Puzzle Girl

di _Okashi_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I capitolo ***
Capitolo 2: *** II capitolo ***



Capitolo 1
*** I capitolo ***


Puzzle Girl

 

I capitolo

 

 

La stanza della sua oramai vecchia abitazione, si stendeva davanti alla ragazza, che se ne stava ferma, sulla porta, a fissarla. Di scatto, Abigail afferrò il borsone da terra, si girò ed uscì.

Non aveva mai avuto un buon rapporto con i suoi genitori e proprio per questo se ne stava andando di casa. 

Arrivata all’uscio della casa, incrociò gli occhi di sua madre, che sedeva su una poltrona in salotto; nessuna delle due pronunciò parola, così Abigail uscì. 

Lei e una sua amica avrebbero condiviso un piccolo bilocale: due letti, un bagno e una cucina. Era solo una soluzione temporanea, per Abigail. La sua amica divideva già il bilocale con la sua effettiva coinquilina, che in quel preciso istante era chissà dove in vacanza. Per la data di ritorno, Abigail sarebbe già dovuta essere fuori dai piedi. 

Questi erano i pensieri della ragazza, mentre guidava il suo vecchio furgoncino nel traffico della città. Destra, sinistra, semaforo, ancora sinistra. Parcheggiò e saltò fuori dall’abitacolo, tempo di prendere un piccolo trolley già caricato in macchina precedentemente e il borsone e si ritrovò a suonare al citofono della nuova “compagna di stanza”.

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Capitolo 2
*** II capitolo ***


Rispose una voce assonnata dopo il terzo tentativo. <>

<>

<>

Abigail sbuffò, come era possibile che Andrea fosse così smemorata? 

<> Quasi urlò al citofono.

La porta d’ingresso si aprì improvvisamente e sulla soglia, appoggiata allo stipite, c’era una ragazza con capelli neri a caschetto, una frangia ribelle che le cadeva sulla fronte, occhi azzurri, alta e magra: poteva essere scambiata per una modella, se non fosse per i pantaloni larghi del pigiama e una maglietta a mezze maniche tutta bucherellata. 

Andrea la prese per un braccio e la trascinò in casa. La abbracciò, e urlò: <>

Quest’ultima si divincolò dall’abbraccio, massaggiandosi l’orecchio. <>

<> Disse, a mo’ di scusa. 

 

La casa era un disastro. In camera di Andrea posaceneri ovunque strabordanti di mozziconi, il letto sfatto. In cucina pentole sporche appoggiate nel lavandino. Solo la camera di Abigail e il bagno erano lindi. 

Appoggiati il trolley e il borsone in stanza, la ragazza raggiunse Andrea, che era seduta sul letto a gambe incrociate intenta a rollarsi una canna. 

<>

L’altra annuì, poi chiese: <>

Abigail si sedette anche lei sul letto, con uno sbuffo. <>

E mentre Andrea si accendeva una canna, Abigail prese una sigaretta dal pacchetto. Andò verso la finestra e l’aprì.


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