Never Ending Heart

di AvalonGirl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


uuuuuuuu

 

 

 

 

 

 

 

Cari mamma e papà,

il viaggio è stato fantastico, Hogwarts è ancora più bella di come me la immaginavo e ancora più magica di come “Storia di Hogwarts” la descrive.

Salire sulle barche per attraversare il lago non mi sembrava una buona idea ma una volta sopra di esse vedendo il maestoso castello non ho avuto il tempo neanche per farmi venire il mal di mare!

Mentre aspettavamo nell’ingresso della scuola Pix ha incominciato a lanciare palloncini, solo che invece dell’acqua era inchiostro! Fortunatamente ne io ne Al eravamo sulla sua traiettoria.

Se vi state chiedendo perché questo fiume di parole la spiegazione è semplice: sono una Slytherin. Spero che papà stia bene anche dopo aver letto queste righe. Vi prego di non arrabbiarvi perché non so neanche io come sia potuto succedere; un attimo prima mi viene messo il cappello in testa (credo proprio che quel vecchio cappellaccio stia impazzendo) e un attimo dopo ero seduta a Slytherin, con Albus che mi guardava con la mascella quasi a terra.  Albus è stato smistato a Ravenclaw. Non credo ci sia rimasto male.

Ritornando a me…in questo momento sto nel mio dormitorio, nei sotterranei e non avete idea del freddo che c’è qua giù! Le mie compagne di stanza sembrano abbastanza amichevoli anche se sono tutte (come potrebbe essere il contrario?) stupite della mia entrata a Slytherin…infondo sono di origini babbane, no? Mi dispiace se vi ho deluso, sappiate che dispiace anche a me non essere entrata a Gryffindor…in realtà mi sarei accontentata anche di Hufflepuff; tutto mi sarei aspettata tranne di sentir gridare al cappello: Slytherin!

Sono molto stanca, quindi ora vado a dormire nel mio nuovo letto con le tende e il piumone verde.

 

Vi voglio bene,

Rose Weasley.

 

P.S Salutatemi Hugo e tutti gli altri!

 

 

 

 

Rose posò la penna e rilesse la lettera; poteva andare abbastanza bene, considerò. L’avrebbe spedita domani mattina.

Si asciugò le lacrime che le scorrevano sul visto con la manica del pigiama azzurro. Aveva cercato di non trascrivere i suoi sentimenti nella lettera, pensava che se si dimostrava appena un po’ felice sarebbe stato più facile per i suoi digerire la cosa.

Chiusa tra le tendine del suo nuovo letto, Rose poté sentire chiaramente i commenti e le affermazioni non proprio gentili che le sue nuove compagne di camerata le rivolgevano.

Tutto.

Tutti si era spettata ma non quello.

Lei a Slytherin.

Lei, che era mezzosangue.

Pensò alla sera prima, quando fantasticava sulla Casa dove sarebbe stata smistata; aveva largamente considerato Ravenclaw e anche per Gryffindor aveva puntato qualche possibilità; avrebbe accettato anche andare a Hufflepuff, infondo si era sempre considerata più tosto banale…specialmente confrontata con sua madre, intelligente e famosa.

Ma mai, mai, si sarebbe aspettata Slytherin.

A sentire ciò che quella ragazzina coi capelli neri e lisci diceva, non era l’unica rimasta abbondantemente stupita.

Voleva essere una Gryffindor.

Lo aveva desiderato con tutto il cuore; ma non per se stessa, lei lo sapeva benissimo.

Voleva essere all’altezza della sua famiglia, dei suoi genitori, entrambi onorati eroi di guerra.

Era una Weasley, e che cavolo!

Essere Gryffindor era una precognitiva genetica di tutti i Weasley! Perché lei, proprio lei, doveva uscire fuori razza?

Erano queste le domande con cui si addormentò quella sera.

“La prima sera di sette lunghi anni di inferno” pensò.

 

Rose stava impalata davanti al gufo che aveva scelto per spedire la lettera.

Non sapeva che fare.

