Confessioni Notturne IV

di CUCCIOLA_83
(/viewuser.php?uid=2622)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Scoperte di Mezzanotte ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo

Sono di nuovo qui tra voi, tralasciando per un attimo la ripubblicazione del diario dimenticato per proporvi la quarta parte di confessioni notturne!

La stavate aspettando con ansia, vero? mi auguro davvero di sì. Personalmente da qui in poi sono le mie preferite. Spero che sia lo stesso per voi.

Buona lettura!

 

 

Prologo

 

(Confessioni notturne IV)

 

Nella cucina della Tana, solitamente affollatissima, si trovavano una Molly indaffaratissima a cucinare, e una Tonks decisamente esausta che tratteneva a stento gli sbadigli.

«Tonks…»

Nessuna risposta.

«Tonks, cara, ti senti bene?» Chiese preoccupata la donna, lasciando che il coltello affettasse da solo le ultime verdure per lo stufato.

«Cosa? Oh scusa, è che sono solo un po’ stanca, tutto qui»

«Lavori troppo, io lo dico sempre. Voi Auror non avete orari “normali”. Possibile che non riescano a stabilire dei turni più giusti?»

«In questo momento c’è bisogno dell’aiuto di tutti, non siamo mai abbastanza con quello che sta succedendo». Rispose Tonks, cedendo ad uno sbadiglio.

«Lo capisco, ci mancherebbe. Ma non mi sembra giusto». Sentenziò tornando a mescolare il contenuto del calderone che ribolliva nel camino sopra ad un fuoco scoppiettante.

Tonks sorrise osservandola, poi tornò a guardare fuori dalla finestra dove il buio stava per prendere il sopravvento in quella giornata di fine aprile.

Ormai erano passate tre settimane da quando si era lasciata con Lukas, un ragazzo che lavorava al ministero, ma ogni tanto gli capitava ancora di pensarci, nonostante la loro storia fosse durata solo un mese o poco più, a causa proprio dei suoi orari assurdi. Quindi, finita la passione iniziale, entrambi avevano capito che non sarebbero andati molto lontano, da qui la rottura senza grossi rimpianti da parte di entrambi.

Ora, invece, si godeva il suo ritrovato stato di single, anche se aveva dovuto momentaneamente accantonare la vita mondata attiva a causa sempre del suo lavoro.

«Dimmi un po’, Con quel ragazzo… Lukas, è davvero tutto finito? Mi sembrava un così bravo ragazzo. Certo, a parte quei strani cosi appesi alle orecchie, i capelli lunghi e lo smalto nero sulle unghie».

Tonks sospirò rassegnata, ma come faceva Molly a sapere sempre cosa stava pensando?

«Molly, come ti ho gia detto ieri, l’altro ieri, e il giorno ancora prima, sì, è tutto finito. Era una cosa senza futuro, in più non ho tempo per queste cose».

«Oh cara, non dire assurdità. Nessuno può vivere senza amore, devi solo trovare il ragazzo giusto».

Tonks alzò gli occhi al cielo, tutti i giorni lo stesso discorso.

«Molly, quando lo troverò sarai la prima a saperlo. Promesso».

Molly sorrise compiaciuta.

«Bene, mi fa piacere sentirtelo dire. È poi chissà l’amore potrebbe entrare da quella porta proprio adesso».

«Si, certo come no…»

«Buona sera a tutti. Ho bussato ma non mi avete risposto». Esordì Remus entrando in cucina.

Molly e Tonks si zittirono all’istante fissandolo incredule, per qualche istante.

«Hem, scusate, tutto bene? Perché mi guardate così?» Chiese sconcertato.

«No, niente. Vieni, accomodati pure. Stavamo solo parlando e ci hai colte di sorpresa, tutto qui». Rispose Molly indicando una sedia.

«Capisco, ma non posso fermarmi. Ero solo passato per avvisare che non posso fermarmi a cena, Silente mi ha chiesto di raggiungerlo a Hogwarts».

Tonks si voltò verso di lui, preoccupata.

«Ci sono problemi?»

«No, o almeno se ce ne sono non me lo ha fatto capire».

Tonks annuì pensierosa, Silente era sempre molto misterioso.

«Uff, è tardissimo! Questa volta Kingsley mi uccide, sono in ritardo per il mio turno di pattugliamento! Ciao a domani!». E in un attimo si volatilizzò fuori dalla porta dove si smaterializzò.

