Una settimana ad Okinawa

di midnight89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una vincita inaspettata ***
Capitolo 2: *** Un lungo pomeriggio ***
Capitolo 3: *** Primi passi ***
Capitolo 4: *** Primo giorno ***
Capitolo 5: *** Iniziano i guai ***
Capitolo 6: *** Pensando di vincere si perde ***
Capitolo 7: *** Bugie ***
Capitolo 8: *** Rottura ***
Capitolo 9: *** Riconciliazione ***
Capitolo 10: *** Ricominciare ***
Capitolo 11: *** La fine delle incertezze ***



Capitolo 1
*** Una vincita inaspettata ***


Sole,caldo,estate

Sole,caldo,estate...unico periodo in cui ogni lavoratore di concede un periodo di meritato riposo in amene località marine o in centri benessere. Anche i Get Backers sognavano una situazione del genere,ma come sempre i risparmi erano pochi e non bastavano nemmeno per un rilassante tuffo in piscina. Ginji si lasciò andare sulla panchina del parco,lasciandosi cullare da quella fievole brezza,quanto avrebbe voluto andare al mare,abbandonare per un poco quella città,andare via da tutti i problemi e le fatiche,andare via...con Ban. Era sottointeso che avrebbe voluto andarsene con lui,da solo non c’era ragione per partire,ma figurarsi se il suo sogno si sarebbe realizzato,un estate lui e Ban da soli al mare...si era proprio un sogno. Ormai non si stupiva più di quei sentimenti che fiorivano in lui nei confronti del compagno,era palese che ne fosse attratto,ma come si sa,il “e vissero felici e contenti” accade solo nelle favole e non nella realtà,ed era altrettanto lontana una simile prospettiva data la vita che facevano,sempre sul rischio di rimetterci la pelle,avversari che bussavano ogni volta alla porta,ogni volta era peggio. Ma che gli accadeva?Da quando aveva iniziato a piangersi addosso così?No, no...lui non era solito incupirsi,benché il suo passato non fosse allegro,ma nemmeno quello di Ban,quindi...inutile piangersi addosso!Si alzò stiracchiandosi le braccia,certo che Ban era in ritardo,e non era da lui,...che gli fosse accaduto qualcosa?Poi d’improvviso sentì una mano sulla spalla e sobbalzò:era Ban.-Ban-chan mi farai morire un giorno o l’altro!-esclamò il biondino con fare lamentoso. Il compagno si limitò a fissarlo con il solito sguardo e dato il suo mutismo Ginji gli domandò il motivo del suo ritardo-Facile a spiegarsi,colpa di questi!-esclamò estraendo dalla tasca due biglietti. Il biondo non capiva che cosa fossero,così che Ban dopo cinque minuti buoni nei quali Ginji tentava di comprendere cosa fossero esclamò rassegnato –Sono due biglietti per un pernottamento di una settimana di un hotel a Okinawa..-

Ginji non cambiò la sua espressione interrogativa. Ban perse la pazienza e gli diede un colpo in testa e gli sventolò i biglietti a pochi centimetri dal naso-Insomma cosa c’è ancora da capire?Ho vinto due biglietti per una vacanza Ginji!-Il biondino nonostante i lacrimoni per colpo ricevuto mostrò un sorrisone-Davvero?Ma come?Quando?-domandò entusiasta. Ban si accese una sigaretta e ripose i suoi pregiati biglietti nel portafoglio-Stavo venendo qui quando passando per il centro mi hanno venduto un biglietto omaggio della lotteria di un negozio,sono passato di li per vedere se avevo vinto qualcosa e mi sono ritrovato possessore del primo premio,tutto qui.-Non descrisse ovviamente le sue reazioni di fronte a quella vincita,non voleva far sfigurare la sua immagine. Ginji sembrò finalmente comprendere il tutto ed esclamò gioiso-E’ fantastico Ban-chan!Sei stato fortunatissimo!Hai già deciso con chi andare?-domandò. Ban lo fissò come stupito,davvero quel biondo non aveva capito niente...Si alzò e fece per andarsene,Ginji rimase a fissarlo dubbioso,poi Ban si fermò e senza voltarsi esclamò-Si parte tra due giorni...-Fu allora che il volto di Ginji venne coronato da un sorriso –Ban-chan ti adoro!-esclamò saltandogli addosso. Ban si limitò a sorridere,se solo sapesse quanto lo adoro io,pensò.

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Ginji ancora non credeva di essere in viaggio per Okinawa,avevano preso uno shinkansen e non ci avrebbero messo molto ad arrivare,guardava fuori dal finestrino il paesaggio che passava sotto i suoi occhi,percepiva distintamente delle scariche elettriche sulla schiena,erano per la gioia e l’agitazione. Ban sedeva di fronte a lui,leggeva il giornale,o meglio fingeva perchè in realtà spiava il compagno e ogni suo movimento. Avevano speso gli ultimi risparmi per quei biglietti e ancora si chiedeva con quali soldi sarebbero tornati, ma ora come ora non aveva occhi che per il compagno.

-Ban...-esclamò Ginji, il compagno alzò lo sguardo-Non ti ho ancora ringraziato-Ban lo fisso stupito-Ringraziato?-Ginji abbassò lo sguardo e disse-si,...per avermi invitato...-Ban rimase zitto e poi scoppiò a ridere. Il biondino lo guardò confuso-Ma dai Ginji,con chi mai potevo andarci?Mica potevo lasciarti solo in città...-Ginji sorrrise,uno spettacolo stupendo per Ban.-Beh,..grazie lo stesso!-esclamò abbracciandolo incurante di quelle piccole scariche elettriche che percorrevano il suo corpo,innocue per lui,un poco meno per Ban,che cercò di liberarsi da quell’abbraccio se non voleva morire.-Dannata torpedine, mi ucciderai una volta o l’altra!-esclamò sistemandosi i capelli elettrificati.-scuuuusa Ban, ti preego,perdonami!-lo implorò il biondino con dei grossi lacrimoni. In quella si sentì l’annuncio della stazione di Okinawa-Andiamo Ginji,o finisce che rimaniamo su questo shinkansen per sempre-esclamò con un sorriso,Ginji annuì,Ban non era più arrabbiato.

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Ban e Ginji erano a testa in su da parecchi minuti. Il loro albergo era davvero altissimo, e stando alla graduatoria era un cinque stelle.-Ban,ma è davvero il nostro?-domandò per l’ennesima volta il ragazzo.-Direi di si,forza diamoci una mossa...credo che se fuori è così,dentro sarà ancora meglio...-e così dicendo prese per un braccio l’amico e lo trascinò dentro. Ginji si lasciò guidare senza opporre resistenza e cercando di non elettrizzare ancora il compagno.

L’interno era enorme e raggiunsero la reception sistemandosi al meglio gli abiti, giusto per non sembrare più trasandati di quanto erano di solito. Il consierge si fece subito avanti con fare premuroso-Cosa posso fare per voi?-Ban tirò fuori i biglietti ed esclamò-Ecco noi avremmo vinto una vacanza premio e...-non terminò la frase che subito un esercito di camerieri li circondò con un applauso-Ecco i fortunati vincitori!Siamo molto lieti di avervi qui!Sappiate che avete diritto al nostro trattamento esclusivo che comprende accesso alla spiaggia,piscina,centro relax,....-Il consierge andava avanti con foga elencando tutte le possibilità che avevano grazie a quella vincita,mentre Ban si sentiva schiacciato da tutta quell’esuberanza,cosa che invece non dispiaceva minimamente  Ginji. Il ragazzo capì immediatamente che al compagno dava fastidio quella situazione così che con decisione interruppe il consierge-Mi scusi ma saremmo molto stanchi per il viaggio e vorremo riposare...-Un silenzio, poi fu seguito da consensi da ogni parte-Certo, certo...ecco le chiavi,camera 106 quinto piano e buona permanenza!-

Lottarono a lungo con il facchino per portare o meno loro le borse in camera,ma poi riuscirono a liberarsene fuggendo sull’ascensore.

-Tremendo...-esclamò Ban sbuffando. Ginji intanto si fissava allo specchio dell’ascensore e notò che le pareti erano ricoperte di velluto e vi erano dei decori d’oro puro. L’idea di staccarli balenò nella sua testa più volte ma poi il ding dell’ascensore dissolse quel pensiero e andarono alla ricerca della loro stanza. Dopo poco la trovarono, inserirono le chiavi trattenendo il fiato. La porta si aprì e non poterono trattenere un ooooooh di stupore. Una stanza magnifica con un ampio finestrone che dava direttamente sul mare, tv al plasma, dvd, videotelefono e poi un ampio letto matrimoniale che...

Che cosa?ma scherzo era quello?Ginji fissò a lungo Ban, stava tremando, così che Ginji esclamò-Avranno sicuramente sbagliato a darci le chiavi!In un albergo così grande è facile sbagliarsi no?Ora li chiamiamo e chiariamo il malinteso eh?-esclamò correndo verso il telefono, le dita tremarono nel comporre il numero della reception, tre trilli poi si udì “Questa è la reception, mi dica”.

-Siamo della 106 e...-“Certo,certo,mi dica pure!C’è qualche problema?”domandò allarmato. -Ecco a dir la verità si. La stanza è perfetta ma c’è un problema,noi siamo in due e...e c’è un solo letto..-balbettò.”come?Ora controllo sul computer”Istanti di silenzio mentre il suo cuore batteva a mille,lanciò uno sguardo a Ban che stava ancora sulla porta e gli fece capire che stavano controllando.”allora si dovrebbe esserci un letto per due...”-Per essere per due lo è ma..-“Voi siete in due no?I biglietti erano solo per due!”-Non sto dicendo questo,dico che il letto è solo uno!-“Certo,è un matrimoniale!-Ma noi,noi non siamo una coppia!-esclamò arrossendo.”ma insomma i biglietti parlavano chiaro,no?Soggiorno gratuito per una settimana nell’hotel Blushine per una coppia no?”Ginji rimase in silenzio,come aveva fatto Ban a non accorgersene?O forse...no,non era possibile..”Signore?E’ ancora in linea?”-Eh?Si,si...mi scusi ancora,buongiorno-riattaccò,ma non voleva voltarsi verso Ban,come poteva dirgli che...

-Biglietto valido per un soggiorno gratuito di una settimana nell’hotel Blushine di Okinawa....valido per una coppia...-esclamò Ban. Ginji si girò fissandolo. Ban accartocciò il biglietto.-Mi dispiace Ginji, ma non avevo letto...le frasi in piccolo...-esclamò tremando. Ginji non disse nulla, si limitò a sorridere e a trotterellare da Ban e mettendogli un braccio intorno al collo esclamò-Ban questo è un hotel stupendo, questo piccolo inconveniente lo si può risolvere con qualche accorgimento...-esclamò lasciandolo e dirigendosi verso il divano  e gettandosi sopra.Ban lo fissava.-Come sospettavo,e come dormire su di un letto!Ban tu dormi sul letto e io sul divano va bene?-domandò sistemandosi comodamente sul divano. Ban sospirò e poi sorrise chiudendo la porta.-Vado  farmi una doccia...-

 

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Capitolo 2
*** Un lungo pomeriggio ***


Mi scuso per il ritardo ma ecco il secondo capitolo,vi assicuro che i prossimi sono già stati scritti e saranno sempre miglior

Mi scuso per il ritardo ma ecco il secondo capitolo,vi assicuro che i prossimi sono già stati scritti e saranno sempre migliori..insomma d’altraparte sono slo sette lunghi giorni XD Grazie mille per i commenti

BUONA LETTURA!

Ginji era sdraiato sul letto con gli occhi chiusi che ascoltava il rumore dell’acqua che scendeva...Ban...chissà cosa sarebbe accaduto se il compagno gli avesse detto”ma dai Ginji, dormiamo insieme in quel catorcio di auto figurati se mi faccio problemi per un letto!”

Poi magari gli avrebbe dato un bacio, bello, davvero un bel sogno...ecco cos’era. Doveva smettere di fantasticare e godersi quella settimana di relax con Ban,chissà quando sarebbe accaduto di nuovo. In quell’istante Ban uscì dal bagno con l’accappatoio-Ginji dovresti provare a...-vide che era sul letto con gli occhi chiusi,magari dormiva. Sorrise e si avvicinò in silenzio e si abbassò fissandogli il volto. Poi Ginji gli fece “Buhu”e per poco a Ban non venne un infarto. Questa avventatezza fu punita con un colpo in testa.-Buuuuuuuuuuh,Ban mi hai fatto male!-piagnucolò-Colpa dei tuoi scherzi cretini- esclamò sistemandosi gli occhiali. Ginji si mise seduto e lo afferrò per l’accappatoio-Nooo,Ban non essere arrabbiato!-esclamò strattonandolo-E basta Ginji vuoi togliermi l’accappatoio per caso?-domandò e si liberò da quella presa e fece per andarsene ma poi udì uno “Scuuuuuuuuuusa” e come si voltò vide Ginji che gli si lanciava addosso e lo travolgeva completamente facendolo cadere a terra. Finirono per terra, Ban sotto e sopra un Ginji disperato incurante della situazione alquanto imbarazzante -Ban, scusa,ti faccio sempre arrabbiare!-Ban era immobile,non sapeva cosa fare quando Ginji si sarebbe accorto della situazione,e neppure riusciva  a liberarsi causa il dolce peso dell’amico. Ginji continuava imperterrito con il suo lamento quando il compagno chi mise una mano davanti alla bocca facendolo zittire, Ginji solo allora si accorse di come stavano le cose, ma non riusciva davvero a smuoversi, era paralizzato-Sei proprio un bambino, lo sai?-esclamò Ban, incurante della situazione. Ginji era rosso in faccia e tremava, cosa diavolo aveva fatto?Ban riuscì quindi a liberarsi e alzandosi si sistemò l’accappatoio mentre l’amico era  a terra ancora immobile, nel pieno della confusione. Ban gli scombussolò i capelli passando ed esclamò-Tra poco è ora di pranzo...-detto questo tornò in bagno per cambiarsi. Ginji rimase immobile, poi quando udì il rumore del phon scattò in piedi e corse fuori dalla stanza. Come gli era venuto in mente di saltargli addosso così?E perchè Ban aveva avuto quel comportamento?Poi però il suo voltò mutò in un sorriso e corse sino alla balconata e lì respirò a pieni polmoni e scoppiò in una risata quasi isterica, poi si fermò e abbassò lo sguardo-Sono stato proprio uno scemo, Ban avrà ormai capito di sicuro...-forse era solo una partita persa in partenza...ma da quando lui si arrendeva senza lottare?Ora si sarebbe mantenuto un poco sul distante, voleva che fosse Ban a fare la prima mossa, per vedere davvero cosa aveva capito. Ginji  si passò una mano tra i capelli biondi e fece ritorno verso l’interno.

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Era già la terza volta che passava per quel corridoio e non era ancora riuscito a trovare il giusto percorso, poco aiutava la piantina che indicava con una freccia rosso fuoco “voi siete qui”. Sbuffò per l’ennesima volta e si lasciò guidare dove lo portava la sua mente-Ban mi ucciderà appena lo trovo, sempre se lo troverò...-poi udì una mano sulla spalla e sobbalzò rilasciando una bella scarica elettrica che colpì in pieno il suo “assalitore”. Era Ban. -Dannata torpedine!Basta, la prossima volta non ti tocco nemmeno con un guanto di gomma!-esclamò rimettendosi in piedi                                  -Ban!Ban! Finalmente ti ho trovato! Pensavo di non uscire più da questo labirinto!-esclamò lanciandosi al collo. -Se continui a girare in tondo come un cretino è logico!-esclamò liberandosi da quella stretta e incamminandosi.-In tondo?Come fai a dirlo?-. Ban sghignazzò. -Sono già cinque minuti che ti sto seguendo.-Ginji rimase immobile poi sorrise, Ban non aveva capito proprio nulla, meglio così. Così che lo raggiunse e insieme s’incamminarono verso la sala da pranzo.

Le portate erano stupende ed una più deliziosa dell’altra, i piatti europei erano davvero ottimi,ben diversi dalla cucina di Pore.-Hai qualche idea per questo pomeriggio?-domandò l’amico interrompendo le mandibole di Ginji dal loro lavoro-Io?...Beh mi sarebbe piaciuto andare al mare. -esclamò con un sorriso. Ban lo fissò un attimo e poi si alzò per uscire a fumare-Perfetto ci vediamo tra poco in stanza...-e così andò. Ginji rimase lì seduto fissando le bollicine dell’acqua frizzante che risalivano e scoppiavano in superficie. Poi prese il bicchiere dal quale Ban aveva bevuto, se avesse bevuto sarebbe stato un poco come baciarlo no?Rise e poi si alzò,ma prima di andarsene bevve da quel bicchiere.

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Quando Ban ritornò in stanza vide che Ginji dormiva beatamente sul letto. Non poté non sorridere al vederlo. Gli si avvicinò, questa volta fu ben attento nel notare che dormiva per davvero. Respiro regolare, il torace si alzava e si abbassava ritmicamente. Gli accarezzò i capelli, ma tolse la mano non appena Ginji fece un borbottio. Allora decise di uscire fuori in balcone e rimirare il paesaggio, davvero impagabile, chissà come sarebbe stato al tramonto...doveva essere qualcosa stile film d’amore, con nubi rosa e viola e un lui che bacia una lei e una brezza gli scompiglia tutti i capelli. Poi si fermò da quel fantasticare, da quando era diventato così melenso?Ginji gli faceva davvero uno strano effetto. Si lasciò andare sullo sdraio che vi era e si addormentò placidamente per diverse ore.

Ban si svegliò in modo alquanto movimentato. Ginji lo stava strattonando da diversi minuti. -Ban-chan dai svegliati!Ban?!!-Finalmente l’amico aprì gli occhi e lo sguardo non era dei migliori. -Bel modo di svegliarmi...aggraziato come al solito. -Ginji sorrise-Avresti voluto essere svegliato come la bella addormentata?Con un bacio?-Ban lo guardò un poco sorpreso,ma Ginji già era corso dentro e stava cercando il suo costume nell’armadio. Ban si rassegnò, evidentemente aveva capito male.

