Avengers : Time Voyage

di Fabb5000
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I nuovi Avengers ***
Capitolo 3: *** Nuova vita ***
Capitolo 4: *** Il ritorno di Ultron ***
Capitolo 5: *** I Guardiani della Galassia ***
Capitolo 6: *** Nuovi alleati ***
Capitolo 7: *** Lo SHIELD ***
Capitolo 8: *** La Gemma del Tempo ***
Capitolo 9: *** Il ritorno della Vedova Nera ***
Capitolo 10: *** La riunione ***
Capitolo 11: *** La Gemma della Realtà ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


-Ci sono quasi. Ancora un po' e sarà pronto!- esclamò uno strano uomo nell'ombra. -Si! Certo! Basterebbe ricalibrare il teorema di Vegaz al Fuso di Xarab, tracciando su due punti e ragionando su uno spazio curvo non euclideo ... Si! Funziona!-

L'uomo premette un interruttore e la stanza si illuminò a giorno. Dietro di lui c'era un enorme contenitore cilindrico, con intorno alcuni robot molto piccoli che si muovevano tra le giunture creando minuscole connessioni. L'uomo era coperto da un pesante mantello che non mostrava il suo corpo, fatta eccezione per due braccia robotiche.

Alle parole del loro padrone i robot scambiarono alcune giunture e invertirono la polarità dei fili. L'uomo si avvicinò e con la mano spinse in maniera piuttosto forte una leva, mormorando : -Come al Cristo sono occorsi dei discepoli per perpetuare la fede, a me occorreranno alleati per perpetuare la mia-

Il cilindro si illuminò di una luce bluastra ed emise un ronzio piuttosto profondo, poi fu come se all'interno di esso fosse esplosa una bomba : parecchi robottini vennero spazzati via e la stanza tremò. Dopo qualche secondo però il cilindro si spense e si aprì, rivelando tre persone al suo interno.

Una era simile ad un uomo molto alto, con due orecchie appuntite ed una pelle bianca; la seconda era più basso, ma comunque piuttosto massiccio, ed aveva un mantello che gli copriva gran parte del volto ed una bocca irta di denti aguzzi; la terza, infine, era un robot piuttosto danneggiato, che cadde a terra quasi subito. -Malekith l'elfo Nero e Ronan l'Accusatore- mormorò l'uomo avvicinandosi mentre ancora teneva in mano la leva. -Finalmente sono riuscito a riportarvi qui-

L'elfo si tasto il corpo, piuttosto sbigottito, poi guardò l'uomo incappucciato : -Chi sei tu?-

-Oh, il caro Malekith vuole sapere il mio nome. Perché negargli questo privilegio?- disse l'uomo, togliendosi il mentali dalla testa. Malekith e Ronan arretrarono trovandosi di fronte un robot alto almeno due metri, completamente ricoperto di vibranio e con un'espressione soddisfatta sul volto. -Io sono Ultron, signore della tecnologia, e dato che vi ho salvato la vita mi aspetto almeno un ringraziamento-

-Come hai fatto a salvarmi?- esclamò Ronan recuperando il contegno. -Io ero morto! Non avevo più un corpo, mi sentivo devastante e la mia mente bruciava ... come faccio ad essere qui?-

-Se è questa la vostra idea di gratitudine, forse avrei fatto meglio a lasciarvi nell'altro mondo- rise Ultron. -Ma posso capire la vostra sorpresa. Lasciate che vi spieghi-

Vedendo due dei più tremendi cattivi dell'universo che stavano tutt'orecchi come degli scolaretti era uno spettacolo che sfidava l'immaginazione, e Ultron fu tentato dallo scoppiare a ridere. Tuttavia mantenne la serietà e iniziò a spiegare : -Dovete sapere che l'Aether e l'Orb che vi hanno distrutti erano in realtà due Gemme dell'infinito, una fonte di potere incredibile, che però in mani inesperte a sortito un ... effetto indesiderato- Fece una pausa, poi riprese : -Quando Ronan l'Accusatore venne sconfitto dai Guardiani della Galassia, l'Orb non lo disintegrò, ma lo spedì in una realtà parallela alla nostra, che lo mantenne in uno stato di trance per anni-

Ronan sbuffò : era evidente che quella clamorosa sconfitta gli bruciava ancora.

-Ed io?- esclamò Malekith. -Sono stato schiacciato da una nave sopra un terreno pieno di roccie appuntite!-

-Vero- rispose Ultron. -Ma una traccia del potere dell'Aether era ancora presente in te, nonostante Thor te lo avesse strappato, e ciò ti ha spedito nella dimensione parallela non appena ti sei trovato in pericolo. Dovresti ringraziarlo, ti ha salvato la vita-

Ultron guardò il corpo robotico disteso a terra : -Ho scoperto quella dimensione grazie a lui; è il corpo che ho utilizzato per fuggire dopo una battaglia in una città terrestre chiamata Sokovia. Quando fu colpito dalla Gemma della Mente, tutti pensarono che lo avesse disintegrato, invece lo aveva solo spedito nella realtà parallela. Fortunatamente avevo preparato un piano di emergenza : mentre la battaglia infuriava a Sokovia, infatti, avevo lasciato in un mio covo alcuni robot, così che potessi sopravvivere anche se sconfitto ... all'insaputa di tutti-

-Bravo, sei davvero un genio- disse Ronan con sarcasmo. -Adesso però ci spieghi perché ci hai riportati qui?-

-È molto semplice- disse Ultron con un sogghigno. -Tutti noi abbiamo nemici comuni, che difendono l'universo che noi vogliamo conquistare : gli Avengers, i Guardiani della Galassia, Thor. E questo è il momento per colpirli : gli Avengers sono ora in piena guerra civile, tra i Guardiani della Galassia stanno sorgendo delle dispute e Thor è ora solo nei Nove Mondi a cercare le Gemme dell'infinito. È l'occasione che aspettavamo per annientarli. E io ho anche i mezzi-

Il pavimento tremolo, poi si aprì un buco al centro e ne uscì un minuscolo piedistallo, con sopra un lingotto verde che stava venendo perforato da un laser. -Questo- disse Ultron. -È l'Enkairidion, un antichissimo oggetto contenente la Gemma del Tempo-

-La Gemma del Tempo?- esclamò Malekith stupito.

-Esatto. Ci ho messo molto a trovarlo- disse Ultron. -Ma ne è valsa la pena. Una volta che il laser l'avrà perforato avremo il potere di viaggiare attraverso lo spaziotempo e potremo cambiare gli eventi a nostro piacimento, recuperando le altre cinque Gemme e diventando così potenti che nemmeno Thanos potrà resisterci-

A sentire pronunciare il nome del suo vecchio padrone, Ronan rabbrividì, poi chiese : -Tu sai dove sono le altre Gemme?-

-Certamente- rispose Ultron. -Le ho rintracciate in questi anni. Il Tesseract, contenente la Gemma dello Spazio, è nei sotterranei di Asgard. L'Aether, contenente la Gemma della Realtà, è in mano al Collezionista. L'Orb, contenente la Gemma del Potere, è custodito dalla Nova Corps. Infine la gemma che era contenuta nello scettro di Loki, la Gemma della Mente, è ora nel corpo del mio fratello Visione. L'unica che ancora non ho rintracciato è la Gemma dell'Anima, ma una volta ottenuta quella del Tempo sarà un giochetto scoprire dove é nascosta-

Ultron stese la mano col palmo aperto : -Finora abbiamo agito da soli, disuniti, ma se uniamo le nostre forze avremo un potere che i nostri nemici non potranno mai eguagliare. Il mio intelletto sommato alla forza di Ronan e alla magia di Malekith ci renderà invincibili. Allora, chi è con me?-

Malekith e Ronan guardarono la mano robotica un po' esitanti, poi con un lampo di determinazione negli occhi la strinsero con foga.

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Capitolo 2
*** I nuovi Avengers ***


L'allarme suonò in tutta la struttura. Gli scienziati e i soldati all:'interno parvero tremare. Anche il teschio disegnato sulle pareti parve rabbrividire.

-Signore!- urlò un uomo entrando nella stanza. -Sono arrivati!-

-Sono arrivati cosa?!- chiese un tipo alto con una casacca nera, con uno sguardo piuttosto preoccupato.

-Gli Avengers! Sono qui, barone!- esclamò l'uomo ansimando per la corsa che aveva fatto.

-CHE COSA?!- urlò il barone. -Come ci hanno trovato? Siamo nel centro del Sahara! Ci eravamo resi praticamente invisibili! CHI È CHE HA PARLATO?-. Il barone gettò per terra il tavolo a cui stava seduto, poi si ricompose : -Alzate immediatamente tutte le difese ed evacuate! L'HYDRA non cadrà oggi!-


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Intanto nel perimetro esterno della base, posta in mezzo al cocente deserto, due uomini affrontavano l'intero esercito dell'HYDRA. Uno di essi era alto ed indossava un armatura blu e bianca, mentre l'altro era leggermente più basso e di pelle scura e combatteva i nemici volando sopra di loro grazie a due enormi ali meccaniche.

-Ehi, James!- esclamò il tizio volante. -Dimmi, questa equivale alla battaglia di Sokovia di cui ti vanti sempre?-

-Non te ne basteranno cento di queste per battere uno che ha affrontato un esercito di robot!- gli urlò l'uomo con l'armatura. -E per l'ultima volta, Sam, quando siamo davanti ai nemici chiamami col mio nome di battaglia, o finirò per fare la fine della villa di Tony! Ti ricordi cosa è successo quando ha sfidato il Mandarino?-

-Me lo ricordo bene!- disse Sam atterrando gli accanto. -Tu però il mio nome lo usi senza problemi-

-Si, ma io sono un colonnello, tu una recluta che nessuno conosce- gli rispose War Machine mentre faceva esplodere uno dei veicoli dell'HYDRA.

-E io dovrei prendere ordini da te?- gli ringhiò contro Sam. -Se vuoi che ti chiami "col tuo da battaglia", tu durante gli scontri chiamami Falcon!-

-Ragazzi, smettetela di litigare- disse un ragazzo vestito con un costume blu e rosso mentre scendeva da una delle torri usando una ragnatela come corda. -Se non ve ne siete accorti, abbiamo un problema più grosso dei vostri nomignoli!-

Falcon e War Machine guardarono nella direzione indicata dal loro compagno e videro un enorme carro armato di cui non se n'erano neanche accorti, troppo presi a discutere. -Pff. E a te questo sembra un problema, Spidey?- disse Rhodes all'uomo-ragno mentre sparava un raggio di energia contro il gigantesco mezzo.

Il raggio cozzò contro il veicolo, ma anziché danneggiarlo torno indietro dritto verso il petto di War Macchine, che si scansò appena in tempo. -Come ti stavo dicendo, Rhodey- disse Spider-Man mentre Falcon aiutava l'amico a rialzarsi. -Quel carrarmato è protetto da una barriera di energia che rende vani i nostri colpi frontali-

-E quindi che si fa?- chiese War Machine mentre si aggiustava un pezzo dell'armatura del braccio, che nonostante si fosse scansato era stato colpito di striscio.

-Si fa questo!- disse una voce accompagnata da una sinfonia di musica metal; subito dopo quello che parve un proiettile rosso e oro scese dal cielo in picchiata e sparò un paio di colpi sulla fiancata del veicolo, mandandolo in frantumi, per poi atterrare di fronte a loro. Dopo essersi rialzato con fare altezzoso, disse : -La barriera proteggeva le parti frontali del carrarmato, ma non quelle laterali. Dovreste sapere che ogni nemico ha un punto debole ... sono le basi!-

-Tony!- esclamò War Machine battendo una pacca sull'armatura dell'illustre miliardario. -Credevo che oggi tu e Visione aveste un convegno a Washington con le nazioni unite! Cos'è, gli hai mandati a quel paese pur di venirci a rompere le palle?-

-Intanto ancora non hai tenuto fede alla promessa fatta a Sokovia- disse Iron Man, ricordandosi quella battuttaccia fatta al colonnello durante lo scontro con i robot di Ultron. -E comunque al convegno abbiamo finito prima, e dato che, casualmente, ho saputo che voi invece eravate in ritardo con la tabella di marcia ... ho pensato di venire qui ad autoinvitarmi alla festa. Io non manco mai dove posso fare un po' di baldoria-

-In tal caso, renditi utile, amico- disse Sam indicando a Tony la fortezza dell'HYDRA. -Spider-Man sta cercando da un pezzo di accedervi, ma è troppo ben protetta. Il barone VonKlappe, obbiettivo della missione, è lì dentro. Vuoi giocare? Prego, vai!-. Iron Man non se lo fece ripetere due volte : -Cercate di non farvi ammazzare!- disse, per poi volare dritto verso la struttura sparando colpi verso alcuni soldati.

-Bene. E con questo ci siamo liberati di quello stronzo- disse Falcon lanciandosi contro un gruppetto di soldati.

-Andiamo, Sam!- gli disse Spider-Man mentre interveniva a dargli manforte. -Solo perché ieri ti ha battuto durante la simulazione di combattimento non vuol dire che tu gli possa tenere il broncio in eterno! Un po' di sportività!-

-Si, ma lui ha barato!- gli rispose di rimando Falcon mentre con un pugno atterrava uno dei soldati imprigionati nelle ragnatele dell'uomo-ragno.


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Tony Stark si maledisse mentalmente per aver abboccato allo scherzetto dei suoi tre compagni. Infatti una via per entrare nella base dell'HYDRA c'era, ma era nientepopodimeno che il condotto fognario, che come se non bastasse era strettissimo e perciò l'acqua sporca e i rifiuti lo occupavano tutto! "Questa me la pagano!" si disse mentre disattivava i sensori olfattivi della sua armatura, così da non poter sentire l'odoraccio delle fogne.

