La puissance de l'amour

di Crysalid93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***
Capitolo 6: *** 6 ***
Capitolo 7: *** 7 ***
Capitolo 8: *** 8 ***
Capitolo 9: *** 9 ***
Capitolo 10: *** 10 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


La puissance de l'amour

 
Ladybug e Chat Noir avevano appena sconfitto l'ennesima persona che era stata akumatizzata da Papillon. Come tutte le volte, tutto era tornato alla normalità grazie al potere di Ladybug.
"Ben fatto!" Disse lei alzando il pugno e Chat sorridendo ricambiò il gesto.
"Come sempre, grazie a te, My Lady" Le fece un sorriso furbo e afferrando velocemente la sua mano, le fece il bacia mano. Lei ritrasse la mano ridacchiando.
"Dobbiamo andare le nostre trasformazioni stanno per terminare" Velocemente afferrò il suo yoyo. "Ci si vede Chat"
Lui sorrise e la osservò sparire fra i comignoli dei palazzi. Chat si domandava molto spesso, se prima o poi si sarebbero rivelati le loro rispettive identità. Quando smise di pensare a ciò si rese conto che era in ritardo per le lezioni, così a tutta velocità corse verso la scuola e una volta nelle vicinanze tornò normale. Nella classe c'era il solito vociferare e le solite coppie che parlottavano fra di loro. Alya ormai esausta dai film mentali dell'amica cercava di convicerla a farsi avanti con Adrien, ma lei era così imbarazzata e paurosa che preferiva rimanere in disparte.
"Alya è tutto inutile, io non faccio per lui! Cioè guarda me e guarda lui.."
Alya sospirò e scosse la testa. Marinette dal canto suo mise la testa sul tavolo. Entrò anche Andrien che salutò cordialmente tutti. Marinette alzò gli occhi per guardarlo e poi li abbassò nuovamente rossa. Andrien la guardò confuso però poi si sedette accanto al suo miglior amico Nino. Le lezioni proseguirono lente e noiose fino alla ricreazione. Erano tutti in giardino a godersi quel meritato riposo. Marinette era seduta a disegnare sul suo blocco quando senti alzarsi un vociferio. Incuriosita chiuse il blocco e andò in mezzo alla folla chiedendo permesso. Vide Alya e le domandò cosa stesse accadendo. Alya le rispose che un ragazzo di un altra classe stava colpendo Adrien perchè era stato scaricato dalla propria ragazza perchè quest'ultima era follemente innamorata del modello. Marinette non poteva permettere che quel ragazzo gli facesse del male, perchè lei n'era innamorata, così facendosi largo si frappose fra i due aprendo le braccia pronta a prendersi quel pugno che sarebbe stato per Adrien che si stava rialzando. Adrien quando vide Marinette mettersi in mezzo si spaventò, non voleva che lei si ferisse a causa sua.
"Marinette, spostati.."
Gli disse Adrien, che si stava massaggiando la guancia colpita, lei senza voltarsi scosse la testa e lui rimase nuovamente sorpreso. Quella ragazza da quando la conosceva era una continua sorpresa. L'altro ragazzo vedendo l'intromissione di Marinette decise di lasciare perdere e se ne andò. Marinette si voltò verso di lui.
"Adrien s-stai ben-.."
Non potè finire la frase perchè Chloe si buttò su Adrien iniziando a fare uno dei suoi pezzi. Gli occhi di Marinette incontrarono quelli di Adrien, lei fece un leggero sorriso e tornò in classe con Alya. Intanto Adrien non smetteva di pensare al gesto così avventato di Marinette. Non se l'era proprio aspettato da una ragazza così timida ed anche un pò goffa. Era stata coraggiosa e lo aveva protetto. Alya intanto punzecchiava l'amica per il suo gesto e Marinette rossa come un pomodoro maturo cercava di farla smettere.

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Capitolo 2
*** 2 ***


Le lezioni erano finalmente terminate e Marinette stava uscendo dalla scuola. La sua piccola Kwami spuntò dalla sua borsetta con un sorriso.
"Sei stata molto coraggiosa Marinette. Secondo me dovresti dichiargli il tuo amore" Disse Tikki guardandola con tenerezza.
"Tikki non posso, lo sai anche tu che quando ce l'ho davanti divento la persona più imbranata del mondo." La piccola kwami la guardò.
"Però se non provi, non potrai mai scoprire cosa prova lui per te" Marinette sospirò sconsolata. Tikki aveva ragione ma lei aveva anche paura di un rifiuto da parte di Adrien.
"Hai ragione però.." Tikki continuò a fissarla fino a quando non sentì la voce di un ragazzo chiamare la sua amica. "Marinette aspetta!" Marinette sentendo la sua voce si voltò di scatto guardando Adrien correrle contro. Tikki fece in tempo a nascondersi nella borsa per non farsi vedere. Gli si fermò davanti e lei subito avampò. "A-adrien c-cosa, si cioè.." Iniziò uno dei suoi soliti monologhi sconclusionati. Lui la guardò sorridendo, mentre lei aveva preso a torturarsi le dita delle mani per mantenere un minimo di calma. Adrien si avvicinò ancora di più a Marinette e lei presa un pochino alla sprovvista fece un passo indietro scordando che era di spalle alle scale della scuola. Sentì il peso del suo corpo andare all'indietro e institivamente chiuse gli occhi pronta alla caduta. Adrien appena vide che stava per cadere preso da un moto di paura scattò e afferrandola per il braccio e tirandola, la fece finire contro di se. "Marinette sta più attenta, ti saresti potuta far male seriamente." Il cuore di Marinette prese a battere all'impazzata nel suo petto, non era pronta ad avere un contatto così ravvicinato con il ragazzo dei suoi sogni. Rimase ferma in silenzio. Anche Adrien nel tenere per la prima volta Marinette fra le sue braccia provò una strana sensazione. Una sensazione piacevole già vissuta. Era la stessa che provava, quando era con la sua amata Ladybug. Abbassò lo sguardo su di lei. "Marinette stai bene? Ti prego parlami.." Disse con un velo di preoccupazione Adrien. Marinette sentendo di non avere la voce per rispondergli annui solamente. Lui sospirò di sollievo e lasciò la presa sul suo corpo. "Marinette, volevo ringraziarti per oggi. Se non fossi intervenuta tu, sicuramente un altro pugno non me lo avrebbe tolto nessuno. Quindi.. per ringraziarti volevo accompagnarti fino a casa" Lei, lo guardò rossa negli occhi, stava per aprire bocca per parlare ma lui la fermò prima. "Non accetto un no, come risposta." Le fece un sorriso furbetto che in quel momento a Marinette portò alla mente quello di Chat noir il suo compagno di battaglia. Chiuse la bocca ed annui. Insieme iniziarono a scendere le scale e poi presero la direzione che portava alla casa della ragazza. Intanto in un luogo sconosciuto Papillon trovò l'oscurità in un altra persona e mandò uno dei suoi piccoli akuma ad akumatizzarlo. Marinette camminava al fianco di Adrien in silenzio. Non sapeva proprio cosa dire. Pensò che un gatto le avesse morso la lingua. Appena si rese conto del pensiero sorrise portando una mano alle labbra e il suo gesto non sfuggì ad Adrien. "Posso sapere il motivo di quel sorriso?" Sorrise anche lui a sua volta. Lei divenne rossa e si passò una mano tra i capelli. "N-nulla ho pensato a un mio amico" Adrien la fissò e una strana sensazione attanagliò il suo stomaco. "Un amico speciale deduco..no..?" Lei lo guardò ed annui. Erano quasi arrivati a casa di Marinette, quando si udì un enorme boato. Entrambi i ragazzi si voltarono verso la strada e videro persone iniziare a colpirsi senza motivo. "Ma cosa succede?" Disse Marinette confusa. Adrien dal canto suo la prese per mano e facendosi largo fra le persone riusci a condurla fino a casa. "Non uscire per nessun motivo resta al sicuro." Marinette non fece in tempo a dire una parola che lui scappò fuori dal locale. Un moto di paura s'impadronì di lei. Se tutto quel casos era colpa di un akuma il suo Adrien era in pericolo. Adrien appena trovò un posto sicuro fece uscire allo scoperto il suo amico. "Plagg, trasformami." Il piccolo gattino nero, entrò nel suo anello e lo trasformò in Chat noir. Intanto anche Marinette si era trasfromata in Ladybug e si era incontrata su un tetto con Chat noir. "Salve, My Lady" Lei lo guardò e sorrise. "Mai un attimo di pace vero Chat?" Anche lui sorrise "A quanto pare no." si misero in piedi e partirono all'attacco verso l'akuma.

