Arsenico di hola1994 (/viewuser.php?uid=142049)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
à
CAPITOLO 1: PROLOGO
April abita a New York. È l'anno 2500, tutto il pianeta Terra non esiste
quasi più. Per questo motivo nuove città sono state edificate su altri
pianeti: Giove e Saturno.
Lo stato ha creato degli zombie in laboratorio per mantenere l'ordine.
All'inizio quel progetto funziona, poi però la situazione è sfuggita
totalmente di mano. Infatti gli zombi ormai fanno quello che vogliono,
sono diventati ingestibili.
La gente viene selezionata attraverso visite mediche: chi è malato resta
sulla Terra fino alla morte; invece gli altri partono con l'astronave
per raggiungere i nuovi alloggi prestabiliti dal governo in base al loro
stato economico.
April si trova proprio in uno degli ospedali. Odia quel posto, l'odore
di disinfettante la soffoca. Inoltre ha paura di non riuscire a passare
il temuto esame. Resta chiusa in quel luogo per tre giorni, isolata da
tutti in una stanza.
Lo stato sceglie solo soggetti innocui.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
à
CAPITOLO 2: L'OSPEDALE
Gli androidi la portano in un'altra stanza, più piccola rispetto a
quella dove è stata in quei tre giorni.
Nella camera c'è solo l'armadio e il letto.
È sola in questo momento; si
guarda attorno agitata. Appena si stende sul materasso quello fischia, così salta su spaventata e
disorientata. Ora, con i piedi nudi a contatto sulle piastrelle fredde,
ha le idee più chiare. Per prima cosa, apre il cassettone per vestirsi,
ma l'unico indumento che trova è una tuta blu. Mah... che colore
orribile! Voglio i miei vecchi vestiti, non questa tuta... vabbè è già
tanto se parto, non posso pretendere l'impossibile. La mia casa adesso
sarà già invasa da zombie o matti che vogliono medicine, quindi i fiori
sono morti calpestati da gente tanto stupida. Riflette in silenzio la
ragazza. Questa è una promessa che fa a sé stessa, non pensa più alla
sua casa e neanche ai vestiti che sono solo ricordi. Con maggiore
decisione ora ragiona su come stare chiusa in quella piccola stanza per i
successivi tre giorni senza dare segni di pazzia. Subito nota degli
strani schermi. Si avvicina dunque a quello più piccolo e ne tocca il
video. Ma una voce dice: Attenzione, impronte digitali non autorizzate!
Devo chiedervi di allontanarvi o verrete uccisa dagli androidi. Potete
solo leggere il programma giornaliero. Ore 10.00: ESAMI; 13.30: PRANZO;
15.00: VISITE MEDICHE; 18.30: PARENTI (GENITORI O FRATELLI E SORELLE
SOTTO LA VOSTRA ETÀ. Esempio: se avete 25 anni non possono averne
nemmeno 1 in più); 19.00: SVAGO; 20.00: CENA; 21.00: RIENTRO IN CAMERA
PER I SOGGETTI RITENUTI PERICOLOSI; 22.30: DORMIRE, TUTTI. Quelli che
saranno trovati fuori dalla loro stanza dopo i due avvisi, anche se
superano l'esame resteranno sulla Terra; 9.15: SVEGLIA, 9.30: COLAZIONE.
Grazie per la collaborazione... Buona giornata!"
April stranita da quella voce registrata, senza volerlo distrugge il
video. Dalle sue mani escono degli artigli affilati, ma li ritrae subito
per non essere notati. Guarda attraverso la porta che dà sul corridoio,
c'è tanta gente che va avanti e indietro. Proprio in quel momento entra
Matt.”April, schedata come numero 234. È l'ora di cena, verrai portata in sala.” spiega il ragazzo.
Era il suo migliore amico prima che entrasse nell'esercito.
”Matt, sono contenta di vederti! Come sta Vanessa? Salutala da parte
mia.” lo abbraccia comunque. Lui a quel contatto diventa rigido.