Cercando di non pensare all'odore che avrebbe avuto addosso quando ne sarebbe uscito, si tuffò nel condotto e mise tutta l'energia dei razzi per riuscire a risalirlo più in fretta possibile. Trattenne a stento un conato di vomito mentre pezzi di sterco e altre schifezze gli si attaccavano all'armatura.

Quando uscì scoprì di essere arrivato in uno dei bagni, che per ovvie ragioni era deserto. Veloce come un fulmine, aprì l'acqua di una delle docce e si gettò sotto, sperando di togliere dall'armatura almeno un po' dello schifo che aveva addosso. D'accordo che era in missione, ma aveva comunque una dignità!

Dopo dieci minuti (nonostante fosse ancora sporchissimo) si convinse ad uscire fuori dalla doccia e, dopo aver sfondato la porta con un calcio, si diresse verso la camera stagna della base, che uno dei suoi programmi di localizzazione aveva individuato. Di certo VonKlappe si trovava lì.

Non si sbagliava. Non appena raggiunse la camera, fortunatamente senza trovare nemici sulla strada, si trovò di fronte il barone e tutti i suoi più fidati tirapiedi. -Disturbo?- chiese Iron Man.

-Purtroppo si, Stark- rispose VonKlappe con un tono di voce piuttosto beffardo. -Dimmi, quelle macchie che hai sull'armatura sono un tuo nuovo effetto, oppure ...-

-No comment- disse Iron Man cercando di porre fine a quella situazione imbarazzante. -Oggi niente interviste. Come al solito, devo chiedervi di arrendersi pacificamente, o sarò costretto ad usare le maniere forti!-

Il barone fece una mezza risata : -Sarai anche un supereroe, ma sei comunque solo-. Ad uno schiocco delle sue dite dieci saltarono fuori dal nulla e puntarono le armi contro il miliardario.

-Solo?- disse Iron Man con voce divertita, notando una luce verde sul pavimento. -Ho portato un amico!-

E dal terreno salto fuori un uomo rosso e nero accompagnato da un lampo di luce verde. La sua fronte brillò e un raggio di luce gialla colpì tre dei soldati, tramortendoli, mentre gli altri cominciarono a sparargli contro. Approfittando della loro distrazioni Iron Man tirò un pugno al nemico più vicino e con i suoi raggi ne buttò a terra altri due, mentre il suo alleato ne tramortiva altri quattro.

Vistosi sconfitto, VonKlappe alzò le mani accompagnati dai suoi tirapiedi.

-Visione, amico caro! Perché ci hai messo tanto?- chiese Stark rivolgendosi all'uomo. -Pensavo che avessi voluto fermati a Washington!-

-Invece come puoi vedere ho seguito il tuo esempio- disse l'androide con un sorriso. -Solo che non tutti sanno volare ad una velocità che rompe il muro del suono-

-Bé, ottimo lavoro- disse Iron Man guardando i corpi dei soldati dell'HYDRA distesi a terra.

-Grazie, Tony- rispose Visione, per poi alzare un sopracciglio : -Ma quella roba che hai addosso è ...- si zittì, capendo quello che era successo. -La prossima volta che hai intenzioni di seguirmi avvertimi, così aspetto te che passi attraverso i muri anziché infilarmi in un condotto fognario di due metri cubi- disse minaccioso Iron Man. -Hanno inventato i telefonini, quindi procuratene uno ed usalo. E adesso usciamo, che ho tre buontemponi a cui voglio dare una bella razione di martellate sulle palle-


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Intanto all'esterno War Machine, Falcon e Spider-Man avevano sgominato appieno le forze nemiche, avvantaggiati dal suggerimento di Tony di colpire i veicoli sulla fiancata anziché frontalmente. Quando poi i soldati videro Iron Man e Visione uscire dall'edificio con un VonKlappe ammanettato si arresero senza fare resistenza.

-Ehi, Tony, che ti è successo all'armatura?- chiese Falcon ridendo. Peccato che Iron Man non sapesse stare allo scherzo, e non appena Sam gli fu a tiro gli tirò un pugno con tutta la forza che aveva sul petto. Falcon si piegò in due, boccheggiante, e Stark ne approfittò per mollargli una bella ginocchiata. Sam cadde a terra e Iron Man si fiondò su di lui riempiendolo di botte e urlandogli tutti gli insulti che conosceva.

War Machine, Visione e Spider-Man trovarono solo dopo dieci minuti buoni il coraggio di intervenire in quello che pareva essere diventato un incontro di wrestling e afferrare Tony per le spalle trascinandolo via.

Iron Man, trovandosi contro i suoi tre compagni, decise di rinunciare per il momento alla vendetta, e silimitò a rivolgere ad un Falcon dolorante uno sguardo omicida : -Questa me la paghi. Sappi che non ci saranno sempre questi tre a proteggerti e allora io sarò lì pronto a vendicarli come si deve-

-Non avrai intenzione di ucciderlo, spero!- esclamò Visione, sperando che per una volta la sua ignoranza sui costumi umani si rivelasse lampante.

-Tranquillo, Visione. Non sono il tipo da ammazzare uno solo perché ha fatto uno scherzo un po' stupido- rispose Tony, per poi guardare Sam e dire con voce minacciosa : -Io gli faccio capire che esistono scherzi molto, molto più crudeli-


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Il ritorno in America non fu dei più tranquilli. Stark, dopo essere stato per due ore sotto una delle docce dell'Avengers Jet, consapevole di aver terrorizzato Falcon ogni tanto gli lanciava occhiate maligne e assumeva un sorriso sadico. Il povero Sam, di canto suo, non si staccava un attimo dai suoi compagni, nemmeno per andare in bagno, tanto che aveva preteso che Rhodey controllasse l'entrata mentre faceva i suoi bisogni. Rhodey e Spider-Man, nel frattempo, ridevano sotto i baffi davanti alle reazioni di Falcon, anche se l'uomo-ragno temeva che Stark potesse ricordarsi che lui era stato complice dello scherzo. L'unico rimasto impassibile era Visione, il quale si era limitato a fare da pilota all'Avengers Jet, tentando nel frattempo di comprendere quello strano comportamento.

Dopo un po', stanco di quel tran-tran, Tony chiese a Visione come aveva fatto a raggiungere il Sahara pochi minuti dopo di lui, nonostante non fosse provvisto di un'armatura dotata di razzi supersonici. La risposta sbigottì non poco tutti quanti.

A quanto pare l'androide, non potendo attraversare metà del mondo velocemente, aveva deciso di ... passare per il nucleo terrestre! Infatti, non soffrendo il calore o la mancanza di ossigeno, aveva usato la sua capacità di attraversare le cose (tra cui quindi il magma) per trapassare il pianeta da parte a parte, sbucando proprio nel posto giusto ... ossia nel centro esatto del Sahara, direttamente accanto alla base dell'HYDRA.

Nonostante la paura causata dalla costante presenza di Tony, Sam riuscì alla fine ad essere ottimista : in fin dei conti avevano appena terminato un importante missione. Quella che avevano conquistato, infatti, era l'ultima stazione dell'HYDRA esistente al mondo. Lo SHIELD aveva infatti scoperto grazie ad interrogatori ed immagini satellitari le ubicazioni delle varie basi dell'associazione nazista, e in meno di un mese le avevano sgominate tutte. VonKlappe era stato consegnato al Trivelivolo appena dieci minuti dopo la conquista della base, e loro ora erano liberi di tornare alla Avengers Tower e godersi un po' di sano relax, cosa non concessa dalla guerra civile con Capitan America.

Il ricordo della battaglia avuta con quelli che un tempo erano loro alleati gli aveva segnati nel profondo; dopo sei mesi ancora non avevano completamente superato la cosa. Quello che più sembrava scosso era però Tony, che dopo essere tornato dalla Siberia con un'armatura piuttosto danneggiata e lo scudo di Capitan America in mano non aveva aperto bocca per giorni. Solo dopo una settimana gli Avengers erano riusciti a farlo parlare, scoprendo che i genitori di Iron Man erano stati uccisi dall'amico di Capitan America, Bucky Barners. A quanto pare, Stark era più che desideroso di vendicarsi di ciò.

Anche l'abbandono di due dei loro migliori alleati, Natasha Romanoff e T'Challa, alias Vedova Nera e Pantera Nera, li aveva scossi, ma non così nel profondo, poiché sapevano che fossero al sicuro, una chissà dove e l'altro nel suo regno in Wakanda.

Tuttavia non era quello il momento di pensare al passato : Tony aveva infatti organizzato un vero e proprio party alla Avengers Tower per festeggiare la sconfitta dell'HYDRA. In cuor suo Stark sapeva che non sarebbe stato grandioso come quello che aveva organizzato dopo il recupero dello scettro di Loki, poiché sarebbero mancati tutti gli amici degli Avengers fuggiti dopo la guerra civile, ma sarebbe stato comunque una bella festa. E poi stavolta le ragazze le avrebbero portate tutti, dato che Pepper Potts sarebbe stata presente e che Spider-Man e Falcon si erano trovati qualcuna con cui passare la serata. Solo Visione sarebbe stato solo, secondo lui "per motivi personali". Iron Man avrebbe voluto invitare anche Thor, ma il vichingo era ancora in viaggio per i Nove Mondi alla ricerca delle Gemme dell'Infinito, così Tony aveva ripiegato su Nick Fury, l'ex direttore dello SHIELD, che si sarebbe presentato alla festa con l'agente Maria Hill come accompagnatrice e avrebbe assunto il nome di Donald per motivi di sicurezza.

L'unica cosa che Stark sperava era che la serata non finisse come era finita l'altra, ossia con la nascita di un intelligenza artificiale assassina, specie perché questa volta Pepper sarebbe stata al suo fianco e se non l'avesse ammazzato Ultron ci avrebbe pensato lei.


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Intanto, dall'altra parte del mondo, una donna si rivolgeva ad un cameriere di un albergo mostrandogli una foto : -L'ha visto?-

Il cameriere annuì : -Sì. Ha alloggiato qui per qualche tempo, poi se n'è andato affermando di dover andare ad aiutare un amico in qualche stato-

-In ... qualche stato?- chiese la donna confusa.

-Sì, qualche posto esotico ... Takara, no Fasanka ... anzi no, Wakanda- disse il cameriere.

-Ottimo- disse la donna riponendo la foto nella divisa nera. -Grazie per la sua collaborazione-

-Di niente, ho solo fatto il mio dovere da buon cittadino. Mi dica, perché voi dei servizi segreti cercate quell'uomo?- chiese il cameriere. -Quando alloggiava qui mi era parso un tipo onesto ...-

-L'ho è, stia tranquilla- rispose la donna. -Ha solo qualche problema a gestire la propria rabbia-

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Capitolo 3
*** Nuova vita ***


In una piccola stanza, non molto illuminata e piuttosto malridotta, un uomo trafficava con un computer seduto su una sedia ad una scrivania mezza mangiata dalle tarme. Accanto a lui c'era una scatola lunga due metri, composta per tre quarti da ferro e solo su un lato da vetro, dal quale si poteva scorgere un volto umano. Vicino alla prima scatola ce n'era un'altra, poco più grande e fatta completamente di metallo.

L'uomo continuava a lavorare con il suo computer, che per ovvie ragioni era portatile, e ogni tanto dava un'occhiata all'uomo all'interno della prima scatola.

Andò avanti così per un po', finché circa un'ora dopo da una porta metallica mezza arrugginita entrò altri due uomini, uno piuttosto alto e con una divisa blu coperta da strisce e stelle bianche, l'altro con una tuta nera e un arco con una faretra appeso alla schiena. -Ci sono novità, Bruce?- chiesero.

L'uomo al computer parve accorgersi solo in quel momento della loro entrata e si voltò di scatto, ma quando vide chi aveva davanti si tranquillizzò : -Non piombatemi più alle spalle così! Stavo per ... bé ...- disse incerto facendo segni con le braccia come si stesse gonfiando.

-Si, ho capito- rise l'uomo in divisa blu, per poi tornare cupo e gettare un'altra occhiata al corpo chiuso nella scatola di vetro. -Come sta?-

Bruce alzò le spalle : -Il solito; funzioni vitali ottimali, pressione sanguigna stabile, nessun segno di anomalia. Mi dispiace, ma non possiamo risvegliarlo, Capitano-

-Lo so- ammise l'uomo in divisa blu, continuando a guardare l'uomo all'interno della teca.

L'uomo in divisa nera prese la parola : -Aspetta, ma quella è ...- e indicò la scatola di metallo.

-Si, Clint, hai indovinato- disse Bruce. -È la culla rigenerativa che Tony ha usato per creare Visione. Pensavo che poteva tornarci utile, così me ne sono fatto spedire una copia da Helen Cho. Pensavo di poter ricreare il cervello di Soldato d'Inverno per liberarlo dal controllo dell'HYDRA, ma non ho idea di come potrei mantenerlo invita mentre glielo trapianto-

Il Capitano appoggiò una mano sulla teca : -Sai, Bucky per me è stato il più grande degli amici ... almeno fino al 1944. Ora che l'ho ritrovato mi dispiace vederlo ibernato in un ammasso di cavi e tubi-

Cadde il silenzio. Nemmeno Clint osò fiatare.

-Direi che ti dispiace davvero molto, Steve, se sei venuto a prendermi alle Figi senza un soldo in tasca e rintracciandovi nonostante avessi reso invisibile il Quinjet- disse Bruce con un mezzo sorriso, tanto per rompere il ghiaccio.

-Non ne avrei avuto bisogno se tu non fossi scappato dopo la battaglia di Sokovia piantando Natasha e tutti noi senza neanche un saluto- rispose il Capitano compiaciuto nel vedere il sorriso scomparire dalla faccia dell'amico.

