Lo scherzo supremo...o forse no

di micchan91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A scuola ***
Capitolo 2: *** Niente guardinaggio oggi... ***
Capitolo 3: *** Possibile? ***
Capitolo 4: *** Mike ***
Capitolo 5: *** Pinoli ***



Capitolo 1
*** A scuola ***


Non poteva crederci, non poteva essere accaduto proprio a lei...tra tanti ragazzi poi...perchè proprio lui?...

Coraline sbuffò sonoramente e distolse lo sguardo, puntandolo verso la grande finestra che dava sul giardino della scuola e picchiettò più volte la penna sul banco, producendo un suono ritmico e fastidioso per chiunque. Sentiva il chiacchericcio dei suoi compagni attorno a lei, ma non prestava caso alle loro parole, troppo concentrata sui suoi pensieri. Dopo poco smise di picchiettare con la penna e spostò lievemente lo sguardo, riportandolo all'interno dell'aula e più precisamente sulla nuca che spuntava sotto i capelli ricci e castani di Wyborn.

Non mosse lo sguardo per non incrociare il viso della biondina che stava davanti a lui, ridendo come una civetta nel tentativo di fare presa sul ragazzo e per la seconda volta Coraline sentì quella strana sensazione all'altezza dello stomaco e la voglia di alzarsi, afferrare la sua compagna di classe e scaraventarla via per allontanarla dal...maledizione il suo arcinemico! Gemette frustrata e tornò a guardare fuori. Wyborn era la persona che odiava di più al mondo! Erano anni che non faceva che torturarla con stupidi scherzi, battutine e cose simili. Cinque anni che si odiavano, cinque anni che sperava di levarselo dai piedi e invece se l'era ritrovato nella sua stessa classe quando era entrata alle superiori, nella nuova scuola dove sperava di potersi divertire di più. Se lo odiava tanto però, perchè da qualche mese a quella parte continuava a sentire quella strana sensazione ogni volta che qualcun'altra gli si avvicinava? Perchè il cuore le batteva forte quando erano vicini?

Mentre pensava queste cose iniziò a giocare automaticamente con una ciocca di capelli, intrecciandola tra le dita per rilassarsi. Non era riuscita a rinunciare al colore blu nonostante con i suoi genitori le cose andassero più o meno bene. Aveva iniziato a tingersi per fare un dispetto a loro, ma adesso quel colore lo sentiva suo nonostante le continue critiche e soprattutto le continue prese in giro di Wybie.

< Eih Jonsie > fu proprio la voce di quest ultimo a riportarla alla realtà e con un lieve sobbalzo si voltò verso il suo compagno, fulminandolo automaticamente con lo sguardo.

< Che cosa vuoi Wyborn? > chiese accentuando molto il suo nome, lo chiamava così solo quando era arrabbiata con lui, quindi praticamente quasi sempre. Lo vide sorridere e per un momento desiderò poter ricominciare quel momento, si immaginò mentre si voltava e gli sorrideva dolcemente, magari Wybie l'avrebbe guardata come guardava la loro compagna bionda...magari....

A quei pensieri arrossì senza riuscire ad impedirselo e per non farlo notare indurì ancora di più lo sguardo, concentrandosi su un punto indefinito della maglietta del compagno in piedi davanti a lei, se gli avesse guardato il viso non avrebbe controllato il cuore che avrebbe iniziato a battere troppo rapidamente per i suoi gusti. Wyborn non era uno di quei ragazzi bellissimi da copertina, ma col tempo si era fatto carino, molto, molto carino. Si era alzato di molto, il viso si era sfinato e i capelli ricci glielo incorniciavano perfettamente, in più si era iscritto al club di calcio e in cambio aveva ricevuto tutti gli addominali al proprio posto. Anche Coraline era cresciuta, i capelli le arrivavano quasi a metà schiena e il seno le era esploso con l'arrivo della pubertà, ma senza ingrandirsi come quello di alcune sue compagne, limitandosi ad arrivare ad una seconda scarsa nonostante il fisico magro lo risaltasse molto, dando così parecchi spunti a Wyborn per prenderla in giro.

Quando vide che il compagno non parlava si tirò lievemente una ciocca dei capelli con cui stava giocando con aria infastidita e si stampò un bel broncio in faccia.

< Hai qualcosa da dirmi? > brontolò, ottenendo solo un sorriso più largo.

< Mmmh, no > rise alla fine Wyborn e la ragazza alzò gli occhi al cielo, tornando poi a guardare fuori dalla finestra, decisa ad ignorarlo. Sentì però una scossa attraversarle la schiena quando le dita fredde del suo compagno le toccarono la nuca e si voltò di scatto, pronta a dare battaglia.

< Sono fredde! > quasi strillò, i muscoli delle gambe tesi e pronti a farla scattare in piedi non appena Wybie avesse inziato a scappare per non essere picchiato o pizzicato. Stavolta però il castano non fece nulla, si limitò a sorriderle e Coraline si sentì bloccata. D'un tratto le gambe le si fecero molli e non si sarebbe alzata nemmeno volendo. Lo guardò negli occhi, ben consapevole di avere un'aria confusa e smarrita. La seconda scossa partì rapida e decisa e le percorse nuovamente la schiena quando Wybie le sistemò con delicatezza dietro l'orecchio una ciocca di capelli che aveva davanti al viso. Degluttì piano e continuò ad osservarlo come una gazzella potrebbe osservare un leone pronto ad azzannarla. A quel punto il castano si mise a ridere, facendola avvampare.

< Tranquilla Jonsie, non ti mordo > disse divertito e per fortuna Coraline ritrovò la sua prontezza di riflessi e gli stampò una manata sul braccio.

< Smettila di fare il cretino > borbottò a mezza voce, non ottenendo risposta siccome la campanella era suonata.

Sbuffò a disagio e lo osservò tornare al suo posto. Per tutte le lezioni successive non le diede fastidio, nemmeno tra una lezione e l'altra e il disagio di Coraline cresceva sempre di più, per lei quella tregua poteva signoficare solo una cosa...Wybie le stava preparando lo scherzo del secolo. Quando l'ultima campanella suonò la ragazza si alzò lentamente e si gettò lo zaino sulla spalla, lanciando un' ultima occhiata furtiva al compagno e incontrando i suoi occhi che la fissavano. Si guardarono per qualche istante, poi Coraline distolse lo sguardo e si incamminò verso la porta, combattendo con tutta se stessa contro la tentazione di strappare i capelli alla bionda che era subito tornata all'attacco. Percorse il lungo corridoio a passo spedito, domandandosi cosa avesse in serbo per lei Wyborn e pregando solo che lo scemo non le facesse nulla di imbarazzante davanti agli altri. Scese le scale a due a due e imboccò l'ultimo corridoio che dava verso l'uscita. Camminava veloce, abituata com'era alle corse che si faceva per prendere l'autobus della scuola dopo che non aveva sentito la sveglia, il brutto di abitare in una casa isolata era che pochi minuti di ritardo potevano costrarti caro se non avevi la macchina. Nonostante stesse praticamente correndo e Wyborn fosse ancora al banco quando era uscita se lo trovò accanto poco prima di varcare la soglia. Sospirò piano e incassò la testa tra le spalle mentre il castano le camminava accanto senza dire una parola, facendo molleggiare allegramente la cartella sulla spalla.