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Capitolo 3
*** 3 ***


Chat Noir e Ladybug, una volta davanti al nemico si accorsero che per controllare le persone e spingerle a combattere fra di loro usava un clarinetto dal quale ne uscivano sfere di luce di colore viola. Ladybug guardò il suo compagno. "Chat, dobbiamo fare attenzione a non farci colpire da quella sfera." L'akuma si accorse di loro e iniziò a suonare dentro il clarinetto, un centinaio di sfere vennero create. Ladybug fece roteare il suo yoyo iniziando a distruggerle e la stessa cosa fece Chat noir con il suo bastone. Uniti distrussero completamente tutte le sfere. Tornarono in posizione d'attacco, il suonatore però li guardò con un sorriso, Chat ebbe come un sesto senso e voltandosi verso la sua Lady si accorse di una sfera. "Attenzione Ladybug!" Lei si voltò verso di lui e lo vide scattare nella sua direzione. Chat noir scostandola prese la sfera al posto suo. "C-chat noir?" spaventata si avvicinò lentamente. Lui alzò di scatto la testa mostrò al posto dei suoi soliti occhi verdi, degli occhi dal colore viola. Non fece in tempo a dire altro che Chat l'attaccò. Lei non volendogli fare del male cercò in tutti i modi di schivarlo. "Chat noir torna in te! Sono io.. Ladybug!" Senza rendersene conto si ritrovò con le spalle al muro. Vide Chat caricare un pugno nella sua direzione, lanciò il suo yoyo verso un lampione e lo schivò all'ultimo facendo dare una facciata al povero gatto nero. Pensò che fosse il momento adatto per il suo potere. "Lucky Charm!" guardò l'oggetto che le finì fra le mani. "Una campana? Che ci faccio con una campana.." Disse abbattuta, poi le venne in mente un idea. Lanciò il suo yoyo in direzione del suonatore e iniziò a muovere la campana che iniziò a fare un rumore fastidioso. L'akuma a quel rumore non riusciva a concentrarsi per suonare. Lei lanciò la campana verso di lui facendogli cadere il clarinetto dalle mani. Agilmente lo prese prima che, Chat che si era ripreso dalla facciata l'attaccasse. Tenendo fra le mani il clarinetto, lo spezzò e da lì uscì la piccola farfalla nera. "Per oggi hai fatto molti danni piccolo akuma." Catturò la piccola farfalla nera nel suo yoyo. "Presa." Dallo strumento uscì una farfalla purificata. Sorrise e poi raccolse l'oggetto che era servito per concludere lo scontro. Lo lanciò in aria. "Miraculous Ladybug" Tutto tornò alla normalità. Chat si guardò intorno confuso. "Chat, stai bene?" Guardò la ragazza ed annui. "Mi fa solo male la faccia.." Ladybug si portò una mano alle labbra ridacchiando e quel gesto a Chat fece venire in mente Marinette. Il suono degli orecchini la fece tornare alla realtà. "Devo andare.." Chat annuì per la seconda volta sorridendo. Lei stava per lanciare il suo yoyo quando vide una scia di vento e poi di ghiaccio crearsi dietro un palazzo. "Che diavolo?" Papillon aveva akumatizzato un altro essere umano. Da sopra il tetto comparve quest'essere di ghiaccio. Ladybug sgranò gli occhi. Chat corse accanto a lei. "Sembra che oggi Papillon, non voglia darci tregua. My Lady vai, lo intrattengo io il nostro.. ghiacciolino" Disse sicuro di sè con un sorriso. Lei lo guardò e infine annuì. "Chat fai attenzione..." Saltò su di un tetto, le era rimasto poco tempo.. stava per andare in direzione di casa sua, quando un gridò la gelò. Riconobbe il grido di Chat, così senza pensarci tornò indietro ad una velocità incredibile dal suo compagno per aiutarlo. Fece in tempo ad atterrare davanti a lui per proteggerlo da un getto di ghiaccio. "Chat sei ferito?" Lui si alzò di scattò afferrandola per le spalle. "Sei pazza perchè sei tornata indietro?!" Lei gli sorrise "Stupido gattino, non potevo abbandonarti." I suoi orecchini suonarono di nuovo e nello stesso momento l'akuma creò un tornado di ghiaccio. Ladybug, riusci a spostare Chat noir che cadde all'indietro. La scena che si presentò davanti gli occhi dell'eroe lo fecero entrare in uno stato di terrore. "LADYBUG!" Senza pensarci due volte corse nel tornado per provare a salvare la sua lady.