Bruce, di canto suo, si sforzò di trovare un modo per ribattere. Possibile che quella storia doveva sempre saltare fuori e che fosse in qualche modo sulla bocca di tutti? D'accordo, forse la sua non era stata la più geniale delle idee e da Natasha si sarebbe di certo meritato una bella dose di schiaffoni, ma l'aveva fatto per il suo bene, per Dio! -Cercava di salvare lei e voi da me, va bene? Non è colpa mia se ho commesso uno sbaglio- disse sperando di tappare la bocca all'altro.

Clint però parve molto divertito dalla piega che stava prendendo quella conversazione, così anziché zittirsi come il Capitano, ribatté spietato : -Sul serio non è stata colpa tua? Facciamo la conta delle persone sul Quinjet al momento della tua fuga : se non ricordo male c'eravate tu e un robot mezzo pazzo creato da uno scienziato che invece lo è completamente. Poi mi sembra di ricordare che tu Ultron l'abbia gettato con un pugno giù dal velivolo dritto in un autobus in centro città. Quindi lì sopra c'eri solo tu. Dimmi, chi è stato colui che ti ha indotto a fuggire, se non sei stato tu?-

-Fu colpa dell'Altro, va bene?- rispose Bruce con rabbia. -Quando sono verde il mio cervello non ragiona come quando sono umano. L'obbiettivo era proteggere Natasha e Hulk ha evidenziato se stesso come il nemico più grande-

-Natasha, dici?- rise il Capitano, deciso a dar manforte a Clint. -Poco fa sosteneva di voler proteggere sia lei che noi. Come mai questa volta siamo scomparsi dalla tua lista?-

Bruce capì all'istante dove gli amici volevano andare a parare : -Se avete intenzione di fare qualche allusione su me e Natasha, sappi che è fuori discussione-

-E perché mai?- chiese Steve ridendo. -Sai, mi siete sempre piaciuti insieme. Credo che già quando è passata a reclutati in India per lo SHIELD qualche anno fa fra voi fosse sbocciato qualcosa ... non è forse per lei che hai accettato di combattere contro Loki?-

-Primo : io dovevo solo trovare il Tesseract- ribattè Bruce. -Secondo : ho accettato perché era venuta a parlarmi con un esercito al di fuori della casa in cui parlavamo. Terzo : fra noi non c'era stato nessun flirt-

-Ah, sì? Anche il fatto che, dopo essere diventato Hulk per la prima volta sull'Helicarrier e averla quasi uccisa, sei poi incredibilmente riuscito a capire come controllare la tua mutazione?- chiese Clint.

-È stato un caso, va bene?- disse Bruce colpito dall'intuito del Capitano. -Mi sono scontrato anche con Thor quella volta. Natasha non è l'unica che ho rischiato di far fuori-

-Ma davvero?- chiese Steve con un ghigno.

-Si!- esclamò Bruce che ormai stava perdendo la pazienza. -Ci sono altre assurde fantasie di cui vuoi mettermi al corrente?-

-Si- rispose Clint. -Non ho ancora menzionato quella volta che, quando una certa manipolatrice di menti era ancora al servizio di Ultron e ti ha fatto vedere una Natasha uccisa e sconfitta proprio da te, sei diventato una bestia. Letteralmente. Per non parlare che per fermati c'è voluto un Tony Stark armato di armatura Hulkblaster, e che quel miliardario ha poi dovuto demolire un edificio per mandarti a nanna-

Bruce rimase spiazzato : -Come fai a sapere ciò che Wanda mi ha mostrato nella visione? Non l'ho mai rivelato a nessuno-

-Parli nel sonno. E anche piuttosto forte, aggiungerei- rispose Clint.

"Devo insonorizzare la mia stanza" pensò Bruce torvo. -State lontani da me quando lo faccio! Potrebbero venir fuori cose imbarazzanti!-

-Oh, è già capitato- rise Clint. -Ti ricordi, Capitano, una settimana fa?-

-Come non dimenticarmelo? Non ho chiuso occhio quella sera- rise Steve.

-Potete rendermi partecipe della conversazione, per cortesia? Che cosa avrei detto nel sonno, sentiamo?- chiese Bruce temendo la risposta.

-Non hai detto qualcosa ... hai fatto qualcosa- rispose Steve mentre sorreggeva un Clint sghignazzante. -Praticamente cinque minuti dopo che sei andato nella stanza un boato è risuonato per tutta la nave. Siamo accorsi nel tuo alloggio, e che cosa abbiamo visto? Un gigante verde che aveva sfondato il letto e ogni cosa attorno a lui mentre dormiva beatemente-

-CHE COSA?!- esclamò Bruce, scioccato dalla scoperta di potersi trasformare in Hulk anche durante il sonno.

Clint continuò a ridere come un matto : -Abbiamo passato tutta la notte accanto al tuo letto con le armi in mano, senza osare svegliarti per paura di venire fatti a pezzi, e solo all'alba sei tornato normale ... continuando a dormire-

Bruce, stanco della piega che avevano preso gli eventi, decise di troncare la conversazione : -Bene, ragazzi, grazie per la visita ma ora devo lavorare, quindi auguri per la vostra lenta discesa nella follia, io ho da fare-

-Aspetta!- disse Clint. -Non abbiamo ancora parlato del fatto che tu e Natasha avevate progettato di fuggire insieme in un bagno di casa m...- un'occhiataccia del dottore lo convinse ad uscire.


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Quando Steve e Clint entrarono nelle sala comune della nave trovarono ad aspettarli Wanda e Scott, alias Scarlet e Ant-Man, che trafficavano con la TV nel tentativo di farla funzionare. Da un paio di giorni, infatti, il televisore era andato in fumo e, in mancanza di libri o altri passatempi, la cosa migliore da fare quando si era liberi era cercare di aggiustarlo.

Dopo la guerra civile con Tony Stark, Steve aveva fatto evadere tutti loro e aveva ricevuto asilo in Wakanda da T'Challa, alias Pantera Nera, ma dopo pochi giorni i supereroi avevano preferito abbandonare il palazzo reale per evitare incidenti diplomatici con gli Stati Uniti e si erano trasferiti nella vecchia nave del trafficante d'armi Ulysses Klaue, finito in prigione dopo lo scontro che anni prima gli Avengers avevano avuto con Ultron.

Dopo alcuni giorni Steve era partito per le Figi per rincontrare Bruce, poiché sperava che lui fosse in grado di trovare una cura al lavaggio del cervello che l'HYDRA aveva fatto sul suo amico Bucky Barners. Il ragazzo era stato infatti trasformato in una vera e propria macchina da guerra, e per evitare di far del male a qualcuno si era fatto ibernare. Finora Bruce non aveva fatto molti progressi, ma Steve era fiducioso nelle sue capacità.

Bruce aveva trasformato la vecchia nave arrugginita in un vero e proprio quartier generale, con tanto di camere da letto e salotti, e allestendo un vero e proprio laboratorio in quella che era la postazione del capitano. Per Steve, Clint e Wanda, abituati a viaggiare continuamente, non era stata una cattiva sistemazione, e solo Scott aveva obiettato qualcosa all'inizio, ma poi si era ambientato anche lui.

Poi, solo una settimana prima, la TV era saltata, e nonostante Bruce avrebbe potuto sistemarla in pochi minuti, Wanda e Scott si divertivano un mondo a cercare di ripararla con i loro poteri, così li avevano lasciati fare.

Non appena videro entrare Steve e Clint, i due esclamarono sorpresi : -Perché avete addosso le divise?-

-Siamo andati a fermare un gruppo di terroristi particolarmente ostinato- rispose Clint. -Come va con quell'aggeggio?-

-Ci stiamo lavorando- rispose Wanda.

-Perché non fate provare al Capitano? Mi piacerebbe vederla quella scena- suggerì Clint, che sapeva che Steve non sapeva nemmeno usare il telecomando per accendere la TV.

-Grazie del suggerimento, ma noi la televisione la vorremmo vedere stasera, non nel 2093- rispose Scott sbucando fuori dal nulla. Evidentemente si era miniaturizzato per sistemare i cavi dall'interno.

-In tal caso vi consiglio di chiamare la manutenzione, perché voi magari al 2093 non ci arrivate, però il traguardo del 2024 è assicurato- disse Clint guadagnandosi un'occhiataccia da parte dei due supereroi.


**************************************


-Ci siamo. La fase del piano sta per iniziare- disse Ultron.

-Sei sicuro che funzionerà?- chiese Malekith al robot, che scoppiò in una fragorosa risata : -Assolutamente. Gli Avengers ora sono al loro party, Capitan America è in Wakanda, Thor è a Musphelleim e i Guardiani della Galassia sono ancora lontani dalla Terra. Possiamo cominciare-

-Cosa ti fa pensare che ti accoglieranno a braccia aperte?- chiese Ronan.

-Non mi accoglieranno loro- rispose Ultron. -Mi accoglierà l'umanità. Sapete come funziona, no? Tu da loro qualcosa da temere e si dimenticano del resto-

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Capitolo 4
*** Il ritorno di Ultron ***


"E dopo il tempestivo intervento degli Avengers nel Sahara che ha permesso di sgominare definitivamente una associazione nazista molto pericolosa, parliamo di un evento recentemente avvenuto in Wakanda"

Tony stava aspettando da ore quella notizia. Aveva acceso il telegiornale solo per vederla. "Come si può vedere da queste riprese, il gruppo di terroristi noto come Isis ha tentato un attentato suicida nel centro di Keyenne, capitale del regno di Wakanda, ma sono stati fermati in tempo dal noto capitano Steve Rogers, conosciuto dai media come Capitan America, e dal meno noto Clint Barton, detto Hawkeye o Occhio di Falco, divenuto famoso dopo le battaglie di New York City, capitale dello Stato di New York, USA, e di Sokovia, città dell'Europa dell'Est parzialmente distrutta dopo la battaglia con l'androide noto come Ultron"

Tony si dimenticò completamente del sacchetto di popocorn che teneva in mano e rimase completamente immobile. Pareva che avesse persino smesso di respirare. "Grazie al pronto intervento dei due ex-Avengers, l'attentato è stato sgominato sul nascere, senza vittime e con soli due feriti, fortunatamente senza ferite mortali. Il nuovo re del Wakanda T'Challa, noto nella guerra civile tra supereroi disputatasi circa otto mesi fa come Pantera Nera, ha affermato di essere grato ai Vendicatori per aver salvato la città, ma ha negato ogni collegamento personale con Capitan America e Occhio di Falco, evitando così un incidente diplomatico con gli Stati Uniti, dato che Rogers e Barton sono ancora ricercati in America per essersi opposti alla legge governativa internazionale per il monitoramento dei superumani"

Sullo schermo della TV comparve l'immagine di T'Challa : "Io mi rivolgo a voi, Capitan America, e vi ringrazio per aver salvato la capitale del mio paese, ma nonostante la mia immensa gratitudine non aspettatevi favori da me né ora né in futuro, fino a quando non avrete espiato i vostri crimini commessi negli Stati Uniti. Nonostante il Wakanda non faccia parte delle Nazioni Unite, infatti, non posso rischiare una guerra che metterebbe in pericolo l'incolumità del mio paese"

Tony per poco si strozzò con la sua stessa saliva a sentire quelle parole. "Così ha oggi parlato il re del Wakanda T'Challa. Nonostante le parole del leader, tuttavia, i rapporti con il Wakanda continuano ad incrinarsi : i numerosi atti di eroismo degli ex-Avengers in quel territorio fanno infatti sospettare una complicità nascosta con il re, e molti paesi delle Nazioni Unite sperano di sfruttare quest'occasione per appropriarsi dei ricchi giacimenti di vibranio del Wakanda, portati sulla Terra dal gigantesco meteorite schiantatosi sulla florida nazione circa diecimila anni fa, che hanno fatto la ricchezza di quel piccolo paese del Nordafrica. Di conseguenza entro questo mese un tribunale d'inquisizione americano si recherà in Wakanda e indagherà sulla presenza dei Vendicatori in quelle zone; si spera che i sospetti siano infondati onde evitare una guerra"

Tony spense il televisore. Aveva visto abbastanza.

Da mesi sapeva della presenza dei suoi vecchi compagni in Wakanda, ma non aveva mai potuto provarlo. O forse non voleva farlo.

Tony non avrebbe certo voluto vedere Capitan America o Occhio di Falco chiusi dietro le sbarre. Se fosse riuscito a catturarli avrebbe persuaso i giudici come aveva fatto con Sam. Ma dubitava che questa volta il tribunale si sarebbe fatto corrompere molto facilmente.

Specie perché il generale Ross aveva assicurato la sua presenza al processo di Capitan America, se mai ci fosse stato. Tony sapeva che l'intento del generale in realtà era chiudere Steve in una cassaforte, lanciarlo nello spazio e buttare via la chiave.

-Tony, sei qui?- chiese una voce dietro di lui.

Stark si voltò e sorrise nel trovarsi di fronte Pepper che lo guardava preoccupata. -Sto bene, tranquilla- rispose. -Stavo solo guardando il telegiornale-

-Un'altra notizia su Capitan America?- chiese Pepper.

Tony parve accigliarsi : -Si ... ma non è lui che cerco-

-Pensi ancora a Soldato d'Inverno, vero?- chiese Pepper, pentendosi subito di aver parlato vedendo un'espressione di pura furia dipingersi sul volto del fidanzato.

-Lo faresti anche tu se di punto in bianco ti sbattessero in faccia la notizia che quel bastardo schiavo dell'HYDRA ha ucciso i tuoi genitori!- urlò Tony ansimamdo per lo sforzo e per il bruciore allo stomaco che quel ricordo gli provocava.

