Sara e Luca: All you need is love.

di Anna_96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Concessioni e piccoli segreti. ***
Capitolo 2: *** Un amore un po' fedifrago. ***
Capitolo 3: *** L'età è solo un numero ma la prudenza non è mai troppa! ***
Capitolo 4: *** Ricordi ad alta temperatura! ***
Capitolo 5: *** Luca: sapori e dissapori. ***
Capitolo 6: *** "Non posso vivere senza questo amore." ***
Capitolo 7: *** La quiete prima della tempesta ***
Capitolo 8: *** Drastiche soluzioni! ***
Capitolo 9: *** Luca: una passione che divora l'anima. ***
Capitolo 10: *** Buon compleanno, Sara! ***
Capitolo 11: *** Rivelazioni e sorprese ***
Capitolo 12: *** Epilogo: tre anni dopo. ***



Capitolo 1
*** Concessioni e piccoli segreti. ***


Luca si stacca da me, mi guarda negli occhi quasi timoroso, forse si è pentito… poi per fortuna mi accorgo di essermi sbagliata quando sorride.
Si allontana un po’, respira piano -Ehm Sarè, forse è meglio se vado a dormì, sai so stanco!- sorrido anche io, tanto ormai non mi scappa più, ne sono sicura
-Sì, certo, vai…- e lo guardo negli occhi sorridendo ironica, quasi come se non credessi alle mie parole, poi faccio per allontanarmi-Buonanotte, Luca!- ma lui non me lo permette, mi afferra il braccio e mi avvicina di scatto, le nostre labbra sono di nuovo pericolosamente vicine e poi con dolcezza mi bacia ancora, cauto, morbido…
-Buonanotte!- sussurra rinfrancato, stavolta sorride sul serio, lo sguardo gli brilla, gli passo le dita fra i capelli castani, scompigliandoli ancora di più –Luca, stai benissimo così…più del solito!- e scoppio a ridere, lui alza gli occhi al cielo e quasi senza accorgersene si avvicina ancora, strofina il naso contro il mio –Sei un caso perso, Saretta!- e ridiamo, mi prende la mano e intreccia le mie dite alle sue, poi mi posa un leggero bacio a fior di labbra e sta per dirmi qualcosa ma dei passi provenienti dalle scale ci interrompono.
Luca mi lascia andare e indietreggia lasciando almeno un metro di distanza fra noi, appena in tempo per veder comparire mio padre seguito da mia madre -Luca, Sara, che succede?- gli occhi di Luca si posano per un attimo su di me e poi alla velocità della luce tornano su Bruno, papà, mette su un’espressione buffa, la tipica espressione da “Non sono stato io!” che mi strappa un sorriso, poi risponde -Niente Brù, che succede? Niente, che deve succede? Ci siamo chiariti, vero Sara?- cerca il mio appoggio, guardo mio padre dritto negli occhi e sfodero la mia migliore faccia da schiaffi -Sì, ci siamo chiariti, è tutto risolto, era una cotta papà, mi è passata!- mio padre sembra sollevato, mi passa un braccio intorno alle spalle –Bene, sono contento, allora buonanotte Luca!- i nostri sguardi si incontrano un’ultima volta, “Buonanotte amore!” gli sussurro con gli occhi, Luca sembra capire, mi regala ancora quel sorriso che mi piace tanto e poi entra in casa chiudendosi la porta alle spalle. Anche io entro in casa con i miei genitori, Enza, mia nonna, è seduta sul divano a ricamare ma al mio ingresso si alza e mi prende per le spalle, senza stringere, la sua voce è ansiosa -Sara, tutto bene vero?- i miei genitori sono andati in cucina, capisco subito quello che vuole sapere -Sì nonna, tutto benissimo!- ma lei è mia nonna, mi conosce meglio di chiunque altro e non ci mette molto a capire che quel “Tutto benissimo!” significa in realtà “Tutto benissimo, sto con Luca!”.
Si passa una mano tra i capelli -Spero solo che tu stia facendo la cosa giusta!- tiro un sospiro di sollievo e la abbraccio forte –Nonna, grazie, sapevo che mi avresti appoggiata, ti voglio bene!- mi guarda con un po’ di rimprovero -Stai attenta!- sorrido -Promesso!- e per dare più forza a quel che ho detto, bacio il medio e l’indice intrecciati, mia nonna sorride malgrado tutto -Vabbè, buonanotte va’!- e mi spinge verso le scale, le dò un bacio e mi dirigo in camera mia ma prima di sparirvi dentro, urlo –Buonanotte, papà!- la voce di Bruno arriva ovattata –Buonanotte, tesoro!- entro nel mio regno e chiudo la porta.
Neanche il tempo di sfilarmi le scarpe che inizio a saltare, sento che potrei fare qualunque cosa, ho l’adrenalina che corre nelle vene e il cuore a mille, girando su me stessa incrocio i miei occhi allo specchio, finalmente brillano, felici, come non lo erano più da anni, ormai.
Dopo una buona mezz’ora di salti per sfogare la mia euforia, guardo l’orologio, le 23:30, cavolo, domani c’è scuola!
Tolgo la maglietta, i jeans, i calzini e sciolgo i capelli, rimetto gli orecchini a forma di luna insieme agli altri e indosso in fretta la canottiera rossa che uso per dormire, mentre, scemata l’adrenalina, comincio ad avvertire il peso della giornata.
E’ stata tutt’altro che leggera, troppe emozioni per una persona sola, casco sul letto a peso morto, mi infilo sotto le coperte e prima di abbandonarmi al sonno, sento i passi di nonna che sale a dormire, sembrano lontanissimi ma io non posso preoccuparmene, sono con Luca nel mio rifugio felice, buonanotte amore mio…a domani.
 

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Capitolo 2
*** Un amore un po' fedifrago. ***


Sono concentrata sulle lettere del mio libro di Storia, oggi compito, mi tocca ripassare prima di andare a scuola, ignoro papà che sta cercando di convincermi a mangiare qualcosa prima di andare via, non ce la faccio, ho lo stomaco annodato, questo compito è importantissimo, se non lo supero niente ammissione alla maturità, mio padre si alza da tavola sconfitto, dice qualcosa che non capisco e si dirige in cucina, perfetto, finalmente posso ripassare in santa pace. Ma la porta si apre all’improvviso e prima ancora di voltarmi per vedere chi è entrato, il mio cuore comincia a scalpitare frenetico, come se volesse uscirmi dal petto per andare a salutare di persona il nuovo arrivato, alzo la testa e quando incrocio il suo sguardo non posso fare a meno di sorridere -Buongiorno!- Luca si siede accanto a me -Buongiorno, ripassi?- dice guardando il libro, annuisco nervosa, non mi piace far finta di niente quando ci sono i miei in circolazione. Mio padre torna indietro portando il latte, lo mette in tavola e si rivolge a Luca –Oh, buongiorno, senti mi fai un favore? Convinci a sta testardona a mangià qualcosa prima di annà?- poi torna in cucina a prendere qualcos’altro. Siamo rimasti di nuovo soli, mi chiedo come potrei mangiare qualcosa visto che il mio stomaco è più annodato di prima, Luca prende una fetta biscottata e la riempie di nutella -Sara, mangia, dai!- lo guardo, noto che ha i capelli alzati sulla fronte, proprio come glieli avevo scompigliati ieri sera –Ma hai seguito il mio consiglio!- dico indicando la vertigine, Luca sogghigna –Sì…- poi riparte all’attacco -Adesso mangia però!- ok, ma lo faccio solo perché me lo hai chiesto tu. Faccio per prendere la fetta biscottata dalle sue mani quando lui sposta il braccio -No, ho detto “mangia”, non che devi mangiare da sola!- sorrido intenerita e le dò un morso, sorride anche lui –Sei tutta sporca di nutella, proprio qui!- e mi sfiora l’angolo della bocca con l’indice, il mio stomaco si contrae involontariamente, ringrazio il cielo che non riesca a sentire il cuore. Mi piego verso di lui -Ma dove?- avvicinandomi di più -Qui?- Luca sta subito al gioco -Sì!- e si avvicina a sua volta, le nostre labbra sono distanti un centimetro quando improvvisamente raccoglie la nutella dal barattolo e mi sporca il naso. Tiro indietro la testa, indignata, Luca scoppia a ridere ma questo suo piccolo istante di distrazione mi permette di imitarlo e sporco anche il suo di naso, poi dò un morso veloce alla fetta biscottata, Luca ritrae la mano -Ahia Sara, mi hai preso!- lo so Luca, gli ho morso il dito, lui però non sembra offeso, al contrario, continua a sorridere e dà un morso a quella che dovrebbe essere la mia colazione, sporcandosi di più. Scoppiamo a ridere come matti, la fetta biscottata finisce nel mio piatto mentre io mi piego per colpa delle sue mani che mi stanno facendo il solletico, il mio libro è letteralmente scivolato sul pavimento ma non mi importa più, non ora che lui si è tolto la maschera e mi guarda senza veli, innamorato. Con il fiatone e le dita ancora sporche, gli faccio una carezza –Ma guarda cosa hai combinato sul viso!- e gli dò un bacio sulla guancia, sussurrando –Scommetto che sei buonissimo!- mi abbraccia -Sì? Allora devi esserlo anche tu!- sorrido premendo la fronte contro il suo collo ma d’un tratto Luca mi lascia andare. Mio padre entra in soggiorno -Ma che state a combinà?- il suo sguardo si posa su di me, con la maglietta stropicciata, il viso sporco di nutella e il libro di Storia ai piedi. Poi si posa su Luca che non è in condizioni migliori, mio padre aggrotta le sopracciglia -A Luca, ma che ve siete messi in testa?- lo guardo ma lui continua a guardare mio padre, cerca di ricomporsi e di essere serio…per quanto possa essere serio uno con la nutella sulla punta del naso -Ma niente Brù, per convincerla a mangiare ce ne è voluto!- sorrido fra me, Luca, non le sai dire le bugie. Papà decide di crederci, poi si rivolge a me -Forza vatte a lavà che sei tutta sporca, e pure tu Luca, vai che ti aspetto in macchina!- papà, ma perché devi sempre rovinare tutto? Raccolgo il libro e mi dirigo verso il bagno, prima di chiudere la porta getto un’ultima occhiata a lui che adesso chiacchiera allegramente con mio padre, tiro un sospiro di sollievo, menomale, credevo che lo strapazzasse. Poso il libro sulla vasca e mi lavo la faccia ma ho come l’impressione di profumare ancora di nutella. Quando esco dal bagno, prendo la tracolla dal divano e urlo in direzione della cucina, dove mia madre sta parlando con mia nonna -Io esco!- lei compare sulla porta -Va bene tesoro, e dopo la scuola subito a casa!- lo dice con noncuranza ma io so che vuole dire “Dopo la scuola non ti azzardare a pensare di vedere Luca, perchè ti ammazzo!” sorrido…anche se non sa niente mi conosce troppo bene, lancio un’occhiata a nonna -Va bene, tranquilla!- ed esco di casa chiudendo la porta. In cortile incrocio Tito, mi dà un bacio sulla guancia –Sara, ma lo sai che profumi di nutella?- sorrido -Sì? Davvero? No, non lo so perché!- e vado via così, lasciandolo con quell’interrogativo a cui sta a lui decidere se dare una risposta o no. Prima di uscire dal cancello mi arriva un sms, lo apro “Anche io profumo ancora di nutella, me lo ha appena detto Giuliano, buona giornata e se ti vedo ancora dare o ricevere baci da Tito, lo ammazzo!” sorrido, Luca, ma dov’è? Mi guardo intorno ma non lo vedo, saranno già andati via, rispondo al volo “Tranquillo, lo sai che Tito è un amico, io ho occhi solo per te, buon lavoro!” e lo invio, poi parto alla volta della scuola con la sensazione che una giornata non possa cominciare meglio di così. Guardo la prof di Italiano spiegare senza davvero capire quello che sta dicendo, la mia mente è rimasta a casa, a quel tavolo, a quella colazione, mi manchi tanto Luca, se solo fossi qui… Prendo il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans e lo nascondo dietro il diario, poi inizio a scrivere un sms “Che stai facendo? Io sono a scuola…mi manchi!” lo invio con le mani che tremano così tanto che le devo infilare nelle tasche. Aspetto, i minuti sembrano ore. Poi finalmente il cellulare vibra, premo ‘ok’ senza sapere cosa aspettarmi e infine…sorrido: “Sono al commissariato…anche tu mi manchi, ci vediamo dopo…vengo a prenderti a scuola!”, il mio sorriso si allarga tanto da riempire tutto il viso. D’un tratto la prof piomba fra i miei pensieri -Miranda, si può sapere cos’hai da ridere? Se una tragedia ti fa ridere così tanto, figuriamoci quando si parla di avvenimenti felici!- mi ricompongo in fretta, mortificata – Prof, ha ragione, mi dispiace, non succederà più!- la Ghindi me la dà per buona e si rivolge nuovamente alla classe mentre i miei pensieri tornano, inevitabilmente, su un certo poliziotto. La tanto attesa campanella suona dopo quella che mi è sembrata un’eternità, saluto Matilde velocemente e mi fiondo fuori, scendo le scale a due gradini per volta e guardo verso il cancello, eccolo lì… inizio a correre, veloce, più veloce, velocissimo… Arrivo davanti alla decappottabile quasi senza fiato, lui sorride, faccio il giro e mi siedo, quasi scavalco la portiera, adesso ride –Caspita, avevi proprio voglia di vedermi!- senza dargli il tempo di pensare gli getto le braccia al collo e lo bacio dappertutto, sulla guancia, sul collo, anche sulle labbra, su quelle mi soffermo un po’ di più, lo stringo forte, non lo lascerei andare mai, sento che vorrebbe staccarsi per non dare nell’occhio ma poi mi circonda i fianchi con le braccia, dischiude le labbra e finalmente risponde al bacio, che bello che sei diventato incosciente, amore! Luca si allontana leggermente –Sara, così non respiro!- sorrido -E chi ti ha detto che voglio farti respirare?- lui scuote la testa, lo so, a volte sono proprio una ragazzina ma che ci posso fare? Fa parte di me, ed è anche per questo che ti piaccio, vero Luca? Poggio la testa sul suo petto -Io direi che è meglio se partiamo, che dici?- alzo la testa e lo guardo, per una volta decido di prenderlo in giro -Davvero? E dove andiamo?- sorride -Oh fosse per me andrei dove vuoi, ma penso che è meglio se torniamo a casa, che dici? Non vorrei sospettassero, già sarà un trauma vederti tornare da scuola con me!- ma non gli lascio il tempo di finire, lo bacio di nuovo, stavolta più lentamente, per godermi il suo sapore, poi lo lascio libero -Ok andiamo, volevo solo farti capire quanto mi sei mancato!- Luca mi guarda -Ah lo so, per questo ti ho lasciato fare!- lo colpisco sulla spalla -Che scemo che sei!- e faccio per colpirlo ancora ma lui è più veloce, mi blocca e intreccia le mie dita alle sue, poi mette in moto -Andiamo!- poggio la testa all’indietro, sul sedile, chiudo gli occhi, sento il vento fra i capelli e il sole riscaldarmi il viso. D’un tratto sono consapevole che Luca è accanto a me e mi tiene la mano, stringo la presa sulle sue dita per trasmettergli tutto il mio amore, sembra capire perché stringe anche lui, che bello averti qui, Luca. Arriviamo davanti al bar di Katia, Luca parcheggia poi scende e viene ad aprire la portiera, scendo anche io e gli prendo la mano, mi guarda un po’ sconcertato, getta un’occhiata a mamma che sta parlando con Tito. Così gli lascio la mano e attraverso la strada, dopo tre secondi lo sento camminare dietro di me, forse ora è più tranquillo, corro dentro e vado dritta da Tito -Ciao Tito!- e gli do un bacio sulla guancia, mamma mi guarda sconcertata, poi si accorge che Luca sta venendo verso di noi, ora mi guarda incazzata…ops mi correggo…è livida -Sara vieni un attimo dentro!- e mi prende per un braccio trascinandomi letteralmente -Sara ma non ti avevo detto di non andare da Luca dopo la scuola?- ora sono io che la guardo livida -Ma mamma ma che stai dicendo? Ci siamo incontrati all’uscita e mi ha dato un passaggio!- ora sembra più tranquilla, ma poi diventa di nuovo sospettosa -Sara mi stai dicendo la verità?- oh scusa mamma, mi dispiace tanto, non capiresti -Certo!- mamma sorride, mi sento morire -Bene,sono contenta!- e passandomi un braccio intorno alle spalle mi riconduce fuori. Il mio sguardo si posa immediatamente su Luca che è seduto ad un tavolino e sorseggia un caffè e il senso di colpa di poco prima all’improvviso sparisce, sento che sarei capace di mentire al mondo intero per lui, il suo sguardo è corrucciato, bene, il mio piano per farlo ingelosire è riuscito, mi sento un po’ in colpa ma…lo amo, se non sono sicura che prova lo stesso come faccio? Fissa Tito come se volesse incenerirlo con gli occhi, inutile dire che è più bello del solito. Lo raggiungo e mi siedo accanto a lui -Tutto bene?- Luca mi guarda -Sì,come no!- quando fa così mi sento amata e forse è anche questo a farmelo amare ogni minuto di più -Luca?- non mi ascolta, continua a guardare Tito come se stesse desiderando che lo colpisse un fulmine, allora mi sporgo verso di lui e gli sussurro all’orecchio -Lo sai che ti amo?- ora mi guarda, sembra sorpreso -Sara,ci credi che dopo tutto quello che t’ho fatto passà, ti amo anch’io?- lo so. Mi alzo -Vieni con me!- stavolta si alza senza fare storie, lo prendo per mano e lo trascino via, voglio rapirlo, rido fra me, non lo rivedranno più…almeno per oggi. Corro accanto alla macchina, Luca mi guarda interrogativo -Luca e se andassimo al mare?- ora mi guarda come se fossi pazza -Ma Sara e tua mamma? Che le dici?- uffa…però ha ragione -Aspettami qui!- e corro in direzione del bar. Mamma è dentro, meglio ancora -Mamma mi ha appena chiamato Matilde, posso andare a pranzo da lei?- Rosy mi risponde senza pensarci -Sì certo!- è convinta che mi servirà a stare lontana da Luca…convinzione inutile. Torno da lui -Tutto risolto!- poi salgo in macchina, è già seduto, come se fosse stato disposto a portarmi via anche contro la volontà di mia madre. Alzo il volume della radio e Luca parte, non sono mai stata meglio in vita mia, lo guardo -Luca?- si volta verso di me -Dimmi!- e vorrei dirgli tante cose ma riesco solo a guardalo negli occhi e a dire -Voglio stare per sempre con te!- lui toglie una mano dal volante e mi circonda le spalle con il braccio, mi avvicina e poggia la testa contro la mia -Anche io Sara…anche io!- e andiamo via così, lasciandoci Ostia alle spalle, dritti verso una nuova meta.

