The Bord of the two words

di dragun95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1



Nanashi aprì gli occhi quando le luci del sole filtrarono dalla finestra dell'aula, costringendo il ragazzo a stropicciarsi gli occhi per il fastidio e girarsi di lato ma finì solo per cadere dal pianoforte, proprio così la notte precedente il ragazzo  l'aveva passata dormendo sul pianoforte presente nell'aula musicale della sua scuola.
La scuola superiore Takarea era una delle scuole pubbliche del Giappone dove gli studenti studiavano,

-Cavolo- si lamentò Nanashi rialzandosi e stiracchiandosi la schiena facendo scrocchiare le ossa

-Forse non avrei dovuto addormentarmi sul piano forte- subito uscì dall'aula dirigendosi nel bagno delle ragazze, aprendo il lavandino per poi mettere le mani a coppa e metterle sotto l'acqua fredda e lavarsi il viso per svegliarsi, quando alzò lo sguardo sul vetro poté vedere il suo riflesso notando le borse sotto agli occhi neri a causa della mancanza di sonno,

-Ho un'aspetto orribile- pensò stropicciandosi i corti capelli color cenere cercando di sistemarseli al meglio, per poi guardare l'orologio al suo polso notando che tra un paio d'ore le lezioni sarebbero iniziate. Sbuffando si diresse verso le docce della palestra della scuola per spogliarsi e farsi una doccia veloce e rivestirsi subito dopo indossando la sua uniforme,

-Ho bisogno di un caffè- si disse andando nella sala dei professori dove i docenti si stavano preparando per la giornata di lezione,

-Professor Tadashi tutto bene?- chiese la professoressa al suo collega

-Certo Misaka San- rispose il professore che stava per afferrare un bicchiere di caffè quando Nanashi si avvicinò e glielo prese da sotto mano iniziando a sorseggiarlo,

-Che strano pensavo che il mio caffè fosse qui- disse stranito il professor Tadashi, guardandosi intorno confuso, mentre il ragazzo dai capelli color cenere era proprio a pochi centimetri da lui ma l'uomo davanti a se non lo vedeva o sentiva, come se Nanashi non esistesse.
Il ragazzo strinse i denti per la rabbia sbattendo il bicchiere sul tavolo spargendo il caffè a terra e ustionandosi un po la mano, ma la rabbia era così tanta che non percepì il dolore e dopo un profondo respiro uscì dall'aula dei docenti visto che le lezioni stavano per iniziare, con un rabbioso pensiero in testa

-Ecco un'altro giorno al confine dei mondi-.
Iniziate le lezioni Nanashi si ritrovò in classe, sebbene nessuno potesse vederlo o sentirlo lui preferiva comportarsi come un ragazzo normale preferendo assistere alle lezioni, cercando di andare avanti e non lasciarsi deprimere,

-Un nuovo giorno è un nuovo successo per me-  disse una voce altezzosa, una ragazza dai lunghi capelli biondi a boccoli e gli occhi azzurri entrò in classe seguita da altre due compagnie, Nanashi avrebbe riconosciuto quella voce tra mille. kyoko Musashi era la ragazza più bella ed invidiata della scuola, proveniva da una famiglia ricca ed era una ragazza dai modi eleganti e raffinati,  le due ragazze che la seguivano erano le sue spalle Hitomi Gurashi e Ari Taguari, la prima capelli neri tagliati corti con occhi marroni e gli occhiali, la seconda aveva un fisico più atletico e dei lunghi capelli marroni legati in una coda sul lato destro con la punta porpora e gli occhi neri.

-Ha ragione Kyoko sama- disse Hitomi adulante

-Roba da diabete- pensò disgustato il ragazzo per poi staccarsi dal muro ed uscire dall'aula per salire le scale fino al tetto, subito si appoggiò alla ringhiera guardando il cielo con un velo di tristezza negli occhi, non gli piaceva particolarmente marinare le lezioni ma quel giorno non se la sentiva di stare in classe.
Nanashi si ritrovò avvolto nell'oscurità più totale, quel luogo sebbene scuro era totalmente familiare per lui, il buio lo aiutava a rilassarmi, quando sentì dei passi vicino a lui

-Non ti sei ancora arreso?- chiese una voce fredda e metallica, Nanashi spostò lo sguardo incontrando la figura di un'armatura da samurai da cui sotto la maschera da demone spuntavano degli occhi rossi.

-Ancora tu. sparisci non sei altro che un prodotto della mia mente- sbuffò ringhiando il ragazzo rivolto alla figura

-Lo sai che non posso io sono una parte di te- si intromise il samurai freddo, cosa che fece infuriare Nanashi 

-Vattene-, 

-Va bene Nanashi. Ma ormai dovresti averci fatto l'abitudine questo e il tuo mondo il confine tra il mondo dei vivi e dei morti, "l'Ombra del mondo"- Subito Nanashi aprì di scatto gli occhi dal suo sonno, iniziando a respirare regolarmente digrignando i denti

-Quindi è questo il mio mondo eh!- affermò mettendosi un braccio sugli occhi, per poi alzarsi e dirigersi verso la ringhiera per poi scavalcarla restando in bilico sul cornicione guardando il suolo 

-Se la facessi finita forse, smetterei di soffrire ogni giorno- pensò con una sguardo di tristezza portando una gamba fuori dal bordo e portare il suo peso in avanti finendo per perdere l'equilibrio ma all'ultimo riafferrò la ringhiera evitando di cadere ed issarsi nuovamente sul tetto, quando sentì la campanella suonare, subito guardò l'orologio al suo polso

-È già pomeriggio, cavolo ho dormito molto- si disse mentre il suo stomaco brontolava, 

-Ed ho anche fame- pensò scendendo dal tetto.
Dopo essersi preso da mangiare mentre il club di economia stava cucinando Nanashi stava girando per i corridoi della scuola in cerca di qualcosa da fare quando vide l'aula del club d'arte,

-Vediamo se ci sono nuove opere- si disse entrando nell'aula senza attirale l'attenzione.
Dentro c'erano almeno una decina di ragazzi intenti a disegnare su tela, subito il ragazzo spostò lo sguardo sulle varie opere trovandone alcune interessanti, quando la sua attenzione fu attirata dal professor Kurashi che era entrato 

-Bene ragazzi, mi fa piacere vedervi a lavoro- disse il professore venendo ringraziato dai ragazzi, mentre Nanashi spostava lo sguardo in giro vedendo un dipinto avvolto da un telo, spinto dalla curiosità si avvicinò e lo tolse delicatamente e quando il dipinto fu messo alla luce il moro sgranò gli occhi.
Il disegno che gli si presentò davanti era fatto con colori cupi e in quel dipinto c'era il suo ritratto nei minimi dettagli,