Finalmente raggiunsero la spiaggia riservata dell’albergo: ampia, con bar e campi per giocare a beach-volley,per nulla male. Ginji era già alla ricerca della loro postazione quando d’improvviso si mise a saltare disperandosi,. Ban preoccupato lo raggiunse subito-La sabbia scotta!-piagnucolò l’amico. Questo non lo salvò dall’ira funesta di Ban, che dopo una sonora lezione lo superò e raggiunse la loro postazione. Ginji lo raggiunse saltellando e sistemò le sue cose a fianco di quelle dell’amico che si era acceso l’ennesima sigaretta. -Ban io vado a farmi il bagno. Vieni?Vieni?-domandò allegro. -Magari più tardi...-Ginji avrebbe voluto insistere ma non lo ritenne opportuno così che si spogliò rimanendo in costume e iniziò a correre verso il mare urlando come un bambino- MAREMAREMAREMARE!-Ban ispirò profondamente,era davvero un bambino. Poi il suo sguardo fu attirato da una madre che tentava di spalmare la crema al figlioletto urlante che voleva solamente entrare in acqua. Ecco quel bimbo somigliava molto a Ginji...al pensiero gli venne da ridere. Poi rammentò che Ginji non aveva nemmeno preso in considerazione l’idea di mettersi la crema. Si sarebbe scottato, avrebbe imparato dalla sua fretta a non farsi del male da solo come era solito fare. Avrebbe trascorso il resto della vacanza all’ombra con i suoi lacrimoni. Poi però il sorriso si spense, si alzò in piedi ed osservò che Ginji già sguazzava in mare. Sospirò e lo chiamò, ma quello era tanto preso che nemmeno aveva sentito. Ban allora lo raggiunse un poco seccato-Ginji esci da lì non hai la crema...ti scotterai..- Ginji si fermò -Ban sei venuto a nuotare!Che bello!- C’era da aspettarselo,non aveva sentito nulla. Ban entrò quel che bastava per agguantarlo e trascinarlo fuori-Ban!!!!Che fai?!!!Perché??!-Ban sbuffò per l’ennesima volta-Mettiti la crema idiota,o passi il resto della settimana sotto l’ombrellone!-Ginji lo fissò poi esclamò -Ma dai!Non succede nulla se non la metto Ban-chan!Non ho mica due anni!-esclamò ridendo. Ban non lo mollò -Te lo scordi!Dopo sono io che dovrò sopportare le tue lamentele!-e dicendo questo lo scaraventò sulla sdraio e gli mollò in mano la crema. Ginji era allibito, da quando Ban si mostrava così...così premuroso?Sorrise ammirando Ban di spalle, non avrebbe mai creduto che il compagno potesse diventare...protettivo. Ban non aveva certo intenzione di mostrare quel suo lato affettuoso, si sedette e si mise a leggere un giornale incurante delle occhiate dell’amico. Era nel pieno della lettura di un articolo quando percepì qualcosa di glaciale percorrergli la schiena si voltò di scatto e si trovò a poca distanza dal viso di Ginji. Arrossì vistosamente e balbettò -Ch..che stai f..facendo?-domandò. Ginji sorrise-ti metto la crema, no?Vuoi scottarti per caso?-Ban rimase in silenzio e poi scattò in piedi-Non ho bisogno di queste frivolezze...-ma il compagno lo trattenne-Se non vuoi essere inchiodato da una scarica elettrica stai qui!-esclamò con tono deciso. Ban ne rimase stupito, il volto serio di Ginji, la mano che l’aveva trattenuto. Sorrise, infondo al cuore non gli dispiaceva questa situazione, così che si arrese-Ginji...- l’amico si aspettava un commento acido ma invece ricevette solo-...grazie...-e si sedette di spalle all’amico. Ginji  rimase allibito, ma poi sorrise e si dette da fare con lo spalmare la crema al compagno. Ban si sentì in paradiso, percepire il compagno così vicino, così a contatto...e non poter far niente, era una tortura paradisiaca!Dal conto suo Ginji faceva del suo meglio senza riuscire a nascondere il rossore che aveva invaso il suo volto; quando ebbe finito fece per andarsene ma una mano lo fermò per il braccio-Ora tocca a te!Non mi sfuggirai!-esclamò Ban inchiodando l’amico per terra. Ginji stava letteralmente tremando sotto i tocchi di Ban, nascondeva il volto tra le ginocchia, sarebbe stato un guaio se l’amico l’avesse visto in quelle condizioni.-Fatto, vai a nuotare!-esclamò dandogli uno spintone. Ginji non si mosse subito, quando si alzò fece di tutto per nascondere il volto all’amico-G...grazie eh...ciao!-e corse via. Ban sorrise, era davvero un bambino, un bambino tremendamente affascinante.

Erano passate diverse ore ormai, quando finalmente Ban si decise a raggiungere il compagno in acqua, gran parte della gente se n’era andata, ora il silenzio regnava sovrano insieme al fragore delle onde. Ban arrivò alle spalle di Ginji che stava facendo il morto cullato dal moto regolare delle onde. Il ragazzo si trattenne dal baciarlo, quel corpo chiaro in splendido contrasto con l’azzurro delle onde, labbra rosate sulle quali Ban fece cadere delle gocce di mare che destarono subito l’amico-Ban?!-poi quando si accorse che si trattava veramente dell’amico fu entusiasta. –Ban-chan finalmente!Credevo che non venissi più...-esclamò. L’amico si limitò a sorridere,quegli occhi blu considerati tanto pericolosi ora potevano essere paragonati a delle pietre preziose,brillavano con i riflessi del sole ormai calante. Ginji si trattenne nel dire che fosse affascinante,si era già lasciato sfuggire la battuta della bella addormentata-Beh,fino ad ora non hai fatto che muoversi a destra e manca,ed ora che sono qui stai qui impalato?-domandò retoricamente iniziando  poi a spruzzare l’amico. Ginji fu preso alla sprovvista ma partecipò subito a quel gioco.

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Il sole aveva iniziato a nascondersi sotto il mare e i due ragazzi si stavano asciugando sotto l’ombrellone ormai chiuso. Ginji osservava con sguardo perso il paesaggio, si era alzato un lieve venticello che gli scompigliava i capelli ancora umidi mentre Ban stava seduto con gli occhi chiusi pensando a chissà cosa. Il biondino si alzò e raggiunse la riva, sin dove le onde arrivavano, poi si sdraiò lasciando che le onde gli bagnassero sino alle ginocchia. Ben presto vide un’ombra avvicinarsi-Che stai facendo?-domandò Ban mentre ancora si asciugava i capelli con l’asciugamano. -Guardo il paesaggio...in città non si può certo ambire a vederlo, no?-Ban annuì e poi si sedette a fianco dell’amico. In effetti il panorama era magnifico e l’acqua ora tiepida che bagnava le gambe era estremamente rilassante. -Che faremmo se non avessi vinto i biglietti?-domandò sdraiandosi vicino a Ginji-Sicuramente saremmo alla ricerca ancora di un qualsiasi lavoro da fare e andremmo a lagnarci nel solito bar...come sempre...-Ban sorrise -Come sempre...- s’incupì un poco,era davvero una vita difficile quella che facevano,piena di rischi ed incertezza ma era bello infondo,infondo non era solo,era circondato da buoni amici...e da Ginji ovviamente. Si voltò ad osservarlo, era irradiato dagli ultimi raggi del sole che facevano risplendere i suoi capelli biondi. -Sei stato bravo oggi Ginji...se avessi rilasciato qualche scarica elettrica in acqua sarebbero morte tutte le persone che ci stavano- esclamò ridendo. Il biondino sorrise-Non faccio apposta certe volte...-sembrava quasi che si stesse scusando così che Ban per sdrammatizzare gli schizzò un poco d’acqua addosso. -Non era una predica la mia...-Ginji sorrise-Lo so e...che idea!-esclamò ridendo poi si voltò verso Ban ed esclamò -Hai mai provato a fare l’angelo sulla neve,Ban?- L’amico lo guardò confuso- Massì,non ci vuole nulla!-e dicendo questo iniziò a muovere su e giù le braccia e le gambe,poi si fermò. -Ecco, dai prova tu!-esclamò ridendo. Ban non disse nulla, si mise seduto ed esclamò -Come può crearsi un angelo da me che sono il figlio del demonio?-dicendo questo si alzò scrollandosi la sabbia di dosso e se n’andò. -Ban!-esclamò Ginji alzandosi-Ban, non fare così...Ban?!-a nulla servirono queste parole. L’amico si era già avviato fuori dalla spiaggia con le sue cose senza attendere niente e nessuno. -Ban...-le parole si persero nel vento. Ginji cadde in ginocchio e rimirò il suo angelo, che senso aveva di esistere un angelo solitario?

 

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Capitolo 3
*** Primi passi ***


Ginji si era trascinato sino in camera e aveva costatato che Ban non c’era

Visto che sto pubblicando anche un’altra fanfiction di Get backers colgo l’occasione di aggiornare anche questa e posterò pain piano tutti i capitoli che ho già pronti ma sono davvero tanti.Spero che siate contenti di questa inaspettata prosecuzione.BUONA LETTURA

 

Ginji si era trascinato sino in camera e aveva costatato che Ban non c’era. Ma perchè prendersela così?Che ragione vi era?L’aveva per caso offeso o insultato?Ginji si lasciò cadere sul letto fissando il soffitto bianco. Rimase così per alcuni minuti, poi si alzò e lentamente si avviò verso il bagno per farsi una doccia, Ban non era un bambino, sarebbe tornato quando avrebbe desiderato...anche se quell’attesa lo faceva stare male.

Sotto l’acqua non percepiva alcun suono, solo una certa tranquillità che gli invadeva il corpo, era come essere avvolti in un abbraccio, ma quella dimensione piacevole fu rotta da un battito ritmico. Ma che cosa poteva essere?Ginji uscì dalla doccia e s’infilò l’accappatoio, proprio ora dovevano venire a bussare in camera?Ma magari era Ban che stava male e..subito accorse alla porta del bagno ma notò che la maniglia non si apriva,qualcosa la teneva bloccata...o qualcuno...

-Ginji non usare scariche elettriche per piacere...-esclamò una voce

-Ban!-Ginji ebbe un tuffo al cuore-Ban che significa?Apri la porta!Che scherzo stupido!-esclamò molto sorpreso,non era del compagno avere simili trovate.

-Ginji prima vorrei che mi ascoltassi...poi ti lascerò uscire...-Il ragazzo-torpedine si fermò di botto e lasciò la maniglia, guardò il pavimento bagnato sotto i suoi piedi e poi annuì. -Ginji mi dispiace per oggi, mi sono comportato in maniera...davvero ridicola, si ridicola!Ma non so davvero che mi sia preso,...ti prometto che non accadrà più,non è da me fare la vittima,e poi non ho mica intenzione di rovinarci la vacanza,insomma è già stato una caso fortunato,no? Tra centinaia di biglietti proprio noi...noi che non vinciamo mia nulla senza lottare...magari dovrei preoccuparmi e insospettirmi,ma proprio non voglio rovinarmi questa settimana...-Ban parlava a macchinetta senza prendere fiato e Ginji ascoltava senza capire il perchè di un simile sfogo,attendeva solo che Ban finisse,non voleva interromperlo. -...Quindi davvero perdonami Ginji,non voglio infastidirti con i miei problemi,non lo trovo giusto...eh Ginji?Quindi vorrei che ci mettessimo una pietra sopra.-

Perché diceva quelle cose?-Ginji non capiva.        

- Ginji sono davvero rompiballe vero?Ma come fai a sopportarmi?-domandò. Basta!Basta!Ginji non riusciva più a sopportare così che diede una piccola scarica elettrica che attraverso la maniglia di metallo fu trasferita direttamente a Ban che lasciò immediatamente la porta dolorante. L’amico ne uscì immediatamente ed osservò Ban che si massaggiava il braccio, forse aveva esagerato. Ginji sorrise e s’incamminò verso di lui, senza che Ban gli staccasse gli occhi di dosso.

-Ban-chan stavolta mi ha fatto davvero arrabbiare sai?-esclamò sorpassandolo e buttando sul letto l’asciugamano, Ban era immobile, poi sussultò, Ginji lo aveva abbracciato da dietro-Sei uno stupido...non capisci che i tuoi problemi sono anche i miei?- esclamò poggiando il capo sulla sua schiena. Ban rimase immobile, percepiva l’umido dei capelli di Ginji sulla schiena e le mani ancora calde per il vapore che lo cingevano. Ban sorrise poi esclamò-Sono davvero egoista eh?-Ginji sorrise-Non solo sei anche venale e lunatico...-fece per staccarsi ma Ban gli bloccò un braccio.

 -Ginji grazie...- e dicendo questo glielo baciò provocando brividi infiniti al compagno e aumentando la gradazione del suo rossore. Ban gli lasciò la mano e si diresse verso il bagno. Ginji rimase immobile, poi si lasciò cadere sul letto e portò la mano alla bocca-Mi ha baciato...-poi si udirono gli strepiti di Ban dal bagno-Ginji che disastro!!!-

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La serata si stava mostrando molto interessante, il luogo era meraviglioso. Avevano passeggiato nelle vie del centro chiacchierando di tutto ciò che vedevano e sulla loro condizione se fossero stati a Shinjuku,aveva preso il gelato,cose così,sciocchezze forse,ma molto importanti secondo entrambi,anche se nessuno dei due l’avrebbe mai ammesso.(Shinjuku è uno dei quartieri di Tokyo,detto anche quartiere dei divertimenti)

Ginji stava ancora mangiando il suo gelato quando il suo sguardo fu attirato da una coloratissima locandina. S’avvicinò e notò che era la pubblicità di un grandissimo luna park. -Ban-chan!Ban-chan!Ci andiamo?!-esclamò Ginji con gli occhi lucenti. Ban osservò la locandina, poi l’amico, poi la locandina e ancora il compagno.

 Poi esclamò-Se farai il bravo...vedremo...-esclamò ridendo, in realtà il problema era un altro.

Ginji sbuffò -Cosa intendi per fare il bravo?-Ban ci pensò su e poi esclamò -Non lo so ci devo pensare...cose del tipo farmi da facchino non mi dispiace...-.

Ginji lo guardò contrariato-Dovrei farti da schiavetto?-domandò retoricamente. Ban si voltò e gli mostrò un sorriso alquanto ambiguo-Non lo so...ci penserò su riguardo questa tua proposta...-Ginji lo guardò allibito, poi tornò in -Non era una proposta!-esclamò con decisione-Troppo tardi!-detto questo corse via lasciando che Ginji lo rincorresse piagnucolando.

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-Ginji...è tutta colpa tua...-esclamò ansimando appoggiandosi al muro. -Mia?Sei tu che hai iniziato a correre!-esclamò l’amico difendendosi e cercando di riprendere fiato. Ban sorrise-Sappi che comunque è colpa tua...-esclamò prima di entrare nell’albergo. -Ma Ban-chan!-.

Non c’era niente da fare, Ginji aveva un effetto disastroso su di lui, riusciva a mutare persino il suo carattere,quel ragazzo doveva avere anche qualche potere paranormale. Ban lo fissava al di sopra degli occhialetti,Ginji era appoggiato alla porta dell’ascensore e sbadigliava senza contegno. Era tanto stanco che quando le porte si aprirono Ginji non avendo più nulla su qui appoggiarsi cadde indietro e sarebbe caduto se Ban non lo avesse afferrato prontamente. -Ginji non è da te crollare così presto...-esclamò facendo appoggiare Ginji a lui.

-Non ci posso fare nulla...sono stanchissimo...-e sbadigliò ancora. Ban sospirò con un sorriso e si diressero verso la loro stanza.

Ginji si lanciò direttamente sul letto, dimenticandosi dell’”accorgimento”che doveva fare per la notte, Ban non se la sentì di farlo scomodare,per quella volta avrebbero fatto cambio. Ban si era già messo in pigiama, quando notò che il compagno era ancora fermo e si stava addormentando con tutti i vestiti addosso.

-Ginji cambiati, è scomodo dormire con i vestiti...-Ginji aprì un occhio

-Domani Ban...domani...- Ban sospirò -Ma quale domani e domani...sei un bambino...-e dicendo questo gli levò le scarpe,ma non se la sentiva proprio di spogliarlo,non poteva sapere che cosa poi poteva prendergli,non voleva rovinare la vacanza così ben iniziata.

-Ginji non ho intenzione di spogliarti...-Ginji si svegliò di colpo e si mise a sedere e lentamente iniziò a spogliarsi fermandosi tra uno sbadiglio e l’altro. Ban si stava innervosendo, sembrava che Ginji facesse apposta con quei gesti lenti e quasi voluti a spogliarsi, così che si alzò e se n’andò in bagno al sicuro da qualsiasi tipo di visione,tranne quelle della sua fantasia. Si lavò il viso e si guardò allo specchio, che diamine gli stava riservando il destino...Poi sentì che l’amico urlava e corse fuori

-Ban-chan è terribile!E’ terribile!-esclamò Ginji correndogli contro.

-Cosa c’è?-domandò Ban cercando di ignorare il fatto che l’amico fosse solo in boxer. -Ho lasciato a casa il pigiama!-esclamò piagnucolando. Ban avrebbe voluto mollargli un pugno ma si limitò a sospirare e iniziò a sbottonarsi la giacca del pigiama. Ginji si fermò e lo guardò allibito, mentre il suo cuore iniziava a correre all’impazzata.

Ban gli lanciò la giacca sulla testa-Mettiti questa,anche se fa caldo non si sa mai...-esclamò mettendosi sotto le coperte. Ginji rimase un momento immobile,poi si levò la giacca dalla testa,aveva un buon profumo,di lavanda,e la indossò e si andò a guardare allo specchio sghignazzando,gli stava un poco larga sulle maniche.

-Se quella non ti va bene non ci metto nulla a riprendermela... -esclamò schiacciando il mozzicone nel portacenere. Ginji sorrise e saltò sul letto e gattonò sino vicino a Ban ed esclamò-Vuoi sempre avere l’ultima parola...- L’amico si limitò a sorridere-E tu sei e sarai un eterno bambino...-Il biondino rise,era vero,ma non poteva farci nulla,poi gli venne un’idea. Appoggiò la sua testa sulle gambe di Ban ed esclamò  -Sono un bambino ed hai ragione...allora raccontami una storia Ban-chan!-

Ban rimase interdetto -Una...una storia?-il biondino annuì. -Tu sei fuori...- disse Ban cercando di scrollarselo dalle gambe.

-Dai,dai!Ban-chan!- esclamò lui mettendosi a fianco. Ban si arrese -Ok...Allora c’era una volta un stupido ragazzo torpedine che...ahia!- l’amico gli aveva dato un piccolo pizzicotto -Ban-chan non mi piace questa storia!-Ban rise e poi disse -Ma perchè?E’ così realistica...-Ginji per tutta risposta gli lanciò il cuscino in pieno viso,Ban non rimase impassibile e partecipò con lui a quella guerra.

Quando Ban aprì gli occhi era ancora buio e fece per alzarsi ma un peso sul petto glielo impediva, era Ginji. Ban ebbe un tremito ed ebbe l’impulso di togliersi, ma poi rimase immobile, non era certo una situazione spiacevole quella. L’amico dormiva beatamente con il capo sul suo petto;alla fine avevano dormito senza troppi problemi. Gli accarezzò i capelli biondi, ora appariva come la persona più tranquilla e beata del mondo. Ban sorrise e tornò a dormire.

 

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Capitolo 4
*** Primo giorno ***


Quando aprì gli occhi bruni Ginji ebbe l’impressione di andare a fuoco,poggiava il capo sulle gambe di Ban il quale tranquilla

Ed ecco qui il nuovo capitolo!Tra persone scomparse e bambini capricciosi trascorre così il primo giorno di vacanza dei nostri due Get Backers…BUONA LETTURA!

 

Quando aprì gli occhi bruni Ginji ebbe l’impressione di andare a fuoco,poggiava il capo sulle gambe di Ban il quale tranquillamente leggeva una rivista e appena percepì un tremito dell’amico esclamò-Ben sveglio!-

Il biondino si sollevò un poco tremante e rosso in volto;le uniche parole che disse furono -Sc...scusa Ban...- .L’amico sorrise-E di che?-Ginji rimase zitto.