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Capitolo 3
*** L'età è solo un numero ma la prudenza non è mai troppa! ***


La macchina si ferma poco distante dalla spiaggia, scendo alla velocità della luce ma Luca mi è subito accanto, ma come fa ad essere così rapido? Saranno i riflessi da poliziotto? Lo prendo per mano e me lo trascino dietro, scendiamo in sulla sabbia, come un fulmine mi tolgo i jeans e la maglietta rimanendo in intimo, Luca non mi toglie gli occhi di dosso, è come rapito, gli sventolo una mano sotto il naso, si riscuote e sorride -Luca ma ti muovi? Dai che voglio fare il bagno!- e senza dargli il tempo di replicare corro via, raggiungo l’acqua e mi tuffo. Resto così, immersa, soltanto i miei occhi spuntano dalle onde leggere, il mio sguardo è fisso sulla riva, Luca si è tolto la maglietta e si sta slacciando i jeans, i raggi del sole giocano sul suo corpo perfetto, statuario…meraviglioso. È rimasto in boxer, all’improvviso arrossisco, certo, l’ho visto tante volte in boxer, specialmente quando rimaneva a dormire sul divano da me, prima che si trasferisse nella casa accanto alla mia intendo, ma la situazione non era mai stata così…così…così intima. Mi guarda, sorride…oddio, in un attimo realizzo che quello E’ LUCA e STA VENENDO VERSO ME SOLO IN BOXER. E’ incredibile il modo in cui riesca ad essere tenero anche quando proprio non te lo aspetti, seguo con lo sguardo la direzione di ogni suo movimento, flette le ginocchia, i muscoli delle gambe guizzano, un attimo dopo infrange la superficie del mare sparendo alla mia vista. Ma dove sarà? Non lo vedo…devo preoccuparmi? Ma poi all’improvviso lo sento, è comparso dietro di me, mi circonda i fianchi con le braccia perfette, sento il suo corpo aderire al mio…oddio Luca. Ora non è tenero, per niente…è uomo…e questo mi procura un brivido, avverto una sensazione che non ho mai provato prima…io lo voglio, voglio Luca, in un modo molto pericoloso…ma non ci posso fare niente. Poggio la testa all’indietro sulla sua spalla, mi lascio andare, le onde ci cullano….poi d’un tratto la sua voce -Sarè ma che te sei addormentata?- sorrido in pace con il mondo -Ti amo!- Luca si sposta un po’…no Luca non ti allontanare…mi fa ruotare su me stessa, in un attimo sono di fronte a lui, lo abbraccio, lui si avvicina, pianissimo, quasi come se volesse fermare il tempo e poi mi bacia, dischiudo le labbra…gli mordo un po’ il labbro per attirarlo a me, si lascia amare…finalmente…quanto ho aspettato questo momento. Lo accarezzo, la sensazione dei suoi muscoli sotto le mie dita è sconvolgente, mi faccio più vicina, Luca mi solleva per i fianchi, allaccio le gambe dietro la sua schiena…mi sta accarezzando, ora è sceso sulle cosce…all’improvviso avverto il mio respiro accelerare in sincronia con il suo, le nostre labbra sono incollate…e poi Luca si allontana, lasciandomi il suo sapore e la sensazione del suo corpo contro il mio, lo guardo sconcertata, passa una mano fra i capelli bagnati –Sara, forse è meglio se ritorniamo a riva, eh?- sorrido -Certo!- anche se vorrei restare tutta la vita così, legati come eravamo prima…Luca mi prende per mano e un attimo dopo cadiamo a peso morto sulla sabbia. Mi accoccolo contro il suo petto, chiudo gli occhi, anche se non lo vedo so che sta sorridendo, gli piace sentirsi amato, io d’altro canto mi sento al sicuro solo fra le sue braccia, alzo la testa e riapro gli occhi, lo trovo a fissarmi -Luca…- sorride -Dimmi!- ora voglio una risposta -Perché prima ti sei fermato?- sento il suo sguardo scivolarmi sul corpo bagnato prima di ritornare al mio viso -Sara non è così semplice!- no Luca non è vero, è semplicissimo invece, guarda…è già steso, non faccio altro che passargli la gamba oltre il fianco ma lui mi ferma -No Sara!- lo guardo un po’ sorpresa -Perché?- poi gli accarezzo i capelli -Credi che per me sia facile? Guarda come mi comporto e dovrei starti lontano, dovrei essere tuo “fratello” e un fratello non bacia sua sorella minore, non la accarezza, non la sfiora come io faccio con te, non posso fare questo a Bruno!- poi si ferma a riflettere e un attimo dopo il suo viso si illumina -Aspetta almeno di compiere 18 anni!- sì, mi sembra una proposta accettabile -Quindi fra un mese?- Luca sorride -Sì!- e mi abbraccia -Ora facciamo un riposino,eh?- è di nuovo tenero, va bene Luca, ricambio il suo abbraccio e abbandono ancora la testa sul suo petto, sento il battito regolare del suo cuore, sento il suo respiro lento e cullata da questa strana ninna nanna mi addormento, fra le braccia dell’unico sogno che io abbia mai fatto. Quando riapro gli occhi il cielo è più buio di quanto mi aspettassi, l’aria è fredda ma io sono al caldo, per forza, non si può avere freddo fra le sue braccia, sta ancora dormendo, gli bacio una spalla, sa di mare, Luca apre gli occhi disorientato, poi mi guarda -Sara!- dice solo questo poi si alza a sedere e mi lascia -Ho freddo, Luca!- si gratta il pizzetto, mi guarda interrogativo e poi sorride –Sì, scusami!- e mi abbraccia di nuovo, il suo profumo è così vicino che per un attimo provo ancora quel brivido -Luca…- stavolta lo sussurro, lo sento rabbrividire e nascosta al suo sguardo sorrido soddisfatta, poverino, non è facile nemmeno per lui…anzi, per lui è ancora più difficile, poi la sua voce mi strappa con dolcezza dai miei pensieri -Sei asciutta?- mi guarda, allunga una mano verso di me ma a metà strada si ferma -Sì, direi che ad occhio e croce siamo asciutti, forza rivestiti!- mi lascia sola contro l’aria pungente di maggio, rimango immobile, lo guardo mente infila i jeans, richiude la cintura, poi si ferma, se n’è accorto -Oh ma che te se n’cantata?- per una volta sono sincera, non ho più paura di dirti quello che provo Luca -Sì, mi sono incantata a guardare te!- scuote la testa -Se vabbè, vestiti va’!- e mi lancia la maglietta, mi rivesto in silenzio, sono felice e non riesco a smettere di urlarlo dentro di me, ti amo Lucaaaa. Luca parcheggia fuori dal cancello, il bar è già chiuso, legge la mia preoccupazione -Sì è così…i tuoi saranno incazzati neri e per di più sospettano che sei co me, bello vero?- sorrido antipatica -Sì bellissimo!- tuttavia non riesco a fare l’antipatica con lui e subito dopo mi sciolgo in un vero sorriso, Luca scende -Dai muoviti Saretta!- e insieme attraversiamo il cancello, mano nella mano, per una volta lontano da occhi indiscreti. Siamo davanti alla porta di casa mia, mi sporgo verso di lui e arrivo con le labbra ad un centimetro dalle sue…è inutile Luca, tanto non resisti…e come volevasi dimostrare mi dà un bacio…piccolo certo…ma è pur sempre un bacio…-Luca mi regali la maglietta? E’ bellissima!- mi guarda come se fossi impazzita –Certo, così domani te la metti per andare a scuola, Bruno si accorge che è mia e mi stacca la testa…e poi è solo una maglietta blu!- sorrido -Lo so ma sei tu a renderla speciale!- sorride anche lui, poi scuote la testa -No Sara davvero,è meglio se almeno per il momento non hai niente di mio!- ha ragione ma faccio lo stesso di tutto per nascondere la delusione, poi Luca parla di nuovo -Facciamo che adesso io entro in casa mia e tu vai a casa tua, poi ti raggiungo dopo, così non si insospettiscono, eh? Bellissimo piano,vai!- fa sempre così quando è nervoso, parla a raffica, mi fa tenerezza -Va bene, a dopo!- ed entro in casa. Mio padre mi accoglie con un sorriso -Amore sei arrivata,dai che è pronta la cena!- mega sospiro di sollievo…Luca aveva torto…non sospettavano minimamente che fossi con lui. Mi siedo a tavola con gli altri ma senza Luca non riesco a sostenere una conversazione normale, il mio pensiero torna continuamente a lui…ma quando arrivi? Come se il mio pensiero lo avesse richiamato, Luca apre la porta ed entra in casa mi sento invadere da un senso di calore il suo sguardo incrocia il mio non mi saluta, si limita a sedersi di fronte a me. La serata prosegue tra le battute di mio padre e le freddure di Giuliano, ogni tanto Luca mi guarda e mi sfiora la mano fingendo di prendere l’acqua, la giornata sta finendo e io comincio a corrucciarmi sempre di più, fra poco lui andrà a dormire senza di me…e mi sa che io ci devo andare ora -Sara, amore, vai a letto che è tardi e domani hai scuola!- mamma mi richiama all’ordine, mi alzo -Buonanotte a tutti!- e mi dirigo di sopra. Dopo cinque secondi sento dei passi dietro di me, mi volto, Luca è lì, cerca di giustificarsi, assurdo, cerca di giustificarsi con me…-Saretta mi devo solo lavare le mani, ho fatto cadere il vino!- sorrido -Sì certo, buonanotte!- ed entro in camera. Mi stendo sul letto…Luca…riesco a pensare solo a questo…che sia vero che doveva solo lavare le mani? Può darsi…che peccato. Chiudo gli occhi e sto per abbandonarmi al sonno quando la porta si apre e Luca entra nella mia stanza, salto subito in piedi -Luca!- si avvicina, mi prende fra le braccia e mi bacia, famelico, non so che gli prenda, so solo che più il suo respiro accelera più io ci prendo gusto, faccio fatica per non saltargli addosso ma come da copione, prima che io riesca a compiere anche solo un gesto compromettente, si stacca lui…mi guarda, ha il respiro corto e le pupille dilatate. Gli faccio una carezza e lentamente, molto lentamente, si calma, poi senza preavviso toglie la maglietta e me la dà, lo guardo interrogativa, Luca sorride -Lo so, lo so, è strano che mi comporti così, ma la maglietta la volevi…tieni!- non ci posso credere –Grazie, Luca!- gli salto al collo riempiendolo di baci, ride –Senti, è meglio se ci salutiamo qua, un altro scatto così e non so che potrebbe succedere!- ovviamente scherza ma c’è un fondo di verità nei suoi occhi, sorrido maliziosa, in effetti l’idea è allettante…Luca sembra capire quello che mi passa per la mente perché scuote la testa ed estrae dalla cintura maglietta identica a quella che mi ha dato, è riuscito abilmente a nasconderla sotto quella originale, è un genio. -Se no che faccio, scendo senza maglia?- afferma poi, sorridendo furbetto, poi mi bacia un’ultima volta e si allontana alla velocità della luce, come dice lui…per non destare sospetti.