Si era svegliata presto, molo preso, quella mattina. Le sue “compagne” dormivano ancora tutte profondamente. Era uscita silenziosamente dalla stanza, era scesa per le scale a chiocciola e altrettanto silenziosamente aveva attraversato la Sala Comune di Slytherin.

La sua Sala Comune.

Si era chiesta se, un giorno, l’avrebbe mai veramente sentita sua.

Ne dubitava.

Non era neanche andata in Sala Grande per fare colazione. Assolutamente non aveva fame.

Era filata diritta verso la guferia.

Ora, però, rimpianse di non aver portato Albus con lei. Almeno avrebbe potuto avere qualcuno a supportarla; cosa di cui aveva fortemente bisogno in quel momento.

Una volta legato il foglio alla zampetta che l’animale protendeva scocciato verso di lei non si poteva tornava più indietro, i suoi genitori lo avrebbero saputo. E suo padre sarebbe morto, con tutte le probabilità.

Poteva evitare di dirglielo?

Dubitava anche di questo.

Sospirò di nuovo, l’ultimo di una lunga serie di lunghi sospiri che l’avevano accompagnata per tutta la mattinata.

“Forza Rose! Non sei mai stata una codarda –bugia-! Puoi farcela –si come no-!”

E proprio mentre stava per legare la lettera alla zampetta arrivò la svolta che si sarebbe dimostrata decisiva per la sua vita ad Hogwarts, quel due settembre.

Quale?

Scorpius Hyperion Malfoy, sguardo di ghiaccio, capelli biondissimi e pessimo carattere, entrò nella guferia.

Aveva anche lui una lettera stretta tra le mani.

Ma lui non avrebbe avuto nessun problema nello spedirla.

Probabilmente era stato sicuro di entrare a Slytherin dal giorno della sua nascita, considerò Rose.

Malfoy entrò nella guferia circolare senza degnarla di uno sguardo, legò la lettera ad un bellissimo gufo con le penne grigie e lo osservò prendere il volo.

In quel momento si accorse di lei.

Aveva uno strano sguardo, troppo serio per un ragazzino di undici anni, con un espressione corrucciata troppo simile a quella di Draco Malfoy, che Rose aveva visto in foto su qualche giornale.

-Hai qualche problema, Weasley?- le domandò apatico.

Rose sbatté un paio di volte le palpebre.

Si stava davvero rivolgendo a lei?

-No…no..io non ho nessun…ehm…problema…- la voce le si era pericolosamente assottigliata nel pronunciare l’ultima parola.

Ovvio che aveva un problema, era finita a Slytherin!

Scorpius alzò un sopracciglio.

Rose lo osservò mentre stava per lasciare la guferia.

“Ora o mai più!” pensò.

-Malfoy!- lo chiamò; il suddetto si girò nuovamente verso di lei, l’espressione un po’ stupita.

-Potresti…ehm…potresti…ecco…spedire questa lettera per me?- gli chiese, le parole le erano uscite tutte di un fiato.

In risposta il ragazzino arcuò ancora di più il sopracciglio biondo.

-Per quale motivo dovrei, dato che puoi farlo benissimamente anche tu, Weasley?-

-Perché…- iniziò -…perché non ne ho il coraggio.- sussurrò a sguardo basso, sicura di essere più rossa dello stemma del Gryffindor e con l’orgoglio accartocciato.

Teneva ancora gli occhi puntati a terra quando si senti bruscamente strappare la lettera dalle mani.

Spalancò leggermente la bocca, sorpresa, mentre osservava Scorpius Hyperion Malfoy legare la lettera al gufo.

Davvero le aveva appena fatto un favore?

Malfoy, da parte sua, stava di nuovo percorrendo la strada verso l’uscita della guferia, quando improvvisamente si girò verso di lei, ancora in credula.

-Allora?- le chiese –Non vieni in sala Grande?-.

Rose annuì con la testa e lo seguì verso il castello.

 

 

 

 

6 anni dopo.