Ban si alzò e si stiracchiò accendendosi una sigaretta-Forza oggi dove vuoi andare?- L’amico era sempre zitto ignorando quel silenzio che presupponeva una risposta,allora Ban lo prese per la guancia e gli disse-Forza,qualche idea?-domandò tirandogliela un poco -Ahia!Ban-chan mi fai male!-si lamentò massaggiandosi la guancia. Ban lo ignorò e iniziò a cambiarsi ,Ginji sorrise e gli saltò addosso-Dannato idiota,vuoi farmi morire?!-esclamò Ban,per poco non aveva ingoiato la sigaretta.

Il biondino rise e poi afferrò i suoi vestiti e due minuti dopo entrambi erano in spiaggia,già affollata di persone.

Vicino alla loro postazione stava una madre con un bimbo di circa sette anni che non aveva nessun’intenzione di mettersi la crema solare, Ban notò che era il medesimo del giorno prima. Alla fine la madre giunse al ricatto, o la crema o niente mare. Il bimbo si sedette di spalle con le braccia conserte e gli occhi rossi, era un’ingiustizia quella!la madre n’approfittò per recarsi un momento al vicinissimo bar, avrebbe preso qualcosa di buono per quel figlio capriccioso. Gli occhi del bambino s’incontrarono per un istante con quelli di Ban ed ebbe un tremito,gli facevano paura,abbassò subito la sguardo e nel farlo il suo cappello gli si levò e il vento lo fece volare in alto.

Il bimbo temette che il suo berretto fosse perduto per sempre quando una mano gliela porse con un largo sorriso sul volto:era Ginji.

 -Questo è tuo,no?-Il bimbo lo prese e sorrise -Grazie...-Il giovane lo salutò con la mano e andò a risedersi vicino a quello con gli occhi tanto paurosi. Il bimbo si risedette e si mise a tracciare dei disegni con un sasso,si annoiava e voleva fare il bagno.

Ginji con movimenti furtivi si allontanò da Ban e si avvicinò al bambino ed esclamò-Non vai a fare il bagno?E’ un peccato perchè oggi c’è un bel sole...-disse sedendosi accanto-Devo mettere la crema...ma non voglio.-

Ginji sorrise-Anch’io ieri non volevo ma poi quello che mi sta vicino,lo vedi?Si chiama Ban ed è venuto sino in acqua,mi ha trascinato fuori e mi ha portato qui,dovevo mettermi la crema altrimenti oggi sarei qui con una bella scottatura...ti conviene accettarlo,o sprechi ore qui ad annoiarti e a vedere gli altri in acqua. -Il bimbo lo osservò e poi sorrise-Io mi chiamo Satoshi,tu?-Ginji ne fu sorpreso ma poi esclamò -Ginji...-in quella arrivò la madre che esclamò -Satoshi non infastidire il signore!-

Ginji si alzò ed esclamò-No,no...sono io che l’ho infastidito semmai...-Satoshi prese Ginji per mano e disse-Mamma questo è un mio amico si chiama Ginji!Ora mettimi la crema che voglio andare a fare il bagno...-la madre era interdetta,poi sorrise e prese la crema-Ginji vieni a fare il bagno con me?-domandò il bimbo eccitato.

Il biondo ebbe un sussulto,lanciò un’occhiata a Ban,sembrava ancora intento a leggere e nessuna intenzione di andare in acqua-Va benissimo-. Appena si allontanarono Ban sospirò,era ora che Ginji andasse,il suo progetto non poteva subire altri ritardi. Appena si assicurò che Ginji fosse scomparso si alzò e si avvicinò alla madre di Satoshi-Mi scusi...-la signora chiuse il libro che stava leggendo e lo fece accomodare sullo sdraio vicino-Avrei un favore da chiederle...-la signore stupita annuì.

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Ginji ora cominciava a tremare e così Satoshi così che uscirono,anche se la differenza di età era notevole si erano comunque divertiti molto. Ginji appena arrivò cercò Ban con lo sguardo,non vi era nessuno...com’era possibile?

-Se cerchi il signor Mido ha detto che aveva una commissione da fare...tornerà tardi...-

Cosa?Perché Ban non gli aveva detto niente?Ginji rimase immobile fissando il vuoto. Ban...Ritornò in se solo quando Satoshi lo tirò per il costume -Ginji dopo mangi con me?-domandò allegro. -Ma io...-La madre sospirò -Satoshi smettila ora...Ginji non ha la tua età avrà certamente altre cose da fare...-Satoshi lasciò il costume e nascose lo sguardo sotto il cappello. Ginji lo fissò dall’alto. Infondo attendere per attendere...

-Se il tuo invito è ancora valido accetto...- esclamò il biondino. Gli occhi di Satoshi s’illuminarono -Visto mamma?Visto?-era al colmo della felicità. Ginji sorrise alla madre che lo ringraziò largamente -Ora vado a fare una doccia,torno subito Satoshi...-e si allontanò.

Percorse in fretta la spiaggia,andò verso il bar,agli spogliatoi,ma di Ban non c’era traccia. Ginji si appoggiò alla ringhiera delle scale,perchè Ban era scomparso così?Quella mattina era così ansioso di uscire...forse troppo...e se in realtà c’era di mezzo una missione?Se quei biglietti erano stati solo una scusa?Ginji sussultò.. No,no...Ban non gli avrebbe mai mentito così. -Ban sta bene,non devo preoccuparmi!-disse a stesso e detto questo s’incamminò verso la sua postazione.

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Il pomeriggio era passato, Ginji era in crisi, non una visita, una telefonata...Ban era scomparso. Il biondino era seduto sullo sdraio con la testa tra le mani. La madre di Satoshi si avvicinò e pacatamente esclamò -Magari il suo amico l’attende in albergo...-Ginji alzò il volto e pronunciò un timido sorriso-Grazie signora...il fatto è che lui...-La donna lo interruppe -Non deve spiegarmi...non faccio distinzione di persone io...-e detto questo lo salutò ringraziandolo. Ginji rimase allibito “distinzione di persone”?

 -Ciao Ginji, a domani!-esclamò Satoshi mentre seguiva la madre. Il ragazzo abbozzò un sorriso e s’alzò, forse aveva ragione la signora. Raccolse le sue cose e s’avviò verso l’albergo, sperando d’incontrare presto lo sguardo del compagno.

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Era davanti alla porta ma tremava, non voleva entrare e non trovare Ban. Sospirò e spinse la maniglia, la porta era aperta, la stanza era irradiata dai raggi di un sole tramontante. Non c’era nessuno. La borsa che portava cadde a terra -Ban-chan...- sentì una porta aprirsi, era quella che dava sul balcone

-Bentornato Ginji...ti stavo aspettando...-

Il biondino rimase immobile,ma poi un sorriso gli si stampò in faccia e corse in contro al compagno stringendolo in soffocante abbraccio.

-Piano,piano...mi uccidi!-esclamò Ban cercando di respirare. -Ban-chan ma che fine avevi fatto?Ero preoccupatissimo...dov’eri finito?-domandò tutto d’un fiato.

Il moro sorrise e gli poggiò un dito sulle labbra,Ginji arrossì enormemente. -Troppe domande...fatti una doccia che andiamo a mangiare.- e si staccò. -Ma Ban-chan...!-Il compagno si fermò ed esclamò-Capirai tutto sta sera...-e rientrò. Il ragazzo era dubbioso,che voleva dire?Un pensiero solo gli investì la mente,ma era davvero troppo improbabile per essere vero...

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Ginji seguiva fedelmente Ban, non sapeva dove lo stava portando, stavano girando da parecchio per il centro, circondati da negozi affollati. -Ban-chan...dove stiamo andando?-domandò timidamente. -Adesso vedi...-esclamò rapidamente,era alla ricerca di qualcosa,era palese. -Chi stiamo cercando?-domandò ma non ottenne risposta. -E’ una missione?-nessuna risposta.

 -Ban!-esclamò fermando l’amico. Il moro si voltò ed esclamò -Ci siamo Ginji, aspettami qui...-detto questo entrò in un bar lì vicino. Ma che cosa...?Ginji sospirò, che prendeva a Ban?Si appoggiò al muro del bar attendendo pazientemente e dopo poco lo vide uscire -Vieni Ginji, dai!-e lo prese per un braccio. Il biondino si fece trascinare sino alla fine, Ban non dava risposte, si limitava fare mezzi sorrisi.

Alla fine Ginji si liberò -Insomma Ban-chan!Dove caspita mi stai portando?E’ tutto oggi che fai il misterioso!-Ban si fermò e si voltò -Siamo arrivati,guarda davanti a te...-

Il biondino alzò lo sguardo e fu quasi accecato da mille luci colorate :un Luna Park. -Ma...che significa?-domandò stupito,il moro sospirò e lo riprese per il braccio -Secondo te?Stasera andiamo a divertirci,no?-. Il biondino si liberò e lo seguì al fianco. Ban si fermò attendendo Ginji

-Ban-chan...-il moro alzò lo sguardo -Si?-il biondino sospirò -Beh,...grazie...-e pronunciò un timido sorriso.

Ban temette di morire, quell’espressione era a dir poco meravigliosa. -E di che?Dai andiamo...-e si avviò nascondendo al meglio il suo imbarazzo. Ginji lo seguì fedelmente all’interno.

Le attrazioni erano davvero molteplici, c’era solo l’imbarazzo della scelta -A te Ginji...-esclamò accendendosi una sigaretta. Il biondino si guardò intorno e poi indicò una giostra-Quella Ban-chan!-Quando il moro alzò lo sguardo ebbe un attimo di mancamento: montagne russe.

-Che c’è Ban-chan?-

Il compagno scosse la testa -Nulla...andiamo dai...-

Inutile dire che il divertimento fu assicurato, Ginji scelse la prima postazione,voleva vedere per primo il percorso del veicolo. Ban dovette spegnere la sua sigaretta e appena scesi notò che i suoi capelli avevano assunto una pettinatura a dir poco ridicola.

-Dannata torpedine, guarda come mi si sono messi i capelli!-esclamò mentre se li sistemava con le mani.-Scusa, scusa Ban-chan...ora scegli tu.- Ban sospirò-Per me è uguale...fai tu.- Ginji insistette -Una per uno Ban-chan...-

-Sei il solito bambino-esclamò sospirando. Ginji sorrise e rimase in attesa. -Andiamo là...- disse indicando una giostra chiamata “Il tunnel della paura”. Ginji si pentì di aver insistito tanto. Al momento di entrare il biondino era titubante -Ginji, non mi dire che l’imperatore dei fulmini ha paura di qualche scheletro di gomma ...-esclamò ridendo. Il biondino scosse la testa ed entrò con finta decisione. Ban sospirò e lo seguì.

Dopo le solite banali sorprese,tipo scheletri che apparivano dal nulla dal soffitto e dopo urla registrate,i nostri get backers erano sul procinto di raggiungere l’uscita, quando un VERO pipistrello attraversò la stanza terrorizzando il biondino. -Che spavento!Mi ha sfiorato la guancia!-esclamò notando solo in quel momento le risate del compagno -Ban-chan!Tu stai ridendo!-esclamò con tono piagnucoloso. -Ah,...Ginji sei una cosa pazzesca...spaventarti per un pipistrello...-esclamò superandolo -Ma Ban-chan mi è passato vicinissimo!Poteva ferirmi la faccia!O rendermi cieco o...-si fermò Ban lo stava fissando da un paio di minuti,lo guardava in modo strano...non sembrava aver ascoltato molto del discorso,aveva lo sguardo come perso -Ban-chan...?-poi si sentì strattonare per la mano e andò addosso al compagno. Lo fissò e avvampò, erano così vicini -Ban...-il moro lo stava fissando intensamente e non gli aveva ancora lasciato la  mano. Quell’atmosfera era così piacevole, essere così vicini, bastava poco e...

-Allora vi date una mossa,o no?-esclamò il gestore-Ci sono altri che vogliono entrare!-Ban si risvegliò come improvvisamente e trascinò fuori Ginji -Mi scusi,ma il mio amico si era perso...-e detto questo s’avviò seguito da un imbarazzatissimo Ginji.

Ban si accomodò sulla panchina più vicina fumandosi una sigaretta, ma che gli era preso?Voleva commettere l’irreparabile?In posto così poi?Un tunnel dell’orrore... davvero poco romantico. Ginji gli stava di fronte, vedeva la sua ombra...come si sarebbe dovuto comportare ora?

-Ban-chan...- Il moro alzò lo sguardo e ne incontrò uno dispiaciuto -Non ti stai divertendo vero?-Ban sussultò. -Scusami se ti ho trascinato in un posto del genere...non è il tuo genere...- Ban spense il mozzicone -Non è per quello...è solo che...sono solo un poco stanco...forse...-

Lo sguardo di Ginji non aveva mutato inclinazione,Ban si sentiva un poco responsabile così che si alzò -Ginji dove vogliamo andare?Di soldi ne ho ancora per un giro da qualche parte...-Ginji alzò lo sguardo con un piccolo sorriso,annuì e poi si voltò e contemplò la ruota panoramica -Mi piacerebbe...-Ban lo interruppe -Ho capito,dai andiamo...-esclamò sorridendo.

La faccenda fu più imbarazzante del previsto, ma a Ban sembrò non importare molto, non gli importava di cosa pensava la gente sotto. Cosa c’era di male se due ragazzi salivano insieme? Nonostante i parlottii di sottofondo Ban seguì Ginji nella medesima cabina ignorando tutti gli sguardi,persino quello imbarazzato di Ginji. Ban tirò un respiro quando la giostra si mise in moto. Ginji era di fronte a lui ma teneva lo sguardo basso.

-Ginji la ruota panoramica non si chiama così per caso,se tieni lo sguardo basso cosa mai potrai vedere?-Il biondino sollevò appena il capo e guardò sulla parte che dava sul Luna Park. Ban sospirò, il paesaggio davanti ai suoi occhi era certamente migliore,le luci della città si riflettevano nel mare e viceversa. -Ehi Ginji,guarda qui...-esclamò indicandogli il finestrino. Il biondino costretto si voltò e ammirò il paesaggio -Ma è splendido!-esclamò allegro. Ban aveva raggiunto il suo scopo, far sorridere compagno.- E tu che ti intestardivi a guardare il Luna Park...-esclamò avvicinandosi e osservando il paesaggio.

 -Ban-chan...-il moro si voltò appena -...grazie...-Ban sorrise -E di che cosa?-Ginji sorrise -Per la serata,sai forse non è stata molto movimentata...non è da paragonare ad un incontro con Akabane-san e Himiko-chan e...-Ban gli aveva appoggiato un dito sulle labbra -Credi che mi diverta quando dobbiamo affrontarli?io credo che questa serata sia stata meravigliosa...-lo disse con assoluta convinzione. Il volto di Ginji si tinse di un rosato pallido e poi abbracciò Ban,che infondo un poco se l’aspettava,anzi forse aveva proprio desiderato quello.

-Ban-chan,mi fa piacere che la pensi così- esclamò-Anche a me...-.

Dopo poco si staccarono lievemente imbarazzati e continuarono a contemplare il paesaggio sotto i loro occhi. Ban si era reso conto che il tempo a disposizione non era stato sfruttato come sperava, ma non voleva mettersi fretta,non voleva rovinare quella situazione che era tutto,fuorché un’illusione.

 

Durante il ritorno accadde qualcosa di particolare,Ban fu fermato da un uomo di mezz’età che usciva da un bar. -Signor Mido!-. Ban si fermò,ma gli si lesse negli occhi che non gradiva quella situazione. -Signor Mizuko...-esclamò aspirando dalla sigaretta e avvicinandosi. Ginji lo seguì lentamente.

 -Allora è proprio sicuro?Sarei disposto ad offrirle anche il doppio...-

Che si trattasse di una missione?

Ban sorrise. -Mi dispiace,ma sono in vacanza...-Il signore annuì. -Comprendo,se cambia idea sa dove trovarmi.- esclamò gioioso. -Lo terrò presente.- esclamò frettolosamente,voleva sbrigarsela il prima possibile,Ginji lo capita benissimo. Ban era irrequieto,e questo succedeva ben poche volte...e non era positivo. -Bene,bene,ma mi dica,le sono bastati per uscire?-esclamò con tono leggermente ambiguo. -Ma certo...-e dicendo questo cinse per la vita Ginji. -...ci siamo divertiti moltissimo,vero Ginji?-.

Il biondino fu colto alla sprovvista e si limitò ad annuire, domandandosi ancora il significato di quei discorsi,ma la persona che era stata maggiormente presa alla sprovvista era sicuramente il signor Mizuko,il quale guardava allibito Ban e Ginji.

-C...capisco...beh allora,buona serata!-detto questo fece un rapido inchino e ritornò rapido nel bar. Ban sogghignò e lasciò la presa tornando ad incamminarsi per il viale. Ginji rimase vagamente dubbioso e subito si accostò all’amico. -Ban-chan,ma c’è per caso di mezzo una missione?-Ban aspirò dalla sua sigaretta e si limitò a scuotere il capo e a spettinare il capo di Ginji con una mano. -Torniamo,dai...-.

I successivi tentavi di Ginji furono pressoché vani,non ottenne che mezze frasi,e pacchette sul capo. Ban lo stava trattando come uno stupido,la cosa gli dava terribilmente fastidio. Ma di fare una scenata in strada non era cero il caso,avrebbe atteso in albergo.

-Che stanchezza...-esclamò Ban,non fece in tempo ad entrare che fu sbattuto al muro. -Ginji...?-.

Il biondino era estraneo a questi comportamenti, che gli succedeva? -Ban sono stanco,perchè tutti questi misteri?Voglio la verità!Siamo i Get Backers,no?Siamo in due,no?Sono stufo di essere tagliato fuori!-Ban strabuzzò gli occhi, poi sorrise. Ginji non gradì quell’espressione .

-Vuoi sapere la verità? Bene,...mi prometti che dopo non farai scenate?-domandò serio. Ginji, seppur titubante annuì.

-Durante questa mattinata e pomeriggio ho lavorato nel bar gestito dal signor Mizuko.- Ginji era interdetto,Ban non aveva mai accettato un lavoro che non fosse quello del ricuperatore. Gli lasciò le braccia e fece qualche passo indietro. -Perché?-. Ban sospirò. -Quando abbiamo preso i biglietti per lo shinkansen abbiamo usato tutti i nostri risparmi,con quali mai saremmo tornati?-esclamò sorridendo. Aveva mentito, ma solo in parte. Come avrebbe mai potuto confessare che in realtà voleva disperatamente portarlo al Luna Park?Ginji non sapeva cosa dire, aveva preso un granchio gigantesco.

-Ma...perchè non me l’hai detto?Tu detesti fare altri lavori, io avrei potuto darti una mano!Ban-chan siamo in vacanza!-esclamò disperato, gli pesava enormemente quella situazione.

-Ti stavi divertendo e non volevo rubarti tempo. -Non prenderla come un’ingiustizia, vedila come una gentilezza...-disse con tono calmo e rassicurante. Ginji lo guardò triste. -Ma...-sospirò e gli si gettò tra le braccia.

-Dove troverai un’altra persona come te,Ban-chan?-esclamò stringendolo come tutte le volte. -Da nessuna parte,io sono unico!-esclamò sorridendo. -E meno male...- esclamò staccandosi. -In che senso?Non mi piaceva questa nota sarcastica...-disse leggermente indispettito. Ginji rise. -Nulla,nulla...-Ban lo guardò male. -Ah,è così?Ora paghi!-esclamò divertito. Non sapeva come, ma quella vacanza gli piaceva sempre più.