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Capitolo 4
*** 4 ***


Ladybug era finita dentro quel tornado di ghiaccio. Il freddo era insopportabile e non riusciva a trovare una via d'uscita. Sentiva il suono incessante dei suoi orecchini che le ricordavano che la trasformazione era al limite. Se sarebbe tornata normale la dentro sicuramente sia lei che Tikki avrebbero rischiato la vita. L'aria gelida, non riusciva a farla ragionare, lanciò il suo yoyo sperando di trovare un appiglio ma era tutto inutile. Stava per lanciare nuovamente il suo yoyo, quando un qualcosa di pesante che doveva esser stato aspirato dal tornado, le si scagliò addosso prendendola alle spalle. Svenne, e il suo corpo venne trasportato dal tornado. Chat noir che si era, gettato a sua volta nel tornado, iniziò a urlare il suo nome. "LADYBUG! LADYBUG!" Muoveva la testa, da sinistra a destra per poterla individuare. Stava avendo una paura tremenda. Quando alzò lo sguardò e vide il corpo della sua amata esser portato dal vento come un giocattolo, rimase impietrito. Vide una cassetta delle posta, puntò il suo bastone e allungangolo riuscì a raggiungerla e a tenerla fra le sue braccia. "L-ladybug? Svegliati.." Ma lei non dava alcun segno. La strinse maggiormente a se e la guardò per un breve istante."Ti salverò My lady.." Si guardò freneticamente intorno "Devo trovare, una soluzione o qui rischiamo di rimetterci.." Disse, iniziando a percepire anche lui il gelo di quel tornado. Grazie alla sua vista svillupata, notò un punto cieco del tornado e grazie all'aiuto del suo bastone riuscì a far uscire fuori entrambi. Con un balzò atterrò dietro a dei cassonetti. Fece cadere a terra il suo bastone e guardò la sua Lady. Il suo cuore era attagliato dalla paura, prese a scuoterla leggermente. "Ladybug, apri gli occhi..ti prego..My lady.." Le stava spostando alcune ciocche ribelli, quando un leggero bagliore attirò la sua attenzione. Vide la trasformazione di lei, iniziare a svanire. Guardò i suoi orecchini e ne ebbe la conferma. Rimase con il volto puntato su quello pallido di lei. Appena la maschera si dissolse il cuore dell'eroe perse un battito. "M-marinette.." Non poteva crederci. Non poteva credere, che la ragazza di cui era innamorato fosse veramente Marinette. Il suo cuore era in sobbuio, si chiedeva come poteva esser stato così cieco. L'aveva sempre avuta al suo fianco senza rendersene conto, ed ora rischiava di perderla perchè lei, da pazza incosciente lo aveva protetto. "Marinette..." Una vocina, lo riscosse dai suoi pensieri. Vide il piccolo kwami guardare la sua amica e anche se debolmente volare su di lei, era preoccupata anche lei. "Chat noir.. ti prego aiutala." Chat, si alzò in piedi tenendo fra le sue braccia il corpo di Marinette. "Non temere, ci sono io." Era riuscito a ritrovare un pò di quella lucidità che dopo quella scoperta aveva perso. Con vari balzi, atterrò sul balcino della camera della ragazza, la parte inferiore della pasticceria come mezza Parigi era stata congelata. Mise il corpo di Marinette sul letto e si voltò verso il piccolo kwami. "Dimmi di cosa ti nutri..così che tu possa recuperare le energie ehm.." La guardò un attimo e poi sorrise, passandosi una mano fra i capelli biondi. " Posso sapere il tuo nome?" La kwami annui "Mi chiamo Tikki, sono il kwami della creazione, mi nutro di biscotti" Chat, annui e come un fulmine sparì al piano di sotto. Dopo poco salì con un piatto pieno di biscotti che porse alla piccola Tikki, che iniziò a mangiare. La piccola kwami sapeva che Marinette era forte, per quel motivo stava cercando di recuperare le forze il prima possibile. Chat si sedette sul bordo di quel letto rosa e prese la mano di Marinette fra le sue. "Princess, forza abbiamo bisogno di te.. io ho bisogno di te.. Marinette..non posso perderti. Non ora, che so, che sei tu." Disse, con voce incrinata, ma stava facendo forza su se stesso per non crollare. "E' una ragazza forte, Chat noir. Starà bene." Gli disse Tikki del tentivo di tranquillizzarlo. Lui annuì, era così concentrato sul volto di lei, che non si accorse del leggero movimento delle dita della mano che era stretta fra le sue.

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Capitolo 5
*** 5 ***


Marinette sentiva, una calda presa sulla sua mano. Aprì lentamente gli occhi ma, facendo fatica a mettere a fuoco li richiuse e si lamentò leggermente sia per il freddo che per il dolore alla testa. "Marinette? Mari..mi senti?" Nella voce di Chat si poteva percepire la preoccupazione. Marinette aprì nuovamente gli e girò il volto verso la voce che aveva sentito. "C-chat?" La voce di Marinette era debole. Chat, fece un sospiro di sollievo e si portò la mano di Marinette alle labbra facendole un leggero baciamano. "Mi hai terrorizzato a morte questa volta My Lady". Marinette abbassò leggermente lo sguardo sentendosi in colpa. "Scusami.." Chat fece un sorriso leggero. Era sorpreso che la sua amata fosse lei, però i suoi sentimenti per quella ragazza non erano mutati con quella consapevolezza. Anzi da una parte era sollevato che fosse Marinette la ragazza di cui si era innamorato. Era la sua migliore amica, era dolce ed altruista e anche se non ne capiva il motivo, gli piaceva vederla balbettare cose sconnesse quando era nella sua vera forma. "Marinette!" La piccola kwami si lanciò sulla guancia della sua amica. "Come stai? stai bene?" Tikki strusciava la sua piccola testolina rossa contro la guancia di lei. "Tikki.." Marinette sorrise, e la prese dolcemente fra le mani. "perdonami Tikki, non volevo spaventarti..sto bene..anzi se sto bene è merito di Chat." Si voltò verso il suo compagno e gli fece un dolce sorriso e in quel momento Chat ebbe come una strana sensazione allo stomaco e sentiva che le sue guance si stavano per incendiarsi così si alzò per guardarsi intorno e non mostrare il suo rossore. La camera di Marinette era un esplosione di rosa il che non lo sorprendeva poi molto essendo la stanza di una ragazza. Ciò che lo incuriosì furono le varie foto di se prese sicuramente da qualche rivista di moda. Molte domande stavano affollando la mente dell'eroe parigino. Intanto Marinette, guardava le spalle di ampie di Chat, non capiva perchè aveva reagito in quel modo. Anzi un idea le passò per la mente. "Sei deluso..vero?" Tikki guardò Marinette ma rimase in silenzio. Chat a quella domanda si girò di scatto vedendo la ragazza che si stava per mettere in piedi, però appena lo fece ebbe un capogiro e la prontezza di riflessi del ragazzo le evitò una bella caduta sul pavimento. Tikki si avvicinò subito a lei. "Principessa.." Chat fece un respiro profondo e la strinse a sè. "Non sono deluso, anzi sono grato di sapere che sei tu la mia Lady. Perchè ti conosco. Però ora non è il momento, per.." Anche attraverso i guanti percepì il calore della pelle della ragazza, che era al di poco bollente. Abbassò i suoi occhi verdi in quelli di lei che erano leggermente lucidi. Avrebbe voluto baciarla, era bellissima. Mise una mano fra i capelli di Marinette e si abbassò verso il suo volto. Marinette in quel momento diventò rossa. "C-c-chat..che..?" Cosa voleva fare Chat? Questo era ciò che si domandava Marinette, ma non riusciva più a spiccicare parola. Sentiva come delle farfalle nello stomaco, la stessa sensazione che provava quando era vicino ad Adrien. Quando si rese conto di ciò che aveva pensato arrossì. Non poteva essersi innamorata di Chat, lei amava Adrien. Quando vide il volto del suo compagno molto vicino al suo chiuse gli occhi, non sapendo cosa fare, come reagire, cosa dire... La povera ragazza era nella confusione più totale, d'un sentì le labbra morbide di lui poggiate sulla sua fronte. "Principessa..ma tu scotti.." Marinette lo guardò con le labbra leggermente dischiuse e Chat dovette farsi forza per non saltarle addosso. A quel pensiero il gatto arrossì e il suo pensiero era -Marinette, non guardarmi in quel modo o non mi saprò controllare- Entrambi, stavo per dire qualcosa quando sentirono nuovamente un boato. Marinette si girò verso Tikki e la sua kwami leggermente preoccupata le si avvicinò. "Sicura di farcela Marinette?" La ragazza sorrise alla sua piccola amica e le fece una leggera carezza sulla testa. "Devo farcela.Tikki trasformami." Chat osservò tutta la scena con il cuore che gli batteva forte nel petto era stato come avere l'ennesima consapevolezza che tutto quello non fosse un sogno. "Gattino..Andiamo? Abbiamo un akuma da purificare" Gli regalò un leggero sorriso. Chat le sorrise e avvolse un braccio intorno alla sua esile vita. "Pronto, my Lady e sta volta non gli permetterò di farti del male." Ladybug guardò Chat e divenne leggermente del colore della sua stessa tuta. "Grazie Chat." Con l'aiuto del suo compagno uscirono dalla piccola botola e andarono alla ricerca della persona akumatizza.