Arrivarono alla fermata del bus e si misero ad aspettare insieme al mare di altri ragazzi che ridevano e scherzavano tra di loro, facendo battute e spintonandosi, finenso per far fare diversi salti all'indietro alla ragazza quando si trovava sulla traiettoria. Anche la salita sul bus non fu affatto facile per Coraline, non superava nessuno in altezza a differenza di Wyborn e nessuno era così gentile da farle spazio. Si aggrappò ad uno dei tubi più grandi e fece forza sulle braccia per non essere schiacciata, ripetendosi che mancavano solo pochi anni alla sua maggiore età, poi avrebbe preso la macchina e tanti saluti al bus, ovviamente Wybie non avrebbe mai ottenuto un passaggio da lei nonostante abitavano vicini! Sogghignò a quell'idea, ma come se l'avesse chiamato se lo ritrovò schiacciato contro, la sua schiena contro il petto grande e caldo di lui. Avvampò e tirò una gomitata all'indietro, ottenendo un suo "ouf" soffocato poi da una risata.

< Scusa Jonsie, è un po' pieno sai? > ridacchiò, ottenendo solo un'altra gomitata nel fianco. Per tutto il viaggio Coraline si sforzò di pensare a qualsiasi cosa che non fossero le loro pelli a contatto, per fortuna era inverno ed erano tutti e due con il maglione, se fosse stata estate e lei avesse avuto addosso solo una canottiera sarebbe impazzita.

Concentrata com'era non si ricordò della terribile curva che faceva l'autobus per arrivare alla loro casa, così che si ritrovò quasi sbalzata di lato. Chiuse gli occhi preparandosi alla caduta disastrosa e ridicola, ma a salvarla arrivò un braccio attorno alla sua vita, forte e protettivo. Aprì subito gli occhi e abbassò lo sguardo, riconoscendo immediatamente la maglia e quella cicatrice sul dito tanto familiare, gliel'aveva fatta lei mordendolo una volta che aveva tentato di farle mangiare una lumaca. Sentì subito un'ondata di calore invaderla.

< Sto stare in piedi da sola, grazie! > esclamò subito , la sua voce era arrivata di qualche ottava sopra il normale e per quanto sperasse che non l'avesse notato la risata del compagno glielo confermò pochi istanti dopo. Gli diede un'altra gomitata poco convinta e appena Wybie liberò la presa sentì il desiderio di riattaccarsi a lui, ovviamente ricacciò immediatamente quel pensiero in un angolo remoto della sua testa e iniziò a pensare ad altro.

< A domani Coraline > la salutò il castano quando entrambi scesero dal bus con un balzo, entrambi stropicciati da quella marea di gente.

< Si...a domani > brontolò correndo subito sulla stradina sterrata che arrivava al pink palace, pregando con tutto il cuore che lo scherzo arrivasse presto, o lei sarebbe impazzita.

 

 

 

 

Angolino dell'autrice

L'altro giorno ho visto la foto di una coppia di cosplayer che ha fatto Coraline e Wyborn che si baciavano...ed è ripartita la ship così dopo essermi rivista il film ho sentito l'impulso di scrivere qualcosa su di loro <3 spero che il primo capitolo vi sia piaciuto. Baci <3

 

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Capitolo 2
*** Niente guardinaggio oggi... ***


Una bambola, uguale a lei con bottoni al posto degli occhi e artigli, artigli lunghi che cercavano di afferrarla finendo per serrarsi attorno alla sua gola...

Coraline si mise a sedere di scatto sul letto, facendo sobbalzare il gatto che dormiva placidamente ai suoi piedi. Si guardò attorno con aria febbrile, fissando i punti che oramai sapeva a memoria, non aveva mai cambiato alcune cose nella sua stanza per essere certa che, aprendo gli occhi, non si ritrovasse dall'altra parte della piccola porta. Prese un lungo respiro e si allungò per accarezzare il gatto con movimenti ritmici, la porta era stata chiusa, la chiave gettata nel pozzo, non c'era più nessun pericolo. Sorrise osservando il suo micio stiracchiarsi e lanciarle un'occhiata infastidita prima di saltare giù dal letto.

< Scusa Micio > ridacchiò a mezza voce, poi fece un largo sbadiglio e guardò l'ora, le otto del mattino. Immediatamente mugolò infastidita e si lasciò ricadere sul letto, era sabato, avrebbe potuto dormire e invece come al solito un incubo l' aveva strappata al sonno e non le avrebbe concesso di riaddormentarsi. Strinse forte il cuscino tra le mani e sospirò lievemente, perchè gli incubi non la svegliavano mai quando doveva arrivare in orario a scuola?

Rimase ancora qualche minuto sotto le coperte, ascoltando distrattamente i rumori provenire dalla cucina, sua madre e suo padre probabilmente erano svegli già da ore, indaffarati nel finire l'ennesimo catalogo che gli era stato commissionato. C'era da dire che avevano fatto carriera ed erano molto richiesti, ma questo voleva dire più lavoro e più lavoro significava meno tempo per lei e meno tempo per lei...beh, non significava nulla, oramai la fase adolescenziale l'aveva passata, insomma, quasi del tutto...Con i suoi genitori le cose andavano bene, avevano trovato un certo equilibrio e a Coraline bastava aver ricevuto il permesso di potersi cucinare da sola, fare la spesa o mangiare fuori, il resto era irrilevante. Non c'erano più recite da saltare, cene rimandate o cose del genere come quando era piccola, c'erano solo i suoi e lei in quella grande casa e i loro fugaci incontri la mattina o la sera, tutto qui.

Mugolò infastidita nel sentire il frullatore partire al piano di sotto, il rumore rimbombava perfettamente tra le pareti di quella casa vecchia, se non l'avesse svegliata l'incubo si sarebbe svegliata sicuramente con quell'attrezzo infernale. Pochi istanti dopo si lasciò sfuggire uno sbadiglio e si rimise seduta, stavolta più lentamente, si stropicciò gli occhi e afferrò la spazzola che aveva poggiato sul comodino. Cinquanta spazzolate dopo i suoi capelli erano tornati lisci e se li legò in una coda alta. Con un movimento leggero si mise seduta e si stiracchiò osservando l'albero davanti casa, le foglie si muovevano molto rapidamente, doveva esserci un gran vento fuori. Immediatamente mise il muso, aveva in programma una mattinata in giardino, china sul suo orto nella speranza di riuscire a salvare i fiori, ma con quel vento gelido sarebbe morta prima lei. Infilò le ciabatte e si trascinò al piano di sotto, sorridendo divertita nel trovare suo padre litigare con il frullatore.

< Maledettissima presa malandata > stava borbottando. Coraline gli si avvicinò e si sporse sul bancone per dare un colpetto alla presa, facendo ripartire il frullatore, con tutto il tempo libero che aveva a disposizione aveva imparato tutti i trucchetti per far funzionare ogni cosa lì in quella casa. L'uomo le rivolse un sorriso e le diede una pacca sulla spalla.

< Oggi niente scuola? > le chiese riprendendo ad armeggiare con la sua centrifuga di verdure, da quando la mamma lo aveva messo a dieta era diventato un guru di centrifughe, frullati e schifezze varie.