Pepper si avvicinò e gli appoggiò una mano sulla spalla : -So quello che ha fatto a tuo padre e tua madre ... e anche a te, dato che ti ha distrutto psicologicamente, ma odiarlo fino alla morte non li riporterà in vita, né ti farà scoprire il tuo nascondiglio. So che sei ancora spezzato dentro per ciò che è accaduto in Siberia, ma adesso devi cercare di tirare avanti. Quindi, perché non ti decidi a scendere e a prendere parte alla festa che tu stesso ai organizzato?-

Tony parve risvegliarsi da un lungo sonno : -LA FESTA! Me n'ero scordato!- urlò saltando in piedi e dandosi una manata sulla testa.

-Sei un po' giovane per avere l'alzaihmer ... guarda che sotto stanno solo aspettando te!- rise Pepper mentre il povero miliardario correva allo specchio e si riempiva i capelli di gel.

-Diavolo ... proprio stasera che avevo voglia di giocare al Lancio di Rhodey!- esclamò Tony. Il Lancio di Rhodey era un gioco inventato da lui stesso che consisteva nel sollevare Rhodes usando i guanti dell'armatura di Iron Man e lanciarlo verso l'alto, e Rhodes doveva riuscire a richiamare la sua armatura War Machine per evitare di morire sfracellandosi a terra. Rhodes era entusiasta di quel gioco, e Tony ancora di più, e perciò ad ogni festa prima della guerra civile ci avevano giocato, spesso anche con Thor e Falcon, e talvolta con Clint o addirittura Steve. Purtroppo dopo la guerra civile non avevano più fatto una festa, così Tony contava di ricominciare quella sera.

-Tony, adesso Rhodey è disabile- gli ricordò Pepper. -Perciò non fare niente che possa mettere a rischio la sua incolumità-

-Tipo?- chiese Stark sistemandosi per bene i capelli.

-Vediamo ... niente lanci e niente combattimenti- rispose Pepper.

Tony si bloccò e si voltò verso di lei con le mani ancora nei capelli : -Ma come niente lanci e niente combattimenti? Sono l'anima delle mie feste!-

-Tony, non si può lanciare un disabile in aria- gli disse Pepper.

-Ma che vuol dire, che non posso più lanciare Rhodey?- strepitò Tony. -Cosa racconto ai miei amici del bar quando ho voglia di un caffettino?-

-Ma lancia Sam, lancia Peter, o lancia Nick ...- disse Pepper.

-Nick?!- esclamò Tony. -Parli forse del direttore con una benda sull'occhio e un cappotto nero che pesa tre etti? Se lancio lui quello finisce in orbita-

-Bé, inventati qualcosa!- disse Pepper spazientita. -E adesso andiamo, non ce la faccio più!-

Tony finì in fretta di sistemarsi i capelli e si diresse con Pepper all'ascensore. -Vedrai che sarà una magnifica serata-

-Mi basta che non finisca come quella di qualche anno fa- rispose Pepper.

-Se ti riferisci alla creazione di Ultron, sappi che non ripeterò gli stessi errori- disse Tony.

-Lo spero, e per il tuo bene. Se qualcosa stasera va storto, anche se non è colpa tua, sai che cosa ti faccio?- chiese Pepper.

Al deniego di Tony, la ragazza si avvicinò a lui e gli sussurrò qualcosa nell'orecchio. Tony impallidì. -Tu mi faresti questo?- chiese con voce tremante.

Pepper gli rivolse un sorriso tagliente : -Si ... per cominciare-


**********************************


La festa iniziò subito dopo che l'allegra coppietta fece il suo ingresso nel grande salone al ventiduesimo piano della Avengers Tower, lo stesso che Tony aveva utilizzato per il party di qualche anno prima, quando ancora i Vendicatori erano uniti.

Non appena lui e Pepper entrarono nel salone furono accolti da un applauso lanciatogli da Rhodes, Sam e Peter, che poi contagiò tutti i presenti. A quanto pare Falcon e Spider-Man erano davvero riusciti a rimediare qualcuna, perché entrambi tenevano a braccietto una ragazza a dir poco carina. Rhodey era venuto con Helen Cho, l'inventrice della culla rigenerativa, che ora stava avviando un programma sulla manipolazione genetica di organi più importanti, come il cervello e il cuore. Visione, di canto suo, non applaudì e si limitò a rivolgere a Tony un sorriso, per poi tornare a ispezionare i tavoli cercando di comprendere quella cosa che gli umani definivano "divertimento".

In un angolo della sala Tony vide Nick Fury accompagnato da Maria Hill; l'ex-direttore dello SHIELD si era camuffato davvero bene, e persino il miliardario fece fatica a riconoscerlo all'inizio.

Rhodey si avvicinò a lui con aria raggiante; l'esoscheletro che gli aveva regalato dopo la guerra civile tra supereroi era stato perfezionato in quegli otto mesi e ora non si notava quasi più e gli conferiva un movimento perfetto. Non appena fu a portata di tiro, War Machine tirò uno schiaffone a Tony in pieno volto : -Questo è per averci fatto aspettare!- disse ridendo.

-Ma non potevi darmelo più piano?- chiese Tony dolorante. -Ti ho solo aspettare, quando qualcuno ti manda a quel paese che fai, tiri le bombe a mano?-

-Eddai, non fare la vittima, che tra poco ti vendicherai con il Lancio di Rhodey- gli disse il colonnello continuando a ridere.

-Ah, ecco, a questo proposito ...- cominciò Tony incerto. -Niente Lancio di Rhodey stasera-

Rhodes lo guardò stupito, chiedendosi se avesse la febbre : -Ma come ...?-

-Secondo Pepper non si può lanciare in aria un disabile- disse Tony.

Rhodes si indignò : -Io sarei un disabile? Ma se cammino benissimo!-

-Lo so!- esclamò Tony. -Ma finché Pepper è in giro non ti posso toccare.

Fra i due cadde il silenzio.

-Lancio di Sam?- chiese Rhodey dopo un po'.

Sul volto di Tony si dipinse un sorriso malizioso : -Yes-


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Purtroppo per Sam i due buontemponi avevano deciso di fare le cose in grande, l'uno per vendicarsi dello smacco ricevuto in Sahara, l'altro semplicemente per divertirsi un po'. Così Tony aveva dato a Sam un dispositivo per richiamare le sue ali (che fortunatamente si trovavano nella torre); dopodiché quando meno se l'aspettava lui, Rhodes e Peter l'avevano afferrato di peso e scaraventato giù da una finestra, facendogli fare un volo di centinaia di metri. Fortunatamente Sam aveva richiamato le ali in tempo. Una volta ritornato nel salone pareva essere pronto a massacrare i tre complottisti, ma poi l'aveva anche lui buttata sul ridere.

La serata così andò avanti con alcol, giochi, scherzi e battute (spesso dette da Tony). Verso mezzanotte si era ancora nel pieno dei festeggiamenti.

Poi, pochi minuti dopo lo scoccare dell'ultimo ritocco dell'orologio, un boato fracassò i vetri della torre e mandò i presenti pancia all'aria. Tony e Rhodes, velocemente, richiamarono le armature e si fondarono fuori.

Ciò che videro non gli piacque nemmeno un po' : una gigantesca coltre di fumo si stava alzando dal centro di Manhattan, accompagnata da una luce rosse che portava l'indistinguibile segno di un incendio.

-Notizie o immagini- disse Tony mentre sfrecciavano verso la nube grigia. Uno dei suoi sofisticatissimi programmi gli mostrò quello che sembrava un gigantesco robot, che era però poco distinguibile dalla telecamera che lo riprendeva.

Iron Man e War Machine atterrarono nei pressi di un edificio semidistrutto e trascinarono fuori i pochi sopravvissuti, poi udirono un tonfo metallico accanto a loro e, voltandosi, lo videro.

Davanti a loro si stagliava un robot alto quattro metri, che si ergeva su quattro zampe metalliche; il piccolo torso era costellato da spine che avrebbero ferito gravemente chiunque l'avesse toccato, e poco sopra ad esse si stagliavano due enormi braccia, una con un piccolo cannone e l'altra con la riproduzione di una mano umana. La testa era circolare e priva di volto, a eccezione di due occhi formati da vetro rosso.

Tony lanciò una serie di raggi laser, mentre Rhodes sparò qualche migliaio di colpi con il mitragliatore che gli sporgeva sulla schiena, ma l'unico risultato che ottennero fu quello di farsi notare. -Tony, trova un punto debole!- gli urlò Rhodey mentre si scansava per evitare di essere colpito dalla mano robotica.

Tony ebbe a malapena il tempo di pensare che si trovò il cannone del robot puntato su di lui. Fortunatamente l'armatura sopportò abbastanza bene il colpo, lasciandolo illeso, ma si disattivò completamente impedendogli di muoversi.

-Rhodey, non farti colpire o finisci a terra!- esclamò vedendo che il robot puntava il cannone verso War Machine. Questi si scansò in tempo, ma il colpo centrò le fondamenta di un edificio.

Tony capì che Rhodes non avrebbe potuto fermare la caduta, così inviò un messaggio a Falcon per dirgli di affrettarsi.

Sam fortunatamente arrivò li a poco trasportando Spider-Man con una ragnatela, seguito da Visione. Vedendo arrivare i rinforzi, War Machine corse verso le fondamenta danneggiate e si pose sotto ad esse nel tentativo di sorreggerle, e nonostante il peso ingente l'armatura resse bene.

Falcon si lanciò contro gli occhi del robot, ma da essi partirono due raggi laser che spedirono lui e Spider-Man KO.

Visione, vistosi in difficoltà, cercò di colpire il robot con i suoi raggi di energia luminosa, ma la creatura era circondata da uno spesso campo di forza e i colpi andarono a vuoto. La distrazione per Visione fu fatale, perché il robot lo afferrò con la mano e lo sbatte contro un monumento.

Intanto Rhodes stava per cedere sotto la pressione dell'edificio. L'armatura poteva sostenere il peso, ma a tutto c'è un limite.

All'improvviso però Rhodey sentì la pressione diminuire fino a scomparire del tutto. Si voltò e ciò che vide lo lasciò a bocca aperta.

Un uomo completamente rivestito si un'armatura blu elettrico stava sollevando l'edificio come se fosse un fuscello; quando questi tornò nella sua posizione abituale, l'uomo prese un oggetto ovoidale da chissà dove e lo piantò sotto le fondamenta distrutte. L'oggetto in un lampo si gonfiò e si tramutò in un pilastro.

L'uomo si diresse poi verso il robot e circondò entrambi con una bolla di energia; dopodiché afferrò un pugno di sabbia, lo lanciò a terra e con un inceneritore lo bruciò, trasformandolo in una lastra di vetro. Il robot sparò di nuovo due raggi laser dagli occhi, ma l'uomo sollevò la lastra e i laser rimbalzarono, colpendo il proprietario, al quale saltò la testa. Il robot cadde al suolo con un boato tremendo.

Il rumore scosse nuovamente le fondamenta dell'edificio e il pilastro si ruppe; l'uomo però si fiondò all'interno con velocità supersonica, trascinando fuori tutti i presenti; quando l'edificio crollò, tutti erano fuori.

Gli Avengers, compreso Tony, fissarono quell'uomo come se fosse stato un dio sceso in terra.

-Che c'è?- chiese l'uomo. -Non vi ricordate già più di me?-

Quella voce fece agghicciare il sangue a Rhodes e Tony (che nel frattempo era riuscito a rialzarsi), che si misero subito in posizione di difesa. War Machine l'aveva sentita al disastro di Sokovia, Tony molte altre volte.

L'uomo si voltò, rivelando un corpo completamente metallico rivestito di vibranio ed un volto su cui si apriva un sorriso sadico. Tony si sentì morire. -Ultron- mormorò.

-Proprio io- disse il robot, avvicinandosi agli Avengers. -Come puoi vedere sono sopravvissuto a Sokovia, e mi sono preparato un nuovo corpo con un po' del vibranio avanzatomi. Ora sono tornato, ma stavolta non sono io il nemico-

-Che intendi dire?- chiese Visione con un cipiglio aggrottato.

-Molto semplice- rispose Ultron. -In questi anni ho avuto modo di meditare, e sono giunto ad una conclusione, ossia che non è con l'estinzione che la Terra si salverà. No, sono tornato al mio obbiettivo principale : l'uomo deve evolversi. Per questo ho deciso di lasciare che migliorate in modo naturale, e di proteggere la gente. Ho intenzione di fare ciò che voi non siete in grado di fare-

-E di dovremmo credere?- chiese Falcon, che pur non avendo mai incontrato Ultron sapeva delle atrocità che aveva commesso.

Ultron si strofinò il mento con fare pensieroso : -Sapete, devo essermi perso un passaggio della battaglia attuata contro quel robot, perché mi pareva che ci fosse stato un momento in cui io salvato Manhattan-

-Chi ci dice che non l'hai mandato tu?- chiese Spider-Man.

Ultron indicò i resti del robot : -Prendeteli e portatemi alla torre. Scoprirete che non ero io a controllarlo-. Dopodiché si alzò in volo e, prima che qualcuno potesse dire qualcosa, si alzò in volo e scomparve.

-Non mi piace- disse Rhodes.

-Neanche a me- disse Tony. -Raccogliamo i resti del robot e portiamoli all'Avengers Tower. Questa faccenda mi puzza-


********************************


-Devo ammetterlo, la tua è stata una recita superba. Nemmeno i nostri migliori cantori avrebbero saputo fare di meglio- disse Malekith.

Ultron sorrise compiaciuto : -Lo so. Niente rose e fiori, grazie-

-Io però ancora non capisco- disse Ronan. -Che utilità c'è nel sembrare un eroe?-

Malekith e Ultron rotearono gli occhi esasperati : -Dobbiamo far perdere alla gente la fiducia in loro, sennò quando conquisteremo l'universo il popolo continuerà a sperare anche se li avremo inceneriti. Dobbiamo distruggere tutto ciò che rappresentano, e la comparsa di un eroe migliore è l'opzione perfetta- Ultron scoppiò a ridere : -Gli Avengers non potranno provare che quel robot era opera mia, perché eravate voi a controllarlo da qui. Ve l'ho detto, date loro qualcosa da combattere e si dimenticano del resto-

Ultron all'improvviso si bloccò, poi si rivolse a Ronan : -Stanno arrivando. I miei satelliti li hanno individuati nei pressi della Terra. Mi raccomando, non farti vedere-

Ronan si diresse a passo spedito verso l'uscita.

