gli ostacoli, siete venuti lo stesso a cercare quell’idiota senza cervello del Conte. Meglio così, mi avete persino consegnato a domicilio il ‘Libro del destino’!”
“Ridammelo Dimensio!” Luigi cercava di saltare più in alto che poteva per acciuffare Dimensio.
“E perchè dovrei? Questo libro può essere usato solo dai Senza Faccia e lo Scrittore della Profezia. Sinceramente non credo che tu faccia parte di una di queste due categorie.”
“Senti, non voglio interrompere il tuo spettacolino. Ma perchè cavolo stai facendo sta pagliacciata? Ren-Ren puntò il dito verso Dimensio, “Se hai un trucco dimmelo, così lo potrò usare nella prossima performance.”
“Ah, ha, ha, ha, quanto charm possiedi mia piccola umana. Mi lusinghi con tutti questi chiacchiericci sulle avversità che hai dovuto affrontare per assumere il mio aspetto.”
“Il tuo aspetto?” La ragazza si mise una mano sui fianchi, “Mi dispiace deluderti meghetto, ma per la cronaca imito il magnifico giullare meglio di te.”
“Abbi il coraggio di ripetere, umana!”
“Oh, no,” Luigi sapeva che tutta questa situazione sarebbe andata a finire male.
Con qualche salto, la versione femminile di Dimensio raggiunse la piattaforma più alta e si mise a braccia conserte. Lei e Dimensio cominciarono a fissarsi l’un l’altro. Ren sembrava abbastanza scocciata mentre a Dimensio stuzzicava l’idea di avere una sosia.
“Senti amico, ho vinto il premio di ‘miglior costume’ per dieci anni consecutivi. Quest’anno ho avuto l’immenso privilegio di fare la parte di Dimensio e non voglio avere NESSUN ALTRO che si vesta come lui. E’ il personaggio migliore di tutti tempi e di certo si merita qualcuno che sia uguale in forma e carattere a lui, insomma hai capito, CHE SIA lui. Amo disegnare Dimensio più di Mr.L o Luigi, e considera che adoro tutti I personaggi di quel sacrosanto gioco che è Super Paper Mario. Quindi che vuoi adesso? Mi vuoi far credere che non sei solo il frutto della mia fantasia e che sei lui? Certo, hai quello stupido trucchetto del volo, ma puoi fare mooolto meglio per farmi credere che sei il grande Dimensio.”
Dimensio rispose solo con una risata. Portò il ‘Libro del Destino’ sulla la mano sinistra in modo tale da scrivere con la destra.
“Vuoi che ti dia delle prove che io sono io, eh? Accetto la sfida, proverò alla mia fan più devota che io sono il ‘Signore delle Dimensioni’, l’unico inimitabile ‘Imbonitore di folle’ e il vero ‘Mago Affascinante’.”
Alzò le mani al cielo e schioccò le dita. Improvvisamente Ren-Ren fu rinchiusa in una scatola esplosiva. Muovendo le mani Dimensio portò la scatola in aria ad una velocità abbastanza elevata da farle colpire la testa sulla parte superiore. In una manciata di secondi si ritrovò di nuovo al livello di Dimensio.
“Ti sembra una prova sufficiente o devo continuare a farti assistere ad altri spettacoli della mia strabiliante magia?” Rise Dimensio.
“Tutto qui?” Lei si sedette all’interno della scatola, “Ho già visto questo trucchetto da maghi comuni.”
“Oh dai, dì che è Dimensio!” Gridò Mario, “E’ davvero il clown psicopatico!”
Ma la ragazza continuò a non credergli.
Si mise a braccia conserte seduta con lo stesso sguardo perplesso sul volto. Luigi si strinse il cappello per il nervosismo. Temeva che sarebbe accaduto il peggio se avesse continuato a non credere. Dimensio si sfregò il mento mentre pensava cosa fare.
“Hum…non mi viene in mente niente che tu non abbia già avuto modo di vedere. Pertanto sceglierai tu! Cosa posso fare affinchè tu creda?”
“Mostrami il tuo viso” Rispose molto velocemente, “Sai che si dice che gli occhi sono lo specchio dell’anima? Riuscirò a capire chi sei semplicemente guardandoti negli occhi.” Commosso dalla frase di Ren, Dimensio fece un inchino a mezz’aria. Mario, Luigi e tutta la folla che li stava guardando, aspettavano con ansia il prossimo numero di Dimensio. La suspence salì quando Dimensio prese la sua maschera e la abbassò. Mario e Luigi furono sconvolti. Dietro la maschera si nascondeva il viso di un giovane uomo che, come gli altri senza faccia che avevano incontrato, era metà nero e metà bianco, ma aveva un aspetto più regale. Era innegabile che aveva un viso bellissimo, ma i suoi occhi…I suoi occhi trasudavano odio e follia, accentuati con il sorrisino che tutti conoscevano.
Si avvicinò a Ren e mise una mano sulla scatola.
“Guardami negli occhi e dimmi cosa vedi,” Sembrava in estasi, “Vedi un uomo miserabile che ha rubato il tuo diritto di lusinga o vedi il maestro e la sua meravigliosa magia?”
Tutti gli sguardi si spostarono verso Ren-Ren. Ci volle un po’ prima di ottenere una reazione da lei. In silenzio si mise una mano sulla bocca e cominciò a piangere. Ma erano lacrime di gioia. La ragazza era al settimo cielo.
“Sei…sei lui, veramente lui…sei davvero Dimensio,” Mise l’altra mano nello stesso punto in cui l’aveva messa il mago, “…esisti davvero…e sei qui con me…”
“Mostri delle lacrime, ma la tua voce trema per la felicità. Molto strana come reazione.”
Dimensio fece un’altra scatola sotto Ren che distrusse l’originale in cui era rinchiusa. Dimensio prese la mano di Ren e la baciò. La donna rideva in modo incontrollabile. Le sue guance erano diventate rosse sotto il trucco bianco e nero.
“Ho sempre saputo che esistevi davvero. Tutti intorno a me dicevano di farmi curare, ma in fondo sapevo di non essere pazza. Oh, Mago Affascinante, è un onore incontrarti finalmente.” “Allo stesso modo è un onore incontrare te, Scrittrice della Profezia.”
“CHE COSA?” I Fratelli Mario gridarono all’unisono.
Dimensio scoppiò a ridere e si girò verso i fratelli. Volò via da Ren e atterrò sul palco. Spostava il libro prima sulla mano sinistra poi sulla destra.
“O me, siete così confusi, vero? Come dicevano i nostri antenati ‘Solo lo Scrittore della Profezia rivelerà ciò che è depositato nei tempi futuri. Il potente Scrittore racconterà il susseguirsi degli eventi che condurranno alla pace o alla perdizione.’ Volevate che fosse ovvia l’identità dello scrittore, ma mi dispiace per voi. Per quanto mi riguarda, mi sento molto fortunato ad avere una fan che è anche il potente ‘Scrittore della Profezia’!”
“Scusa Dimensio, ma secondo me ti sbagli di grosso. Io mica scrivo profezie, scusa?” Ren spostava le gambe dentro la scatola, “L’unica cosa che faccio è scrivere fanfiction e disegnare fumetti. E questo è solo un libro che trovai per caso tanti anni fa. Non c’è niente di serio nelle cose che scrivo, a parte il fatto che parla di te, Mario e il Conte Cenere.” Dimensio ritornò da Ren e le sorrise. Il suo sguardo era come una pacca sulla spalla per lei.
“Come sei umile, cara. L’umiltà è dei grandi, si dice. Chiaramente non hai avuto modo di assistere ai meravigliosi effetti del tuo lavoro.”
Sfogliò le pagine del libro che contenevano dei fumetti, “Tutto ciò che è scritto in questo libro diventerà realtà a tempo debito; ora osserva come ciò che disegnerò prenderà vita con la forza della magia!”
Il giullare prese una penna dal mantello e cominciò a disegnare sulla pagina bianca. Il movimento della penna terrorizzava Luigi visto che non aveva la più pallida idea di cosa stesse disegnando. Anche Mario era molto teso. Guardava Dimensio disegnare e non poteva fare a meno di immaginare tutte le cose orribili che potrebbe star creando. Delle linee si formarono a mezz’aria quando chiuse il libro.
Le linee formarono angoli e curve che formarono spazi che si riempirono di colore. Ben presto le linee presero la forma di un mostro a forma di serpente, ma era disegnato male. I suoi fischi graffianti di certo non lo aiutavano a sembrare più realistico. Ren-Ren era stupita che il libro aveva fatto diventare realtà il disegno di Dimensio, ma allo stesso tempo era delusa. “Quel coso è un basilisco per caso?” Chiese Ren a Dimensio.
“Corretto.”Lui sorrise ammirando il proprio lavoro.
“…Per quanto possa essere fighissimo scoprire che un libricino trovato in mezzo alla strada sia un libro magico delle profezie e cose così, fai comunque cagare come artista, Dimensio.”
Mario, Luigi e la folla scoppiarono a ridere. La solita faccia sorridente di Dimensio diventò improvvisamente un viso arrabbiato.
Lanciò la penna verso Ren. Cercando di mantenere la calma, Dimensio parlò dolcemente.
“Beh, se pensi di poter fare di meglio, fallo tu il mostro.”
“Certo, ci penso io.”
“MA SCHERZIAMO?” Luigi gridò con le mani sul cappello.
“Non dirmi che disegnerai veramente un mostro per quello psicopatico, vero?”
“Per la cronaca carissimo Mario, Dimensio è tutto tranne che uno psicopatico e se così fosse allora sarei pazza insieme a lui. Dimensio è un povero giullare molto incompreso.” “INCOMPRESO?” Mario e Luigi gridarono contemporaneamente.
Ignorando Mario e Luigi, Ren strappò il libro da Dimensio e cominciò a fare lo schizzo della sua versione del mostro. Mario e Luigi si guardarono a vicenda. Entrambi stavano sudando freddo. Luigi sapeva già che la donna era molto brava a disegnare visto che aveva già letto le sue “avvincenti” storie. I minuti passavano e la folla diventava sempre più ansiosa. Dimensio, al contrario, stava perdendo la pazienza.
“Ma che ci vuole a disegnare questo mostro?” “Aspetta giullaretto, ho quasi finito…ed…ecco qui.”
Chiuse il libro.
Le linee questa volta si formarono più velocemente. Sfumature di colore e ombre si aggiunsero alle linee, dando familiarità al mostro. Le mani furono completate per prime, poi il corpo, dopo ancora i vestiti. Con stupore da parte di tutti, il mostro era una combinazione dei design del Conte Cenere e di Dimensio, a parte il fatto che era alto il doppio e aveva una mascella enorme con denti grandissimi. In effetti però la sua altezza non era ben visibile poichè era ricurvo sotto il suo mantello grigio e il cappello. Aveva racchiuso nella chela destra uno scettro. Non riusciva a smettere di sbavare.
“Lo devo ammettere, cara. E’ un mostro davvero terrificante…e lo adoro!” Dimensio battè le mani, “Devo dire che hai un grande talento artistico e una mente davvero perversa!”
“Oh, ma finiscila” Ren fece un sorriso a trentadue denti e rise, “Mi fai arrossire. Cenerensio non è chissà che disegno.”
Cenerensio ruggì ai fratelli Mario per segnalare che era pronto a combattere. Luigi stava quasi per farsi sotto alla vista di quell’essere mostruoso. Mario guardò prima Cenerensio poi l’attrice.
“Beh, ormai è chiaro da che parte vuole stare la ‘Scrittrice della Profezia’”. Mario lanciava delle occhiatacce a Ren.
“Signorina, perfavore ascoltami. Dimensio è un bugiardo che usa le persone per i proprio interessi. Quando non gli servirai più ti ucciderà! E non importa che sei la sua fan numero uno.” Luigi provò a farla ragionare.
“Ma per chi mi hai presa, signor Luigi? So benissimo di cosa sia capace Dimensio e non m’importa se mi uccide o meno.”
Dimensio si girò subito vero Ren. Non poteva credere che lei non aveva paura di essere uccisa da lui. Invece la folla semplicemente era sconvolta. La donna chiuse gli occhi e si mi mise a ridere di fronte ai fratelli.
“Amo Dimensio con tutta l’anima. Ho sempre sognato che lui un giorno mi avrebbe portata via da qui per andare a vivere in un luogo lontano per passare l’eternità insieme. Anche se non conosco il suo passato, so che ha sofferto molto. Voglio solo farlo felice.”
Il sorriso di Dimensio non si allargò mai così tanto.
“Non hai idea di quanto mi abbia già reso felice Dimensia.” La prese in braccio, “Io e te faremo un lavoro fantastico. Suleck, tu resta qui e finisci quei capelloni. Dimaleck, verrai quando ti chiamerò.”
Sia il serpente disegnato male che il conte-giullare si inchinarono come gesto di rispetto versp Dimensio. Subito dopo, Dimaleck flippò e sparì mentre Suleck girò la sua testa grigiastra verso Mario e ruggì.
Dimensio sorrise e disse con un tono molto inquietante: “Mi raccomando, divertitevi voi tre. Andateci piano con il mostro. Dimensia e io stiamo per creare un universo nuovo e sono spiacente, miei piccoli eroi sovrappeso, voi non siete invitati…au revoir."
Sia Ren che Dimensio risero al gruppo e si teletrasportarono fuori dall’arena. Suleck portò la testa indietro e ruggì. Mario ovviamente non ebbe paura e si mise in posizione di combattimento. Luigi invece stette lì fermo, incapace di trovare il coraggio di combattere.
“Spiacciamoci a sconfiggere sto mostro, Luigi. Dobbiamo avvisare gli altri che ora Dimensio ha sia il libro che la Scrittrice della Profezia.”



ANGOLO DELLA TRADUTTRICE (PSICOPATICA)
Due cose, anzi tre lol:
1) Secondo me, quando Dordtchild ha scritto questo capitolo e le frasi di Ren avrà pensato a me perché è impossibile che abbia catturato così perfettamente le mie idee su Dimensio.

2) Oggi che giorno è? Ah, vero…BUONA VIGILIA A TUTTI!!! Questo è il mio regalo di Natale per tutti voi. Non so quando uscirà il prossimo capitolo, per ora voglio godermi le vacanze con la mia famiglia…non mandate Dimmy ad uccidermi con una delle sue scatole esplosive plz...

3) NOTIZIONEH: DORDTCHILD, DOPO UN ANNO DI ASSENZA DA DEVIANT ART E’ DI NUOVO ATTIVA ED E’ INDECISA SU COSA INCENTRARE LE SUE PROSSIME CREAZIONI, QUINDI…quindiquindiquindiquindi…HA MESSO SUL SUO PROFILO UN SONDAGGIO IN CUI NOI (enfasi con eco sul noi) POSSIAMO DECIDERE TRA VARIE OPZIONI COSA VEDREMO DI NUOVO. PER TUTTI I FAN APPASSIONATI DEI SUOI LAVORI INCENTRATI SUL TEMA “Mario Universe” SONO PREGATI DI RISPONDERE AL POLL CHE HA CREATO. HA INTENZIONE DI SPIEGARCI PIU’ IN DETTAGLIO IL SUO HEADCANON SULL’ORIGINE DELLA RAZZA DI DIMS E DELLE ALTRE. INUTILE DIRE CHE HO PIGIATO 1000000000 VOLTE IL TASTO DEL SONDAGGIO E’ HO QUASI ROTTO IL PC (#fangirlpsicopatica). SE VOLETE CHE LEI CONTINUI QUESTA SERIE, SIETE PREGATI DI RISPONDERE AL SONDAGGIO. CONFIDO IN VOI!
*Prego San Gennaro affinchè vinca la parte del fandom di Dordt che vuole che continui con Mario Universe. E no, non sono giapponese (#badpun)

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Capitolo 8
*** Capitolo 5, seconda parte- Lo specchio dell'agonia ***


*capitolo violento, siete avvisati*

“Ehm, ciao” Luigi parlò per primo, “Quindi tu sei Volix, giusto?”
Nessuna risposta.
“C-certo, sappiamo anche che avevi un…rapporto speciale con Nastasia,” Mario si grattava la nuca.
Finalmente Volix rispose. I suoi occhi annoiati si spostarono verso Mario e Luigi. Luigi era un tantino spaventato dallo sguardo dell’uomo. Dopo alcuni lunghissimi minuti quel silenzio imbarazzante fu interrotto dalla voce di Volix che sembrava tipo quella di uno che si era appena svegliato dalla bara. 
“Perchè…siete…al…mio…cospetto…umani?”
Mario e Luigi si guardarono tra di loro, poi si girarono di nuovo verso Volix.
“Beh, come avrai capito, ci è giunto all’orecchio che sei l’ex di Nastasia.”
“…Che…cos’è…l’amore…?” Volix parlava a sforzo, “Mai…sentito…”
“Oh santa mamma, parla come uno zombie.” Luigi sudava, intanto.
Volix abbassò lo sguardo e si alzò lentamente. Ad alzarsi, il mantello si mosse dal petto scoprendo una cavità nella sua gabbia toracica con organi e tessuti macellati. La cosa strana era che mancava il cuore. Sconvolti, i due fratelli fecero diversi passi indietro.  
“Non…ho…cuore…lo so…vedo…che vi fa…ribrezzo.” Si spostò dall’altra parte della stanza, “Invidio la gente…intorno a…me…voi avete…un cuore…il mio è...stato tolto…”
Schioccò le dita e magicamente una fiamma apparve sull’estremità del dito. Toccò la parete imbottita e questa prese fuoco rivelando uno specchio gigantesco adornato di pietre preziose. 
“Wow, figo.” Diceva Luigi fissando lo specchio con ammirazione.
“Questo è…uno Specchio dei Ricordi…un regalo…da parte del re…di Specchia…per il re…dei Senza Faccia. Tu dici qualcosa…questo specchio…te la rivelerà.” Mentre diceva questo mise una mano sull’oggetto, “anche eventi…dimenticati…che non…sono tuoi.” 
Schioccò di nuovo le dita e lo specchio brillò. Delle immagini cominciavano ad essere riprodotte come se quello non fosse uno specchio ma una TV. Milioni di milioni di ricordi apparivano veloci come flash davanti al gruppo. Erano i ricordi di due razze ormai estinte (la Tribù dell’Oscurità e la tribù dei Senza Faccia). Tutti questi ricordi tutti insieme facevano girare la testa a Luigi.
Un ricordo su tutti attirò l’attenzione dell’idraulico rosso. Avrebbe giurato di aver visto qualcosa di familiare. Mario strattonò il mantello di Volix per farmare lo “zapping” dei ricordi. Volix, allora si fermò e fece qualche passo indietro per permettere all’eroe di usarlo. Mario mise una mano sull’oggetto magico.
“Volix, ma come faccio a far apparire un ricordo?” 
“Visualizza…nella…tua...mente…quello…che vuoi…vedere…lo specchio…penserà al…resto”
Lo specchio rifletteva ancora l’immagine di Mario. Quest’ultimo chiuse gli occhi e visualizzò quello che aveva visto appena prima. L’idraulico si sentì attraversato da un emozione indescrivibile ma bella. Aprì gli occhi e vide riflessa sullo specchio l’immagine di una giovane Ghastium che camminava mano nella mano con un mago Senza Faccia. Sembravano entrambi al settimo cielo. Erano diretti in una terra dove l’amore tra razze diverse non era accettato, ma a loro non importava poiché lui era più potente di ogni altro Senza Faccia (il re escluso). 
All’improvviso si fermarono. Nell’aria si sentivano urla e grida. La terra tremava così forte che si stava spaccando. I due smisero di camminare. L’aria era invasa da urla di milioni di persone. Il Regno stava per essere distrutto. Ovunque c’erano solo donne, uomini e bambini che urlavano nella speranza di essere aiutati o che provavano a fuggire dal Regno. I due corsero velocemente verso il Castello dei Zebus, al centro del Regno. Proprio vicino alla struttura vi era un vuoto che era praticamente identico a quello che incontrò Mario nella sua precedente avventura.
‘Volix, dobbiamo andarcene di qui!’ gridò la donna, ‘Sono sicura che ci sia Ashtros dietro tutto questo!’
‘Non posso andare senza il principe! Ho giurato alla famiglia dei Zebus e al re che avrei dato la vita per proteggere suo figlio! Vattene via da qui, sta crollando tutto!’ 
‘Non senza di te!’
L’uomo e la donna entrarono velocemente nel castello e videro di come fosse stato già in parte succhiato dal vuoto, come la maggior parte del regno, del resto. Dalla cima del castello si sentivano delle urla squillanti. I due si diressero lì e video un bambino piccolo vestito da giullare attaccato ad un palo di metallo. 
‘Nastasia, vai a vedere se c’è qualcun altro intrappolato qui! Io devo salvare il principe!’
‘Promettimi che non morirai, ok? Sappi che non voglio perderti!”
 ‘Fin quando sarò incorruttibile dal tempo non ti lascerò mai, mia dolcezza! Ora vattene!’
La Ghastium si precipitò verso un corridoio ormai sul punto di crollare mentre l’uomo scattò in aria per cercare di prendere il bambino. Quest’ultimo non poteva più reggere l’azione attrattiva del vuoto e si staccò dal palo. Il piccolo giullare, volando nell’aria verso il vortice, cacciò un urlo aspettando la sua fine…per fortuna Volix lo prese in tempo.
‘Bene, ora ti ho in mano, mio principe!’
‘Volix, sei tornato-AAAUGH!’
Il mago Senza Faccia mise il bimbo sul pavimento dei sotteranei del castello.
‘Mi perdoni, principe Dimensio, per ora è giusto che stia nei sotterranei!’ 
L’uomo flippò per tornare sul pavimento rotto del castello. Il vuoto diventava sempre più potente e insieme a lui anche le urla della gente. L’uomo intanto notava con orrore di come i suoi amici stavano essere tutti risucchiati dal vuoto insieme al paesaggio. Nel panico l’uomo cominciò a girare senza sosta per tutto il castello per cercare la sua ragazza. Temendo ormai che il vuoto avesse già disposto di lei, gridò il suo nome. 
Giunse verso una sala da ballo mezza distrutta e stette fermo davanti alla porta. La donna si era aggrappata al marmo crepato per salvarsi la vita. Un grande terremoto scosse le rovine di quel castello e cominciarono a cadere le pareti. L’uomo prese un colpo quando vide degli enormi blocchi di pietra cadere sulla donna.
‘NASTASIA, ATTENTA!’ Si buttò verso di lei e l’afferrò.
Mentre il mago coprì la ragazza col suo mantello, l’immagine dello specchio scomparve. Mario dovette aspettare un bel po’ di minuti prima di vedere altro. Questa volta il ricordo era molto familiare all’idraulico. Il cumolo di macerie nel ricordo si mosse e i due si misero in piedi. Assunsero un’espressione sconcertata mentre fissavano uno spazio vuoto, tutto bianco, che prima era il regno dei Senza Faccia. Cominciarono all’improvviso a piangere.
‘No…è finita…non c’è più niente. Più niente.’
“La mia terra…il mio re…i miei amici’ L’uomo scoppiò in lacrime, ‘Che cosa ha fatto Ashtros?’
I due si abbracciarono. Le loro lacrime diventarono un fiume. Il nulla li circondava…solo uno “spazio” bianco. Non c’erano né caldo né freddo, nè voci. A quanto pare erano gli unici due esseri viventi rimasti. 
‘Volix, cosa pensi di fare adesso? Sei l’unico rimasto della tua razza.’
‘Non saprei. Ho passato tutta una vita nel regno dei Senza Faccia. Tutte le persone meravigliose che ho conosciuto e la famiglia reale…riuscirò mai ad elaborare il lutto?’ 
‘Ma hai me, Volix. Non importa quanto ci vorrà, non importa quanto durerà quest’incubo io ci sarò sempre per te. Ti amo, Volix’.
Sorridendo leggermente, l’uomo si abbassò verso la sua piccola ragazza. Con lei non si è mai sentito solo. Si avvicinò a lei e le accarezzò le guance. C’erano infinite cose che si potevano dire in quel momento, ma Volix voleva solo un bacio che potesse dargli un po’ di conforto. Peccato che quel bacio fu presto interrotto dal suono di una lama tagliente. Si alzò e cominciò ad ascoltare attentamente per capire da dove fosse venuto quel suono, ma prima che fosse riuscito a capire qualcosa l’uomo fu trafitto al petto da qualcosa. La donna urlò alla vista di quello scettro incastonato di pietre preziose tipiche della terra dei Ghastium. 
Prima che la ragazza potesse aiutare il ragazzo, fu scagliata verso quello che doveva essere un muro rotto da quest’ultimo. Davanti a loro vi era un uomo con un mantello scuro che somigliava a quello di Blumière, ma sembrava più anziano e più cattivo di lui. Il suo sguardo era fisso verso il mago.
‘Sembra che abbiamo tralasciato della merda qui. Che schifo. Pensavo di essermi sbarazzato di quella disgustosa razza. Per fortuna i miei uomini stanno collaborando.’
Ormai l’uomo non riusciva più a parlare. La sua gola e i suoi polmoni erano tutti pieni di sangue. Ashtros, da vero sadico, rideva di fronte al dolore dell’uomo e procedeva a muovere lo scettro nel suo petto facendolo urlare di dolore e facendogli sputare il suo stesso sangue.
‘Ti piace a fare il fesso con i membri della mia tribù, eh? Come hai osato mischiare il tuo lurido sangue con quello puro della mia razza con le tue sporche abitudini?’ Ashros estrasse di violenza lo scettro dal povero Senza Faccia. 
L’uomo reagì gridando a pieni polmoni sanguinanti. In seguito si calmò fino ad emettere solo dei leggeri sibilii. Alla fine dello scettro di Ashtros vi era una gemma rossa a forma di stella. L’uomo cadde sul suolo e svenne, terminando così la visione. Mario, ancora sconvolto, stette lì fermo per qualche secondo davanti allo specchio.
“Mario, cosa hai visto? Volix aveva appena finito di dirmi che se metti la mano sullo specchio solo quello che lo sta toccando può vedere il ricordo…quindi, che hai visto?” Disse Luigi seduto sul letto accanto a Volix.
Mario proprio non riuscì a rispondere a Luigi. Il terrore a cui aveva appena assistito l'aveva lasciato senza parole. Si girò verso Volix e disse lentamente: “Ha distrutto la tua terra con il ‘Libro del Destino’...vero?”
Volix annuì lentamente. Mario non immaginava che quel libro potesse essere capace di qualcosa di simile. Strinse la mano in un pugno e cominciò a tremare e a battere i denti. Ora tutto ciò che disse Dimensio la prima volta aveva un senso per lui. Tutto questo tempo aveva creduto che Dimensio fosse solo uno psicopatico da rinchiudere in un manicomio, ma ora sapeva la verità. 
“Grazie per avermi fatto usare lo specchio, Volix. Andrò a dire agli altri cosa ho visto. Luigi, se vuoi sentire anche tu, vieni con me!”
Mario lasciò I due e camminò verso la sala pranzo del ristorante per avvisare gli altri del vero potenziale del ‘Libro del Destino’. Volix si mise in volo e se ne andò anche lui, ma Luigi non li seguì. Si voltò verso lo specchio, gli era appena venuta un’idea. 
“Hum…mi chiedo se questo specchio faccia vedere pure i sogni. Ne ho dimenticati diversi ultimamente.
Mario intanto spiegava con calma a Blumière, Nastasia, Mimi e Pugnazzo ciò che aveva imparato sul libro e il ricordo di Volix. Darla e gli altri Senza Faccia non credevano ancora ad una sola parola sulla presunta “cattiveria” di Dimensio. Volevano delle prove, ma Mario al momento non ne aveva. 
“Non sarà semplice. Solo lo Scrittore della Profezia sa come finisce il libro ed è in mano a Dimensio.” Sospirò Blumière, “Oddio, cosa farei per avere la mia cara Farfalà in questo momento.”
“Anche noi vorremmo tornare a casa, ma non possiamo lasciare che Dimensio distrugga il mio pianeta anche se per ricostruire il suo. Ci sono oltre sette miliardi di persone qui, e non le voglio tutte morte…dobbiamo fermarlo prima che sia troppo tardi”. 
“Ma ora che facciamo?” Nastasia si asciugò le lacrime, rassicurata che Volix fosse in quella stanza con lei, “Dimensio potrebbe essere ovunque or-”
“AAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHH NOOOOOOO!”
L’urlo di Luigi si sentì in tutto il ristorante. Tutti corsero verso la stanza di Volix (Darla e company inclusi). Mario aprì sbattendo la porta e trovò Luigi steso sul pavimento. Era tutto raggomitolato e tremava. Mario stave per aiutare il fratello quando Volix gli fece appoggiare la testa sulle sue gambe. Luigi aveva gli occhi enormi con pupille piccolissime. Volix diede un’occhiata alla mano di Luigi e vide che il suo guanto era bruciato. 
“L’idiota…ha…appena…visto dentro…la sua coscienza…”
“Luigi,” Mario si chinò al livello di Luigi e gli scosse le spalle, “E che cazzo, fra! Che è successo? Hai usato quello specchio senza permesso, vero?” 
“G-g…g-gil…” Disse Luigi con voce sconvolta. 
“Ma che cavolo era quel coso? Luigi, che hai visto?”
“Gil…Gilga…ga…g-gill,” Luigi non riusciva a smettere di balbettare, “m-m…mesh..g-g…gilga…”
“Luigi, non sto capendo niente. Che vuoi dire?”
“Gilgamesh,” Intervenne Volix con lo sguardo fisso verso lo specchio.
Registrando lo sguardo di Volix, Mario e gli altri guardarono verso lo specchio. In questo modo le immagini viste da Luigi furono di nuovo proiettate. Tutti videro uno schermo nero che tremava, come nei vecchi film. Si percepiva qualcosa nel buio. Qualcosa si stave muovendo. Cominciavano a comparire della line bianche che diedero man mano una visione più chiara dell’immagine. L’essere che ne risultò era orribile. Questa creatura cacciò un urlo che fece urlare di paura i presenti. 
“KOIX, DOVE SEI!?” Fu l’unica cosa che si sentì dal mostro.

ANGOLO DELLA TRADUTTRICE 
Hello yello bimby!! Rieccomi tornata dalle vacanze e dai primi compiti (*slowly dying*). Chiedo scusa per il ritardo, per farvi perdonare eccovi un bel capitolo pieno di sangue e sadismo (*risata sadica*). Spero che non vi siate traumatizzati a vita e alla prossimaa!
BONUS:

(Come ha vissuto Dimmy la distruzione del proprio regno by Dordtchild: http://dordtchild.deviantart.com/art/World-Nothing-177597633
TRADUZIONE: "Ahhh...ah. E che cacchio, oddio. Mi sento come se fossi stato appena colpito da un Chomp!"
"Hugh...cosa-"
"Il mio Regno?! Dove sono finiti tutti?! Perchè è tutto vuoto? Che è successo?!"
"Hugh...un...germoglio flora?"
"Che ci fai qui? Come fa ad essere l'unica cosa rimasta?"
)

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Capitolo 9
*** Capitolo 5, prima parte- Lo specchio dell'agonia ***


Capitolo 5: "Lo specchio dell'agonia"

(Volix in tutta la sua bonag- ehm...bellezza, prima di quel giorno...link: http://www.deviantart.com/art/Furious-Firebender-328760827 )
 

La battaglia fu più difficile di quanto si potesse pensare. Trovare il punto debole di un serpente, disegnato male tra l’altro, non era un gioco da ragazzi. Ad ogni attacco da parte di entrambi gli schieramenti, la folla esultava. Luigi aveva problemi a sentire Mario.

“Mario,” Luigi gridò superando le urla della folla, “Ci stiamo a mettere troppo tempo! Dobbiamo dire a Darla e tutti gli altri il fat-WHAA!”

Luigi fece un salto all’indietro per sfuggire al morso di Suleck. Stava per catturare di nuovo Luigi ma non ci riuscì perché Mario lo prese per la coda. Suleck si guardò indietro, in direzione di Mario, e cominciò ad agitare violentemente la coda. Mario riuscì a reggersi nonostante volasse a tipo novanta miglia all’ora schiantandosi con una delle scatole del palco. Luigi corse subito da suo fratello, ormai mezzo incosciente.

“Alzati, Mario! Dai, forza su, alzati!”

Suleck strisciò verso i due fratelli e sollevò la testa rivelando le zanne siblilando in modo un po’ inquietante. Suleck provò ad acciuffare Luigi alzando di più la testa. L’idraulico verde cacciò un urlo che si sentì per tutto lo stadio e si coprì la testa con le mani aspettando la sua inesorabile fine, masticato dal serpente.

Stranamente, non fu destino.

La voce di un gentiluomo MOLTO familiare colse la sua attenzione. Luigi alzò la testa e quasi non ci credette. Davanti a lui vi era un uomo con un mantello bianco con un uno scettro incagliato nella bocca di Suleck. La bava del mostro cadeva su di lui.

“Blumière,” Luigi gridò per la gioia, “Sei proprio tu?”

“Beh, diciamo…che non sono…uno…di questi…attori umanoidi,” Provò con non poca difficoltà a tenere lontano Suleck usando il suo scettro. Blumière sparò una fiamma violacea verso la bocca della creatura.

Con molto sforzo, Luigi aiutò Mario a camminare. Riuscì a stare in piedi per due secondi per poi cadere di nuovo di faccia a terra sul palco. Il fratello si sedette e cominciò a prenderlo a schiaffi.

“Mario, svegliati, testa di cazzo!”

Dopo tanti schiaffi, Mario afferrò il polso di Luigi e lo contorse. Luigi cacciò un urlo allontanandosi da Mario.

“Ti sembra modo di trattare un fratello? Perché l’hai fatto?”

“Per farti smettere di prendermi a schiaffi, forse!” Mario si rimise in piedi e si aggiustò il cappello.

“Alla buon’ora, Signor. Mario.” Blumière intanto toglieva la bava del mostro appiccicata sullo scettro e sulle mani.

“Blumiere, sei proprio tu?” Mario era sorpreso di vederlo con delle sembianze umane.

“Lascia stare i dettagli-ATTENTO!” Blumière indietreggiò e riuscì a spostare i fratelli Mario prima che Suleck li acciuffasse con le sue zanne. Blumière volò con I due fratelli più lontano che poteva dal mostro. Le mani del conte tremavano, “Se per favore potete non muovervi, grazie?

“Che vuoi dire?” Mario si aggrottì.

“ODDIO!” Luigi si accovacciò quando Suleck scattò in alto per dare un morso a Luigi; per fortuna non riuscì a prenderlo, “BLUMIERE, PIU’ IN ALTO!”

Il serpente intanto provava raggiungerli con balzi continui. Ad ogni scatto Suleck si avvicinava sempre di più. Al terzo salto Mario gli diede un calcio sul naso.

“Blumiere, fammi scendere!”

“Mario, ma è un suicidio!”

“Fidati; Credo di aver individuato il suo punto debole!”

Temendo il peggio, Blumière lo lasciò andare. Mario cadde per dieci piedi prima di essere azzannato da Suleck. Il serpente a quel punto spalancò le sue fauci divorando l’eroe e facendo urlare la folla e Luigi.  

“MARIO!”

“Ma che imbecille,” Blumiere era terrorizzato, “Ma ora cosa ha concluso facendosi divorare?”

Suleck, soddisfatto si leccò le zanne. Poi volse lo sguardo verso Blumière e Luigi e cominciò ad agitare la coda. Il serpente abbassò la testa, preparandosi per un nuovo scatto. Dopo qualche secondo balzò di nuovo, facendo urlare di nuovo Luigi, ma all’improvviso si fermò.   

Si sentì un gorgoglio proveniente dalla pancia del mostro. Suleck si curvò verso la sua pancia per capire cosa stesse succedendo. Le sue pupille si allargarono, cominciò a lacrimare e tossire del fumo nero. Il serpente stava asfissiando, era in agonia. Suleck portò la testa all’indietro per permettere a del fuoco di fuoriuscire dalla sua bocca. Nel frattempo il suo corpo cominciava a prendere fuoco.

La creatura portò di nuovo la testa all’indietro per far uscire una grande palla infuocata con un ombra, versosimilmente di un essere umano. La testa di Suleck colpì il pavimento del palco mentre la palla di fuoco atterrò su una piattaforma. Aiutandosi con le mani, Mario fece uscire il fuoco che l’aveva riempito. La folla era in delirio. Ogni fan di Mario gridava a pieni polmoni.

“VAI, VAI, SUPER MARIO!”

“VAI, VAI, SUPER MARIO!”

Mario si girò verso i suoi fan e divenne tutto rosso. Luigi e Blumière atterrarono su una piattaforma vicina. Il conte colpì Mario sulla schiena con lo scettro.

“Deficiente, pensavamo fossi morto.”

“Nah, non avrei permesso di essere divorato da un insulso serpentino di carta,” Mario si grattò il capo e sorrise, “Ma non importa, del resto l’ho battuto.”

“Ustionandolo dall’interno,” Luigi si mise a braccia conserte, “Mi hai quasi fatto venire un infarto! Non farlo mai più, ok?”

 “Veramente pensate che mi sia piaciuto entrare nell’intestino di un serpente obeso? Non ripeterei mai e poi mai questa mossa,”

“RIPETI LA MOSSA! RIPETI LA MOSSA!” Gridava la folla.

I tre osservarono la folla. Blumière fece un piccolo sospirò per poi guardare Mario. Il suo sguardo era del tipo ‘Ma non poteva venirti un’idea migliore?’ Mario e Luigi pensarono per qualche secondo per poi alzare la testa e sfoggiare un sorrisetto malizioso. Luigi poi si rivolse alla folla.

“Hey, voi tutti fan dell’eroe, volete vedere un bel trucchetto di magia?”

“Luigi, che cavolo-”

“SI, FACCI VEDERE IL TRUCCO!” Risposero loro.

Luigi guardò Blumiere e sorrise. Il povero conte stava sudando manco avesse corso la maratona. Blumière salì in alto prendendo Mario e Luigi per i velcri delle loro tute da idraulici. Salì così tanto da superare le piattaforme del palco.

“Beh ragazzi,” Luigi chiamò la folla dall’alto, “E’ tempo che i grandi eroi escano di scena, statevi bene! Portaci fuori di qui, Blumière!”

Con un movimento istantaneò, Blumière flippò. La loro sparizione fece esultare la folla. Le persone in quello stadio gridarono come pazzi per diversi minuti. Blumière, al contrario delle aspettative di Luigi, atterrò solo a dieci piedi di distanza dall’arena della Convention. Mario atterrò sui suoi piedi mentre Luigi cadde di faccia a terra e fu costretto a togliersi di dosso dell’immondizia che si era attaccata sulle spalle.

