Harry Potter e la pietruzza rossa che non si sa a che serve

di DrHouse93
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una notte buia e tempestosa ***
Capitolo 2: *** Il ragazzo che è sopravvissuto ***
Capitolo 3: *** Lettere e recupero ***
Capitolo 4: *** Minkia'n Alley ***
Capitolo 5: *** Chi è più bravo a fare il Dio-Autore? ***
Capitolo 6: *** Microchip, Banca, Bacchette e Pipistrelli ***
Capitolo 7: *** Sul Nespresso di Hogwarts ***
Capitolo 8: *** La Cappella Parlante ***
Capitolo 9: *** Lezioni di volo ***
Capitolo 10: *** Halloween ***
Capitolo 11: *** La partita ***
Capitolo 12: *** Lo Specchio delle Brame ***
Capitolo 13: *** La Pietruzza Rossa ***
Capitolo 14: *** Umberto, Drago C***orugoso di Norvegia ***
Capitolo 15: *** Harry Potter vs Mary Sue ***
Capitolo 16: *** La Foresta Proibita ***
Capitolo 17: *** Giù nella botola ***
Capitolo 18: *** WLF(W la...) ***
Capitolo 19: *** Capitolo Special: Neville's Super Death ***



Capitolo 1
*** Una notte buia e tempestosa ***


Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve

Capitolo 1: Una notte buia e tempestosa

Era una notte buia e tempestosa(ma va?Non l’avevo capito)a Privet Drive, erano le 23.59(e dire che siamo a luglio). Sembrava una normalissima notte(buia e tempestosa), quando, precisamente con lo scattare della mezzanotte, accadde un fatto curioso. Un vecchio apparve, quasi dal nulla, all’imboccatura di Privet Drive. Si guardò intorno: era solo. Bestemmiò, avanzò di qualche passo verso i numeri 1 e 2, sfilò dalla tasca un accendino apparentemente truccato e lo fece scattare.

Non accadde nulla.

Il vecchio bestemmiò e riprovò, ma senza successo. Alla fine optò per la decisione migliore: sfoderò una lunga e sottile protesi…ehm, voglio dire bacchetta di legno, la puntò contro il lampione e borbottò: «Bombarda». Il lampione esplose all’istante. Compiaciuto, il vecchio continuò finché tutti i lampioni non esplosero. Dopo se ne pentì amaramente, in quanto, non vedendoci al buio, scivolò su una buccia di banana. Non appena si rialzò e proseguì calpestò una merda. Non appena si fu ripulito e proseguì, andò a cozzare contro un palo.

SILENTE: La vuoi far finita?
Non è colpa mia, sei tu che nella scheda personaggio hai 0 Punti Intelligenza!
SILENTE: Scheda Personaggio? Ma che roba è?
Boh, ma è la prima cosa che mi era venuta in mente

Bestemmiando, Silente si incamminò verso il numero 4 di Privet Drive. Arrivato al vialetto, vi trovò appollaiato un vecchio gatto. Silente guardò il gatto e disse: «Avrei dovuto immaginarlo che l’avrei trovata qui, professoressa McStrudel»
Per tutta risposta il gatto miagolò
«Su non sia timida» incalzò Silente, «si ritrasformi in essere umano»
Miagolio
«Ho detto: si ritrasformi»
Miagolio
«Trasformati, Life! Voglio dire, Is! No aspetta, Now! Adesso! Ora! Muoviti! EHEHEH»
Miagolio. A quel punto Silente perse la pazienza e ruggì contro il gatto:
«Avada Kedavra!»
Ci fu un lampo di luce verde e il gatto cadde a terra, morto. Inorridito, Silente si avvicinò al gatto tentando di farlo resuscitare. Senza esitare, prese il gatto e lo baciò.
«Silenten?» fece una voce alle sue spalle. Silente si girò di scatto, e il suo stomaco fece un sobbalzo. Davanti a lui c’era la McStrudel.
«Minerva! Ma, se tu sei qui…allora il gatto…» lasciò andare il gatto, schifato, mentre la McStrudel lo scrutava  preoccupata, come in cerca di qualche evidente malattia mentale.
«Ma, dov’eri finita? Ci siamo Smaterializzati insieme, mi hai chiesto una cosa e sei sparita!» sbottò Silente.
«Ien eren antaten at faren giretten su Salarien» rispose la McStrudel
«E perché sei andata a fare un giro sulla Salaria?»
Ma prima che la McStrudel rispose, anche perché penso che la risposta la sappiate tutti, un rombo fece voltare i due maghi. Una luce stava avanzando verso di loro. Era impossibile capire chi o che cosa emanava la luce, perché la notte era troppo buia e tempestosa. Poi, quando la cosa fu abbastanza vicina a terra(perché stava atterrando)Silente e la McStrudel la riconobbero. Era la motocicletta volante, evocata poco prima da Silente, sulla quale sedeva la Cosa, o meglio, Il Hagrid, o meglio ancora Hagrid.
Hagrid gesticolava e gridava, ma il rombo della motocicletta impediva di capire cosa stesse dicendo. Poi, quando era a pochi metri da terra, e la frenata era impossibile, lo sentirono: «Toglietevi di mezzo! Proteggetevi! Mi hanno tagliato i freni e piazzato una bomba nucleare sulla moto!»
Silente sfoderò la bacchetta, ma fu troppo lento…

KA-BOOM!!!!

, come inizio è pessimo. Non potevi proprio toglierla quella bomba nucleare, eh?
HAGRID: Guarda che sei tu che scrivi questa fanfic, che già è iniziata male, mi pare!
SILENTE: Ti pare?
Comunque, statevene buoni mentre risistemo tutto
MCSTRUDEL: Et comen?
HARRY: Gneeeeeeeeeeee
Boh

Così scrivendo, il mondo tornò alla normalità, ancora intero, e con tre dei Mitici 8 davanti al numero 4 di Privet Drive, che ora stanno imbambolati come idioti a fissarsi e perché cazzo state imbambolati?!?!?
Ma i tre non risposero, persino il fagotto che Hagrid teneva in braccio si era zittito.

Uhm, c’è qualcosa che non va
PROF.: Non gli hai ridato il cervello!
Ma no, quello non ce l’avevano già da prima. E poi, lei cosa vuole, che ci fa qui? Avada Kedavra!
Ah, ma certo, non ho premuto il tasto Play!

Così tutto il mondo tornò a muoversi. I tre si avvicinarono alla soglia del numero 4 di Privet Drive, Silente posò a terra il fagotto, che conteneva un bimbo di un anno, con una bizzarra cicatrice a forma di saetta sulla fronte, che dormiva serenamente. Posò sulla testa del bambino una lettera per gli zii, i Coattley, poi disse: «Buona fortuna, Harry Potter»
Si girò per andarsene quando la McStrudel lo chiamò:
«Silenten
«Si?»
«Sei sicuren di afere posaten letteren per Coattlen et non lista tella spesen
«Certo!» ribatte Silente, offeso, «Per chi mi hai preso? Per un vecchio rimbambito?»
La McStrudel lo guardò come per dire devo rispondere?, ma poi ci ripensò
«Silente» fece Hagrid, «dobbiamo muoverci, la polizia sta cercando zio Voldy»
Silente sospirò. «Ha avuto una ricaduta di malvagità?»
«No, ha mandato a fanculo un poliziotto»
«E perché l’avrebbe fatto?» chiese Silente, stupido, cioè stupito.
«E che ne so, chiedilo all’autore!» fece Hagrid
SILENTE: Perché zio Voldy ha mandato un poliziotto a fanculo?
Ma prima che io potessi rispondere, Silente iniziò a girare su sé stesso per Smaterializzarsi, mentre gridava:
«Ehi aspetta, non vale farmi Smaterializzare per non rispondereeeeeeeeeeeeeeeee…..»
Ma io non risposi mai a quella domanda, anche perché non lo so, e Silente si dimenticò di avermelo chiesto, facendo ricadere la colpa del fanculizzamento del poliziotto da parte di zio Voldy su Spider-Egg.

IL GIORNO DOPO…

Il signor Coattley si svegliò per andare a lavoro. Si vestì, fece colazione e tutti i vari cazzi mattutini, ma quando uscì urtò col piede su un fagotto morbido. Dapprima pensò che fosse cacca di uccello, così la prese a calci, ma quando il fagotto alzò un pianto, si chinò per osservarlo. Era un bambino, più piccolo di un anno di suo figlio Dudley, con una lettera sulla fronte. Prese la lettera e sobbalzò. Sulla fronte del bambino c’era una cicatrice a forma di saetta. Cercando di ignorare il bambino lesse la lettera. Ma quando vide il contenuto, rimase perplesso. Recitava:

2 pacchi di farina tipo ‘00’
450 grammi di pasta
2 confezioni di uova fresche
8 vermi andati a male per le pozioni
2 chili di cacca secca da rifilare di soppiatto a Spider-Egg
E RICORDA di andare a fare la spesa prima di pranzo

Zio Voldy

Ok ragazzi, ecco qui il primo capitolo della fan fiction dove iniziano tutte le (dis)avventure di Harry Potter! Ricordatevi di recensire se vi è piaciuta, noi ci sentiamo domani per un altro capitolo!

 

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Capitolo 2
*** Il ragazzo che è sopravvissuto ***


Harry Potter e la pietruzza rossa che non si sa a che serve
Capitolo 2: Il ragazzo che è sopravvissuto

Così, la McStrudel gli donò il potere di parlare tante lingue e di diventare invisibile, Hagrid il potere di avere un culo così(in senso letterario, anche se per Hagrid è più in senso fisico), Dr.House gli donò il potere di essere scemo ogni tanto, Cuffaro gli donò il potere di fare il leader, zio Voldy gli donò il potere di parlare in Serpentese, Spider-Egg gli donò il potere di fare figure di merda e Krum gli donò il potere di giocare bene a Quidditch e a Calcio Volante. Rimase solo Silente. Lo guardò, e poi gli donò anche lui il suo potere.Poi fece apparire dal nulla una moto e disse:"Hagrid, prendi questa moto e raggiungimi tra un a Privet Drive. Io e la McStrudel andiamo a controllare che sia tutto libero" "E noi?" chiese zio Voldy, seguito da mormorii di assenso "E che ne so, andate a asuhfoa" "Eh?" "Ciuppa!" Infine si Smaterializzarono. "Tu ke poteren gli aferen daten?" domandò la McStrudel quando riapparvero. "Il potere di svegliarsi sempre di soprassalto" rispose Silente.
Tratto da:I Mitici 8, di DrHouse93

9 ANNI DOPO...


Harry Potter si svegliò di soprassalto(chissà perchè). Quel giorno sarebbe andato allo zoo con i suoi zii, gli unici parenti che gli erano rimasti dopo che i suoi erano morti(e nessuno aveva mai voluto spiegargli il perchè). Suo zio, Vernon Coattley, era un uomo stupido, sempre pronto a incazzarsi e, essendo un ex-wrestler si divertiva sperimentando le sue mosse su Harry. Sua zia, Petunia Coattley, era inizialmente una di quelle donnine che batteva per le strade. Ma, confermando di essersi sposata con Vernon Coattley, ha commesso l'errore più grande della sua vita, non solo per essersi sposata, ma anche per aver messo al mondo il loro unico figlio: Dudley. Dudley era il più stupido della famiglia Coattley. Non era in grado di parlare o di pensare, le uniche lettere che conosceva erano: e a u h. L'unica cosa che riusciva a fare in gran quantità era mangiare come un maiale(o meglio, come un Orso)e fare il Coattone(in pratica, un Orso Coattone). Harry era l'unico Potter sotto il tetto dei Coattley. Loro detestavano Harry e lo trattavano come un agente specializzato in pedinamenti tratta un mocassino dopo aver inseguito qualcuno per una settimana intera. Così, di malavoglia, Harry si alzò dal letto, si vestì e si recò un cucina per servire la colazione. Zio Vernon era arrivato al punto di chiamarlo: "Lo schiavetto cretinetto", cosa che faceva incazzare molto Harry, che però, impotente com'era, non poteva far altro che digrignare i denti. Dopo la colazione, i Coattley si apprestarono a scendere per andare allo zoo. Non fosse stato per il fatto che zio Vernon voleva far vedere a tutti la sua nuova macchina, una Cinquecento del 1245(ma nel 1245 già esistavano le Cinquecento?), avrebbe giurato che sarebbe stato Harry a portarli allo zoo. Anche se la macchina era talmente lenta che veniva superata pure da una lumaca moribonda, Harry preferiva di gran lunga la Cinquecento, piuttosto che portare sulle (s)palle l'enorme ciccia di zio Vernon e Dudley. Arrivati allo zoo, Harry scivolò su una buccia di banana e finì di faccia nella *****. Harry pensò: Ma porcaccia la mutandaccia! Fortuna che non mi ha visto nessuno. (S)fortunatamente una telecamera che registrava e mandava il suo materiale direttamente in MondoVisione passò la vicino, e in cerca di nuovi talenti, riprese Harry. Quest'ultimo venne quindi visto da tutto il mondo, e per tutto il pianeta Terra risuonò una risata colossale. Harry desiderò di essere invisibile, così che non potessero vederlo. Di colpo, così come l'aveva desiderato, divenne invisibile. Se ne accorse soltanto perchè si era raggomitolato a piangere come un bambino cretino. Raggiante, si rialzò e calò pantaloni e mutande a tutti i presenti, tranne all'addetto della MondoVisione, che invece riprese tutto. Harry entrò nello zoo e si trovò faccia a faccia con un serpente. Preso dal terrore, gli parlò, nel tentativo di mandarlo da qualche altra parte: "Dai, attacca i Coattley! Uccidili, sgozzali, muorili!". Ma il serpente lo guardò e dopo un vaffanculo se ne andò. A quel punto arrivarono Ron e Hermione che dissero: "Harry, sei un rettilofono, perchè non ce l'hai detto?". Harry li guardò e chiese: "Ma voi chi cavolo siete?"

Ehm, Ron, Hermione, Harry ha ragione, che cavolo ci fate qui?
"Ma, non dovremmo dire: 'Harry sei un rettilofono, perchè non ce l'hai detto'?" chiese Ron
Si, ma non in questa fanfiction!
"No invece," intervenne Hermione, "perchè secondo quanto decretato dall'Art.33 della Costituzione ognuno ha libertà di insegnamento, ma non considera l'ostruzione di un buco spazio-temporale relativo a un buco nero generatosi dalla collisione della galassia di Andromeda, che è la madre di Tonks, che si chiama Ninfadora, che adesso non c'entra niente, mediante l'eccitazione di..."
Hermione scusa, ma cosa c'entra?
"Ma non lo so" rispose Hermione, "sei tu che mi scrivi i discorsi, pirla!"
Hermione?
"Si?"
Crepa

Detto questo, Hermione se ne andò piangendo e Ron, per consolarla, scagliò Stupefacenti a destra e a manca. Harry era turbato. Gli erano già successe due cose molto strane, che non gli erano mai successe prima. Aveva sempre fatto figure di merda, ma non era mai riuscito a diventare invisibile e a parlare con i serpenti. E in più non sapeva chi fossero quei due e come conoscessero il suo nome. All'improvviso, ci fu un rombo assordante e il soffito franò a terra: un aereo stava precipitando dritto nello zoo. Harry stava per assaporare la morte, visto che l'aereo veniva dritto contro di lui, quando un criceto si liberò dalla gabbia e andò a mordere un cane, che ululò furioso e sbranò un gatto lì vicino, che partì miagolando come un pazzo e si ficcò nelle gambe di zio Vernon, che per rabbia prese Dudley, lo sollevò(non si sa come ha fatto)e gli fece un Pedigree, all'improvviso arrivò Rey Misterio che gli fece una 619 ma rimbalzò sulla sua imponente ciccia, volò di 300…

MESSAGGERO: Questa è pazzia!
LEONIDA: Pazzia? QUESTA! E’! SPARTA!
SBAM
Si, e questo è un Anatema che Uccide
LEONIDA: Un cosa?
Avada Kedavra!

Dicevo, volò di 400 metri e finì addosso a un elicottero, l'elicottero planò versò terra, ma una folata di vento gli fece staccare l'elica e andò a colpire la macchina di un pazzoide, il pazzoide per lo spavento partì a razzo e, tendendo le braccia di fuori e urlando come un matto, afferrò senza volerlo Harry e lo trascinò fuori dalla traiettoria dell'aereo, che si schiantò aprendo un un enorme cratere sul pavimento dello zoo. Harry riaprì gli occhi, e pensò: Che culo!. E così gli erano successe già tre cose strane. Era sempre stato uno sfigato, e non riusciva a capire perchè avesse avuto tutto quel culo all'improvviso. Solo ora si rese conto che ogni volta che si svegliava, si svegliava di soprassalto. Stupido, cioè stupito, si chiese come mai. Ma, dato che non riuscì a trovare una risposta, tornò visibile e trascinò gli zii moribondi all'ospedale.

Arrivati all'ospedale però, Harry cedette al peso di zio Vernon e Dudley, e svenì. Quando rinvenne, Harry si svegliò di soprassalto. Era in un ospedale, lo stesso ospedale dove, 9 anni prima, Silente era stato costretto a rimanere sdraiato e addormentato dopo una trentina di Fleur, cioè Flebo. Si girò e vide una lettera sul comodino. La prese. Sull'intestazione c'era scritto: Al signor Harry Potter,
ospedale dove 9 anni prima Silente era stato costretto a rimanere sdraiato e addormentato dopo una trentita di Fleur, cioè Flebo, a Londra, in Inghilterra, in Gran Bretagna, nel Regno Unito, in Europa, nel vecchio continente, nel pianeta Terra, nel sistema solare, nella galassia Via Lattea, nell'Universo'
. Incredulo, la aprì e lesse:

Caro Harry,
Tu sei un mago. Se non ci credi, prova a ripensare a quello che ti è successo stamattina e a darti una risposta. Se non ci riesci vuol dire che sei un mago. Sei ci riesci, ...ehm...abbiamo sbagliato destinatario. Comunque, volevo informarti che, essendo un mago, inizierai a frequentare Hogwarts(che è una scuola di maghi)il primo settembre, e che ti serve una bacchetta e qualche altra cazzatella che trovi scritto sulla mail che ti ho mandato stamattina. A presto,

Firmato,
Marcus Silente

Harry rilesse le lettera 87168141206215465 volte e infine capì. Capì perchè era riuscito a fare tutte quelle cose quelle mattina. Stava per urlarlo a tutto il mondo quando i medici si accorsero che era sveglio e, con circa 46541061498403541327998841 flebo lo addormentarono di nuovo.

 

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Capitolo 3
*** Lettere e recupero ***


Harry Potter e la pietruzza rossa che non si sa a che serve
- Capitolo 3: Lettere e recupero-

Harry si svegliò di soprassalto. Si trovava nel ripostiglio del sottoscala, la sua camera, praticamente. Osservò i ragni sul soffitto, mentre rifletteva sul perché si era svegliato. Dopo un po’ però arrivò alla conclusione che l’unico motivo per cui si era svegliato era per colpa dell’autore.
«Che grandissimo figlio di…» cominciò Harry.
«Si?» dissi io mentre caricavo un fulmine
«…buona donna» concluse Harry in fretta.
KRAK-HOOM!!!
«Ahio! Ma perché mi hai preso?»
Boh, ma mi diverto a farvi capitare le cose peggiori

Dopo un po’ Harry si alzò dal letto perché un urlo molto preciso lo informò che doveva andare a preparare la colazione e a servirla: «EHEHEHEHEH». Di malavoglia Harry si recò un cucina, mentre rifletteva sull’ingiustizia della vita. Anzi, più che altro sulla fame di zio Vernon, visto che non appena aveva saputo della lettera di Harry l’aveva mangiata senza neanche masticarla. Ma quella domenica in realtà sarebbe stata diversa dalle altre, poiché stava per accadere qualcosa di strano al numero 4 di Privet Drive

HARRY: Davvero?
No

Mentre zio Vernon afferrava il 47812082031° biscotto accingendosi a mangiarlo, si bloccò. Iniziò a diventare paonazzo a e tremare. Preoccupati, zia Petunia e Dudley si avvicinarono mentre Harry, che aveva un “VAGO” presentimento, si tenne a distanza. Zio Vernon tremò sempre di più, poi, quando non poté più trattenersi, mollò una scoreggia abnorme che buttò giù una parete. Harry dapprima scoppiò a ridere, ma poi pensò inorridito: Oh no! Non dovevo mettergli tutto quel lassativo nei biscotti!
Mentre Harry era convinto che sarebbe stato travolto, dal c**o di zio Vernon cominciarono a uscire lettere. Sempre le stesse lettere. Tutte indirizzate a Harry. Non appena zio Vernon, tra un gemito e l’altro, se ne accorse agguantò Harry e lo riempì di Chop(gli schiaffi che si danno i wrestler, non penso si scriva così), poi lo sbattè per terra e, approfittando del turbo propulsore naturale, partì in aria e cadde addosso a Harry. Davanti a Harry esplosero dei puntini rossi e bianchi, si fece nero e tutto svanì.
Harry si svegliò di soprassalto, ma appena alzò la testa la sbattè contro una trave, si fece nero, e tutto svanì.
Harry si svegliò di soprassalto, evitò la trave ma centrò una mina che zio Vernon aveva piazzato lì per non farlo scappare. La mano si staccò dal polso, si fece nero e tutto svanì.
Harry si svegliò di soprassalto, sopra di lui c’era una figura incappucciata.
«Ma che…» cominciò Harry
«Avada Kedavra!»
Si fece nero, e tutto svanì

HARRY: Ma tu ti diverti proprio?
Si, perché?
HARRY: Oh, era tanto per chiedere.

Harry si svegliò di soprassalto, non c’era alcuna trave e la mano era ancora al suo posto. Si trovavano su una catapecchia in una sperduta isoletta in mezzo al mare. Non sapeva perché si trovavano lì. Guardò l’orologio: erano le 23.59(quanto torna familiare quest’orario). Tra un minuto circa era il 31 luglio, e sarebbe quindi stato l’undicesimo compleanno di Harry. Meno cinque secondi…quattro…tre…due…uno…

KA-BOOM!!!

Ragazzi, quanto volte vi ho detto che le porte non si buttano giù con delle testate nucleari?
SILENTE: Veramente non ce l’hai detto!
HAGRID: Allora, se non dobbiamo usare delle testate nucleari, la prendiamo a capocciate normalmente?
Hagrid?
HAGRID: Si?
Ma vaffanculo
HAGRID: D’accordo, ci vado, dove si trova questo fanculo?

HAGRID: Che c’è?
Ragazzi, ve ne occupate voi o ci penso io?

ZIO VOLDY: Ci pensiamo noi
SOCK BAM THUD
HAGRID: Ehi, ma che…
SDENG POW SPACK
LA CUFFARO: Fatto
Bene, ora, buttatela giù a calci la porta
LA CUFFARO: A calci normali o nucleari?
SOCK BAM THUD SDENG POW SPACK
Ottimo lavoro

Mancavano pochi secondi. Cinque…quattro…tre…due…uno…
SBAM!
AHIA MA PORCA BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED

Ma non vi avevo detto di buttarla giù a calci la porta?
ZIO VOLDY: Lo sappiamo, solo che Silente ci ha provato e si è fatto male, ora sta bestemmiando
Non poteva buttarla giù qualcun altro?
ZIO VOLDY: Lui ha insistito…ah ecco, ha cominciato a piangere come un bambino cretino
Uff, ci penso io

Mancavano pochi secondi. Cinque…quattro…tre…due…uno…
SBAM! AHIA MA PORCA BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED

Harry sobbalzò e guardò verso la porta, proprio mentre questa, con un tonfo, cadeva a terra. I Coattley si riversarono nel salotto, ringhiando come cani rabbiosi davanti a un gatto in calore. Dalla porta entrarono i Mitici 5(2 erano stati pestati e uno piangeva come un bambino cretino), e sfoderando le bacchette, irruppero nel salotto. Non appena individuarono i Coattley, si lanciarono all’assalto urlando a squarciagola: «WAAAAAAAA!!!!!»
I Coattley non si fece coglione…voglio dire, cogliere impreparati, ma si lanciarono addosso ruggendo il loro grido di battaglia: «AAAAAA AAAAAAA AAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!»
Spider-Egg e Krum andarono a cozzare contro zio Vernon e Dudley, furono respinti fuori e finirono in acqua. La McStrudel e zio Voldy cominciarono a scagliare incantesimi a destra e a manca, Dr. House a prendere a bastonate i presenti, ma era tutto inutile. Tutto sembrava rimbalzare sulla ciccia di zio Vernon e Dudley. All’improvviso ricomparve Spider-Egg, che tuonò:«KRAK-HOOM!!!»(d’accordo, questa potevo risparmiarmela), ma fu colpito in pieno da una Chop di zio Vernon, che ne approfittò per fargli un Pedigree. Zio Voldy ne approfittò per scagliargli contro un Anatema Che Uccide, ma lo mancò andando a colpire Neville(ma che cazzo ci fa qui???)che si afflosciò(ma non Neville…). La McStrudel intanto teneva a bada sia zia Petunia che Dudley, anche se in difficoltà. Le si affiancò Krum. Mise le mani in tasca, afferrò un medaglione e fece: «POTERE DI GIOVEEEE!!!! VIENI A ME!!!!» In quel preciso momento un fulmine lo centrò in pieno. Zio Voldy iniziò a scappare da zio Vernon, che lo inseguiva, lanciando al contempo degli Stupefacenti. Uno di questi andò a colpire il suo c**o. Zio Vernon si fermò, un’espressione da ebete mentre continuava a ripetere: «EHEHEHEH».
Zio Voldy parve dapprima compiaciuto, ma poi fissò inorridito il culo di zio Vernon che cominciò a tremare. A quel punto Silente si buttò in mare…cioè nella mischia, e si mise a impartire ordini: «Prendete Harry e scappate! Non pensate a me!!»
«La vuoi smetteren ti faren eroen e te muoven?» sbottò la McStrudel.
«Sì ok» rispose Silente. Harry, intanto, aveva assistito al combattimento rannicchiato dietro il divano a piangere pure lui come un bambino cretino, ma poi si rese conto che due braccia lo afferrarono per i capelli.
«Non riusciamo a sollevare Hagrid e la Cuffaro!» esclamò zio Voldy, «e Vernon sta per scoreggiare!»
«Fuggite, sciocchi!» fece Silente
«E goza g’endra mo?» chiese Krum
«Nulla, però ci stava bene»
«Ma vaf…»

PROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOT!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Ok ragazzi, finisce qui un nuovo capitolo. Se vi state chiedendo perché anche queste scritte sono marroni, provate a leggere il suono di sopra. Bene, ora vi lascio perché devo andare a ripulirmi, noi ci sentiamo domani per un altro capitolo, e ricordatevi di recensire questo se vi è piaciuto. Ciao Ragazzi!

 

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Capitolo 4
*** Minkia'n Alley ***


Harry Potter e la pietruzza rossa che non si sa a che serve
- Capitolo 4: Minkia’n alley

Sfrecciavano in aria a una velocità folle.

HARRY: Su un jet?
No
HARRY: Su un aereo?
No
HARRY: Su un elicottero?
No
HARRY: Su un deltaplano?
No state volando senza niente!
HARRY: E come?
Sigh…ma perché ho voluto scrivere questa fan fiction…

Dicevo, sfrecciavano in aria a una velocità folle, ricoperti da capo a piedi di *****, il mare sfrecciava sotto di loro e, dopo il mare, la terraferma. Nonostante la violenza del peto, rimasero a sfrecciare in aria per poco tempo…

14395821048525698 ORE DOPO…

Finalmente iniziarono a scendere. Ma poi Silente si accorse che a questa velocità si sarebbero sfracellati al suolo morendo sul colpo(azz…che intuito). Così iniziò a recitare complessi incantesimi di protezione proprio mentre stavano per toccare terra.
SPACK
Un giorno di questi dovrò decidermi a farli più intelligenti i miei personaggi…

Così iniziò a recitare complessi incantesimi di protezione proprio mentre stavano per toccare terra. All’improvviso, un’automobilista che guidava in stato di ebbrezza perse il controllo della macchina e andò a cozzare contro un lampione, che cadde addosso a un chiwawa radioattivo che fu cioncato in due, che schizzò(non entriamo nei particolari)e iniziò a correre impazzito, travolse Peter Parker che andava su un triciclo e lo morse che fu contagiato e divenne Chiwawa-Man, che iniziò a ringhiare contro un truzzo che prese a pestarlo, che guaì mentre veniva sbrindellato, il sangue schizzò sulla strada formando una pozza vischiosa(non ci fate caso, ho appena finito di vedere Happy Tree Friends), un camion di Materazzi passò lì, scivolò sulla pozzanghera di sangue rovesciando tutto il suo contenuto di Materazzi, che si alzarono in piedi, ma che furono presi al petto dai Mitici 8 e Harry che precipitavano, che si salvavano mentre i Materazzi son caduti, hanno preso una capata…(ma che c’entra mo?). Harry si alzò, un po’ ammaccato, e si guardò attorno. Si trovava sotto a un soffice Materazzo, e parte di quella strada era stata devastata.
Ma chi se ne frega, pensò Harry, tanto io sono salvo. Ma in quel preciso momento un meteorite tranciò di netto la testa di Harry, che volò nello spazio e finì sul Sole, dove si sciolse come cera.

No, aspettate, quella del meteorite non l’avevo prevista

Ma chi se ne frega, pensò Harry, tanto io sono salvo. Ma in quel preciso momento un meteorite cadde addosso a zio Voldy, che mentre moriva scagliò un Anatema Che Uccide, che andò a colpire Harry, si fece nero, e tutto svanì.

Si, bravo Ale, ora che ti sei divertito a prendere il mio posto togliti dalle balle e vai a giocare sui tetti che ha appena piovuto

Ma chi se ne frega, pensò Harry, tanto io sono salvo. Ma in quel preciso momento un meteorite cadde addosso a zio Voldy, che mentre moriva scagliò un Anatema Che Uccide, che andò a colpire Hagrid, che però rimbalzò sulla sua ciccia e tornò verso zio Voldy, che morì sul colpo(ma non stava già morendo?). Solo allora Silente si accorse che Harry lo stava guardando e disse: «Oh no, HARRY CI STA GUARDANDO! POTREBBE UCCIDERCI COME UN BASILISCO! FUGGITE, SCIOCCHI!» e detto questo scagliò un incantesimo su Harry, si fece nero, e tutto svanì.
Harry si svegliò di soprassalto. Si trovava in una Londra devastata(o almeno solo quella via), sopra di lui era chino un Mezzogigante, o almeno quello sembrava, che lo guardava preoccupato. Si alzò e gli chiese: «Chi sei?»
«Sono il Demone CLISTERE!!!» gridò con voce possente.
«Davvero?» chiese Harry allarmato, mentre con le mani si copriva l’ano.
«No, mi chiamo Rutteus Hagrid, ma tutti mi chiamano Hagrid» rispose il Mezzogigante.
«Ah, meno male» rispose sollevato Harry, mentre levava le mani, «e perché ti chiami Rutteus
«Secondo te?»
«Perché mangi tante caramelle?»
«E che c’entra?»
«E che cazzo ne so! Io sto solo qui a dire quello che scrive l’autore, non è colpa mia se faccio queste domande del cavolo!»
«Ciuppa
«Guarda che mica ho detto ‘eh?’»
«Ciuppa
«Hagrid
«Si?»
«Crepa. E poi come fai a conoscermi?». Così Hagrid spiegò a Harry che lui faceva parte dei Mitici 8, una squadra segreta formata da Silente - il più grande mago di tutti i tempi - , che aveva lo scopo di portare la giustizia nel mondo(HARRY: Tipo i Fantastici 4? HAGRID: No, ti ho già detto che siamo 8! HARRY: Ah ok, scusa), che il suo nome in codice era “il Hagrid”(HARRY: Non sembra tanto in codice HAGRID: E che vuoi da me, i nomi li ha scelti quel pirla di Silente!), e gli raccontò di come, 10 anni prima, l’avevano trovato tra le macerie della sua vera casa.
«Chi ha ucciso i miei genitori?» chiese Harry, bramoso di verità
«Non credo di essere la persona più adatta per dirtelo» rispose Hagrid
«Davvero?»
«No, ma sul copione c’è scritto così»
«Quale copione?
«E che ne so io. Ma basta dire cretinate mo, dobbiamo andare a Minkia’n Alley»
«Eh?»
«Ciuppa
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Harry seguì Hagrid. Dopo essere stato clisterato dal vero Demone Clistere e dopo essere “CASUALMENTE” resuscitato, erano arrivati alla fine del tunnel, che segnava l’ingresso a Minkia’n Alley. Si trovarono davanti a una porta. Sopra c’era una scritta: Le porte di Balin, figlio di Fundin, signore di Moria. Dite, amici, ed entrate!
«Moria?» chiese Harry, «E che roba è?»
«Ciuppa!» rispose Hagrid(non ci fate caso, è sempre così rincoglionito). «Non farci caso, la scritta la fece un rimbambito fissato col Signore degli Anelli. Un certo Gandalf…bah, comunque, se vogliamo passare dobbiamo dire una parola d’ordine»
«Potrebbe essere amici detto in elfico» ipotizzò Harry
«Tu conosci l’elfico?» chiese Hagrid.
«No»
«Allora siamo nella merda». Esitò per qualche istante, poi si illuminò: «Ma certo! La parola d’ordine è pesce fritto e baccalà!»
La porta non si mosse.
«Ehm, polipo morto?»
La porta non si mosse.
«Lasagne di Giovanni Rana?»
La porta non si mosse.
«Mellon!»
La porta non si mosse.
«Amici!»
La porta non si mosse.
«Maria de Filippi!»
La porta non si mosse.
«WAAAAAAAA!!!!!»
La porta non si mosse.
«Ma “amici” in elfico non vuol dire: Agrid Muore Ibernato (per la sua) Coglionaggine Internazionale?» intervenne Harry.
La porta si spalancò. Turbato, Hagrid si avviò dentro Minkia’n Alley, mentre Harry si apprestava a seguirlo.

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Capitolo 5
*** Chi è più bravo a fare il Dio-Autore? ***


Harry Potter e la pietruzza rossa che non si sa a che serve(E’ na faticaccia scrive il titolo ogni volta)
- Capitolo 5: Chi è più bravo a fare il Dio-Autore? -

Harry spalancò gli occhi. Si trovavano all’inizio di un grande viale. Completamente nascosta a tutta Londra, Minkia’n Alley si spandeva davanti ai suoi occhi. Harry non riusciva a crederci. Era uno spettacolo orribile. Sembrava una zona di guerra: cadaveri disseminati qua e là, resti di armi e proiettili. Inorridito, Harry chiese: «Hagrid, perché Minkia’n Alley è una zona di guerra?»
«Mica questa è Minkia’n Alley!» rispose Hagrid, ridendo(ma perché ride?), «questa è l’ultima prova per arrivarci. Bisogna superare questo campo»
«Ma cosa c’entra questo?»
«Non c’entra una minchia, da cosa pensi che derivi il nome, allora?»
«Tutto qui?» rise Harry, il quale il campo gli sembrava totalmente innocuo. Sicuro di sé cominciò ad incamminarsi.
«Fermati Harry, fermati cazzo! Non far ti prego un altro passo!» gridò Hagrid, intonando la canzone dei Gem Boy(La guerra di Piero), «Se tu vai li sopra potresti morire!»
E Ron e Hermione dissero, all’unisono: «Chi mi ridarà i miei 100 galeoni?»(Sempre in mezzo sti due)
Ma Harry andò avanti come chi se ne sbatte…partì in aria come uno shuttle…FIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIT KA-BOOM!!!!!

Harry si svegliò di soprassalto.
Un giorno di questi dovrò smetterla di addormentarmi in piedi e fare sogni del cavolo, pensò Harry. Ma quando si guardò si accorse di essere trasparente: era un fantasma. Era morto. Si voltò. Affianco a lui c’era un vecchio, di pelle nera.
«Questo…è il paradiso?» chiese Harry, incerto, al vecchio
«No, macchè, questo è il Monte Eve…»
Ahhhhhhhhhh Morgan, ma tu non hai niente di meglio da fare che venire qui a fregarmi il posto?
MORGAN FREEMAN: Ma che vuoi da me, sei come sei tu che mi fai fare questa comparse nelle tue fan fiction sfigate, a me basterebbe recitare Dio in una Settimana da Dio!
, a me no, Avada Kedavra! Dunque dicevo, caro Harry, tu non ti sei addormentato in piedi, sei morto veramente. Sai, dovresti imparare ad ascoltare i consigli degli altri, tranne quelli di Hagrid, che è un rincoglionito
HAGRID: Ehi! Ma io non sono rinco…Sono un rincoglionito EHEHEHEHEH
Si, e io ti ricordo che il Dio-Autore sono io(non Morgan Freeman). Comunque, adesso vi faccio atterrare esattamente un passo dopo il campo minato, perciò non fate altre cretinate!