-Q..questo è...- balbettò incredulo,

-Ehy chi ha tolto il telo dal mio quadro?- chiese una ragazza avvicinandosi al dipinto per ricoprirlo col telo, la ragazza che rispondeva al nome di Akira Mosaku aveva lunghi e lucenti capelli neri tenuti legato alla fine con un nastro bianco, il ragazzo puntò il suo sguardo su di lei,

-Lei forse può...- pensò euforico deciso a scoprirlo, così quando finì l'ora e tutti i ragazzi uscirono dall'aula, il cenereo si avvicinò piano dietro alla mora,

-Ehy uhm Akira giusto?- chiese dietro di lei ma la ragazza non si accorse di lui continuando a camminare, ma lui non intendeva demordere,

-Guardami tu puoi vedermi giusto?- riprovò a chiamarla per sapere se poteva vederlo ma la ragazza non reagì nemmeno, questo fece ribollire la rabbia già allo stremo,

-TI HO DETTO DI GUARDARMI- gridò furioso, ma neanche a quelle grida la ragazza si girò, anzi continuò a procedere come se niente fosse, facendo abbassare la testa a Nanashi frustato,

-Perché eppure mi ha dipinto?-,

-Vero ma forse ha solo seguito la sensazione- rispose il samurai in armatura al fianco del ragazzo che spostò il suo sguardo stanco su di lui,

-Cosa?- chiese stranito,

-Molto probabilmente percepisce fievolmente la tua presenza e nella sua mente si è formato il tuo volto seguendo quella sensazione e il suo subconscio ha fatto il resto. Ma a quello stato è impossibile che possa udirti e vederti- rispose facendo stringere i denti a Nanashi per la rabbia,

-Ormai dovresti aver capito che non puoi esser...- iniziò ma il ragazzo sferrò un forte calcio che colpì il muro facendolo tremare ma il samurai era sparito,

-Sta zitto. Tu sei solo il frutto della mia mente- ringhiò furioso per poi andarsene frustato uscendo dalla scuola per sbollire la rabbia.
Nanashi corse per la città come se avesse dovuto correre ad un'appuntamento importante e fosse in ritardo, ma il ragazzo non era in ritardo al contrario era furioso e cercò di sbollire la rabbia con l'allenamento fisico, continuò a correre finché non fosse notte fonda ma neanche dopo ore di massacro fisico la rabbia non accennava a diminuire,

-Dannazione- gridò iniziando a tirare pugni e calci a vuoto come se dovesse battere qualcuno in quegli anni cresciuto da solo era stato costretto ad imparare a difendersi sebbene le probabilità che qualcuno potesse fargli del male erano pari allo zero visto che nessuno poteva vederlo e non si accorgevano di lui.
Dopo una buona mezz'ora passata a colpire l'aria il ragazzo si diresse verso un distributore automatico di bibite nel parco, ma quando controllò in tasca si accorse di non avere monete,

-Fantastico- disse fra se e se, guardandosi in torno cercando qualcuno a cui "prendere in prestito" qualche spicciolo ma non trovando nessuno sospiro facendo un passo indietro e sferrare un calcio rotante al distributore rompendo il vetro e prendendosi una bibita gassata, per poi aprirla ed iniziare a berla,

-Ehy tu cosa credi di fare?- chiese una voce al suo fianco, quando spostò i suoi occhi neri vide un uomo di quarant'anni degli scompigliati capelli neri ed un'aria severa in volto,

-Che vuole questo?- si chiese Nanashi continuando a bere la sua bibita per poi girare i tacchi e fare per andarsene, quando una mano lo afferrò saldamente per la spalla facendolo voltare ritrovandosi l'uomo che lo fissava in faccia,

-Credi di poter scappare dopo aver distrutto un distributore, non credo proprio ragazzo. Sappi che sono un'agenda di polizia quindi ora vieni con me alla centrale- Nanashi restò allibito e a occhi sgranati c'era una persona che poteva vederlo, ma non appena il poliziotto inizio a strattonarlo fu costretto a dargli un calcio per staccarlo ed allontanarsi velocemente guardandolo ancora sorpreso.

-Okey ragazzino non voglio usare le maniere forti per cui seguimi senza fare storie- disse il poliziotto guardando il cenereo che assunse un'aria seria,

-Tu puoi vedermi e sentirmi!- affermò lasciando confuso l'uomo che lo guardava senza capire,

-Che diavolo di domande fai ragazzino, certo che posso vederti e sentirti. Ed ora è meglio che mi segui in centrale- subito dietro all'uomo arrivò un'altro agente più giovane,

-Agente Godoru eccola finalmente. Wow chi ha distrutto il distributore- chiese il collega più giovane vedendo il distributore sfasciato,

-È stato il ragazzo davanti a me ma ora lo portò dentro dammi le manette- Godoru si girò verso il suo collega ma questo lo guardava senza capire,

-Ma non c'è nessuno davanti a lei- la risposta lasciò a bocca aperta l'uomo, che guardò davanti a se trovando ancora Nanashi fermo e perfettamente immobile,

-Che significa è proprio davanti a me non lo vede questo delinquente dai capelli color cenere- gridò al suo collega

-Ehy piano con le offese non sono un delinquente- disse secco sbuffando,

-Credo che lei sia stanco per gli straordinari, non c'è nessuno qui a parte noi due- la risposta del collega fece sgranare gli occhi a Godoru che subito impallidì e volto la testa di scatto verso Nanashi che lo guardava con aria fredda e seria,

-È inutile loro non possono né vedermi né tanto meno sentirmi-.
Dopo un po l'agente Godoru riuscì a convincere il suo collega che non aveva le allucinazioni per la stanchezza e se ne era andato lasciando perdere il ragazzo e si ritrovò a poggiare la testa sul sedile dell'auto,

-Comoda- subito l'agente sobbalzò girandosi e trovando Nanashi sul sedile posteriore,

-Che diavolo ci fai tu qui dentro?- chiese urlando sconcertato mentre il ragazzo si metteva comodo sui sedili posteriori,

-Ho pensato di incontrarti in privato, sai se la seconda persona che riesce a vedermi in circa diciannove anni. E no non sono un fantasma se lo stai pensando- rispose calmo stiracchiandosi,

-Allora che cosa sei se non un fantasma e il fatto che solo io posso vederti?- Godou prese una sigaretta e la mise in bocca ma sebbene si sforzasse di stare calmo ma era parecchio agitato,