“Blumière, tutto a posto?” Chiese Mario all’uomo-fantasma.

“N-no,” Il Conte era steso di schiena ansimava e sbruffava, “Questo corpo…umano mi toglie energia. Non ho mai flippato con due passeggeri a bordo.”

“Perdonaci per sto fatto” Luigi si alzò e aiutò Blumière a rialzarsi, “Non avrei mai immaginato che sto mondo avesse questi strani effetti sulle persone provenienti da altri mondi,”

“Non ti preoccupare. Almeno adesso vi ho trovati. Stavo viaggiando in questo posto da un mese a questa parte per trovare qualcosa che mi riconducesse a Farfalà.”

“Un mese…” Mario era abbastanza scioccato, “Ma se Consilia è venuta da noi appena oggi…ci ha detto che ha volato senza sosta per dirci quello che vi era successo.”

“Wow, forse un giorno a Svoltadilà equivale a un mese qui, o cose così.” Luigi si aggrottì.

Blumière afferrò la mano di Luigi e si alzò in piedi. I due fratelli notarono subito che il conte non sapeva usare le gambe. Traballavano anche solo stando fermo. Mario si guardò intorno fino a scorgere il ristorante ‘Sua Altezza’.   

“Di là è il ristorante. Ti stanno aspettando gli altri lì.”

 “Altri, quindi non siete soli?”

“No, ci sono anche Pugnazzo, Mimì e Nastasia” Gli sorrise Luigi.

“Oh, Dio…sono proprio degli sgherri devoti,” Blumière sorrise a Luigi.

Faceva morire dalle risate il modo buffo in cui Blumière utilizzava le sue gambe nuove. Era la camminata più stramba che i due fratelli avessero mai visto. Il conte non notò il godimento segreto di Luigi fino a quando quest’ultimo scoppiò a ridere.

“Ci godi nel vedermi in difficoltà?”

“Non posso dirti di no. Perché non voli? Così ci risparmierai quella ehm…camminata ridicola.”

“Beh, non voglio che gli umani si scandalizzino alla vista dei miei poteri magici. La prima volta che provai a volare in questo posto, un gruppo di soldati mi misero in una gabbia e mi portarono ai sotterranei del castello.”

Luigi non capiva cosa stesse blaterando. Non succede tutti giorni di ascoltare le esperienze di persone che avevano incontrato l’FBI. Blumière cambiò argomento.  

“Come avete fatto ad arrivare qui? Pensavo che Dimensio mi avesse spedito qui per marcire.”

“Nah, l’America non è poi così male” Disse Mario, camminando con le mani dietro la testa, “Beh, sicuramente c’avrà i suoi brutti quartieri e i suoi ghetti, ma è meglio di ogni altro paese in questa dimensione…eccetto l’Italia”

“Sì ma, come avete fatto ad arrivare qui? Come torniamo a casa adesso?”

“Ci dev’essere un modo. Da queste parti esiste un tubo che conduce al Regno dei Funghi, con quello lasciammo questa dimensione. Invece, per quanto riguarda come abbiamo fatto ad arrivare qui…beh…”

“Luigi ha usato ‘Il Libro del Destino’ per fare una copia del portale dimensionale di Dimensio ed…eccoci qua.”

Blumière all’improvviso smise di camminare.

“Scusate,” Blumière si mise la mano in un orecchio, “Non ho sentito bene…hai detto ‘Libro del Destino’?”

“No, di nuovo co’sta storia...” Luigi si strinse il cappello sulla testa.

Mentre Luigi camminava, Mario spiegò a Blumière come stavano le cose. Raccontò di come arrivò Consilia e come fece Luigi ad usare il libro per la prima volta. Poi cominciò a raccontare della reazione di Darla e il suo gruppo alla vista del libro, per poi spiegare come mai Dimensio avesse ora il libro e di come lo Scrittore della Profezia sia una sua fangirl accanita. Blumière fece un sospiro poi intervenne.

“Capisco...come al solito la fortuna non è dalla nostra parte. Peggio ancora, Dimensio adesso ha sia il libro che lo Scrittore della Profezia. Stiamo lottando contro il tempo. Temo che se non ci mettiamo in azione subito, questo mondo sarà distrutto.”

“Sei comunque più positivo di Nastasia.”

“All’inizio non pensavo che quel libro fosse così pericoloso. Mi preoccupa il fatto che Luigi possa usarlo, ma ora non abbiamo tempo queste cose. Ora, raggruppiamo i miei sgherri e andiamo tutti insieme da Dimensio e questa…Ren-Ren.”

Quando finalmente Mario e Blumière giunsero al ristorante, Luigi era già davanti alla porta del locale ad aspettare. Sembrava parecchio scocciato. Entrò nel ristorante seguito da Mario e Blumière.

“Qui sempre a piangere si sta. Nastasia è sprofondata nell’armatura di Pugnazzo e non riesce a smettere di piangere.”

 “Cosa cavolo sta succedendo?”A Blumière venne spontaneo chiedere.

“CONTEE!” Mimì si precipitò dalla parete adiacente alla cucina del ristorante verso Blumière, “STAI BENE VEROO?!”

“Credo, Mimì.” Le sorrise guardando nella sua direzione, “Accidenti, anche tu sei diversa in questo mondo.”

“Temevo che non avrei più visto il tuo faccione sorridente!” Si strofinò la faccia con il mantello di Blumière.

“E’ bello rivederti Mimì. Dove sono gli altri?”

“Stanno dentro, ma Nastasia non ci vuole dire perchè sta piangendo.”

Blumière entrò nel locale insieme a Mario. La prima cosa che vide fu Nastasia che si stava asciugando le lacrime sull’armatura di Pugnazzo mentre Darla cercava di confortarla. Gli altri tre Senza Faccia non volevano intromettersi nella faccenda. Il loro odio per la Tribù dell’Oscurità aveva prosciugato la loro pietà. Darla fu la prima a distogliere lo sguardo e vedere Blumière di fronte a lei.

“…Signor Blumière! Sei davvero tu?”

“Signorina Lockhart, è delizioso reincontrarla dopo tutti questi anni.” Si tolse il cappello in segno di rispetto, “Quindi, questa è la dimensione dove ti ha spedito mio padre.”

“Purtroppo sì, la vita è stata dura da quando siamo atterrati qui, ma tiriamo avanti.”

“L-lord Blumiere,” Nastasia sollevò la testa per guardarlo negli occhi; “S-stai bene?”

“Sì sì sto bene, ma cosa è successo? Perché piangi?”

La ragazza non lo rispose. Semplicemente affondò la testa nell’armatura di Pugnazzo per poi ricominciare a piangere e tremare. Blumière, molto confuso, si girò verso Luigi nella speranza di saperne di più.

“Non guardarmi. Non so cosa è successo da quando ci siamo separati.”

Darla fece un leggero colpo di tosse per attirare l’attenzione di tutti. Poi fece cenno a Mario, Luigi e Blumière di seguirla. Invece a Mimì è stato detto di restare vicino a Nastasia per assisterla in caso di necessità. Darla portò i tre nel retro del locale dove vi erano i dormitori. Molte porte erano spalancate così i tre potevano vedere tutti gli oggetti personali degli chef. Dopo un po’, Darla si fermò ad una porta pesante. Con non poca fatica l’aprì spingendola.  

La porta conduceva ad una stanza bianca e spoglia come quelle dei manicomi. Non c’era niente né sulle pareti né sul pavimento. L’unica cosa presente nella stanza era un letto spoglio con sopra un uomo con indosso una vestaglia nera e un mantello rosso. Era a testa bassa con le mani appoggiate sui fianchi. A malapena respirava. Aveva dei capelli neri e rossi che sembrava non se li fosse pettinati per anni.

“…Lui è il motivo per cui la tua amica sta piangendo.” Darla mise piede nella stanza. “Volix, abbiamo ospiti che vorrebbero parlarti.”

Lui non rispose nè tantomeno guardò nella direzione di Darla. Semplicemente teneva la testa abbassata. Con il permesso di Darla, Mario e Luigi entrarono nella stanza. Siccome il pavimento era imbottito, non si poteva sentire il rumore dei passi. I due si avvicinarono per vedere la faccia di Volix. Come gli altri Senza Faccia, aveva un viso per metà nero e per l’altra bianco con un occhio nero e l’altro giallo, ma aveva uno sguardo diverso dagli altri. Aveva gli occhi mezzi chiusi simboleggiando il suo essere senz’anima.

 

ANGOLO DELLA TRADUTTRICE (ANSIOSA PER L'ANNO NUOVO)

WOOW, non mi sarei mai aspettata di fare uscire un altro capitolo oggi. In ogni caso…AUGURO A TUTTI VOI UN FELICE ANNO NUOVO.

Altra cosa...
 

Non so se si può ancora votare per quel sondaggio di Dordt di cui vi parlai nello scorso capitolo, se sì siete pregati di farlo.

Alla prossima…
​Starlow632

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Capitolo 10
*** Capitolo 6, prima parte- La fine della razza umana ***


Capitolo 6: La fine della razza umana

“Ok, questa voce non mi farà più dormire la notte!” disse Mimì avvicinandosi a Blumière.
“Non ho mai sentito una cosa più terrificante prima d’ora!” Intervenne Marlin.
“Chella voc pot spacca’ i pietr!” “Ma che roba era?” A Mario venne naturale chiedere.
Luigi fu messo a letto con un asciugamano bagnato sulla fronte. Continuava a tremare perfino mentre dormiva ed era freddo al tatto. Nessuno sembrava sapere cosa avessero appena visto.
Volix intanto fissava Blumière. Il suo sguardo agghiacciante gli fece così senso che si mise il cappello sugli occhi per autodifesa.
“Ghastium…tu conosci bene…Gilgamesh…Rispondi alla domanda…dell’umano…”
Tutti si girarono verso Blumière. In un certo senso avrebbe voluto non sentirsi dire quella cosa da Volix. Quest’ultimo non smetteva di fissare il conte.
“Ti prego, Blumière, dicci che cos’era quel mostro nello specchio, è importante…” Chiese nuovamente Mario, molto preoccupato.
“...Va bene, ve lo dirò ma per favore, non giudicatemi per questo. Queste conoscenze le ho ereditate da mio padre e dai suoi seguaci. Prendetela alla leggera.”
‘Quando esistevano ancora le quattordici tribù, vigeva la pace. Ogni tribù coesisteva nell’armonia e non c’era alcun tipo di malvagità. Se non che, col tempo si diffusero, come un incendio, il male, la guerra, le carestie…Ci fu un tempo (e non fu nemmeno troppo tempo fa) che l’oscurità diventò così potente da attirare un demone. Il suo nome era Gilgamesh.’
"Gilgamesh si servì di due servi per aiutarlo a distruggere tutti i mondi. Il servo minore era una bestia che aveva l’aspetto di un’ombra. Era conosciuto con il nome di Caos, il demone della distruzione; mentre il serbo maggiore era una bestia che indossava un’armatura da cavaliere conosciuta come Koix, demone della corruzione di massa. I due servi erano abbastanza potenti da distruggere tutto, e con il proprio creatore dalla loro parte, niente e nessuno poteva fermarlo.”
Blumière prese il cappello e lo usò per coprirsi la faccia per la vergogna. Era molto umiliante per lui raccontare questa storia. Si vergognava persino di conoscere quella storia. Tolse la mano dal viso e fece un respiro profondo.
“Da quello che mi raccontò mio padre, due stelle potenti giunsero per salvare le tribù. Un guardiano era di pura luce, l’altro di pura potenza. Queste due stelle vennero da un universo lontano per lottare contro Gilgamesh e i due servi per salvare il pianeta. Temendo il potere delle due stelle, i due servi abbandonarono Gilgamesh e si nascosero per tutta la durata della battaglia. Miracolosamente, invece di uccidere Gilgamesh, le due stelle custodi lo rinchiusero in un cuore d’oro. Chi ha il cuore d’oro oggi? Mio padre non riuscì a dirmelo. Mi disse solo che era in un bambino umano per non destare sospetti.”
Il gruppo era meravigliato. Tutti, bene o male, gli avrebbero fatto qualche domandina.
Mario si girò di nuovo verso Luigi. Non aveva mai detto a suo fratello che conoscesse queste cose ‘oscure’, giustamente…
“Blumiere, Volix, come ha fatto Luigi a vedere Gilgamesh? Lo specchio non ha fatto vedere come o dove ha visto quel demone.”
“Gilgamesh fu sigillato in quel cuore circa trentacinque anni fa. Ora, non so quanti anni avete, ma è impossibile che siate a conoscenza di Gilgamesh e i suoi servi.”
“…Lo…specchio…mostra…gli eventi…della vita…di una…persona…E’ impossibile…che Luigi…possa aver mai visto…Gilgamesh…”
Volix prese di nuovo fiato, “Forse…tuo fratello…è legato al…demone…in qualche…modo…”
“Allora, Luigi e io non siamo mai stati separati. Quindi, non so come faccia Luigi ad avere legami con un mostro, anzi, un demone.”
Mario riguardò lo specchio e notò il guanto ustionato del fratello. Gentilmente, lo mise sul petto di quest’ultimo.” Vabbè, alla fine non so cosa faccia lui mentre io vado in giro per un avventura- “
Improvvisamente, la terrà tremò. Nessuno del gruppo aveva idea di cosa stesse accadendo.
Lasciando Volix e Luigi, l’idraulico rosso e gli ex-sgherri si precipitarono all’ingresso del locale per vedere le strade e videro molte persone che correvano e urlavano. Il cielo, intanto, era diventato di un colore misto tra viola e nero e la terra si era staccata per il terremoto. Vicino il centro di Manhattan si ergeva un castello nero, su nel cielo.
“Oh, no,” disse Blumière, “Ci siamo dimenticati di Dimensio!”
“Oddio, sembra un deja-vu,” disse sconvolto l’eroe, “Proprio come quando apparve il vuoto.”
Darla restò all’entrata del ristorante con Marlin. Quest’ultimo sembrava preoccupato di tutti questi cambiamenti improvvisi.
“Marlin, tutto bene?”
“Beh, niente che non abbia già visto. Ho soltanto qualche dubbio.”
“Qualche dubbio? Marlin, non credi ancora alla storia di Mario su Dimensio, vero?”
“In effetti, non che non abbia già distrutto il mondo tanto tempo fa-“
“Non dirlo nemmeno, Marlin!” Darla gli diede un pugno sul braccio, “Sai benissimo che fu il Conte Ashtros a manipolarlo per distruggere casa nostra!”
“Non posso fare a meno di pensarci! Forse quel libro l’ha fatto andare fuori di testa come successe al nostro precedente re, Yami Kraft.”
“Non m’interessa di cosa quel libro sia capace di fare! Voglio le prove che Dimensio sia davvero impazzito. Non saranno certo le parole di qualche tizio da Svoltadilà a farmi cambiare idea su di lui!”
Mario, insieme a Blumière, intravide il castello in distanza. Non era molto lontano dal ristorante. Mario prese la rincorsa per poi essere acciuffato da Blumière per la tuta.
“Dove credi di andare?”
“Sto andando da Dimensio, tutto qui.”
“Non ti faccio andare senza di me.”
“O me!” gridò Mimì. 
"Mimì, proprio tu devi restare al posto tuo.” La rimproverò Blumière.
“Ma Conte, perchè dovrei stare qui?” Fece gli occhioni dolci, “Voglio prendere Dimensio a calci in culo e sbatterlo a terra!”
“Non te lo permetto. Dimensio era già forte senza l’aiuto della magia nera. Ora può addirittura modificare la realtà a suo piacimento. Non si può prevedere il prossimo movimento di quel mentecatto ora che è pure aiutato da quella ragazza.”
Darla sentì le parole ‘quella ragazza…con Dimensio’ e si girò di colpo verso il Conte. Ora sarebbe stata attenta ad ogni altra parola che avrebbe detto.
“Tu ora resterai qui con Pugnazzo e Nastasia. E’un ordine, Mimì.”
La ragazza sbruffò ed entrò nuovamente nel ristorante.
Blumière si girò verso Mario.
“Dobbiamo sbrigarci prima che quello psicopatico faccia altro.” Mario annuì e cominciarono ad incamminarsi verso il castello.
Intanto Darla decise di seguirli.
“Darla, aspetta,” gridò Marlin, “Dove stai andando?”
Stava per raggiungerla ma Volix lo fermò.
“Lasciala…andare…falle capire….che mostro è diventato…Dimensio.”
Mario prese la rincorsa, mentre Blumière si sollevò a circa dieci piedi sopra di lui e insieme si diressero verso quel castello ben disegnato (vicino al quale, nel frattempo, si erano radunate molte persone).
Non sapevano da dove fosse uscito. Mario e Blumière superarono la folla e giunsero a circa trenta piedi dall’entrata del castello. Se non che, Blumière andò a sbattere contro un muro invisibile, facendo cadere a terra sia Mario che il Conte. Al contatto, la barriera emise delle vibrazioni.
“Mamma mia…che cacchio era?” Mario raccolse il suo cappello.
“E’ una barriera energetica,” Blumiere ci mise la mano sopra, “E’ dello stesso tipo di quella che ottenni grazie al Cuore Oscuro. Come cavolo ha fatto quella demente a sapere questi dettagli? Non era manco lì al tempo!”
“A dir la verità, caro Cenere, so più di quanto possa pensare del tuo stupido mondo visto che sono una giocatrice incallita!”
Mario e Blumière volsero i loro sguardi verso il cielo per vedere, seduta su un tronetto volante aldilà della barriera, Ren-Ren. Questa fece una risatina inquietante.
“Vedo che avete avuto una bella chiacchierata con la barriera del castello. Vi piace il mio lavoro?”
“Fa schifo,” disse il Conte disgustato.
“Beh, allora non sai cos’è il talento, Cenerino. La tua forma umana deve averti rovinato il cervello. Mi ci sono volute tre ore per disegnare questi corridoi proprio come li voleva Dimensio. Oh mamma, il ragazzo sa essere proprio esigente.”
“Ma tu sei malata a voler lavorare per lui. Barriera o no, ti giuro che verrò lì dentro a trascinare te e Dimensio nel Mondodigiù.” Disse Mario schioccandosi le nocche.
“Che parole forti, mado. Pensi di battere Dimensio così? Ha, non farmi ridere. Noi abbiamo un libricino che altera la realtà, e voi? Avete un tipo della tribù dell’Oscurità e Luigi, che ha paura persino della sua ombra…a proposito, dov’è Luigi?”
“Ma che te ne frega?”
“Sapete, mi piaciucchia un po’ il ragazzo. Dopo Dimensio, Luigi è il ragazzo più carino che abbia mai visto.”
“Allora perchè stai aiutando Dimensio a distruggere tutto? Se ti piace così tanto, perché vuoi ammazzare lui e con lui tutti gli abitanti di questa povera città?” Urlò Mario.
“Perdere Luigi è il piccolo prezzo da pagare per rendere felice Dimensio. Non ho mai visto un uomo così affascinante e così depresso. Sapete…riesco a percepire il dolore dietro i suoi sorrisi. Sembra felice, ma è morto dentro. Io lo voglio aiutare ad ottenere la sua meritatissima felicità.”
“E quindi?” Mario sembrava parecchio confuso, “Ma ti rendi conto che lo stai aiutando a distruggere il tuo pianeta? Perché cazzo vuoi aiutare un malato di mente a distruggere casa tua?”
“Hey calmino, in ogni caso…sarebbe buono anche per me. Permetto a Dimensio di cambiare Manhattan secondo il suo volere per cambiare anche la MIA vita. Per anni tutti mi dicevano che ero malata perché parlavo con degli amici immaginari visto che non ne avevo nessuno vero. Ora che sono con Dimensio, i miei sogni diventeranno realtà, e mi libererò per sempre di questa realtà di merda in cui sono stata costretta a vivere in tutto questo tempo.”
“Bene, lei è più malata di lui,” Sussurrò Blumière nell’orecchio di Mario.
“Guarda che ti ho sentito! Mi piace quello che sto facendo per lui!” La ragazza, a questo punto, si alzò in piedi sul tronetto, “E a lui piace aiutare me, in cambio!”
“Ma lui ti aiuta soltanto per ottenere ciò che vuole!” Gridò Blumière, “Lo so bene, vista la mia esperienza…”
“Guarda che lui ti ha tradito solo perchè l’hai preso in giro! Stavi per distruggere tutti i mondi solo perché hai perso la tua stupida ragazza!”
“TIENI FUORI FARFALA’ DA QUESTA STORIA!”
“Blumière, adesso calmati!” Mario prese Blumière per il mantello, “Non vedi che ti sta provocando?”
Ren-Ren rise in faccia ai due.
“He, he, he, he, he, oh, bella questa. Due tizi che si cagano sotto per una frecciatina. Troppo divertente. Certo che voi due non sareste mai riusciti a sopravvivere nella mia scuola superiore. Per la cronaca, non mi interessa affatto la vita altrui. La mia vita adesso è modificare la realtà. Grazie alla mia immaginazione, non solo posso modificare le cose intorno a me…ma…”
“…Ma…posso anche modificare la mia struttura,” La ragazza comparve e scomparve dal nulla. “Non avrei mai immaginato che un libro in apparenza così innocuo potesse essere capace di queste meraviglie!”
Riapparve davanti a loro, cinque piedi sopra il terreno. Volteggiava nell’aria e rideva. Mario era senza parole.
“Mamma mia, ha i poteri di Dimensio adesso!”
“Sì, ed è perfetto.”
“Non potrei mai ringraziarlo abbastanza per avermi insegnato ad usare quel libricino! E’ proprio un amore!” Fece diversi volteggi nell’aria, “Il mio maghetto è così dolce nei miei confronti! Ora capisco come mai la verdona si è incazzata così tanto per essermi vestita come lui!”
Mario e Blumière andarono in allarme.
“Quale verdona?”
“Quella tizia che gestisce il ristorante ‘Sua Altezza’ all’incrocio tra la quinta e la terza strada, quella scema non la smetteva di rompere sul fatto che io fingessi di essere una persona che non ero e bla bla bla. Una volta volevo proprio passare alle mani, ma ora non me ne frega più niente. Ormai è una persona che appartiene al passato, così come è del passato tutta questa città.”
Si levò in alto per poi fermarsi di nuovo. Con una risatina inquietante, si avvicinò a Mario e a Blumière fino ad essere a soli due pollici dalla barriera.
“Oh, e per la cronaca…vi consiglio di scappare a gambe levate. In tipo cinque minuti io e Dimensio manderemo un’onda magica che trasformerà tutto ciò che toccherà in Senza Faccia o architetture tipiche del regno dei Senza Faccia. Quindi, a meno che odiate il vostro aspetto, fareste bene a scappare. Senza ulteriori indugi, vi congedo…CIAO.”
Rise in faccia al povero Mario. Con un flip, sparì dal nulla raggiungendo la cima di quel castello inquietante.
Lentamente, Blumière si girò verso Mario. L’idraulico non sapeva cosa dirgli.
“Ok, o stava delirando…o stiamo proprio nella merda adesso.”
“Direi la seconda”, disse Blumière mentre Mario fissava iperterrito la cima del castello, “Qualcosa mi dice che dovremmo cominciare a correre.”


ANGOLO DELLA TRADUTTRICE
Da quanto tempo, signore e signori. Che periodo stressante quello di Gennaio, mado...
Detto questo...
Ecco a voi un bel "story-time-mentre-là-fuori-c'è-l'apocalisse". Quella di Blumière è un'antica leggenda diffusa tra la Tribù dell'Oscurità e il Regno dei Senza Faccia e si dice che lo spirito delle due stelle custodi si sia reincarnato nelle essenze di Mario e Luigi, come potete vedere qui.
(link: 
http://www.deviantart.com/art/The-Superstars-503768943
)
Che altro...ah, ecco!
Ren qui mostra tutta la sua follia (in fondo psicopatico e psicopatica fanno una bella accoppiata non credete?). Si è detto che non ha mai avuto amici e che fosse vittima di bullismo (implicito)...povera, ma non è giustificata. 
Probabilmente è gelosa di Darla, forse ha capito qualcosa.
A proposito di Darla: lei continua a difendere l'amore suo nonostante tutti i discorsi da parte dei nostri eroi. Peggio di San Tommaso, santa miseria...ma non preoccupatevi, anche lei avrà una bruttissima sorpresa...
Che altro?
Beh basta...vi congedo, CIAO!!
Starlow632

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Capitolo 11
*** Capitolo 6, seconda parte- La fine della razza umana ***



​(Dimmy vestito da principe, un po' macabro ma vabbè...link originale: http://dordtchild.deviantart.com/art/A-Very-Proper-NoFace-265392794)
 

Dalla cima del castello, intanto, Dimensio osservava la città senza riuscire a smettere di ridere. Non si è mai sentito così felice (anche se felice in un modo MOLTO malato) in vita sua. I suoi desideri stavano per essere realizzati. Tutto ciò per cui ha lavorato in tutto questo tempo sarebbe diventato realtà.

“Finalmente tutto cambierà in meglio. Tra qualche minuto la mia razza sarà resuscitata. Finalmente potrò amare di nuovo.”

Ren ruotò in cerchio e atterrò accanto a lui su una piattaforma di pietra sfoggiando un largo sorriso.

“Vedo che sei di buon’umore oggi, Dimmy.”

“Pensi?” Anche Dimensio atterrò sulla stessa piattaforma su cui stava seduta Ren, “Non riesco a credere quanto sia vicino a riavere tutto ciò che ho perso. Quanto sia vicino alla mia inesorabile vendetta, la mia vendetta…dolcissima come una caramella zuccherata in una pasticceria”

Si mosse dalla piattaforma per poi teletrasportarsi. La sua risatina folle riempì l’aria mentre riapparve accanto a un piedistallo, verso il centro della sala. Sul piedistallo era appoggiato il Libro del Destino aperto alla pagina con il disegno del castello fatto da Ren. Il giullare girò la pagina e si girò verso Renèe.

“Hai ancora i crampi alla mano?” “Se fossi stato davvero preoccupato per la mia mano, non mi avresti richiesto un castello così complicato.” Si mise le dita in bocca per alleviare il dolore, “Mamma, solo a muoverla un poco mi fa male.”

“Avevo bisogno di un castello grandioso per l’avvento di un mondo nuovo altrettanto grandioso. Si comincia sempre dal castello per un buon governo. Ad ogni modo, perché semplicemente non disegni degli oggetti curativi così da riprenderti subito? Sarebbe la cosa più logica da fare.”

“Ammazza, che logica…wow, vedo che stai prendendo di nuovo la mano a fare il principe.”

“Modestamente è una delle mie doti innate.” Dimensio sorrise, prese il libro e lo diede a Ren, “E ora…essendo tuo principe, ti commando di disegnare quello che avevi promesso.”

“Beh…visto che lo chiedi con questo tono dolcioso…” La ragazza sorrise, “…disegnerò la tua piccola onda magica. Aspetta, ma…devo dare importanza ai dettagli?”

“Basta che faccia effetto, non curarti del resto. L’importante è avere la magia per trasformare questa lurida e stupida terra di umani in una terra di servi obbedienti che mi renderanno servizio, a prescindere di ciò che possa fare a loro.”

“Non ti ho mai sentito dire ‘stupida’ prima d’ora.”

“Mi piace come termine.” Disse Dimensio ridendo.

Sfogliando le pagine del libricino maligno, Ren prese il suo tempo per disegnare la “nuova” Manhattan. Mentre disegnava, Dimensio non poteva fare a meno di fissarla. C’era qualcosa in lei che lo rendeva felice nella sua mente malata. La sua testa era piena di pensieri contraddittori su quella ragazza. Perché una ragazza come Ren ci tiene così tanto a lui? Dimensio voleva distogliere lo sguardo per concentrarsi sui suoi obbiettivi, ma la tentazione ebbe la meglio su di lui e fissò Ren ancora una volta.

“Mi stai fissando, Dimmy?” Ren sorrise mentre i loro sguardi si incrociarono.

“No,” Distolse lo sguardo di colpo, “è solo…che stavo ricordando qualcosa.”

“Ti va di parlarne?”

“Preferirei di no, questi ricordi sono molto personali. Non vorrei darti noia con questi inutili dettagli. La tua creatività non dev’essere contaminata dal mio passato. Sarebbe come se la luna avesse preso una scottatura perché si è lamentata troppo.”

“Secondo me dai troppa importanza al passato. Non mi dispiacerebbe se ne parlassi. Sai, la conoscenza nutre la mia creatività…ma se non vuoi raccontare, non importa…resti comunque davvero affascinante, Dimensio. Ad ogni modo, ho completato la tua carissima onda ‘trasforma tutti in Senza Faccia’. Mi dispiace, il colore fa leggermente schifo.”

Dimensio diede un’occhiata al libro e si mise a ridere sguaiatamente. Contento del suo lavoro, le accarezzò la testa, “Oh, è perfetto.”

Si sollevò nell’aria, a circa venti piedi dal tetto del castello. Mise una mano sul disegno di Ren-Ren e chiuse gli occhi. Il libro cominciò di colpo a brillare. Alzando lo sguardo, Dimensio osservò la terra e i cittadini di Manhattan. Non riuscì a non ridere.

“Questo giorno segna l’inizio di un nuovo capitolo della storia delle dimensioni. Oggi sarà il giorno in cui tutti coloro che in passato oltraggiarono e bestemmiarono il mio nome periranno per mano mia. Questo giorno segna la fine della razza umana. Questo giorno…segna l’inizio della prosperità dei Senza Faccia!” Chiuse il libro.

Ritornando a Mario e Blumière…per qualche strano motivo, questi non si erano mossi dalla barriera del castello. Si stavano ancora chiedendo se quella di Ren fosse stata una minaccia o se avesse tentato di salvare le loro vite. Alla fine Mario prese parola.

“Beh, abbiamo perso fin troppo tempo qui.”

“Giusto, andiamocene da q- “

Un fulmine nero e viola squartò i cieli. Il cielo nero cominciò a ruotare lentamente e una pallina di luce comparve sul tetto del castello. Attorno alla pallina ruotavano tre fasci di luce. La sfera cominciò in seguito a compattarsi in una pallina più piccola. Blumière cacciò un urlo.

“SCAPPA MARIO!” Cominciò a volare.

Mario non capì che Blumière se ne fosse andato senza di lui prima che il Ghastium fosse già a venti piedi di distanza. Mario si precipitò verso il conte urlando:

“HEY, ASPETTAMI!”

“CORRI PIU’ VELOCE!”

“STO CORRENDO PIU’ VELOCE CHE POSSO! NON SONO LUIGI, SAI?”

“LE TUE GAMBE SONO TROPPO CORTE, E POI QUALCHE CHILO FARESTI BENE A PERDERLO!”

“NON COMINCIARE CON QUELLA STORIA!”

“NON SONO IO QUELLO IN RITARDO QUI!”

Mentre correvano, la pallina di luce esplose nel cielo generando un’enorme onda energetica con sfumature di viola, giallo e blu scuro. L’onda raggiungeva le nuvole, quindi non si poteva "saltare"; inoltre viaggiava ad un’altissima velocità. L’aria era piena degli strilli di uomini, donne e bambini. La magia rendeva bianco tutto ciò che toccava. Mario si guardò indietro e poteva aver giurato di aver visto gli occhi di un demone nascosti in quell’onda magica.

L’ombra stava per raggiungere Mario. Non sarebbe mai riuscito a stare al passo di Blumière. Lentamente, la distanza tra l’onda e Mario diminuiva sempre di più. Blumière girò la testa quando l’onda era ormai a soli cinque piedi dall’eroe. Lo colse la paura. In un atto di estremo coraggio, Blumière raggiunse Mario ed estese il suo mantello.

“BLUMIERE!”

“MARIO, VIENI SOTTO!”

Mario si meravigliò che Blumière fosse tornato indietro per lui. Senza dire altro, Blumière nascose Mario sotto il mantello proprio mentre l’onda li attraversò.


ANGOLO DELLA TRADUTTRICE <3
Ehhh già...

​Siete sorpresi che una ritardataria cronica come me abbia postato un nuovo capitolo due giorni dopo, eh? In fondo è cortissimo, dai, ci può stare ;).
Su questo capitolo...allora...
​In pratica è ciò che succede poco prima e durante il rilascio dell'onda. Degni di nota: Dimmy e Ren che si comportano in modo ehm...strano ;) (qualcosa bolle in pentola per la mia ship <3) e Mario che gli viene detto ancora una volta che deve perdere peso lol.
​Poi nient'altro. Se vedemoo <3.
Starlow632


 

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Capitolo 12
*** Capitolo 7, prima parte - Mario contro il Drago Giullare ***


Capitolo 7- “Mario contro il drago giullare”

(Non ho nessuna immagine da mostrarvi inerente al capitolo...quindi...eccovi un disegno di Darla, così, a random: http://www.deviantart.com/art/Queen-Darla-Zebus-457491736)