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Capitolo 4
*** Ricordi ad alta temperatura! ***


Mmh…che caldo…ma che succede? Apro gli occhi disorientata, il mio sguardo incrocia immediatamente il suo, deve avermi guardata dormire per tutto il tempo, sono stesa sul divano di casa mia, il televisore doveva essere acceso perché ricordo vagamente la voce di un telecronista ma ora è spento, mi metto a sedere un po’a fatica, Luca non mi ha tolto gli occhi di dosso nemmeno una volta, guardo verso la cucina, mamma sta sbucciando qualcosa, forse frutta, poi i miei occhi scivolano sul cielo fuori dalla finestra, è buio, non capisco -Luca ma quanto ho dormito? Che ore sono? Dove sono papà e Giuliano? Perchè non sei con loro?- spero che non fraintenda, mi piace l’idea che sia qui con me, solo che vederlo senza Giuliano e papà è davvero strano, con un sorriso mi tranquillizza -Tranquilla, Bruno e Giuliano sono andati a prendere le pizze che stasera si cena tutti insieme, sei contenta?- e me lo chiedi? Mi sporgo verso di lui -Luca…- si lascia abbracciare e ricambia stringendomi per la vita, i suoi occhi si specchiano nei miei e per un attimo non mi importa niente se mamma potrebbe sgamarci, se papà e Giuliano potrebbero rientrare da un momento all’altro, lo bacio, con mia grande sorpresa risponde quasi subito, mi lascia sedere a cavalcioni sulle sue gambe, lascia persino che una mia mano scivoli sul lembo della sua maglietta, poi appena capisce cosa sto per fare si irrigidisce, lo lascio andare, è visibilmente scosso, è lui a dare voce ai miei pensieri -Dai Saretta, fai la brava, scendi, non provocarmi, lo sai che dopo è peggio!- rido e scendo dalle sue gambe, anche lui sorride, poi il suo sguardo scivola sul mio abbigliamento,l ’espressione serena fa posto ad uno sguardo torvo, sto per aprire bocca ma mi zittisce con un’occhiataccia che non mi riservava da settimane…da quando tutto è cominciato per l’esattezza. Uffa quando fa così proprio non lo sopporto, sempre attento ad ogni piccolo particolare, a volte il suo modo di comportarsi mi dà sui nervi -Luca che c’è?- la sua espressione sembra addolcirsi al suono della mia voce…mi rimangio tutto quello che ho pensato…non potrebbe mai darmi sui nervi. Non risponde, si limita a fissarmi, ok come vuoi tu Luca, ti spiego tutto -Allora, mi sono messa la maglietta per vedere come mi stava, è così calda…così…profumata…mi ricorda tanto te…dai amore!- non ci credo, l’ho chiamato amore, continuo a fissarlo, sembra sorpreso, ha captato la parola magica -Sara non chiamarmi amore qui, Rosy potrebbe sentirci, nel caso non te ne fossi accorta non siamo soli!- sì Luca me ne sono accorta invece e non sai quanto vorrei che mamma non ci fosse, però ha detto non chiamarmi amore QUI, avvicino le labbra al suo orecchio -Però ti piace che ti chiami amore!- non è una domanda –Sì, devo ammettere che mi piace tantissimo!- come posso non amarlo incondizionatamente? Il mio Corsari, il mio poliziotto dal cuore tenero, e nonostante mi abbia messo in guardia decido di non dargli ascolto -Amore amore amore amore!- Luca ride poi mi abbraccia e, facendosi più vicino, mi bacia di nuovo, con tutta la dolcezza che può, rispondo immediatamente, non mi perderei un suo bacio per niente al mondo, purtroppo non posso trattenere il respiro in eterno, devo per forza staccarmi per riprendere fiato -Hei ma ti sono mancata così tanto?- lui mi stringe contro il suo petto, mi sussurra all’orecchio -Mi sei mancata tantissimo, anche se devo dire che guardarti dormire è uno spettacolo più unico che raro!- poi si chiede perché lo amo, uno che si comporta così è impossibile non amarlo. D’un tratto mi lascia e fa per alzarsi ma lo trattengo per la maglietta, mi guarda -Che c’è Sara?- e me lo chiedi anche? -Dove vai? Dai, sta qui!- sorride intenerito -Dai tranquilla Sara, devo andare un attimo in farmacia, ti ricordi i miei mal di testa?- e come potrei dimenticarli, quante sere ho passato a litigare con zia Silvia perché insistevo che dovevo mettergli io le bende bagnate sulla fronte al posto suo, perché ero io che volevo accudire a tutti costi il mio Luca con la febbre alta per il mal di testa, quante volte ho pianto perché volevo rimanere vicino a lui mentre papà mi prendeva in braccio e mi portava con sè a comprare l’aspirina in farmacia… -Certo che me li ricordo!- prosegue tenendomi stretta la mano che prima aveva cercato di liberare dalla sua maglietta -Ecco, devo passare un attimo in farmacia a prendere l’aspirina, non mi sento molto bene, stasera gioca anche la Roma, voglio essere in forma, non preoccuparti, torno subito, devi solo aspettarmi!- è questo il problema, non so se ce la farò ad aspettarti per più di dieci secondi -Allora facciamo così, siccome sono ancora un po’ intontita per il sonno, mi porteresti di sopra a lavarmi la faccia? E anche in cameretta visto che, come mi hai fatto notare, non dovrei indossare la tua maglietta?- vedo la sua espressione farsi sospettosa, ok mi conosci Luca, ma questa volta faccio sul serio, annuisce -E mi porteresti…in braccio?- ok forse un po’ avevi ragione a sospettare, sono completamente matta, lo so, scuote la testa, mi toccherà fare opera di convinzione, occhi dolci in azione, ma con lui non funzionano mai purtroppo…allora mi resta una sola cosa da fare…sto per giocare sporco, lo ammetto -Dai Luchi!- mi guarda, per un attimo trattiene il respiro…ti ricorda qualcosa, vero Luca? Non lo chiamo così da non ricordo quanto tempo, però ricordo perfettamente la prima volta che gli ho dato questo soprannome. Era appena arrivato a casa, probabilmente da qualche ora, e già aveva conquistato mio padre e Giuliano, aveva ventuno anni, era il cucciolo di famiglia a parte me, io non ero altro che una nanerottola, me lo ricordo benissimo, ma quel giorno era lui la novità, si guardava intorno con i suoi grandi occhi spaesati e io lo vedevo in qualche modo come me, anche se aveva già un filo di barba ed era molto più alto e più forte, volevo conoscerlo e giocare con lui, per me era come se fosse arrivato un altro bambino in casa ma non un bambino piccolo che piangeva in continuazione e mi dava noia, no, lui era un bambino grande che sapeva giocare a tutto senza bisogno di spiegazioni. Ricordo con chiarezza che ero accoccolata sul divano e lo spiavo, troppo timida per farmi avanti spontaneamente e lui come al solito mi spiazzò, d’altra parte non fa altro dalla mattina alla sera, si accorse dei miei occhi vispi e sorrise, non so cosa mi passò per la mente, so solo che mi resi conto che un sorriso così bello non lo avevo mai visto, eppure avevo sei anni, pensavo di essere anche io una bambina grande, si sedette accanto a me e mi guardò -Ciao, come ti chiami?- avevo una vergogna assurda ma ormai non potevo tirarmi indietro -Sara, e tu?- già…e lui? Chi era lui? Chi era per arrivare all’improvviso e conquistarmi così? Non ero una bambina facile, facevo amicizia con tutti ma mi fidavo di pochi, eppure guardandolo negli occhi capii subito era l’unico estraneo di cui mi sarei potuta davvero fidare -Io mi chiamo Luca!- questa fu la sua risposta, “Luca” non mi sembrava un nome adatto a quel faccino triste e mentre studiavo la sua espressione seppi quale sarebbe stato il suo nome per me –“Luca non mi piace”, “Luchi”, mi piace di più!- ricordo ancora il sorriso che si aprì sul suo volto, non seppi il perché ma all’improvviso mi sentivo così sicura di fronte a lui, tanto che mi accoccolai fra le sue braccia, lo conoscevo da cinque minuti e già lo adoravo, ora lo sapevo, era mio…e lì iniziò tutto. Torno al presente, studio la sua espressione, i suoi occhi brillano, sorride -Certo che ti porto in braccio!- si avvicina e mi solleva, ma io dispettosa come sempre mi sfilo dalla sua presa, poggio le mani sulle sue spalle e mi arrampico sulla sua schiena stringendogli le gambe in vita, Luca barcolla, lo sento ridere, poi mi accorgo che mi trattiene con le braccia costringendomi ad incollarmi ancora di più al suo corpo, come se non fossi già abbastanza vicina…devo dire che però questo comportamento non mi dispiace. Prende la rincorsa e si lancia verso le scale, non posso fare a meno di ridere -Luca vai più piano, sto scivolando!- e stringo la presa, ma lui non mi dà ascolto, corre più veloce, sta ridendo, stiamo facendo troppo baccano ma quando siamo insieme non ci accorgiamo di niente…purtroppo per noi. Arriviamo in camera mia e Luca mi mette a terra, eh no, non puoi andartene ora, lo trattengo passandogli le braccia intorno al bacino e avvicinandolo a me…è un attimo, le sua vicinanza provoca una reazione strana in me, è come un brivido che mi percorre la schiena, è una scarica elettrica nelle viscere…Sara,che ti prende? Davvero non lo so…ma sto bene…ed è questo quello che conta. Luca cerca di allontanarsi -Sara, che fai?- mi domanda nervoso, cerco di respirare regolarmente ma vista l’espressione di Luca il mio è un tentativo inutile, decido di essere sincera -Luca, davvero non lo so!- non ho uno specchio ma posso benissimo immaginare la mia faccia, so come lo sto guardando, e non l’ho MAI e sottolineo MAI guardato così…ne sono sicura. I miei occhi corrono per tutto il suo corpo, lo sto squadrando e Luca se ne è accorto -Sara ma non avevamo deciso di…- non gli lascio finire la frase, non ce ne è bisogno, sono cresciuta, la voglia che ho di averlo al mio fianco si è trasformato in un bisogno anche fisico, all’improvviso so cosa voglio e questo per un attimo mi spaventa, ma poi incrocio lo sguardo di Luca e tutta la mia paura…scompare. Mi avvento su di lui baciandolo con passione, per quanto ce la metta tutta sa perfettamente anche lui che non può resistere a lungo all’uragano Sara, e infatti risponde al bacio con altrettanto ardore, non mi sono nemmeno resa conto che siamo indietreggiati verso il mio letto, non ci credo, ho sognato per anni questo momento, è troppo bello per essere vero…e infatti…Luca mi ferma, allontana un po’ il viso, respira velocemente ed ha il labbro arrossato, mi accorgo però di una cosa, nonostante si sia fermato mi sta guardando esattamente come io guardo lui -Sara, per favore!- la sua voce è leggermente roca -Tu nun te rendi conto de quello che stavo pe combinà, per la legge sei ancora minorenne, è meglio de no!- no, non è colpa tua -Ma no Lù, non è colpa tua, ti ricordo che sono stata io ad “attaccarti”!- scuote la testa -Sì ma io ho risposto all’ “attacco”!- non si rende conto che non è colpa di nessuno -Sei arrabbiato?- mi guarda incredulo -Arrabbiato? Io non so’ mai stato meglio in vita mia!- sorrido -Allora perché ti sei fermato?- mi accarezza i capelli -Saretta dai, lo sai il perché!- ok, ma almeno lascia che faccia una cosa. -Hai ragione, ancora, però adesso stai fermo, voglio solo fare una cosa, prometto che non vado oltre!- chiude gli occhi, stringe un po’ i pugni ma annuisce, sorrido, poi senza preavviso gli alzo la maglietta, gli accarezzo il petto, ad ogni mio tocco si irrigidisce e si rilassa, seguo il contorno dei suoi muscoli, poi, a tradimento, gli sfioro un capezzolo. Luca apre gli occhi di scatto e mi allonta -Sara, non farlo mai più, almeno fino al compimento dei tuoi diciotto anni, per favore!- lo guardo stupita, Luca passa una mano fra i capelli -Mi farai impazzire prima o poi!- rido e lascio cadere il lembo della maglietta -Penso che è meglio se vado in farmacia!- faccio per baciarlo ma mi ferma -E penso che è meglio se ci salutiamo così!- scoppio a ridere e mi siedo sul letto –Ok, a dopo!- si dilegua in tre secondi, lasciandomi sola con un mezzo sorriso e la mia voglia di lui non ancora sedata del tutto.