-È complicato da spiegare, diciamo che sono nato "all'Ombra del mondo" ovvero il confine tra questo e l'altro mondo. In sostanza io posso interagire con le persone e gli oggetti ma nessuno riesce a vedermi ne sentirmi a parte te. Il perché tu possa vedermi non saprei che risponderti- rispose sbadigliando stancamente,

-Il confine tra questi e l'altro mondo- ripeté incredulo l'agente per poi riflettere un'istante,

-Tempo fa sono stato ricoverato durante un'operazione il mio cuore si è fermato di colpo per due minuti- disse sotto pensiero attirando l'attenzione del ragazzo.
-Forse riesci a vedermi perché hai attraversato il confine dei due mondi per poi tornare, o almeno è l'unica ragione che mi viene in mente- disse avvicinandosi e l'uomo si allontanò spaventato,

-Comunque sia hai distrutto un distributore quindi vieni con me in centrale- disse serio guardandolo,

-Amico nessuno a parte te può vedermi, ti prenderebbero per pazzo- la risposta fece ringhiare l'uomo,

-Allora ripaga il distributore-,

-Non ho un soldo per questo ho sfondato il distributore, e non posso nemmeno averne visto che nessuno mi vede. Potrei sempre racimolarli "prendendoli in prestito"- disse Nanashi guardando in alto,

-Vuoi dire rubare- sbuffò l'agente Godou guardandolo storto, facendo sospirare il cenereo.
-Ora che ci penso non so come ti chiami- gli disse l'uomo accendendosi la sigaretta,

-Nanashi- rispose secco stiracchiandosi,

-"Senza nome" sarebbe il tuo nome- lo guardò alzando il sopracciglio mentre il ragazzo annuiva,

-Io sono Godou Inaraka- si presentò l'agente prendo una boccata dalla sigaretta,

-Felice di conoscerla agente- ghignò Nanashi per poi scendere dalla macchina,

-Ehy dove stai andando?- chiese Godou guardandolo sorpreso che fosse sceso,

-È tardi e ho sonno quindi me ne vado a dormire. Se vuoi parlarmi ancora allora vieni alla scuola superiore Takarea ma ti consiglio di farlo quando è chiusa, se mi cercassi di giorno ti prenderebbero per pazzo- rise Nanashi incamminandosi verso la sua scuola,

-Ehy ragazzino se vuoi parlarmi allora vieni al distretto di Shibuya- gli gridò Godou mentre Nanashi se ne andava sorridendo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2


Quando Nanshi tornò alla sua scuola si stava aggirando per i corridoi in cerca di un luogo dove dormire,

-Dove potrei dormire oggi?- si chiese guardando le varie aule sorridendo per decidere dove passare la notte, quando sentì una presenza a lui troppo familiare per non riconoscerla

-La tua felicità è solo momentanea Nanashi- disse la voce metallica del samurai dietro di lui facendolo sospirare nervoso,

-Non hai di meglio da fare che tormentarmi?- chiese il ragazzo digrignando i denti quella presenza gli stava lacerando i nervi,

-Lo sai che non posso, svanirò solo nel momento della tua morte. Questo è il tuo mondo Nanashi e io sono il tuo lato mentale che comprende meglio la tua situazione, quindi smettila di sembrare un ragazzo normale- dopo quelle parole il cenereo non ci vide più per la rabbia e si girò di scatto eseguendo un sinistro sulla maschera del samurai ma questo spari come se non fosse mai esistito,

-Zitto sta zitto. Tu sei solo una creazione della mia mente quindi restatene in un'angolo a marcire- gridò a pieni polmoni quando poi una la sua attenzione fu catturata da una sagoma che cadeva fuori dalla finestra, subito Nanashi non capì cosa fosse e si avvicinò alla finestra, ma quando abbassò lo sguardo vide il corpo di una ragazza dai corti capelli bluastri, la riconobbe subito era Miyu Inazaki una studentessa del club di arte.
Nanashi indietreggiò incredulo non aveva mai visto nessuno suicidarsi, o almeno era l'impressione che aveva avuto, rimase lì a fissare il corpo della ragazza paralizzato sul posto con un miscuglio di incredulità, terrore e tristezza quest'ultima non capiva da dove provenisse non conosceva quella studentessa se non il suo nome, quando poi notò una cosa: aveva ancora le scarpe ai piedi,

-Ha ancora le scarpe e di solito chi si suicida si toglie sempre le scarpe. Allora è caduta?- si chiese quando sentì dei passi venire verso di lui, un uomo sui trent'anni dai capelli biondi con un piccolo pizetto sul mento e gli occhiali, il ragazzo lo riconobbe subito si trattava del professor Kurashi il docente del club di arte, l'uomo guardò un'attimo fuori dalla finestra vedendo il corpo senza vita della ragazza per poi continuare a camminare senza fare una piega,

-Che diavolo come può restare così calmo quando ha visto il corpo di una sua studentessa. Qui devo vederci chiaro- subito Nanashi seguì il professore fino all'aula di arte, lì il professore prese un pennello e iniziò a scrivere qualcosa sulla tela a cui stava lavorando Miyu, quando ebbe finito fece un ghigno e prese il cellulare.

-Pronto polizia aiutatemi sono il professor Kurashi Mokotari. Una mia studentessa di è suicidata- gridò disperato al telefono mentre Nanashi dava uno sguardo a cosa aveva appena scritto.


"Non riesco più a sopportare questa vita opprimente e la pressione che tutti
Vogliono qualcosa da me e io non riesco a fare meglio di così, ma più di tutto non riesco a sopportare il fatto di non poter stare insieme all'uomo che amo, perché la gente non capirebbe.
Quindi ho deciso di togliermi la vita, mi dispiace per avervi delusi.

Firmato: Miyu Inazaki"


Quelle parole fecero sgranati gli occhi al cenereo  per poi guardare il professore con uno sguardo sconvolto e furioso.
Quando la polizia arrivò fecero le solite domande di routine e portarono via il corpo, trovando il messaggio "lasciato" da Miyu i poliziotti pensarono subito ad un suicidio.
L'agente Godou si stava prendendo un caffè alla macchinetta del dipartimento di polizia,

-Cavolo che nottataccia- disse sospirando bevendo il suo caffè,

-È lo dici a me- rispose Nanashi spuntando fuori all'improvviso facendo sobbalzare l'uomo che sputò il caffè,

-Che diavolo ci fai tu qui?- chiese stupito l'agente mentre Il Cenereo gli tappava la bocca,

-Le ricordo che gli altri non possono vedermi quindi faccia piano. Ha delle informazioni sul "suicidio alla scuola Takarea-, dopo che il ragazzo ebbe spiegato cosa aveva visto e il comportamento del professor Kurashi.

