Under Pressure di DarkViolet92 (/viewuser.php?uid=52891)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Primo Capitolo:Due anni dopo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
PROLOGO, UNDER PRESSURE - VIOLS
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Descrizione della storia:
Storia assolutamente originale, ispirata dalla visione di vari film
americani, originali o remake d’altre pellicole, con protagonisti
donatrici di ovuli e donatori di sperma.
Fabiana, Alessandro, Federica, Michele, Giacomo, Eleonora, Luca e
Giada: cosa possono avere in comune, oltre alla nazionalità
italiana e l’aver frequentato la stessa università anche
se con indirizzi diversi? Bé, magari delle donazioni per pagarsi
gli studi c’entrano qualcosa.
Storia non a scopo di lucro.
Buona lettura.
Genere della storia: commedia, thriller.
Trama della storia:
Fabiana Bramante è una giovane trentenne. Cinque anni dopo aver
concluso gli studi universitari con il massimo dei voti, si divide in
più lavoretti tra cui quello di educatrice in una
comunità minorile, per mantenersi decentemente.
Ha perso contatti quasi con tutti i suoi ex compagni di corso, dato che
fa poca vita sociale e cerca di risparmiare su tutto, principalmente
per potersi pagare regolarmente l’alto affitto alla fine del mese
dell’appartamento in cui vive. Si concede giusto il
venerdì sera con quelli italiani, più che altro
perché lavorano nello stesso campo, anche se da prospettive
diverse.
Che cosa succederebbe, se dovessero incontrarsi maggiormente a causa di
alcune donazioni anonime fatte tempi addietro per pagarsi gli
studi?
Presentazione dei personaggi principali della storia:
Fabiana Bramante:
E' una trentenne con un fidanzato, Ryan Garrison, poco presente e poco
attento alle sue esigenze e a quelle della loro unica figlia, Gaia, di
appena due anni.
Il suo lavoro principale,
che ha ottenuto dopo essersi laureata, è quello di educatrice
presso una comunità minorile; i suoi pazienti sono
perlopiù giovani mamme, vittime di abusi o minori con
disturbi/deficit, dipendenze.
È impegnata per tre
giorni a settimana - i turni dalle 7:30 fino alle 19:30 ogni
mercoledì, giovedì e venerdì.
Sfortunatamente per lei,
quest’occupazione non ha un’alta remunerazione,
perciò ha dovuto continuare a lavorare anche per alcuni di
quegli impieghi part-time di quando frequentava ancora
l’università, per continuare a mantenersi: lavora come
barista in una caffetteria per tre sere a settimana - lunedì,
martedì, mercoledì dalle 18:30 alle 20:30, poi come
cameriera in un ristorante - lunedì e martedì dalle 7:30
alle 15:30 - e come commessa in un negozio di vestiti,
all’interno di un centro commerciale il sabato, con il turno
pomeridiano dalle 15:00 alle 18:00.
Quando non lavora, Fabiana
si dedica completamente alla figlia e alla cura della casa, infatti il
fidanzato lo vede quasi esclusivamente la mattina presto, per fare
colazione insieme e dopo la cena quando la figlia Gaia si è
appena coricata a letto a dormire.
Alessandro Bergamaschi:
E' un trentenne affascinante e ha una cotta segreta verso Fabiana dai
tempi dell’università, ma al momento è fidanzato
con Samantha Brans. Pare sia molto preso da questa relazione. È
un avvocato di successo, si è specializzato nel diritto di
famiglia: si occupa soprattutto di casi di adozioni, affidamento e
custodia di minori.
Ha un’antipatia
spiccata verso il fidanzato di Fabiana, ed essa si è accentuata
anche per il fatto che quest’ultimo si è sempre rifiutato
di conoscerli di persona. Inoltre, almeno ai suoi occhi, Ryan ha
gradualmente allontanato l’amica da tutta la compagnia.
Come tutti i suoi amici ed
ex compagni di corso con cui Fabiana ha mantenuto i contatti,
Alessandro è completamente all’oscuro dei suoi vari
impieghi lavorativi.