< E' sabato papà > rispose lei afferrando dallo scaffale i cereali, per niente toccata dal fatto che l'uomo non sapesse neanche che giorno fosse, non era raro che perdesse il conto dei giorni.

< Oh, sabato, ma certo > ridacchiò mentre Coraline si sedeva a tavola, versandosi i cerali e inondandoli con il latte.

< Domani io e tua madre non ci saremo, abbiamo una conferenza > la avvertì sedendosi davanti a lei, afferrando il giornale del giorno con tutta l'intenzione di sprofondarci dentro il naso.

< Ah ah > gli rispose semplicemente Coraline senza molta attenzione, concentrata sul giochino della nuova scatola di cerali.

< Tu potresti uscire con....Wyborn no? > si sentì dire e laciò cadere la scatola con un tonfo, guardando il padre, ma riuscendo a vedere solo il giornale.

< Papà...> iniziò, poi prese un bel respiro e decise di lasciar cadere il discorso, probabilmente il padre ripeteva solo le parole di sua madre, convinta che essere amica di Wyborn le avrebbe fatto bene. "Wyborn ha tanti amici" "lui si diverte" "esce spesso", tutte cose che la donna non faceva che ripreterle e la risposta di Coraline era sempre e solo una "che stupidaggine".

< Dico davvero, non sembra un cattivo ragazzo > continuò però l'uomo e stavolta Coraline si lasciò sfuggire uno sbuffo irritato.

< Wyborn lo odio, fine del discorso > disse con un tono che sperava non ammettesse repliche. Sentì suo padre muoversi a disagio da dietro il giornale e alzò gli occhi al cielo, era palese che fosse stata sua madre a costringerlo a parlarle. Per bloccare ogni suo altro tentativo di conversazione afferrò la parte superiore del giornale e la abbassò finendo per appallottolarlo contro le sue mani.

< Qualunque cosa stiate pensando tu e le mamma, la risposta è no > disse perentoria e il padre la fissò per un istante, aprì la bocca per ribattere, poi la chiuse.

< Bene, presumo non siano affari miei > sentenziò e diede uno strattone al giornale per farlo tornare dritto. Coraline sorrise soddisfatta e tornò alla sua colazione, cercando nello stesso tempo un modo per passare la giornata, non voleva restare chiusa tutto il giorno in casa, ma non voleva nemmeno uscire e congelarsi. Di andare in città non se ne parlava, l'autobus il sabato passava ogni ora più o meno e comunque non c'era nulla di così interessante da spingerla ad arrivarci. Prese in considerazione di finire il libro che aveva iniziato qualche giorno prima, ma alla fine decise di buttarsi davanti alla televisione con la sua fedele coperta sulle spalle. Rimase a fare zapping per un po', poi il vento aumentò solo di poco e la ricezione sparì. La ragazza si lasciò sfuggire un lamento infastidito, non era possibile essere così sfortunati. Spense la tv, ma di uscire dal calduccio della sua coperta non se ne parlava. Allungò così la mano verso il basso tavolino accanto al divano e prese il libro che stava leggendo sua madre, immergendosi nella lettura. Quando alzò gli occhi dall'ultima pagina era pomeriggio inoltrato, la casa era silenziosa e dei suoi genitori nemmeno l'ombra. Poggiò nuovamente il libro sul tavolino e si stiracchiò con un mugolio, ricacciando in un angolino della sua mente l'ansia che le prendeva quando tutti sembravano spariti nel nulla in quella casa. Con un moto di coraggio si tolse la coperta di dosso, ma scoprì con piacevole sorpresa che non faceva così freddo come si era immaginata, di fatti quando si voltò verso la finestra notò un bel sole invernale che scaldava il tutto. Sorrise felice e fece per salire in camera sua a prendere ciò che le serviva per il giardinaggio quando sentì suonare il campanello. Si bloccò sul primo scalino alzando gli occhi al cielo e si diresse alla porta di casa, aprendola.

Non appena i ricci di Wybie entrarono nella sua visuale venne travolta da un mare di emozioni come al solito. Si morse piano il labbro inferiore e osservò dal basso il suo bel viso sorridente. Doveva fare comunque abbastanza freddo di fuori nonostante il sole perchè il ragazzo indossava una giacca pesante.

< Eih, bel pigiama > ridacchiò lui, facendo ricordare a Coraline che era andata ad aprire con i capelli spettinati e in pigiama. Si sentì immediatemente avvapare e si nascose dietro la porta.

< Cosa vuoi Wyborn? > gli chiese acida, cercando di sistemarsi i capelli con le mani come poteva, disfacendo la coda e rifacendola alla svelta.

< Invitarti al lago > rispose lui, affacciandosi per guardarla oltre la porta. Coraline smise subito di cercare di darsi una sistemata, troppo imbarazzata nel fargli notare che cercava di rendersi presentabile. Continuava a ripetersi che lo faceva solo per non dargli spunti per prenderla in giro, ma la realtà era che non voleva che la vedesse così, con il suo adorato pigiama con le stelline e i capelli all'aria, voleva che la trovasse bella, attraente... desiderabile. A quell 'ennesimo pensiero gemette piano e diede una manata sul viso di Wyborn per spingerlo nuovamente fuori la porta, nascondendosi al suo sguardo, ma non alla sua risatina.

< Guarda che ti sta bene davvero quel pigiama > ridacchiò e Coraline prese un lungo respiro per non rispondergli male, non voleva farlo.

< Comunque, ci vieni? Ci vengono tutti > ripetè.

< Tutti chi? > chiese Coraline sull'attenti, ecco dove voleva fargli lo scherzo, al lago...

< Tutti quelli della classe, il lago è ghiacciato e andiamo a pattinare > rispose mentre Coraline cercava di pensare a quali scherzi potesse farle, affogarla no di sicuro, ma poteva sempre farla cadere come una pera cotta facendole fare la figuraccia del secolo.

< Ho pensato che con questo tempo i tuoi progetti di giardinaggio fossero saltati, così mi sono detto che magari non ti andava di stare in casa ad annoiarti e ho pensato che...si beh, volessi venire > gli sentì dire mentra era ancora intenta a fare le sue congetture e si bloccò, Wyborn aveva pensato a lei e soprattutto si era ricordato che oggi voleva fare giardinaggio. Sentì nuovamente calore all'altezza delle guance e se le toccò con un sospiro.

< Jonsie? Ci sei? > ridacchiò riportandola alla realtà.

< Si...si Wybie ci sono > disse a mezza voce.

< Ok, vengo...ci vediamo lì > aggiunse poi, meglio toglierselo subito di torno lo scherzo, in più era preparata, pronta al contrattacco, quindi non era detto che sarebbe stata lei a fare una figuraccia.

< Bene, viene a prenderci Jessica con sua madre tra mezz'ora, ti aspetto all'entrata di pink palace > disse e Coraline ascoltò i suoi passi allontanarsi prima di chiudere la porta.

< Jessica...fantastico > borbottò, la biondina che faceva la corte a Wyborn li andava a prendere...se l'avesse saputo prima...ma oramai aveva detto di si e comunque una bella giornata al lago non le dispiaceva, era pur sempre un diversivo per non stare a casa. Salì in camera e si mise gli abiti più pesanti che aveva, poi lasciò un biglietto ai suoi anche se non l'avrebbero sicuramente letto ed uscì all'aria fredda, prese un altro bel respiro e si avviò verso l'entrata di pink palace dove Wyborn e Jessica la stavano aspettando.

