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Nota: i sopravissuti che
avrebbero dovuto morire durante la ribellione o prima, che sono
spravvisstuti sono: Lyanna, Rhaegar e Arthur Dayne.
Rhaegar
Targaryen governava i Sette Regni da vent'anni dopo aver vinto la
Battaglia del Tridente, ponendo fine di conseguenza alla Ribellione di
Robert Baratheon. Tornato alla torre, dove precedentemente era stato
costretto a lasciare la sua amata Lyanna, la trovò con un
neonato in braccio. Il bimbo portava il nome Jon, aveva capelli neri,
gli occhi grigi e la pelle olivastra, tipica degli Stark. Quel nome non
era consono alle tradizioni Targaryen, che di solito davano ai propri
figli nomi di loro antenati, ma pensò che forse era arrivato
il momento di qualche novità nella sua casata. In seguito
scoprì che suo padre era morto, lasciandogli di conseguenza
il trono, durante il Sacco di Approdo del Re per mano dei Lannister,
sostenitori di Robert.
Anche sua moglie Elia e la sua adorata figlioletta Rhaenys erano
rimaste brutalmente uccise da Gregor Clegan, detto la Montagna, che
pagò naturalmente i suoi crimini venendo giustiziato. Il
nuovo re decise invece di risparmiare Jaime Lannister, autore
dell'uccisione di suo padre, in quanto quest'ultimo era impazzito e,
probabilmente, un giorno lo avrebbe ucciso lui stesso se non l'avesse
preceduto. Fortunatamente sua madre, la regina Rhaella, si era messa in
salvo poco prima dell'arrivo dei Lannister, portando con sé
suo fratello Viserys. Mesi dopo sua madre morì a Roccia del
Drago. Lei aveva deciso di non tornare, almeno per il momento, ad
Approdo del Re perché voleva vivere serenamente la nuova
gravidanza.
La nascita di Daenerys, la "Nata dalla Tempesta", chiamata
così per via di una terribile tempesta che si era abbattuta
sul mare vicino a dove si trovava la donna, le fu purtroppo fatale. Al
contrario del cinico Viserys, Rhaegar non provava alcun rancore nei
confronti della sorella minore, che trattò più
come una figlia che come una sorella. Aegon, il suo secondogenito ed
erede, si era salvato grazie a Varys, l'eunuco da anni fedele alla
casata regnante, che lo aveva scambiato con un altro bambino che venne
ucciso dalla Montagna al suo posto, salvandogli quindi la vita. Non
passava giorno, ora, minuto, secondo, che Rhaegar non si pentisse della
sua decisione egoistica - seppure dettata dal cuore - di scappare con
Lyanna, causando una guerra e perciò la morte di moltissime
persone, tra cui Elia e sua figlia, oltre che suo padre.
Però quando guardava Jon e Vysenia, l'altra figlia che
Lyanna gli aveva dato, i sensi di colpa svanivano come neve sciolta al
sole. Vysenia aveva i capelli neri e ricci come quelli del fratello e
la stessa pelle olivastra, ma i suoi occhi erano quelli viola tipici
dei Targaryen. Vent'anni erano passati e molte cose erano cambiate: il
regno sembrava finalmente in pace ed era prospero. Tuttavia lo stesso
non si poteva dire delle casse da cui la famiglia reale attingeva il
denaro. Rhaegar stava vivendo una grossa crisi finanziaria e non sapeva
cosa fare per porvi rimedio. Aveva chiesto dei prestiti e i nobili
continuavano a concederglieli, però non desiderava
continuare così. Quella mattina si svegliò di
buon'ora; il cielo sereno fuori sembrava di buon auspicio.
Fiducioso si alzò in piedi e, facendo molta attenzione per
non svegliare Lyanna che dormiva ancora nel letto,
attraversò la stanza dirigendosi verso la porta. Uscito
rivolse la parola al membro della Guardia Reale fuori dalla porta.
L'armatura era ornata da un lungo mantello bianco e sul davanti portava
l'effige di una corona. L'uomo che di solito era di guardia alla camera
del sovrano si chiamava Arthur Dayne. Si trattava di una delle guardie
a cui anni prima diede il compito di proteggere Lyanna alla Torre della
Gioia e per il quale provava una cieca fiducia. Arthur soffriva da
tempo immemorabile per la morte della Sorella Ashara, una delle dame di
compagnie di Elia, che si era suicidata poco dopo la fine della
ribellione.
Il motivo restava ancora adesso avvolto nel mistero, sebbene Barristan
Selmy ipotizzava che si fosse suicidata per la morte della figlia.