Federica Brambilla:
E' una trentenne piena di energia, lavora a tempo pieno come assistente
sociale. Non ha problemi economici contrariamente a Fabiana ed è
felicemente fidanzata con Michele Silvestri.
Nel gruppo degli italiani,
lei è quella che cerca sempre di mantenere vivi i legami tra gli
amici ed ex compagni di corso e anche lei, come Alessandro, non
gradisce il fidanzato dell’amica. Nutre profondi sospetti che
Ryan nasconda qualcosa di losco e che possa portarle solamente guai.
Michele Silvestri:
Trentenne, felicemente fidanzato con Federica Brambilla, e la riempie sempre di attenzioni.
Lavora a tempo pieno come
psicologo, i suoi pazienti sono soprattutto studenti della Primary
School, infatti ha pochi casi di giovani che frequentano la Middle
School e ancora di meno di ragazzi impegnati con l’High School.
Anche lui, come la compagna e Alessandro, non gradisce particolarmente
Ryan, ma cerca di non farlo notare troppo a Fabiana.
Giacomo Di Giovanni:
E' un trentenne, lavora a tempo pieno come psicoterapeuta in un proprio
studio privato. Non sopporta la fidanzata di Alessandro ed è
molto preoccupato per Fabiana.
Eleonora Biasini:
Trentenne con un fisico da ventenne, lavora a tempo pieno come insegnante di sostegno all’interno di una Middle School. Si
è appena lasciata col suo fidanzato David Patters, dopo averlo
trovato a letto con una collega, di ritorno da una lunga giornata di
lavoro. Ai tempi
dell’università era innamorata di Giacomo, ma non si
è mai dichiarata per via di tutte le ragazze avvenenti che gli
andavano dietro.
Luca Tommasi:
E' un trentenne, lavora a tempo pieno come insegnante di sostegno in
una Primary School ed è fidanzato con Giada, fin dai tempi
dell’università. È il cupido della compagnia.
Giada Bianchetti:
E' una trentenne ed è la fidanzata tutto pepe di Luca, lavora a tempo pieno come ginecologa.
Temi della storia:
Donatrici di ovuli, donatori di semi o sperma, banche dati degli ovuli,
banche dati del seme o sperma, fecondazione artificiale e infine
donazione o fecondazione eterologa.
Prologo
Fabiana si sente molto tesa. E non è solo per via dei pochi
minuti che mancano all’inizio della cerimonia di proclamazione
della laurea, sebbene sia riuscita a ottenere il voto massimo anche
nella discussione della propria tesi.
Era talmente in ansia alla fine di quel giorno, che non ha chiesto
niente alla propria relatrice e tantomeno agli altri docenti della
commissione, li ha solo salutati educatamente a uno a uno, per poi
scappare immediatamente a lavorare. È ansiosa, anche
perché è da ben due settimane che non ha il ciclo
mestruale, e questo la preoccupa molto.
Quattro ore più tardi
«Congratulazioni Fabiana!» esclamano con tono entusiasta tutti i suoi amici, una volta che è scesa dal palchetto.
«Grazie ragazzi. Non mi aspettavo di vedervi tutti qui»
dice a sua volta la giovane neo dottoressa, con tono di voce sorpreso,
ma al tempo stesso felice per la gradita sorpresa mentre abbraccia a
turno prima le ragazze e poi i ragazzi.
«Non potevamo mancare. E poi queste sono le ultime lezioni, tanto che i professori hanno smesso di spiegare» afferma con sicurezza Alessandro, prima di baciarla sulla guancia destra, facendole perdere innavvertitamente un battito.
«Alessandro!»
Il tenero momento però ha breve durata per Fabiana, quando lo
vede allontanarsi per abbracciare e baciare appassionatamente
un’altra giovane.
Un venerdì sera di otto mesi più tardi
Fabiana è
letteralmente distrutta, non pensava minimamente di dover continuare
anche i propri impieghi part-time di quando ancora studiava, oltre al
lavoro per il quale si è laureata, per riuscire ad arrivare a
fine mese e mantenersi in maniera decente. Era convinta che il lavoro
di educatrice fosse retribuito meglio in America, rispetto agli
standard dell’Italia, e invece...