E detto questo Harry e Hagrid atterrarono esattamente un passo dopo il campo minato. Harry cominciò a incamminarsi, ma scivolò su una buccia di banana e, per mantenere l’equilibrio, fece un passo indietro

Ma non ti avevo detto di non fare altre cretinate?
HARRY: Ma che vuoi, adesso era colpa tu…Non è vero è colpa mia EHEHEHEHEH
Bene, così sì che ragioniamo

E così facendo Harry riatterrò davanti ad Hagrid, esattamente un passo dopo il campo minato.
Ok, non devo fare cretinate o morirò, pensò Harry, a sangue freddo, in fondo non è difficile. Rimase tre ore impalato a fissare il pavimento, cercando evidenti trappole, poi guardò la strada davanti a sé e, non trovando altre trappole, fece un passo avanti.

YU-UHHHHHHHH BRAVO CLAPCLAPCLAPCLAP EVVAI!!!
IO: Argh, ragazzi che ci fate qui a casa mia?
MARCO: E’ il tuo compleanno, non ti ricordi?
IO: Ma il mio compleanno è a Marzo!
LORENZO: , ehm…pesce d’aprile!
IO: , al massimo possiamo vederci un po’ di film p***o. Ne ho una buona collezione sul PC.
GIANLUCA: Ok
IO: Ok, aspettate un attimo. Harry, visto che ti credi più bravo di me a fare l’autore, prendi il mio posto un secondo. Io intanto mi vedo qualche film p***o insieme ai miei amici

HARRY: Posso farvi compagnia?
GIANLUCA: No, piccolo Harry, il tuo cervellino è troppo piccolo per queste cose
HARRY: Ma non è ve…Il mio cervellino è troppo piccolo per queste cose EHEHEHEHEH
IO: Ok ragazzi, da questo momento scriverà Harry, io ho…ehm…da fare…

Così il grandissimo stra-figo Harry Potter, che poi sarei io, atterrò di nuovo sulla terra ferma, proprio mentre centinaia di ragazze si buttarono ai miei piedi(mi piace questo ruolo). Hagrid iniziò a guidarmi verso Minkia’n Alley, mentre la folla di ragazze adoranti mi seguiva.
Fa uno strano effetto non scivolare su nessuna buccia di banana, pensai io.

PAUSA
Ragazzi, sono sempre io. Scusate l’interruzione, ma vorrei farvi notare che, se avete letto I Mitici 8, dovreste sapere che Harry ha degli strani poteri, che spesso non riesce a controllare e che spesso, se non si verificano, scatenano delle catastrofi naturali. Infatti provate a indovinare cosa gli sta per succedere. Bene, possiamo continuare
PLAY

Continuai ad avanzare e a non scivolare in nessuna buccia di banana.
Potere di Spider-Egg: Sfiga innaturale e fare figure di merda
All’improvviso vidi arrivare un enorme meteorite verso di me. Feci giusto in tempo a pensare D’oh!, che il meteorite mi falciò in pieno
HARRY: Ok, così non ci siamo. Riproviamo
Continuai ad avanzare e a scivolare in qualche buccia di banana. Le ragazze mi videro e pensarono probabilmente che ero un emerito pirla, così se ne andarono.
HARRY: Posso farle tornare con la forza, ho tutti i poteri del Dio-Autore DrHouse93!
Potresti anche, ma tanto saresti costretto a fare una figura di merda e ti pianterebbero in asso di nuovo
HARRY: Ehi, ma tu non ti stavi vedendo i film p***o? E poi perché devo fare delle figure di merda?
Perché quando i Mitici 8 ti trovarono ti donarono alcuni poteri e Spider-Egg ti donò il potere di avere una sfiga innaturale e di fare figure di merda
HARRY: Altrimenti?
Prova

Continuai ad avanzare e a non scivolare su nessuna buccia di banana, mentre la folla adoranti di ragazze mi seguiva

KA-BOOM!!!!

Dicevi?
HARRY: Che ti sfido!
Tu cosa?
HARRY: Ti sfido, vediamo chi tra tutti e due è il più bravo a fare il Dio-Autore. Se vinco io, divento io il Dio-Autore e tu annulli tutti i super poteri che ho
D’accordo, e se vinco io mi chiedi scusa in ginocchio e dimenticherai quello che è successo

Scegli il tuo destino…Affronta il tuo nemico…MORTAL KOMBAT!!!

Così scese sulla terra la mia reincarnazione umana: Dr.House!(Sono io che scrivo ora). Io avrei guidato Dr.House, mentre Harry, a colpi di tastiera, avrebbe guidato il suo di personaggio: Super Harry!!!(Che nome del cavolo)
Il combattimento ebbe inizio. Super Harry sollevò una macchina e la scagliò contro Dr.House. Ma io, rapido a scrivere, reagì con la barriera sferica imparata da Gandalf e non mi feci nulla. Contrattaccai con una bastonata ad onda d’urto sul pavimento, che si propagò in tutte le direzioni, accingendosi a colpire Harry

Non mi feci cogliere impreparato. Afferrai zio Voldy che avevo appena fatto comparire(Ma non era morto? HARRY: Dettagli), lo buttai a terra e lo usai come tavola da surf e come scudo verso le onde d’urto generate dalla bastonata di Dr.House. Allora sfoderai la bacchetta(Ma non ce l’ho!). Allora afferro il fucile usato come bastone…nel caricarlo ti spari a un marone…Dr. House non rompe…BLAM AHIA!!!!

Rapido, approfittai della distrazione di Harry per clisterarlo. Ma lui fu altrettanto rapido e schivò il clistere, facendolo volare sopra il tetto di un edificio. Harry afferrò Hagrid(non si sa come ha fatto)e me lo lanciò contro. L’unica speranza che avevo era solo una…
LOLOM…LOLOM…LOLOM…LOLOM…LOLOM…LOLOLOLOLOLOLO…SE DI DEFECAZIONE HAI UN PROBLEM, PROBLEM…CHIAMA IL DEMONE CLISTERE…POPOM
Demone Clistere, scelgo te!

Guardai inorridito il Demone Clistere che usciva dalla Sfera Pokè di Dr.House. Cominciai rapido a scrivere: Fa comparire Vegeta al mio fianco che combatte al mio posto contro il Demone Clistere
Subito apparve Vegeta, che iniziò a combattere contro il Demone Clistere. Vegeta tentò in tutti i modi di colpire, o con i pugni o con onde energetiche, il Demone Clistere, ma niente riusciva a penetrare il corpo pietroso del mostro. Il Demone Clistere, d’altro canto, tentava in tutti i modi di clisterarlo col suo clisterone, ma era troppo lento. Alla fine, Vegeta andò a segno e, con un’onda energetica ben piazzata, aprì un cratere nel terreno, dove il Demone Clistere precipitò. All’improvviso, Vegeta rimase fermo imbambolato

Ora basta, pensai io, è tempo di finirla! Capii perché Vegeta, dopo aver ucciso il Demone Clistere, era rimasto imbambolato. Harry ha impostato male i comandi di Vegeta. Con velocità soprendente, apparvi davanti a Vegeta e lo clisterai, uccidendolo sul colpo. Poi concentrai tutta la mia velocità a scrivere al computer sul fulmine che stavo caricando, lo feci partire e finire addosso a Harry, che fu troppo lento.
KRAK-HOOM!!!!
Harry cadde a terra, bruciacchiato. Io mi avvicinai, gli levai la tastiera dalle mani e, con un ghigno, gli dissi: «Ho vinto. Ora devi chiedermi scusa in ginocchio»

«Eh?» boccheggiò Harry
Ciuppa

Ok ragazzi, finisce qui un altro capitolo. Spero vi sia piaciuto, poiché il motivo del mio ritardo è stato che ho deciso di postare ogni Lunedì così ho una settimana intera per pensare alle cagate da mettere nei capitoli. Perciò spero vi sia piaciuto, perché è una settimana di cretinate, se vi è piaciuto ricordatevi di recensire, se non vi è piaciuto…sto arrivando

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Capitolo 6
*** Microchip, Banca, Bacchette e Pipistrelli ***


Harry Potter e la pietruzza rossa che non si sa a che serve

- Capitolo 6: Microchip, Banca, Bacchette e Pipistrelli –

Harry si svegliò di soprassalto. Si sentiva ammaccato, bruciacchiato, sconfitto(chissà perché). Si alzò e vide che buona parte di Minkia’n Alley era andata distrutta, ma si stava autoriparando in fretta. Hagrid si stava rialzando, bestemmiando, e disse: «Bene, ora che siamo finalmente giunti a Minkia’n Alley, compriamo quello che ci serve prima che accada qualche altra catastrofe, poi sic…»

KA-BOOM!!!

Fiut-fii-fii ma che ca…ma tu guarda te se uno non può manco andare al bagno che a Londra esplode una bomba nucleare. Ma chi l’avrà lanciata?
BINLADEN: Eh-eh-eh…io afere krande mazzen!
Si, e io feren Avada Kedavra!

«…poi siccome tu non hai un soldo, andremo alla Pringles»
«Alla cosa?» domandò Harry, sicuro di aver capito male.
«Alla Pringles. La banca nazionale delle patatine» rispose Hagrid, entusiasta.
«E che ci andiamo a fare lì?»
«Andiamo a fare scorta di Pringles per rifocillarci dopo i disastri della giornata»
«Le rubiamo?»
«Naturale»

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«Hagrid
«Sì?»
«Magari muori di dolori alla prostata» inveì Harry mentre fuggivano a gambe levate dalle guardie della Pringles, senza neanche essere riusciti a rubare una semplice patatina. Continuarono a correre a perdifiato finché una tegola di un tetto vicino cadde per strada, colpì un passante che acciaccò un’iguana(???), a cui si staccò la coda, che partì di scatto, andò a ficcarsi nella testa di una giraffa, che andò a cozzare contro un Ungaro Spinato, che la incenerì, la vampata di fuoco sciolse dei barili di acido che venivano trasportati da un Orso Coattone, che uscì dal furgone e si lanciò all’attacco di Harry, gli piombò addosso, davanti a Harry esplosero dei puntini rossi(granate in lontananza), l’Orso Coattone staccò di netto l’orecchio destro di Harry. Harry sentì un dolore inintollerabile(alla testa?)No, alla cicatrice(non so che c’entra, ma di solito i dolori ce li ha sempre là), si fece nero, e tutto svanì.

«Lo stiamo perdendo! Lo stiamo perdendo!»
Harry sentiva queste voci nella sua testa, ma non riusciva a comprenderne il significato. Non riusciva a vedere nulla, né tantomeno a muoversi. Poi udì un rumore, indecifrabile, e altre voci: «Oh no, l’abbiamo perso!» «Ragazzi, vi va di giocare a Uno? Io mi sono rotto di giocare all’Allegro Chirurgo» «Si ok»

Harry si svegliò di soprassalto. Non riusciva a capire dove si trovava. Non riusciva a riconoscere il faccione burbero e peloso sopra di lui. Non riusciva ad udire cosa dicesse. Non riusciva a muoversi. Per farla breve, non riusciva a fare un cazzo. Poi, i sensi cominciarono a tornargli, e si rese conto di tornare cosciente. Sentì che gli avevano fasciato la testa. E sentiva anche un dolore atroce all’ano. Non capì perché. Poi, piano piano, iniziò a ricordarsi tutto ciò che gli era successo finora.
«Harry» fece Hagrid, incerto. «Stai bene?»
«Sì» rispose Harry, con la voce più flebile di quanto si aspettava
«Lei è il signor Potter?» chiese un medico affianco a Hagrid. Aveva folti capelli ricci in stile Caparezza, ed era di carnagione scura.
«Sì» ripetè Harry, con la voce un po’ più forte.
«Strano, di solito i nostri pazienti muoiono, invece di riprendersi. Comunque, io sono Foreman» disse il medico.
«L’assistente di Dr.House?» domandò Harry, curioso.
«Sì, proprio quello» rispose Foreman
«Che cosa mi è successo?» chiese Harry
«L’Orso Coattone ti ha staccato l’orecchio destro, e ha danneggiato una parte dell’ipotalamo, che è una zona del cervello che ha il compito di produrre ormoni. In particolare ha danneggiato la parte che produce Adrenalina» spiegò Foreman
«Ed è grave?»
«Boh. Comunque, ti abbiamo riparato il danno come meglio potevamo. Abbiamo inserito un microchip che ha la funzione di produrre adrenalina, dato che quella parte dell’ipotalamo se n’è andata a puttane»
Accidenti, pensò Harry, ho un microchip piantato in testa e un orecchio meccanico. Ehi ma…
«…allora perché sento un dolore atroce all’ano?» concluse Harry ad alta voce
«Perché…Dr. House ha insistito per farti un clistere di acido solforico e zolfo» rispose Foreman, imbarazzato
«Cosa? Ma perc…» cominciò Harry, ma venne interrotto da una voce alla spalle di Foreman
«Non dire altro, Foreman. Dove c’è un clistere c’è Doctor House!» Dr. House arrivò, zoppicando come al solito, con il solito sorriso da ebete stampato in faccia. «Signor Potter, mi dispiace dirglielo ma devo farle un altro clistere»
«Ma io ho problemi alla testa(detto così sembra pazzo)! Non al culo!»
«Inibitelo» ordinò Dr. House con calma. Foreman e Cameron, appena arrivata, si lanciarono su Harry, che si fece prendere dal panico. All’improvviso accadde un fatto molto strano. Tutto attorno a Harry cominciò a rallentare, persino Dr. House, Foreman e Cameron si muovevano al rallentatore. Sbalordito, Harry si alzò dal letto, a una velocità normale, e iniziò a correre. Foreman e Cameron, sempre al rallentatore, spalancarono la bocca. Harry non riusciva a capire perché, ma non ci badò pensò solo a correre con Hagrid che lo seguiva a grandi passi, ma al rallentatore pure lui. Dopo un po’ che aveva superato l’ospedale si fermò per riprendere fiato. Il mondo tornò piano piano a muoversi alla velocità normale, ma Harry si accorse che Hagrid era sparito. Rimase un po’ ad aspettare.

«Ma quanto cazzo ci hai messo?» chiese Harry furioso dopo 3 ore
«Mi sono fermato sulla Salaria» rispose Hagrid con noncuranza
«E che ci sei andato a fare sulla Salaria?»
«Oh, niente, sono andato un po’ a battere»
«A battere i wrestler
«No, a battere per la strada!»
«E come fai a battere la strada? E’ un ammasso di cemento no?»
«Harry?»
«Si?»
«Ciuppa
«Hagrid
«Si?»
«Vaffanculo»
Harry e Hagrid cominciarono a incamminarsi alla volta di Minkia’n Alley(Notate che ci sto perdendo tre capitoli per farli arrivare). Finalmente, dopo altre 130672021820271976322 ore arrivarono. Quindi Hagrid disse: «Allora, abbiamo un mucchio di cose da prendere»
«Ma io non ho un soldo!» esclamò Harry
«Per quello non c’è problema. Basta andare alla Gringott. La peggior banca di tutto il mondo»
«Perché?»
«E’ sorvegliata da goblin»
«E allora?»
«Sveglia! Sono creature alte un metro! Ti faresti sorvegliare i tuoi soldi da delle creature brutte e alte un metro?»
Ma in quel momento passò una banda di goblin che si avventò su Hagrid. Harry rimase a guardare impalato.
Sti cazzi, pensò poi, e si apprestò ad andarsene saltando e canticchiando con voce da bimba. Arrivato alla Gringott, superò le guardie e si addentrò. I goblin erano proprio come li aveva descritti Hagrid. Alti un metro e brutti.
Meglio non dirglielo, pensò Harry. Si avvicinò al bancone, dove c’era un addetto, e disse, con voce sicura: «Sai che a voi goblin vi trovo brutti e bassi? D’oh!» In quel preciso momento tutti i goblin si scagliarono su Harry, e lo pestarono fino a ucciderlo.

Dehihiho! Vi sono mancato eh? No? ehm…continuate a leggere

Meglio non dirglielo, pensò Harry. Si avvicinò al bancone, dove c’era un addetto, e disse, con voce sicura: «Sa…lve. Vorrei prelevare del denaro dalla mia camera blindata. Sono il signor Harry Potter»
L’addetto alzò lo sguardo. I suoi occhi si soffermarono sulla cicatrice di Harry, poi lo guardò negli occhi. «Il signor Potter possiede la sua chiave? E sa che poi dovrà restituire i soldi con il 264032460 % di interesse?»
Harry esitò. «Ehm…io…voi goblin siete tutti brutti e bassi! D’oh!». In quel preciso momento tutti i goblin si scagliarono su Harry, e lo pestarono fino a ucciderlo.

HARRY: Ti odio
Si lo so, a quanto pare è una cosa reciproca

Harry si guardò intorno. Tutti i goblin lo fissavano truci. «Cosa hai detto?» chiese uno, gelido.
«Non ho detto niente!» rispose Harry. «Sono appena resu…». In quel preciso momento tutti i goblin si scagliarono su Harry, e lo pestarono fino a ucciderlo.

Oh già, mi sono dimenticato che i goblin sono alquanto stupidi
HARRY: E tu che aspetti a dirmelo? Che piovano asini?
Si, può darsi. Ok facciamo così. Siccome sta finendo il capitolo e non mi va di scriverne un altro su Minkia’n Alley, ti do io i soldi che ti servono, ma ad una condizione, che ti prendi tu la colpa
HARRY: Si come vuoi
Bene, adesso hai a disposizione tutto l’oro della segreta dei Weasley
HARRY: E chi sono questi Weasley?
Oh, lo scoprirai presto

«Allora Harry,» esordì Hagrid, «cos’altro ti serve?»
«Ehm…vediamo…una bacchetta» rispose Harry
«Oh, allora per quelle c’è Danielander» disse indicando un negozio. «Tu entra, io ti aspetto fuori»
Harry entrò nel negozio. Non c’era nessuno. All’improvviso un rombo lo fece voltare. Un vecchio, con capelli leonini bianchi, emaciato, si scagliava contro di lui a tutta velocità, montando un quad. Harry, terrorizzato, si rannicchiò e cominciò a piangere come un bambino cretino, quando accadde di nuovo. Il curioso fenomeno che gli era successo prima all’ospedale accadde di nuovo. Tutto ciò che era circostante a Harry cominciò a muoversi al rallentatore, pure Danielander sul quad. Harry si scansò tranquillamente, a velocità normale, mentre Danielander sgranò gli occhi, incredulo. Poi il mondo tornò a muoversi alla normalità e Danielander andò a cozzare contro un muro. Il quad esplose e Danielander fu scaraventato a terra, e dalla tasca comparve una bacchetta di legno. Harry la prese, e delle scintille fuoriuscirono dalla punta della bacchetta. Successivamente Harry emanò un’ondata d’aria calda che fece crollare il soffitto sopra a Danielander. Harry si voltò per andarsene quando Danielander parlò. «Signor Potter…» disse con voce flebile. Harry si chiese come facesse a conoscere il suo nome. «Quella bacchetta, fatta di agrifoglio e piuma di fenice…»
«Sì?» incalzò Harry
«…è mia!»
«Stupefatum!» urlò Harry, con l’intento di scagliare uno Stupefacente su Danielander. Ma poiché aveva sbagliato formula, non accadde un fico secco.
«Bel tentati…»
KATA-CRASH BANDICOOT!!!
Harry aveva agitato la bacchetta, facendo franare il soffitto su Danielander. Harry intascò la bacchetta e uscì. Hagrid era di nuovo sparito. Guardò a destra e lo vide arrivare di corsa.
«SCAPPA HARRY!!» ululò. «PRENDI QUESTO IPPOGRIFO E SCAPPA!!» Una creatura alata, per metà aquila e metà cavallo, galoppò verso Harry. Harry saltò sopra con un balzo e la creatura decollò. Si librarono per un po’, poi Harry udì distintamente un rumore di strappo. La creatura sotto di lui si afflosciò e dal costume rotto apparve un pipistrello. Rachitico, per giunta. Iniziò a precipitare. Sotto di lui sentì Hagrid che rideva.
«Ti piace Harry? E’ il tuo pipistrello rachitico! Si chiama Merdige! Volevo prenderti un gufo ma erano finiti!» urlò Hagrid
«Ma perché l’hai spacciato per un Ippogrifo???» gridò in risposta Harry, il suolo sempre più vicino
«Pesce d’Aprile!» tuonò Hagrid ridendo
«Ma siamo ad Agosto!»
«Lo so ma sul copione c’è scritto così!»
«Ma porca la ma…»
KATA-SPACK SBAM
Si fece nero, e tutto svanì

***

«Cosa è successo Foreman? Come ha fatto il signor Potter a fuggire così velocemente?» chiese Dr. House
«Credo che sia il microchip» rispose Foreman. «L’ipotalamo produce adrenalina quando il corpo ha bisogno di una carica per affrontare situazioni di pericolo e terrore. Avendolo sostituito con un microchip, il limite di produzione di adrenalina è molto più elevato. Il signor Potter è riuscito, senza volerlo, a produrre tanta di quell’adrenalina da dare al proprio corpo una carica necessaria per far muovere il suo corpo a una velocità di circa 400 metri al secondo, poco più veloce di un proiettile! Il signor Potter è riuscito a viaggiare a una velocità talmente elevata, che ogni cosa attorno a lui gli sembrava che si muovesse al rallentatore, mentre lui si muoveva a velocità normale. O almeno, così gli sembrava» Fece una pausa. «Invece noi l’abbiamo visto muoversi veloce come un proiettile. Se il signor Potter riuscisse a controllare questo suo potere, potrebbe diventare un Super-Eroe»
Dr. House rimase in silenzio per un po’. Poi, con un trionfante sorriso da ebete, affermò: «E’ un evidente caso di allergia multipla da piorrea».
Foreman sgranò gli occhi, allibito, ma poi sospirò esasperato. Cameron invece squittì: «Dr. House, lei è proprio un genio! Come ha fato a capirlo?»
«Mah, è tutta una questione di intuito» si vantò Dr. House. «Così come si capisce che se lei non tromba con me entro venti minuti morirà»
«Ohhhhh, ha indovinato!!! Come ha fatto?»
«Mah, gliel’ho già detto» rispose Dr. House, «è questione di intuito. Anzi, di intuito femminile»

Ok ragazzi, finisce qui un nuovo capitolo. E’ un po’ più lungo degli altri, ma ho dovuto metterci un po’ per elaborarlo, poiché avevo finito le idee. Mi scuso per il ritardo, solo che non ero a casa in questi giorni e l’ho pubblicato adesso. Poi, volevo rispondere ad una recensione di chibimal, che mi aveva chiesto chi fossero i Mitici 8. Sono i protagonisti della mia prima fan fiction, intitolata appunto I Mitici 8, che andrebbe letta presumibilmente prima di questa, ma poiché non spetta a me decidere quello che dovete fare, decidete voi. Un’ultima cosa, poi vi lascio perché vi starò rompendo le palle. Ho notato che le letture di questa fan fic sono molte, ma ci sono pochissime recensioni. Perciò mi rivolgo a quelli a cui piace: recensite, non vi costa niente e mi soddisferete. Mica vengo sotto casa vostra con un carro armato no? Non avete nulla da perdere a recensire. Bene, a questo punto vi lascio, perché devo fare un po’ di *****, a Lunedì per il prossimo capitolo: Sul Nespresso di Hogwarts! Ciao ragazzi/e
P.S. Non fate caso alla linea qua sotto, solo che non sono riuscito a toglierla in nessun modo

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Capitolo 7
*** Sul Nespresso di Hogwarts ***


Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve
- Capitolo 7: Sul Nespresso di Hogwarts

Harry si svegliò di soprassalto. Si trovava sopra ad Hagrid, che evidentemente lo trasportava su una spalla, mentre con l’altra mano trasportava un carrello pieno zeppo della roba scolastica di Harry. Harry si sentiva ammaccato. Non riusciva a capire come fosse riuscito a sopravvivere - non per merito mio, si intende - dopo un volo come quello. Ma come se gli avesse appena letto nel pensiero, Hagrid disse: «Sei fortunato a essere vivo, caro Harry. Fortuna che ho fatto da materasso e ti ho attutito la caduta». Continuarono a camminare per un po’, mollando ceffoni ai Babbani se fissavano Hagrid. Dopo un po’ Hagrid posò Harry a terra - senza troppi complimenti - e disse: «Allora, Harry. Qui ci separiamo. Anche se tanto poi ci rivediamo a Hogwarts, no? Quindi non disperarti!»
Harry non aveva mai avuto meno voglia di disperarsi, anzi, non vedeva l’ora di gioire al momento della separazione. Furioso, - con me, immagino - si limitò a borbottare: «Dobbiamo proprio rivederci a Hogwarts
«Ma certo!» rispose Hagrid ridendo(sempre a ridere come un cretino), «sono il guardiacaccia di Hogwarts, e sono anche il Custode delle Scopate e dei…no aspetta erano Vibratori? ehm…vaffanculo» e detto questo sparì.
Harry rimase accigliato a fissare il punto in cui era scomparso Hagrid, poi si rese conto che non sapeva come andare a prendere il Nespresso di Hogwarts, che sarebbe partito alle 11 di mattina. Per il biglietto non era un problema, sull’autobus non lo pagava mai. Ma in quel preciso momento dei controllori se ne accorsero e gli fecero una mega multa di 1068452579103410345 sterline. Sempre più furioso Harry esaminò il foglietto con le istruzioni lasciategli da Hagrid. C’era scritto: Vai addosso al muro che separa i binari 9 e 10. Harry si voltò verso il muro e cominciò a cozzarci contro diverse volte, ma non accadde niente.

1978456203 tentativi dopo…

Harry stava a terra, ansimante. Guardò di nuovo le istruzioni quando lesse: Vai addosso al muro che separa i binari 9 e 10 correndo.
«Ehi ma prima non c’era scritto!» esclamò Harry.(Provate a immaginarvi un ragazzo di undici anni sdraiato per terra nella stazione che urla da solo)

Ops, mi sono dimenticato di scriverlo!
HARRY: Sì, mi pare ovvio, tu sarai buono con me solo quando pioveranno asini

In quel preciso momento iniziarono a piovere asini.
Forza Harry, esprimi un desiderio e io lo esaudirò
Senza esitare Harry urlò, raggiante: «Vorrei avere un budino al cioccolato!»

«Che c’è?»
Adesso capite perché non sono mai buono con lui?
All’improvviso un fulmine crepitò nell’aria e andò a colpire…il muro
D’oh! L’ho mancato!

Harry iniziò a correre raggiante e urlò: «Sì!!! Ce l’ho fatta!!! L’ho frega…»
KRAK-HOOM!!!!!
Stavolta l’ho preso
Harry scivolò a terra, si fece nero, e tutto svanì.

Harry si svegliò di soprassalto. Si guardò intorno: si trovava su una banchina di un binario: il binario 9 e 3 quarti. C’era una locomotiva scarlatta sul quale spiccava l’insegna Nespresso di Hogwarts. Harry sorrise: ce l’aveva fatta. Guardò l’orologio: erano le 10.55. Doveva affrettarsi altrimenti avrebbe perso il treno. Ma non appena salì si ritrovò faccia a faccia(con una focaccia?), no, con un uomo-cappuccino, che lo guardava annoiato. Poi disse: «Hag è stato una grande scoperta. Perché caffè vuol dire pausa. Stop»
«Ma che ca…» esordì Harry.
«E con Hag la pausa me la prendo ogni volta che voglio. Pure a quest’ora»
«Be’, che c’è di strano? Sono quasi le 11!»
«Teinfrè. E’ buono qui. E’ buono qui»
«Ma non stavi pubblicizzando Hag
«Hag è stato una grande scoperta. Perché il caffè vuol dire pausa. Stop»
«Ma l’hai già detto…»
«E con Hag la pausa me la prendo ogni volta che voglio. Pure a quest’ora»
«Ma sei scemo?»
«No, sono sayfgaohfo»
«Eh?»
«Ciuppa
«Ma vaf…»
«Teinfrè. E’ buono qui… E’ buo…»
«Avada Kedavra!» urlò Harry, ma non accadde nulla.

HARRY: Fammi uccidere questo idiota almeno!
Non è colpa mia stavolta, è colpa del Ministero. Nessun mago al di sotto dei 14 anni può eseguire una Maledizione Senza Perdono
HARRY: Cosa? E io che fa…
UOMO-CAPPUCCINO: Hag è stata una grande scoperta. Perché il caffè vuol dire pa
KRAK-HOOM!!!

Harry salì sul treno, scavalcando il cadavere dell’uomo-cappuccino, che era “MISTERIOSAMENTE” morto. Ma si accorse che aveva dimenticato il baule di scuola sul binario. Scese a riprenderlo, ma non appena mise piede sul binario il treno iniziò a muoversi. Harry tentò di seguirlo, ma il baule era un’inutile zavorra. Si fece prendere dal panico. E così accadde di nuovo. Il treno iniziò a muoversi al rallentatore e Harry capì. Tutte le volte che era terrorizzato tutto il mondo si muoveva a rallentatore, mentre lui continuava a muoversi a velocità normale. Afferrò il baule e iniziò a correre verso la porta del vagone ancora aperta. Poiché il treno si muoveva al rallentatore, lo raggiunse in un baleno, mentre alcuni ragazzi, stupefatti(non per via dell’incantesimo), lo guardavano a occhi spalancati. Eppure, di quello strano potere, Harry ancora non riusciva a capire come mai tutti lo fissassero sbalorditi ogni volta che lo usava(il potere, è chiaro). Raggiunse il treno proprio mentre questo imboccava la prima curva, saltò sopra con un balzo e tutto il mondo tornò a muoversi a velocità normale. Chiuse la porta del vagone e cercò uno scompartimento vuoto. Al suo passaggio, i ragazzi borbottarono concitati e lo fissavano. Harry desiderò di essere invisibile così che non lo vedessero, e così fu. Potere di Minerva McStrudel: Parlare tante lingue e diventare invisibile. Nome in codice: la Racchia Invisibile. Harry continuò a camminare, felice che non potessero vederlo, ma poi si accorse che continuavano a fissarlo, e non riuscì a capire come facevano a sapere dov’era. Si guardò e si accorse di essere ancora invisibile, ma poi capì e si diede una risposta.

GIGI MARZULLO: Ehi, non vale, questo lo faccio sempre io!
Sì, hai ragione. Allora domandati: “Cosa mi succederà se rompo le balle a DrHouse93?”
MARZULLO: Cosa mi succederà se rompo le balle a DrHouse93?
Risponditi: Mi Avada Kedavra
MARZULLO: Mi Avada che?
Avada Kedavra!

Harry capì e si diede una risposta. Vedendo un baule che si muove da solo, è chiaro che doveva esserci qualcuno di invisibile a portarlo. Senza indugiare, Harry entrò nel primo scompartimento che trovò. Era pieno. Ne provò un altro. Pieno. Un altro. Pieno

98742010354320 tentativi dopo…

Ma quanto cazzo è lungo sto treno? Si chiese Harry mentre si apprestava ad aprire un altro scompartimento. Era vuoto. Tornò visibile e ci si buttò sopra. Rimase per un po’ a osservare il panorama fuori dal vetro, quando la porta dello scompartimento si aprì.

FINE!!! No scherzo, non finisce affatto qui il capitolo, anzi era da un po’ che volevo arrivare a questo momento

Harry si voltò. Un ragazzo alto quanto lui, con capelli rosso fuoco, pieno di lentiggini e con un baule nella mano destra e una gabbia con dentro un topo nella sinistra, era appoggiato alla porta dello scompartimento. Harry lo guardò, incuriosito, chiedendosi cosa volesse.
«Ti dispiace?» disse il ragazzo.
«Mi dispiace cosa?» chiese Harry
«Boh, ma mio padre dice sempre che prima di chiedere qualcosa devo dirlo» rispose il ragazzo
«Perché, che volevi chiedermi?»
«Sai che 2 non fa 3?»
«Certo, è la base della matematica. Ma che c’entra?»
«Boh, ma sul copione c’è scritto così»
«Quale copione?»
«Quello del film no?»
«Quale film?»
«Ma sei scemo? QUESTO film!»
«Cioè questa non è la vita reale, ma un film?»
«Bravo, ci sei arrivato finalmente. Sembri un po’ ritardato»
«Anche questo c’è scritto sul copione?»
«No, questo no»
«E allora perché me l’hai detto?»
«E che ne so io! E’ DrHouse93 che mi scrive i discorsi!»
«Ma non era un film questo?»
«Pesce d’Aprile!»
«Ma se siamo a Settembre!»
«Si ma fra sette mesi è Aprile»
«E allora?»
«Allora avevo ragione io: Pesce d’Aprile!»
«Ma vaffancu…»
«Comunque volevo chiederti se potevo sedermi qui. Il treno è pieno»
Harry fu lì per rispondere ‘no’, ma poi cambiò idea.

HARRY: Ehi, non vale farmi cambiare idea!
Si che vale
HARRY: No, non è giu…invece è giustissimo EHEHEHEHEH

Il ragazzo si sedette nel sedile di fronte a Harry e disse: «Comunque io sono Ron. Ron Weasley. Ah, è lui è Crosta» aggiunse poi indicando il topo nella gabbia. Harry si impietrì. Era seduto nello stesso scompartimento del ragazzo che apparteneva alla famiglia a cui aveva rubato tutto l’oro della segreta della Gringott? Oppure era solo una coincidenza che facesse di cognome Weasley?
«Tu invece come ti chiami?» chiese Ron, fissando incuriosito la faccia di Harry.
«Co…? Oh, io…io mi chiamo Harry Potter» balbettò Harry. Ron sgranò gli occhi. Prese a fissarlo come se non potesse credere ai propri occhi. Come se davanti a lui ci fosse seduto Zac Efron
KRAK-HOOM!!!
HARRY: Ahio! Ma perché mi hai scagliato un fulmine addosso?
Ron pensava che fossi come Zac Efron e ho fatto la cosa più giusta. Sia per lui, che per te.
RON: Ehi, ma io lo odio Zac Efron! Non stavo pensando che fosse simile a lui!(Indicando Harry)
Bravo Ron, tu sì che capisci
HARRY: Be’, che c’è di strano? Zac Efron è simpa
KRAK-HOOM!!!
«Fossi in te starei zitto» suggerì Ron a un amareggiato e bruciacchiato Harry.
«Sì, non hai tutti i torti» convenne Harry. Chiacchierarono molto per quasi tutto il viaggio, interrompendosi solo per prendere tutto ciò che portava il carrello dei dolci sul treno. Trovarono di tutto: Gelatine Tutticazzi+1(«Le uniche caramelle a forma di cazzo» spiegò Ron), Merdarane(«Non far caso al nome, in realtà sanno di cioccolato» «Sei sicuro?» «No, ma sul copione c’è scritto così»), Panda Frizzoli in scala 1:1 e molto altro. Poi Harry trovò, in un pacco di Merdarane, una strana figurina. Sembrava in 3D e raffigurava un vecchio dall’aria familiare. La girò e lesse: Marcus Silente, famoso per avere il nome più lungo del mondo, aver scoperto i dodici usi del sangue di drago, aver sconfitto Gellert Grindelwald in un leggendario duello - DUE ORE DOPO - e aver collaborato con Nicholas Flamel nei suoi esperimenti alchemici.
«Ho trovato Silente!» esclamò Harry dopo aver finito di leggere.
«Zzzzzz…Eh? Cosa…Ah si, Silente…Io ne ho sei di lui a casa. A proposito, mio fratello Fred mi ha insegnato a far diventare giallo Crosta. Vuoi vedere?». Harry annuì, non avendo niente di meglio da fare che continuare a guardare il Silente della figurina che era morto di vecchiaia mentre Harry leggeva. Ron estrasse la bacchetta e la puntò contro Crosta. Aprì bocca ma non fece in tempo a dire una sola parola che la porta dello scompartimento si aprì di nuovo. Una ragazza, con capelli castani e cespugliosi, già vestita con la divisa di Hogwarts, e all’incirca alta quanto Harry e Ron, entrò. Harry e Ron si voltarono a guardarla. Ron aprì bocca(non per formulare un incantesimo), ma con aria sognante, e un rivoletto di bava gli colò da un angolo della bocca. Harry non se ne accorse, e nemmeno la ragazza, che continuava a guardare il caos che dominava lo scompartimento. Poi si voltò verso Harry e Ron e chiese: «Qualcuno ha visto un vibratore? Un pirla di nome Neville l’ha perso». Harry si mise a riflettere su quanto bizzarra fosse quella domanda, Ron si limitò a scuotere il capo, sempre con quell’aria sognante. La ragazza lo ignorò, ma si illuminò quando vide la bacchetta di Ron.
«State facendo magia?» esclamò, «Vediamo».
Ron si riscosse. Puntò la bacchetta contro Crosta e, deciso a fare bella figura, ordinò: «Abra Kadabra. Bibidi Bobidi Bu. Stupido topo diventa blu!». Non accadde nulla. Accigliato, riprovò. Provò a cambiare formula: «Blu!»
Non accadde nulla.
«Arancione!»
Non accadde nulla.
«Mellon!»
Non accadde nulla.
«Andiamo correndo cogliendo cotone. Torniamo correndo cotone cogliendo!»
Non accadde nulla.
«Cotendo
La ragazza si spazientì e, in un raptus di rabbia, puntò la bacchetta contro Ron e urlò: «Petrificus Totalus!». Ron si immobilizzò come un demente e rimase rigido e duro(non entriamo nei particolari)come la pietra. Harry guardò esterrefatto prima lui, poi la ragazza che, osservando meglio Harry, esclamò eccitata: «Ohhhhh! Tu sei Harry Potter!»
Anche stavolta si chiese come facesse a conoscere il suo nome. Annuì
«Sì, e lui è Ron Weasley»
«Piacere, io sono Hermione Granger» rispose la ragazza, ignorando completamente Ron. Sciolse l’incantesimo e se ne andò. Harry raccontò a Ron quanto era successo.
«Davvero non sai perché tutti ti conoscono?» chiese Ron, incredulo.
«No, perché?» incalzò Harry.
«Be’, è una storia molto triste» esordì Ron. «Te la racconterò molto in fretta, così non soffrirai»
Harry annuì.
«Allora…devi sapere….»TWOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOT«…e questo è tutto»
«Ma non ho capito una mazza!» protestò Harry.
«Davvero? Be’, comunque non posso raccontartelo di nuovo» disse Ron. «Siamo arrivati a Hogwarts»

Ok ragazzi, ecco qui il settimo capitolo, in viaggio sul Nespresso di Hogwarts. Spero che abbiate colto l’allusione all’uomo-cappuccino di inizio capitolo, che rompe le palle a tutti prima di farli salire sul treno(Capito no? Nespresso=Cappuccino=Uomo-Cappuccino? Divertente vero? Eh? No? Be’…ehm…vaffanculo). Noi ci vediamo Lunedì prossimo per il capitolo seguente: La Cappella Parlante! E ricordatevi di recensire se vi è piaciuto questo chap. Sul serio, non vi costa nulla. Ciao ragazzi/e, a Lunedì!