 

 

 

Tentava di farsi strada fra il cumolo di persone eccitate radunate a cerchio intorno a qualcosa, o meglio, a qualcuno.

Possibile che anche ad Hogsmeade dovessero accadere cose del genere?

-Sono Caposcuola…fatemi passare!- urlò più volte, ma niente…non la vedevano nemmeno.

Rose si portò con una mano i capelli all’indietro e iniziò nuovamente a spingere per passare.

Impresa non facile.

-Fatemi passare!- in risposta ricevette uno spintone e si ritrovò per terra, a carponi.

Forse camminando per terra sarebbe potuta passare, considerò.

Così iniziò a gattonare tra le gambe delle persone, maledicendolo cento e più volte.

L’avrebbe sentita questa volta, eccome se l’avrebbe sentita!

Sempre gattonando riuscì a vedere uno sbocco e si avviò verso questo.

Il problema ora era alzarsi; tentò più volte, ma ogni volta il gruppo di persone urlanti la ributtava per terra. Si aggrappò ad una persona a caso e finalmente riuscì a riammettersi in posizione eretta.

Ora era in prima fila.

Poteva vedere i due ragazzi, uno biondissimo e l’altro moro, fronteggiarsi, le bacchette puntate l’uno verso l’altro.

-Qualche problema, Malfoy? Cosa aspetti? Hai paura forse? Non fai tanto lo sbruffone, ora! Hai paura d’essere scoperto dai professori? O hai più paura della Caposcuola che ti trascini sempre dietro?-

Rose sbatté le palpebre.

Scorpius non rispose, preferì squadrare Thomas Geoffer, lo stronzo che aveva parlato, con lo sguardo più freddo e privo di espressione che aveva.

-Allora?- continuò quello.

Il biondo ghignò, dalla sua bacchetta uscì un forte getto d’acqua che colpi Geoffer in pieno petto.

Il ragazzo cadde all’indietro, fracido.

Incantesimo non-verbale, considerò.

Scorpius era un vero asso  con gli incantesimi di questo genere.

Geoffer si alzò.

-Impediamenta!-

-Protego!- non era stato difficile per Scorpius evitare l’incantesimo, ma Rose decise che era ora di intervenire.

Sempre spingendo per passare, riuscì a sbucare dall’ammasso di persone nello spazio che si era formato intorno ai duellanti.

Scorpius la guardò un attimo, scocciato.

-Eccola che arriva!- le si rivolse Geoffer –Sai cosa significa farsi i cazzi propri, Weasley?Abbiamo una questione da risolvere io e la Serpe.-

Rose considerò che Thomas Geoffer era un vero coglione, se prima lo sospettava ora ne aveva la conferma.

Un coglione molto, molto stupido precisamente.

Nessuna persona con un briciolo di materia grigia si metteva a sfidare Scorpius Malfoy con tanta leggerezza.

Specialmente se accanto a Scorpius c’era lei.

Lo ignorò completamente.

-Cosa cavolo stai facendo?- chiese verso il biondo.

Scorpius la fissava ancora scocciato, -Non so…secondo te cosa credi che stia facendo?-

-Weasley togliti dai piedi!- continuava Geoffer.

-Tu stai zitto! Ti conviene andartene subito…anche voi,- si rivolse alle persone che ancora stavano assistendo, molte si erano defilate quando l’avevano vista apparire sulla scena –andatevene, MUOVETEVI!-

-Rosalie, non ti immischiare.- le sussurrò Scorpius, -Ne ho i cazzi pieni di quel coglione…-

-COSA STA SUCCEDENDO QUI?- urlò d’improvviso una voce da lontano riconoscibile come quella della professoressa Mcgranitt.

Fu il panico.

La folla iniziò a disperdersi in fretta.

-Cazzo…- sussurrò Scorpius, afferrò Rose per una mano e iniziò a correre, trascinandosela dietro.

Non si fermarono per un po’, fin quando non si trovarono all’limitare della foresta proibita, accanto alla Stamberga Strillante.

Rose boccheggiò un paio di volte, nel tentativo di prendere fiato.