Mario fu svegliato da numerose grida. Sembravano familiari ma allo stesso tempo molto distanti. L’idraulico sentiva come se avesse dei pesetti sugli occhi e aveva dolori in tutto il corpo. Qualcosa o qualcuno era sopra di lui, ma non riusciva ad identificare cosa fosse. Spalancò gli occhi e vide su di sè un mantello scuro decorato con un motivo di stelle argentate. Il tessuto sembrava essere una combinazione di seta e cotone, ma era evanescente allo stesso tempo. Con un po’ di sforzo, si tolse di dosso qualunque cosa stesse sopra di lui. Dopo aver strofinato gli occhi, si guardò intorno.
Tutto era cambiato. Non era rimasta traccia della terra natìa dell’eroe. Dal terreno, agli edifici, al cielo, tutto era stato reso ad immagine e somiglianza del regno dei Senza Faccia. Gli edifici erano più geometrici e avevano un aspetto più malvagio, persino peggiore degli edifici di Svoltadiqua. Ebbe un sussulto non appena pose il suo sguardo sulle persone. Tutti erano diventati schiavi Senza Faccia. Nessuno sorrideva, nessuno aveva gioia di vivere, nessuno stranamente sembrava notare Mario. Inizialmente l’eroe credeva che quell’onda gli avesse fatto assumere l’aspetto di Dimensio, ma a sua grande sorpresa si rese conto che era rimasto umano. Prese definitivamente coscienza. Osservò nuovamente ciò che l’avesse coperto e urlò.
"BLUMIERE," Mario vide il Ghastium di faccia a terra e si precipitò in suo soccorso, “Blumière, svegliati! Ti prego…dì qualcosa, ok? Blumière!”
Mario lo girò dalla sua posizione per guardare il viso, e fu shoccato nel notare che aveva perso il suo aspetto umano. Aveva diverse ferite su tutto il corpo. L’eroe realizzò subito che queste ferite furono di quando il Ghastium si lanciò col mantello verso di lui poco prima che l’onda li colpisse. Mario cominciò a scuotere Blumière per svegliarlo.  
"Eddai, Blumière, svegliati! E menomale che eravamo venuti per riunire te e Farfalà! Non morire proprio adesso, non rendere questa missione la peggiore che abbia mai avuto! Svegliati! Dai, dai, svegliati, Blumière!”
Le urla di Mario attirarono l’attenzione di alcuni residenti dell’area. I loro occhi pieni di odio furono improvvisamente puntati su Mario mentre cercava di svegliare il Ghastium. Senza che l’idraulico prestasse attenzione, una folla si riunì attorno a lui e cominciò a fissare i due malcapitati. Avvicinandosi, i nuovi Senza Faccia portarono con loro bottiglie di vetro rotte, oggetti taglienti e altre cose che potevano servire per cominciare una rissa. Mario, intanto, continuava a scuotere Blumière.
"E Madonna, dai, sei stato anche messo peggio di così! Lo so bene, quante ferite ti ho inflitto nel passato! Non morire! Non lasciare Farfalà! Eddai-huh? Mario guardò verso l’altro e notò la folla di Senza Faccia arrabbiati, “Per favore, aiutatemi. E’ gravemente ferito.”
"Ebbene, noi odiamo i Ghastium!" Gridarono alcuni di loro, "E odiamo chi li aiuta!”
"No, non capite! Per favore, ascoltatemi! Dimensio ha tentato di uccid- “
 Alcuni cominciarono a ridere in un modo parecchio inquietante. Confuso, Mario guardò con insistenza i nuovi cittadini di Manhattan. Le loro risate si trasformavano in grida di odio.
"Ecco perchè! Voi siete contro Sua Grandezza, Dimensio! Cominciarono a ringhiare e fare gesti minacciosi, “ Tutti coloro che fanno adirare il Supremo e la sua regina meritano di perire sotto la sua giuristizione!”
"Sua Grandezza…ma siete tutti malati?” Gridò Mario, “Quel mostro vi ha appena trasformati in membri della sua specie e ridotto questa città in una discarica! Nessuno di voi ricorda com’era prima? Cosa cavolo vi ha fatto quell’onda?”
"Sta oltraggiando il nostro sovrano!" Gridarono alcuni di loro.
"UCCIDETE L’UMANO! UCCIDETE IL GHASTIUM!”
Mario prese Blumière per il mantello e lo trascinò via da un Senza Faccia che stava tentando di colpirlo con una bottiglia rotta. Tenendo il Ghastium per una spalla, provò in tutti modi a sfuggire alla folla inferocita. L’idraulico voleva ucciderli per aver provato ad attaccare Blumière però poi pensò che un tempo queste persone potevano essere anche i suoi vicini, così perse il coraggio di attaccarli.  
"Per favore, ascoltatemi! Non voglio farvi del male! Dimensio non è un re! E’ un giullare psicopatico che vi ha trasformati in membri della sua specie e lasciati vivere in questo stato! Non ammazzatemi!”
Mario cercò di sfuggire alla folla tentando di seminarla, ma la sua fortuna finì quando si imbattè in un vicolo cieco. Non riuscì a compiere un salto a parete poiché portava anche il peso di Blumière sulle spalle. Si girò di scatto verso la folla inferocita e stette fermo sentendo che la sua fine era ormai vicina.
"Oh, cazzo…"
Diversi componenti della folla puntarono delle pistole verso Mario. Mario indietreggiò ancora finchè si scontrò di schiena contro il muro di mattoni. Non sapeva più cosa fare. Ormai le menti dei poveri cittadini umani di Manhattan si erano trasformate in menti depravate di Senza Faccia. Stette lì fermo mentre aspettava la morte…finchè una voce squillante si udì dal cielo e l’intera folla si girò confusa.
"KEEEEYAAAAAUGH!"
Diversi fasci di luce a forma di boomerang scesero dal cielo alla folla. I Senza Faccia colpiti gridarono nel dolore e si ritirarono per evitare di essere colpiti di nuovo ed essere uccisi. La Senza Faccia vestita di verde atterrò di fronte a Mario e Blumière, ormai sani e salvi.
"Darla, mi hai-"
"Non aspettarti nient’altro da parte mia, Signor Mario.” Darla si girò verso di lui con la sua testa appuntita, “Non mi piace combattere la mia razza. Attaccare membri della tua specie è un orribile crimine.”
"Lo so ," Mario posò gentilmente Blumière sul cemento spezzato, “Attaccare una razza a cui è stato fatto il lavaggio del cervello è anche peggio, ma…Darla, perchè ci hai salvati?”
"Non ti ho salvato, Ti ho solamente aiutato. “Rispose irritata.
"Tu non ci hai AIUTATI; e pensare che poco prima al ristorante non ci volevi tra i piedi.”
Lei non rispose, perciò Mario fece di nuovo la domanda.
"Hai salvato me e Blumière…come mai?” L’idraulico era parecchio confuso visto che poco tempo prima Darla lo attaccò per aver “sparlato” di Dimensio.
La ragazza distolse lo sguardo dai due. Tenendosi le mani, si allontanò di circa tre passi e cominciò a tremare e piagnucolare.
"Ho seguito te e il signor Blumière fino al castello. Ho visto quella donna che si vestiva da Dimensio neI suo indumento da giullare…avevate ragione…e io non volevo crederci…”
Le lacrime scendevano dai suoi occhi; Mario si rese conto che Darla era arrivata al limite della sofferenza.
"Dimensio è impazzito, vero? Nessuno avrebbe mai ridotto questa terra in questo stato se non una mente diabolica con quel libro. Come ha fatto un principe così buono a diventare così in pochi anni? Tutte quelle storie che giravano tra gli umani su di lui…sono tutte vere, giusto? Mi sento un’idiota a non avervi ascoltati prima.”
"Non preoccuparti, in fondo non potevi saperlo. Ma ora basta a piangere. Dimensio e Ren hanno appena trasformato la gente di Manhattan in persone della tua specie.”
"Questa non è la mia razza,” In un certo senso Darla si è contraddetta, “La mia razza, i Senza Faccia, non ha tutta questa bassezza morale.”
"Darla, Dimensio ha trasformato il mondo secondo le sue credenze malate. Ha fatto credere a tutti di essere suoi schiavi…credo. Non ho mai visto delle persone inseguirmi così ferocemente per uccidermi. Non ho mai visto una folla con così tanto odio verso la razza di Blumière.”
"Beh, i Senza Faccia e i Ghastium non sono mai andati d’accordo. Penso che Dimensio non abbia mai perdonato il Conte Ashtros per aver distrutto la nostra terra.”
"Perchè tu l’hai perdonato, invece?"
Darla non rispose. Nel profondo odiava il Conte Ashtros per averla separata da Dimensio, ma poi pensò che l’odio conduce sempre alla distruzione perciò non dovrebbe odiarlo. Semplicemente chinò la testa. Mario si avvicinò a lei e le diede una pacca sulla spalla, in segno di vicinanza.
"Oh, questa fa morire!" Una frecciatina giunse da una fangirl psicopatica, "Una piccola Senza ‘Palle’ si sta facendo dei film sul suo vecchio mondo immaginario. Bella questa”
Mario e Darla si girarono di scatto e cominciarono a guardarsi intorno, ma non videro nessuno. La sua risata maligna divenne sempre più rumorosa, fino a che Darla si decise a guardare in alto.
"Mario, lassù!" Disse Darla puntando il dito diversi metri sopra di loro.
I loro sguardi spaventati si fissarono su…uno stereo portatile? Uno stereo portatile che volava? Era solo uno stereo nero che riproduceva il theme di un vecchio gioco di Mario (Il theme di Kamek di Yoshi’s Island). Assieme allo stereo apparve Ren, che se ne stava a volare a mezz’aria con le gambe incrociate e le mani dietro la testa sorridendo. Lei, al contrario del resto dell’umanità, non si era trasformata in Senza Faccia. Era rimasta tale e quale a prima. Mario decise di parlare, ancora un po’ allibito per lo “spettacolo” della sosia di Dimensio.
"…ma sei seria? Ti sei portata il tuo theme con te?”
 "E perchè no? In fondo nessuno si ricorda da dove venga ‘sta canzone,” Si mise a ridacchiare.
"Renèe!" Gridò Darla, "Come cavolo fai a volare?! Gli umani non sanno volare!”
"Darla, sei tu?" Ren fece un giro in aria fluttuando, "Oh, eccoti! Ah, non ti avevo riconosciuta, con tutti ‘sti Senza Faccia.”
"La conosci?" Chiese Mario a Darla.
"Purtoppo sì, abbiamo avuto i nostri battibecchi.”
"Neeh, non fare la hater, Darla, sai che mi sto prendendo ben cura del tuo Dimensio!” Si mise a ridere di nuovo.
 "TU SEI SOLO UNA STREGA SENZA CUORE CHE STA MANIPOLANDO LE EMOZIONI DI DIMENSIO!” Mario dovette bloccare Darla per impedirle di andare ad aggredire Ren.
"Darla, calmati!" Mario faceva fatica a farla stare ferma.
"Hey calmina, calmina…sai, dovresti controllare questi tuoi scatti d’ira, verdona. Non vorrai mica ritrovarti la testa divisa a metà.”  
"MA IO SONO FATTA COSI’, IDIOTA!”
"Wow…sei parecchio bruttina allora.”
Mario si sentì sollevare da terra visto che Darla volò in piccata verso Renèe in uno scatto d’ira. Ren si fece una risata, si teletrasportò e riapparve sulla cima dell’edificio.
"Neeh, che tenera la nostra Darluccia capriciosa, guarda che questo carattere che ti ritrovi a volte uccide. Inoltre, chiamarmi ‘strega senza cuore’ non è un atteggiamento tollerabile, almeno non per Dimensio. Oh, quel mago è così dolce con me.”
"CHIUDI QUELLA BOCCACCIA!” Mario riuscì a stento a trattenere Darla.
"Ha, ha, ha, oh, non cambi proprio mai, vero Darla? Sei ancora quella gelosa fangirl che eri tempo fa. Guarda quanto sei invidiosa! Quanto sei invidiosa perché Dimensio mi ama in quanto sono una grande artista e folle come lui!”
"DIMENSIO NON E’ FOLLE! E’ UN PRINCIPE MERAVIGLIOSO CHE HA PERSO LA SUA STRADA A CAUSA DI PERSONE DEPRAVATE COME TE!”
"Darla, per favore, calmati! Stai per farmi cadere!” Mario provò a resistere. Di certo non voleva farsi una caduta di 20 piedi e schiantarsi a terra.
Ren fece un giro con un solo piede compiendo una posa drammatica mettendosi una mano sulla fronte per poi rigirarsi verso Mario e Darla.
"Le tue parole mi feriscono profondamente, Darluccia. La tua lingua è come migliaia di pugnali che mi squartano il cuore con infinita rabbia.”
"Mmh, molto meglio delle menate con cui se ne esce Dimensio di solito,” Disse Mario tra sè e sè.
"Sai, una faccia orrenda con una lingua ancora più orrenda meritano una punizione…e so perfettamente cosa fare,” disse Ren prendendo il Libro Del Destino dalla tasca del suo abito da giullare. Ciò fece urlare Darla, la quale fece cadere a terra l’idraulico. Prendendo una penna d’oca dal cappello, la fangirl cominciò a disegnare degli schizzi sul libricino diabolico.
"Mario, pensavo che Luigi avesse il libro!” Disse Darla scioccata.
"Sì, prima che Dimensio ce l’avesse tolto di mano. Ovviamente le ha permesso di usarlo per soddisfare i suoi desideri malati.” Disse Mario mentre si massaggiava la schiena per lenire il dolore della caduta,” Temo proprio che questa battaglia non sarà affatto un gioco da ragazzi.”
"Credo che tu abbia ragione, Signor Mario,” Ren intanto stava origliando il discorso dei due, “Per svergognare una lingua biforcuta e un povero idraulico a cui piace fare il paladino della giustizia, userò un mostro che prende il meglio da Cenere e Dimensio ed...eccolo qua!”
Si mise nuovamente la penna d’oca nel cappello.
"Purtroppo non potrò guardarvi mentre verrete maciullati dalla mia piccola creazione. Ho delle faccende da sbrigare per Dimmy; questo non vuol dire che non potrò sentirvi urlare da Castel Dimensio. Gli lascerò fare tutto quello che vorrà una volta che avrà finito di giocare con i vostri cadaveri. Mi raccomando, divertitevi col Drago Giullare!”
Chiuse il libro e si teletrasportò ridendo come una pazza maniaca. La terra cominciò a tremare. Le scosse divennero sempre più potenti, per poi cessare all’improvviso. Darla cacciò un urlo osservando delle linee che si intrecciarono per formare un mostro gigantesco. All’inizio Mario credeva che sicuramente sarebbe stata una copia di Suleck disegnata meglio e un po’ più grande, ma si sbagliò di grosso.
La porzione principale del mostro sembrava quella di un serpente con un poncho viola e giallo (come quello di Dimensio). Delle enormi chele nere e delle ali di proporzioni mostruose si formarono staccate dal corpo principale. Darla prese un colpo quando finalmente i lineamenti della faccia del mostro presero forma. La sua testa era quella di un Senza Faccia con enormi fauci, sul capo aveva indosso un cappello da giullare che nascondeva delle enormi corna. Una volta apparso il colore, la creatura cominciò a muoversi, facendo movimenti repentini con i suoi occhi neri e gialli.
"Mario,"
"Sì, Darla…"
"…SCAPPA!"
 



ANGOLO DELLA TRADUTTRICE
RAGAAAH, DOPO 1298291892891289 ANNI DI ASSENZA PER SCUOLA E TANTO ALTRO ANCORA, SONO TORNATA CON UN NUOVO SUCCULENTO CAPITOLO (diciamo).
Beh, che dire su questo capitolo? Darla è sempre stata una “fangirl” del giullare (ma ceeeertoo…era la sua fidanzata hihi, immagino l’invidia delle altre se lo venissero a sapere lol…penso che farebbero peggio di Yandere-chan, non credete?) ed è segretamente molto gelosa, come se non si fosse capito dai capitoli precedenti, che Dimensio stia dando attenzioni ad un’altra donna (Ren, nel nostro caso).
Ah, altra cosa…noto con grande piacere che i capitoli che hanno più views sono proprio quelli dove ci sono scene con Dimmy e Renèe (ehh, vi piaciucchia la ship, eh?? ;). Aspettate di vedere cosa ci sarà in uno dei capitoli successivi (non ci provate, niente spoiler!).
Detto questo, vi saluto.
CIAOOOH
Starlow632

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Capitolo 13
*** Capitolo 7, seconda parte- Mario contro il Drago Giullare ***


Il drago giullare emise un forte ruggito. Con un battito di ali, si innalzò nel cielo completamente nero. Mario e Darla cominciarono a correre nella direzione opposta. Dopo essersi fatti venti metri si ricordò di un qualcosa, anzi qualcuno di grande importanza.
"PORCA- Ho dimenticato Blumière!" Così i due corsero verso la loro posizione originale.
"Mario," Darla si fermò, "Torna qui! Il drago ti mangerà vivo!"
"Non posso lasciare qui Blumière!
Farfalà mi ammazzerà se scopre che ho permesso che suo marito venisse mangiato da un drago!”
Velocemente l’idraulico si avvicinò a Blumière, ma dovette fare veloce poichè il drago lo stava inseguendo in cerchio, tentando di incenerirlo con delle fiamme violacee. Purtroppo, alla fine la creatura riuscì a scagliare Mario contro un muro di mattoni con la stessa forza con la quale si schiaccerebbe una mosca. Il muro quasi si ruppe completamente all’impatto. Il Drago Giullare emise un qualcosa che non si capiva se fosse un latrato o una risata e guardò in direzione di Blumière. Velocemente, il drago racchiuse Bumière in una delle sue chele e si alzò in aria. L’eroe, dopo diversi tentativi, riuscì a liberare la testa dal muro. Alzò lo sguardo per osservare la traiettoria di volo della creatura maligna, e capì che non sarebbe stato umanamente possibile arrivare a quell’altezza.
"MARIO,"
Prima che Mario possa aver avuto tempo di capire cosa fosse successo, Darla lo prese per le spalle e lo portò in volo verso il cielo completamente nero e cercò di volare più veloce che poteva per inseguire la bestia.
"Possibile che sanno tutti volare qui?” Disse Mario con tono scocciato.
“Niente gelosia per adesso, dobbiamo salvare il Conte Blumière.”
Darla e Mario studiarono attentamente il percorso del drago. Mario riuscì a notare che il drago non volava bene. A quanto pare Ren non aveva disegnato bene una chela e un’ala per la fretta e per questo motivo il mostro faceva fatica a volare dritto. Addirittura metteva la chela sinistra sotto il corpo per evitare di perdere l’equilibrio.
"Darla, più veloce!"
"Non ci riesco! E’ difficile aggrapparsi a qualcosa che è dieci volte più grande di te!”
"CHE VUOI DIRE CON QUESTO?”
"STAVO PARLANDO DEL DRAGO, DEFICIENTE!”
"Basta che ti avvicini alla coda! Mi è venuta un’idea!”
Dopo tanta fatica, Darla e Mario riuscirono a raggiungere la punta della spinosissima coda del dragone. Arrivata a questo punto, Darla fa atterrare l’eroe sulla coda del Drago Giullare. Non sembrava che quest’ultimo lo notasse. Mario raggiunse immediatamente le corna della bestia percorrendo tutta la spina dorsale. Mettendo una mano dietro la schiena, l’eroe formò una palla di fuoco.
"Menomale che fui costretto ad andare in missione al regno di Fagiolandia tanto tempo fa!” Mirò verso l’ala rotta e le diede fuoco.

Il drago emise un potente ruggito e cominciò a volare frettolosamente nel panico, sputando fuoco. Mario, per tenere salva la vita, si aggrappò al drago, visto che si trovava ancora a ben cento piedi dal suolo. Purtroppo, muovendosi così velocemente, lasciò la stretta su Blumière il quale cominciò a farsi un bel volo di sola andata verso la morte. Poco prima che si schiantasse sul pavimento, Darla lo prese al volo.
Mario, invece, continuò a stare aggrappato al drago. Avvitamenti, capovolte, bombardamenti in picchiata, il drago ne stava provando di tutte per spegnere l’incendio sulla sua ala. Tutto questo sbattimento stava facendo venire la nausea al nostro idraulico. Dopo mille tentativi, il fuoco si spense e il drago realizzò che l’eroe era sulla sua testa. Per toglierselo di dosso, il drago Giullare fece ruotare la parte terminale della coda e si aggrappò al braccio di Mario per scaraventarlo in aria aperta. Mario gridò fortissimo quando fu scagliato in aria e appena fu vicino alla bestia, il Drago Giullare aprì le sue fauci, pronto per fare di lui il suo spuntino.
"MAMMA MIA!"

Mario fu ad un passo dall’essere divorato vivo prima di essere, ancora una volta, salvato da Darla. Mario e Darla cominciarono a volare ad alte velocità. Il Drago abbastanza disturbato, come se avesse delle mosche che gli ronzavano intorno, cominciò ad inseguirli.  Mario guardò sotto di lui e prese quasi un infarto quando vide il suo riflesso sui denti della creatura.
"DARLA, PER FAVORE, PIU’ VELOCE!”
"NON POSSO ANDARE PIU’ VELOCE DI COSI’!”

"MA DEVI! QUEL COSO STA PER RAGGIUNGERCI!”
Battendo i denti, il Drago Giullare continuava ad inseguire Mario e Darla a mezz’aria. I due, volando a velocità degne di Sonic, non videro un albero e si schiantarono. Darla era sul punto di svenire, mentre Mario, il quale aveva subito di peggio nelle sue avventure, si mise subito in piedi. L’impatto fu così forte che l’albero stesso si frantumò. L’idraulico si diresse subito verso Darla e le scosse le spalle.
"Darla, svegliati! Eddai, Darla!" 
Ma ormai era svenuta. La sua testa stramba continuava a sanguinare a causa dell’impatto con l’albero. Mario sapeva che con gli giusti strumenti l’avrebbe rimessa subito a posto, ma purtroppo non c’era tempo per fare il “dottore”. La terra tremò impetuosamente non appena il mostro atterrò vicino a loro. La terra tremava sempre più ad ogni suo passo. Ormai il drago si ritrovò davanti all’idraulico e questo cominciò a fissarlo dritto negli occhi. Badando di non distogliere lo sguardo, l’eroe prese lentamente un rametto che si era staccato da un albero e lo mise davanti a sé manco fosse una mazza da baseball.
"Ok, niente panico, Mario," Disse tra sè e sè per calmarsi, “Stai guardando negli occhi un drago-demone che somiglia a Dimensio, tra pochi secondi sarai divorato, e tutto ciò che hai a disposizione per proteggerti è un ramo. Se usassi il fuoco mi mangerebbe…o spiaccicherebbe. Non posso usare la stessa mossa che utilizzai con Suleck perchè i draghi sputano fuoco.”
Mentre Mario esordiva col suo monologo, il Drago Giullare distolse lo sguardo da lui per osservare intensamente il rametto. Sembrava quasi in trance. Ci volle tipo mezz’ora per l’idraulico per capire che la bestia era più interessata al ramo che a lui, e cominciò a realizzare che…

All’improvviso, prese il rametto e cominciò a spostarlo da una mano all’altra e a sua grande sopresa Mario continuò a notare che il drago continuava a seguire il moto del ramo. E fu così che il Drago giullare cominciò a scodinzolare.
"…Oh, ma scherziamo…”
Mario continuava a spostare il rametto e il drago non accennava a distogliere lo sguardo da questo.  A Mario venne in mente un piano, sorrise e gridò:
"Vuoi il ramo? Il draghetto troppo cresciuto vuole il rametto?”
Il Drago Giullare alzò le zampe e si mise in una posa sottomessa. Cominciò ad abbaiare come un cane e uscì la lingua scodinzolando. Mario non ci stava capendo più niente. Non aveva idea se Reneè effettivamente avesse davvero voluto disegnare un drago con un cervello di cane o meno. L’idraulico mosse il rametto con più entusiasmo.
"Vedi il rametto bello? Vallo a prendere!” disse Mario buttando il rametto più lontano che poteva.
Seguendo l’ordine, il Drago Giullare abbaiò contento e si diresse verso il rametto. La terra ricominciò a tremare a ritmo dei passi della bestia. In un niente quest’ultima ritornò…ma non col rametto. Il drago fece cadere un lungo ramo di cedro ai piedi di Mario e battè la coda sul terreno. Mario sorrise e gli diede una pacca sul naso.
"Oh, sei proprio un bravo draghetto.”
"Aww," Darla riacquistò coscienza e si sedette, “Pensavo che quell’atterraggio sarebbe stato più morbido-…ah, Mario…”

Lei, intanto, fissava il drago-cane. Molto confusa, si alzò in piedi e guardò Mario.
"Um, Mario, come ci sei…come hai…"
"Ren ha creato il Drago Giullare con il cervello di un cane. Diventa parecchio socievole una volta che smette di cercare di staccarti la testa dal collo.”
"Cos’è un cane?"
"E’ un animaletto soffice col naturale istinto di prendere oggetti- “Si interruppe non appena vide il drago-giullare tornare da lui con una macchina in bocca, “No, non macchina, rametto.
Tu. Prendere. Rametto.”
Il Drago, di reazione, semplicimente si accasciò al suolo e si mise a rotolare. Non più spaventata, Darla scacciò la tensione con una risata e accarezzò la creatura.
"Chi avrebbe mai immaginato che da un libro così malvagio potesse uscire un mostro così giocoso. Sapevo che niente di buono potesse essere originato da quel libro, invece tu sei così carino quando non fai il cattivone, vero tesoro?”
"Penso che siamo stati solo fortunati. A quanto pare, a Ren piacciono le creature belle dentro e brutte fuori.” Poi pensò tra sé e sé, “Spero che sia lo stesso per Dimaleck.”
"Penso che dovremmo cambiare il nome a questo draghetto.” Disse Darla sorridendo mentre strofinava le corna del drago, il quale agitava velocemente la coda.
"…E perchè mai?"
"Beh, può aiutarci ad entrare a Castel Dimensio. Voglio dire, è una creazione di quella pazza.”
"Buona idea. Okay, che ne dici di Dusty?”
"Da dove l’hai preso questo nome?”
"Così si chiama il mio gatto."
"Non voglio chiamarlo con un nome da gatto. Si comporta come un chomp, quindi scegliamo un nome da Chomp.”
"Che ne dici di Rover?"

Il drago fece un segno di disapprovazione.
"Non penso che gli piaccia.”
"Pedro?" Non approvò neanche questa volta.
"Max, Bulls Eye, Brownie, Spot?"
Il drago continuò a non mostrare alcun interesse.
"E Ruby?" Disse Darla sorridendo.
"Ma è un nome da femminuccia-"
Il drago reagì istantaneamente al suono di quel nome. Alzò la testa e agitò la coda in segno di approvazione.
"…ora è tutto chiaro," Mario fece facepalm, "Il drago che qualche minuto prima stava provando a mangiarci è una dragonessa. “
Darla rise nell’ascoltare il latrato di Ruby. I due salirono in sella al drago e si diressero verso Castel Dimensio. L’idraulico, sedendosi sulla testa di Ruby, cominciò a pensare a Luigi.
"Qualcosa non va, Mario?" Disse Darla richiamando la sua attenzione.
"Mi chiedo se Luigi stia bene. In fondo…Blumière mi ha salvato la vita…ma…chi ha salvato mio fratello?”
"Non c’è tempo di pensarci adesso, Mario. Non possiamo permettercelo. Ora dobbiamo concentrarci a fermare questa follia prima che sia irrimediabile.”
"Hai ragione, Darla…ma…non riesco a smettere di pensarci…”

 "Ti capisco, signor Mario, ti capisco..."
I due volarono sotto il cielo spento verso Castel Dimensio. Mario sapeva che la battaglia finale per la sua terra era imminiente. Solo che non voleva che finisse nel sangue.

 

ANGOLO DELLA TRADUTTRICE PSICOPATICA

EEHHH, VOLEVATE CHE NON CONTINUASSI PIU’ A ROMPERE CON QUESTA ROBA SU EFP, INVECE NO LOL, SONO TORNATA :D.

Scherzi a parte, dopo una valanga di problemi, scuola e roba varia sono ancora qua. *parte “eh già” di Vasco

Per fortuna con la fine della scuola (era ora) potrò aggiornare moolto più spesso quindi preparatevi e munitevi di determinazione perché ne vedrete delle belle. *risata dimensiale

Chiedo scusa a tutti per essere stata assente per così tanto tempo, me ne rendo conto, per fortuna ora è tutto a posto per me e la mia famiglia e questo è l’importante.

BEH, CI VEDIAMO AL PROSSIMO CAPITOLO

Ciao <3

Starlow632

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Capitolo 14
*** Capitolo 9 - Dalla padella alla brace ***


Capitolo 9
Dalla padella alla brace (with fuoco, fiamme, feels e ancora tanta gore, leggete a vostro rischio e pericolo)

(
https://dordtchild.deviantart.com/art/Commish-Lovers-Memory-267828511)
Bei momenti tra Volix e Nastasia

 

Per qualche strano motivo, Ruby non si voleva muovere dalla sua postazione. Mario e Darla fecero cenno alla dragonessa di dirigersi a Castel Dimensio invece di stare fermo su un muro di mattoni, ma la cocciutona non ne voleva sapere.

"Povera Ruby, ha troppo paura di avvicinarsi.” Disse Darla strattonando il naso del draghetto.

"Infatti non possiamo. Non esiste modo di rompere quella dannata barriera intorno al castello.”

"Dev’esserci per forza un altro modo. Quella psicopatica è l’unica che può entrare e uscire da lì, vero?”

"Beh, in fondo lei ha creato quello schifo di posto. Può farci quello che vuole." Mario mise la mano su un sopracciglio per aguzzare la vista, “Ma che cazzo, quella torre centrale non finisce proprio mai. Non se ne vede la fine.”

Anche Darla osservò con attenzione il castello. In cuor suo sapeva che doveva incontrare Dimensio e parlarci per ricondurlo sulla retta via. Ma ogni qualvolta pensava al Libro del Destino e a Ren le sue speranze di poterlo reincontrare si affievolivano. Dopo un lungo sospiro parlò all’eroe.

"Abbiamo bisogno degli altri. Non ce la faremo mai da soli."

“Non sappiamo se quell’onda magica li abbia trasformati, però." Mario si abbassò il berretto all’altezza degli occhi, "Nessuno può dirci se stanno bene.”

"Non sapremo finchè non lo vedremo con i nostri occhi, Mario. In un modo o nell’altro abbiamo bisogno di una mano. Finchè Dimensio avrà il Libro del Destino nelle mani, non riusciremo mai ad arrivare a lui, non da soli.”

"…hai ragione. Torniamo indietro"

Nel frattempo, il gruppo fuggiva da Volix, il quale stava lanciando attacchi di fuoco a raffica. Mimì si aggrappò alla schiena di Pugnazzo mentre Marlin, tenendo Nastasia per mano, correva a velocità supersoniche. Luigi invece, con Blumière sulle spalle, faceva del suo meglio per non diventare un barbecue umano.

"PER FAVORE GENERALE VOLIX, ASCOLTACI, SIAMO I TUOI AMICI! SMETTILA DI CERCARE DI UCCIDERCI!” "Lode a Dimensio…lode a Dimensio," ad ogni ‘lode’ lanciava una palla di fuoco al gruppo, "Lode a Dimensio…lode a Dimensio…"

"NON CREDO RIESCA A SENTIRTI, MARLIN!" Gridò Luigi.

"DICI SUL SERIO?! FACCIAMO FUORI QUEL GERMOGLIO FLORA, ALLORA!"

"CAZZO, MARLIN, STAI ATTENTO!"

Luigi si dimenò velocemente su Marlin per salvarlo da una fiammata del Senza Faccia ipnotizzato. Quest’ultima fu così potente che raggiunse una stazione di benzina facendola esplodere. Ciò ha provocato la formazione di un anello di fuoco dopo un’iniziale esalazione di fumo asfissiante nel cielo. Marlin colpì il terreno a cinque piedi da Luigi. Lo spazio tra i due fu sufficiente da far scendere tale anello e intrappolare Luigi all’interno di esso. La fiamma anulare era talmente alta che nessuno poteva oltrepassarla senza far trasformare il malcapitato in una patatina fritta.

"Signor Luigi, tutto bene?" Urlò Marlin.

"Sì, sto bene, ma non posso avvicinarmi troppo al fuoco! E’ troppo intenso!”

Nastasia, Pugnazzo e Mimì appena si accorsero che Marlin e Luigi non erano in vista, piombarono nel panico. Non poteva andare peggio: erano soli, persi in una stradina buia e non avevano la più pallida idea di dove fossero.

"Nassy, ho l’impressione che ci siamo persi!"

"Come cazzo avemo fatto a perdese?"gridò Pugnazzo.

"Secondo me ci siamo persi di vista da quando ci siamo separati da Marlin. Neanche Luigi è con noi…quindi non abbiamo una guida-"

"MORIREMO TUTTI!" Disse Mimì piangendo, "MORIREMO TUTTI PER COLPA DI DIMENSIO E QUELLA SUA SOSIA TESTA DI CAZZO!”

"Mimì, per favore, smettila di piangere." Disse Nastasia abbracciando Mimì, "Dobbiamo solo mantenere la calma e pensare cosa fare-"

"MA NON SAPPIAMO DOVE SIAMO!"

"…merda…"

Luigi provò in tutti modi a saltare oltre l’anello di fuoco, ma con Blumière sulle spalle l’impresa era parecchio ardua in quanto il peso aggiunto diminuiva il valore dell’altezza del salto. Marlin chiese a Luigi di buttare il Conte oltre il muro.

"Luigi," disse Blumière tossendo, "Ascoltalo. Devi…buttarmi oltre quel muro.”

"Rischiando di ucciderti? Perdonami, ma dopo non ho intenzione di sentire i pianti di Farfalà!”

"Ma se andiamo avanti così…moriremo tutti…di ustioni!"

"Okay, okay…ah, okay…uno…due…tre-" Luigi si sentiva una palla di fuoco bruciare le saloppette, "VAI!"

L’idraulico gettò Blumière oltre la barriera infuocata con tutta la sua forza poichè un leggero sforzo di braccia richiedeva meno sacrificio di curare un culo bruciato. Il corpo atterrò su Marlin. Dopodichè anche Luigi saltò dalla parte opposta, ma finì per bruciarsi e riatterrare nel punto iniziale saltando qua e là come un cavallo impazzito.

"BRUCIA, BRUCIA, BRUCIA!" Luigi balzava e correva in cerchio, "LE MIE CHIAPPE BRUCIANO!"

"Luigi," Marlin gridò dall’altra parte con Blumière sulle spalle, “Salta oltre il fuoco, ORA!”

Luigi, dopo molti vani tentativi, riuscì a spegnere l’incendio sulle sue chiappe. Dopo una bella rincorsa, l’idraulico effettuò il salto più alto della sua storia dei salti in alto ma, per qualche strana ragione, le fiamme si alzarono proprio nel momento in cui stava per oltrepassare il confine. Per fortuna, riuscì a fermarsi in tempo e si concesse ancora altri tentativi di fuga che furono tutti un buco nell’acqua.

"Marlin, le fiamme sono troppo alte! Non posso saltare!”

L’anello di fuoco che circondava Luigi fu colpito all’improvviso da una forte folata di vento che ne estinse una sezione. Volix, temendo che il prigioniero potesse fuggire, si addentrò nell’anello. A quel punto, Luigi avvertì le stesse vibrazioni malvagie che emanava Dimensio e un brivido percosse la sua schiena. Era da precisare però, che queste non provenivano da Volix in sé, ma dal Germoglio Flora. L’idraulico si girò di soprassalto e si ritrovò davanti gli occhi gelidi e senz’anima di Volix, il quale sollevò una mano formando una palla infuocata.

"Lode…a…Dimensio…Lode…all’imperatore…Dimensio…”

Ormai l’idraulico non poteva più fuggire, se fosse indietreggiato sarebbe stato ustionato dal muro di fuoco; invece, se avesse provato a scappare in avanti, Volix avrebbe fatto alimentare l’incendio. Volente o nolente, doveva combattere un suo quasi amico che ormai non cassava le sue lodi a Dimensio.

Ormai era deciso. Avrebbe sconfitto il mago per annullare gli effetti del germoglio come fece suo fratello con Pugnazzo e lui stesso. Nel frattempo, però, dovette schivare numerose palle di fuoco e altri simili attacchi. Senza dubbio, era da tanto che Luigi non vedeva tanto fuoco nella sua vita, almeno non da quella volta in cui affrontò Bowser da solo tanti anni prima.

Passava ancora del tempo, ma l’uomo in verde non riusciva ad avvicinarsi a Volix. Luigi provò persino a saltargli sulla testa, ma una volta colpito, si rialzò subito dopo. Ci provò una seconda volta, ma prima di compiere il salto, il Senza Faccia lo prese per le gambe bloccando i suoi movimenti. Dopodichè cominciò a sbattere ripetutamente la testa dell’idraulico sull’asfalto e in generale a trattarlo come se fosse una bambola di pezza. Il povero malcapitato perse coscienza mentre Volix continuava a far strisciare il suo corpo per l’area dell’anello senza alcuna pietà.

Ben presto la temperatura all’interno dell’anello aumentò a tal punto che anche Volix stesso prese fuoco. Guardandolo dal basso, sembrava un demone appena scappato dall’inferno. Lentamente, il mago avanzò verso Luigi, e nel farlo, surriscaldò il terreno finchè starci a contatto per qualche secondo avrebbe garantito la frittura della vittima. Il corpo dell’idraulico, ormai, non sopportava più le alte temperature e si alzò di scatto.

"OH, CAZZO, BRUCIA, BRUCIA!" Luigi urlava e saltava su un piede finchè avvistò di nuovo Volix, "DIO-"

Luigi saltò in alto non appena Volix si lanciò verso di lui come un toro imbizzarrito. Dopodichè l’idraulico gli saltò in testa, e atterrò poco prima che una fiammata gli bruciasse la testa. Le sue scarpe si stavano cuocendo ormai. Questa mossa non è stata sicuramente una delle più geniali in quanto il guerriero diventava sempre più sbizzarrito ad ogni movimento che Luigi facesse per attaccarlo. Sicuramente non ce l’avrebbe fatta se la temperatura del terreno si fosse alzata ancora di più.

"SI VA NELLA BRACE QUA!"

Marlin, per aiutarlo, tentò una mossa azzardata. Usò la sua lancia (che si era dimenticato di avere prima che Blumière atterrasse su di lui) come asta. Saltando con essa alla velocità giusta, riuscì ad oltrepassare il recinto di fuoco e ad assestare un bel calcio sulla parte non infuocata del mago, il petto. Ciò ha scaraventato Volix fuori dall’anello di fuoco, facendo calare la temperatura.

"Tutto bene, signor Luigi?" Disse Marlin offrendo la mano all’idraulico.

"D-diciamo di sì, un minuto in più e sarei stato arrostito! E’ stato un dolore che non ti immagini!”

"Non puoi riposarti ora, sta venendo di nuovo da te!”

Purtroppo per loro, Volix ritornò nell’anello di fuoco più sbizzarrito che mai. Stranamente, nonostante tutti i colpi, il Germoglio Flora era ancora ben saldo. Questo perché la magia del mago alimentava il potere dell’erbaccia. La battaglia poteva proseguire. Erano determinati a fermare Volix prima che facesse del male ad altre persone, ma non sapevano come.

All’improvviso, Volix si precipitò verso Marlin, il quale usò la sua lancia per difendersi. Era come una lotta di sumo in un ring su un vulcano. Più il mago spingeva la lancia, più questa diventava calda fino a cuocere la mano guantata del guerriero.

"LUIGI, VAI VIA DA LI’!" Urlò Marlin, "TRATTENGO IO VOLIX! CAZZO, STA COSA MI STA SCIOGLIENDO LE MANI!”

"Ma Mar-"

"VAI, LUIGI!"

Senza dire altro, Luigi si alzò e corse verso il bordo dell’arena. Dopo poco, guardò indietro e vide Marlin con la faccia bruciata da un lato a causa di un improvviso contatto con la lancia. In seguito, l’idraulico assistette alla macabra scena in cui il mago riuscì ad impossessarsi dell’arma di Marlin e usarla per conficcare quest’ultimo per la spalla.

"AAAUGH!"

La pelle di Marlin sapeva ormai di carne cucinata. Mettendoci più forza, Volix conficcò il guerriero nel cemento usando la lancia finchè per quest’ultimo risultò impossibile alzarsi. Soddisfatto del proprio operato, il Senza Faccia alterato si girò verso Luigi.

Il povero difensore delle genti si sentiva impotente. Man mano che Volix si avvicinava a lui, la temperatura crebbe di nuovo vertiginosamente e tutto questo calore stava lentamente esaurendo le sue energie. Ormai l’idraulico non aveva più la forza di saltare o addirittura muoversi. Era sul punto di avere un collasso. Intanto il mago continuava la sua avanzata arricchita da lodi estatiche.

"Lode a Dimensio…Volix uccide nel nome dell’Imperatore Dimensio…Volix uccide Luigi…”

Luigi piangeva dai dolori che affliggevano l’interezza del suo corpo. Provava in tutti i modi a spingere il mago lontano da lui, ma questo continuava a venirgli addosso con tutto il calore che emanava. Ad un certo punto, mise un piede dietro l’idraulico impedendogli la fuga per poi sferrargli un bel calcio e farlo cadere di schiena. Ormai era incapace di qualunque movimento. Semplicemente chiuse gli occhi aspettando la fine. Volix portò la mano sul petto dell’umano e si aggrappò con forza alla sua maglietta.

Ma alla fine non successe quello che si aspettava. Anche se aveva gli occhi chiusi, sentì che Volix era vicino a lui. Titubante, l’idraulico aprì un occhio. Fu sorpreso nel vedere che la stretta del mago sulla maglietta era così forte da tremargli la mano. Ad un certo punto, spostò lo sguardo verso i suoi occhi e notò che stava piangendo. Le vibrazioni malvagie erano stranamente scomparse. A quel punto Volix cominciò a balbettare.

"…c-c…che succede…Che succede?"

La sua voce era tremolante. Il muro di fuoco svanì improvvisamente. Stava sicuramente succedendo qualcosa e ciò inquietò parecchio Luigi. Volix non riusciva più a fargli del male. Più ci provava, più la sua mano tremava. Era come se il lavaggio del cervello e il suo libero arbitrio stessero combattendo rumorosamente nella sua testa. Il suo petto senza cuore era pervaso da una nuova emozione: un senso di calore e purezza; ciò gli faceva ricordare dell’unica altra volta in cui si sentì così: quando incontrò uno degli esseri più puri dell’intero universo.

"I-il…tuo c…cuore…"

Luigi era parecchio scioccato e non fece un passo. Nonostante lo spegnimento del muro di fuoco (che aveva fatto rinvigorire Volix), questo si teneva ben saldo alla maglietta dell’umano. Il suo sguardo cambiò radicalmente.

"E’…stra…ordinario…"

Un sorriso malato gli attraversò il volto mentre sgranava gli occhi. Luigi fece di tutto per staccarsi dalla presa, ma per qualche strano motivo non ci riuscì.

"Voglio quel cuore…" Volix provò a scavare nel petto dell’uomo in verde.

Improvvisamente, una lancia attraversò l’intero corpo del guerriero. Marlin l’aveva trafitto per farlo staccare da Luigi, ma…l’attacco non sortì alcun effetto. Volix semplicemente estrasse la lancia dal suo corpo, come se nulla fosse.

"Lode a Dimensio, tutti coloro che vanno contro l’imperatore meritano la pena di morte.” Si girò di scatto e conficcò la punta della lancia nel petto di Marlin.

Marlin inizialmente non sentì niente, ma poco dopo il dolore invase il suo corpo. Il sangue cominciò ad uscire a fiotti dalla bocca. Volix proseguì col ruotare lentamente la punta della lancia per infliggergli ancora più danno.

"V-V...Volix…" Marlin non riusciva più a parlare.

Marlin si sentiva come se gli stessero strappando il cuore dal petto. Luigi, in preda al panico, si aggrappò alla schiena di Volix e cominciò a tirare il Germoglio Flora. Il Senza Faccia provò in tutti modi a scrollarselo di dosso ma l’idraulico riuscì a rimanere attaccato e a tirare sempre più forte finchè…

…si sentì un rumore secco. Luigi cadde violentemente a terra col Germoglio Flora, fissando Volix negli occhi per secondi interminabili. Si sentiva il dolore nel suo sguardo. Con un colpo di tosse, uscì tanto sangue dalla bocca.

