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Harry
Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve
Capitolo
1: Una notte buia e tempestosa
Era una notte buia e tempestosa(ma va?Non l’avevo
capito)a Privet Drive, erano le 23.59(e dire che siamo
a luglio). Sembrava una normalissima notte(buia e tempestosa), quando,
precisamente con lo scattare della mezzanotte, accadde un fatto curioso. Un
vecchio apparve, quasi dal nulla, all’imboccatura di Privet
Drive. Si guardò intorno: era solo. Bestemmiò, avanzò di qualche passo verso i
numeri 1 e 2, sfilò dalla tasca un accendino apparentemente truccato e lo fece
scattare.
Non accadde nulla.
Il vecchio bestemmiò e riprovò, ma senza successo.
Alla fine optò per la decisione migliore: sfoderò una lunga e sottile
protesi…ehm, voglio dire bacchetta di legno, la puntò contro il lampione e
borbottò: «Bombarda». Il lampione
esplose all’istante. Compiaciuto, il vecchio continuò finché tutti i lampioni
non esplosero. Dopo se ne pentì amaramente, in quanto, non vedendoci al buio,
scivolò su una buccia di banana. Non appena si rialzò e proseguì calpestò una
merda. Non appena si fu ripulito e proseguì, andò a cozzare contro un palo.
SILENTE: La vuoi far finita? Non è colpa mia, sei tu che nella scheda
personaggio hai 0 Punti Intelligenza!
SILENTE: Scheda Personaggio? Ma che roba è? Boh, ma è la prima cosa che mi era
venuta in mente
Bestemmiando, Silente si incamminò verso il numero 4
di Privet Drive. Arrivato al vialetto, vi trovò
appollaiato un vecchio gatto. Silente guardò il gatto e disse: «Avrei dovuto
immaginarlo che l’avrei trovata qui, professoressa McStrudel»
Per tutta risposta il gatto miagolò
«Su non sia timida» incalzò Silente, «si ritrasformi in essere umano»
Miagolio
«Ho detto: si ritrasformi»
Miagolio
«Trasformati, Life! Voglio dire, Is! No aspetta, Now! Adesso! Ora! Muoviti! EHEHEH»
Miagolio. A quel punto Silente perse la pazienza e ruggì contro il gatto:
«AvadaKedavra!»
Ci fu un lampo di luce verde e il gatto cadde a terra, morto. Inorridito,
Silente si avvicinò al gatto tentando di farlo resuscitare. Senza esitare,
prese il gatto e lo baciò.
«Silenten?» fece una voce alle sue spalle. Silente si
girò di scatto, e il suo stomaco fece un sobbalzo. Davanti a lui c’era la McStrudel.
«Minerva! Ma, se tu sei qui…allora il gatto…» lasciò andare il gatto, schifato,
mentre la McStrudel lo scrutavapreoccupata, come in cerca di qualche
evidente malattia mentale.
«Ma, dov’eri finita? Ci siamo Smaterializzati insieme, mi hai chiesto una cosa
e sei sparita!» sbottò Silente.
«Ienerenantaten at farengiretten su Salarien» rispose la McStrudel
«E perché sei andata a fare un giro sulla Salaria?»
Ma prima che la McStrudel rispose, anche perché penso
che la risposta la sappiate tutti, un rombo fece voltare i due maghi. Una luce
stava avanzando verso di loro. Era impossibile capire chi o che cosa emanava la
luce, perché la notte era troppo buia e tempestosa. Poi, quando la cosa fu
abbastanza vicina a terra(perché stava atterrando)Silente e la McStrudel la riconobbero. Era la motocicletta volante,
evocata poco prima da Silente, sulla quale sedeva la Cosa, o meglio, Il Hagrid, o meglio ancora Hagrid. Hagrid gesticolava e gridava, ma il rombo della
motocicletta impediva di capire cosa stesse dicendo. Poi, quando era a pochi metri
da terra, e la frenata era impossibile, lo sentirono: «Toglietevi di mezzo!
Proteggetevi! Mi hanno tagliato i freni e piazzato una bomba nucleare sulla
moto!»
Silente sfoderò la bacchetta, ma fu troppo lento…
KA-BOOM!!!!
Bè, come inizio è pessimo. Non potevi
proprio toglierla quella bomba nucleare, eh?
HAGRID: Guarda che sei tu che scrivi questa fanfic,
che già è iniziata male, mi pare!
SILENTE: Ti pare? Comunque, statevene buoni mentre
risistemo tutto
MCSTRUDEL: Etcomen?
HARRY: Gneeeeeeeeeeee Boh
Così scrivendo, il mondo tornò alla normalità,
ancora intero, e con tre dei Mitici 8 davanti al numero 4 di Privet Drive, che ora stanno imbambolati come idioti a
fissarsi e perché cazzo state
imbambolati?!?!? Ma i tre non risposero, persino il fagotto che Hagrid
teneva in braccio si era zittito.
Uhm, c’è qualcosa che non va
PROF.: Non gli hai ridato il cervello! Ma no, quello non ce l’avevano già da
prima. E poi, lei cosa vuole, che ci fa qui? AvadaKedavra!
Ah, ma certo, non ho premuto il tasto Play!
Così tutto il mondo tornò a muoversi. I tre si
avvicinarono alla soglia del numero 4 di Privet
Drive, Silente posò a terra il fagotto, che conteneva un bimbo di un anno, con
una bizzarra cicatrice a forma di saetta sulla fronte, che dormiva serenamente.
Posò sulla testa del bambino una lettera per gli zii, i Coattley,
poi disse: «Buona fortuna, Harry Potter»
Si girò per andarsene quando la McStrudel lo chiamò:
«Silenten?»
«Si?»
«Sei sicuren di afereposatenletteren per Coattlenet non lista tellaspesen?»
«Certo!» ribatte Silente, offeso, «Per chi mi hai preso? Per un vecchio
rimbambito?»
La McStrudel lo guardò come per dire devo rispondere?, ma poi ci ripensò
«Silente» fece Hagrid, «dobbiamo muoverci, la polizia
sta cercando zio Voldy»
Silente sospirò. «Ha avuto una ricaduta di malvagità?»
«No, ha mandato a fanculo un poliziotto»
«E perché l’avrebbe fatto?» chiese Silente, stupido, cioè stupito.
«E che ne so, chiedilo all’autore!» fece Hagrid
SILENTE: Perché zio Voldy ha mandato un poliziotto a fanculo?
Ma prima che io potessi rispondere, Silente iniziò a girare su sé stesso per
Smaterializzarsi, mentre gridava:
«Ehi aspetta, non vale farmi Smaterializzare per non rispondereeeeeeeeeeeeeeeee…..»