 

 

Angolino dell'autrice

Ed ecco il secondo capitolo <3 Appena posso voglio anche disegnare qualcosa su di loro, magari ve la posto <3 Spero che vi sia piaciuto! Baci <3

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Capitolo 3
*** Possibile? ***


Il viaggio in macchina fu più difficile da sopportare di quanto credesse. Schiacciata tra il finestrino e Wyborn non faceva che fissare fuori, concentrandosi su qualsiasi cosa che non fosse la voce petulante e civettuola di Jessica. La sua sorellina era seduta sul sedile antieriore, il che aveva impedito che Wyborn si mettesse davanti visto che era il più grande fisicamente, lasciando Jessica e Coraline libere di sedersi dietro, molto distanti l'una dall'altra. La bionda non faceva che parlare di ogni cosa le passasse per la testa, ma la cosa più fastidiosa era che Wyborn rideva alle sue battute, le sorrideva, la toccava...Coraline sentiva chiaramente la coscia del ragazzo premere contro la sua e ad ogni curva si lasciava sfuggire un sospiro appena il corpo del suo compagno si premeva contro di lei.

< Eccoci arrivati > appena sentì dire queste parole Coraline aprì lo sportello e si fiondò fuori, prendendo una bella boccata d'aria. Rimase concentrata sul panorama, ignorando ancora Jessica mentre si vantava di essere un ottima pattinatrice. Si voltò giusto per ringraziare la madre, la bellissima donna bionda che sembrava avere vent'anni di meno della sua, poi si avviò a grandi passi verso la spiaggetta dove tutti i suoi compagni di classe si erano andati a mettere. Salutò distrattamente alcuni di loro e anche alcuni ragazzi della scuola un po' più grandi di lei, li conosceva solo perchè erano amici di Wyborn e si sentivano in diritto di parlarle, cioè di prenderla in giro con battutine stupide da ragazzi stupidi. Sorrise quando notò che c'era anche Emily, l'unica ragazza della classe che le stesse veramente simpatica. Non era riuscita a farsi dei veri amici come quelli che aveva lasciato nella sua vecchia città, quelli che ogni tanto la venivano a trovare e che la facevano sentire davvero felice, ma lì aveva qualche amico con cui andare d'accordo e le stava davvero bene così, due migliori amici anche se lontani erano sufficenti. Si avvicinò rapida ad Emily e si sedette con lei sul tronco di un albero caduto. Lei subito le rivolse un largo sorriso prima di tornare a concentrarsi sulla chiusura dei pattini. Coraline aprì la borsa per tirare fuori i suoi e iniziò a indossarli.

< Non pensavo saresti venuta, Wyborn aveva detto che dovevi pensare al giardino > le disse Emily e Coraline la guardò un momento, a quanto pareva Wyborn parlava molto di lei...

< Si beh, faceva troppo freddo oggi per stare ferma in giardino > disse con un sorriso.

< Piuttosto, sai che scherzo ha in mente? Solitamente si vanta con tutti quando ha un'idea geniale > ridacchiò poi cercando di mantenere un tono vago, lo sguardo che le lanciò Emily la mise subito sul chi va la, ma durò solo un istante prima che la compagna le sorridesse.

< No, non so se ti sta preparando uno scherzo > le disse tranquilla, ma Coraline oramai aveva tutti i muscoli tesi, stavolta doveva essere uno scherzo bello grosso.

In poco tempo si accorse che in molti le lanciavano qualche occhiata e iniziò a sentirsi tesa, quante persone aveva coinvolto per metterla in imbarazzo? Decise che non le importava, si sarebbe tenuta pronta e appena avesse intuito qualcosa avrebbe reagito, Wyborn avrebbe trovato pane per i suoi denti!

Sogghignò tra se e se, affondando il viso sul ginocchio per non farsi vedere e finì di allacciare anche il secondo pattino tirando per bene le cinghie. Quando si mise dritta ci mise solo qualche istante a trovare l'equilibrio e poggiò le mani sui fianchi, osservando per qualche istante i ragazzi che già pattinavano sul lago ghiacciato. Il panorama era da incanto, qualcosa di così bello era raro da trovare e Coraline sorrise felice, per tanto tempo era stata convinta che quel piccolo paesino non potesse darle granchè, ma col tempo si era ricreduta, trovava spesso e volentieri luoghi meravigliosi che era grata di poter ammirare. Fece il primo passo solo quando si mosse anche Emily e le due arrivarono rapide alla lastra d'acqua ghiacciata. Coraline soppesò per qualche istante quanto fosse spesso il ghiaccio, temendo che non reggesse tutta quell'orda di ragazzi, ma quando notò che era molto spesso si fece coraggio e ci mise un piede sopra, lasciandosi poi scivolare. Sentì il ghiaccio scricchiolare sotto ai suoi piedi, ma già dopo qualche istante non ebbe più paura e si lasciò andare completamente, iniziando a pattinare veloce ed evitando chiunque le si parasse davanti. Amava pattinare, forse lo amava quasi quanto occuparsi del suo giardino anche se preferiva farlo quando non c'erano tutti quei ragazzi che si spintonavano e urlavano.

Per un po' pattinò tranquillamente, perdendosi con lo sguardo nel panorama e dimenticandosi quasi del fatto che Wyborn stava per farle uno scherzo. Se ne ricordò solo vedendo il gruppetto di ragazzi con i quali il suo compagno stava sempre e si fermò di scatto, osservandoli. Non vide il castano tra di loro e vagò con lo sguardo alla sua ricerca, ma senza trovarlo, non poteva essersene già andato. Lanciò un'occhiata di traverso ad uno dei ragazzi del gruppo che la stava fissando con un sorrisetto divertito e si allontanò di poco da loro, andandosi a mettere in un punto strategico, da lì vedeva per intero tutto il lago e la spiaggia. Di Wybie nemmeno l'ombra e poco dopo notò che nemmeno Jessica era presente. Immediatamente sentì la bile tornarle su e strinse le labbra, i due erano spariti...insieme. Strinse forte i pugni e prese un lungo respiro, non erano affari suoi no? E poi se Wyborn era lontano voleva dire che non aveva intenzione di farle uno scherzo, o almeno non ancora, e quindi poteva pattinare tranquillamente. Si diede la spinta con il piede e fece qualche metro cercando di scacciare via quella sensazione all'altezza dello stomaco, ma oramai pattinare aveva perso ogni attrattiva e lei non ne aveva più voglia. Con uno sbuffo irritato si spinse verso la spiaggia e uscì fuori dalla pista, camminando rapidamente fino al tronco caduto e sedendocisi con un tonfo. Poggiò il mento sulle mani e si mise a guardare con aria truce tutti quelli che si divertivano, odiandosi per essersi fatta rovinare l'umore da una cosa così maledettamente stupida. Non doveva interessarle con chi era il suo compagno al momento, non avrebbe dovuto importarle niente! Non era felice quando la sua brutta faccia non era nei paraggi? Quando la sua odiosa voce non raggiungeva le sue orecchie?