Remus e Molly rimasero quasi pietrificati osservando stupiti il punto dove poco prima si trovava Tonks.

«Non cambierà mai». Mormorò Molly, servendo a Remus una tazza di té.

«Già, direi che è unica nel suo genere, in tutti i sensi». Concordò Remus.

I due rimasero in silenzio per un po’ mentre Remus sorseggiava la bevanda ambrata fumante che aveva davanti.

«Allora Remus, racconta, come vanno gli affari di cuore?»

Remus, preso alla sprovvista sputò il tè prima di riuscire ad ingoiarlo.

«Cof cof… Molly ma che razza di domande fai!?» Riuscì a chiedere tra un colpo di tosse e l’altro.

«E’ una domanda semplicissima. Ti vedo sempre solo con un libro in mano, o al massimo con uno di noi. Un po’ di vita mondana non ti farebbe male. Il mondo è pieno di donne…»

«Sì certo, che non vedono l’ora di stare con uno come me. Molly sii seria, chi mai potrebbe anche solo pensare di stare con un… lupo mannaro?»

«Non essere così pessimista, in fondo lo sei solo una notte al mese  per…»

«Scusami, si è fatto tardi io dovrei…»

«Remus non pensare nemmeno lontanamente di andartene così a metà discussione». Lo minacciò brandendo un grosso cucchiaio di legno.

«Molly mi piacerebbe davvero tanto restare qui a parlare dei miei problemi con l’altro sesso, ma Silente mi sta aspettando».

E cosi anche lui corse fuori dalla porta e si smaterializzò.

«Non pensare che finisca così caro Remus…» Mormorò, rimettendosi al lavoro per la cena.

*****

Sirius si avvicinò con fare sospetto alla porta della cucina, da cui provenivano strani rumori e svariati ed invitanti profumi, l’aprì leggermente e intravide Molly Weasley intenta a spadellare a destra era sinistra, mentre il tintinnio del forno continuava a suonare, indicando che il suo contenuto era ormai pronto.

Decise di entrare per capire il perché di tutto quel lavoro ad un ora così insolita.

«Molly, mi spieghi cosa ci fai qui?» Chiese osservando il tavolo strapieno di frittelle e dolci vari, appena sfornati.

«La colazione non si prepara da sola». Risposa quasi infastidita Molly, sfornando l’ennesima pirofila di brioches.

«Alle tre di notte?»

Molly si bloccò di colpo, mollando la presa sulla pirofila che, se non fosse stato per Sirius, sarebbe caduta a terra con tutto il suo dolce contenuto.

«Le… tre… di notte?» Balbettò.

Sirius annuì cercando di afferrare una frittella, desistendo non appena Molly lo colpì con un mestolo sulla mano.

«Ahia! Ma che ho fatto? Sei tu che hai provocato il mio appetito!» Si lamentò massaggiandosi la mano dolorante.

«Non si mangia a quest’ora. Ti rimarrà tutto sullo stomaco». Lo rimproverò, sedendosi a tavola.

«Ne dubito fortemente. Ma dimmi, come mai Tu sei qui a cucinare, invece di dormire come tutte le persone normali?» Chiese Sirius sedendosi proprio di fronte a lei, riuscendo a sottrarre una brioches ancora calda e infilandosela quasi interamente in bocca.

«Sono preoccupata, per Remus. È sempre così “solo”».

Sirius ingoiò di colpo tutto il contenuto della bocca, rischiando quasi il soffocamento.

«Beh, in effetti non è mai stato l’anima della festa, luna piena esclusa. Ma cosa vuoi dire con solo?» Chiese a sua volta, dopo aver ripreso fiato.

« “Solo” nel senso di compagnia femminile». Puntualizzò.

Sirius ci pensò su, Molly non aveva tutti i torti, da quando si trovavano lì insieme, Remus non era mai uscito con nessuna. Se ne stava sempre in casa quando non era di guardia.

«Hai ragione, ma in fondo lui è sempre stato così. Non ha mai perso tempo con storielle di poco conto, fin dai tempi della scuola».

«Ma se non esce mai con nessuna, come farà a trovare la donna giusta per lui?» Chiese Molly quasi irritata dal completo disinteresse di Remus per quell’aspetto della vita.

«Non lo so. Chissà, magari aspetta che al donna giusta bussi direttamente alla sua porta». Rise.

Toc Toc. Due colpi alla porta li distrassero dalla discussione .