Il lato positivo, in tutta
questa faccenda, è l'essere riuscita a dimenticare del tutto la
cotta che aveva avuto per Alessandro ai tempi
dell’università. Adesso, infatti, si sta frequentando con
Ryan Garrison, un aspirante modello.
Si sono conosciuti per caso un sabato mattina mentre facevano la spesa
al supermercato, scontrandosi con i rispettivi carrelli, per poi
rincontrarsi alcune ore dopo quando al termine della solita cena del
venerdì con gli amici italiani; lì Alessandro aveva
anche presentato ufficialmente a tutta la compagnia, la famosa ragazza
degli otto mesi precedenti, come sua fidanzata. Si era finalmente
deciso ad andare in discoteca.
Tre anni dopo
Fabiana è raggiante di gioia, quando l’infermiera le porge delicatamente la sua piccola Gaia tra le braccia.
«È un tenero battufolino rosa» commenta calorosamente la sua amica Giada, nonché sua ginecologa.
«Grazie per aver accettato di seguirmi per tutta la gravidanza, Giada» le dice con affetto sincero Fabiana, distogliendo per un momento il proprio sguardo dalla figlia.
«Gli amici veri si vedono anche nelle situazioni difficili come questa» le risponde con affetto l’amica, prima di congedarsi per lasciarla da sola con la neonata.
Dopo essere uscita in corridoio, Giada esala un sospirone prima di
accendere il proprio telefono cellulare e subito si sente una domanda
provenire dal cellulare.
- Il suo fidanzato, quel Ryan, non si è presentato nemmeno per vedere la nascita della figlia? - le domanda in tono brusco Alessandro, dall’altro capo del telefono.
«No,
non si è fatto vedere neppure stavolta, anche se Fabiana ha
affermato subito e con molta sicurezza, che lui è rimasto con
lei sull’ambulanza per tutto il tragitto fino all’ospedale.
E che se n'è andato via soltanto perché doveva lavorare» gli risponde Giada, col medesimo tono di voce.
Anche lei, infatti, non approva per nulla il comportamento del fidanzato dell’amica nei confronti di quest’ultima.
Due mesi più tardi
«È proprio sicura di non voler più donare i propri ovuli, signorina Flower Girl?» le chiede la dottoressa di fronte a lei.
«Sì, ne sono sicura» afferma, senza battere ciglio, la giovane donna davanti a lei con in braccio una neonata.
Adesso non è più una studentessa, ma una giovane mamma
che deve lavorare duro per mantenere se stessa e la figlia, oltre che
la relazione sentimentale con il suo uomo.
«Nel caso lei cambiasse idea in futuro, questo è il mio biglietto da visita» asserisce infine la dottoressa, consegnandole un cartoncino, prima di stringerle la mano per congedarla.
Note:
Storia betata e revisionata, da capo, da Tanny
però se voi doveste riscontrare nuovi errorini, o frasi che non
capite, vi prego di farmelo sapere così che io possa avvisare la
mia beta personale. Grazie.
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Capitolo 2 *** Primo Capitolo:Due anni dopo ***
01. Primo ---DA BETARE
Primo
Due anni dopo
Pov Fabiana
«Mamma, papà! Alzatevi! Oggi è il mio primo giorno e non
voglio arrivare tardi.»
L'acuta voce della mia adorata Gaia
mi strappa anche quegli ultimi strascichi di sonno che mi erano rimasti
ancora addosso, anche dopo aver spento la mia sveglia.
«Sparisci» borbotta brusco il mio fidanzato, beccandosi immediatamente una mia gomitata nello stomaco.
È fortunato che Gaia non l’abbia sentito, perché le
ho coperto prontamente le orecchie prima di prenderla in braccio e
darle dei baci sulle guance.
«Ryan forza, alzati! Dobbiamo accompagnarla al Kindergarten* per il
suo primo giorno. Non voglio che si presenti in ritardo» esclamo, alzandomi velocemente dal letto.