 

X yggdrasil : Il numero preciso non saprei dirtelo,però potrei dirti che all’incirca ne mancano ancora cinque o sei. Grazie per il commento ^O^

 

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Capitolo 5
*** Iniziano i guai ***


Il mattino dopo, quando i suoi occhi bruni si schiusero, temette di sognare

Dopo idialliaci momenti di dolcezza è l'ora che i problemi capitolino abbondanti sui nostri

Get Backers...

BUONA LETTURA!

 

Il mattino dopo, quando i suoi occhi bruni si schiusero, temette di sognare. Era avvinghiato a Ban, e lui contraccambiava. Sicuramente stava sognando. Ma nonostante si fosse più volte pizzicato il braccio quell’immagine non spariva. Ma allora...?Ginji tremò per la felicità, ma nonostante il suo desiderio irrefrenabile di stringersi maggiormente al compagno, si liberò dal suo abbraccio e si sedette. Poteva solo immaginare in che stato d’imbarazzo si sarebbe trovato Ban al risveglio. Notò che si erano addormentati vestiti, poi era lui quello che si lagnava...Ginji indossò il costume e sistemò al meglio l’abbigliamento. Ban dormiva ancora profondamente, doveva svegliarlo? Sinceramente non se la sentiva. Così prese un pezzo di carta e scrisse qualche parola. Glielo appoggiò vicino agli occhialetti viola e senza far rumore uscì.

Non appena giunse in spiaggia Satoshi gli andò in contro.

-Ginji!Credevo non venissi oggi!Andiamo,andiamo!-esclamò prendendolo per mano e trascinandolo. La madre non poté che rimproverare il figlio per quell’oppressante saluto,ma infondo a Ginji la cosa non dispiaceva,gli piacevano molto i bambini.

-Il signor Mido non c’è?-domandò notando che il biondino era solo. -Stava ancora dormendo e non me la sono sentita di svegliarlo...-esclamò sorridendo. -Anzi se lo vede arrivare...-La signora sorrise. -Tranquillo,ci penso io.- esclamò annuendo. Ginji diede un’ultima scorta e poi seguì un impaziente Satoshi.

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Ad essere sinceri Ban non aveva molto apprezzato il gesto di Ginji, avrebbe dovuto svegliarlo, ma alla fine si arrese a quegli occhi supplicanti di scuse.

-Va bene,va bene. Ma la prossima volta svegliami, ok?-esclamò spettinandolo come era solito fare.

-Ok Ban-chan. Ci vediamo dopo!-esclamò rituffandosi nel mare. -Ieri Ginji è stato molto in pensiero per lei...-esclamò la madre di Satoshi abbandonando la rivista. -Immagino,ma poi ho saputo farmi perdonare...-esclamò mostrando un sorriso ambiguo. La signora arrossì e tornò alla sua rivista. Ban felice di aver riottenuto il silenzio s’accomodò sullo sdraio.

Questa volta Satoshi lasciò la spiaggia per pranzo permettendo quindi a Ban di parlare in santa pace con il suo compagno. -Quel moccioso non ti molla davvero mai...-esclamò mentre fumava la sua sigaretta.

-Satoshi è davvero molto simpatico,è iperattivo e non si stanca mai.- esclamò Ginji stiracchiandosi.

 -Immagino...-disse mentre poggiava la sigaretta nel portacenere. Ginji si voltò. -Ban-chan a te da fastidio?-domandò con tono dispiaciuto. -E perchè mai?- domandò spegnendo il mozzicone.

-Perché non sto con te...ed in fondo se non era per te io non sarei qui.- esclamò guardando il mare. Ban sospirò ed esclamò. -Andiamo a farci un bagno, dai...-esclamò con un sorriso. Ginji annuì e lo seguì allegro.

Quando il sole divenne davvero insopportabile allora ritennero opportuno ritornare  a riva ed andare in albergo. Capitò tutto casualmente. Il braccio di Ginji si scontrò con quello di un altro e presto una bella granita cadde sulla sabbia e fu prontamente assorbita da quest’ultima. Il ragazzo non parve accorgersene, ma quando percepì una stretta violenta al braccio non poté che voltarsi.

-Ehi biondino!Questa me la ricomperi!-esclamò il ragazzone indicando un bicchiere ormai vuoto a terra. -Come?-domandò dubbioso Ginji. -Cos’è giochi a quello a cui non è successo niente?- esclamò rafforzando la presa. -Non ho idea di che stai dicendo. Lasciami!- esclamò un poco adirato, pronto a rilasciare una bella scarica elettrica.

-Che diavolo volete?-domandò Ban con sguardo serio. -Questo ragazzino mi ha rovesciato la granita,rivoglio i soldi!-esclamò lasciando il braccio di Ginji sul quale erano ancora evidenti i segni della stretta. Ban li notò e poi si volto verso il ragazzone. -Sicuro che sia lui il ragazzino?Prendersela per una simile idiozia mi sembra un comportamento davvero infantile...-esclamò mostrando un sorriso di sfida. Il ragazzo fece un passo indietro e subito degli amici arrivarono per dargli supporto. Ban sospirò. -L’ennesima cricca d’idioti,andiamocene Ginji...-e fece per voltarsi. -Brutto bastardo! -e già un pugno s’indirizzava contro Ban. -Ti spacco la faccia!-. Ma bastò un momento. Il pugno era serrato nella mano destra di Ban. Tutti assistevano alquanto preoccupati, tutti tranne Ban e Ginji.

-Vedi,brutto scimmione,hai sbagliato ancora. Perché se non te ne vai, la faccia te la spacco io, intesi?-e strinse talmente tanto la mano che si udirono scricchiolare le ossa e il ragazzone urlò per il dolore. Ban mollò la presa, lasciando che la mano dolorante fosse sottratta a quella presa omicida. Detto questo Ban si voltò seguito a ruota da Ginji. Raccolsero le loro cose e si avviarono, sotto ancora lo sguardo di molti presenti, all’albergo.

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-Hai usano lo Snake Bite?-domandò Ginji un poco preoccupato, mentre erano in ascensore. - Figurati, per quello sarebbe stato uno spreco.- esclamò sorridendo. Ginji ricambiò. - Hai fatto appena in tempo, o l’avrei fulminato io.- esclamò mentre le porte si aprivano. - Così ci rimaneva secco davvero...-esclamò Ban tirando fuori la chiave e aprendo la serratura. -Dai Ban-chan andiamo che ho una fame da lupi...-esclamò il biondino già pronto ad andare nella sala ristorante. Ban sospirò e si diede una rapida aggiustatina prima di seguire il compagno.

Come il giorno precedente il pranzo ottimo ed entrambi ne uscirono satolli. -Tutto squisito!-esclamò gioioso Ginji salendo le scale. -Ho notato,ma se continui così finisce che ti ricoverano per indigestione...-esclamò Ban mentre si accendeva una sigaretta. Ginji sorrise e gliela rubò-E a te per inquinamento all’ambiente...sei una ciminiera!-esclamò ridendo, per poi correre su per le rampe senza restituire il maltolto al legittimo proprietario che lo inseguiva.

Da quanto non si sentivano così liberi? Da mai. Non erano mai stati così tranquilli, senza preoccupazioni che fossero di denaro o missioni. Erano soli, in una località stupenda, senza problemi. Erano davvero un miracolo divino.

 -Ho deciso che appena torniamo a Tokyo vado al tempio a ringraziare...-esclamò Ginji mentre si dirigevano in spiaggia. -Addirittura?-domandò divertito Ban. -Dai,guardiamo in faccia la realtà,ti saresti mai immaginato che un giorno ci saremmo trovati in una situazione del genere?Io...te...soli,senza tormenti...-esclamò piano guardando il mare ormai a portata di mano. -No,ma ti confesso che la cosa non mi dispiace, minimamente-. Ginji si voltò di scatto,era ovvio che il compagno non avesse colto l’allusione. Si limitò quindi a mostrare un sorriso e raggiungere finalmente la spiaggia.

Come al solito Ginji fu acchiappato da Satoshi e Ban se ne stette sulla sdraio,indeciso sul da farsi. Chi gli impediva di raggiungerli?Ma poi la sola idea di dover sopportare un bambinetto capriccioso lo faceva desistere dall’impresa. Doveva anche valutare che il tempo che trascorreva con Ginji si riduceva ai pasti,pausa pomeridiana e le ore serali,il mattino e il pomeriggio erano completamente occupati da quel bambino,possibile che si facesse battere in maniera così spudorata?No,o almeno non lui di certo. Così che si accese una sigaretta,si alzò dalla sdraio,e sotto l’occhio sempre vigile della madre di Satoshi raggiunse l’amico che sguazzava felicemente in mare in compagnia del bimbo. -Ehilà Ginji...-esclamò restando sulla riva. -Ban-chan!-sembrava davvero che l’amico avesse deciso di riporre l’ostilità verso Satoshi e stare in loro compagnia. Ginji lo raggiunse -Ban-chan,non credevo che...- esclamò ancora poco certo. Era pronto a sentirsi dire che l’amico aveva intenzione di andare a qualche parte e non certo che aveva intenzione di stare con loro.

-Ho deciso di farmi una nuotata,tutto qui...-esclamò con sufficienza. Ginji sorrise,era un modo come un altro per dire che sarebbe stato con loro. -E’ splendido Ban-chan!- e non gli fece dire altro che lo prese per un braccio e lo trascinò dove lo attendeva il piccolo Satoshi. Il bimbo sulle prime non fu molto contento di quella presenza, Ban gli incuteva timore,soprattutto il suo sguardo penetrante. Ma nonostante le difficoltà iniziali Satoshi sembrò abituarsi a quella presenza e continuò a divertirsi. Ban infatti nuotava lì accanto ma non prendeva parte ai loro giochi,quello proprio non riusciva a farlo,era troppo!Si limitava quindi ad osservare l’amico,che a sua differenza era parte integrante dei giochi e riusciva a far divertire il bimbo senza fare particolari evoluzioni. Quella era l’abilità innata di Ginji, aveva il potere di attrarre a chiunque e di trasmettergli un ottimismo contagioso. In qualche modo Ginji riuscì anche ad attirare Ban in quei giochini, forse perchè bastava poco per provocarlo, erano sufficienti degli spruzzi per far si che il compagno abbandonasse le sue monotone bracciate e restituisse con gli interessi tutti gli schizzi ricevuti. Inutile dire che però ben presto il moro si stancò e uscì.

-Ban-chan!Mi prendi un gelato,per piacere?-esclamò Ginji poco prima che Ban raggiungesse la riva. Lui si limitò a sospirare. -Se mi andrà...-e poi si avviò verso lo sdraio. Ginji sorrise e poi si distese facendo il morto. -Ma è davvero tuo amico?-domandò Satoshi andandogli accanto. Ginji lo fissò come spaesato, poi sorrise e guardò il cielo. -Ban-chan è fatto così...è un poco scontroso in apparenza,e anche venale e presuntuoso,ma se lo conosci bene capisci che sa anche essere sensibile e disponibile. - Satoshi si mise anch’esso a fare il morto. -Se lo dici tu...però a me...fa un poco paura.- esclamò piano,un poco se ne vergognava. -Ti fanno paura i suoi occhi?-domandò Ginji certo di aver colto nel segno,difatti il bimbo annuì. -Gli occhi Ban sono qualcosa di terribile e di stupendo allo stesso tempo...-esclamò sorridendo. -Ma che significa?- domandò satoshi confuso. -Mah,troppo difficile da spiegare... andiamo, dai!- esclamò alzandosi e prendendolo per mano.

Nel frattempo Ban si era recato nel baretto della spiaggia e senza troppi problemi aveva acquistato due gelati e stava giusto facendo ritorno alla sua postazione quando vide che verso di lui avanzava il ragazzone di quella stessa mattina, ma questa volta si era circondato del doppio di amici,tutti imponenti quanto lui. Ban era pronto ad un qualsiasi confronto ma con sua sorpresa. Quando si ritrovò a pochi passi da loro, il volto del ragazzone si fece preoccupato, tanto che contagiò l’intero gruppo che si aprì nel mezzo e fece passare il moro. Idioti e codardi, una combinazione indissolubile.

Li sorpassò senza comunque perdere la concentrazione,pronto a schivare un possibile, se non ovvio,colpo alle spalle,ma non fu così,ne fu quasi deluso. Fece ancora qualche passo in piena tranquillità quando una fitta atroce lo immobilizzò. Tremò tutto, mai provato un dolore del genere. Proveniva dal basso, dalla pianta del piede destro. Lentamente la sollevò e con stupore notò che vi era conficcato un frammento di vetro. Ma cosa...? Udì delle bieche risate. Si voltò. Il gruppo d’idioti se la rideva di santa ragione. Quello che doveva essere il capo si fece avanti. -Ora non fai più lo spavaldo,eh?Mi hai umiliato stamattina,ma come vedi...so come vendicarmi. E sistemeremo anche il tuo amico biondo.- detto questo si voltò. Fece tutto talmente rapidamente che Ban non fece nemmeno in tempo ad usare il Jagan. Gli avrebbe fatto un’illusione di prim’ordine... quei bastardi!Il sangue fuoriusciva copiosamente dalla ferita e camminando rapidamente senza infierire troppo sul taglio raggiunse il suo ombrellone. Lasciò i gelati sullo sdraio e si prese il piede in mano, aveva lasciato impronte di sangue su mezza spiaggia. -Oh cielo!Che ha combinato?!-esclamò allarmata la madre di Satoshi lasciando al sua rivista. Ban non poté nemmeno rispondere che subito la donna gli aveva preso il piede e stava controllando la ferita. -Che combina?Faccio da me...-esclamò precipitosamente. La donna lo guardò un poco seccata. -Fare cosa?Sono un’infermiera,mi lasci fare.- esclamò con quanta tranquillità aveva. Ban fu irremovibile, ma i suoi rifiuti avevano cominciato ad’incuriosire i vicini d’ombrellone, l’unica cosa che Ban non avrebbe mai desiderato. Non appena tutti seppero della ferita ci fu un correre ovunque alla ricerca di bende e cose del genere, su ordine della signora.

Nel frattempo Ginji e Satoshi stavano ritornando dalla riva quando l’intero gruppo di ragazzoni li bloccò. Ginji li riconobbe immediatamente. -Cosa volete?-domandò acido nascondendo Satoshi dietro di lui. -Nulla,solo fartela pagare...-esclamarono ridendo. Ginji lanciò un’occhiata a Satoshi che osservava la scena vagamente preoccupato e un poco curioso. -Non mi pare il caso.- esclamò secco Ginji alludendo alla presenza del bimbo,ma quelli non intuirono e presero questo comportamento come vigliaccheria. -Sei ancor più penoso del tuo amico!Ma perlomeno con lui ci siamo riusciti!-esclamò ridendo. L’espressione di Ginji si fece minacciosa. -Che cosa avete fatto a Ban-chan?-domandò acido lasciando la presa di Satoshi. -O nulla...ma stai sicuro che quando vedrà in che stato ne uscirai da un confronto con noi gli passerà la voglia di fare lo spaccone!-Ginji era indeciso,la situazione era critica. Non voleva che Satoshi fosse coinvolto in alcuna maniera. Poi una certa scena lo ispirò. -Io avrei un’idea più vantaggiosa,voi qui siete i migliori in tutto,vero?-

 

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Capitolo 6
*** Pensando di vincere si perde ***


-Sei un totale idiota

Ed ecco il nuovo capitolo!Se da un lato la situazione generale si risolve,a livello personale la fragile dimensione che si era venuta a creare crolla miseramente…

BUONA LETTURA!

-Sei un totale idiota!-esclamò Ban camminando al fianco di Ginji.

-Perché Ban-chan?Non ti piace come idea?-esclamò un poco divertito.

 -Oh certo,sfidarli a beach volley è un’idea stupenda!-Poi però si fermò,il volto del biondino si era fatto serio.

-Satoshi era con me,non volevo che mi vedesse picchiare quei ragazzi o incenerirli con l’elettricità,non è giusto che un bimbo così piccolo sia sottoposto alla violenza persino in vacanza...è stato per questo che ho proposto la partita. - Ban sospirò e lo circondò con un braccio. -Sei troppo buono Ginji...Ma vediamo di vincere questa partita!-. Il volto di Ginji si fece raggiante e annuì allegro. Ban dal canto suo aveva vietato alla madre di Satoshi di rivelare all’amico la condizione precaria del suo piede. Anche questa volta sarebbe stato al suo fianco e avrebbe dimostrato che ci voleva ben altro per piegare Ban Mido.

Non fu troppo difficile il primo set, quei ragazzoni non si organizzavano a sufficienza e il tifo gli era chiaramente sfavorevole, forse perché conosceva anche troppo bene i loro modi fare. Ma fu durante la metà del secondo set che il piede di Ban cominciò a risentire di quei continui sforzi. Vi era stata applicata solo una garza e una stretta fascia, che il moro aveva abilmente mascherato a Ginji affondando ad ogni passo il piede nella sabbia. Ora però la situazione era critica, fitte acute lo attanagliavano ad ogni movimento.

 -Ban-chan,va tutto bene?-domandò ad un certo punto il compagno notando che gli interventi del compagno erano sempre in ritardo. -Certamente!Credi che sia stanco?-domandò retorico con un sorriso. Ginji sembrò convincersi ma la situazione non migliorò, anzi sembrava peggiorare d’azione in azione. Il primo set era stato a loro favorevole, ma ora, dopo un lungo distacco,gli avversari li stavano riprendendo e si trovavano sul 19 a 22. L’occasione che inchiodò Ban a terra fu semplice,un passaggio troppo rapido di Ginji,dovette scattare per riuscire a mandarlo dall’altra parte del campo,ma a quel punto il dolore ebbe la meglio e il moro dopo il tocco rimase  a terra. -Ban-chan!-esclamò Ginji preoccupato vedendo lo stato in cui si trovava l’amico. Il sorriso si dipinse sui volti degli avversari, un vetro nel piede faceva pur sempre male. La madre di Satoshi scese le gradinate e si fece largo tra le persone venute ad assistere che ora si domandavano il motivo di tale caduta di Ban. Fu chiesto tempo all’arbitro e Ban si mise seduto non lasciando però il suo piede.

-Ban-chan che succede?-domandò sempre più angosciato davanti al silenzio del compagno. -Te lo spiego io!Il tuo amico è un pazzo,gli è entrato un vetro nel piede ed ha voluto giocare lo stesso...-la signora si fermò,lo sguardo con il quale si era scontrata era paragonabile ad incubo. Gli occhi di Ban la fecero tremare e fu salva dal Jagan solo grazie a Ginji. -Ban-che è vero quello che dice?-esclamò leggermente arrabbiato. Ban si voltò verso di lui incapace di rispondere.

-Fammi vedere!-disse il biondo. -Non è niente!-ribattè secco Ban. Ginji non ascoltò le sue lamentele e poté costatare di persona la ferita dalla quale usciva copiosamente il sangue. Non ci mise molto a capire chi fosse stato,e la cosa lo fece infuriare tremendamente. -Quei bastardi...come hanno potuto?- esclamò lanciando un’occhiata a quest’ultimi. -Suvvia,non è che una ferita, riprendiamo!-. La madre di Satoshi stava per aprir bocca, ma il terrore provato prima la fece rimanere in silenzio.