-Per quanto lo odi ammettere, sei uno stratega migliore di me, Ultron- disse Malekith al robot.

Ultron sorrise compiaciuto, poi tornò a fissare le centinaia di schermi di fronte a lui, soffermandosi su una che raffigurava l'orbita terrestre. Un piccolo oggetto nero, non molto grande si muoveva velocemente dritto verso di essa. -Bene- disse. -Il gioco è cominciato, e le regole le facciamo noi-

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Capitolo 5
*** I Guardiani della Galassia ***


Nello spazio, vicino ad un pianeta di dimensioni piuttosto piccole, una nave era stazionata in orbita attorno ad esso. La nave era di medie dimensioni, di colore blu elettrico e ricoperta di metallo che avrebbe resistito a pressioni enormi, dettaglio importante nello spazio.

Da uno degli oblò della nave quello che sembrava un grosso albero secco osservava il pianeta sotto di loro con un'espressione piuttosto confusa, come se non avesse idea di quello che stava succedendo.

-Groot, smettila di fissare Darwin 4 e vieni qui, che c'è del lavoro da fare- disse una creatura simile ad un procione avvicinandosi all'albero; quando poi vide che esso non reagiva, lo afferrò per un ramo e lo trascinò verso il pannello di controllo della nave, dove c'erano altre tre persone.

Una di esse era identica ad una normale donna umana, ma aveva la pelle verde e indossava un vestito nero e rosso, e alla vita portava una cintura con appese quelle che parevano pistole laser.

Accanto a lei stava un uomo massiccio completamente a torso nudo e con il corpo coperto da cicatrici e tatuaggi rossi che mettevano ancora di più in risalto i pettorali. Sotto la vita portava due pantaloni di taglia grossa neri, con le tasche piene di armamenti.

Infine, vicino ad uno schermo, stava seduto un ragazzo di circa ventisei anni, vestito come un comune abitante terrestre.

Il procione fece in tempo a portare Groot vicino agli altri che sullo schermo apparve l'immagine di un uomo sulla cinquantina. Il ragazzo umano prese la parola : -Salite a te, Krangan, nuovo leader della Nova Corps-

-Il piacere è mio- disse l'uomo sullo schermo. -È un onore dare una missione ai guerrieri più famosi di tutta la Via Lattea-

-Bene. In tal caso, saltiamo i convenevoli e ci dica immediatamente che dobbiamo fare su questo sassetto sperduto nel cosmo- disse la donna con cipiglio accigliato.

-È molto semplice. Su Darwin 4 si nasconde un pericoloso criminale interplanetario, di nome Diaxxarz, che si è rifugiato qui per sfuggire alla legge della Nova Corps- rispose Krangan. -Si è barricato bene e non c'è stato verso di farlo arrendere-

L'uomo muscoloso prese la parola : -Non potete minacciarlo di bombardarlo se non si consegna alla giustizia, come avete fatto con tutti gli altri?-

Krangan scosse la testa : -Ci abbiamo provato, ma Diaxxarz conosce bene la legge della Nova Corps e sa che non si possono danneggiare i pianeti in cui si è sviluppata o si può sviluppare la vita. Ne andrebbe dell'integrità del loro ecosistema. Una manovra del genere può essere attuata solo in casi estremi, e Diaxxarz non è uno di essi-

-Che cosa ha fatto esattamente?- chiese il ragazzo umano.

-Il peggio del peggio- rispose Krangan. -All'età di sedici anni ha attuato un colpo di stato su Klingax, il suo pianeta natale, con l'intenzione di governarlo con il pugno di ferro, e quando fu spodestato dalla Nova Corps ha fatto esplodere tutti i serbatoi di xenotio (un liquido altamente tossico) del pianeta, trasformando gli oceani in una distesa di soda caustica e causando la repentina estinzione di quasi tutte le forme di vita del pianeta (fortunatamente il Collezionista ci ha donato quelle che aveva per ristabilire l'equilibrio planetario). In seguito è evaso dal carcere ed è diventato un gangster interstellare spietato, saccheggiando tutti i pianeti del sistema solare di Xanatia, per poi distruggerli insieme al loro sole con una bomba elettrosupernovica. Di nuovo dentro, è poi evaso un anno dopo e si è alleato con il famoso tiranno intergalattico Thanos con la promessa di donargli l'Orb in cambio del dominio sulla Via Lattea come suo luogotenente. Dopo aver fallito nella conquista dell'Orb, Thanos lo ha scarnificato ed è diventato in parte cyborg, riuscendo a fuggire per miracolo. Fu poi nuovamente arrestato e dopo una settimana è di nuovo evaso, dando il via ad un traffico di armi termonucleari, per poi rifugiarsi su Darwin 4 dopo lo sgominamento della sua rete commerciale da parte nostra-

-E secondo voi non è un caso estremo?!- esclamò l'uomo muscoloso incredulo.

-Per "casi estremi" noi intendiamo criminali che hanno messo in pericolo la stabilità di tutta la galassia- rispose Krangan. -Di conseguenza saremmo autorizzati ad attuare il bombardamento solo su criminali come Thanos o come l'ormai deceduto Ronan l'Accusatore-

-E quindi vi serviamo noi- disse il procione impugnando un enorme fucile. -Non vi preoccupate; ve lo restituiremo intatto-

-Sapevo di poter contare su di voi- disse Krangan prima di disconnettersi.

Il ragazzo umano si rivolse alla donna : -Gamora, aggiornati sul pianeta. Dobbiamo portarci dietro tute speciali o qualcos'altro?-

La donna si avvicinò al panello di controllo e premette alcuni tasti. Poco dopo davanti a loro comparve un ologramma di Darwin 4, con accanto parecchie serie di dati. -Direi di no- rispose Gamora. -Il pianeta è piccolo, ma abbastanza massiccio da contenere un'atmosfera. Questa è composta prevalentemente da azoto e ossigeno e in piccolissima parte da anidride carbonica e argon. Ci sono grandi quantità di vapore acqueo, però, ben più alte del normale : sono circa il 60% dell'atmosfera-

-E ciò può essere dannoso per noi?- chiese il procione.

-No, il pianeta ha un'atmosfera molto spessa, quindi i livelli di ossigeno e azoto sono identici a quelli degli altri pianeti. Il vapore acqueo non sarà per niente dannoso, creerà solo molta nebbia. Probabilmente in tempi recenti è avvenuto un cataclisma che ha fatto evaporare gli oceani, e di conseguenza ora tutta l'acqua è intrappolata nell'atmosfera- rispose Gamora.

Il ragazzo umano prese la parola : -Bene, allora andiamo subito. La base di Diaxxarz è qui- e indicò un puntino rosso sul l'ologramma -ed è difesa da parecchi robot-sonde, perciò il piano è questo : alcuni di noi distraggono le guardie, mentre gli altri disattivano la loro fonte d'energia-

-E quindi?- chiese il procione.

-Molto semplice- disse il ragazzo, per poi indicare l'uomo muscoloso e la creatura-albero : -Groot e Drax, voi vi occuperete del combattere i robot-sonda. Siete i più forti fra noi, non avrete problemi a resistere finché la fonte di energia non sarà distrutta. Rocker Racoon e Gamora- e indicò il procione e la donna -voi dirigetevi alla fonte di energia, che si trova subito dietro alla prima barricata. Conoscete meglio di tutti la tecnologia, quindi è meglio se ci pensate voi-

-A me sembra un buon piano- ammise il procione. -Ma tu, Peter, intanto che farai?-

Il ragazzo lo guardò con aria determinata : -Io mi assicurerò che Diaxxarz rimanga al suo posto-


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Drax e Groot furono i primi a scendere in campo, così da attirare più guardie possibile su di loro. La base di Diaxxarz era semplicemente un edificio a cupola circondato da uno scudo di energia alto sette metri e protetto da piccole guardie robotiche volanti. Erano semplici dischetti con un cannoncino, ma sparavano raggi che facevano danni non poco ingenti.

Come previsto, la maggior parte delle robot-sonde volò verso i due con l'intenzione di annientarli, perciò questi misero subito mano alle armi (ai rami nel caso di Groot) e iniziarono a combattere.

Quando tutte le forze di Diaxxarz furono schierate in campo contro Drax e Groot, Gamora, Rocker Racoon e Peter scavalcarono il muro di energia con dei piccoli propulsori, per poi dividersi.

Mentre Peter andava a cercare Diaxxarz gli altri due si recarono alla fonte di energia della base, posta sulla sommità della cupola.


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Intanto all'interno della cupola una creatura simile ad un polpo si dirigeva a tutta velocità verso l'uscita, deciso a recarsi al suo personale spazioporto e filarsela in tutta fretta con una delle sue navette. Peccato che a metà strada si ritrovò il corridoio bloccato da Peter.

-Vai da qualche parte?- chiese l'umano mentre con la mano destra impugnava un piccolo blaster.

Diaxxarz venne alla luce : quello che Peter si ritrovò davanti fu un essere che fino alla vita aveva l'aspetto di un umano, mentre dalla vita in giù partivano otto lunghi tentacoli da polpo. La pelle era rosso sangue. Metà della testa, la spalla destra e il braccio destro erano sostituiti con parti robotiche, così come tre dei suoi tentacoli, e il resto del corpo era coperto di sfregi e cicatrici. In particolare sul petto c'era uno squarcio che doveva essere stato causato da un colpo bene assestato.

Diaxxarz sorrise, un sorriso sadico e malefico, poi impugnò una piccola elsa di spada che estrasse da uno scomparto segreto del suo braccio robotico. Dopodiché dall'elsa partì una lunga luce rossa e oro, che presero presto la forma della lama di una spada. -Proprio così- rispose. -E di certo non sarai tu a fermarmi!-

Con uno dei tentacoli fece lo sgambetto a Peter, mandandolo a terra, per poi frantumare il blaster con un colpo di spada. Dopodiché tenne stretto il ragazzo per le gambe con quattro dei suoi tentacoli e calò nuovamente la spada.

Peter, non potendo muovere le gambe, scattò in avanti e schivò la spada e diede una testata nel petto di Diaxxarz. La creatura genette, ma non si compose e non allentò la presa sulle gambe.

Diaxxarz calò di nuovo la spada, ma questa volta Peter riuscì ad afferrarla e la trattenne per l'elsa. Nel tentativo di fargliela mollare, l'alieno avvinghiò altri due tentacoli intorno al braccio del ragazzo e lo strinse con una forza tale che Peter non si sarebbe sorpreso se si sarebbero rotte un paio di ossa. Con la mano libera estrasse però un pugnale piuttosto affilato e glielo conficcò in uno dei tentacoli.

Diaxxarz urlò di dolore e lasciò la presa della spada. Peter si rimise in piedi, con l'arma in mano. L'alieno parve intimorito, ma non si scompose; anzi, alzò i pugni e cominciò a saltellare sui tentacoli, pronti a combattere in un corpo a corpo. -Ti avverto- disse minaccioso. -Sono cintura nera di kung fu, esperto in arti marziali miste, maestro di joujitsu, campione di spinjitsu, asso nel taekwondo e ...-

Peter spense la spada e con l'elsa colpì la parte sana della testa dell'avversario prima ancora che potesse terminare l'elenco dei suoi titoli. -Si, e sei anche un pessimo bugiardo ...- disse con un sogghigno mentre Diaxxarz cadeva a terra.


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Quando Peter trascinò il corpo privo di sensi dell'alieno fuori dalla cupola, gli altri avevano già terminato i loro compiti e sul campo c'era già una nave tra prigione della Nova Corps. I Guardiani della Galassia ricevettero parecchi ringraziamenti, poi ripartirono a bordo della loro nave.

-Ahhh- mormorò Drax sfidandosi i muscoli. -Gente, e da un pezzo che desideravo una battaglia così. Certo che, se quello è il peggio del peggio, noi possiamo anche definirci disoccupati ... come Ronan non abbiamo più trovato nessuno-

-Non dovresti sperare in una battaglia- disse Rocker Racoon mentre armeggiava con un piccolo computer. -Potrebbe non andare come speri e finire male per n...- si bloccò a bocca aperta.

-Rocker, che ti prende?- chiese Peter. Il procione parve scuotersi, poi disse : -Stavo scandagliando la galassia con uno dei miei programmi, quando ho captato una strana frequenza rabdomantica. E ...- fece una pausa, poi riprese : -... è identica a quella che emetteva l'Orb-

I Guardiani della Galassia si impietrirono : -Come è possibile?- chiese Gamora. -L'Orb è al sicuro in qualche sede della Nova Corps!-

-Infatti- disse Rocker Racoon. -Ho controllato, e il segnale dell'Orb è ancora lì. Ma qualcos'altro sta emettendo la sua stessa frequenza-

-Qualunque cosa sia, non è di sicuro niente di buono- disse Peter. -Da quale posto proviene il segnale, Rocket?-

-Dalla periferia galattica- rispose il procione. -Proviene dal terzo pianeta del suo sole. I nativi lo chiamano Terra-

-Nativi?- chiese Gamora. -Vita intelligente, intendi?-

-Così pare- rispose Rocker Racoon. -A quanto ne sappiamo, sono ancora ad una civiltà meccanica piuttosto arretrata, ma si stanno sviluppando in fretta. Tuttavia penso siano troppo primitivi per creare qualcosa di simile all'Orb-

-Bada a come parli- intervenne Drax. Tutti si voltarono a guardarlo, piuttosto stupefatti : era la prima volta che l'energumeno prendeva le parti di un popolo nell'universo. -Io ho sentito parlare della Terra; saranno anche un po' arretrati in quanto a tecnologia, ma per forza e coraggio sono superiori a qualsiasi altro popolo. Nonostante le poche speranza che avevano, infatti, hanno sconfitto i Chitauri di Thanos e anche uno dei suoi discepoli, venuti lì per conquistare il pianeta. Potremmo anche definirli "bulli di periferia", ma sono tipi tosti, altroché. Non mi sorprendersi affatto se avessero trovato qualcosa di simile all'Orb ... se non mi sbaglio era già successo anni fa con il Tesseract-

-Bé, comunque sia, dobbiamo andare a dare una controllata- disse Peter. -Quindi facciamo subito rotta per la Terra!-


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In poche ore raggiunsero la periferia della Via Lattea; la nave donatagli dalla Nova Corps dopo lo scontro con Ronan l'Accusatore poteva raggiungere velocità indescrivibili.

