Death Note- I Am The Justice.

di BELIEBER_G
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12. ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13. ***
Capitolo 14: *** Ultimo capitolo. ***
Capitolo 15: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


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-L! Ma che ti succede?! Rispondimi!-
Fu questo il primo urlo che fece accorgere agli altri che era successo qualcosa.
Quindi scesero all’ultimo piano e videro il corpo di Ryuzaki.
Anche Watari era deceduto sulla propria scrivania e per sicurezza, mentre esalava l’ultimo respiro, aveva cancellato qualsiasi dato riguardante il caso Kira.
Spaventati che tutto ciò potesse succede anche a loro, gli agenti non sapevano cosa fare, mentre Light, soddisfatto, se ne stava in un angoletto con un sorrisetto maligno.
Finalmente l’ultima minaccia era stata sconfitta e questo avrebbe dato luce ad un nuovo mondo.
 
Erano passati 10 giorni dal funerale di Ryuzaki e gli agenti dovevano decidersi su cosa fare.
-Sono passati 10 giorni, a quanto pare non moriremo anche noi.- commentò Matsuda.
-Abbiamo scoperto che Watari era una bravissima persona, ha fondato molti orfanotrofi nel mondo. Ma di Ryuzaki, non abbiamo trovato niente.- disse Aizawa.- Dato che sono morti entrambi, non so se dovremmo andare avanti con le indagini.-
-E Toshiko invece? Come sta?- domandò Soichiro.
-Beh, non molto bene…Non l’ho mai vista così. Dopo il funerale si è chiusa in se stessa, a malapena mi parla: sta sempre chiusa in camera.- rispose Matsuda, sospirando.
-Tu cosa ne pensi, Light?-
-Sono riuscito a modificare la mia voce come quella di L e di Watari tramite un programma, quindi potremmo fare finta che sia ancora vivo e così dare delle direttive alla polizia. Ma, adesso chi erediterà il nome di L? Dove ci trasferiremo? Cosa ne faremo del quaderno?-
-Avanti Light, lo sai che Ryuzaki voleva che lo facessi tu.- continuò Mogi e tutti gli altri erano d’accordo.
Ovviamente questo era nei piani di Light.-Va bene, lo farò. Ma vi avverto che io non userò metodi pericolosi come quelli di L. Poi potrei trasferirmi in una nuova casa e la useremo come quartier generale.- disse.- Per quanto riguarda il quaderno, dovremmo darlo a qualcuno di noi che lo tenga nascosto e con abbia la tentazione di usarlo.-
-Lo farò io.- intervenne il sovraintendente.-Kira è ancora in circolazione e noi lo cattureremo.-
 
5 anni prima.
 
Ormai il mondo di Light stava finalmente prendendo forma e per completare la sua vendetta, infine uccise anche tutti i collaboratori della Yostuba.
Nell’arco di poco tempo tutti furono d’accordo sull’operato di Kira.
Toshiko ne era uscita distrutta e ancora era sotto il comando di Light, ma si era promessa che si sarebbe ripresa.
Grazie anche all’aiuto di Matsuda, la donna si era finalmente alzata dal letto e aveva deciso di combattere Kira da sola, o forse no.
Una mattina, si era recata nella stanza di Ryuzaki e l’aveva osservata come se lui fosse ancora lì: quindi si era seduta sul divano proprio come si posizionava L, ovvero gambe al petto come una scimmia.
Non appena i propri piedi premettero sul cuscino, Toshiko udì scattare qualcosa dentro di esso.
Quindi alzò il cuscino e ne trovò una cartella con dentro alcuni documenti e una lettera a suo nome.
Toshiko l’aprì subito ed essa riportava le seguenti parole:
Cara Toshiko,
se hai trovato questa lettera vuol dire che io non sono più in questo mondo.
Sappi che mi ha fatto molto piacere lavorare al tuo fianco: ero sconosciuto all’amore e per questo non ho saputo come comportarmi.
Qui ci sono tutte le documentazioni riguardo il caso Kira, le affido a te, perché mi fido e mi sono sempre fidato.
Da quando i sospetti di Light sono aumentati, ho pensato che tu, il secondo Kira, rispondessi solo e sempre ai suoi ordini, ma contro la tua volontà.
Non far si che questo accada ancora, so che sei una donna forte.
Sotto questa lettera è riportato un indirizzo importante: quando morirò, raggiungi quel luogo e chiedi di vedere Near e Mello, miei discendenti.
Combatti contro il crimine.
Tu sarai la giustizia.
Ti amo.
L.
 
A quel punto Toshiko si era accasciata a terra a piangere ancora, stringendo a se quell’unico ricordo tattile che aveva di lui.
Sapeva che L aveva ragione e allora decise di fare quello che c’era scritto.
Aprì l’armadio e trovò un altro paio dei soliti vestiti di Ryuzaki: indossò i jeans, la camicia bianca, raccolse i capelli in un cappello e si infilò delle scarpe da ginnastica.
Quando si recò all’indirizzo sulla lettera, notò che era un orfanotrofio, forse fondato dallo stesso Watari.
Chiese al direttore, Roger Ruvie, di vedere Near e Mello, i discendenti di L.
Ma non appena Toshiko li vide, si meravigliò e allo stesso tempo non capiva come quei due avrebbero catturato Kira.
Non erano altro che due ragazzi, non avevano nemmeno 17 anni: uno aveva lo sguardo presuntuoso e dei capelli a caschetto di colore arancione, l’altro, invece, era assai diverso: aveva portato con se un puzzle da costruire e vestiva esattamente con L, ma aveva 14 anni e i suoi capelli erano di un grigio chiaro.
-Perché ci hai chiamati Roger? Chi è questo?- domandò Mello.
Toshiko aveva il volto coperto dal cappello e non voleva farsi riconoscere.- Non importa. Sono qui per dirvi che L è morto.-
-Che cosa?! Vuoi dirmi che è stato Kira?! Cioè lui ha promesso di acciuffarlo e invece lui lo ha ucciso?!- esclamò sempre Mello.
-Temo di si.- rispose la donna. - So che ha nominato voi come suoi successori.-
-In realtà non aveva ancora deciso fra Near e Mello.- intervenne Roger.
-Molto bene.- continuò Mello.- Darò la caccia a Kira da solo, dato che io e Near siamo sempre stati rivali. Non se ne parla di lavorare insieme a lui.- disse, per poi voltare le spalle e andarsene.
Near invece se ne restava in disparte a girarsi una ciocca di capelli con il dito.- Che sia così Mello, vediamo chi cattura Kira per primo.-
Toshiko non sapeva se fidarsi o no di quelli che sembravano solo dei bambini, ma rivedeva molto di L in Near, solo a guardarlo negli occhi.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


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Ora.
 
Ormai erano 5 anni che Light uccideva criminali e il mondo ormai lo accettava, ma la polizia continuava a dargli la caccia.
Soprattutto Soichiro, Aizawa, Mogi, Matsuda e Ide che usavano l’appartamento di Light come quartier generale.
Toshiko si era stabilizzata giusto al piano inferiore del palazzo.
Erano tutti a casa della famiglia Yagami, a chiacchierare e bere tè, quando arrivò una telefonata importante da parte di Aizawa: il direttore della polizia era stato rapito.
Quando si diressero lì, il poliziotto gli spiegò tutto.
-I rapitori hanno chiamato sul telefono del capo e hanno detto di voler fare uno scambio. Il direttore per il quaderno.- spiegò Aizawa.
Light si chiese subito come facessero a sapere del quaderno, dato che solo i presenti ne erano a conoscenza.
Egli non poteva rischiare e subito dopo decise di uccidere il direttore della polizia scrivendo il suo nome sul quaderno.
Il rapitore principale dell’uomo era  Mello, che, dopo essere uscito dall’orfanotrofio, si era alleato con la mafia americana per catturare Kira.
Così lo aveva rapito per sapere informazioni sulla polizia Giapponese, venendo a sapere dell’organizzazione di cui Light era a capo.
Non appena l’uomo morì, Mello capì che era opera di Kira e Kira era sicuramente qualcuno che era venuto a sapere del rapimento, che però non poteva uccidere ne Mello ne i suoi collaboratori, non conoscendo ne i loro nomi ne il loro volto.
Così Mello possedeva delle informazioni su Kira.
Near, invece, dopo aver letto il fascicolo datogli da Toshiko, aveva creato un gruppo chiamato SPK, ovvero Secret Provision for Kira, grazie anche all’aiuto del F.B.I. e della C.I.A.
I componenti erano Stephen Gevanni, un uomo dall’aria misteriosa,Anthony Carter, il braccio destro di Near e la donna Lindner.
Near aveva mandato un agente dal nome falso del F.B.I. alla stazione di polizia Giapponese, per chiedere del quaderno.
Soichiro ebbe subito pensato che c’erano loro dietro il rapimento del direttore, ma quando egli morì, dovette ricredersi.
Al quartier generale avevano messo tutte le attrezzature necessarie per localizzare qualsiasi chiamata, in caso i rapitori si facessero sentire.
E fu così, il cellulare del direttore squillò e a rispondere fu Soichiro.
-Il capo della polizia è morto e  purtroppo dello scambio non se ne fa più nulla.- gli disse Mello.- Adesso ho deciso di rapire Sayu Yagami e se vuoi rivedere tua figlia viva, ti consiglio di portarmi il quaderno: ormai ti sarai fatto un’idea di dove mi trovo.-
Soichiro sgranò gli occhi non appena sentì il nome della figlia.- Non vengo da nessuna parte fin che non so se mia figlia sta bene.- esclamò.
-E va bene.- sospirò il ragazzo.- Ti mando una foto via e-mail.- disse infine.
Riceverono una foto di Sayu imbavagliata con dietro una televisione accesa: Light controllò subito e scoprì che stavano dando quel programma sulla tv americana.
-Andrò io.- intervenne Soichiro.
-Papà no, dobbiamo organizzare un piano!- esclamò Light.
In quello stesso istante, il telefono squillò di nuovo e questa volta anche Toshiko si mise gli auricolari per sentire.
-Pronto?- rispose Light.
-Salve, secondo L.-
Toshiko riconobbe la voce modificata di Near, mentre Light si spaventò subito: come faceva a sapere che lui aveva preso il posto di L?
-So che il vero L è deceduto anni fa. Io, invece, sono N.- continuò Near.- L, ti propongo una collaborazione con me e SPK: so che il direttore della polizia e morto e non possiamo ignorarne l’omicidio.-
Light ebbe una sensazione dentro di se, la stessa sensazione di quando L lo aveva sfidato per la prima volta.
Qualcuno doveva avergli rivelato tutto e la prima persona sospettata di questo, era Toshiko.
 