Si tirò una ciocca di capelli che era sfuggita da sotto il cappello e rimase lì a rimuginare tra se e se con lo sguardo perso nel vuoto. Non seppe nemmeno quanto era passato quando Wyborn e Jessica ricomparvero, uscendo fuori dalla foresta a pochi passi l'uno dall'altra. Coraline cercò quasi di fulminarli con il solo potere dello sguardo nonostante non la stessero guardando, non avevano nemmeno avuto la decenza di tornare separatamente! Con uno sbuffo abbastanza forte rimase a fissarli, notando però che, se Wyborn aveva un sorrisetto stampato in faccia, Jessica sembrava davvero molto ma molto arrabbiata. Coraline sapeva che non era bello il fatto che si sentisse stranamente euforica di fronte all'espressione furiosa di Jessica, per questo si morse il labbro e abbassò la testa quando le sue labbra si tesero automaticamente in un largo sorriso. Si passò una mano sul viso per scostarsi una ciocca ribelle che le solleticava il naso e sospirò felice, dandosi nello stesso tempo della sciocca per la reazione che stava avendo.

< Eih Jonsie, hai fatto una caduta spettacolare che mi sono perso? > la voce di Wyborn le fece alzare la testa di scatto, così presa dai suoi pensieri non si era nemmeno accorta che si era avvicinato e che si era seduto accanto a lei. Per un momento rimase a fissarlo imbambolata, senza recepire ciò che gli aveva detto. Lo sguardo del suo compagno si fece preoccupato e si sporse lievemente in avanti.

< Ti sei fatta male? > le chiese con sincera preoccupazione che lasciò Coraline davvero basita, solo pochi anni prima le aveva fatto fare un volo giù dagli scogli rischiando di romperle l'osso del collo senza preoccuparsi minimamente per lei e ora si preoccupava che fosse caduta.

< Coraline? > la chiamò ancora allungando una mano verso di lei e la ragazza si riscosse.

< Ah! Sto bene Wyborn! Stavo solo riposando! > esclamò scattando all'indietro per evitare che lui la toccasse. Si sentì arrossire quando lui si aprì in un sorriso sollevato.

< Meno male, ho saputo che prima uno dei nostri compagni si è storto una caviglia pattinando, bisogna fare attenzione > esclamò allegro e Coraline continuò a fissarlo con una strana espressione, forse qualcuno aveva scambiato il vecchio Wyborn con uno nuovo lì nella foresta, magari Jessica era una strega! L'idea le fece tornare in mente l'altro Wybie e la sua altra madre e rabbrividì, scacciando immediatamente quel pensiero.

< Stai ripensando a quel sogno? > le chiese all'improvviso il castano.

< Come? > mormorò lei, strofinandosi una mano sulla manica del cappotto per scacciare via i brividi.

< Il sogno della porta...> rispose cauto il ragazzo, i genitori di Coraline l'avevano portata da uno psicologo dopo che lei aveva iniziato a svegliarsi urlando quasi tutte le notti e tutta la storia della porticina, dell'altra madre e della scomparsa dei genitori era stata attribuita ad un sogno, quello era l'unico argomento sul quale Wyborn non scherzava mai nonostante ne avesse di spunti per farlo. Lei lo guardò con aria interrogativa, chiedendosi come avesse fatto a capirlo e lui sorrise.

< Fai sempre la stessa espressione quando ci pensi > le rispose come se le avesse letto nel pensiero e Coraline strinse le labbra, possibile che la conoscesse così bene? Non rispose e continuò a fissarlo, lui le rivolse un'occhiata preoccupata per ancora qualche istante, poi tornò a sorridere e si alzò.

< Beh Jonsie, io vado a pattinare, quando avrai finito di fare la vecchietta raggiungici pure > ridacchiò e lei gli regalò una bella linguaccia.

< Guarda che ho molte più energie di te! > ribattè alzandosi in piedi di scatto, ma nel farlo perse l'equilibrio per via dei pattini e si sbilanciò in avanti, venendo subito intercettata dal corpo del compagno.

< Noto > rise rimettendola dritta, senza notare il cuore di Coraline battere all'impazzata.

< Avanti gambe mosce, ti aspetto > rise ancora e si staccò da lei, correndo fino al lago ed entrando nella pista ghiacciata con un balzo che avrebbe fatto cadere chiunque, ma non lui. Coraline lo fissò per qualche istante, in attesa che la sensazione del calore di lui svanisse, poi si diede dell'idiota per la milionesima volta e si avviò a sua volta verso la pista, adesso che Wyborn era lì avrebbe davvero dovuto tenere gli occhi aperti.

 

 

Angolino dell'autrice

Ed ecco il terzo capitolo :) (scoprirete presto cosa hanno fatto Wyborn e Jessica nella foresta tranquilli!) Spero che vi sia piaciuto, baci <3

