The Survivors

di Ale a7x
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Buio.
Non vidi nulla. Non ricordai nulla.
Sentii dei rumori in lontananza… o forse dei versi?
Mi alzai in piedi a fatica e iniziai a tastare le pareti in cerca di un interruttore della luce. Riuscii a trovarne uno e appena gli occhi si abituarono alla luce artificiale con mio grande orrore vidi tre corpi nella stanza, uno dei quali aveva il cranio spaccato. Guardai le pareti e scoprii che quelle erano ricoperte di sangue. Mi guardai le mani che tremavano e vidi che anch’esse erano sporche di sangue. Mi guardai in giro in cerca di un’uscita.
*Ma dove sono finita?* pensai.
Alla fine vidi una porta di metallo e mi diressi verso di essa. I rumori che mi avevano accolta al mio risveglio continuarono incessanti. Non riuscii a capire cosa fossero.
Aprii la porta e mi ritrovai in un corridoio buio. Quei rumori si fecero sempre più vicini, mi voltai e mi sembrò di vedere un cadavere muovere un braccio.
-Impossibile.- mi dissi.Sarà stata di sicuro la mia immaginazione.-
Ma così non fu. Un cadavere iniziò a strisciare verso di me, l’altro fece lo stesso e iniziarono a camminare nella mia direzione.
-Cosa?! Come è possibile? Sarà sicuramente uno scherzo!- dissi presa dal panico. Iniziai ad indietreggiare finché non sbattei contro la parete opposta. Quei mostri iniziarono ad avvicinarsi e qualcosa in me scattò e iniziai a correre lungo il corridoio. Trovai un’altra porta, la aprii e venni accecata da una luce abbagliante. Uscii e bloccai la porta per impedire agli zombie di uscire. Ero all’aperto, ma non fuori pericolo, anzi forse ero in una situazione peggiore. Ero circondata da zombie e non avevo una via di uscita.
*Sono spacciata* pensai. Ma proprio in quel momento sentii un clacson risuonare in lontananza e alcuni zombie seguirono quel suono. Vidi un camioncino bianco e una Jeep blu venire verso di me. Si divisero e gli zombie iniziarono a seguire la Jeep, mentre il camioncino si avvicinava e apriva lo sportello.
Un ragazzo si sporse e mi prese una mano, facendomi salire a bordo.
-SEI STATA MORSA?- mi urlò il ragazzo moro con gli occhiali, puntandomi una pistola contro.
-Morsa? No, ma di cosa stai parlando? Che sta succedendo?- risposi io spaventata.
Lui abbassò la pistola. Scusa, ma dobbiamo essere molto sicuri.- disse lui, molto serio.
-E’ così che infettano i vivi. Ti mordono e tu diventi una zombie.- disse in risposta al mio sguardo interrogativo.
-Io sono Salvatore. Benvenuta in questo nuovo mondo.-

SPAZIO AUTRICE:
Questa storia è presa dal mio profilo di wattpad (CrackLife). Ho voluto portarla anche qui :)
Spero che vi piaccia :)