Quando tutti furono andati a dormire,qualcuno bussò alla porta di Toshiko e la donna poteva ben immaginare di chi si trattasse.
Light la guardò con disprezzo e la spinse lontano dalla porta.- Sei stata tu vero?-
Toshiko fece la vaga.- A fare cosa?-
-Sai benissimo cosa! Dio, non ho mai avuto così tanta voglia di picchiare una donna!- esclamò Light.
-Non so di cosa tu stia parlando.- continuò l’altra.
A quel punto, partì uno schiaffo e Light la mise al muro.- Chi sono?-
-Non lo so.-
-Dove si riuniscono?-
-Non lo so, non aprirò mai bocca! Te lo avevo detto che ti saresti pentito di tutto, Light.- lo minacciò lei.
Per un primo momento, Light prese un bel respiro per calmarsi, ma poi ridacchiò.- Fa come vuoi, Toshiko,dì pure a tutti che io sono Kira. Potrai convincere loro, ma non convincerai mai il mondo.-
Toshiko lo sfidò, guardandolo bene negli occhi.- Io vendicherò L.-
Light sorrise e si avvicinò a lei.- Va bene, come vuoi. Ma…- le disse, avvicinandosi poi al suo orecchio.- Ricordati che sei stata tu ad ucciderlo.-

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


La mattina successiva, Mello diede a Soichiro le informazioni necessarie per fare lo scambio.
Doveva prendere un aereo per Los Angeles: sua figlia in cambio del quaderno.
Toshiko e Light avrebbero preso una stanza d’albergo per assistere da lontano: si era portata la ragazza perché doveva comunque continuare a giustiziare i criminali e soprattutto per tenerla sotto controllo.
Gli stessi Mogi, Matsuda, e Ide, mentre Aizawa avrebbe seguito i movimenti del sovraintendente a pochi passi da lui.
Quando i due giunsero in aeroporto, un uomo dalla capigliatura bionda si avvicinò a Soichiro. –Adesso segua me sovraintendente, ho i biglietti per entrambi.- gli disse.
Aizawa avvisò Light tramite auricolare, ma non poté seguire il poliziotto, altrimenti sarebbe stato scoperto.
Il volo che avevano preso era per Los Angeles e Light non si era immaginato che avrebbero pensato anche all’aereo.
Una volta al posto, a Soichiro venne dato un palmare e un auricolare.
-Signor Yagami, io sono quello che tiene in ostaggio sua figlia. Adesso l’aereo atterrerà sul luogo dello scambio e lei seguirà le mie direttive.- gli disse Mello.
Il mezzo era stato dirottato da uno degli uomini di Mello e Soichiro venne trasportato fino ad un desolato deserto sabbioso.
Light non aveva idea di cosa fare, non poteva far si che il quaderno andasse nelle mani di sconosciuti: in casi estremi, avrebbe dovuto uccidere sua sorella.
Quindi chiese aiuto a Near.- N, sono L, puoi seguire con il satellite gli spostamenti di Yagami?- gli domandò.
-Sarà fatto L.- gli disse Near.
Near  gli mandò tutte le immagini del deserto in cui era atterrato Soichiro.
Ma, ad un certo punto, da sotto la sabbia si aprì una botola: Mello aveva previsto anche l’uso del satellite che sotto terra non poteva arrivare.
-Dannazione, hanno previsto anche il satellite.- ringhiò Light.
Toshiko quasi godeva a vederlo così spaesato ed intanto continuava a scrivere nomi sul quaderno.
Soichiro scese sotto terra e trovò Sayu chiusa dentro una porta girevole di vetro insieme ad un uomo dal viso mascherato.
Improvvisamente, l’uomo prese a sparare verso il vetro, ma sembrava anti proiettile e aveva solamente una fessura comunicante.
-Come vedi, il vetro è anti proiettile. Ora metti il quaderno aperto dentro la fessura.- comandò l’uomo.
Soichiro era indeciso se fare il suo dovere di padre o di poliziotto e optò per la prima: inserì il quaderno aperto nella fessura rettangolare del vetro.
-Adesso lo proverò.-
L’uomo estrasse una penna e scrisse un nome sul quaderno: poco dopo ebbe la conferma dai colleghi che la persona in questione era deceduta.
A quel punto, Sayu venne liberata e Soichiro poté tornare in superficie con sua figlia fra le braccia.
Le immagini del satellite li ripresero e Light capì che lo scambio era accaduto.
Subito dopo, da terra si innalzò un elicottero: che il quaderno si trovasse lì?
Light doveva fermare quel mezzo a tutti i costi, ma ecco uscire dalla botola anche quello che sembrava un missile.
Dove poteva trovarsi il quaderno?
Light non sapeva cosa fare.
Pochi minuti dopo, l’elicottero esplose, ma il missile era già troppo lontano e in più era un missile invisibile ai radar.
Light aveva perso la partita.
-Ti hanno fregato L.- gli disse Near. –Ti sei fatto sfuggire loro e il quaderno. Adesso cosa farai?-
Light si accasciò sconfitto sulla sedia della scrivania, mentre Toshiko si nascondeva sotto un sorriso soddisfatto.
-Forse so chi è stato a organizzare tutto: è un ragazzo che si fa chiamare Mello. Non so il suo nome, ma so che fino a 5 anni fa si trovava in un orfanotrofio di Londra.- raccontò Near. –Credo stia giocando con me a chi cattura prima Kira.-
Ormai Light si rese conto che fra di loro era una sfida, ma chi avrebbe vinto?
A Toshiko non importava se fosse stato Near o Mello a prendere Kira, ma lo voleva solo dietro le sbarre una volta per tutte.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


 
Mentre Sayu era rimasta scioccata dall’avvenimento, Light doveva trovare un modo per conoscere l’esatta posizione di Mello e riprendersi il quaderno.
Ancora una volta, aveva costretto Toshiko a prendere gli occhi dello shinigami: grazie ad essi ed ad un elenco di persone dentro la mafia americana, la ragazza avrebbe dovuto vedere chi possedeva il quaderno e quindi l’unica persona la quale non si vedeva la durata vitale.
Light usò il quaderno per manipolare le azioni dell’uomo: prima di farlo morire, gli comandò di mandargli una lettera con su scritto l’indirizzo in cui si trovavano.
Subito dopo averlo memorizzato, lo bruciò.
-Ryuk, rinuncio al possesso del quaderno.- disse poi.
-Cosa? Di nuovo?- esclamò Ryuk.
-Toshiko, ora dammi in prestito il tuo quaderno, così non dimenticherò nulla.-
La ragazza, sospirando, gli diede il proprio quaderno.-Qual è il tuo piano?-
-Adesso ve lo spiego e non ammetto errori.- rispose lui, guardando Toshiko.- Domani stesso manderai un messaggio al quartier generale con la voce modificata e dicendo di essere Kira. Sai che il quaderno è nelle mani di qualcun altro: dirai che esso si trova a Los Angeles e che ucciderai tutta la mafia americana così che la polizia possa riprendere il quaderno. Chiaro?- spiegò Light.
Toshiko annuì e come sempre fece quello che le veniva detto.
 
Il giorno dopo, Aizawa espose i risultati della sua ricerca riguardo all’orfanotrofio dove N aveva detto che Mello era cresciuto.
-Il Wammy’s House non è solo un orfanotrofio, è una casa in cui vengono messi tutti i bambini più intelligenti del mondo. Tra di loro troviamo Mello e Near, quelli che dovrebbero essere i discendenti di L: questi sono i loro ritratti.- spiegò Aizawa, mettendo sul tavolino due disegni.
Light pensò subito che N era sicuramente Near: allora la battaglia contro L non era ancora finita.
Fu a quel punto, che arrivò un messaggio da parte di Kira al telefono di Soichiro.
-Sono Kira.- diceva esso.- So che vi siete fatti fregare il quaderno da sotto il naso e io so dove si trova: a Los Angeles. Ora ascoltatemi bene: il 10 novembre alle 23:59 ucciderò i maggiori esponenti della mafia americana, così che voi potrete recuperare il quaderno. Badate che non ucciderò tutti gli uomini presenti, quindi dovrete trovare voi un modo. Questa sarà la vostra unica possibilità.- spiegò infine.
-Quindi qualcuno dovrà fare lo scambio degli occhi per proteggere il resto della squadra.- intervenne Light.
-Lo farò io.- esclamò Yagami.- Io ho permesso che il quaderno venisse preso e ho pensato perfino di togliermi la vita. Io farò questo scambio.-
Nessuno aveva da obiettare e così si misero ad organizzare un piano.
 