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Capitolo 5
*** Luca: sapori e dissapori. ***


Sara…quanto ho atteso questo momento…ti amo…vieni qui…finalmente siamo una cosa sola…d’un tratto comincio a perdere la sensazione di calore prodotta dal corpo di Sara contro il mio…ma dove stai andando? -Luca ma ti vuoi alzare o no?- ma la voce che sento non appartiene a Sara…eh no…appartiene a Giuliano…ti pareva che non stavo sognando, che palle, poi malgrado tutto sorrido, fra poco vedrò davvero il mio cucciolo di donna, le immagini di ieri mi scorrono veloci nella mente, tutto quello che stava per succedere, so resistere a tutto ma lei è la mia debolezza, se sapesse cosa stavo sognando… No Luca, non lo deve sapere, ricordati che avete deciso di aspettare fino ai diciotto anni, con tutte le volte che ci ha provato mi ha messo in fissa, lo sogno anche la notte, vabbè che ero già fissato di mio, soprattutto con lei, ma non credevo fino a questo punto…d’un tratto sento il telefono squillare, rispondo senza nemmeno leggere il nome sul display, desiderando ardentemente che sia lei -Pronto?- ma non è Sara -Pronto, ciao Luca, come va?- ho come la sensazione che un cubetto di ghiaccio mi sia scivolato nello stomaco…è Silvia. No ca*** , non ci voleva -Ciao Silvia, ehm, dimmi!- ma lei non risponde -Silvia?- ha riattaccato. Comincio a preoccuparmi…cosa vorrà Silvia? Non ho neanche il tempo di decidere se richiamarla o meno, all’improvviso suonano alla porta…Giuliano deve essere già uscito, oggi lui e Bruno erano in servizio, io no, è domenica, Rosy, Katia ed Enza sono uscite, Sara non aveva voglia di andare con loro… in un attimo realizzo…so perfettamente chi è alla porta. Corro ad aprire e…il pensiero di Silvia mi abbandona completamente. Lei è lì, con i suoi grandi occhi nocciola, è lì e non può sentire il mio cuore che vola, che batte talmente forte che lo sento rimbombare nelle costole, non si rende conto che se potessi la porterei via da tutto e da tutti pur di farla rimanere per sempre con me, non ne ha la più pallida idea, perciò decido di farglielo capire a modo mio, la afferro e la bacio, risponde immediatamente, entra e chiude la porta sempre restando incollata a me, ci lasciamo cadere sul divano, Luca fermati, una voce dentro di me mi urla di smetterla ma non voglio,voglio solo baciarla, spogliarla, toccarla. Luca basta, non ci riesco è più forte di me, sento la sua pelle sotto le mie dita, sento il suo profumo inondarmi le narici, sento il sapore dolce delle sue labbra, Luca torna indietro, poi sento le sue mani farsi strada da sole verso l’elastico dei miei boxer, Luca smettila…ora! E con una forza di volontà che non sapevo di possedere, le blocco i polsi e mi stacco da lei. Mi guarda con gli occhi sgranati e il fiato corto, le ho fermato le mani ma non posso fermarle le gambe che mi ha intrecciato dietro la schiena per trattenermi contro di lei, mi rendo anche conto che fermarle le mani non è servito a niente, quelle dita esili premono lo stesso contro il mio corpo, sorride, sorrido anche io, completamente estasiato. Lo so, lo so, dobbiamo aspettare fino ai diciotto anni…e infatti -Sara, forse non dovremmo!- e faccio per alzarmi ma lei mi tiene stretto -Dai Luchi!- ecco lo sapevo, mi manca di nuovo il respiro, non posso nasconderlo, amo il suo modo di pronunciare il mio “nome”, ma so che non devo cedere…non cedere Luca, non cedere. Sara attende un qualsiasi mio gesto, è attenta…sa che alla fine ha già vinto…mi prega ancora una volta, non sa che non ce n’è bisogno, respiro, so che perderò l’amicizia di Bruno e Giuliano, quella di Rosy, Silvia mi considererà ancora una volta uno stronzo, probabilmente solo Katia ed Enza staranno dalla mia parte, e mi domando se sono pronto ad affrontare tutto questo, poi guardo Sara stesa sotto di me, sta ancora aspettando una risposta, e capisco…sì, sono pronto ad affrontare tutto pur di stare con lei. Le libero le mani, poi la stringo a me e la bacio, fa tutto da sola, mi sfila la maglietta e i boxer, rimango così, senza nulla addosso, ma sto bene, non mi importa se mi metterò contro tutta la famiglia Miranda, io la amo. Nel frattempo le sfilo i jeans che ricadono accanto ai miei vestiti, le sfilo la camicetta, resta in intimo, a quel punto mi fermo, ho un po’ paura, cerco una rassicurazione nel suo sguardo e puntualmente la trovo -Luca, io sto aspettando te!- sorride e si libera dei pochi indumenti che coprivano ancora le sue forme di donna acerba, mi guarda negli occhi, mi accarezza e si lascia accarezzare, assurdo, se qualcuno me lo avesse detto tempo prima non ci avrei creduto, ora però mi sembra tutto così semplice che mi meraviglio di non averci pensato prima, mi abbraccia stretto -Luca…- sussurra il mio nome, Sara, ti prego, non so se…ma non serve…decido semplicemente di lasciarmi andare. Ecco…adesso è tutto vero…non esistono più Sara e Luca, siamo una sola entità, adoro il modo in cui mi sussurra all’orecchio mentre mi stringe le mani, mentre si lascia baciare…mentre diventa donna fra le mie braccia. Il mio telefono squilla, non è possibile, ho sognato anche stavolta? Eppure sembrava così reale…poi il mio sguardo si posa su Sara che dorme con la testa poggiata sul mio petto, respira lentamente, con l’espressione beata, le accarezzo i capelli mentre il telefono squilla imperterrito e la sveglia, decido di rispondere -Pronto?- devo avere la voce impastata di sonno -A Lù ma ndo stai? Te stamo a cercà da tre ore…non hai letto il messaggio?- ca*** è Bruno, sottovoce lo dico a Sara, sorride divertita e mi abbraccia facendosi più vicina, mi dà un leggero bacio sul collo -Ehm, no Brù non l’ho letto, me so svegliato adesso!- Sara annuisce convinta, poi con un movimento dalla lentezza esasperante mi accarezza la pancia, lascia scivolare le dita sotto l’ombelico, quasi mi manca il respiro, la fermo, scuoto la testa, lei ride e io intanto non ho capito niente di quello che ha detto suo padre -A Lù ma me stai ad ascoltà?- lancio un’occhiataccia a Sara -Ehm no scusa Brù, puoi ripetere?- il mio amico sbuffa -Ho detto che ti do il tempo di farti una doccia, poi veniamo a prenderti, sì lo so, scusa Lù, lo so che non sei in servizio ma ci servi!- sarà meglio tenerlo buono -Figurati, mo me vado a fa na doccia e scendo!- chiudo la chiamata e guardo Sara -Dai Saretta, fammi alzare!- mi lascia libero, mi alzo e la guardo, è bellissima, anche lei mi guarda, anzi mi squadra, poi sorride -Sei bellissimo!- come al solito da voce ai miei pensieri e poi, quasi come se si vergognasse di quello che ha appena detto,si volta dall’altra parte coprendosi con la mia maglietta. L’acqua calda mi scioglie i muscoli, ancora non ci posso credere, ho fatto l’amore con Sara, lo so, sono ufficialmente un pervertito…ma non posso negare che mi sono sentito in paradiso. Quando torno in soggiorno Sara si è già vestita, mi guarda -Hei sei ancora in accappatoio!- si avvicina e mi dà un bacio non proprio casto -Io vado giù,ok?- poi imita il mio tono di voce -Non vorrei che si insospettissero!- e si allontana, ma le afferro il braccio e la avvicino di nuovo, Sara mi abbraccia, mi bacia ancora -Che faccio? Scendo?- non so che risponderle, poi il mio istinto di poliziotto, come al solito, mi salva -Sì vai,è meglio così!- la lascio libera e lei va via, regalandomi un ultimo sorriso prima di chiudere la porta. Vado in camera da letto a vestirmi, ho appena finito di chiudere i jeans che suonano alla porta, vado ad aprire chiedendomi perché Bruno abbia deciso di salire invece che aspettare in macchina…devo preoccuparmi? Apro, il cubetto di ghiaccio che mi era scivolato nello stomaco e che si era sciolto con il calore di Sara, torna a gelarmi, Silvia è ferma sulla soglia, non sorride, non piange, la sua espressione è completamente neutra –Luca, vieni fuori per favore?- esco e chiudo la porta, il mio sguardo cade distratto verso il cortile sotto di noi, Sara è seduta ad un tavolo fuori dal bar, sorseggia una limonata e mi guarda come a dire “Tu sei mio”, sono orgoglioso di essere tuo Sara, non sarà Silvia a farmi cambiare idea. -Dimmi, Silvia!- i suoi occhi sono tristi -Senti Luca, non mi interessa se hai Sara per la testa, tanto non potrai averla mai, Bruno non te lo permetterebbe, tu ami me, in fondo sai che è così, sono tornata, ti amo, non so quanto tempo dovrò lottare prima che tu ti renda conto che sono io quella destinata a stare al tuo fianco, sinceramente non mi importa, dovessi metterci anche una vita intera, io ti giuro che riuscirò a farti dimenticare Sara!- poi mi bacia, non faccio in tempo a fermarla, non riesco a scrollarmela di dosso, d’un tratto un rumore di vetro infranto distrae Silvia, si stacca da me e guarda in basso ma non vede niente, neanche io, ma so, so cosa è stato a provocare quel rumore, la limonata forma una larga macchia sull’asfalto, Katia si affretta a pulire i vetri, io però ho sentito un altro rumore, un rumore che non si sente con le orecchie ma con il cuore, un rumore che fa più male di un insignificante bicchiere rotto…il rumore del cuore di Sara che si è spezzato…complimenti Luca Corsari…sei riuscito a farle del male ancora una volta.