”È morta, l'hanno mangiata in strada... non potevo farci nulla.”finisce
la frase con un tono malinconico poi si mette dietro di lei con il
fucile.
Si dirigono nella sala adibita ai pasti e le porta un vassoio. Lei apre i coperchi delle scodelle per controllarne il contenuto.
”APRIL, SONO NELLA CAMERA VICINO ALLA TUA... TI HO VISTO PRIMA CHE MI
GUARDAVI!”grida la sorella Beatrice dall'altro lato del tavolo. Nessuno
parla... c'è silenzio, si sentono solo le forchette che tintinnano
contro il vetro.
April mangia nervosa, non sa quando ricapiterà del
cibo. Intanto guarda la pelle delle sue mani, dove poco prima sono
usciti gli artigli. Arrivano i soldati nella sala.
”TUTTI ZITTI! NON È IL MOMENTO DI PARLARE E NEANCHE DI SPOSTARSI!”grida l'androide con voce metallica.
Beatrice scivola piano sulla panca.”Non voglio stare qui! Mi fa paura
questo posto...”sussurra alla sorella maggiore. Finiscono la cena, poi
vanno insieme ai soldati nelle loro camere, dove vengono rinchiuse
un'altra volta. Per ora non hanno il permesso di girare. Sono ancora
catalogate come soggetti potenzialmente pericolosi.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
à
QUESTO CAPITOLO E' MOLTO VIOLENTO E TRISTE, CHI SI IMPRESSIONA EVITI DI LEGGERE!
CAPITOLO 3: MORTI!
April guarda fuori dalla porta intanto che aspetta il sonno. Ma non deve attendere molto, dopo poco arriva...
Ricordo di April.
Mamma ha sempre detto che siamo state create in laboratorio, non come
gli altri esseri umani. Un giorno ero con Beatrice al parco, alla festa
della sua migliore amica, e senza volerlo ho tirato fuori gli artigli!
Tutti mi hanno guardata spaventati, solo mia sorella non pareva
sconvolta.
”PORTATELE VIA! NON LE VOGLIAMO VICINO AI NOSTRI FIGLI!”gridarono alcuni genitori a mia madre.
“Oh, guardate: io ho gli artigli, invece, voi no!”
“April, dai smettila! Si spaventano!”
“Come vuoi... Anche se è divertente!”
Sulla strada di casa abbiamo trovato una bassotta-nana tremante di
freddo. Era sera. Lei aveva le orecchie lunghe, cadenti e nere; occhi
sporgenti, grandi e neri; zampe corte marrone scuro; anche la schiena e
la coda erano scure. Mi sono avvicinata a lei e ho notato che non aveva
paura di me, quindi l'ho presa e ci siamo dirette a casa.
”Come la chiamiamo?”
“Evie... forse? Ti piace?” ho chiesto a Beatrice.
“Sì! È molto bello, sorellina.”
Evie da quel momento mi ha seguita da tutte la parti. Quella sera ero
stesa sul divano con lei addosso che dormiva tranquilla sulle mie gambe,
fino a quando non siamo andati a letto. Là sono cominciati i guai:
tremava e piangeva disperata! Mamma e Beatrice hanno provato a
consolarla, ma lei nulla... non ne voleva sapere. Dopo un po' papà l'ha
presa e subito Evie ha smesso di piangere.
”Non piangere... nessuno ti abbandona più!”
Evie lo guardava con i suoi occhi enormi, come se capisse le sue parole.
Quando l'ha lascia andare, per qualche ora è rimasta in silenzio, ma
poi ha ricominciato. Meno male però che era già mattina! Io e mia
sorella siamo uscite in giardino con Evie. Lei era come la nostra ombra.
”Ehi Evie, guarda! Ho la tua ciambella!”