La notte del 10 novembre, Aizawa, Matsuda, Mogi, Soichiro e Ide si diressero all’indirizzo datogli da Kira, armati di fucili, caschi e giubbotti anti-proiettili.
Nel mentre, Toshiko e Light avrebbero visto tutto dal quartier generale, usando dei microfoni e le telecamere presenti attorno all’edificio.
Alle 23:58 Soichiro fece lo scambio con Ryuk.
-Papà, dentro la tasca hai delle foto degli uomini della mafia, vedi le loro durate vitali?- gli disse Light.
-Si, vedo il loro nome e delle date.-
-Bene, quando le date scompariranno, farete irruzione.-
Precisamente alle 23:59, gli agenti entrarono dentro l’edificio e videro che erano quasi tutti morti.
Recuperarono il quaderno da sotto un cadavere, ma Light non li aveva mandati solo per questo.
-Abbiamo il quaderno, possiamo andare.- disse Matsuda.
-No, ancora non abbiamo trovato qualcuno che coincida con la descrizione di Mello.- continuò Light.
In quell’istante, Soichiro si guardò intorno e, con il quaderno in mano, si trovò faccia a faccia con Mello.
-Signor Yagami, buffo che sia sempre lei a dovermi dare il Death Note.- gli disse Mello, che in mano aveva una mina esplosiva.
Soichiro lo guardò dalla testa ai piedi e grazie agli occhi dello shinigami, poté vedere il suo vero nome.-Tu ti chiami Mihael Keehl.- disse, prendendo una penna e il quaderno.- Metti giù quella mina, oppure scriverò il tuo nome.-
Fu in quel momento che Toshiko capì il vero piano di Light, ovvero servirsi di quella situazione per uccidere Mello, così da arrivare poi anche a Near.
-Figlio di puttana!- esclamò Toshiko, battendo la mano sulla scrivania.
-Sta zitta!- disse l’altro, alzandosi dalla sedia con fare duro.- Tu hai voluto tutto questo, quindi tu li guarderai morire!-

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


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Improvvisamente, uno degli uomini di Mello, afferrò la propria arma e sparò una decina di proiettili contro Soichiro, che cadde a terra.
Quindi intervennero gli altri, ma prima che potessero fare qualcosa, Mello fece esplodere la mina.
Fortunatamente, stavano quasi tutti bene, ma il sovraintendente venne subito portato in ospedale.
Toshiko e Light accorsero lì, ma la donna capì di non poter entrare: avendo gli occhi dello shinigami, Soichiro avrebbe visto che Toshiko non aveva la sua durata vitale sotto il nome e quindi scoprire che lei era il secondo Kira.
Toshiko si limitò ad abbracciare Matsuda: in seguito all’esplosione, aveva avuto tantissima paura di non rivederlo.
Dopotutto era grazie a lui che lei si era ripresa.
-Papà, ti prego, non morire! Scrivi il suo nome!- si sentiva gridare da dentro.
Toshiko fu costretta ad entrare e vide che Soichiro era in fin di vita, ma Light voleva che scrivesse il nome di Mello sul quaderno a tutti i costi.
-Light..Secondo Ryuk, se hai gli occhi dello shinigami e non vedi la durata vitale di una persona, vuol dire che quella è Kira. Ma, guardandoti, vedo quanto ti resta da vivere.- mormorò.- Sono contento di morire sapendo che tu non sei Kira.-
Detto questo, esalò l’ultimo respiro e chiuse gli occhi.
 
Toshiko era fin troppo stanca di vedere le persone morire davanti i suoi occhi e, chissà, forse un giorno sarebbe toccato anche a Matsuda.
Per questo, quella stessa sera, gli aveva rubato una delle sue pistole e rifletteva sul proprio suicidio.
Chi usava il Death Note, era destinato ad una vita di sofferenza.
Si mise davanti allo specchio e alzando gli occhi verso di esso, non riusciva a vedere la data della sua morte.
Senza pensarci due volte, si puntò l’arma alla testa e fu decisa a premere il grilletto.
Per colpa di quel quaderno, la sua vita era stata distrutta.
L’amore della sua vita era morto e chissà se sarebbe stata capace di amare di nuovo.
Improvvisamente, dopo aver posato il dito sul grilletto, qualcuno spalancò la porta e le tolse l’arma dalla testa.
Era Matsuda.- Che cosa stai facendo, Toshiko?!- gridò.
-M-Mi dispiace.- balbettò lei, scoppiando a piangere fra le sue braccia.
-Che cosa succede?- le chiese, prendendole le mani.
-Mi prometti che non lo dirai a nessuno?-
Matsuda alzò la mano con un sorriso incoraggiante.-Promesso.-
Toshiko invece abbassò lo sguardo.- Sono il secondo Kira.-
Il ragazzo sgranò gli occhi e iniziò a balbettare cose a caso.
-No, no, sssh, ti prego.- sussurrò, coprendogli la bocca con entrambe le mani.- Non sono cattiva come credi tu. L aveva ragione quando ha detto che il primo Kira manipolava il primo. Per favore, non dirlo a nessuno.-
Matsuda annuì senza dire niente.
-Non posso dirti chi è il vero Kira, altrimenti lui mi ucciderà proprio come ha fatto con L.-continuò lei, togliendo le mani dalle sue labbra.
-Allora devi combattere, so che sei una donna forte.-
-Non riesco. Sai benissimo anche tu che dopo la morte di L, le mie speranze si sono spente.-
Matsuda la guardò dritta negli occhi.- Ti proteggerò.-
Toshiko fece un leggero sorriso e poggiò le labbra sulle sue creando un flebile bacio.- Non puoi.-
 
Il giorno successivo, oltre ai soliti programmi che la Sakura Tv mandava su Kira, il presidente degli Stati Uniti avrebbe dato una conferenza stampa.
Quasi tutto il mondo aspettava una sua risposta per quanto riguardava accettare o non accettare l’operato di Kira.
Alla fine, anche l’uomo più potente dell’America si era piegato a Kira.
Piano piano tutto il mondo stava accettando quello che faceva Kira, ma nessuno sapeva che, per esempio, erano morti degli innocenti come Ryuzaki o che Toshiko veniva costretta a fare determinate cose.
Una di queste sarebbe stata sicuramente uccidere Near proprio come aveva dovuto fare con L.
Per la morte di Soichiro, Light non aveva quasi battuto ciglio.
Si venne a sapere che, però, il quaderno che Ryuk aveva dato a Light, in realtà lo aveva rubato ad un altro shinigami ed egli era venuto sulla terra per riprenderselo.
Light glielo aveva ceduto senza fare storie, aveva comunque il quaderno del secondo Kira a disposizione.
Toshiko sapeva che, se anche l’America si abbassava a Kira, l’SPK sarebbe stato sicuramente sciolto.
Doveva trovare un modo per non far abbandonare il caso a Near.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***