Ma io non risposi mai a quella domanda, anche perché non lo so, e Silente si
dimenticò di avermelo chiesto, facendo ricadere la colpa del fanculizzamento del poliziotto da parte di zio Voldy su Spider-Egg.
IL
GIORNO DOPO…
Il signor Coattley si
svegliò per andare a lavoro. Si vestì, fece colazione e tutti i vari cazzi
mattutini, ma quando uscì urtò col piede su un fagotto morbido. Dapprima pensò
che fosse cacca di uccello, così la prese a calci, ma quando il fagotto alzò un
pianto, si chinò per osservarlo. Era un bambino, più piccolo di un anno di suo
figlio Dudley, con una lettera sulla fronte. Prese la lettera e sobbalzò. Sulla
fronte del bambino c’era una cicatrice a forma di saetta. Cercando di ignorare
il bambino lesse la lettera. Ma quando vide il contenuto, rimase perplesso.
Recitava:
2
pacchi di farina tipo ‘00’
450 grammi di pasta
2 confezioni di uova fresche
8 vermi andati a male per le pozioni
2 chili di cacca secca da rifilare di soppiatto a Spider-Egg
E RICORDA di andare a fare la spesa prima di pranzo
Zio Voldy
Ok
ragazzi, ecco qui il primo capitolo della fan fiction dove iniziano tutte le (dis)avventure di Harry Potter! Ricordatevi di recensire se
vi è piaciuta, noi ci sentiamo domani per un altro capitolo!
Harry Potter e la pietruzza
rossa che non si sa a che serve Capitolo 2: Il ragazzo che è sopravvissuto
Così, la McStrudel gli donò il potere di parlare tante lingue e di
diventare invisibile, Hagrid il potere di avere un
culo così(in senso letterario, anche se per Hagrid è
più in senso fisico), Dr.House gli donò il potere di
essere scemo ogni tanto, Cuffaro gli donò il potere
di fare il leader, zio Voldy gli donò il potere di
parlare in Serpentese, Spider-Egg
gli donò il potere di fare figure di merda e Krum gli
donò il potere di giocare bene a Quidditch e a Calcio
Volante. Rimase solo Silente. Lo guardò, e poi gli donò anche lui il suo potere.Poi fece apparire dal nulla una moto e disse:"Hagrid, prendi questa moto e raggiungimi tra un pò a Privet Drive. Io e la McStrudel andiamo a controllare che sia tutto libero"
"E noi?" chiese zio Voldy, seguito da
mormorii di assenso "E che ne so, andate a asuhfoa"
"Eh?" "Ciuppa!" Infine si
Smaterializzarono. "Tu kepoteren
gli aferendaten?"
domandò la McStrudel quando riapparvero. "Il
potere di svegliarsi sempre di soprassalto" rispose Silente. Tratto da:I Mitici 8, di DrHouse93
9 ANNI DOPO...
Harry Potter
si svegliò di soprassalto(chissà perchè). Quel giorno
sarebbe andato allo zoo con i suoi zii, gli unici parenti che gli erano rimasti
dopo che i suoi erano morti(e nessuno aveva mai voluto spiegargli il perchè). Suo zio, Vernon Coattley,
era un uomo stupido, sempre pronto a incazzarsi e, essendo un ex-wrestler si divertiva sperimentando le sue mosse su
Harry. Sua zia, Petunia Coattley, era inizialmente
una di quelle donnine che batteva per le strade. Ma, confermando di essersi
sposata con Vernon Coattley, ha commesso l'errore più
grande della sua vita, non solo per essersi sposata, ma anche per aver messo al
mondo il loro unico figlio: Dudley. Dudley era il più stupido della famiglia Coattley. Non era in grado di parlare o di pensare, le
uniche lettere che conosceva erano: e a u h. L'unica cosa che riusciva a
fare in gran quantità era mangiare come un maiale(o meglio, come un Orso)e fare
il Coattone(in pratica, un Orso Coattone).
Harry era l'unico Potter sotto il tetto dei Coattley.
Loro detestavano Harry e lo trattavano come un agente specializzato in
pedinamenti tratta un mocassino dopo aver inseguito qualcuno per una settimana
intera. Così, di malavoglia, Harry si alzò dal letto, si vestì e si recò un
cucina per servire la colazione. Zio Vernon era arrivato al punto di chiamarlo:
"Lo schiavetto cretinetto", cosa che faceva
incazzare molto Harry, che però, impotente com'era, non poteva far altro che
digrignare i denti. Dopo la colazione, i Coattley si
apprestarono a scendere per andare allo zoo. Non fosse stato per il fatto che
zio Vernon voleva far vedere a tutti la sua nuova macchina, una Cinquecento del
1245(ma nel 1245 già esistavano le Cinquecento?),
avrebbe giurato che sarebbe stato Harry a portarli allo zoo. Anche se la
macchina era talmente lenta che veniva superata pure da una lumaca moribonda,
Harry preferiva di gran lunga la Cinquecento, piuttosto che portare sulle
(s)palle l'enorme ciccia di zio Vernon e Dudley. Arrivati allo zoo, Harry
scivolò su una buccia di banana e finì di faccia nella *****. Harry pensò: Ma porcaccia la mutandaccia!
Fortuna che non mi ha visto nessuno. (S)fortunatamente una telecamera che
registrava e mandava il suo materiale direttamente in MondoVisione
passò la vicino, e in cerca di nuovi talenti, riprese Harry. Quest'ultimo venne
quindi visto da tutto il mondo, e per tutto il pianeta Terra risuonò una risata
colossale. Harry desiderò di essere invisibile, così che non potessero vederlo.
Di colpo, così come l'aveva desiderato, divenne invisibile. Se ne accorse
soltanto perchè si era raggomitolato a piangere come
un bambino cretino. Raggiante, si rialzò e calò pantaloni e mutande a tutti i
presenti, tranne all'addetto della MondoVisione, che
invece riprese tutto. Harry entrò nello zoo e si trovò faccia a faccia con un
serpente. Preso dal terrore, gli parlò, nel tentativo di mandarlo da qualche
altra parte: "Dai, attacca i Coattley!
Uccidili, sgozzali, muorili!". Ma il
serpente lo guardò e dopo un vaffanculo se ne andò. A
quel punto arrivarono Ron e Hermione che dissero:
"Harry, sei un rettilofono, perchè
non ce l'hai detto?". Harry li guardò e chiese: "Ma voi chi cavolo
siete?"
Ehm, Ron, Hermione, Harry ha ragione, che cavolo
ci fate qui?
