Basta così poco

di Diana_C
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Basta così poco ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Basta così poco ***


Nulla fu mai più lo stesso da quel giorno in cui toccai l'inferno, in quella mia classe in cui tanto avevo amato stare, in cui avevo imparato le sue labbra sottili e le sue mani sicure sul mio viso ancora ingenuo, in quei miei sedici anni in cui il mio giorno più dolce aveva il suo nome e di doloroso non conoscevo che le storie di cui vivevo, immerso nella luce soffusa della mia camera e nel fruscio delle pagine dove trovavo casa. Mi svegliai di mala voglia, e come tutte le mattine mi trascinai alla fermata, dove lei mi accolse con uno di quei sorrisi che mi facevano girare la testa, prendemmo l'autobus e insieme ci sedemmo a chiacchierare. Se solo avessi potuto immaginare, se avessi potuto sapere che non avrei rivisto quel sorriso, lo avrei guardato con più attenzione, e se ne avessi avuto il coraggio, l' avrei baciato, l'avrei baciata. Incontrammo Leo e Sofia davanti scuola, lei mi diede un sonoro bacio sulla guancia che io finsi di rifiutare, e lei per tutta risposta mi sferrò un pungo ben assestato sulla spalla; eravamo amici da una vita, ci conoscevano da dodici anni e insieme ne avevamo passate così tante. Se solo avessi potuto prevederlo, se avessi potuto salvare qualcuno, avrei salvato lei, che per salvare me avrebbe fatto qualsiasi cosa. L'inferno iniziò al suono della seconda campanella; quando un uomo incappucciato piombò in classe armato di pistola e gridò che ci avrebbe ammazzato come maiali se avessimo aperto bocca. Tutti restammo al nostro posto, un silenzio glaciale penetrò in classe e gelò il sangue nelle nostre vene, tenevamo gli sguardi fissi su di lui e mi parve che nulla esistesse più al di fuori dei suoi occhi di un terribile color ghiaccio. Improvvisamente il silenzio venne spezzato da uno sparo proveniente dall'esterno, appena fuori dalla nostra porta. Del sangue lentamente si espanse da sotto la fessura, ad una ragazza sfuggì un sussulto e quando mi voltai vidi nei suoi occhi il terrore puro; l'uomo la gelò con uno sguardo folle e per la prima volta in quella mattinata pensai che sarei morto lì, in quel momento. Eravamo pietrificati, sul volto dell'uomo si disegnò un sorriso sadico come lo avevo visto solo nei fumetti e nei suoi occhi potevi vedere la spirale di follia che ti trascinava con una sola occhiata nell'oscurità più profonda, nell'abisso senza fine, al di là del baratro. Iniziò a vaneggiare e a camminare nervosamente avanti e indietro, disse che voleva fare un esperimento, che voleva testare quanto gli esseri umani sanno essere perfidi, voleva mostrare a noi ragazzi quanto il mondo sia crudele e fino a che punto noi stessi possiamo spingerci per sopravvivere. Ci guardava uno ad uno, ci osservava e frugava nelle nostre anime e mentre tutti noi abbassavamo gli occhi terrorizzati, lui continuava, ogni secondo, a strappare un pezzo di noi. Cercai di restare lucido benché già sentivo di star perdendo la calma; cercai la sua dolce mano e F. me la strinse senza guardarmi. In quel momento notai lo sguardo di Sofia, che teneva gli occhi sicuri piantati in quelli dell'uomo; sembrava certa di poter rubare la sua follia, di poter sfuggire al labirinto, trovando il suo punto debole, era certa di poter salvare tutti noi. Teneva la mano in quella di Leo e lui guardava a terra con il cuore che gli martellava nel petto, ignaro di quello che sarebbe successo di lì a poco e dello sguardo dell'amore della sua vita, che solo lui avrebbe potuto fermare. Avrei voluto portarla via di lì, avrei dovuto fermare i suoi occhi taglienti come lame, ma lei era inarrestabile; non aveva paura, questo di lei non lo avevo mai capito: diceva di avere paura di tutto ma guardandola non lo avresti mai detto, sembrava quasi che le piacesse, che ci sperasse nel dolore, sembrava quasi che ne avesse bisogno, per sentirsi viva. Amava avere paura, era il suo più imperdonabile difetto. Vidi gli occhi gelidi dell'uomo posarsi in quelli di lei, vidi il suo volto aspro illuminarsi per un secondo: fu in quell'istante che la scelse. Le ordinò di alzarsi e lei lo fece, io solo scorsi un momento di esitazione e vidi la paura che penetrava lentamente nelle sue vene. Lui le puntò la pistola alla fronte e lei lo guardò con aria di sfida. "Hai paura di morire?" le chiese "Mai avuta" rispose sprezzante. Gli istanti passavano scanditi dal cuore che rimbombava nella mia mente; credevo che sarebbe morta, non riuscivo a pensare ad altro, non gliel'avrei perdonato.