Il mio fidanzato, seppur sbuffando, decide di alzarsi a sua volta e di
iniziare a prepararsi, rimanendo comunque di malumore. Non so proprio
che cosa gli passi per la testa... Quando ci siamo messi insieme
ufficialmente e anche quando mi
accompagnava al corso preparto, non era così scorbutico, anzi
tutto il contrario difatti era molto attento e premuroso. Ha iniziato a
esserlo nei confronti di Gaia e nei miei, oltre che a farsi vedere di
meno, a partire dalla sua nascita.
Lo squillo improvviso del telefono fisso interrompe il flusso delle mie riflessioni; mia figlia solleva rapidamente il cordless, accetta la chiamata in arrivo e mette subito in vivavoce.
«Pronto Fabiana, ci sei?» esclama la voce squillante di Federica, dall’altro capo del telefono.
«Certo che ci sono, cara. Sto servendo la colazione a Gaia, fra
circa un’oretta l’accompagno assieme a Ryan al suo primo
giorno di Kindergarten. Dovresti vederla, è
emozionatissima!» le rispondo in tono allegro.
«Benissimo, falle gli auguri da parte mia e di Michele! Volevo
soltanto chiederti, se a te e Ryan farebbe piacere uscire con noi a cena questo
venerdì sera» continua Federica.
Ryan però smorza istantaneamente il suo entusiasmo,
parlando in modo scorbutico.
«Siamo entrambi molto impegnati a
lavoro, divertitevi anche senza di noi» Gaia gli impedisce di
chiudere la chiamata, però, intromettendosi nella conversazione.
«La mamma, prima delle otto di sera non può raggiungervi,
perché deve venire a prendermi al Kindergarten e farmi compagnia nel momento in cui mi deve mettere a letto. Invece papà è impegnato per
tutto il giorno questo venerdì.»
«Ottimo, grazie Gaia. Se per te non è un problema,
allora, la tua mamma dopo averti messa a letto... Può
raggiungerci?» le chiede giocosamente la mia amica, dopo aver annotato mentalmente le informazioni gratuite che mia figlia le ha dato sui miei
orari lavorativi.
«Certo! Verrà sicuramente» esclama tutta pimpante
Gaia, prima di togliere il vivavoce e di passarmi il telefono, ignorando del tutto lo sguardo torvo di Ryan.
Mia figlia, dopo aver finito in poco tempo la colazione, va subito in
camera sua per prepararsi e come sempre lascia la porta aperta.
«Vedrò, Federica. Te lo ripeto per l’ultima
volta, non prenotare per me per venerdì sera perché dopotutto sono solo un
po' incasinata a lavoro questa settimana. Si tratta
dell’assegnazione di ore di straordinario, per coprire i vuoti
lasciati da alcuni colleghi che sono stati spostati in altre fasce
orarie, o che sono stati licenziati. Mando un bacio anche a voi. E ti saluto.»
«Sempre ficcanaso come al solito, come tutti i tuoi amici del
resto poi...» esclama Ryan, quando riappoggio esausta la
cornetta del telefono fisso, prima di abbracciarmi e di baciarmi in
fronte.
«Mamma, papà!»
la voce di Gaia, oltre a far
sbuffare ancora una volta il mio fidanzato, ci costringe anche a porre
fine a questo piccolo attimo di tenerezze per poi farci correre per
dare sia una mano a lei, che a prepararci a nostra volta per i
rispettivi impieghi
lavorativi.
Fortunatamente non ci impieghiamo più di quindici minuti in
tre persone a finire di sistemarci, uscire di casa, mettere l’allarme e
a prendere la metropolitana. Quando arriviamo puntuali a un quarto alle sette davanti al Kindergarten,
assieme ad altri genitori e bambini, tiro immediatamente un sospiro di
sollievo. Le maestre ci scattano anche una fotografia, come fanno con
tutte le famiglie presenti. Poi io rimango da sola con mia figlia,
perché Ryan riceve
un'improvvisa chiamata di lavoro, per cui è costretto a
lasciarci.
Dopo aver sbrigato delle piccole faccende burocratiche, tra cui la
conferma dell'iscrizione di Gaia a tutte le attività
proposte nel turno lungo - 6.30 fino alle 19.45 -, la saluto
calorosamente, lasciandola nelle mani delle maestre per poi andare
immediatamente a lavoro, usufruendo della metropolitana.