"Ma, non dovremmo dire: 'Harry sei un rettilofono,
perchè non ce l'hai detto'?"
chiese Ron Si, ma non in questa fanfiction! "No invece," intervenne Hermione,
"perchè secondo quanto decretato dall'Art.33
della Costituzione ognuno ha libertà di insegnamento, ma non considera
l'ostruzione di un buco spazio-temporale relativo a un buco nero generatosi
dalla collisione della galassia di Andromeda, che è la madre di Tonks, che si chiama Ninfadora,
che adesso non c'entra niente, mediante l'eccitazione di..." Hermione scusa, ma cosa c'entra?
"Ma non lo so" rispose Hermione, "sei
tu che mi scrivi i discorsi, pirla!" Hermione?
"Si?" Crepa
Detto questo, Hermione se ne andò piangendo e
Ron, per consolarla, scagliò Stupefacenti a destra e a manca. Harry era
turbato. Gli erano già successe due cose molto strane, che non gli erano mai
successe prima. Aveva sempre fatto figure di merda, ma non era mai riuscito a
diventare invisibile e a parlare con i serpenti. E in più non sapeva chi
fossero quei due e come conoscessero il suo nome. All'improvviso, ci fu un
rombo assordante e il soffito franò a terra: un aereo
stava precipitando dritto nello zoo. Harry stava per assaporare la morte, visto
che l'aereo veniva dritto contro di lui, quando un criceto si liberò dalla
gabbia e andò a mordere un cane, che ululò furioso e sbranò un gatto lì vicino,
che partì miagolando come un pazzo e si ficcò nelle gambe di zio Vernon, che
per rabbia prese Dudley, lo sollevò(non si sa come ha fatto)e gli fece un
Pedigree, all'improvviso arrivò ReyMisterio che gli fece una 619 ma rimbalzò sulla sua
imponente ciccia, volò di 300…
MESSAGGERO: Questa è pazzia!
LEONIDA: Pazzia? QUESTA! E’! SPARTA!
SBAM Si, e questo è un Anatema che Uccide
LEONIDA: Un cosa? Avada
Kedavra!
Dicevo, volò di 400 metri e finì addosso a un elicottero, l'elicottero planò
versò terra, ma una folata di vento gli fece staccare l'elica e andò a colpire
la macchina di un pazzoide, il pazzoide per lo spavento partì a razzo e,
tendendo le braccia di fuori e urlando come un matto, afferrò senza volerlo
Harry e lo trascinò fuori dalla traiettoria dell'aereo, che si schiantò aprendo
un un enorme cratere sul pavimento dello zoo. Harry
riaprì gli occhi, e pensò: Che culo!. E così gli erano successe già tre
cose strane. Era sempre stato uno sfigato, e non riusciva a capire perchè avesse avuto tutto quel culo all'improvviso. Solo
ora si rese conto che ogni volta che si svegliava, si svegliava di soprassalto.
Stupido, cioè stupito, si chiese come mai. Ma, dato che non riuscì a trovare
una risposta, tornò visibile e trascinò gli zii moribondi all'ospedale.
Arrivati all'ospedale però, Harry cedette al peso di zio Vernon e Dudley, e
svenì. Quando rinvenne, Harry si svegliò di
soprassalto. Era in un ospedale, lo stesso ospedale dove, 9 anni prima, Silente
era stato costretto a rimanere sdraiato e addormentato dopo una trentina di Fleur, cioè Flebo. Si girò e vide una lettera sul comodino.
La prese. Sull'intestazione c'era scritto: Al signor Harry Potter,
ospedale dove 9 anni prima Silente era stato costretto a rimanere sdraiato e
addormentato dopo una trentita di Fleur,
cioè Flebo, a Londra, in Inghilterra, in Gran Bretagna, nel Regno Unito, in
Europa, nel vecchio continente, nel pianeta Terra, nel sistema solare, nella
galassia Via Lattea, nell'Universo'. Incredulo, la aprì e lesse:
Caro Harry,
Tu sei un mago. Se non ci credi, prova a ripensare a quello che ti è successo
stamattina e a darti una risposta. Se non ci riesci vuol dire che sei un mago.
Sei ci riesci, bè...ehm...abbiamo sbagliato
destinatario. Comunque, volevo informarti che, essendo un mago, inizierai a
frequentare Hogwarts(che è una scuola di maghi)il
primo settembre, e che ti serve una bacchetta e qualche altra cazzatella che trovi scritto sulla mail che ti ho mandato
stamattina. A presto,
Firmato,
Marcus Silente
Harry rilesse le lettera 87168141206215465 volte e infine capì. Capì perchè era riuscito a fare tutte quelle cose quelle
mattina. Stava per urlarlo a tutto il mondo quando i medici si accorsero che
era sveglio e, con circa 46541061498403541327998841 flebo lo addormentarono di
nuovo.
Harry
Potter e la pietruzza rossa che non si sa a che serve -
Capitolo 3: Lettere e recupero-
Harry si svegliò di soprassalto. Si trovava nel
ripostiglio del sottoscala, la sua camera, praticamente. Osservò i ragni sul
soffitto, mentre rifletteva sul perché si era svegliato. Dopo un po’ però
arrivò alla conclusione che l’unico motivo per cui si era svegliato era per
colpa dell’autore.
«Che grandissimo figlio di…» cominciò Harry.
«Si?» dissi io mentre caricavo un fulmine
«…buona donna» concluse Harry in fretta. KRAK-HOOM!!!
«Ahio! Ma perché mi hai preso?» Boh, ma mi diverto a farvi capitare le
cose peggiori
Dopo un po’ Harry si alzò dal letto perché un urlo
molto preciso lo informò che doveva andare a preparare la colazione e a
servirla: «EHEHEHEHEH». Di malavoglia Harry si recò un cucina, mentre
rifletteva sull’ingiustizia della vita. Anzi, più che altro sulla fame di zio
Vernon, visto che non appena aveva saputo della lettera di Harry l’aveva
mangiata senza neanche masticarla. Ma quella domenica in realtà sarebbe stata
diversa dalle altre, poiché stava per accadere qualcosa di strano al numero 4
di Privet Drive
HARRY: Davvero? No
Mentre zio Vernon afferrava il 47812082031° biscotto
accingendosi a mangiarlo, si bloccò. Iniziò a diventare paonazzo a e tremare.
Preoccupati, zia Petunia e Dudley si avvicinarono mentre Harry, che aveva un “VAGO”
presentimento, si tenne a distanza. Zio Vernon tremò sempre di più, poi, quando
non poté più trattenersi, mollò una scoreggia abnorme che buttò giù una parete.