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Capitolo 8
*** La Cappella Parlante ***


Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve
- Capitolo 8: La Cappella Parlante -

Harry scese dal treno, trasportando nella mano destra il baule di scuola, e nella sinistra la gabbia di Merdige. Ron, che lo seguiva, gli stava decisamente molto simpatico. Si avviò lungo il binario, non avendo la più pallida idea su dove cazzo andare si mise a piangere come un bimbo minchia. Poi udì una voce familiare che ripeteva sempre la stessa cosa: «99 scimmie saltavano sul letto! Una cadde a terra e si ruppe il cervelletto!». Harry si fece largo tra la folla, prendendo a cazzotti i passanti e venendo pestato in risposta. Così, dopo due ore e un quarto, arrivò piuttosto malconcio alla fonte della voce, che adesso continuava a ripetere: «Allarme! Allarme! Allarme! Allarme! Allarme!»(P.S.: Leggete I Mitici 8 per ulteriori spiegazioni). Harry vide la fonte della voce: era Hagrid.
«Hagrid, si può sapere che cosa diavolo stai dicendo?» chiese Harry
«Eh, mi ricordo quando noi Mitici 8 siamo penetrati - che brutta parola - nel quartier generale di Krum e l’allarme continuava a ripetere sempre la stessa cosa» rispose Hagrid, nostalgico.
«Cioè?»
« Allarme! Allarme! Allarme! Allarme! Allarme!(chissà perché)».
«Ma Hagrid, non avevi detto che I MITICI 8 SONO UNA SQUADRA SEGRETA FORMATA DA SILENTE?»
«Sì esatto, ti avevo già detto che I MITICI 8 SONO UNA SQUADRA SEGRETA FORMATA DA SILENTE»
«E allora perché stai divulgando in giro le loro avventure e continui a ripetere che I MITICI 8 SONO UNA SQUADRA SEGRETA FORMATA DA SILENTE?»
«Io non continuo a ripetere che I MITICI 8 SONO UNA SQUADRA SEGRETA FORMATA DA SILENTE»
«Sì invece, l’hai detto anche adesso!»
«Ho detto cosa?»
«Hai detto che I MITICI 8 SONO UNA SQUADRA SEGRETA FORMATA DA SILENTE»
«Harry» intervenne Ron, per la prima volta da quando aveva iniziato a gridare come un demente con Hagrid, «falla finita, ci stanno guardando tutti»
«Cosa?» chiese Harry, che adesso sussurrava. «E perchè
«Perché tu e Hagrid continuate a ripetere che I MITICI 8 SONO UNA SQUADRA SEGRETA FORMATA DA SILENTE»

Deficienti, volete muovervi e farla finita di continuare a gridare che I MITICI 8 SONO UNA SQUADRA SEGRETA FORMATA DA SILENTE?
SILENTE: Sì, grazie per averlo detto a tutto il mondo
HAGRID: Aver detto cosa?
SILENTE: Che I MITICI 8 SONO UNA SQUADRA SEGRETA FORMATA DA ME STESSO
Sì bene, ora muovetevi
(P.S. Vorrei ringraziare Fantasy Dipendente, il mio migliore amico, per avermi suggerito lo sketch che questi quattro idioti si mettono a gridare una cosa segreta dove possono sentirli tutti e continuano a ripeterla)

Harry seguì così Hagrid, con Ron al suo seguito, e insieme salirono su una delle barche, accingendosi ad attraversare il lago per raggiungere Hogwarts.
«Sai che mio fratello George mi ha detto che c’è una piovra gigante nel lago di Hogwarts?» chiese Ron, un po’ intimorito.
«Ma va là, quale piovra gigante» rispose Harry, spavaldo, «E in ogni caso, io non ho minimamente pau…»
All’improvviso la loro barca si rovesciò e tutti i loro bagagli, compresi Harry e Ron, finirono in acqua, mentre vedevano una piovra gigante che sfrecciava nel lago sotto di loro.
«Harry?» fece Ron
«Sì?» rispose Harry.
«Vaffanculo»
«Grazie, questo me lo meritavo»
Si affrettarono a nuotare verso il castello, mentre Hagrid e le sue barche se ne sbattevano altamente di Harry e Ron e continuarono a navigare. Raggiunsero il castello bagnati fradici, lambiccandosi su cosa ne sarebbe stato dei loro bagagli. Poi, pensando di essere tremendamente in ritardo, si misero a correre. Raggiunsero un enorme portone dove erano radunati tutti i ragazzi del primo anno, e con loro grande sorpresa erano ancora tutti lì che aspettavano, a quanto pare, loro due.
«Eren oren» disse una voce rauca. Solo ora Harry si accorse che davanti ai ragazzi c’era una professoressa, era stata lei a parlare.
«Pene» esordì, «ien esseren professoressen Minerva McStrudel. Esseren vicepresiten del proffessor Silenten. Stavamen aspettanden voi due pirlen, et staven dicenden che oltren questen portonen esseren Salen Glanden, dove voi verete smistaten. Le quattren casen esseren: Grifontoren, Tassorossen, Corvoneren, et Serpeverten, che proffessor Silenten dicen ti voler campiare nomen in Sempreverten. Vostren casen sarà vostren famiglien. Ogni cosen puonen ve faren guatagnare punten, mentre ognen regolen enfranten ve faren pertere punten. Pene, oren che abbiamen finiten ti tiren cretinaten, aspettatemen qui che ien antaren at prenderen registren»
Harry non aveva capito manco una mezza mazza. Rimase lì ad aspettare, ma appena aprì bocca per chiedere spiegazioni a Ron, un ragazzo si parò davanti a lui. Era alto esattamente quanto Harry, con un viso a punta, lisci capelli biondi, e la stessa espressione da ebete che solcava il viso di Harry. Prima che Harry gli chiedesse molto garbatamente(“Ma che minchia vuoi?”) cosa volesse, il ragazzo parlò per primo.

PAUSA CENA!!! Ragazzi vado a cenare, ci vediamo dopo.
Bene, rieccomi qui. Ora possiamo continuare con il racconto

«Allora è vero quello che dicevano sul treno» cominciò il ragazzo.
«Cosa?» chiese Harry, che stava notando l’espressione da coatto sul suo volto.
«Ti piacerebbe saperlo, eh?»
«Ciuppa
«Crepa!»
«Muori!»
«Schiatta!»
DUE ORE DOPO…
«Comunque, è vero quello che dicevano sul treno» ripetè il ragazzo.
«Cioè?»
«Che vendevano Merdarane a 2 galeoni, una vera ladrata
Harry fu lì per mandarlo a quel paese, quando il ragazzo, dopo aver scoccato (una freccia?)No, uno sguardo alla cicatrice, proseguì: «Dunque sei tu. Quello di cui tutti parlano. Il Pirla Che E’ Sopravvissuto. Harry Potter»
KRAK-HOOM
HARRY: Ahio! Che cazzo c’entra mo il fulmine?
Niente, ma in tutti i film dopo una rivelazione così c’è sempre un fulmine di sottofondo.
HARRY: Sì ma non addosso al protagonista!
Eh vabbè, quelli sono dettagli
HARRY: E poi questa è una fan fiction, non un film!
Sì, ma dalla fan fiction faranno il film. Quindi sta zitto e non rompere le balle. E vai a litigare con Malfoy

«Io sono Peppe Malfoy» si presentò il ragazzo. «Ma tutti mi chiamano Draco»
«Perché assomigli a un drago?» chiese Harry senza riuscire a trattenersi, e chiedendosi come mai Malfoy conoscesse il suo nome.
«No, perché sono un povero deficiente che si fa chiamare Draco»
«E perché?»
«E che ne so! E’ mio padre e l’autore che sono due basta…»
E così, per la prima volta in vita sua, Harry vide cadere un fulmine su una persona che non era lui. Stava per urlare felici…
KRAK-HOOM
Un fulmine lo centrò in pieno, facendolo svenire. Harry si svegliò di soprassalto. Si trovava ancora nella Sala d’Ingresso, e la McStrudel si accingeva a far entrare i ragazzi nella Sala Grande. Si affrettò a rialzarsi e a seguire gli studenti dentro la Sala Grande. Ai suoi occhi si presentò una spettacolo meraviglioso. Si trovavano in una sala grandissima, con un corridoio centrale e, ai due lati del corridoio, c’erano due lunghe tavole, per un totale di quattro tavole, ognuna per casa. In fondo alla Sala, c’era il tavolo dei professori. Harry vide un vecchio seduto su una specie di trono, un vecchio dall’aria familiare, e capì che doveva trattarsi di Silente. Migliaia di candele galleggiavano accese a mezz’aria, tra il pavimento e il soffitto aperto, che rifletteva il cielo stellato e leggermente nuvoloso. Dietro di sé sentì Hermione bisbigliare: «Non è veramente a cielo aperto, è solo un incantesimo. C’è scritto su Storia di Hogwarts, perché l’ho letto io!». La fila di ragazzi si fermò. La McStrudel salì i gradini che conducevano al tavolo dei professori e, sistematasi affianco a uno sgabello sul quale era posato un vecchio cappello a punta, si girò verso i ragazzi del primo anno.
«Dunquen,» iniziò, «quanden ve kiamen, veniten su questen sgabellen, metteven cappellen parlanten en testen et lein sceglieren casen a cui dovreten staren».
Harry non capì perché desse del femminile al Cappello, ma poi, guardando meglio, si accorse della strana forma che aveva. Sembrava una cappella…
HARRY: La Cappella Sistina?
Ehm si, Sistina…
…e, anziché avere lo strappo col quale parlava all’altezza di una bocca umana, ce l’aveva in cima alla punta.
Chissà perché, si chiese Harry.
«Abbotten Hannen!» la McStrudel cominciò l’elenco. Una ragazza si fece timidamente avanti e disse, con voce incerta: «Ma io mi chiamo Hannah Abbott…»
«Stupefactum!». Non fece neanche in tempo a finire la frase che venne presa in pieno dall’incantesimo della McStrudel. La McStrudel la trascinò sotto al Cappello, voglio dire, alla Cappella, che urlò: «Tassorosso!»
Lo Stupefamento continuò, finchè la McStrudel non Stupefece Malfoy. Lo trascinò sotto alla Cappella, che gridò quasi all’istante: «Sempreverde!».
Toccò poi a Hermione Granger.
«Ma che cazzo di ordine segue?» sussurrò Harry a Ron.
«Boh» rispose Ron.
Toccò poi a Ron. Quando la Cappella si fu posata sulla testa di Ron, disse: «Ah, un altro Weasley, eh? Il primo che mi fa ciuppa lo disintegro» aggiunse poi minaccioso, mentre alcuni ragazzi si accingevano ad aprire bocca. «So perfettamente dove mandarti» continuò la Cappella. «Corvone…Ehm, voglio dire…Grifondoro! Scusate ma la memoria gioca brutti scherzi». La McStrudel sfilò la Cappella dalla testa di Ron, ancora Stupefatto, e lo trascinò alla tavola di Grifondoro. Harry continuò a lambiccarsi su che tipo di ordine seguisse, quando accadde.
«Harryn Potter!» chiamò la McStrudel. L’atmosfera nella Sala mutò all’istante. Tutti si voltarono a fissare Harry, persino Silente, che sembrava guardarlo col suo sguardo a Raggi X. Harry, nervoso, si incamminò verso lo sgabello, domandandosi cosa si prova a rimanere Stupefatti. La McStrudel alzò la bacchetta. Harry sentì il suo cuore sbattere tra le costole, quasi come volesse romperle e fuggire.
«Stupefactum!»
Harry chiuse gli occhi, mentre aspettava la zampillo di luce rossa che l’avrebbe colpito al petto. Ma non sentì alcun colpo, così riaprì gli occhi, giusto in tempo per vedere la McStrudel accasciata a terra, con una strana espressione vacua: Stupefatta. Harry alzò gli occhi per vedere Silente in piedi, con la bacchetta alzata.
«Professore,» esordì Harry, rivolto a Silente, «perché l’ha fatto?»
«Boh, non sapevo che fare» rispose con semplicità Silente. Harry si avvicinò cauto sullo sgabello e si mise la Cappella sulla testa. Odorava di pesce.
Chissà perché, fece in tempo a pensare Harry, prima che la Cappella parlò.
«Ma porca BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED. Chi sei tu? Ah si. Harry Potter. Il Pirla Che E’ Sopravvissutto. Ma tu sei strano, ragazzo mio. Nel tuo corpo, oltre ai poteri magici, sono racchiusi dei poteri anormali, anche per un mago. Sì, caro ragazzo. Tu hai 10 poteri diversi. Puoi diventare invisibile a comando e parlare tante lingue, puoi fare il leader, puoi parlare il Serpentese, puoi fare figure di merda ed essere innaturalmente sfigato, puoi giocare bene a Quidditch e a Calcio Rotante, puoi avere un culo così, puoi essere scemo “ogni tanto”, ma soprattutto, il potere più inutile di tutti, è quello donatoti da Marcus Silente: il potere di svegliarti sempre di soprassalto. Il potere è poi trapelato, e ormai quasi tutti si svegliano così, a causa di Silente. Ma tu hai anche due poteri donatoti dai Babbani. Hai un orecchio in grado si sentire più degli altri, poiché è meccanico, e un microchip. Sì, tu saresti perfetto per la casa di Tassorosso»
Harry sgranò gli occhi. Voleva finire a Grifondoro, e ci sarebbe finito a ogni costo.
«Io voglio andare a Grifondoro»
«D’accordo allora andrai a Corvonero»
«Ho detto: Grifondoro»
«Va bene: Tassorosso. Non c’è niente di male»
«GRIFONDORO»
«Va bene va bene. Andrai a Sempreverde»
«Col cazzo!»
«No, coi piedi»
«Senti, brutta BIP BIP BIP BIP BIP BIP BIP BIP - DUE ORE DOPO - BIP BIP BIP BIP voglio andare a Grifondoro»
«No, ormai ho deciso. Andrai a Sempreverde, e niente mi farà cambiare idea»
«Proprio niente?» chiese Harry, disperato.
«, forse qualcosa ci sarebbe» riflettè la Cappella.
«Cosa?»
«Devi correre nudo per la scuola per tutta la notte»
«Cosa?!? Manco per le balle!»
«Allora diventerai un Sempreverde»

 


Era mattina presto. Harry si appoggiò al letto, sfinito, ma contento della sua impresa. Si sfregava i genitali, nel tentativo di riscaldarli.
Sono un Grifondoro, pensò Harry, mentre il ricordo di lui che correva nudo per la scuola rimase vivido nella sua mente. Finalmente capì il motivo di alcune cose che riusciva a far capitare. Era un raccoglitore. Nel suo corpo erano racchiusi 10 poteri anormali diversi. E se voleva, poteva usarli consapevolmente. Poi, una nota dissonante interruppe i suoi pensieri. Formulò il pensiero ad alta voce, come se farlo potesse alleviare il colpo.
«Ma io non sono stato Stupefatto!»
Ma, come se non stesse aspettando altro, Ron comparve da dietro un letto un perfetto stile Acchiappa la Talpa, alzò la bacchetta e si preparò a lanciare l’incantesimo su Harry, nudo e rannicchiato ai piedi del letto, ma fu preceduto da Hermione.
«Stupefactum!»
Harry fu preso in pieno petto, fu ribaltato, e provò una sensazione stranissima, ma piacevole. Era incapace di muoversi, riusciva a pensare, ma solo molto lentamente, e tutto ciò che vedeva sembrava galleggiare in quella che sembrava aria liquida. E inoltre anche il tatto, l’olfatto e l’udito erano calati. Era una sensazione magnifica. Poi udì la voce di Ron, remota e come da un’enorme distanza. Dapprima fu incomprensibile, ma poi afferrò il significato delle parole: «Ehi, non vale stavo per Stupefarlo i…!»
«Stupefactum!»

 

Ok ragazzi/e, finisce qui un altro capitolo! Lo pubblico oggi poiché ieri sono nati imprevisti e non ho fatto in tempo. Spero vi sia piaciuto, e la mia unica richiesta è sempre la stessa: se vi è piaciuta, RE-CEN-SI-TE!!! Ok, noi ci vediamo Lunedì per il prossimo capitolo! Non vi dico il titolo perché non so manco io qual è. Ciao ragazzi/e, a Lunedì!

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Capitolo 9
*** Lezioni di volo ***


Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve
- Capitolo 9: Lezioni di volo -

Harry si svegliò di soprassalto. Si guardò attorno: era ancora nudo e rannicchiato ai piedi del suo letto, nella sala comune. Ancora rintontito per lo Stupefacente di Hermione, si alzò, tentando di ricordare cosa fosse successo. Poi, lentamente il ricordo della Cappella Parlante e di tutto ciò che era successo dopo riaffiorò. Barcollò fino al baule, lo aprì, ma scoprì inorridito che era vuoto. Si mise a frugare dappertutto in cerca della sua roba. Poi, affacciandosi alla finestra, vide Hagrid che rideva come un demente e la portava di nascosto nella Foresta Proibita, probabilmente per darla da mangiare ad Aragog. Incazzato nero, Harry prese i vestiti del baule della prima persona che si ritrovò davanti: Neville. Harry scrollò le spalle e si vestì. Non appena ebbe finito Ron si alzò, e insieme si diressero nella Sala Grande. Arrivati lì però scoprirono che era chiusa. Guardarono l’orologio: erano le 09.45. Era iniziata la prima ora da un quarto d’ora. I due si misero a correre. Arrivarono nella classe di Trasfigurazione, aprirono la porta e si precipitarono dentro. Erano tutti intenti a scrivere. Hermione si girò a guardarli e ridacchiò. Harry e Ron si precipitarono al loro posto. Si guardarono intorno, non c’era traccia della McStrudel. C’era solo un vecchio gatto che li fissava tutti. Harry distolse lo sguardo tentando di guardare altrove. Il gatto miagolò. All’improvviso, la porta si spalancò e Silente entrò correndo. Mentre correva ordinò: «Minerva! Ritrasformati in un essere umano!».
Il gatto miagolò ma non fece in tempo a finire che Silente ruggì, puntando la bacchetta contro di lui:
«Avada Kedavra!»
Ci fu un lampo di luce verde, e il gatto cadde giù dalla cattedra, morto. Silente, orripilato, si lanciò sul gatto e, senza esitare, lo baciò sulla bocca. La classe fissava incredula e sbalordita la scena. A un certo punto, una voce alle spalle di Silente intervenne: «Silenten?».
Silente si girò di scatto e si ritrovò davanti la McStrudel.
«Minerva! Ma…tu…qui…il gatto…» balbettò, «e che cazzo! Di nuovo!»
La McStrudel lo ri-scrutò come in cerca di qualche evidente malattia mentale.
«Silenten, perkè tu afere paciaten gatten?» chiese.
«Lo sai che è tutta l’estate che vado in giro a pomiciare con gatti sperando che si trasformino in una gnocca da paura, cioè te!(Ma che schifo!)» rispose Silente. «Si può sapere dov’eri stavolta?»
«Eren invisibilen per controlaren meglien ragazzen, ma primen esseren antaten su Salarien»
«E che ci sei andata a fare sulla Salaria?»
«Non è ovvio?» intervenne Harry, a sorpresa. L’attenzione della classe si spostò su di lui. «Era andata a battere i wrestler! Chi ha incontrato? Jeff Hardy? JBL? Randy Orton
Attimo di esitazione…
(A)Harry (gli) si afflosciò a terra, colpito da ventisette incantesimi contemporaneamente, più un fulmine. Si fece nero, e tutto svanì.

Harry si svegliò di soprassalto. La classe si stava svuotando. Si rialzò in piedi a fatica e seguì Ron.
«Non è giusto» protestò Harry. «Quella battuta me l’aveva suggerita Hagrid»
Nono bello, non dire minchiate. Quella “BATTUTA” l’avevi inventata te, dopo l’uscita dall’ospedale, quando Hagrid ti ha detto che era andato sulla Salaria
«Sì, ma i discorsi me li scrivi te» ribattè Harry.
E che c’entra?
«Che la battuta l’hai inventata tu indirettamente»
No, l’hai inventata te
«Ma non è ve…invece è vero EHEHEHEHEH»
Si avviarono per il castello, dirigendosi nei sotterranei, dove avrebbero svolto la prima lezione di Pozioni dell’anno. Trovarono la porta aperta, ed entrarono. Si sedettero ai propri posti, e, dopo qualche minuti, entrò il professore(o professoressa?) di Pozioni. Aveva dei capelli neri e unti, che si aprivano sul viso giallastro come due tendine. Aveva un’espressione indecifrabile. Aveva una veste nera e, forse se l’era immaginato, Harry credeva di aver visto delle tette sulla pancia, di dimensioni molto ridotte. I suoi occhi neri vagarono per la classe e si soffermarono su Harry.
«Buongiorno a tutti. Sono la professoressa Severus Cuffaro. Ma siccome ieri sono andata da un chirurgo Babbano, mi sono fatto togliere la f*ca, anche se non sono riusciti a far nulla per la palla mancante, e ho cambiato nome all’anagrafe. Adesso sono il professor Severus Piton»
KRAK-HOOM
«Fammi indovinare, » fece Harry, dopo essere stato colpito da un fulmine, «colpo di scena, eh?»
Ciuppa! Bravo hai indovinato
Piton si avviò verso la cattedra, e all’improvviso Harry capì.
«Professoressa! Lei aveva una foca!» gridò a Piton. La stanza ammutolì. Piton si voltò a guardare Harry, e ghignò.
«A parte che ormai sono un professore, Potter» disse con la sua voce beffarda. «E poi, f*ca vuol dire fica, non foca, deficiente di un ragazzo. Vediamo se sei veramente stupido come sembri. Quanto fa 68594705646891236400545, 92453 periodico + 1?» chiese. Harry esitò. Non aveva capito una mezza mazza del numero, ma non fece neanche in tempo a schiarirsi le idee che Piton disse: «Lo sapevo, non lo sai»
«Vediamo, voglio darti un’altra possibilità. Come potresti guarire un avvelenato? Ecco, non sai neanche questa. Sei proprio come tuo padre. Stupido e rompicoglioni. Ma, mi sento generoso oggi»
«Voglio darti un’ultima possibilità»
«Cosa vuol dire Errare humanum…non sai neanche questa. Qual è il suo nome?» chiese poi Piton rivolto a Hermione
«Hermione Granger» rispose Hermione.
«Bene, signorina Granger. Abbassi quella cazzo di mano o gliela taglio e poi gliela ficco nel ****»
«Nel naso?»
«No, non era quella la mia intenzione. Quanto a te, Potter» aggiunse rivolto a Harry. «68594705646891236400545, 92453 periodico + 1 fa 68594705646891236400546, 92453 periodico. Gli avvelenati si curano con un clistere di piscio dell’avvelenato. E Errare Humanum Est vuol dire Errare è umano. Proprio come te, che sbagli sempre. 79502813232593694 punti in meno per Grifondoro».
E detto questo la lezione finì. Harry era furioso per il trattamento ingiusto al quale era stato sottoposto. Uscì per primo dalla classe, ma si era scordato tutta la roba in classe, così tornò a riprenderla e arrivò in ritardo alla lezione successiva, quella di volo.
L’insegnante, Madama BadaBUM! Si chiamava così perché da piccola si divertiva a giocare con le granate e con Incanti Esplosivi.
«E i vicini non dissero mai nulla?» aveva chiesto Harry a Ron, che gliel’aveva spiegato.
«Non ce li avevano più, i vicini» aveva risposto Ron.
Arrivò nel cortile, dove trovò delle scope per ciascuno di loro. Ancora una volta, lezione con i Sempreverde.
Ma chi cazzo l’ha fatto l’orario?, pensò Harry, furioso.

QUELLA MATTINA…

«Ah, è ora di fare gli orari scolastici» disse Silente nel suo studio. «Allora, prendiamo i dadi. Uno. Prima ora: Grifondoro e Sempreverde. Rilanciamo. Uno. Ok, Grifondoro e Sempreverde anche in seconda ora. Rilanciamo. Sei! Ah no, è uscito uno. Allora di nuovo Grifondoro e Sempreverde…»

«Bene» esordì Madama BadaBUM!, «oggi vi insegnerò a volare sulle scope. Bisogna essere molto attenti nel farlo, altrimenti la scopa potrebbe scivolarvi e potrebbe finirvi in un posto che vi causerebbe molto dolore. E per chi fa il cretino, o per chi lo è già, questa cosa non dovrebbe essere per niente nuova»
Harry guardò di soppiatto Malfoy, che “INSPIEGABILMENTE” si grattava.
«Allora» proseguì MadamaBadaBUM!, «per prima cosa, dovrete posizionarvi alla destra della vostra scopa, tendere la mano, e dire, con decisione: “Su!”. Bene al mio via provateci. Uno…due…tre….via!»
«Su!» risuonò per il cortile. Con stupore di Harry, la scopa gli balzò in mano al primo colpo. Malfoy lo fissò accigliato, poi provò e accadde la stessa cosa. Potere di Krum: Giocare bene e Quidditch e a Calcio Rotante. Hermione provava e riprovava, ma la sua scopa si limitava a oscillare a pochi centimetri da terra. La scopa di Ron non si mosse, ma solo perché lo disse con poca convinzione. Alla fine ritentò ed ebbe successo, ma la scopa non finì nella sua mano, bensì nel suo BIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIP.
Dopo che delle barelle ebbero portato in infermeria Ron, Tiger, Goyle e Hermione, la lezione continuò.
«Bene, ora salite sulla scopa come se fosse un cavallo» ordinò Madama BadaBUM!. «E quando fischio, datevi una spinta con i piedi. Uno…due…Paciock che stai facendo?!?». Neville era schizzato in aria(con la scopa, vi starete chiedendo voi). No, non con la scopa, ma con uno strano liquidino bianco, poi era caduto sulla scopa, che era partita a tutta velocità, imbizzarrita. Madama BadaBUM! Continuò a ripetergli di farlo scendere, ma Neville, venuto(NB: è venuto, non svenuto), non la sentì. La scopa sfrecciò folle per tutto il cortile, strapazzando Neville, che, dopo alcuni giri della morte, cadde sulla scopa e morì(wow, che novità). La scopa cadde e gli si infilzò nel BIIIIIIIIIIIIIIIIIIP.
«Restate qui mentre porto questo demente di Paciock in infermeria. Al primo che vola di nuovo, metterò la sua scopa nel BIIIIIIIIIIIIIIIIP». Se ne andarono. Malfoy si avvicinò e notò una palla di vetro che luccicava sul prato.
«Guardate!» esclamò a tutta la classe, «Paciock ha perso il suo coglione! Rompiamoglielo!» e cominciò a ridere da solo per dieci minuti buoni.
«Malfoy, sei proprio un demente» intervenne Harry, finita la risata. «Quello è il mio coglione, non di Neville. Ridammelo subito»
«Quindi è tuo?» chiese Malfoy con finta curiosità, e ricominciò a ridere da solo per altri dieci minuti buoni(Immaginatevi un ragazzo di undici anni che ride da solo per dieci minuti).
«Vediamo, ho un’idea migliore» disse Malfoy. Salì sulla scopa e si staccò da terra, sollevandosi di tre metri. «Perché non te lo vieni a prendere?».
Harry salì sulla scopa, consapevole che Malfoy stava sfidando un essere umano imbattibile, dato che aveva 10 poteri sovrannaturali. Si alzò da terra e si levò davanti a Malfoy. Scattò in avanti, ma Malfoy scartò e si invertirono le posizioni. Poi Malfoy prese il coglione e lo lanciò lontano. Harry si lanciò all’inseguimento, scartò un paio di ninja saltati in aria per ucciderlo e prese il coglione. Poi notò una torre. Non avrebbe fatto in tempo a frenare, ma non se ne preoccupò. La Cappella Parlante gli aveva spiegato come funziona il microchip, e aveva finalmente capito perché ogni volta che lo azionava tutti lo guardavano increduli…

SPACK!!!
Ti vuoi muovere e attivare il microchip invece di continuare a pensare?
HARRY: Ehi, è colpa tua stavo…non è vero è colpa mia EHEHEHEHEH

Harry si concentrò a fondo e continuò a ripetere nella sua mente: Devo attivare il microchip… Devo attivare il microchip… Devo attivare il microchip… Devo attivare il microchip… Devo attivare il microchip…TRE ORE DOPO… Devo attivare il microchip… Devo attivare il microchip… Devo attivare il microchip…Strano, non mi sono ancora schianta…

SPACK!!!

Harry si concentrò a fondo e continuò a ripetere nella sua mente: Devo attivare il microchip… Devo attivare il microchip… Devo attivare il microchip… Devo attivare il microchip… Devo attivare il microchip… Devo attivare il microchip…E finalmente si attivò. Il mondo iniziò ad andare al rallentatore, mentre lui, tranquillamente, faceva dietrofront con la scopa rallentata(è lui che è velocissimo, non la scopa) e, mentre tornava indietro, sferrò un cazzotto a Malfoy e atterrò, mentre il potere del microchip svaniva. La classe si buttò attorno a lui, e lo abbracciarono, e lo baciarono, e lo spogliarono e così l’orgia ebbe inizio!
All’improvviso arrivò la McStrudel che si fermò davanti a Harry e disse: «Potter? Seguimen». Harry la seguì, riluttante, pensando che l’avrebbe detto a Madama BadaBUM!, che gli avrebbe messo la scopa nel BIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIP. Ma, con sua grande sorpresa, lo portò davanti a una classe.
«Aspettemen quien» disse, ed entrò. Uscì poco dopo con un ragazzo alto, con capelli castani, e ben piazzato, che guardò sorpreso Harry.
«Potter, questen esseren Olifer Bastarden» disse la McStrudel. Harry strinse la mano all’omonimo Oliver Bastard. «Bastard,» proseguì la McStrudel, «ti afere trovaten Cercatoren
KRAK-HOOM!!!

Ok ragazzi/e, ecco qui un altro capitolo. Spero vi piaccia, e mi scuso per il ritardo ma avevo temporaneamente finito le idee. Ricordatevi di recensire se vi è piaciuto, noi ci vediamo Lunedì con il prossimo esilarante capitolo: Halloween! Ciao ragazzi/e, a Lunedì!

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Capitolo 10
*** Halloween ***


Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve
- Capitolo 10: Halloween -

Harry stava attraversando il campo di Quidditch della scuola con Bastard, che quella mattina aveva annunciato che era andato dall’anagrafe a farsi cambiare nome.
«Siccome tutti continuavano a prendermi in giro chiamandomi bastard,» aveva spiegato, «e ogni volta che andavo dai prof a fare la spia non avevo prove perché potevano anche chiamarmi per cognome, stamattina sono andato dall’anagrafe e mi sono fatto cambiare il cognome. Quindi da oggi mi chiamo Oliver Bastone».
Harry, con la mano destra, ancora bruciacchiato, portava una scopa, mentre con la sinistra portava per un manico una cassa insieme a Bastone.
«Allora, Harry,» stava spiegando Bastone, «il Quidditch è un gioco che si svolge su scope, ed è formato da due squadre da nove giocatori ciascuno. Tre Cacciatori, due Battitori, un Portiere e un Cercatore»
Harry riflettè su quanto gli aveva appena detto Bastone. Poi arrivò alla conclusione.
«Ehi, ma i giocatori sono sette, non nove!»
Bastone esitò, mentre tentava di guardarsi la fronte come per chiedersi che cosa cazzo avesse appena detto. Poi sorrise.
«Ma certo, sette!» disse Bastone. «Lo sapevo sin dall’inizio, volevo solo sapere se eri attento!».
Harry, per niente convinto, si apprestò a ribattere, ma Bastone lo anticipò: «Senti, stai zitto e non rompere le palle»
«Comunque, il Quidditch si gioca a cavallo di scope. Il compito dei Cacciatori, è di lanciarsi la Puffa»
«La cosa?» domandò Harry, perplesso.
«La Puffa» rispose Bastone, prendendo una palla grossa quanto un pallone da calcio, rossa e con degli abbozzamenti qua e là.
«Perché si chiama così?» chiese Harry.
«Be’, perché all’inizio aveva le sembianze di una gnocca ed era di color blu. Così la chiamammo Puffa. Poi un demente fece un incantesimo eterno, perché non siamo ancora riusciti a dissolverlo, e l’ha trasformata in questa palla abbozzata rossa. Comunque il compito dei Cacciatori è il compito di passarsi la Puffa, che è questa, e tentano di farla passare in uno dei tre anelli…» e indicò degli anelli a bordo campo, retti da dei pali a 15 metri di distanza. «…mentre il Portiere, che nella squadra di Grifondoro sono io, devo proteggere tutti e tre gli anelli e tentare di non far passare la Puffa, altrimenti i giocatori lo squartano vivo. No scherzo. Bella battuta eh?»
Harry si trattenne, sia dal dirgli che faceva cagare sia dal fargli ciuppa. Per tralasciare, indicò una palla grande quanto una noce di cocco, incatenata, che tentava di liberarsi, sembrava.
«Ah sì» disse Bastone, e porse una mazza, in apparenza da baseball, ma più piccola, a Harry. «Prendi questa»
«Che ci faccio?» domandò Harry.
«Devi ficcartela su per il BIIIIIIP» rispose Bastone.
«Cosa, e perché?» protestò Harry.
«Stavo scherzando!» rispose Bastone. A Harry cominciavano a stargli sui maroni quegli scherzetti del cavolo. Ma non disse nulla. Bastone tolse la catena a una delle palle rosso scuro grande quanto una noce di cocco, e subito quella schizzò(che brutta parola) in aria. Dopo un po’, quella riscese con l’intento di colpire in faccia Harry, che capì a cosa serviva la mazza allora. Caricò, pronto a fare un lancio da record…
CROCK!
La palla gli ruppe il naso, il sangue schizzò dappertutto e Harry morì dissanguato.

FINE!!
Che c’è, non vi piace? Ok allora ricorreggiamo qualcosina.

Dopo un po’, quella riscese con l’intendo di colpire in faccia Harry, che capì a cosa serviva la mazza allora. Caricò, pronto a fare un lancio da record…
La colpì di striscio, quella volò rasoterra e, dopo qualche giro della morte, tornò indietro e tentò di colpire Bastone. La palla gli ruppe il naso, il sangue schizzò dappertutto e Bastone morì dissanguato!