-No!-a parlare era stato Ginji. -Ban-chan non posso permetterlo,farò da solo,vincerò comunque...-detto questo andò dall’arbitro avvisandolo sulla situazione. -Ginji!-esclamò incredulo Ban. -Credo che non abbia alternative questa volta...-esclamò la signora riacquistando un poco di sicurezza. Il ragazzo si alzò in piedi e zoppicò fuori dal campo mettendosi seduto sulla panchina.

-Mi dispiace,ma non è possibile fare uno contro due,non è regolare...-esclamò dispiaciuto l’arbitro. Ginji sospirò, non aveva nessun’intenzione di perdere a tavolino, non contro quegli idioti.

 -Ginji hai trovato il tuo nuovo elemento!-. Il ragazzo si voltò e vide la madre di Satoshi.

-Eiko Manehara,titolare della squadra delle Fighters!-esclamò raggiante. Il biondino sembrò non crederci, tanto meno Ban da fuori. -Che diavolo dice quella tizia?-esclamò esterrefatto. -La verità. La mamma gioca ancora a pallavolo, anche se meno di quando era giovane...è brava...- esclamò Satoshi mettendosi vicino. -Questa è davvero bella...-esclamò sorridendo il moro mentre infilava il piede dolorante in una bacinella d’acqua fresca.

Il secondo set andò agli avversari in modo abbastanza semplice, ma il terzo fu combattuto ferocemente da Ginji ed Eiko che felicemente riportarono una vittoria di 25 a 21. Al massimo dell’allegria Ginji abbracciò la signora e il tifo si fece sentire gioioso. Il biondino in seguito corse incontro a Ban abbracciandolo calorosamente com’era solito fare. -Ban-chan abbiamo vinto!-esclamò gioioso. -Ho visto,ho visto...-esclamò sorridendo l’amico spettinandogli i capelli.

-Grazie infinite Eiko,se non fosse stato per te...-esclamò Ginji lasciando per un momento Ban. La signora si limitò a sorridere. -La ringrazio anche per la fasciatura...- esclamò abbozzando un sottile sorriso il moro. -Si figuri,era il minimo.- disse con un sorriso più convinto.

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- Miraccomando, si riguardi e non faccia sforzi...- disse un’ultima volta Eiko. -Non ti preoccupare,ci penserò io a curare Ban-chan!Non lo farò muovere dal letto...-esclamò deciso Ginji.

-Ottimo!Se poi c’è qualcosa che non va chiamate un medico.- aggiunse la signora. Così che dopo qualche ultima raccomandazione si salutarono e i Get Backers fecero ritornò all’albergo.

-Ginji ci riesco anche da solo...-esclamò Ban un pochino imbarazzato. Il compagno gli aveva preso un braccio, messo dietro al collo e in tal modo lo aiutava  a camminare. -A me non costa nulla Ban-chan,con tutte le volte che l’hai fatto tu...- esclamò sorridente il ragazzo. -Si ma era diverso,tu stavi davvero male...-continuò Ban.

Ginji si morse il labbro. -Beh allora guardala così,è un modo per ringraziarti...-disse mentre apriva la porta della stanza. -E per cosa?- domandò lasciando la presa di Ginji e sdraiandosi sul letto. -E me lo chiedi pure?- domandò Ginji  mentre distendeva le salviette. Ban non rispose ma era ovvio che desiderasse una risposta più chiara da parte del compagno. -Come al solito sei stato avventato e per poco la tua ferita non si infettava...-esclamò con tono serio il biondino con le mani sui fianchi.

-Grazie tante,la prossima volta non muoverò un dito per te...-esclamò sistemandosi al meglio i cuscini dietro alla testa. Ginji per tutta risposta si avvicinò e glieli sistemò lui dietro la testa così che stesse comodo.

 -Lo so che l’hai fatto per me,e ti ringrazio,però mi dispiace che io non possa mai contraccambiare. Sei sempre tu che mi tiri fuori dai guai,ti causo problemi e...-Ban gli aveva messo un dito sulle labbra.

 -Mi va bene se parli,ma non dire più queste sciocchezze,intesi?-esclamò sorridendo. Ginji era notevolmente arrossito, ma superò il problema sorridendo. Ban ricambiò lasciandolo perdere nei suoi occhi. Poi con due dita gli prese il mento e fece per avvicinarlo a se. Così vicini, quando lo erano stati prima?Mai!Ginji  incapace di contenere il suo imbarazzo non poteva che fissare intensamente il volto dell’amico che si faceva sempre più vicino.

-...Ban-chan...-e socchiuse gli occhi. Ma la presa di Ban si fermò bruscamente udendo picchiare alla porta

-Servizio in camera!-.

Gli lasciò velocemente il viso e Ginji scattò in piedi diretto alla porta. -Ecco ciò che aveva ordinato. Spero che tutto sia di vostro gradimento...-detto questo il cameriere lasciò il cartellino e Ginji e fece dietrofront. Il biondino rientrò e chiuse la porta.

-E quello cos’è?-domandò curioso Ban mentre si accendeva una sigaretta. -Beh,...date le tue condizioni avevo pensato che sarebbe stato più comodo mangiare qui...-esclamò mentre osservava con ben poco interesse il carrello imbandito.

Ban lo fissò. -Che esagerato...- esclamò aspirando profondamente dalla sigaretta. Ginji non disse nulla, era ancora piuttosto agitato per la precedente reazione di Ban. Il moro credendo che l’amico si fosse un poco offeso tentò di rimediare e ci riuscì alla perfezione. -Beh,forza allora,vogliamo far raffreddare tutto?-esclamò mentre schiacciava la sigaretta nel portacenere. Ginji si svegliò come d’improvviso e annuì sorridendo porgendo un piatto a Ban.

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Nonostante fosse già tardi non riusciva proprio ad abbandonare quella posizione. Ginji era appoggiato al parapetto di ferro battuto del balcone senza curarsi troppo degli arti intorpiditi e della brezza che gli provocava brividi sulla schiena. Era talmente confuso e agitato che non faceva che rivedere la medesima scena, Ban che gli prendeva il volto, arrivare  a pochi centimetri,tanto quanto basta per percepire il respiro dell’altro,e in un baleno,come se fosse sorto un muro,tutto era finito. La cosa non gli era dispiaciuta affatto, ma allora perchè aveva un peso sul cuore?Perché in quel momento aveva provato sia gioia che timore?

-Sei ancora fuori?-domandò una voce permettendogli di abbandonare quei pensieri. Ginji si voltò appena e notò che Ban gli si era avvicinato e si era anch’egli appoggiato al parapetto con lo sguardo rivolto al mare. Ci fu un momento di silenzio poi il moro parlò ancora. -Tutto bene,Ginji?-domandò serio. Il biondino si limitò ad annuire. -Pensavo...-disse a voce bassa. -A cosa?-continuò l’amico. Ginji rimase per un istante in silenzio e poi rispose. -Ad oggi...-.Ban sospirò,in quelle occasioni poteva rivedere il primo Ginji,quello che si limitava a parlare per monosillabi, ma che alla fine mostrava un sorriso.

E lui era alla ricerca di quello.

 -Io non posso costringerti a parlare...ma vedi di non pensare troppo,non bisogna vivere troppo nel passato.- esclamò mettendogli una mano sulla spalla.

Fu in quell’occasione che percepì una scossa. Lieve, sottile, quasi impercettibile. Ma in qualche modo gli fece male.

-Buona notte...-ed entrò.

Ginji non l’aveva fatto volontariamente, non se n’era nemmeno accorto, era stato un riflesso del suo cuore. Come se volesse limitare il legame che aveva iniziato a unirli insieme, lo voleva arrestare prima che s’incontrasse.

Il biondino guardò per un’ultima volta l’orizzonte e poi rientrò, notando con un poco di dispiacere la luce già spenta e Ban già addormentato. Ginji si mise la sua parte del pigiama e si accomodò sull’estremo opposto del compagno. Talmente distanti che tra loro si potevano mettere altre due persone, così distanti,come se li separasse un muro invisibile. Il biondino si raggomitolò stringendo quanto più possibile il lenzuolo e chiuse gli occhi imponendosi di dormire.

Dall’altra parte gli occhi aperti di Ban spaziavano nel buio della stanza. Che si fosse spinto troppo avanti? Che avesse mal interpretato i gesti da parte del compagno? Molto probabilmente si. Aveva volato un po’ troppo con la fantasia, aveva vissuto lui stesso un’illusione. A questo pensiero sorrise -Certamente è durata più di un minuto...- esclamò pronunciando un piccolo sorriso che però si spense subito. Ginji era immobile nella sua posizione e certo non gli sembrava il caso di indagare ulteriormente. Così che si decise nel chiudere gli occhi e concedere un minimo di riposo al suo corpo.

 

 

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Capitolo 7
*** Bugie ***


Quando aprì gli occhi notò con stupore di essere per metà sul letto e per metà sul pavimento

Rieccoci con un nuovo capitolo!Il titolo già rende l’idea delle tematiche di questo nuovo pezzo,dove le menzogne per salvare un rapporto non producono altro che crepe maggiori.

BUONA LETTURA!

 

Quando aprì gli occhi notò con stupore di essere per metà sul letto e per metà sul pavimento. Ginji si stropicciò gli occhi e si mise seduto. Ban dormiva ancora o almeno così sembrava. Un piccolo sorriso gli illuminò il volto,ma poco dopo si spense. Si alzò e alzò le tapparelle permettendo alla luce di entrare e facendo sì che anche l’amico si svegliasse. Si udirono dei mugugni e poi vide che il moro prendeva la coperta e se la tirava al di sopra del viso.

-Ban-chan è mattina,non vuoi alzarti?-domandò un poco incuriosito da quel comportamento del tutto estraneo all’amico.

-Dieci minuti...-.Ginji annuì e nel frattempo si cambiò. Trascorsi questi ritornò dall’amico.

 -Ban-chan...?-.Vide distintamente che l’amico, ormai perfettamente sveglio, si ostinava a rimanere sotto le coperte. Sorridendo gattonò sul letto e lo mosse un poco.

-Ban-chan non è da te comportarti così...stai male?- domandò preoccupato. -No...-ribatté piano.

-Ti fa male la ferita?-continuò il biondino.

 -No...-.Il ragazzo sospirò e gli sedette a fianco.

 -Stavo pensando che oggi potevamo andare alle terme dell’albergo,ti va?Ho letto sul depliant che sono davvero molto belle e poi si possono fare massaggi e tantissimi altri trattamenti.-

Silenzio.

-Sai,ho pensato che questo potesse piacerti e che potesse limitare al massimo i movimenti,non voglio che ti affatichi-. Dopo poco il viso di Ban sbucò dalle coperte.

-Hai detto alle terme?-domandò curioso. L’amico annuì sorridente. Ban ci pensò un attimo e poi si alzò.

-E sia...dieci minuti e sono pronto...-esclamò alzandosi e recuperando le ciabatte.

-Vuoi una mano?-domandò premuroso Ginji. -Non sono mica invalido...-ribatté il moro mentre si avviava in bagno.

-Già...-esclamò piano.

 La porta si chiuse e il ragazzo si abbandonò sul letto. Ma che succedeva?Perché era triste? Perché aveva una voglia matta di abbracciare Ban e nonostante questo qualcosa lo bloccava?

Aveva paura di soffrire, tremenda pura che di nuovo un dolore troppo grande lo lacerasse. Se avesse confessato i suoi sentimenti avrebbe rovinato tutto,ma rimanere in quella situazione lo faceva star peggio. Rapidamente i minuti passarono e dopo poco entrambi si stavano avviando verso la zona benessere dell’albergo. Il biondino stava sfogliando il depliant e scegliendo cosa fare.

 -Uhm,sono indeciso se fare o no il bagno turco...-domandò insicuro. Ban scoppiò a ridere. -Che c’è Ban-chan?- domandò curioso.

Il moro sospirò -Mi hai fatto ridere con la tua affermazione,mi sembrava di sentire un riccone che davanti al suo chilometrico bagno non sa cosa fare...-.

L’amico mostrò un sorriso,ma era privo d’ogni qualsiasi allegria. Ban l’aveva capito che c’era qualcosa che non andava,ma cosa?

-Ginji che cos’hai?E’ da ieri sera che sei strano...-avrebbe voluto anche aggiungere “...non ti sei nemmeno abbracciato a me...”ma non lo ritenne opportuno.

-Nulla...-esclamò chiudendo il depliant. -Ah ,eccoci!-esclamò indicando un insegna. Ban avrebbe voluto ribattere ma rimase in silenzio. Qualcosa gli sfuggiva,per la prima volta gli sfuggiva qualcosa di Ginji e la cosa gli faceva un male atroce.

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Avrebbe mai potuto dire che stare soli lui e Ban era un’atroce tortura?Non avrebbe mai creduto di pensarlo ma fu così. Passò un’intera giornata, ed ora si trovavano entrambi alle terme dell’albergo e Ginji stava osservando il cielo che si tingeva di blu e si copriva di stelle. Un giorno passato ad evitare gli sguardi del compagno, un giorno a sopprimere il dolore con falsi sorrisi e finti sguardi allegri. Un giorno d’inferno. Sentì l’acqua muoversi e intravide tra i vapori una figura che avanzava lenta,tranquilla.

-Eccoti qui...-disse Ban aspirando dalla sigaretta. L’amico si limitò a sorridere forzatamente. Ban gli si mise di fronte.

-Dimmi una cosa,ti faccio più paura di Jackal,per caso?-Ginji ne rimase vagamente turbato.

 -Che intendi dire?-domandò. Il muro aspirò di nuovo dalla sigaretta e lo fissò dritto negli occhi,Ginji si sentì trapassare da una parte all’altra.

-Che c’è...?-domandò ora un poco intimorito. -C’è che tu sei strano, c’è che continui ad evitarmi...-disse secco. Il biondino si morse il labbro e si inabissò quasi completamente.

 -Perché?-continuò Ban -Perché ti comporti in questa maniera?-. Come poteva rispondere?Non poteva certo dire che era indeciso riguardo all’amore che provava verso di lui. Allora doveva dire una bugia?No,non avrebbe mai potuto mentire a Ban-chan, mai e poi mai!

-Allora?-si fece insistente l’amico avvicinandosi ancora.

Nessuna risposta. Quella situazione lo logorava e metteva duramente alla prova la sua già poca pazienza. Cos’era di così grave in Ginji da privarlo addirittura di un sorriso sincero?

-Ieri sera sono stato un poco brusco...-esclamò mettendosi a fianco.

-Come?-disse allibito Ginji,che si riferisse a quella specie di tentativo di baciarlo? Se poi lo era stato,per intenderci.

-Massì,quando tu eri fuori sul balcone. E’ per quello? C’è qualcosa del tuo passato che ti sta tormentando?-esclamò incontrando il suo sguardo e leggendo in quegli occhi di cioccolato tutta l’insicurezza possibile.

-Ban-chan...-

Stupido,scemo!Ecco cos’era!Basta!Avrebbe dovuto tornare il Ginji di sempre!A costo di soffrire come un cane!Non voleva più vedere sul volto di Ban quell’espressione così triste.

 -Beh,...ecco hai centrato nel segno...come sempre...Ieri ti sei messo nei guai per colpa mia,come sempre...proprio ripensando a quello nella mia mente sono riaffiorati ricordi che credevo aver cancellato o almeno arginato...- disse riemergendo un poco dall’acqua.

-E’ per quello, allora?- domandò un poco incerto il moro. Ginji annuì lentamente.

-Gomen Ban-chan- e lo guardò con i suoi occhi da cucciolo smarrito. Difficile davvero non perdonare qualsiasi cosa avesse fatto di fronte a quell’espressione,difatti le sue labbra si sciolsero in un sorriso. Gli scombussolò i capelli biondi ed esclamò: -Dai, andiamo!- e così dicendo uscirono dalle terme per avviarsi verso la loro stanza.

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La situazione non faceva che allargare la sua ferita. Oltre ad essere volutamente allontanato doveva subire pure tali umiliazioni. Venir ingannato da lui. Ban si rivoltò per l’ennesima volta nel letto e osservò l’amico che già dormiva beatamente, tutto avvolto dalla coperta, sottratta senza troppe complicazioni a Ban. Allungò la mano e gli accarezzò lievemente il volto liscio e vellutato e passò più volte le dita tra quei capelli biondi. Impossibile comprendere quanto i sentimenti facciano più male delle ferite,quanto le parole lacerino più che le azioni.

-Perché ti ostini  a mentirmi?Perché continui a inventare falsità su come stai?Perché non mi dici il motivo della tua sofferenza?-esclamò piano con un tono misto a rabbia e dolore.

Ginji dal canto suo continuava a riposare ignaro di quali pensieri attraversassero la mente dell’amico.

 

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Capitolo 8
*** Rottura ***


Mi scuso per l’immane ritardo, ma la scuola mi sta sommergendo di studio e sono appena guarita da una lunga influenza

Mi scuso per l’immane ritardo, ma la scuola mi sta sommergendo di studio e sono appena guarita da una lunga influenza. A breve posterò anche il prossimo capitolo di “The little siren” che è quasi ultimato.Spero che questo nuovo capitolo vi piaccia nonostante la crisi tra i nostri due recuperatori arrivi davvero ad un punto irreversibile.

 

 

Il giorno tardò ad arrivare e quando finalmente il sole sorse fu subito oscurato da nuvole grigie. Nell’aria leggermente più fredda del solito, si percepiva distintamente il profumo della pioggia ormai poco lontana e il mare s’infrangeva con più  audacia sulla scogliera. Aprì poco a poco gli occhi e avvertendo subito un brivido tirò più vicino a il lenzuolo. Voltò appena il capo e vide la figura seduta del suo amico, già impegnato a fumare una sigaretta. Lo sguardo serio preso a fissare il vuoto della stanza.

-Ban-chan...?-si azzardò a far pronunciare alle sue labbra. Non un movimento condizionò Ban, il quale rimase immobile, come se avesse continuato ad udire il silenzio. A quella reazione del tutto estranea e misteriosa Ginji si mise seduto e toccò appena il braccio del moro.

-Ban-chan,c’è qualcosa che non va?-domandò preoccupato. Quello sorrise, un sorriso sarcastico,acido,quasi di scherno.

-Mi chiedi se sto male?Ma dimmi...ti diverti a prendermi in giro per caso?-disse con tono tutt’altro che calmo,alzandosi poi e scostando bruscamente la mano di Ginji.

 -Ban-chan...- esclamò interdetto il ragazzo.

Ban si voltò. -Non credevo riuscissi ad andare avanti con questa farsa!Pensavo tu fossi una persona diversa!-e detto questo si avviò verso il bagno,ma Ginji,desideroso di capire,fu più rapido e lo fermò per un braccio.

-A cosa ti stai riferendo?-esclamò serio. Ban sorrise, ma questa volta fu breve, intenso e più sprezzante. In un istante Ginji venne buttando bruscamente contro la parete, non fece in tempo ad accorgersene che già Ban l’aveva inchiodato con la schiena contro la parete e gli serrava brutalmente le braccia per non permettergli di andar via.

-Osi chiederlo?Credi che sia uno stupido?-disse con quanta rabbia aveva nel petto.