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Capitolo 6
*** 6 ***


Chat noir e Ladybug salirono sul piccolo terrazzino e lo spettacolo che si presentava davanti ai loro occhi non era dei migliori. Macchine, persone, case congelate e l'aria gelida che creava quell'akuma fece rabbrividere ancora di più la nostra eroina. Si sporse leggermente oltre la ringhiera per vedere i danni che erano stati procurati e quando vide i suoi genitori bloccati nel ghiaccio sgranò gli occhi. "Mamma...papà..no..!" Gli occhi presero a pizzicarle, ma cercò di trattenere le lacrime. Chat strinse per un momento la sua Lady e si avvicinò al suo orecchio. "Li salveremo Marinette..non temere" La scostò leggermente e la guardò con sicurezza. Ladybug ricambiò lo sguardo ed annuì. Ce l'avrebbero fatta, avrebbero sconfitto l'akuma e tutto sarebbe tornato alla normalità. Questo era quello che si ripeteva Marinette. Prese lo yo-yo dal suo fianco, pronto per lanciarlo verso il comignolo del palazzo di fronte, ma appena prese la mira, la vista le divenne sfocata e mancò il comignolo. Chat che era già sull'altro tetto rendendosi conto di ciò che era successo tornò da lei e si accucciò dandole la schiena. "Lo Chat taxi è pronto per darle un passaggio e un puurfetto confort" Girò appena il volto sorridendole. Lei si avvicinò e salì sulla sua schiena reggendosi forte. Chat, cercò di rimanere concentrato evitando di pensare al corpo della ragazza premuto contro il suo. "Chat, da quella parte" Gli indicò Ladybug che alzando la testa dalla piega del collo del ragazzo individuò il nemico. Arrivati sul postò videro l'akuma che si stava divertendo a congelare delle auto. Chat alzò un sopracciglio. "Si diverte pure il ghiacciolino.. My Lady forse è il momento del Lucky Charm" Lei scese dalla schiena e invocò il suo potere. Fra le mani le cadde uno scalpello. Lei lo guardò aggrottando le sopracciglia. "U-uno scalpello?" Chat si grattò una guancia. "Ci diamo alla scultura my Lady?" Ladybug guardò Chat e sorrise, in quel sorriso vi era la risposta. " e perchè no..?" L'eroe parigino sorrise sadicamente. "Buginette, mi concede l'onore?" La ragazza non ebbe neanche il tempo di rispondere che il ragazzo aveva già preso l'oggetto fortunato e corse verso l'akuma. Una volta vicino al nemico iniziò a dare colpi di scalpello. Lei ridacchiò e con fatica scese dal tetto, aiutando il suo compagno facendo cadere il nemico, che stava per scagliare nuovamente un tornado verso il gatto. "Gattino, colpisci il ricamo che è sulla spalla!" Chat fece come disse e colpì con decisione creando una crepa dalla quale uscì l'akuma che Ladybug purificò. Prese lo scalpello e lo lanciò in aria facendo tornare tutto alla normalità. Mentre il potere riparava tutti i danni procurati a Marinette iniziò a girare violentemente la testa e sentiva il suo corpo pesante. Sarebbe caduta a terra se le forti braccia di Chat non l'avessero presa. "Come ti senti?" Marinette lo guardò con gli occhi leggermente arrossati. "Non bene micetto.." Però gli sorrise comunque, mentre chiudeva gli occhi per colpa della stanchezza e la febbre eccessivamente alta. Lui la prese fra le braccia a mo, di principessa e la portò fino alla sua camera. Una volta arrivato, l'adagiò sul letto, coprendola, nello stesso istante in cui la trasformazione di lei si scioglieva. Si avvicinò al volto di lei e spostandole alcune ciocche le diede un bacio sulla fronte. "Notte,principessa..Tikki te l'affido" La piccola kwami annuì e si mise stanca vicino a Marinette. Chat non avendo usato il suo potere, tornò a casa e una volta nella sua camera annullò la trasformazione. "Sono stancoooo! Adrien dammi del camembert" Il ragazzo sospirò e diede da mangiare al suo kwami. "Marinette è Ladybug...come ho potuto essere così cieco Plagg?" Il kwami ingogliando una fetta intera e prendendone subito un altra lo guardò. "Forse perchè, ragazzo mio eri così preso dall'eroina da non renderti conto di chi avevi intorno e poi io lo sapevo" Adrien si girò di scatto e l'afferrò con una mano. "Che vuoi dire che lo sapevi! Plagg dovevi dirmelo!" Il piccolo kwami lo guardò e fece un sorriso furbo. "Io non dovevo dirti proprio niente,anche perchè per un patto, non possiamo rivelare le identità degli altri portatori. Però sapevo che Ladybug fosse Marinette perchè durante le lezioni percepivo la presenza di Tikki nella sua borsa." Adrien lo guardò con la bocca spalancata, non sapeva cosa dire al proprio kwami. "E chiudi la bocca, che sembri un idiota." Si liberò dalla presa del suo portatore e tornò a mangiare. Adrien si mise sul letto per provare a dormire ma non ci riuscì. Il suo pensiero era rivolto alla ragazza dagli occhi celesti e i capelli scuri. Sperava con tutto se stesso che stesse meglio.