Scorpius, il bastardo, se la rideva di gran gusto.

-Brutto…stron…stronzo, coglione…idiota, troll…cosa pensavi di…fare?- gli chiese, digrignando i denti.

-Grazie Rosalie, molto gentile…come al solito.- le rispose, accendendosi una sigaretta.

Rose gliela strappò di bocca e gliela buttò nella neve.

Scorpius alzò un sopracciglio, solo lei poteva permettersi di fare una casa simile senza conseguenze.

-Ne ho…abbastanza di coprirti, Scorp! Non puoi stare almeno un paio di settimane senza essere coinvolto in una rissa?-

-Non era una rissa…- la corresse, accendendosi un'altra sigaretta.

-Hai capito cosa intendo…e non fumare!- la neo-accesa sigaretta si ritrovò nella neve.

-Geoffer è un coglione!-si giustificò con un alzata di spalle.

-Grazie…questo lo sapevo anche io! Ma non mi sembra valga la pena essere sbattuto in punizione per un coglione, no?-

-Certo che ne vale la pena!-

Una tempia le pulsò pericolosamente.

-Dimmi una sola buona ragione sul perché non dovrei prenderti a schiaffi qui, ora!.-

-E poi dici a me che sono violento…ci conviene tornare al castello, la vecchia potrebbe essere ancora in giro.-

-La prima cosa sensata che dici in vita tua, idiota.- e lo seguì.

 

 

 

 

 

 

Slave gente!

Alloooora…questa è la mia prima Rose/Scorpius (una coppia che mi piace molto, ma su cui purtroppo non si trovano molte ff), quindi vi prego di essere clementi!

Non ho idea della svolta che prenderà questa fanfic perché lo scritta di getto, senza pensarci…vabbè, vedremo!

Mi raccomando, di pregoooooo di recensire, per vedere se ne vale la pena^^

 

Un bacione e alla prossima…

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


jjjjjjj

 

 

 

 

Never Ending Heart

 

 

 

 

 

 

[…]come on, come on
Put your hands into the fire
Come on, come on […]

 

Into the Fire

-Thirteen Senses-

 

 

 

 

 

Capitolo 1°

 

Fire Inside

 

 

 

 

 

 

-…per quanto riguarda i deplorevoli atti di violenza che sono stati manifestati nell’odierna gita ad Hogsmeade saranno presi seri provvedimenti. Da più di un secolo Hogwarts è la più rispettata e onorata scuola di magia della Gran Bretagna, non permetterò che simili comportamenti siano tollerati…le prossime due uscite sono annullate.- la Mcgranitt squadrò tutti con espressione severa –Questo è tutto. Buon appetito.-

Borbottii e dissensi si alzarono a gran voce all’interno della Sala Grande. Rose fulminò Scorpius con gli occhi, ma questo rimase composto nella sua solita posizione rigida ed elegante, gli occhi gelidi immobili verso un punto impreciso.

-Non scocciarmi.- le disse senza guardarla.

Ma proprio quando stava per rispondergli, una voce, una voce terribilmente irritante la precedette.

-Scorpius!-

La ragazza che aveva urlato si catapultò letteralmente al collo del ragazzo, che era inorridito appena aveva sentito il suono di quella voce.

-Ohhh…Scorp! Ho sentito di quello che è successo ad Hogsmeade! Hai fatto proprio bene ad affrontare Geoffer, dopo le voci che ha diffuso sul mio conto!-

-Potresti scendermi di dosso?- chiese irritato il biondo.

La ragazza lo guardò con fare interrogativo –Ma Scorp! Ti stavo solo ringraziando!-

Si chiamava Sarah Parkinson ed era tanto bella quando vuota, considerò Rose.

Era quel genere di ragazza che non aveva mai sentito dirsi di no in vita sua.

Aveva lunghi capelli neri e occhi azzurri, la sua divisa scolastica assomigliava orribilmente a quella di una qualche studentessa dentro a qualche cartone pornografico. Rose si era chiesta molte volte come facesse a respirare dentro ad una camicia così stretta.