-Io...-Ginji era più sconcertato che mai. Da quando non vedeva Ban così furioso?Non se lo ricordava e per quanto facesse appello alla sua memoria quello sguardo così furioso non lo trovò mai. Sul suo volto aveva visto la rabbia, il furore, ma mai paragonabile a quell’istante.

-Ban-chan...mi fai male...- disse lamentandosi per quella pressione. Per tutta risposta Ban serrò più ferocemente la presa, tanto che Ginji emise un gemito strozzato.

-Sei sempre stato tu a dirmi che siamo in due e i problemi sono di entrambi,ed ora...ora mi tradisci in questa maniera?Mi racconti velenose menzogne che infangano tutta la nostra amicizia!-gli sbraitò in piena faccia.

Amicizia...eccola la parola tanto maledetta. Quella parola che aveva iniziato ad odiare da qualche tempo, quella parola che ergeva un muro invalicabile tra loro due.

Il biondino invano trattenne le lacrime che iniziavano a nascere dai suoi occhi.

-...Lasciami...-sibilò con tono più serio. -Non ti permetterò di andartene da qui fino a quando non mi avrei detto la verità!Hai capito bene?Non mi interessa se ti farò male,io voglio sapere la verità!-continuò con la medesima furia il moro facendo un’ulteriore pressione sulle braccia di Ginji. Ora le lacrime avevano iniziato a rigargli il volto.

-No...Io non posso!-esclamò con tono quasi disperato, per il dolore infinito che provava. Quelle colpirono direttamente in faccia Ban, che dopo un attimo d’incertezza riprese a parlare.

-Non puoi?O non vuoi?-disse lacerandolo con il suo sguardo penetrante. Ginji tremò, aveva paura, per la prima volta aveva paura di Ban-chan, aveva paura del suo sguardo, aveva paura di morire per il dolore di quelle parole.

Inavvertitamente l’elettricità cominciò a scorrergli a fior di pelle e Ban la notò subito, sorrise.

-Ed eccola qui...vuoi fulminarmi?Vuoi colpirmi?Fallo!Avanti!Tanto fino ad ora cosa credi di aver fatto,eh?Mi hai colpito con le tue menzogne come se avessi dovuto colpire il tuo peggior nemico!-gridò con tono destinato ad incrinarsi.

-Non è vero!- urlò trattenendo invano l’elettricità che ora si rendeva visibile sul suo corpo.

-Menti!Menti ancora!Sei uno sporco bugiardo! Perché mi fai questo, Ginji? Perché m’insulti peggio di quanto faresti con Jackal? Perché mi odi adesso?- e involontariamente impose una più dura pressione che causò una violenta scarica elettrica da parte di Ginji. Fu sbalzato a pochi metri di distanza, mentre la figura di Ginji si rannicchiò contro la parete, tutta tremante con lacrime che abbondanti gli solcavano il volto. Ban si rese conto solo in quell’istante di ciò che aveva fatto e alzandosi lentamente s’avvicinò a lui e fece per mettergli una mano sulla spalla quando un muro elettrico s’impose su Ginji.

-NON MI TOCCARE!- gridò quello proteggendosi il volto. -...Ginji...io non so cosa...mi dispiace...-e tentò di avvicinarsi ma il muro si fece ancor più violento e visibile.

-NON TI AVVICINARE! LASCIAMI STARE!-. Ban fece un passo indietro mentre Ginji, a fatica, si alzava e si avviava verso il letto, afferrava i suoi vestiti e rapidamente se l’infilava avviandosi verso la porta e come il moro tentò di fermarlo una potente scossa lo colpì in pieno. Ban non poté che vedere il lento chiudersi della porta e lo svanire dietro di essa di Ginji.

-...Ginji...-

----------------------------

Male, gli dolevano enormemente. In ascensore osservava i segni che ricoprivano i suoi sottili polsi, bruciavano se li sfiorava.

A farli era stato davvero Ban?

Si, era stato lui.

Si guardò nello specchio e notò le lacrime copiose che ancora sgorgavano.

Era stato Ban a provocarle?

Si, era stato lui.

Mantenendo fisso lo sguardo si perse nei suoi stessi occhi rossi che bruciavano.

Era stato Ban a renderli così?

Si era stato lui.

Con una mano si sfiorò il petto all’altezza del cuore, un dolore lancinante lo attraversava, come se avesse una spada piantata in mezzo al petto.

Era stato Ban ad infliggergli quella lama nel petto?

Si, era stato lui.

E quelle parole che confusamente gli inondavano la testa rendendolo sordo a tutto il resto di chi erano?

Quelle parole le avete pronunciate Ban?

Si, era stato lui.

Le porte si aprirono e come Ginji vide quella nuova strada che si apriva corse fuori, fuori dell’ascensore, fuori dell’hall, fuori dell’albergo, fuori da tutto ciò che gli ricordava Ban.

--------------------------

Si osservò nello specchio e più volte ebbe l’istinto di colpirsi da solo, ma tutto quello che ottenne fu solamente una ferita sul dorso della mano e uno specchio in frantumi.

Non si preoccupò del sangue che sgorgava copioso, non faceva più male del suo cuore.

Perché aveva detto tutte quelle cose?Perché l’aveva aggredito in tal maniera?

Poi un sorriso si dipinse sulle sue labbra.

- Perché sono geloso, geloso dei tuoi pensieri, geloso di non poter esserti sempre vicino...e perchè...perchè sono un totale idiota...-

Detto questo si avviò di mala voglia in bagno per bendare quella ferita che lasciava macchie rossastre sul pavimento.

 

 

..........................  .................................

 

Sigaretta dopo sigaretta, mozzicone su mozzicone, il portacenere pieno, il pasto ordinato e nemmeno guardato, la tv accesa ma senza l’audio, sguardo fisso ad una porta che rimaneva chiusa. Dov’era finito?Sarebbe tornato?

-...Ginji...- e accese l’ennesima sigaretta.

 

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Capitolo 9
*** Riconciliazione ***


Come si era precipitato fuori dell’albergo aveva visto un pulmino diretto verso una passeggiata lungomare immersa nella natura

Pensavo di riuscire a postare con più costanza ma la scuola mi sta davvero assorbendo anche ogni singolo momento di tempo libero così che anche l’altra fic è ancora ferma. A breve provvederò,anche grazie alle imminenti vacanze di carnevale.Per scusarmi ecco un bel capitoletto,abbastanza lungo anzi,dove le cose sembrano davvero sistemarsi,ma…Fine delle anticipazioni ^O^

BUONA LETTURA!

 

Come si era precipitato fuori dell’albergo aveva visto un pulmino diretto verso una passeggiata lungomare immersa nella natura e senza pensarci troppo era salito, ignorando il fatto che bisognasse indossare almeno delle scarpe da trekking e avere il pranzo al sacco.

Voleva solo rimanere solo, immerso nella solitudine.

 

 

 

........................  ....................................

 

Osservando il paesaggio seduto su quella roccia ripensava alle sue parole.

Voleva davvero non rivederlo più?

Voleva davvero farsi così male?

A quel pensiero si massaggiò le contusioni che ormai lo affliggevano in tutto il corpo. Inutile dire che senza l’attrezzatura giusta era finito per terra numerose volte, e naturalmente non sul morbido. Si pulì una guancia e notò una stria rossa sulla mano, si era ferito perfino in volto?

“Sei solamente un baka!”

Così gli avrebbe detto Ban-chan.

Si morse il labbro, cosa doveva fare?Si mise le mani in tasca e con sorpresa trovò un bigliettino, ma da quando c’era?

Lo aprì delicatamente scostando la terra che l’aveva sporcato. Era la calligrafia di Ban!

 

“Stupida torpedine non so cosa tu abbia in testa in questo momento ma ti ricordo che noi siamo i Get Backers, con la “s”, e significa che non siamo soli e i problemi tuoi sono anche i miei.                                                  

                                                                                                        Ban                      

                                                                                                                                                                                  

Le tremanti mani candide sostenevano a fatica quel bigliettino che ben preso fu inondato da una lacrima, poi un’altra e un’altra ancora.

-...Ban-chan...-

Scemo, idiota...Non aveva capito nulla!Ban era preoccupato per lui!Era per colpa dei suoi sorrisi falsi e delle sue frasi fittizie. Cosa doveva fare?Come poteva rimediare?

Dopo essere rimasto in silenzio per un paio di minuti, scattò in piedi e iniziò a correre verso al fine di quel percorso accidentato.

-Ban-chan...sto arrivando!-

 

----------------------------------

L’orologio segnava le 22.30. La porta era chiusa, la luce spenta, l’unico rumore che si udiva era il silenzio, l’unico odore presente era quello di sigaretta che non accennava a sparire nonostante la portafinestra fosse aperta.

Poi il rumore tanto atteso lo udì, tanto reale da sembrare un’illusione alla quale Ban non volle dare credito sulle prime. Ma quando vide la figura ansimante di Ginji entrare...era davvero un’illusione?No,o almeno non voleva che lo fosse.

Il biondino lo vide già al buio ma preferì accendere la luce.

-...Ban-chan...-

Nessuna risposta.

-...io...Gomen Ban-chan...-esclamò accompagnando la porta che si chiudeva alle sue spalle. Furono proprio quelle  parole a convincerlo che l’immagine di fronte ai suoi occhi non era un’illusione ma pura realtà tangibile.

-Che hai combinato?-domandò serio schiacciando la sigaretta nel posacenere.

-Beh ecco...diciamo che ho fatto una passeggiata senza i mezzi giusti...-esclamò balbettando. Ban si alzò, gli passò innanzi e andò in bagno.

Era ancora furioso, prevedibile, anzi ovvio a tutto dire.

-Siediti...-disse uscendo dal bagno con delle bende, del disinfettante,cerotti e cose del genere.

Ginji annuì e si sedette sul letto mentre Ban poggiava le cose  a terra e gli si metteva di fronte. Gli tolse le scarpe e osservò i numerosi lividi che infliggevano la sua candida pelle. -Hai combattuto contro qualcuno?-domandò alzando lo sguardo e incontrando il suo. -No,te l’ho già detto dove sono andato...Te lo giuro!-esclamò serio. Ban annuì e cominciò prima a disinfettare le ferite più leggere e in seguito ad applicare cerotti a quelle più evidenti. Tutto ciò nel pieno silenzio.

-Ban-chan...-disse piano Ginji.

-Cosa c’è?-ripose con tono quasi indifferente.

Silenzio.

Come introdurre il discorso?Era l’ora della verità. Più volte se l’era immaginata e aveva fantasticato sui suoi esiti, ma ora che l’aveva davanti a sè la temeva come non mai. Avrebbe davvero voluto essere sincero al 100% e confessare i suoi sentimenti? E se Ban l’avesse rifiutato o peggio allontanato?Dove sarebbe andato?Cosa avrebbe fatto senza lui?Sarebbe morto di dolore, era certo solo di questo. Ma di fronte alla possibilità di un amore ricambiato...come poter resistere a questa tentazione?

Una goccia, poi un’altra. Ban sollevò la mano e vide che due piccole e calde gocce trasparenti la solcavano. Alzò lo sguardo e ciò che apparì fu la figura singhiozzante di Ginji.

-...Ginji...-

-G...Gomen Ban-chan...io...io non so perchè...Gomen,gomen Ban-chan...- balbettarono le sue sottili labbra bagnate anch’esse dalle lacrime copiose che discendevano senza sosta dai suoi occhi bruni. Ban si sentì scosso dal più profondo, a che serviva ora trattenersi?A che servivano le sue frasi dure adesso che vedeva il più vivido dolore sul volto della persona che amava?

-...Io ho sbagliato, avevi ragione, ti ho insultato e poi sono scappato, io non merito le tue attenzioni e preoccupazioni!-disse abbassando il capo.

Era tutto freddo, un gelo si diramava dal suo cuore. Ma improvvisamente un dolce tepore lo investì. Bastò un istante per percepire il profumo di Ban così a contatto con lui. Ban, lo stava abbracciando e gli stava accarezzando i capelli.

-Non azzardarti più a dire queste sciocchezze, hai capito dannata torpedine?-gli sussurrò nell’orecchio. -Sono io che non capivo. Quando sei fuggito mi è sembrato di aver distrutto tutto in un istante...e forse è stato così...-disse piano.

-Oh no Ban-chan, quello mai!Io...io non posso stare senza di te...-lo disse senza accorgersi e solamente quando udì le sue stesse parole arrossì vistosamente abbassando il capo e pendendosi di averle dette.

Aveva udito bene? Aveva davvero pronunciato quelle parole?Che forse...

Ban sorrise e gli accarezzò il capo avvicinandosi a lui. -Anch’io non posso stare senza di te...-.

-Ban-chan...-non ci credeva era un sogno,era tutto un bellissimo sogno!Le parole, i gesti,gli sguardi e quel calore che sentiva sulle sue labbra e...

A Ginji sembrò di vedere solo in quell’istante, e di vedere la cosa più bella del mondo. Un bacio. Ma era più bello di quelli che si vedono nei film di una certa epoca,dove i due fidanzanti si baciano mentre il sole tramonta o prima che lui parta per l’America o per la guerra,era più dolce,era più soffice,era come sfiorare i petali di un fiore.

Poi quel breve ma intenso contatto finì, ma lasciando un soave calore sulle sue labbra.

-Ban-chan...-non sapeva cosa dire,cosa fare. Sentiva che il suo cuore batteva come una grancassa e che un gran calore sgorgava da quest’ultimo insieme con un’impazzata gioia improvvisa. Avrebbe voluto abbracciarlo, stringerlo tra le sue braccia, tempestarlo di baci, ma qualcosa rendeva i suoi gesti pesanti come il piombo.

Paura...paura che fosse un’illusione. Ban sembrò quasi intuire i suoi pensieri e lo baciò di nuovo, con un poco in più di trasporto e accarezzandogli il volto.

Questo bastò per convincere Ginji che tutto ciò non era che la banalissima quanto improbabile realtà.

-Sei convinto adesso?-esclamò il moro sorridendo davanti a quell’espressione trasognata. Ginji rimase immobile, ma un secondo dopo si era lanciato nelle braccia di Ban, tutto il suo peso era svanito lasciando una meritata leggerezza nell’animo. Abbraccio che Ban contraccambiò subito, incredulo anch’esso del passo che aveva compiuto e della situazione nuova in cui ora si trovavano. Avevano spalancato una nuova vita da percorrere senza fretta, gustandosi insieme ogni istante d’ogni singolo giorno. Ginji si staccò appena da lui e disse piano -Ai shiteru Ban-chan...-(Ai shiteru significa ti amo)non controllando un lieve rossore che gli colorò le guance. A quella reazione Ban sorrise e fece per baciarlo di nuovo, ma prima gli sussurrò sulle labbra -Ai suru mo...-(di risposta abbiamo ai suru mo, ovvero anch’io)

 

 

Che incredibile follia è l’amore. Ti porta a compiere azioni prive di razionalità e blaterare frasi sconclusionate. Scombussola ogni sensazione e ogni profumo circondandoti di una realtà che non è che un’illusione. Tu ne sei cosciente e più vai avanti e più l’illusione diviene realtà,sino a quando sei talmente ubriaco d’amore che la realtà perde ogni significato e la confondi con l’illusione.

Ma questa era ancora un’illusione?Erano illusioni quei baci e quelle carezze?

No, era la realtà più vera e concreta.

L’illusione era finita e rimaneva solamente un ricordo nelle loro menti.

Finalmente certo di questo Ginji si era gettato tra le braccia di Ban, ignorando di essere abbracciati sul pavimento freddo. Non vedevano che l’uno il volto dell’altro e non potevano permettersi di perdere nemmeno per un istante quel calore reciproco.

Solo quando la schiena di Ban cominciò a risentirne allora, si alzarono senza staccare le loro labbra e continuando quella sinuosa e appassionata danza.

-...Ban-chan...-sussurrò ansimante lasciandosi accarezzare il volto dall’amico.

Amico?Avrebbe dovuto definirlo ancora così?Oppure avrebbe dovuto usare altri termini come compagno, partner, fidanzato?

-Vieni...-disse prendendolo per un braccio e facendolo sedere sul letto dove continuò a coccolarlo. Notò poi quei brutti segni che circondavano i suoi sottili polsi, era stato lui l’artefice di quel dolore. Così che glieli prese delicatamente e iniziò a baciarglieli. Il biondino arrossì notevolmente ma sorrise.

-Mi dispiace averti fatto così male...-disse tra un bacio e l’altro.

-Non biasimarti Ban-chan...non ne hai motivo...-esclamò accarezzandogli una guancia. Ban sorrise.

-Sei troppo buono...ma a me piaci così...-esclamò prendendogli la mano destra e iniziando a succhiare dolcemente le estremità delle dita. Sapevano di miele, di fiori, sapevano di dolce.

-Ban-chan...-come non ammettere che sentire la lingua di Ban che ruvida accarezzava le sue mani,non fosse eccitante?Era terribilmente piacevole e piccole scariche gli percorrevano la schiena.

Lentamente prese a mordicchiargli i polpastrelli, il braccio, l’avambraccio e risalì sino al collo gioendo di quando il volto di Ginji si tinse di rosso acceso ed emise un trasportato sospiro.

Si arrischiò a sollevargli la maglietta e mordicchiarlo dolcemente, ed un gemito lo invogliò a proseguire. Gli passò la lingua nell’ombelico e pian piano risalì percorrendo le morbide linee dei suoi pettorali.

-Ban-chan...-ansimò il biondino mordendosi un dito. Per tutta risposta Ban gli tolse la maglietta candida e ricominciò a baciarlo con passione sulle labbra. Staccandosi malvolentieri ripercorse i suoi muscoli facendo volteggiare Ginji in un turbinio di passioni.

Era davvero quello...cioè,stava davvero per accadere?Era così?Ginji in preda ad una confusione totale di sensazioni e passioni si scordò quasi di essere sulla terra e non nei suoi sogni.

Anche Ban si era tolto la camicia ormai d’impiccio e tornò su quelle labbra tanto invitanti. Il biondino ricambiava come drogato da quella visione, si sentiva ubriaco d’amore. Mai avrebbe immaginato che un tal sentimento facesse un simile effetto.

-Ti voglio...-gli sussurrò Ban nell’orecchio ma tanto Ginji era perso nella sua visione celestiale che accettò quelle parole come un bambino accetta una caramella.

Realizzò un istante dopo quando percepì le dita di Ban slacciare la sua cintura.

-No...Ban-chan aspetta...-disse piano uscendo a malavoglia dal suo universo. Talmente flebile che il moro non la udì e si apprestò a slacciare anche il bottone dei pantaloni quando una mano lo fermò.

-Ban-chan!-esclamò Ginji con un velo di apprensione. Ban lo guardò sorpreso, che cos’era accaduto? -Io...ecco...io non so se...beh...-balbettò sconclusionatamente il biondino abbassando lo sguardo imbarazzato. Ban scosse il capo e senza troppi ripensamenti riallacciò il piccolo bottone.

-Gomen,Ban-chan...-disse piano Ginji nascondendo il volto alla sua vista. Il moro gli sollevò a forza il volto. -Non chiedermi scusa,a me basta rimanere con te ,non ho fretta...-e poi lo baciò dolcemente suscitando un sorriso sulle labbra di Ginji.