FINE!!
Bella storia vero? Cosa, è già finita? Ah no, allora non va bene. Facciamo morire qualcun altro

La colpì di striscio, quella volò rasoterra e, dopo qualche giro della morte, tornò indietro e tentò di colpire Bastone. Questi la schivò, la palla continuò a sfrecciare e colpì sul naso Neville, al quale si ruppe, il sangue schizzò dappertutto e Neville morì dissanguato!(Non preoccupatevi, tanto il suo scopo nelle mie fan fiction è quello di morire per poi resuscitare e morire di nuovo. Anche se non è sempre così). Bastone riacciuffò la palla al volo, mentre questa tentava di ucciderlo, e rimase un po’ ad ansimare e divincolarsi per terra, quasi come se si stesse facendo una CENSURED con la palla. Dopo tre ore, Bastone posò la palla nel baule e la richiuse col lucchetto. Si alzò e spiegò a Harry: «Ecco, questi sono i Bastardi. Ma siccome nessuno voleva che li chiamassimo così, li chiamiamo tutti Bolidi. Il loro scopo è quello di disarcionarti dalla scopa e di farti morire dopo un volo di quindici metri. O, in alternativa, ti rompono il naso, il sangue ti schizza dappertutto e muori dissanguato! E quindi il compito dei Battitori, che nel Grifondoro sono Fred e George Weasley, è di scacciare via i Bolidi o, in alternativa, ficcare la mazza su per il CENSURED degli avversari». Harry aveva capito. Ma, guardando nel baule, notò un’altra palla, anzi pallina, completamente d’oro, grande quanto una noce. Harry la indicò a Bastone, che sorrise come un bambino stupido a cui sono state promesse delle caramelle andate a male, e lo prese in mano. Siccome faceva freddo, avevano tutti e due i guanti.
«Questo» spiegò Bastone, «è il CENSURED d’Oro, ma siccome nessuno voleva che lo chiamassimo così, lo chiamiamo tutti Boccino d’Oro(Se volete scoprire il significato del CENSURED mettete una ‘h’ tra le due ‘c’ e la ‘i’). E’ la palla più veloce di tutto il campo. Il compito del Cercatore, cioè tu, è quello di acchiapparlo prima che lo faccia il Cercatore dell’altra squadra, pena la morte istantanea da parte del resto della squadra»
«Scherzi di nuovo, vero?» chiese Harry.
«No» rispose Bastone. «Comunque, una volta preso, il Boccino d’Oro fa guadagnare centocinquanta punti alla squadra del Cercatore che l’ha preso, e fa finire la partita. Se non lo prendi, la partita continua. La partita più lunga è durata 1032135798462105321649787…»
«…ore?» lo interruppe Harry.
«No» rispose Bastone. «Settimane. I giocatori infatti sono poi morti tutti. Perciò vedi di darti da fare. Capito tutto?»
«Sì. Solo una cosa. Questo è il Quidditch. Ma allora il Calcio Rotante cos’è?»
«E’ una variante del Quidditch. Negli allenamenti delle squadre è obbligatorio giocare a Quidditch, ma nelle partite si gioca a Calcio Rotante»
«Ho capito, ma cos’è?»
«Boh, mi sono scordato»
«Come ti sei scordato?!?!?»
«Scherzetto!!!»
«Senti brutto CENSURED CENSURED…»DUE ORE DOPO«…BESTEMMIED CENSURED vuoi farla finita con questi stupidi scherzetti?»
«Va bene, va bene. Comunque, il Calcio Rotante è praticamente identico al Quidditch. L’unica differenza è che ogni giocatore deve tentare di sferrare un calcio rotante a un giocatore della squadra avversaria, con lo scopo di distrarlo, buttarlo giù dalla scopa, o rompergli il naso, far schizzare il sangue dappertutto e farlo morire dissanguato!». Harry rimase a fissare Bastone, poi, quando si fu stufato, esattamente un’ora dopo, lo salutò e tornò nella Sala Comune di Grifondoro. Guardandosi indietro vide Bastone ancora fermo a fissare il punto in cui Harry se n’era andato. Non appena ebbe varcato il ritratto della Puttana Grassa, trovò Ron seduto su una poltrona davanti al fuoco. Si sedette e raccontò a Ron gli eventi della giornata. Ron rimase colpito quando seppe che Harry era diventato Cercatore del Grifondoro.
«Harry, che culo!» esclamò Ron, facendo voltare 76953021498213 facce verso di lui. «Tu sei il più giovane giocatore di Calcio Rotante da almeno mezzo bimillennio!(Mezzo bimillennio?!?)».
«Davvero?» chiese Harry.
«Sicuro!» annuì Ron. Rimasero a parlare per un po’, discutendo su quando ci sarebbe stata la prima partita inaugurale del campionato: Grifondoro - Sempreverde. Alla fine andarono a dormire. Harry, passando davanti alla finestra, vide Bastone ancora fermo nel punto dove Harry se n’era andato, e, sembrava, stava parlando da solo. Il tempo passò, e la partita di Calcio Rotante si avvicinava. Sarebbe stata una settimana dopo Halloween. Il castello era stato decorato per la festa. Neville era morto(di nuovo)dopo che Pix gli ebbe lanciato in testa una zucca pesante la modica cifra di 9 tonnellate. Gazza aveva inseguito Pix dopo l’accaduto, ma aveva fatto la stessa fine di Neville. Ma siccome sia Gazza che Neville erano due cogliendo, voglio dire coglioni, a nessuno importò più di tanto e il giorno dopo erano di nuovo vivi. Finchè arrivò il giorno delle lezioni del 30 ottobre. Harry e Ron si stavano recando a Incantesimi: il professor Minkius aveva loro annunciato che quel giorno avrebbe insegnato loro l’Incantesimo di LibraCertosa. Quando Harry aveva chiesto spiegazioni a Ron, era stata Hermione a rispondere a sorpresa, facendo sobbalzare i due: «Si chiama così perché oltre a far levitare il bersaglio, che può essere un oggetto, ma anche un animale o un essere umano, qualunque cosa, lo riempie di stracchino della Certosa, rendendolo goffo. C’è scritto su Storia di Hogwarts, perché l’ho letto io!». Successivamente, a causa dello spavento, Ron le aveva fatto l’imitazione, cosa che aveva fatto scoppiare in lacrime Hermione. Harry notò invece che non usciva più alcun rivoletto di bava dalla bocca di Ron quando compariva Hermione. Entrarono nella classe, e Minkius annunciò loro, con la sua vocetta stridula: «Allora, ragazzi, come promesso oggi vi spiegherò l’Incantesimo di LibraCertosa. Allora, prendete le bacchette. Molto bene. Ora, la formula è: Wingardium Certosa. Ma la formula da sola non basta. Mentre la pronunciate, infatti, dovrete muovere in un modo particolare la bacchetta: dovrete prima agitarla a destra, e a sinistra, e poi darle una stoccata. In breve, agitare e colpire. Forza, ora, provateci tutti!».
Harry estrasse la bacchetta e, agitandola, ordinò: «Wingardium Certosa!». La piuma davanti a lui che si sarebbe dovuta alzare in aria si limitò a riempirsi di stracchino, ma solo lievemente. Poi non accadde nient’altro. Anche Ron, al suo fianco, stava provando e riprovando: «Wingardium Cèrtosa!». Non accadde nulla.
«Wingardum Certosa!»
Non accadde nulla.
«Wingadium Certosa!»
Non accadde nulla.
«Wingardiùm Certosà
Non accadde nulla.
«Wlingardium Sarkozy!»(Che fa rima con pipì(Ok, questa potevo risparmiarmela))
Qualche banco più in là, invece, Hermione faceva volare con disinvoltura la sua piuma ricoperta di stracchino.
«Wingardium Certosà!» ordinò Ron, dopo 4698652731202379 tentativi, stoccando furiosamente la bacchetta. A quel punto Hermione, incazzata perché a causa di Ron le lezioni successive a Incantesimi erano state sospese, intervenne e, con aria e voce da saputella spaccamaroni, disse: «Fermo, fermo, fermo. Così gliela ficcherai nel CENSURED a qualcuno. E poi, hai sbagliato formula per 4698652731202380 tentativi. Non era nessuna di quei precedenti 4698652731202380 tentativi. E’ Certosa, non Certosà, oppure Cèrtosa, oppure Sarkozy, oppure Certiosa, oppure Ceertosa, oppure Certooooooooooosa, oppure Certossa, oppure…»UN’ORA DOPO«…e nemmeno Certosì!» concluse esclamando. Ron era rosso di rabbia.
«Fallo tu, allora» ringhiò.
«Wingardium Certosa» fece Hermione, e la piuma di Ron subito fu sollevata in aria e riempita di stracchino. Ron adesso era verde.
Probabilmente si starà trasformando in Hulk, pensò Harry, che era l’unico demente in tutta la stanza capace di pensare a una cosa ridicola come quella. Più tardi, uscendo dalla classe e dirigendosi verso la Sala Grande, Ron stava facendo una spietata imitazione di Hermione: «Fermo, fermo, fermo. Così gliela ficcherai nel CENSURED a qualcuno. E poi, hai sbagliato formula per 4698652731202380 tentativi. Non era nessuna di quei precedenti 4698652731202380 tentativi. E’ Certosa, non Certosà, oppure Cèrtosa, oppure Sarkozy, oppure Certiosa, oppure Ceertosa, oppure Certooooooooooosa, oppure Certossa, oppure…»UN’ORA DOPO«…e nemmeno Certosì! Mamma mia che palle! Ma come si fa a sopportarla? Ci credo che non ha amici…». Sfortunatamente Hermione era dietro di lui e sentì tutto: scoppiò in lacrime e andò via correndo.
«Forse dovresti chiederle scusa» suggerì Harry, che ancora una volta notava la bizzarra assenza del rivoletto di bava e dell’aria sognante.
«Col cavolo» sbottò Ron. «Non la sopporto proprio, per quanto bella possa essere. Ha troppo l’aria e la voce da saputella. E se ne va sempre in giro vantandosi di aver letto Storia di Hogwarts. Sembra sia l’unica. E ci credo, hai mai visto quanto è grosso Storia di Hogwarts? E’ enorme, e lei…» e continuò così finchè non si sedettero al tavolo di Grifondoro. Hermione non c’era, ma Ron non ci badò. Harry sembrava l’unico a farci caso. Il banchetto iniziò, proprio mentre un fulmine crepitava sulle loro teste. Fuori, era una notte buia e tempestosa. Harry udì Neville dire a Seamus che Hermione era rimasta tutto il pomeriggio a piangere nel bagno delle ragazze, ma poi si soffocò con un pezzo di carne e morì(Ohilà, che notizia). Stavano mangiando allegramente tutti quanti cantando come dementi sbronzi, quando all’improvviso il portone dalla Sala Grande si spalancò e entrò il professor Rat-Man, col turbante oscillante e un’aria sconvolta. Tutti si voltarono a guardarlo.
«N’Ors Coatton!!» esclamò, parlando pugliese come al solito. «N’Ors Coatton! Ni sutterraan! Ye ve l’ei ditt». TRADUZIONE: Un Orso Coattone! Nei sotterranei! Io ve l’ho detto. E detto questo svenne.
KRAK-HOOM
HARRY: E basta co sti colpi di scena addosso a me, non li sopporto più! Ma CENSURED, buttali su qualcun a…
Ma Harry venne interrotto da un boato assordante. Tutti i ragazzi urlavano, si alzavano precipitosamente, si urtavano, tentavano la fuga. All’improvviso un grido li fece zittire e voltare tutti.
«SILEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEENZIO!!!» tuonò Silente, dal tavolo dei professori. «Idioti! Non c’è alcun bisogno di spaventarsi! I Mitici 8 hanno già affrontato un Orso Coattone, e sanno come sbarazzarsene. Perciò, ordino a tutti i prefetti e ai Capiscuola di condurre gli studenti nelle loro Sale Comuni, mentre noi Mitici 8 inizieremo l’ispezione del castello da…(i sotterranei?)…No, dalla Torre Nord. Ora, fuggite, sciocchi!».
«Ma chi sono i Mitici 8?» gridò un ragazzino di Tassorosso.
«Sono UNA SQUADRA SEGRETA FORMATA DA ME STESSO» rispose Silente. Poi lui e gli altri professori e i Mitici 7 uscirono da una porta dietro il tavolo dei professori. I prefetti e i Capiscuola delle quattro case si alzarono e si apprestarono a uscire, con tutta la marmaglia di studenti al seguito. Harry e Ron seguirono Fransy per un po’ sulle scale, poi Harry sferrò una gomitata a Ron.
«Che vuoi?» sbottò Ron.
«Niente, solo darti fastidio» rispose Harry, ridacchiando.
«Ma vaf…!»
«Cazzo, Hermione
«E che c’entra mo?»
«Non sa niente dell’Orso Coattone! Dobbiamo avvertirla!»
«No! Tu va avanti, la avviserò io. Tu non pensare a me!»
«La fai finita?»
«Si ok».
Si precipitarono verso il bagno delle ragazze, e si apprestarono a entrare. Avevano appena aperto la soglia quando notarono una scena raccapricciante: Hermione rannicchiata in un angolo, e l’Orso Coattone, con una mazza in mano, che la sovrastava.
«Ehi, questo è il bagno delle ragazze! Non puoi stare qui!» gridò Harry come un cretino. L’Orso Coattone si girò a guardarlo. Aveva la solita espressione da ebete mentre continuava a ripetere: «EHEHEHEHEHEH». Poi si rivoltò contro Hermione e butto giù un paio di divisori. Hermione schivò il colpo buttandosi per terra. Harry e Ron presero a lanciargli detriti, nel tentativo di distrarlo.
«Ehi tu!» gridò Ron, disperato. «Se ti giri ti darò delle caramelle!» e gli scagliò contro un pezzo di legno. Questa la colpì in testa, e l’Orso Coattone si girò a guardarli. Hermione approfittò della distrazione e sgattaiolò sotto ai lavandini. L’Orso Coattone però la vide e sferrò una mazzata al lavandino sopra Hermione, che si scansò appena in tempo. L’Orso Coattone caricò il braccio con la mazza e Harry reagì senza riflettere(tanto non è la prima volta). Attivò il microchip, e tutto iniziò ad andare al rallentatore. Corse verso la mazza dell’Orso Coattone, mentre questi la caricava al rallentatore, e con un balzo ci salì sopra. Il colpo andò a vuoto perché Harry scivolò dalla mazza quando si trovava sopra la testa dell’Orso Coattone. Gli finì sopra, l’Orso Coattone continuava ad agitarsi, ma Harry non poteva fare nulla, nemmeno col microchip attivato. L’Orso Coattone tentò di scrollarselo di dosso, ma con il solo risultato che la bacchetta di Harry gli si ficcò nel…
HARRY: Eh no dai, che schifo! Io da lì non la prendo!
Deficiente, era nel naso, se gli si infilava nel c**o eravate già tutti belli che morti.
Dicevo, ma con il solo risultato che la bacchetta di Harry gli si ficcò nel naso. La distrazione di Harry bastò all’Orso Coattone per afferrarlo con una mano, e a capovolgerlo. Harry rimase a testa in giù, col sangue che gli saliva al cervello. Riusciva a evitare i colpi dell’Orso Coattone solo grazie al microchip, poiché quello cercava di prenderlo a mazzate. Harry gridò a Ron: «Fa qualcosa, muoviti!».
Ma poiché il microchip era attivato, parlò a velocità anomala, e Ron udì Harry dire, con voce stridula: «Fqlcsmvt!». Harry fu così costretto a disattivare il microchip. Schivò il colpo dell’Orso Coattone, disattivò il microchip e urlò a squarciagola: «Ron, fa qualcosa, muo…!»
SPACK!
La mazza lo colpì in pieno sulla faccia. Si fece nero, e tutto svanì. Harry si svegliò di soprassalto. L’Orso Coattone non pareva essersi accorto che Harry era svenuto(essendo scemo), perché continuava a tirargli mazzate. Intanto udì Ron che tentava e ritentava l’incantesimo di LibraCertosa, mentre Hermione, esasperata, gli diceva: «Ron, dai, agitare e colpire! So che puoi farcela, sei un bravo mago!» e detto questo arrossì di colpo. Anche Ron arrossì, ma qualcosa parve scattare nel suo cervello, perché, dopo due ore di tentativi andati a male, esclamò: «Wingardium Certosa!». L’incantesimo funzionò immediatamente. Non seppe perché la mazza non si ricoprì di stracchino, ma almeno si sollevò in aria, e, con uno schianto secco, cadde sulla testa vuota dell’Orso Coattone. Subito quest’ultimo mollò la presa su Harry, che cadde a terra. E oscillando, oscillando, e oscillando, s’ammosciò(che brutta parola), e cadde a terra, generando un terromoto che fece cadere un albero addosso a Neville che stava correndo nel parco cantando con voce da bimba. Hermione uscì da sotto il lavandino, incerta, e ancora rossa in faccia. Anche Ron era ancora rosso in faccia e, Harry notò con piacere, aveva di nuovo quell’aria sognante e il rivoletto di bava dalla bocca aperta. Poi si riscosse, ma pareva compiaciuto per la sua impresa.
«E’…morto?» chiese Hermione, incerta.
«No macchè» disse Harry. «E’ solo svenuto»
«E tu come lo sai?» domandò Hermione, che aveva finalmente abbandonato quell’aria e quella voce da saputella.
«Boh» rispose Harry. «E’ DrHouse93 che mi scrive i discorsi, mica io».
«Ehi Harry,» fece Ron, «cosa diremo ai professori se ci trovano qui?»
«Ehm…ma che ne so…Ah sì, diciamogli che eravamo andati a spiare Hermione
«Ehi!»

Ok ragazzi/e, qui finisce il capitolo 10! Spero vi sia piaciuto, e se sì, abbondate con le recensioni. Tanto non vi costa nulla! Cioè, a me Erika non mi fa pagare per recensire le storie, non so se con voi è lo stesso, ma se lo è allora non c’è problema no? Comunque, noi ci vediamo Lunedì per il prossimo esilarante capitolo: La partita! E, un’ultima cosa, se volete leggere una breve descrizione di Orso Coattone, andate qui(è tratto dalla mia prima fan fiction, i Mitici 8): http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=212651&i=1 e scorrete un po’ con il capitolo. Ok, detto questo vi saluto, ciao ragazzi/e, a Lunedì!

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Capitolo 11
*** La partita ***


Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve
- Capitolo 11: La Partita -

Harry si svegliò di soprassalto. Era appena stato svegliato da una russata fragorosamente rumorosa(O.o)di Ron. Guardò l’orologio, e si disse che comunque tra breve si sarebbe comunque dovuto svegliare, perciò non c’era motivo di squartare Ron pezzo a pezzo per averlo svegliato. Rimase per un po’ a fissare il soffitto come un demente, mentre si ricordava cos’era successo la sera prima, dopo aver sconfitto l’Orso Coattone. Stavano per andarsene quando erano entrati la McStrudel, Piton e Rat-Man. La McStrudel li aveva subito sgridati, così Harry e Ron si erano giustificati dicendo che erano andati a spiare Hermione. Ma la cosa incredibile era successa allora, quando Hermione aveva confermato la storia di Harry e Ron. Harry ancora non riusciva a crederci: Hermione Granger, la più brava del loro corso, che mentiva spudoratamente a un professore! Be’, d’altronde c’era anche da immaginarselo, visto che altrimenti a quest’ora, non fosse stato per Harry e Ron, starebbe girando come una cretina nello stomaco dell’Orso Coattone. E inoltre, pensò Harry, mentire alla McStrudel non era poi neanche lontanamente difficile come pensava: non capiva molto bene l’italiano(perché lo sanno tutti che in Gran Bretagna si parla italiano), e soprattutto era rincoglionita al massimo. Più di Hagrid. Harry si alzò dal letto. Stava per vestirsi, quando gli venne in mente un’idea “DIABOLICA”. Si erse in tutta la sua altezza(che non è molta), aprì bocca e, molto delicatamente, sussurrò: «BELLAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!».
Tutti si svegliarono di soprassalto. «Ma che ca…» cominciò Ron, ma fu interrotto da Harry.
«Neville, prendi il telefono!». Neville, ancora mezzo addormentato, afferrò una scarpa e la mise a mo’ di telefono.
«BELLAAAAAAAAAAAA!!!!!!» fece Ron.
«BELLAAAAAAAAAAAA!!!!!!» gli fece eco Harry.
«BELLAAAAAAAAAAAA!!!!!!» gridò Neville.
«Dean, prendi il telefono!» urlò Harry.
«Pronto?» chiese Dean.
«BELLAAAAAAAAAAAA!!!!!!» fece Ron.
«BELLAAAAAAAAAAAA!!!!!!» gli fece eco Harry.
«BELLAAAAAAAAAAAA!!!!!!» gridò Neville.
«BELLAAAAAAAAAAAA!!!!!!» strillò Dean.
«…AAAAAAAAAAAAAAA...» continuò Harry, nonostante Ron e Dean avessero smesso. Neville, tentando di rimettere a posto la scarpa, era scivolato dal letto ed era morto rompendosi l’osso del collo(Olè!!).
UN’ORA DOPO
«…AAAAAAAAAAAAAAAaaaaaaaaaaaaaaaaUff!» concluse finalmente Harry.
«Finito?» chiese Ron.
«Sì, tranquillo» rispose Harry. Dopo aver svegliato mezzo castello, iniziò a vestirsi. Scesero giù e trovarono Hermione che li aspettava. Non appena li vide arrivare sorrise. Inutile dire che Ron aprì la bocca e cominciò a sbavare come un demente, per poi riscuotersi dopo un po’. Si avviarono insieme verso la Sala Grande. Era difficile non rimanere amici, specie quando Harry e Ron le avevano salvato la vita. Harry aveva poi scoperto che, senza la sua solita aria e voce da saputella era molto simpatica. Poiché avevano perso tempo a fare i cretini nel dormitorio, arrivarono in ritardo e fecero una ben magra colazione. Harry stava per dirigersi al campo di Quidditch, con Ron e Hermione al fianco, quando una voce beffarda e strascicata lo chiamò.
«Ehi, Potter!».
Harry si voltò. Draco(mica sono come la Rowling io, che chiama i personaggi per cognomi u.u), con Tiger e Goyle al suo seguito, si avvicinava. Si fermò davanti a Harry e disse: «Stavo discutendo con Tiger prima»
Harry trattenne l’impulso di rispondergli: “Ma ‘sti cazzi’ non ce lo metti?”. Draco si voltò verso Tiger. «Stavamo discutendo su quanto fosse stupido Potter, vero, Tiger?».
Tiger, con la sua sapienza da filosofo, rispose: «EHEHEHEHEHEH».
«Malfoy, ma levati dal CENSURED» sbottò Harry.
«Altrimenti cosa fai? Vai a fare la spia dai professori?» scoppiò a ridere Draco. «Professore!», e fece una vocetta infantile, da cretino, «Malfoy mi da fastidio! Gneeeeeeeeeee!» e detto questo rise ancora più forte. Tiger e Goyle risero, ma non perché avevano capito la battuta, ma perché erano stupidi e facevano tutto quello che faceva Draco. A quel punto Harry non ci vide più.
HARRY: Ma no dai! Pure cieco vuoi farmi diventare?!?
-.- idiota ‘non ci vide più’ nel senso che ti incazzi di brutto
HARRY: Ahhhhhhhhhhhhh
«Senti brutto CENSURED figlio di CENSURED pezzo di CENSURED, tuo padre è uno CENSURED, tua madre è una CENSURED…»UN’ORA DOPO«…BESTEMMIED BESTEMMIED CENSURED BESTEMMIED CENSURED capito? Non hai neanche il coraggio di affrontarmi senza Tiger e Goyle!».
Draco esitò, soprattutto dopo una sfilza di termini così delicati e garbati, ma si riprese quasi subito, e sogghignò: «Non ho il coraggio, Potter? Ce l’ho eccome. Che ne dici di fare un duello, stanotte a mezzanotte, nella sala dei trofei? Non c’è mai nessuno»
«D’accordo» intervenne Ron a sorpresa. Hermione sussultò. «Io sono il suo secondo. Il tuo chi è?». Draco si voltò a guardare Tiger e Goyle, come per valutare chi dei due fosse meno stupido. Essendo impossibile, dopo un po’ disse: «Aspettate che faccio la conta. Ambarabaciccì…»UN’ORA DOPO«…coccò! Ecco, scelgo Tiger».
«Zzzzz…eh?» esclamarono in coro Harry, Ron e Hermione.
«CIUP…!» cominciò Draco.
«Stupefactum!» urlarono tutti e tre insieme. Draco, colpito dal triplice Stupefacente, fu scaraventato a terra. (NB: Quando una persona viene colpita da più di uno Stupefacente, quando quest’ultimo è ancora in funzione, gli effetti dell’incantesimo sono sempre gli stessi, non vengono moltiplicati. In compenso si somma il tempo della durata degli altri Stupefacenti(1 ora ciascuno)scagliati). Harry, Ron e Hermione si avviarono verso il campo di Quidditch.

***

Era una notte buia e tempestosa. Nel silenzio del castello le loro scarpe facevano solo dei lievi tonfi, mentre si affannavano a setacciare tutto il terzo piano, in cerca della sala dei trofei. Erano tre ore che giravano a vuoto, senza essere riusciti a trovarla. Se fossero arrivati troppo tardi, Draco li avrebbe ritenuti dei codardi e sbeffeggiati a vita, e questo Harry non poteva permetterlo. Finalmente la trovarono: era proprio in fondo al corridoio. Si avviarono veloci e, arrivati alla porta, la spalancarono, ed entrarono gridando: «AHA!». Subito si pentirono di averlo fatto. Dentro alla sala, infatti, non c’era né Draco, né Tiger. C’era Gazza, che era profondamente addormentato, e non diede cenno di svegliarsi neanche quando loro entrarono urlando nella stanza. Harry sospirò di sollievo, poi esclamò: «Che culo! D’oh!». Gazza si svegliò di soprassalto, ma non fece in tempo a riconoscerli perché in quel preciso momento Harry gli lanciò il primo trofeo che si ritrovò sotto mano. Gazza fu colpito in pieno petto dal trofeo, e cadde a terra imprecando e bestemmiando. Harry urlò: «CORRETE!». Si girò quando vide che Ron e Hermione si erano messi a correre prima ancora che lui lanciasse il trofeo. Si affrettò a seguirli. Uscì dalla sala dei trofei, poi attivò il microchip, e in men che non si dica li raggiunse, poi lo disattivò, e tutti e tre si fermarono davanti a una porta chiusa a chiave. La spinsero, la presero a calci, la tirarono, la presero a capocciate ma nulla, la porta non si muoveva. Intanto Harry sentiva Gazza sibilare tra i corridoi: «Bastardi…se vi prendo…oh, finirete nei guai, sìsì, tessoro sì…».
Disperato, Harry tempestò di pugni la porta, da dentro soggiunse la flebile voce di Neville: «Avanti…», poi si udì un ringhio, un urlo prolungato, e poi solo i sibili e gli ansimi di Gazza che li cercava.
«Ma certo!» esclamò Hermione. Si avvicinò alla porta, puntò la bacchetta e ordinò: «Alohomora!».
Subito la porta si aprì con uno scatto. I tre si precipitarono dentro, e si richiusero la porta alle spalle.
«Maledetti…sudici piccoli hobbit…si sono nascosti, tessoro…ma non preoccuparti, oh sì, non preoccuparti…li troveremo, e poi li uccideremo…e poi…prenderemo noi il tessoro…e diventeremo noi il padrone del tessoro!! Sì!!» udirono Gazza sibilare, mentre si allontanava e tornava indietro. Harry sospirò di sollievo, e si girò. Solo ora si accorse che Ron era rimasto paralizzato tutto il tempo a fissare una cosa verde fosforescente sul pavimento. Harry notò dapprima il cadavere di Neville(no comment), tutto sbrindellato sul pavimento, poi il suo sguardo si spostò più in la e rimase paralizzato pure lui. La cosa che emanava la luce verde fosforescente era un chiwawa, ma non un chiwawa qualunque, aveva tre teste. I tre continuavano a fissare terrorizzati il chiwawa radioattivo, finchè quello, che ancora fissava la sua cena, non alzò gli occhi su di loro. Si mise a ringhiare e si avventò su Harry, Ron e Hermione. Harry lo schivò, gli diede un cazzotto, ma si prese la scossa a causa della radioattività. Mentre il chiwawa era a terra e si rialzava, i tre aprirono la porta e se la diedero a gambe. Non appena arrivarono nella Sala Comune, Ron esplose.
RON: Ma no dai! Perché devo esplodere proprio io?
E io perché vi ho voluto fare così deficienti? ‘Esplose’ nel senso che non ce la facevi più e ti è uscito tutto fuori
RON: Detto così pare brutto
Be’…ehm…non hai tutti i torti…
HARRY: Io non ho capito
Lasciamo perdere…
«Ma Silente è diventato un Rincoglione? Perché cavolo tiene quel mostro del cavolo in una scuola? A che scopo?» sbottò Ron.
«Secondo me non si trovava lì per caso» rispose Hermione. «Io l’ho squadrato per bene, e ho visto che quando siamo entrati stava su una botola. Quindi faceva la guardia a qualcosa. La domanda è, che cosa?»
«Non ne ho idea» disse Harry, nonostante nessuno l’avesse interpellato. «Ma faremmo meglio a dormirci su. Buonanotte» aggiunse poi quando Hermione si avviò nel dormitorio femminile. Si mise il pigiama, ma non si addormentò subito: rimase a rimuginare su quale potesse essere il motivo per cui Silente teneva un mostro simile nel castello. Era come diceva Hermione, faceva la guardia a qualcosa? Oppure era come diceva Ron, Silente era stato colpito da una rara forma di Rincoglionus Totalus? Si addormentò scervellandosi su quale potesse essere la risposta. Questa arrivò la mattina dopo. Mentre facevano colazione, dopo che Harry aveva sghignazzato vedendo che Draco non era riuscito a farli espellere e dopo avergli scagliato uno Stupefacente, aveva notato che Hermione era rimasta paralizzata nell’intento di leggere il giornale dei maghi consegnatogli da un gufo postino: la Gazzetta del PROFETA (Progressivo Riempimento Oltre Figa E sTi cAzzi). Quando Harry le aveva chiesto perché fosse rimasta così, Hermione lesse ad alta voce: « ‘E’ stato confermato ieri, dai folletti della Gringott, la penetrazione(che brutta parola) di alcuni Maghi Oscuri in una camera blindata della Gringott. I folletti sono rimasti sconvolti, in quanto nessuno era mai riuscito a entrare, malgrado essi siano brutti e bassi. Fortunatamente, nulla è stato trafugato dalla camera blindata 713, poiché questa era stata svuotata in precedenza, sotto ordine di Marcus Silente, noto Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, dal Custode delle Chiavi e dei Luoghi di Hogwarts, Rutteus Hagrid. Il contenuto della camera blindata è quindi, se qualche potenziale ladro volesse saperlo, attualmente è a Hogwarts’ Non posso crederci. Una rapina alla Gringott! Non era mai successo!» concluse Hermione. Harry rimase un po’ pensieroso. Poi osservò: «Ma che cazzo di giornale è, uno che fornisce potenziali informazioni a eventuali ladri?».
«La Gazzetta del PROFETA è sempre stata così» disse Ron, con l’aria di chi la sa lunga. «Non c’è da stupirsi quindi»
«Ehi ma allora,» fece Harry,«SO CHE CI FA IL CANE RADIOATTIVO NEL CORRIDOIO PROIBITO DEL TERZO PIANO»
«Davvero?» chiese Hermione. «Ma come fai a sapere CHE CI FA IL CANE RADIOATTIVO NEL CORRIDOIO PROIBITO DEL TERZO PIANO?»
«Vuoi sapere CHE CI FA IL CANE RADIOATTIVO NEL CORRIDOIO PROIBITO DEL TERZO PIANO?»
«Sì, mi piacerebbe molto sapere CHE CI FA IL CANE RADIOATTIVO NEL CORRIDOIO PROIBITO DEL TERZO PIANO»
«Ragazzi,» intervenne Ron, «smettetela di gridare che volete sapere CHE CI FA IL CANE RADIOATTIVO NEL CORRIDOIO PROIBITO DEL TERZO PIANO»
«Perché, tu non vuoi sapere CHE CI FA IL CANE RADIOATTIVO NEL CORRIDOIO PROIBITO DEL TERZO PIANO?»
«Sì che voglio sapere CHE CI FA IL CANE RADIOATTIVO NEL CORRIDOIO PROIBITO DEL TERZO PIANO, ma almeno smettetela di gridare che sapete CHE CI FA IL CANE RADIOATTIVO NEL CORRIDOIO PROIBITO DEL TERZO PIANO».
A quel punto si alzò Piton che disse: «Il signor Potter, la signorina Granger e il signor Weasley sono pregati di smettere di gridare che sanno CHE CI FA IL CANE RADIOATTIVO NEL CORRIDOIO PROIBITO DEL TERZO PIANO. E, per averlo scoperto, 103264988485750 punti in meno per Grifondoro».
Harry lo ignorò. Poi disse: «Avevi ragione tu, Hermione. Quel cane fa la guardia a qualcosa. Alla cosa che prima stava nella camera blindata numero 713 della Grigott. E avevi ragione anche tu, Ron, Silente deve essere affetto da una forma di Rincoglionus Totalus, perché altrimenti avrebbe messo qualcos’altro a guardia di quella botola, non un cane radioattivo a tre teste»

***

La partita si avvicinava. E lo si percepiva anche tra i corridoi del castello. Agli studenti delle case avversarie continuavano a succedere gli incidenti più bizzarri, e Neville era morto per cause ancora più stupide del solito: talmente stupide che non le so nemmeno io, quindi mi limiterò a scrivere solamente ‘per cause ancora più stupide del solito’. Harry era riuscito a schivare gli incantesimi lanciategli contro da alcuni Sempreverde solo grazie al microchip. Anche se più di una volta era stato inavvertitamente colpito da un Incantesimo Dolor Prostatae, che faceva venire dei dolori alla prostata, ed era stata ricoverato con urgenza in infermeria. Ron era stato invece colpito da un Incantesimo Bloccatus In Saepto Taurorum, che blocca l’avversario sul posto e, come se fosse rimasto bloccato a novanta in un recinto di tori da monta fosse stato…Be’, potete immaginarlo da soli. Quanto a Hermione, invece, non si era più vista in giro da quando un Sempreverde gli aveva scagliato in Incantesimo Pompinus, che fa venire nella vittima un’irresistibile voglia di fare un CENSURED al primo che passa. E venne quindi il giorno della partita. Harry si svegliò di soprassalto. Non che fosse una novità, ma stavolta era nervoso. Guardò il dormitorio. Nonostante la rassicurazioni di Bastone, Harry non era del tutto convinto che nessuno fosse mai morto in una partita di Calcio Rotante. Non a Hogwarts, almeno. E comunque non si fidava del tutto di Bastone, visto che quasi sempre se ne usciva con le sue solite battutine del ca**o che finivano quasi sempre con un bel “Ma vaffanculo”. Guardò Ron, ancora addormentato. Si era svegliato prima degli altri, molto presto, forse per il nervosismo, o forse perché sono proprio malvagio Muahahahahah coff coff(Risata malvagia con seguente colpo di tosse preso da gelb_augen, che ringrazio). Ron era stato dimesso il giorno prima dall’infermeria, completamente guarito dall’Incantesimo Bloccatus In Saepto Taurorum. Anche se continuava a ripetere di avere dolori improvvisi al CENSURED. Rimase un po’ a guardare il dormitorio, chiedendosi se l’avrebbe mai più rivisto. Si voltò a guardare Neville che russava. Nonostante tutte le volte che moriva, alla fine resuscitava sempre. Si chiese se, nel caso fosse morto, sarebbe successo pure a lui. Dopo un po’ i compagni iniziarono a svegliarsi. Harry li salutò, rigido, poi prese a vestirsi pure lui. Scesero in Sala Grande, dove trovarono Hermione, agitata almeno quanto Harry. Ron invece era calmo e rilassato: aveva già visto Harry volare, e il giorno prima questi aveva ricevuto come regalo un manico di scopa: una Nimbus ScorraDuemila.
«Perché si chiama così?» aveva chiesto Harry.
«Perché è munita di un propulsore naturale infilato nel…» rispose Ron.
«Ti prego, dimmi che è nel naso» lo interruppe Harry.
«Ok, è nel naso»
«Davvero?»
«No»
Harry non mangiò quasi nulla a colazione. Dopo si diresse verso il campo di Quidditch. Andò negli spogliatoi, mentre tutto il castello si riversava nelle tribune sottostanti. Si udì un tonfo. Neville, sopra di loro, era scivolato ed era morto cadendo di sotto. Harry si mise la divisa da Quidditch, con il suo cognome ricamato sulla schiena, prese la sua Nimbus ScorraDuemila e seguì Bastone. Col cuore che batteva a mille, uscì fuori. La folla era in tumulto. Cori da ultrà da tutte le parti, ma soprattutto dalla curva rosso e oro di Grifondoro e dalla curva verde e argento di Sempreverde. I sette giocatori si avvicinarono al centro del campo, dove c’era Madama BadaBUM! che guardava arrivare i Sempreverde e i Grifondoro e reggeva la casse con le palle. Non appena le squadre raggiunsero il centrocampo, Madama BadaBUM! disse: «Capitani, datevi la mano» Flitt Marcus, parente di Marcus Flitt, capitano della squadra di Sempreverde, tentò di stritolare le dita di Bastone. Quest’ultimo si mise a piangere come un demente. Quando ebbe finito, Madama BadaBUM! continuò: «Bene, voglio un gioco pulito. Da tutti quanti». I Sempreverde si guardarono e sogghignarono, con l’“ONESTA INTENZIONE” di eseguire il suo ordine alla lettera. Liberò il Boccino e i Bolidi, prese la Puffa, la lanciò in aria e la partita ebbe inizio. Harry si lanciò in aria con la scopa, e sentì tutto il nervosismo svanire, quasi come fosse rimasto a terra mentre lui si librava nell’aria. Fece un paio di capriole a mezz’aria, poi si concentrò sull’individuare il Boccino. A fare la cronaca era l’amico dei gemelli Weasley, Fred e George, Lee Jordan.
«Ed ecco che partono…ed è subito Grifondoro con la Puffa, palla ad Angelina Jolie…voglio dire Johnson…che bella quella ragazza…e fa certi po…»
«JORTAN!!» gridò la McStrudel al suo fianco.
«Scusi professoressa…stavo solo dicendo la verità…quando una ha un talento simile bisogna dirlo, ma è imbattibile anche a fare le se…»
«JORTAN!!» ripetè la McStrudel.
«Va bene va bene…che palle sta prof vecchia di me…» cominciò Lee, ma poiché parlava in un megafono lo sentirono tutti.
«Stupefactum!» urlò la McStrudel. Lee si accasciò a terra, Stupefatto, e la McStrudel prese il suo posto.
«Pene…alloren, ekken ke Johnson ha ti nuoven la Puffen, ma Marcussen glielen toglien, sfreccien versen porten, et Bastonen parengioken ricomincien, e Spinnett ha la Puffen, sfreccien versen porten, passen la pallen a Bellen, et paraten…Partiten ricomincienet ekken ke Cercatoren tel Grifontoren sta fermen comen uno scemenmoviten, coglionen!».
Harry si riscosse. Era talmente impegnato a seguire la partita, da essersi dimenticato che doveva occuparsi del Boccino. Si mise a cercare per il campo, finchè non lo vide. Si buttò in picchiata, schivò i Bolidi, stava per afferrare il Boccino…All’improvviso un colpo lo stordì e gli mozzò il respiro, udì la folla gridare e fischiare e esultare, e la McStrudel urlare: «BASTARDEN! L’ha fatten apposten! Brutten CENSURED CENSURED BESTEMMIED BESTEMMIED CENSURED CENSURED CENSURED BESTEMMIED CENSURED…»
«Professoressa, cosa sono questi termini così volga…» disse Lee, sarcastico.
«Stupefactum!» ruggì la McStrudel, e Lee si riaccasciò a terra. La partita proseguì, tra falli e incidenti vari. Harry aveva di nuovo visto il Boccino, quando accadde una cosa strana. Schivò un Calcio Rotante di Pucey, ma la sua scopa si imbizzarrì, e tentò di disarcionare Harry in tutti i modi. Nessuno parve accorgersi di Harry, nemmeno quando questi si ritrovò a testa in giù. Solo quando rimase appeso per la mano alla scopa, allora tutta la folla lo notò. La scopa stava tentando in tutti i modi di disarcionarlo. Persino col microchip, una volta rimessosi sopra, la scopa riusciva a disarcionarlo. Harry era ormai in preda al terrore. Il microchip continuava ad attivarsi involontariamente, ma era tutto completamente inutile. Harry era come paralizzato, mentre la scopa lanciava scossoni, sì al rallentatore, ma sempre più violenti.

