Era ormai vecchio.

Vecchio e stanco.

Capelli grigi e baffi antichi segnavano ancora di più la sua indefinita età.

Guardava il mare calmo e ripensava al passato ricco di imprese, avventure, errori e fortune, quale quella di aver sposato una donna bellissima.

Se solo Goku non se ne fosse andato portandosi via le Sfere del Drago, forse a quest’ora avrebbe potuto esprimere come ultimo desiderio quello di tornare ad essere giovane e nel pieno delle forze, proprio come sembravano esserlo ancora tutti i suoi amici e… lei.

“C18, mi aiuteresti a rientrare? Non c’è più nulla qui, per me…”

OTTUSITÀ
 

 

Bisogna essere proprio duri di comprendonio per non riuscire a capire un’equazione così semplice.

Passi la prima volta, che per superbia, sfortuna, o troppa sicurezza di sé, decidi di affrontare un nemico che ti è nettamente superiore; ma, dannata lucertola, ti riassemblano in qualche modo e cosa fai? Ti ripresenti sulla Terra? Per cercare vendetta verso lo stesso sayan che ti ha già battuto una volta e farti tagliare a metà (di nuovo) da un ragazzino?
 
Infine, quando qualcuno ha avuto la malaugurata idea di resuscitarti, tu, nella tua infinita ottusità, cosa fai?
Non c’è due senza tre.

“Questa è la fine che fanno gli sciocchi” pensò sghignazzando mentre godeva delle loro espressioni terrorizzate.

Si erano fidati di lui, aveva dato loro il potere, a patto che portassero a termine il loro incarico.

Ora avevano eseguito.

Ma avevano anche condotto il nemico al loro nascondiglio.

Sciocchi senza cervello appunto e, dato che non servivano più, andavano eliminati.

Poveri illusi, tratti forse in inganno dal suo aspetto innocuo…

Vero, avevano un accordo, ma chi aveva garantito loro che lui lo avrebbe rispettato?

Dall'alto della propria malafede Babidy si gustò il momento: "Boom! Non mi stanca mai questo rumore!"
 

Pizzetto curatissimo, abbigliamento formale, con tanto di mantello, stivaletti e cintura dorata. Abbronzatura da lampada integrale e quel tanto di fascino del male che non guasta mai.

Darbula, il Signore degli Inferi.

Un nome altisonante, di tutto rispetto.

Aveva osato uccidere Kibith con un colpo da maestro, degno della sua imponente e maestosa figura regale.

Tutti lo temevano. Nemmeno gli attacchi, prima di Goku e poi di Vegeta, avevano sortito alcun effetto.

‘Seh… crediamoci… figura regale un paio di palle’ dovevano aver pensato Crillin e Junior dopo che, a sorpresa, si erano visti arrivare addosso uno sputo disgustoso del mostro…

 

“EHEH… sono… stato sconfitto…” sussurrò Goku guardandolo con un occhio semiaperto, desideroso di non ricevere l’ennesima cazziata da parte di colui che, in quel momento, sperava fosse ancora il suo migliore amico.
“Eppure Whis ti aveva appena messo in guardia: l’ho sempre detto io che sei un perfetto idiota…”
Vegeta alzò lo sguardo appena sopra la spalla e si rivolse con aria sprezzante a Freezer. 
Sicuro di sé come non mai, concluse:
“Mi dispiace tanto, ma non posso accettare, questo bamboccio mi dà i nervi… Però mi è necessario per diventare ancora più forte, perciò non posso ucciderlo…”

Sentì un dolore atroce all’altezza del torace che lo fece urlare.
Abbassò lo sguardo e vide che una mano lo aveva attraversato da parte a parte. 
Si voltò leggermente verso C17 e intravide quel sorriso sadico che solo lui sapeva sfoggiare.
Mentre il braccio che lo aveva perforato a tradimento si allontanava dal suo corpo, quasi incredulo lo aggredì:
“Ma come hai osato? Sono stato io a darti la vita, ingrato!” 
Furono le sue ultime parole, prima che la testa fosse fatta saltare via da un calcio ben assestato del cyborg di sua invenzione. 
“Non avresti dovuto tradirmi così...”

Era stato studiato e creato per diventare l’essere perfetto: un po’ di cellule saiyan, qualche pizzico di Namecciano, la giusta dose di cattiveria… Aggiungiamo anche l’assorbimento di un paio di cyborg, giusto per dargli quel tocco di gradevolezza visiva che non guasta mai in un manga… et voilà! 
La perfezione fatta… ehm… mostro.
Ma sì, indiciamo anche un torneo, tanto per divertirci e far capire all’umanità quanto il mio essere sia decisamente in grado di sterminare tutti.
Ora il problema è uno solo: Cell, ma se distruggi la Terra, rispetto a chi sarai ancora l’essere perfetto? 

L'ipocrisia è il vizio di una persona che volontariamente pretende di possedere virtù che, in pratica, non possiede.
Il problema grosso insorge quando l’individuo non solo è convinto di possedere tale capacità, ma riesce a persuadere tutti.
Certo, tutti tranne chi, come i veri combattenti quali quelli che si era trovato di fronte, sapeva misurare il reale Ki di ogni individuo, compreso lui.
Gli stessi, alieni e non, l’avevano catalogata come ‘esigua’ e proprio non se lo riuscivano a spiegare come fosse possibile che il resto del pianeta avesse soprannominato Mr. Satan: ‘Uomo più forte del mondo’.

 

Eppure lo conosceva da anni.
Lo aveva ospitato, allenato, rifocillato e visto maturare (più fisicamente, che intellettualmente, su questo non gli si poteva dare torto) fino a diventare una perfetta macchina da combattimento.
Certo, non erano stati pochi gli episodi in cui la sanità mentale del suo ospite era stata messa in forte discussione, tipo quando, non sapendo dove altro teletrasportare Cell, lo aveva portato proprio da lui, facendo esplodere così il suo minuscolo pianeta.
Ma, ora che Goku stava dimostrando di tenere testa persino a Lord Bills, un po’ di tifo da parte del Re Kaio non guasterebbe… no? 

Se solo avesse voluto, avrebbe tranquillamente trovato lui stesso il modo di recarsi nel futuro ad uccidere quell’insolente Kaio Shin, che aveva osato contraddire la sua perfetta teoria distruttiva. 
Se solo avesse voluto, avrebbe preso la testa di quella terrestre impertinente, che gli stava rinfacciando, con urla sbraitanti, il suo errore di valutazione e l’avrebbe staccata dal suo esile collo, pur di farla smettere.
Avrebbe potuto… ma fece spallucce, si gustò avidamente l’ultimo boccone di gelato, si alzò dalla sedia e, voltandole le spalle, se ne andò borbottando:
“Whis, andiamo, non è più affar mio questa storia…” 

VANESITÀ 
  

Sin dalla nascita era infastidito da lui: il sayan nella culla a fianco alla sua era insopportabile.
Ora finalmente era giunto il momento della sua vendetta:
“Kaaroth!”
“Si può sapere cos’è questa Kaaroth? Guarda che non te l’ho mangiata io, la tua Kaaroth!” esclamò il piccolo Goten perplesso.
“Kaaroth!”
“Non insistere! Non l’ho mangiata io!”
“AAAAAAAHHHHH!” 
Una potenza inimmaginabile sprigionata per distruggerlo, per togliersi finalmente dalla mente il chiodo fisso del sayan che da sempre odiava.
All’arrivo di Goku, Broly si rese conto che, forse, sarebbe stato meglio non fissarsi a combattere con il vero Kaaroth…