Si addormentarono placidamente, mentre il vento si placava con i loro animi,feriti a incatenati da troppo tempo.

Appoggiato sul petto di Ban, Ginji sembrava dimenticare ogni preoccupazione, vivere in una dimensione di tranquillità assoluta, era questo che gli procurava la sola vicinanza con Ban. Ma ora che erano qualcosa di più, come sarebbero cambiate le cose?In meglio di certo, la loro già forte relazione sarebbe divenuta indissolubile, e nemmeno i bisturi di Akabane sarebbero riusciti a scalfirla.

 

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Capitolo 10
*** Ricominciare ***


Il sole era già alto da tempo ma i suoi raggi impertinenti non avevano ancora raggiunto i suoi occhi ancora chiusi

Finalmente ecco qui il nuovo capitolo!Il mio vecchio pc si è rotto ed ho dovuto comprarne uno nuovo, ma ho anche perso tutti i dati. Per bontà divina gran parte li ho recuperati e pochi giorni fa ho ritrovato anche questa fan-fiction di cui ora mi accingo a completarne la pubblicazione. Se non mi avete ancora abbandonato lasciate che vi auguri come sempre una…

BUONA LETTURA!

 

Il sole era già alto da tempo ma i suoi raggi impertinenti non avevano ancora raggiunto i suoi occhi ancora chiusi. Fu un profumo caldo e dolce a destarlo.

-Sapevo che con questi ti saresti svegliato di certo...-esclamò una voce divertita. Un sorriso si dipinse sulle labbra del biondino che poco a poco aprì gli occhi bruni.

-Guten Morgen...-disse Ban dandogli un bacio veloce sulle labbra.

Ginji si leccò le labbra e poi esclamò sorpreso

-Ban-chan non vale!Non mi hai aspettato!Hai già mangiato una brioche!-.

Quello sorrise e gliene porse una che immediatamente Ginji addentò felice, talmente era buona e fragrante.

-Ero sicuro che potessero farti piacere...-esclamò sorseggiando del caffè. Il biondino sorrise con le labbra zuccherate che vennero poi attentamente ripulite da quelle di Ban.

-Dove vuoi andare oggi?-domandò accarezzandogli il capo.

-Dovunque,mi basta restare con te ,Ban-chan...-disse ingurgitando un secondo croissant. Il moro sorrise. -Come vuoi,allora vestiti...-e detto questo si alzò.

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Avrebbero potuto anche rimanere tutta la mattina seduti su di una panchina per quello che gli importava. Non aveva rilievo il dove fossero, l’importante era starci insieme. Così pensava Ginji, affiancando Ban in quella passeggiata verso l’ignoto. Aveva più volte avuto la tentazione di prendergli la mano, ma la situazione sarebbe divenuta certamente imbarazzante, anche per Ban. Così si limitava a stragli accanto e guardarlo con la coda dell’occhio. Dal canto suo Ban sperava di non sbagliare strada, aveva un posto speciale dove avrebbero potuto starsene in pace senza dover tener conto di nessuno.

Avevano superato tutte le spiagge attrezzate e ora il biondino si guardava in giro curioso.

-Dove stiamo andando Ban-chan?-domandò allegro. Il compagno sorrise e si fermò.

 -Stiamo andando qui. Siamo arrivati...-esclamò voltandosi verso una spiaggia libera totalmente deserta. Ginji la osservò a lungo, era totalmente deserta eppure non erano troppo lontano dal centro d’Okinawa.

Era un’isola felice in mezzo ad un arcipelago infinito. L’unico suono che rompeva il silenzio era quello del mare adornato da una tiepida brezza marina e il richiamo di qualche gabbiano lontano.

-Che dici?-domandò il moro attendendo con trepidazione una risposta. Ginji gli sorrise.

 -Davvero bello Ban-chan...-Bastò quello,non servivano tante parole per comprendersi.

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Il sole era già alto nel cielo cosicché non ritennero opportuno prendersi un’insolazione il penultimo giorno di vacanza e non appena l’orologio segnò le 12.30

uscirono dall’acqua e si sdraiarono sulla sabbia facendosi asciugare dal sole.

Ginji aveva lo sguardo fisso in cielo e sembrava costantemente immerso nei suoi pensieri. -Non mi hai ancora detto cos’hai...sono giorni che sei taciturno...- esclamò Ban mentre si scrollava della sabbia e si metteva a sedere sotto l’ombrellone.

-Eh?-domandò Ginji uscendo da chissà quale meditazione.

 -Ecco appunto...- disse sospirando il moro. Il biondino si alzò e andò a sedersi vicino con un mezzo sorriso sul volto.

-Vuoi sapere cos’avevo?- domandò come se volesse essere certo di ciò che aveva udito. Ban annuì debolmente con il capo non togliendogli gli occhi di dosso. Ginji mostrò un sorriso radioso.

-A dir la verità ero confuso...riguardo noi ecco...-disse facendo arrossire le sue guance.

-Ah...-esclamò abbassando il capo.

 -Quella sera dopo che quel gruppo di bulli ci avevano sfidato,beh ecco...c’è stato un momento che tu...ecco a me sembrava...-come poteva spiegare il tutto?

Assurda poi la situazione che s’imbarazzasse ancora in quella maniera.

-...che ti volessi baciare per caso?-finì la frase il moro mostrando un sorriso affascinante.

-Beh ecco...si.- ammise timoroso il biondino.

-Capisco...-e detto questo Ban si alzò stiracchiandosi.

-Vado a prendere qualcosa da mangiare o ben presto ti brontolerà lo stomaco,ho visto prima di venire qui che c’era un negozio di...-venne bruscamente interrotto.

-Ban-chan!Non mi hai risposto...-sul finire la frase perdeva ogni genere di sicurezza. Il moro dopo avere mostrato uno sguardo sorpreso. Si avvicinò al compagno e gli diede un veloce bacio sulle labbra. -Hai bisogno di ulteriori conferme,baka?- disse queste parole solleticandogli le labbra. Il biondino sorrise e per risposta lo baciò con passione.

-Ok,ho capito che hai fame...torno subito!-esclamò Ban staccandosi un poco mal volentieri dal compagno e infilandosi le ciabatte si avviò verso la strada.

Ginji lo osservò sino a quando lo vide attraversare e scomparire alla sua vista. Fu colto d’improvviso da un desiderio irrefrenabile di ridere, saltare, cantare come un matto. Era così folle essere innamorati?Forse perchè non aveva mai provato a convivere con un Ban dolce ventiquattro ore su ventiquattro, anche se la cosa non gli dispiaceva minimamente, gli faceva uno strano effetto.

Filtrò i raggi del sole con la mano e osservò i gabbiani che con le ali immobili si lasciavano cullare dal vento, erano liberi in cielo, senza preoccupazioni. Lo sarebbero stati anche loro?

Passò una mezz’ora buona e il biondino cominciava a chiedersi che fine avesse mai fatto il compagno quando la luce venne improvvisamente a mancare, due mani gli avevano oscurato la vista. Ginji sorrise.

-Ban-chan?-domandò già certo della risposta.

-Spero ti vada bene...- disse il moro mettendogli tra le mani un panino dal profumo decisamente invitante.

-Come mai ci hai messo così tanto?-domandò mentre Ban si sedeva a fianco.

 -C’era coda...-tagliò secco il ragazzo addentando il suo panino.

-Capisco...-esclamò Ginji leggermente turbato. Era calato un silenzio strano, misterioso a dirla tutta. Ban era strano, sembrava pensieroso. Il biondino non ritenne opportuno fare domande o le risposte sarebbero state tutte certamente negative, così che spazzolò rapidamente il suo pranzo per poi alzarsi facendo finta di stiracchiarsi e così fare qualche passo indietro per poi sedersi dietro Ban e cingerlo con le braccia,gesto che sorprese notevolmente il moro.

 -C’è qualcosa che non va, Ban-chan?-domandò appoggiando il capo sulla sua schiena. Il compagno stupito sulle prime, abbandonò per un momento il suo pranzo e strinse una mano a Ginji

-No,non è nulla...forse...-fece una pausa in cui sorrise-...forse mi fa uno strano effetto tutto questo...-esclamò piano. Il biondino rise

 -Ban-chan non pensavo fossi così sentimentale...-.

Il moro rispose subito con quanto sarcasmo era capace di utilizzare in quel momento

-Infatti io non sono sentimentale, sono solo un ottimo attore-.

-Lo sospettavo. Infondo rimarrai sempre  manesco, venale ed egocentrico...-e Ban stava per rispondergli su tono quando le labbra del compagno si fecero vicino al suo orecchio

-...ed è anche per questo che sono innamorato di te...-. Il moro fu zittito in un modo che certo non si aspettava, non avrebbe mai creduto di udire simili parole dalle labbra di Ginji, o perlomeno non rivolte a lui,nonostante il loro rapporto si fosse notevolmente evoluto.

Terminò quel che rimaneva del suo pranzo mentre Ginji gli si era accoccolato sulla schiena con gli occhi semichiusi.

-Non credere che ti permetta di restare lì all’infinito...-disse mentre beveva avidamente una bottiglietta d’acqua. Il biondino si risvegliò come d’improvviso ed esclamò con tono lamentoso

-Anch’io Ban-chan!- riferendosi alla bottiglietta che con un gesto divertito Ban allontanò alla sua presa.

 -Sapevo che l’avresti fatto-disse staccandosi da lui e tentando di afferrare la fonte della sua salvezza. Ovviamente il moro non aveva nessun’intenzione di cedergliela così facilmente, era un piacere troppo forte vedere i tentativi inconcludenti di Ginji per rubargliela. Se aveva avuto alcune possibilità quando erano seduti, ora che erano in piedi era inutile dire che finiva per mangiare sabbia per tutte le volte che scivolava nel prenderla. Alla fine il compagno si arrese sedendosi sulla sabbia con le ginocchia strette al petto.

 -Sei cattivo Ban-chan!Mi si seccherà la gola  e non potrò più parlare...-esclamò piagnucolando tentando di commuovere in qualche maniera il moro.

 -Quale dispiacere...mi priverai di sentire i tuoi capricci?- esclamò sarcastico.

-Non parlerò più e avrò la voce rauca e mi seccheranno anche le labbra...-esclamò tentando di puntare su qualcosa che interessasse nel vivo il compagno. Il moro sospirò e poi si avvicinò mettendosi di fronte.

-Questo in effetti sarebbe problematico...-.Ginji alzò appena il volto felice di aver raggiunto il suo scopo.

-Ecco vedi...dai Ban-chan!-esclamò allungando la mano. Il moro sorrise e anziché dargliela la bevve fino all’ultimo goccio e prima che Ginji potesse recriminare ancora si abbassò e lo baciò permettendogli di bere direttamente dalle sue labbra. A Ginji quell’azione sorprese in maniera inverosimile, tanto che per poco non gli andò di traverso la bevanda.

-Dissetato?-domandò il compagno a pochi centimetri da lui.

-Sei sempre il solito...-esclamò imbarazzato il biondino.

-Sei stato tu a dirmi che ti piaccio per questo, no?-rispose prontamente Ban sistemandogli una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Ginji sorrise. -Mi arrendo.-

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Ban si era addormentato sotto l’ombrellone cullato da quella piacevole brezza, riparato da quei raggi cuocenti da un ampio e ombroso ombrellone, mentre Ginji se ne stava seduto ad osservare con sguardo perso il mare e le sue indomabili onde che sembravano quasi voler fuggire dal mare e raggiungere la spiaggia, ma ad ogni slancio queste venivano ricatturate dal mare e di nuovo allontanate dalla spiaggia.

Si voltò poi a guardare Ban, in quell’istante appariva in tutta la sua debolezza, respiro tranquillo, muscoli rilassati, occhi chiusi e mente totalmente lontana dalla realtà. In quell’istante avrebbero potuto fargli di tutto e non se ne sarebbe accorto, era davvero raro vedere Ban Mido così indifeso, era davvero un privilegio. Il biondino gli si avvicinò piano senza far rumore, voleva vederlo da vicino. Con estrema delicatezza gli tolse gli occhialetti viola e li appoggiò con cura sopra le salviette. Senza quelle difese Ban appariva in tutta la sua bellezza angelica e demoniaca insieme, logico capire il perchè avesse così tante ammiratrici. Lui più che quegli occhi da cucciolone non poteva mostrare, non aveva quell’eleganza innata e quello spirito che contraddistingueva Ban da lui.

Aveva ancora indosso il profumo del mare e Ginji lo assaporò chiudendo gli occhi e sfiorando appena quella pelle lattea. Poi un’idea gli balenò in mente, era rischiosa ma sicuramente piuttosto divertente. Si mise subito all’opera.

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Essere svegliati con un bacio è sicuramente il massimo del romanticismo e certo Ban non poté che apprezzare quel gesto da parte del compagno. Lo assaporò solo con il tatto, non aprendo gli occhi, voleva gustarsi quelle sensazioni rimanendo cieco, ma quando volle sfiorare con le sue mani quel volto qualcosa glielo bloccò. Le sue mani erano come paralizzate e non potevano muoversi, ma anche tutto il suo corpo!

Subito spalancò gli occhi e la sua ansia si placò quasi immediatamente. In effetti, a dirla tutta, era veramente prigioniero e impossibilitato a muoversi. -Ginji...-esclamò con tono incline all’infuriarsi. Questo fu subito ben inteso dal compagno che nonostante piangesse per le risate già correva verso il mare, con la speranza di salvarsi.

-...Io ti uccido!-esclamò Ban saltano fuori della sua prigione di sabbia e scattando verso il biondino.

Superfluo è ormai spiegare cosa avesse fatto Ginji per ingannare il tempo,era stata una tentazione troppo forte ricoprire completamente Ban di sabbia lasciandogli fuori solamente la testa a riccio.

Invano il compagno scappò da Ban che in pochi istanti l’aveva acciuffato braccandolo da dietro.

 -E così mi attacchi durante il sonno, eh?-esclamò sprezzante ma allo stesso tempo sorridendo.

 -Gomen...Ban-chan...-tentò il giovane.

-No,no...questa volta il suo sguardo da cucciolo non ti salverà...-esclamò con un sorriso ambiguo.

Inutile dire che la “pena” inflitta da Ban non fu poi così dolorosa. Diciamo che si divertiva come un gatto con la sua preda. Permetteva a Ginji di scappare, poi lo riacciuffava e lo cacciava sott’acqua oppure lo spruzzava, senza mai però allentare la presa, adorava vederlo alle strette, soprattutto se era lui a metterlo in quelle situazioni.

Trascorsero così il pomeriggio, accorgendosi dell’ora solo quando il sole tramontava, e fu allora che Ban raccolse le preghiere di Ginji.

-...Ban-chan...stop...per piacere...- ansimò il biondino scostandosi i capelli bagnati dalla fronte e raggiungendo una zona del mare in cui si toccasse. Ban lo seguì ma quando intuì che il compagno voleva raggiungere la riva lo prese per un braccio e lo voltò ritrovandosi a pochi centimetri.

-Credi di aver già finito?-gli sussurrò  baciandogli una guancia.

 -Ma Ban-chan...avevi detto...-tentò di ribattere il ragazzo. Ban sorrise.

 -Allora l’ultimo...-disse continuandolo a baciare sul viso e ritornando in una zona in cui a mala pena si toccava.

 -...Ban-chan...-.

Non capiva cosa il compagno volesse fare, ma gli piaceva da matti quella situazione. -Fidati...-gli sussurrò Ban e costringendolo ad andare sott’acqua con lui. Il biondino tenne chiusi gli occhi e percepì distintamente i movimenti di Ban, le sue mani che gli prendevano il volto, le sue labbra che si avvicinavano e lo baciavano.

Indescrivibile cosa provò in quell’istante, sentire improvvisamente freddo intorno e un calore nascere dall’interno e diramarsi per tutto il corpo. Un desiderio irrefrenabile di non staccarsi mai più e di bloccare il tempo in quel singolo istante.

Nonostante questo però, quando l’ossigeno finì furono costretti a riemergere. Ginji con un lieve rossore sulle guance, poiché certo non si aspettava un simile gesto, Ban divertito nel vederlo così. Si guardarono un attimo e poi Ginji esclamò.

-Altre sorprese Ban-chan?-. Il moro sorrise indeciso su come rispondere,ma pi si limitò a rimanere in silenzio e a seguire il compagno fuori dall’acqua. Ora doveva dirgli la cosa più difficile.

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-Dai Ban-chan!Ho una fame tremenda!-strepitò Ginji lamentandosi della lentezza del compagno. Ban si allacciò l’ultimo bottone della camicia e fece cenno a Ginji di avvicinarsi e sedersi. Il biondino piuttosto incuriosito, ubbidì senza fare domande.

-Cos’hai Ban-chan?-domandò vedendo quell’espressione seria sul suo volto. Il compagno per tutta risposta si accese una sigaretta e solo dopo arene aspirato gli si sedette di fronte.

-Ginji mi spiace,ma questa sera dovrai rimanere ad aspettarmi in albergo da solo...-.Il biondino fu piuttosto sorpreso per quell’affermazione, voleva dire solo una cosa.

 -Perché mi dici questo?Avevo ragione io a pensare che ci fosse di mezzo una missione,vero?E vuoi tenermi fuori per delle assurde ragioni,per caso?Ban-chan avevi detto che...-lo sguardo di Ban lo fece zittire.

-Non c’è nessuna missione Ginji. La cosa è molto più semplice...-esclamò aspirando nuovamente dalla sigaretta.

-Il problema è che non ci bastano i soldi per i biglietti sia per l’aereo e per lo shinkansen...così oggi a pranzo ho ricontattato il gestore di quel bar...gli ho chiesto di prendermi per questa sera...così domani possiamo partire senza problemi...-.Ginji rimase in silenzio e poi replicò –

Allora vengo anch’io!Non voglio che debba lavorare solo tu!E poi so bene che tu preferisci fare solamente il riportatore e non altro...-.Ban sorrise e poi gli avvicinò il volto e gli sussurrò

 -Meglio di no. Mi distrarresti troppo...-e gli baciò l’orecchio.

 -Non è vero Ban-chan...-mugolò il biondino.

Alla fine, in un modo o in un altro era sempre Ban ad averla vinta. Inutile dire che sapesse alla perfezione come ottenere il consenso del compagno. Ora stavano camminando nel centro diretti verso l’albergo.

 -Fino a che ora starai via?- domandò ad un certo punto il biondino. Ban lo guardò sorridendo.

-Ehi,mica devi abbatterti così!Guarda che mica ti lascio per sempre, saranno tre o quattro orette...-.

Ginji sobbalzò.

 -Così tanto?Posso venirti a trovare?-domandò ansioso.

-No,mi faresti distrarre,lo sai. E poi non ti ricordi nel Mugenjo quanto siamo stati divisi?Tu eri con Akabane ed io con quel garzone da circo...Sei sopravissuto, no?- disse gettando il mozzicone in un cestino.

 -Per bontà divina,Akabane avrebbe potuto attentare alla mai vita in ogni istante,...e poi non è vero che non mi mancavi!-esclamò arrossendo un poco. Ban rimase in silenzio, ma poi sorrise e senza preavviso lo cinse  a lui con un braccio.

 -B...Ban-chan?-era un poco imbarazzante andare in giro così. Come avrebbero potuto?