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Capitolo 7
*** 7 ***


Il mattino seguente Adrien si alzò dal letto, passandosi le dita fra i capelli arruffato, era stanco per via delle ore di sonno perse. Era riuscito a prendere sonno solo verso le sei del mattino. Ogni volta che chiuedeva gli occhi, riviveva ciò che era accaduto in quella giornata. Si avviò in bagno e si guardò allo specchio notando due belle occhiaie sotto gli occhi. Sospirò e aprendo il rubinetto, si sciaquò il volto. Scese a fare la colazione da solo come ogni mattina ed attese Nathalie per poter andare a scuola.
Intanto a casa Dupain-Cheng, la ragazza che solitamente era sempre in ritardo, era già pronta e stava prendendo al sua borsa per andare a scuola. "Marinette, sei davvero sicura di voler andare a scuola?" La piccola kwami cercò di farla ragionare. "Tikki, non posso mancare..oggi ci sono dei compiti in classe importanti e se vado bene in quelli potrò stare tranquilla per un pò di tempo." Disse la mora in un sorriso stanco. Tutta la notte era stata preda degli incubi, nei quali prima perdeva Chat e poi Adrien. Al sol pensiero scosse la testa energicamente,procurandosi un leggero capogiro. Salutò la madre e il padre, e corse fuori prima che potessero farle delle domande. Marinette essendo arrivata prima di tutti, si sedette al suo posto e poggiò la testa contro il banco freddo trovando per poco un pò di sollievo. Tikki spuntò leggermente dalla borsa della sua portatrice "Mari.." non finì la frase, perchè Alya entrò nella classe. "Oddio, e cos'è successo! Sei in anticipò ragazza mia, non ti senti bene!" Le domandò con un sorriso che si spense quando notò lo sguard di Marinette. La mora ridacchiò e guardò la sua migliore amica sedersi accanto a lei. "In effetti, non sto bene Alya..però non potevo restarmene a letto oggi." Alya la guardò dolcemente e la strinse a sè. "Oh, Marinette...ti aiuterò io tranquilla" Si, sorrisero e Marinette si lasciò coccolare dalla castana. Arrivarono il resto dei suoi compagni e infine Adrien, che appena guardò verso il posto di Marinette rimase sorpresa nel vederla a scuola. Era certo che quel giorno non l'avrebbe vista e invece eccola lì, seduta accanto ad Alya che parlottavano leggermente. Si avvicinò a loro facendo un cenno con la mano. "Buongiorno, Alya. Buongiorno Marinette.." Il biondo era fisso a osservare la mora e ciò non sfuggì ad Alya che sorrise radiosa. Marinette appena vide Adrien, avampò e ciò non giovò alla febbre già alta, però cercò di resistere. "G-g-g-iorno.." Come sempre balbettò e il ragazzo le sorrise. Le prime lezioni, che comprendevano le verifiche finirono e Marinette aveva un gran mal di testa. "Come pensi di essere andata?" Le chiese Alya,porgendole il tablet. Marinette le sorrise come a ringraziarla. "Penso bene, ho risposto a tutte le domande.." Sceserò con lentezza le scale, ma Chloé decise di tirare come al solito un brutto tiro alla corvina. Allungò un gamba e Marinette non rendendosene conto,inciampò e rischiò di cadere a faccia avanti. Due braccia bloccarono quell'imminente caduta e la fecero tornare in una posizone eretta. "Tutto bene?" Le domandò Adrien con un sorriso tenendola con la schiena contro il suo petto. Marinette alzò il suo volto incontrando i suoi occhi verdi ed annuì diventando paonazza. "Marinette Dupain-Cheng..sei la solita imbranata..Dillo che lo fai di proposito per stare fra le braccia di Adrienuccio!" Marinette, esasperata dalla bionda, spostò le braccia di Adrien e le andò a un palmo dal naso. "Sei tu, Chloè che devi smetterla di darmi fastidio. Non m'interessi e non m'interesserai mai. Sei solo una bambina capricciosa che, si sente una regina solo perchè tuo padre è-..." Marinette non finì la frase perchè tutto iniziò a vorticare davanti i suoi occhi per finire nel nero più profondo. L'ultima cosa che sentì fu il suo nome gridato da tre voci. Adrien corse immediatamente dalla ragazza,sollevandola dal pavimento. "Uh, poverina è svenuta per la cattiveria.." Disse la bionda ridacchiando. Adrien, la guardò male. "Chloè, smettila, non sei spiritosa." Disse con tono severo ed abbassò gli occhi su Marinette che era ansante e febbricitante, si avviò verso la porta. "Alya, Nino..La porto in infermeria, avvertite un professore in modo che possano avvertire i suoi genitori." Senza attendere risposta, andò verso l'infermeria tenendo saldamente la ragazza contro il suo petto. Una volta solo in corridoio la guardò. "Sei veramente folle..principessa..venire a scuola con un febbrone simile.." Sospirò e chiamò l'infermiera una volta arrivato davanti alla porta. La giovane infermiera gli aprì la porta e vedendolo subito con la ragazza svenuta fra le braccia gli ordinò di farla stendere su un lettino e di fare dei passi indietro in modo che potesse visitarla. In quel lasso di tempo, pensò che da quando era entrato in classe non era riuscito neanche per un solo instante a non pensare a lei. Avrebbe voluto girarsi a guardarla ma non poteva per via delle verifiche e dei professori. L'infermiera gli disse che aveva la febbre veramente alta e che andava a vedere se stessero arrivando i genitori di lei. Adrien annuì e andò a sedersi vicino al lettino,mettendo di tanto la piccola pezza bagnata sulla sua fronte. Dopo pochi minuti la ragazza riprese coscienza e puntò i suoi occhi celesti in quelli del ragazzo. "A-adrien?" Lui si sporse verso di lei e mise la sua mano sulla sua fronte. "Ehi..ci hai fatto spaventare, stavi facendo un discorsone a Chloè, ma sei svenuta sul momento migliore" Le disse cercando di farla sorridere e ci riuscì. "H-ho dato un colpo di scena quindi.." Sorrise stancamente e Adrien ridacchiò. "Direi proprio di si, comunque dovrebbero arrivare i tuoi, sono andati a chiamarli." Marinette annuì, chiudendo leggemente gli occhi. "Scusatemi se vi ho spaventati." Essere a occhi chiusi l'aiutò a non balbettare di fronte al ragazzo. Adrien le fece una leggera carezza sui capelli. La ragazza a quel contatto spalancò gli occhi guardandolo e Adrien rimase fermo con la mano a mezz'aria guardandola a sua volta, diventando leggermente rosso. Marinette se ne rese conto e lo guardò aggrottando le sopracciglia. "S-sei rosso.. non ti avrò attaccato la febbre?" Disse subito dispiaciuta. Adrien scosse subito la testa ed agitò le mani. "No.. no tranquilla è che ho caldo!" A salvare entrambi fu l'arrivo del padre della ragazza.