Sarah era come una bambola di porcellana, dipinta a mano e con i capelli di una fibra sintetica così ben fatta da sembrare quasi vera.

Ignorarla non le costava nessuno sforzo.

Ma vederla strusciarsi a Scorpius come una gatta la disgustava profondamente.

Distolse lo sguardo, continuando a mangiare, lasciando che il ragazzo se la vedesse da solo.

Cercò tra la folla di studenti Gryffindor, tentando in intravedere Hugo, che di solito si sedeva con la cugina da qualche parte. Invece trovò solo Lily; Rose le sorrise e la cugina ricambiò sventolando la mano.

Suo fratello non c’era da nessuna parte.

Non era un buon segno.

Rose sospirò, cosa doveva fare con Hugo?

-…e poi dirti quelle cose! Ma come si fa? A te? Più che coraggio e stupidità, non trovi Scorp?-

Perché non smetteva di blaterare un attimo? E che cavolo!

E perché Scorpius alias androide di ghiaccio non le diceva niente?

Sentì pericolosamente il sangue salirle alle tempie quando Sarah si sedette letteralmente in braccio al ragazzo.

“Rosie è come una bomba ad orologeria senza timer.” l’aveva definita suo fratello una volta.

Ebbene, ci aveva azzeccato.

-Stai per esplodere.-

Si girò verso il proprietario della voce.

Zero Zabini le sorrideva con tanto di cappello anni ’30 in testa.

-Perché doveri?- gli rispose calma, cercando di non fissarlo negli occhi.

Di rimando Zero rise brevemente, con la sua solita aria da schiaffi; alzò la mano e con un dito indicò Scorpius, ancora sotto le grinfie di una più che mai scocciante Sarah.

Rose gli abbassò in fretta la mano.

-Non so di cosa stai parlando.-

-Ma io non ho parlato affatto, Rosie…ho solo alzato un dito. -, poi scosse la testa, con espressione delusa –Mio cugino è un vero idiota. Comportarsi così davanti alla sua ragazza. Più tosto maleducato, non trovi?- .

Rose arrossì improvvisamente, fulminando Zero con lo sguardo. Il ragazzo in questione non si scompose affatto, anzi, il bastardo continuò a ridacchiare divertito.

-Non sono la sua ragazza…- sussurrò flebilmente.

La risatina fastidiosa divenne più forte.

-No? Allora scusa…è stato un mio abbaglio.-, Zero si sistemò meglio il capello sulla testa.

Zero Zabini era probabilmente il ragazzo più narcisistico, egocentrico e probabilmente il più bello tra gli Slytherin del sesto anno.

Aveva lungi capelli neri, carnagione scura e occhi verdi. Figlio di Blasie e Daphne era cugino da parte materna di Scorpius.

Indossava sempre cappelli retrò, il suo marchio inconfondibile, probabilmente aveva un cappello anche per dormire.

Anche adesso era circondato da tante ragazzine adoranti –dal primo al sesto anno e qualcuna del settimo- , che le lanciavano occhiate di fuoco.

C’era abituata.

-Senti, tesoro…- la chiamò; Rose poté giurare di vedere una del terzo anno brandire un coltello abbastanza ferocemente.

Zero le passo calice abbastanza grande, di vetro, e la guardò profondamente.

Rose prese il calice e lo guardò con aria interrogativa.

-Cosa dovrei farci con questo?-

Zero sospirò –Ma cosa devo fare con te?!- e le si avvicinò ancora di più.

-Mi annoio.- le disse, afferrò una brocca d’acqua e riempì il calice –Perciò…datti da fare.- e indicò Sarah.

Quest’ultima non si era ancora staccata dal biondo, che continuava a mangiare senza degnare di uno sguardo nessuno, con la solita espressione disinteressata.

Le faceva quasi pena vederla parlare al vuoto.

-…lo sapevo che mi avresti difeso dalle ingiurie di quell’essere, Scorp! Infondo è per metà babbano, no? E’ un vero barbaro.-

-Sai anche cos’è un barbaro, Parkinson? Non smetterai mai di sorprendermi.- le disse Zero, tutto giulivo e allegro.