-Ecco, quello è il sistema solare della Terra- disse Rocker Racoon indicando una piccola stella circondata da alcuni pianeti. I Guardiani si precipitarono all'oblò per osservarlo.

La stella, dai terrestri chiamata Sole, era una nana gialla di medie dimensioni, sufficiente per favorire la vita su uno dei pianeti. C'erano otto pianeti intorno ad essa, quattro piccoli e quattro enormi; c'erano inoltre una fascia di asteroidi ed una di piccoli corpi celesti, tra cui un altro minuscolo pianeta, e comete.

La nave dei Guardiani si recò verso l'orbita terrestre. La Terra era un pianeta magnifico visto dallo spazio, una magnifica distesa azzurra costellata da continenti verdi e lussureggianti. Era a dir poco bellissima.

Prima che Rocket Racoon potesse individuare l'epicentro della frequenza però qualcosa di velocissimo colpì in pieno la nave, disentegrando i motori e spedendola dritta verso il pianeta.

I Guardiani cercarono di raggiungere i comandi, così di tentare un atterraggio di fortuna, ma la cosa che gli aveva colpiti tornò indietro e, afferrata la nave, la spedì a tutta velocità verso uno dei continenti.

L'impatto fu qualcosa di spaventoso. Peter fu sbalzato fuori dalla nave e in un lampo si sentì debolissimo. Riuscì appena a muovere la testa per vedere dove si trovava, e scorse una distesa di terra battuta e alcuni navi arrugginite. Poi vide alcuni tizi che correvano verso la nave. Stupefatto, vide uno di loro miniaturizzarsi e gettarsi tra le macerie, mentre un altra smuoveva alcune lastre di metallo cadute usando degli strani fasci di luce rossa che comparivano dalle mani. Un uomo con una divisa blu si chinò su di lui e gli gridò qualcosa, ma Peter non lo comprese; dopo qualche istante, infatti, tutto si fece buio.

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Capitolo 6
*** Nuovi alleati ***


Quando Ronan rientrò nella base di Ultron, il robot lo accolse chiedendogli come fosse andata la sua missione.

-Tutto a posto- rispose l'Accusatore. -I Guardiani della Galassia sono precipitati nel punto esatto in cui mi avevi detto di farli cadere. Però non ho ben capito perché dovremmo lasciare che i nostri nemici si alleino-

-Abbiamo bisogno di loro per completare il nostro progetto- rispose Ultron. -Io posso tenere impegnati gli Avengers, ma di certo Capitan America non si lascierà ingannare facilmente. Ora ha altro a cui pensare e ci porterà dritti alla vittoria-

Dal pavimento si aprì un buco da cui uscì l'Enkairidion, con ancora il laser che lo perforava. Ultron gli girò in tondo, compiaciuto : -Sapevo che i Guardiani avrebbero avvertito il segnale della Gemma, ma non pensavo così presto. Meglio per noi, significa che il piano procede meglio di quanto potessimo sperare-

-Però ciò significa anche che Thor la potrà sentire prima- disse Malekith, fino ad allora rimasto in silenzio.

-Poco importa- disse Ultron. -Abbiamo le nostre contromisure per gli Asgardiani. Non sarà un intralcio al nostro geniale piano. Ciò che conta, ora, e che il laser sta facendo il suo dovere meglio che mai. Presto noi domineremo tutte le epoche della storia dell'Universo!-


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La prima cosa che Peter vide quando aprì gli occhi fu una stanza dalle pareti sporche e arruginite, piena di tubi ormai in disuso da anni e di cavi elettrici che al contrario parevano perfettamente funzionanti.

Ci mise un po' a capire di essere sdraiato su un letto e di avere addosso parecchi fili collegati ad un computer vicino, che emetteva frequentemente dei "bip". Cercò di muoversi, ma i muscoli gli dolerono appena tentò.

-Ah, ti sei svegliato, finalmente!- esclamò una voce che pareva essere molto vicina a lui.

Un uomo comparve nel suo campo visivo; era non molto alto, con un'espressione cordiale, e non sembrava particolarmente pericoloso. L'uomo gli toccò la fronte con la mano. A quel contatto Peter cercò di sottrarsi, ma poi comprese che quel tizio voleva solo controllare se aveva la febbre.

-Sembri sano, ma non sono molto specializzato in natura aliena, quindi potresti benissimo essere ad un passo dalla morte- disse l'uomo ritraendo la mano. -Se ti senti stanco, riposati pure. Sopravvivere ad una caduta di migliaia di metri non è da tutti-

Poi l'uomo si batté una mano sulla fronte, come se si fosse appena ricordato qualcosa di importante, e disse ridendo : -Oh, che stupido! Non mi sono nemmeno presentato. Dottor Bruce Banner, conosciuto anche come Hulk-

Peter sbatté gli occhi, poi a fatica mormorò : -Dove mi trovo?-

-Ti trovi su un pianeta che noi chiamiamo Terra- rispose il dottore. -Io sono un nativo. Sei nello stato del Wakanda, e forse ti rassicurerà sapere che sei fra amici-

Alla parola "amici", Peter boccheggiò, e facendo appello a tutte le sue forze chiese : -I miei ... compagni ... dove sono?-

-Due sono qui accanto a te- rispose il dottore. -Gli altri due sono da qualche parte qui fuori. Dopo essersi svegliati volevano visitare il posto-

Peter girò la testa verso destra e vide Rocket Racoon e Drax addormentati lì vicino. Sembravano essere in condizioni critiche.

-Se pensi che siano messi male, hai perfettamente ragione- disse il dottore. -Il procione si è rotto tutte le ossa e il tizio tutto muscoli qua accanto ha preso una bella botta in testa. Tu però eri messo molto peggio ... sei fortunato ad essere ancora vivo. Temo che non potrai usare il braccio sinistro per un po' di tempo-

Peter udì un gemito e vide un Drax piuttosto intontito che apriva gli occhi massaggiandosi la testa fasciata. -Dove diavolo mi trovo?- chiese rivolto al dottore, il quale gli sorrise cordiale : -Calma, amico, sono dalla tua parte. Se è questa l'usanza del vostro mondo per ringraziare qualcuno che ti ha salvato la vita, allora accetto i ringraziamenti- disse porgendo la mano a Drax : -Il mio nome è Bruce Banner-

Drax parve impietrirsi, poi saltò in piedi, dimentico delle sue condizioni, e dopo aver rischiato di cadere a terra per tre volte gli strinse con foga la mano : -Piacere mio, dottore! Lei è una celebrità in tutto la galassia. L'Incredibile Hulk è ora davanti a me! Quello che ha sconfitto legioni di Chitauri e abbattuto almeno tre dei loro mostruosi animali da battaglia da solo, e che ha addirittura sconfitto il principe reietto di Asgard!-

Bruce parve imbarazzato : -A quanto pare sono famoso anche fuori dal mondo-

-Bé, vedo che le sue cure sono servite a molto, dottor Banner- disse un uomo in divisa blu a stelle e strisce bianche entrando da una porta che era così arrugginita da confondersi sul muro.

Anche lui porse la mano a Drax : -Steve Rogers, meglio noto col nome di Capitan America. Non so se conoscete anche me nel resto della galassia-

Drax strinse la mano anche a lui, poi aiutò Peter a rimettersi in piedi; nel frattempo anche Rocket Racoon si era svegliato, nonostante non riuscisse nemmeno a muovere la testa.

Poco dopo entrarono anche Gamora e Groot, che parvero felici di vedere i loro amici di nuovo in piedi. La donna aveva una spessa fasciatura al ventre, dove sostenne di essersi tagliata con un frammento affilato dello scafo della nave, mentre l'uomo-albero non pareva a aver riportato danni, ma probabilmente ciò era dovuto alle sue capacità rigenerative.

-Potremmo sapere che cosa è successo ora?- chiese Drax piuttosto sgarbatamente.

Gamora prese la parola : -A quanto pare qualcosa ci ha colpiti mentre sorvolavamo l'orbita terrestre. Non sappiamo che cosa fosse; probabilmente si trattava di un piccolo meteorite-

-Sarà stato anche piccolo, ma intanto la vostra astronave è fuori uso. Ed inoltre avete fatto un gran bel baccano cadendo- esclamò un uomo in divisa nera con un arco sulle spalle mentre entrava. -Torno adesso dal palazzo di T'Challa. Sono riuscito a convincerlo a non mandare qui l'esercito. Questa storia avrebbe fatto più scalpore dell'incidente di Roswell-

-Roswell?- chiese Rocker Racoon confuso, muovendo appena le labbra dato che anche le ossa della mascella erano andate : -Intendi quel posto in cui, secondo il vostro calendario, nel 1947 precipitò la nave dei Kree Enterrike?-

-Questa parte non la sapevo- ammise l'uomo con la divisa nera. -Chi sarebbero questi Kree?-

-Ma come, non lo sapete?- chiese Drax. -I Kree sono una delle razze più crudeli e potenti di tutto l'Universo. Provengono da un'altra galassia e raramente vengono in questa, dato che non è molto "appetibile" secondo i loro criteri, ma sono comunque molto conosciuti-

-La loro nave precipitò a Roswell dopo uno scontro con il pianeta Ego- disse ancora Rocket Racoon. -È stato uno dei pochi che ha osato sfidare l'Impero Kree, nonché uno dei pochi che è sopravvissuto per raccontarlo-

-Ego?- chiese una donna entrando dalla porta. Peter notò che era molto giovane, all'incirca sui venticinque-ventisei anni.

-Certo, Ego, il Pianeta Vivente- disse Gamora. -Sul serio, ma voi terrestri a parte il vostro mondo cosa conoscete?-

-Basta con la descrizione dello spazio- li fermò Capitan America. -Ora voglio sapere perché siete venuti su questo pianeta-

Peter guardò i Guardiani, incerto sul da farsi, ma poi decise di rivelargli tutto : -Abbiamo individuato una potente fonte di energia proveniente dalla Terra. Era superiore a qualsiasi altra presente nell'Universo che avessimo mai visto. Crediamo si tratti di un manufatto antico e molto potente-

-Senza i nostri scanner, però, non possiamo rilevarlo- disse Gamora. -E purtroppo sono andati distrutti all'impatto-

-Bé, vorrà dire che vi ospiteremo fino a quando non li avrete riparati- disse Capitan America. -Se questa fonte di energia si trova sulla Terra, allora significa che anche il nostro mondo è in pericolo-


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Il Capitano scortò i Guardiani per tutta la nave, mostrandogli le varie stanze, e gli fece conoscere anche gli altri terrestri, che si chiamavano Clint Barton e Wanda Maximoff, e anche un ragazzo rimasto in disparte di nome Scott Lang. Dopo poco i Guardiani andarono a dormire, ad eccezione di Rocker Racoon che rimase nell'infermeria, stravolti dalle fatiche di quel giorno.

Dato che Scott aveva finalmente riparato la televisione, Clint si sedette sul divano e la accese, mettendo sul telegiornale, curioso di sapere che cosa fosse successo in quei giorni. Quando lo vide, rimase sbigottito.

Le immagini raffiguravano un robot che riconobbe immediatamente, che consegnava tre uomini alla polizia : "Dopo i tragici eventi di ieri sera" diceva il giornalista "il misterioso benefattore, che ancora non ha voluto rivelare la sua identità, ha nuovamente salvato la città, stavolta da un gruppo di terroristi armati con armi micidiali. Gli Avengers, accorsi sul campo ..."

Clint non ascoltò oltre : abbandonato il telecomando sul divano, corse a cercare Capitan America.

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Capitolo 7
*** Lo SHIELD ***


Tony si premeva le meningi, cercando di trovare una soluzione a tutto quel casino.

Se il ritorno di Ultron era stato come un uragano nelle "tranquille" vite degli Avengers, le sue azioni erano state come una pioggia di meteoriti. L'intelligenza artificiale da lui stesso creata sosteneva ancora una volta di voler proteggere il mondo, ma sembrava aver messo la testa a posto.

Era passata una settimana dal combattimento con il robot lì a New York, e da allora Ultron era diventato il nuovo paladino della giustizia; era sempre nel posto giusto non appena la minaccia era resa palese, e completato il lavoro spariva nel nulla. Tony non stentava a capire il motivo per cui la gente lo ammirasse tanto : non svelando mai la sua identità sembrava infatti un vero eroe che non voleva meriti. Un po' come Zorro, insomma. In pratica, quelli che lui non aveva mai sognato di essere.

Visione, già di suo taciturno, si era chiuso nel mutismo non appena aveva scoperto che il suo fratello e creatore era ancora vivo. L'ultima volta era stato costretto a distruggerlo, ma aveva ammesso che non era quello che voleva. Forse sperava in qualche sua redenzione, e le azioni di Ultron di certo rafforzavano questa teoria. I due andavano d'accordo come Thor e Loki.

Tony sospirò. In quel momento avrebbe di gran lunga preferito avere contro il metallaro emo fratello di Point Break, piuttosto che riavere contro quel robot. Anche perché in confronto ad Ultron Loki non era stato altro che un moscerino.