"…Cosa…ho…fatto?" Disse il mago con gli occhi fuori dalle orbite per poi cadere in avanti.

Luigi assistette alla scena inerme. Dopo un po’, si avvicinò all’uomo svenuto e controllò il suo battito. Sconvolto, giunse ad una terribile conclusione.

"Oh, no…è morto…"

Luigi, come tutti sappiamo, non è mai stato il tipo da rimanere impassibile di fronte ad eventi tragici come la morte di qualcuno. Col cuore spezzato, distolse lo sguardo e fece scendere una lacrima. Marlin ben presto lo raggiunse, anche lui in fin di vita.

"L-Luigi," disse a fatica Marlin sputando sangue, "Stai…b-bene?"

"Io sì…ma tu-"

"T-tranquillo…mi rimetterò, sta bene…Volix?"

Luigi guardò nuovamente il corpo di Volix. Non ce la fece più e cominciò a piangere per la sua dipartita. Le sue lacrime bagnarono il mantello rosso del mago, riempiendolo di macchie scure. Con ciò, Marlin intuì la risposta e cominciò a compiangere il morto insieme all’idraulico.

"P-perchè, Dimensio…come hai potuto…fare questo a…Volix?"  Il soldato Senza Faccia sferrò un pugno sul terreno, “N-non ti ha mai…fatto niente. Come mai non sono riuscito a…fermarlo?”

"Marlin, non c’è niente che avresti potuto fare per impedire questo. Essendo rimasto senza cuore e con quell’erbaccia piantata nel cervello, non c’era modo di salvarlo.” Disse Luigi mettendosi una mano sugli occhi.

Senza che Marlin e Luigi se ne accorgessero, la schiena di Volix cominciò a scintillare. In pochi secondi, lo scintillio divenne molto intenso, quasi accecante. La luce colse l’attenzione dei due e assistettero impietriti alla lenta guarigione delle ferite del mago. Le lacrime versate da Luigi salirono verso il cielo e unendosi formarono una palla di luce gigante che si trasformò in un cristallo.

Marlin conosceva bene quel cristallo. L’apparizione cristallina somigliante ad un rubino luccicava nei suoi occhi. Luigi, invece, non aveva idea di cosa fosse successo o perché. Sapeva solo che si era formato a partire dalle sue lacrime. I due continuarono a fissare il cristallo mentre discendeva fino a scomparire dentro Volix. Dopo questa apparizione, il mago aprì gli occhi, il quale, dopo molti colpi di tosse, si mise seduto poggiando sulle ginocchia e con una mano sul petto.

"…Non…può essere…"

Gli occhi del Senza Faccia continuavano a brillare per la forte emozione. Il suo nuovo cuore pulsava rumorosamente sotto la sua mano guantata mentre piangeva di gioia fissando Luigi e Marlin.

"…Posso provare emozioni," Sussurrò Volix, "Come…mai?"

"Una domanda migliore sarebbe…come fai ad essere ancora vivo?" disse Marlin tossendo.

Marlin e Volix guardarono l’idraulico con sguardo incredulo. Luigi non è tanto il tipo da fare domande. E’ più bravo a dare risposte, ma quello che è appena successo non lo capirà mai. Prima che qualcuno potesse parlare, un certo Ghastium si mise a gridare.

"D-dove sono tutti?"

Luigi raggiunse subito Blumière dove lo aveva lasciato mentre Volix medicava Marlin. L’idraulico mise il Conte sulle spalle.

"Signor Luigi, non potrò mai ringraziarti abbastanza per avermi salvato la vita, purtroppo non posso lasciare Marlin da solo. Quel Germoglio Flora mi ha fatto fare cose orribili alle persone a cui voglio bene. Devi trovare Mario e Darla, hanno bisogno di te.”

"Volix, ma non posso lasciarti qui. E se tornasse quella pazza?"

"Fidati, con un cuore nel petto la mia difesa è aumentata. Devi trovare tuo fratello. Aiuta lui e Darla.”

"…anche se so già che non farò niente," bisbigliò l’idraulico.

"S-signor Luigi, non si consideri un incapace” lo interruppe bruscamente Blumière, "Sei più potente…di quel che credi."

"Ha ragione. Ora corri subito da Mario e Darla."

Luigi annuì e cominciò ad incamminarsi, ma le ultime parole di Volix lo fermarono.

"Se trovi Nastasia…dille che la amo ancora.”

Luigi era familiare con il dolore che provava Volix. Con un ultimo cenno del capo, cominciò a correre portando Blumière sulle spalle. Correva così velocemente che poteva essere visto come una macchia verde che lasciava una scia di piccole gocce luminose. Le sue lacrime erano divenute pesanti per la sofferenza…e l’odio verso Dimensio.





 

ANGOLO DELLA PAZZA PSICOPATICA
Beh, oggi vi ho voluto un bel regalo, esattamente: UN CAPITOLO ORIGINALE INTERO :D
​Questo capitolo è stato uno dei più difficili fin'ora e anche quello con più scene WTF (tfw Dordtchild viene improvvisamente posseduta da Dimensio), questo vuol dire: APPREZZATE GENTE! Recensite, fatemi sapere la vostra così renderemo il tutto più interessante.
​Ah sì, questo capitolo (ahem, la parte finale) è tutto un immenso foreshadowing di una storia epica mai nata: True Superstar (aka l'ultimo capitolo della trilogia) :(((((( (sad face).
​Ci vediamo alla prossima, ad un capitolo che lascerà basiti gli shippers della DimensioxRen.
​Ciaooo :D
Starlow632


 

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Capitolo 15
*** Capitolo 8, prima parte- Da leccapiedi a eroe ***


Capitolo 8: Da leccapiedi a eroe



(link originale: http://images.nymag.com/images/2/daily/2008/11/20081120_keenssteakhouse_560x375.jpg​)

Pugnazzo fu il primo a svegliarsi. A stento alzò la testa dal pavimento freddo del ristorante sentendosi gli occhi pesanti. Non aveva idea di cosa fosse successo poco prima. Ricordava solo di un’imponente onda magica che era sul punto di stravolgere il ristorante e Marlin che urlò “Dimension flip now”. Dopodichè era tutto vuoto nella sua testa. Dopo essersi alzato, il guerriero si rese conto di essere solo.

"…oh? Qualcono qui? Mimì, Nastasia, Senza Faccia, dove sete?"

Mentre Pugnazzo vagava per la stanza come un’anima in pena, Nastasia apparve a mezz’aria a due piedi dalla porta del locale. L’onda le aveva provocato un forte giramento di testa. Lo skip dimensionale non era bastato ad annullare gli effetti dell’incantesimo. Di certo ha avuto un effetto su di lei.

"State tutti bene?" Disse Marlin dalla cucina.

"Diciamo," Rispose Nastasia grattandosi il capo, "Per l’amor del cielo, cosa cavolo era quell’onda?”

"Come se io ne sapessi qualcosa, sono contento che siamo riusciti a flippare in tempo…cara Ghastium…sei…”

Prima che Marlin riuscisse a finire la frase, un urlo giunse da sotto al tavolo. Mimì era felice di essere tutta intera. Ed era di per giunta tornata normale. Nastasia si avvicinò a lei e la aiutò a rimettersi in piedi.

"Nassy, sei normale anche tu!" La mutante abbracciò la segretaria.

"A quanto pare sì…Pugnazzo, sei tutto intero?"

"MANNEGG-" Si sentivano le urla di Pugnazzo da dietro, "FIGLIO DI-"

"PUGNAZZO!" Urlò l’ex-sgherro.            

Da quel che si era capito, il guerriero si era ferito con un oggetto caduto dall’alto. Subito, Nastasia e Mimì si precipitarono per controllare le condizioni di quell’ex sgherro babbione. Entrando nel retro, osservarono di come l’intera zona fosse distrutta, il che scioccò Marlin.

"Oh, no, GENERALE VOLIX!"

Mentre si dimenava tra le macerie, Nastasia e Mimì cercarono di togliere i mattoni da Pugnazzo. Quando fu liberato, i tre raggiunsero Marlin, il quale stava tentando disperatamente di togliere il blocco alla porta che conduceva a Volix e Luigi. Grazie alla spinta dei quattro, si riuscì a spaccare la porta. Era un miracolo che la stanza si regesse ancora in piedi.

Luigi, ancora tra le coperte, era immerso nella polvere. A quanto pare, Volix si era sacrificato per proteggerlo dai mattoni che cadevano. Quest’ultimo, però non era più nella stanza

"Merda, oh merda, oh merda, oh ! merda!" Marlin gridò nel panico, "Generale Volix, dove siete?"

"Signor Luigi," Nastasia si diresse verso Luigi e gli pose una mano sul capo,”…sembra stia bene, ma per il potere della Stella Oscura, che cavolo è successo qui?”

"Sarà stata l’onda, Nassy." Disse con sconforto la mutante, "Questo posto è messo male oh.”

"…guardate là!" Marlin puntò il dito.

Gli sgherri si girarono in quella direzione dove c’era un grande buco nel muro. Nastasia fu sconvolta nel vedere che loro non erano stati gli unici su cui aveva avuto effetto l’onda. Non aveva mai visto tanti Senza Faccia dal giorno della loro estinzione. Velocemente, la segretaria si nascone dietro Marlin e tremò. Ancora una volta, lui si dispiaque per lei.

"C cos è success agli altr?" Pugnazzo sbirciò dalla crepatura per poi rigirarsi verso gli altri, "Non se’ l’oneco Senza Faccia qui."

"Lo so," Marlin non riusciva a distogliere lo sguardo dagli umani trasformati per le strade,  “I miei soldati non rinunciano ai propri doveri salvo comando del Generale Volix…mi chiedo-“

"Chi sono quei pazzi in mezzo alla strada?” Disse Mimì ad alta voce sopraffando il cuoco-soldato.

"Mimì, non si dice così!" Nastasia la rimproverò.

"No, no, ha detto bene la ragazza invece…Quelle persone…non sono Senza Faccia…quell’incantesimo li ha trasformati in una versione malvagia della mia razza. Sono dei pazzi." Marlin si rabbrividì, "Chiunque sia stato, riceverà la lezione della sua vita quando lo incontrerò.”

Marlin e gli altri sgherri uscirono dal ristorante attraverso la parete. Nastasia notò che…Marin non volava come gli altri Senza Faccia. Era il primo Senza Faccia che vedeva camminare. Vedendo che la ghastium non smetteva di guardarlo, disse lentamente: "In caso ti stessi chiedendo come mai cammini e non voli come gli altri è perché non so volare. Sono nato senza magia.”

"Come è possibile?”

 "E’ una condizione molto rara, è una malattia genetica conosciuta come S-Mag...nonostante i miei genitori fossero nobili e avessero la magia, sono affetto da questo disturbo raro.”

"Oh…cavolo. Quindi secondo la vostra legge-“

"Dovevo essere messo a morte, sì. Ma c’è un però, sono eternamente grato alla regina Ophelia Zebus per avermi risparmiato dato che sapevo nascondere bene il mio difetto da bambino.”

"Straordinario…mi rendo conto che avevo ancora molto da imparare sulla vostra Tribù.”

 "Lo stesso per la Tribù dell’Oscurità…vorresti parlarmene?"

Mimì e Pugnazzo intanto fissavano confusi i due. Nonostante le loro razze non siano mai andate d’accordo, stavano avendo un dialogo civile e interessante, quasi non curandosi di ciò che stesse accadendo intorno a loro.

Si sentì uno sbadiglio. Mimì sentì Luigi stiracchiarsi mentre si alzava da terra. Portando Pugnazzo con lei, corse subito dall’uomo in verde, il quale con grande fatica aveva appena aperto i suoi occhi azzurri. Ripreso coscienza, riuscì a vedere la faccia della mutante ad un centimetro da lui.

"Finalmente sveglio, scemino?" Chiese Mimì.

"Mimì," Luigi si alzò lentamente e si strofinò gli occhi, "Mamma mia, cosa cavolo è successo?”

"Vo’ sapè, vero?" Disse Pugnazzo mettendosi a braccia conserte, "Tutt’u mond è a immagine e somiglianza de’quel pazzoide de Dimenzio.”

"Ci sei mancato, Luigi.”

Luigi scese dal letto e provò a reggersi in piedi, ma si sentì male e cadde nuovamente di soppiatto su quelle coperte piene di polvere. Avendo notato il mancamento dell’idraulico, Marlin e Nastasia corsero di nuovo da lui.

"Sei sveglio," sospirò la segretaria, "buono a sapersi. Grazie al cielo, non sei morto.”

"Raga, mi dite cosa mi sono perso?" Disse Luigi mettendosi un guanto sugli occhi, “Oh, mi sento come se fossi stato preso a pugnazzi.”

"Non fa ridere, idraulico." Ribattè Pugnazzo.

"Ok, prima di tutto, ci puoi dire cosa cavolo hai visto nello Specchio dell’Agonia?” Chiese Marlin con tono inquisitorio.

"Marlin, prima di tutto deve sapere cosa sta succedendo nel mondo."

Agli sgherri ci volle una buona mezz’ora per far riprendere all’uomo in verde le fila della faccenda. Hanno anche spiegato di come Mario, Blumière e Darla non siano più tornati da quando sono partiti ore fa. Luigi, a quanto pare, l’aveva presa abbastanza bene. Non che non avesse ricevuto notizie peggiori di questa nella sua vita.

"Quindi, mi state dicendo che…Dimensio avrebbe trasformato tutti quanti in Senza Faccia, Mario non si troverebbe più, e saremmo tutti fottuti? Nah, ho sentito di peggio. Niente che io e il mio fratellone non sapremmo gestire. Ne abbiamo passate di peggiori.”

"Stai scherzando…vero?" Marlin era impressionato dal fatto che Luigi non avesse avuto alcuna reazione.

"Beh, provate a campare nelle interiora del vostro peggior nemico per salvare un regno da un fagiolo pazzo.” A Luigi vennero i brividi, “E’ stato orribile.”

"Non me la sento di chiedere su questa cosa.” Mimì sembrava disgustata.

"Ah, ok tutto bello, ma Signor Luigi, ora che sai tutto…ci puoi dire come cacchio hai fatto a vedere il distruttore dell’universo nello Specchio dell’Agonia?” Il cuoco era ancora curioso di sapere.

Prima che Luigi avesse avuto la possibilità di parlare, un violento terremoto scosse la terra. Portando Luigi con sé, Marlin e tutti gli altri si precipitarono  fuori, prima che il ristorante cadesse in pezzi. Alcuni vecchi edifici crollarono per effetto di questo violento terremoto…poi tutto si silenziò. Quando tutti pensarono che fosse finita, un urlo demoniaco invase i cieli. Insieme sopraggiunsero urla di persone dalla voce famigliare, ma poi vi fu di nuovo silenzio.

Ma non era finita là…ciò che venne dopo scosse tutti i presenti. Nell’aria aleggiava un forte odore di sangue. Per Luigi, Pugnazzo e Mimì fu parecchio strano. Per quanto riguardava Marlin, invece, una situazione del genere amplificò i suoi timori. Di corsa, il soldato si precipitò per le strade. I tentativi dei suoi compagni di fermarlo furono vani.

"Marlin, aspetta, torna qui!" Nastasia lo inseguì.

"Nassy, vengo anch’io!" Mimì le corse dietro.

"Mims!" Pugnazzo rincorse gli altri portando Luigi sulle spalle.

Più si addentrava per quelle vie, più Luigi si sentiva male. L’uomo in verde sapeva di non essere solo…sapeva che qualcuno li stava guardando. Un forte odore di sangue dilagava nei distretti. Appena riuscirono a raggiungere Marlin, tutti si fermarono. La sua faccia si poteva descrivere con due parole: orrore e lacrime. Il gruppo volse lo sguardo verso la sua direzione. Nastasia e Mimì urlarono.

Sul freddo cemento giaceva uno dei Senza Faccia del ristorante, o almeno ciò che era rimasto di lui. La sua gabbia toracica era aperta con tanto di organi interni che uscivano dal corpo. La sua testa era piena di morsi e il cervello era in bella vista. Il terreno era colmo di sangue e viscere del malcapitato. I suoi occhi esprimevano la consapevolezza di stare per morire. Precedentemente aveva provato ad aggrapparsi al cemento, ma è stato comunque raggiunto ed ammazzato.

Purtroppo non fu l’unico Senza Faccia ad essere stato ucciso. Molti altri giacevano per terra gravemente feriti. Le loro viscere erano sparse per tutto il vicinato, come se chiunque fosse stato ad ucciderli si sarebbe divertito a giocare con il loro sangue. Tutti avevano la testa mozzata e presa a morsi. Pezzi di testa erano sparsi sul suolo. Molti della brigata non riuscivano a reggere questa orribile visione. Mimì e Nastasia si avvicinarono a Luigi. Stranamente Pugnazzo non si impressionò più di tanto. Essendo stato un generale, conosceva bene gli effetti delle guerre sanguinose. Nonostante ciò gli scappò una lacrima per il povero Marlin.

"R-r…Ruben…" Marlin guardava il vuoto iperterrito, "Lucas, Nathaniel, Eli…sono tutti morti."

Pugnazzo gli pose una mano sulla sua spalla per consolarlo. Sapeva cosa vuol dire perdere delle persone molto care. Sapeva cosa vuol dire perdere dei compagni di lotta.

"Me dispiace. Davvero."

Marlin non disse nulla. Crogiolava nel pensiero che Volix e Lady Darla avessero fatto la stessa fine. A quel punto sarebbe stato davvero l’ultimo esemplare della sua specie. Chiuse gli occhi…e pianse. Pugnazzo lo abbracciò forte. Si sentiva completamente solo e impotente. A Mimì non piaceva assistere a tutta questa atmosfera di dolore, perciò si appartò in fondo alla sala con Luigi e Nastasia, aspettando che il cuoco avesse finito di piangere.

"…M…Marlin…" Uno dei Senza Faccia mutilati presero parola.

La voce scosse molto Pugnazzo e Marlin. Quest’ultimo realizzò che era stato Ruben a parlare e di corsa andò a soccorrerla sollevando il capo.

"Ruben, Ruben, dimmi oh!"

"…s….sca…scappa M...Marlin," Poichè i suoi polmoni erano sfracellati, non riusciva a parlare bene.

"Scappa? Ma Ruben, non posso lasciarti da sola! Chi è stato a farti questo?”

"…V…vai via…E’….a-ancora…q-qui…"

"Cos’è ancora qui? Ruben, non mi abbandonare!"

"..D-Dim…Dim…a…leck…" Cominciò a tremare.

“E che sarebbe?"

"Ah, Marlin," Disse Pugnazzo fissando il vuoto, "Non semo soli."

"…Dimaleck…" Disse nel suo ultimo respiro.

Marlin guardò in alto e un senso di paura lo sopraffece. Nell’oscurità si intravedeva un grande occhio giallognolo. Un ringhio flebile si udì di striscio. Il suo alito sapeva di sangue e morte. Prima che il mostro potesse raggiungerli, fece eco una risatina maligna.

"Oh, mio piccolino, che ti avevo detto riguardo a non giocare col tuo cibo? Non sporcarti il mantello, eh?”

Con quella voce nell’ombra, la bestia scomparve. Fece la sua comparsa Ren, seduta sul bordo dell’edificio che incombeva su Pugnazzo e Marlin. Da sotto la maschera, rise sguaiatamente. I due all’inizio credettero fosse Dimensio.





 

ANGOLO DELLA TRADUTTRICE (IN VACANZA)

FINALMENTE CON UN NUOVO CAPITOLO, LE COSE SI FANNO INTERESSANTI HIHIHI (ATTENZIONE, TANTA GORE QUI).

A PRESTO CON LA CONTINUA (TRA DUE SETTIMANE SICURO)

CIAO <3

Starlow632

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 10, prima parte - Blumière contro il Conte Dimaleck ***


Capitolo 10: Blumière contro il Conte Dimaleck
 

 

I tuoni risuonavano continuamente intorno a castel Dimensio. I fasci di luce generati si riflettevano negli occhi del mago ogniqualvolta abbassava lo sguardo. Il duro lavoro che lo aspettava gli faceva venire il mal di testa. Nonostante ciò, decise di sopportare quest’agonia senza l’aiuto di nessuno. La sola cosa che gli permetteva di pensare era il motivetto cantato da Ren dal lato opposto della sala mentre disegnava incessantemente.

 "Ti vedo preoccupato, Dimensio." Disse Ren voltandosi verso il giullare, "Non dirmi che stai avendo ripensamenti sul piano, vero?"

 Il mago sorrise e la guardò dritto negli occhi. La sua perenne risata mascherava l’immenso dolore che aveva dentro. Senza toccare il suolo, si avvicinò alla fangirl e le pose una dito sotto il mento per farle incontrare il suo sguardo.

 "Dimmi, potrò mai lasciare incompiuto un piano per cui ho buttato la mia anima e il mio sangue?”

 "Certo che no" Sorrise lei di rimando, "Sei molto romantico in questi giorni, mi chiedevo cosa fosse successo."

 "Sono così vicino al conseguimento di ciò che ho da sempre voluto e lottato. Ho completato i primi tre punti della mia agenda.”

La cosplayer osservava il suo personaggio preferito danzare felice a mezz’aria. Ed era felice anche lei quando lo era lui.

 "Sono riuscito ad allontanare Cenere dalla sua amata intrappolandolo in questa dimensione. Sono riuscito a trasformare questa terra in un mondo che mi riconosce come suo imperatore. Ho gli eroi proprio dove voglio che siano e…ultimo ma non meno importante, ho te…mia piccola profetessa.” Il giullare si girò nuovamente verso di lei.

 "Oh, smettila, Dimensio. Mi fai arrossire."Disse Ren aggrappando il polso del mago, "Mi tratti come se fossi un gioiello prezioso.”

 "E’ il minimo che possa fare, mia cara Dimensia. Il tuo charm mi ricorda quello di una persona importante che persi molto tempo fa. Un giorno, vedrò di ritrovarla... con il tuo aiuto…ovviamente.”

Lei semplicemente sghignazzò. Sotto la pittura bianca e nera, era tutta rossa in viso. Sfortunatamente, questa piccante conversazione fu rovinata da un ennesimo tuono e dall’entrata in scena di Dimaleck sul tetto della torre. I suoi sibili e l’alito nauseabondo inondarono l’ambiente.

 "Accidenti, Dimaleck! Quante volte ti devo dire di lavarti i denti prima di entrare qua dentro?” Urlò Ren con tono scocciato.

 "Ahhahaha, cara Dimensia, non penso che comprenda perfettamente i tuoi ordini, ha bisogno di tempo.”

Dimaleck si inchinò di fronte ai due giullari per poi emettere un’accozzaglia di suoni incomprensibili per comunicare con loro. Dimensio non stava capendo nulla quindi si voltò verso Ren.

 "Traduci, cosa sta dicendo?"

 "’Il Mario verde sta per incontrare il Mario rosso e una creatura vestita di verde. Creatore mio, Dimaleck vuole distruggere il fantasma accanto al Mario verde. E’ ferito e ho fame.’ Questo è il messaggio.”

Il sorriso di Dimensio si allargò ancora di più. Da sempre avrebbe voluto distruggere il Conte Cenere e umiliarlo per averlo chiamato “sgherro” per così tanto tempo. Dopo essersi confrontato con Ren, l’imperatore si girò nuovamente verso Dimaleck

"Come tuo imperatore io, Dimensio, ti ordino non solo di uccidere Cenere ma di cancellarlo dall’esistenza. Puoi fare tutto ciò che è in tuo potere, purchè alla fine mi consegni i resti di quel monocolo sfracellato! INTESI?”

Dimaleck sorrise e si inchinò nuovamente. Dopodichè si alzò in volo fuori dalla torre per cercare le sue prede. Ren fissò Dimensio per un po’.

"Odi veramente così tanto il Conte Cenere?”

All’iniziò non disse niente, rispose molto dopo.

"Non sono necessariamente arrabbiato con lui. Sono infuriato contro suo padre che un giorno mi tolse tutto quello che avevo: la mia casa, la mia famiglia, i miei amici e la mia ama- “Si fermò improvvisamente alla parola “amata”. Per qualche strano motivo non se la sentì di dirlo.

"Tutto ok, Dimmy?" Ren mise una mano sulla spalla del giullare ma quest’ultimo la scacciò.

"Sto benissimo" Disse Dimensio, mascherando le sue emozioni ancora una volta, "E’ inutile rimuginare sul passato. Ho un futuro glorioso davanti a me e questa è la cosa più importante."

"Sicuro che non possa fare niente per te?"

"…ebbene, ci sarebbe una cosa.” Dimensio pose nuovamente la mano sotto il mento della fangirl. "Possiamo ricordare i nostri tempi migliori.”

"Aspè, non ho capito."

"Dai, possibile che non ti ricordi nulla? Dopo tutto quello che ti ho detto, dopo tutto quello che è successo…non ti è tornato nulla in mente? Sarebbe bello discuterne insieme, Darla.”

"…cosa?"

 

Nel frattempo, Luigi non ne poteva più del peso di Blumière sulle sue spalle. Ormai la sua camminata sembrava quella di un time-lapse dell’IPhone. Bumière realizzò la stanchezza di Luigi e pensò che di questo passo non sarebbero mai riusciti ad arrivare a destinazione.

"Luigi, sto meglio ora. Puoi mettermi giù."

"Sicuro, Blumière?"

"Certo, anche perchè non penso che tu possa camminare oltre, guardati, stai per svenire.”

"Beh, avere il viso in fiamme di certo non aiuta.” Fece scendere Blumière, “Comunque, quanto dista il castello da qui?”

"Non saprei, non mi è familiare questo posto. Mario mi portò via da lì quando passò quella corrente magica. Quando mi svegliai vidi tutti tranne Mario. Questo posto non lo conosco proprio, non chiedermi neanche.”

"Bellissimo, ci siamo persi e Mario starà combattendo Dimensio senza di noi…o peggio-“

Prima che Luigi avesse tempo di finire la frase, un odore pungente invase l’aria.  Blumierè non fece in tempo a mettersi le mani alla bocca che vomitò. Invece Luigi non era preoccupato per l’odore, quanto per le vibrazioni malvagie nell’atmosfera che lo facevano tremare.  

"Ah, quest’odore è ripugnante!" Blumière prese un estremo del suo mantello e lo mise davanti alla bocca, “Da dove accidenti viene?”

La sua domanda fu risposta poco dopo in quanto una colata di una sostanza viscosa e violacea cadde sul cappello e le spalle. Lentamente, alzò la testa e vide il suo riflesso in chissà quanti denti.  

"OH CAVOLO!" Urlò Blumière mentre la creatura cercò di addentare la punta del cappello.

Si gettò a terra ma si rialzò subito. Luigi e il conte fissarono la creatura dileguarsi sulla cima di un edificio con il cappello di Blumière tra i denti.

"Luigi, mi spieghi cosa cavolo è quella cosa?"

"Ah lui, dici? Si chiama Dimaleck." Disse Luigi con voce tremolante, "Ovvero la prima creazione di Ren! E’un miscuglio tra te e Dimensio!"

"QUELLA COSA SAREBBE ME E DIMENSIO?”

Dimaleck si mise di fronte a Blumierè. Era parecchio palese che Dimensio avesse mandato la bestia per lui. Blumière, realizzando questo, si fece agguerrito e mise lo scettro davanti a sè.

"Blumiere, è un suicidio. Non ti sei ancora ripreso del tutto."

"Lo so."

"Lui sta alla grande mentre tu a malapena puoi volare!”

"Fammi fare."

"MA TI UCCIDERA’!"

"Beh, le possibilità sono elevate."

"Mi stai ignorando, vero?"

"Ancora adesso l’hai capito?"

Luigi cominciò a sentirsi frustrato prima che Blumière riprese la parola.

"Signor Luigi, devi sapere una cosa sulla mia razza. Della mia tribù sono state dette le peggiori cose e anche io, personalmente, sono stato definito nei modi peggiori possibili e immaginabili. Ma c’è una cosa che veramente non sopporterei: essere chiamato codardo.”

"Ma questa non è questione di essere coraggiosi-ATTENTO!”

Dimaleck non si mosse dalla sua postazione ma allungò il collo come se fosse un serpente. I denti sfiorarono di striscio la mano di Blumière prima che questo indietreggiasse. Dopo essere tornato in posizione normale, il mostro finse di sparire in un distretto buio solo per poi buttarsi nuovamente sul conte. 

"Si sta prendendo gioco di me" Disse Blumière irritato, “Bene, quando i giochi si fanno duri, i duri iniziano a giocare.”

"Blumière, dai, per l’amor del cielo, lasciare fare a me!"

"No, Signor Luigi!"

"Fatti aiutare!”

"No, Mimi e Pugnazzo hanno combattuto per conto loro e io farò lo stesso. E’ l’unico modo per dimostrare ai miei sgherri che sono forte. Devo essere forte per la mia Farf-“

"BLUMIERE, DIETRO DI TE!"





 

 

 

ANGOLO DELLA TRADUTTRICE PSICOPATICA ODIATA PER IL SUO RITARDO NELLE CONSEGNE

Yee, dopo 2829832983 anni ho finito la prima parte del decimo capitolo (conosciuto anche come il capitolo in cui Dimmy comincia a soffrire di allucinazioni e crisi esistenziali). Ci vediamo a domani per il prossimo, dove per domani intendo la prossima morte di Papa ovviamente.

HAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA CIAO! *esplode

 

E RECENSITE SE NON VOLETE RITROVARVI UN DIMENSIO PAZZO OMICIDA IN CASA!

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Capitolo 17
*** Capitolo 8, seconda parte - Da leccapiedi a eroe ***


*AVVISO, MOLTA GORE SIA NELL'IMMAGINE CHE NEL TESTO, NON ADATTO AD UN PUBBLICO IPERSENSIBILE*























 


(http://www.pulse.ng/viral/inbangladesh-bloody-streets-trail-eid-celebrations-id5500362.html​)

"DIMENSIO!" gridò Pugnazzo, "HAI UCCISO TU QUEI SENZA FACCIA?”

"Diciamo di sì, mio caro stupidotto. In realtà ci ha pensato Dimaleck, non Ii ho toccati proprio io.”

Mentre Pugnazzo tirava le peggiori bestemmie a Ren, Marlin non smetteva di fissarla. Non sapendo si trattasse della fangirl rimase sconvolto. Come anche Darla e Volix, il guerriero conosceva Dimensio sin da quando era bambino. Gli scese una lacrima.

"…Come mai…" Marlin si alzò in piedi allontanandosi dal suo amico defunto, “come mai stai facendo fuori la tua razza, per giunta le persone con cui sei cresciuto?”

"Ma sei proprio deficiente oh, questi quattro individui sono andati contro la legge e se devo dirla tutta, per quelli come loro non me ne frega proprio niente.”

"MA DI QUALE LEGGE PARLI?" Urlò Marlin, "LA LEGGE DELLA NOSTRA PATRIA NON ESISTE PIU’! Quelle persone erano tuoi amici, la tua famiglia! Come fai a non provare un briciolo di rimorso?”

"Ah ha, ha, ha, ma allora sei veramente ottuso. Quasi peggio di Pugnazzo."

"Hey!"

"Che ci vuoi fare? E’ la verità!"

Nastasia, intanto, cominciava a perdere la pazienza. Vedendo che i Senza Faccia passanti per la strada la fissavano con aria minacciosa, decise di tornare indietro da Pugnazzo e Marlin. Luigi non potette fare a meno di chiedere.

"Aspè, dove te ne vai?"

"Perdonami signor Luigi, ma voglio vedere se Marlin ha finito di compiangere quei Senza Faccia, resta con Mimì, ok? La segretaria rientrò nella sala.

"Basta che non ti schifi a vedere quei corpi!” Disse Mimì mentre rabbrividiva al ricordo di quanto era accaduto poco prima.

Mentre si incamminava verso la sala, un flash giallo e viola la attraversò seguito da un altro rosso e ancora uno blu.

"DIMENSIO!" gridò Mimì, "Che altro hai combinato, testa di cazzo?”

"Mimikins, Nastasia, e Luigi, oh, che bello avervi trovati in un sol colpo! Ora mi manca solo il Conte Cenere!” Girò su se stessa su una gamba tenendo stretto il suo scettro, “Diventeremo un’unica grande famiglia!”

"Hey, aspetta," Luigi guardò con maggiore attenzione lo scettro, "Tu non sei Dimensio. Sei Reneè, quella pazzoide ossessionata da lui, giusto?”

Il gruppo per un attimo guardò Luigi con sguardo incredulo per poi fissare nuovamente la fangirl che stava ridendo sguaiatamente.

"Hai ragione tesoro, sono l’affascinante Ren-Ren," disse la ragazza interrompendo bruscamente il volo a mezz’aria e togliendosi la maschera, “Noto con immenso piacere che sei contento di rivedermi!”

"Ma anche no," disse Luigi lanciando un’occhiata di disgusto.

"Non storcere il naso, piccolo uomo in verde, altrimenti lo stress ti farà cadere i peletti.”

"NON SONO PELETTI! Questi baffi sono la cosa più maschile che ci sia!" Luigi sentì la rabbia scorrere nelle sue vene come successe la prima volta che gli fu rivolto questo insulto.

"E va bene, signor VERO UOMO, se pensi di poter reggere una bella partita di nascondino con me, forse cambierò idea sul tuo conto.”

La ragazza balzò indietro poco prima che Luigi tentasse di prenderla a calci nell’intestino. L’idraulico la inseguiva, ma ogni volta che era sul punto di raggiungerla, questa riusciva a balzare indietro. Gli altri semplicemente li seguirono.

"Oh, qual’è il problema, caro Luigi? Non riesci a prendere una ragazza? E ci credo, manco riesci a prendere un raffreddore!” disse la ragazza mascherata ridendo e balzando per la strada.

"Torna subito qui! Cosa avete fatto a questa gente e a questo pianeta?” Urlò Luigi.

“Nee, quante storie! L’abbiamo giusto reso un posto migliore, tutto qua! Peccato che il tuo caro fratello obeso e quella stupida verdona non abbiano gradito la nostra buona opera hehehe!”

Luigi si fermò. Era da giorni che non aveva notizie di Mario e voleva indagare.

"Dimmi subito cosa hai fatto a Darla e a mio fratello!"

“Povero piccolo, ti stanno venendo le crisi," provocò Luigi sedendosi su un marciapiede in uno stretto, "A quanto pare, non siete stati gli unici ad essere sopravvissuti all’onda magica che ho disegnato per Dimensio. Anche Mario è sano e salvo e ciò ha fatto leggermente infuriare il mio povero tesoro. Gli sarebbe piaciuto ridurre lui e il conte in schiavitù. Purtroppo, siccome il Conte ha usato se stesso come scudo per proteggere Mario, salvandolo, mi ha mandata da loro affinchè li uccidessi personalmente.”

Quella risata irritante che faceva infuriare Luigi ha svegliato un certo Ghastium accasciato a terra. L’uomo si sentiva come se fosse stato investito da un camion in corsa. Era rimasto nascosto in un punto dove non poteva essere trovato, in tal modo poteva rigenerarsi dalla magia che ha usato per proteggere Mario. Alla fine Ren notò i suoi movimenti e fece uscire dalla tasca del vestito il “Libro del Destino”.

"Tee, hee, sarà spassoso darvi il benvenuto all’altro mondo però mi dispiacerà disfarmi di te, Luigi. Sono una tua grande fan, sei così tenero e carino.”

"Ma allora perchè stai tentando di uccidermi?”

"Veramente non sto cercando di farti fuori…ancora. Hum, mi piacerebbe tantissimo poter discutere con Dimensio su questa cosa. Al massimo potremmo vedere di farti diventare un animaletto puccioso così non dovrò darti game over e potrò strapazzarti per sempre!”

Ridendo come una pazza in un manicomio, comincia a scarabocchiare sulle pagine del libro demoniaco. Intanto gli altri del gruppo sono riusciti a raggiungere Luigi…per poi cacciare un urlo collettivo alla vista del “Libro del Destino”. Nastasia, per effetto della paura, si appoggiò a Pugnazzo aspettando la fine (ma anche perché le piaceva abbracciarlo), invece Marlin rimase impietrito. Ren intanto continuava con la sua opera.

"Oh Madonna, ma perchè avete tanta paura di ‘sto libro? Fate quasi più brutto di Darla mentre disegnavo il Drago Giullare! Mi fate morire. Le vostre espressioni sono come quelle dei gatti-AAUGH!”

Blumière comparve improvvisamente dal vicolo in cui era nascosto stupendo tutti. Darla l’aveva nascosto lì in modo che il Drago Giullare non lo mangiasse durante la battaglia. Il conte la afferrò per i piedi per poi farla cadere, in modo che la ragazza perdesse la presa sul libro.

"Io…odio…LE SIMILITUDINI!" Blumière non riusciva a mantenersi in piedi quindi si aggrappava a Ren, "e…odio i GIULLARI!”

"TOGLITI DI DOSSO!” Urlò Ren mentre provava a dargli un calcio in faccia.

Mentre il conte e la ragazza si prendevano a botte, nell’aria si cominciarono a formare delle linee. Luigi, Marlin e gli sgherri osservavano che queste formarono due creature diverse. Quando arrivò il tempo del colore, Luigi cominciò a notare che questi due esseri assomigliavano molto a Mimì e Pugnazzo con la differenza che avevano un aspetto malvagio e deforme. Dopo un po’, questi cominciarono a muoversi.

"Quindi questa dovrei essere io?” Gridò Mimì, “Neanche sa disegnare!”

"Quer coso se crede mejo de me?" Disse Pugnazzo stiracchiandosi, "! Regà, Luigi, Marlin, lasiatelo a noi, mo je metto er sale en capoccia!"

"Non permetterò mai a quella brutta copia di sostituirmi!" Mimì fece comparire molte gemme a mezz’aria, “E Dimmy non la passerà liscia dopo TUTTO QUESTO!”

"Ma siete veramente convinti di avere qualche possibilità contro qualcosa generato dal Libro del Destino? Voi due siete pazzi!” Disse Marlin terrorizzato.

"Blah, ho affrontato de peggio ne’esercito! Sto carciofo nun po fa niente contro-AUGH!"

Pugnazzo non fece in tempo di finire la frase che la sua versione disegnata gli diede un pugno in pieno volto e si buttò sopra di lui affondando le unghie nella sua armatura per ridurlo in brandelli di carne. Neanche Mimì la stava passando alla grande poichè la sua versione disegnata si buttò sopra di lei con le sue gambe metalliche. La mutante, per contrattaccare, le buttò più gemme che poteva. 