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Capitolo 8
*** 8 ***


Il padre di Marinette entrò subito della stanza e si avvicinò a sua figlia. "Marinette, come ti senti?" L'uomo aveva un aria così preoccupata. Era raro che sua figlia si ammalasse. Le mise l'enorme mano sulla fronte e lei sorrise leggermente dispiaciuta. "E' solo febbre papà.." Adrien che si era fatto leggermente da parte guardò la scena con un sorriso dolce. "Ce la fai a camminare tesoro?" Marinette annuì e scese dal letto riuscì a fare due passi e rischiò di cadere come un sacco di patate. "Marinette!" Adrien scattò per l'ennesima volta in quella giornata nella sua direzione, ma la mora era stata presa al volo dal genitore. Il ragazzo sospirò di sollievo. Tom la prese fra le braccia e si avviò verso la porta, però prima si girò verso di lui. "Grazie, Adrien per essere rimasto con lei" L'omone gli sorrise e Adrien ricambiò. "Si figuri, signor Dupain-cheng" Tom ridacchiò "Puoi chiamarmi, Tom figliolo" lui annuì e li guardò uscire fuori. Più che altro guardò sempre Marinette che era con le braccia a circondare il collo del padre e il viso nascosto nell'incavo del suo collo. Era la prima volta che vedeva quella ragazza così esuberante, sembrare così fragile. Con un sospiro tornò in classe e tutti i suoi compagni tranne ovviamente Chloè, gli domandarono di Marinette. Le volevano tutti molto bene, rispose più o meno a tutte le domande. Durante le ultime lezioni il tempo per lui sembrava non volesse scorrere. Era irrequieto, doveva vederla, doveva accertarsi che stesse meglio con i suoi occhi. Infatti a dimostrare il suo stato d'animo, era il continuo agitarsi del piede sotto il tavolo o guardare ogni secondo l'orario sul tablet. Nino essendosene accorto gli diede una leggera pacca sul braccio e gli mimò con le labbra un -stai calmo-. Per fortuna soprattutto per i nervi di Adrien, la scuola finì e lui corse fuori dall'aula per dirigersi verso casa della sua Lady. Alya e Nino lo guardarono da lontano sorridendo. "Era ora, non trovi?" Disse Alya al proprio fidanzato che per risposta la prese per mano. "Andiamo, impicciona" Alya rimase a bocca aperta e il ragazzo scoppiò a ridere. "Io non sono impicciona! Sono una giornalista!" Nino, annuì e continuò a ridere. Adrien una volta alla porta del negozio rimase fermo con la mano sulla maniglia, non sapendo cosa fare. Plagg spuntò dalla camicia e lo guardò divertito. "Oh, ma davvero non riesci ad aprire una porta? Adrien mi deludi.. Da Chat, fai tanti bei discorsi, fai il grandone ed ora?" Adrien sbuffò frustrato. "Ma da Chat è diverso... ho una maschera che.." Plagg roteò gli occhi verdi e decise lui per il suo portatore. Piegò la maniglia e spinse la porta, la madre di Marinette lo vide subito e lo salutò cordiale. Adrien avrebbe ucciso volentieri il suo kwami che intanto si era nuovamente nascosto e in imbarazzo sorrise e si avvicinò al bancone. "Salve, ehm.. io volevo..." Sabine, lo guardò con dolcezza. "Marinette è in camera sua, la febbre è ancora leggermente alta però se vuoi salire vai" Adrien annuì e senza dire una parola, si avviò verso la porta che portava all'appartamento rosso come un peperone. Prese a salire le scale che avrebbero portato alla camera della ragazza, una volta vicino alla botola riuscì a sentire la voce della ragazza. Marinette per via della febbre alta stava avendo un incubo, così senza rendersene conto  aveva preso a parlare nel sonno e a stringere con forza la coperta. "Chat... Chat.. il tuo miraculous..Chat no! no..nono.." Adrien sorpreso entrò e si precipitò da lei. "Principessa, ehi.. principessa.. sto bene sono qui...shhh calmati." Le accarezzò i capelli per poi scendere sulla guancia. La ragazza sembrò calmarsi leggermente e Adrien sospirò sollevato. Era rimasto sorpreso nel sentire il panico nella sua voce soprattutto nei confronti di lui nei panni da eroe. Il sollievo durò poco, perchè un esserino rosso e alquanto furioso gli si schiantò sul naso. "ahio..!" Tikki lo fulminò con lo sguardo. "Quindi sei tu Chat noir! Dovevo saperlo! Plagg dove sei esci fuori! Subito!" Adrien rimase confuso, non riuscì più a capire se la piccola kwami ce l'avesse ancora con lui o con Plagg. Il piccolo micino nero uscì fuori e sorrise alla coccinella. "Ehm..ciao Tikki." La kwami incrociò le zampettine. "Ehm..ciao.. un corno Plagg... dopo secoli che non ci vedevamo.. tu.. tu... maledetto.. io sentivo che eri vicino!" Il piccolo gatto per farla zittire l'abbracciò e subito lei smise di lamentarsi. "Oh... qui c'è dell'amore...." Disse Adrien divertito per punzecchiare Plagg ma ricevette due occhiatacce. "Occupati di lei, io devo chiarire con questo qui!" Detto ciò il entrambi sparirono. Marinette aprì leggermente gli occhi e sorrise anche se in imbarazzo al ragazzo accanto a lei. "Adrien, che fai qui?" Adrien le sorrise. "Mah, volevo controllare che tu non cadessi anche dal letto" Disse divertito. Marinette ancora mezza assonnata ci mise un pò a capire la frase e quando la comprese divenne rossa e gli lanciò un cuscino. "Sto bene, non sono caduta te ne puoi anche andare allora!" Gli diede le spalle e si coprì fino a sopra la testa con la coperta. Il ragazzo, si mise sul bordo del letto. "Mari.. scherzavo dai.. ero preoccupato per te,volevo vedere come stavi anzi mi sono preoccupato di più quando ti ho sentito gridare il nome di Chat noir.." Adrien voleva scoprire, se beh lei provasse qualcosa per la sua versione trasfromata. Marinette dal canto suo a quella domanda, si strinse di più su se stessa. "Era un sogno.. un akuma.. avevo paura." Mentì spuduramente e lui sorrise. Conosceva la verità però non disse nulla. "Capisco, beh.. io devo andare ho del lavoro da fare. Mi raccomando riguardati e scusami se ti ho fatto arrabbiare." Si piegò verso di lei e le scostò leggermente la coperta per posarle un leggero bacio su una tempia poi si avviò verso la botola/porta. Marinette si girò e lo fermò per una mano. "A..a..a.." Lui la guardò sorridendo e si avvicinò a lei. "dimmi" mentre si piegava alla sua altezza e preso dalla vicinanza le scostò una ciocca di capelli dal volto. La mora lo guardò negli occhi stralunata. "Io..tu.. per qui.." Proprio non ci riusciva, però il ragazzo la capì comunque. "Non c'è problema, ora riposa che sei ancora molto calda" Le sorrise radioso ed uscì tranquillo dalla stanza. La povera ragazza era rimasta così stralunata, tanto che si stava domandando se stesse sognando oppure no. "Tikki..?" La piccola kwami le volò davanti e le sorrise divertita. "Tikki non era un s- AHIO!" Non finì la frase perchè la piccola coccinella le diede un bel pizzicotto al braccio. Si guardarono e poi presero a ridere entrambe. "Adrien.. è stato qui.. è venuto a trovarmi..." Sorrise e coccolò la sua piccola amica. "Beh è già qualcosa no?" Tikki, la sapeva lunga ma non poteva dire nulla alla sua portatrice. Quel compito sarebbe toccato al ragazzo o al destino. "Già.." Disse in un sorriso e poco dopo fece uno sbadiglio. "Riposa, Marinette ne hai bisogno." Si mise accanto a lei sul cuscino ed entrambe dopo poco tempo si addormentarono contente. Una per la semplice visita del ragazzo che amava, l'altra per aver ritrovato il suo compagno dopo secoli.

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Capitolo 9
*** 9 ***


Giunta la sera Marinette stava meglio, la febbre non era più salita e sentendo le forze tornare decise di alzarsi dal letto e scrivere sul suo diario. Tikki sollevata la osservava sorridente seduta su di un libro con un biscotto fra le zampette.