Il rockettaro infatti era semplicemente stato una spina nel fianco per un po' di tempo, e tutto si era risolto con una battaglia senza esclusione di colpi. Ultron invece era freddo, calcolatore, e pensava a tutte le variabili prima di agire; da solo aveva decretato la morte di Pietro e l'inizio della fine per i vecchi Avengers.

Anche Rhodey era piuttosto preoccupato riguardo al robot : non aveva infatti dimenticato la battaglia di Sokovia e le sue numerose vittime, nonché il rischio della fine del mondo. A parere suo, Ultron era una minaccia da annientare subito, ma finché il robot era sotto i riflettori non potevano alzare un dito contro di lui. Nick Fury era stato chiaro : anche se gli Avengers e lo SHIELD sapevano la verità su di lui, chi tra i civili gli avrebbe mai creduto? Anche Tony, se non fosse stato a Sokovia, avrebbe preso Ultron per un eroe.

Falcon e Spider-Man di canto loro, reputavano Ultron come un nemico, ma non avevano un'effettiva idea della sua pericolosità; si limitavano a stare dalla sua parte come semplici accessori.

Nick Fury gli aveva chiesto di scoprire come stava macchinando Ultron, ma Tony era a un punto morto. Il robot appariva, fermava i criminali e scompariva. Nient'altro. Impossibile seguirlo. Non una parola, non un gesto distintivo. Aveva riguardato le immagini degli scontri migliaia di volte, ma mai era uscito qualcosa di compromettente.

Che cosa avrebbe dovuto fare? Ormai era in laboratorio da ore, a spremersi le meningi per trovare la soluzione a quel rompicapo. Ma la testa gli stava per esplodere.

Dannato Ultron!

Improvvisamente squillò il cellulare, facendo partire la sua canzone preferita come suoneria. Tony prese il telefonino e scoprì che si trattava di Nick Fury.

"Ti prego, non chiedermi di Ultron" pensò, poi rispose : -Ciao, Nick! Che succede? Problemi?-

-Si, Stark- rispose Fury. -Si tratta di Ultron-

"Ecco, l'hai fatto. Brutto figlio di puttana" pensò Tony stringendo a pugno la mano libera. -Se vuoi chiedermi aggiornamenti sulla missione, sappi che ancora non ho scoperto nulla. Ultron sembra un fantasma-

-Se lo è, si è appena palesato. Qui sull'Helicarrier- disse Fury.

Tony rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva : -Cosa? E che cosa vuole?-

-Non ci credersi, ma ... vuole un'udienza con voi- rispose Fury, smorzando il fiato al miliardario. -Si, lo so che è strano- continuò l'ex-direttore dello SHIELD. -Ma dovete venire, Ultron è sotto immunità diplomatica-

-Arriviamo- disse Tony chiudendo il cellulare. Dopodiché richiamo l'armatura, diede un veloce bacio a Pepper e riunì gli Avengers.


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Non appena gli Avengers raggiunsero l'Helicarrier, trovarono sul ponte un Ultron come un sogghigno sul volto, evidentemente incapace di nascondere la sua soddisfazione nel vedere i suoi ex-nemici rodersi perché non potevano suonargliele. Quando questi atterrarono con il Quinjet, il robot si fece avanti e li salutò cercando di sembrare cordiale : -Salve, miei vecchi amici. Vedo che anche voi siete felici di vedermi quanto me-

Tony sbuffò da sotto l'armatura e si guardò intorno. Alla destra di Ultron stava Nick Fury, armato di tutto in punto; alla sinistra c'era il generale Thaddeus Ross, visibilmente preoccupato, seguito da almeno cinquanta soldati.

Rhodey si rivolse ad Ultron : -Sei venuto a farti prendere a calci in culo un'altra volta?-

Ultron si rabbuiò, ma non rispose all'accusa di War Machine e si rivolse ad Iron-Man : -Sono qui solo per dirvi che spero che possiate mettere da parte i rancori e ...-

Il ghigno sul volto di Ultron si allargò : -... che possiate accoglierli nel migliore dei modi nella Avengers Tower-

Per rispetto al cervello della maggior parte dei lettori, non riferirò la reazione degli Avengers, né le loro parole, e mi limiterò a dirvi che Fury dovette fare appello a tutte le sue forze per riportare la calma. Alla fine prese la parola il generale Ross : -Ora basta! Voi lavorate per lo SHIELD, quindi dovete obbedire, e Ultron è un importante esponente della sicurezza della nostra società, e di conseguenza il consiglio ha deciso che lavorerete insieme-

Tony cercò di trattenersi : -Signore, non possiamo convivere con un criminale! Le ricordo che ha distrutto una città e per poco anche il mondo!-

-Non importa- rispose Ross. -La decisione non piace nemmeno a me, ma la parola del consiglio è una sola-

-Bene- disse Ultron. -Verrò a trovarvi domani alle sette per stabilirsi nella mia nuova abitazione- e sfrecciò verso il cielo.

Fury si rivolse agli Avengers : -Abbiamo preso tale decisione perché voi lo controllaste. Scoprire il suo piano e state gli addosso come cerotti, chiaro?-

Tony digrignò i denti : -Questi ce la paghi, Fury-

-Sto tremando- disse il direttore con un sogghigno.


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Verso sera, nel palazzo di T'Challa, in Wakanda, una donna comparve all'improvviso e si rivolse al principe, mostrandogli una foto. -Si, l'ho visto- rispose questi.

-Dov'è?- chiese la donna con impazienza.

-Con il suo vecchio, Capitan America- rispose T'Challa. -Si trovano nella nave del traffiacmte d'armi che avete arrestato qualche anno fa-

La donna scomparve in un istante.


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Ultron rientrò nella sua base, trovandosi davanti un Malekith con un sorriso trionfale in volto. -L'ho preso, capo-

-Fantastico- disse Ultron sorridendo a sua volta. -Mostramelo-

Malekith mostrò al robot uno scudo, completamente rivestito di vibranio, con una stella bianca e molte strisce rosse e bianche disegnate sopra. -Ottimo- disse Ultron. -Mettilo accanto al laser-

Malekith eseguì, posizionando lo scudo davanti al raggio che perforava l'Enkairidion. L'arma iniziò a scaldarsi.

-Ora toglilo!- esclamò Ultron. L'elfo nero eseguì.

Il laser colpì nuovamente l'Enkairidion, il quale si illuminò di un bagliore verde acceso.

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Capitolo 8
*** La Gemma del Tempo ***


Ultron e Malekith videro l'Enkairidion esplodere in un turbinio di luce viola, lasciando il posto ad un piccoli oggetto ovoidale di colore verde chiaro che brillava come una piccola stella.

Sia il robot che l'elfo nero sorrisero davanti alla Gemma del Tempo.

-Ora tocca a te, Ronan- disse Ultron porgendola alla'ex-servo di Thanos che nel frattempo si era palesato dietro di loro.

-Ma certo- disse Ronan agguantandola. -Sarà un immenso piacere ... per me, ovviamente-


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Intanto, ad Asgard, la mitica città degli dei situata all'apice dell'albero del mondo, Odino, seduto sul suo trono, sobbalzo improvvisamente.

-Qualcosa non va, padre degli dei?- chiese Volstagg, uno dei più grandi guerrieri dell'Universo.

Odino si ricompose : -No, no, è ... è tutto a posto. Mi sono solo ricordato che ... devo vedere Heimdall- E si alzò di scatto dal trono, dirigendosi a tutta velocità verso il Bifrost, con grande stupore dei presenti che non l'avevano mai visto così arzillo.

-Per me è successo qualcosa di grave- mormorò Lady Sif, la donna guerriera.

Odino corse a perdifiato fino al Bifrost, ove trovò ad attenderlo il guardiano che gli rivolse uno sguardo preoccupato. -Dov'è Thor?- chiese Odino riprendendo fiato a fatica.

È ancora su Muspelleim, signore- rispose Heimdall. -Perché questo improvviso interesse?-

-Nulla di che- rispose Odino, riprendendo compostezza. -Volevo solo assicurarmi che fosse al sicuro-

-È per via di quella strana energia appena apparsa su Midgard?- chiese Heimdall.

-Ma come hai fatto a ... ah, giusto- disse Odino ricordandosi che il guardiano vedeva ogni cosa. -Ben, ora non tenere più sotto controllo Thor, lui sa badare a se stesso. Pensa agli altri regni e avvertimi se ci sono problemi-

-Sarà fatto- disse Heimdall, tornando ad osservare il cosmo.

Odino si diresse verso l'uscita e tornò alla cittadella.

Ma non si diresse verso il palazzo reale, bensì verso le cascate. Una volta lì, scese a fatica lungo un sentiero roccioso. Mentre scendeva, il suo corpo fu avvolto da un'aura verdognola e cambiò lasciando il posto ad un uomo coi capelli corvini, un naso adunco e un armatura dorata con un elmo con due corna ricurve.

Quando giunse alla fine del sentiero si trovò davanti una grotta e vi entrò.

E ivi trovò, legato con corde di Gleipnir, Odino che si dimenava nel vano tentativo di liberarsi degli indistruttibili lacci. Quando lo vide, il padre degli dei si calmò : -Sei già qui? Pensavo che fosse presto per l'ora di pranzo-

-Niente pranzo- rispose l'uomo dai capelli corvini. -Oggi torni ad essere il re di Asgard-

-Perché? Ti hanno forse scoperto, Loki?-

-No, ma oggi ho captato qualcosa di pericoloso provenire da Midgard- rispose il dio della menzogna.

-Si, l'ho sentita anche io. Sai che cos'era?- chiese Odino.

-Se è quello che penso, allora devo recuperarla subito, ma avrò bisogno dell'aiuto di Thor- disse Loki.

-Credi davvero che ti accoglierà a braccia aperte dopo che gli hai fatto di nuovo credere di essere morto?- chiese Odino.

-No, ma ho dato ad Heimdall un ordine che lo terrà lontano da Muspelleim il tempo sufficiente perché Thor la smetta di prendermi a calci- rispose Loki, per poi mettere una mano sulla fronte del suo padre adottivo. -Ora scusa, ma devo inserire dei falsi ricordi nella tua mente, in modo che nessuno sappia che ti ho sostituito per nove mesi-

-Aspetta! Cosa ...- Odino non riuscì a dire altro : una nebbia verdognola cadde addosso al suo corpo e lo avvolse, per poi svanire. Il re degli dei assunse un'espressione da ebete.

-Ora va, e comportati come tuo solito- disse Loki sciogliendo i lacci d Gleipnir. Odino si alzò e uscì dalla grotta come ipnotizzato.

Loki, al contrario, scese nel profondo della caverna fino a quando trovò ciò che cercava : un sentiero di magia che portava a Muspelleim. Non perse tempo e ci saltò subito dentro.

Un secondo dopo si ritrovò in una terra brulla, simile ad un deserto. Di fronte a lui, girato di spalle, camminava un duomo biondo con un lungo mantello rosso e un martello alla mano.

-Ehi, Thor- disse Loki richiamando la sua attenzione.

Il biondo sobbalzo, poi si voltò di scatto e sulla sua faccia si dipinse un'espressione di puro stupore misto ad incredulità. Probabilmente, se non fosse stato un semidio, gli sarebbe venuto un infarto.

Loki rise : -Non pretendo baci e abbracci, ma almeno potresti essere felice di rivedere tuo fratello tornato per te dal mondo dei morti?-

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Capitolo 9
*** Il ritorno della Vedova Nera ***


-Fatemi capire- disse Drax piuttosto confuso . -Quella specie di robot sarebbe uno dei vostri mortali nemici?-

-Esattamente- ammise Occhio di Falco. -Il punto è che lo abbiamo creduto morto per anni. Chissà cosa starà macchinando-

-A giudicare da questa cosa che voi chiamate "notiziario", non mi pare abbia cattive intenzioni- disse Rocket Racoon mentre batteva una mano sul bordo del televisore.

-Fossi in te non mi fiderei- disse Gamora. -Anche Ronan l'accusatore sembrava un tipo a posto, prima che ... bé, sapete com'è andata-

-Chi?!- esclamò Ant-Man aggrottando le sopracciglia.

-Come, non avete mai sentito parlare di lui?- chiese Gamora stupita.

-Sappiamo qualcosa sui Chitauri, ma in materia di alieni siamo del tutto ignoranti- rispose Occhio di Falco mentre lucidava una freccia.

Capitan America guardò le immagini sulla TV con la fronte aggrottata. Da quando avevano ricevuto la notizia per la prima volta, Ultron si era trasformato in una specie di supereroe. Salvava vite, proteggeva la gente e fermava i criminali riportando il minimo danno agli edifici.

Steve cominciava a chiedersi se si trattasse del vero Ultron o di una sua copia fabbricata da chissà chi. O forse il robot creato da Tony era veramente cambiato? Magari in tutti quegli anni i suoi circuiti erano un po' migliorati ...

Improvvisamente la televisione iniziò a gracchiare : -Interrompiamo le trasmissioni per dare un annuncio importante. Oggi è accaduto quello che tutti si aspettavano da tempo, ossia il reclutamento del misterioso vendicatore mascherato nel gruppo di supereroi conosciuti come "Avengers"!-

Bruce sputò la coca-cola che si stava scolando. Occhio di Falco strinse la freccia così forte che la punta andò in frantumi. Wanda strabuzzò gli occhi e la cucina esplose in una raffica di particelle rosse.

-Cosacosacosa!?!- esclamò Ant-Man con la bocca spalancata. Anche i Guardiani della Galassia sembravano piuttosto disorientati.