Harry dapprima scoppiò a ridere, ma poi pensò inorridito: Oh no! Non dovevo mettergli tutto quel lassativo nei biscotti! Mentre Harry era convinto che sarebbe stato travolto, dal c**o di zio
Vernon cominciarono a uscire lettere. Sempre le stesse lettere. Tutte
indirizzate a Harry. Non appena zio Vernon, tra un gemito e l’altro, se ne
accorse agguantò Harry e lo riempì di Chop(gli
schiaffi che si danno i wrestler, non penso si scriva
così), poi lo sbattè per terra e, approfittando del
turbo propulsore naturale, partì in aria e cadde addosso a Harry. Davanti a
Harry esplosero dei puntini rossi e bianchi, si fece nero e tutto svanì.
Harry si svegliò di soprassalto, ma appena alzò la testa la sbattè
contro una trave, si fece nero, e tutto svanì.
Harry si svegliò di soprassalto, evitò la trave ma centrò una mina che zio
Vernon aveva piazzato lì per non farlo scappare. La mano si staccò dal polso,
si fece nero e tutto svanì.
Harry si svegliò di soprassalto, sopra di lui c’era una figura incappucciata.
«Ma che…» cominciò Harry
«AvadaKedavra!»
Si fece nero, e tutto svanì
HARRY: Ma tu ti diverti proprio? Si, perché?
HARRY: Oh, era tanto per chiedere.
Harry si svegliò di soprassalto, non c’era alcuna
trave e la mano era ancora al suo posto. Si trovavano su una catapecchia in una
sperduta isoletta in mezzo al mare. Non sapeva perché si trovavano lì. Guardò l’orologio:
erano le 23.59(quanto torna familiare quest’orario). Tra un minuto circa era il
31 luglio, e sarebbe quindi stato l’undicesimo compleanno di Harry. Meno cinque
secondi…quattro…tre…due…uno…
KA-BOOM!!!
Ragazzi,
quanto volte vi ho detto che le porte non si buttano giù con delle testate
nucleari?
SILENTE: Veramente non ce l’hai detto!
HAGRID: Allora, se non dobbiamo usare delle testate nucleari, la prendiamo a
capocciate normalmente? Hagrid?
HAGRID: Si? Ma vaffanculo
HAGRID: D’accordo, ci vado, dove si trova questo fanculo? … HAGRID: Che c’è?
Ragazzi, ve ne occupate voi o ci penso io?
ZIO VOLDY: Ci pensiamo noi
SOCK BAM THUD
HAGRID: Ehi, ma che…
SDENG POW SPACK
LA CUFFARO: Fatto Bene, ora, buttatela giù a calci la
porta
LA CUFFARO: A calci normali o nucleari?
SOCK BAM THUD SDENG POW SPACK Ottimo lavoro
Mancavano pochi secondi. Cinque…quattro…tre…due…uno…
SBAM! AHIA MA PORCA BESTEMMIED BESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIED
Ma
non vi avevo detto di buttarla giù a calci la porta?
ZIO VOLDY: Lo sappiamo, solo che Silente ci ha provato e si è fatto male, ora
sta bestemmiando Non poteva buttarla giù qualcun altro?
ZIO VOLDY: Lui ha insistito…ah ecco, ha cominciato a piangere come un bambino
cretino Uff, ci penso io
Mancavano pochi secondi. Cinque…quattro…tre…due…uno… SBAM! AHIA MA PORCA BESTEMMIED BESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIED
Harry sobbalzò e guardò verso la porta, proprio
mentre questa, con un tonfo, cadeva a terra. I Coattley
si riversarono nel salotto, ringhiando come cani rabbiosi davanti a un gatto in
calore. Dalla porta entrarono i Mitici 5(2 erano stati pestati e uno piangeva
come un bambino cretino), e sfoderando le bacchette, irruppero nel salotto. Non
appena individuarono i Coattley, si lanciarono all’assalto
urlando a squarciagola: «WAAAAAAAA!!!!!»
I Coattley non si fece coglione…voglio dire, cogliere
impreparati, ma si lanciarono addosso ruggendo il loro grido di battaglia: «AAAAAA
AAAAAAA AAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!!!!!!!» Spider-Egg e Krum andarono
a cozzare contro zio Vernon e Dudley, furono respinti fuori e finirono in
acqua. La McStrudel e zio Voldy
cominciarono a scagliare incantesimi a destra e a manca, Dr. House a prendere a
bastonate i presenti, ma era tutto inutile. Tutto sembrava rimbalzare sulla
ciccia di zio Vernon e Dudley. All’improvviso ricomparve Spider-Egg,
che tuonò:«KRAK-HOOM!!!»(d’accordo,
questa potevo risparmiarmela), ma fu colpito in pieno da una Chop di zio Vernon, che ne approfittò per fargli un
Pedigree. Zio Voldy ne approfittò per scagliargli
contro un Anatema Che Uccide, ma lo mancò andando a colpire Neville(ma che
cazzo ci fa qui???)che si afflosciò(ma non Neville…). La McStrudel
intanto teneva a bada sia zia Petunia che Dudley, anche se in difficoltà. Le si
affiancò Krum. Mise le mani in tasca, afferrò un
medaglione e fece: «POTERE DI GIOVEEEE!!!! VIENI A
ME!!!!» In quel preciso momento un fulmine lo centrò in pieno. Zio Voldy iniziò a scappare da zio Vernon, che lo inseguiva,
lanciando al contempo degli Stupefacenti. Uno di questi andò a colpire il suo
c**o. Zio Vernon si fermò, un’espressione da ebete mentre continuava a
ripetere: «EHEHEHEH».
Zio Voldy parve dapprima compiaciuto, ma poi fissò inorridito
il culo di zio Vernon che cominciò a tremare. A quel punto Silente si buttò in
mare…cioè nella mischia, e si mise a impartire ordini: «Prendete Harry e
scappate! Non pensate a me!!»
«La vuoi smetteren ti fareneroen e te muoven?» sbottò
la McStrudel.
«Sì ok» rispose Silente. Harry, intanto, aveva assistito al combattimento
rannicchiato dietro il divano a piangere pure lui come un bambino cretino, ma
poi si rese conto che due braccia lo afferrarono per i capelli.
«Non riusciamo a sollevare Hagrid e la Cuffaro!» esclamò zio Voldy, «e
Vernon sta per scoreggiare!»
«Fuggite, sciocchi!» fece Silente
«E goza g’endra mo?» chiese
Krum
«Nulla, però ci stava bene»
«Ma vaf…»
PROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOT!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Ok ragazzi, finisce qui un nuovo
capitolo. Se vi state chiedendo perché anche queste scritte sono marroni,
provate a leggere il suono di sopra. Bene, ora vi lascio perché devo andare a
ripulirmi, noi ci sentiamo domani per un altro capitolo, e ricordatevi di
recensire questo se vi è piaciuto. Ciao Ragazzi!