"Stupido disegno, non rovinarmi il codino!"

"Mado, sto coso nun se vole fermà!"

"TOGLITI DALLE GAMBE IDIOTA!” Gridava Ren durante la battaglia.

Luigi, Marlin, e Nastasia non sapevano cosa fare. Da una parte avevamo Mimì e Pugnazzo che stavano rischiando la vita per sconfiggere le loro controparti, dall’altra Blumière che stava disperatamente tentando di strappare il Libro del Destino dalle mani di Renèe. A Luigi venne un’idea. Mentre tutti erano distratti, Luigi prese il libro appena questo cadde per terra.

"NO, NON POSSO PERDERE QUEL LIBRO! DIMENSIO ME LA FARA’ PEGARE CARISSIMA!” Ren riuscì a liberare un braccio e schioccò le dita. 

Blumière toccò il terreno dopo che Ren si teletrasportò via da lui. Cercandola nel pieno del panico, il Conte posò il suo sguardo su Luigi.

"Luigi, dietro di te!"

Luigi era a pochi centimetri dal libricino quando fu colpito alla nuca dalla punta di uno scettro che lo fece scivolare. All’iniziò si sentì alquanto stordito, ma riuscì a rialzarsi velocemente solo per vedersi il libro di nuovo nelle mani di Ren. Dopodichè la sosia di Dimensio scomparve di fronte ai suoi occhi. Come se non bastasse, Pugnazzo era riuscito a liberarsi della sua brutta copia ma era veramente conciato male, lo stesso Mimì. Non avevano mai affrontato nulla di simile.

"Oh, per tutti I fandom, che bello vedervi in difficoltà con le vostre controparti! Mi fate troppo ridere!”

Luigi aiutava Blumière a restare a mezz’aria mentre guardava la battaglia. Ad ogni colpo, le energie di Pugnazzo si esaurivano sempre di più. Ad ogni carica, Mimì aveva sempre più il fiatone. Al momento non c’era possibilità, anche minima, che i due potessero sconfiggere le loro copie disegnate…finchè un’idea balenò nella mente di Pugnazzo.

"Hey, capa de carta," gridò Pugnazzo con tono provocatorio, "Scommetto che nu riesci a prenderme!"

E così Pugnazzo cominciò a correre. La copià si dimenò nell’inseguimento per le strade e i vicoli buii del paesaggio. Non ci è voluto molto affinchè la copia lo perdesse di vista. Quest’ultima cominciò ad agitarsi e darsi alla ricerca ossessiva del guerriero. La creatura disegnata si fermò ad un segnale di stop e si guardò intorno, non sapendo che Pugnazzo si nascondesse dietro di lui nell’ombra.

Pugnazzo fischiò, catturando l’attenzione del disegno. Appena si girò, il guerriero lo colpì con un destro pieno. Ma non finì lì, l’ex-sgherro lo conciò male di calci e pugni finchè non sbattè la testa contro il muro del vicolo. Ancora a questo punto decise di non fermarsi continuando così il suo operato finchè gli spaccò il cranio facendo fuoriuscire le cervella e litri di sangue.

Dopo un respiro profondo, Pugnazzo realizzò di aver vinto. Col pugno impregnato di sangue, Pugnazzo aveva voglia di danzare sul cadavere del nemico ma non c’era tempo per quello. Aveva appena udito l’urlo di Mimì che stava per essere sconfitta così il guerriero corse subito dagli altri.

"Ow, stupido disegno del cavolo!" gridò Mimì mentre la sua copia la infilzò ripetutamente con le sue spalle metalliche “Togliti!”

"Imim," fu la risposta del disegno, "Imimimimimimim."

"…parla al contrario," Luigi stava sudando freddo.

Mimì intanto cominciava a stancarsi. Ad ogni colpo, le possibilità di vittoria calavano. Nastasia non ce la faceva più e voleva aiutarla ma Marlin la bloccò.

"Ce la deve fare da sola."

"Sei impazzito? Se non l’aiuto, morirà!"

"Nastasia, ti dirò qualcosa sugli sgherri che lavorano per i Ghastium. E’ cosa risaputa che gli sgherri dei Ghastium siano le persone più fedeli al mondo. Se interferissi nel proseguimento della lotta e vincessi, lei vivrà col peso di aver fallito Blumière. Lo deve fermare da sola.”

"Ma io sono un Ghastium della Tribù dell’Oscurità e non voglio che venga uccisa!”

"Ma non vorresti neanche che rimanga debole, dico bene?”

Per quanto fossero vere le parole di Marlin, Mimì era messa davvero male. Era ricoperta di ferite che non cessavano di sanguinare ed enormi ematomi. Il suo disegno la voleva morta e niente l’avrebbe fermato. Ben presto, la creatura mise la mutante al muro usando le sue gambe metalliche per bloccarla. Il disegno si leccò i denti e si buttò su di lei…

…ma si fermò ad un centimetro dalla sua testa. Non si muoveva, ma gridava con tutto se stesso. Il sangue scorreva come un torrente dalla sua bocca cadendo sulla mutante appena quest’ultima squarciò la pancia della sua controparte con una gemma. Nessuno immaginava che Mimì stesse aspettando questo momento per farla fuori. Ben presto la creatura indietrggiò e Mimì ne approfittò per squoiarla e ridurla in brandelli di carne a suon di gemme. Sangue e organi vennero sparsi ovunque sulla strada. Luigi voleva fermare tutta questa violenza ma alla fine la lasciò stare. Capì che la ragazza aveva accumulato tanta rabbia durante la battaglia e si stava sfogando riducendo la mostruosità in un lago di sangue che ricopriva l’asfalto come la glassa delle torte. Dopo aver finito questo lavoro, l’ex sgherro fece un respiro profondo e realizzò di essere completamente ricoperta di sangue.

"EWE, MA CHE SCHIFO! SONO PIENA DI SANGUE!" Mimì si impanicò.

"Eccote, Mimì." Disse Pugnazzo rivolgendosi al gruppo, "So contento da’ arrivedette."

"Oh mio cielo, una battaglia a dir poco indimenticabile” commentò Ren ridacchiando, "Scommetto che siete soddisfatti adesso!"

"Sta’ scerzà? Qu’i idiota nun sa c’ha corpito…owe,” Disse Pugnazzo dolorante, “oh, merda!”

"Owe," Mimì era messa anche peggio di Pugnazzo, "cacchio, mi fa male tutto!"

"Ne poverini, vedo che siete rimasti a corto di benzina…che cosa triste. Come farete adesso ad affrontare il mio piccolo tesoruccio?”

"Non dirmi che hai un altro disegno!" Luigi le lanciò uno sguardo omicida.

"Disegno dici? Oh, cielo no di nuovo. Sai, ho bisogno di tempo per disegnare…ma…sicuramente gradirete immensameeeente la visita di questo mio amico. E’ il motivo per cui quei Senza Faccia sono ora a terra morti in mezzo alla strada!”

Un’ombra nera ed allungata si diresse verso il gruppo per poi fermarsi proprio davanti a Ren. Sulla sua testa si intravedeva un piccolo germoglio verde.

"Però devo dire, questo libro fa miracoli! Posso pure disegnare Germogli Flora per fare il lavaggio del cervello a Senza Faccia di elemento fuoco!”

"…elemento…fuoco…?" Marlin sembrava visibilmente sconvolto.

Dall’ombra si palesò Volix. I suoi occhi erano spenti, come un uomo che ha perso il libero arbitrio. Alla vista dell’uomo Nastasia e Marlin gridarono terrorizzati mentre Ren rideva sguaiatamente.

"Ma voi non avete proprio i modi, eh? Ti sembra il modo di presentarsi all’amico mio? Nessuno vi ha insegnato l’educazione, oh. Non sembrate molto entusiasti di giocare con questa testa di fuoco. L’avete fatto intristire vero, cuccioletto mio?”

"Lode a Dimensio," La sua voce era come quella di uno zombie, "Lode all’imperatore Dimensio."

"Tee hee, ma che peccato. Mi sarebbe piaciuto guardare il piccolino dilaniarvi ma purtroppo Sua Grandiosità richiede nuovamente la mia presenza. Ho perso troppo tempo con tipi insignificanti come voi. Volix, divertiti quanto vuoi con questi ribelli. Ricorda che uccidi nel nome di Dimensio, capito?”

"Volix uccide nel nome dell’Imperatore Dimensio,” il suo sguardo era pieno di odio, "Volix uccide nel nome dell’Imperatore Dimensio. Lode a Dimensio!”

"E bravo il ragazzo mio. Quindi, bando alle ciance mi dileguo. Ciao!”

La fangirl rise in modo maniacale mentre svanì nuovamente dalla vista degli eroi. Volix cominciò a ringhiare. I suoi occhi erano colmi di malvagità. Formando una palla di fuoco nelle mani si buttò addosso agli eroi.

 

 

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

ECCOCI CON UN NUOVO CAPITOLO MOLTO GORE COME AVRETE LETTO ALL’INIZIO, SPERO. In caso prendetevela con Dordtchild, non con me lol. Vi annuncio che da oggi farò molto più velocemente e ho quasi finito tutto il capitolo nove. Quindi vedrete al più presto Volix passato dalla parte dei malvagi che fa il sederino agli eroi. Ma tranquilli, non ci saranno (solo) molti pianti e ustioni ma anche molti feeeeeeelssss. Per questo è uno dei miei capitoli preferiti. A presto…

Ciaaaau

Starlow632 J

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Capitolo 18
*** Capitolo 10, seconda parte - Blumière contro il Conte Dimaleck ***


ATTENZIONE: GORE E SPLATTER! (aka VIULENZAH!)

 

Velocemente, Dimaleck affondò le sue chele nella schiena del Conte e lo fece schiantare lungo un edificio di mattoni. E non fu tutto. La creatura procedette con l’aggrappargli il mantello e farlo volare in aria.

Blumière si ritrovò di faccia a terra sul freddo cemento della strada. Il suo senso dell’udito venne a mancare e ben presto, anche la vista. Cadde così in un sonno profondo e tutto divenne nero.

Ciò che accadde in seguito fu inaspettato. La voce gentile della sua donna amata esplose nella sua mente e cominciò a farsi strada nell’oscurità. Aprendo gli occhi, vide Farfalà che gli sorrideva. Stava farfugliando qualcosa, ma il Conte non riusciva proprio a capire, allorchè lei si inginocchiò e gli accarezzò una guancia.

'Blumière, devi alzarti. I tuoi amici hanno bisogno di te.'

Le sue parole sembravano emettere un’eco potente nella testa di Blumière. Ma è reale tutto questo?

‘Per favore, svegliati, devi aiutarli. Non lasciarti vincere dal fantasma del tuo passato. Alzati e lotta, mio amato Blumière.’

Molti altri echi sfondarono la sua coscienza.

'Riesci a sentire, amore mio? Mario e Luigi sono in serio pericolo. Devi aiutarli."

Tutto ad un tratto, il mondo in cui si trovava e Farfalà cominciarono ad offuscarsi. Il Ghastium ferito perse la sensazione della mano sulla sua guancia e iniziò a sentire altre voci sempre più forti. Presto, sentì solo un’altra singola parola dalla sua amata.

'…Svegliati.'

Blumière aprì di colpo gli occhi. Sorprendentemente, si sentiva molto meglio di prima e sedendosi, notò che le sue ferite erano miracolosamente guarite. Dopo qualche secondo, sentì delle urla, si girò di scatto e vide Mario e Darla. Mario e Luigi avevano fatto il possibile per impedire che il Conte, in stato di incoscienza, venisse divorato dalla creatura disegnata.

Senza indugiare, Blumière si rialzò dal pavimento di cemento. Il sogno l’aveva messo in sesto e gli aveva donato una forte carica. Al giusto momento, il Conte salì sulla testa della creatura per colpirla sulla testa con lo scettro. Purtroppo, però, Dimaleck si accorse della sua presenza e, con un forte movimento del capo, lo scaraventò in aria, ma fortunatamente il Conte riuscì a restare in aria e riavvicinarsi al mostro.

Dal basso, gli altri vedevano due creature di diversa grandezza scontrarsi frontalmente fino al completo esaurimento fisico. Gli attacchi magici che scagliavano erano praticamente sincronizzati. Molte volte Blumière rischiò di essere colpito, ma rimediava puntualmente con un flip tra le dimensioni. Anche il mostro disegnato non era messo meglio: era continuamente colpito da incantesimi e colpi di scettro.

"Sembra che si stiano ammazzando a vicenda!" Urlò Luigi.

"Darla, portami lassù, ci penso io!"

"Ma che dici, Mario? Non possiamo interferire, ci metteremmo in pericolo!”

Emettendo un rumore simile a quello di un osso che si rompe, Dimaleck attaccò la mano di Blumière che aveva lo scettro. Del sangue viscoso cadde a terra e il Conte gridò dal dolore. Per impedire di ritrovarsi con una sola mano, lasciò stare lo scettro, il quale fu usato dal mostro per scaraventare nuovamente il Ghastium sul cemento.

"BLUMIERE, RIALZATI!" Gridò Mario scoraggiato.

"Signor Ghastium, deve rialzarsi!"

"Altrimenti Farfalà ci spezza in due!" Urlò Luigi.

Gli altri due lo fissarono con sguardo incerto.

"Perchè mi guardate così? Cazzuta com’è lei, lo farebbe!"

Bumière, purtroppo, non era in grado di ascoltarli. Il sangue scorreva liberamente tra i capelli e il suo viso bluastro. I suoi occhi erano chiusi e il monocolo era finito chissà dove. Dimaleck gettò lo scettro in aria e ruggì vittorioso con la bava alla bocca. Osservando il suo futuro pasto, esplose in una risata.

"BLEH HEH, HEH, HEH, BLEAH!"

Quella risata fece risvegliare Blumière. Girandosi di scatto, il Conte vide di nuovo il mostro e realizzò che non era solo un mostro disegnato, ma la personificazione del cuore e dei desideri del Conte Cenere. Solo in quel momento comprese il significato di quel sogno: il suo nemico era il fantasma del suo passato. Blumière guardò negli occhi Dimaleck a pugni serrati.

"Questa sarà la mia ultima sconfitta, demone!” Gridò Blumière estraendo la punta del suo scettro dal cemento, “Ti ridurrò in poltiglia!”

Dimaleck rise nuovamente e volò diretto verso Blumière. Il Ghastium però non si mosse, in quanto volle aspettare che il mostro si avvicinasse ancora di più (nonostante le grida incessanti dei suoi compagni di viaggio che lo imploravano di non suicidarsi così stupidamente).  

All’ultimo secondo, a sorpresa di tutti, Blumière sferrò il suo colpo fatale. Mario, Luigi e Darla assistettero allo spettacolo in completo shock. Il Conte infilò la punta dello scettro nel cranio del mostro facendo schizzare materia cerebrale e sangue a fiotti dagli occhi e la bocca.

A quel punto, Dimaleck cominciò a gridare e tremare. Di certo avere uno scettro nel cranio non era un toccasana per la salute. Una cascata di sangue fuoriuscì dalla sua bocca. Scattando in tutti i modi possibili, non riusciva a migliorare la situazione. Le sue urla erano così raccapriccianti che gli altri si sentirono costretti a tappare le orecchie. Data la mancanza di una parte del cervello, Dimaleck procedette col staccare il collo dal resto del corpo facendo schizzare sangue per tutto il circondario. Dopo qualche minuto, Dimaleck cadde sul terreno tremolante…fino ad arrestarsi del tutto.

Blumière rimase parecchio scosso da quanto era appena accaduto. Il suo cuore batteva all’impazzata. Dopo qualche minuto di suspence, il Conte sfoggiò un largo sorriso e alzò i pugni al cielo in segno di vittoria gridando “Hurrà!”. Anche Mario, Luigi e Darla sorrisero per poi raggiungerlo.

Tornando alla torre di Castel Dimensio, Ren era rimasta alquanto sconcertata per la proposta di Dimensio. L’aveva chiamata Darla? Voleva parlare con lei di ricordi condivisi? Non ci stava capendo più niente, ma nonostante ciò, ascoltò con attenzione ciò che il mago aveva da dirle.

"Darla, io e te abbiamo vissuto le più stravaganti disavventure. Quando il Conte Ashtros mi separò da te, persi completamente il senno. Ho speso gran parte della mia vita a cercarti ed ora, finalmente, ti ho di nuovo con me. Qualunque cosa Ashtros ti abbia fatto per cancellarti la memoria, ti aiuterò a ricordare. Guardami…”

Il giullare pose le proprie mani ai due lati del viso della ragazza per costringerla a guardarlo negli occhi. Sembrava volesse far ricordare qualcosa alla fangirl, un qualcosa di cui non ne aveva proprio idea.

"Eri destinata ad essere la mia sposa. So perfettamente che allora eravamo troppo giovani per comprendere cosa fosse l’amore, ma ora…penso di avere ben chiare le idee. Io, Dimensio, chiedo la tua mano, mia amata Darla. Forse, con la nostra unione ricorderai tutto ciò che è stato perduto.”

"…Dimensio…sono veramente lusingata, ma io non sono Darla.” Sussurrò Ren col cuore a pezzi.

"Ma cosa dici? Sei una Senza Faccia come me. Il tuo viso e i tuoi occhi sono uguali ai miei! Hai la giusta personalità, devi essere Darla!”

Ren scoppiò in lacrime. Per tutto questo tempo aveva creduto che Dimensio l’avesse amata per quella che era, ma la crudele verità era che l’aveva amata solo perché credeva fosse Darla. Odiava a morte Darla perchè la prendeva in giro continuamente per vestirsi come il mago. Sapere che Dimensio stesse facendo tutto questo per Darla l’ha uccisa dentro.

La ragazza si allontanò di scatto da Dimensio. Il principe era confuso da questo comportamento. Provò a riavvicinarsi, ma lei indietreggiava ancora. La fangirl cominciò a piangere più forte.

"Dimensio…per tutto questo tempo…hai creduto che fossi Darla?" Ren lo guardò negli occhi, “Hai pensato che fossi quella tizia verde che gestisce il ristorante? Rispondimi, Dimensio…” Cominciava a singhiozzare tra le parole, “…ma io non sono Darla. Non sono neanche una Senza Faccia.”

"Cosa intendi? Certo che sei una Senza F-"

"STAI ZITTO, DIMENSIO!" Le urlò contro, "…non dire più niente."

Prese una manica del suo costume e la usò per asciugare le lacrime. Quando guardò nuovamente Dimensio, notò che la sua espressione era cambiata: era sconvolto. Metà del trucco della ragazza era andato, mettendo in mostra il suo vero volto. Il sogno del principe di aver finalmente ritrovato Darla si era trasformato in un orribile incubo. Vedere il suo sguardo la demoralizzò ancora di più.

"Mi dispiace, Dimensio. Ti amo con tutta la mia anima e tutto il mio cuore. Farei qualunque cosa per te. Morirei per te! Ma a quanto pare, questa cosa non ha più senso. Non penso di meritare più di stare con te.”

La cosplayer si fece avanti e gli diede il Libro del Destino, aperto ad una pagina su cui lei aveva disegnato da poco.

"Ti avevo disegnato un altro mostro. E’ persino meglio di Dimaleck. Fai di me ciò che desideri. Non merito di stare più nella tua gloria perché penso di essermi approfittata di te.”

Dimensio non sapeva più cosa pensare. Non riusciva a distogliere lo sguardo dalla ragazza sofferente. Dopo un lungo sospiro, diede uno sguardo al disegno: un pupazzo a molla dall’aspetto demoniaco. I suoi occhi passarono dall’essere carichi di tristezza a carichi di odio. Dopo un altro sospiro, fece apparire una piuma d’oca tinta d’inchiostro.

"Mi hai deluso grandemente, cara Dimensia. Approfittarsi del proprio padrone è alto tradimento…però, non desidero distruggerti o darti il game over. Desidero solo che tu soffra. Per come sei adesso, non potrai mai sconfiggere i fratelli Mario…”

Dimensio cominciò a scrivere in cima al disegno il nome “Renèe”.

"Il tuo nome si scrive con due E, dico bene?”

"Corretto, mio signore." La ragazza non osava alzare lo sguardo.

"…Ecco…per essere stata fedele ai miei ordini risparmierò la tua vita…ma per la tua incoerenza cambierò totalmente la tua forma. Finchè vivremo entrambi, non desidero più vederti.”

"Capisco…ma ciò non mi farà smettere di amarti, Dimensio.”

"Lo so bene…" Dopodichè chiuse il libro.

Cominciò istantaneamente. Il corpo di Ren era invaso dal dolore. Le lacrime scorrevano liberamente sul suo viso mentre si spaccava la pelle. Ad ogni cambiamento, la ragazza urlava sempre di più. Dimensio assistette solo ai momenti iniziali del processo per poi ritirarsi nella sua camera ignorandola completamente.

"Ti chiamerò quando ne avrò bisogno…prima d'allora…voglio restare solo.”

 





 

 

ANGOLO DELLA PSICOPATICA

EHHHHHH NON VE L’ASPETTAVATE, VERO?
HIHIHI, eccovi il regalo dell’anno nuovo: il capitolo intero XD.

Ci vediamo all’anno nuovo, come due mattoni messi insieme per costruire un edificio! (cos?!)

CIAO! AHAHAHA

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Capitolo 19
*** Capitolo 11, prima parte - La scatola delle illusioni ***


Capitolo 11: La scatola delle illusioni 
 

(Caos in tutta la sua bellezza <3)




"Tranquillo Luigi, mi reggo in piedi. Va meglio."

"Come va la mano, signor Blumière?"

"Ha conosciuto giorni migliori. Quantomeno quel coso non me l’ha mutilata.”

"…Ma le tue mani non sono attaccate al corpo…quindi tecnicamente sono già mutilate.”

"Mi fai morire, Mario."

Erano ormai rimasti solo in quattro. Mario, Luigi, Blumiere e Darla stavano continuando la loro scalata verso Castel Dimensio. Luigi e Blumière ascoltavano con attenzione mentre Darla e Mario raccontavano di come Ruby, da mostro in procinto di divorarli, divenne il loro piccolo animale domestico e in cambio, questi raccontarono di come Pugnazzo e Mimì sconfissero le loro controparti disegnate e di come Luigi aveva salvato Volix dal lavaggio del cervello.

"Oh, wow! Ma è fantastico!" Disse Darla volando verso Luigi, "Addirittura hai preso il corpo di Marlin sulle spalle per difenderlo da Volix? Eroico!”
"Sì, è stata una cosa fatta senza pensarci, normalmente tendo ad esitare su tutto. Non avrei mai creduto che sarei riuscito a tenere testa a quel mago potente.”
"Grande, fratè!" Esclamò Mario dando una pacca sulla spalla al fratello, "Sei molto più eroe di quanto pensano che tu sia effettivamente.”
"Grazie, Mario."

"Aspetta un secondo, eravate convinti che Volix fosse morto e in qualche modo è stato riportato in vita grazie alle tue lacrime…-AH!”
Il Gasthium non fece in tempo a finire la frase che ricevette una gomitata ben assestata su una costola da Luigi.

"Tutto bene, Blumière?"
"Ma guarda, direi di no!” Disse Blumière fulminandolo con lo sguardo.
"Fossi in te, mi prenderei dei funghi per quella costola rotta,” Consigliò Luigi mettendosi una mano alla bocca per trattenere la risata.
"Oh…ma grazie mille per il prezioso consiglio, Luigi."
"Ma prego, il consiglio è la mia specialità."

Dopo questo reciproco scambio di battute ironiche, i quattro aspiranti eroi raggiunsero le periferie della città. Erano ben visibili alcuni edifici abbandonati e quelle che ormai sembravano delle rovine archeologiche in una grande vallata. Alla fine di quest’ultima, si poteva intravedere Castel Dimensio in tutta la sua sontuosità. Le bandiere dell’immensa architettura erano mosse da una brezza leggera.
"Oh, cavolo. Quella torre centrale non finisce mai.” Affermò Luigi nel suo vano tentativo di scorgere la cima del castello.
"Ve l’avevo detto," sospirò Mario, "e ci scommetto tutto che alla cima di quella cosa ci sia Dimensio e quella pazza di Ren.”
"E pensare che ebbi la chance di riprendere quel libro.” disse Luigi calciando con rabbia una scatola di pop corn, “E’ tutta colpa mia se adesso quella strega è così potente.”
"Non darti colpe, Luigi. Per qualche strana ragione, quella ragazza è più interessata a piacere a Dimensio che a diventare potente. Voglio dire, voler morire per un pazzo psicopatico? Mi sembra esagerato.”

Darla rimase in silenzio. Mentre Luigi e Mario parlavano di Ren, lei non riusciva a smettere di pensare a come quella mentecatta stesse cercando di portare via da lei il suo amato. Chiuse gli occhi e fece scendere una lacrima. All’improvviso, la donna in verde sentì la dolce mano guantata di Blumière sulla spalla. A quanto pare la stava guardando per tutto questo tempo.

"Tranquilla, Darla. Faremo di tutto per aiutare Dimensio. Sai, con gli anni ho capito che lui un tempo era un bravo ragazzo e ha bisogno di te. Quando era un mio sgherro, non la smetteva di parlare di te quando era solo. Un giorno lo sentii mentre diceva che un giorno avrebbe ritrovato una persona, ma non avevo idea che quella fossi tu. Perciò, permettici di salvare Dimensio.”
"Grazie, signor Blumière. Significa molto per me."

I quattro eroi continuarono per la strada che conduceva al castello. Man mano che si avvicinavano incominciava a fare sempre più freddo, al punto che Luigi iniziò a tremare.
"B-blumière, ma è sempre stato c-così freddo qui?”
"No, Luigi, non è mai stato così. Fantastico, ciò può significare due cose: o le emozioni di Dimensio si stanno riversando sull’ambiente circostante o quel matto ha invocato il Cuore Oscuro.”
"Non puoi essere serio!” Disse Darla quasi urlando, "Perché vorrebbe mai fare una cosa del genere?"
"Il Cuore Oscuro è lo strumento definitivo per obliterare ogni dimensione. A quanto sembra questo mondo non gli è mai andato bene. Se riuscisse a creare un nuovo Vuoto, non penso ci sarebbe speranza di fermarlo.”
"Per il fatto che i Cuori Puri sono da capo a Svoltadilà?” Chiese Mario con profonda delusione nella sua voce.
"Quello…ma anche per il fatto che il Cuore Oscuro sarebbe invocato dal Libro del Destino. Ciò dà al cuore forza aggiunta. Inoltre…chiunque riuscisse a controllare quest’ultimo sarebbe diventato mentalmente instabile. Voglio dire…Dimensio lo è già, non voglio immaginare come possa diventare con il completo controllo del Cuore Oscuro.”

A Luigi vennero in mente diverse domande. Mentre era fuso con Dimensio e il Cuore Oscuro, non aveva più controllo di sé stesso.  L’idraulico rivolse lo sguardo verso la sua mano, in basso e la fissò.

"Blumière…ho sentito che solo gli appartenenti alle famiglie reali dei Senza Faccia possono usare il Libro del Destino…e so anche che usarlo porta l’utilizzatore ad incattivirsi. Come mai io invece non sono stato corrotto?”
"Non so proprio. Il Libro del Destino è stato creato da Gilgamesh e niente di ciò che fa lui è buono. Il fatto che tu non sia stato corrotto non me lo so spiegare.”
"Ok…Blumière, in realtà avrei anche un’altra domanda.”
"Ma certo, dimmi, signor Luigi."
"…da dove viene il Cuore Oscuro?"
Ancora una volta, il Ghastium si zittì all’improvviso. Sapeva perfettamente da dove venisse quel cuore malvagio. Dopo un sospiro profondo incominciò a parlare.
"Non giudicarmi per queste mie conoscenze."
"Tranquillo, non giudico.”
"…il Cuore Oscuro esiste dall’alba dei tempi, persino prima che sorse la Tribù degli Antichi e poi quella dell’Oscurità. Il servo Caos, un essere informe che compariva ovunque veniva invocato, aveva come cuore il “Cuore Oscuro”, a quel tempo ben visibile da tutti. Col tempo, entrambi le tribù chiamarono il demone stesso “Cuore Oscuro” perché questo era l’unica cosa ben distinguibile sul suo corpo.”
'…se non fosse stato per la stella Igy che a suo tempo staccò il Cuore Oscuro da Caos, quest’ultimo sarebbe ancora in giro a portare discordia nell’universo. Una volta fatto questo, il demone si divise in altre due parti. La Tribù dell’Oscurità vide ciò come una grande opportunità. Usando il Profeticus, i servi di mio padre sigillarono l’anima e la mente di Caos all’interno del libro e rinchiusero il Cuore Oscuro in un’altra dimensione.”
"…ehm…cosa potrebbe accadere se qualcuno riuscisse a prendere il potere di uno dei tre?”
"Sai già cosa è capace di fare il Cuore Oscuro.”
"Sì, ma voglio dire, cosa possono fare ad una persona la mente e l’anima di Caos?”
"…l’unico modo per saperlo è averne un pezzo nel proprio corpo. Ma di una cosa sono certo…mio padre un tempo mi raccomandò di non leggere mai il Profeticus perché credeva che quei frammenti corrompessero l’anima della persona che avrebbe letto il libro. Purtroppo, non sono stato l’unico ad averlo letto…sono sicuro che qualcuno l’abbia fatto prima di me…e credo proprio che quella persona fu proprio Dimensio, tanto tempo fa.”
A Luigi vennero i brividi nel sentire tutto questo discorso.
"Blumière…m-ma…Caos può…t-tornare in qualche modo?”
"…purtroppo…sì. Nel caso in cui venissero nuovamente fusi il cuore, l’anima e la mente di Caos…questo ritornerebbe alla sua massima potenza. E se tornasse lui…anche gli altri tornerebbero…quindi…” Blumière non riusciva a pronunciare qualunque cosa avesse ancora da dire in quanto una brutta angoscia lo assalì improvvisamente, “…sarà la fine.”

Prima che Luigi avesse tempo di reagire a ciò che aveva appena sentito, un’immensa onda energetica si diresse verso di loro a partire dalla torre del Castello portando i quattro eroi di faccia a terra. Collassarono anche diversi edifici.

"Mamma mia, ma che cacchio era quella roba?” Strillò Mario rimettendosi in piedi.
"E che ne so? In ogni caso abbiamo perso fin troppo tempo. SPICCIAMOCI!”
Blumière volò più veloce che poteva verso il castello e gli altri rimasero dietro. Stranamente Luigi non riusciva a muoversi a causa di una strana e brutta sensazione che gli opprimeva il petto.
"Luigi, sbrigati" Gridò Mario in lontananza.  
"Arrivo…" L’uomo in verde, ripresosi da quella sensazione poco dopo, si affrettò per raggiungere i suoi compagni.  

Se qualcuno vedesse dall’alto i quattro paladini della giustizia, vedrebbe soltanto quattro puntini blu, rossi e verdi che si muovevano ad alta velocità per salvare le proprie vite. La realtà era che stavano cercando di salvare un’altra vita proprio nel castello davanti a loro. Avvicinandosi sempre di più al Castello, Mario e Blumière si fermarono improvvisamente mentre Darla e Luigi continuarono a camminare.

"Darla, Luigi, fermatevi!" Mario li avvisò un po’troppo tardi in quanto gli altri due avevano appena sbattuto la testa contro la barriera del castello. La botta fu così forte che svennero.
"Ah, giusto per ricordarvi…c’è una barriera intorno al castello.”
"Ma và, capitan Ovvio," Disse Luigi, "Sarebbe stato carino essere avvisati PRIMA che colpissimo quella cacchio di barriera.”
"Almeno non sei andata a sbattere contro la fan.” Disse Mario ridacchiando.
"…ma statti zitto.” Sussurrò Luigi mentre si grattava il naso nel suo tentativo di rialzarsi da terra. Non si rese conto che Darla stava sotto di lui finchè si sedette sulle ginocchia dandole aria. “Oh cavolo, Darla!”
Luigi nel panico sollevò la testa della malcapitata e la coprì con un pezzo di stoffa preso dalle maniche. Dopodichè la prese in braccio.
"Meraviglioso, Darla è incosciente e non possiamo entrare.”
"Ci deve essere un modo. Quella pazza non può essere l’unica che può entrare e uscire dal castello.”

"Peccato per voi…” Disse un giullare dalla voce molto familiare, "Lo è."

All’istante, i tre si voltarono verso quella voce per incontrare lo sguardo di niente di meno che Dimensio che fluttuava in alto sulla torre. Questa volta, gli eroi erano davvero convinti che fosse il vero Dimensio: aveva un aspetto più mascolino e la sua faccia si muoveva (quindi non indossava una maschera). Con un sorriso più maligno che mai, il mago affascinante li stava fissando.  

"Oh, ma guarda…non mi aspettavo che voi tre sareste mai riusciti ad arrivare qui. In realtà mi aspettavo dei veri eroi, non due insulsi idraulici e un fantasmino pimpante.
"Dimensio, dov’è quella tua serva psicopatica adesso?" Chiese Blumière incuriosito.
"Oh, sta facendo un bel pisolino. Dopo tutto, mi ha servito così bene e non mi è più utile.”
"Ah, quindi la ucciderai?” Disse Luigi con tono di rassegnazione.
 "In realtà no…ma voi tre sì."
Blumière, Mario, e Luigi si guardarono tra di loro mentre il giullare disse quest’ultima cosa. Dimensio non la smetteva di ridere.
"Cosa c’è? Siete confusi? Tipico di voi imbecilli. Capite sempre in ritardo, ma poco importa. E’ solo questione di tempo finchè riuscirò ad ottenere ciò che voglio.”
"Il Cuore Oscuro," Puntualizzò Mario stringendo i pugni, "Quel cuore è stato bandito da tutti i mondi. Non puoi più invocarlo, fattene una ragione!”
"Quanto sei ingenuo, mio coraggioso idraulico in rosso. Vedi, al contrario del Profeticus, il Libro del Destino prende il suo potere dalla stessa forza che alimenta quella del Cuore Oscuro. Con questo posso fare ciò che voglio e invocare qualunque cosa desideri!”
"Ma se non sai disegnare manco una mela!” Commentò Luigi in modo sarcastico.
Blumière mise una mano sulla bocca dell’idraulico per fargli smettere di ridere. Tutto ciò infastidì Dimensio, il quale assunse un’espressione di puro odio. Alzando la mano, il mago creò una sfera di energia e la lanciò verso Luigi e Blumière. Per fortuna, anche grazie all’aiuto di Mario, l’attacco non andò a buon fine. Nessuno aveva mai visto Dimensio esplicitare così tanto il suo odio, eccetto che con Blumière.
"Ne ho abbastanza del vostro umorismo spicciolo.” Disse Dimensio cercando di mantenere la calma. Non serve saper disegnare per invocare il Cuore Oscuro. Ho imparato da Dimensia che è sufficiente un’impressione di ciò che si vuole disegnare per ottenere un buon risultato. Non ho bisogno di aiuto per migliorare le prestazioni dei disegni. Anzi, a dire il vero non ho bisogno di nessuno.”

Gli occhi di Darla si aprirono lentamente vedendo sfocato. A quanto pare la voce di Dimensio l’aveva svegliata.

"Dim…Dimensio?"
Il giullare sentì la sua voce tenera e cominciò a fissarla. Il suo sguardo arrabbiato sparì del tutto per poi assumere un’espressione allarmata. Luigi si spostò per fare in modo che Dimensio potesse vedere meglio Darla.
"Ti sembra familiare, Dimensio?”
Il mago rimase impalato senza parole per un tempo che sembrava infinito. Dai suoi occhi cominciarono a scendere delle lacrime.
"N-non…può essere! E’ D-d-aaaa,” Si mise una mano sulla fronte e indietreggiò, “Non è lei, stupido…ma…dev’essere-Sei stato già ingannato una volta. Non farti ingannare di nuovo, ragazzo mio!”
Gli eroi erano sconvolti nel vedere Dimensio parlare da solo e delirare. Questo “spettacolo” durò diversi minuti.

Riprese a sorridere.

"Ah, ha, ha, ha, ho capito cosa volete fare. Mi volete convincere che quest’impostora sia Darla così che io possa consegnarvi il Libro Del Destino.”
"Non ti stiamo ingannando” Urlò Mario, "Questa è veramente Darla!"
"Dimensio," Darla si era svegliata del tutto, "Sei veramente tu, Dimensio?"
"Risparmiami le tue sceneggiate, donna in verde. Ne ho abbastanza.” Detto ciò, Dimensio rimise il libro nel poncho e uscì una scatolina con una maniglia rotta sul lato.
"Dimensio, ma sei tu!" Darla uscì allo scoperto e si girò verso il mago fluttuando, "Dimensio, per favore, fermati! Ferma questa follia!”
"Follia, dici? Io trovo magico tutto questo, invece. Una volta che il Cuore Oscuro sarà stato invocato, ti farò vedere io cos’è un vero spettacolo, mia piccola impostora.”
"MA QUESTO NON SEI TU! COSA TI HA FATTO QUELLA STREGA?!” Ormai Darla stava cominciando a piangere, “Hai totalmente dimenticato le cose che ti rendevano felice? Non sai più chi è il tuo popolo, il tuo vero popolo? Hai dimenticato i tuoi amici? La tua famiglia? NON TI RICORDI PIU’ DI ME? RISPONDIMI, DIMENSIO!”
"Ah, quante domande senza senso.” disse il mago fingendo uno sbadiglio, “La tua recita è commovente ma non abbastanza. Mi hai fatto perdere tempo.” Dimensio sorrise nuovamente mentre giocherellava con la scatolina rotta, “Comunque mi è piaciuta la recita, quindi ho deciso di darti un piccolo premio di consolazione, un giocattolo demoniaco!”

Il giullare si levò in alto e gettò la scatola per terra. Man mano che cadeva, questa ruotava sempre più velocemente e aumentava di dimensione. A contatto col suolo, l’oggetto raggiunse l’altezza di tredici piedi e causò un mini-terremoto. La scatolona era di color lilla con quattro gemme incastonate ai lati della scatola. In ogni faccia del cubo era incisa una grande D. La maniglia rotta divenne di puro argento con un rubino incastonato alla fine.  

"Bene, è tutto per oggi. Spero vi godiate la mia amichetta. Alla prossima, ciao!”

Dimensio ridacchiò per l’ultima volta prima di sparire nel buio. Un’aura oscura calò nel circondario mentre la scatolona cominciò a suonare “Lo Spettacolo Definitivo”. Da quel momento gli eroi si convinsero che qualcosa di grande e terribile stava per accadere.
E non poteva essere più vero.
 