***

Ron era come incollato al binocolo, mentre osservava la scopa di Harry dare tremendi scossoni. Eppure Harry l’aveva provata proprio ieri la scopa, e funzionava benissimo. C’era un’unica spiegazione: qualcuno, nella folla, aveva gettato il malocchio sulla scopa di Harry. Hagrid, dietro di lui, continuava a ripetere: «Guardate Harry, che acrobata! Robe così non si vedono tutti i giorni». Non pareva essersi accorto che Harry aveva completamente perso il controllo della Nimbus. Hermione al suo fianco sussultò. Diede una gomitata a Ron, che si girò di scatto.
«E’ Piton!» sussurrò Hermione, angosciata. «E’ lui che sta facendo il malocchio!». Ron mise a fuoco su Piton, che in effetti borbottava qualcosa e non sbatteva nemmeno le palpebre. Hermione si precipitò verso la tribuna dei professori, mentre la Nimbus ScorraDuemila partiva in aria, con Harry sempre appeso per il braccio. Arrivò giusto in tempo: Harry sembrò sul punto di cadere. Si rannicchiò sotto la panca, puntò la bacchetta contro il mantello di Piton, e mormorò: «Incendio». Subito il mantello di Piton prese fuoco. Hermione scappò via, mentre Piton, agitato, tentava di spegnere il fuoco col piede mentre sferrava ceffoni a tutti. Ne appioppò uno particolarmente violento al professor Rat-Man, proprio mentre Hermione tornava in tribuna con Ron e Harry si risistemava sulla scopa. Mentre ripartiva, sentì il potere del microchip svanire, ma lui non ci badò: aveva notato uno scintillio dorato mentre il microchip era attivato, e lui non poteva averlo non visto, dato che andava al rallentatore. Riattivò il microchip, e si lanciò all’inseguimento del Boccino. Stava quasi per prenderlo quando il Cercatore di Sempreverde gli fece: «Ehi, Potter, lo sai che il tuo amico asohco
«Eh?»
«Ciuppa!!» ululò il Cercatore di Sempreverde prendendo il Boccino. Harry fece giusto in tempo a pensare ‘D’oh!’ quando si accorse che il Boccino sfuggì dalle mani del Sempreverde, che aveva i guanti, e, mentre Harry rideva, gli finì in bocca. Quasi lo ingoiò, ma quando lo risputò fuori, e lo prese tra le dita, si sentì dentro un moto di gioia, che svanì quasi subito quando Madama BadaBUM! annunciò che in realtà il Boccino l’aveva preso prima il Cercatore di Sempreverde, quindi avevano vinto. Risultato finale: GRIFONDORO 0-846504651496 SEMPREVERDE. Successivamente, strane morti si verificarono nella squadra di Sempreverde. Ma a quel punto Silente si alzò e, con la voce magicamente amplificata, disse: «Attenzione prego. Poiché la squadra di Sempreverde ha commesso esattamente 846504651496 falli, il suddetto numero verrà detratto dal loro punteggio, che scende quindi a zero. Ma poiché le squadre sono in parità, e una partita non può finire in parità, ho appena finito di fare la conta per vedere a quale squadra assegnare 230 punti. E la squadra è…SEMPREVE… - KRAK-HOOM - …voglio dire, GRIFONDORO!». Scoppiò il tumulto. I Grifondoro erano festanti, Harry era salvo, e Draco piangeva come un bambino cretino perché ormai era chiaro che Silente era un Rincoglione, e perché aveva appena fatto vincere ingiustamente Grifondoro. Tornando al castello con Ron, Hermione e Hagrid, Harry venne a sapere che era stato Piton a gettare il malocchio sulla sua scopa. Poi venne l’illuminazione.
«Ecco perché si chiama Severus!» esclamò.
«Perché?» chiese Ron.
«Boh». Ron stava per mandarlo a quel paese quando Harry continuò: «Ecco cosa si è fatto alla gamba». Qualche giorno prima infatti avevano visto Piton zoppo, con la gamba destra terribilmente ferita. «Ha cercato di eludere la sorveglianza del cane a tre teste»
Hagrid sobbalzò. «E voi come fate a sapere di DJ Bobo?»
«DJ Bobo?» chiese Hermione. «Ma perché, tu lo conosci?»
«Certo, è mio. L’ho vinto da uno straniero incappucciato al Puledro Impennato» rispose Hagrid.
«Allora saprai a cosa fa la guardia!» strillò Ron, eccitato.
«Certo che lo so. Fa la guardia alla…Ehi! Comunque non è l’unica sorveglia…e basta farmi parlare a tradimento! E’ una faccenda tra Silente e Nicolas Flamel! D’oh!».
«Allora riguarda qualcuno!» fece Harry.
KRAK-HOOM

Ok ragazzi/e, finisce qui un nuovo capitolo. Spero vi sia piaciuto, anche se probabilmente è un po’ più lunghino degli altri. Solo che avevo alcune cose da aggiungere, quindi non scassatemi le balle XD. E da oggi: novità! Da oggi rispondo alle recensioni del capitolo precedente. Be’, mi pare ovvio, visto che non posso rispondere a delle recensioni che ancora - spero - dovete fare. Quindi, vai con le recensioni!

gelb_augen: Allora, che dire. A dir la verità mi importa, e pure parecchio, che qualcuno recensisca quasi sempre, e mi lascia molto contento il fatto di avere una fan numero uno. Quindi spero che vorrai continuare a seguirmi, anche finita questa fan fiction(sì perché poi ne ho in mente altre)e spero che non ti arrabbi se ho preso in prestito da te la risata malvagia con seguente colpo di tosse. Mi raccomando, continua a seguirmi! P.S. ti ho mandato dei messaggi privati, ma non so se ti sono arrivati. Fammi sapere via recensione poi.
_Niki_:
Tranquillo/a, non mi offendo mica se non recensite, solo mi fa piacere se lo fate. In ogni caso hai ragione, perdere 30 secondi al giorno d’oggi è di vitale importanza u.u XD. Comunque, spero che anche tu continui a seguirmi, e sono contento di averti fatto fare 4 risate.
Caterozza:
Certo che conosco gli Happy Tree Friends, sono troppo forti. Secondo me sono dei cartoni fatti apposta per scandalizzare i bambini: basta guardare la sigla! Comunque, ti ringrazio per il fatto che continui a seguirmi.
Ashley Snape:
Allora, grazie per la recensione, molto bella. Comunque, la storia di Severus è molto complicata. Vorrei potertela raccontare subito, ma ti rovinerei la sorpresa quando arriveresti a leggere “Harry Potter e il Principe Mezzopirla”. Lì c’è tutta la storia di Severus, dettaglio per dettaglio, quindi non ti resta che aspettare. E nel frattempo continuare a seguirmi :P.

Bene, ora che ho finito le recensioni noi ci vediamo Lunedì per il prossimo, strabiliantario(è una parola italiese) capitolo: Lo Specchio delle Brame! Sì, lo so, come nome fa cagare, ma l’ho preso in prestito da Jojo(la Rowling). Bene, detto questo vi saluto, ciao ragazzi/e, a Lunedì!

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Capitolo 12
*** Lo Specchio delle Brame ***


Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve
- Capitolo 12: Lo Specchio delle Brame -

Per tutta la settimana seguente, Harry, Ron e Hermione cercarono ininterrottamente notizie su Nicolas Flamel, senza però ottenere alcun risultato. Natale si avvicinava, e l’eccitazione nel castello era evidente(ma non per il Natale…). Harry si chiese se una persona potesse diventare ancora più antipatica di quanto era prima, ma a quanto pare per Draco doveva essere così. Da quando avevano vinto a Calcio Rotante, Draco continuava a prendere per il culo Harry dicendogli che la prossima volta si sarebbe sfracellato a terra cadendo dalla scopa, cosa che non faceva ridere neanche quel demente di Hagrid e che faceva antipaticizzare(è un’altra parola italiese)ancora di più Draco. Quanto a Hagrid, tentava di dissuadere Harry, Ron e Hermione ogni volta che li incrociava, ma siccome era un cretino, riusciva solo a istigarli di più. Ma in realtà il Dinamico Trio(oddio, non so manco io come cazzo mi è uscito)otteneva risultati ben scarsi. Non riuscivano a trovare informazioni su Flamel da nessuna parte. Hermione gli faceva ispezionare quasi tutti i libri della biblioteca. Insieme cercarono, ma non trovarono mai un fico secco. Harry, tra l’altro, era convinto di aver già sentito parlare di questo Flamel, ma, essendo stupido, non si ricordava dove. In realtà il motivo per cui cercavano come pazzi informazioni su Flamel era che volevano scoprire cosa questi avesse mai creato da indurre Piton a rubarlo. E non avevano nemmeno scoperto perché si chiamava Severus.

Ma non c’è un motivo!!
HARRY: Sì, invece. E se tu dici di no vuol dire che in realtà c’è
Sigh

Così, tra ricerche, lezioni e continue morte e resuscitate di Neville arrivò il giorno di Natale. Draco non aveva perso tempo a sbeffeggiare Harry che sarebbe rimasto a Hogwarts anziché tornare a casa dai suoi genitori, visto che Harry non li aveva. Ma poi Harry aveva riso come un povero deficiente quando aveva scoperto che Draco aveva saputo dai genitori che quel Natale sarebbero andati al Luna Park dei Teletubbies. Era invece rimasto contentissimo quando aveva scoperto che i Weasley sarebbero rimasti a Hogwarts perché i loro genitori sarebbero andati in Romania a trovare il primogenito: Charlie. Hermione invece sarebbe tornata dai suoi. Prima di partire, li raccomandò di continuare a cercare informazioni su Flamel, cosa che “FECERO SEMPRE”. La mattina di Natale Harry si svegliò di soprassalto. Trovò il dormitorio vuoto. Scese giù per le scale e trovò Ron che scartava i suoi regali di natale alla luce del fuoco del camino. Harry si avvicinò e vide che anche lui aveva ricevuto dei regali. Il che era strano, perché non ne aveva mai ricevuto manco uno. Si avvicinò all’Albero di Natale e prese il primo regalo. Lesse il biglietto: ‘Speriamo ti sia utile, zio Vernon e zia Petunia’. Harry fu insieme curioso e esasperato: quelle rare volte in cui i Coattley si erano ricordati del compleanno di Harry, gli avevano regalato cose completamente inutili. Aprì il pacchetto e, come (non)volevasi dimostrare,trovò un tubicino di gomma. Lo girò e lesse che era un tubetto di Vasella.
«Che cavolo dovrei farci io con la Vasella?» protestò Harry.
«Che cos’è la Vasella?» domandò Ron, curioso.
«E’ un lubrificante. Serve a lubrificare le maniglie delle porte» rispose Harry.(Questo conferma la grande stupidità di Harry). Gettando per terra la Vasella, aprì il secondo regalo: ne uscì un maglione di lana. Stupito, si chiese chi glielo avesse mandato.
«Ah, la mamma ne ha fatto uno anche a te» intervenne Ron, guardando il maglione. «Ogni Natale ne cuce uno a maglia per ciascuno di noi. Le ho scritto che ero diventato amico tuo e deve avertelo mandato anche a te»
Harry ringraziò, sinceramente contento, e si apprestò ad aprire gli altri regali: un pacco di dolciumi da parte di Ron, un sacchetto di caramelle Babbane da Hermione e dei biscotti, che in realtà erano blocchi di pietra, da Hagrid. Rimase solo un ultimo pacco. Harry lo prese. Era stranamente leggero. Strappò la carta, con Ron che gridava come un cretino: «Scarta la carta! Scarta la carta!», e ne uscì un mantello. Harry lo prese: era molto lungo, più di lui, e sembrava cucito con l’acqua. Harry se lo provò. Se lo legò al collo, e non avvertì differenze, almeno finchè Ron non esclamò incredulo.
«O porca mongolfiera!(???). Quello è un Mantello dell’Invisibilità!». Harry si guardò allo specchio, ma vide soltanto una testa galleggiante a mezz’aria. Si tirò sulla testa il Mantello, e lui sparì del tutto.
«Harry, tu hai un vero Mantello dell’Invisibilità!» esclamò di nuovo Ron.
«Mitico!» fece Harry, in stile Homer Simpson.
«Ma chi te l’ha mandato?». Harry si chinò a raccogliere il biglietto che aveva notato solo adesso. Lo prese in mano e lesse: ‘Tuo padre me lo consegnò prima di morire. Fanne buon uso. Firmato, Marcus Silente’. Harry non riusciva a crederci. Un Mantello dell’Invisibilità. Tutto suo. Appartenuto a suo padre, e ora completamente suo. Rilesse il biglietto 40501948521317810 volte.
«Chi te l’ha mandato?» chiese di nuovo Ron. Harry rispose, raggiante: «Boh». E così passò tutta la mattinata a fare scherzi da bambino stupido col Mantello. Pranzarono in Sala Grande: Hagrid aveva portato da solo dodici Alberi di Natale, già decorati, e i commensali erano davvero molto pochi. La giornata passò tra giochi cretini sotto il Mantello a guerre di palle di neve, che si conclusero con un bombardamento su Piton. Harry e i Weasley se la diedero a gambe prima che questi capisse chi fosse stato. La notte, tuttavia, Harry non riuscì a dormire. Continuava a rimuginare sul Mantello, e a quale potesse essere il buon uso di cui parlava il biglietto che lui potesse fare. Apparte fare scherzi cretini. Alla fine giunse alla conclusione: scese dal letto, si coprì col Mantello e, invisibile, si recò verso il Reparto Proibito della biblioteca. Avanzò cauto, con una lanterna. Neville, non si sa perché o come mai si trovasse lì, vedendo una lanterna galleggiare a mezz’aria, morì di infarto. Harry raggiunse la biblioteca, entrò nel Reparto Proibito e trovò un vecchio libro. Decise di iniziare da là. Non si leggeva più il titolo poiché le lettere d’oro erano cadute. Aprì il libro, ma non fece in tempo a leggere che una faccia uscì dal libro e gridò a squarciagola: «EHEHEHEHEHEHEHEH». Harry, terrorizzato, richiuse il libro, proprio mentre il microchip si attivava involontariamente. E meno male, altrimenti Gazza l’avrebbe travolto in pieno. Invece, col microchip attivato, Harry riuscì a schivarlo e se la diede a gambe. Si fermò per riprendere fiato su un corridoio. Poi scivolò sulla parete e si addormentò. Harry si svegliò di soprassalto. Udiva delle voci, che avanzavano verso di lui. Sfoderò cauto la bacchetta, proprio quando udì chiaramente il timbro delle voci: erano due. Una era melliflua, fredda, impassibile. L’altra era terrorizzata, e parlava pugliese. Arrivarono nel corridoio dove c’era Harry.
«Non ti conviene avermi come nemico, Rat-Man» disse “L’UOMO” dalla voce fredda.
«N-nemeic?» balbettò Rat-Man. «M-ma...c sta ?». N-nemico? Ma che stai a dì?
«Non fare il finto tonto» rispose Piton. «So cosa stai cercando di fare e, vedi, non posso permettertelo. Altrimenti, le conseguenze potranno essere molto spiacevoli per te. So che tu fai parte delle protezioni. E devo avvertirti, sarà meglio che tu…» Piton si interruppe. Si voltò, gli parve di aver udito un respiro, oltre al rantolo terrorizzato di Rat-Man. Tese una mano nel vuoto, alla sua destra, la richiuse, come se volesse afferrare qualcosa, e la ritrasse. Non accadde nulla.
«Ah-ah!» fece Nelson appena comparso, indicando Piton. Detto questo sparì. Piton fece per riprendere la sua minaccia contro Rat-Man, ma venne raggiunto da Gazza che trasportava la lanterna rotta di Harry.
«Sssignore…» fece, rivolto a Piton. «Abbiamo trovato quessssta lanterna in biblioteca…in biblioteca, sissì…nel Reparto Proibito…»
«Molto bene, Gazza» disse Piton. «Uno studente deve essere fuori dal letto. E penso di sapere di chi si tratta. Presto, iniziamo l’ispezione del castello dai sotterranei(-.-). Quanto a te, Rat-Man, faremo un’altra chiacchieratina molto presto» e detto questo i tre uomini se ne andarono.
Harry si riscosse. Piton l’aveva quasi scoperto. Fortunatamente aveva trattenuto il respiro e si era allontanato di qualche passo appena in tempo. Poi notò una porta. Non si sa per quale motivo, la aprì e ci entrò. Sembrava un’aula in disuso, fatta eccezione per un vecchio specchio, molto grande, in mezzo all’aula. Harry si avvicinò. Lesse la scritta in alto, ma non ne afferrò subito il significato: ‘Se vuoi vedere quello che più desideri guardami’. Harry rimase tre ore a contemplare la scritta. Alla fine, arrivato alla conclusione, pensò: Chissà che vuol dire. Poi abbassò lo sguardo sul vetro e sobbalzò. Quello specchio era decisamente strano, visto che stava riflettendo una persona che sarebbe dovuta essere completamente invisibile. Si guardò, accertandosi di avere addosso il Mantello ancora, e poi rialzò lo sguardo sullo specchio. Quello che vide prima non era nulla in confronto a quello che vedeva adesso. C’erano due persone, affianco a lui. Uno era alto, con dei capelli neri arruffati, degli occhi nocciola e degli occhiali un po’ storti. L’altra era alta quanto l’uomo alla sua sinistra, aveva dei lunghi capelli rossi e degli occhi di un brillante color verde. Gli stessi occhi di Harry.
KRAK-HOOM
Harry scivolò a terra, si fece nero, e tutto svanì. Harry si svegliò di soprassalto. Mancavano poche ore all’alba. Con un po’ di fortuna sarebbe riuscito a tornare nel dormitorio e a dormire un po’ prima delle lezioni. Percorse in fretta i corridoi, entrò nella Sala Comune e si apprestò a salire i gradini che portavano al dormitorio. Ma si accorse di aver imboccato erroneamente quello femminile. Infatti, le scale si fusero fino a diventare uno scivolo, Harry scivolò(ma va?) e andò a cozzare la testa contro il pavimento. Si fece nero, e tutto svanì. Muahahahahah coff coff
Harry si svegliò di soprassalto. Era mattina inoltrata. Mentre riprendeva i sensi, con un sussulto si ricordò che tra breve sarebbe finita la colazione e che per mangiare avrebbe dovuto aspettare fino al pranzo. Si vestì in tutta furia, posò il Mantello nel baule, sulle scale urtò Neville, che cadde di sotto e morì sul colpo e arrivò in Sala Grande giusto in tempo per…vedere che i piatti erano spariti e i commensali si alzavano.
D’oh!, pensò Harry. Corrucciato, aspettò che Ron uscisse dalla Sala. Ma, dopo tre ore fermo imbambolato come un cretino, si rese conto che effettivamente Ron non c’era nella Sala Grande. Domandandosi dove fosse finito, fece per recarsi nella Sala Comune. Le vacanze stavano per finire, ma Harry, che era uno “STUDENTE MODELLO”, se ne fregava altamente dei compiti, visto che tanto li avrebbe copiati da Hermione, e prese il Mantello per andare a fare scherzi cretini da bambino stupido(per riassumere dirò: “Scherzi da Harry”, tanto è la stessa cosa).
Sono un vero fancazzista militante, pensò Harry mentre lanciava palle di neve ai passanti e mentre bombardava Neville, che scivolò nel lago e morì affogato. Quando si fu rotto di lanciare palle di neve, tornò nella Sala Comune, dove finalmente trovò Ron, con un’aria vagamente soddisfatta.
«Ron, era ora!» esclamò Harry. «Ma dove sei stato tutta la mattina?»
«Harry…» fece Ron, «…è fantastico»
«E’ fantastico cosa?» domandò Harry.
«A undici anni i ragazzi raggiungono la maturità sessuale» rispose Ron. «Quindi penso che tu abbia capito cosa ho fatto tutta la mattina»
Uhm…, pensò Harry.
TRE ORE DOPO…
Uhm…, continuava a pensare Harry, finchè Ron non perse la pazienza. «Harry, mi sono fatto le seghe tutta la mattina!» sbottò.
Seghe…seghe…, riflettè Harry.
ALTRE TRE ORE DOPO…
A-ah! Ho capito!, esclamò Harry. «Hai fatto il falegname tutta la mattina allora, eh?». Ron sgranò gli occhi. Alla fine decise di lasciar perdere. Passarono tutto il pomeriggio a giocare a scacchi, visto che Ron era un altro Fancazzista Militante. Poi Harry si ricordò dello specchio.
«A proposito, Ron, ieri ho visto i miei genitori» cominciò Harry.
«Ma non erano morti?» chiese Ron.
«Sì ma…»
«Ah-Ah!» fece Ron, imitando Nelson e indicando Harry, che lo scrutò torvo prima di proseguire. «Infatti li ho visti in uno specchio particolare. Sopra c’era scritto a che serviva, ma non ho capito cosa significasse»
«Ti ricordi la scritta?» domandò Ron.
«Sicuro» rispose Harry. «‘Se vuoi vedere quello che più desideri guardami. Cosa mai potrebbe significare?»
«Andiamo, Harry!» esclamò Ron, ridendo della semplicità della frase. «Non è chiaro?»
Uhm…, pensò Harry.
«Lascia stare, va’» disse Ron dopo un’altra ora. Quella notte tornarono nella stanza dello specchio. Harry rimase per un po’ a contemplare i suoi genitori. Poi li fece vedere a Ron, che rimase un po’ perplesso, finchè non sobbalzò.
«Li vedi?» sussurrò Harry, eccitato(che brutta parola).
«Ma quello sono io!» gridò Ron. «Ma, sembro più grande. Ho in mano la Coppa delle Case, e del Calcio Rotante, e mi sto trombando Her…» ma si interruppe imbarazzato. Poi si girò verso Harry. «Credi che questo specchio mostri il futuro?» chiese Ron, speranzoso.
«Impossibile…» rispose Harry.
«D’oh!»
«…i miei genitori sono morti quando avevo un anno. A proposito, già che ci siamo, perché non mi racconti di nuovo come sono morti i miei genitori, visto che sul treno non ho capito niente?».
«No, non rompere le palle e fammi guardare nello specchio»
«No, a questo punto guardo io!»
«No, io!»
«No, asgaleb
«Uh?»
«Eh?»
«Ciuppa
«CENSURED!»
CLANG
Un rumore in lontananza mise fine alla disputa facendo sobbalzare i due ragazzi. Si nascosero sotto il Mantello, proprio mentre la porta si apriva ed entrava Tesoro, o almeno così credevano che si chiamava visto che Gazza la chiamava sempre così, la sua gatta. Tesoro guardò proprio nel punto in cui si trovavano Harry e Ron, ed entrambi furono attraversati dallo stesso pensiero: Ciambelleeeeeeeeeeeeeeeeee sbavaz sbavaz. Tesoro se ne andò, e anche Harry e Ron decisero di darsela a gambe, nel caso Tesoro fosse andata a chiamare Gazza. Tornarono in fretta in furia nella Sala Comune, e da lì al dormitorio. Stavano per coricarsi quando Ron mormorò: «Harry?»
«Ron?»
«Harry?»
«Ron?»
«Harry?»
«Ron?»
«Harry?»
«Che c’è, Ron?»
«Harry?»
«Fan…»
«…Club?»
«No, io volevo dire fancu…»
«Comunque, non tornare da quello specchio domani. Non so perché, ma c’è qualcosa che non mi convince in quello specchio»
«Ron?»
«Sì?»
«Ma vaffanculo». E detto questo si addormentarono. Il giorno dopo era l’ultimo giorno delle vacanze di Natale. Harry e Ron, dopo aver fatto colazione e aver assistito alla 74316855980024684esima morte di Neville, stavano aspettando Hermione nella Sala d’Ingresso. La videro entrare insieme ad alcuni ragazzi del terzo anno.
«Ron, chiudi quella bocca e levati quell’aria da sbavatore demente, e andiamo» disse Harry. Raggiunsero Hermione e le diedero una mano a portare i bagagli nella Sala Comune…
HERMIONE: Ma che gentili!
…con un Incatesimo di LibraCertosa
HERMIONE: D’oh!
Appena arrivarono, raccontarono a Hermione gli eventi dei giorni vacanzieri. Hermione rimase delusa dal fatto che non avessero scoperto chi fosse Flamel, perché Piton volesse eludere la sorveglianza di DJ Bobo e perché si chiamasse Severus.
Ma non c’è un motivo!!!!!
HARRY: Doc, ne abbiamo già parlato. Il motivo c’è
Rimase invece sorpresa quando seppe del Mantello e dello specchio. Poi subito assunse un’aria preoccupata e disse a Harry: «Harry, Ron ha ragione. Non puoi tornare da quello specchio. Potrebbe essere pericoloso. E se ti beccano?»
«AOOOOOOOOO che CENSURED, e fatela finita di rompere i CENSURED e che CENSURED!!!» urlò Harry, fregandosene che tutti li stavano guardando. Hermione lasciò perdere. Quella notte, Harry tornò da solo dallo specchio. Rimase per due ore a contemplarlo adorante, come uno che vede per la prima volta Pamela Anderson.
«Di nuovo qui, eh?»
Harry si sentì gelare. Si girò per vedere chi fosse, e scoprì con terrore che era nient’altro che Marcus Silente. Ma, con sua sorpresa, non sembrava incazzato, anzi sorrideva.
«Allora, devo dedurre che stai ancora contemplando le facce dei tuoi genitori. O stai ancora cercando di capire cosa significhi l’incisione sullo Specchio delle Brame?».
Harry non rispose. Silente aveva azzeccato in pieno: stava guardando i genitori e chiedendosi cosa volesse dire l’incisione sullo Specchio delle Brame.
«Bene, Harry, come avrai finalmente capito, lo Specchio delle Brame mostra ciò che una persona più desidera. Tu, che non hai mai visto i tuoi genitori, li vedi riflessi insieme a te. Il tuo amico Ron, che è sempre vissuto all’ombra dei suoi fratelli, spera di essere il migliore di tutti, e di trombarsi Her…»
«Ma lei come fa a saperlo?» lo interruppe Harry, senza riuscire a trattenersi. «E a che serve lo specchio?(-.-
«Io non ho bisogno di un Mantello per diventare invisibile» rispose Silente. «E nemmeno tu. Quanto allo Specchio, mi pare di avertelo già detto. Mostra ciò che una persona più desidera al mondo»
Uhm…, riflettè Harry.
«Allora,» ripetè Silente dopo un’ora di inutili spiegazioni. «SPECCHIO - DELLE - BRAME - MOSTRA - QUELLO - CHE - PERSONA - PIU’ - VUOLE» scandì ad alta voce, facendo dei disegnini in aria con la bacchetta.
«Ahhhhhhhhhhhh adesso ho capito» disse Harry, che aveva capito(finalmente!) davvero.
«Ora, Harry, parlando di cose serie, domani lo Specchio delle Brame verrà trasferito da un’altra parte» proseguì Silente. «E devo chiederti di non andare a cercarlo. Vedi, solo i deficienti perdono troppo tempo dietro lo Specchio. Poiché questi non da né la conoscenza, né la verità. Quindi non devi andare a cercarlo. Hai capito?»
Uhm…

Ok ragazzi/e, finisce qui un nuovo capitolo. Spero vi sia piaciuto. Ricordatevi di recensire, in questo caso. Lo so, è inutile che continuo a ripeterlo, ma come dicevano i latini Repetere Iuvant(che poi non so manco che vuol dire). Bene, ora è il momento delle risposte alle recensioni.

rose07: Allora, che dire. Be’, sono contento che DJ Bobo ti sia piaciuto, all’inizio volevo chiamarlo Fuffi, ma poi ho pensato che mettere il nome del cantante di quella canzone demente(Chiwawa) era più originale. Poi, ti ringrazio per il fatto che mi segui ogni Lunedì, e che mi seguirai se non altro fino a HP e il Principe Mezzopirla. Poi, non so se ti è arrivato il messaggio personale, ma mi piacerebbe avere il tuo contatto di msn. Poi, se non ti va di darmi il tuo inserisco il mio qui, così chiunque voglia aggiungermi può farlo: micheles93@hotmail.it
_Niki_
: Ma io ce l’ho già una medaglia! La premiazione è successa tutta nella mia testa, è un peccato che non l’abbiate vista… “Premio miglior scrittore di fan fiction deficienti dell’anno”…Be’, sono commosso! Ok, non è vero, non sono per niente commosso, sono soltanto simpatico(o almeno così mi dicono). E sono contento che anche a te sia piaciuto DJ Bobo.
gelb_augen
: Oh, salve miss fan numero uno. Che dire stavolta? Be’, sono contento che tu sia contenta che ho recensito la tua storia(adesso ripetetelo dieci volte velocemente). E sono contento anche sul fatto che continuerai a seguirmi con le tue recensioni di 48 pagine(o erano 2?). Poi, per quanto riguarda il Nobel, quasi quasi mi candido, a meno che non mi buttino via a calci nel ****(naso)! Comunque, per quanto riguarda la proverbiale stupidità di Harry, prima o poi guarirà, anche se non del tutto, perché essendo lui il protagonista è lui che deve risolvere la situazione(o almeno in tutti i racconti è così).
little devil
: Allora, ti ringrazio sul fatto che dici che sono un genio, ma purtroppo devo correggerti: io sono un genio demente! Altrimenti, se avessi la testa a posto, non scriverei tutte queste fan fic, ma se non lo facessi non mi conoscerebbe nessuno…uhm…(discorso col mio cervello in stile Homer Simpson)non dire che ti diverti… non dire che ti diverti… non dire che ti diverti…ma in realtà mi diverto…d’oh! Vabè, in ogni caso spero che continuerete tutti a seguirmi, e vi ringrazio per il sostegno che mi date ogni Lunedì.

Bene ragazzi, qui noi ci salutiamo. Se il capitolo vi è sembrato corto, è perché non c’era molto da dire, ma in questo caso non perdetevi il prossimo strabiliantese(che è un sinonimo di strabiliantario) capitolo: La Pietruzza Rossa! Scoprirete cos’è? Mah, io non ci spererei molto! Allora, noi ci vediamo la prossima settimana, ciao ragazzi/e, a Lunedì!

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Capitolo 13
*** La Pietruzza Rossa ***


Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve
- Capitolo 13: La Pietruzza Rossa -

Per tutta la settimana il Dinamico Trio cercò inutilmente informazioni su Nicolas Flamel(mi pare di averlo già detto) ma senza successo. I giorni passavano, Neville continuava a morire, e Harry continuava a fare “Scherzi da Harry”. Il malcontento si era diffuso tra i tre ragazzi, ma presto un nuovo avvenimento elettrizzò l’intero castello: la partita tra Grifondoro e Tassorosso. L’eccitazione nel castello(ma mica per la partita, eh)era di nuovo evidente, e Neville moriva ancora con più frequenza, il più delle volte a causa degli “Scherzi da Harry” di Harry. Un giorno, mentre Harry e Ron cazzeggiavano(come al solito) e Hermione faceva i compiti per sé e per i due ragazzi, la porta della Sala Comune si aprì ed entrò (indovinate un po’?) Neville. Ma capirono subito che c’era qualcosa che non andava. Neville saltellava, come se avesse le gambe legate da funi invisibili. Hermione si affrettò ad aiutarlo. «Finite incantetem». Subito le gambe di Neville si liberarono, e il ragazzo si rilassò.
«Neville, che è successo?» chiese Harry.
«E’ stato Malfoy» rispose Neville, affannato. «Mi ha fatto un Incantesimo delle Pastoie»
«Come scusa?» fece Harry, sicuro di aver capito male
«Un Incantesimo delle Pastoie» ripetè Neville.
«Come?»
«Delle Pastoie»
«Dei pasticcini?»
«Delle Pastoie!»
«Neville, scusa, non ho capito»
«Vaffanculo
«Ok, questo l’ho capito» disse Harry. «Ma non devi permetterti che accada di nuovo! Fai come faccio io, sparagli un incantesimo!»

Ma se non sei buono manco a sparare incantesimi ad un paralitico
HARRY: Ehi, non è vero! Ne ho affrontato uno la scorsa settimana, e l’ho Stupefatto!
RON: Veramente l’hai mancato per ben 75032156498 volte
HARRY: Sì, ma alla fine l’ho Stupefatto!
RON: Veramente l’ho Stupefatto io e tu ti sei preso il merito
HARRY: Ron, e vaffanculo, proprio mo dovevi intervenire?
Si va bene, quando avete finito di litigare magari io continuerei con la fan fic, ok?