Il capo mi saluta frettolosamente quando entro, è al telefono e
a giudicare dalla sua espressione facciale devono esserci dei problemi
seri. Le altre colleghe, dopo che mi sono cambiata rapidamente,
m'informano brevemente che ci sono dei problemi con i due cuochi
e i loro sei aiutanti in cucina.
Dopo, ci mettiamo tutti a servire i consueti cinque tavoli a persona,
man mano che i clienti fanno il loro ingresso nel ristorante. Rispetto
agli altri giorni, oggi c’è più gente del
solito per cui il mio turno di mezz’ora slitta, e
conseguentemente anziché alle tre del pomeriggio, finisco alle
quattro. Sono comunque soddisfatta, perché l’ultima coppia
che ho servito mi ha lasciato una mancia generosa. Prima di uscire
però, il capo mi convoca a parlare nel suo ufficio.
«Accomodati pure, Fabiana» mi dice lui con sguardo impassibile.
Io obbedisco e mi siedo velocemente sulla sedia davanti alla sua scrivania.
«Sei sempre stata molto precisa e puntuale in tutte le mansioni
che ti ho assegnato in questi otto anni...» annuisco,
consapevole della veridicità delle sue parole, nonostante lui
lasci in sospeso la frase. «Però, come ti avranno già informata le altre tue
colleghe, ci sono dei problemi da risolvere: tra tutte, tu sei
quella che ha più esperienza e la più grande
d’età, per questo sei anche quella che riceve lo stipendio
più alto. E nonostante il tuo turno di servizio sia il più
corto...»
Non c’è bisogno che lui aggiunga
altro, ho capito che mi vuole licenziare però lo lascio finire
di parlare.
«Alla fine di questo mese sarai ufficialmente licenziata, assieme
ad alcuni degli aiutanti dei cuochi e a un’altra
cameriera e fino a quel momento, sei pregata di continuare a
lavorare con il massimo impegno che hai sempre dimostrato e di non fare
parola con nessun altro di questa conversazione» conclude.
«Sì, signore» rispondo per poi alzarmi e uscire, al suo gesto di congedo.
Mentre viaggio con la metropolitana fino a casa, rifletto su quanto mi ha detto il mio capo.
In parte me lo aspettavo che
prima o poi questo momento sarebbe arrivato, però sono anche
lieta di avere a disposizione un mese
intero per potermi organizzare al meglio, anche quando smetterò
di essere una cameriera in questo ristorante.
Una volta che arrivo a casa sono un quarto alle cinque, quindi ritiro tutta la posta
dalla cassetta, accendo il computer fisso, la stampante e infine ritaglio accuratamente tutti i coupon
scaricati durante la
notte scorsa e nella mattinata. Dopo averli infilati tutti in borsa
tutti e aver spento il computer così come la stampante, pulisco
e metto in ordine il resto della casa, per poi
tirare fuori dal freezer due confezioni di petto di tacchino e metterle
a scongelare nel ripiano più basso del frigorifero. Alle sei in
punto esco da casa, attivo l’allarme e raggiungo la metropolitana
per andare di nuovo a lavoro. Mezz’ora dopo, quando entro, il mio
giovane collega Colton mi saluta con il suo solito entusiasmo.
«Ben arrivata, Fabiana.»
«Ciao Colton» gli
rispondo, prima di cambiarmi velocemente per aiutarlo a servire i
clienti.
Anche qui oggi ve ne sono più del solito, ma fortunatamente
riesco a cavarmela comunque bene. Colton, poi, a un certo punto mi fa
notare che sono già le sette di sera e che, quindi, manca poco
all’orario di chiusura del Kindergarten.
«Tranquilla, vai a
prendere tua figlia e poi portala qui con te, così la tengo
d’occhio io mentre tu finisci il tuo turno» mi
assicura.
Detto fatto: dopo mezz’ora sono di nuovo qui, e Gaia è entusiasta di stare con me e con Colton da Starbucks. Non le dà per niente fastidio il vedermi finire di lavorare, e
poi c’è Colton che la distrae raccontandole delle storie
divertenti. Il mio giovane collega ci accompagna anche al rientro a casa,
essendo l’unico figlio dei nostri vicini, Margareth e Charles
Haynes.