«Ma cosa ci fate qui voi due? A quest’ora di notte poi». Chiese Tonks, entrando in cucina e sedendosi stancamente vicino al cugino.

«Insonnia lei, fame io. Tu piuttosto, torni ora dal lavoro?» Chiese a sua volta Sirius.

Tonks annuì addentando una frittella.

«Hai l’aria esausta, dovresti andare a dormire». La esortò Molly.

«Sì, ora vado. Posso prenderne un paio? Sto morendo di fame». Chiese indicando le prelibatezze che aveva davanti.

«Ma certo cara. Serviti pure».

Tonks non se lo fece ripetere due volte, e prese un po’ di tutto prima di sparire al piano di sopra, sotto gli occhi scandalizzati di Sirius.

«Hey, non è giusto! Perché lei si e io no?»

 

 

 

Se state leggendo queste righe vuol dire che siete sopravvissuti, congratulazioni!

Non temente il capitolo vero e proprio lo pubblicherò prestissimo!

Ciao ciao

Alla prossima

Smack!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Scoperte di Mezzanotte ***


Confessioni Notturne

Come promesso rieccomi qui in tempi decisamente più brevi rispetto al solito.

Buona lettura!!

 

 

Confessioni Notturne IV

Scoperte di Mezzanotte

La nobilissima e antichissima casa dei Black, nuovo quartier generale dell’ordine della fenice, era immersa nell’oscurità e nel più totale silenzio.

Tutto era immobile, fino a quando un grosso vaso del corridoio al terzo piano, cominciò ad oscillare pericolosamente per poi fermarsi di colpo, seguito da un sibilo e da due colpetti leggeri, come se una porta non fosse stata chiusa correttamente. Un cigolio riecheggiò nel corridoio.

«Stupidissima porta…. Remus, sei sveglio?» Bisbigliò Tonks, entrando in punta di piedi nella stanza, evitando per un soffio di sbattere la testa contro il porta abiti.

«Certo che sono veglio, ti aspettavo. Cominciavo a temere che volessi accamparti in ufficio». Sorrise nella penombra della camera, prendendola i giro.

«Non me ne parlare, la giornata sembrava non finire mai. E poi…»

«Poi?»

«Poi continuavo a pensare che tu eri qui. Non vedevo l’ora di tornare a casa». Sussurrò, ringraziando quella semi oscurità che mascherava benissimo il suo imbarazzo.

Senza che lei se ne accorgesse Remus le si avvicinò e la strinse a sé.

«Anche tu mi sei mancata». Le sussurrò a sua volta in un orecchio per poi baciarla.

Lei fece scorrere le mani sul suo petto fino a congiungerle dietro al suo collo, approfondendo ancora di più il bacio.

 

●●●●●

Era passata circa una settimana dal loro primo bacio, e da allora ogni scusa era buona per allontanarsi da tutti per starsene da soli. Naturalmente nessuno, o quasi, sospettava della loro appena nata relazione, quindi, entrambi stavano molto a tenti a non tradirsi in pubblico.

Quella sera, per esempio, dopo una seri di sguardi eloquenti, Tonks si congedò dai membri dell’ordine seduti a tavola per uno spuntino post riunione, facendo capire, con ampi sbadigli, di essere molto stanca.

«Ma come, non assaggi nemmeno il dolce?» Chiese Molly, a metà tra il preoccupato e l’offeso per il rifiuto al suo prelibato dolce.

«Mi dispiace Molly, ma davvero, non riesco a tenere gli occhi aperti. Se ne avanza una fetta la mangerò domani a colazione». Promise.

«Non contarci cugina…» S’intromise Sirius, assaporando gia la doppia razione.

«Certo cara, ci penso io a “salvartene” un pezzetto». Confermò Molly, mentre Tonks usciva dalla cucina.

Dal canto suo, raramente Remus aveva mangiato un dolce così velocemente, senza assaporarne ogni singolo boccone, ma senza dimenticarsi di nasconderne un po’ nel tovagliolo.

Quando ebbe finito, si alzò da tavola, cercando di non far trasparire la sua fretta.

«Vogliate scusarmi, ma vado anche io a dormire. Domani dovrò alzarmi presto».

«E come mai?» Chiese la solita Molly - Detective.

«Ecco io… Devo fare alcune commissioni per me e anche per… Sirius».