-Sei sicuro di averlo visto scrivere il messaggio?- chiese guardandolo i due erano seduti fuori su una panchina per discutere in totale privacy,

-Si è inoltre Miuy non si era tolta le scarpe cosa che fa di solito chi si suicida, inoltre se fosse stato un'incidente il professore non avrebbe scritto il messaggio per farlo sembrare un suicidio- riflette Nanashi con la mano al mento

-Quindi lui l'ha spinta giù e ha inscenato il suicidio!- affermò Godou guardando il ragazzo,

-Molto probabile si. Il problema è che non sarà molto facile da dimostrare-,

-Ma che dici basterà dimostrarlo è con un testimone lo inchiodiamo di sicuro- gli disse l'uomo quando si ricordò di un particolare non trascurabile,

-È vero solo io posso vederti- sospirò,

-È il mio destino è la mia maledizione- rispose Nanashi stringendo i pugni per la rabbia.
Quando l'uomo gli diede una pacca per tranquillizzarlo cosa che non si aspettava minimamente,

-Non ha importanza ma se è un'omicidio ci servono delle prove che sia stato lui. Inoltre ci servirebbe anche il movente- riflette il detective,

-S vuoi un movente allora ti avvertirò in caso scopro qualcosa- rispose il ragazzo alzandosi per andarsene ma venne fermato 

-Un momento chi ti dice che puoi intrometterti in un caso di polizia, devi lasciare fare a no- subito il cenereo smise di camminare e si voltò scuro in volto,

-Lasciare fare a voi, come no se non ti avessi detto del professor Kurashi non ti saresti minimamente fregato a questo caso pensando che fosse un suicidio- gli rispose a tono e Godou incassò il colpo distogliendo lo sguardo,

-Non conoscevo bene Miyu visto che non mi è quasi mai importato tanto degli altri. Ma è morta sotto i miei occhi nella mia scuola è solo io so chi l'ha uccisa, quindi non dirmi di starne fuori. Mia nonna mi ha sempre insegnato di fare la cosa giusta e adesso la cosa giusta da fare è catturare l'assassino è poi io non esisto in questo mondo per cui posso scoprire cose che a voi sfuggirebbero. Che ti piaccia o no io sono il tuo unico vero sostegno in questo caso- davanti a quella determinazione l'agente fu costretto a desistere,

-Va bene ma si chiaro se finisco nei casini ti prendo a calci in culo- sospiro arreso mentre Nanashi annuiva,

-Ora è il caso che torni da tua moglie inizia a farsi tardi e non vorrai lasciarla da sola- rise Nanashi lasciando di stucco il detective e subito il ragazzo indicò l'anello al dito,

-Non è mia moglie o almeno non ancora diciamo che viviamo insieme- rispose rosso ma quando guardò davanti a se il ragazzo era sparito nel nulla,

-Odio quando fa così mi fa venire i brividi-.
Il girono dopo a scuola il professor Kurashi comunicò la troviate notizia del suicidio della compagna agli altri studenti che ne rimasero sconvolti, Nanashi restò ad assistere alla scena perfettamente impassibile fissando con astio il professore, la notte precedente non era riuscito a dormire sia per ciò che aveva visto la notte scorsa che per la rabbia che gli ribolliva dentro come un vulcano pronto ad eruttare,

-Non posso crederci, che Miyu sia...- disse Akira piangendo per la perdita della sua amica, quando il professore si avvicinò a lei poggiandole la mano sulla spalla,

-È una grave perdita. Miyu era una brava ragazza e un'ottima studentessa, mancherà a tutti- la consolò Kurashi mostrandosi triste per la perdita della sua studentessa, ma Nanashi sapeva che era solo una finta cosa che fece imbestialire di più il ragazzo.
Quando le lezioni finirono Nanashi si fermò aspettando che il professor Kurashi ma mentre aspettava vide Akira stretta a Kyoko la quale la stava consolando massaggiandole la schiena,

-Le parole non bastano, per esprimere il dolore per la perdita di una nostra compagna- si espresse la bionda triste con anche le sue due amiche che erano in lutto,

-Dobbiamo essere forti e sostenerci a vicenda per non cadere nel dolore più di adesso- rispose Ari abbracciando le due insieme ad Hitomi, quella scena fece intristire il cenereo che subito si avvicinò alle ragazze accarezzando i capelli di Akira,

-Troverò le risposte così che Miyu possa riposare in pace- sussurrò ma nessuno sentì le sue parole, quando vide il professore uscire dall'aula inizio a seguirlo a grandi falcate restandogli incollato come un'ombra.

-Credi davvero che svelare il mistero ti aiuterà a dare un senso alla tua esistenza?- chiese il samurai che era apparso al suo fianco fluttuando e seguendo perfettamente Nanashi mentre camminava, il quale lo ignorò,

-Forse questo può aiutarti a distrarti dalla tua solitudine. Ma dopo resterai comunque solo come quando la nonna è...- non finì la frase che il ragazzo gli gridò contro,

-Non provare nemmeno ad immischiare la nonna in questa storia. Ora sta zitto e lasciami fare il mio dovere- il samurai era sparito e lui poté concentrarsi sullo spionaggio del suo professore.
Nanashi seguì il professore per tutto il tragitto fino al suo appartamento, ma preferì rimanere fuori ad aspettare di vedere che succedeva, rimase appostato per alcune ore, quando la porta si aprì e Kurashi uscì trovò un'opportunità e sgattaiolò nell'appartamento prima che chiudesse la porta a chiave,

-Bene ed ora cerchiamo qualche indizio- si disse guardando l'appartamento un monolocale con una stanza da letto e un bagno,

-Stretto ma confortevole- pensò iniziando a guardare in giro e frugando dappertutto ma senza trovare niente di utile, quando poi notò il frigorifero decise di aprirlo notando che c'erano degli avanzi è un paio di birre.