Poco dopo averlo salutato e aver disattivato l’allarme, come
entro in casa il mio cellulare e il telefono fisso iniziano a squillare
in contemporanea. Sia io sia Gaia, scoppiamo istintivamente in una
sonora risata e poi, una volta esserci calmate, mentre lei cerca di
mettere in vivavoce il
telefono fisso, io chiudo la porta d’ingresso e rispondo al
cellulare.
«Non riesci proprio a esserci per cena stasera?» chiedo un po’ delusa al mio fidanzato Ryan.
Speravo vivamente di poter passare assieme un altro po' di
tempo con lui, soprattutto in compagnia di Gaia che lo vede sempre pochissimo. Lui mi risponde frettolosamente.
«No, non posso e mi dispiace,
ma finisco tardi col lavoro e sono stato anche inviato da una collega a
festeggiare il suo compleanno.»
Non ho neanche il tempo di salutarlo che lui riattacca immediatamente.
«Mamma?»
Mia figlia richiama immediatamente la mia attenzione chiamandomi a gran voce.
«Dimmi tesoro» le chiedo subito avvicinandomi a lei, che risponde subito.
«C’è una dottoressa al telefono che ti vuole
parlare, ma stai male?»
«No, sto bene, sono solo un
po’ stanca, perché oggi è stata una giornata molto
piena di lavoro, quindi non preoccuparti» le dico per tranquillizzarla.
Gaia annuisce alle mie parole visibilmente più calma, poi mi porge il telefono e va in camera sua a cambiarsi i vestiti.
«Pronto, sono Fabiana Bramante, con chi ho il piacere di
parlare?» chiedo, educatamente, rivolta alla mia misteriosa
interlocutrice.
Quando riaggancio la cornetta telefonica, sono ancora molto scossa. Nel
tentativo di mantenere la calma, mi concentro sulla preparazione della
cena. Prendo una padella, ci verso dentro un po' di olio
d'oliva, e poi inizio a cuocere le due fette di petto di
tacchino dopo averle girate entrambe anche dall’altro lato;
apparecchio velocemente per due, servo nei piatti mettendo il sale in
entrambe i piatti e chiamo immediatamente Gaia.
Riesco a rimanere tranquilla per tutto il pasto, oltre a prestare tutta
la mia attenzione ai racconti entusiastici di mia figlia sulle
attività che ha svolto nel suo primo giorno di Kindergarten e i
bambini e le bambine con cui ha stretto amicizia.
Dopo averle fatto lavare per bene le mani e i denti, l’accompagno
in camera sua, spengo la luce centrale e accendo quella del suo
comodino per leggerle una fiaba e poi quando lei sta per addormentarsi, le
dò il bacio della buonanotte e spengo la sua lampada.
Una volta ritornata in cucina, mi preparo un caffé espresso corretto
con un po' di gin, poi mi lavo i denti, metto l’allarme e
mi corico immediatamente a dormire.
L’indomani mattina, mi alzo ancora prima che la sveglia inizi a
suonare, già stanca, per via della notte quasi completamente in
bianco che ho passato. Avrò dormito sì e no mezz’ora, rigirandomi
più volte sopra al materasso e passando quasi tutto il tempo a
riflettere sulla conversazione telefonica avuta poco prima di cena.
Se il preavviso di licenziamento come cameriera è stato tiepido,
perché comunque me l’aspettavo, questa chiamata telefonica
è stata una vera e propria doccia ghiacciata. Non so neppure come ho fatto a mantenere il controllo delle mie
emozioni mentre parlavo con la dottoressa, invece di inveirle
contro.
Dopo essermi bevuta due caffé lunghi di seguito, preparo in
fretta la colazione per mia figlia, poi faccio quello che non ho fatto
ieri sera: risciacquo e carico la lavastoviglie coi piatti di ieri sera
più la tazza di caffè di poco fa lasciando
lo spazio per la scodella e il cucchiaio di Gaia. Dopo aver pulito i
fornelli, la sveglia di mia figlia inizia immediatamente a suonare.