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Capitolo 6
*** "Non posso vivere senza questo amore." ***


Dolore. Solo dolore. Non so dove mi trovo, perché sono qui, non so nemmeno chi sono, so solo una cosa: Luca. Il mio cuore è spezzato in tanti piccoli pezzettini, ma come ha potuto baciare zia Silvia dopo che mi aveva giurato di amarmi? Dopo che avevamo fatto l’amore per la prima volta? Insieme? Dopo che mi ero lasciata andare mostrandogli fino a che punto mi fidavo di lui? Voglio morire ma so che non merita questo mio grande sacrificio, dovrei tornare indietro, prendere zia Silvia a calci e urlarle che Luca è mio, mio, solo mio. Mi guardo intorno, riconosco la mia stanza, non so come ci sono arrivata, non mi ricordo di essere entrata in casa ne tantomeno di aver salito le scale, cado sul letto, mi manca il respiro, le lacrime continuano ad offuscarmi la vista, non le asciugo, non avrebbe senso, perché nascondere il dolore quando è così visibile? Stringo forte le lenzuola fra i denti per evitare che i gemiti vadano oltre quella porta bianca, nessuno deve essere spettatore della mia sofferenza, solo questo letto, lui conosce alla perfezione il sapore delle mie lacrime, quante notti ho pianto per Luca proprio qui? Ma ora basta davvero, sì lo so che l’ho ripetuto così tante volte che ormai non ci crede più nessuno ma che ci posso fare se lo amo? Però adesso è veramente troppo, io mi sono messa in gioco per lui, ho pianto in silenzio tante di quelle volte che mi meraviglio che i miei occhi ancora non si siano prosciugati, per di più ho il cuore distrutto per la millesima volta in tre mesi e sono stanca di incollarlo ogni volta. Non so cosa succederà domani o nelle prossime ore, sinceramente non mi interessa, che torni con zia Silvia se è questo che vuole, a me sta bene così, anzi non mi sta bene per niente, ma se lui è felice con lei allora prego, Silvia Raimondi, Luca è tutto tuo. Sento gli occhi pesanti, ho sonno, tanto sonno, fuori c’è ancora il sole, forse se chiudessi gli occhi anche solo per cinque minuti…li chiudo, che bello stare qui, sotto le coperte nessun tipo di dolore può toccarmi…basta…basta…d’ora in poi…basta così. Apro gli occhi, fuori dalla finestra è buio, che strano, credevo di averli chiusi solo per cinque minuti, non mi sono resa conto di essermi addormentata, guardo la sveglia sul comodino, sono le 19:00, è ora di cena, sono stanca di fingere, ho lo stomaco talmente annodato che non riuscirei a mangiare niente quindi non ha senso scendere. Sento bussare alla porta, augurandomi con tutto il cuore che non sia lui vado ad aprire, tiro un sospiro di sollievo, non è L…lui, non riesco a pensare a quelle quattro lettere vicine senza che mi manchi il respiro, è Silvia, voglio dire ZIA Silvia, non sa quanto la vorrei prendere a schiaffi ed è bene che non lo sappia mai. Fingi Sara, fingi più che puoi -Dimmi!- si siede sul mio letto, ma chi le ha dato il permesso? Sta calma Sara, mi guarda -Senti volevo dirti una cosa che spero ti faccia piacere!- ecco, lo sapevo, adesso sta per dirmi che si sono rimessi insieme, decido che non voglio sentirlo, non ho voglia di sopportare l’ennesima pugnalata –Senti, facciamo così, tu ora esci dalla mia stanza…- cerco di essere un po’ più carina -Voglio dire, potresti uscire? Ho sonno e vorrei continuare a dormire!- mi guarda con gli occhi tristi, forse l’ho ferita…bhe non m’importa, lei non sa quanto ha ferito me. Non si muove -No ascolta, Luca…- no, non la lascio finire –Senti, sono felice per voi,ok? Ora mi faresti un grande favore se uscissi dalla mia stanza, subito!- ancora ferma -E’ un ordine!- si alza -Sara ma…- vattene via, ma non hai capito che devi andartene? La spingo verso la porta -Io volevo dirti che…- non mi interessa quello che ha da dirmi, può benissimo tenerselo per sé, ora deve uscire perché sennò davvero la prendo a calci! Esce senza dire più una parola, deve essersi accorta del mio sguardo omicida, le sbatto la porta in faccia, non importa se sta male, se voleva solo farmi capire, credo di essere abbastanza grande per capire da sola, sta con Luca, mi ci vuole uno sforzo disumano per riuscire a pensare a quel nome, benissimo, che se lo tenga, forse non era destino che stessimo insieme, già…forse, ma tanto il destino mi odia, bhe meglio così allora, eviterò di perdere tempo per cercare di piacere anche a lui. Torno sul letto trascinando i passi, mi raggomitolo sotto le coperte, buonanotte mondo, buonanotte alla mia famiglia, a mia nonna, a Giuliano, a Katia, a Tito,persino a zia Silvia…ma a te no…spero che tu possa passare la notte insonne…che tu possa provare almeno la metà di quello che sto provando io…anzi, voglio che tu dorma tranquillo e sereno, così ti renderai conto di quanto poco tieni a me e ti odierai da solo. Sono le 3:00, è la ventesima volta che mi intimo di riprendere sonno, proprio non ci riesco, quando nonna è salita a dormire ha controllato se fossi sveglia, ho finto di no, mi dispiace tanto nonna, non voglio vedere nessuno, anzi sì, qualcuno voglio vedere,o meglio, qualcosa! Ho bisogno di guardare la luna, è tanto che non lo faccio, mi alzo e in punta di piedi esco dalla stanza, attraverso il corridoio nel più assoluto silenzio ed esco sul ballatoio. La brezza leggera mi scompiglia i capelli, chiudo gli occhi, come vorrei tornare bambina, a quando l’unica preoccupazione erano i compiti, a quando se piangevo era per ottenre un giocattolo nuovo, a quando consideravo Luca il mio fratellone, a quando non mi alzavo in piena notte per piangere in silenzio, a quando non mi sentivo osservata…a quando non mi sentivo osservata?! Mi volto di scatto , lo sapevo, il mio cuore in frantumi di nuovo, Luca ma perché non te ne torni a letto? E invece no, il signorino ha deciso che stanotte deve rompere i coglioni a me, si avvicina –Sara, possiamo parlare?- ma di che vuoi parlare? Tanto non hai niente da dirmi -No Luca, non abbiamo niente da dirci…- sembra confuso -Scusa ma Silvia…- che vigliacco, metterla in mezzo quando nemmeno è qui con noi -Sì, la zia ha cercato di dirmi tutto ma non l’ho lasciata finire, per la verità non l’ho lasciata nemmeno cominciare, non avevo bisogno che me lo dicesse!- sorride -Quindi…- tende una mano verso di me, quindi cosa, Luca? Pensi che tornerà tutto come prima? Pensi che io possa tornare a provare solo affetto? Bhe ti bagli di grosso -Quindi basta così…- mi volto per andarmene ma mi afferra per un braccio -Ma come basta così?- ah non vuoi nemmeno che io stia lontana da te? Sei proprio un egoista Luca Corsari, mi divincolo, non ho intenzione di farmi vedere in lacrime da lui –Luca, lasciami in pace!- e scappo via, mi chiama ma non torno indietro, torno in camera mia, ho fatto un errore ad andare là fuori, dovevo rimanere a letto, bhe almeno adesso sì che dormirò tranquilla, grazie mille Luca, sei riuscito a rovinare tutto anche stavolta…ma ora BASTA…ho detto basta…e sarà così…chiudo gli occhi e con cura chiudo anche il mio cuore.

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Capitolo 7
*** La quiete prima della tempesta ***


Scendo a fare colazione, non ho più chiuso occhio, ho pensato a Luca, a zia Silvia, ho pianto ancora e mi sono sentita una stupida…non riesco a togliermelo dalla testa. Quando entro in salotto sono tutti seduti a tavola, mamma chiacchiera con papà, nonna imburra una fetta biscottata con precisione millimetrica, Giuliano ha appena detto qualcosa scatenando le risate di Katia, zia Silvia ascolta i discorsi dei miei e…basta. Lascio vagare due volte lo sguardo sui commensali, solo per esserne sicura, Luca non c’è. Poi sarei io la bambina! Non ho fame, mi dirigo verso la porta, non saluto nessuno, non importa se troveranno strano il mio comportamento, non ho voglia di parlare. Sto per uscire dal cancello quando sento qualcuno chiamarmi -Saraaaa?- so perfettamente chi è, non ho neppure voglia di ascoltare quello che ha da dirmi, in effetti non ho voglia di fare nulla…ma tanto si è capito, no? Fingo di non averlo sentito ma lui mi richiama -Saraaaa?- sbuffo e mi volto, lo trovo a pochi metri da me, Luca mi guarda, ha il fiatone, non ci posso credere, dopo che l’ho visto baciare zia Silvia ha ancora il coraggio di parlarmi? Infila le mani in tasca -Possiamo parlare?- ancora? E’ meglio se acconsento altrimenti non me lo staccherò mai di dosso -Ok!- Luca sembra sollevato -Ok…ehm…ti va se ti accompagno a scuola?- freddezza Sara…ostenta freddezza -Ok!- arriviamo davanti alla decappottabile azzurro metallizzato, mi accomodo sul sedile e guardo fuori. Sento la sua mano sotto il mento, volta il mio viso verso il suo, va bene Luca…parliamo. -Dimmi!- guarda nel vuoto per un po’, poi i suoi occhi incrociano i miei -Si può sapere perché ieri sera sei scappata via?- ancora? –Bhe forse non avevo bisogno di sentire niente, ti sei rimesso con Silvia? Bene!- Luca sembra confuso…perché sembra confuso? -Scusami Sara….ma che ti ha detto Silvia?- oddio…non l’ho lasciata parlare -Ehm veramente io…non l’ho lasciata parlare…- Luca copre le palpebre con la mano, esasperato -Ecco perché! Sara, io ho detto a Silvia che non potevamo tornare insieme perché amo te, se tu l’avessi lasciata parlare ora lo sapresti!- non ci posso credere, mi sento una stupida…Luca…amore mio scusami, gli salto al collo riempiendolo di baci -Luca…scusa scusa scusa scusa scusa!- mi abbraccia stretta, incastrando la testa nell’incavo del mio collo, sollevato, poi mi guarda –La prossima volta che dubiti di una cosa del genere, t’arresto!- infine sorride, abbagliandomi. -Scusami, non succederà più, promesso!- e quando annuisce, aggiungo –Oggi non mi va di andare a scuola! Ti va se andiamo a fare un giro? Solo per oggi!- ci pensa su, poi accetta. Luca si ferma in centro, lasciamo la macchina e ci avventuriamo, mano nella mano, per le vie di Roma. Prendiamo un gelato e mentre passeggiamo il mio occhio cade su un negozio di vestiti stupendo, devo entrarci, non posso non dargli almeno un’occhiata, guardo Luca -Amore mio, per favore, entriamo?- è un po’ scocciato, poi a malincuore acconsente, entro in camerino e provo alcune cose mentre lui, seduto su un divanetto di pelle bianca, mi dà consigli, scuote la testa, alza i pollici in segno di consenso, e io mi diverto un sacco, giro, faccio la smorfiosa, e lui ride con me…wow…questo è il paradiso. Dopo una buona mezz’oretta usciamo dal negozio carichi di borse, Luca mi guarda -Ora il problema sarà solo spiegare a tuo padre come mai torni da scuola con tutti questi vestiti!- sorrido, non nascondo che un po’ ci avevo già pensato -Ma dai li portiamo da te, poi quando posso li vengo a prendere e infilo tutto nell’armadio!- Luca sorride poi mi passa un braccio intorno alle spalle, mi dà un bacio sulla fronte -E brava la mia bambina che pensa sempre a tutto!- mi stringo a lui…si potrebbe desiderare un uomo migliore di Luca? Come vorrei andare a pranzo fuori ma come mi ha già detto lui -Sarà già un miracolo se non scopre che non sei andata a scuola!- ha ragione, torniamo in macchina, la mattinata è volata, mi stendo sul sedile, Luca è silenzioso…troppo…decido di intervenire -Che succede?- mi getta un’occhiata furtiva poi torna a guardare la strada -Pensavo…non dovremmo dirlo a Bruno e agli altri?- lo sapevo che prima o poi me lo avrebbe detto -Sì…nonna lo sa!- Luca per poco non sbanda -Cosa? E non ha detto niente?- allora lui non la conosce la mia super nonna -No, lei è felicissima…certo un po’ preoccupata ma pur sempre felice…ha retto il segreto fino ad ora, perché dovrebbe dirlo a papà?- Luca non ci può credere -Wow…ricordami di ringraziare Enza in ginocchio!- rido,non posso farne a meno, il mio poliziotto sempre preoccupato per tutto e tutti…gli sfioro la nuca con le dita -Comunque hai ragione, penso che dovremmo dirlo agli altri!- Luca è visibilmente preoccupato –Sì ma non è che poi Bruno si inventa qualcosa tipo esiliarmi dal paese?- oddio quanto è tragico -No, tutt’al più ti fa decapitare…ma dai Lucaaaa…vedrai che capirà!- si tranquillizza…o almeno così pare -Vabbè…se lo dici te!- nel frattempo parcheggia di fronte casa, scendo seguita da lui, mi trattiene per un braccio -Sara, glielo diciamo stasera a cena?- annuisco -Ok!- mi lascia andare -Io ora vado in commissariato!- no ca*** il commissariato, me ne ero completamente dimenticata, certo che pure Luca però, poteva pensarci -E che dirai a Pirone?- Luca ride, non posso crederci, ci aveva già pensato -Gli dirò che non me so sentito tanto bene e che me so dovuto fermà per prende na boccata d’aria!- spero solo che funzioni -Va bene, attento!- gli getto le braccia al collo e lo bacio, speriamo che stasera a cena i miei la prendano bene, non voglio pensarci, lo lascio andare, mi guarda un’ultima volta -Fai la brava!- sorrido -Anche tu!- sorride anche lui poi va in macchina e sfreccia via. Rimango per un po’ a fissare il punto in cui è sparito Luca, fino a che non mi sento battere sulla spalla, mi volto, mia madre mi guarda con le braccia conserte e l’espressione tutt’altro che rassicurante, con gli occhi mi intima di seguirla, si chiude la porta di casa alle spalle, siamo sole, ha deciso di affrontarmi, bene…sapevo che sarebbe andato tutto storto. Pensavo che mi avrebbe urlato contro, invece no, fa parlare uno schiaffone, resto a guardarla con gli occhi lucidi e la guancia in fiamme ma non piango, non le darò questa soddisfazione, mamma finalmente parla, anzi, forse sarebbe più corretto dire…mamma finalmente urla. -Saraaaa, e io che credevo che Luca fosse solo un fratello per te, e quando me lo dicevi che stavate insieme, eh?- di male in peggio -Vuoi dire che ci hai visto?- ecco, queste sono proprio il genere di cose che uno non dovrebbe mai dire in certi casi, anche perché lei si infuria ancora di più -Ah è così? Certo che vi ho visti! Che pretendevi? Stavate tutti appiccicati! Da oggi in poi non lo vedi più!- mi sento terribilmente in colpa, penso a Luca, quanto vorrei che non ci avesse visti, e inevitabilmente, contro la mia volontà, le lacrime iniziano a cadere, non ho mai detestato mia madre quanto la detesto adesso…vuole impedirmi di vedere Luca? Bene…spero che si prepari al fatto che non ci riuscirà. Non dico altro, la guardo soltanto, ma in quest’unico sguardo cerco di mettere più veleno possibile…mi auguro lo abbia capito…le volto le spalle e vado in camera mia, mi sta chiamando, la ignoro, voglio stare da sola con la voragine che mi si è formata al posto del cuore.