Intanto a villa Agreste, Adrien si aggirava per la stanza come un anima in pena. Plagg roteò gli occhietti esasperato. "Adrien! Smettila di girare per la stanza in questo modo, mi stai uccidendo l'appetito." Disse scocciato il gattino nero. Adrien lo guardò e borbottò qualcosa. "Non ci riesco, voglio andare da lei. Se stesse così male da non riuscire a chiamare aiuto? Se un akuma attaccasse e lei, nel trasformarsi svenisse? Se lei m-" Plagg gli lanciò un pezzo di formaggio centrando la bocca aperta del biondo che subito sputò il formagio schifato e guardò malissimo il suo kwami. "E falla finita. E' solo febbre Adrien e comunque grazie per avermi fatto passare l'appetito." Sbuffò incrociando le braccia. "Arrrrgggh" Disse sfrustrato Adrien e andando a sedersi alla scrivania diede una botta al tavolo facendo oscillare tutto quello che vi era sopra. Da una piccola mensola cadde, il bracciale che Marinette gli aveva donato e sorrise. Voleva vederla a tutti i costi. Alzò il pugno verso il soffitto. "Plagg trasformami!" In breve divenne Chat noir e uscendo dalla finestra si diresse verso la casa della ragazza. Aiutandosi con il bastone, passando da un tetto e l'altro raggiunse il balconcino della ragazza e bussò sulla botola. Marinette che stava per tornarsene a letto guardò Tikki confusa e la fece nascondere. Si avvicinò titubante alla botola e fece per alzarla. "Principessa, sono Chat. Ti sento che sei dietro la botola." Marinette sospirò di sollievo e lo lasciò entrare. "Chat, che fai qui? C'è un attacco?" Disse la mora già in allerta. Lui scosse la testa e rimase ad osservarla. Aveva i capelli sciolti dai soliti codini, indossava dei pantaloncini corti neri che lasciavano intravedere le sue gambe atletiche e snelle, una canottiera bianca e un giacchettino nero a corprile le spalle. Ai suoi occhi era bellissima. Fece due passi verso di lei. "Tranquilla, ho saputo che sei svenuta a scuola e così.." Marinette sorrise dolcemente, si era preoccupato per lei. Da una parte, sapere che ora lui conosceva la sua vera identità la rendeva felice,perchè il loro rapporto si sarebbe solo che solidificato. "Grazie, gattino.." Chat le sorrise, e si sedette sul letto accanto a lei. "La febbre?" Disse di punto in bianco e lei ridacchiò. "E' passata, sembra sia stata una passata da un giorno fortunatamente. Domani andrò anche a scuola non posso mancare.. Già sono una ritardataria cronica! Mi mancano solo le assenze ed addio anno scolastico." Chat rise, e lei per risposta gli diede una cuscinata in faccia divertita. "Non c'è da ridere! Sarebbe una tragedia se perdessi l'anno." Cercò di mantenere un tono serio ma, non ci riuscì e alla fine rise anche lei guardando il suo compagno. Per una volta rimase ad osservare con naturalezza il suo compagno. Alla fin fine, lui non era così male a parte per le pessime battute. Quando era con lui stava bene, si sentiva sicura e compresa anche perchè entrambi avevano lo stesso segreto e lo stesso compito. L'eroe sentendosi osservato, si girò verso di lei trovandola intenta a osservarlo, si avvicinò al suo volto sorridendo. "Ho, qualcosa disegnato in faccia, Principessa?" Lei ritornando sul pianeta chiamato terra, si accorse del volto del compagno troppo vicino al suo e si scostò di scatto cadendo dal letto, però il suo corpo non toccò per niente il pavimento. Aprì gli occhi e sotto di lei vide Chat a occhi chiusi con una smorfia e fu proprio quell'espressione a ridestare nella sua mente il suo incubo. Rabbrividì. "Chat..?Stai bene?" Era visibilemente in ansia e lui se ne accorse. "Non è niente Marinette, tranquilla." Le sorrise e le spostò dietro l'orecchio una ciocca. Lei si piegò nascondendo, il viso nell'incavo del suo collo, mormorando una serie di scusa sconclusionati. Lui inizialmente s'irrigidì per quel contatto poi la strinse con dolcezza a se e si mise seduto tenendola contro il suo petto. "Cosa c'è? Cosa turba la mia insettina?" Sapeva, che qualcosa la turbava lo aveva già capito quel pomeriggio quando era andato a trovarla da se stesso. Nel sonno aveva gridato il nome del suo alter-ego. Intanto lei scosse la testa stringendosi di più a lui. "Mari.." Sospirò lui scostandola leggermente. "A me puoi dirlo, cosa c'è?" Lei con gli occhi già lucidi per le lacrime lo guardò per un istante e poi abbassò lo sguardo. "Ho avuto.. un incubo.." Disse tutta timorosa. Lui prese ad accarezzarle i capelli per farla rilassare. "Eh?" La esortò a farla parlare. "Tu.. rimanevi gravemente ferito a causa mia.. Per colpa mia tu.. tu.." Prese a singhiozzare. "Ti sei buttato.." Parlava a fatica per via dei singhiozzi persistenti che le scuotevano il petto. Chat era triste nel vederla così. Vedere quella ragazza così radiosa e piena di energia, ridotta in lacrime, gli spezzava il cuore. "Mi sono buttato su di te, per proteggerti?" Lei di tutta risposta annui. "C'è altro?" Le scostò le mani dal suo viso e con delicatezza prese ad asciugarle le lacrime evitando di ferirla con gli artigli. Marinette chiuse gli occhi, cercando di rilassarsi. "Tutto, era successo, perchè io... mi sono lasciata trasportare.. Adrien.." Chat, sgranò gli occhi. "Che centra Adrien?" Lei puntò i suoi occhi celesti in quelli verdi del ragazzo e sospirò disperata. "L'akuma lo aveva catturato, o meglio mi aveva fatto avere un illusione di lui ferito. Ero rimasta così scioccata che non mi ero accorta dell'attacco e.." Chat la riportò contro di se. "Ho capito, era un brutto sogno. Non accadrà niente di tutto ciò. Ci sarò sempre io con te." La ragazza si rilassò. "Grazie gattino.." Si alzò tenendola fra le braccia. "A letto, mia Principessa o domani sarà nuovamente in ritardo e se sarà così domani il gatto nero verrà e la punirà!" Lei lo guardò divertita e finalmente serena, mentre si ritrovò sdraita sul letto. "Oh, e come pensa di punirmi il gatto nero?" Chat assunse, un aria pensierosa con tanto di mano a massaggiarsi il mento. "Io credo, che la sua punizione, possa essere il solletico." Disse sorridendo e Marinette a sua volta sorrise. "Uh, okay tanto io non lo sopporto." Cercò di mentire e Chat alzò un sopracciglio. "Meglio che vada, non vorrei far svegliare i tuoi per testare se veramente lo soffri oppure no.. Buona notte e fai sogni felici." Le prese la mano e la baciò dolcemente. Lei sorrise dolcemente. "Notte Chat.. e grazie di tutto. Sono più serena grazie a te." Lui, fece un leggero inchino, sfoggiando poi uno dei suoi soliti sorrisi da sbruffone. "Lieto, di averle recato gioia Principessa." Lei alzò gli occhi al cielo e lui, se ne andò dalla stanza della ragazza ridacchiando. Marinette dal canto suo, riuscì ad addormentarsi subito. Probabilmente la presenza del suo compagno aveva dissipato tutte quelle paure che la febbre le aveva creato. Chat, appena arrivato a casa, si avvicinò fino al suo letto e mentre ci si stendeva sopra, sciolse la trasfromazione. "Camemberttttt" il piccolo kwami nero volò fino al suo formaggio e si sedette accanto alla scatola. "Ragazzino, vedi per questa sera di non farmi passare di nuovo la fa-" Disse tutto spedito Plagg, ma non finì la frase vedendo il ragazzo addormentato, con ancora i vestiti di quel giorno addosso. Scosse la testa e si mise a mangiare in silenzio. "Quanta pazienza, che ci vuole con questi Chat noir.." Però alla fine della sua frase sorrise.