-Cosa vorresti dire, Zabini?- chiese Sarah.

Zero alzò le spalle, -Assolutamente nulla.-

Parkinson si girò di nuovo verso Scorpius e riprese a blaterare –Scorpius verrai con me ad Hogsmeade appena finisce la punizione, vero? Lo so che ti piaccio…mi hai difeso da quell’idiota!-

-Non credo che tu sia la persona adatta a giudicare chi è idiota e chi no.-

Si intromise Rose, giocherellando con le posate.

-Nessuno a chiesto il tuo parere, Weasley.- Sarah si staccò da Scorpius, che ora guardava entrambe disinteressato.

-Non ho certo bisogno del permesso di un’oca priva di qualsiasi materia grigia che non si accorge nemmeno che per il suo interlocutore è poco meno che una mosca, per parlare.-, Rose inclinò la testa di lato, sorridendole.

-Stronza .- la fulminò Sarah.

-Ma come sei volgare, Parkinson. Una bella ragazza come te non dovrebbe sporcarsi la bocca con certe parole. Non è educato.- Zero la affiancò, passandole il calice.

Ormai mezza tavola Slytherin li fissava.

Odiava, e sottolineò che odiava, quel genere di spettacolo.

-Con lei posso permettermi di parlare come voglio, infondo è solo una mezzosangue.-

Rose sentì un fastidioso beep sostituirsi ai suoi pensieri.

Metà Slytherin trattene il fiato e poi ammutolì.

“Mezzosangue”, dopo la morte di Tu-Sai-Chi questa parola era quasi completamente scomparsa nel mondo dei magi, forse anche dimenticata.

Ma mai del tutto, notò Rose.

Nonostante nessuno la pronunciasse più o per timore o per la memoria di coloro che erano morti durante la Grande Guerra Magica, la sentiva viva è bruciante sulla pelle.

Sua madre aveva dato modi di dimostrare quanto valesse pur essendo mezzosangue.

Ma lei? Lei cosa aveva fatto?

Nulla.

Scorpius gettò il bicchiere che teneva in mano sulla tavola e si alzò bruscamente dalla panca, gli occhi ridotti a fessure taglienti e gelide.

-Rose,- sentì dire a Zero –Ora.-

Rose fissò il bicchiere che aveva in mano, poi lo getto in faccia alla Parkinson; dopodiché uscì dalla Sala Grande.

Scorpius la seguì.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Sei un idiota.-

Si arrotolò il lenzuolo verde intorno a corpo e si alzò a sedere.

Scorpius invece rimase immobile, le braccia dietro alla testa e la sigaretta in bocca, senza neanche i boxer addosso.

-Per colpa tua sono state annullate le prossime due uscite ad Hogsmeade. Avevo delle cose da comprare per Pozioni!- continuò Rose.

-Pensi che mi interessi?- le chiese il ragazzo, voltandosi verso di lei.

-A volte sei un vero stronzo, sai?-

In risposta il ragazzo ghignò divertito, spense la sigaretta e le si avvicinò.

-Questo “stronzo” di piace però…altrimenti non ci verresti a letto, no?- e le tirò il lenzuolo da dosso.

Rose arrossì pudicamente, coprendosi con le mani. Scorpius sospirò, -Dopo quasi un anno arrossisci ancora? Sei proprio senza speranza, sai?-.

-A differenza tua nel mio vocabolario rientra la parola “decoro”.-

-Rose, abbiamo appena fatto sesso…non penso che la parola “decoro” sia adatta a questa situazione, non trovi?-

-Smettila di trasformare ogni tua frase in una domanda!- gli disse scocciata; lui in risposta rise, -Sei o non sei tu quella che ha una risposta ad ogni domanda?-

-Ti odio!- gli sibilò.

-Non ti credo..- le rispose semplicemente, ristendendosi nella sua solita posa rilassata.

Come poteva odiarlo?