Senza farsi vedere da nessuno, in tarda notte, Toshiko si sedette alla scrivania di Light e chiamò Near.
Il ragazzo era sveglio e arzillo, quindi rispose.
-Pronto?-
-Near, sono quello che ti ha dato il fascicolo all’orfanotrofio.-
-Ciao, dimmi pure.-
-Ho bisogno di parlarti…Hai visto il discorso del presidente questa mattina?-
-Si e grazie a quell’idiota, suppongo che l’SPK verrà sciolto.- rispose Near.
-No!- esclamò la donna, per poi coprirsi la bocca pentendosi dell’urlo.- Ti prego, tu devi fermarlo, non abbandonare ora.- balbettò.- Devi vendicare L.-
-Tu sei Toshiko Mana, vero?- chiese Near, con sospetto.
-Come hai fatto a capirlo?-
-Quando mi hai consegnato il fascicolo di L, c’era anche una lettera da parte sua per una certa Toshiko: si nota subito che c’era un legame d’amore tra voi due.- spiegò il ragazzo.- Tuttavia, non abbandonerò così facilmente questo caso. Ieri Mello è venuto da me..-
-E’ vivo?-
-Si, è sopravvissuto all’esplosione, anche se con qualche ferita. Dice che il quaderno è un potere dato a Kira dagli shinigami e che un certo shinigami Shidoh rivoleva indietro il Death Note. Ha detto anche che..Shidoh ha rivelato della falsità di una regola.-
-E’ vero.- confermò Toshiko.
-Ultimamente ci ho riflettuto su e c’è il 5% di probabilità che Kira sia uno di voi. Il 6% che si tratti del secondo L.-
Toshiko rabbrividì: era straordinario come quel ragazzo fosse arrivato ad una conclusione in minor tempo di L.
-Ma, ovviamente, mi servono delle prove. Vendicheremo L, Toshiko, te lo prometto.-
Improvvisamente, si udì un rumore provenire da fuori: dei passi.
-Arriva qualcuno!- esclamò la donna.- Ti prego Near, sei la mia ultima speranza.-
In fretta e in furia, Toshiko spense il computer e si nascose dietro una poltrona.
Quando fece capolino però, vide che si trattava solo di Matsuda.
-Oh, sei tu.-
-Che stavi facendo?-chiese lui.
-Parlavo con Near: anche lui è giunto alla conclusione che Kira sia il secondo L.-
Matsuda sgranò gli occhi e cercò di non urlare o di controllarsi.- Allora L aveva ragione! Oh santo cielo!-
-Già, ma ovviamente servono delle prove.-
-Non posso crederci che Light sia Kira. Ma il sovraintendente, prima di morire, aveva gli occhi dello shinigami e ha affermato di aver visto la durata vitale di Light. Com’è possibile?-
-Light aveva pianificato tutto quando si è fatto catturare. Ha rinunciato al possesso del quaderno e così se ne n’è dimenticato. Ma quando abbiamo sottratto il Death Note a Higuchi, non appena Light lo ha toccato, si è ricordato ogni cosa. Ha scambiato i nostri due quaderni così che, anche se rinunciasse ad uno dei due, non si dimenticasse di niente.-
-E’ davvero una mente geniale. E..scusa se te lo chiedo.. Come ha fatto a uccidere L?- sussurrò Matsuda.
Toshiko abbassò lo sguardo sulle proprie mani.- Non è stato lui..Sono stata io..In un certo senso. Lui mi ha minacciata e io, che non ci sarei mai riuscita per mano mia, ho chiesto di farlo a Rem.-
-Dovremmo dire tutto alla polizia! Tu sei la prova vivente che Light è Kira!- esclamò l’altro, alzandosi in piedi.
-No Matsuda. Anche dalla prigione, sono sicura che Light troverà sempre qualche modo di uccidere e la prima che ammazzerà, è la ragazza che lo ha messo in gabbia.-
-Mi dispiace che tu debba sopportare tutto questo.- commentò Matsuda, stringendole la mano.
Toshiko fece un leggero sorriso.- Beh, tu non mi ci fai pensare, in un certo senso.-
A quel punto la ragazza lo abbracciò e poggiò le labbra sulle sue.
Ovviamente aveva paura ad innamorarsi di nuovo di qualcun altro: Light avrebbe anche potuto uccidere Matsuda se voleva.
-Kira non va catturato…Va ucciso.-
 
La mattina successiva, quando tutti si misero al lavoro, Light ricevette una telefonata da parte di Near.
-Pronto?-
-L, sono riuscito a catturare Mello. Ma, sfortunatamente, lui mi è scappato.-
Light sbuffò.- Più che scappato, credo proprio che tu lo abbia lasciato andare.-
-No, ti assicuro che mi è scappato. Ma, prima di tutto ciò, è riuscito a darmi delle risposte: mi ha detto che al quaderno è legato uno shinigami. Mi confermi l’esistenza di tale creatura?-
-Si, è vero. Non te l’ho detto prima perché non mi avresti creduto.- disse Light.
-Ci sono parecchie cose che vorrei chiedere a quello shinigami.-
-No, io non ci tengo per niente.- commentò Ryuk.
-Vorrei chiedergli se sul quaderno ci sono delle regole false, visto che io, invece, ne sono assolutamente sicuro.-
-Beh, se ci fossero regole false, una di esse sarebbe sicuramente quella dei 13 giorni.-
-Ero sicuro che saresti arrivato alla mia stessa conclusione.-
-Shinigami, la regola è falsa o vera?- chiese Light a Ryuk.
-No, è vera.- rispose lo shinigami.
Near sgranò gli occhi e fece uno strano sorriso.- Lo shinigami è lì con te! Bene, bene, credo di aver capito grosso modo: uno di voi è Kira e deve aver indotto la creatura a mentire.-
Tutti intorno a Light pensarono che, se la regola fosse falsa, la reclusione di Light non avrebbe provato nulla.
Ovviamente non si spiegava perché Soichiro avesse confermato che Light non era Kira, ma solo Matsuda e Toshiko sapevano il perché.
-Che ne dici se provassi io la regola, scrivendo il nome di Mello?- continuò Near.
Se Light avesse risposto senza consultarsi con gli altri, sarebbe risultato sospetto.- Aspettami in linea.- gli disse, per poi voltarsi verso i colleghi.- Voi cosa ne pensate?-
Soichiro aveva espressamente detto che i colleghi non usassero il quaderno per le indagini e così decisero di non farlo.
-Siamo arrivati alla conclusione che non ci sembra giusto farlo.- gli disse Light.
-Capisco. Ora vorrei fare una domanda a tutti gli agenti del quartier generale: avete mai pensato che Kira possa essere il vostro secondo L? Se dopo aver ascoltato questa conversazione, qualcuno voglia venire qui a lavorare insieme a me, è il benvenuto e mi contatti al numero di telefono che vi darò.-
Sia Matsuda che Toshiko si fulminarono con lo sguardo a questa sua affermazione, ma nessuno dei due si sarebbe azzardato a farlo.
Invece, Aizawa, iniziava a dubitare di Light.
 
Intanto, a Kira non restava altro che uccidere Near.
Light entrò in camera di Toshiko con un portatile.
-Devo uccidere Near, vero?- domandò la ragazza.
-Esatto.- confermò lui, mettendo il computer sulla scrivania.- Ho chiesto alla Sakura Tv di aizzare tutti gli alleati di Kira verso il quartier generale dell’SPK. Non appena riprenderanno Near e i suoi colleghi uscire dall’edificio, tu li ucciderai. Sono stato abbastanza chiaro?-
-Si.-
-Molto bene.-
Toshiko non aveva altra scelta, sperò solo che Near fosse più intelligente di Light.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7. ***


 
Il direttore della Sakura Tv aveva aizzato tutti i seguaci di Kira contro il quartier generale dell’SPK che attaccavano con mazze e piedi di porco, rompendo i vetri e creando caos.
Light e gli altri assistevano, mentre Toshiko era costretta a stare seduta sulla sedia e con gli occhi dello shinigami avrebbe dovuto localizzare Near fra la folla.
-Near, dobbiamo trovare un modo per uscire da qui!- esclamò Gevanni.
Fu in quell’istante che intervenne la polizia che cercò di bloccare la folla: con caschi protettivi e manganelli mandavano la persone indietro.
-Approfittiamone adesso.- disse Near, anche se non sapeva chi avesse chiamato la polizia.- Ci serviremo dell’eredità lasciata da L.-
Improvvisamente, dal palazzo, iniziarono a cadere centinaia, migliaia di biglietti di dollari sulla folla.
Near e gli altri  indossarono le stesse tute degli agenti di polizia ed uscirono mischiandosi tra di loro.
A quel punto, ne Light, ne tantomeno Toshiko erano riusciti a localizzarli.
 
Light era stato sconfitto ancora una volta, ma decise subito di mandare una e-mail importante a Toshiko.
Essa diceva che avrebbe dovuto rinunciare di nuovo al quaderno, così da perderne la memoria e spedirlo per posta ad un certo Teru Mikami.
Toshiko, ovviamente, fece come comandato e rimase nella sua camera.
Intanto, Near contattò di nuovo il quartier generale.
-Adesso che la situazione si è fatta più tranquilla, volevo dire a tutti gli agenti del quartier generale: sono quasi certo che Kira sia il vostro secondo L- disse il ragazzo.-Ricordate che potete chiamarmi in qualsiasi momento, io vi risponderò. A presto.-
Matsuda sapeva benissimo che Light era Kira e di come comandava Toshiko, ma anche qualcun altro aveva dei sospetti: infatti, Aizawa, quella sera, si chiuse in macchina e digitò il numero di Near.
Gli rivelò che L, precedentemente, aveva imprigionato due sospettati, Kira e il secondo Kira, per 50 giorni ed essi, dato la regola dei 13 giorni, non erano morti.
Ma Near fece solo aumentare i sospetti di Aizawa, suggerendogli che forse Kira si era fatto mettere apposta dietro le sbarre.
Il poliziotto non aveva nemmeno accennato ad unirsi all’SPK, ma avrebbe seguito più da vicino i movimenti di Light.
 
La mattina successiva, Aizawa chiese di perquisire l’appartamento di Toshiko.
Light acconsentì, poiché affermò che non aveva nulla da nascondere.
Così, lui e Mogi si avviarono al piano di sotto.
-Scusaci Toshiko, ma ci hanno detto che potrebbero aver nascosto dell’esplosivo nella tua casa, dovremmo perquisirla.- le disse Aizawa.
-Oh certo certo, fate pure!- esclamò l’altra.
Mogi e Aizawa perquisirono ogni angolo, ma del quaderno, non vi era nessuna traccia.
Questo perché era nelle mani di Mikami, che stava seguendo le direttive di Ryuk datogli da Light.
La Sakuta Tv, ormai piena di ascolti da parte dei sostenitori di Kira, aveva creato un programma chiamato Kira’s Kingtom, ovvero Il Regno di Kira.
Aveva fatto costruire un palazzo apposito, ma aveva bisogno di colleghi.
Era in onda in tutto il Giappone, quando presentò quattro nuovi aiutanti di Kira che lo avrebbero affiancato nel programma.
Ma, proprio mentre li stava presentando al pubblico, uno ad uno ebbero un attacco di cuore e caddero a terra.
Infine, anche il cuore di Demegawa si fermò: Light aveva scelto bene il suo successore e ancora una volta, poteva provare che i sospetti su di lui erano infondati.
 