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Capitolo 8
*** Drastiche soluzioni! ***


Sono le 19:00, avrò mandato almeno cento messaggi a Luca, gli ho spiegato la situazione, mamma ha parlato con papà, papà è stato pensieroso per tutto il pomeriggio…morale della favola? Avrà pensato almeno a venti modi diversi di staccare la testa a Luca. Lui non mi ha mai risposto, e se si fosse pentito? Se volesse tornare indietro? Spero davvero di no, anche se Luca Corsari è sempre stato così: quando si accorge che la situazione è più incasinata del previsto, puntualmente fa marcia indietro, questa attesa mi sta uccidendo e improvvisamente decido che non mi importa, se non vuole parlarmi, lo costringerò! Compongo il numero, squilla, una, due, tre volte, poi scatta la segreteria, riattacco, che stizza. Ma dove diavolo si sarà cacciato?! Improvvisamente sento bussare alla porta di camera mia, corro ad aprire e tiro un sospiro di sollievo ,Luca è fermo sulla soglia, entra e chiude a chiave, mi guarda con una strana ombra in fondo agli occhi, non ho bisogno che parli ,ho già capito. Purtroppo non sono mai riuscita a sopportare questi momenti…i momenti in cui Luca Corsari decide di stare lontano da Sara Miranda. Lo abbraccio di slancio nascondendo il volto nell’incavo della sua spalla, non voglio sentire, non voglio, ti prego Luca non dire niente. Le sue braccia forti mi stringono protettive, sento le sue labbra sfiorarmi i capelli, alzo la testa, Luca tira indietro la sua, mi guarda negli occhi, non ce la faccio, devo dire qualcosa -Luca, prima che tu dica o faccia qualunque cosa, ascoltami bene: ti amo, ti amo tanto, e tu lo sai, quindi suppongo che tu sappia anche quello che sto provando, perciò non rendiamo le cose più difficili di quanto già non siano, voglio che tu sia diretto…è finita?- e mi costa una fatica immensa pronunciare quelle due parole, mi guarda tormentato, i suoi occhi rischiano di diventare lucidi da un momento all’altro, la sua stretta aumenta, faccio per aprire bocca ma mi accorgo troppo tardi di aver commesso un grave errore, le lacrime scoppiano all’improvviso, come un fiume in piena, io non capisco, proprio non riesco a capire…pensavo che questa fosse la volta buona, papà…io lo uccido. Mi libero dalla stretta di Luca per dirigermi verso la porta ma vengo frenata dalla sua voce -Sara ma dove vai? Torna qui!- mi volto come una furia -Vado, l’ammazzo e torno!- Luca fa un sorriso triste, poi mi afferra il braccio e mi attira di nuovo a sé –Sara, ascoltami: sono passati tre mesi e nemmeno ce ne siamo accorti, è stato il periodo più bello di tutta la mia vita, ero e sono pronto a fare qualunque cosa pur di stare con te però tuo padre è forte, mi sono convinto di poterlo contrastare ma non avevo fatto i conti con il trasferimento!- il mio cuore si blocca per un nanosecondo -Il trasferimento?- Luca mi lascia andare e si siede sul mio letto -Bruno ha chiesto il mio trasferimento!- questo è mio padre? Lo stesso che dice di volere la mia felicità? Mi chiedo come possa essere convinto di rendermi felice allontanandomi dall’unico uomo che io abbia mai amato, no, questo non è Bruno Miranda, questo è un mostro! Ero pronta a passare sopra al fatto che non potevamo stare insieme alla luce del sole, ho fatto i conti con la gelosia per zia Silvia, ho pianto tanto ma alla fine mi sono asciugata ogni volta le lacrime perché sapevo che il giorno dopo avrei rivisto Luca e sarebbe tornato tutto come prima, ho litigato con papà tante di quelle volte e altrettante volte ci siamo riappacificati che nemmeno me le ricordo più tutte, papà non voleva e non vuole tutt’ora che io stia con Luca, ma allontanarlo addirittura da me, no…questo è troppo. Esco dalla stanza come un ciclone, adesso Bruno Miranda se la vedrà con lo tsunami Sara! Mio padre è seduto sul divano, guarda la tv, nemmeno si volta quando entro in soggiorno, ma che insolente, il telecomando è sulla tavola, lo afferro e con tutta la rabbia che trovo schiaccio il pulsante rosso e la spengo. Papà si alza di scatto guardandomi in cagnesco, questa è solo un’altra dimostrazione del fatto che tiene più al televisore che a me, ne sono sempre più convinta, questo non è mio padre…questa è una bestia. Ho tanta voglia di tirargli qualcosa su quella brutta faccia che si ritrova ma decido di sfogarmi gridando -Come hai potuto?! Lo sapevi, lo sapevi fin dall’inizio e non mi hai detto niente, hai deciso di far passare più tempo in modo da rendere più difficile la separazione, non è così?- Bruno respira affannosamente, come se stesse cercando le parole, poi mi fissa quasi con aria di sfida –No, io non sapevo niente, ed è stato questo a farmi incazzare, mi avete preso per scemo tutti e due, tu e quel figlio di…- ma viene interrotto da Giuliano che è appena entrato -Bruno ma che succede?- papà guarda Giuliano, Giuliano guarda me, io guardo papà, poi tutta la mia rabbia si trasforma in un tuono violento -Papà ha fatto l’ennesima scenata perché io amo Luca!- so che non dovrei ma lo aggiungo lo stesso, forse solo per fargli un dispetto -E Luca ama me!- Giuliano sbarra gli occhi -Ma no Sara, che stai dicendo?- adesso ci si mette anche lui? Ma possibile che nessuno vuole capire che io e Luca ci amiamo? No, non si può vivere così, ora è davvero troppo -Bene, trasferisci Luca, fallo papà, se servirà a farti sentire meglio trasferiscilo…- lo dico con tono troppo calmo, papà è in guardia, adesso voglio giocare anche io, sono stufa di fare la bambola, voglio essere una guerriera. Mio padre mi fissa negli occhi ancora un istante, poi si tranquillizza, parla con tono più calmo -Bene ehm Sara, credimi è meglio così…- annuisco…certo…fidati. Sto per tornare in camera, papà mi richiama –Sara, fai scendere Luca, gli ho dato il permesso di venirti a salutare!- sorrido con aria di sfida, il mio è un sorriso cattivo -Sì ok, ma prima lascia che lo saluti come si deve!- papà sbianca –Sara, non fare stupidaggini!- che soddisfazione -Ma mi hai detto tu di salutarlo!- papà stringe i pugni -Sara…- faccio un ultimo tentativo -Papà, ti prego, non lo trasferire!- mio padre scuote la testa -Mi dispiace Sara, è meglio così!- ho come l’impressione che i miei occhi ardano di rabbia -Benissimo, allora lo saluto come si deve!- e scappo via, non gli permetterò di rovinare anche questo momento. Quando entro in camera Luca è ancora seduto sul mio letto, corro verso di lui, gli salto letteralmente al collo e cadiamo all’indietro, lo bacio con tutta la rabbia che ho accumulato in queste ore, quasi gli strappo la maglietta di dosso, lo stringo a me, scendo con le mani sul bottone dei suoi jeans ma Luca mi ferma -Sara, ascoltami, è l’ultima volta che ci vedremo, probabilmente, voglio che il nostro addio sia più dolce possibile!- si alza, chiude la porta a chiave, poi torna sul mio letto. Mi stende sotto di sè, lentamente, mi bacia, mi spoglia, le sue mani scorrono su di me come velluto, le sue labbra incollate alle mie, si lascia accarezzare, trema ma non sono brividi di freddo, mi guarda negli occhi e poi…poi succede…siamo un solo corpo, un solo cuore che batte forte, un solo respiro accelerato, il Sole e la Luna fusi nell’Eclissi più magico che la Terre possa immaginare, pronti a separarsi, forse per sempre. Apro gli occhi, sono sola, avvolta nel piumone che profuma ancora di me, di Luca, di noi, mi metto a sedere, sul comodino c’è un biglietto: “E’ stato l’addio più bello che potessi darmi, parto domani mattina, ti amo tanto. Luca.” Parte domani mattina, Luca parte domani mattina, Luca se ne va, Luca…parte domani mattina…il mio cervello elabora veloce, sto per uscire dalla stanza poi mi blocco, non credo che i miei gradirebbero se entrassi in soggiorno in mutande, indosso un vestitino corto, lego i capelli, infilo le infradito e corro fuori. Sul divano c’è nonna -Nonna, io esco…ehm…papà?- si alza, mi guarda con un sorriso triste -Tuo padre voleva fare un casino, gli ho detto che non sarebbe successo, qualunque cos pensava potesse succedere, Giuliano lo ha portato via, gli ho anche detto che se foste rimasti chiusi in camera per più di cinque minuti ci avrei pensato io, Sara, va’ da Luca, non fartelo scappare!- ha ragione, non posso lasciarlo andare, la abbraccio -No nonna, non lo perderò anche stavolta!- poi corro via, senza darle il tempo di replicare. Luca non è in casa, provo a chiamarlo ma il cellulare è staccato, non so dove sia, non so cosa stia facendo, so solo che ho bisogno di lui…poi all’improvviso mi viene l’illuminazione, se gli manco c’è solo un posto in cui può trovarsi Luca in questo momento…spero di non sbagliarmi. Mi fermo alla spiaggia, ho corso fino a qui ma non sono stanca, il pensiero di Luca mi ha sostenuta sempre. Scendo sulla sabbia e lo cerco con lo sguardo, avevo ragione, Luca è lì. Lo raggiungo in silenzio e gli batto sulla spalla, si volta a guardarmi, quando i miei occhi incontrano i suoi sento il mondo crollarmi addosso, ancora, sono spenti, sono gli occhi di chi ha smesso di lottare. Lo abbraccio forte, come se stringendolo così, io potessi riuscire a non farlo partire -Luca, dove ti hanno trasferito?- non risponde subito, ci stendiamo sulla sabbia, poggia la testa sulla mia pancia, gli accarezzo i capelli, lui guarda il cielo che minaccia tempesta -Mi hanno trasferito a Latina!- ah -Bhe ma, voglio dire, non è così lontano…no?- per quanto io ci provi, le mie parole non riescono a dargli conforto -No, non lo è, ma in ogni caso non potremo vederci più, mi pare che questo trasferimento sia una chiara richiesta di uscire dalla vita di Bruno, dalla tua e da quella di tutti voi!- abbasso la testa e gli bacio la punta del naso, lui mi prende il viso fra le mani e mi bacia e mentre lo fa, decido -Voglio venire con te!- si allontana e mi guarda sconfortato -Sara non puoi, lo sai!- non mi importa -No Luca, a me non importa, vedrai, papà se ne convincerà e così potremo stare insieme!- lui scuote la testa -No Saretta, davvero!- perché non riesce a capire che per una volta ho ragione io? -Luca, se non mi vuoi dimmelo e rimarrò qui, ma se mi ami lasciami venire con te!- si alza a sedere, mi prende in braccio e mi stringe forte -Tu saresti davvero disposta a venire con me?- e me lo chiedi anche? -Sì!- sospira -Allora dovremo stare attenti, non devono scoprirci!- gli salto al collo e lo riempio di baci -Grazie, ti amo Luchi!- lui ride, mi guarda negli occhi, e mentre la pioggia comincia a scendere prima leggera, poi fitta, mi bacia. Ed è proprio in questi momenti che sono più che mai convinta di avere tutto, non c’è papà, non c’è mamma ne Giuliano, siamo liberi, e mentre bacio Luca so, con una certezza che mi lascia senza fiato, che la nostra è la storia d’amore più bella del mondo.