Si stese anche lei avvicinandosi a lui.

-Non ti odio.- ammise sorridendo –Semmai il contrario.-

Si strinse ancora di più al corpo bollente di Scorpius e intrecciarono le gambe.

Da quando andava avanti quella storia?

Beh…ormai era più di un anno, rifletté Rose.

Rimasero un po’ in silenzio; voltandosi vero di lui Rose contemplò il profilo perfetto di Scorpius e considerò che davvero non poteva più farne a meno.

Non poteva fare a meno della sua vicinanza, del suo calore e del suo corpo sopra il suo.

Anche se era iniziato per divertimento ora, poteva scommetterci, non lo era più.

Non sapeva se Scorpius provava le sue stesse sensazioni, i suoi stessi bisogni, ma per lei tutto quello era diventato strettamente indispensabile.

-Odio quel genere di scenata.- lo sentì dire.

-Ti riferisci alla Parkinson?-

-Già.- annui il biondo –E odio il fatto che esistano ancora questi pregiudizi. Soprattutto su di te.-

Rose sospirò, -Ci sono abituata. Avrà avuto anche il coraggio di dirlo, ma non è l’unica a pensarlo.-

Scorpius indurì il lineamenti del volto e spense la sigaretta.

-Sono preoccupata per Hugo.-

Il biondo si rialzò a sede di scatto –Tuo fratello è un idiota. Qualsiasi cosa stia combinando ora stanne fuori.-

-Come faccio a starne fuori, eh?- gli domandò dura –E’ mio fratello, Scorpius. Non posso.-

Il ragazzo le si avvicinò, -Ora ascoltami bene, ti ho detto che risolverò questo problema a patto che tu ne stia fuori. Mi hai capito?-, Rose annui.

Suo fratello, quindici anni di problemi, ecco cos’era!

-E’ meglio che torni in camera mia, prima che mi diano per dispersa.- fece per alzarsi, ma una mano la trattenne per il polso.

-Non andare.- mormorò Scorpius, con il volto affondato nel cuscino e i capelli biondi sugli occhi.

-Sono stata qui anche ieri.- gli sussurrò dolcemente.

-Non andare.- ripeté.

Rose ritornò a stendersi sul letto, avvicinandosi al ragazzo.

Scorpius la tirò su di lui e iniziò a baciarla.

Per l’ennesima volta quella notte.

 

 

 

 

 

 

 

Quando quella mattina Zero Zabini salutò elegantemente la ragazza del settimo anno, con cui si era divertito quella sera, per tornare in camera sua di certo non si aspettava di trovare una Gryffindor, più precisamente una Potter, ad attenderlo nella sala comune degli Slytherin.

Lilian Potter non gli diede neanche il tempo di parlare, lo afferrò per la maglia e lo trascinò fuori dalla sala, ignorando le sue domande, a cui rispose solo con un emblematico –Abbiamo bisogno di Malfoy.-

Quando poi vide il motivo di tutto quello tutto fu più chiaro.

Lasciò la giovane Potter e corse di nuovo verso i sotterranei.

Una volta arrivato lì si catapultò nella camera di Scorpius.

Ed ecco il secondo smacco della giornata.

Naturalmente era accorrente della, chiamiamola, “relazione”, che univa suo cugino  alla rossa tutto pepe di Slytherin.

Ma vederlo era tutt’un altro effetto.

Sia Rose che Scorpius giacevano beatamente addormentati.

Nudi, entrambi.

-Ehm…- si schiarì la voce divertito.

-EHM!-

Rose aprì prima un occhio, poi un altro.

Infine catalizzò la sua attenzione sulla voce che l’aveva svegliata.

Poi abbassò lo sguardo sul suo seno –nudo- e di nuovo sulla persona che gli stava d’avanti.

L’urlo che cacciò sveglio tutta Slytherin e mezza Hogwarts.

Anche Scorpius si alzò a sedere imprecando, ma prima che potesse connettere, Zero parlò.

-Abbiamo un problema. Tuo fratello è nei guai. -

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