Il giornalista continuò : -E ora sentiamo l'intervista agli Avengers condotta dal nostro migliore inviato!- sullo schermo comparve l'immagine di Tony Stark : -Il nostro nuovo compagno purtroppo ancora si rifiuta di mostrarsi in pubblico, ma posso assicurarvi che questo non diminuirà le sue gesta eroiche. Spero che ora che è nella nostra squadra possa aiutarci a compiere le nostre missioni nel mondo migliore-

Steve aggrottó la fronte. Una delle cose che la Seconda Guerra Mondiale gli aveva insegnato era di controllare i suoi superiori in tutto e per tutto, e così aveva continuato a fare anche nel nuovo mondo : inizialmente si era rifiutato di seguire il suo istinto, come nel caso di Nick Fury durante la faccenda con Loki, ma poi era stato proprio Tony a spronarlo a non fidarsi mai troppo.

Ed era proprio ciò che Steve aveva fatto : una volta entrato negli Avengers aveva documentato ogni singolo passo del suo vice e amico, che si poteva considerare un leader nato. Risultato? Ora conosceva tutto su Tony Stark, e sapeva bene come si comportava.

E Tony in quel momento stava mentendo. Tony non si sarebbe mai fidato di un ex-nemico, nemmeno se questi avesse salvato la Terra una dozzina di volte.

No, ci doveva essere qualcosa sotto, e dubitava che la mancanza di personale degli Avengers dopo la guerra civile fosse una giustificazione appropriata.

-Vado un attimo nel mio laboratorio- disse improvvisamente Bruce, per poi scomparire prima di ricevere una qualsiasi risposta.

Steve non provò nemmeno a fermarlo. Aveva altro a cui pensare.


******************************


Bruce entrò nel laboratorio e si accasciò su una sedia.

Non riusciva a crederci. Già Ultron passato dalla parte opposta della giustizia era qualcosa di grosso. Ma questo ... era tutta un'altra storia.

A volte si chiedeva se Iron-Man fosse ancora sano di mente, ammesso che lo fosse mai stato. Come poteva aver accettato quell'assassino tra il gruppo di supereroi più famoso del mondo? Ultron aveva posto fine a migliaia di vite e aveva quasi distrutto la Terra con una città volante ... e Tony lo reclutava così, come se niente fosse?

-suoi continuare a piangerti addosso o vuoi passare all'azione?- chiese una vice dietro di lui.

Bruce si voltò di scatto. Conosceva quella voce, ma non poteva essere, no, era impossibile ...

E invece era così. Appoggiata ad una delle pareti meno illuminate con le braccia conserte si stagliava il profilo di Natasha Romanoff, meglio conosciuta come la Vedova Nera.

-Natasha?!- esclamò Bruce con un tono fra lo stupito e il felice, avvicinandosi in fretta a lei.

Per tutta risposta lei gli tirò un pugno sul naso, facendolo finire a terra.

Bruce si mise a sedere a fatica, dolorante, mentre si massaggiava il naso sanguinante. Ancora lo stupiva quanta forza avesse quella donna apparentemente minuta. -Questo è per avermi abbandonata ed essere scomparso senza nemmeno un segno di te- disse la Vedova Nera con sguardo truce, poi si addolcì : -È bello rivederti, Bel Fusto-

-Anche per me è un piacere- rispose Bruce rimettendosi in piedi mentre ancora cercava di fermare il flusso di sangue che gli usciva dal naso.

-Come mi hai trovato?- chiese quando finalmente poté togliersi le mani dal punto colpito.

-Hai dimenticato che sono una spia?- chiese Natasha con un sorrisetto. -Sarai anche bravo a sparire, ma io ti ho già dovuto cercare una volta e non è stato un problema per me rintracciarti-

-Bé, non mi aspettavo certo di scapparti- rispose Bruce. -Ma speravo che con i miei continui spostamenti ci avresti messo di più a trovarmi-

-Ti avrei beccato anche molto prima, ma ero impegnata con il mio lavoro con gli Avengers- rispose Natasha.

-Già ..- disse Bruce. -Ho seguito tutto col notiziario. A proposito, hai saputo di quello che ha fatto Tony? Ma per te è impazzito?-

-Non è affatto impazzito- rispose Natasha. -Sono ancora in contatto con Nick Fury e mi ha raccontato molte cose. Ma preferirei raccontartele quando saremo con gli altri-


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-Se quello che mi avete raccontato su quella specie di robot è vero, allora ho una sola diagnosi : il vostri amico è fuori di testa- disse Rocket Racoon.

-Non è detto- disse Drax. -Magari è stato infettato da un parassita alieno che lo spinge a compiere azioni irrazionali. Ricordo che una volta quando ancora ero in prigione uno dei miei compagni si è trasformato in un mezzo pazzoide e ha picchiato diciotto guardie prima che lo riuscissero a fermare-

-Drax, la vicenda stavolta si svolge nel mondo reale, non nella tua prigione- disse Gamora.

Steve sospirò. Era da più di dieci minuti che i Guardiani continuavano a fare ipotesi assurde sul l'inaspettato gesto di Tony. "Alieni ... bah!" pensò.

Improvvisamente la porta si spalancò e comparve Bruce : -Gente, abbiamo una ospite- disse con un sorriso radioso.

Tutti gli ex-Avengers esultarono riconoscendo la figura filiforme della Vedova Nera. Natasha sorrise, ma poi riprese la sua espressione severa : -Sono felice di avervi ritrovati, ma ora abbiamo altro da fare-

-Ossia?- chiese Steve prendendo la parola per primo.

Natasha lo guardò con i suoi occhi penetranti : -Organizzare un incontro segreto con gli Avengers-

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Capitolo 10
*** La riunione ***


Iron-Man volava tranquillo verso il Wakanda, sospeso bei suoi pensieri.

Quando aveva ricevuto un messaggio che gli diceva di recarsi nell'Africa Nordoccidentale, inizialmente l'aveva presa come uno scherzo. Poi però si era reso conto con stupore che la frequenza usata per inviarlo era quella usata dagli Avengers prima della guerra civile tra supereroi, così aveva allertato tutti gli Avengers e si era messo subito in viaggio. I Vendicatori lo avrebbero seguito con il Quinjet.

Per motivi di sicurezza aveva deciso di non allertare lo SHIELD. Se si fosse trattato di un falso allarme gliene avrebbero fatte passare di ogni per averli disturbati.

Se invece fosse stata una cosa seria ... ad esempio se si fosse trattato della Vedova Nera, o peggio degli ex-Avengers ... Sarebbe stata la fine per loro. E dubitava che stavolta avrebbe potuto fare qualcosa per loro come aveva fatto con Falcon dopo averlo catturato.

Tony si scosse e scese in una piana. Riconobbe il posto : era lo stesso in cui era avvenuto il suo primo scontro con Ultron, accanto alla nave del trafficante d'armi Ulysses Klaue.

Per lo meno questa volta il robottone non si sarebbe fatto vedere. Tony aveva fatto in modo che se ne fosse andato in missione in Sudamerica.

Iron-Man entrò silenziosamente nella nave, cercando di non fare troppo rumore. Notò subito che la nave era molto meglio di come l'aveva lasciata alcuni anni prima : era assai più pulita e le bruciature causate dallo scontro con Ultron erano scomparse. Era evidente che era stata sistemata e riparata minuziosamente.

-Ciao, Tony- disse una voce dietro di lui. Iron-Man si girò di scatto e si stupì nel vedere Natasha Romanoff seduta su uno dei barili vuoti sparsi per il ponte.

-Piacere mio, Vedova- disse aprendo l'elmo. -È un po' che non ci si sente. Dimmi, che ci sei venuta a fare qui?-

-Ricordi che ero partita per cercare Bruce?- chiese la donna con un sogghigno. -Bé ... L-ho trovato. E ho trovato anche qualcun altro- e indicò dietro di lei.

Tony strabuzzò gli occhi nel riconobbero nella penombra Scarlet, Ant-Man, Hulk, Occhio di Falco e, per finire, nientemeno che Capitan America, con tanto di uniforme. -Ragazzi!- esclamò fuori di sé dalla felicità. -Come ve la passate? Sapete, ne sono accadute di cose da quando ve ne siete andati! Abbiamo dovuto risolvere un sacco di problemi con l'HYDRA, abbattere robot giganti e ...-

Steve interruppe lo sproloquio di Tony : -Anche per noi è bello rivederti, Stark-

Tony accese il trasmittente degli Avengers : -Ragazzi, venite subito qui! C'è qualcuno che dovete rincontrare!-


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La riunione degli Avengers e degli ex-Avengers fu qualcosa di incredibilmente simile ad una festa. Tutti gli eroi avevano un sacco di cose da dirsi, fra missioni e quant'altro.

Anche con i Guardiani della Galassia le cose erano andate piuttosto bene. Dopo un po' di chiarimenti, era subito nata quella che pareva un'amicizia, anche se Drax pareva non essere di questo avviso. Secondo lui,la fiducia andava meritata col tempo.

Alla fine, verso sera, il gruppo di eroi si era riunito intorno al tavolo che normalmente Capitan America e Occhio di Falco usavano per programmare le missioni. -La situazione è questa- affermò Tony. -Ultron è tornato, noi non possiamo fare niente, voi siete dei reietti e quel robottone è da tutti considerato un eroe. Qualcuno ha qualche idea?-

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Capitolo 11
*** La Gemma della Realtà ***


A migliaia di anni luce dalla Terra, in un luogo tanto remoto quanto pericoloso, era situato il Knowhere, una cittadina mineraria illegale, costruita all'interno della testa mozzata di un antico Celestiale.

Ivi venivano estratti liquidi cerebro-spinale, midolli e ossa cave del cranio, tutte materie assai costose sul mercato nero.

In mezzo a tutta quella feccia era situata la dimora di Taneleer Tivan, conosciuto nell'universo come il Collezionista. O, per meglio dire, era situata la sua dimora, dato che appena un anno prima era stata involontariamente distrutta dalla sua schiava Catrina con l'Orb.

Da allora Tivan passava il suo tempo seduto tra le macerie della casa bevendo birra e non parlando quasi mai, se non con i suoi unici pezzi da collezione sopravvissuti, ovvero il cane cosmonauta Cosmo e il papero parlante Howard.

Tutti lo ritenevano un vecchio ubriacone la cui mente era stato provata dall'esplosione della casa. In realtà, però, ciò era solo una copertura.

Perché in realtà un altro pezzo della sua collezione era sopravvissuto alla forza dell'Orb. Un oggetto donatogli da nientemeno che i semidei che governavano Asgard.

Questo oggetto altro non era che l'Aether, un fluido indistruttibile in grado di polverizzare interi universi. In realtà, come il Collezionista aveva scoperto anni addietro, esso altro non era che la Gemma della Realtà.

Tivan sapeva che andava custodito con la massima cura, per questo dopo la distruzione della sua dimora aveva finto che si fosse polverizzato. In realtà lo teneva in un apposito contenitore sotto alcune macerie removibili.

A questo Tivan pensava, mentre rigirava il fluido scarlatto tra le mani ben nascosto dietro ad un pietrone. All'improvviso però una luce comparve nel cielo e la gente urlò, destandolo dai suoi pensieri.

Non appena alzò gli occhi rimase pietrificato. Di fronte a lui, in tutta la sua altezza, stava nientemeno che Ronan l'accusatore, l'estremista Kree che doveva essere morto un anno prima dopo il suo fallito tentativi di distruggere il pianeta Xandar.

-Tu?!- esclamò nascondendo velocemente l'Aether dietro la schiena.

Roman ghigno : -Io. Ora, non ho voglia oggi di uccidere nessuno. Perciò ti consiglio di darmi la cosa che tieni dietro di te con le buone, o sarò costretto a usare le cattive-

Tivan digrignò i denti; non era abituato a combattere, ma era pronto a farlo se necessario. Sapeva bene quale pericolo avrebbe rappresentato l'Aether nelle mani di quel terrorista. -Mai!- urlò, alzando i pugni pronto a lottare in un corpo a corpo.

Ronan scosse la testa : -Bé, è il tuo funerale- e si lanciò su Tivan, mollandogli un pugno in piena faccia e spedendolo a terra.

Il Collezionista però si rialzò subito e si rimise sulla difesa. -Non ti arrendi, eh?- chiese Ronan scagliandosi di nuovo contro di lui.

Questa volta però non colpì la faccia di Tivan, bensì una barriera di energia piuttosto resistente.

Ronan alzò la testa stupefatto e vide che la barriera altro non erano che le mani di Tivan, illuminate da una luce dorata. -Non credersi che non sia senza sorprese?- disse questi per poi alzare il pugno e centrare l'Accusatore sul naso.

Ronan cadde a terra e vide il Collezionista ingigantirsi sotto i suoi occhi. -Io non sono un comune mortale- disse questi. -Io sono uno degli Antichi dell'universo, e tu non puoi sconfiggermi senza l'Orb-

Ronan sogghignò : -Fammi indovinare ... all'interno dell'Orb c'era una Gemma dell'Infinito, vero? E guarda caso ce ne sono ben sei- e scomparve improvvisamente in un lampo di luce verde.

Tivan spalancò gli occhi, poi qualcosa lo colpì da dietro. Barcollò in avanti, ma fu colpito altre due volte e poi mandato al tappeto.

-Sarai anche un Antico, ma non hai speranze con qualcuno che può muoversi nel tempo e colpirti più volte- rispose Ronan, per poi dirigersi verso il luogo in cui il Collezionista aveva lasciato cadere l'Aether.

-Ultron mi ringrazierà per questo- disse mentre lo afferrava. Cosmo si lanciò in avanti tentando di strappargli l'oggetto, ma Ronan lo respinse con uno scappellotto.

L'Accusatore svanì in un altro lampo di luce verde.

Il Collezionista aprì gli occhi e si rimise a fatica in piedi. -Howard ...- disse al papero che si era rintanato dietro un pietrone. -... prendi il dispositivo delle chiamate ... e usa la frequenza d'emergenza 1-

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