-Al professore non dispiacerà se mi servo ho giusto sete- ghigno prendendo una birra ed iniziando a berla pensando a dove altro poter cercare quando l'occhio gli cadde su un contenitore di plastica in fondo al frigo, incuriosito è un po affamato lo prese ed aprendolo trovò delle fotografie.
Quando le guardò sgranò gli occhi le foto rappresentavano Miyu legata al letto semi nuda con gli occhi bendati e il professor Kurashi che la palpava, altre mostravano la ragazza che si faceva una doccia e alte che testimoniavano che il professore la stava seguendo da molto tempo,

-È disgustoso- pensò mettendosi le foto in tasca e rimettendo il contenitore al suo posto chiudendo il frigo un'istante prima che la serratura della porta scattò, di colpo il suo sguardo passo sulla porta che si stava aprendo e Nanashi si ricordò della lattina di birra che aveva aperto, come un fulmine la prese da sopra il frigo un'istante prima che il professor Kurashi entrasse in casa, mentre l'uomo si toglieva la giacca il cenereo ne approfittò per uscire,

-Ma prima- pensò bloccandosi sulla porta e colpendo il professore con un pugno dietro il collo facendolo quasi cadere in avanti, Kurashi incassò il colpo iniziando a massaggiarsi il collo senza sapere cosa l'avesse colpito.
Nel frattempo Nanshi stava camminando per la strada digitando un numero sul suo cellulare,

-Pronto chi parla?- chiese la voce dell'agente Godou dall'altra parte dell'apparecchio,

-Salve agente sono io- lo salutò Nanashi con un ghigno è un tono divertito,

-Baka non chiamarmi al telefono e non a lavoro- lo rimproverò l'uomo ottenendo una risata dal ragazzo che assunse un'aria seria,

-Ho delle informazioni sul presunto suicidio di Miyu. E credo di aver scoperto il movente-,

-Davvero?- chiese l'uomo sconcertato 

-Si ci vediamo al parco entro un'ora e veda di portarmi da mangiare per favore sto morendo di fame- disse riattaccando prima che l'uomo potesse ribadire o fare altre domande.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3


Seduto ad una panchina nel parco Nanashi se ne stava lì aspettando l'agente Godou per informarlo di quello che aveva scoperto, stancamente spostò lo sguardo verso il cielo pieno di stelle ispirando l'aria fredda della notte chiudendo gli occhi e perdendosi in un vecchio e assopito ricordo.



In una notte di quasi vent'anni prima in un parco si sentivano i lamenti di un bambino appena nato, la piccola creatura continuava a piangere senza sosta ma nessuno parve sentire le sue urla e né tanto meno sembrasse accorgersi di lui.
Il piccolo strette la coperta in cui era stato avvolto guardandosi in torno con i suoi occhi neri ancora sull'orlo delle lacrime quando la figura di un'anziana signora oscuro il bambino,

-Che ci fa un tenero pargoletto come te qui?- si chiese sorridendo prendendo il bambino in braccio iniziando a cullarlo finché non si calmò ed iniziò a ridere felice,

-Uhm non c'è nessuno qui- disse l'anziana signora guardandosi in torno per poi riportare l'attenzione sul piccolo sorridendo e dirigendosi fuori dal parco diretta a casa, quello fu il momento in cui Nanashi incontro sua Nonna.



-Ehy ragazzino ci sei?- chiese Godou notando che il ragazzo aveva lo sguardo perso nel vuoto, ma appena sentì la voce dell'uomo si riprese guardandolo,

-Finalmente ce ne ha messo di tempo- sospiro stiracchiandosi, facendo sbuffare l'agente,

-Allora cosa hai scoperto?- chiese guardando altrove,

-Prima mi hai portato da mangiare, con lo stomaco vuoto non riesco a riflettere- a quelle parole Godou sbuffò porgendogli un sacchetto di una nota catena di fast food, che venne afferrato subito dal cenereo con l'acquolina in bocca,

-Mmm i loro hamburger sono i migliori- disse gustandosi un boccone del suo panino mentre Godou spazientito picchiettava il dito sul braccio, attirando l'attenzione del ragazzo che subito mise la mano in tasca estraendo le foto che porse all'uomo.
Quando Godou finì di vedere le foto restò sconcertato,

-Eccoti il movente. Forse Miyu aveva deciso di ribellarsi e lui per non rischiare l'ha fatta stare zitta- disse serio Nanashi,

-Forse, ma potrebbero anche avvallare la tesi del suicidio. Visto che Kurashi la perseguitava- sospirò Godou,

-Forse ma in entrambi i casi deve pagare- sibilò freddo il ragazzo, mentre l'agente si grattava la testa,

-Questo è vero. Ma con solo queste seppure sono ottime prove non posso di certo incastrarlo. Inoltre come posso dire ai miei superiori come le ho ottenuto, che un ragazzo invisibile me la ha date in un parco- quelle parole fecero stringere forte i pugni di Nanashi che serrò di colpo la mascella furioso quella storia di essere invisibile al mondo intero escluso ad una percentuale estremamente bassa per non dire pressoché nulla di persone.

-Dovevi aspettartelo Nanashi- disse il samurai apparendo davanti al ragazzo che lo guardò con astio, ma l'agente Godou non lo sentì ne riuscì a vederlo,

-Dunque che si fa?- chiese ignorandolo e chiudendo gli occhi,

-Non lo so- concluse Godou sospirando pesantemente, al contrario del cenereo che preferì alzarsi 

-Io continuo a tenere d'occhio il professore in caso qualcosa l'avverto- disse andandosene ma prima Godou gli diede un foglio con su un numero di telefono,

-Almeno sai come chiamarmi- disse mentre il ragazzo sorrideva. 



Un giovane Nanashi di almeno otto anni stava dando furiosi pugni contro il tronco di un'albero fuori dal giardino di casa, usando tutta la rabbia repressa per sfogarsi fino a graffiarsi e lacerarsi le mani che sanguinarono al medesimo pugno, una mano delicata gli afferrò la mano, quando alzò lo sguardo vide il volto sorridente di un'anziana signora,

-Nonna- disse il ragazzo tirando su col naso,

-Qui urge una medicazione- la donna lo fece sedere sul portico e gli medicò le mani con delicatezza, Kanna Moita aveva cresciuto Nanashi come un figlio sebbene solo lei potesse vederlo, ma l'anziana donna gli voleva comunque bene,

-Ancora pieno di rabbia- disse lei finendo di bendargli le mani e subito il ragazzo abbassò lo sguardo,

-la gente non mi vede e io sono stanco. Forse non faccio nemmeno parte di questo mondo- disse amareggiato avvolgendo le ginocchia con le braccia e poggiandovi sopra la testa iniziando a versare qualche lacrima.
Kanna gli accarezzò la testa per consolarlo sorridendogli e facendogli alzare la testa,

-Solo perché gli altri non ti vedono non vuol dire che tu non esista. Nanashi tu riesci a sentire e percepire tutto il mondo che ci circonda, come chiunque altro e ci riesci perché sei reale- gli sorrise guardandolo negli occhi di Nanashi che subito si riempirono di lacrime di gioia,

-Vuoi una galletta?- le chiese la nonna porgendogli una ciotola, subito il ragazzo si asciugò le lacrime prendendone una.