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Capitolo 9
*** Luca: una passione che divora l'anima. ***


Il cielo è buio fuori dalla finestra, mi sento terribilmente in colpa, mi dispiace tanto, so che non avrei dovuto fargli questo, Bruno mi ha trasferito perché stavo…sto, con sua figlia. Bene, qualcuno penserà che dovrebbe essere lui a sentirsi in colpa ma invece sono io, mi sento in colpa perché mi sono comportato da stronzo ancora una volta, mi sento in colpa perché sono felice, soddisfatto di aver portato con me l’unica cosa di cui davvero non avrei mai potuto fare a meno, e questa cosa sta dormendo con la testa poggiata sul mio petto, respirando leggera, il viso sereno, non c’è nemmeno l’ombra di una qualche tristezza o preoccupazione su questo volto da bambina dannatamente bello, e capisco che è vero, quando mi ha detto che sta bene solo fra le mie braccia ci ho creduto…ho fatto bene. Sara apre gli occhi e si guarda intorno, poi mi fissa e fa l’ultima cosa che mi sarei aspettato facesse, sorride, mi passa le braccia intorno al collo e dà un bacino -Luca, che ore sono?- ma non aspetta una risposta, prende a baciarmi con passione trascinandomi in un vortice di emozioni, non riesco a fermarmi, quando Sara fa così il mio cervello va letteralmente in tilt, le mie mani si infilano sotto la sua maglietta, inarca un po’ la schiena, mi circonda i fianchi con le gambe e mi sfila la maglietta, poi mi slaccia i jeans e si ferma, si sfila dalla mia presa e mi si siede a cavalcioni, mi bacia gli addominali e prosegue arrivando all’ombelico, si ferma ancora, ok, mi sta facendo impazzire, lo ammetto, mi guarda quasi come chiedendomi il permesso di proseguire, annuisco e…il mio autocontrollo va definitivamente a farsi benedire. Ommioddio, mi guardo allo specchio con aria stravolta, Sara ha diciassette, no dico diciassette, anni, non voglio nemmeno pensare a quello che è successo dopo quella ingenua, bhe, ingenua rispetto a tutto il resto, occhiata, no, non ci voglio pensare, finirei per essere etichettato come pedofilo, anzi, dovrebbe essere lei ad essere arrestata per quello che mi ha fatto…non dico che sia stato spiacevole… tutt’altro…ma se Bruno sapesse mi sbatterebbe in galera seduta stante, se non gli viene l’istinto di ammazzarmi prima, quanto a Sara la chiuderebbe in un convento di clausura…bhe, penso che la chiuderebbe in un convento anche se al mio posto ci fosse qualcun altro, ma non voglio pensarci, se solo penso ad un altro fra le braccia di Sara mi viene voglia di spaccare tutto, forse è meglio se faccio una doccia, servirà a schiarirmi le idee, ne ho un immediato bisogno, se non trovo qualcosa da fare corro il rischio di tornare da Sara e…lasciamo perdere va’. Il getto di acqua bollente mi rimette in sesto, ho appena finito di sciacquare i capelli, faccio per prendere il bagnoschiuma ma vengo improvvisamente investito da una ventata d’aria gelata, tutto il vapore della doccia fugge via, quando la nube di fumo si dissolve mostra Sara senza nemmeno un indumento, per piccolo che sia, addosso, oddio Luca, anzi no, oddio Sara…Luca calmati. Lei sorride -Luca…- senza dire altro, perchè forse non ce n’è bisogno, si infila nella doccia e chiude la grata, mi abbraccia mentre l’acqua ci scorre addosso, neanche quando ho scoperto di amarla avevo avuto il coraggio di immaginare che questa mia fantasia si avverasse, Sara è troppo vicina, pelle contro pelle, il suo profumo mi inonda le narici…addio autocontrollo…ancora e ancora…perché con lei sarà sempre così, ne sono sicuro. La abbraccio stretta e quasi la scaravento contro la parete della doccia, continua a baciarmi, ogni tanto scende sul collo e poi risale, accarezzo ogni centimetro del suo corpo perfetto, sarebbe un delitto perdersene anche solo mezzo, Sara, la mia Sara…poi fra una carezza e un bacio facciamo l’amore, la sento sospirare mentre l’acqua continua a scorrere, questo è il paradiso, ma che dico, questo è molto meglio. La lascio andare dopo non so quanto tempo, è la mia droga, non riuscirò mai a fare a meno di lei, si stacca quasi con riluttanza e chiude l’acqua, poi apre la grata ed esce avvolgendo un asciugamano intorno al busto bagnato, me ne lancia una che lego in vita, direi che ora siamo almeno presentabili se dovesse arrivare qualcuno, anche se in questa casa a Latina chi diavolo vuoi che entri? Non ci conosce nessuno! Ecco perché mi chiedo per quale motivo ci siamo coperti dato che stavamo benissimo anche prima…Luca ma che pensieri fai? A volte mi sorprendo di me stesso, Sara sbadiglia, si stiracchia e mi abbraccia –Amore, andiamo a dormire?- lo guardo malizioso, Sara ride -Sono stanchissima, cos’hai le Duracell, Corsari?- scuoto la testa -No, sono stanco anche io!- le cingo le spalle e andiamo in camera da letto…anche se non sono del tutto sicuro che ci limiteremo a dormire. Accendo il cellulare, trovo tre chiamate perse, sono tutte di Bruno, è accaduto il peggio, sa che Sara è con me, c’è anche un messaggio “Se non mi riporti subito Sara, muovo tutto il commissariato e vi faccio venire a recuperare, ovunque voi siate!” lo faccio vedere a Sara, legge, poi lo prende e lo spegne di nuovo. Sorride per niente scossa, si infila sotto le coperte –Buonanotte, amore!- mi stendo accanto a lei, non sono turbato dal messaggio di Bruno, quando sono con lei niente mi turba…Sara mi bacia, ribadisco…non sono del tutto sicuro che ci limiteremo a dormire.

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Capitolo 10
*** Buon compleanno, Sara! ***


Apro gli occhi un po’stordita, il sole entra dalla serranda semiaperta, mi alzo in silenzio, attenta a non svegliare questa meraviglia che mi dorme accanto. Guardo il calendario e sorrido, da oggi sono maggiorenne, eh sì gente, ho ufficialmente diciotto anni! Corro in bagno e chiudo la porta, il profumo di Luca è ancora impigliato al mio pigiama, muovo qualche passo verso la doccia ma qualcosa va storto, all’improvviso mi rendo conto di aver bisogno di un sostegno, mi aggrappo al lavandino, ho la nausea, mi guardo allo specchio, sono pallida come un cadavere, ho la fronte imperlata di sudore freddo e quasi non sento più le gambe, chiudo gli occhi che mi si sono fatti pesanti e d’un tratto ecco il contatto con il pavimento freddo, indolore per fortuna, respiro a pieni polmoni, non sono svenuta però ho lo stomaco annodato, come se fossi appena scesa dalle montagne russe dopo aver mangiato un panino, storco il naso, non ci voglio nemmeno pensare al cibo, facendo forza sulle braccia mi trascino verso il water e in meno di cinque secondi vomito tutto quello che ho mangiato ieri sera. Mi rialzo dopo poco asciugandomi la bocca, non mi è rimasto nemmeno il saporaccio sulla lingua, sto meglio, deve avermi fatto male qualcosa, torno al lavandino, mi guardo allo specchio, cavolo che brutta cera, poi mi ricordo…oggi dovrebbe essere uno di “quei giorni”…di bene in meglio… corro sul water per controllare, niente, che strano, a pensarci bene sarebbe dovuto succedere cinque giorni fa, solo che non ci avevo fatto caso perché…bhe sono stata leggermente impegnata con Luca. Mi rialzo i pantaloni e raggiungo il lavandino per la terza volta, mi sfioro la pancia, animata da un pensiero folle, eppure…non potrebbe essere? Vengo interrotta da un nuovo conato…poco dopo sento la porta aprirsi, Luca fa il suo ingresso in boxer, mi guarda preoccupato –Amore, che succede?- mi alzo spostando i capelli che mi sono scivolati davanti agli occhi -Luca,devo dirti una cosa!- troppo diretta, ora è più preoccupato di prima, direi che è meglio andarci piano -Io non ne sono sicura ma…- non aggiungo altro, prendo la sua mano e me la poggio sulla pancia, lo guardo negli occhi, Luca non afferra subito, poi nelle sue iridi esplode all’improvviso una scintilla di comprensione. Il suo viso passa dal bianco al verdastro ad una velocità impressionante, toglie la mano dalla mia pancia e la porta davanti alla bocca, ha le pupille dilatate, cerca di dire qualcosa ma gli ci vuole un po’ per riuscire a formulare una frase che abbia senso -Ma…ma…voglio dire…è sicuro?- scuoto la testa, Luca fa un respiro profondo -Ok, aspettami qui!- chiude il coperchio del water e mi ci fa sedere sopra -Non ti muovere, torno subito!- poi esce dal bagno quasi di corsa. Torna dopo mezz’ora, vestito di tutto punto e con un test di gravidanza in mano –Sara, ascoltami bene, tu ora fai il test, poi vedremo!- esce senza dire altro. Improvvisamente sento un enorme vuoto dentro, passo una mano fra i capelli, e se Luca decidesse di tirarsi indietro? No, non lo farebbe mai! Sono passati dieci minuti quando esco dal bagno, Luca è seduto sul divano, mi guarda -Ha chiamato tuo padre, ha detto che ha messo la polizia sulle nostre tracce, Sara preparati, stasera tornerai a casa!- sento gli occhi pizzicare ma ricaccio caccio indietro le lacrime, non è il momento -Luca, direi che è meglio se controlliamo!- annuisce, nervoso -Ok, controlliamo!- guardo il test, poi guardo Luca, poi di nuovo il test…è positivo. Luca si alza, va in bagno, chiude la porta a chiave, mi lascio cadere sul divano con la testa fra le mani, ho paura, non mi aspettavo una reazione tanto brusca, e poi a pensarci bene Luca non è un tipo da bambini, e se le cose dovessero andare male un’altra volta? Se, per assurdo che sia, decidesse di andarsene? Bhe, se dovesse succedere, vorrà dire che avrà me, anche perché sia chiaro che non ho nessuna intenzione di abortire, questo bambino è MIO, se Luca ha paura di prendersi una responsabilità tanto grande, non importa, non gli negherò la vita, io lo voglio, voglio essere la sua mamma, voglio che nasca presto per poterlo stringere fra le braccia e niente e nessuno riuscirà a farmi cambiare idea. Per proteggermi dai miei demoni, mi rannicchio con le ginocchia al petto, solo qualche lacrima scende solitaria e poi si tuffa nel vuoto, è amara, una stanchezza pesante mi avvolge e stringo i pugni, devo avere fiducia, in me stessa e nelle mie capacità, soprattutto. Riapro gli occhi di soprassalto, non so quanto tempo sia passato, neanche sapevo di aver dormito, sono sola, anzi, non sono sola, da qui a nove mesi non sarò mai sola, mi sfioro la pancia con dolcezza -Hei piccolino, come va?- so che è poco più di una lenticchia ma sento lo stesso il bisogno di parlargli -Siamo rimasti soli, vuoi sapere dov’è il tuo papà? Non lo so, non so neanche se ritornerà, il nonno ci sta cercando, fra poco torneremo a casa!- la mia voce si rompe, sto piangendo, il mio pensiero ritorna a Luca, sono le 21:00, deve essere fuori da ore ormai, mentre ci penso sento la serratura scattare, Luca entra in salotto, contro ogni mia aspettativa sta sorridendo, si avvicina al divano e si siede accanto a me, a noi. Mi fa una carezza -Amore, tuo padre ha ragione sai, se è un maschio dovremmo chiamarlo Bruno!- oh sì, grazie al cielo, allora i miracoli esistono, lo abbraccio di slancio riempiendolo di baci, come sempre -Sara, so che è il tuo compleanno ma mi sa che il regalo lo hai fatto tu a me, ci ho pensato, ormai è una settimana che non torniamo a casa, tuo padre ha chiamato e ci ho parlato, e…credo che abbia capito!- altro attacco di incredulità -Davvero?- lui sorride e annuisce, affondo la testa nelle pieghe della sua camicia, respirando tutto il suo profumo, quanto lo amo, amo lui e il nostro bambino…poi però mi sorge un dubbio –Lù, ma papà sa che sono incinta?- lui fa segno di no, ecco, sembrava troppo bello –Bhe, credo che dovremmo aspettare un po’ per dirglielo!- Luca annuisce ancora, poi mi abbraccia stretta e mi solleva -Torniamo a casa, tuo padre mi ha reintegrato ad Ostia!- sì, adesso possiamo ritornare -Luca?- abbassa la testa e mi guarda -Mh?- decido di dirglielo -Sei tutta la mia vita!- mi bacia, cauto, quasi come se avesse paura di farmi del male -Anche tu Sara, anche tu!- e con quest’ultima certezza mi lascio cullare dal suo respiro e mi riaddormento. Siamo arrivati? Non lo so ma l’edificio che si staglia davanti ai miei occhi somiglia vagamente a casa mia, ma che dico, è identico! Credo di aver dormito per tutto il viaggio, Luca scende dall’auto e affianca immediatamente la mia portiera, aiutandomi ad uscire, non mi lascia sola un attimo, è da prima di partire che fa così, mi sorregge passandomi un braccio intorno ai fianchi e poi li vedo. Sono tutti lì, papà, mamma, nonna, Katia, Giuliano, persino Tito, ma zia Silvia no, lei non c’è, spero non stia soffrendo troppo. Papà mi viene incontro e mi abbraccia, Luca si fa da parte, sa che con mio padre non può fare il ragazzo iperprotettivo, Bruno mi guarda -Sara, ascoltami perché non lo dirò più, sai che non sono bravo ad esternare i sentimenti. Una settimana senza di te è bastata a farmi capire quanto ci tieni a Luca, so che saresti disposta ad andare fino in capo al mondo pur di stare con lui!- annuisco, quanto hai ragione papà -So che Luca ci tiene a te, l’ho sempre saputo in fondo, è un bravo ragazzo, riuscirete a stare insieme in un modo o nell’altro, ne sono sicuro, ma…niente effusioni in casa mia, ok?- sorride, sta scherzando ma penso che per il momento sarebbe meglio prenderlo sul serio, poi guarda Luca, gli batte sulla spalla- Tu stamme a sentì, signorino, so che le vuoi bene, ti si legge in faccia, ma se la fai soffrire ancora…giuro che ti spezzo le gambine, ok?- Luca annuisce, schivo, poi finalmente li abbraccio tutti. Sì, è proprio così che dovrebbe essere, guardo Luca, la sua mano raggiunge la mia e la stringe forte, è ancora il mio compleanno dopo tutto, loro non lo sanno ma mi hanno fatto il regalo più bello che una ragazza possa ricevere, soprattutto il mio uomo, adesso posso dirlo davvero: buon compleanno, Sara!