Harry
Potter e la pietruzza rossa che non si sa a che serve -
Capitolo 4: Minkia’n alley –
Sfrecciavano in aria a una velocità folle.
HARRY: Su un jet? No
HARRY: Su un aereo? No
HARRY: Su un elicottero? No
HARRY: Su un deltaplano? No state volando senza niente!
HARRY: E come? Sigh…ma perché ho voluto scrivere questa fan
fiction…
Dicevo, sfrecciavano in aria a una velocità folle,
ricoperti da capo a piedi di *****,
il mare sfrecciava sotto di loro e, dopo il mare, la terraferma. Nonostante la
violenza del peto, rimasero a sfrecciare in aria per poco tempo…
14395821048525698
ORE DOPO…
Finalmente iniziarono a scendere. Ma poi Silente si
accorse che a questa velocità si sarebbero sfracellati al suolo morendo sul
colpo(azz…che intuito). Così iniziò a recitare
complessi incantesimi di protezione proprio mentre stavano per toccare terra.
SPACK Un giorno di questi dovrò decidermi a
farli più intelligenti i miei personaggi…
Così iniziò a recitare complessi incantesimi di
protezione proprio mentre stavano per toccare terra. All’improvviso, un’automobilista
che guidava in stato di ebbrezza perse il controllo della macchina e andò a
cozzare contro un lampione, che cadde addosso a un chiwawa radioattivo
che fu cioncato in due, che schizzò(non entriamo nei particolari)e iniziò a
correre impazzito, travolse Peter Parker che andava su un triciclo e lo morse
che fu contagiato e divenneChiwawa-Man,
che iniziò a ringhiare contro un truzzo che prese a
pestarlo, che guaì mentre veniva sbrindellato, il sangue schizzò sulla strada formando
una pozza vischiosa(non ci fate caso, ho appena finito di vedere Happy Tree Friends), un camion di Materazzi
passò lì, scivolò sulla pozzanghera di sangue rovesciando tutto il suo
contenuto di Materazzi, che si alzarono in piedi, ma
che furono presi al petto dai Mitici 8 e Harry che precipitavano, che si
salvavano mentre i Materazzi son caduti, hanno preso una capata…(ma
che c’entra mo?). Harry si alzò, un po’ ammaccato, e si guardò attorno. Si
trovava sotto a un soffice Materazzo, e parte di quella
strada era stata devastata. Ma chi se ne frega, pensò Harry, tanto io sono salvo. Ma in quel preciso
momento un meteorite tranciò di netto la testa di Harry, che volò nello spazio
e finì sul Sole, dove si sciolse come cera.
No,
aspettate, quella del meteorite non l’avevo prevista
Ma
chi se ne frega, pensò Harry, tanto io sono salvo. Ma in quel preciso momento un meteorite cadde
addosso a zio Voldy, che mentre moriva scagliò un
Anatema Che Uccide, che andò a colpire Harry, si fece nero, e tutto svanì.
Si,
bravo Ale, ora che ti sei divertito a prendere il mio
posto togliti dalle balle e vai a giocare sui tetti che ha appena piovuto
Ma
chi se ne frega, pensò Harry, tanto io sono salvo. Ma in quel preciso momento un meteorite cadde
addosso a zio Voldy, che mentre moriva scagliò un
Anatema Che Uccide, che andò a colpire Hagrid, che
però rimbalzò sulla sua ciccia e tornò verso zio Voldy,
che morì sul colpo(ma non stava già morendo?). Solo allora Silente si accorse
che Harry lo stava guardando e disse: «Oh no, HARRY CI
STA GUARDANDO! POTREBBE UCCIDERCI COME UN BASILISCO! FUGGITE, SCIOCCHI!» e
detto questo scagliò un incantesimo su Harry, si fece nero, e tutto svanì.
Harry si svegliò di soprassalto. Si trovava in una Londra devastata(o almeno
solo quella via), sopra di lui era chino un Mezzogigante,
o almeno quello sembrava, che lo guardava preoccupato. Si alzò e gli chiese:
«Chi sei?»
«Sono il Demone CLISTERE!!!» gridò con voce possente.
«Davvero?» chiese Harry allarmato, mentre con le mani si copriva l’ano.
«No, mi chiamo RutteusHagrid,
ma tutti mi chiamano Hagrid» rispose il Mezzogigante.
«Ah, meno male» rispose sollevato Harry, mentre levava le mani, «e perché ti
chiami Rutteus?»
«Secondo te?»
«Perché mangi tante caramelle?»
«E che c’entra?»
«E che cazzo ne so! Io sto solo qui a dire quello che scrive l’autore, non è
colpa mia se faccio queste domande del cavolo!»
«Ciuppa!»
«Guarda che mica ho detto ‘eh?’»
«Ciuppa!»
«Hagrid?»
«Si?»
«Crepa. E poi come fai a conoscermi?». Così Hagrid
spiegò a Harry che lui faceva parte dei Mitici 8, una squadra segreta formata
da Silente - il più grande mago di tutti i tempi - , che aveva lo scopo di
portare la giustizia nel mondo(HARRY: Tipo i Fantastici 4? HAGRID: No, ti ho
già detto che siamo 8! HARRY: Ah ok, scusa), che il suo nome in codice era “il Hagrid”(HARRY: Non sembra tanto in codice HAGRID: E che
vuoi da me, i nomi li ha scelti quel pirla di Silente!), e gli raccontò di
come, 10 anni prima, l’avevano trovato tra le macerie della sua vera casa.
«Chi ha ucciso i miei genitori?» chiese Harry, bramoso di verità
«Non credo di essere la persona più adatta per dirtelo» rispose Hagrid
«Davvero?»
«No, ma sul copione c’è scritto così»
«Quale copione?
«E che ne so io. Ma basta dire cretinate mo, dobbiamo andare a Minkia’n Alley»
«Eh?»
«Ciuppa!»
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Harry seguì Hagrid. Dopo
essere stato clisterato dal vero Demone Clistere e
dopo essere “CASUALMENTE” resuscitato, erano arrivati alla fine del tunnel, che
segnava l’ingresso a Minkia’n Alley.
Si trovarono davanti a una porta. Sopra c’era una scritta: Le porte di Balin, figlio di Fundin, signore di Moria. Dite, amici, ed entrate! «Moria?» chiese Harry, «E che roba è?»
«Ciuppa!» rispose Hagrid(non
ci fate caso, è sempre così rincoglionito). «Non farci caso, la scritta la fece
un rimbambito fissato col Signore degli Anelli. Un certo Gandalf…bah,
comunque, se vogliamo passare dobbiamo dire una parola d’ordine»
«Potrebbe essere amici detto in elfico» ipotizzò Harry
«Tu conosci l’elfico?» chiese Hagrid.