Teru Mikami era un uomo dall’aria misteriosa che aveva sempre partecipato ai convegni riguardo Kira ed interveniva la maggior parte delle volte: questo voleva dire che seguiva gli ideali di Kira.
Da piccolo, era un bambino che con i suoi stessi occhi aveva già visto sofferenza e morte più di un ragazzino Giapponese medio ed aveva uno spiccato senso della giustizia.
Bullizzato fin dalla più tenera età, per lui esistevano persone buone e cattive, mentre sua madre non lo appoggiava minimamente.
Ma, un’inspiegabile sera, quattro dei bulli che lo tormentavano, decisero di mettersi al volanti di una macchina e investirono un pedone: la sua mamma.
Questo per Teru Mikami fu un segno che gli fece accorgere che aveva ragione: il castigo celeste si abbatteva sui cattivi.
Di mattina lavorava come avvocato e di sera uccideva i criminali con il Death Note, come comandato da Kira, che lui definiva come un Dio.
Mikami aveva ucciso Demegawa senza che Light glielo comandasse e così Kira non aveva più un porta voce.
Egli pensò che, dato che Kira non si era fatto vivo, probabilmente non era nelle condizioni di farlo.
Tuttavia, Kira aveva bisogno di un sostituto come portavoce: toccava a Mikami fare il primo passo.
 
La notizia arrivò subito sui giornali: Kira aveva scelto un nuovo successore di Demegawa.
Ide girò subito canale sui programmi gestiti dalla NHN, dove trasmettevano il telegiornale: Light riconobbe subito la giornalista.
Si trattava di Kiyomi Takada, una delle ragazze che frequentava l’università insieme a lui e Toshiko.
-Da oggi sarò io ad esprimere la parola di Kira a tutti voi.- annunciava la donna.
Ovviamente chi sospettava di Light non ci avrebbe messo molto a capire che Takada lo conosceva.
Mikami l’aveva conosciuta ad una conferenza su Kira e aveva subito capito che seguiva i suoi ideali.
-Ascoltate, ai tempi dell’università, io e Kiyomi abbiamo avuto una specie di relazione e pensavo che potevamo servircene per le nostre indagini.- disse Light.
-Suppongo che anche lei viva sotto la minaccia di Kira, come la convinceremo?- intervenne Ide.
-Non dovete preoccuparvi di questo: ho ancora il suo numero e sono sicuro che se le chiedo un appuntamento, non dirà di no.- rispose Light.-E’ una grande sostenitrice di Kira e visto che la polizia giapponese non sta facendo niente per catturarlo, le dirò che faccio parte della polizia e lei mi aiuterà.-
-In effetti, il tuo discorso non fa una piega.- commentò Mogi.
-Allora la chiamerò in questo momento.-
-Preferiremo assistere anche noi.- continuò Aizawa.
Light annuì e fece il numero.-Kiyomi, sono Yagami.-
-Yagami? Quanto tempo? Cosa c’è?- rispose lei.
-Vorrei che ci incontrassimo per parlare: so che adesso sei una sostenitrice di Kira.-
-Hai visto i telegiornali, quindi suppongo che se io non mi trovassi in questa particolare posizione, tu non mi avresti mai chiamata.-
-Beh, dopo l’università non abbiamo più avuta possibilità di sentirci, ma adesso che ne ho la necessità, dettata dal mio lavoro, mi porta a pensare che in realtà fosse destino.-
-Polizia?-
-Si, quindi ti chiedo di incontrarmi e ascoltare cosa ho da dirti. Da qualche parte, io e te soli.-
-D’accordo, vediamoci dopo il giornale di domani sera.-
-Perfetto, pagherò una stanza d’albergo.-
 
Intanto, Mogi avrebbe fatto la guardia a Toshiko ed ormai erano cinque giorni che lei lo aveva in casa giorno e notte.
Ma, nessuno sapeva che qualcuno aveva messo una cimice nascosta bene nella stanza di Toshiko.
Near sosteneva che Toshiko fosse il secondo Kira e dunque, anche Mello ne voleva le prove.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8. ***


La sera successiva, dopo il telegiornale, Kiyomi e Light si incontrarono in una camera d’albergo piena di telecamere e cimici, così che, dal quartier generale, gli agenti potessero vedere e sentire tutto.
-Mi sei mancata.- le disse Light, non appena la vide.
Il solito charme di Light.
-E’ passato molto tempo, ma non sei cambiata molto.- commentò, mentre si mettevano seduto l’uno davanti all’altra. –Ti ho fatto venire qui perché ora faccio parte della polizia e combattiamo contro Kira. Tu sei la sua porta voce, quindi pensavo che potessi darci alcune informazioni.-
In quel preciso istante, il telefono della ragazza squillò.- E’ Kira.- esclamò ad occhi sgranati.
-Presumo tu debba rispondere.-
-Pronto? Sono con un amico.- rispose Kiyomi, per poi passare, tremolante, l’apparecchio a Light.- Vuole parlare con te.-
Light approfittò della situazione per parlare con Mikami e rivelargli che stava parlando con Kira.
Gli diede delle informazioni, ovviamente codificate, che solo Kira potesse capire.
Quindi Mikami capì subito che stava parlando proprio con Dio.
Light scrisse su un pezzo di carta che dovevano rimuovere tutte le cimici, facendolo vedere bene alle telecamere e spacciandolo come un ordine di Kira.
A quel punto, gli agenti furono costretti a togliere telecamere e microfoni.
-Bene, adesso possiamo parlare liberamente.- continuò Light.
-Che intendi dire?-
-Kiyomi, io sono Kira.-
La ragazza spalancò gli occhi e balbettò qualcosa.- Tu sei Kira? Non ci posso credere. Quindi…Quindi anche quando eravamo all’università…-
-Si, Kiyomi. Kira sono sempre stato io e quello con cui ho parlato al telefono, è qualcuno con la quale io ho voluto condividere il mio potere.- spiegò il ragazzo. –E se ti unisci a me anche tu sarai la dea di un nuovo mondo.-
 
Nel mentre accadeva tutto ciò, Near era giunto in Giappone con la conferma che Kira era Light Yagami dopo aver sentito la storia raccontatogli da Aizawa.
Contattò immediatamente il quartier generale.
-Pronto? Near?- rispose Light.
-L, volevo solo farti sapere che sono in Giappone appositamente per catturare Kira.-
-Bene Near, anche io sono in Giappone.-
-Suppongo che tu stia avendo contatti con Kiyomi solo per sapere informazioni su Kira.- continuò Near.
-Esatto.-
-Alla fine allora, io e te ci incontreremo molto presto.-
-Non vedo l’ora.- disse infine Light.
La battaglia era stata riaperta: era sempre stato un testa a testa con L e Light, ma adesso avrebbe dovuto confrontarsi con i suoi successori.
Near, bambino amante dei giocattoli, faceva il punto della situazione con le sue bambole Lego.
-Light Yagami è Kira: per ora chiamiamolo L-Kira.- disse ai suoi colleghi, scrivendo il nome su uno dei suoi pupazzetti.- Sappiamo che ci sono due quaderni e quindi c’è un altro Kira che lo sta usando e da come uccide, possederà sicuramente gli occhi dello shinigami. Chiamiamolo X-Kira.- continuò, segnando il nome su un’altra bambola.- Entrambi hanno collegamenti con Kiyomi Tagada.- disse infine, aggiungendo un terzo pupazzo.- Ci sono due possibilità per catturare Kira: ucciderli tutti e due e sequestrare i due quaderni, ma noi non adotteremo mai questo metodo.-
-Perché?- chiese Gevanni.
-Perché non è così che L lavorava: non voglio che la verità venga fuori a fatti compiuti, con la morte di X-Kira ed L-Kira. L si rivolterebbe nella tomba.-
 
Light e Kiyomi continuavano a vedersi nella stanza d’albergo, sorvegliati dal quartier generale solamente con delle cimici.
Grazie a questo, Light poteva comunicare con lei scrivendogli dei biglietti.
All’apparenza sembrava che la stesse convincendo ad aiutarlo a catturare Kira, ma intanto le scriveva che sarebbe stata lei a giustiziare i criminali.
Kiyomi, infine, accettò: quella stessa sera tardi, chiamò Mikami al telefono e gli disse di inviarle 5 pagine del quaderno fingendo che fosse una lettera da un fan.
Fin che la lettera non sarebbe arrivata, lui avrebbe dovuto continuare a giustiziare criminali.
A quel punto, Mikami avrebbe smesso di scrivere sul quaderno vero e cominciato a segnarsi i nomi dei criminali su un quaderno falso.
L’uomo non voleva farsi domande sulla questione, quella era la volontà del suo Dio.
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9. ***


 
Near era impegnato a guardare qualsiasi filmato riguardante Kira: telegiornali, convegni, il Kira’s Kingdom.
Sapeva chi fosse Kira, ma doveva identificare chi fosse X-Kira, ovvero chi usava il quaderno con gli occhi dello shinigami.
Analizzando tutti i video, vide un convegno televisivo dove era presente Takada e un uomo che era intervenuto parecchie volte: Taru Mikami.
Ormai la sua pista aveva un senso logico: per tanto, Gevanni era stato incaricato di tenerlo sott’occhio.
Una particolare sera, Gevanni seguì Mikami sul treno.
Insieme a loro vi era un uomo che stava molestando una donna, accusandola di vestirsi provocante.
A quel punto, Mikami estrasse un quaderno dalla valigetta e ci scrisse su qualcosa.
Gevanni avvertì subito Near, quando poco dopo l’uomo morì d’infarto davanti ai suoi occhi.
Oramai non c’erano dubbi, Mikami era X-Kira.
Ma dovevano ancora identificare se Mikami aveva accanto a se uno shinigami: il che sarebbe stato complicato, visto che lo shinigami si poteva vedere solo se si toccava il quaderno.
Quindi, Gevanni continuò a seguirlo.
 