Nanashi si svegliò da quel ricordo, ritrovandosi seduto sul tetto della sua scuola, era passato un giorno dalla scoperta delle foto scandalose che ritraevano Miyu venire pedinata dal suo professore, e intanto lui continuava a tenere sotto stretta sorveglianza Kurashi per cercare più informazioni possibili,

-Quindi vuoi andare fino in fondo- quella voce metallica lo fece sbuffare,

-Di un po, c'è almeno un giorno che non mi tormenti?- ma quella domanda non ottenne alcuna risposta, irritato, Nanashi decise di alzarsi e scendere lasciando sul tetto il samurai,

-Che palle- sospirò aprendo gli occhi e ritrovandosi davanti la solita armatura con sotto la maschera degli inquietanti occhi rossi,

-Lo sai che io non posso sparire credevo lo avessi capito ormai- quelle parole fecero ribollire il sangue del ragazzo come lava, tutti i muscoli erano pronti a scattare come una molla in qualsiasi momento,

-Stavi sognando la nonna?- quella domanda lo colpì come un pugno nello stomaco non riuscendo a rispondere e tremando per qualche motivo a lui ignoto.

-Lei era stata la prima a vederci, ma ormai lei non c'è più- disse con la sua voce metallica è gelida il samurai, quella frase fece esplodere Nanashi ma si trattenne dal colpirlo restando in mobile,

-Non ti azzardare a trascinarla in questa storia. Lei ci voleva bene se proverai a sparlare male di lei ti legherò e ti getterò in un'angolo remoto della mia mente- lo minacciò furioso ma il samurai era sparito, ormai c'era abituato ogni volta che cercava di risolvere la questione con il suo subconscio questi spariva lasciandolo da solo, sospirando mise le mani in tasca dirigendosi verso l'aula di musica senza accorgersi che una foto gli era caduta dalla tasca.



Nanashi era seduto nella stanza a curare sua nonna stesa nel futon, stava molto male

-Nanashi- disse Kanna alzando la mano e il ragazzo l'afferrò subito come ad aggrapparsi ad essa per non cadere nel baratro,

-Non sforzarti nonna devi riposare- le disse dolcemente ma nella sua voce c'era un pizzico di preoccupazione è tristezza,

-Credo che ormai sia giunta la mia ora- disse sorridendogli facendo preoccupare il cenereo,

-Non dire così ti prego- disse quasi in lacrime, Kanna si era presa cura di lui per tutti quegli anni diventando la sua famiglia e la sua ancora a cui aggrapparsi in quel mondo il solo pensiero di perderla lo faceva stare male.

-Guarda nell'armadio tesoro- gli disse indicando con la testa l'armadio nell'angolo, Nanashi si alzò avvicinandosi al mobile ed aprendolo ci trovò dentro un'uniforme scolastica color grigio cenere,

-Quella è l'uniforme della scuola pubblica Takarea- spiegò la nonna mentre il ragazzo guardava l'uniforme in ogni dettaglio,

-Nonna né abbiamo già parlato. Non avrebbe senso andare ad una scuola visto che nessuno può vedermi- sospirò tristemente rimettendo l'uniforme nell'armadio, quando Kanna sorridendo gli fece segno di avvicinarsi, 

-Ascolta Nanashi voglio solo che tu posso vivere come una persona normale, inoltre quando io non ci sarò più avrai bisogno di un'istruzione adeguata. Quindi ti prego vai a scuola e ascolta le lezioni, questo è il mio unico desiderio- gli disse stringendogli la mano dolcemente venendo ricambiato dal ragazzo che annuì sorridendogli, dopo qualche giorno però Kanna morì e lui restò solo da quel giorno Nanashi all'età di tredici anni iniziò ad andare alla Scuola Takarea ogni giorni iniziando anche a viverci.



Quel ricordo fece scendere qualche lacrima sul volto di Nanashi che le asciugò subito, era nell'aula di musica davanti al pianoforte, la scuola era ormai chiusa da un'ora, e lui iniziò a scorrere le dita sul copri tastiera guardandolo con nostalgia, quando dietro di lui riapparve il samurai,

-Uhm non iniziare va bene non ho voglia di sentirti al momento- sospirò rialzando il coperchio sulla tastiera del piano forte per poi sedersi e dopo aver preso un bel respiro inizio a muovere le dita sui tasti chiudendo gli occhi ed iniziare a suonare ripensando ad una melodia nella sua testa e ricantandola mentalmente suonando con armonia i tasti del piano forte,

-Così ti sentiranno- gli fece notare il samurai, ma Nanashi non lo stava ascoltando continuando a suonare la melodia al pianoforte,

-Da quando ti interessa cosa faccio. Di solito mi assilli sempre che dovrei solo arrendermi?- gli chiese senza guardarlo continuando a suonare, ma non ottenne nessuna risposta, quando finì di suonare si girò senza trovare nessuno dietro di se,

-Questo dovevo aspettarmelo- disse andando a guardare fuori dalla finestra, c'era una bellissima luna piena e rimase a guardarla ipnotizzato, quando sentì dei rumori di passi è qualcosa che veniva trascinato, Nanashi si appiattì contro il muro ed aprì piano la porta per dare un'occhiata fuori dal corridoi.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
 

Dopo la fine delle lezioni Akira stava camminando per i corridoi con la cartella in mano pronta ad uscire da scuola quando notò sul pavimento una fotografia, la ragazza si chinò a raccoglierla e quando la vide le si mozzò il fiato, quella foto mostrava la sua amica Miyu legata al letto semi nuda con il professor Kurashi sopra di lei, la mora si portò le mani alla bocca sconvolta indietreggiando e finendo di schiena contro il muro,

-Finalmente posso andare a casa- disse la voce del professor Kurashi venire in quella direzione, la ragazza spaventata prese la foto mettendosela in tasca proprio nel momento in cui il professore girava l'angolo,

-Oh Akira chan, come mai ancora qui?- chiese l'uomo mentre Akira si girava era ancora sconvolta e spaventata ma cercò di non darlo a vedere per non sembrare sospetta,

-Professore stavo giusto per andare a casa, ho appena finito di pulire la classe- le rispose cercando di nascondere la paura,

-Mi fa piacere, vedi di riposarti domani abbiamo una lezione del club di arte- le sorrise l'uomo mentre la ragazza diventava più nervosa recando una scusa per andarsene lontana da lui,