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Capitolo 10
*** 10 ***


Il mattino seguente, Marinette non voleva saperne di svegliarsi. Aveva spento la sveglia e si era voltata dall'altra parte. La povera Tikki, stava provando di tutto per poter svegliare la sua custode.  "Marinette! Marinette! Oh, dai farai tardi.."  La ragazza sembrava immersa completamente nel mondo dei sogni. Stringeva a sè il cuscino ed aveva un sorriso da ebete stampato in faccia. "Eheh..Adrian.." La piccola kwami della creazione si passò le zampine sugli occhi e si avvicinò all'orecchio della sua amica, fece un respiro profondo e.. "MARINETTEEEEE" Gridò nell'orecchio, della mora facendola sobbalzare. "E' cosa? Dove? Quando? Adrian?" Si guardò intorno spaesata e la kwami ridacchiò. "No, sono Tikki e tu prenderai l'ennesimo ritardo se non ti prepari in fretta e furia." La mora annui e guardò l'ora sulla sveglia sorridendo. "Ma sono solo.." Mentre riposava la sveglia sul comodino, ricontrollò l'ora e sbiancò. "AAAAAAAAA SONO IN RITARDO, MA CHE DICO IN RITARDO, RITARDISSIMO! PERCHE' NON MI HAI SVEGLIATA!" Tikki, guardò Marinette correre come una velocista per la camera prendendo tutto l'occorrente in tempo record e sparire nel bagno. "Io, ci ho provato. Ma non è colpa mia se tu, quando dormi sembri diventare sorda." Marinette, con lo spazzolino in bocca sbiascicò qualche scusa mentre si legava i capelli nei suoi soliti codini. Lavata e vestita, recuperò la cartella e corse fuori da casa, salutando spiccia i genitori che scossero la testa divertiti. Arrivata a scuola, trovò la porta dell'aula aperta il che significava per sua somma fortuna che la professoressa era in ritardo. Varcò la soglia con un sorriso radioso. "Buongiorno a tutti." I compagni ricambiarono il saluto della mora, chiedendole come stesse e se fosse guarita e lei ringraziando li rassicurò. "Ho, la pellaccia dura io" Disse ridendo insieme ad Alya seduta al suo posto. Dalla porta spuntò una chioma bionda, leggermente ansante. "Buongiorno bro!" Lo salutò Nino seduto dal suo posto. Adrian alzò la testa salutando il suo amico e il suo sguardo andò a posarsi su Marinette. Le regalò un dolce sorriso. "Bentornata Marinette." Alya guardò l'amica che stava diventando lentamente di tutte le gradazioni di rosso. "Grafie, no, gracie, cioè.. grazie.. Adrian." Al biondo, quel balbettio, gli scaldò il cuore e anche se a malincuore diede le spalle a Marinette per sedersi e seguire la lezione. Le ore trascorsero lente, fino all'intervallo. Alya si voltò verso Marinette. "Ehy, ho saputo che.." e con la coda dell'occhio indicò il biondo al banco davanti che conversava con Nino. "è venuto a trovarti.." Marinette, guardò il sorriso malizioso della sua amica diventando blu. "Si, beh.. ecco. Lui voleva solo vedere come stavo.. e..io.." imbarazzata giocherellava con le dita.  Alya abbracciò Marinette e si avvicinò al suo orecchio. "Forza amica mia, che stai facendo breccia." Si guardarono negli occhi e risero spensierate. Adrian, dal canto suo non aveva smesso di pensare alla sua principessa neanche per un momento da quando aveva varcato la soglia dell'aula e l'aveva vista, seduta al suo posto con quel sorriso così spontaneo e contagioso. Era felice, del fatto che stava meglio, ma soprattutto era felice che l'amore della sua vita era anche la sua migliore amica. Quandò sentì le due ridere si voltò verso di loro, appoggiando un braccio alla sedia. "Ehi, se è una battuta divertente la vogliamo sapere anche noi." Adrian, guardò Nino e quest'ultimo annui. "Cose da femmine, Agreste" Disse la castana divertita. Stavano conversando tranquillamente loro quattro, quando Chloè, si buttò contro Adrian. "Adrianuccio..ci vieni a casa mia oggi pomeriggio? Mio padre mi ha comprato l'ultimo gioco che a te piace tanto.." Marinette dal canto suo, alzò un sopracciglio. Chloè e i videogiochi? Quel pensiero la fece ridere e la bionda la guardò in cagnesco. "Tu, cosa hai da ridere?" Alya, Nino e Adrien si voltarono verso Marinette, che aveva assunto quello sguardo di sfida alla Ladybug che al biondo fece perdere un battito. "Oh, nulla Chloè. Mi stavo solo domandando se almeno tu, sapessi accendere la console..." La bionda, la guardò con altezzosità. "Ovvio, che la so accendere, bisogna..bisogna.." Marinette, la guardò divertita. "Bisogna?" Cerco di far proseguire la ragazza. "Si accende attancando al presa." Tutti nella classe scoppiarono a ridere alla risposta di Chloè e Max che ovviamente era il massimo esperto di videogiochi si intromise. "Ma quanta intelligenza Chloè" La bionda andò su tutte le furie e iniziò a strillare. "Non sapete con chi avete a che fare. Siete tutti dei mocciosi. Me la pagherete perchè io sono.." "Tu sei Chloè la figlia del sindaco di Parigi. Lo sappiamo Chloè" Dissero in coro tutti quanti e lei seguita a ruota da Sabrina uscì fuori dall'aula furibonda con la voglia di farla pagare a tutti.  Papillon, percependo l'ira e la voglia di vendetta lasciò libera una delle sue diaboliche farfalle pronta ad akumatizzare il mal capitato di turno. Chloè arrivata negli spogliatogli, aprì il suo armadietto e prese il joystick a forma di pistola. "Me la pagheranno, sono dei mocciosi. Stupidi ragazzini plebei." Mentre diceva ciò, un akuma si inserì nel joystick che stava per scagliare a terra fancendola akumatizzare. La prima mal capitata, che fu colpita dal raggio del akuma fu proprio Sabrina, che venne trasformata in una bambina di quattro anni. Le grida e il caos si propagarono per la scuola e poi nei dintorni. Adrian, che stava salire in auto, vide l'akuma colpire chiunque facendolo diventare un bambino. Riuscì a nascondersi in tempo dietro l'auto, mentre sia il gorilla che Nathalie, venivano trasformati. Aspettò che l'akuma si allontanasse e mise al sicuro dentro la macchina sia, l'assistente di suo padre che l'autista. Un pensiero gli vagò per la mente. "Marinette!" Marinette era in pericolo, sapeva che era a fare una passeggiata con Alya e Nino. Chiuse di corsa lo sportello e nascondendosi dietro una siepe fece uscire Plagg. "Parigi, ha bisogno di noi.. Plagg trasformami!" Appena si fu trasformato in Chat noir, uscì allo scoperto e salendo con l'aiuto del suo bastone su un tetto iniziò a cercare Marinette. 
Intanto, Alya che si teneva per mano con Nino, rideva per la faccia di Chloè. "L'avete vista era su tutte le furie." Stavano per svoltare l'angolo, quando davanti a loro tre apparve l'akuma che sorrise malignamente. "Vi ho trovato..mocciosi." Marinette dopo lo spavento iniziale, insieme ad Alya e Nino cercarono di indietreggiare, ma sia la castana che il suo fidanzato vennero colpiti e trasformati. "ALYA! NINO!" Si piegò verso di loro e li prese in braccio. "Ora tocca a te mocciosa Marinette Dupain-Cheng"  La mora sgranò gli occhi e capì chi fosse, fece con lentezza dei passi indietro, vedendo l'akuma prendere la mira verso di lei e prima che il colpo partisse riuscì a scappare con i due bambini fra le braccia. "Perchè tutte a me.." Riuscì grazie a una scorciatoia a trovare un posto sicuro dove lasciare sia Alya che Nino. Sbucò con lentezza  dal vicolo e vedendo che la strada fosse libera andò a cercare un altro riparo per potersi trasformare ma davanti a lei apparve Chloè. "Oh non scapperai, questa volta." Chat, grazie al suo udito sviluppato era riuscito a udire il grido di Marinette. Iniziò a correre in quella direzione sporgendosi da un tetto riuscì a vedere l'akuma tenere sotto tiro Marinette, fu una corsa contro il tempo. Lui che correva verso di lei, Chloè che attivava il raggio e poi un forte bagliore. Chat era riuscito a prendere fra le sue braccia Marinette, che però fu colpita dal raggio. Quando il bagliore svanì, l'eroe notò una piccola chioma mora fra le sue braccia. "Oddio..Marinette" La mora, alzò il suo piccolo viso verso quello dell'eroe. "..Chat?.." Chat noir rimase lì per lì  scioccato poi la strinse a se. "Ohhhhwww quanto sei carina!" La piccola Marinette, rimase confusa fra le sue braccia. L'akuma che fino a quel momento rideva per averla fatta alla mora divenne seria. "Ora è il tuo turno Chat noir" Il biondo la guardò beffardo. "Io non credo proprio.." Sorrise ancor di più. "ADRIAN AGRESTE" La ragazzà si voltò verso il punto indicato dall'eroe che con quello stratagemma se l'era filata, portando la piccola Marinette a casa. Una volta, nella stanza della ragazza Tikki uscì allo scoperto. "Siamo nei guai Chat noir, con Marinette in questo modo.." Ma il gatto non aveva intenzione di ascoltarla. "Chat noir?" Tikki lo guardò e vide che era preso a strusciare la guancia contro quella della bambina. Si posò le zampette sugli occhi esasperata.

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