 
ANGOLO DELLA TRADUTTRICE PSICOPATICA PEGGIO DI REN
MA BUONASERA SIGNORI E SIGNORE, SONO TORNATA DOPO EHM…6 MESI…che tristezza *sigh
La buona notizia è che da oggi in poi pubblicherò più spesso perché ho più tempo libero.
La cattiva è che non penso che capirete benissimo la backstory di cui ha parlato Blumière (perché sarà meglio approfondita nel secondo capitolo della sua trilogia, purtroppo incompiuta)
Comunque, se avete domande, non esitate a chiedere…

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Capitolo 20
*** Capitolo 11, seconda parte - La scatola delle illusioni ***




(Il disegno non è di Dordtchild ma rende bene l'idea, link: https://www.deviantart.com/art/Reborn-739183736 )

Al suono dell’ultima nota, il coperchio della scatola si spalancò e da esso spuntò fuori un pupazzetto demoniaco a forma di giullare. Questo era praticamente uguale a Dimensio, a parte per il fatto che aveva delle lunghe zanne e occhi più stretti. Come tutti i Senza Faccia, le grosse mani erano staccate dal resto del corpo. La creatura ballonzolava sulla molla a cui era attaccata con un’espressione non molto allegra.

"M-mario, dobbiamo scappare.” Gridò Luigi, tremando dalla paura.
"Anch’io la penso come te!"        

I quattro eroi scapparono in direzioni opposte e la scatola provò ad inseguire l’ultimo che aveva visto. Ovviamente Luigi. Con ogni salto, il pupazzetto riusciva a percorrere una distanza di tre metri e faceva tremare così forte la terra da far crollare gli edifici che lo circondavano. L’idraulico non aveva speranza di scampare alla morte.

Prima che Luigi venisse inesorabilmente schiacciato dalla scatola delle illusioni, questa fu rallentata da diverse sfere energetiche lanciate da Blumière e Darla. In un niente, la scatola cadde da un lato e non riuscì più a muoversi.

"Tutto qua?" Disse Blumière sorridendo in modo sarcastico, "Non è molto potente come mostro."
"Ed è anche stupido per me!” Intervenne Mario da terra.  
"…Raga…STA TORNANDO!" Luigi riprese a correre.

Non solo la scatola si era risollevata, ma era diventata anche più veloce di prima: con un solo salto riusciva a coprire una distanza maggiore. Con uno di questi salti, Darla fu colpita in pieno e andò a sbattere contro Luigi. Ad un certo punto però, la scatola si fermò improvvisamente.

"Non si muove più!” Esclamò Darla mentre aiutava Luigi a rialzarsi.
"Nah, vedi che tra poco si riprende. Il pupazzo si sarà incastrato in qualche ingranaggio interno.”

E aveva ragione. In poco tempo, il pupazzo tornò alla sua originale posizione all’interno e della scatola per poi tirare un forte pugno sul manto stradale, rompendolo.

Luigi atterrò non molto più lontano dal cratere lasciato dal giullare di pezza a causa del suo pugno e provò a rialzarsi il più velocemente possibile. Purtroppo, appena rialzato, l’idraulico fu afferrato da una delle mani del pupazzo.  Avendo difficoltà a respirare per la forte presa, l’uomo in verde fece del suo meglio per gridare aiuto mentre il pupazzo si sporse per osservare in dettaglio la sua preda.

"Ah…p-piccola…scatolina…non far del m-male al p-povero L-luigi…t-ti prego.”

Appena l’idraulico pronunciò il suo nome, l’attitudine del mostro cambiò: le sue pupille si allargarono ed elargì un sorriso non maligno, ma di pura gioia. Dopodichè, la creatura emise un suono simile a quello di un gatto quando fa le fusa. Lentamente Luigi si avvicinò, in quanto aveva capito che la creatura non voleva fargli del male.

"N-non mi vuoi più uccidere?"

Il pupazzetto ritrasse la mano dal corpo di Luigi e continuò a fare le fusa. Senza che Luigi riuscisse a fuggire, la creatura prese a strattonargli il naso e altre parti del corpo. Sentendosi violato, l’idraulico provò nuovamente a scappare senza successo per poi guardare la creatura dritto negli occhi.

"MARIO, AIUTAMI!" Gridò Luigi mentre il mostro gli pizzicava le guance. "MI STA STRATTONANDO TUTTO!”
"LU…IGI…LU…IGI!" Faceva eco la scatola, in estasi, "LU…IGI…LU…IGI!"
"Ma che cav-!?" Esclamò Mario ridacchiando dal tetto di una casa, “Ma perchè sta accarezzando Luigi?”
“VELOCE, HO BISOGNO DI AIUTOOO!"
"Strana questa cosa." Intervenne Blumière, allontanandosi nuovamente dal disegno.

A quanto pare, la creatura si era invaghita di Luigi. Gli altri restarono  impalati a guardare mentre il pupazzetto continuava a strattonare il povero idraulico.  

"PERCHE’ VE NE STATE LI’? AIUTATEMI!”
"Ma non ti sta facendo del male!” Intervenne Darla, “Sembra che ti voglia bene!”
"MA CHE DICI?" Urlò Luigi nei suoi aneliti di libertà, "MI STA LETTERALMENTE MOLESTANDO!!"

Improvvisamente, Mario prese la rincorsa e si lanciò dall’edificio su cui era salito per poi afferrare il cappello penzolante del mostro. Di contro, la creatura riuscì a scrollarselo di dosso immediatamente dondolando la testa. Luigi era sotto shock.  

"AIUTO, NON NE POSSO PIU’!" Continuava a gridare l’idraulico.

La creatura fissò Mario con uno sguardo pieno di odio e rabbia per poi aggrappare quest’ultimo con la sua mano libera. Per un lunghissimo minuto, l’uomo in rosso tenne fisso lo sguardo negli occhi del giullare.
Dopo un po’, qualcosa apparve nell’occhio color ambra della creatura: un’immagine sfocata di una donna. Mario strizzò gli occhi per vedere meglio e ad un tratto tutto fu chiaro.

"MAMMA MIA, MA QUELLA E’ RE-AHHHH!” L’eroe non riuscì a terminare la frase in quanto fu scaraventato improvvisamente a terra.

Per un po’, Mario non potè vedere nulla di definito, la sua vista era offuscata e si sentiva debole. Preparandosi a caricare, la scatola aveva intenzione di schiacciare l’eroe con la sua grande molla. Darla e Blumière lo imploravano di rialzarsi ma non riusciva a sentire nulla, neanche i salti del mostro.

"OH, MERDA!" Mario si spostò di scatto prima di essere schiacciato, una volta ripreso coscienza all’ultimo secondo.  

Ancora una volta, il mostro provò ad afferrare Mario con una mano. Correndo all’impazzata, l’eroe fece cenno a qualcuno di sollevarlo da terra. Blumière venne in suo soccorso e lo alzò a diversi metri dall’asfalto. Dopodichè Mario si accinse a lanciare delle sfere di fuoco sulla molla della scatola delle illusioni, anziché sul mostro.

"Mario, cosa stai cercando di colpire?" Urlò Blumière.
"La molla!"
"Ma perchè non la mano per liberare Luigi?”
"Perchè non voglio far troppo male al mostro.”
 "Cosa?"
"Blumière, quel disegno è Ren!"

Luigi, intanto, continuava a subire molestie del mostro (o meglio, dalla mano di Ren). I suoi continui movimenti stavano generando elettricità nel corpo dell’idraulico fino a che fu abbastanza carico da riuscire ad effettuare un attacco.  

"FULMINE!"

In un flash, Luigi rilasciò tutta l’elettricità accumulata nel suo corpo. La creaturà urlò per l’eccessivo voltaggio che stava attraversando il suo corpo (e di certo il fatto di essere collegato ad una molla metallica non l’aiutava affatto). Dopo poco, del fumo cominciò ad uscire dal cappello e Luigi fu rilasciato. Poco prima che quest’ultimo toccasse terra, Darla lo prese attutendo il colpo.  

Incapace di muoversi, la scatola delle illusioni riusciva solo a dondolare leggermente. A quel punto, Mario (sorretto da Blumière) si avvicinò e colpì la molla con così tante sfere di fuoco da fonderla.  La creatura urlava sempre di più, consapevole di non potersi più muovere come prima . In quello stato, il mostro a malapena riusciva ad assumere una posizione eretta. Era il momento dell’attacco decisivo. Blumière lanciò Mario per le gambe, e questo, con velocità di meteora, sferrò un potente calcio rotante sul mostro, il quale balzò altrettanto velocemente indietro.  La scatola viaggiò ad una velocità assurda e niente riuscì a fermarla…niente, eccetto la barriera di Castel Dimensio.

Con un urto potentissimo, la scatola collise con la barriera. In quest’ultima si cominciarono a formare delle crepe sempre più numerose finchè si sentì un forte suono di vetro che si rompeva con frammenti di materiale magico che uno ad uno si erano sparsi per il terreno. La barriera era stata distrutta in mille pezzi.

"VAI, FRATE’!" Urlo gioioso Luigi.
"Grande, Mario!" Si aggiunse Darla.

Mario e Blumière atterrarono e osservarono il disastro appena compiuto. In lontananza si sentiva un pianto di dolore: il pianto della scatola. I quattro eroi si avvicinarono a Ren e cercarono di darle conforto accarezzandola. Persino Darla, che aveva sempre odiato la sosia di Dimensio, si dispiacque della condizione della povera donna e la rassicurò.  

"Tranquilla, Ren. Ti prometto che non ti faremo più del male.”
"E’ tutto ok. Non piangere più, ti serve tempo per guarire.”

Detto cio, il mostro chiuse gli occhi e abbassò la testa e Darla tornò dagli altri.

"Si riprenderà prima o poi?” Chiese Luigi.
"Non ne ho idea. Non mi aspettavo che Dimensio sarebbe mai arrivato a fare questo.”
"Dimensio è imprevedibile. Non è capace di pietà nello stato mentale in cui si trova.” Disse Blumière dando una pacca sulla spalla a Darla, “Tranquilla. Fermeremo questo disastro.”
"Ragazzi, la barriera non c’è più!" Disse sorridendo Mario, "Ren deve averla rotta con l’impat-“

Diversi fulmini squarciarono il cielo. Cominciò a soffiare un forte vento e nuvole minacciose divennero ben visibili nel cielo sopra Castel Dimensio. Istantaneamente, Luigi avvertì un’aura malvagia e cominciò a tremare.

"Raga, sento una forte malvagità nell’aria…qualcosa di molto familiare.”
"Non c’è più tempo da perdere. Muoviamoci!” Incitò Blumière mentre si diresse verso l’entrata del castello.

Dopo Blumière, entrarono nel fabbricato Mario, Darla e poi Luigi. I quattro eroi si apprestavano così  ad affrontare lo scontro finale in un’oscurità a cui non si era assistito da trentacinque anni.
 






 

ANGOLO DELLA PAZZA CHE FINALMENTE HA RICOMINCIATO A SCRIVERE

Yeeeee, ve l’avevo promesso che sarebbe stato sfornato subito il capitolo. Tenetevi forti che stanno arrivando i capitoli caldi! E recensite se non volete una Ren giullarosa in casa =)
 

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Capitolo 21
*** Capitolo 12, prima parte - Vieni a me, Cuore Oscuro! ***


Capitolo 12: Vieni a me, Cuore Oscuro!


(Ritratto del Conte Ashtros, padre di Blumière, fatto da Dordtchild, link originale: https://dordtchild.deviantart.com/art/Father-of-Blumiere-Ashtros-200990807)



 
Mimì stava guardando in direzione della tempesta. L’impetuoso vento le faceva sollevare i capelli in modo quasi violento. Era rimasta fuori un bel po’ prima di essere chiamata.

"Mimì, torna subito dentro! E’ pericoloso stare fuori.”
"Arrivo subito, Signor Volix." La ragazza lentamente rientrò attraverso il buco nella parete del ristorante e si sedette ai piedi del letto dove giaceva Marlin, il povero guerriero incosciente con ferite in tutto il corpo, “Si riprendererà?”
"Non possiamo esserne certi”,  disse Volix mentre appoggiava uno straccio bagnato sulla fronte di Marlin, “Ho eseguito tutti gli incantesimi necessari per farlo rimanere in vita. Non so se ce la farà.”

"Ce sta quarcosa da magnà?" Interruppe improvvisamente Pugnazzo mentre rovistava nel magazzino del ristorante, "Tutta quaa corsa e quaa lotta m’hanno sederenato!"
"In questo momento non credo proprio. Con tutti quegli zombie là fuori non penso sia saggio andare a cercare del cibo.” Intervenne Nastasia mentre aiutava Volix.
"Ma io non voglio morire di fame! Sarebbe il peggior modo per morire!” I lamenti di Mimì di certo non contribuivano positivamente al clima generale del gruppo.
"Fossi in te non mi preoccuperei molto, signorina Mimì, visto che presto tutto morirà. Non ho visto una briciola di cibo da quando siamo qui. Non vedo più nemmeno le persone. E’ come se tutto stesse scomparendo improvvisamente.” Aggiunse Volix asciugandosi la fronte con la manica della camicia, “Ho esaurito tutta la magia. Caspita, è difficile la guarigione in questo mondo.”
"Tranquillo Volix, hai fatto del tuo meglio. Devi solo riposarti dopo tutto quello che hai passato.” Detto questo, Nastasia abbracciò il povero mago. “Sono felice che tu possa provare di nuovo le emozioni. Mi sei mancato molto.”
"Anche tu, amore mio."

Intanto Pugnazzo guardava con disappunto Nastasia e Volix baciarsi e tenersi per mano. Assistere a questo spettacolo ed essere di per giunta ancora innamorato di lei non era di certo idilliaco. Per un attimo distolse lo sguardo dalla coppia e restò a fissare il pavimento pieno di polvere finchè non fu chiamato dalla mutante.

“Ah, Mimì…”
"Sembri depresso. Che ti è successo, Pugnà?”
"Nun so depresso" Ribadì il guerriero girandosi verso di lei, “so solo deluso da me stesso.”
"Aw, ma ti piaceva Nassy, giusto?” Disse la ragazza ridacchiando.
"Sì, me piaceva Nastasia.” Continuò Pugnazzo dopo un lungo sospiro. “Quando l’ho encontrata a’ prima vorta cor conte, ho sentito quarcosa de speciale pe’ lei. Nun me fraintende, so sempre n’omo de guera, ma me sento triste che nun la posso bacià io.”
“Uh, che dolcino!" commentò la mutante saltando sulla testa del guerriero, “Ma perchè non ne parlasti con lei dall’anno scorso?”
"Eh, nun c’avevo un gran tempismo, solo che…m’ha fermato una vorta che j’ho chiesto d’uscì na baa sera. No’ ‘o so, nun ero na mia forma mijore ar tempo.”  
"Sarà, ma alla fine non conta, Pugnazzo. Ormai le cose stanno così. Vedrai che riuscirai incontrare una da baciare tutto il giorno.” Concluse Mimì ridacchiando.
"Me basta, Mimì" Disse Pugnazzo con un certo tono di irritazione, “Ar mommento so più preoccupato pe'r conte. Che fine ha fatto? Speramo che Mario e Luigi se la cavano.”
"Non tifi anche per quella tizia Senza Faccia?” Chiese Mimì tentennando.
"Pure lei, ma nun riesco a capire come ce se po' innamorà così de Dimensio"
"Ma soprattutto spero che quella Ren abbia ricevuto quello che si meritava. L’ho sempre odiata quella lì.”
"C’ha ragione."

Detto questo, Pugnazzo tornò a rovistare da qualche altra parte lasciando Mimì da sola in sala. Dopo pochi secondi entrarono nella stanza Nastasia e Volix.

"Mimì, noi usciamo, puoi restare qua a controllare Marlin?” Disse Volix.
"Cos-dove andate?"
"Andiamo a vedere se ci sono degli avanzi in qualche cassonetto o supermercato, però è ancora necessario tenere Marlin sotto controllo, lo farai tu?”
"Ottimo, e così sono sempre l’ultima ruota del carro…” Si lamentò la mutante.  
"Qualcuno deve pur prendersi cura di Marlin, e siccome Pugnazzo non è nei paraggi…per favore Mimì, fallo per lui.”
"…e va bene." Concluse Mimì con riluttanza

Quindi, ancora una volta, la mutante rimase da sola. Si sedette ai piedi del letto in cui era steso Marlin e si mise a giocare con una gemma. Quando la noia colpisce, colpisce duro e lei diventava sempre più impaziente e irritabile.

"MA IO MI ANNOIOOO! Ci deve pur essere qualcosa da fare!”
In un gesto di disperazione, la mutante scagliò una gemma contro la parete più vicina ma finì per incastrarsi nella cornice dello specchio di Volix. Guardando quest’ultimo le venne un’idea, forse esisteva un rimedio alla noia. Per un attimo, guardò in direzione di Marlin poi dello lo specchio per poi guardare di nuovo Marlin e infine di nuovo lo specchio.  
"…Tecnicamente starei nella stessa stanza del tizio, quindi lo sto tenendo d’occhio…se Mario e Luigi hanno potuto usare lo specchio, perchè io no?” Pensò la ragazza.
Ritrovatasi davanti allo specchio, Mimì posò una mano sulla sua superficie e, in un’istante, le balzarono davanti agli occhi milioni di immagini e scene che si susseguivano alla velocità della luce. Questa, a detta della ragazza, era l’occasione buona per sapere una cosa che avrebbe sempre voluto sapere ma che non ha mai avuto la possibilità di chiedere prima.

"Mostrami il passato di Dimensio.” Urlò allo specchio la mutante con voce squillante.

In un niente, davanti ai suoi occhi apparvero  diverse scene risalenti al passato del principe. Con uno sguardo di disappunto, guardò anche diversi momenti della vita di coppia di Darla e Dimensio e altro ancora, di anno in anno. Alla fine della “proiezione”, la ragazza era rimasta abbastanza colpita su come nettamente sia cambiato il mago, dal passato ad oggi.

Dopo poco dopo, all’improvviso, un altro evento fu riprodotto sul retro dello specchio: era una scena non estranea alla mutante. La scena era ambientata in un castello simile a Castel Cenere. Dimensio stava fluttuando da solo vicino ad una finestra e stava spiando un litigio familiare in un giardino vicino.

'Blumière, non prendere quel libro, il suo potere non lo sapeva gestire nemmeno i nostri antenati! Per favore, figliolo mio, non immergerti in quella oscura profezia!”
'Una vita senza Farfalà non ha più senso. Non posso vivere senza di lei!”
'BLUMIERE, FERMATI!'
Dimensio stava osservando la scena con sguardo compiaciuto. Osservò Blumière aprire le pagine del libro maledetto e consumarsi nell’oscurità. Blumière, o meglio il Conte Cenere, ora sfoggiava una risata folle mentre suo padre si allontanava da lui.
'Blumière, stupido idiota, che cosa hai fatto?'
'Blumière non esiste più, ora esiste solo il Conte CENERE!” Rispose il Conte con sguardo fiero.
'Idiota, il libro ti ha bruciato il cervello! Ti stai scavando la fossa!” Disse il padre allontanandosi sempre di più da un figlio che non sentiva più suo da tempo ormai.
'Bleh, heh, heh, heh, BLEAH, Il Conte Cenere non ha bisogno di un verme come te! Con questa profezia, tutti i mondi cesseranno di esistere!” Detto questo, il Conte si buttò su suo padre prendendogli la gola.
'GAAAUCK, BL-BLUMIERE!' Il padre colpì violentemente il terreno tentando disperatamente di sfuggire all’imminente morte per strangolamento, 'f-fermati…Bl-blum…ière…'
Più cercava di fermare suo figlio, più questo rafforzava la presa. Quest’ultima fu allentata solo quando il padre del Conte infine giaque sul pavimento incosciente.
'Consumerò tutti i mondi. Senza Farfalà niente ha più senso. Distruggerò tutto e sarà come se niente fosse mai esistito, constatò il Conte Cenere!”

Il Conte sfoggiò un’ultima risata prima di flippare in un’altra dimensione. Dimensio era contento che quest’uomo avesse ucciso colui che molto tempo fa disintegrò la sua razza. Il giullare sorrise e si accinse a volare via…prima che fosse fermato dal vecchio Conte in fin di vita.
Dimensio sussultò nel vedere il Ghastium in procinto di rialzarsi. Dimensio sapeva cosa sarebbe accaduto se fosse rimasto lì impalato, quindi si teletrasportò altrove.

Finì così la proiezione. Mimì era rimasta alquanto scioccata da tutto questo ma allo stesso tempo voleva saperne di più. La mutante stava per fare una nuova richiesta ma una mano le toccò improvvisamente la spalla: era Volix tornato dalla città.

"Mimì, cosa ti ho detto riguardo al non toccare lo Specchio dell’Agonia?” Volix era parecchio arrabbiato con lei, "Dopo quello che è successo a Luigi, non possiamo permetterci altri feriti!”
"Oh, scusaaaaaaaaa! Ma mi stavo annoiando PARECCHIO!” Rispose Mimì nel tentativo di giustificarsi, “Tu e Nassy non tornavate mai!”  
"Non è una buona scusa Mimì." Ribattè Nastasia, "Ti avevamo esplicitamente chiesto di prenderti cura di Marlin. Eri responsabile se gli succedeva qualcosa.”
"Lo so, ma ho visto una cosa inquietantissima nello specchio!"
"Potrei chiedere cosa, signorina Mimì?"
"Ho visto il Conte strangolare suo padre!”

Nel sentire quest’ultima frase, le pupille di Volix e Nastasia si dilatarono dal terrore. Nessuno aveva parlato loro della morte di Ashtros. Guardando lo specchio, Volix spostò gentilmente Mimì e avvicinò una mano all’oggetto magico senza toccarlo.
"Specchio dell’Agonia, riproduci nuovamente l’ultimo ricordo che la tua magia ha avuto modo di far riportare in vita.”

E così il ricordo fu riprodotto. All’ultima scena, però, Nastasia e Volix rimasero sconcertati e si misero una mano alla bocca tremanti dalla paura. Mimì non capiva cosa stesse accadendo ai due. Solo alla fine, Volix farfugliò qualcosa.

"N-…non può essere…Il Conte Ashtros…è ancora vivo!"

Tornando ai nostri quattro eroi, Mario e co. stavano percorrendo una lunghissima scala a chiocciola. Per Mario erano quasi peggio delle scale infinite nel castello di Peach. Diverse volte, Blumière e Darla dovettero aspettare che Mario e Luigi li raggiungessero.

"S-stupide…scale!" Borbottò Luigi.
"Mamma…mia…troppi…troppi…gradini." Disse Mario per poi cadere per terra.

Con fare riluttante, Blumière e Darla presero i due eroi sulle spalle e li trasportarono fino alla fine della scala. Dopo circa trecentomila gradini, i quattro eroi sfiniti si ritrovarono di fronte ad una porta enorme. Quest’ultima presentava molte linee curve in altorilievo e chicciole bianche. I malcapitati si guardarono a vicenda. Darla era cupa in volto e temeva il peggio oltre quella soglia.

"Sii forte, Darla. Lo sei stata fino ad ora. Siamo tutti in questa brutta situazione." Disse Mario dando alla giovane Senza Faccia una pacca sulla spalla, "Ce la faremo insieme."
"Non possiamo tornare indietro proprio ora. Ce l’abbiamo quasi fatta.” Aggiunse Luigi stringendo i pugni.
"Vuoi essere forte…per Dimensio?" Domandò infine Blumière.

Dopo un po’ di esitazione, la ragazza accennò un sorriso per poi afferrare la mano di Mario. I quattro insieme spalancarono la porta e misero piede in quella che sembrava una grande arena. Il vento era terribile in quella notte eterna a quella altezza. Dei fulmini diedero luce alla solitaria figura in fondo all’immensa sala.
Stava canticchiando un motivetto che solo Darla sembrava conoscere. Il suo canto emanava vibrazioni maligne nell’aria ed era sempre peggio man mano che ci si avvicinava a lui. Dopo essersi avvicinata, Darla gridò: “Dimensio, ma cosa stai facendo?
 
 
 


 

ANGOLO DELLA PAZZA CON UNA TASTIERA TRA LE MANI

Eccoci con un altro capitolo, un po’ filler e un altro po’ backstory…la parte interessante verrà subito dopo, tranquilli. Andiamo verso i capitoli caldi, quelli per cui questa fanfiction è famosa: i tre stadi dello scontro finale contro Dimensio (quei disegni sono famosissimi)! Ci siamo quasi, tenete duro (e mentre tenete duro, recensite) hihihihhi.
CIAO

Starlow632

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Capitolo 22
*** Capitolo 12, seconda parte - Vieni a me, Cuore Oscuro! ***



Dimensio non rispose, semplicemente continuò inerme il suo canto come se fosse in trance. Sembrava anche che stesse parlando con il Libro del Destino che teneva stretto tra le mani. Dopo un violento tuono, Darla gridò ancora una volta:
“Dimensio, rispondimi! Perchè stai facendo tutto questo? E’ pura follia!”
“Darla, lascialo stare…sta più di là che di qua.” Sussurrò Mario, “Ma che cacchio sta dicendo?”
“Sta cantando nella nostra lingua…” Rispose la donna tremando, “Sta dicendo:
'Parlo all’oscurità mentre muore la luce. Parlo di odio, vendetta e orgoglio. Sarò fedele  al mio capo ma in segreto lavorerò a modo mio per far trionfare il buio. In quest’ora disperata ti comando di fare la tua parte, forma il Vuoto. Vieni a me, Cuore Oscuro'.

Numerosi fulmini squarciarono ancora una volta il cielo e il vento divenne così forte da far quasi volare la torre. All’improvviso, il giullare si voltò verso di loro con il suo solito sorriso.

“Oh! Ebbene siete tutti qui, ottimo tempismo, devo ammettere!”
“DIMENSIO, COSA HAI APPENA FATTO?” Gli urlò contro Blumière
"Ah, ha, ha, ha, ah, sì. E’ sempre stato esilarante assistere al tuo bel visino pieno di paura! Non vedi lassù? E’ il Vuoto che invaderà tutti i cieli!  Mi meraviglio di te, Blumière, tu più di tutti dovresti conoscere com’è fatto il Vuoto.”

Luigi si aggrappò al muro per non volarsene col vento. I tuoni erano così rumorosi da non poter riuscire a comunicare senza urlare.

“DIMENSIO, PER FAVORE, FERMATI! PER FAVORE, NON INVOCARE QUEL CUORE MALEDETTO!” Gridò Darla aggrappata a Mario per non essere trasportata dal vento.
"E’ troppo tardi, mia piccola attrice. Una volta che il Vuoto raggiungerà il suo massimo splendore, niente potrà fermarlo, neanche io. Oh, quanto sono stati vani i vostri sforzi.”
"SEI COMPLETAMENTE PAZZO, DIMENSIO!" Urlò Mario dalla rabbia.
"Oh, ecco che ricomincia a chiamarmi così. Non sono pazzo, sono semplicemente…” Detto questo, il giullare sfoggiò il suo sorriso più maligno, “…malvagio. Oh, sentite i dolcissimi rantoli del Vuoto, adesso!”

A quel punto, tre fulmini interruppero la conversazione e il vento cessò di soffiare. Il Vuoto si allargò a dismisura e, davanti agli occhi di tutti, un cuore nero spuntò dal suo centro: era il Cuore Oscuro.

"Bello, vero?” Disse Dimensio mentre  si incamminava verso quel malvagio cuore, “Il più grande strumento per cancellare dall’esistenza tutti i mondi. Oh, bentornato mio dolce cuore, per più di un anno ti ho desiderato ed ora sei di nuovo qui con me.”

Luigi intanto tremava come una foglia. Quell’aura fredda e malvagia che emanava il cuore Oscuro gli dava la nausea e in più sentiva che l’artefatto era diventato più potente che mai. Era chiaro che qualcosa era cambiato, e di certo non in meglio.

"M-Mario-"
"Lo so, Luigi…per una volta…la sento anch’io.”

Stranamente nessuno riusciva a scagliarsi contro Dimensio. Il potere del Cuore Oscuro li aveva paralizzati. Darla scoppiò in lacrime con il cuore che le stava per scoppiare, non avrebbe mai immaginato che Dimensio fosse caduto così in basso.

"Cosa sono questi musi lunghi, miei ospiti? Guardatevi, le vostre facce sono da fotografia…immobili come il padrone comanda. HAHAHHAHAHHAH”
"Non ti permetterò di utilizzare di nuovo mio fratello  per i tuoi scopi, sono stato chiaro, Dimensio?” Constatò Mario mettendosi davanti a Luigi.
"Mario…" Luigi era rimasto meravigliato dalla difesa del fratello.  

Dimensio scoppiò a ridere. Non aveva mai riso così tanto nella sua vita e ciò...confuse tutti. Gli eroi si guardarono l’un l’altro per poi fissare nuovamente il giullare davanti a loro.

"Perchè stai ridendo?"
Il mago per un attimo interruppe la sua risata e si asciugò una lacrima dagli occhi.
"Ma chi l’ha mai detto che avrei usato di nuovo Luigi?”
"Hai invocato il Cuore Oscuro. Entrambi i profeticus citano Luigi come il candidato ideale per il Cuore Oscuro.” Intervenne Blumière.
"Ah, hai ragione. Quei libricini dicevano questo effettivamente…ma che importa? Quei libri sono dei falsi!” Rispose Dimensio fissando Blumière con sorriso sarcastico.

In effetti, il Ghastium aveva dimenticato che entrambi I Profeticus in realtà non profetizzavano un bel nulla perchè è sempre possibile cambiare le sorti degli eventi tramite le azioni individuali.

"…Allora…se non userai Luigi…quale sarà il nuovo candidato per il Cuore Oscuro?” Chiese Mario.

Dimensio sorrise e prese il Libro del Destino dal poncho. Una volta evocata una penna con la magia, il mago cominciò a disegnare sul retro del libro. Se c’erano cose che Dimensio sapeva effettivamente disegnare, questi erano i coltelli. Una volta chiuso il libro, un elegante coltellino apparve sotto gli occhi di tutti. A quel punto Luigi capì.

"Oh, no…" Luigi ricominciò a tremare, "Dimmi che non fai seriamente."
"In che senso, Luigi?" Chiese Mario girandosi verso di lui.
"In quel libro…vidi un fumetto. Fino ad ora, tutto ciò che era disegnato lì si sta avverando perché Ren, essendo lo Scrittore della Profezia l’ha reso realtà…in quel libro…vidi una pagina in cui Dimensio evocava il Cuore Oscuro e…u-usava se stesso come ospite.”

In quell’istante, tutti quanti fissarono Dimensio che ora stava ridendo più forte di prima.

"Per essere l’eterno secondo, mio caro Luigi, sono stupito! Personalmente non sarei riuscito a spiegarlo meglio.”
"MA E’ DA PAZZI!" Urlò Blumière, "SE USERAI TE STESSO COME OSPITE DEL CUORE OSCURO TU…"
"Blah, blah, blah, sono stanco delle tue baggianate, mio Conte. Giuro di aver perso più neuroni dai tuoi inutili lamenti che dall’idiozia di Pugnazzo.”
"TI SCONGIURO, DIMENSIO, NON FARLO!" Urlò Darla in lacrime, "E’ UN SUICIDIO!"
"Ah, ha, ha, ha, oh, miei piccoli celebrolesi, vi ricordo che il Cuore Oscuro l’ho già utilizzato. Luigi non è morto, e nemmeno io. Con il mio nuovo potere, sarò grande come una volta, come quando ero un principe…è tempo di riprendermi l’onore che giustamente mi spetta!”

Ignorando gli avvertimenti degli altri, Dimensio si levò in alto col Cuore Oscuro e cominciò a parlargli.

"Oh, grande e potente Cuore Oscuro…Io sono ciò che porto dinnanzi a te e io sono ciò che rimarrà. Magnifico Cuore Oscuro, immenso e pieno di potere, fin’ora hai solo avuto modo di conoscere l’Uomo in Verde come tuo recipiente, ma a tuo dispiacere è risultato inefficiente. Ancora una volta sei apparso e ancora una volta richiedi un corpo che ti ospiti. Cuore Oscuro, pieno di magia oltre ogni comprensione, offro me stesso come corpo che ti contenga in cambio del tuo pieno potere…FAI DI ME TUTTO CIO’ CHE DESIDERI!

Detto questo, il giullare si piantò il coltello nel petto.

Il sangue cominciò a cadere a fiotti dal petto di Dimensio. Quest’ultimo non solo si era tagliato ma stava scavando una cavità nel suo petto della stessa forma del Cuore Oscuro. Una volta completato, il cuore malvagio entrò perfettamente all’interno del petto del mago e vomitò sangue come se non ci fosse un domani, cadendo pure sugli eroi.
Una volta accaduto questo, una grande luce investì la stanza e i quattro non videro per un po’ cosa stesse accadendo, riuscivano solo a sentire una risata tremendamente malvagia che avrebbe fatto rabbrividire ogni essere vivente.

Dopo che la luce era ormai scomparsa, gli eroi rividero Dimensio (che non cessava di ridere) e ne furono esterrefatti.

Il suo aspetto era totalmente cambiato: il Cuore Oscuro l’aveva trasformato in un principe-giullare. Non indossava più il suo solito poncho con pantaloni neri e scarpe abbinate. Ora indossava un corpetto con un mantello a strisce viola e gialle e delle coulotte che scoprivano delle calze anch’esse a strisce. In ognuno di questi elementi del guardaroba erano presenti dei punti cuciti in modo disordinato.
Ma non fu questa la cosa che diede all’occhio…
Bensì fu la faccia di Dimensio. La forma era tutto sommato la stessa ma i suoi occhi emanavano pura follia e malvagità. Da questi partivano delle crepe che si estendevano per tutto l’arco sottocigliare. Il Dimensio che Darla aveva conosciuto non esisteva più.


"Dimensio, perchè lo hai fatto?” Fu l’unica cosa che disse.
 

 

ANGOLO DELLA TRADUTTRICE IN HYPE

Benissimo, siamo infine giunti ai capitoli caldi!
I prossimi sono quelli che avete aspettato da quasi due anni!
In ogni caso, sintonizzatevi domani perché c’è una sorpresa per voi! Hihhihihih

CIAO! <3

Starlow632

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Capitolo 23
*** Capitolo 13 - Dimensio Oscuro, il principe-giullare (Stadio I) ***


Capitolo 13: Dimensio Oscuro – il principe-giullare (Stadio I)


(Il principe Dimensio: https://www.deviantart.com/dordtchild/art/The-Jester-Prince-176040984)

 
"Santa mamma" Sussurò Luigi avvertendo con gran forza le vibrazioni malvagie emanate da Dimensio, “M-m…Mario, la sua aura…è fredda come il ghiaccio…mi sta facendo gelare le vene.”
"Sì, Luigi, la sento anch’io questa volta.”
“Dimensio…amore mio…" Sospirò Darla mettendosi le mani alla bocca nel disperato tentativo di trattenere le lacrime. Purtroppo la sua tristezza era palese e non si poteva nascondere in alcun modo.  

Dimensio, intanto, smise improvvisamente di ridere e mostrò un volto estenuato. Lentamente, il giullare si allontanò da dove si trovava poco prima per poi fermarsi ad un centimetro dal pavimento bianco e nero. Le sue vibrazioni malvagie si facevano sentire, erano persino più forti di quando si fuse con Luigi. Si era trasformato in un vero essere demoniaco. Pieno di sé, il mago si portò indietro le lunghe estremità del cappello.

"Che ve ne pare del mio nuovo straordinario, appriscente, affascinante e mortale aspetto? Sono certo che vi ho lasciati tutti senza parole. Siii, fondermi col Cuore Oscuro ha effettivamente cambiato il mio aspetto esteriore, e in meglio devo dire!” Esordì Dimensio danzando e ridendo a mezz’aria, “Oh sì, sento il mio nuovo potere scorrere glorioso nelle mie vene ad ogni battito del Cuore! Il MIO Cuore! Oh, che grandiosa sensazione! Devo dire che mi sono superato questa volta!”
"Sei solo diventato più psicopatico, Dimensio. Il tuo cervello ormai sta più di là che di qua. Aspetta, oppure sei solo più egocentrico, non so dirti.” Intervenne sarcasticamente Mario, “Perché non hai più quella gonnellina che avevi l’altra volta? Almeno eri più credibile prima.”

Prima che l’eroe avesse avuto modo di farsi una grassa risata, Blumière gli chiuse la bocca. L’intenzione però fu ben colta dal principe-giullare, il quale si sentì parecchio provocato.

"Ti capisco, la forma raggiunta nell’ultima fusione non era alquanto...consona per un effettivo combattimento. In effetti hai ragione, commisi un madornale errore la scorsa volta,” Detto ciò Dimensio tornò a sorridere e si levò in alto, “Nell’altra occasione non fusi correttamente il Cuore e l’ospite, perciò il Cuore Oscuro non raggiunse il suo massimo potenziale.”
“Certo, il Profeticus Tenebrae affermava che Luigi era il miglior candidato per il Cuore Oscuro…ma ciò mi sembrava veritiero prima di comprendere che quella profezia era un falso. Il cuore e la mente di Luigi erano troppo puri per essere usati come ospite del Cuore Oscuro. Ma adesso questo minuscola svista è ormai superata in quanto ora il mio potere è una cosa sola con quello del Cuore Oscuro.”
"Ma dai, pensi che questa forma sia meglio? Non farmi ridere!” Rispose Mario preparandosi alla battaglia imminente, “Sei più pazzo di prima e verrai sconfitto allo stesso modo. Hai solamente cambiato la fusione, non il potere in gioco. Questa non è più Svoltadilà, Dimensio; le leggi di questo universo sono differenti! Vedrai che distruggeremo il Cuore Oscuro come l’altra vol-AAUGH!”

Mario si allontanò di scatto da dove stava per scansare un’enorme sfera energetica. Dopodichè l’eroe si guardò indietro e vide che il cemento si era completamente spaccato nel punto in cui è andato a segno l’attacco. Ancora una volta Dimensio sfoggiò una folle risata e volò verso il centro dell’arena.

"Oh, sei davvero pieno di te, Mario. La tua arroganza sarà la causa della tua disfatta,” Detto ciò il principe-giullare formò diverse sfere energetiche intorno a sè, “A quanto pare avete tutti bisogno di una bella lezione per imparare a servire il vostro nuovo principe. Il vostro tradimento vi ha appena condannati a morte. Ora morirete tutti…con la magia!