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Capitolo 4
*** Mike ***


Coraline si concentrò sul rumore che faceva il ghiaccio quando i suoi pattini ci passavano sopra e prese un lungo respiro, il suo cuore non voleva tornare a battere alla giusta normalità e nonostante non volesse ammetterlo non era per la paura dello scherzo, ma per ciò che era successo prima. Wyborn sembrava ignorarla, se ne stava con il suo gruppo di amici a fare lo scemo, cadendo spesso e volentieri sul ghiaccio e ridendo a crepapelle, non le aveva lanciato nemmeno uno sguardo da quando era entrato in pista. La ragazza svoltò lievemente a destra per tornare indietro ed evitare di avvicinarsi troppo al gruppo, presa come sempre dai suoi pensieri, ma quando si rivoltò vide che stavolta Wyborn la stava fissando con un sorrisetto. Immediatamente si fermò e lo guardò a sua volta, i muscoli tesi e pronti, stava per succedere! Chissà cosa sarebbe spuntato e da dove....Voltò lo sguardo in entrambe le direzioni, ma non successe niente e quando voltò nuovamente lo sguardo sul compagno quello era tornato a fare lo scemo. La ragazza sospirò piano, forse stava ingigantendo la cosa...Fece per riprendere la sua pattinata, ma venne investita da qualcosa che per il suo corpo minuto era molto simile ad un tram. Il corpo di Mike, uno dei ragazzi più grandi della scuola sia fisicamente che d'età la travolse, buttandola a terra e cadendole sopra. Lei lanciò un urlo e il mondo si capovolse facendola atterrare su un braccio e facendole sentire un sonoro "crack" appena il suo polso si piegò. Coraline urlò ancora, stavolta di dolore e quasi non sentì le scuse che continuava a ripetere Mike.
< Non ti ho vista! > continuava a dirle, ma Coraline era concentrata sul dolore che le si irradiava lungo tutto il braccio. Si mise seduta, aprì gli occhi pieni di lacrime e con un grande sforzo spostò lo sguardo sul polso temendo di trovarlo piegato in una posizione strana. Per sua fortuna era nella stessa posizione di sempre nonostante facesse un gran male e si lasciò subito sfuggire un sospiro di sollievo. Alzò lo sguardo su Mike che la osservava con gli occhi pieni di terrore.
< Dove ti fa male? > le chiese e lei in risposta alzò il braccio, incapace di parlare.
< Scusa...ti porto subito al pronto soccorso! Dammi solo il tempo di levarmi i pattini! >  esclamò e si mise in piedi rapidamente, scattando verso la spiaggia e mollandola lì seduta. Coraline lo guardò e sospirò dolorante, avrebbe almeno potuto aiutarla ad alzarsi. Intorno a lei si era già radunato un gruppetto di ragazzi che avevano visto la scena e Coraline tornò a fissarsi il polso, si stava gonfiando rapidamente...
Mentre se lo stava ancora guardando sentì una mano scivolarle sotto le gambe all'altezza delle ginocchia e si sentì sollevare. Senza riuscire ad impedirselo lanciò uno strilletto e si aggrappò con forza alla persona che la stava alzando usando solo il braccio sano. Si voltò a guardare chi fosse solo dopo qualche istante e quando realizzò che era Wyborn arrossì furiosamente.
< C-Che fai?! > esclamò con voce stridula.
< Ti sto portando alla spiaggia  > rispose lui, la sua voce tradiva l'agitazione.
< Guarda che so camminare! Non mi sono storta la caviglia! > ribattè, desiderosa solo di interrompere il contatto.
< Lo so, ma rischi di scivolare e sbattere di nuovo il braccio! > le disse lui preoccupato.
< Non mi fido del tuo equilibrio! > tentò ancora Coraline e stavolta Wyborn sbuffò divertito.
< E' sicuramente migliore del tuo > le disse e Coraline nonostante il dolore gli fece una smorfia, rassegnandosi all'idea di dover essere portata. Arrivarono alla spiaggia comunque dopo pochi secondi e Coraline si preparò per essere messa giù, ma Wybie la portò fino al tronco per poi mettercela delicatamente sopra. Si sedette al suo fianco e si tolse rapidamente i pattini, infilandosi gli stivali, poi si inginocchiò davanti a lei e iniziò ad armeggiare con le cinghie dei suoi pattini. Coraline sentì le guance andare letteralmente in fiamme mentre le lunghe dita di Wyborn si serravano delicatamente attorno alla sua caviglia per tenerle fermo il piede mentre le sfilava il pattino. Wyborn le tolse rapidamente entrambi i pattini e le rimise le sue scarpe e per tutto il tempo il cervello di Coraline rimase staccato, totalmente assente. Non riusciva a pensare ad altro che al contatto delle mani del ragazzo sulle sue gambe, al suo viso concentrato e preoccupato e la vocina che le urlava che quello era il suo peggior nemico taceva, sconvolta anche lei.
< Ecco fatto > disse alla fine il ragazzo alzandosi per poi afferrare la giacca che Coraline aveva lasciato sul tronco dato che mentre pattinava aveva caldo. Coraline si sentì afferrare la mano e tirare in piedi e si trovò faccia a faccia con Wyborn.
< Ti fa tanto male? > ci mise qualche istante a capire cosa gli stesse chiedendo e solo in quel momento una stilettata di dolore al polso le fece ricordare il perchè di tutta quella scena.
< Un po', niente di grave > riuscì a dire ricollegando il cervello. In quel momento Mike tornò di corsa da loro con le chiavi della macchina che tintinnavano tra le dita.
< Andiamo!  > esclamò guardando Coraline con aria mortificata, poteva essere grande e grosso ed essere stato bocciato una o due volte, ma in fondo era un orso buono. Coraline annuì e gli sorrise rassicurante per non spaventarlo e agitarlo ulteriormente, ma si irrigidì quando vide Wyborn camminarle accanto.
< Che pensi di fare? > chiese a mezza voce e lui la guardò stupito.
< Vi accompagno > rispose come se fosse una cosa normalissima. Coraline stava per rispondergli che non serviva, ma Mike la anticipò, diede una pacca a Wyborn esclamando un felice "grazie amico" e corse verso la macchina. Coraline non potè fare altro che seguire i due ragazzi e infilarsi sul sedile posteriore insieme a Wyborn. Per tutto il viaggio non fece che stringersi delicatamente il polso, ad ogni buca e sobbalzo della macchina il dolore le arrivava al cervello, ma cercava di non darlo a vedere. Quando strinse i denti per l'ennesima volta sentì un tocco gentile afferrarle il polso dolorante.
< Aspetta, tienilo così, farà meno male > le disse gentilmente Wyborn per poi portarsi il polso della ragazza sulle gambe, riuscendo a tenerglielo più fermo di quanto stesse riuscendo a fare la ragazza fino a quel momento. Coraline avrebbe voluto protestare, urlargli che non ne aveva bisogno, che sapeva badare a se stessa e che sicuramente lui non poteva sapere se così le avrebbe fatto meno male...ma non riuscì a fare nulla, il polso le faceva davvero meno male, stretto delicatamente tra quelle mani grandi e calde e la sensazione di calore e benessere sembrava diffondersi in tutto il suo corpo. Alla fine Coraline si limitò a sospirare, distogliere lo sguardo e borbottare un "grazie" al quale Wyborn rispose con una mezza risata.
< Cavolo Mike, accelera, Jonsie ha sbattuto anche la testa! > esclamò con aria vagamente divertita, ridendo ancora più forte quando Coraline tentò di colpirlo con la mano sana.
< Aspetta...Jonsie? Non ti chiami Coraline? > esclamò Mike, accelerando senza capire la battuta.
< Si Mike, mi chiamo Coraline > sbuffò la ragazza, cercando di schiacciare il piede di Wyborn dopo che la manata non finì a segno.
< Un nome comune che fa pensare ad una...ouf.. > rise Wyborn senza riuscire a finire la frase dato che il piede di Coraline riuscì nel suo intento, ovvero schiacciare con forza quello del suo nemico.
< Siamo arrivati > l'annuncio di Mike bloccò qualsiasi esclamazione colorita di Coraline, dato che per ribellarsi a Wyborn aveva mosso troppo rapidamente il polso. Coraline tolse il polso dalle mani di Wyborn e si fiondò fuori dall'auto.
< Tranquillo Mike, mi farò venire  a prendere da mio padre, lavora vicino all'ospedale > mentì con il solo scopo di poter entrare da sola. Il ragazzone fece per protestare, ma Wyborn gli diede una pacca amichevole.
< Tranquillo, resto io con lei > disse scendendo a sua volta dall'auto, sorridendo alla ragazza con fare amichevole. Nuovamente Coraline non fece in tempo a protestare che l'auto di Mike partì insieme all'esclamazione "allora ti lascio in buone mani Coraline", lasciando i due ragazzi lì da soli. Coraline si lasciò sfuggire l'ennesimo sbuffo irritato e si voltò verso l'ospedale, pregando solo che non ci volessero ore come al solito...
Non avrebbe retto...


Angolino dell'autrice
Ciao a tutti! Sono ricicciata fuori dopo secoli xD Ho finalmente ripreso in mano le veccchie fict e piano piano voglio finrle tutte, di questa mi manca solo il capitolo speciale e poi è terminata, spero vi piaccia! 