-Scusi professore ma ho dimenticato qualcosa in classe- disse una scusa frettolosamente e superò il professore correndo spaventata verso la sua classe, mentre l'uomo stringeva lo sguardo.
Poco lontane da scuola Kyoko stava tornando a casa insieme ad Hitomi e Ari mentre chiacchieravano, quando alla bionda squillò il telefono e quando rispose sentì la voce di Akira,

-Kyoko devi tornare a scuola- Le disse con un tono spaventato facendo confondere la ragazza,

-Che perché dovrei scusa?- le chiese fermando insieme alle sue amiche che l'ascoltavano,

-È una cosa troppo delicata per spiegartelo al telefono- le disse agitata,

-Ti senti bene sembri spaventata?- chiese preoccupata dal tono della ragazza 

-Ti prego- la implorò disperata,

-Va bene arriviamo- disse seria riattaccando mentre la mora sospirava di sollievo riprendendo la foto e guardandola disgustata, senza accorgersi che la figura del professor Kurashi era dietro di lei con in mano un pezzo di legno con cui la colpì alla testa facendola svenire.
Quando Nanashi si sporse per guardare fuori dalla porta vide il professor Kurashi trascinare per il colletto un'inerme Akira,

-Cosa- sgranò gli occhi il ragazzo riappiattendosi contro il muro come per timore di essere visto,

-Che diavolo ha in mente quel malato?- si chiese guardando fuori dal corridoio,

-La cosa si fa complicata- disse il samurai dietro di lui attirando l'attenzione del cenereo che lo guardò negli occhi rossi,

-Cosa vuoi fare Nanashi, salvare la giovane fanciulla o lasciarla al suo destino. In entrambi i casi questo non cambierà le cose- disse freddo mentre il ragazzo ringhiava,

-Tu sta zitto- rispose irritato ma il samurai non demorse,

-Per quanto ti irriti Nanashi lo sai che ho ragione. Io sono la parte di te che comprende la tua situazione a stare tra i due mondi, chi meglio di me comprende la tua disperazione e la tua rassegnazione nessuno- quelle parole fecero immobilizzare Nanashi sul posto, quando avvertì altri passi nel corridoi si trattava di Kyoko e delle sue amiche.
Kyoko entrò nella classe del club di arte insieme alle sue amiche e trovarono Akira svenuta, legata con delle corde e del sangue sulla fronte,

-Akira chan tutto bene- si avvicinò preoccupata Kyoko insieme alle sue amiche per controllare come stesse la ragazza,

-È solo un taglio alla testa ma sarebbe meglio portarla in ospedale- propose Ari mentre la ragazza iniziava lentamente a riprendere conoscenza,

-Bene averto sub...- Hitomi non finì la frase che il professor Kurashi la prese da dietro puntandole un coltello al collo, mentre le altre due ragazze sobbalzavano,

-Voi tre siete proprio delle brave amiche sapete- disse ridendo mentre Hitomi tremava spaventata,

-Professore che significa questo?- chiese Kyoko alzandosi ma il professore avvicinò di più il coltello al collo della mora la fece desistere,

-Bene ora se non vi dispiace gradirei che vi legaste a vicenda le mani e niente scherzi sono stato chiaro- le tre ragazze furono costrette ad ubbidire al professore, mentre da dietro la porta Nanashi assistette alla scena,

-Questa non ci voleva meglio chiamare l'agente Godou- pensò il ragazzo allontanandosi dalla classe del club d'arte e prendendo il cellulare componendo il numero.
Nel frattempo l'agente Godou stava per tornare alla centrare dopo una piccola perlustrazione quando sentì il telefono squillargli,

-Pronto chi è?- chiese poggiando il cellulare all'orecchio

-Agente Godou sono io- rispose Nanashi serio sorprendendo l'uomo,

-Nanashi per quale motivo mi chiami al cellulare?- chiese stranito,

-Deve venire subito alla scuola Takarea- gli rispose agitato il ragazzo vedendo il professore uscire dalla classe con delle taniche in mano,

-Che succede?- 

-Il professor Kurashi ha preso in ostaggio quattro mie compagne ed è uscito con delle taniche in mano- a quella risposta Godou frenò di colpo sconvolto,

-Aspetta vuoi dire che intende...- iniziò a dire a venne interrotto,

-Temo di si. Si sbrighi a venire- disse Nanashi riattaccando

-Nanashi non provare a fare l'eroe hey mi hai sentito OHI- l'uomo digrignò i denti e fece una virata brusca con l'auto dirigendosi verso la scuola Takarea.
-Vuoi intervenire?- chiese il samurai dietro al cenereo che annuì,

-Sai che questa sarà solo una vittoria fugace, come il vento che cambia- disse freddo ma stranamente Nanashi restò calmo

-Si ma ho promesso che avrei dato giustizia a Miyu e intendo farlo- disse serio e risoluto, mentre il professor Kurashi tornava nella classe del club d'arte guardando le quattro ragazze legate,

-Dove hai preso questa foto?- chiese l'uomo mostrando la foto scandalosa di Miyu alle ragazze di cui tre rimasero scoccate,

-L'ho trovata sul pavimento del corridoio- rispose Akira terrorizzata, ma il professore si alterò 

-Non mentirmi l'hai rubata da casa mia piccola sgualdrina-,

-Lei è un mostro che cosa ha fatto a Miyu chan?- Ari era furente quanto Kyoko per ciò che aveva visto,

-Già Miyu era veramente carina, era la mia ispirazione prediletta. Mi piaceva fotografarla tutti i giorni quando potevo- disse Kurashi ghignando cosa che fece venire il ribrezzo alle ragazze,

-Lei ha abusato di lei- gli gridò contro Kyoko rabbiosa,

-Si ed è stato fantastico. Ma poi ha minacciato di raccontare tutto alla polizia e l'ho dovuta farla tacere- sospirò tristemente

-Lei l'ha uccisa- disse sconvolta Akira mentre il professore ghignava facendo spaventare le ragazze

-Tranquille tra un'attimo la raggiungerete, ho appena cosparso il corridoio di benzina quindi tra poco brucerete tutte insieme- disse prendendo ghignando quando un pugno colpì il professore facendolo cadere a terra recando gli sbattere la faccia sul pavimento,

-Spiacente professore non sarà così- disse Nanashi serio scrocchiandosi le nocche, quando il professore si voltò restò sconvolto,