«Tu dici che dovrei, Harry?» domandò Neville. «Ma io sono peggio di te a lanciare incantesimi»
Non dire la verità…non dire la verità…non dire la verità…, pensò Harry. «Vabbè dai, lo so che sei una pippa…» D’oh!
«…però sai che ti dico?»
Non dire una boiata…non dire una boiata…non dire una boiata…
«Lanciagli un incantesimo. Tu ne vali dodici in confronto a lui»
D’oh!
«Cavolo Harry, davvero?» esclamò Neville, felice. «Grazie, non ci avevo mai pensato!»
Senza pensare(fosse la prima volta), Harry afferrò una Merdarana e gliela diede a Neville. Neville la scartò, la mangiò come un morto di fame, ma un pezzo gli si incastrò nella trachea e morì soffocato. Harry, ridendo come un pirla, si chinò per raccogliere la figurina del Mago Famoso, scoprendo che era Silente. Fu allora che gli venne l’illuminazione.
Ohhhhhhhhhhhhhhhh, Sileeeeeeeeeeeeeeeeente EHEHEHEHEHEH
«Chi è, Harry?» chiese Ron, indicando la figurina e ignorando il cadavere di Neville. Harry non rispose. Era ancora intento a fissare la figurina. I due lo guardarono perplessi.
Uhm…

«‘Nicolas Flamel è un noto alchimista, amico di Marcus Silente, che ha fabbricato un sacco di cazzate che solo lui sa a cosa servono. La più famosa di tutte è sicuramente la Pietruzza Rossa. Fabbricata non si sa quanti anni fa da Flamel in persona, nessuno salvo Flamel, sa a cosa serve. Recenti studi hanno poi dimostrato che nemmeno Flamel sappia a cosa serva. Così, gli scienziati latini, rinvenuta la Pietruzza Rossa, persa come un cretino da Flamel, dopo aver inutilmente tentato di capire a cosa servisse, hanno rinunciato, bestemmiando, e l’hanno chiamata Adamans Ruber quae servire nos non cognoscimus, che tradotto letteralmente vuol dire il Diamante(o la Pietruzza) Rosso/a che non si sa a che serve. Successivamente, Flamel rinvenne la Pietruzza, ma ancora oggi, nonostante Flamel abbia ∞ anni, ancora oggi non si sa a cosa serva la Pietruzza Rossa. Si pensa, quindi, che l’unico scopo per cui eventuali ladri vogliano rubarla, sia per il valore, poiché la Pietruzza è un ottimo rubino. La fregatura è che non vale più di una foglia secca. Ma questo nessuno lo sa.’ Ecco cosa cerca Piton

RON: Ehm, Doc?
Sì?
HERMIONE: Ma non c’è un colpo di scena?
Sì, infatti
HERMIONE: E niente fulmine?
Non posso, sta pensando
RON: Chi? Harry?
Già

Ron e Hermione si girarono di scatto verso Harry, che effettivamente, stava pensando. Cosa alquanto strana, ma vera.
A-ah! Ho capito!
«Due più due fa quattro!» esclamò Harry, giunto finalmente alla fine del suo pensiero.
«Harry…» balbettò Ron, incapace di credergli. «V-vuoi dire che non hai sentito niente…di quello che ha letto Hermione
«No, perché?»
KRAK-HOOM
STUPEFACTUM!
PETRIFICUS TOTALUS!
EHEHEHEHEH
EH?
CIUPPA!
E comunque io non rinuncio alla mia Aspirina
KRAK-HOOM!
Harry svenne(chissà perché). Al suo risveglio(di soprassalto, si intende) si ritrovò in una specie di paradiso bianco, ma pieno di nebbia. Si alzò. Davanti a lui avanzava un vecchio, che riconobbe come Silente. Harry fece per corrergli incontro ma Silente, con un movimento fulmineo, estrasse la bacchetta e la puntò contro Harry.
«Retine!» disse Silente. Harry si immobilizzò. «Harry!» proseguì. «Me audi! Tu stupidus plus non eris!».
Harry cadde a terra. Sentiva contorcersi, ma era incapace di controllare il proprio corpo
«Merda!»
«Lo stiamo perdendo! Professore, faccia qualcosa!»
«TU! NON PUOI! PASSARE!»
«Non quellen, coglionen
Harry sentiva queste voci riverberare attorno a lui, ma non ne individuava la fonte. Le convulsioni erano sempre più violente. Sentiva l’energia svanire.
«Professore!»
«Ok, proviamo così allora. Tu minus stupidus eris!»
Le convulsioni si bloccarono. Harry non capì più nulla. Sentiva l’energia rifluire nel proprio corpo, ma allo stesso tempo si fece nero, e tutto svanì.
Harry si svegliò di soprassalto. Non si rese subito conto di essere capace di muoversi, così rimase disteso a sentire le voci sopra di lui.
«Sopravviverà, tranquilli»
«D’oh! Ma come sopravviverà? Tranquilli un par di palle!»
«Cosa esseren successen, Silenten
«Ho inizialmente provato a eliminare per sempre la stupidità di Harry. Ma non è possibile. Poichè il mio contro incantesimo va a interferire col potere di Dr. House e Spider-Egg, che lo costringono ad essere innaturalmente stupido. A livelli quasi da Orso Coattone. Per questo Harry è così demente. Perché ci sono due poteri sovrannaturali che sommati lo rendono incredibilmente stupido. L’unico in grado di dissolvere questi poteri sarebbe DrHouse93, ma non credo voglia provarci. Quando ho provato a dissolvere i due poteri, l’ho quasi portato alla morte. Non che non lo fosse già, dopo due fulmini, un EHEHEHEHEH, un eh?, un ciuppa, un Petrificus Totalus, un…»
«Abbiamen capiten, grazien
«Comunque dicevo, quindi ho provato a diminuire la dose di stupidità, e stavolta ha funzionato. Da adesso Harry è meno stupido. Ma lo rimarrà comunque. Per sempre»
«Be’, sai che novità». Harry aprì gli occhi, e si accorse di trovarsi nello studio di Silente. Si guardò attorno, e vide chini su di lui Silente(ma va?), la McStrudel, Ron, Hermione e, seppur inviperito, Piton. Gli spiegarono cos’era successo, e Harry si rese conto che effettivamente la sua stupidità era un po’ calata. Già il fatto che si rendesse conto di essere stupido era una notizia anomala. Ron e Hermione, arrivati nella Sala Comune, spiegarono a Harry cosa avessero letto sul libro.
«E…ehm, c’è un’altra notizia» cominciò Ron. «Piton farà l’arbitro della prossima partita»
Harry rimase paralizzato.
Non dire mitico, non dire mitico, non dire mitico…
«Mitico!»
D’oh!
«Harry, ma come mitico?» esclamò Hermione, incredula. «Piton ha cercato di ucciderti durante la scorsa partita!»
Scappa scappa scappa scappa
Harry scappò via nel dormitorio, aprì la finestra e si buttò di sotto. (S)Fortunatamente, non morì perché andò ad atterrare sul corpo di Neville, che morì al posto suo.

E venne il giorno della partita. Harry era teso al massimo, come una corda pronta a spezzarsi.
Harry?
SNAP!
Quanto sono cattivo muahahahahah coff coff

Mentre le rispettive squadre si cambiarono negli spogliatoi, la folla si riversava nelle tribune soprastanti. Non udì alcun tonfo, segno che Neville non era morto. Harry sapeva che questa volta toccava a lui. Con un nodo alla gola, entrò nello stadio. Intanto, sulle tribune Ron e Hermione erano all’erta, con le bacchette pronte nel caso Harry fosse stato in pericolo di vita.
«Per fare un albero…ci vuole il legno…per fare il legno…ci vuole un albe…Co…mi hanno sentito tutti?»
«Braven, idioten» disse la McStrudel nel megafono.
«Vabbè, per fortuna che non sanno che sono stato io, Marcus Silente, a cantare…D’oh!». Tutta la tribuna si girò per ridere in direzione di Silente, che ne approfittò per Stupefare alcuni alunni. Ron e Hermione ridevano per un altro motivo, invece. Se Silente era nella folla, Harry era salvo. Si girarono giusto in tempo per vedere Draco fare una battuta su Neville.
«Pensa Paciock, se il tuo cervello valesse tanto oro quanto pesa, saresti più povero di un barbone! Ahahahahah
Nello stadio scese il silenzio. Persino i giocatori, i Bolidi e il Boccino si erano fermati a guardare Draco, che per altro continuava a ridere da solo.
«Ehm…» fece Draco, accortosi di tutto. «Guardate, un piccione radioattivo!»
Silenzio di tomba. Pure il piccione radioattivo si era fermato a fissare Draco.
«Ehm…non mi avrete mai!» urlò. Mentre partiva la musica di 007, afferrò Neville e si buttò dalla tribuna. La musica si interruppe bruscamente quando da sotto si udì uno SPACK. La folla rimase a fissarli per un po’, poi Silente disse: «Oh, be’, due dementi in meno».

Ok ragazzi/e, qui finisce un nuovo capitolo. Non so se è abbastanza comico, ma se non lo è spero vogliate perdonarvi, dato che sono ancora un po’ residuo dai sintomi della Depressio ab Stupido Adulescenti(Depressione da adolescente stupido). Spero comunque che vi sia piaciuto, e ora, vai con le recensioni.

gelb_augen: Allora, in effetti mi hanno proposto un oscar per The Best Idiot Fan Fiction, ma ho rifiutato. Le mie fan fiction sono demenziali, non idiote u.u. Quanto alle faccine, si è vero mi sto “faccinizzando”, ma ogni tanto ce ne vuole una per rendere l’idea della mia espressione attuale. Poi è ovvio che mi scolo qualcosa di speciale, a colazione bevo sempre birra e gasolio, un vero toccasana!(O si diceva boccasana?). Comunque sì, il Calcio Rotante è stato inventato dal sommo creatore di tutto, Chuck Norris, con il suo segretario Dio. Un giorno farò una storia a parte intitolata: La Storia del Mondo. Spero che tu voglia seguirmi fino a là, e a Lunedì prossimo!
Pan_Tere94
: Allora, sono contento che ti piaccia la fan fiction, in questo capitolo Harry è un po’ migliorato per quanto riguarda la stupidità, anche se a dir la verità non molto, e sono contento che ti piaccia DJ Bobo, che a Pasqua lancerà il suo prossimo CD: Everybody say Radioactive Chiwawa!. E, per future richieste, certo che potete aggiungermi a msn, sempre che prima non muoia
Ashley Snape
: Ti ringrazio per i complimenti sulla fic, e vorrei anche sottolineare che senza il sostegno che mi date ogni volta voi lettori probabilmente mi sarei già suicidato da un bel pezzo. Comunque sì, (non)mi duole ammetterlo, ma Harry è proprio un emerito coglione u.u
_Niki_
: Grazie per i complimenti anche a te, e ci tengo a precisare che Neville muore periodicamente 198756463120031467 volte
HARRY: Al mese?
No, al giorno. Levati di mezzo che tu in teoria staresti giocando a Calcio Rotante
HARRY: Ah già è ve…
SPACK
Ecco appunto. Comunque, essendo il giullare di corte di un pelo ascellare di Chuck Norris, ha diritto a resuscitare sempre, nonostante muoia lo stesso ogni volta.

Bene, e abbiamo(perché parlo al plurale? Uhm…mi sa che mi sto “Gollumizzando”)finito con le recensioni, noi ci sentiamo Lunedì per il prossimo bello(non posso ripetere di nuovo strabiliantario o strabiliantese)capitolo: Umberto, Drago C***orugoso di Norvegia! Ciao ragazzi/e, a Lunedì(che poi tra l’altro è anche il mio compleanno)

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Capitolo 14
*** Umberto, Drago C***orugoso di Norvegia ***


Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve
- Capitolo 14: Umberto, Drago C***orugoso di Norvegia -

I Grifondoro esultavano. Sembrava impossibile, ma Harry aveva preso il Boccino in meno di cinque minuti. La partita era già finita, loro erano al secondo posto nel campionato e nulla poteva andare storto. Nulla salvo un albero, che cadde addosso a Harry, facendolo svenire.

Harry si svegliò di soprassalto. Si trovava in infermeria(chissà perché). Non afferrò subito il perché si trovasse là, così rimase per un po’ a fissare il soffitto. Poi si ricordò dell’albero caduto, e lo pervase un senso di profonda amarezza. Che palle, capitano tutte a me, pensò Harry.
Già
Rimase per tre ore a osservare il soffitto, poi finalmente entrarono Ron e Hermione, entrambi preoccupati.
«Era ora!» sbottò Harry. «Quando vi decidevate a venirmi a trovare?»
«Non è stata colpa nostra, Harry» rispose Ron. «Era Madama Chipster che non ha voluto farci entrare»
«Ma non è ve…» esordì Madama Chipster
«Stupefactum!» esclamò Hermione.
«Ehi, ma stava dicendo che non è ve…» cominciò Harry.
«Stupefactum!» ripetè Hermione.
Sì, molto furbi, io adesso dovrei aspettare che si riprende Harry?
HERMIONE: Vabbè scusa, lui ci ACCUSA INGIUSTAMENTE e io gli scaglio contro uno Stupefacente. Che male c’è?
Mi sa che ti sei fatta un po’ prendere la mano da questi Stupefacenti. Lo sappiamo che ti fai le canne tutto il giorno, ma non devi attaccare questo vizio agli altri.
HERMIONE: Ehi, io non mi faccio le canne! Sono una ragazza per bene, io!
-.-
HERMIONE: Che c’è?
D’oh! Ho sbagliato fic. No niente, come non detto, ma aspetta di arrivare al terzo anno, poi vedremo che fine fa la ragazza per bene
HERMIONE: Ma io…
Miiiiiiiiiiiii che rottura di palle!
KRAK-HOOM
Ecco, così va meglio
«Allora, che si dice dal resto della scuola?» chiese Harry a Ron.
«Mah, le solite cose» rispose Ron. «Neville continua a morire, Malfoy continua a fare il coglione, e Silente ci ha informati che verrà una nuova alunna»
«Davvero?» domandò Harry. «Chi è?»
«Boh, si è rifiutato di dire il nome» disse Ron. «Comunque ora devo andare, che c’è Madama Chipster che rompe»
«Ma se è Stupefa…»
«Stupefactum!»
Harry fu sguinzagliato(sguinzagliato? E che è, un cane?) dall’infermeria due giorni prima dell’arrivo di questa fantomatica nuova alunna. Tutta la scuola fremeva per il suo arrivo. L’unico a cui non glie ne fregava niente era Neville, che aveva finalmente deciso di cercare di non morire per motivi stupidi o per “Scherzi da Harry”. Passarono i due giorni, e Harry si svegliò di soprassalto(ohilà, che notizia). Ron era lieto di sapere che i due incidenti non l’avessero fatto ritornare stupido come prima, ma che soprattutto non fosse diventato normale d’un tratto, scatenando così catastrofi planetarie. I due amici si vestirono e scesero nella Sala Grande. Fecero una breve colazione, poi, si apprestarono a recarsi nel Cortile d’Ingresso, per andare a ricevere la nuova arrivata. Aprirono i portoni della Sala Grande, scavalcarono il cadavere di Neville e si recarono nel Cortile d’Ingresso. Attesero un po’, poi scorsero in lontananza Silente che procedeva con a fianco una ragazzina. Era di corporatura normale, o almeno così sembrava in lontananza. Quando arrivarono al centro del Cortile d’Ingresso, Harry la vide bene: aveva corti capelli neri, occhi verdi, e degli occhiali rotondi. Nel Cortile si diffuse un mormorio. Era evidente che tutti stavano pensando quello che pensava Harry:
No, Harry, niente ciambelle!
HARRY: Uffa, ma io volevo le ciambelle!
Vabbè dai, una ciambella in premio posso dartela
HARRY: Mitico!
Ma solo dopo che indovini a cosa stanno pensando tutti
HARRY: D’oh!
Dai, è facile. Puoi indovinare
HARRY: Mitico!
Se ti impegni
HARRY: D’oh!
Allora?
HARRY: Uhm…è molto brutta!
Uhm, sì, diciamo che è anche quello, visto che è la tua versione al femminile…d’oh!
986031564786298 TENTATIVI DOPO
ALLORA, RAGAZZA - ESSERE - TUA - VERSIONE - FEMMINA!
HARRY: Ahhhhhhhhh, ho capito!
«Benvenuta a Hogwarts» disse Silente. «Come ti chiami?»
«Mary» rispose la bimba. «Mary Sue»
KRAK-HOOM
Harry si sentì mancare, ma non prima di sentire qualcuno che lo derideva…Draco probabilmente…poi si fece nero, e tutto svanì. Harry si svegliò di soprassalto. Si trovava nella Sala Comune di Grifondoro. Ron e Hermione parlavano tra loro quando si accorsero che Harry era sveglio.
«E’stataMarySueaderidertiappenaseisvenuto» disse Hermione tutto d’un fiato.
«Cazzo Hermione, vuoi darmi il tempo di riprendermi almeno?» sbottò Harry. «Perché mi ha deriso?»
«Boh» rispose Ron, dato che Hermione ci era rimasta male. «Penso per puro piacere. Sai, forse è una mia impressione, ma secondo me questa Mary Sue è più antipatica e tritap***e di Malfoy»
«No, è impossibile» negò Harry. «Nessuno è peggio di Malfoy. Tra l’altro, a me sembra tanto buona e simpatica»
UNA SETTIMANA DOPO…
«Sai, forse è una mia impressione,» disse Ron, «ma secondo me Mary Sue è più antipatica e tritap***e di Malfoy»
«Peggio» convenne Harry. «Lei è peggio di Malfoy. Tra l’altro è pure CENSURED e CENSURED ed è anche una grandissima testa di CENSURED figlia di CENSURED BESTEMMIED BESTEMMIED CENSURED»
«Wow» fece Ron. «Ho un Dejavù
I giorni passarono, senza alcuna svolta sul mistero della Pietruzza Rossa, e con il tempo la tesi di Ron fu confermata. Mary Sue non perdeva tempo a deridere Harry per la minima cosa, tanto che stava già simpaticissima a Draco, e l’aveva anche rimpiazzato come capo tra i compari di Sempreverde imbecilli. Un giorno, Harry, Ron e Hermione decisero di andare a trovare Hagrid. Non per un particolare motivo, ma era una delle loro periodiche visite.
KRAK-HOOM
HARRY: Cosa c’entra il fulmine mo?
Lo scoprirai fra due ore
Arrivati, bussarono e, una volta aperta la porta, entrarono. Trovarono Hagrid intento a bollire qualcosa in un pentolone sul caminetto. Indossava dei ridicoli guanti con dei fiori verdi, tipici delle checche. Hagrid li fece sedere poi, mentre Harry apriva bocca per parlare, Hagrid tirò fuori dal pentolone un uovo, completamente marrone.
«Hagrid!» esclamò Harry, eccitato(che brutta parola). «Ma quello…è Spider-Egg???»
«Ma no, cretino» rise Hagrid(ma perché ride?). «E’ un uovo di drago!»
«Ma porca BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED…»DUE ORE DOPO«…BESTEMMIED CENSURED»
«Finito?» chiese Hagrid.
«No, ne ho ancora una scorta, ma me le conservo per dopo, grazie» rispose Ron.
«Comunque sì, è un vero e proprio uovo di drago. L’ho messo a scaldare nel pentolone perché si schiudesse» disse Hagrid
«Ma Hagrid, dove l’hai preso un uovo di drago?» chiese Harry.
«Me l’ha regalato un tizio al pub» rispose Hagrid, con noncuranza.
«E cosa intendi farne?» chiese Ron. Nessuno si accorse che loro scivolavano sull’acqua avvicinandosi sempre di più a una grossa forma bianca.
«Boh, volevo allevarlo» disse Hagrid. Harry si girò, perché si stava rompendo le palle, e si accorse che qualcosa non andava(ma va?). Gli ci volle un attimo per capire di cosa si trattasse(strano, di solito gli ci vogliono due ore).
«Ma è contro le nostre leggi!» disse Ron.
«Ron...» fece Harry, ma Ron lo ignorò.
«L'allevamento dei draghi è stato dichiarato fuori legge dalla Convenzione degli Stregoni del 1709»
«Ron...»
«E' difficile non farsi notare dai Babbani se alleviamo un drago in giardino, e comunque non si possono addomesticare: troppo pericoloso»
«Ron...»
«Dovreste vedere le bruciature che si è becca...»
«RON!!!»
«Che vuoi???»
«ICEBEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEERG!!!!!!!!!!!!!»
«Harry, hai rotto il CENSURED con questi tuoi “Scherzi da Harry”, stavo parlando sul serio, io!»
«Anch’io!»
«Ma vaff…!»
SKATA-KRASH!!!
Probabilmente adesso vi starete chiedendo come mai si sono andati a schiantare contro un iceberg stando sulla terraferma. Ok, per la spiegazione bisogna tornare un po’ indietro nel tempo e cambiare punto di vista

Mary Sue era una ragazzina fuori dal comune. Non l’aveva detto a nessuno, ma aveva poteri magici enormemente sviluppati, a quell’età. La postazione che aveva scelto era ottima. Le dava una perfetta visuale della capanna di quel demente di Hagrid, e riusciva a intravvedere anche una porzione del parco di Hogwarts, per vedere chi arrivava dal castello. Infatti, dopo un po’ vide arrivare proprio chi gli interessava. Era il ragazzo che derideva in continuazione: Harry Potter.
KRAK-HOOM
Ecco spiegato il fulmine di Harry. Ok, andiamo avanti
I tre ragazzi entrarono, e, non appena la porta si chiuse, iniziò a recitare l’incantesimo al quale aveva pensato tutto il giorno.
«Tres pueri in illa domu in navis gesta et contra glacies eos faci affligere». ‘Porta i tre ragazzi dentro quella casa su una nave e fa’ sbattere loro contro un ghiaccio era la traduzione letterale. L’incantesimo era lungo e complesso, e si portò via due ore intere. Richiedeva anche un enorme sforzo di volontà, ma quello non era un problema. Infatti, l’incantesimo ebbe effetto, e la capanna sparì.
Sogghignando, Mary si affrettò a tornare al castello, perché il tempo necessario per fare la spia e far ricadere la spionaggio su Draco, cosicché venisse punito pure lui, era esattamente uguale al tempo necessario a ritrovare Harry, Ron, Hermione e Hagrid e a portarli in infermeria. Tanto a lei non importava. Draco aveva quella stupida di Pansy Parkinson, e a Mary interessava solo prendere per il culo Harry e fargli capitare le cose peggiori.

Harry si svegliò di soprassalto. Si trovava in infermeria. Inizialmente non afferrò il perché si trovasse lì, ma poi si ricordò dell’iceberg, del fatto che Ron era un cretino(ah Ron è un cretino, eh?), e non riuscì a spiegarsi come mai fossero andati a cozzare contro un iceberg nonostante stavano sulla terraferma.
Sarà stato DrHouse93, come al solito, pensò Harry.
Ehi, non scaricarmi sempre la colpa! Stavolta non c’entro niente!
HARRY: E allora chi è stato?
Mary Sue
HARRY: Quindi te, perché la scrivi te questa fic sfigata
Bravo, allora non sei stupido come sembri
Harry stava per ribattere quando la porta dell’infermeria si aprì, ed entrarono Ron, Hermione, Draco, Hagrid e la McStrudel, tutti ridanciani. Harry si accigliò. Perché era finito solo lui in infermeria? Stava per aprire bocca, quando…
«Silenzien, cretinen!» abbaiò la McStrudel. «Doferen parlarven. Siete staten molten sciokken, at usciren di notten. Per fortunen, signor Malfoy mi afere avertiten. Perciò, quanden tu sarein ripresen, scontereten punizionen con Hacrit. Punizionen aferen proposten signor Cazzen. Tomanen fateven trovaren en Salen de Ingressen, tutt’en et quattren»
«Mi scusi professoressa» intervenne Draco. «Ma, perché ha detto tutti e quattro? Loro sono tre»
«Praven, Malfoy» disse la McStrudel. «Tu saperen contaren. Ma siccomen anke tu, per quanten onesten, esseren fuoren tal castellen en orarien proibiten. Perciò, tu scontaren punizionen con loren»
«Ma professoressa, gliel’ho detto! Io non c’entro nulla! Non le ho inviato nessun messaggio per informarla di cosa stessero facendo questi tre! E’ stata Mary Sue!»
«Non faren il paraculen dietren poveren ragazzinen innocenten. La scritturen eren tuen! Et oren, pasten discuteren» e detto questo girò i tacchi e se ne andò.
«Ma non è giusto!» esplose finalmente Harry. «Perché sono finito solo io in infermeria, non è giu…!»
«Stupefactum!»

Ok ragazzi, finisce qui un nuovo capitolo. Mi scuso per il ritardo, ma fra il compleanno mio(Due Lunedì fa)e una scommessa con mio padre mi sono ridotto a oggi. Spero che vogliate perdonarvi, vedendo un po’ chi tormenterà ancora di più la vita di Harry: Mary Sue! Anche se non resterà a lungo. Comunque, è il momento delle recensioni. Vai!(Sembro un povero cretino).

Sakurahime949: Oh, complimenti per il primato, di solito è gelb_augen la prima a recensire ogni volta. Comunque sono contento che vi faccio sbellicare dalle risate ogni volta, e spero che non mi crepiate di dolori muscolari o, peggio ancora, di dolori alla prostata/ovaie. Poi spiegami come hai fatto a recensire e a fare un tema contemporaneamente!
Ashley Snape
: Purtroppo(seeeeeeeeeeee, purtroppo un corno)è così: Harry è un vero e proprio coglione. E per un po’ arriverà Mary Sue a rimpiazzarlo, perché, non vi svelo come, ma riuscirà a prendere il controllo del Dinamico Trio. Perciò vi lascio con due interrogativi: Riuscirà Harry a tornare il capo? E come? Lo scoprirete nei prossimi capitoli! Comunque, mi fa uno strano effetto vedere Severus chiamato Snape, quando nella versione italiana sono abituato a leggere Piton. Ma in fondo, sti CENSURED!
gelb_augen
: Semplice: su msn non rimangono le recensioni, ma qui sì! Poi tranquilla, non mi farò prete manco se fossero le uniche persone destinate alla sopravvivenza, semplicemente mi piace perché anche la frase più scema in Latino ha la sua nobiltà. Esempio: Ego in rundo curro. Trad: Io corro in tondo. E poi gli incantesimi si formulano in Latino. Quanto alla stupidità, stupido più o stupido meno, non fa differenza, anche perché più per meno fa meno. Quanto a Giulio Cesare Cesaroni, detto Voldemort, non so da dove ti sia uscito, ma se non altro è originale. Comunque grazie, ma ti ripeto che non serve avere un talento o una predisposizione per far ridere, considerato che alle elementari facevano battute pessime, e le faccio ancora, a dirla tutta. Devi solo saper sfruttare le parole con la giusta situazione. Comunque, a proposito della Pietruzza, non ve lo dico, altrimenti si rovina la sorpresa. NB: Vorrei anche farvi notare che Harry non sa perché è famoso, e fino alla fine del libro non lo scopre.
nueblackcrowfriend
: Lo Sforzo mi sostiene quasi sempre, specie quando vado al bagno, e che la tua spada resti affilata! Non so cosa c’entra, ma parlando di frasi celebri ci stava bene. Comunque sono contento che ti faccia ridere la fan fiction, sperando che continui a seguirla ho accettato il tuo consiglio di Mary Sue, che comunque non era una cattiva idea. A dirla tutta inizialmente non sapevo nemmeno cosa fosse una Mary Sue, ma per fortuna c’è Wikipedia!

Bene, sono finite le recensioni, ora devo andare(non che me la stia spassando, si prospetta un pomeriggio lungo e noioso). Noi siamo quasi arrivati alla fine della fan fic, perciò non perdetevi i prossimi, finali capitoli, tra cui: Harry Potter vs Mary Sue. Bene, ora è tempo di andare, la morte è soltanto un’altra via, dovremo prenderla tutti prima o poi…sì bravo Gandalf, adesso levati della palle…dicevo, ora vado che gioco un po’ al Ritorno Del Re. Ciao ragazzi/e, a Lunedì!
P.S. Se avete notato il titolo del capitolo, è vero, non compare il nome di Umberto nel chap, ma tanto si chiama così, quindi, perché specificare?
P.P.S. Voglio anche chiarire il significato del titolo: Umberto, Drago C
***rugoso di Norvegia sta per:
Umberto, Drago Casupercalifraginistichespiralidosorugoso di Norvegia. Perché che pensavate?
P.P.P.S. Bene, adesso devo andare veramente. Ariciao!

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Capitolo 15
*** Harry Potter vs Mary Sue ***


Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve
- Capitolo 15: Harry Potter vs Mary Sue -

Era una notte buia e tempestosa. Nel palazzo di vetro e acciaio l’uomo stava rimettendo a posto le sue cose. Abitando a Londra ci si abituava a quel tempo quasi costantemente freddo, ma comunque a Maggio una notte come quella era comunque strana. Stava chiudendo la sua cartelletta quando udì un bisbiglio, quasi impercettibile, fuori dalla porta del suo ufficio. Subito dopo vide un lieve bagliore, e la serratura scattò. L’uomo si allarmò.
Ladri, fu il suo primo pensiero. Non sapendo che fare, rimase inchiodato al pavimento, mentre la porta si aprì. Dapprima non vide nulla, ma poi riconobbe una sagoma nera, piccola, sulla soglia. Era l’inconfondibile figura di una bambina, di circa undici anni. L’uomo si fece prendere dal panico. Aveva già visto quella ragazzina, ma in un film…Non credeva che potesse esistere davvero…infatti non può esistere davvero, pensò fermamente l’uomo, mi sto solo facendo suggestionare dalla stanchezza. Ma, come se la ragazzina gli avesse letto nel pensiero, disse: «No, caro il mio avvocato. Questa non è una suggestione da stanchezza. Io sono reale». L’uomo si impietrì. Quella ragazzina sapeva che era un avvocato. E per giunta aveva una fredda voce spettrale.
Ecco, è arrivata l’ora della mia fine, deglutì l’uomo. La ragazzina si avvicinò. A metà strada un fulmine squarciò le nubi…

HARRY: Si può sapere perché mi sono beccato un fulmine stavolta?
Oh che palle, ma tu devi intervenire per forza? Lo capirai poi

…illuminando l’ingresso e rivelando all’uomo la ragazzina. Aveva dei capelli neri a caschetto, corti, occhi verdi, una corporatura normale e degli occhiali rotondi. L’uomo balzò dal terrore. Se la ricordava diversa, la ragazzina di The Ring, ma non gli sembrava il momento migliore per analizzarla meglio. Abbandonando il coraggio, iniziò a urlare: «Ti prego, no! Non mi uccidere! Ti prego, Samara, non mi uccidere! Ti darò tutto quello che vuoi in cambio!».
La ragazzina si fermò e scoppiò a ridere. «Tutto quello che voglio? Perfetto, era proprio quello che volevo»
L’uomo rimase inchiodato al pavimento, ma un piccolo barlume di speranza si accese dentro di lui. Se riusciva ad accontentare Samara, forse sarebbe sopravvissuto. «Signor Landrick, ho bisogno dei suoi servigi. Se lei farà una cosa per me, sarà salvo». Il signor Landrick deglutì, confermando il fatto che quella era proprio Samara dato che conosceva il suo nome, prima di rispondere: «S-servigi? V-va bene. I-in cosa posso e-esserle utile?»
«Vede, avrei bisogno che lei,» rispose Samara, «mi firmi alcuni documenti. Guardi, li ho già pronti» e mostrò dei documenti al signor Landrick.
«Posso?» chiese. La ragazzina annuì. Il signor Landrick si avvicinò solo quanto bastava affinchè le sue dita sfiorassero i documenti, dopodiché li afferrò e balzò indietro. Samara ghignò. Cercando di ignorarla, il signor Landrick lesse i documenti.
«Questi documenti,» esordì il signor Landrick, «dichiarano che una signora di nome Mary Sue, maltrattata ingiustamente da un certo Harry Potter, ha chiesto come condanna per l’imputato un allontanamento di almeno cinquecento metri dalla sua residenza attuale. A seconda delle leggi del Regno Unito, l’imputato deve obbedire a quest’ingiunzione senza infrazioni, pena il carcere. E inoltre questi documenti specificano chiaramente che l’ingiunzione è valida in qualunque luogo e in qualunque circostanza. Corretto?»
«Precisamente» rispose Samara.
«Ehm…se posso chiederlo…» iniziò il signor Landrick, ritrovato un po’ di coraggio, «perché mi ha portato questi documenti da firmare? Voglio dire, lei è un emissario di questa…» rilesse in fretta il documento «…Mary Sue?»
«Questi sono affari miei» disse Samara, e l’avvocato capì che era meglio non indagare oltre. «Ora li firmi»
Senza esitare, il signor Landrick prese i documenti, li firmò, e li riconsegnò, sempre tenendosi a distanza, a Samara, la quale prese i documenti e si avviò verso la porta. Il signor Landrick sospirò di sollievo. Arrivata sulla soglia, Samara si girò e guardò il signor Landrick dritto negli occhi
«Ah, a proposito» disse Samara. «Io non sono Samara. Sono io Mary Sue»
«C-checheche?» esclamò il signor Landrick. Fu come se avesse preso un ceffone in piena faccia. Aveva appena firmato dei documenti per favorire quella ragazzina, che l’aveva terrorizzato per tutto il tempo?
«Ora vado» riprese Mary, si girò in direzione del corridoio, poi disse: «Samara? E’ tutto tuo»

Harry si svegliò di soprassalto. Aveva appena fatto un sogno decisamente bizzarro. Una ragazzina di undici anni che minacciava un uomo adulto di fare qualcosa…e l’uomo accettava. Harry deglutì.
Calma, Harry, calma, non è successo niente di male, tentò di rassicurarsi. Tentò di riaddormentarsi, ma senza successo. Quando poi stava per riprendere sonno, sentì una fitta lancinante alla testa: uno zaino, molto grande e pesante, gli era appena caduto addosso. Bestemmiando e lacrimando, guardò il contenuto della borsa e rimase perplesso: conteneva un mitra, una pistola, e diversi caricatori per entrambe le armi. E, cosa ancora più strane, un foglio. Allora capì come mai quel borsone gli era caduto in testa.

HARRY: Ma tu sei proprio un bastardo!
Frena la lingua e ascoltami, un giorno mi ringrazierai. Vai all’ingresso della Foresta Proibita, in prossimità della capanna di Hagrid, e sotterra questo borsone
HARRY: Cos…ma perché? Col cavolo!
KRAK-HOOM
HARRY: D’accordo, vado