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Capitolo 5
*** Pinoli ***


 < Allora, non ti sei ancora stufato?  > sbuffò Coraline cercando una posizione più comoda per  la sua povera schiena dolorante, erano già due ore che erano seduti in sala d'attesa, nonostante fossero in un maledetto piccolo paesino quel pronto soccorso sembrava strapieno. Wyborn non aveva fatto altro che fare conversazione con chiunque si sedesse lì accanto a loro e nei momenti morti aveva passato il tempo a tamburellare con le dita sulla propria gamba, creando dei motivetti sciocchi e fastidiosi.
< Di fare cosa? > le chiese lui voltandosi a guardarla, a parte qualche battuta per prenderla in giro con le infermiere e con le persone con cui aveva parlato si stava comportando in maniera ineccepibile, il che mandava Coraline in totale confusione. Le piaceva Wyborn, ma non sapeva come comportarsi con lui se si comportava in maniera così carina.
< Di stare qui  > rispose lei senza guardarlo, stringendo  delicatamente il polso  ormai di un preoccupante colore violaceo.  
< Ho detto che ti avrei tenuto compagnia > ribattè lui cercando di mettersi più comodo.
< E poi qui mi conoscono nel reparto radiologia, sono di casa > rise salutando con un cenno della mano una delle infermiere che passavano.
< Questo perchè sei uno scemo > sbuffò la ragazza alzando gli occhi al cielo, aveva perso il conto per tutte le volte che Wyborn si era presentato a scuola con braccia o gambe fasciati o ingessati, una volta era arrivato con un vistoso ficozzo sulla fronte, tanto grande da costringerlo a tenere un occhio chiuso.
< Beh, l'avventura ha i suoi pericoli > ribattè lui con un largo sorriso, facendole scuotere la testa.
< Scemo > ripetè semplicemente, sobbalzando quando lui le pizzicò una coscia con delicatezza.
< Sicuramente ho molto più equilibrio di te > le disse e stavolta lei lo guardò negli occhi.
< Tra poco ti faranno una targa nel reparto radiologia, io è la prima volta che vengo. Vogliamo davvero fare questa gara? > disse alzando un sopracciglio, preparandosi ad una bella battaglia fatta di parole sagaci e  battutine come erano soliti fare, ma Wyborn alzò le mani in segno di resa.
< Touchè > disse semplicemente con un sorriso che pareva di scuse e Coraline lo guardò quasi oltraggiata.
< Mi spieghi perchè fai così?! > sbottò e stavolta fu il turno di Wyborn di alzare un sopracciglio.
< Così come? > chiese confuso.
< Così! > rispose lei indicandolo con un gesto plateale con la mano sana.
< Forse dovremmo davvero farti controllare anche la testa > rispose lui con un mezzo sorriso.
< Ti sei fatta male Jonsie, siamo in ospedale, non credo ne usciresti bene in una lotta > aggiunse poi davanti all'espressione della ragazza, ma lei lo conosceva bene, sapeva che stava nascondendo qualcosa.
< Ti batterei anche con il braccio rotto Wyborn > disse assottigliando gli occhi.
< E poi da quando sei così premuroso? Ti devo ricordare l'ultima volta che mi hai fatta cadere dalle scale? > disse e il ragazzo rise affettuoso come se Coraline avesse tirato fuori un ricordo dolce e divertente.
< Si beh...lì ero davvero scemo > sussurrò.
< Lo sei ancora > borbottò subito Coraline incrociando le braccia al petto e rabbrividendo di dolore.
< Sta attenta Jonsie, se vuoi battermi devi smetterla di farti male da sola > ridacchiò lui afferrandole delicatamente il polso dolorante e accarezzandoglielo piano col pollice. Stavolta Coraline scattò in piedi, erano troppo vicini, lui avrebbe senz'altro notato il suo rossore.
< Ok ora basta, non so a che gioco tu stia giocando, ma non mi freghi > disse e per fortuna in quel momento venne chiamata dall'infermiera per la radiografia.
< Vattene a casa Wyborn > sbuffò lei avviandosi.
< O tornatene da  Jessica > soffiò a mezza voce subito dopo con rabbia.
Dalle radiografie per fortuna arrivarono buone notizie, il polso non era rotto, aveva solo preso una bella botta ed aveva una lieve lussazione, una fasciatura, un po' di riposo e sarebbe tutto  tornato a posto. 
Quando Coraline uscì dalla stanza con la sua fasciatura bella stretta sul polso, adesso molto meno dolorante grazie all'antidolorifico che aveva ingoiato poco tempo prima, non si aspettava di trovare ancora Wyborn in sala d'attesa, invece lui era lì, ancora seduto in modo scomposto sulla stessa sedia di prima. Coraline si bloccò e si mise ad osservarlo, sembrava pensieroso e triste, ma come anche lui la notò tornò immediatamente il suo solito sorrisetto. 
< Mi hanno detto che è solo una slogatura > esclamò tirandosi su con movimenti rigidi, segno che non si era alzato da quella sedia nemmeno per un momento...ed erano passate altre due ore da quando Coraline era andata a fare la radiografia.
< Si > disse lei mostrando la fasciatura.
< Sei fortunata che è la destra, potrai evitarti i compiti scritti per almeno un mese > rise avvicinandosi a lei.
< Io mi sono sempre fatto male sulla sinistra > sbuffò poi roteando il polso della mano sinistra.
< Ho tentato di mentire e dire che ero mancino, ma la professoressa non mi ha creduto > rise ancora sorridendole, ma Coraline continuava a guardarlo storto.
< Ti avevo detto di andare via > gli disse con tono strano e lui alzò le spalle.
< Non avevo niente da fare > rispose semplicemente passandole la giacca che aveva scordato sulla sedia accanto a lui quando si era alzata di corsa.
< Immagino non ti serva una mano per indossarla > la prese in giro quando la vide in difficoltà, ma pur di non dargli soddisfazione Coraline tese il polso fino a sentire nuovamente dolore e riuscì  a mettersi la sua amata giacca blu per poi lanciargli un sorrisetto vittorioso e avviarsi verso l'uscita. Una volta lì prese una bella boccata d'aria, gli ospedali non le piacevano per niente. 
< Allora, immagino tuo padre non venga > disse Wyborn dietro di lei, così vicino da mandarle un brivido lungo tutta la schiena.
< Lavora > sbuffò lei.
< Potremmo chiedere a Jessica e sua madre > la voce di Wyborn assunse uno strano tono che Coraline non riuscì a capire, ma subito si sentì salire la bile.
< Chiamale tu, io cammino > ringhiò e senza nemmeno aspettare risposta si incamminò lungo la strada, dall'ospedale  a casa sua non ci voleva poi così tanto, venti minuti e sarebbe stata alla sua villa, imbozzolata nella sua bella copertina, al calduccio sul divano.
< Te l'hanno fatto poi il controllo alla testa? > nuovamente però Wyborn era al suo fianco mentre le sue dita le sfioravano la tempia. Coraline scacciò la sua mano con un lieve schiaffetto.
< No, ma ho preso appuntamento per te, magari scoprono che problemi hai > sbuffò stringendosi meglio nella giacca.
< Nah, me l hano già fatta. Il ficozzo in testa di qualche mese fa, ricordi? > rise toccandosi la fronte dove spiccava una piccola ma vistosa cicatrice. 