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ciao a tutti, devo ammettere che se non ho aggiornato la storia è perché mi ha un po' scoraggiato l'assenza di recensioni, ma poi ho pensato che sia meglio dare qualcos'altro di cui parlare così... Ecco! Buona lettura, se avete un minuto lasciate un commento anche piccolo piccolo :) Mi scuso in anticipo per gli errori, è la mia prima storia e da adesso aggiornerò più spesso. "Hai paura di vivere?" "E tu?" La colpì forte sul viso. Vidi la furia negli occhi di Leo e il suo pungo chiudersi fino quasi a sanguinare, ebbi paura per la mia vita e immediatamente sentii il rimorso togliermi il respiro; gli misi una mano sul braccio e lui si volto silenziosamente verso di me, vidi le lacrime nei suoi occhi e lui lesse la mia paura, strinsi la presa e lui rilassò le mani, tornò lentamente a guardare l'orrendo spettacolo e come lui anch'io. Mentre Sofia continuava a guardarlo con disprezzo, certa di averci salvato, lui si avvicinò a noi e con forza trascinò Leo alla cattedra. "Mi chiedo di cosa tu abbia paura" disse puntando la pistola alla tempia di Leo In un istante perse tutta la sicurezza e spavalderia e sotto gli occhi attenti e compiaciuti di quel mostro, una lacrima ribelle le sfuggì al chiudere delle palpebre. Lui Iniziò a ridere furiosamente e il suo sguardo folle tornò a vagare per la classe, osservandoci uno alla volta, conscio ormai di tutti i nostri segreti e le nostre paure, della nostra follia sopita e ogni nostro limite. "Ho bisogno di due fortunati volontari, mi affido a te, ragazzina" Vidi i suoi occhi sbarrarsi e sentii per un attimo il suo cuore fermarsi; le strappò, con quella frase, ogni frammento di quell' imperdonabile audacia. Era impietrita; iniziò a ripetere ossessivamente che non poteva, che non poteva farlo, che non poteva riuscirci e fu allora che quel folle le diede una mano: sparò in un attimo ad un compagno all'ultimo banco che lentamente su accasciò a terra; una ragazza fece per aiutarlo e lui le sparò ad una mano, poi si avvicinò e iniziò ad respirare pesantemente sul collo imperlato di Sofia e a leccare lentamente i lobi delle sue orecchie, le sussurò qualcosa che non riuscii a capire e poi iniziò a contare alla rovescia da cinque. Gridava ogni numero con una furia mai vista e ad ogni secondo i miei compagni sentivano la vita che veniva loro strappata dalle mani, guardai le loro facce e strinsi la mano di Blu fino a non sentirla più, Leo piangeva silenziosamente e si grattava il braccio sanguinante con forza. Sofia piangeva forte e sentiva la paura e l'angoscia crescere dentro di sé fino a perdere il respiro. Puntò il dito tremante contro Anna e Sabina al penultimo banco e abbassò velocemente gli occhi per non incontrare il loro sguardo atterrito; il silenzio glaciale piombò ancora sui nostri petti, insinuandosi nell'aria dalla serratura. Lui avvicinò ancora di più il volto a quello di lei e le alzò il mento costringendola a guardare gli amici traditi, rise istericamente e fece per avvicinarsi a loro, quando cambiò direzione e afferrò con forza me e Blu "Se avessi saputo proteggerli, non avresti evitato i loro occhi." Fui assalito dalla paura, mi prese per un braccio con tanta forza da sollevarmi e in quel momento sentii il cuore martellare come mai mi era capitato, sentivo la disperazione crescere e non pensavo ad altro che alla morte; in quel momento, per la prima volta in quella mattinata, avrei voluto solo morire. Separò violentemente le nostre mani e ci dispose l'uno di fianco all'altro, di fronte a Sofia. "Scegli"

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