Che tempismo perfetto! penso interiormente, prima di sistemare
rapidamente lo spray sgrassante, lo straccio e la spugna al loro posto,
lavarmi e asciugarmi frettolosamente le mani con uno strofinaccio
appeso, per poi andare in camera sua a controllare se lei si stava
alzando.
Come immaginavo, Gaia ha soltanto spento la sua sveglia accendendo la
luce dell’abat-jour sul suo comodino, per poi riprendere a
dormire coricandosi nel lato opposto del letto. Dopo aver acceso la luce centrale della stanza e averle fatto un
po' di solletico ai fianchi, mia figlia si sveglia sorridente e
si alza in fretta.
«Buongiorno mamma!» esclama col suo solito tono acuto, poco
dopo aver spento l’abat-jour, per poi seguirmi in cucina e
mangiare la sua colazione.
Dopo aver finito si lava velocemente sotto la mia sorveglianza per poi andare in camera sua a vestirsi rapidamente.
Io, essendomi alzata prima del solito e avendo dormito pochissimo, mi
vesto in poco tempo, ma ne devo impiegare molto per truccarmi il viso e
nascondere le mie mille occhiaie.
Rispetto a ieri che con noi c'era anche Ryan, oggi
ci impieghiamo cinque minuti in meno a prepararci e a uscire di
casa, prima di entrare nella metropolitana per portarla al Kindergarten.
Quando arriviamo siamo le prime, e c’è solo
un'altra mamma lavoratrice con una figlia all'ingresso, in
trepidante attesa dell'apertura della struttura. Dopo aver salutato
calorosamente mia figlia, mi fiondo nuovamente in metropolitana per
arrivare presto anche al ristorante.
Siccome ho solo un mese a disposizione per fare ancora la cameriera
qui, tanto vale che lo sfrutto il meglio possibile, arrivando in
anticipo e facendo anche qualche oretta di straordinario, oltre a
quelle consuete, così da ottenere anche delle mance extra dai
clienti, oltre alla normale paga del mio datore.
Quest'ultimo rimane molto soddisfatto dal mio impegno costante
alla fine di questa mia seconda giornata di lavoro per questa
settimana. E concluso il mio turno, mi tolgo velocemente la divisa
salutando le mie
colleghe, ma anziché dirigermi a casa con la metropolitana per
fare un po' di pulizie, decido di scendere qualche fermata dopo,
davanti a un supermercato, per fare la spesa.
In genere, la faccio solamente il sabato mattina e nello stesso centro
commerciale in cui poi lavoro pomeriggio e sera, ma oggi ho deciso di
iniziare a farla anche in mezzo alla
settimana, anche per via delle modifiche del mio orario lavorativo.
Certo, non avendo dietro la macchina come il sabato, oggi
cercherò di stare attenta e di non caricarmi troppo, dato che
devo viaggiare in metropolitana con altre cento persone accanto.
Due ore più tardi
Sono le cinque e mezza del pomeriggio quando Fabiana, pur felice di essere uscita
tutta intera e con la spesa intatta dalla metropolitana, entra esausta
in casa.
Dopo aver sistemato in venti minuti tutti gli acquisti, decide di
accendere il computer e la stampante e ritagliare e avviare
lo scaricamento di altri coupon, dato che quelli che si era
portata con sé li ha utizzati tutti.
Fabiana, quando nota che sono le sei e un quarto di pomeriggio tardo,
si blocca all'improvviso sistemando tutto provvisoriamente in un
cassetto bianco della scrivania,
poi lo chiude a chiave e si prepara con rapidità per raggiungere
Colton alla
caffetteria.
Pov Alessandro
Fabiana è estremamente sorpresa di vedermi, oltre che molto
affannata, quando si volta nella direzione da cui l'ho chiamata affiancata dalla figlia e dal giovane barista di questo piccolo
Starbucks. È la prima volta, dai lontani tempi
dell'università, che passo in questa strada a
quest'ora, mentre ritorno a casa e rientro casualmente in questa
caffetteria. Stavo giusto aspettando il mio turno per ordinare un caffé
espresso da bere sul momento e una cheesecake alle fragole da portare
via, quando l'ho vista all'improvviso, in un momento di
distrazione, mentre lei usciva dal bagno con una faccia stanca e tutti
i capelli arruffati, stringendo delicatamente la mano di sua figlia.