“No. Ora ce l'ho io... non più lei!”ha detto Beatrice prendendola dalle
mie mani. La cagnolina si è voltata e ci è corsa incontro festosa;
voleva il suo gioco. Mia sorella glielo ha lanciato e appena Evie lo ha
visto gli è saltata sopra. Poi qualcuno ha fischiato. Dal cancello è
arriva Matt, io e lui eravamo amici, ma Evie non poteva saperlo, così
gli ha ringhiato contro.
”Ohh... come si chiama questa cagnolina?”ha chiesto il mio amico.
“Evie. L'abbiamo presa da poco!”ho risposto accarezzandola sulla testa.
“L'avete comprata o trovata?”
“Trovata in strada, sono stata l'unica a cui non ha ringhiato...”
“Come mai? È strano non ti pare?” ha domandato curioso.
“Forse va a simpatia... Evidentemente tu non le piaci, però!” ho ribadito con tono scherzoso.
“Vi lasciamo un po' da soli, dato che Evie continua ad abbaiare e dà
fastidio.” ha detto mia sorella, mentre iniziava a prendere Evie.
Tuttavia la cagnolina non voleva, per questo si è contorta tutta! Dopo
vari tentativi è riuscita a convincerla e a portarla in casa. Matt e io
siamo usciamo dal cancello. Evie ci ha visti ed è saltata fuori dalla
finestra aperta, arrivando da noi ringhiando.
”No dai, finiscila di fare la stupida!” le ho detto spingendola lontano noi.
“Scusa, April! È scappata
prima che riuscissi a prenderla!” una volta arrivata, Beatrice
l'ha portata nuovamente dentro.
I miei giorni erano così, sereni in compagnia di Evie, fino a una sera di Gennaio.
”Vado a fare la doccia, posso?” ho chiesto a mio padre mentre mi
dirigevo già verso il bagno. Mamma e Beatrice poco dopo sono usciti per
andare da un'amica di famiglia, invece Evie dormiva sulla poltrona
tranquilla.
Stesa in quel modo sembrava una salsiccia che cammina.
”Sì! Io vado con Evie giù, a dopo!”
Dopo, con calma, ho asciugato i capelli senza accorgermi che Evie non tornava da me. Ho guardo l'ora agitata: erano le 20.15.
In quel momento papà è salito insanguinato. ”Papà, Evie... sta bene?”
“No! Non sta bene... Ha rotto il cranio sotto la ruota! Vado dal veterinario.”
“Ok aspettami! Prendo il telefono.”
Evie era stesa di lato, dall'orecchio perdeva sangue e respirava male.
Aveva del liquido nei polmoni. L'ho presa, poi ho mandato un messaggio a
Beatrice: "Evie ha avuto un incidente... È finita sotto la ruota, le
hanno schiacciato il cranio. C'è tanto sangue in strada! Chi che le ha
fatto questo non se ne è nemmeno accorto... Povero, è disperato. Non si
dà pace..."
Quando siamo arrivati Evie è stata intubata inutilmente.
”Volete portarla a casa?” ha chiesto il veterinario comprensivo.
Non volevo vederla, non me la sentivo.
”Oh no... Non ce la faremmo a vedere il cadavere...” ha risposto papà con tono triste.
“È meglio che vado di là... Preferisco ricordarla viva.” ho detto, spostandomi nell'altra sala.
“Scusa, non l'ho vista. Mi dispiace!” si è scusato con aria agitata quello che l'aveva investita.
“Non è colpa tua... Poteva succedere a tutti...” ho risposto per
rincuorarlo, era davvero dispiaciuto. Dovevo essere io quella da
consolare, visto che Evie abitava con noi, ma proprio non riuscivo a
essere arrabbiata.
Poi dalla porta di quella spoglia stanza d'ospedale entra Matt. Guarda
April senza espressione. Felicità, tristezza, rabbia... non sa più cosa
significano.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
à
CAPITOLO
4: FUGA!