Avendo dimenticato dell’esistenza del quaderno, Toshiko continuava a diventare famosa come attrice e non ci volle molto a Takada per scoprire delle informazioni riguardo lei e Light.
-Ho letto che tu e Toshiko Mana eravate molto amici e che avete avuto anche una relazione.- disse Takada a Light, in uno dei loro incontri.
-Si, ma ho subito capito che non era fatta per me.- le disse Light, mentre le scriveva un biglietto in cui riportava il fatto che Toshiko,a sua insaputa, aveva ottenuto lo stesso suo potere da un altro shinigami.-Ma non ti devi preoccupare di lei, adesso ci sei solo tu.-
Grazie al suo saper fare con le ragazze, Light la convinse a partecipare alle indagini per catturare Kira, nel mentre se ne sarebbe servito proprio come faceva con Toshiko.
Alla fine della loro riunione, Aizawa, che era tanto sospettoso nei confronti di Light, dopo aver messo i microfoni nella stanza, aveva anche lasciato un segno su tutti i block notes della camera.
Ma poi, una volta tornato lì per pagare il conto, su due block notes su quattro, il segno mancava: questo vuol dire che erano stati sostituiti da due block notes nuovi.
Qualcuno usava la scrittura per comunicare e nella stanza vi erano stati solo Light e Kiyomi.
 
 
Gevanni contattò subito Near quando assistette ad uno strano comportamento da parte di Mikami.
-Mikami stava parlando da solo!- esclamò l’agente.- Data la distanza non ho potuto registrare l’audio, ma ho ripreso la scena.-
Non appena mandò le immagini, il comandante Lester avvicinò la prospettiva alla bocca dell’uomo e cercò di leggere il suo labiale.- Lo shinigami.- dedusse.- Quello shinigami, da quando mi ha dato il Death Note, non si è fatto più vivo.-
-Mikami ha avuto il quaderno da uno shinigami..Ora ho capito.- continuò Near.
In quel preciso istante, qualcuno arrivò al quartier generale, volendo vedere Near di persona.
Era Aizawa che si meravigliò quando notò che era un giovane ragazzo.
-Sono venuto qui per dirti che avevi ragione: L e Takada si incontrano ogni sera e comunicano per iscritto.- gli disse l’agente.
-Signor. Aizawa, la prego di non immischiarsi: ormai non si tratta più di scoprire l’identità di Kira, ma di cercare un modo per catturarlo. Mi dispiace dirlo, ma voi siete fuori gioco e vi consiglierei di stare a guardare fin che non lo metto nel sacco.-
 
Giunse il 31 dicembre, la televisione avrebbe dato un Galà Musicale, presentato da Kiyomi, la quale ospite d’onore sarebbe stata la famosa attrice Toshiko Mana.
Mogi la condusse agli studi come suo agente, ma vennero bloccati da due agenti dell’SPK, che gli ordinarono di seguirli.
Dopo la storia dei block notes dettogli da Aizawa, Mogi cercò di fidarsi e decise di seguirli in auto fino ad una meta sconosciuta.
Quando Kiyomi annunciò che Toshiko non si era fatta vedere, Light contattò immediatamente Near.
-Near, non riusciamo a contattare Toshiko e Mogi.- gli disse.
-Questo perché mi sono preso la libertà di trattenerli.-
-Near, il rapimento è un reato.- commentò Light.
-Non si tratta di un rapimento, loro erano d’accordo a venire qui e a collaborare.- spiegò Near.- Comunque, vi metto in contatto con loro.-
Apparvero delle immagini di Toshiko e Mogi in una stanza d’albergo e Light vide che stavano bene.
-Toshiko, Mogi, sono L: volevo chiedervi se siete stati trattenuti per vostra volontà o vi hanno costretti.- gli domandò il castano.
-Si, è così.- rispose Mogi.
-Mogi mi ha detto di accettare, al contrario saremmo potuti morire tutti.- continuò Toshiko.
-Bene, se siete consenzienti, non ci sono problemi.- disse infine Light, per poi chiudere la chiamata.
Near voleva lasciare Toshiko fuori dal gioco per un pò, visto che era sicuro che fosse stata il secondo Kira.
Il suo piano stava prendendo forma.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10. ***


Gevanni continuava a seguire Mikami: di sera, l’uomo si recava in palestra, tutti  i giorni, perfino a Natale o l’ultimo dell’anno.
Near gli aveva comandato di toccare il quaderno che l’uomo aveva nella valigetta e poi fare rapporto.
-Ce l’ho fatta! Ho toccato il quaderno!- esclamò l’uomo, una volta contattato il quartier generale del’SPK.- Ma non ho visto nessuno shinigami.-
-Bene, voglio che ogni giorno, lei tocchi quel quaderno.- gli disse Near.- Secondo i dati raccolti, una persona può essere manipolata entro 23 giorni. Quindi, dobbiamo anche considerare che Gevanni potrebbe già esser stato manipolato allo scopo di mentire sulla presenza dello shinigami. Ci sconteremo con Kira tra 24 giorni.-
Come comandato, Gevanni andava ogni sera alla palestra e toccava il quaderno, ma non vedeva mai lo shinigami.
Tuttavia, Near gli aveva chiesto di fare delle foto a tutte le pagine e non c’erano dubbi che quella fosse la scrittura di Mikami.
Il piano del ragazzo poteva iniziare.
 
Tutto procedeva come sempre, Gevanni controllava il quaderno, Mikami scriveva nomi falsi e Light e Kiyomi continuavano a vedersi nella stanza d’albergo.
Erano passati 23 giorni e Near confermò che Gevanni non era stato manipolato: a qual punto, giunse l’ora di incontrare Light.
-L, vorrei incontrarti: ho delle cose riguardanti Kira che vorrei mostrarti.- gli disse il ragazzo.
-Ma tu sospetti che io sia Kira, quindi dubito che tu voglia mostrare il tuo volto.- commentò Light.
-In realtà si tratta di una cosa che devo farti vedere solo uscendo allo scoperto e quando l’avrò fatto, tutto sarà risolto.-
-Bene, così potremmo anche chiarire l’equivoco.-
-Avrei delle condizioni da porre per il nostro incontro.-
-Dimmi pure Near.-
-Vorrei che ci incontrassimo tutti, ovvero tutti gli agenti sotto il tuo comando e quelli dell’SPK. Compreso me, noi siamo in quattro. Inoltre, chiederò a Mogi di accompagnarci, mentre Toshiko sarà liberata poco prima del nostro incontro. Ci vedremmo quando avrete confermato che Toshiko sta bene. Che ve ne pare?-
-D’accordo. Anche noi siamo in quattro, me compreso.-
-Perfetto, ora, passiamo al luogo dell’incontro: un deposito abbandonato conosciuto come Yellow Boks.- continuò Near, mostrando le immagini a Light.- Mi sono già preso la libertà di acquistarlo, se vi va bene, ci vediamo lì. Un’ultima cosa: vorrei che portaste il quaderno custodito presso il quartier generale.-
-Perché vuoi il quaderno?- chiese Light.
-Per un semplice motivo: una volta che avrete lasciato il quartier generale, non ci sarà nessuno a sorvegliare il quaderno. Vi prometto che non cercherò di impadronirmene, ne di toccarlo: mi basterà che il signor Aizawa  mi confermi che si tratta di quello del quartier generale e io mi fiderò. Soprattutto fate sì che non sia Light a portarlo,visto che penso che lui sia Kira.-
-Vorrei essere io a decidere chi se ne occuperà, per te va bene?-
-Certo. Ed adesso, trattiamo l’ora e il giorno.-
Near sapeva che Mikami scriveva i nomi dopo la mezzanotte, quindi voleva dire che gli venivano comunicati durante il giorno.
-Facciamo il 28 Gennaio, esattamente tra 3 giorni, alle 13:00.-
Light capì che Near stava seguendo i movimenti di Mikami.- Molto bene, allora ci vediamo tra 3 giorni.-
L’uno sembrava aver capito il piano dell’altro, ma alla fine, solo uno dei due avrebbe prevalso.
 
Light aveva già dato istruzioni a Mikami e Kiyomi per uccidere Near.
Ma, in quel pomeriggio in cui Kiyomi arrivò all’NHN, ci fu un attentato: qualcuno, da un’auto d’epoca, lanciò un fumo allucinogeno.
Alla donna era stata assegnata Idner come guardia del corpo, proprio perché così SPK avrebbe potuto tenerla sotto controllo.
In quel momento, giunse un ragazzo su una moto da corsa.
-E’ troppo pericoloso entrare nell’edificio, consegnala a me e io la porterò al sicuro.-
Idner riconobbe subito la voce di Mello e decise di fidarsi.
Kiyomi salì dietro Mello e il ragazzo guidò via dalla scena dell’attentato.
Fu una brutta scelta, poiché il ragazzo mise delle manette ai polsi della donna.
La giornalista di Kira era appena stata rapita.