Harry si caricò il pesante borsone sulle spalle, divenne invisibile e attivò il microchip. Gli sarebbe servito, e pure parecchio. Uscì dalla Sala Comune e si avviò furtivamente per i corridoi. Non incontrò nessuno, salvo Neville, che, vedendo un borsone fluttuare da solo alla velocità di un proiettile, trasalì, inciampò su un’armatura che gli cadde addosso, uccidendolo, e provocando un gran fracasso. Harry lo fanculizzò e si affrettò a correre. Grazie al microchip arrivò in fretta al portone d’ingresso, lo aprì piano piano ed uscì. L’aria stranamente fredda aggrediva il suo piccolo corpo nudo. Era nudo perché era lui a diventare invisibile, non i vestiti. Si avviò rapido verso la capanna di Hagrid, facendo solo dei lievi tonfi con i piedi. Arrivato alla capanna di Hagrid però, gli sorse un dubbio: come avrebbe fatto a scavare una buca per sotterrare il borsone? Ma si rispose da solo vedendo che Hagrid aveva lasciato una pala fuori dalla capanna. La prese e cominciò a fare una buca abbastanza profonda sull’ingresso della Foresta Proibita. Non sapeva perché stesse facendo questo, né a cosa gli sarebbe servito. Probabilmente era soltanto l’ennesima figura di merda. Finì di scavare la buca, si levò lo zaino dalle spalle e, con un sonoro tonfo, lo posò nella buca. Si affrettò a ricoprire la buca con la terra smossa, poi riposò la pala dove l’aveva trovata e si diresse in fretta verso Hogwarts. Rientrò ancora dal portone, ma stavolta, grazie al suo orecchio meccanico, udì un leggero fermento nei piani superiori. Era evidente che Neville e l’armatura avevano suscitato l’allarme generale di Gazza e dei professori. Col cuore che batteva a mille, sia per il nervoso che per il microchip, Harry tornò in fretta nel dormitorio, andando a cozzare contro Mrs Merd a metà strada. Tornato davanti al suo letto, prese a respirare con calma e disattivò il microchip. Allora si rivestì e poi tornò visibile. Ancora cercando di capire a cosa mai potesse servirgli quello che aveva fatto, si riaddormentò. Una settimana dopo, si svegliò con uno strano senso d’inquietudine. Si vestì cercando di calmarsi, ma non ci riusciva. Continuava a pensare che tra breve gli sarebbe successo qualcosa di terribile, e che quel qualcosa c’entra con Mary Sue. Dopotutto era già da una settimana che non si vedeva più in giro. Aspettò che anche Ron finisse di vestirsi, poi scesero nella Sala Comune e aspettarono Hermione. La ragazza arrivò poco dopo, e tutti e tre si diressero nella Sala Grande. Ron e Hermione erano allegri, invece Harry era ancora inquieto, fatto che suscitò negli altri un “Vaffanculo!” e se ne andarono per fatti loro. Arrivò in Sala Grande, si sedette, fece per fare colazione ma si sentì toccare da una spalla. Si girò e vide Silente che lo guardava. Non sorrideva.
«Seguimi» gli disse. Harry si alzò e seguì Silente, che lo condusse nel suo ufficio. Era formato da più stanze, ovali, tipo lo studio del presidente degli Stati Uniti. Nell’ufficio c’erano i quattro direttori delle case, un uomo con una bombetta verde acido e una sigaretta un bocca, e Mary Sue. Harry sentì lo stomaco ribaltarglisi. Fortunatamente non aveva mangiato nulla, altrimenti pensava che l’avrebbe vomitato. Cercò invece di sapere perché c’era tutta quella gente ad attenderlo. Cercò di capire qualcosa dai loro volti. Il professor Vitious, la professoressa Bamboocha, la McStrudel e l’uomo con la sigaretta avevano una faccia preoccupata. Silente era serio come non mai. Piton era come sempre imperscrutabile. L’unica che sorrideva era Mary Sue. Harry la guardò con odio: sapeva che tutta quella scenata era opera sua. Cercando di ignorarla, si girò verso Silente per chiedere spiegazioni, ma fu l’uomo con la sigaretta a parlare.
«Harry» iniziò. Avevo una voce rauca, tipica da fumatori. «Sono il Ministro della Magia, Claudius Camel. Infatti fumo solo sigarette Camel»
Harry fu tentato di dirgli: “E sti cazzi non ce lo metti?”, ma si trattenne.
«Comunque» riprese Camel. «Mi duole informarti che siamo qui su richiesta di Marcus. Ci ha appena informato che la signorina Sue, per ragioni note a lei solo, si è recata da un avvocato Babbano e, senza usare la magia, lo ha convinto a firmare dei documenti per una querela, che dichiara esplicitamente che, fino a nuova data, dovrai trovarti a una distanza pari e non minore di cinquecento metri. La pena, in caso di trasgressione, è il carcere. E per carcere intendo Arkatraz»
«Cosa?» protestò Harry. «Ma…le leggi Babbane non hanno valore qui!»
«Purtroppo sì, Harry» intervenne Silente. «Vedi, comunque ci troviamo in un paese dove è il Governo a decidere. E comunque, la querela in questione esplicita che è valida in qualunque, e sottolineo qualunque, circostanza. Quindi, a meno che tu non voglia far chiudere la scuola, devi rispettare la querela. E l’unico luogo sotto la giurisdizione di Hogwarts, ma che sia distante almeno cinquecento metri, è la Foresta Proibita. Mi dispiace, Harry»
Incazzato nero, Harry rovesciò tutto, ruttò in faccia ai presenti, si mise a piangere come un cretino, ma non servì a nulla. Rassegnato, si diresse verso una nuova vita: verso la Foresta Proibita. Solo ora si rese conto che quello che aveva sognato l’altra notte era quello che aveva fatto Mary Sue, quella notte. Ma non riusciva a spiegarsi come avesse fatto a vedere con certezza cosa stesse facendo Mary Sue in quel momento. Arrivato ai margini della Foresta Proibita, sospirò. Si sedette su un tronco e non pensò a nulla in particolare. Poco dopo vide Hagrid uscire dalla Foresta. Harry alzò lo sguardo mentre Hagrid si avvicinò.
«Ciao Harry» lo salutò. «Come mai qui? Non dovresti essere a lezione?»
Harry gli spiegò così l’accaduto. Ma la reazione che Hagrid fece fu diversa da quella che si aspettava: rise. Lì per lì si incazzò, ma poi si ricordò che Hagrid, essendo un rincoglionito, rideva per ogni cosa. Quindi non ci fece caso più di tanto.
«, Harry, io devo andare» si congedò Hagrid. «Devo dare da mangiare a Umberto. La cacca di Thor non gli piace»
«Perché scusa, hai dato della cacca da mangiare a un drago?» chiese Harry, stupido, cioè stupito.
«No, ma sul copione c’è scritto così» e detto questo se ne andò. Harry rimase fermo imbambolato lì. Dopo un po’ però si stufò e, fregandosene altamente della querela, tentò di ritornare a Hogwarts. Ma andò a cozzare contro una barriera invisibile. Provò e riprovò, ma senza successo. Così scoppiò a piangere come un bambino cretino. E proprio mentre arrivava Camel, Silente e Mary Sue, per confiscargli la bacchetta. Harry pianse più forte che mai. Mary lo derise insolentemente. Harry smise immediatamente di piangere e si scagliò su Mary, ma lei balzò dietro la barriera magica e Harry ci andò a cozzare di nuovo contro. Mary rise. Silente e Camel se ne andarono, ma Mary rimase dov’era e disse: «Povero, piccolo Harry. Deve essere frustrante per te non potermi raggiungere, non poter raggiungere i tuoi amici e la tua vita eh? E ora voglio proprio vedere come farai a sopravvivere nella Foresta Proibita, senza la bacchetta, senza la tua unica arma»
A quelle parole Harry si ridestò. Non lo diede a vedere a Mary, ma in realtà lui aveva un’arma. Anzi due. Gliele avevo fatte sotterrare una settimana prima. Solo allora Harry si rese conto che per una volta nella vita l’avevo aiutato. Chiariamo che l’ho fatto perché se mi schiatta poi non ho più un protagonista. Immerso nei suoi pensieri, quasi non si accorse che Mary aveva ricominciato a parlare.
«Ma lasciamo perdere il povero piccolo cretino Harry Potter. I miei piani sono molto più grandi. Ora che tu, l’unico ostacolo al mio piano, se fuori dai piedi, mi occuperò del mio piano principale. Addio Harry» e detto questo se ne andò ghignando.
«Intanto io so quanto fa 2+2! E tu no!» gli gridò Harry dietro. Non per un particolare motivo, ma essendo scemo bisogna compatirlo. Rimase per un po’ appoggiato alla corteccia di un tronco finchè non sopraggiunse la notte. E allora furono cazzi per Harry. Ma cazzi veramente, e pure grossi. La Foresta si riempì di rumori. Scricchiolii, fruscii e molto altro. Strane creature strisciavano nell’ombra. In lontananza udì il nitrito di un cavallo e il ruggito di qualcosa di incomprensibile, e la cicatrice pizzicò. Pensò subito a come fare per riprendere le armi che aveva sotterrato una settimana prima. Ma, non avendo una pala a disposizione, l’unico modo per dissotterrarli era con le mani. Tentò di scavare, ma la terra era troppo compatta.
KRAK-HOOM
Ecco, ci mancava il fulmine adesso, pensò Harry. Quale colpo di scena sarà successo? Be’, se non altro peggio di così non può andarmi. In quel preciso istante, iniziò a piovere
D’oh!
, pensò Harry. La pioggia scendeva fitta, inzuppando Harry, che, incazzato, appoggiò la schiena sul tronco di un albero cercando di ripararsi con sotto ai rami. Ma, improvvisamente, il fogliame cedette e tutta l’acqua accumulatasi sopra cadde su Harry, che iniziò a piangere(ohilà, che notizia). Qualche ora dopo, finì di piovere. Harry si ricordò quindi delle armi e riprese a scavare. La pioggia aveva giocato a suo favore: aveva reso la terra smossa facilmente modellabile. Iniziò così a scavare. Dopo un’oretta buona, finalmente dissotterrò il borsone con le armi. Lo aprì, prese il mitra, ma rimase fermo: non sapeva come funzionava. Allora scorse il foglio. Lo aprì e lesse:
‘Caro Harry, qui ci sono un mitra, una pistola, un coltellino nella tasca esterna, e abbastanza caricatori per il mitra e la pistola. I proiettili, che normalmente sono di metallo, sono di gomma. Non avrai pensato di ammazzare qualcuno veramente, no? Per far funzionare il mitra: inserisci il caricatore nella sua apposita fessura. Lo puoi distinguere da quello della pistola perché è più grande. Dopodichè, una volta inserito il caricatore, tira la levetta sul lato sinistro del mitra. Così caricherai i colpi e toglierai la sicura. La stessa cosa vale per la pistola. Un caricatore di mitra ha dentro 50 colpi, mentre uno di pistola ne contiene 15. Saprai cosa fare col coltellino quando arriverà il momento. Buona fortuna,
DrHouse93

Minchia! Pensò Harry.

UNA SETTIMANA DOPO

Era una notte buia e tempestosa. La Foresta Proibita pullulava di rumori e fruscii, ma anche di strani colpi: colpi di mitra. Ron e Hermione si avvicinarono impauriti ai margini della Foresta. Erano entrambi nascosti sotto il Mantello dell’Invisibilità di Harry. Non sapevano dove avrebbero trovato Harry, ma quella era una situazione veramente critica. Entrarono nella Foresta, si tolsero il Mantello e iniziarono a chiamare a gran voce Harry. Per un po’ non si fece vedere, ma poi comparve dagli alberi. Aveva un aspetto orrendo, più del solito: i capelli più arruffati del solito, tutto sporco e puzzolente, gli occhiali un po’ storti e con una lente semirotta, e i vestiti ridotti a brandelli. Hermione fu lì per mettersi a piangere alla vista di Harry conciato in quel modo per colpa di quell’arpia di Mary Sue. Harry li guardò poi chiese: «Come mai qui? Vi aspettavo domattina»
«Lo so, Harry» rispose Hermione. «Ma la situazione è più critica del previsto. Ricordi che Mary Sue è riuscita a cacciare Silente e a diventare Preside tre giorni fa?»
«Sì, e allora?»
«E allora sta tiranneggiando tutti da là sopra» disse Ron. «Sta proibendo di fare ogni cosa. Ha anche proibito i fidanzamenti Gay! Malfoy infatti è distrutto. Prima adorava Mary, ma adesso la odiano tutti. Si sta comportando come un tiranno spietato. Ma la cosa peggiore è che…» Ron esitò.
«…che ha firmato un documento per farti uccidere. I professori stanno arrivando qui» concluse Hermione.
«Cosa?» protestò Harry. «Non mi farò uccidere dai quei fetenti puzzolosi!(puzzolosi?
«Lo sappiamo Harry, ma c’è una buona notizia» proseguì Hermione. «Dato che era Silente che aveva eretto la barriera magica contro di te, su ordine di Mary, e ora non c’è più, puoi muoverti liberamente. Per questo siamo venuti. Per avvisarti e per chiederti di cacciare Mary Sue. Tu sei l’unico in grado di farlo»
«E non potevate dirmelo subito?» esclamò Harry, felice. Si precipitò verso il castello.
«Forse dovevamo dirgli che ci ha costretto Mary Sue a farlo venire» disse Hermione, di nuovo sull’orlo delle lacrime.
«Non potevamo. Ce l’aveva proibito» spiegò Ron.
«Davvero?»
«No, ma sul copione c’è scritto così»

***

Harry arrivò davanti al Portone d’Ingresso e si nascose dietro un muro. Da dentro sentiva dei passi. Qualcuno si avvicinava. Ma che speranza aveva, armato di bacchetta, contro Harry, armato di mitra? Il portone si aprì e dapprima Harry non vide nulla. Poi lo riconobbe: era il professor Vitious. Harry non avrebbe voluto farlo, ma sapeva che non potevano esitare agli ordini di Mary, così uscì allo scoperto e scaricò alcuni colpi su Vitious, che cadde a terra. I proiettili, essendo di gomma, non l’avrebbe ucciso, ma gli avrebbero fatto male per un bel po’. Harry entrò così nel portone e iniziò a salire le scale, diretto verso lo studio di Silente. Ma fu troppo incauto: arrivato al Terzo Piano fu scorto da Piton, che prese a scagliargli maledizioni a raffica. Le evitò solo grazie al microchip. Si appostò quindi dietro a una colonna e attese.
«Vieni qui, Potter» disse Piton. «Il professor Silente non vorrebbe che io ti facessi del male. Ma il professor Silente non c’è più ora, e posso farti quello che voglio»
«Ma manco per le balle!» esclamò Harry, uscendo allo scoperto e scaricando una raffica di mitra su Piton. Riuscì a schivare alcuni colpi, altri li bloccò tramite magia. Harry quindi digrignò i denti e, incurante del pericolo, gli si lanciò addosso. Gli sferrò un colpo sul petto col mitra, e Piton cadde a terra e ansimò, senza fiato. Harry estrasse la pistola dalla cintura e gli piantò un colpo sul petto. Piton sussultò e svenne. Harry lo guardò un po’, poi proseguì. Ma aveva appena fatto qualche passo che Mrs Merd spiccò un balzo e, estratti gli artigli, si diresse in direzione della faccia di Harry. Ma non si fece coglione…voglio dire cogliere impreparato e, dopo aver attivato il microchip, sparò cinque sei colpi su Mrs Merd, che ricadde a terra.
«Brutto pezzo di sbrudolosky!(sbrudolosky?)» inveì Gazza, giunto sul posto. Ma non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò con un proiettile di gomma piantato in testa. Gazza svenne. Harry proseguì con la sua avanzata. Ormai voleva solo vendetta, e niente poteva fermarlo. Continuò a salire per le scale, liberandosi anche della McStrudel e della Bamboocha, finchè non arrivò davanti al fatidico gargoyle che conduceva allo studio di Silente. Harry non fece neanche in tempo a fare qualcosa che il gargoyle si spostò.
«Finalmente qualcuno che caccerà quella strega da quattro soldi» gli disse, giustificando il fatto che si era spostato senza parola d’ordine. Harry salì in fretta le scale e, arrivato davanti alla porta. Si fermò, col cuore che batteva a mille. La resa dei conti, finalmente. Spiò dalla serratura della porta. All’interno vide Mary Sue, intenta a scrivere qualcosa. Sembrava ignara di quello che stava per succedere. Harry prese un bel respiro, poi sferrò un calcio alla porta.
«Ahia ma porca BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED. Porta di merda!» e gli sferrò un secondo calcio. Ma appena la porta cadde a terra con un tonfo, un incantesimo sibilò verso di lui. Anche col microchip l’incantesimo lo colpì di striscio e lo lasciò senza fiato per un po’. I sensi gli calarono per qualche secondo, e il suo campo visivo prese a galleggiare.
Uno Stupefacente, pensò, quando si riprese. Si appostò dietro la porta, con dentro Mary che rideva.
«Vieni fuori, caro Harry! Ti aspetto» lo provocò.
«Magari muori di dolori alle ovaie!» sbraitò Harry e, attivando il microchip, uscì allo scoperto. Mary subito gli scagliò un secondo Stupefacente, ma stavolta Harry lo schivò, premette il grilletto e cominciò a scagliare una raffica di mitra su Mary Sue. La ragazzina si buttò di lato e prese a indietreggiare verso la finestra. Harry rise e fece per dargli il colpo di grazia, ma aveva finito le munizioni.
D’oh!, pensò Harry, mentre Mary Sue gli lanciava un terzo Stupefacente, che però colpì il mitra e lo fece volare via. Harry si tuffò di lato, dietro la scrivania, e attese. Intanto, Mary ricominciò a ridere. Harry a quel punto non ci vide più. Caricò l’ultimo colpo di pistola che gli era rimasto e uscì allo scoperto gridando: «Ci si vede all’inferno, Mary Sue!» il proiettile la colpì in pieno petto e lei cadde pesantemente addosso al vetro, che si ruppe. Mary scivolò oltre il bordo e cadde nel vuoto. Harry rimase fermo, un po’ malconcio, stanco, e dolorante. Poi guardò la finestra e disse:
«Hippy-Ya-Yhey, figlia di puttana»

Ok ragazzi, finisce qui un nuovo capitolo. Mi scuso per il ritardo, ma avevo finito le idee, e comunque volevo scrivere qualcosa di originale. E l’ispirazione mi è venuta vedendo, in questi ultimi giorni, tutti e quattro i film di Die Hard. Non so se sia comico come gli altri, ma non sono riuscito a resistere alla tentazione di scrivere un capitolo alla Die Hard/John McClane. Anche l’ultima frase che Harry grida a Mary l’ho presa in prestito da McClane in persona, che usa ogni volta che ammazza il suo principale nemico, e la frase per la quale ormai sono andato in fissa. Ma bando alle ciance, perché è il momento di rispondere alle recensioni:

Sakurahime949: Già strano, anche stavolta sei stata la prima. Sono contento che il capitolo ti sia piaciuto, e spero che ti piaccia anche questo, che anche se è ricco d’azione non mi sembra tanto comico quanto gli altri. Ma in fondo, chi se ne fut! xD
kamy
: Il piacere di proseguire la fan fic è tutto mio, e non importa per la recensione in ritardo, a me una volta hanno riformattato il pc perché hanno trovato 99 virus! Ma lasciamo perde i miei 99 virus perché…ah Silè, te l’ho detto che non ce l’ho il gatto, smettila di rompermi. E comunque sono contento che ti sia piaciuta la fan fic, e spero che ti piaccia anche questo di capitolo.
gelb_augen
: Ed ecco qui la mia cara fan numero uno! Considera che ti sto rispondendo sentendo i Nazgul che devastano Minas Tirith(sì, perché sentire le colonne sonore del Signore Degli Anelli mi concentra u.u). Comunque chi se ne frega del ritardo imperdonabile, l’importante è che ogni tanto ti fai viva xD. E poi non penso esista un pc più lento del mio, considerato che ha 5 o 6 anni e ogni tanto ha il brutto vizio di spegnersi da solo. Poi non è proprio una cosa di essere festaioli, è che avevo finito le idee, però comunque non mi sarebbe dispiaciuto che il compleanno durasse di più xD. Purtroppo Mary Sue qui se ne va, ma spero che non ti dispiaccia, tanto non ci vuole molto a far sembrare Harry un idiota. Quanto a Hermione, eheh, aspettate che arrivo a scrivere Harry Potter e il Prigioniero di Arkatraz, poi vedrete.

Bene, ora che ho finito con le recensioni vi lascio. Ora che ci siamo finalmente tolti Mary Sue dalle palle, si prosegue con gli ultimi capitoli di HP 1. Perciò non perdetevi il terzultimo fantasmagorico capitolo: La Foresta Proibita! Ciao ragazzi/e, a Lunedì!

 

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Capitolo 16
*** La Foresta Proibita ***


Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve
- Capitolo 16: La Foresta Proibita -

Dopo la morte di Mary Sue, le cose tornarono alla normalità. La querela contro Harry fu annullata, Silente tornò a fare il Preside, e a Harry venne riconsegnata la bacchetta e gli furono tolti mitra, pistola e coltellino, anche se a Harry dispiacque. Con tutta la faccenda Mary Sue si era arrivati già alla terza settimana di maggio, e il Dinamico Trio era tornato a occuparsi del loro principale obiettivo: la Pietruzza Rossa. Ancora non avevano scoperto a che serviva, ma con l’avvicinarsi degli esami, ebbero sempre meno occasioni per indagare. Hermione sembrava impazzita: gli esami la rendevano più nervosa di come lo sarebbe stata se avesse avuto il ciclo. E venne quindi il giorno degli esami. Harry riuscì a cavarsela, anche se non come Hermione, e poi decisero di andare a festeggiare da Hagrid. Si avviarono per il castello, ma, passando per un corridoio, notarono una porta mai notata prima. Si avvicinarono cauti, e lessero su una targhetta cosa c’era oltre quella porta: ‘Club Troie di Hogwarts’. Hermione borbottò indignata: «Ma che vergogna! Ma come si fa a mettere una cosa simile in una scuola? A che gioco sta giocando Silente?». All’improvviso, da dentro udirono un rumore di passi. Qualcuno stava per uscire. Si nascosero dietro al corridoio e, pochi istanti dopo, videro uscire Silente. Quando sparì, i tre tornarono a fissare la targhetta della porta. «Che vergogna!» riattaccò Hermione. «Giuro che farò chiudere questo posto, dovessi iscrivermi!». Harry e Ron la ignorarono e rimasero a fissare la targhetta
«Harry?» fece Ron.
«Sì, Ron?» rispose Harry.
«Stasera sappiamo cosa fare»
«Mangiamo ciambelle?»
«Stupefactum!»

Harry si svegliò di soprassalto. Ron lo stava chiamando.
«Harry! Harry! Svegliati, Harry!»
Harry si alzò, inforcò gli occhiali e domandò, molto garbatamente: «Ron, ma che CENSURED vuoi?»
«Idiota! Dobbiamo andare alla capanna di Hagrid perché dobbiamo andare nella Foresta Proibita con lui, ricordi?» rispose Ron. «Ma si, dai, la punizione!» aggiunse di fronte all’espressione perplessa di Harry, che finalmente si ricordò. La sera prima avevano cercato di entrare, per la 8401549871095010320 volta nel ‘Club Troie di Hogwarts’, al quale Hermione voleva iscriversi

HERMIONE: Per far chiudere quel posto!
Sì, certo, come no

Ma erano stati beccati da Mrs Merd. Così Gazza come punizione gli aveva detto che dovevano andare nella Foresta Proibita a fare un lavoretto con Hagrid. Anche Hermione era stata beccata mentre cercava di intrufolarsi per iscriversi. Così Harry si alzò(ma non si era già alzato?), si vestì e scese nella Sala Comune di Tassoros…ah no scusate CorvoneazzGrifondoro.
«Harry! Ron!» chiamò una voce alle loro spalle. Era Hermione. «Andiamo?»
Ron come al solito rimase a bocca aperta, esitò un po’ mentre un rivoletto di bava gli colava dalla bocca, e poi borbottò un ‘Si’, sempre con quel rivoletto alla bocca. I tre si avviarono e Harry si ricordò che erano le sei di sera.
«Ma scusate, perché andiamo nella Foresta Proibita alle 6 di sera?» chiese Harry, «Che punizione è?»
«Ma è meglio così, no?» rispose Ron. «E poi, se Gazza è un cretino meglio per noi e peggio per lui»
Ma questo non servì come tranquillante a Harry, che ancora pensava ci fosse qualcosa che potesse andar storto. Arrivati in Sala Grande Harry prese mezzo chilo di camomilla e se la bevve tutta d’un fiato, ma comunque non riuscì a calmarsi. Arrivati nella Sala d’Ingresso trovarono Gazza che li aspettava, ghignante.
«Benebenebene, ssssudici piccoli alunni. Volevate ingannare Argus, vero tessoro, eh?»
«Ciuppa!» disse Harry, senza riuscire a trattenersi.
«Oho!» esclamò Gazza, il ghigno sulle sue labbra sempre più ampio. «Pare che il ragazzo Potter voglia fare lo ssspiritosssso. Bene, allora, vediamo se il caro signor Demente sa dirmi quanto fa 45106454120121748901 per 864013202489,3 periodico».
Harry rimase perplesso. Non aveva capito una mezza mazza di quello che Gazza gli aveva detto.
«Ehm…» balbettò Harry, «Eh?». Gazza sogghignò ancora di più. Sulla sua espressione si leggeva chiaramente soddisfazione. Prese fiato e ruggì: «CIU…» ma venne interrotto da un boato assordante. Hagrid si era lanciato su Gazza. Ma lo mancò e andò invece ad atterrare Neville, che lanciò un urlo che fece tremare le pareti, che per l’urlo di Neville fecero tremare tutte le armature della scuola, un’armatura cadde e fece cadere un’altra, e un’altra, e un’altra, e così via in stile domino, finchè non colpirono Justin Finch-Flecieccie, che cadde addosso a Seamus, che cadde addosso a Dean, che lo mise nel culo a Lavanda, che gemette di sollievo, dolore e godimento allo stesso tempo, che per errore sferrò un calcio a Mrs Merd che volò via, finì in testa a Malfoy che per la rabbia urlò: «Stupefactum!» e fece partire uno Stupefacente, che rimbalzò sul quadro di Sir Cadogan, che si bruciò e diede fuoco alla coperta di Neville che si trovava lì per caso, lo Stupefacente continuò a rimbalzare un po’ qua un po’ la, rimbalzò sul Platano Picchiatore, attraversò sibilando e emanando una luce rossa spettrale la Foresta Proibita e finì addosso a…Neville. 

Nonononono, dopo tutto questo trambusto lo Stupefacente doveva finire addosso a Harry!
«, avrai sbagliato a scrivere» disse Hagrid
Ok allora, facciamo così, che è anche più semplice. 
KRAK-HOOM

Harry si svegliò di soprassalto. Era tutto buio.
«Dove…dove sono?» chiese Harry
«A Hogwarts, dove cavolo vorresti essere?» rispose una voce burbera che Harry riconobbe come quella di Hagrid. Si rialzò. Gazza era a terra, privo di sensi. Sentì un moto di gioia crescere dentro di sé.
«Sei stato fortunato, amico» disse Ron. «Secondo DrHouse93 lo Stupefacente che ha colpito Neville e poi Gazza in realtà doveva prendere solo te»

HARRY: Perché?
Perché si, sono io l’autore, e se non ti sta bene vieni a dirmelo in faccia!
HARRY: Ok. Non mi va bene quello che scrivi
Harry?
HARRY: Sì? 
KRAK-HOOM

Quando rinvenne si svegliò di soprassalto e disse: «Ok, mi sta bene quello che scrivi». Si rialzò e guardò l’orologio. Erano le 2 di notte. Così, a malincuore, si alzò e si incamminò con Hagrid, Ron, Hermione e Draco, che era finito in punizione anche lui per lo stesso motivo dei primi tre. C’era anche il cane di Hagrid, Thor. Si addentrarono nella foresta e camminarono per un po’. La musica carica di tensione e la tensione stessa altissima. Continuarono per un po’ finchè Hagrid non si fermò di botto e Ron, che era dietro di lui, gli andò a sbattere contro. Hagrid fissò qualcosa per terra.
«Hagrid?» fece Harry, «Cosa c’è?»
«Niente» rispose Hagrid, e si rimisero in cammino. Dopo tre quarti d’ora Hagrid si fermò di nuovo. Ancora una volta Ron gli finì addosso, tanto che Hagrid gli urlò contro: «Ron, se devi finirmi addosso ogni volta vai avanti e smettila di scassarmi le balle!!»
«Ehm, Hagrid…» fece di nuovo Harry, «Se ti sei fermato per farci un altro Scherzo da Harry giuro che me ne vado»
«No, no» disse Hagrid, «stavolta ho trovato qualcosa»
«Davvero?» domandò Harry
«No!» rispose Hagrid. Harry si voltò per andarsene quando scivolò su…una pozzanghera. Si rialzò, dolorante, e esaminò la pozzanghera: luccicava.
«Hagrid» chiamò Harry, «vieni qui, presto!»
Hagrid si avvicinò a grandi passi e Harry indicò la pozzanghera. Hagrid la fissò.
«Oddio santo!» tuonò dopo un po’.
«Ma porca BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED BESTEMMIED». Harry lo guardò, preoccupato, poi chiese: «Hagrid, ma che cos’è?»
«Questo, Harry,» rispose Hagrid, «è piscio di Unicorno. Ti mantiene in vita anche se stai per morire. Ma è una cosa orribile. Il piscio di Unicorno fa veramente schifo, e solo un disperato potrebbe bere una roba simile»
«Allora,» continuò Hagrid, «facciamo così. Dividiamoci in due gruppi: Ron e Hermione con me, tu, Harry, portati questo rincoglionito di Malfoy»
«Senti chi parla!» protestò Draco.
Harry stava per ribattere quando Draco proseguì: «Va bene, però prendiamo Thor!»
«D’accordo» disse Hagrid. «Ma ti avverto, è un gran cacasotto».
D’oh!, pensò Harry.
E così facendo i gruppi si divisero e Harry e Malfoy si addentrarono nella Foresta Proibita per conto loro. 

RON: Ehiehiehi, perché non puoi seguire me, Hagrid e Hermione?
Perché si, sono io l’autore, e se non ti va bene quello che scrivo vienimelo a dire in faccia!
RON: Nono, va tutto bene 

Dicevo, Harry e Malfoy si addentrarono nella Foresta Proibita per conto loro, con Thor che li seguiva. Camminarono per una buona mezz’ora, o forse anche di più.
«Bu!» fece all’improvviso una voce alle spalle di Harry, che si voltò di scatto, la bacchetta in mano, e urlò:
«Ahhh!!! Stupefactum!». Lo Stupefacente colpì Malfoy, che si accasciò a terra e rimase Stupefatto. Harry lo fissò un secondo, poi disse: «Oh, , lasciamolo lì» e se ne andò. Continuò a camminare, quando si ritrovò davanti un Unicorno morto, con una pozzanghera di piscio tutto attorno e, cosa ancor più orribile e schifosa, una figura incappucciata che beveva il piscio. Harry lanciò un gridolino, perché la cicatrice gli aveva appena fatto fastidiosamente male. La figura incappucciata si alzò, e fissò torvo Harry. Si alzò(ma non si era già alzato?) e iniziò a scivolare verso Harry, a cui cadde la bacchetta per il terrore. Il microchip si attivò involontariamente, ma Harry era come inchiodato alla corteccia dell’albero sulla quale si era appoggiato. La figura si avvicinava, si avvicinava, si avvicinava, si avvicinava, si avvicinava, si avvicinava, si avvicinava, e che cazzo quanto è grande sta foresta, comunque, era a pochi passi da Harry, che stava per abbracciare la possibilità che potesse morire, quando un rumore di zoccol
i li fece sobbalzare. Una creatura, per metà uomo e metà cavallo, si era avventato sulla figura incappucciata e la stava scacciando. La figura si allontanò e fluttuò via. Il centauro raccolse la bacchetta a Harry e gli si avvicinò.
«Harry Potter,» disse, con voce profonda, «io sono Fiorenzo. Ho sentito delle urla e sono accorso. Ecco, questa è tua» e gli porse la bacchetta. Harry la prese, e quella emanò un paio di scintille rosse che diedero fuoco ai peli pubici di Fiorenzo, il quale prese a scalciare, nitrire e, naturalmente, a bestemmiare.
«Devi tornare al castello, Harry Potter,» continuò Fiorenzo, spento il fuoco. «La Foresta a quest’ora non è luogo per te»
«Ma…» fece Harry, che aveva finalmente ritrovato la voce, «che…che cos’era quella creatura, che beveva il piscio di unicorno?»
«Prova a indovinare» rispose Fiorenzo. «Chi tu pensi abbia bisogno di bere il piscio di Unicorno, perché è talmente disperato da non avere un corpo e spera di riavere il suo?»
«Vuoi…vuoi dire che…» chiese Harry, con una VAGA punta di panico, «che quello lì era…era…era…era…era…era…»
«Ne hai per molto?» tuonò Fiorenzo.
«…era…» continuò Harry, «…Lord…Digiacomort
«Sì» rispose Fiorenzo. «Ora vattene, devi tornare immediatamente al castello»
«Ma come faccio?»
«Oh, per quello non c’è problema». Fiorenzo si avvicinò e diede un calcio a Harry, che volò via e atterrò proprio di fronte alla capanna di Hagrid, dove c’erano Ron e Hermione.
«Dov’è Hagrid?» chiese Harry, quando si rialzò.
«E’ andato a cercare Malfoy, pare sia rimasto nella Foresta» rispose Ron
«Venite» disse Harry, «devo dirvi una cosa»
Si avviarono insieme verso il castello, lo percorsero in lungo e in largo e arrivarono alla Sala Comune.
«Lord Digiacomort» cominciò Harry, ma si interruppe perché Ron sobbalzò.
«Cosa c’è?» gli chiese.
«Hai pronunciato il suo nome!» rispose Ron
«Si, e allora?»
«Niente, ma mi andava di interromperti». Harry scrutò torvo Ron, poi riprese: «Lord Digiacomort mi ha attaccato, nella Foresta, ma se n’è andato perché è arrivato un centauro che l’ha scacciato. E’ lui che beve il piscio di Unicorno»
«Chi? Fiorenzo?» domandò Ron.
«Ma no, Digiacomort!» esclamò Harry. «E’ lui che beve il piscio di unicorno. E ora sta usando Piton come suo burattino per cercare di rubare la Pietruzza Rossa!»
«Ma, Harry,» tentò Hermione, «nemmeno io so a cosa serve, e non c’è scritto neanche su Storia di Hogwarts! Pensi che lui lo sappia?»
«No che non lo sa» rispose Harry. «Ma dobbiamo impedirgli di prendere la Pietruzza Rossa»
«E…» fece Ron, «come pensi di farlo?»
Harry riflettè, poi rispose: «Scendiamo nella botola di DJ Bobo. Domani notte»
«Ma…»
«Ron, lascia perdere» si intromise Hermione. «Sai com’è fatto Harry. D’accordo Harry. Verremo con te»
«Cosa?» esclamò Ron. «Ma manco per le ba…» ma si zittì a un’occhiataccia di Hermione
«Bene allora» disse Harry. «Domani scendiamo nella botola».

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Capitolo 17
*** Giù nella botola ***


Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve
- Capitolo 17: Giù nella botola -

Harry si svegliò di soprassalto. Era molto agitato e nervoso, visto che quel giorno sarebbero entrati nella botola sorvegliata da DJ Bobo. Avevano già provato a entrare in quella botola, ma con scarso successo. Ma stavolta erano pronti. Sapeva con chiarezza come sarebbero entrati. Aveva il suo Mantello dell’Invisibilità. Perciò nulla poteva andar storto, stavolta, e Harry era molto sicuro di riuscire nell’impresa.

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Ok ragazzi, ora ci colleghiamo a Coming Soon Television per i trailer del momento. Vai!
<Skretch>
Legenda: Descrizione scena, Titoli in sovrimpressione, Voce Fuori Campo

V1: Se pensavate di aver visto abbastanza cazzate per stupirvi ancora, vi sbagliavate
V2: Siete pronti, per l’avventura?

Digiacomort spazza via diversi soldati
DIGIACOMORT: Insufficiente!
L’Oscura Signora
Marco a casa di Balbo
MARCO: Minchia!
Martino alla festa di Balbo
MARTINO: Bocciatemi!
Casuccio a Martino alla festa
CASUCCIO: Iubidu-dubidu
Nuovo-File 1 e Nuovo-File 2 frugano tra i fuochi d’artificio di Marco
NUOVO-FILE 1: Prendi quello grosso!
NUOVO-FILE 2: Ma che schiforum!
Gianluca a Martino, a Gioca & Crea
GIANLUCA: Tu madre
Una Compagnia di Bocciati
Marco e Giordano a Matengard
GIORDANO: Ma sei un pirla
Balbo trova l’Anello
BALBO: ! Un’anell!
Elrond e Marco a Orso Coattone
ELROND: Eheheheheheh
La Compagnia nelle Miniere di Storia
PUFFARO: Cuccioliiiiiiiiiiii
Marco contro la Puffaro
MARCO: Tu non puoi bocciare
MARTINO: Cazzo fai?
V1: Quest’anno. Studiare. Non servirà a nulla
La Signora Delle Note
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Harry si svegliò di soprassalto. La notte era arrivata con una velocità sorprendente. Si alzò, si inforcò gli occhiali, si vestì e andò a svegliare Ron, ancora profondamente addormentato. Ron si alzò si inforcò gli occhiali, no aspettate lui gli occhiali non ce li ha, si vestì e insieme scesero la scala a chiocciola del loro dormitorio. Sotto trovarono Hermione che li aspettava. Ron aprì la bocca e un rivoletto di bava gli colò sul mento, come sempre, mentre Harry rimase impassibile.
«Andiamo?» chiese Hermione.
«Sì» risposero in coro Harry e Ron, un po’ più debole. Si nascosero sotto al Mantello dell’Invisibilità e si avviarono verso il corridoio proibito del terzo piano. Arrivarono in una velocità sorprendente.  