«Cosa? Ah! Hem si visto che io non posso uscire da questa adorabile e accogliente casa, ho incaricato lui di prendermi alcune cose, nel mondo esterno». Confermò dopo, che Remus gli ebbe pestato un piede per tenergli il gioco.

«Davvero? Bene, visto che già devi uscire, saresti così gentile da comprarmi alcune cose? Se non ti dispiace, naturalmente».

Sirius rise sotto i baffi.

«Ma certo, lasciami pure la lista qui per domani mattina». E così dicendo si congedò .

arrivato al secondo piano, si guardò più volte in torno per assicurarsi che nessuno avesse avuto la sua stessa idea di andare a dormire e, quando fu certo di essere solo, bussò due volte alla porta che aveva davanti ed entrò.

«Ci hai messo un bel po’ ad arrivare». Esclamò Tonks seduta a gambe incrociate sul letto, tenendosi la testa fra le mani mentre lo fissava divertita.

«Molly mi ha incastrato per delle commissioni domani mattina». Mormorò sedendosi vicino a lei.

«E come mai?»

«Semplice ho dovuto inventarmi una scusa per andarmene e lei ha preso la pluffa al balzo». Ripose lasciandosi andare tra le sue braccia.

«Sei sempre stato un pessimo bugiardo». Rise.

«A sì? Senti chi parla, l’attrice nata!» La prese in giro, imitandola nel suo modo di sbadigliare.

«Hey!» protestò cominciando a dargli dei pizzicotti.

«Ferma!»

Ma Tonks non si fermò anzi, in aggiunta cominciò a fargli anche il solletico. Certo, Remus non rimase con le mani in mano, ma alla fine decise di giocare il suo Jolly.

«Ferma! O questa la mangio io…». Ansimò, tirando fuori il tovagliolo dove aveva nascosto dei pezzi di dolce, e sollevandolo in alto per non farglielo prendere.

«Il dolce! Non sai che sacrificio rinunciarci…»

«Lo immaginavo ecco perché te ne ho portato metà del mio, ma se non lo vuoi…»

«No, no! Farò la brava promesso».

«Mmm ok». Era più forte di lui, non era in grado di negargli niente quando gli faceva gli occhi dolci.

Finito il dolce, Tonks si sdraiò sul letto soddisfatta,cercando d’ignorare gli sguardi di Remus.

«Cosa c’è?» chiese infine, ricambiando lo sguardo, incuriosita.

«Niente, ti stavo solo guardando».

«sì, l’avevo notato. Quello che volevo sapere è “perché mi stai guardando” »

«Ti da fastidio?»

«No, è solo che… lasciamo stare, continua pure».

Improvvisamente Remus le si avvicinò e la baciò, compiaciuto d’averla colta di sorpresa e, sentendola decisamente felice di ciò.

«Remus…» Sussurrò.

«Dimmi…»

Ma lei non rispose, e distolse lo sguardo imbarazzata.

«Tutto bene… se vuoi posso andare…» Mormorò, rimettendosi seduto.

«No. Non te ne andare». Lo prese per mano, per poi attirarlo nuovamente verso di sé per baciarlo.

«Remus, cosa ne diresti… Passare al livello successivo, nella nostra relazione?» Riuscì finalmente a chiedere.

«Cosa? Quale?» Balbettò non riuscendo a capire di cosa stesse parlando, ancora stordito dal suo ultimo bacio. Così Tonks passò dalle parole ai fatti, e si sfilò la maglietta, rimanendo con un coloratissimo reggiseno viola e rosso.

«Ah, quel livello successivo…» Constatò Remus senza riuscire a toglierle gli occhi di dosso.

«Scusa ma quale pensavi tu?» Chiese incuriosita.

«Non saprei, una cena, una passeggiata fuori. Un appuntamento come si deve».

«Remus, viviamo qui da mesi, e ceniamo spesso insieme, anche da soli. Direi che quel livello lo abbiamo superato da un pezzo».

Remus non poté ribattere a quell’affermazione.

«Quindi…».

Remus sorrise.

«Già, quindi, potremmo passare…».

Tonks non finì la frase e ricominciò a baciarlo.

Questa volta fu lui a lasciarsi trascinare in quel vortice di emozioni.

 

●●●●●

 

Lo sport preferito di Molly Weasley è, come ben noto, preoccuparsi per tutte le persone che la circondano. Ok, forse non tutte le persone.