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


-Emily…- dissi io sconvolta. Non riuscivo ancora a capire cosa stesse succedendo.
-Lui invece è Giuseppe.- mi disse indicando il ragazzo che stava guidando.Mentre i ragazzi sulla Jeep, che incontrerai più tardi, sono  Sascha e Stefano.-
-Sicuramente sto sognando- sussurrai, ma la risposta di salvatore mi arrivò come uno schiaffo.
 Mi dispiace Emily, ma questo è tutto reale.-
-Ma come è possibile tutto ciò?-
Lui si sedette di fronte a me e iniziò a raccontare quella storia assurda con uno sguardo perso.
 Tutto è iniziato 3 settimane fa, un gruppo di scienziati ha scoperto questo nuovo virus. Lo stavano testando, ma qualcosa è andato storto e in breve tempo ha iniziato a diffondersi. La gente moriva, ma poi si risvegliava e cercava di mangiare le persone ancora vive. Noi quattro eravamo insieme quando gli zombie hanno iniziato ad aumentare e ad uccidere tutti. Siamo riusciti a trovare questo camioncino e quella jeep e siamo fuggiti insieme a quello che era rimasto delle nostre famiglie…- parlò con tono sofferente e l’ultima frase si limitò a sussurrarla. Lo fissai senza dire una parola, finché lui non alzò lo sguardo su di me e mi chiese  –Come puoi non sapere tutto questo?-
-Io…io non ricordo nulla…tutto quello che ricordo è di essermi svegliata in una stanza completamente buia con due cadaveri che hanno iniziato ad inseguirmi, e poi siete arrivati voi.-
Lui continuò a guardarmi senza dire nulla. Rimanemmo in silenzio per un tempo infinito finché Giuseppe non fermò il camioncino.
-Siamo arrivati.- annunciò Giuseppe.
Scesi dal camioncino e mi guardai attorno. Eravamo in un quartiere di Milano, il centro storico. Riconobbi il castello Sforzesco e l’expo gate.
-Perché siamo qui?- chiesi a Giuseppe.
-E’ qui che viviamo ora.-
In quel momento vidi la Jeep blu parcheggiare di fianco al furgoncino. Scesero due ragazzi mori e con gli occhi marroni, uno con gli occhiali mentre l’altro con uno sguardo da malandrino.
Il primo si identificò come Stefano, mentre il secondo come Sascha.
Ci dirigemmo verso la corte ducale, dove i ragazzi dissero di essersi sistemati. Appena entrai vidi quattro persone saltare addosso ai ragazzi e abbracciarli come se non li vedessero da anni.
Salvatore fu il primo a parlare.
-Come ti dicevo prima, siamo fuggiti con quello  che è rimasto della nostra famiglia…Loro sono Marina ed Elisa, la fidanzata e la sorella di Stefano, e Sabrina e Renata, la fidanzata e la mamma di Sascha. Ragazze, lei è Emily.-
Mormorai un timido ciao e mi allontanai un attimo. Mi sedetti in disparte e guardai i miei salvatori.
*Tutta questa storia è assurda…mi hanno salvata anche senza conoscermi. Non hanno esitato, mi hanno salvata e basta.*
Mentre pensai a questo mi si sedette di fianco Giuseppe.
-Perché mi avete salvata? Potevate benissimo lasciarmi lì a cavarmela da sola o, addirittura, a morire.-
-Perché avremmo dovuto farlo? E poi…-
si blocca un attimo, pensando a cosa dire. Quando abbiamo perso quasi tutti i nostri familiari ci siamo promessi di aiutare chi era in pericolo, volevamo che nessun altro provasse quello che abbiamo provato noi.-
-Grazie.- dissi abbracciandolo. Mentre lui ricambiò l'abbraccio delle immagini iniziarono a farsi spazio nella mia mente.
Vidi un bambino biondo sui 10 anni che correva verso di me e mi abbracciava. Dietro di lui c’erano due persone, un uomo castano sulla 50ina e una donna bionda sui 45 anni che mi sorridevano. Poi l’immagine cambiò e quelle tre persone diventarono zombie che tentarono di mordermi mentre io corsi fino ad un capanno, lo stesso dove mi ero svegliata. Un altro cambio di immagine; io mentre spacco la testa all’ uomo-zombie.
Mi staccai dall’abbraccio e realizzai…una lacrima solitaria scese lungo la guancia e Giuseppe me la asciugò prontamente.
-Ehi…cosa succede?- mi chiese preoccupato.
-Mi sono ricordata di una cosa…I miei genitori e mio fratello sono diventati zombie e io li ho uccisi.- dissi scoppiando a piangere tra le braccia di Giuseppe.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Credo di essermi addormentata ad un certo punto, perché mi ritrovai distesa su un divanetto bordeaux con addosso una coperta calda.
Quando aprii gli occhi vidi Salvatore ed Elisa rannicchiati in due sacchi a pelo e Marina su un altro divanetto.
Mi alzai a fatica, prendo un machete che i ragazzi avevano lasciato su un tavolo ed uscii a prendere una boccata d’aria. Il cielo era limpidissimo, ma c’era un filo di vento che scompigliava i miei lunghi capelli corvini. Mi sedetti per terra, portai le gambe al petto e le circondai con le braccia. Rimasi in quella posizione a guardare il panorama, a ripensare ai miei genitori e ad osservare uno zombie solitario che strisciava in lontananza per un’infinità, finché un urlo atroce spezzò il silenzio. Iniziai a correre verso quelle grida disumane. Corsi così tanto che mi mancò il fiato, ma non mi fermai. Appena entrai nel parco capisco cosa sta succedendo. Due zombie stavano attaccando Renata. In lontananza ne vidi molti altri, 40? 50 forse.