 < E non hanno trovato nulla di anormale? Strano > ribattè lei, felice che le cose stessero tornando come prima e allo stesso tempo triste di non poter cambiare le carte in tavola con Wyborn. 
< Che ci vuoi fare, magari qualcosa c'era, ma il mio fascino ha distratto la dottoressa > disse e Coraline scoppiò a ridere.
< Scemo > disse scuotendo la testa, ignorando il fatto che Wyborn stesse vistosamente gongolando per averla fatta ridere. I due presero la scorciatoia che passava dal bosco e dopo qualche metro la ragazza iniziò a guardare di sottecchi il compagno, realizzando che si era andata ad infilare nel bosco, da sola, con lui. Quello era esattamente il momento e il posto giusto perchè lui le facesse lo scherzo...erano soli, nessuno poteva sentire Coraline urlare e lei aveva stupidamente abbassato la guardia solo perchè lui si era comportato bene con lei per mezza giornata. Praticamente da quel momento in poi iniziò a sobbalzare lievemente ogni qual volta che Wyborn si chinava a raccogliere qualcosa e lui la guardava con un sopracciglio alzato ogni volta.
< Pinoli? > le chiese dopo aver raccolto una pigna da terra e lei scosse la testa senza parlare, non aveva più detto mezza parola ed erano quasi alla fine del tragitto. In sua difesa Coraline poteva dire di aver subito davvero di tutto dal ragazzo e non si sarebbe stupita più di nulla.
< Lì darò a Jessica > disse allora Wyborn infilandoseli nella grande tasca del cappotto, incurante come al suo solito di sporcare i suoi vestiti. Senza volerlo Coraline si lasciò sfuggire un verso irritato e roteò gli occhi. Wyborn lo notò e la guardò con un ghignetto.
< Sai lei fa una torta ai pinoli buonissima > disse infilando le mani in tasca e camminandole a fianco, quasi attaccato.
< Ma non mi dire > borbottò lei alzando gli occhi al cielo.
< Si, me ne ha portata qualche fetta l'altro giorno...a casa > continò lui sottolineando la parola "a casa", Coraline non era ancora mai andata a casa di Wyborn.
< Felice per te > sbuffò lei con un tono che diceva tutto il contrario.
< Magari la prossima volta potresti venire anche tu, così la assaggi > ghignò lui vedendola innervosirsi sempre più palesemente.
< Oh sia mai, è una cosa vostra quella > ribattè tra i denti  Coraline.
< E perchè mai? Magari...domani alle tre? >  Coraline si fermò e lo fissò stranita.
< O alle quattro, come vuoi tu > aggiunse lui togliendo le mani dalle tasche. 
< Ok senti, perchè non la facciamo finita? > sbottò a quel punto lei, ma possibile che lui non avesse intuito che lei sapeva che stava organizzando uno scherzo? Era così maledettamente palese!
< Devo finirla di parlare della torta ai pinoli? > chiese lui con un sorrisetto confuso, poi però si trasformò in un ghignetto.
< O devo smetterla di parlare di Jessica? > il che fece irritare Coraline più di quanto non fosse già.
< Perchè non chiudi la bocca e basta? Guarda che lo so che mi stai organizzando uno scherzo, non sono scema! > sbottò irritata.
< Ah si? E che scherzo sarebbe? > chiese lui incrociando le braccia al petto con aria divertita,
< Non lo so! Ma quasi sicuramente c'entra la tua ragazza! > quasi urlò lei, senza sapere per quale assurdo motivo aveva chiamato Jessica "la tua ragazza". Wyborn la fissò come se fosse un clown che si stava esibendo.
< La mia ragazza? > ripetè cercando di non scoppiare a ridere.
< Vi ho visti al lago > a quel punto la voce di Coraline si abbassò di diverse tonalità.
< Ah ecco > sussurrò lui scuotendo la testa.
< Ok, è vero, sto organizzando una cosa che ti manderà sicuramente fuori di testa > disse alla fine e Coraline lo guardò male, ma dentro si sentì ferita, una parte di lei sperava non fosse così, sperava davvero che tra lei e Wyborn le cose potessero cambiare. 
< Bene, allora che aspetti? Fallo!  > sbottò andandogli davanti a grandi passi, arrivandogli faccia a faccia.
< Non avrai mica bisogno del pubblico per farlo no? E' per questo che mi avevi invitata al lago giusto? Per farlo davanti a tutti! > quasi urlò, tremando per la rabbia. Il sorrisetto di Wyborn poi la faceva infuriare ancora di più.
< No, effettivamente non ho bisogno del pubblico...anche se avrei tanto voluto che Jessica vedesse... > soffiò e Coraline fu tentata di dargli un pugno.
< Oh beh, ci saranno altre occasioni...spero > disse e Coraline si sentì afferrare il polso sano e si preparò a dover lottare contro qualunque cosa avesse in mente il suo nemico. Quello che successe subito dopo però la lasciò totalmente inebetita. Wyborn infatti la tirò ancora più in avanti, finendo di attaccare i loro corpi già tremendamente vicini e posò le labbra su quelle della ragazza. La mano dal polso della ragazza si spostò tra i suoi capelli e glieli accarezzò dolcemente mentre le loro labbra continuavano ad essere premute l'una contro l'altra. Le labbra di Wyborn erano morbide nonostante Coraline avesse sempre pensato il contrario, poteva però sentire alcune cicatrici che le rendevano più interessanti. Il bacio sembrò durare un eternità, ma in realtà Wyborn si staccò quasi subito.
< Nessun morso, un punto per me > sussurrò accarezzandole la guancia con il pollice mentre Coraline lo fissava con gli occhi sgranati e il cuore a mille. Wyborn l'aveva baciata...e lei aveva baciato lui! Ci era stata e il suo cuore stava scoppiando di felicità...
< Te l'avevo detto Jonsie che ti avrebbe mandato fuori di testa > ridacchiò lui con un sorriso ferino.
< Mi piaci > si affrettò ad aggiungere quando le vide aprire bocca.
< Mi piaci davvero tanto > aggiunse e sorrise divertito quando sentì la voce della nonna chiamarlo da lontano come al suo solito.
< Devo andare ora > disse e le stampò un altro lievissimo bacio sulle labbra.
< Pensi di saper tornare da sola o dovremo mandare una squadra di ricerca tra qualche ora? > la prese in giro staccandosi da lei e Coraline si riscosse.
< Certo che so tornare da sola! > esclamò indignata facendolo ridere.
< Bene, allora a domani Jonsie. Alle tre...casa mia > ghignò per poi darle le spalle e avviarsi, cercando di non dare a vedere che stava quasi saltellando dalla felicità.
< Eih Wyborn! > esclamò Coraline poco prima che il ragazzo svoltasse per casa sua e sparisse alla sua vista.
< Se è uno scherzo....> iniziò, ma stavolta Wyborn la guardò serio nonostante sorridesse ancora.
< Non lo è > disse sincero.
< Allora....mi piaci anche tu...scemo > disse lei con un lieve sorriso, ridendo quando Wyborn inciampò su una radice per la sorpresa e perchè stava camminando all'indietro.
< E domani non ci vengo a casa tua > aggiunse incamminandosi e superandolo senza aiutrarlo a rialzarsi, ridendo sotto i baffi, poi sembrò ripensarci e tornò indietro, chinandosi su di lui, ma invece di aiutarlo gli sfilò i pinoli dalla tasca. 
< E la torta la faccio meglio io > soffiò con un sorrisetto, poi si mise i pinoli in tasca e nuovamente senza aiutarlo si incamminò verso casa, ascoltando l'eco della sua risata...

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