Peccato che non c'erano prove che la donna avesse effettivamente avuto
una figlia. Quindi il motivo per il gesto insano restava ancora oggi
sconosciuto dopo vent'anni.
« Per favore chiama il mio servo personale e digli di
portarmi dell'acqua calda per il bagno. » ordinò.
« E digli anche di fare il più piano possibile
quando entra, non vorrei che svegliasse Lyanna » aggiunse
preoccupandosi che il ragazzo potesse fare troppo rumore. Il giovane in
questione era il quartogenito di Eddard Stark, il fratello di sua
moglie, Brandon, detto Bran. Gli era stato mandato dal cognato come suo
servo in segno di fedeltà. Pure Eddard, ignorando che la
sorella fosse scappata con il principe di sua spontanea
volontà, si era unito ai ribelli. Tuttavia poi, come molti
altri, si era pentito ed era tornato sui suoi passi dopo la sconfitta
del Baratheon e dopo aver scoperto com'erano andate veramente le cose
tra Rhaegar e la Stark.
Il ragazzino di quasi tredici anni sognava di entrare a far parte della
Guardia Reale e il sovrano sospettava che la madre glielo avesse
mandato a servizio nella speranza che cambiasse idea. Secondo Ned, e di
molti altri del resto, l'ordine non era più nobile come una
volta, dato che era diventato corrotto. Inoltre ormai la maggior parte
degli uomini frequentavano, seppure di nascosto, i bordelli e alcuni di
loro avevano addirittura figli bastardi, o almeno così si
diceva. Potevano essere solo pettegolezzi alcuni, un modo per infamare
un singolo membro o l'intera guardia. Bran arrivò poco dopo.
Il ragazzino, che di certo tra non molti anni di certo sarebbe
diventato un bel ragazzo come suo fratello maggiore Robb, aveva i
capelli ramati e gli occhi tipici dei Tully.
Il rosso preparò la vasca cercando di fare meno rumore
possibile, in modo da non svegliare la zia che dormiva serenamente nel
letto. Quando ebbe finito Rhaegar entrò nel bagno e, dopo
essersi tolto gli abiti da notte, si immerse lentamente nell'acqua
calda e fumante. Il calore non era un problema per lui, siccome era un
Targaryen lo sopportava più degli altri. Si sedette e
appoggiò la schiena contro il bordo, stendendoci sopra le
braccia. Dopo un po' che giaceva lì a mollo con gli occhi
chiusi, si alzò e si mise un telo bianco intorno alla vita,
lasciato da Bran su una sedia a destra della vasca. I suoi lunghi
capelli bianchi-argentati si erano un po' bagnati nelle punte, ma fece
finta di nulla e si vestì.
Nel frattempo a Castel
Granito.
Myranda Belmur non era una nobile qualsiasi, ma una lontana cugina dei
principi Martell, sebbene la gente non si ricordasse mai se di secondo
o terzo grado. In ogni caso Myranda era simile nell'aspetto ai suoi
cugini avendo gli stessi capelli neri e ricci e la pelle olivastra, ma
i suoi occhi erano di colore grigio. Aveva diciassette anni, pochi di
meno di suo marito Jaime quando lo sposò. Insieme avevano
avuto tre figli: James di diciassette anni, Anna di quindici e Joanna
di undici. Tutti e tre figli, eccetto Anna, avevano i capelli scuri, la
pelle olivastra e gli occhi grigi. Invece Anna era uguale a suo padre
Jaime, o più precisamente a sua zia Cersei, la gemella del
padre. I suoi capelli erano color oro e gli occhi verde smeraldo,
però la pelle era olivastra come quella della madre e dei
fratelli.
Anna aveva ereditato la bellezza della zia, ma il suo carattere era
molto più dolce. Passava le sue giornate in giro per il
castello, di solito in giardino all'ombra degli alberi con un libro in
mano. Possedeva una grazia innata e secondo alcuni una voce da
usignolo, sebbene si rifiutasse sempre di cantare in pubblico. Infatti
la gente l'aveva soprannominata l'Usignolo d'Oro. La prima a chiamarla
in tale modo era stata sua zia Cersei e da quel momento in poi tutti lo
avevano adottato. Era la nipote prediletta, sospettava che il motivo di
questo fosse dovuto al fatto che era molto più Lannister dei
suoi fratelli. Si trovava seduta su una panchina sotto a una quercia,
il suo posto preferito nel giardino per leggere.