«No»
«Allora siamo nella merda». Esitò per qualche istante, poi si illuminò: «Ma
certo! La parola d’ordine è pesce fritto e baccalà!»
La porta non si mosse.
«Ehm, polipo morto?»
La porta non si mosse.
«Lasagne di Giovanni Rana?»
La porta non si mosse.
«Mellon!»
La porta non si mosse.
«Amici!»
La porta non si mosse.
«Maria de Filippi!»
La porta non si mosse.
«WAAAAAAAA!!!!!»
La porta non si mosse.
«Ma “amici” in elfico non vuol dire: Agrid Muore
Ibernato (per la sua) Coglionaggine Internazionale?» intervenne Harry.
La porta si spalancò. Turbato, Hagrid si avviò dentro
Minkia’n Alley, mentre
Harry si apprestava a seguirlo.
Capitolo 5 *** Chi è più bravo a fare il Dio-Autore? ***
Harry
Potter e la pietruzza rossa che non si sa a che serve(E’ na
faticaccia scrive il titolo ogni volta) -
Capitolo 5: Chi è più bravo a fare il Dio-Autore? -
Harry spalancò gli occhi. Si trovavano all’inizio di
un grande viale. Completamente nascosta a tutta Londra, Minkia’n
Alley si spandeva davanti ai suoi occhi. Harry non
riusciva a crederci. Era uno spettacolo orribile. Sembrava una zona di guerra:
cadaveri disseminati qua e là, resti di armi e proiettili. Inorridito, Harry
chiese: «Hagrid, perché Minkia’n
Alley è una zona di guerra?»
«Mica questa è Minkia’n Alley!»
rispose Hagrid, ridendo(ma perché ride?), «questa è
l’ultima prova per arrivarci. Bisogna superare questo campo»
«Ma cosa c’entra questo?»
«Non c’entra una minchia, da cosa pensi che derivi il nome, allora?»
«Tutto qui?» rise Harry, il quale il campo gli sembrava totalmente innocuo.
Sicuro di sé cominciò ad incamminarsi.
«Fermati Harry, fermati cazzo! Non far ti
prego un altro passo!» gridò Hagrid, intonando la
canzone dei Gem Boy(La guerra di Piero), «Se tu vai li sopra potresti morire!»
E Ron e Hermione dissero, all’unisono: «Chi mi ridarà i miei 100 galeoni?»(Sempre
in mezzo sti due) Ma Harry andò avanti come chi se ne
sbatte…partì in aria come uno shuttle…FIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIT KA-BOOM!!!!!
Harry si svegliò di soprassalto. Un giorno di questi dovrò smetterla di
addormentarmi in piedi e fare sogni del cavolo, pensò Harry. Ma quando si
guardò si accorse di essere trasparente: era un fantasma. Era morto. Si voltò.
Affianco a lui c’era un vecchio, di pelle nera.
«Questo…è il paradiso?» chiese Harry, incerto, al vecchio
«No, macchè, questo è il Monte Eve…»
Ahhhhhhhhhh Morgan, ma tu non hai niente di meglio da
fare che venire qui a fregarmi il posto? MORGAN FREEMAN: Ma che vuoi da me, sei come sei tu che mi fai fare questa
comparse nelle tue fan fiction sfigate, a me basterebbe recitare Dio in una Settimana da Dio! Bè, a me no,AvadaKedavra! Dunque
dicevo, caro Harry, tu non ti sei addormentato in piedi, sei morto veramente.
Sai, dovresti imparare ad ascoltare i consigli degli altri, tranne quelli di Hagrid, che è un rincoglionito HAGRID: Ehi! Ma io non sono rinco…Sono un
rincoglionito EHEHEHEHEH
Si, e io ti ricordo che il Dio-Autore sono io(non Morgan Freeman). Comunque,
adesso vi faccio atterrare esattamente un passo dopo il campo minato, perciò
non fate altre cretinate!
E detto questo Harry e Hagrid
atterrarono esattamente un passo dopo il campo minato. Harry cominciò a
incamminarsi, ma scivolò su una buccia di banana e, per mantenere l’equilibrio,
fece un passo indietro
Ma non ti avevo detto di non fare altre cretinate? HARRY: Ma che vuoi, adesso era colpa tu…Non è vero è colpa mia EHEHEHEHEH
Bene, così sì che ragioniamo
E così facendo Harry riatterrò davanti ad Hagrid, esattamente un passo dopo il campo minato. Ok, non devo fare cretinate o morirò,
pensò Harry, a sangue freddo, in fondo
non è difficile. Rimase tre ore impalato a fissare il pavimento, cercando
evidenti trappole, poi guardò la strada davanti a sé e, non trovando altre
trappole, fece un passo avanti.
YU-UHHHHHHHH
BRAVO CLAPCLAPCLAPCLAP EVVAI!!!
IO: Argh, ragazzi che ci fate qui a casa mia?
MARCO: E’ il tuo compleanno, non ti ricordi?
IO: Ma il mio compleanno è a Marzo!
LORENZO: Bè, ehm…pesce d’aprile!
IO: Bè, al massimo possiamo vederci un po’ di film
p***o. Ne ho una buona collezione sul PC.
GIANLUCA: Ok
IO: Ok, aspettate un attimo. Harry, visto che ti credi più bravo di me a fare
l’autore, prendi il mio posto un secondo. Io intanto mi vedo qualche film p***o
insieme ai miei amici
HARRY: Posso farvi compagnia? GIANLUCA: No, piccolo Harry, il tuo
cervellino è troppo piccolo per queste cose
HARRY: Ma non è ve…Il mio cervellino è troppo piccolo per queste cose
EHEHEHEHEH IO: Ok ragazzi, da questo momento
scriverà Harry, io ho…ehm…da fare…
Così il grandissimo stra-figo
Harry Potter, che poi sarei io, atterrò di nuovo sulla terra ferma, proprio
mentre centinaia di ragazze si buttarono ai miei piedi(mi piace questo ruolo). Hagrid iniziò a guidarmi verso Minkia’n
Alley, mentre la folla di ragazze adoranti mi
seguiva. Fa uno strano effetto non scivolare su
nessuna buccia di banana, pensai io.