È pomeriggio ma non essendoci finestre i neon sono
sempre accesi, gli ospiti sanno più o meno che ore sono dal loro
orologio biologico. All'ospedale Beatrice guarda annoiata dalla
finestrella della porta le persone attraversare quel desolato
corridoio! Gira per la camera finché non sente dei ringhi e degli
spari.”Un lupo è entrato! Sparategli! Sta infettando il reparto di
quarantena!”dice l'androide ai compagni sparando al mostro.
“Lasciatemi
passare! Macchine inutili... vi stacco i fili... Brad... cerca quella
bambina dai capelli neri!”ringhia... lei ascolta quei due immobile;
finché Brad non butta giù la porta! DOVREBBE AVERE PAURA MA INVECE
E' GRATA, PERCHÉ QUEL MOSTRO L'HA LIBERATA! Assomiglia ad un lupo:
ha zanne, artigli e orecchie appuntite.”Ma... tu... sei veramente
un lupo! Aiutami! Devo trovare mia sorella!”lo stato rapiva
adolescenti per fare esperimenti. Tentava di creare dei licantropi
cosicché uccidessero gli stupratori, la cosa però non funzionò
perché le cavie svilupparono comportamenti violenti.”Vieni! Devo
liberarti! In questo corridoio sono tutti morti... nessuno ti
salverà, solo io posso!”ordina sbrigativo mentre prende Beatrice
per mano, lei si divincola.”Ok... mi hanno scelto per l'astronave!
Non posso venire...”
“Sei
stata rifiutata. Non partirai, ma anzi ti cacceranno in strada tra
gli zombie!”spiega trascinandola nel corridoio mezzo distrutto, lei
è terrificata. Escono dall'ospedale correndo; vengono raggiunti da
un'altra lupo con il pelo grigio.”Brad! Hayden mi ha detto di
aiutarti in un salvataggio! Ne sai qualcosa?!”domanda affaticata.
“CERTO!
AVELINE... È QUI! DOBBIAMO PORTARLA A CASA NOSTRA... O GLI ZOMBIE LA
UCCIDERANNO!”grida per farsi sentire dall'amica sopra gli spari!
Aveline li raggiunge. Mentre corrono Beatrice vede gli zombie
divorare i cadaveri sull'asfalto, è nauseata perché dalla loro
bocca cadono pezzetti di organi marci o mangiano gente viva ma
ferita. I lupi ringhiano. Due zombie notano quella bambina indifesa
perciò si avvicinano affamati.”Uccidi quei cani... ho fame di
carne fresca! È MIA!”dice l'essere fissandola... lei cerca di
nascondersi dietro ad Aveline.”Voi... non mangerete nessuno! Se non
sparite vi sgozzo!”
“Uccidi la lupa! Voglio quel pezzo di
carne...”non termina la frase perché l'animale gli salta alla
gola; l'essere cerca di graffiarla inutilmente perché dopo poco
muore... l'altro mostro fugge! Beatrice sospira esausta. Aveline
sorride.”Quanto manca per arrivare a casa vostra? Ho
fame!”
“Scusami... piccola... ci siamo quasi. Resisti...
ok?”essendo sotto la luce di un lampione Beatrice nota che vuole
rassicurarla, lei annuisce... sono amiche! NESSUNO TI FARA' MALE
PERCHÉ SE CI PROVANO LI UCCIDO! È UNA PROMESSA! Pensa
l'animale; quella bambina fa parte del branco e come tale Aveline sa
che deve sacrificare tutto se necessario. Il sole è tramontato
dietro ai grattacieli. Arrivano degli androidi, mirano al gruppo con
dei mitra.”Sparate. Sono soggetti da uccidere! Arrestate quella
bambina!”ordina un robot; loro svelti entrano nella porta più
vicina. L'insegna pubblicitaria mostra delle tette. È un Sex Shop
abbandonato.”Cosa ci fanno con frustini e manette? Non
capisco...”domanda confusa vedendo tutti quegli oggetti assurdi...
l'androide spara a Beatrice nella schiena uccidendola; Aveline guarda
quel corpo cadere sul pavimento impotente.
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1981963
|