Pronunciate queste parole, il mago scagliò numerose sfere energetiche e Mario dovette correre all’impazzata per tutta l’area della torre per schivarle. A sorpresa dell’eroe in rosso, Dimensio era diventato molto più potente: prima era in grado di scagliare per volta solo tre sfere energetiche, con la nuova trasformazione addirittura dodici! Inoltre era diventato molto più veloce: Darla e Luigi non riuscivano in alcun modo a raggiungere il principe-giullare per sferrargli un attacco e Blumière fece un tentativo ma non solo fallì miseramente, in quanto Dimensio si teletrasportò in tempo, ma quest’ultimo riuscì a riapparire di fronte al Ghastium e lanciarlo contro una delle colonne di pietra che reggevano la struttura della torre.

Le cose non andavano bene nemmeno per Luigi. Ques’ultimo era considerato uno dei migliori corridori del Regno dei Funghi ma nonostante ciò non riusciva ad avvicinarsi in alcun modo a Dimensio. Ogni volta che l’uomo in verde ebbe l’inziativa di saltargli sopra, il principe si sarebbe teletrasportato dietro di lui e, prendendolo per le gambe, l’avrebbe scagliato contro Mario. Ben presto, i due fratelli si ritrovarono estenuati e quasi privi di forze.   

Blumière, stranamente, sembrava quello che se la stava cavando meglio di tutti. La sua magia gli permetteva di difendersi flippando e respingendo alcuni attachi. Con alcuni incantesimi, riusciva solamente a rallentare il principe-giullare ma siccome quest’ultimo era protetto dal Cuore Oscuro, nessun attacco funzionava veramente.

"NIENTE FUNZIONA QUI!" Urlò Blumière mentre evitava le numerose sfere energetiche.
"Oh, ma certo che niente funziona, caro Conte!" Disse Dimensio apparendo dietro Blumière, "A malapena ti funziona il cervello!"

Purtroppo al Ghastium è bastato solo un calcio dietro la schiena da parte di Dimensio per essere messo al tappeto per poi essere scagliato contro una statua con la sua effige. Con l’impatto, Blumière sentì il cemento spaccarsi, il vetro del suo monocolo cadde per terra e la sua mantella volò via con la forza del vento. Prima che avesse la possibilità di rialzarsi, il Conte si ritrovò con un piede ben pressato sul suo petto. Alzò gli occhi e vide lo sguardo oscuro di Dimensio che lo osservava compiaciuto.  

"Ti ho sempre detto che non potevi nulla contro di me. Eccoti per la seconda volta ai miei piedi in assoluta agonia. La scorsa volta avrai avuto la tua piccola Consilia, ma ora né lei né i Cuori Puri ti potranno mai salvare. In passato hai distrutto le mie speranze e ora sono qui per distruggere le tue. Le tue promesse erano come delle piccole e mortali pillole zuccherate!” Constatò gioioso Dimensio mentre premeva sempre più forte sul petto del Ghastium.

Con un polmone ormai rotto, Blumière cominciò a soffocarsi nel suo stesso sangue, il quale cominciò a fuoriuscire dalla bocca. Dimensio, alla vista di tutto ciò, non riusciva a smettere di ridere.

"Che peccato…eri veramente la meraviglia di tutti. Un tempo eri quel glorioso Conte che usò il Profeticus Tenebrae per aprire il secondo Vuoto, ora invece sei solo un piccolo e indifeso Ghastium in fin di vita. Oh, non preoccuparti. Riferirò alla tua piccola amante che sei stato sconfitto implorando la morte per mano mia e io, da misericordioso padrone, ho accettato di buon grado.”
"Sei…un…p-p…pazzo…p-psicopatico …"
"Lo so, per questo sono magnifico, ora muori-AUGH!"

Prima che Dimensio ebbe modo di uccidere Blumière, una sfera energetica verde colpì il principe dritto in fronte, scagliandolo contro una parete vicina. Darla si ritrovò di fronte al mago con pugni serrati e uno sguardo pieno di ira.

 "Darla," Gridò gioioso Mario alzandosi finalmente da terra, “Ti sei decisa a combattere?”  
"Non è più il mio Dimensio…non più.” Sussurrò Darla con espressione infuriata e voce soffocata dal pianto, “Combatterò finchè il Cuore Oscuro sarà distrutto.”
"Ma morirai se combatterai con noi…” Aggiunse Luigi mentre cercava di aiutare Blumière a reinserire le sue costole fuoriuscite dal torace, “Dimensio non si ricorda più di te!”
"E allora morirò aiutandovi!"

Dopo qualche secondo, Dimensio riuscì a riprendersi e tornò a volare, ma questa volta non aveva più il suo consueto sorriso bensì uno sguardo deluso in quanto non avrebbe mai creduto che uno degli eroi sarebbe riuscito a mettere a segno un attacco contro di lui.

"Furba…attaccarmi alle spalle? Darla farebbe così, in effetti.”
"Perchè sono Darla, in effetti" Rispose la donna formando un’altra sfera energetica, “E proprio perchè sono Darla farò di tutto per farti vedere la verità, anche a costo di infilartela a forza in quella testa dura che ti ritrovi!”
Dimensio ridacchiò e si teletrasportò altrove diventando invisibile. Darla non abbassò la guardia: tra la pioggia e il vento che imperavano riuscì a sentire un’eco nel bel mezzo della tempesta.
"Darla, o no, Senza Faccia, o no, non posso più tornare indietro sui miei passi. Se combatterai contro di me morirai insieme agli altri.”
Darla sentì il classico suono del teletrasporto di Dimensio.
"E tu sarai la prima a morire, piccola poser.”
Darla si mosse con grande tempismo e scagliò una sfera energetica boomerang dalle trecce dei suoi capelli colpendo il principe-giullare in pieno volto. Nonostante il forte dolore iniziale, quest’ultimo riuscì nuovamente a teletrasportarsi.
"Hai paura di affrontarmi, Dimensio? Conosco tutti i tuoi trucchi, le tue abitudini, i tuoi motivi…mostrati e combatti, Dimensio!”
"Pensi di conoscere i miei trucchi, mia piccola poser…ma in realtà ritengo che tu sappia molto poco di me, te lo dimostrerò tra poco…”
Il principe riapparve, ma questa volta con ben quattro cloni. Immediatamente Darla fu calciata da uno di essi dietro la schiena spingendola verso un altro clone che fece lo stesso, il tutto ripetuto otto volte. Dopodichè i cloni scomparvero e la donna cadde per terra.

Prima che Dimensio sferrasse l’attacco definitivo per uccidere Darla, Mario comparve dal nulla e lo sbattè sul pavimento in cemento armato tenendogli le sue mani legate. A quel punto Mario diede fuoco all’abito regale del principe con delle sfere di fuoco. 
"GAUGH!" Urlò Dimensio che dopo vari tentativi era riuscito a liberarsi dalla presa di Mario, "CALDO, TROPPO CALDO!"

Pochi millisecondi dopo e Dimensio si teletrasportò nuovamente agitandosi come un forsennato per spegnere il fuoco che era in procinto di incendiare i suoi guanti e le maniche dell’abito. Gli eroi, intanto, osservavano lo spettacolo in parte contenti, in parte impauriti perché avvertirono (soprattutto Luigi) che le vibrazioni malvagie di Dimensio stavano aumentando sempre di più.

"Sembra che tu abbia più potere di quanto sia stato portato a credere.” Affermò il principe scuotendo la parte inferiore del suo mantello per estinguere del tutto il fuoco, "A quanto pare sei migliorato dalla nostra ultima battaglia.”
"Beh, do del mio meglio." Disse l’idraulico sistemandosi il cappello, "E tu a quanto pare sei diventato più ridicolo dall’ultima che ci siamo incontrati.”
"Ridicolo?"
"Ha ragione Mario." Si intromise Blumiere che a malapena aveva ricominciato a fluttuare con Darla appoggiata sul fianco, “Non siamo noi ad essere migliorati, ma tu ad essere diventato più scarso.”

La rabbia di Dimensio cominciò a crescere.

"Odio ammetterlo," Aggiunse Darla come se sapesse dove volessero giungere gli altri con questa conversazione, “Ma anche le tue abilità da sovrano sono diventate piuttosto scadenti.”
"Mi fa ridere il fatto che tu ti definisca un principe." Intervenne Mario ridacchiando sotto i baffi, "Conosco un certo principe di Fagiolandia che è molto più bravo di te in quello che fa.”  
"E molti pensano che sia gay!” Commentò Luigi ridendo anche lui.

I fratelli Mario si stavano sbellicando dalle risate. Sapevano che il principe Fagiolino era un pessimo principe e paragonarlo a Dimensio era l’acume della commedia. Intanto Blumière guardò il principe negli occhi e sussultò: erano completamente colmi di malvagità, molto più di prima. L’obbiettivo di questi insulti era di convincerlo a rinunciare alla potestà sul Cuore Oscuro, non di farlo arrabbiare ancora di più.

"Pensi che sia peggio di quel principe di Fagiolandia? Pensi che non sappia ricoprire la mia carica di sovrano?” Chiese in maniera retorica Dimensio digrignando i denti.
"Guarda in faccia la realtà, Dimensio; sei molto più bravo a fare il giullare che a fare il principe. Sei proprio un pessimo sovrano.”

Improvvisamente delle scintille nere cominciarono a spuntare dal petto del principe-giullare. Il suo odio, combinato col potere del Cuore Oscuro, formò una minacciosa aura nera intorno a lui. La sua testa si inclinò leggermente e la faccia si spaccò ancora di più. Di scatto il mago chiuse i pugni e guardò gli eroi con sguardo omicida. Il suo respiro divenne più affannoso secondo dopo secondo e cominciò a tremare come una foglia.

"Quindi…ritieni che sia un pessimo sovrano…pensi che io sia un pessimo principe e re…osi bestemmiare il mio nome? Osi gettare fango sul mio onore?” La voce di Dimensio divenne tutt’un tratto sinistra e sfoggiò un largo sorriso, “Se non avete intenzione di rispettarmi in quanto vostro principe, mi rispretterete in quanto…VOSTRO DIO!”

Le piccole scintille nere che spuntarono dal petto di Dimensio cominciarono a ricoprire totalmente il suo corpo formando un massiccio fulmine nero. Quest’ultimo era accecante e gli eroi furono costretti a chiudere gli occhi per proteggersi. Le vibrazioni maligne aleggiavano ormai potenti nell’aria e un buio pesto sommerse del tutto la torre e il castello per poi dirigersi verso Manhattan.
Chiunque venne divorato da quel buio strisciante non potette vedere più niente intorno a sé, né potette più sentire voci urlanti nei paraggi. Nel frattempo, gli eroi di Manhattan caddero in una spirale di terrore.

 "Oh, buon Granbì," Esclamò Volix a pupille allargate.

Mimì e Pugnazzo osservarono il tutto a bocca aperta, senza commentare. Tutti gli altri non mossero un muscolo. Prima che l’oscurità ebbe modo di raggiungere Nastasia, quest’ultima esclamò:

"…E’…la fine."

Dopo un bel po’, Mario e gli altri ebbero di nuovo la possibilità di guardare. La prima cosa che videro fu il cielo: era completamente ricoperto dal Vuoto e la torre era l’unica cosa che nuotava in esso. Le vibrazioni malvagie erano ormai così forti che il cuore di Luigi divenne sul punto di scoppiare. L’uomo in verde rintracciò con la mente la fonte di questo male: non più il principe-giullare che avevano affrontato infinite volte ma un…demiurgo maligno. Come se sapesse leggere le menti altrui, anche Luigi esclamò le stesse ultime parole di Nastasia.


"…E’ la fine."
 
 
 
ANGOLO DELLA PAZZA IN VACANZA

Ah, sono tornata dal lungo coma…conosciuto anche con il nome di “vacanze estive”. Eccovi il capitolo tredici nella sua interezza, capitolo in cui assistiamo ad un Dimensio:
  Con il ciclo (non letteralmente lol).   Che si offende per ogni cosa.   Con la capacità di dissing andata a quel paese.   Figone.   Sadico come sempre.
Ottimo direi, no?  Ah, e poi abbiamo degli eroi debolucci che fanno i bulletti di quartiere.
Il bello deve ancora venire hihi.
Al prossimo capitolo un po’ lunghetto.

Ciao

Starlow632

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Capitolo 25
*** Capitolo 14, prima parte - Capitolo 14: Dimensio oscuro – Il demiurgo (Stadio II) ***


Capitolo 14: Dimensio oscuro – Il demiurgo  (Stadio II)


 
(Just Dimmy   link originale: https://www.deviantart.com/dordtchild/art/I-Am-A-God-162426676)
 

Apparentemente anche gli altri eroi notarono la reazione di Luigi e rivolsero lo sguardo nella direzione in cui era rivolto quest’ultimo. Davanti a loro non vi era più un giullare. Dimensio adesso, infatti, aveva un aspetto più…umanoide. Il suo viso era di forma umana e carico di malvagità, con degli occhi a mandorla e contornato da capelli lunghissimi raccolti in un nastro viola. L’unica cosa che stonava col suo aspetto umanoide erano le sue orecchie particolarmente lunghe e a punta, sicuramente ora poteva vantare un udito dieci volte migliore.

Anche i suoi vestiti erano stati totalmente cambiati. Il suo usuale abbigliamento da giullare era stato sostituito da una lunga vestaglia viola con contorni dorati e delle lunghe maniche che coprivano le braccia. I vecchi pantaloni neri del mago ora si fermavano all’altezza di stivali che arrivavano quasi al ginocchio. Infine, un grande anello era apparso sulla schiena del demiurgo. Questo si innalzava fin sopra la testa come se fosse un gigantesco sole dorato. Sull’oggetto vi erano tre eleganti simboli rappresentanti il fuoco, l’acqua e il caos. Dimensio era realmente diventato un demiurgo malvagio.

Alla vista di Dimensio gli eroi rimasero terrorizzati. Non tanto per l’aspetto (che non aveva granchè di spaventoso), quanto per il male che ora si poteva percepire: ormai aveva raggiunto livelli tali da farlo diventare impossibile da attribuire ad una persona che in passato era così tanto amata dal suo popolo.

"Oh, buon Granbì,” Pronunciò  Blumière a voce alta, “mai ho sentito così forte il Cuore Oscuro.”
"Anch’io," Intervenne Mario ingoiando saliva.
"Mamma mia," Sussurrò Luigi tenendosi una mano sul petto per l’immenso dolore, “…perchè…q-questa oscurità mi sembra…c-così…familiare?”

Luigi sapeva di aver avvertito già da prima un’oscurità così forte, ma per quanto si sforzasse, non riusciva a ricordare dove…finchè gli venne in mente la figura che gli era apparsa sullo Specchio dell’Agonia solo dodici ore prima. Le pupille dell’idraulico si dilatarono per il terrore, il suo cuore a battere all’impazzata.  

"…No…per favore…dimmi che non c’entra quel demone in questa storia…”

Un sorriso beffardo attraversò il viso del demiurgo Senza Faccia, il quale era totalmente preso e incantato dal suo nuovo aspetto. I suoi occhi color ocra incontrarono quelli celesti di Mario e cominciò a parlare con voce armoniosa e solenne.

"Sì…le vostre paure vi corrodono le vene come dei veleni letali iniettati da cento vipere. Oh, se solo vi sentiste come mi sento io in questo momento. La potenza che attraversa il mio corpo è immensa, finalmente il mio spirito è giunto a realizzare il significato della parola “potere”. Sìììì…questo magnifico potere, che cosa meravigliosa.” Esordì Dimensio.  
Ad ogni battito del Cuore Oscuro avverto un rinnovato aumento di supremazia. Ad ogni battito del Cuore Oscuro la mia anima ansima estatica di puro piacere…ad ogni battito del Cuore Oscuro, i battiti del vostro cuore si approssimano al momento della vostra dipartita.

"Sono solo io o la sanità mentale di Dimensio è partita del tutto dopo questa trasformazione?”  Chiese Luigi a Blumière.

"E’ colpa del Cuore Oscuro. Ha completamente corrotto la sua mente e non riesce più a realizzare i danni che sta facendo al suo corpo. Pensa che queste trasformazioni siano una cosa buona, ma presto o tardi diventerà qualcosa di spaventoso.”
"Era proprio questo che temevo-"

"Temevi  cosa, uomo in verde?" Chiese Dimensio beffardo sfoggiando un largo e psicotico sorriso, “forse che adesso, in questa forma, posso spazzare via ogni forma di vita? La sola radiazione che emano fa collassare i deboli e tremare i coraggiosi. Sii spaventato, certo che devi essere spaventato, perché io sono Dimensio, il dio dei giochi e origine di ogni distruzione!

Detto questo, Dimensio premette il simbolo del fuoco sull’anello usando il palmo della mano. All’istante, venti sfere energetiche (larghe il doppio rispetto a quelle della precedente trasformazione) apparvero intorno al demiurgo per poi essere scagliate contro gli eroi. Mario e Luigi se la cavarono abbastanza bene con le schivate mentre Blumière e Darla, già feriti dalla precedente battaglia, ebbero più difficoltà.

Se non fosse stato già terribile così, le sfere questa volta non venivano più dissipate al contatto con il terreno ma potevano rimbalzare in aria. Ogni volta che una delle sfere usciva dal campo, Dimensio ne avrebbe creato altre due per sostituirla. Ridendo di fronte alle sofferenze degli eroi, il demiurgo continuava a fluttuare in cerchio.  

"Interessante, i vostri volti mostrano profonda sofferenza ma nonostante ciò non avete alcuna intenzione di mettere fine alle vostre tribolazioni sottomettendovi a me…questo spettacolo di luce ed evasione è alquanto piacevole ai miei occhi. Ma come sarebbe se aggiungessi un’ennesima forma di magia in questo minestrone di bagliore e sudore?

Nuovamente, Dimensio premette un tasto sul suo anello, questa volta quello con il simbolo dell’acqua. All’istante, delle scatole traslucide apparvero per tutto il campo di battaglia. I Fratelli Mario nel panico cominciarono a correre come forsennati e ad arrampicarsi su varie colonne per sfuggire alla morte certa che sarebbe aspettato loro nel caso fossero stati intrappolati in una delle scatole. Più queste aumentavano, più era difficile schivare le sfere energetiche già presenti. Darla e Blumière, infatti furono colpiti più volte da queste ultime durante questa fase.

"Non c’è via di scampo!" Disse Blumière  tossendo, "O muori colpito da quelle cose o muori per le esplosioni!”

"Non voglio morire di nuovo con l’esplosione," Aggiunse Mario ormai stremato dalla corsa, "l’ultima volta che successe fu dolorosissimo.”
"T-tu m-moristi…" Disse Luigi con tono di voce scosso, "in un’esplosione? D-dov’ero io quando successe?"
"Eri già morto, Luigi. Ricordi che ti trovai nel Mondodigiù solo quando tu eri già morto?"
"Oh, sì…"

"E’ ridicolo," Sussurrò Luigi cercando di prendere fiato, "Come fa con una sola trasformazione ad essere molto più forte di prima?"
"E’ colpa di quello stupido anello. Ogni volta che Dimensio colpisce uno di quei bottoni coi simboli, il suo attacco aumenta di dieci volte…” Chiarisce Blumière, “Magari se riuscissimo a toglierglielo sarebbe molto meglio per noi…in fondo non deve essere così difficile, Dimensio è molto più grande di prima e sicuramente sarà meno veloce.”
“Giusto, ma il problema è che quell’anello sembra attaccato a lui.”  
"Allora l’unica cosa che potremmo fare è attaccare quell’aggeggio fino a che si rompe-“
"MARIO, STAI ATTENTO!"

Luigi si parò davanti a Mario per sviarlo dalla traiettoria di una gigantesca sfera energetica dalle sfumature nere e viola, e ci riuscì a costo della sua gamba destra. Dopodichè, Mario si rimise subito in piedi.

Dimensio si limitò a ridere nel vedere il povero Luigi per terra gemendo dal dolore. Questa volta toccando il simbolo del Caos, il demiurgo Senza Faccia scomparve per poi richiamare cinque Vuoti situati in punti precisi dell’arena.  Ovviamente questi erano molto più piccoli dell’enorme Vuoto che ormai aveva coperto praticamente tutto il cielo, ma non per questo erano meno minacciosi.

Blumière e Darla furono i primi a cogliere il senso di questi Vuoti. Da questi ultimi, infatti, cominciarono a spuntare delle massiccie sfere energetiche, persino più veloci di quelle incontrate dagli eroi fino a quel momento. Mentre il gruppo era intento a schivare tali sfere, ogni tanto si poteva vedere Dimensio usare i Vuoti per teletrasportarsi in varie parti dell’arena. Luigi, invece, si era nascosto dietro una colonna per riposarsi un po’ dopo quell’attacco che l’aveva lasciato ferito, ma non smise di osservare attentamente il modo in cui gli attacchi si susseguivano.

"...Ha uno schema preciso…" Sussurrò l’uomo in verde.

L’idraulico prestò grande attenzione ai movimenti di Dimensio. Provò a contare il numero delle volte in cui il demiurgo entrava in un Vuoto, da dove usciva e dove si dirigeva subito dopo. Questo conteggio rilassò enormemente Luigi approfittando del fatto che gli altri non si erano nemmeno accorti che si fosse nascosto. Giustamente Dimensio era più intenzionato ad uccidere Mario e Blumière che avere a che fare con un eroe di serie B. Avendo finalmente  capito lo schema, l’uomo in verde incominciò a ripeterlo nella sua mente.

"Sinistra…destra…destra…sinistra…destra…destra…destra…ripeti…HO CAPITO!"

Anche se ferito, Luigi fu abbastanza felice e soddisfatto della sua scoperta. Aspettò che Dimensio ripetesse nuovamente lo schiema e quando infine si presentò l’opportunità per attaccare, l’uomo in verde fece una corsa verso la parte opposta del campo. Ad ogni passo, il dolore alla gamba si faceva sentire ma non gli importava, non avrebbe più permesso che Dimensio facesse più alcun male a suo fratello e ai suoi amici.  

Nel momento in cui Dimensio spuntò fuori da un Vuoto, Luigi gli si aggrappò. La collisione tra i due causò la scomparsa dei cinque Vuoti sul campo di battaglia. Il demiurgo ebbe difficoltà a volare per via del peso dell’idraulico e per questo cercò in tutti i modi di allontanarlo con movimenti “spasmodici”.

"VIA DA ME, ESIGO CHE TU DESISTA DAL PROPOSITO DI TOGLIERMI L’ANELLO! Urlò Dimensio nel disperato tentativo di scagliare Luigi altrove. 
"VISTO, DIMENSIO? NON SONO POI COSI’ DEBOLE!" Rispose Luigi.
"STUPIDO IDRAULICO! LASCIAMI ANDARE O MORIRAI!
"NON PRIMA CHE TU MUOIA! TUONO!" All’improvviso, Dimensio fu percosso da numerose mini scintille.

Mario, Blumière, e Darla intanto osservavano inermi la scena. Di certo non avrebbero avuto la possibilità di raggiungerlì così in alto, né avevano la forza di farlo, però erano preoccupati per il fatto che i due stessero quasi per raggiungere il Vuoto nel cielo.
 
"Blumière, portami lassù!" Disse Mario temendo il peggio per Luigi.
"E’ impossibile, Mario. Il Vuoto è troppo grande e sicuramente se volassi a quella distanza ravvicinata verrei risucchiato!”
"Ma mio fratello sta lassù con un giullare psicopatico che crede di essere Dio! Verrà ucciso se non mi porti lassù!”
"Signor Mario, purtroppo nè il signor Blumiere nè io possiamo portarti lassù! Se interferiamo, peggioreremo solo le cose! Meglio rimanere qui.”

Intanto, nelle vicinanze del Vuoto, Dimensio continuava a muoversi  in modo sempre più agitato mentre Luigi continuava a stare saldo sull’anello (che stava pian piano cominciando a staccarsi dal demiurgo). Essendo l’oggetto attaccato alla schiena  di Dimensio, il suo distacco provocò forti dolori e il sangue cominciò a uscire a fiotti dal corpo della pseudo-divinità finchè si staccò del tutto e cadde al suolo insieme a Luigi con un rumore assordante. Per fortuna, ci pensò Blumière a rendere l’atterraggio più morbido usando se stesso come cuscino.

"Luigi, tutto ok?" Chiese Mario accompagnato da Darla.
"E’ stato più facile di quanto credessi. Ho avuto un atterraggio morbido."
"F-facile per te…" Ribadì Blumière con voce tremolante, “Ora, se non ti dispiace, togliti di dosso.”

Dopo che il Ghastium si liberò del peso di Luigi, i quattro eroi osservarono il demiurgo sanguinante e in lacrime con le mani dietro la schiena nel suo vano tentativo di lenire il dolore. 




ANGOLO DELLA PAZZA DOPO LE VACANZE

Eccoci con un altro capitolo caldo in cui Dimensio è più fumato che mai. Giovedì prossimo pubblicherò la seconda parte del capitolo che è anche la migliore. A presto...
Ciao...
Starlow632

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 14, seconda parte - Capitolo 14: Dimensio oscuro – Il demiurgo (Stadio II) ***


"Qualcosa non va, Dimensio?" Chiese Mario in modo palesemente ironico, “Hai un aspetto un po’ diverso senza il tuo piccolo anello della morte.”

Dimensio aprì un occhio fissando intensamente Mario che nel frattempo aveva fatto qualche passo verso di lui.  

"A quanto pare quell’anello era la tua unica fonte di magia. Non sei così forte adesso, giullaretto. Ti fai chiamare dio? Sappi che ho combattuto demoni peggiori di te.”

La rabbia di Dimensio ricominciò a ribollire.

"Mario, statti zitto, per favore…” Esortò Blumière non volendo che si ripetesse la situazione dell’ultima battaglia.
"Mio fratello è stato in grado di fermarti a mezz’aria. Un vero dio ci avrebbe obliterati sin dall’inizio di questa stupida battaglia. Un vero dio ci avrebbe semplicemente uccisi e non avrebbe usato trucchetti da bambini deficienti per sembrare più forte di quello che era.”
"Mario, smettila!" Intervenne Luigi , "Non provocarlo!"
"Ne, che fa? Ormai non può più attaccare, è quasi K.O e poi sono serio quando dico di aver affrontato demoni peggiori di lui.” Ribadì Mario cominciando a contare sulle dita delle mani, “Allora, Smithy il re di metallo, Culex l’angelo caduto proveniente da un’altra dimensione, la Regina delle Tenebre…”

A Mario vennero per un attimo i brividi pensando a quest’ultima.

"Ghignarda, Fagiolino quando perse la testa, Bowser (quando ci prova seriamente), Sogghigno e la Stella Oscura, l’alieno deficiente di Sararaland, il Conte Cenere…non offenderti Blumière.”
"Tranquillo…" Disse Blumière brontolando.
"Versioni ombra di me stesso e dei miei amici, draghi su draghi, e non dimentichiamoci di te, Dimensio. Non sei affatto diverso da prima. Il Cuore Oscuro ti ha solamente distrutto il cervello-“

Prima che l’idraulico avesse finito con gli insulti, Dimensio gli tirò un calcio ben piantato in faccia stendendolo al suolo. Mario non fece in tempo ad alzarsi che ne arrivò un altro, questa volta in pieno petto. Il demiurgo aveva accumulato un odio così intenso  da essere percepito benissimo anche dall’esterno.
I fulmini squarciarono il cielo. Qualcosa cambiò mentre Dimensio stava picchiando Mario, un qualcosa di oscuro e maligno che Luigi non era in grado di descrivere a parole. Mario intanto ormai giaceva nella parte opposta del campo, ferito e pieno di lividi. Ad ogni respiro sentiva i suoi polmoni bruciare e continuava a tossire sangue, questo formò , poco a poco, una grande pozza di sangue sul campo di battaglia. In un ultimo anelito di libertà, l’idraulico tentò per l’ultima volta a rialzarsi, solo per ricevere un ennesimo calcio sulla nuca che lo stese completamente. Quasi privo di coscienza, l’eroe guardò con un occhio il demiurgo: non aveva mai visto uno sguardo così pieno di odio in un essere vivente.

"…Dolore e tormento sono due termini riduttivi per descrivere cosa ho passato…Ho subito pesanti vessazioni, percosse, abusi, il mio cuore è stato fatto in mille pezzi più volte…ma non permetterò mai che un umano buono a nulla mi umili in questo modo. Sono ormai un dio…sono magnifico…io, Dimensio, l’ultimo della mia razza, mi farò un nome come riscatto della mia miserabile vita.

Detto ciò, Dimensio formò una sfera energetica nelle sue mani. Un sorriso folle e sinistro percorse il suo volto.

"Mario, con la tua morte, il Regno dei Funghi perderà la sua più grande celebrità. Perderà il suo protettore che ha permesso la pace in quella terra per così tanto tempo. Con la tua morte…io sarò il demone più famoso dell’universo…quindi…ciao.

Detto questo, il demiurgo cominciò a ridere in modo maniacale finchè si accorse che la sfera energetica da lui formata poco prima era improvvisamente scomparsa. Provò a formarne un’altra ma per qualche strano motivo non ci riuscì.

"Ma che-?!" Esclamò Dimensio dopo vari tentativi falliti di scagliare l’attacco che avrebbe ucciso definitivamente l’eroe, "La mia magia! Cosa cavolo è successo alla mia mag-…huh?”

Le braccia del demiurgo cominciarono a tremare convulsamente ma nonostante ciò, quest’ultimo continuò a tenerle alzate. I tremori ben presto si espansero in tutto il corpo trasformandosi in dolori lancinanti. Sulla pelle delle braccia, inoltre, cominciarono a formarsi delle crepe per poi cadere. Quest’ultimo inoltre si allungarono a dismisura. Anche le mani subirono una traformazione: le dita divennero quattro anziché cinque e le unghie crebbero formando dei lunghissimi artigli. Nel panico, Dimensio urlò:
"AUGH! Ma cosa-? Il mio braccio! Il mio braccio! BASTA! Fermati!"

Il demiurgo aveva ormai dolori in tutto il corpo. I tremori raggiunsero ben presto la schiena e il collo e quest’ultimo si allungò enormemente. Vi erano delle crepe in ogni centimetro della sua pelle. Mario si allontanò lentamente da lui in orrore. Ormai agonizzando dal dolore, Dimensio si allontanò dal campo di battaglia arrivando al limite estremo di quest’ultimo.

"NO, BASTA! IL MIO CORPO! IL MIO CORPO! COSA MI STA SUCCEDENDO? NON E’ QUESTO QUELLO CHE VOLEVO! PER FAVORE,BASTA! TI SCONGIURO, CUORE OSCURO!"

I denti del demiurgo furono il successivo oggetto di trasformazione: in un batter d’occhio divennero affilati e lunghi, così lunghi da compromettere la sua capacità di linguaggio. La vestaglia fu completamente lacerata scoprendo la sua spina dorsale che era diventata ricurva come quella di un cane. Quello che era un tempo un grande principe, ora era ormai una creatura indefinibile messa alla gogna che tentava di farfugliare qualche frase con la lingua biforcuta di fuori.

"N-non…m-…mi…s-stai…a-a…aiutan-…do…"

Dimensio si mise le mani ai capelli tutto tremante. Gli altri continuavano inermi ad assistere all’orribile trasformazione. Era ormai chiaro che aveva perso il controllo del Cuore Oscuro. Darla intanto si coprì gli occhi appoggiandosi a Blumière, non poteva sopportare la visione del suo amato in una così grande agonia. Dimensio ricominciò ad urlare e ai fratelli Mario vennero i brividi.
Ad ogni modo era tempo del colpo finale. Mario si avvicinò al demiurgo con pugni serrati. Quando si trovò ormai a pochi centimetri da quest’ultimo, lo guardò dritto negli occhi e disse: "Game over, Dimensio…"

Detto questo, l’idraulico gli piantò un forte calico nel petto, così forte da far cascare per terra il Libro del Destino che il demiurgo teneva conservato nella tasca della vestaglia. Con quest’ultimo attacco, Dimensio cadde dalla torre nell’oscurità del Vuoto cacciando un urlo per l’ultima volta. Mario raggiunse gli altri senza batter ciglio. Darla sfogò tutto il suo dolore in lacrime che caddero sul mantello di Blumière. Aveva appena perso l’amore della sua vita. Il Ghastium poteva solo starle vicino. Una volta aver raggiunto gli altri eroi, Mario sussurrò: “E’ finita…finalmente sta storia è finita…”
"Sembra così…ma se fosse veramente finita…il Vuoto non ci sarebbe più…perchè c’è ancora, invece?” Si domandò Blumière.
"Forse ci vuole un po’ di tempo, dovresti saperlo meglio di me, Blumière, in fondo tu e Farfalà fermaste il Vuoto l’ultima volta.”

Luigi, intanto, non stava prestando attenzione ai discorsi di Mario e Blumière, semplicemente continuava a fissare il punto da cui era caduto Dimensio. L’oscurità e l’odio erano ancora molto presenti nell’aria. L’uomo in verde era ben consapevole che la battaglia…non era…finita. La paura ebbe la meglio su di lui e cominciò a sentirsi male fisicamente.  

"…M-m…Mario…io non penso che sia morto."

Manco fosse stato fatto apposta, appena Luigi pronunciò queste parole la torre cominciò a tremare, zittendo tutti. Le scosse divennero sempre più violente e rumorose mentre il cielo divenne quasi totalmente nero, lasciando solo l’enorme Vuoto nel cielo. L’oscurità divenne tale che Luigi cadde per terra in ginocchio per l’immenso dolore al cuore.  
All’improvviso si udì un forte fischio e nell’aria si cominciò a sentire un odore molto molto pungente. Inizialmente, gli eroi non capirono da dove fosse venuto ma lo capirono subito. Un lunghissimo braccio con una mano artigliata e guantata spuntò dal confine estremo del campo di battaglia. Appena quest’ultima colpì l’arena con un forte tonfo, anche l’altro lungo braccio sbucò dall’abisso.

Quelle braccia sollevarono un enorme demone-giullare che aveva il cuore (il Cuore Oscuro) esposto sul suo petto. La creatura possedeva un collo allungato e una testa per il momento non rivolta verso gli eroi. Della rancida bile nera colava dai suoi denti affilati e dalla sua lingua biforcuta.   

Il demone era vestito da giullare con i tessuti squarciati dalle trasformazioni precedenti. Possedeva un enorme cappello con lunghissime estremità che terminavano con delle sfere aventi i simboli del fuoco, dell’acqua e del caos. Per quanto fosse enorme, la creatura non era completa: gli arti inferiori non c’erano più ma al suo posto vi era una possente spina dorsale ricolma di sangue che fungeva da coda. Il sangue colava dai muscoli e le arterie esposte, sembrava non finisse mai di scorrere.  
Dimensio, non curante di tutta la bile e il sangue che colava, rivolse lo sguardo verso gli eroi e rise malignamente.  

"Buon Granbì," Sussurrò Blumière impaurito, "E’ lui…Caos…"







ANGOLO DELLA PAZZA IN ANSIA PER L'INIZIO DELLA SCUOLA
Eilà, come vedete ho rispettato le promesse. Eccoci con la seconda parte del terz'ultimo capitolo originale. Già mi viene l'ansia, la storia sta per finire. 
In questo capitolo abbiamo Mario che si salva per un pelo (come sempre), un ennesimo dissing inutile (gli eroi sono teste di coccio), Dimensio si triggera e perde il controllo del Cuore Oscuro (E Darla piange).
RIASSUNTO: 10/10 IGN
Al prossimo giovedì con il terzo e ultimo stadio di Dimensio, la prima parte. 

Ciao.
Starlow632


 

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Capitolo 26
*** Capitolo 15, prima parte - Caos (stadio III) ***


 

Capitolo 15: Caos

 

ATTENZIONE! CAPITOLO CON SCENE GRAFICHE DI VIOLENZA!



(Il gore-oso Caos: https://www.deviantart.com/dordtchild/art/Chaodic-Dimentio-stage-3-141340705)




I suoi giganteschi occhi ocra erano fissi sugli eroi. Bile putrefatta continuava ad uscire dalle fessure tra i suoi denti, infestando l’aria di una puzza disgustosa. Inizialmente la creatura non mosse un muscolo, né batteva ciglio. Semplicemente teneva lo sguardo fisso sugli eroi. Una volta data una buona occhiata alle sue prede, il mostro esordì con un urlo assordante che fece tremare la terra. Dopodichè torse il collo e ringhiò guardando Mario, la preda più vicina a lui. 

Dopo essersi calmato, Dimensio smise di urlare ma non di fissare l’eroe in rosso a bocca spalancata con un alito che diede un po’alla testa a tutti. Era come se stesse cercando di ricordare qualcosa. Passarono minuti su minuti e ancora niente, il mostro non batteva ancora ciglio finchè…dei ricordi sopraggiunsero nella sua mente e un forte odio cominciò a percepirsi come una violenta radiazione. Esordendo con un violento ruggito, Dimensio si avvicinò lentamente a Mario con le sue mani artigliate che ormai erano diventate anche i suoi piedi.

Stranamente Mario scelse di non muovere muscolo, piuttosto continuò a fissare gli enormi occhi della creatura che prima era Dimensio. L’eroe però non sembrava impaurito. La nuova trasformazione del giullare gli ricordava qualcosa…anzi, qualcuno. Dopo pochi passi, Dimensio fermò la sua avanzata.

Come un animale selvaggio, il demone torse il collo nuovamente lasciando la testa vicino alle spalle per poi ringhiare nuovamente a Mario. Le lunghe estremità del cappello si muovevano autonomamente come se fossero tentacoli.  Dimensio (o come lo chiamava Blumière, Caos) ormai non riusciva più a controllare le proprie azioni. Dopo un ennesimo ringhio, la creatura lanciò la sua testa verso Mario per divorarlo. Non c’era scampo per quest’ultimo, poteva solo aspettare la sua inesorabile fine.  

Eppure non arrivò. In un batter d’occhio, Mario fu sollevato da terra da un paio di guanti neri all’ultimo secondo. L’idraulico guardò in alto e vide che questi erano di Darla. Per la rabbia di aver mancato la sua preda, il demone giullare ruggì e con una mano tentò di acciuffare i due in aria. Darla e Mario riuscirono a seminare la creatura volando verso la sua spina dorsale, venendo ricoperti di sangue nel processo.

"Okay…questo fa schifo," Esclamò Mario cercando di togliersi il sangue di dosso. 
"Vabbè, Mario, non ci pensare!”

Più Darla volava, più questa si sentiva affaticata. Di certo il peso di Mario non aiutava come anche il fatto che i due stessero volando sotto un vento impetuoso e una pioggia fitta.

"Ora capisco quello che diceva il signor Blumière sul tuo peso!”
"Non cominciare anche tu!"

Gli enormi denti della creatura si avvicinavano sempre di più all’idraulico ogni qual volta questa scagliava la sua testa contro i due eroi, facendo tremare la torre i cui pezzi stavano cominciando a crollare. 