Teneva i piedi poggiati sull'erba verde. Davanti a lei c'era un
sentiero di sassolini bianchi che percorreva tutto il giardino e in
mezzo c'era una fontana, la quale era ornata da due leoni con dei
rubini al posto degli occhi, e una donna nel centro che li teneva
legati con delle corde. Il sole brillava alto nel cielo azzurro, privo
di nuvole. Anna indossava un vestito di colore rosso rubino e i suoi
lunghi capelli biondi erano acconciati nello stile tipico del Sud.
Aveva appena girato una pagina del libro quando sentì dei
passi venire verso di lei. Alzò gli occhi verdi dalla sua
lettura e vide suo zio Tyrion che si avvicinava. Il Folletto, chiamato
così per via della sua bassa statura, era tutt'altro che il
principe azzurro, nonostante i capelli color oro come quelli dei
fratelli maggiori.
Il suo aspetto veniva giudicato, in un certo senso, grottesco. Anna
sorrise e chiuse il libro, posandolo alla sua destra sulla panchina di
legno.
« Buongiorno zio. Cosa vi porta qua? » chiese
gentilmente. Il suo aspetto la spaventava, ma cercava di essere educata
e di non darlo a vedere. Tyron possedeva un occhio marrone e l'altro
verde. Da quando Castel Granito era passato nelle mani di suo padre
Jaime, il Folletto era andato via. Non che il fratello lo avesse
cacciato, ma il nano voleva vivere una vita più tranquilla
insieme alla sua amata Tysha. Questa era la figlia di un contadino che
lui e Jaime salvarono da un branco di balordi che voleva farle del
male. Suo padre lasciò sola la coppia e Tyrion, innamoratosi
della donna, la sposò grazie a un septo ubriaco che li
sposò senza fare tante domande. Quando suo nonno Tywin lo
venne a sapere, fece picchiare la donna dai membri della guardia.
Questi addirittura approfittarono di lei. Ebbe persino il coraggio di
darle della prostituta e pagarla in quanto secondo lui dormire con un
Lannister valeva molto, o qualcosa del genere.
Dopo aver lasciato la Guardia Reale con il permesso di re Rhaegar, che
la giudicò la punizione per la morte del precedente re,
Jaime cercò Tysha e, dopo averla trovata, si
scusò con lei. La portò a Castel Granito. Qui,
mettendosi contro suo padre, diede il permesso ai due di sposarsi
nuovamente, dato che il matrimonio precedente era stato annullato dal
loro padre. In seguito si scusò con Tyrion per non aver
protetto lui e Tysha e per avergli mentito dicendo che era una
prostituta. Seppure avesse perdonato il fratello, suo zio volle lo
stesso andarsene dal castello, principalmente a suo dire per proteggere
Tysha da loro. Avevano cinque figli: Simon, Jennifer, Jessica, Sofia e
Cedric. Erano cinque bambini dolcissimi a cui lei voleva davvero bene,
sebbene non li vedesse quasi mai.
« Sono venuto a trovare Jaime. Ho visto vostra madre e i
vostri fratelli. James mi ha detto che eravate in giardino a leggere e
sono venuto a salutarvi » rispose mettendo le mani dietro
alla schiena e intrecciando le dita tra di loro.
« Grazie zio, sono felice di vedervi » in parte era
una bugia, in quanto la spaventava, ma era una ragazza troppo educata
per dirlo. Il nano si sedette accanto a lei sulla panchina.
« Myranda mi ha detto che sta cercando di organizzare un
fidanzamento tra James e Margaery Tyrell »
annunciò. Lei sorrise, quella ragazza subito non le aveva
fatto una buona impressione, eppure poi aveva cambiato opinione su di
lei conoscendola. In realtà ancora non la convinceva
pienamente, però era riuscita a conquistarla alla fine, in
un certo senso.
« Lo so zio e sono d'accordo con esso. Spero siano felici
» rispose sinceramente.
« A voi non ha ancora pensato, vero? » chiese.
Molte proposte di matrimonio erano arrivate, ma sua madre non voleva
che si dicesse in giro che stesse seriamente valutando quella di Eddard
Stark, il quale desiderava che lei sposasse suo figlio maggiore ed
erede, Robb Stark.
« Non ancora, il problema principale è zia Cersei.
Lei vuole qualcuno di importante » spiegò ed era
vero. Sua zia voleva il meglio sia per lei sia per i suoi figli
Joffrey, Tommen e Myrcella che aveva avuto da suo marito Stannis
Baratheon. Questi erano più Lannister che Baratheon e una
voce maligna voleva che fossero in realtà i figli bastardi
di Cersei e Jaime, quindi anche i suoi fratelli. Eppure la ragazza
preferiva non dare peso alla questione.
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