-Tu chi sei?- chiese lasciando di stucco il ragazzo

-Tu mi vedi- disse guardando anche le ragazze che incrociarono il suo sguardo capendo che anche loro potevano vederlo, ciò lo lasciò di stucco senza capire come mai potessero vederlo, quando vide la luna dalla finestra che brillava molto intensamente.
-Che riguardi l'influsso lunare?- si chiese mentre il professore si alzava e tentò un'affondo col coltello che venne evitato facilmente dal ragazzo spostandosi di lato, quella mossa fece infuriare di più l'uomo che si girò cercando di colpirlo, ma Nanashi intercetto il coltello con la mano che finì per bucargli il palmo e la mano ma il ragazzo non fece alcuna piega e strette la mano ferita contro l'elsa del coltello,

-Ti ho visto scrivere il messaggio per inscenare il suicidio di Miyu- disse lasciando sconvolto Kurashi che lo guardò ad occhi sgranati,

-Ora tocca a me colpire- disse gelido e con uno sguardo tagliente strattonando l'uomo verso di se per dargli una testata rompendogli il setto nasale per poi un montante sotto al mento mandandolo al tappeto,

-Patetico- disse estraendo il coltello dalla mano con un colpo secco trattenendo un gemito di dolore mentre la mano iniziava a sanguinare e si avvicinò alle ragazze,

-Tutto bene?- chiese tagliando le corde

-Tu chi sei?- chiesero contemporaneamente le ragazze, mentre Nanashi ruotava gli occhi imbarazzato notando che il professor Kurashi non c'era più e si sentiva odore di fumo,

-Quel pazzo ha appiccato l'incendio- Kyoko era sconvolta e spaventata,

-Andiamocene allora- gridò Nanashi mentre le ragazze usciva dall'aula il fuoco aveva già occupato il corridoio destro e non poterono fare altro che prendere quello sinistro, Kyoko correva avanti guidando il gruppo mentre Nanashi chiudeva la fila, ma non appena un paio di passi si voltò verso l'aula digrignando i denti e tornando indietro, appena dentro individuò il quadro di Akira che lo raffigurava prendendo, ma quando si voltò per un'uscire l'incendio era già arrivato alla porta facendo crollare un'asse infuocata chiedendogli la via d'uscita.
Il professor Kurashi stava correndo fuori verso il cancello della scuola, dopo aver appiccato l'incendio con la certezza che quel ragazzo sbucato fuori dal nulla e le ragazze sarebbero morte, ma una lariat lo colpì in pieno viso mandandolo al tappeto,

-Spiacente ma tu non vai da nessuna parte- disse Godou ammanettandolo, quando notò i fumi dell'incendio e le quattro ragazze che correvano verso di lui,

-Sono l'agente Godou voi state bene?- chiese l'uomo mentre le quattro annuivano ancora spaventate,

-Dov'è finito quel ragazzo?- chiese Hitomi notando che di Nanashi non c'era traccia, quando il telefono di Godou suonò,

-Chi è?-,

-Ehy Godou le ragazze sono al sicuro?- chiese la voce di Nanashi dall'altra parte del telefono,

-Si ma tu dove sei?- chiese Godou senza capire dove fosse il ragazzo,

-Sono rimasto bloccato nell'aula di arte del fuoco- rispose totalmente calmo,

-Cosa accidenti, resisti ho chiamato i pompieri saranno qui a minuti- gli disse agitato e preoccupato cosa che fece sorridere il ragazzo,

-Comunque volevo dire una cosa ad Akira. Grazie- quelle parole lasciarono la diretta interpellata senza fiato

-Cosa?- chiese la ragazza 

-Mi hai dipinto ed è stato una cosa magnifica, sebbene tu non potessi vedermi il fatto che qualcuno conoscesse il mio aspetto mi rendeva in parte contento- rispose mentre la ragazza si portava le mani a coprirsi la bocca

-Agente Godou è stato un piacere conoscerla- l'agente si riscosse a quelle parole ma Nanashi aveva già riattaccato.
Nanashi lasciò cadere il telefono dalla mano mentre la classe prendeva fuoco, eppure sul suo volto non vi era alcuna traccia di paura, tutto il contrario era sereno, tanto che alzò lo sguardo ritrovandosi davanti il samurai e per la prima volta dopo anni gli sorrise,

-Avevi ragione questo è il mio mondo. Io l'ho rinnegato ma non potevo scappare, così ho iniziato ad odiarlo, ma ora che ho riscattato una vita capisco che è meraviglioso. Tu sei una parte di me quindi io ti accetto per quel che sono- sorrise alzando la mano, mentre il samurai poggiava la sua su quella di Nanashi e scompariva, il ragazzo ancora con il sorriso in volto si girò guardando il quadro che lo raffigurava,

-Ho mantenuto la parola e ho risolto il caso. Ora Miyu potrà riposare in pace- pensò tossendo per il fumo, alzando lo sguardo e ritrovandosi davanti la figura trasparente ma visibile di Miyu che gli sorrideva con le lacrime agli occhi, la ragazza provo a parlare ma dalla sua bocca non uscivano parole,

-Non c'è bisogno che mi ringrazi- gli sorrise, mentre lei si avvicinava porgendogli le mani come ad aiutarlo ad alzarsi,

-Tra poco potrò rivederti nonna- pensò chiudendogli gli occhi mentre gli scendevano delle lacrime e prendeva le mani di Miyu mentre le fiamme avvolgevano lui è il quadro.
Quando l'incendio fu domato nella classe del club di arte si ritrovò un corpo carbonizzata, Kurashi venne arrestato e condannato dell'omicidio di Miyu e di incendio doloso a scocco omicida di altre quattro studentesse, dopo tre mesi da quella vicenda Godou si ritrovò al cimitero,

-Così ci sei riuscito ragazzino?- chiese guardando la lapide con su scritto "Nanashi" con un velo di tristezza, quando anche Akira seguita da Kyoko,Hitomi e Ari arrivò davanti alla tomba,

-Salve agente- lo salutarono le ragazza ricevendo un sorriso e un cenno della mano,

-Ci ha salvate ma a un caro prezzo- disse Akira guardando tristemente la tomba,

-Già e stato un'eroe anche se era una spina nel fianco- disse Godou sbuffando,

-Nessuno poteva vederlo o sentirlo eppure ha scelto di combattere, ma perché è ritornato indietro?- chiese confusa Hitomi,

-Non ha importanza- rispose Kyoko accarezzando la lapide,

-Hai ragione. Scusatemi ma devo tornare da mia moglie- li salutò Godou lasciando sole le ragazze mentre si incamminava verso la sua auto,

-Quindi c'è l'hai fatta a fare qualcosa di buono prima di andartene, saresti stato un buon poliziotto. Che tu possa vegliare su quelle ragazze da lassù e anche su di me Nanashi- pensò guardando il cielo che in quel momento era limpido e senza neanche una nuvola.

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