"MAMMA MIA!" Urlò Mario stringendosi alle gambe di Darla, “DARLA, FAI PIU’ VELOCE!”
"COSA PENSI STIA FACENDO, IDIOTA?”

Gli eroi dovevano proprio ringraziare il cielo per il fatto che Dimensio poteva attaccare solo con i denti e le estremità del cappello. La creatura infatti non poteva  attaccare con i suoi due arti e la spina dorsale in quanto doveva usarle per camminare e mantenersi in equilibrio.

"Blumière, portami lassù!"
"Non posso volare per ora, Luigi!"
"Ma devi! Darla e Mario stanno per essere mangiati da una versione demone di Dimensio!”
"Non posso! La mia magia è andata! Ho bisogno di molto tempo per recuperare dopo essere stato quasi portato in fin di vita!”

Numerosi fulmini squarciarono il cielo. Improvvisamente, la pioggia divenne così fitta da abbassare enormemente la visibilità nell’arena. Mario tentava in tutti i modi di lanciare delle sfere di fuoco al demone-giullare ma prima che queste lo colpissero venivano spente dall’acqua della tempesta. Se la battaglia fosse continuata così, Dimensio avrebbe sicuramente acciuffato gli eroi prima o poi…finchè all’idraulico venne un’idea.

"Darla, vola intorno alla torre!"
"Signor Mario, non penso di avere la forza di volare così lontano!” 
"Resta vicino alla torre! Magari girandoci intorno ci perde di vista!”

In un batter d’occhio, Darla si ritrovò rasente alla torre e cominciò a muoversi da una parte all’altra di essa con la speranza di seminare Dimensio. Quest’ultimo, dopo vari tentativi di avvistare gli eroi, li vide di striscio per poi perderli di nuovo di vista. Dopo averli avvistati nuovamente, il demone-giullare fece di tutto per acciuffarli con i suoi artigli ma era troppo lento, quindi molti tentativi furono un buco nell’acqua. Dopo un po’, la creatura perse la pazienza e adirata si lanciò sulla torre (stando attenta a non cadere nel Vuoto) e cominciò ad arrampicarla. Guardandosi in basso, Mario incontrò gli occhi della bestia ancora una volta.

"DARLA, CI STA RAGGIUNGENDO!" Urlò Mario sovrastando il suono della pioggia e dei fulmini.

Darla strillò vedendo che Dimensio li aveva quasi raggiunti ed era in procinto di sbranarli. Ogni volta che Dimensio chiudeva la bocca, si poteva sentire un forte vento che spingeva in avanti Darla e Mario. Quest’ultima era ormai allo stremo delle sue forze: la sua magia si era completamente esaurita e non potè che fermarsi. In quel secondo la creatura lanciò per l’ultima volta la testa per infliggere il colpo finale agli eroi…finchè all’ultimo secondo la sua mano fu colpita da un enorme fulmine bluastro facendole quasi perdere la presa sulla torre. Guardando in alto, Mario vide Luigi con un pugno carico di elettricità.

"LUIGI," Urlò Mario gioioso, "FRATELLO MIO!"
"Resisti, Mario!"

Mentre Mario e Darla proseguivano il loro volo intorno alla torre, Luigi continuava ad attaccare il demone con altri fulmini. Sembrerebbe che l’uomo in verde non avesse mai prodotto tanta elettricità nella sua vita (eccetto che con lo scontro con Ghigno Bowser). Più subiva attacchi, più Dimensio urlava e ruggiva selvaggiamente finchè quest’ultimo perse definitivamente presa sulla torre e cadde nuovamente nell’abisso.

"P-per favore…dimmi che…è finita…” Sussurrò Darla tossendo.
“Ne dubito altamente-“

Dopo neanche un minuto, le pupille di Mario e Darla si allargarono. Improvvisamente, Dimensio spiccò nuovamente il volo sovrastando la torre in tutta la sua rabbia. Il suo sguardo era pieno di odio come mai prima d’ora e ciò spaventò moltissimo Mario.

"SANTA- DARLA, VOLAAAAA!"

In un baleno, Darla prese Mario per le bredelle della tuta e spiccò il volo raggiungendo celeremente la cima della torre. Era così in alto da quasi sembrare una stella nel cielo da chi si trovava a terra. Ma non fu abbastanza. Il demone posò i suoi enormi artigli sulla sommità della torre ed effettuò un enorme balzo allungando il collo allo stesso tempo. Con i denti in bella vista (con tanto di bile tra di essi), Dimensio chiuse di scatto la bocca una volta aver intrappolato l’eroe. 

"AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAUGH!" Urlò Mario mentre le sue gambe furono attraversate dai denti della creatura perdendo la stretta di Darla, che si ritrovò colpita contro la torre.

Dondolando nella bocca di Dimensio, Mario tentò disperatamente di togliere quell’enorme dente conficcato nella gamba urlando come un forsennato. Poco importava quanto l’eroe avesse potuto calciare o tirare pugni, il demone avrebbe continuato a masticare. Tremando tutto, Mario ormai sentiva le sue ossa e i suoi tendini rompersi. Era diventato il pupazzetto della creatura, ormai.

Dopo qualche minuto, Mario fu sputato e scagliato in aria per poi essere nuovamente acciuffato, questa volta con gli artigli. Il povero idraulico non aveva mai provato tanto dolore nella sua vita. Le sue gambe erano totalmente maciullate e la sua gabbia toracica era del tutto compressa e sanguinante in ogni suo punto. Con le lacrime agli occhi, l’eroe decise di rimanere coraggioso nonostante sapesse che era ormai giunta l’ora per lui. Per l’ultima volta, Mario incontrò gli occhi ocra della creatura mentre questa aumentò la stretta su quest’ultimo facendolo urlare e vomitare sangue fino alla completa anemia.  

Con una risata mista ad un ruggito che sembrava un tuono, Dimensio continuò a fissare compiaciuto quel povero essere umano allo stremo. Gli altri non potevano aiutare in questa situazione. Luigi provò un paio di volte ad avvicinarsi a suo fratello, salvo essere quasi schiacciato dalle orbe sulle estremità del cappello del demone. 

"Blumière, un piccolo AIUTO lo gradirei!" Urlò Luigi.
"Cosa vuoi che faccia?" Rispose Blumière.
"PORTA IL TUO CULO DI ECTOPLASMA QUI E AIUTAMI A SALVARE MARIO!”
"Quale parte di ‘non ho più magia’ non riesci a capire?”
"MARIO STA PER MORIRE E NON STIAMO FACENDO NIENTE!”
"COME HO GIA’ DETTO, NON HO PIU’ MAGIA, IDIOTA!”

Dimensio per un momento smise di fissare e stringere Mario tra gli artigli solo per assistere al diverbio tra Luigi e Blumière. 

"Sappi che se mio fratello morirà per colpa tua, diventerò WeeGee solo per te!”
"Oh, che paura ho adesso, guarda!"
“SONO PIU’ CHE SERIO!"

Mentre accadeva tutto questo, Mario appoggiò la testa sugli artigli del demone, tanto sarebbe morto comunque, pensava, nonostante Dimensio fosse stato distratto per un momento. Intanto quest’ultimo ammirava lo spettacolo con il suo classico sorriso psicotico. 

"Seriamente devo aver paura di un tizio a cui è stato fatto il lavaggio del cervello due volte, di cui una da Dimensio?”
"Non parliamo di te, che per debolezza hai permesso ad uno stupido libro di farti il lavaggio del cervello fino a farti quasi uccidere tua moglie- AUCK!”

Blumière cominciò a strangolare violentemente Luigi. 

"VOLEVO VEDERE SE FOSSI STATO TU AD AVERE AVUTO UN PADRE CHE AVEVA PROVATO AD UCCIDERE IL TUO UNICO AMORE! NON PUOI IMMAGINARE IL TORMENTO E IL DOLORE CHE HO PROVATO PER MOLTISSIMI ANNI!”

Una forte risata interruppe la scena. I due fissarono il demone-giullare e videro che questo si stava divertendo un mondo nel vedere la loro lite. Rideva così tanto da far cadere a colate un fiume di bile e catrame dalla bocca.

"…Sta ridendo per noi?" Chiese Blumière.
"Penso di sì…" A Luigi venne un’idea e colpì Blumière sulla nuca.
"MA COSA?"
"Scusami volevo colpire il sedere…fa niente.”

Blumière non ce la fece più. Diede un forte pugno nell’occhio di Luigi, buttandolo a terra. Dimensio rideva sempre più forte.

"Sta funzionando,"Disse Luigi rialzandosi con una mano sull’occhio.
"Cosa stai cercando di fare?" Chiese Blumière.
"Più ci facciamo male più ride. Se riuscissimo a farlo ridere fortissimo, forse lascerebbe Mario.”

L’idea dell’uomo in verde era folle, pensò Blumière, ma in fondo cosa potevano fare altrimenti? Nel frattempo Darla si era ripresa e atterrando vide Luigi in procinto di colpire Blumière e lo colpì a sua volta. Per Mario fu una cosa molto strana assistere ad una scena simile.

Ad ogni pugno e calcio, Dimensio rideva sempre più forte finchè arrivò al punto che si stava sbellicando così tanto dalle risate da fargli tossire catrame e non riuscire a respirare correttamente. Alla fine, la creatura rilasciò Mario, il quale fu preso al volo da Luigi.

"FRATELLO MIO!" Disse Luigi abbracciandolo, "Tutto bene?"
"N-non…r-riesco a r-respirare," Farfugliò Mario tossendo.
"Lo vedo. Darla, abbiamo bisogno di te!”
"Ammazza, è gravemente ferito," Esclamò la donna strappandosi parte del vestito per usarlo come cerotto per le gambe sfracellate di Mario.

Intanto Blumière osservava con attenzione Dimensio. Quest’ultimo non si reggeva in piedi, con una mano si teneva stretto la gola. Il catrame gli doveva essersi incastrato in gola e non riusciva più a respirare. Tentò in tutti modi di eliminarlo con tosse ricca anch’essa di bile e catrame finchè la creatura finì per vomitare enormi quantità di queste ultime miste a sangue coprendo l’intero campo di battaglia. Nonostante tutto ciò, Dimensio non riuscì a liberarsi del catrame che gli ostruiva le vie respiratorie e si allontanò tremante dagli eroi, continuando a vomitare.
Tra l’immensa coltre di quel disgustoso miscuglio, si poteva osservare qualcosa di dorato lucente che colpì il suolo con un suono metallico a pochi metri da Darla. Questa si avvicinò all’oggetto, e notò inciso su di esso una grande lettera ‘D’ in ametista.

"BUON GRANBI’!" Urlò Darla, "MA QUESTA E’ LA CORONA DI DIMENSIO!"




ANGOLO DELLA PAZZA CHE HA TRADOTTO UN CAPITOLO EPICO CON LA E MAIUSCOLA
Come leggete, per me questo è il capitolo migliore della storia, ve lo commenterò bene solo quando l'avrò pubblicato nella sua interezza. Ad ogni modo penso che sia il migliore perchè miscela bene combattimento figo, violenza, chiarimenti sulla storia generale e altro che non posso dire se no spoilero. A giovedì col prossimo capitolo. 
Starlow632

 

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Capitolo 27
*** Capitolo 15, seconda parte - Caos (stadio III) ***




[Caos in tutta la sua catramaggine (questa parola non esiste ma ok) link originale: https://www.deviantart.com/dordtchild/art/Go-Away-194666705]



Gli eroi osservavano quello che ormai rimaneva di Dimensio. Il demone ansimava stremato con il Cuore che batteva all’impazzata e la lingua dondolante per aria. Improvvisamente, la testa della creatura si adagiò a terra e tutti i rumori cessarono. L’unica cosa che si potette ancora udire fu il battito del suo esposto Cuore Oscuro che stranamente cominciò a ruotare. Dopo poco, Dimensio si sentì costretto a chiudere gli occhi e cominciò a piagnucolare per il dolore che stava avvertendo per poi vomitare altro catrame muovendosi convulsamente finchè, tra la melma, vomitò anche una persona. A sorpresa di tutti, costui era il giovane principe dei Senza Faccia, questa volta non vestito da giullare…era Dimensio Zebus.

"DIMENSIO," Gridò Darla correndo verso di lui per poi stringere il corpo sanguinante dell’uomo tra le sue braccia.
"T-tutta una v-volta è d-diventata…v-veloce?" Sussurrò Mario tra mille colpi di tosse.

"Per favore,Dimensio," Supplicò la donna in lacrime, svegliati, svegliati…"
Il principe non sembrava ascoltare però, e Darla piangeva sempre di più.
"Per favore, per favore, TI SUPPLICO, Dimensio…svegliati…amore mio…svegliati..."

Darla cacciò un urlo nel profondo timore di perdere il suo amato. Gli altri invece continuarono a fissare il demone. Senza Dimensio a garantirgli la forza vitale, cominciò pian piano a collassare: i suoi colori si sbiadirono e la creatura divenne anch’essa una pozza di catrame che si mischiò con il sangue e la bile già vomitata in precedenza.

Non era rimasto niente del demone. Neanche il Cuore Oscuro era rimasto dopo quel terrificante evento. Vi era solo un’enorme pozza di catrame sul suolo. Il demone non c’era più ma…il Vuoto era rimasto come anche le vibrazioni malvagie (che addirittura sembravano essere aumentate). La torre cominciò a rompersi e la pioggia si fece scura.

"Qualcosa non va," Osservò Luigi con la pelle d’oca, "Il male lo sento più di prima. Non dovrebbe essere sparito il Cuore Oscuro?”
"…Luigi…il demone non è sparito," Osservò Blumière, "E’ solo l’inizio."

Caspita se Blumière ci aveva preso in pieno. Dalla pozza di catrame cominciarono a formarsi delle bolle sempre più numerose finchè da essa fuoriuscì il Cuore Oscuro, più brillante del solito. Il catrame si levò in alto prendendo una forma umana e nel petto di questa era posizionato un piccolo frammento di Cuore Oscuro. Infine degli occhi giallo brillante spuntarono sul viso della creatura, insieme ad un sorriso molto maligno, inquietando tutti.

"Ah, ha, ha, ha, ha…libero…finalmente sono libero. Non sono più legato all'uomo che si fa chiamare Dimensio e così io, il maestro della distruzione e idolo di sua grandiosità, potrò infine tornare a torturare tutti i regni come un tempo.” 

Il demone sfoggiò una psicotica risata.

"Non vi potrò ringraziare abbastanza per aver aiutato il mio ospite a ritrovare il Cuore Oscuro, IL MIO CUORE! Ora eccomi qui col mio sorriso smagliante nel mio pieno splendore. Lo so, purtroppo so bene che non sono ancora completo ma ho già una mente e un cuore che mi dà la possibilità di esistere. Se solo avessi la mia anima…di questo me ne occuperò prossimamente però.”

Dopodichè la creatura si girò verso Luigi che era più vicino a lui.

 "Ah, mi ricordo di te. Nel mio cuore sento il tuo potere mentre il tuo sente il mio. Sì, sì, conosco bene i tuoi dolori. Il tuo cuore è puro ma la tua mente è…annebbiata. Sei inutile come tuo fratello, mio caro piccolo umano. Il tuo cuore non può gestire il mio potere nella condizione in cui è adesso. Cosa puoi fare contro di me con la tua ridicola faccia baffuta?”
"…c-chi sei?"
"AH, HA, HA, HA, HA! Mio caro piccolo eroe intimorito. Sono l’umile servo di Gilgamesh…Caos, come giustamente ha detto prima il piccolo Ghastium.”

La terra tremò e il Vuoto si espanse dopo che la creatura inquietante ebbe pronunciato queste parole.

"Ahhhh, la senti, questa? Quel suono che senti simboleggia la vostra imminente dipartita da questo piano dell’esistenza. Sai, per quanto mi piaccia avere a che fare con te, non posso perdere tempo, ho una missione da compiere per il mio padrone.”
"Quale missione?" Chiese Luigi.
"La missione che io, mio fratello e tutti i servi di Gilgamesh giurammo solennemente di portare a termine. La missione consiste nel liberare il nostro Padrone Gilgamesh dalla sua prigione dorata così potrà tiranneggiare sugli universi ancora una volta!”

Caos rise sguaiatamente mentre dei fulmini neri scesero dal Vuoto e caddero sul campo di battaglia.

"Misere creature siete, persino con il Libro del Destino non siete in grado di fermarmi. Il suo potere non mi tange minimamente. Dal giorno in cui le mie tre componenti furono liberate da quel libro, il mio potere si è accresciuto enormemente al punto che nessun artefatto oscuro può recarmi danno. Presto il Vuoto consumerà questa terra…e non posso non esserti grato, Luigi.”

Di scatto Luigi fissò il demone negli occhi.

"Grazie a te…la mia oscurità infine è giunta a regnare. Grazie a te, il mio ospite, il principe Dimensio,una delle tre pietre miliari del pianeta reale, morirà. Tutti quelli con cui ha avuto un legame di cuore o di sangue moriranno anch’essi, quindi anche Darla morirà. Grazie a te…sono finalmente libero, sei il mio eroe. Il mio STUPIDO eroe!”

In effetti, aveva ragione. Se Luigi non avesse portato il Libro del Destino a Manhattan, Dimensio non avrebbe mai invocato il Cuore Oscuro. Se Luigi non avesse disegnato un portale per il mondo degli umani, Dimensio sarebbe stato fermato in un altro modo…se non fosse stato per Luigi, tutto questo non sarebbe mai accaduto. Sapendo questo, l’uomo in verde restò immobile…spaventato e in lacrime.

"Ah, sì, quanto sei stupido a volte, Luigi. Se le persone ti potessero dare un premio per la tua idiozia, te ne darei uno. Ma ora ho da fare. Vi lascio svanire, il vostro tempo è scaduto come un ultimo granello di sabbia che attraversa l’altra parte della clessidra. Vi saluto, au revoir.”

Il Vuoto era ormai enorme e stava trascinando con sè grossi pezzi  di torre. Dopo aver sfoggiato un’ultima risata delirante, Caos si levò in alto ed entrò nel Vuoto senza lasciar traccia. La terra tremava senza fermarsi, gli eroi correvano all’impazzata cercando disperatamente di trovare una via di fuga.

La forza gravitazionale del Vuoto era diventata ormai irresistibile. Il primo ad essere risucchiato fu Blumière gridando invano. A seguirlo furono Darla e Dimensio. Tenendo stretto il principe con una mano, con l’altra la donna si aggrappò ad una statua che sembrava reggere ancora. Dopodichè, udì una voce debole, quasi dei sospiri.

"P-p…perdonami…Darla…"
Subito Darla si girò verso la sua spalla, incontrando gli occhi del suo amato semiaperti e pieni di lacrime. "Mi…dispiace…sono stato uno stupido…a fare questo…”
"Dimensio,"Esclamò la donna con le lacrime agli occhi, "amore mio, sei vivo."

La stretta tra i due amanti si allentò sempre di più. Blumière urlò per l’ultima volta prima di essere divorato dal Vuoto, impanicando gli eroi rimasti. Nonostante ciò, Dimensio continuò a parlare alla donna che ha sempre amato.
"Darla…il m-mio…peccato è grande…p-per favore, lasciami andare…”
"No, amore mio, morirei piuttosto che lasciarti andare. Per questo sono venuta qui…per liberarti da Caos. Non ti lascerò mai.”
"…Ma…così morirai…"
"Non mi importa, preferisco morire con l’uomo che amo."

Stranamente Darla, si aggrappò a Dimensio lasciando la statua. Abbracciati, i due Senza Faccia si lanciarono nel Vuoto. Prima di scomparire del tutto, si sentirono degli echi.

"Ci sei sempre stata…magari non fisicamente, ma spiritualmente. Come fai ad essere ancora innamorata di me?”
"Perchè, Dimensio, facemmo una promessa…eravamo bambini allora…ma fu sempre una promessa che ho mantenuto e continuo a mantenere…”
"Se le cose stanno così…ti chiedo…Darla…vuoi sposarmi?”
"…sì…"

Gli echi sparirono. La distruzione continava ed era sempre più vicina al suo compimento. Mario, con le gambe rotte, si manteneva ancora alla cima della torre nel vano tentativo di salvarsi la vita. Guardando attraverso la pioggia fitta però, si poteva vedere un’altra figura: quella dell’uomo in verde che stranamente sembrava non essere toccato minimamente dal Vuoto. Questo però conitnuava a fissarlo mentre cadde sulle ginocchia, piangendo.

"…E’ colpa mia…E’ sempre colpa mia…" Gridava Luigi con le lacrime agli occhi, "…da quando sono nato…è sempre stata colpa mia…Come mai…come mai devo essere sempre io la causa di tutti i problemi? Perché…perchè…”

A pochi metri da Luigi c’era il Libro del Destino in tutta la sua malvagità. Dopo poco, l’uomo in verde lo prese fissando la luna crescente incisa sulla copertina.

"…no…non è colpa mia. E’ colpa di questo stupido libro. Lo sapevo fin dall’inizio che avrebbe causato mille guai…questo libro è la causa di questa follia…”

Luigi fu preso dalla rabbia e cominciò a parlare al libro.

"Per colpa tua, un'intera razza ora è estinta. Per colpa tua, due amanti sono separati e probabilmente non si reincontreranno mai più…per colpa tua…un demone è a piede libero per distruggere ogni forma di vita…”

Detto questo l’uomo in verde aprì il libro alle pagine in cui era scritta la profezia.

"RrrrrrrrAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAUGH!"

Con tutta la rabbia che aveva dentro di sè, Luigi cominciò a strappare quelle pagine dal libro. Ad ogni pagina strappata, un debole strillo si poteva udire nell’aria. Le pagine, una volta strappate, diventarono magicamente bianche, senza più una goccia di inchiostro per poi diventare di una luminosità abbagliante. Alla fine l’uomo in verde arrivò all’ultima pagina, quella al centro del libro, quella rappresentante l’uomo-demone.

"MUORI, STUPIDO LIBRO MALVAGIO!" Gridò Luigi mentre strappò l’ultima pagina.

Il bagliore delle pagine presto inondò tutto il circondario, persino Luigi fu costretto a chiudere gli occhi. All’improvviso, non si sentì più nessun rumore o segni di vita.  
In quelli che sembravano giorni però…si udì un dolce canto di usignoli…




 

ANGOLO DELLA PAZZA IN HYPE

Sono sempre più emozionata, ancora un altro capitolo e questo viaggio sarà finalmente compiuto...

Vi rendete conto? Sono quasi passati due anni, ma per me sembra solo ieri che mi venne la pazza idea di scrivere qualcosa su EFP, prima avrei riso solo al pensiero.
Momenti clichè e sentimentaloshi a parte, godetevi questo capitolo epico! Per me è senza dubbio è il migliore di tutti! Si commenta da solo...
Fatemi sapere la vostra...
Starlow632


 

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Capitolo 28
*** Capitolo 16 - E' solo l'inizio... ***


Capitolo 16: E’ solo l’inizio…



L’uomo in verde sentiva delle voci familiari. Una dolce brezza mattutina gli accarezzava il viso e spettinava i suoi baffi. Il canto degli uccelli e l’odore dell’erba evocavano in lui un profondo stato di rilassamento. Pensava di essere morto. Tutto sembrava così tranquillo.

"…Devo essere nel Mondodisù."

Lo stato di beatitudine di Luigi fu interrotta dalla sensazione della ruvida scarpa del fratello strisciata sulle sue bredelle e dalla sua vivace parlantina dall’ accento italiano.

"Luigi, svegliati!"
"Eh...Mario…sei tu?"

Lentamente, l’idraulico aprì gli occhi. La luce del sole gli offuscò la vista per un breve istante per poi vedere chiaramente suo fratello. Mario si trovava davanti a lui…guarito.

"Sei un grande, fratello!" Disse Mario dando una pacca sulla spalla a Luigi per poi porgergli la mano per aiutarlo ad alzarsi, "Hai fermato il Vuoto!"
"Davvero?" Chiese l’uomo in verde con tono incredulo mentre si alzava con l’aiuto del fratello.  

Alzandosi, Luigi potette osservare quanto fosse cambiato il paesaggio. Il cielo era terso e non vi era traccia del Vuoto. Gli edifici non erano più semi-distrutti ma perfettamente ristrutturati, e ultimo ma non meno importante, i cittadini erano di nuovo esseri umani. Anche Castel Dimensio era sparito. Tutto era tornato alla normalità. Tutto il male causato dal Libro del Destino era stato scongiurato.

"Qualunque cosa abbia fatto, non c’è più traccia del libro. Tutto ciò che Caos aveva creato attravero Dimensio ora non esiste più.”
"Aspetta, dove sono gli altri? Stanno bene?” 
"Vivi e vegeti, Signor Luigi" Disse un uomo con un tono molto formale.

Luigi si girò di scatto e a sua sorpresa vide Nastasia e Volix mano nella mano. Insieme a loro c’erano Pugnazzo, Mimì e   Marlin con un aspetto non più umanoide. Anche da questo punto di vista tutto era tornato alla normalità.

"Che bello, siete tutti vivi!" Esclamò Luigi gioioso.
"Non ce lo aspettavamo, ma sì." Disse Marlin, "Credavamo che fosse la fine quando quella barriera nera ci stava per venire addosso”.
"Beh, sì, però dentro di me sapevo che non era ancora finita.”
"Ma Nassy, proprio tu sei stata quella a dire che era la fine!” Disse Mimì ridacchiando
"Lasciamo perdere." Brontolò Nastasia.
"Una domanda. Come siete riusciti a fermare il Vuoto? Come avete fatto ad invertire la distruzione?"  Chiese Marlin incuriosito.

Senza indugiare, Mario e Luigi si misero a raccontare tutte le loro peripezie tra cui la battaglia contro la scatola delle illusioni e quelle contro Dimensio. Alla fine Luigi raccontò anche del demone Caos e di come Dimensio sia stato sotto la sua influenza per tutto questo tempo e di come lui non sia da incolpare per tutte le sue malefatte. Infine raccontò di come ha distrutto il Libro del Destino, fermando il Vuoto.

"Quindi mi stai dicendo che tutta questa situazione poteva essere risolta semplicemente strappando le pagine del Libro del Destino?” Osservò Volix sconvolto.
"A quanto pare…"
"E io che pensavo che quel libro fosse praticamente invincibile. Se l’avessi saputo anni fa, la nostra terra non sarebbe stata distrutta e la nostra razza estinta.”
"Volix, forse non è troppo tardi." Disse Nastasia rivolgendosi al Senza Faccia.
"Visto che tutte le profezie che sono state scritte sul Libro del Destino sono state annullate, forse questo vuol dire che pure quello che è successo al tuo regno è stato invertito.” 
"Spero…" Volix mostrò un debole sorriso, "Forse hai ragione. Può anche darsi che anche il mio popolo e il mio re siano tornati e magari adesso, proprio mentre stiamo parlando, stanno festeggiando a nostra insaputa.”
"Ohi, er conte sta co voi?" Chiese Pugnazzo, "L’urtima vorta che l’ho visto stava co voi! N’do sta er Conte?"

Mario e Luigi si guardarono tra di loro come anche gli altri sgherri. Il Conte non si era fatto vivo e temevano il peggio.

"Per favore, non ditemi…che è-“
"Mi dispiace, ragazzi…ma…quando Caos è fuggito dal campo di battaglia ha fatto diventare il Vuoto così grande da inghiottire Blumière. A seguirlo subito dopo furono Dimensio e Darla…”

Subito Nastasia e Mimì iniziarono a piangere. La prima è stata sempre innamorata di Blumière dal primo giorno che l’aveva incontrato e le aveva salvato la vita quando era ancora un pipistrello. Anche la seconda provava un forte affetto per il conte e non riusciva ad accettare il fatto che non l’avrebbe più rivisto.

"Come fa a non essere vivo? Non avevamo appena detto che le profezie del libro erano state annullate?” Puntualizzò Volix.
"Non ne ho idea, Volix. Non ne ho la più pallida idea. Incredibile, tutta quella fatica per salvarlo…per riportarli Farfalà…” Commentò Mario “Tutto questo non è servito a niente a quanto pare.”
"E questo dimostra quanto siete ignoranti." Una voce familiare giunse alle orecchie degli eroi.

Tutti gli altri si voltarono verso la direzione di quella voce.

"IL CONTE!"

Dietro di loro infatti, c’era il Conte, guarito e anche felice. Appena lo videro, Pugnazzo e Mimì lo buttarono a terra per abbracciarlo.

"SAPEVO CHE NON ERI MORTO!" Esclamò la mutante, "MI SEI MANCATO TANTO, CONTE!"
"He he…mi sei mancata anche tu, Mimì." Disse Blumière accarezzandole la testa, "Mi siete mancati tutti in realtà."
"Mimì, scendi dar Conte. Anche noi volemo abbracciarlo.” Intervenne Pugnazzo, leggermente irritato.

Mentre i fratelli Mario assistevano alla felice riunione del conte e dei suoi sgherri, un dettaglio importante balenò nella loro mente…dove erano invece il mago affascinante e la sua amata consorte? Dov’erano Dimensio e Darla insomma?

"Blumière, per caso hai visto Dimensio o Darla?” Chiese Mario interrompendo il clima gioioso della riunione.
"Beh, se il conte è tornato, non dovrebbero essere vivi anche loro?" Aggiunse Luigi.

Blumière abbasso il capo e smise di sorridere.

"Sarebbe la cosa più logica in effetti…ma…il fatto è…quando Dimensio usò il libro per la prima volta per colpa di mio padre, diventò profondamente legato all’artefatto, a livello magico. Di conseguenza, una volta distrutto il libro, sarebbe morto anche Dimensio e chiunque sarebbe stato legato a lui a livello emotivo. In poche parole, Dimensio e Darla sono morti.”
"Oh, no," Esclamò Luigi mettendosi una mano alla bocca.
"…però…" Continuò Blumière alzando il capo e chiudendo gli occhi, “però questo non significa che siano stati cancellati dall’esistenza.”

Gli altri sembravano non aver compreso queste ultime parole del conte.

"Cosa intende, signor Blumière? Intervenne Volix, “Intende che esistono ancora da qualche parte?”
"Esattamente. Per un attimo, mentre il potere del Libro del Destino stava scomparendo e io venivo respinto fuori dal Vuoto, ho visto quello che sembrava essere un portale per il Mondodisu. Ho visto Dimensio e Darla passare attraverso quel portale…’

Mentre il conte parlava, sembrava che facesse scendere qualche lacrima.

'E improvvisamente ho sentito Dimensio chiamarmi…mi ha detto…nonostante tutte le cose orribili che sono stato costretto a fare…nonostante tutto i crimini commessi…ti ho sempre rispettato, Blumière. Scusa per averti portato via Farfalà…dì a Mario…io e Darla non ti potremmo ringraziare mai abbastanza per avermi liberato. Grazie Mario…Grazie Luigi…per tutto il bene che avete fatto.

Mario e Luigi sorrisero, erano felici che Darla e Dimensio avrebbero passato l’eternità nel Mondodisu. Tra l’altro, la porta di Svoltadilà che conduceva nell’aldilà era ancora presente. Sicuramente i due fratelli avrebbero fatto un salto a trovare i due innamorati. I due eroi ebbero un rinnovato rispetto per Dimensio. Se non fosse stato per Caos, il principe non avrebbe fatto male a nessuno.

"E’ strano adesso che mi piaccia di nuovo Dimensio?” Commentò Mimì.
"No, non è affatto strano, piccola,” Disse Marlin ridacchiando, “Eccetto per il fatto che adesso il nostro principe probabilmente starà sposando Darla nel Mondodisu. Che bella storia d’amore. Dovremmo raccontare a suo padre questa cosa in caso sia tornato in vita!” 
"Dobbiamo. Il nostro re sicuramente ci chiederà di suo figlio.” Affermò Volix, “Comunque, devo dire che per quanto sia finita bene questa storia, sarebbe stato meglio se tutto questo non fosse mai successo.”   
"Amen!" Urlò Luigi.

E fu così che i nostri felici eroi si incamminarono nuovamente verso il portale per il Regno dei Funghi, nella periferia di Manhattan. Blumière era particolarmente solare. 

"Oh, quanto mi manca la mia amata Farfalà. Sperò che avrà la pazienza di ascoltare tutta questa storia."
"Sicuramente, Blumière.”
"Non vedo l’ora di tornare nella mia madrepatria," Disse Volix abbracciando Nastasia, “Oh, era da anni che non tornavo a casa mia.”  
"Fra, il portale è di là!" Annunciò Luigi indicando il portale che gli eroi avevano usato per arrivare a Manhattan, “Beh, per quanto sia stato bello tornare a New York, mi manca troppo il Regno dei Funghi, voglio ritornare nella mia nuova casa.”
"Anch’io, Luigi!" Aggiunse Mario, "Sono pronto a tornare a salvare la Principessa Peach. Blumière, Nastasia, Volix, avete abbastanza magia per teletrasportarvi a Svoltadilà?”
"Certo."
"Sì, sono pronto a tornare a casa."
"Allora siamo tutti pronti…" Disse Blumière aprendo il suo mantello, “Andiamo a casa!”

In un baleno, Mario, Luigi, Blumière, Nastasia, Volix, Pugnazzo, Mimì, e Marlin furono teletrasportati via dalla terra degli umani. Questi ultimi non ricordavano niente di quanto era capitato a loro e alla loro terra. Nessuno…eccetto una certa ragazza.  

"Oooooooh…mi fa male la testa…"

La sosia di Dimensio era accovacciata con le mani alla testa. Si sentiva come se fosse stata presa sotto un treno. Lentamente la ragazza aprì gli occhi per vedere la città che poco prima aveva aiutato Dimensio a distruggere.

"Oh, ma dai, ditemi che non è stato solo un sogno!” Si lamentò, “Wow, è stata la cosa più figa che mi sia mai capitata! Oh, Dimensio, la tua malvagità brilla come la luce di un migliaio di soli, oh, che figata assurda!”  

La ragazza si mise in piedi sulle sue scarpette da giullare...

"Vabbè, non sarò stata al posto di quella deficiente di Darla, MA CHISSENEFREGA!? Ho combattuto con Dimensio, il mago affascinante! Tutte le mie fantasie pazze su Dimensio si sono avverate! Oh, che sogno MITICO…eh? E questo cos’è?”

Ai suoi piedi giaceva una pagina strappata di colore nero. La ragazza si chinò e gli diede un’occhiata: presentava dei leggerissimi segni a matita che sembravano essere stati cancellati. Girò la carta straccia e a sua sorpresa vide Suleck, il vecchio disegno di Dimensio.

"…ma…allora non era un sogno…ERA TUTTO VERO!" Urlò la ragazza, "ERA TUTTO ASSOLUTAMENTE VERO! AUGH! Sapevo che non poteva essere un sogno! Ho sempre saputo che Dimensio esisteva davvero!”

L’adolescente saltò e sclerò come ogni tipica fangirl finchè le venne un pensiero in mente che non era…molto ortodosso.

"…Questo significa…" Disse ridendo malignamente, "Posso usare quest’ultima pagina del libro per teletrasportarmi al Regno dei Funghi, dopodichè faro un casino di quelli mai visti!"
All’improvviso dietro di lei sopraggiunse un misterioso figuro.
"Sì, sempre se non sarà qualcun altro a fare casino.”
"Huh, chi è-"

Prima che Ren avesse avuto tempo di finire la domanda, dei grossi artigli blu penetrarono nella sua schiena fuoriuscendo dal petto, precisamente verso il cuore . La sosia di Dimensio ovviamente provò un dolore indescrivibile e a pupille allargate osservò tali artigli che avevano afferrato il suo cuore.

"Ai miei tempi, a chi parlava così non veniva mostrata alcuna pietà. Capisco adesso perché Caos ti aveva trasformata in quella scatola delle illusioni. Sei davvero demente come Dimensio.”

Con il sangue che colava dappertutto, la ragazza osservò il suo cuore venire trasformato in un gigantesco cristallo rosso fuoco. Dopodichè gli artigli si dipartirono da lei facendola crollare a terra, con il foglio che aveva raccolto a qualche metro di distanza. Prima di morire, Ren vide un uomo dall’armatura bluastra e una grande corona sul capo.

"Quanta idiozia…questi credono davvero che l’era dell’oscurità sia stata scongiurata? Mai sia…questo è solo l’inizio…”

Dopo quelle parole, l’assassino prese il cristallo a forma di cuore e lo ridusse in mille pezzi. Ren, a quel punto, perse definitivamente coscienza e venne trasformata in una statua di pietra. L’uomo semplicemente passò davanti a lei prendendo il foglio che aveva in mano, che ora brillava.

"A quanto pare il Libro del Destino ha conservato una piccola parte della sua magia nera, almeno adesso posso aprire un portale verso altri mondi.”
Il foglio si allontanò da lui per un breve momento e a circa dieci piedi apparve un piccolo vuoto.

"…Caos, vieni qui…ci aspetta un lungo lavoro."

Un lungo serpente strisciò lungo un edificio per poi saltare dritto nel Vuoto, a seguirlo fu l’assassino di Ren. All’ultimo secondo, si udì nuovamente la sua voce.
"Questi insulsi idraulici…questi ingenui, disgraziati, piccoli idraulici…pensano di aver visto il peggio…oh, quanto poco sanno. Due delle pietre miliari del pianeta reale sono cadute e ora…ne manca solo una… Principe Luigii di Specchia…sto arrivando da te…sarai confuso…non saprai più cosa aspettarti per il futuro. Non saprai più chi è tuo amico e chi è tuo nemico…griderai, ma nessuno verrà ad aiutarti. Cercherai la luce fuori dal tunnel ma questa non si mostrerà…vorrai la tua morte…ma questa non si farà vedere…vorrai la mia morte…ma sappi, caro principe…non chiederti più per chi suonano le campane…sappi che stanno suonando solo per te…



 

FINE







 

ANGOLO DELLA TRADUTTRICE 


...
...
...
Non ci credo...non ci avrei mai sperato...mettere la spunta del "Completa?" è stato doloroso...ma ce l'ho fatta. 
E' stato un viaggio lungo quasi due anni...tante cose sono successe tra vita privata e online, mi sembra solo ieri quel lontano 31 Ottobre 2016 in cui cominciai a tradurre una delle fanfiction che hanno segnato la mia adolescenza. Non mi sembra vero pensare di aver finito. 
Ringrazio tutti quelli che, nonostante i miei molteplici hiatus, mi hanno seguita e supportata fino ad oggi. Spero che con il mio piccolo lavoro da traduttrice fai-da-te vi abbia fatto leggere una bella storia e che abbia un po' ravvivato il quasi morto fandom di SPM. 

Forse ci rivedremo per una nuova storia...
Forse in altro spazio...
Forse in un altro tempo...

Starlow632

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