Così, quando durante la notte sentì degli strani rumori provenire dal corridoio non ci pensò sopra due volte sgusciò fuori dal letto dove, invece, Arthur russava della grossa, e uscì dalla stanza.

Non trovando niente di sospetto stava quasi per tornare in camera quando improvvisamente scricchiolii inconsueti per quell’ora tarda uscirono dalla camera di Remus tre porte più giù.

«Devo proprio dire a Remus di sistemare quel letto. Le molle cigolano troppo». Mormorò tra sé e sé.

Qualcuno rise, di una risata soffocata, ma non era la voce del mago.

Molly si avvicinò tendendo l’orecchio, sentendo così un basso vociare.

Toc, toc. Niente.

Toc, toc. Leggeri fruscii di lenzuola.

Toc, toc. Un tonfo riecheggiò nella stanza seguito da una risata soffocata.

«Remus? Tutto bene? Cos’è successo?» Chiese Molly.

«N… Niente, sto bene mi è solo caduto un… Libro, sì, un libro a terra. Come mai sei qui?»

Molly era perplessa.

«Volevo solo vedere se c’era qualcosa che non andava, ho sentito degli strani rumori nel corridoio». Continuò tenendo ben teso l’orecchio per captare altri strani rumori.

Altre risate soffocate e fruscii.

«Hem, sì scusa, è che… Questo letto sai.. Ora sistemo le molle, Torna pure a… Dormire».

«Aspetta, ti do una m …» Esclamò Molly aprendo la porta, ma interrompendosi di colpo.

Le parole le morirono in bocca soffocate dallo stupore che la scena che le si era aperta davanti, le aveva provocato.

 

●●●●●

«Basta Remus, direi che la nostra convivenza finisce qui». Esclamò Sirius rivolto all’amico.

Remus lo fissò incredulo.

«E per quale motivo? Se posso chiedere».

«Semplice, di notte il fruscio dei tuoi stupidi libri mi irrita! E quando finalmente ti addormenti ti agiti in continuazione».

Remus inarcò il sopracciglio.

«Da che pulpito… Parla quello che si mette a ringhiare e sbavare mentre dorme». Mormorò.

«Cos’hai detto?» Chiese Sirius indignato.

«La verità».

I due si guardarono in cagnesco.

«Bambini, ora basta fare i capricci. Remus, ti preparo subito un’altra camera non ti preoccupare. In effetti non capivo perché voi due dividevate la stessa stanza». S’intromise Molly.

«Non ti preoccupare, ci penso io. Prenderò quella più lontana dalla sua».

«Non ci sono problemi, vado io. So già in quale metterti». E così dicendo si diresse fuori dalla stanza.

 

*****

Strani mormorii provenivano dal salotto, ma non riuscendo a capire di cosa si trattasse, Molly di ritorno dopo un pomeriggio di compere, decise di andare a controllare che non ci fosse ancora qualche Doxy.

Quando entrò, con la coda dell’occhio vide uno strano movimento sul divano.

«Remus? Tonks?» li chiamò intravedendo la chioma rosa della ragazza.

«Molly! Hem ciao… Sei tornata» Esclamò Tonks.

«Cosa state facendo?»

«Le è caduto un orecchino e stiamo cercando di ritrovarlo». Rispose Remus.

«Perché non usate le bacchette?»

I due si guardarono imbarazzati.

«Non ci avevo pensato. Scusa Remus se ti ho coinvolto il questa caccia al tesoro». Mormorò Tonks, incapace di trattenere un strano sorrisetto.

«Non c’è problema, sono sempre disposto ad aiutarti a trovare gli oggetti che perdi». Anche Remus le sorrise allo stesso modo, aiutandola ad alzarti

Molly li guardò per un qualche istante poi se ne andò alzando gli occhi al cielo.

«Questi ragazzi, non saprebbero nemmeno dove hanno la testa se non ce l’avessero attaccata al collo». Mormorò tra sé e sé, tornando in cucina per sistemare la spesa.

●●●●●

 

Improvvisamente tutti quegli strani segnali ebbero un senso per Molly Weasley. Ora che si trovava davanti a quella scena che, in altre circostanze le avrebbe fatto particolarmente piacere, ma non lì, in quel preciso momento.

Remus se ne stava seduto nel letto cercando di coprirsi alla belle meglio con li lenzuolo che però veniva tirato verso il basso da Tonks, rannicchiata di fianco al letto, per fare la stessa cosa.

«Hem Molly, ti senti bene?» Chiese Tonks risbucando solo con la testa.