-Non ci guarda nessuno,baka. E comunque per me non è un problema...-e fece per staccarsi quando Ginji rafforzò la presa.

-No...-.

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Quando furono le 19.30 Ban dovette abbandonare il suo cucciolotto e recarsi a quel bar. -Non fare tardi, ok?-esclamò Ginji sulla porta della stanza.

-Si mamma...ah il maglione di lana ce l’ho...-e si beccò un cuscino in faccia.

-Spiritoso!-esclamò andandosi a sedere sul letto con le gambe e braccia incrociate. Ban sorrise e raccogliendo il cuscino gli si avvicinò.

-Su, non tenermi il broncio...-esclamò iniziando a mordicchiargli le labbra.

 -Non...non vale...-mugolò il biondino, accettando di buon grado quelle attenzioni.

-Devo andare...-disse Ban, non volendo interrompere per nulla al mondo quel contatto tanto piacevole.

-Va bene...-annuì il biondino. Ma nonostante questo Ban non accennò ad andar via e ciò fece sorridere Ginji che fece un piccolo risolino.

 -Ban-chan...devi andare...- esclamò staccandosi da lui.

Il moro sospirò -Dannata anguilla diligente...-esclamò prima di alzarsi e uscire dalla porta. Ginji rimase in contemplazione della porta per alcuni minuti poi accese la tv sperando che il tempo passasse in fretta.

 

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Capitolo 11
*** La fine delle incertezze ***


Ed ecco forse il capitolo più dolce di questa fan-fiction.Premetto che il rating di una parte di questo capitolo è arancione quindi per non urtare la sensibilità di alcuno porrò un avviso ad inizio e fine del pezzo. Non aggiungo altro se non…

BUONA LETTURA!

 

Purtroppo i minuti erano lenti come non mai e Ginji dopo l’ennesimo zapping televisivo spense l’apparecchio e decise di andare a prendere una boccata d’aria.

La tentazione di andare  a trovare Ban fu grande, ma dato che gliel’aveva promesso si limitò a gironzolare intorno all’albergo. Poi d’improvviso si sentì chiamare e come si voltò si ritrovò di fronte a ...

-Satoshi!-esclamò sorpreso.

 -Ginji!Che fine avevi fatto?Oggi in spiaggia non c’eri...-esclamò triste.

 -Ehm, ecco...-.In quella arrivò la madre.

 -Satoshi non correre più via in quella maniera!Ah...Che piacere incontrati qui, come stai?- domandò allegra Eiko.

-Molto bene. Ban-chan si è ripreso perfettamente...voi come state?-domandò mentre scombussolava i capelli al bambino.

-Bene. Ieri e oggi Satoshi ti ha cercato come un disperato...più che altro perchè voleva salutarti assolutamente prima di partire...-disse sorridendo.

-Partire?Quando?-

-Proprio ora. Stavo per mettere in moto quando Satoshi ti ha visto e ha aperto la portiera senza dir nulla...Mi sono presa un colpo...-a quell’affermazione il bimbo fece un sorriso furbetto. Ginji annuì e mettendosi all’altezza di Satoshi esclamò

-Beh, allora arrivederci Satoshi, spero di rincontrati presto,...anzi...a questo proposito...-e fece per cercare un foglietto di carta ma fu costretto a chiederlo ad Eiko.

-Ecco qua...-esclamò porgendolo a Satoshi.

 -Così se passerai per Tokyo potrai venirmi a trovare, senza contare che io e Ban-chan siamo i Get Backers,qualunque cosa ti è stato rubato, noi te lo recuperiamo al 100%!-esclamò sorridendo.

Il bimbo ricambiò il sorriso e abbracciò il biondino.

 - Sayoonara Ginji-chan- esclamò Satoshi.(Sayoonara significa arrivederci).

 Il ragazzo salutò anche la signora e attese che partissero e scomparissero al di là della sua vista,prima di ritornare in stanza ad attendere Ban.

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Ma era mai possibile che alle 22.20 di sera non ci fossero che horror e soap opere di terza categoria e qualche noioso quiz?Ginji guardò ancora l’orologio,erano trascorse solo due ore e davvero non riusciva più a sopportare l’assenza del compagno. Così che spense la tv e si sdraiò sul letto e chiuse gli occhi, almeno si sarebbe riposato un poco.

Quando l’orologio segnò la mezzanotte e mezza Ginji si svegliò di soprassalto, udendo la porta aprirsi .

-Ban-chan!-esclamò spaventato e felice allo stesso tempo. Il moro accese la luce.

 -Stavi già dormendo?-domandò richiudendo la porta alle sue spalle.

-No,ti stavo aspettando...Com’è andata?-domandò mettendosi seduto.

-Ahhh,lascia perdere!Quel dannato bastardo mi ha costretto a  rimanere sino a quest’orario assurdo o non mi avrebbe pagato quanto volevo...Tutta la sera a servire ragazzine petulanti e famiglie con relativi mocciosi al seguito!- esclamò scocciato sedendosi sul letto. Ginji rise,  Ban era davvero poco paziente. Poi gli si mise alle spalle e gli iniziò a massaggiargliele.

-Se mi avessi fatto venire avrei potuto aiutarti...-esclamò con tono tranquillo.

-Se fossi venuto a quest’ora non avrei guadagnato quanto volevo,anzi mi sarei indebitato pure con quello a furia di fare cadere bicchieri. Mi avresti distratto da tutto e tutti...-rispose con ugual calma chiudendo gli occhi. Ginji sorrise

-Sempre il solito...-e si sporse un poco in avanti baciandogli la guancia.

-Ho incontrato Satoshi prima...partiva con la madre...- disse appoggiando il capo sulla sua spalla non smettendo di accarezzare quelle spalle tanto “provate” dal lavoro.

-Oh,come mi dispiace...-esclamò il moro con tono sarcastico mantenendo sempre gli occhi chiusi.

-Ban-chan ora non ti punisco perchè sei stanco...Comunque sia,gli ho lasciato il nostro recapito,così ci fanno un po’ di pubblicità...-.

-Come sei previdente...-esclamò Ban abbandonando quel contatto tanto dolce e alzandosi dal letto.

-Vado a farci una doccia,torno subito...-esclamò dandogli un veloce bacio sulle labbra.

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Era seduto sul letto lasciando che il suo sguardo si perdesse nel biancore della parete mentre il rumore dell’acqua scrosciante della doccia gli riempiva la mente. Quello era l’ultimo giorno che avrebbero trascorso in quella splendida località,così splendida che aveva permesso ai loro cuori di aprirsi e lasciare che le parole rivelassero i sentimenti più intimi e nascosti. A questo pensiero sorrise,mai avrebbe potuto immaginare che sarebbe bastato così poco per sentire le labbra di Ban sulle sue,di sentire il suo calore che l’avvolgeva e...e poi l’aveva fermato. In quel’istante aveva perso al cognizione del tempo e si erano lasciati trasportare dalla passione, ma lui aveva fermato tutto prima che accadesse, qualcosa in lui voleva gustarsi lentamente quella nuova situazione. Ban non aveva opposto resistenza e aveva accettato. Ma ora, ora era diverso.

 

Ban chiuse gli occhi mentre l’acqua lo investiva completamente con il suo getto caldo. Anche se soffice, quel tocco non poteva mai eguagliare quello di Ginji, così delicato e timoroso allo stesso tempo, così ingenuo, di chi per la prima volta si apre completamente agli altri. In fondo era stato davvero così, anche per lui. Chissà cosa sarebbe successo se lui, l’invincibile Ban Mido, non avesse infranto ogni regola e non avesse raggiunto quelle labbra candide. Sorrise. Aveva sentito in un istante tutto l’amore che Ginji provava, aveva percepito il suo profumo avvolgerlo completamente e tranquillizzarlo. Peccato che proprio sul più bello si fossero fermati, ma poco importava, ce ne sarebbero state tante altre occasioni per fare l’amore.

D’improvviso sentì una ventata fredda sulla schiena e non fece in tempo a voltarsi che delle braccia lo cinsero da dietro. Sorrise. Quel profumo l’avrebbe riconosciuto tra milioni di persone.

-Ginji...- esclamò voltando appena la testa.

-Gomen Ban-chan ma...-e si strinse ancor più a lui. Il moro per tutta risposta si voltò e lo strinse anche lui tra le sue braccia baciandogli il capo, la fronte, il volto. -Mi mancavi, sai?- esclamò mentre lo baciava. -Anche tu...-disse l’altro appoggiando il capo sulla spalla dell’amico. Ban lo strinse più forte, che sensazione strana era mai quella. Essere entrambi sotto quel getto caldo, soli, senza difese. Senza difese? Solo in quell’istante Ban realizzò che entrambi erano nudi!La situazione era interessante pensò facendo un piccolo sorriso. Poi preso lo shampoo e lo mise sui capelli di Ginji che si sorprese per il gesto.

-Su,già che ci sei approfittane,no?-disse sorridendo. Il biondino ricambiò e lasciò che Ban lo insaponasse per bene. Percepire le sue mani nei suoi capelli era una sensazione afrodisiaca, gli comunicava un’assoluta tranquillità nell’animo. Era tutto così magico e bello, talmente sovrannaturale da pensare che fosse un’illusione.

-Ahi!-esclamò Ginji portandosi le mani sugli occhi.

-Che c’è?-domandò Ban scostando le mani che coprivano il volto del suo angelo.

-Mi bruciano gli occhi...mi è entrato il sapone...- piagnucolò quello mostrando due occhioni arrossati. Ban sorrise e poi disse.

-Vedrai che passa subito...-detto questo si chinò su di lui e gli baciò a lungo gli occhi. Al  biondino parve di andare in estasi, era tra le braccia di Ban e percepire il calore delle sue labbra sul suo volto gli produceva delle continue scariche di piacere.

-Va meglio?-esclamò staccandosi appena dai suoi occhi che pian piano si aprirono.

-Si...-lo disse con un tono forse troppo caldo, non seppe perchè gli era venuto così. Fatto sta che Ban sorrise.

-Mi fa piacere...-esclamò per poi riniziare  a baciarlo sul volto, sul collo, lambendo ogni particolare con la lingua.

-...Ban-chan...-disse Ginji ora che percepiva quelle sensazioni così forti. Il moro sentendosi chiamare così disperatamente lo accontentò e le sue labbra finalmente catturarono quelle di Ginji mentre lo stringeva forte a . Sentirsi così a contatto eccitava terribilmente Ban che ora a stento si tratteneva dal ricoprire Ginji di baci.

Ma forse l’avevano capito entrambi che questa era volta buona, e che qualcosa questa volta era cambiato, tanto che anche il timido biondino perse ogni imbarazzo e cominciò a mordicchiare l’orecchio dell’amico torturandolo anche con la lingua.

-Ahh...Ginji...-sentire per la prima volta così attivo l’amico lo spinse a prendere il sopravvento, così che pian piano Ginji si ritrovò contro il muro della doccia mentre Ban, chiusa ogni via di “fuga” lo stringeva nelle sue braccia. Baciarsi mentre l’acqua scorreva sui propri volti era una sensazione più che unica, indescrivibile se non si vive in prima persona. Il moro si staccò un poco mal volentieri da quelle soffici labbra e scese sul petto candido di Ginji seguendo le linee dei muscoli con la lingua e gioiendo nel sentire l’amico contorcersi per il piacere.

 

(INIZIO RATING ARANCIONE)

 

 -Ban-chan...-.Avrebbe tanto voluto aggrapparsi a qualcosa, ma era solo circondato da mura scivolose e con un crescente desiderio. Ban continuò la sua opera andando a torturare uno dei capezzoli e sorridendo nel vedere il volto dell’amico imperlato da gocce d’acqua e da un lieve rossore che man mano stava catturando tutto il suo volto. Lo succhiò a lungo fino a quando gli mancò il fiato mentre Ginji tratteneva a stento i gemiti mordendo un dito della mano.

Il moro era più che felice di quella reazione e senza troppi indugi passò all’altro. Il biondino dal canto suo si sentiva divorato da sensazioni talmente estranee che aveva quasi paura a dire di starle provando davvero. Non appena percepì che le labbra di Ban si staccarono da lui con violenza gli alzò il volto e lo baciò, come se fossero mesi che non si vedessero.

 -Non mi lasciare...-balbettò Ginji stringendo più forte Ban.

-Sarei un pazzo a farlo...-rispose l’altro staccandosi un poco e mostrandogli un sorriso radioso.

-Ban-chan...- e di nuovo venne baciato. Era così delicato, ma d’improvviso si fermò, Ban si staccò appena sorridendo. Era così piacevole vederlo eccitarsi.

-Ban-chan...-esclamò non osando guardare dove fosse la mano del compagno.

-Cosa c’è?- A Ginji mancarono le parole ma non un gemito. Il moro sorrise e gli sussurrò.

 -Stai tranquillo...-e dicendo questo cominciò a baciarlo scendendo gradualmente mentre Ginji,forse imbarazzato per i gemiti che frequenti lo facevano loro si mordeva un dito mentre un mano vagava alla disperata ricerca sul muro,pur di afferrare qualcosa a cui aggrapparsi. Ma poi il suo cuore saltò un battito quando percepì le labbra di Ban sul suo sesso e che dolcemente lo accoglievano in se. Come potersi trattenere?Come frenare quella passione?Ban lo stava letteralmente facendo morire, mai avrebbe immaginato simili sensazioni,non le aveva mai nemmeno sognate. Ban iniziò a pompare più in fretta gioendo finalmente nel sentire che i gemiti di Ginji si facevano sempre meno trattenuti.

-Ban-chan ahhh...io...aaaaah.- non riuscendo più nemmeno a formulare una frase che avesse un senso compiuto si perse in quelle sensazioni proibite fino a raggiungere l’apice del piacere. Ban ingoiò tutto e poi lo osservò da vicino, con gli occhi semi chiusi, il respiro irregolare,un rossore crescente sulle gote e gocce d’acqua che lo facevano risplendere.

 -Ban...chan...-riuscì a male pena a balbettare il suo nome prima di abbandonarsi a lui, nelle sue braccia. Il moro lo accolse e lo strinse a se dandogli piccoli e dolci baci sulla spalla.

-Come va?-domandò quasi ridendo.

-Secondo te...?- ribatté l’altro con tono poco più calmo. Per poi sorprenderlo e baciandolo appassionatamente, un gesto improvviso che sorprese persino Ban, al quale però si sottopose più che felice. Quando si staccarono il moro lo baciò sul viso e piano piano gli sussurrò nell’orecchio.

-Continuiamo di là...-indeciso se attendere una risposta,che però non tardò ad arrivare.

-Si...Ban-chan...-

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Ginji sembrava dieci volte più carino del solito con l’accappatoio avvolto e il cappuccio che gli copriva la metà del volto. Era terribilmente affascinante e delizioso allo stesso tempo, tanto che Ban si trattene dallo sbattere direttamente sul letto e ricoprirlo di baci, nonostante la tentazione fosse molta.

-Sei davvero adorabile...-esclamò abbracciandolo e sollevandogli il cappuccio che gli negava la visuale su quegli occhi dolcissimi.

-Ban-chan...-fece lui primo di stringersi saldamente al compagno e mischiare il ruvido del tessuto spugnoso dell’accappatoio con la liscia pelle di marmo di Ban.

Stettero così per un paio di minuti quando si udì la fievole voce del biondino.

-Ban-chan...avevi detto che...di qui...-disse saltando volutamente delle parole.

A quell’espressione Ban rise, evidentemente non era l’unico ad aver atteso con trepidazione quel momento.

-Ti ho già detto che sei delizioso?-esclamò iniziandolo a baciare sul collo e scostando un poco l’accappatoio e indirizzando il compagno verso il letto.

-Uhm...si...-disse piano attendendo che le labbra di Ban si posassero sulle sue.

 -E che ti amo?-domandò nuovamente con un sorriso.

-...Anche...-rispose divertito il biondino.

 -Cielo,sto diventando terribilmente monotono,allora...-e raggiunto il letto lo sdraiò delicatamente baciando finalmente quelle soffici labbra.

-...A me piaci così...-mugolò il compagno.

-Anche questo l’hai già detto...-disse il moro sorridendo per poi tornare a baciarlo.

Piano piano gli sciolse il nodo dell’accappatoio e poté sfiorare quella pelle ancora calda per il vapore dell’acqua, con tocchi leggeri, ma che in realtà nascondevano una costante eccitazione.

Ginji accettò di buon grado quelle attenzioni e pregò che durassero una vita intera, poi quelle carezze divennero baci, tanto inebrianti che lo costrinsero ad emettere qualche gemito di piacere.

-Mi farai morire...-disse con tono soffocato.

-Tutto ciò che non vorrei...-rispose nello stesso tono Ban liberandosi di quell’accappatoio che ormai gli limitava i movimenti.

Baci, carezze, tanto per farlo venire di nuovo, e poi con delicatezza prese le dita del biondino, martoriate dai segni dei denti, per resistere a quella crescente eccitazione. Le baciò a lungo e introdusse le sue dita candide tra le labbra ribollenti del biondino che iniziò a succhiarle delicatamente. Ban si chinò poi a baciare quelle labbra, e gli sussurrò piano.

 -Farà male...se non vuoi io...-ma un bacio lo zittì.

-Non dire sciocchezze,tu non mi farai mai male Ban-chan...-e come risposta ricevette un sorriso meraviglioso. Prima uno per farlo abituare, poi due, e quando ritenne che il dolore stesse sfumando lo penetrò piano,dandogli tutto il tempo di abituarsi a quell’intrusione dolorosa che aveva provocato piccole lacrime dagli occhi bruni...

-Passa subito...-disse con il tono più calmo che in quell’istante poteva permettersi e tornò a masturbare il suo sesso per calmarlo. Quando poi il dolore passò Ban iniziò a spingere, piano, poi più veloce, sino a quando entrambi si persero in un orgasmo...

 

(FINE RATING ARANCIONE)

 

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Si era accoccolato a lui, calmo, tranquillo, mentre il respiro tornava regolare. Anche se in quel momento non aveva il più lontano brivido di freddo,il pensiero che d’improvviso tutto ciò potesse rivelarsi un’illusione gli provocava piccoli tremiti.

-Tutto bene?-domandò Ban accarezzandogli il capo e arricciandogli i capelli tra le dita. Il compagno annuì con il capo.

-Hai freddo?-domandò nuovamente.

 -No,...sto bene...-disse piano aprendo un poco gli occhi bruni.

-Ban-chan... stringimi.-

 Il moro ubbidì a quella richiesta e lo cinse con più fermezza. –

Temi che sia ancora un’illusione?-domandò incerto.

-Hai.- si limitò a rispondere. (Hai = sì ).

-Pensi che d’improvviso io scompaia?-continuò Ban.

-Hai- rispose ancora.

-Credi di star sognando?- chiese con un leggero sorriso sulle labbra.

 -Hai-.

Ban rise -Cosa devo fare per farti capire che sono qui,vivo e presente?-domandò curioso. Ginji sollevò appena il capo e lo guardò dritto in quegli occhi brillanti

-Dimmi...dimmi che mi ami...-disse con un tono quasi supplicante. Ban ne fu quasi sorpreso e gli prese il volto tra le mani.

-Ai shiteru...-e gli baciò il volto delicatamente. -Ai shiteru Ginji...-e poi lo baciò sulle labbra.

 

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