Non mi fermai a pensare, continuai a correre nella sua direzione e mi avventai su uno zombie. Lo colpii alla testa con il machete e quello cadde a terra esanime, poi feci lo stesso con l’altro zombie. Mi inginocchiai accanto a Renata.
-Andrà tutto bene, vedrai.- dissi prendendole una mano, ma sapevo che non è così. Era stata morsa.
Iniziai ad urlare il nome dei ragazzi, volevo che arrivassero presto. Non sapevo cosa fare.
Delle lacrime iniziarono a solcarmi il viso. Continuai a chiamare gli altri finché non vidi Salvatore e Stefano arrivare di corsa.
-Cosa è successo?- mi chiese Salvatore accostandosi a me.
-Due zombie l’hanno attaccata e…e l’hanno morsa. Ed altri ne stanno arrivando- dissi tra i singhiozzi, indicando il morso sulla gamba e l’orda di zombie in arrivo.
Vidi i ragazzi prenderla in braccio e portarla verso il nostro “piccolo” rifugio.
-Corri dentro e avvisa Giuseppe!- mi urlò Stefano disperato.
Feci come mi disse e corsi più che potei da Giuseppe. Appena lo vidi lo chiamai e gli andai incontro.
-Ehi, che succede?- mi chiese asciugandomi una lacrima.
-Renata…è stata morsa.- dissi continuando a piangere.Stefano e Salvatore la stanno portando dentro e un’orda di zombie sta arrivando!-
Proprio in quel momento i due ragazzi apparvero ed adagiarono Renata su un divanetto blu scuro.
-Dobbiamo avvertire Sascha…- sussurrò Marina. Tutti ci giriamo verso di lei, aveva perfettamente ragione.
-Lo faccio io.- si propose Stefano e, senza aspettare una risposta, si avviò verso una stanza al primo piano. Io mi avvicinai a Renata e le presi di nuovo la mano.
Forse sono l’ultima persona che vuoi sentire ed hai ragione...non mi conosci nemmeno. Ma…mi dispiace così tanto, Renata.- nuove lacrime si formarono ai bordi dei miei occhi. Sentii dei rumori di sopra,
*Sascha starà correndo qui.*  pensai.
Si fermò sull’ultimo gradino delle scale, ci osservò tutti e si avvicinò a sua madre.
Io mi allontanai, non volevo sentire quello che si stavano dicendo. Osservai fuori dalla finestra, gli zombie ormai erano alle porte del cancello e si avvicinavano sempre di più.
-Gli zombie!- dissi indicando in direzione dei non-morti.
Giuseppe e Salvatore imbracciarono due fucili ed uscirono fuori. Si sentirono degli spari e alcuni zombie caddero a terra.
-Dobbiamo andarcene, Sal! Immediatamente!- urlai per farmi sentire sopra il rumore degli spari.
Salvatore si girò, si limitò ad annuire e a correre verso la jeep seguito da Giuseppe. Io rientrai e mi inginocchiai accanto a Sascha. Toccai la fronte di Renata e notai che scottava.
-Ha la febbre.- dissi rivolta a nessuno in particolare.Ragazzi, dobbiamo andarcene. Giuseppe e Salvatore sono andati a prendere le macchine. Dobbiamo sbrigarci.-
-Non possiamo abbandonarla qui!- mi urlò Sascha.
-E non lo faremo.- dissi guardandolo negli occhi. Si alzò e, aiutato da Stefano, prese Renata in braccio. Io e le ragazze iniziammo a raccogliere le cose che ci sembravano più utili: cibo, acqua, coperte, vestiti e ovviamente tutte le armi. Gli zombie continuavano ad avanzare instancabili, ma fortunatamente Giuseppe e Salvatore arrivarono a grande velocità.
Saltammo a bordo e Stefano e Sascha adagiarono Renata su un sedile. Partimmo, ma mi accorsi con orrore che non si muoveva più. Mi avvicinai e le presi il polso per sentire il battito del suo cuore. Silenzio. Era morta.
Alzai lo sguardo verso Sascha e scossi lievemente la testa. Nuove lacrime. Sascha scoppiò a piangere e abbracciò fortissimo Stefano. Tutti piansero silenziosamente.
Dopo una o forse due ore ci fermammo su una strada di campagna. Sascha scese dal camioncino e, aiutato da tutti, tirò giù il corpo di sua madre. Si allontanò per scavare una buca abbastanza profonda. Quando tornò verso di noi aveva in mano un coltello. Sapevo quello che volveva fare, voleva impedire che si trasformasse in uno zombie. Mi girai, non volevo assistere a quella scena.
Mi allontanai per raccogliere dei rametti e trasformarli in una croce da mettere sulla tomba di Renata. Ne trovai due abbastanza grandi e li legai tra di loro con un lembo della mia camicia. Quando ritornai dagli altri vidi che stavano iniziando a seppellirla. Piantai la croce e ritornai sul camioncino.
Mi sedetti sul sedile e mi portai le gambe al petto e le circondai con le braccia. Alla fine tutti risalirono e ripartimmo. Nessuno osò dire una parola.
Passarono altre 2 ore quando qualcuno si decise a parlare. Era Giuseppe.
-Siamo arrivati in una nuova città. Ma non c’è nessun cartello.-
-Scopriamo dove siamo allora.-
dissi io guardando quella città fantasma.

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