«Alessandro? Sei... Sei proprio tu?» mi chiede lei, incredula, faticando a riconoscermi.
Effettivamente, questa è la prima volta che lei mi vede con
indosso i miei vestiti eleganti da lavoro; quando ci incontriamo
il venerdì sera con il resto della nostra compagnia, sono
vestito decisamente in modo più sobrio.
«Sì, sono proprio io, in carne e ossa Fabiana!» esclamo, sorridendo del suo stupore.
Il giovane barista accanto a lei, vedendo la mia ordinazione, si intromette un attimo tra di noi per servirmi.
«Ecco a lei con il suo caffé espresso e la sua cheesecake
alle fragole da portare via e in tutto sono cinque dollari» dice,
consegnandomi il dolce in un pacchetto.
Io gli consegno immediatamente i soldi, per poi rivolgermi nuovamente a Fabiana.
«Allora? Questo venerdì sarai dei nostri?» le domando,
osservandola con attenzione, mentre bevo con molta calma il mio
caffé.
«Non credo di riuscirci, Alessandro. Sono molto impegnata a
lavoro questa settimana, e poi non voglio lasciare da sola a casa
Gaia» mi risponde lei, con un tono di voce molto stanco.
«Posso aiutarti io con Gaia, tanto tua figlia mi adora»
l'intervento improvviso del giovane barista, oltre a sorprendermi
per il tono confidenziale con cui si è rivolto alla mia amica,
ottiene anche l'approvazione di sua figlia.
Soltanto Fabiana, infatti, è ancora titubante ad accettare quest'offerta.
«Sei sicuro che non sia un problema, Colton?»
«Sicurissimo Fabi. Vai tranquilla!»
Il loro ulteriore
dialogo, rende ancora più palese la confidenza tra quei due.
«Va bene, allora, Alessandro. Posso dire a Federica e Michele di
prenotare anche per me, per venerdì, anche se molto
probabilmente arriverò in ritardo» il suono improvviso
della voce della mia amica mi distoglie dalle mie riflessioni sul
possibile legame esistente tra il giovane barista e lei.
«Non è necessario che li chiami stasera, mando adesso io
un messaggio così che chiudano subito la prenotazione» le
rispondo gentilmente.
Con mia sorpresa e anche un leggero fastidio, il giovane barista dopo
aver chiuso lo Starbucks ci accompagna anche per buona parte del
tragitto in metropolitana. Poi io sono costretto a salutarli e a
scendere alla fermata prima
della loro - Fabiana, infatti, mi ha detto che il barista è
l’unico figlio dei suoi vicini di casa - per raggiungere il
parcheggio chiuso in cui ho lasciato la mia macchina. Quando poi, dopo
aver guidato per due ore, arrivo alla mia casa, sono molto stupito nel
vederla completamente al buio.
In genere, infatti, la mia fidanzata Samantha è già
dentro ad attendermi, seduta in salotto. Invece, quando entro,
l’intero appartamento è deserto,
spogliato di tutti gli oggetti appartenenti a lei e dopo tre
chiamate deviate automaticamente alla segreteria telefonica, provo a
mandarle un sms.
Sono molto preoccupato, non è da lei essere irraggiungibile telefonicamente.
Note:
Storia betata da Tanny,
ma se vi sono ulteriori errori e problemi che avete notato per voi
lettori, fatemelo sapere che io contatterò la mia beta personale
e glielo farò sapere in tempo. Grazie.
Spiegazioni ulteriori:
*Kindergarten, per chi non ha imparato il tedesco, significa asilo
e dato che in questa lingua si prevede l'obbligo dei sostantivi con la
lettera maiuscola, non segnalatemi nulla che va scritto in questo modo.
Riguardo le altre parole in corsivo, diciamo che essendo di lingua straniera, ho preferito scriverli così in modo tale da separarli dalle normali parole.
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