Nessuna risposta.

«Molly, forse dovresti sederti». Propose Remus, cercando di recuperare dei vestiti per rendersi presentabile.

Nessuna risposta verbale, solo un piccolo cenno di dissenso con la testa.

«Molly?» La chiamò ancora Remus.

«Non… Dire… Niente Remus. E io che mi preoccupavo per voi! Mentre stavate bellamente qui a… “divertirvi”. In questa casa ci sono dei bambini. Come avete potuto!?».

Forse era meglio se continuava a stare zitta, pensarono in contemporaneamente i due amanti scoperti.

«Ma veramente…» Cercò di trovare una giustificazione.

«Non fiatare. Mi avete delusa».

«Mamma tutto bene? Cos’è successo?» Chiese Ginny sbirciando dal fondo del corridoio con un bicchiere di latte in mano.

Molly si richiuse di scatto la porta alle spalle.

«Niente cara, torna pure in camera tua. Buonanotte tesoro».

Ginny annuì e salì l’ultima rampa di scale che portava alla sua camera.

 

Remus e Tonks rimasero sconcertati dal comportamento di Molly ma, guardando com’erano conciati, scoppiarono a ridere.

 

Molly si diresse nell’unica stanza che le poteva dare la calma e la tranquillità necessaria per tornare a dormire, la cucina.

Si trovava li da circa dieci minuti quando la porta si aprì e Sirius entrò salutandola con un grosso sbadiglio.

«Molly, non mi aspettavo di vederti qui. A cosa devo l’onore?» Chiese sedendosi di fronte a lei.

Silenzio.

«Molly? Sei sveglia?»

Uno sbuffo.

«Sei sonnambula?»

Un grugnito.

«Pensi di riuscire a formulare una frase di senso compiuto?»

«Sì, sono sveglia. No, non sono sonnambula. Se non ti dispiace vorrei restare un poco da sola». Rispose infine, indicando la porta con un cenno del capo.

«Mi dispiace infliggerti questo dolore, ma non ho intenzione di lasciarti da sola. Si da il caso che abbia assistito in parte alla piccola e simpatica scenetta successa di sopra». Molly sgranò gli occhi, osservandolo. «E dalla faccia che hai in questo preciso istante, deduco che tu li abbia trovati, anzi, sorpresi con le mani… Nel sacco». Continuò tranquillamente.

«Tu! Tu lo sapevi!». Lo accusò, puntandogli il dito contro il naso.

«Certo che lo sapevo. Deve ancora nascere il Remus che riesce a nascondermi le cose, lo conosco da abbastanza tempo da capire quando mente. Anche se, diciamoci la verità, le bugie non sono mai state il suo forte».

«E non mi hai detto niente??» Urlò.

«Non era compito mio, ti pare?» Sorrise beffardo.

«Sirius, Dovevi dirmelo!»

«Molly, ma cosa ti da più fastidio, che io non te l’abbia detto, o che loro te l’abbiano fatta sotto il naso?» La provocò.

«No, niente di tutto questo. È solo che..»

« “E’ solo che”, cosa?» Insisté.

«Basta, è impossibile parlare con te, vado a Dormire». E così dicendo uscì dalla cucina sbattendo la porta, lasciandolo solo, mentre se la rideva bellamente.

Arrivata nel corridoio incrociò i due “amanti clandestini”.

«Molly…» Tentò di dire Tonks.

«No, niente Molly. Ora sentitemi bene vuoi due. Niente condivisione delle camere fino a quando non vedrò le fedi ai vostri anulari. Ci siamo capiti?» I due si guardarono sconcertati, senza riuscire a parlare e limitandosi ad annuire. «Ma se dovesse ricapitare, almeno chiudete la porta a chiave e con qualche incantesimo». E così dicendo li superò sulle scale, sorridendo soddisfatta.

 

 

 

Ed eccovi arrivati alla fine anche di Confessioni Notturne IV. Piaciuto? Io come sempre ce l’ho messa tutta.

Domanda: vi piacerebbe leggere anche il V? Sì? Bene, allora restate da queste parti. Chissà che non troviate una sorpresa uno di questi giorni.

Come sempre grazie alle persone che hanno commentato il prologo, o che lo hanno soltanto letto. E grazie anche a quelli che leggeranno e commenteranno questo capitolo che si è appena concluso.

Taotao alla prossima!

Smack!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=355929