Se vi manca la nostra Toshiko non preoccupatevi, tornerà presto!

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Capitolo 11
*** Capitolo 11. ***


 
L’auto dell’attentatore venne seguita per tutta la città e alla fine il responsabile fu trucidato dalle guardie del corpo di Takada, ovviamente sostenitori di Kira.
Mello condusse Kiyomi dentro un furgone e la donna capì subito che doveva trattarsi del ragazzo mostratogli da Light, quello a cui doveva fare attenzione.
-Togliti tutto quello che hai addosso e mettilo in quella scatola.- le ordinò Mello, consegnandole poi una coperta.
Nel togliersi i vestiti, Kiyomi estrasse una pagina del quaderno dal reggiseno e la tenne nascosta.
 
Intanto, Near aveva assicurato a Light che non era opera sua, ma si trattava sicuramente di un piano escogitato da Mello.
Poco istanti dopo, il cellulare di Light squillò.
-Yagami, aiutami.- balbettò Kiyomi.
-Kiyomi, stai bene? Riesci a vedere dove ti trovi?-
-Non lo so. Sono riuscita solo a vedere un cartello..Ora siamo parcheggiati da qualche parte.- balbettò la ragazza.
-Kiyomi, ricordi che quando abbiamo parlato di Kira, ti ho detto che ci sarebbe potuto essere qualcuno che avrebbe attentato alla tua vita? E avevamo anche parlato di cosa fare nell’eventualità che succedesse questo?-
-Si, me lo ricordo. Ho fatto come mi hai detto.-
Light sgranò gli occhi a quella frase: Kiyomi era riuscita a uccidere Mello, scrivendo il suo vero nome su quella pagina del quaderno.
-Adesso ricordi cos’altro devi fare?- continuò Light.
-Si, devo andare il più avanti possibile con le esecuzioni.- piagnucolò lei.- Però..Tu.. vieni a salvarmi.-
-Dimmi che ce la farai.-
-S-si.-
Dopo esser riusciti a rintracciare il luogo della chiamata, Aizawa, Light ed Ide si diressero subito là.
Ma quando giunsero sul luogo, il camion era in fiamme.
Sfruttando il fatto che Aizawa e il suo compagno si fossero seduto entrambi ai posti davanti dell’auto, Light aveva tirato fuori l’angolo di pagina del quaderno nascosto nel suo orologio: aveva manipolato Kiyomi così che si desse fuoco qualche minuto prima del suo arrivo, bruciando tutto quello che aveva attorno.


Scusate se il capitolo è troppo corto, ma non preoccupatevi perchè prossimamente ci saranno nuovi colpi di scena!

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Capitolo 12
*** Capitolo 12. ***


 
Non appena si confermò che uno dei corpi trovati era quello di Kiyomi, tutte le emittenti televisive facevano a gara per avere il ruolo di portavoce di Kira.
Tuttavia, nonostante l’accaduto, Near decise comunque di incontrare Light e gli altri agenti.
Giunse il 28 Gennaio, Near aveva liberato Toshiko e quando ne ebbero la conferma, digitarono uno ad uno la loro password per prendere il quaderno tenuto al quartier generale.
In quel momento, i quaderni in uso erano due: uno, era quello dato a Toshiko da Rem che possedeva Light e un altro era quello di Rem, lasciato alla sua morte.
Il quartier generale possedeva quello dello shinigami e venne assegnato ad Aizawa portarlo.
Quindi Aizawa, Ide, Light e Matsuda si diressero verso lo Yellow Boks, ma, quando vi entrarono, notarono che Near indossava una maschera.
Era l’unico ad averla, mentre i suoi agenti si erano presentati a volto scoperto.
-No, così non è giusto! Il fatto che abbia la maschera dimostra solo che vuole salvarsi la pellaccia!- esclamò Ide.
-E’ una precauzione. Kira potrebbe già conoscere tutti i volti presenti e potrebbe aver già scritto i loro nomi sul quaderno.- spiegò Near, giocando con una ciocca di capelli.- Concedetemi mezz’ora per confermare che nessuno di voi è stato manipolato e muoia.-
Il tempo passò molto lentamente, ma infine, nessuno ebbe un attacco di cuore.
-La mezz’ora è passata e stiamo tutti bene.- intervenne Matsuda.
-Bene, visto che siete ancora tutti vivi, mi toglierò la maschera.- continuò il ragazzo, scoprendosi il volto.
-E adesso? Cosa farai Near? Stai aspettando qualcosa?- chiese Light.
-Si, sto aspettando una persona. Colui che chiarirà tutto.- rispose Near, portando lo sguardo su una porta alla sua destra.- Questo edificio è isolato e non vi si può guardare al suo interno senza aprire quella porta. Quindi lui l’aprirà per spiarvi all’interno.-
-E chi sarebbe questa persona?!- esclamò Matsuda che sudava freddo.
-Colui che sta giustiziando i criminali, ovvero X-Kira. Sono certo che verrà con il quaderno e non appena verrà, vi scriverà sopra il mio nome. Anzi, immagino che cercherà di uccidere tutti dato che siete a conoscenza del quaderno.-
-Ma sei impazzito?! Dovremmo starcene qui e lasciarci uccidere!- gridò Ide.
-Ascoltate bene, quando questa persona aprirà la porta per spiare, fate finta di non accorgervene!- esclamò Near, sicuro di se.-
Improvvisamente, si udì uno scricchiolio: Mikami era arrivato a grazie agli occhi dello shinigami, sapeva i veri nomi dei presenti.
-E’ qui.-
Mikami prese a scrivere velocemente tutti i nomi degli agenti, tranne quello di Light di cui non vedeva la durata vitale.
Lui era il suo Dio.
Impauriti da quello che poteva succedere, addirittura Matsuda tirò fuori la pistola, senza sapere cosa fare.
-Tranquilli, non morirete!- continuò Near.
-Come fai a saperlo?!-
-Ho manomesso il quaderno. L’attuale Kira scrive esattamente una pagina al giorno: abbiamo effettuato una sostituzione delle pagine a partire da quelle dedicate ad oggi. In questo modo non moriremo anche se scriverà i nostri nomi.- spiegò l’altro.- Lui verrà a controllare nuovamente all’interno per vedere se siamo morti, a quel punto controlleremo il quaderno e il nome che non sarà scritto su di esso, quello è Kira.-
Il suo discorso non faceva una piega, ma Near non sapeva che in realtà, il quaderno che aveva modificato era falso, mentre quello che possedeva Mikami in quel momento era il vero quaderno dato a Toshiko da Rem.
Light aveva detto a Mikami di creare un falso quaderno e di spedire delle pagine a Kiyomi: da quel momento in  poi era lei a giustiziare i criminali.
Inoltre, Light aveva chiesto a Mikami di scrivere alcuni nomi in pubblico  cosi che il suo pedinatore potesse vederlo, ma, anche in questi casi, era Takada a giustiziare così Near non poteva avere alcun dubbi sull’autenticità del quaderno di Mikami.
Il piano di Near era scegliere un giorno la quale pagina del quaderno sarebbe partita da destra, così da poter sostituire le pagine ed evitare le morti di tutti.
Il quaderno che Light aveva detto a Mikami di portare il 28 Gennaio, era quello autentico, quello che aveva nascosto fin ora.
Light aveva vinto, il suo mondo avrebbe finalmente preso forma.
Entro 40 secondi, sarebbero morti tutti.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13. ***


 
-Ehi tu, lì fuori, hai finito di scrivere i nomi?- domandò Light.
-Si, ho finito.- rispose Mikami.
-Che strano che ti abbia risposto così docilmente.- commentò Near.
-Forse è solo una persona onesta. O magari aveva intuito il tuo piano e si sente in vantaggio.-
-Teru Mikami, potrebbe entrare? So che è lei a giustiziare i criminali: dopotutto,se ha già scritto i nostri nomi, non deve aver paura.-
-Si, ha ragione. Puoi anche smettere di nasconderti ed entrare.- continuò Light.
Mikami entrò e controllò il suo orologio: mancavano 5 secondi.
-Quanti secondi sono passati da quando hai scritto i nomi?- domandò il castano.
-31..32…33..34…35..- mormorò Mikami.
A quel punto, Light potette finalmente urlare e ridere a crepapelle poiché il suo piano sembrava riuscito.- Near, ho vinto io!-
 