PAUSA Ragazzi, sono sempre io. Scusate
l’interruzione, ma vorrei farvi notare che, se avete letto I Mitici 8, dovreste
sapere che Harry ha degli strani poteri, che spesso non riesce a controllare e
che spesso, se non si verificano, scatenano delle catastrofi naturali. Infatti
provate a indovinare cosa gli sta per succedere. Bene, possiamo continuare
PLAY
Continuai ad avanzare e a non scivolare in nessuna
buccia di banana. Potere di Spider-Egg:
Sfiga innaturale e fare figure di merda
All’improvviso vidi arrivare un enorme meteorite verso di me. Feci giusto in
tempo a pensare D’oh!, che il meteorite
mi falciò in pieno
HARRY: Ok, così non ci siamo. Riproviamo
Continuai ad avanzare e a scivolare in qualche buccia di banana. Le ragazze mi
videro e pensarono probabilmente che ero un emerito pirla, così se ne andarono.
HARRY: Posso farle tornare con la forza, ho tutti i poteri del Dio-Autore
DrHouse93! Potresti anche, ma tanto saresti
costretto a fare una figura di merda e ti pianterebbero in asso di nuovo
HARRY: Ehi, ma tu non ti stavi vedendo i film p***o? E poi perché devo fare
delle figure di merda? Perché quando i Mitici 8 ti trovarono ti
donarono alcuni poteri e Spider-Egg ti donò il potere
di avere una sfiga innaturale e di fare figure di merda
HARRY: Altrimenti? Prova
Continuai ad avanzare e a non scivolare su nessuna
buccia di banana, mentre la folla adoranti di ragazze mi seguiva
KA-BOOM!!!!
Dicevi?
HARRY: Che ti sfido! Tu cosa?
HARRY: Ti sfido, vediamo chi tra tutti e due è il più bravo a fare il
Dio-Autore. Se vinco io, divento io il Dio-Autore e tu annulli tutti i super
poteri che ho D’accordo, e se vinco io mi chiedi scusa
in ginocchio e dimenticherai quello che è successo
Scegli
il tuo destino…Affronta il tuo nemico…MORTAL KOMBAT!!!
Così
scese sulla terra la mia reincarnazione umana: Dr.House!(Sono
io che scrivo ora). Io avrei guidato Dr.House, mentre
Harry, a colpi di tastiera, avrebbe guidato il suo di personaggio: Super
Harry!!!(Che nome del cavolo)
Il combattimento ebbe inizio. Super Harry sollevò una macchina e la scagliò
contro Dr.House. Ma io, rapido a scrivere, reagì con
la barriera sferica imparata da Gandalf e non mi feci
nulla. Contrattaccai con una bastonata ad onda d’urto sul pavimento, che si
propagò in tutte le direzioni, accingendosi a colpire Harry
Non mi feci cogliere impreparato. Afferrai zio Voldy che avevo appena fatto comparire(Ma non era morto? HARRY: Dettagli), lo buttai a terra e lo usai
come tavola da surf e come scudo verso le onde d’urto generate dalla bastonata
di Dr.House. Allora sfoderai la bacchetta(Ma non ce
l’ho!). Allora afferro il fucile usato come bastone…nel caricarlo ti spari a un marone…Dr.
House non rompe…BLAM AHIA!!!!
Rapido,
approfittai della distrazione di Harry per clisterarlo.
Ma lui fu altrettanto rapido e schivò il clistere, facendolo volare sopra il
tetto di un edificio. Harry afferrò Hagrid(non si sa
come ha fatto)e me lo lanciò contro. L’unica speranza che avevo era solo una… LOLOM…LOLOM…LOLOM…LOLOM…LOLOM…LOLOLOLOLOLOLO…SE
DI DEFECAZIONE HAI UN PROBLEM, PROBLEM…CHIAMA IL
DEMONE CLISTERE…POPOM Demone Clistere, scelgo te!
Guardai inorridito il Demone Clistere che usciva
dalla Sfera Pokè di Dr.House.
Cominciai rapido a scrivere: Fa comparire
Vegeta al mio fianco che combatte al mio posto contro il Demone Clistere Subito apparve Vegeta, che iniziò a combattere contro il Demone Clistere.
Vegeta tentò in tutti i modi di colpire, o con i pugni o con onde energetiche,
il Demone Clistere, ma niente riusciva a penetrare il corpo pietroso del
mostro. Il Demone Clistere, d’altro canto, tentava in tutti i modi di clisterarlo col suo clisterone,
ma era troppo lento. Alla fine, Vegeta andò a segno e, con un’onda energetica
ben piazzata, aprì un cratere nel terreno, dove il Demone Clistere precipitò.
All’improvviso, Vegeta rimase fermo imbambolato
Ora
basta,
pensai io, è tempo di finirla! Capii
perché Vegeta, dopo aver ucciso il Demone Clistere, era rimasto imbambolato. Harry ha impostato male i comandi di Vegeta.
Con velocità soprendente, apparvi davanti a Vegeta e
lo clisterai, uccidendolo sul colpo. Poi concentrai
tutta la mia velocità a scrivere al computer sul fulmine che stavo caricando,
lo feci partire e finire addosso a Harry, che fu troppo lento.
KRAK-HOOM!!!!
Harry cadde a terra, bruciacchiato. Io mi avvicinai, gli levai la tastiera
dalle mani e, con un ghigno, gli dissi: «Ho vinto. Ora devi chiedermi scusa in
ginocchio»
«Eh?» boccheggiò Harry Ciuppa
Ok ragazzi, finisce qui un altro capitolo. Spero vi sia piaciuto, poiché il
motivo del mio ritardo è stato che ho deciso di postare ogni Lunedì così ho una
settimana intera per pensare alle cagate da mettere nei capitoli. Perciò spero
vi sia piaciuto, perché è una settimana di cretinate, se vi è piaciuto
ricordatevi di recensire, se non vi è piaciuto…sto arrivando
Capitolo 6 *** Microchip, Banca, Bacchette e Pipistrelli ***
Harry
Potter e la pietruzza rossa che non si sa a che serve
-
Capitolo 6: Microchip, Banca, Bacchette e Pipistrelli –
Harry si svegliò di soprassalto. Si sentiva
ammaccato, bruciacchiato, sconfitto(chissà perché). Si alzò e vide che buona
parte di Minkia’n Alley era
andata distrutta, ma si stava autoriparando in
fretta. Hagrid si stava rialzando, bestemmiando, e
disse: «Bene, ora che siamo finalmente giunti a Minkia’n
Alley, compriamo quello che ci serve prima che accada
qualche altra catastrofe, poi sic…»
KA-BOOM!!!
Fiut-fii-fii ma che ca…ma
tu guarda te se uno non può manco andare al bagno che a Londra esplode una
bomba nucleare. Ma chi l’avrà lanciata?
BINLADEN: Eh-eh-eh…io aferekrandemazzen! Si, e io ferenAvadaKedavra!