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Capitolo 11
*** Rivelazioni e sorprese ***


E’ passato un mese, non si vede ancora nulla, nemmeno un filo di pancia in più, menomale direi, anche perché ancora non lo sa nessuno, solo io, Luca e Matilde. Siamo a luglio, ho superato brillantemente l’esame di maturità, ogni tanto, quando non sto bene, vado da Luca, mi accoccolo tra le sue braccia e passa tutto, e poi, puntualmente, tutte le sere prima di cena mi viene da vomitare, fortuna che hanno accettato la situazione, se non andavo da Luca come si faceva? Lui segue ogni mio passo, mi guarda preoccupato a volte, altre volte è raggiante, attende come me, pronto ad agire immediatamente qualora dovesse accadere qualcosa che potrebbe non fargli piacere. E’ ora di cena, stasera sembra che sia tutto a posto, il mio stomaco non ha ancora preso a fare i capricci e non voglio sperare che non decida di farli in presenza dei miei, sono stesa sul divano di Luca, lui è in bagno, sta facendo la doccia, poi andremo a cenare da me. Eccolo, è appena uscito, avvolto nel suo accappatoio azzurro. E’ bellissimo. Mi guarda, nei suoi occhi castani c’è una scintilla di ironia, i capelli bagnati gli ricadono sulla fronte, viene verso di me, mi alzo e metto le mani avanti, come a difendermi –Luca, sei tutto bagnato, non provare a toccarmi!- lui ride, d’accordo, mossa sbagliata -Dai Saretta, voglio solo un bacio!- sorrido, allora si può fare -Tu però stai fermo che se no mi bagni tutta!- mi lancia un sorriso sbarazzino -Promesso!- mi avvicino piano piano, poggio le labbra sulle sue ma non faccio nemmeno in tempo a chiudere gli occhi che mi afferra di scatto, perdo l’equilibrio e cadiamo all’indietro sul divano, il suo respiro si fa improvvisamente vicino, troppo vicino, profuma maledettamente di un odore troppo buono per restare lucidi. Sara, ricordati la cena, di là staranno aspettando tutti! Ma questo pensiero passa in un lampo quando mi rendo conto che Luca mi sta baciando ancora e io non posso fare altro che lasciarlo fare, rapita, dolce, senza pensarci, per me è la cosa più naturale al mondo, le mie dita strette ai suoi capelli bagnati, le sue mani ovunque, su di me, mi ricordo vagamente che prima avevo dei vestiti…dove sono finiti? Oh, chi se ne importa! Il collo di Luca è così liscio e morbido che lo divoro di baci… Improvvisamente bussano alla porta, si ferma, mi guarda ad gli occhi sgranati, mi accorgo di essere solo in intimo, seduta a cavalcioni su di lui e nemmeno so come ho fatto, con lui è sempre così, quando siamo così vicini vado completamente in ecstasy e perdo la cognizione del tempo e dello spazio. Rimetto i piedi a terra e infilo la camicetta e la minigonna ad una velocità impressionante, Luca invece raccoglie l’accappatoio e va in camera da letto a vestirsi. Apro, è papà -Sara senti, ero passato a dirvi che è pronta la cena, non vi ho visto arrivare e ho pensato di avvertirvi!- che carino il mio grande orso burbero, sorrido -Sì papà, grazie mille, abbiamo fatto tardi perché Luca era stanco e si è fatto una doccia!- papà annuisce comprensivo -Ah sì, anche io sono stanchissimo, dai io vado di là, appena Luca è pronto venite, ok?- annuisco -Va bene papà, arriviamo!- esce e chiude la porta, mi volto verso la camera da letto -Amore mioooo?- Luca si affaccia dallo stipite -Dimmi!- che buffo che è, ha l’espressione smarrita -Amore muoviti, è venuto papà e ha detto che è pronta la cena!- Luca esce dalla stanza indossando un jeans stretto e una polo bianca, ha ancora i capelli un po’ bagnati ma si asciugheranno presto, le scarpe da ginnastica che abbiamo comprato insieme a completare l’opera…praticamente è uno schianto. Mi prende per mano e andiamo a casa mia, mamma apre la porta con un sorriso a trentadue denti –Bene, ora che ci siamo tutti possiamo cenare…e abbiamo anche una notizia da dare…anzi, non siamo noi a doverla dare!- fisso Luca, mi restituisce uno sguardo dubbioso, che sappiano qualcosa? La cena prosegue tranquilla, Luca è premuroso, come al solito, ogni tanto mi sussurra all’orecchio che ha anche lui una cosa da dirmi, una cosa molto bella e io non posso fare a meno di sorridere, vedo mamma alzarsi, è finita la cena, tocca a me. Stringo la mano a Luca e mi alzo in piedi -Ehm, ho qualcosa da dirvi!- lo sguardo di tutti si punta all’istante su di me, va bene Sara, sta’ calma. Respiro, guardo mamma perché è l’unica a cui ho il coraggio di rivolgermi -Mamma…- non so come dirglielo, poi scelgo la strada più facile: mi butto. -Aspetto un bambino!- dico tutto d’un fiato. A papà per poco non cade il bicchiere di mano, Giuliano sbarra gli occhi, Katia lancia uno dei suoi soliti gridolini, nonna è incredula e mamma si fionda ad abbracciarmi. Sono strafelice, c’è solo un piccolissimo problema, siamo sicuri che papà non sia collassato? Cerco di parlargli -Ehm papà, papà noi…- non mi lascia finire, mi abbraccia seppellendo il viso nei miei capelli, avverto i suoi singhiozzi all’orecchio e mi si stringe il cuore, papà sta piangendo. Poi si stacca e mi guarda, asciugando maldestro le lacrime –Bhe, come dire che diverrò nonno un po’ prima del previsto…ma non sarà troppo presto?- lo guardo male -Ok, ok, Sara, scusa!- finalmente sorride -Lo chiamerete “Bruno”, sì?- io e Luca scoppiamo a ridere, il mio uomo mi cinge le spalle –Sara, anche io devo dirti una cosa!- mi lascia andare e come nei film principeschi si inginocchia, mi prende la mano, oh Signore, mi sono fatta una vaga idea di quello che vuole dirmi…senza preavviso le lacrime mi inondano le guance, Luca sorride -Sara Miranda, mi vuoi sposare?- guardo mamma che piange con la testa sulla spalla di Katia, Giuliano che si torce le mani ansioso della risposta, guardo la nonna che mi sorride radiosa e infine, infine guardo papà, non dice nulla, si limita a fare un cenno d’assenso che per me è come se avesse gridato che è l’uomo più felice del mondo, bhe, non mi resta altro da fare –Sì, lo voglio!- Luca si alza e mi abbraccia, ora sì che si è avverato tutto. Un colpo di tosse rompe la magia, guardo Katia -Sì?- lei sorride e prende per mano Giuliano –Bhe, ricordi che anche noi avevamo una notizia da darvi?- annuisco confusa…che succede? Katia finalmente parla -Io e Giuliano ci sposiamo!- pensavo che la sensazione di sentirsi il cuore gonfio di gioia non esistesse, mi sbagliavo, e anche di grosso, e mentre li guardo uno alla volta, cercando di imprimere a fuoco nella memoria tutti i loro visi mentre si godono questo istante di assoluta felicità, capisco che questo è il mio posto, con la mia famiglia, con l’uomo che amo e con il nostro bambino.

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Capitolo 12
*** Epilogo: tre anni dopo. ***


Un colpo al braccio destro mi costringe a svegliarmi, stavo facendo un bel sogno però ora non me lo ricordo…cosa è stato a farmi riemergere dalle braccia di Morfeo? Una creaturina minuscola mi si fionda tra le braccia -Mamma, mamma svegliati!- mi scuote piano, apro gli occhi, eccola qui la mia piccola peste -Amore!- lo abbraccio e lo ricopro di baci: Bruno! Prima di conoscerlo credevo non si potesse amare una persona più di quanto amo Luca, poi è venuto al mondo e ho scoperto che esistono tipi di amore diverso, amori che non distruggono il rapporto ma lo fortificano. Assomiglia tutto a Luca, tranne per il taglio degli occhi e il colore dei capelli, gli occhi sono neri e hanno la forma uguale a quelli di mio padre, i capelli biondi, come i miei –Dimmi, amore!- mi guarda con quella faccia da furbetto che amo tanto -E’ tornato papà!- non fa in tempo a finire la frase che lui entra, bellissimo come sempre, l’amore della mia vita! Bruno mi sguscia via dalle braccia per rifugiarsi in quelle di Luca, mi alzo e li raggiungo -Amore, ti eri addormentata?- sorrido -Sì un po’, sei tornato tardi, sono le nove!- Luca ride -Non sai che ha combinato Giuliano…poi ti spiego!- Bruno sbadiglia –Amore, che ne dici di andare a fare la nanna?- annuisce, lo prendo in braccio e lo porto nella sua cameretta, lo adagio nella culla anche se so che tra un paio d’ore lo vengo a riprendere, ha solo tre anni, è troppo presto per dormire da solo, gli dò un bacio sulla fronte e gli rimbocco le coperte, avvolge ie dita intorno ad uno dei miei boccoli e chiude gli occhi, addormentandosi nel giro di poco. Mi assicuro che non stia per svegliarsi sfilandomi dolcemente dalla sua presa, poi, quando sono sicura che non riaprirà gli occhi prima delle tre, torno in soggiorno da Luca. Mi abbraccia -Saretta, mi sei mancata!- quando fa così lo amo così tanto che sarebbe impossibile anche per uno sconosciuto non notarlo –E allora, che ha fatto Giuliano stavolta?- chiedo divertita lo sento ridere in risposta -Amore, quanti anni ha Bruno?- mi chiede poi, spiazzandomi, tuttavia quel sorrisino furbetto mi dice qualcosa -Tre, perché?- Luca mi afferra di scatto a perdendo l’equilibrio finiamo sul divano, uno sopra l’altra -Non credi sarebbe il caso che avesse compagnia?- rido, poi lo bacio con tutta la passione possibile, per ora non importa quello che ha fatto Giuliano, esistiamo solo io e lui. -Mamma!- Luca si stacca da me con il suono di una ventosa -Bruno!- ci corre incontro -Non mi va di dormire, voglio stare con voi! - lo prendo tra le braccia mentre Luca sorride e ci fa spazio sul divano, avremo tempo per fargli un fratellino, per adesso godiamoci questo istante, non esiste altro modo perché Bruno si renda conto della potenza che rappresentano i suoi genitori uniti, ed è bene che lo sappia, così quando sarà grande saprà a quale storia d’amore vorrà che assomigli la sua e saprà che non esiste forma d’amore più grande della nostra, più grande di quella che possiamo offrirgli insieme, più grande di questi due nomi che messi vicini scatenano l’ Apocalisse, più grande di noi: Sara e Luca.

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