I 40 secondi erano passati, ma erano ancora tutti vivi.
-Ve l’ho detto che non sarebbe morto nessuno.- ripeté Near.
Sia Light che Mikami erano sconvolti, non riuscivano a capire perché il piano fosse andato storto.
-Dio! Io ho fatto tutto quello che mi hai detto!- sbraitò Mikami.
Lester e Gevanni lo bloccarono immediatamente con delle manette e gli sottrassero il quaderno.
Near mostrò i nomi scritti agli agenti.- Ecco: i primi quattro nomi sono sicuramente i veri nomi dei membri dell’SPK e l’unico dei presenti di cui manca il nome è Light Yagami.-
Light aveva il fiato corto, ormai per lui era finita, ma non si voleva arrendere.- No! E’ una trappola! E’ solo una trappola!- gridò a squarcia gola, tentando di difendersi.
-Light Yagami…L….Kira..Ormai tutti sanno che tu sei il colpevole. E’ vero, ho sostituito delle pagine del quaderno falso, proprio come tu avevi calcolato. Ma quando prima ho detto che avevo manipolato il quaderno, mi riferivo a quello vero. Di quello falso ho sostituito solo una parte, ma, quello autentico, l’ho rimpiazzato completamente.- spiegò Near, per poi fare un leggero sorriso.- Anzi, no…Non sono stato io.-
-E chi?- intervenne Matsuda, aggrottando le sopracciglia.
-Una persona che non poteva risultare sospetta, qualcuno che non era più sotto il controllo del secondo L, una persona alla quale non avrebbe mai pensato.-
Light si inginocchiò a terra con le mani fra i capelli.- Non è possibile…-
A quel punto, fece la sua entrata Toshiko, che in mano aveva il vero quaderno, quello che Rem le aveva dato in passato.
Lo consegnò nelle mani di Near e moderatamente, con il brusio dei poliziotti che commentavano la vicenda, si avviò verso Light e lo guardò dritto negli occhi.- Eri così convinto di avermi intrappolato che alla fine hai smesso di controllarmi. Ma io non mi sono arresa, mai: quando mi hai ordinato di rinunciare al quaderno così che io me ne sarei dimenticata, in realtà non l’ho fatto, ho solo finto per tutto il tempo. Io ho chiamato la polizia quando hai attuato il tuo piano di uccidere Near,io ho sostituito i quaderni perché solo io sapevo come fossero fatti realmente e io ho detto a Mello dove trovare Kiyomi perché sapevo che l’avresti uccisa. E’ anche grazie a Mello che è successo tutto ciò ed è stato quando Mikami ha scritto il nome di Kiyomi che Near ha capito la falsità del quaderno. A quel punto possedevi un solo aiutante e non hai più capito chi ti remasse contro e chi no. Sapevo e speravo che prima  o poi avresti fatto un passo falso Light, perché io ti conosco, non sei perfetto.- spiegò Toshiko.
-Esatto, Toshiko ci ha lavorato tutta la notte e ha riprodotto perfino la scrittura di Mikami.- continuò Near. -Avendo toccato il vero quaderno, io riesco a vedere lo shinigami.-
Ryuk non sapeva cosa dire e balbettò cose a caso.
-E’ un vero piacere, io sono Near.-
Lo shinigami ridacchiò.- Io sono Ryuk, il piacere è tutto mio.-
-Su questo quaderno sono stati strappati degli angoli, vuol dire che possono essere usati anche dei frammenti per uccidere delle persone?- domandò il ragazzo.
-Certo che si può fare.- rispose Ryuk.
-Immagino che si possa usare in svariati modi, quindi pensate a tutte le volte che ha ucciso sotto i nostri occhi. Light Yagami, tu sei Kira. Prova a discolparti, se ci riesci.-
 
 
 
Improvvisamente, Light prese a ridere e i suoi occhi si infiammarono di malvagità.- Si, io sono Kira e questo fa di me il Dio di un nuovo mondo. Devi capire che adesso è Kira a mantenere l’ordine: vuoi uccidermi? Sicuro che sia la scelta migliore? Tutt’ora ci sono criminali in giro che corrompono il mondo. Non appena ho preso in mano il Death Note, ho capito che solo io lo avrei ripulito, solo io potevo farlo!- esclamò Light.
-No Light.- intervenne Toshiko.-Il potere ti ha dato alla testa: il Light che conoscevo io non avrebbe mai ucciso. Sei diventato un assassino e il quaderno era il tuo mezzo per uccidere.-
-Hai ucciso anche tu!-
-Lo so. Non so cosa ne sarà di me per quello che ho fatto, ma dovevo farti smettere, dovevo cercare di salvarti dal soggiogamento di quel quaderno, forse sei ancora in tempo, Light.-
A quel punto, Light lanciò un urlo ed estrasse il frammento di pagina dal suo orologio.
Toshiko scattò verso di lui e gli tolse l’orologio di mano, gettandolo altrove.
Poi il castano avventò due mani al suo collo con l’intento di strangolarla.
Infine, si udirono degli spari.

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Capitolo 14
*** Ultimo capitolo. ***


 
Il corpo di Light venne perforato da un paio di proiettili sparati dalla pistola di Matsuda.
Light era a terra sanguinante, mentre Toshiko tossiva per cercarsi di riprendersi.
A quel punto, Mikami usò la punta della sua penna per tagliarsi una vena: era finita anche per lui, non aveva scelta se non voleva andare in galera.
Light approfittò di quella situazione per scappare via, ma dato le ferite, non sarebbe andato lontano.
Toshiko seguì le scie di sangue che la portavano al palazzo di casa propria.
Il corpo di Light era sul ciglio della porta, ma egli respirava ancora.
Non essendoci nessuno in casa, Toshiko lo trascinò fino al proprio letto e posò lo sguardo sulle foto che aveva sul comodino che ritraevano loro due, ai tempi in cui erano ancora amici.
-Ci siamo rovinati entrambi quel giorno, Light…Quando abbiamo raccolto quel quaderno. Il mondo faceva schifo, è vero…Ma io avevo te e non mi importava di nient’altro.-
Con i vari spasmi che aveva, Light riuscì a portare una mano insanguinata sulla guancia della ragazza.
-Da quel momento in poi è sempre stato un testa a testa fra me e te, poi con te ed L e poi con te e i suoi successori.- continuò lei, avvicinando il proprio viso al suo.- Ma ho vinto io, Light.-
In seguito, Toshiko alzò il volto verso Ryuk che era pronto a scrivere il nome di Light sul proprio quaderno e così fece.
A quel punto, la mano di Light scivolò lungo il letto e il suo cuore smise di battere.
Nonostante tutto, Toshiko singhiozzò tristemente e si accasciò sul suo corpo.
Uniti, dall’inizio alla fine.
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Con la guancia sporca di sangue, Toshiko si avviò nella foresta e bruciò le lenzuola.
Near, però, la trovò e si affiancò a lei.
-Te lo avevo detto che avremmo vendicato L.- le disse.
-Già, ma, tuttavia, io non mi sento soddisfatta come te.- mormorò la ragazza.
-Tu amavi entrambi, in un certo senso. Ma abbiamo salvato il mondo con il tuo aiuto, Toshiko.- commentò Near.- Tu sei la giustizia.-
Il mondo tornò ad essere quello che era sempre stato prima che la furia di Kira lo inondasse.
Ryuk non si sarebbe staccato ne da Toshiko, ne dagli agenti del quartier generale fino alla loro morte.
Toshiko spiegò tutto quello che era successo, dall’inizio, da quando lei e Light avevano trovato il quaderno, fino alla fine.
Fu costretta a rivivere brutti ricordi, ma fu contenta di essersi tolta quel grande peso.
Toshiko aveva fatto lo scambio degli occhi più di una volta, ma Ryuk non era tenuto a dirle il giorno della sua morte.
La ragazza tornò a sorridere e a continuare a vivere la sua vita insieme a Matsuda: una vita che aveva desiderato con Light, poi con L.
Ma la morte giunse anche per lei, circa all’età di 40 anni, ma non fu una morte tragica.
Toshiko si addormentò tranquillamente tra le braccia di Matsuda ed esalò il suo ultimo respiro.
Fu proprio Ryuk a scrivere il suo nome sul propria quaderno e la loro storia si sarebbe raccontata nel mondo degli shinigami fino alla fine della loro esistenza.
Per chi aveva usato il quaderno, non c’era né paradiso né inferno.
Ma fu come se, un’entità suprema o forse solo il destino, fece rincontrare Toshiko e Ryuzaki.
Per la ragazza sembrò un sogno: lui che le sorrideva e le tendeva la mano.
Gli trasmetteva sicurezza e fu spinta a stringerla come se non lo avesse mai perso.
 
E’ stata una lunga giornata senza di te, amico mio,
E ti racconterò tutto quando ti rivedrò.
Ne abbiamo fatta di strada da quando siamo partiti,
Ti racconterò tutto quando ti rivedrò.
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FINE…..
Spero davvero che questa storia vi sia piaciuta perchè ci ho messo anima e corpo :')
Non perdetevi il piccolo epilogo che pubblicherò stasera!

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Capitolo 15
*** Epilogo. ***


Tutti avevano guardato Ryuzaki morire lentamente e non avevano potuto fare niente.
Avevano solo potuto piangerlo davanti alla sua tomba e ringraziarlo per il suo atto.
Toshiko lo piangeva, mentre Light iniziò a ridere a crepapelle quando furono soli nel cimitero.
-Hai visto L?! Ho vinto io! Adesso cosa hai da dire da sotto terra?!- esclamò, con uno spaventoso sorriso sul volto. Poi, circondò le spalle di Toshiko con il braccio.-Finalmente hai fatto la cosa giusta Toshiko, grazie.- le sussurrò, baciandole poi la guancia e dandole le spalle per andarsene.
La ragazza sopportò il suo comportamento per quel momento, come aveva sempre fatto, ma il suo sguardo diceva tutt’altro: era ora di ribellarsi.
-Quindi adesso con L è finita. Peccato, credo proprio che non ci sarà più da divertirsi.- commentò Ryuk.
Toshiko aggrottò le sopracciglia.- Pensi che questo sia la fine, Ryuk?- gli domandò, stringendo la mano in un pugno.- Questo è solo l’inizio.-
 
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Spero davvero che la storia vi sia piaciuta e anche questo piccolo epilogo. Lasciate una bella recensione di cosa ne pensante della trama e anche delle foto fatte da me u.u Grazie a tutti quelli che hanno letto!

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