HARRY: Ehi Doc, la vuoi far finita con questo Avanzamento Veloce?
Zzzzzzz……eh? Ah si, un secondo 

Dicevo, i tre arrivarono davanti alla porta di DJ Bobo e la spinsero ma…era chiusa. Hermione si avvicinò e bisbigliò: «Alohomora». La porta si aprì. La spalancarono, entrarono e la richiusero. Avevano anche scoperto il modo per far calmare DJ Bobo: bastava un po’ di musica. Ma, entrando, notarono che un po’ di musica c’era già. Proveniva da un’arpa.
«Piton deve essere già passato di qui» sussurrò Harry. I tre si avvicinarono a DJ Bobo, Harry approfittò che dormiva e mormorò: «Petrificus Totalus». Subito il chiwawa venne pietrificato.
«Come facciamo a entrare?» chiese Ron.
«Semplice, così» rispose Harry. Sferrò un calcio a DJ Bobo, ma si era scordato che era di pietra, così si spaccò l’alluce.
«Ma porca…» cominciò Harry, ma Hermione prese DJ Bobo per la coda, si avvicinò alla finestra e lo buttò di sotto.
«Ecco, così ce lo leviamo definitivamente dalle palle» disse poi, tornando. I tre si avvicinarono e aprirono la botola.
«Allora,» fece Harry, «vado io per primo. Se qualcosa va storto tornate indietro e chiamate Silente. Chiaro?»
«Sì» risposero in coro Ron e Hermione
«Bene» disse Harry, e si buttò per primo nella botola. Il tunnel era profondo, e scivolò per un po’ prima di atterrare sopra a quella che gli parve una grossa pianta. Pochi secondi dopo atterrarono prima Hermione poi Ron.
Muahahahahahah
«Ehi, cos’era quella risata?» chiese Ron. Harry aprì bocca, ma fu interrotto da un movimento lì vicino. La pianta aveva iniziato a muoversi. Dei rami strisciarono verso Harry, Ron e Hermione e li legarono. Un ramo entrò nei pantaloni di Ron, che gemette terrorizzato. Hermione, invece, aveva una vaga espressione contenta e compiaciuta.
«Hermione» domandò Ron, terrorizzato, «cosa facciamo?».
«Dovete…ah…calarvi…ah si…i pantaloni» rispose Hermione, tra un gemito e l’altro.
«Cosa?» domandarono in coro Harry e Ron.
«Sì…il Pisello del Diavolo è uno spasso totale…ah…ah…ma un pene piccolo gli fa male» disse Hermione. Harry si calò i calzoni, ma non successe nulla(il che è strano).
«Ora…oh…dovete fare…si…un incantesimo di diminuzione…ah…». Harry puntò la bacchetta contro il suo attrezzo e esclamò: «Reducio!». Subito, con suo orrore, il suo attrezzo si rimpicciolì. Il Pisello del Diavolo lanciò un urlo spaventoso e li liberò, rivelando una voragine al centro.
«Hermione, andiamo!» ruggì Ron, le orecchie rosse.
«No…restiamo ancora un po’…» gemette Hermione. Ron la afferrò per un braccio e si tuffarono nella voragine sotto la pianta. Caddero su un pavimento di pietra. Si rialzarono, goffi, e si incamminarono davanti a un’altra porta.
«Ehm…Hermione…ti senti bene?» chiese Ron
«Non lo so, ho una strana sensazione» rispose Hermione
«Hai cominciato a farti le canne?» domandò Ron.
«No. Lo sai che non me le faccio»
«Allora ti sei rincoglionita»
Entrarono nella prossima stanza e trovarono una stanza, non molto grande ma abbastanza alta per volare. Harry notò un manico di scopa. Hermione si era ripresa. Si avvicinò alla porta in fondo alla stanza e la spinse. Non successe nulla.
«Alohomora!» tentò Ron, ma non successe nulla neanche stavolta. Harry allora capì. Capì cosa doveva fare. Afferrò il manico di scopa. All’improvviso un fruscio lo fece sobbalzare. Alzò lo sguardo e vide un mucchio di chiavi, con delle alette, che fluttuavano impazzite. Solo una era la chiave che avrebbe aperto la porta di fronte. Harry la vide. Salì sul manico di scopa e partì. Immediatamente alcune chiavette gli si lanciarono addosso, altre cercarono di difendere l’altra chiave.
«Accio Chiave!» provò Harry, ma tutte le chiavi della stanza gli finirono addosso, facendogli un male cane. Si sentì scivolare dalla scopa e cadere a terra. Cadde a terra con un tonfo e tutto svanì.
Harry si svegliò di soprassalto. Chini su di lui c’erano Ron e Hermione, entrambi preoccupati.
«Ho preso la chiave. Andiamo» disse Harry. Si avviarono verso la porta.
Harry infilò la chiave nella serratura, la girò e…non successe nulla.
«D’oh!» esclamò. «Ho sbagliato chiave!». Detto questo esclamò di nuovo: «Accio Chiave della porta!», ma non successe nulla. Perplesso, si chiese perché ma, non riuscendo a darsi una risposta, si mise a piangere come un bambino cretino.
«Ehm, Harry,» balbettò Ron, «ce l’abbiamo noi la chiave. L’abbiamo presa prima». Harry li scrutò torvo poi strappò la chiave dalle mani di Ron e la infilò nella porta. La porta si aprì con uno scatto. Proseguirono così per la stanza successiva. Avevano fatto appena pochi passi che sentirono un tanfo tremendo. Aguzzando la vista, e tappandosi il naso, scorsero una carcassa abbandonata sul pavimento. Dapprima non la riconobbero, ma poi si resero conto che era un Orso Coattone, chiaramente svenuto.
«Che puzza di merda!» esclamò Harry. «Ma da dove viene?»
«Dall’Orso Coattone, idiota!» rispose Ron.
«Ma perché puzza di merda?» domandò Harry.
«Perché come pensi che si riproducano gli Orsi Coattoni?» disse Hermione, con aria da saputella. «Forza, andiamocene prima di morire asfissiati». Varcarono la seconda porta, che era anch’essa aperta, segno che Piton era già passato di lì e si ritrovarono in una stanza semi illuminata da alcune torce. Fecero qualche passo avanti, e la stanza si illuminò del tutto, rivelando una scacchiera di dimensioni umane, con tanto di pazzi, voglio dire pezzi, in scala 1:1. Perplesso, Harry cercò la porta. La vide dopo un po’ dall’altro capo della stanza. La attraversarono, ma arrivati davanti ai pedoni bianchi quelli presero vita, sfoderarono le spade e uno di loro disse: «Non potete passare senza vincere»
«Ma vaffanculo» disse Harry, fregandosene e ricevendo una bella spadata in testa quando cercò di passare lo stesso. Si fece nero, e tutto svanì. Harry si svegliò di soprassalto.
«Ok, giochiamo» convenne stavolta Harry. Si girarono verso i neri e videro che mancavano due pezzi: una torre e un alfiere. Harry si mise al posto dell’alfiere, mentre Hermione si mise al posto della torre. Ron, invece, si posizionò sopra a un cavallo.
«Bene» disse. «Giochiamo». Come da norma, i bianchi si mossero per primi, facendo avanzare di due caselle un pedone. Harry rise.
«Andiamo, Ron! Non vorrai farmi credere che è come giocare a scacchi magici, vero?»
«Ma no, figurati!» rise Ron in risposta, pensando che a scacchi magici i pezzi che venivano mangiati facevano una brutta fine. «Ma per sicurezza controllo. Tu! Pedone nero! Va in D5!»
Subito il pedone si mosse e si posizionò nell’angolo in alto a destra rispetto al pedone bianco. Quello subito si animò, si rivolse al pedone nero e gli fece: «Ha ha!» e lo infilzò con la spada. Subito il pedone nero esplose.
«D’oh!» esclamò Harry.
«Ron?» fece Hermione.
«Sì?»
«CENSURED»
«Ok, questo me lo meritavo»
La partita proseguì in pareggio per un po’, poi Ron riflettè: se non faceva qualche mossa geniale, avrebbero perso. Così gli venne un’idea. La propose a Harry e Hermione, che invece rimasero scettici, e Hermione chiese: «E sei sicuro che così faremo Scacco Matto?»
«Ma sì, dai! In fondo, cosa vuoi che succeda?» fece la sua brillante tecnica che, come volevasi dimostrare, si concluse con una bella…disfatta
«D’oh!» esclamò Ron, vedendo un suo Nero esplodere.
«Ron?»
«Sì?»
«CENSURED».
La partita ormai volgeva al peggio per i Neri, che venivano sterminati soprattutto dalla regina dei Bianchi. Ormai non rimaneva altra scelta, Ron doveva sacrificarsi col suo cavallo, o avrebbero perso.
Vabbè dai, posso sempre svignarmela prima che il cavallo esploda, pensò Ron. Propose l’idea agli altri due, che anche stavolta rimasero dubbiosi. Ron li ignorò, deglutì e disse: «Cavallo in H3»
Subito il cavallo prese a muoversi verso la suddetta casella. Così facendo la regina dei Bianchi lo avrebbe mangiato, ma almeno così Harry poteva fare scacco matto. La regina si girò verso Ron e cominciò ad avanzare. Ron ghignò, si apprestò a scendere dal cavallo e, prima di farlo, prendendo spunto da Harry disse: «Hippy-Ya-Yhey, figlia di puttana» e sogghignando fece per scendere dal cavallo, ma rimase impigliato col colletto. La regina si avvicinò, Ron si divincolò, si allontanò di qualche passo, ma troppo tardi: la spada di pietra della regina penetrò il cavallo, che esplose. Ron fu sbalzato dall’esplosione e sbattè la testa a terra. Non si rialzò. Hermione fece per corrergli incontro, ma Harry la fermò: «No! Stiamo ancora giocando!». Harry si mosse in direzione del re e, piazzatosi di fronte, gli disse: «Scacco matto» Al re cadde la spada. «Ha ha!» gli fece Harry, si assicurò che la partita fosse conclusa, poi corse da Ron. Si accorsero che era solo svenuto. Se non altro era ancora vivo. Lo trascinarono al sicuro e proseguirono. Entrarono in una stanza buia e scorsero un tavolo con sette fialette, di diverse dimensioni e forma. Ma, prima che potessero fare qualcosa, dietro di loro si accese un fuoco viola.
«D’oh!» esclamò Harry. Fece per andare avanti, ma davanti alla seconda porta comparve un altro fuoco, stavolta nero.
«D’oh!» ripetè Harry. Si girò verso Hermione. «Che facciamo?»
Hermione riflettè. Il fuoco viola illuminava malamente la stanza, ma malgrado ciò notarono qualcosa che prima non avevano visto: un foglio. Hermione si avvicinò e lo lesse:

Davanti a voi è il pericolo, dietro la sicurezza
Due tra noi vi aiutani, usate la destrezza
Una sola, di sette, vi lascerà avanzare
Se un’altra ne berrete, vi farebbe arretrare
Due son piene soltanto di nettare d’ortica
Tre, assassine, s’apprestano alla loro fatica.
Scegliete o resterete per sempre tra i supplizi.
Per aiutarvi a scegliere, vi diamo quattro indizi:
Primo, seppur subdolamente il velen non si svela,
Il vino delle ortiche alla sinistra cela;
Secondo, differenti sono quelle agli estremi
Ma per andare avanti rimangono problemi;
Terzo, come vedete, non ve n’è una uguale
Sol di nana e gigante il vin non è letale;
Quarta, la seconda a dritta e la seconda a sinistra
Sono gemelle al gusto, ma diverse alla vista.

«Eh?» fece Harry appena Hermione ebbe finito.
«Ciuppa» rispose Hermione senza troppa considerazione. «Uhm…devo rifletterci un po’…»
TRE ORE DOPO…
«Quanto ti ci vuole ancora?» sbottò Harry.
«Zzzzzzzzzzzzz…»
«Ma…» fece Harry. «Oh, CENSURED» Estrasse la bacchetta, la puntò contro le fiamme e ordinò: «Aguamenti
Subito un getto d’acqua comparve dalla punta della bacchetta, ma era completamente inutile. Allora Harry si ricordò del microchip. Non aveva bisogno della pozione: gli bastava passare velocemente. Attivò il microchip e si lanciò verso il fuoco nero. Lo superò, ma nel momento in cui lo attraversò sentì un caldo insopportabile, che per fortuna durò solo un secondo. Superato il fuoco nero, disattivò il microchip e si incamminò verso la porta.
La sala era poco illuminata. La cicatrice pizzicò e Harry si diede una grattata(ma non alla cicatrice, ma alle…). Si addentrò nella stanza. C’erano un paio di scalini. Li scese piano piano. Arrivato a metà, attorno alla stanza si accesero delle fiamme. Delle fiamme si accesero anche davanti all’uscita, sbarrandola. Harry si guardò intorno, bestemmiò, poi notò l’uomo in fondo al centro della sala, di fronte allo Specchio delle Brame. Ma non era Piton, e nemmeno Digiacomort.
«Non può essere» disse Harry, incredulo, con la voce strozzata.

Ok ragazzi/e, qui finisce il penultimo capitolo! Spero che vi sia piaciuto, e se sì ricordatevi di recensire. E ora, è il momento delle risposte alle recensioni:

_Niki_: Ma va là, figurati, non c’è alcun problema per le recensioni, tanto poi non sono io quello che verrà buttato sotto il Nespresso di Hogwarts xD. Quanto al Club delle troie, l’idea mi è venuta in mente quando ho scritto la mia prima fan fiction: i Mitici 8. Infatti, poichè gli ultimi tre capitoli di HP 1 li ho presi e modificati da i Mitici 8 l’idea è rimasta. Comunque per la frase del libro mi sa che la pronunciava Harry, in questo caso l’ho fatta dire a Hermione perché Harry è troppo scemo per pronunciare frasi così complesse
HARRY: Ma non è ve…invece è vero EHEHEHEHEH
kamy: Guarda che voglio il copy right per i fulmini eh…Scherzo dai, potete fare quello che volete delle mie idee, solo che per un po’ d’onore, e perché EFP rompe le palle al riguardo, io vi consiglierei di citarmi…sennò c’è sempre il Nespresso di Hogwarts xD. Vedrò che posso fare per organizzare, come sorpresone finale, una mega morte di Neville, decisamente stupida e comica.
gelb_augen
: Oh, chi si rivede, a dir la verità pensavo ti fossi suicidata(nel caso voglia farlo ricordati di fare l’assicurazione sulla vita prima) xD. Comunque, che dire, sono contento che abbia recensito, e in effetti si notava la tua assenza. Vabbè d’altronde è anche un po’ colpa mia, visto che non pubblicavo quasi più perché avevo finito l’idea. Ma ora si ricomincia! A proposito, ricordati che Mercoledì ti sposi con Harry, tanto avete lo stesso QI(Quoziente Intellettivo) xD. Quanto alla scuola è vero, è arrivata la fine, periodaccio peggiore non c’è. L’unica soluzione sarebbe un lanciafiamme, ma non sono ancora legali. Quanto ai capitoli con la suspense, apparte quella di questo capitolo, quello di due settimane fa ero troppo tentato di scriverlo, perché una fan fic senza azione non vale un emerita ceppa. Per gli arretrati mi farebbe piacere se tutti quanti leggeste i Mitici 8, visto che finita HP 1 pubblicherò il sequel, e per il ‘Ciuppa’ senza ‘Eh?’ è come un cavaliere senza re(me lo ricordavo diverso il proverbio). E per concludere, è vero, ho fatto Harry troppo intelligente. Ma essendo il protagonista, si dimostra stupido, facendo una cattiva reputazione, solo in pubblico. Poiché soffre di ansia da prestazione costante, il suo cervello va avanti solo quando è da solo e può cavarsela solo da solo(sembra uno scioglilingua)

Bene, siamo ormai giunti alla fine. Mi sono permesso di pubblicizzare il doppiaggio della OC Production, che è formata da me e dal mio migliore amico(Fantasy dipendente), che, finito di doppiare La Signora Delle Note, basandosi sulla suddetta fan fiction, doppierà l’imperdibile film: Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve. Quanto alla fic, invece, cosa accadrà nel prossimo, ultimo, strabiliantariasmagorico capitolo? Lo scoprirete leggendo: *********! Non vi anticipò il titolo perché sennò vi rovino la sorpresa. Perciò, a Lunedì!

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Capitolo 18
*** WLF(W la...) ***


Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve
- Capitolo 18: WLF(W La…) -

Harry si avvicinò, incredulo: non era vero, non poteva essere vero, era Piton che aveva l’aria da bastardo, non Rat-Man.
KRAK-HOOM
«No, non è possibile» disse Harry, e Rat-Man si voltò. «Non può essere lei. Piton…»
«Ah, certo» rispose Rat-Man. Non balbettava più, né tantomeno parlava pugliese. «Chi sospetterebbe mai del povero, balbettante, rincoglionito prof. Rat-Man quando c’è in giro Piton
«Ma non è possibile» ripetè Harry.
«Ma cos’è, sei scemo?» sbottò Rat-Man. «Ti ho detto che è possibile, non continuare a ripeterlo, e che cazzo»
«Ma Piton ha tentato di uccidermi durante la partita!»
«Seeeeeeeeeeeeee te piacerebbe» rise Rat-Man. «IO ho cercato di ucciderti. Quando la tua amica Granger ha dato fuoco al mantello di Piton, mi ha assestato un ceffone particolarmente violento, cosa che ha interrotto il contatto visivo necessario per il malocchio. Anzi, ci sarei riuscito anche prima, se Piton non avesse incominciato a canticchiare la canzoncina dei Teletubbies per distrarmi e quindi salvarti»
«Piton ha cercato di salvarmi?» esclamò Harry. «A me? Ma sei sicuro?
«Sicurissimo» confermò Rat-Man. «Ed è stato lui ad intercettarmi la notte di Halloween quando ho fatto entrare l’Orso Coattone. Sarebbe stato un diversivo perfetto, non fosse stato per Piton e per quel CENSURED di chiwawa radioattivo di Hagrid. Ma non importa. Ormai sono qui…sono arrivato fino a questo punto…e poi finalmente ruberò la Pietruzza Rossa e…come segno di stima la donerò al mio padro…dove cazzo vai?» urlò Rat-Man. Infatti, mentre parlava, Harry aveva tentato di svignarsela. Aveva appena raggiunto le fiamme che sentì delle funi invisibili stringerlo e Harry cadde e terra.
«Sta buono, Potter, o ti farò del male» disse Rat-Man, gelido.
«Lei non ne è capace!» gridò Harry.
«Sì che lo sono»
«Davvero?»
«No, ma sul copione c’è scritto così». Harry tentò di divincolarsi, ma senza risultato. Rat-Man sogghignò e si girò verso lo Specchio.
«Allora» continuò Rat-Man. «Come cavolo funziona questo dannato Specchio?».
Harry stava per liberarsi quando una voce fredda e acuta parlò. Non sapeva da dove provenisse, ma era talmente fredda da ghiacciare le vene.
«Usa il ragazzooo». Harry si inchiodò al pavimento. Rat-Man si voltò.
«Vieni qui, Potter!» tuonò, «Subito!». Harry non si mosse. Era ancora inchiodato al pavimento.
«Ho detto vieni!» ripetè Rat-Man.
«E come cazzo faccio a muovermi se sono legato?» sbraitò Harry, senza riuscire a trattenersi.
«D’oh!» fece Rat-Man. «Non hai tutti i torti» e detto questo lo slegò. Sulle prime Harry tentò di nuovo di scappare, ma Rat-Man a un semplice gesto con la bacchetta lo bloccò e lo costrinse a forza ad avvicinarsi allo Specchio.
«Vuoi sapere perché ho accettato di aiutare il Signore Digiacomort?» domandò Rat-Man. «Vedi, la mia è una storia molto triste. Anche se non sembra, ma prima abitavo in Arabia Saudita. Mi chiamavo Luca. Infatti Povia mi ha pure dedicato una canzone. Sono io il Luca di “Luca era gay”. Ma lasciamo perdere. Da piccolo, per fare il bagno nella ***** di cammello, mi persi. Non trovai mai più i miei genitori. Iniziai a vagare come un disperso per il Deserto Arabico, finchè non fui trovato dalla persona più buona che conobbi: il Sultano Abdul. Egli mi accudì, mi fece crescere e diventare adolescente, e fu allora che capii di essere gay, e di essermi innamorato perdutamente del Sultano Abdul. Ma io credevo di non avere speranze. Invece, per mia gioia, scoprii che anche lui era gay. Allora, per dimostrargli il mio amore, andai da un anagrafe e mi feci cambiare il nome in Abdul. Purtroppo però, dopo qualche tempo scoprii che il Sultano mi aveva tradito con un uomo che poi tradì lui e salì al potere: Gigino Bin Laden. Quando lo venni a sapere ero pieno di dolore. Il Sultano Abdul era morto, Bin Laden era salito al potere e io sono stato costretto a fuggire in Italia, che era il paese più vicino e più raggiungibile. In Puglia, per esattezza. Pensavo di avere una carriera di successo lì, ma l’accoglienza non fu quella che pensavo. Affondarono il mio gommone, e per salvarmi mi resi conto che ero un mago. Quando mi portarono sulla terraferma, mi sbatterono in prigione. Quando mi presentai come Abdul venni deriso, e mi furono affibbiati altri due nomi: Abaghdad, che era la città dove vivevo, e Aziz, che non c’entra un cazzo ma stava bene con i primi due nomi. Il tempo che passai in carcere lo usai per ottenere la cittadinanza italiana e imparare meglio la magia. Ma era un insegnamento comunque scarso. Quando finalmente uscii, assaporai di nuovo la libertà. Vidi un cartone animato, anche se all’epoca non sapevo cosa fosse, di Rat-Man. E fu allora che mi innamorai di nuovo. Ebbene sì. Mi innamorai di Rat-Man. Le sue disavventure erano così simili alle mie che, dopo aver fatto un incantesimo per cambiare aspetto, mi recai nuovamente da un anagrafe e, stufo di farmi chiamare da tutti Abdul Abaghdad Aziz cambiai il mio nome in Luca Rat-Man. Continuai ad amare Rat-Man, finchè non scoprii l’atroce verità: Rat-Man non esisteva veramente. Il dolore allora fu troppo per me. Senza pensarci, mi feci da solo un Incantesimo Castrosempra, dopodiché scappai dall’Italia per via dei troppi brutti ricordi, e mi recai in un paese abbastanza sperduto: l’Albania. Fu lì che conobbi il Signore Digiacomort. Lui mi illustrò che l’amore non esiste, che contano solo il potere, e chi riesce a controllarlo. E fui lieto di servirlo. Questa è la mia storia»
«Zzzzzzzzzzzzzzz…»
«Potter! Stavi dormendo?»
Harry si svegliò di soprassalto(non per l’urlo, eh), e rispose: «No, no, si figuri. Stavamo dicendo?»
«Che cosa vedi nello Specchio?» domandò Rat-Man ritrovata la malvagità.
Non dire la verità…non dire la verità…non dire la verità…
«Mi vedo con la Pietruzza in mano! E ora me la metto in tasca!»
D’oh!
«Sì, ti piacerebbe!» rise Rat-Man. «Dimmi la verità!»
«Fammi parlare col ragazzo» disse la voce fredda e acuta. Harry s’impietrì.
«Ma padrone» fece Rat-Man, «non ne avete la forza!»
«Ho abbastanza forza per quessssssto» disse la voce
«Ma padrone» fece Rat-Man, «non ne avete la forza!»
«Ho abbastanza forza per quessssssto» disse la voce
«Ma padrone» fece Rat-Man, «non ne avete la forza!»
«Ho abbastanza forza per quessssssto» disse la voce
«Ma padrone» fece Rat-Man, «non ne avete la forza!»
«Ho abbastanza forza per quessssssto» disse la voce
«Ma padrone» fece Rat-Man, «non ne avete la forza!»
«E muoviti cazzo, ti ho detto che ce la faccio, smettila di rompermi le palle!» esclamò la voce. Rat-Man iniziò a sciogliersi il turbante che gli aveva regalato il suo primo amore, il Sultano Abdul. E, sciolto del tutto, se lo tolse. Harry vide chiaramente nello specchio che, dove teoricamente avrebbe dovuto esserci la nuca, c’era un’altra faccia: una faccia pallida e serpentesca, con gli occhi rossi.
«Tu sei…tu sei…» balbettò Harry. «Michele?»
«Sì, io sono Mi…ma che cazzo c’entra mo Michele, no comunque» rispose la voce fredda e acuta.
«A…allora…» fece Harry, atterrito, «tu…sei…Lord Digiacomort
«Sssi» rispose Digiacomort. «Guarda che cosa sono diventato, per causa tua»
«Mia?» ripetè Harry.
«Ah, fai pure lo gnorri, eh?»
«Ciuppa!». Digiacomort esitò un po’.
«E hai anche voglia di fare lo spiritoso. Comunque, guarda come mi hai ridotto»
«Ma perché? Cosa ho fatto per ridurti così?»
«Basta con queste sciocchezze, Harry» disse Digiacomort. «Vieni qui». Harry si avvicinò. Non perché lo volesse lui, ma perché le sue gambe si mossero automaticamente. Si avvicinò e si fermò vicino a Rat-Man.
«Dimmi che cosa vedi» ordinò Digiacomort. Harry non sapeva che fare. Doveva inventarsi per forza una menzogna, visto che con la verità non gli aveva creduto. Si mise la mano in tasca e, con sua sorpresa, si accorse che la Pietruzza Rossa stava nella sua tasca. Allora era la verità, pensò Harry. Devo svignarmela
«Allora?» chiese Rat-Man. «Che cosa vedi?»
«Ehm…io…» rispose Harry. Non sapeva cosa inventarsi. «Io…ecco…io…io…IO…VENGO…DALLA LUNA!» tuonò Harry, mettendosi a cantare la suddetta canzone.
«Sta mentendo» disse Digiacomort.
«Ma, come fa a mentire?» chiese Rat-Man
«Idiota, secondo te uno può venire dalla Luna?» domandò Digiacomort, beffardo.
«Sì!». Un attimo di esitazione, poi Digiacomort riprese: «CENSURED. Se non mi servivi da supporto ti avevo già ucciso da un pezzo».
«Comunque» continuò Digiacomort, «lui ha la Pietruzza!». Harry si sentì paralizzare. Rat-Man si scagliò su di lui e si accinse a strangolarlo. Harry non sapeva che fare. La bacchetta gli era scivolata dalla tasca e ora era troppo lontana. Invano allungò le mani nel tentativo di allontanare le sue di mani. Ma, con suo sommo stupore, vide Rat-Man allentare la presa fino a toglierla del tutto. Harry guardò Rat-Man. Urlava di dolore e si guardava le mani: erano piene di vesciche e bolle, e bruciavano.
«Idiota! Uccidilo! Sennò torna sulla Luna!» tuonò Digiacomort. «UCCIDILO!!!». Rat-Man si avventò di nuovo su Harry, ma stavolta era pronto. Allungò le mani per primo e gli toccò la faccia.

Non successe nulla.
«D’oh!» fece Harry. Scappò via, recuperò la bacchetta, la puntò su Rat-Man e ruggì: «Bombarda Maxima!». Ci fu un’esplosione colossale che squassò tutto il castello. Posatasi la polvere, Harry vide Rat-Man, o meglio, ciò che ne rimaneva: un mucchio di ceneri fumanti. All’improvviso, un’ombra si diramò dalle ceneri. L’anima di Digiacomort prese la rincorsa e si avventò su Harry. Harry cadde a terra, sbattè la testa su un gradino e tutto svanì.
Harry si svegliò di soprassalto. Si trovava in infermeria. Chino su di lui non c’era né Ron, né Hermione, ma Silente.
«Harry!» lo accolse Silente. «Vedo che ti sei ripreso. Sei stato molto coraggioso nei sotterranei, e anche molto leale a evitare che i tuoi amici soffrissero per te»
Veramente non ci ho pensato neanche un secondo a Ron e Hermione
«Ma dove sono?» chiese Harry.
«Stanno bene tutti e due» rispose Silente. «Ho deciso che è meglio distruggere la Pietruzza Rossa, per evitare che Digiacomort tenti di rubarla di nuovo»
«Ma così Flamel morirà!»
«E ‘sti cazzi’ non ce lo metti? Fidati, è meglio distruggere la Pietruzza Rossa»
«Quindi, lei sa a cosa serve?» domandò Harry, eccitato.
«Ah, sapevo che me l’avresti chiesto» sospirò Silente. «E so anche cosa risponderti»
«Cosa?»
«Che non lo so. No, Harry, non so a cosa serve, e penso che nemmeno DrHouse93 lo sappia, per quello io non lo so. Comunque, volevo davvero farti i complimenti»
«Ehm…professore…» cominciò Harry. «Prima…Digiacomort mi ha detto che sono stato io a farlo diventare così. Perché?»
«, vedi Harry…Digiacomort era e rimane il Mago Oscuro più potente di tutti i tempi. Quando eri piccolo, uccise i tuoi genitori, e cercò di uccidere anche te. Solo che tua madre morì per difenderti, e quindi Digiacomort non riuscì a toccarti. Quando ti scagliò l’Insufficiente Che Uccide, la maledizione rimbalzò su di lui. In un ultimo, disperato atto voleva imprimerti il ricordo dello scontro tramite la cicatrice che hai sulla fronte. Ma riuscì soltanto a farti una cicatrice a forma di saetta, e nemmeno come la voleva lui, che la voleva a forma di I, e poi svanì. Ma lui è convinto di averti impresso il ricordo per averti fatto passare dieci anni di incubi e pianti da bambini cretini. Infatti ti ha accusato, non a torto, di averlo ridotto a un misero brandello d’anima»
«Ma perché ha cercato di uccidermi quand’ero piccolo?» chiese Harry
«Non è questo il momento per dirtelo, Harry» rispose Silente.
«Ehm…professore…» cominciò Harry, «posso farle un’ultima domanda?»
«Certo, Harry, dimmi pure»
«Non dovrei sbrigarmi altrimenti perdo il treno?». Silente lo guardò, poi rispose:
«Oh, no, Harry. L’unica cosa che ti farebbe perdere il treno sarebbe il fatto che tu hai lottato contro il prof. Rat-Man, che era posseduto da Lord Digiacomort, che ti ha fatto recuperare la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve, e che dopo sei svenuto sbattendo la testa su un gradino, e che poi sei stato salvato da me che ti ho portato in Infermeria, poi tu ti sei svegliato e hai cominciato a farmi domande. Ma le possibilità che succeda una cosa simile sono infinitesimali, no?». Harry lo guardò un po’, perplesso, poi si alzò di scatto e esclamò: «CAZZO, IL TRENOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO»

Ok ragazzi/e, e qui finisce finalmente Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve! Spero che vi sia piaciuta, e ora è il momento di rispondere alle recensioni:

kamy: Ebbene sì, purtroppo questo era l’ultimo, anche se c’è subito il Capitolo Special da leggere, dopo questo, perciò non perdetevelo. Poi ricorda che qualche fulmine aggiusta sempre la situazione, o la rovina, dipende dal contesto. Ti ringrazio per l’umorismo, e riguardo alla pubblicità: non doveva far ridere, cioè, se vi ha fatto ridere bene, ma serviva a pubblicizzare il doppiaggio della OC Production. Se vi interessa cercate su youtube La Signora Delle Note o OC Production
_Niki_
: Capirai che bel sospeso, tanto già sapevate chi c’era davanti allo Specchio. Da notare che avrai scritto, nella recensione, almeno settanta volte “via”. Grazie per le risate, quanto a DJ Bobo è caduto in testa a Neville, che è chiaramente morto, ma per il resto è rimasto illeso(DJ Bobo, intendo). Per l’amicizia con Mrs Merd non saprei, se per amicizia intendi mangiarsi l’amico e morire per via del padrone allora potevano diventare ottimi amici! E poi chiaramente non ti avrei buttata sotto il Nespresso, mi accontento di poco io: per esempio, un lanciafiamme xD
gelb_augen
: Ma figuuuuuuuuuuurati xD. Com’è che mo hai preso l’abitudine di recensire il sabato? Mica è la prima volta xD. Comunque certo che le tue recensioni mi piacciono, mica sono lo scrittore stronzo io! E poi non devi suicidarti, per nessuna ragione al mondo, sennò dove la trovo un’altra fan numero uno? xD. Scherzo dai, comunque non devi farlo, perché la vita è bella, anche se non sempre, ma soprattutto è UNICA. E ricordati che non tutti siamo come Neville. Quanto a DJ Bobo te lo regalo al modico prezzo di 9999999999999999 galeoni(tra l’altro era Harry che gli ha dato il calcio, e Hermione che lo butta di sotto). Quanto al Pisello del Diavolo, premetto che in effetti solo ora ci ho fatto caso che ho più recensioni femminili(tanto meglio), ma l’idea l’ha inventata Fantasy dipendente, che ripeto per la 7982113654026 volta che è il mio migliore amico, quando ha scritto il fumetto originale, e poi ci piaceva troppo il trucchetto per farlo fuori. Hermione, alla fine di questo libro, scopre anche lei quanto sia bello il lato sessuale di ogni persona, poiché prima l’aveva sempre ritenuto una cosa spregevole. Non vi anticipo niente di quello che accadrà nel secondo, che è quello prima del terzo(ma va?)in cui Hermione, si scoprirà, non è più così santa donna come tutti credono, anzi. Per la suspense, non è fatta molto bene, visto che solo uno scemo non ha letto HP 1 originale o se l’ha letto non l’ha capito, non sa come va a finire, ma ho fatto del mio meglio. Comunque, se volete delle vere suspense, non perdetevi: I Mitici 8 - La vendemmia! Per il lanciafiamme ci sto lavorando, ma se siete deficenti come me non credo vi conviene usarlo(ogni volta che gioco a Gears of War, che è uno sparatutto, e che prendo il lanciafiamme rido come un malato mentale alzando gli occhi al cielo e schiumando muahahahahahah coff coff)
P.S. Sto scherzando, eh

Bene, e con questa finisce la prima fan fiction delle (dis)avventure di Harry Potter, non perdetevi le prossime fiction, nonché l’imperdibile sequel: Harry Potter e la Camera del Biscione Secchione. Bene, qui è arrivato quindi il momento di separarci, ma ci rivedremo nelle prossime, imperdibili fan fiction, e non perdetevi, in esclusiva, come fan fiction d’intermezzo tra HP 1 e HP 2…I Mitici 8 - La vendemmia! Bene, ma ora è arrivato il momento di andare, ciao ragazzi/e, alla prossima! E non perdetevi il Capitolo Special che uscirà domani!

…FINE!

P.S. Per chi non avesse capito il perché dei tre puntini davanti alla scritta fine, provi a rileggere il titolo

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Capitolo 19
*** Capitolo Special: Neville's Super Death ***


Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve
- Capitolo special: Neville’s super death -

Neville si svegliò di soprassalto. Si trovava in una stanza, all’apparenza ignota. Si alzò dal letto e si affacciò alla finestra. Notò con chiarezza che la stanza si trovava nel bel mezzo di binari. Neville sussultò, corse alla porta ma non si aprì. Era chiusa a chiave. Provò a spingerla, a tirarla, a prenderla a calci, ma quella non si mosse. Si fermò per riprendere fiato quando udì una voce.

Ciao Neville, voglio fare un gioco con te
«Chi sei?» chiese Neville, terrorizzato.
Io? Io sono l’Enigmista. Ma puoi chiamarmi Saw
«D-dici sul serio?»
No, sono solo quel pirla che scrive questa fan fiction. Questo capitolo è interamente dedicato a te. Ti dico solo che alla fine morirai. Ma saranno i lettori a decidere come. In questo momento ti trovi in una stanza impenetrabile sopra ai binari del Nespresso di Hogwarts. Addio Neville

Bene, cari lettori, ora sarete voi a decidere la sorte del caro Neville. Come volete farlo morire? Decidete voi. E la prima scelta sta qui: Vuoi che Neville venga travolto dal Nespresso di Hogwarts?

SI’

Neville corse alla porta. Prese a spingerla e a prenderla a calci, ma niente sembra smuoverla. Allora iniziò a sudare. Prese la scrivania e cominciò a sbatterla contro la porta, ma nulla. All’improvviso, un rumore gli fece alzare la testa. Il Nespresso di Hogwarts viaggiava a tutta velocità contro di lui. Neville sbattè più forte la porta. Sentì un cambiamento. La porta stava per cedere. Spinse ancora più forte, ma troppo tardi
TWOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOT
KA-BOOM

Bene, qui finisce il capitolo special. Se non vi piace questo finale, provate a scegliere l’altra alternativa. Alla prossima!

NO

Neville corse alla porta. Prese a spingerla e a prenderla a calci, ma niente sembra smuoverla. Allora iniziò a sudare. Prese la scrivania e cominciò a sbatterla contro la porta, ma nulla. All’improvviso, un rumore gli fece alzare la testa. Il Nespresso di Hogwarts viaggiava a tutta velocità contro di lui. Neville sbattè più forte la porta. Sentì un cambiamento. La porta stava per cedere. Spinse ancora più forte, e finalmente quella si aprì. Neville uscì appena in tempo e si allontanò per vedere il Nespresso di Hogwarts travolgere la casa e proseguire imperterrito. Sospirò di sollievo, ma guardandosi intorno inorridì: si trovava in aperta campagna. Si mise a correre per tentare di salire al volo sul Nespresso di Hogwarts.

Vuoi che Neville scivoli e cada sotto il Nespresso?

SI’

Neville prese a correre e si avvicinò al treno. Saltò, ma scivolò e cadde sotto al treno, venendo sbrindellato

Bene, qui finisce il capitolo special. Se non vi piace questo finale, provate a scegliere le altre alternative. Alla prossima!

NO

Neville prese a correre e si avvicinò al treno. Saltò, ma lo manco e si ritrovò faccia per terra sulle rotaie. Aveva perso il treno, ma almeno era ancora vivo. Si alzò a fatica, si guardò intorno e sospirò. Gli toccava attraversare l’aperta campagna. Prese a incamminarsi.

Vuoi che Neville non neghi che potrebbe parzialmente non rimanere illeso in modo alla ‘ti piace vincere facile?’ o in modo brutale?

Modo alla ‘ti piace vincere facile?’

Aveva appena fatto pochi passi, quando la terra sotto di lui tremò. Esplose facendo fuoriuscire una colata di lava. Neville volò in aria, riatterrò e morì sul colpo. Intanto la lava lo travolse e lo bruciò vivo.

Bene, qui finisce il capitolo special. Se non vi piace questo finale, provate a scegliere le altre alternative. Alla prossima!

Modo Brutale

Aveva appena fatto pochi passi, però, che notò uno strano oggetto. Lo raccolse, ma era una granata, non ancora esplosa, che guarda caso esplose nella sua mano, amputandola. Neville urlò di dolore. Poi strappò un pezzo di camicia e si fasciò la mano alla meno peggio. Proseguì, ma in quel preciso momento davanti a lui comparve un vortice spazio-temporale, che lo risucchiò e gli influenzò lo stomaco, facendogli venire la diarrea. Quando riapparve, precipitò su un campo minato, che gli fece saltare la gamba. Neville partì quindi in aria e riatterrò sulla gamba sana, che si ruppe. Cominciò a zoppicare a fatica, quando in lontananza vide un puntino nero. Prese a correre(per quello che gli riusciva), ma quando si avvicinò abbastanza si accorse che era un carro armato
«Ma porca…!» KA-BOOM. Il proiettile prese Neville in pieno petto. La vista gli si offuscò, ma ancora non mollava. Avanzò strisciando, quando udì un rumore, apparentemente indistinguibile. Poi lo riconobbe: era un elicottero. Tentò di alzarsi e segnalare la sua presenza…ci riuscì, perché sentì l’elicottero avvicinarsi. All’improvviso, le pale dell’elicottero falciarono Neville a metà, il suo torace(o almeno quello che ne rimaneva)partì in aria per riatterrare su un campo di grano. Neville riprese a strisciare, allo stremo delle forze…
CHING CHING CHING CHING SQUIZ SPLAT STRACK
Fatalità! Schiacciato da dei mezzi agricoli. Restare sotto i loro cingoli, puntando dritto all’aldilà(Fatalità - Arisa Tamara(Gem Boy))
Ti passò sopra una mietitrebbia(La guerra di piero - Gem Boy)

Bene, qui finisce il capitolo special. Se non vi piace questo finale, provate a scegliere le altre alternative. Ora risponderò alle recensioni dell’ultimo capitolo, dopodiché non perdetevi: I Mitici 8 - La vendemmia:

Sakura_sun: Per la cronaca non mi faccio di nessuna sostanza strana, sia sconosciuta che conosciuta. Non ne ho bisogno: il mio cervello è già danneggiato di suo xD. Comunque ti ringrazio per il Super Mitico e sono davvero contento che sia la cosa più bella che tu abbia mai letto. Comunque vorrei far notare che io sono un maschio, non una femmina xD
kamy
: Tu non hai la minima idea di quali poteri oscuri nasconda la canzone dei teletubbies, è in grado di far scoppiare la testa alle persone! Quanto alla storia di Rat-Man ho dovuto lavorarci un po’ su, perché volevo trovare qualcosa di originale, ma alla fine ci sono arrivato lo stesso. Non ho ben capito che sarebbe il “zzzzzzzzzzzzzzz” quanto alla fine non disperarti, vedrai quanta roba ancora devo scrivere, e spero che il Capitolo Special ti sia piaciuto!

 

 

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