«…poi siccome tu non hai
un soldo, andremo alla Pringles»
«Alla cosa?» domandò Harry, sicuro di aver capito male.
«Alla Pringles. La banca nazionale delle patatine»
rispose Hagrid, entusiasta.
«E che ci andiamo a fare lì?»
«Andiamo a fare scorta di Pringles per rifocillarci
dopo i disastri della giornata»
«Le rubiamo?»
«Naturale»
«Hagrid?»
«Sì?»
«Magari muori di dolori alla prostata» inveì Harry mentre fuggivano a gambe
levate dalle guardie della Pringles, senza neanche
essere riusciti a rubare una semplice patatina. Continuarono a correre a
perdifiato finché una tegola di un tetto vicino cadde per strada, colpì un
passante che acciaccò un’iguana(???), a cui si staccò la coda, che partì di
scatto, andò a ficcarsi nella testa di una giraffa, che andò a cozzare contro
un Ungaro Spinato, che la incenerì, la vampata di fuoco sciolse dei barili di
acido che venivano trasportati da un Orso Coattone,
che uscì dal furgone e si lanciò all’attacco di Harry, gli piombò addosso,
davanti a Harry esplosero dei puntini rossi(granate in lontananza), l’Orso Coattone staccò di netto l’orecchio destro di Harry. Harry
sentì un dolore inintollerabile(alla testa?)No, alla
cicatrice(non so che c’entra, ma di solito i dolori ce li ha sempre là), si
fece nero, e tutto svanì.
«Lo stiamo perdendo! Lo
stiamo perdendo!»
Harry sentiva queste voci nella sua testa, ma non riusciva a comprenderne il
significato. Non riusciva a vedere nulla, né tantomeno a muoversi. Poi udì un
rumore, indecifrabile, e altre voci: «Oh no, l’abbiamo perso!» «Ragazzi, vi va
di giocare a Uno? Io mi sono rotto di giocare all’Allegro Chirurgo» «Si ok»
Harry si svegliò di
soprassalto. Non riusciva a capire dove si trovava. Non riusciva a riconoscere
il faccione burbero e peloso sopra di lui. Non riusciva ad udire cosa dicesse.
Non riusciva a muoversi. Per farla breve, non riusciva a fare un cazzo. Poi, i
sensi cominciarono a tornargli, e si rese conto di tornare cosciente. Sentì che
gli avevano fasciato la testa. E sentiva anche un dolore atroce all’ano. Non
capì perché. Poi, piano piano, iniziò a ricordarsi
tutto ciò che gli era successo finora.
«Harry» fece Hagrid, incerto. «Stai bene?»
«Sì» rispose Harry, con la voce più flebile di quanto si aspettava
«Lei è il signor Potter?» chiese un medico affianco a Hagrid.
Aveva folti capelli ricci in stile Caparezza, ed era di carnagione scura.
«Sì» ripetè Harry, con la voce un po’ più forte.
«Strano, di solito i nostri pazienti muoiono, invece di riprendersi. Comunque,
io sono Foreman» disse il medico.
«L’assistente di Dr.House?» domandò Harry, curioso.
«Sì, proprio quello» rispose Foreman
«Che cosa mi è successo?» chiese Harry
«L’Orso Coattone ti ha staccato l’orecchio destro, e
ha danneggiato una parte dell’ipotalamo, che è una zona del cervello che ha il
compito di produrre ormoni. In particolare ha danneggiato la parte che produce
Adrenalina» spiegò Foreman
«Ed è grave?»
«Boh. Comunque, ti abbiamo riparato il danno come meglio potevamo. Abbiamo
inserito un microchip che ha la funzione di produrre adrenalina, dato che
quella parte dell’ipotalamo se n’è andata a puttane» Accidenti, pensò Harry, ho un microchip piantato in testa e un
orecchio meccanico. Ehi ma…
«…allora perché sento un dolore atroce all’ano?» concluse Harry ad alta voce
«Perché…Dr. House ha insistito per farti un clistere di acido solforico e
zolfo» rispose Foreman, imbarazzato
«Cosa? Ma perc…» cominciò Harry, ma venne interrotto
da una voce alla spalle di Foreman
«Non dire altro, Foreman. Dove c’è un clistere c’è Doctor
House!» Dr. House arrivò, zoppicando come al solito, con il solito sorriso da
ebete stampato in faccia. «Signor Potter, mi dispiace dirglielo ma devo farle
un altro clistere»
«Ma io ho problemi alla testa(detto così sembra pazzo)! Non al culo!»
«Inibitelo» ordinò Dr. House con calma. Foreman e
Cameron, appena arrivata, si lanciarono su Harry, che si fece prendere dal panico. All’improvviso accadde un fatto
molto strano. Tutto attorno a Harry cominciò a rallentare, persino Dr. House,
Foreman e Cameron si muovevano al rallentatore. Sbalordito, Harry si alzò dal
letto, a una velocità normale, e iniziò a correre. Foreman e Cameron, sempre al
rallentatore, spalancarono la bocca. Harry non riusciva a capire perché, ma non
ci badò pensò solo a correre con Hagrid che lo
seguiva a grandi passi, ma al rallentatore pure lui. Dopo un po’ che aveva
superato l’ospedale si fermò per riprendere fiato. Il mondo tornò piano piano a muoversi alla velocità normale, ma Harry si accorse
che Hagrid era sparito. Rimase un po’ ad aspettare.
«Ma quanto cazzo ci hai
messo?» chiese Harry furioso dopo 3 ore
«Mi sono fermato sulla Salaria» rispose Hagrid con
noncuranza
«E che ci sei andato a fare sulla Salaria?»
«Oh, niente, sono andato un po’ a battere»
«A battere i wrestler?»
«No, a battere per la strada!»
«E come fai a battere la strada? E’ un ammasso di cemento no?»
«Harry?»
«Si?»
«Ciuppa!»
«Hagrid?»
«Si?»
«Vaffanculo»
Harry e Hagrid cominciarono a incamminarsi alla volta
di Minkia’n Alley(Notate
che ci sto perdendo tre capitoli per farli arrivare). Finalmente, dopo altre
130672021820271976322 ore arrivarono. Quindi Hagrid
disse: «Allora, abbiamo un mucchio di cose da prendere»
«Ma io non ho un soldo!» esclamò Harry
«Per quello non c’è problema. Basta andare alla Gringott.
La peggior banca di tutto il mondo»
«Perché?»
«E’ sorvegliata da goblin»
«E allora?»
«Sveglia! Sono creature alte un metro! Ti faresti sorvegliare i tuoi soldi da
delle creature brutte e alte un metro?»
Ma in quel momento passò una banda di goblin che si
avventò su Hagrid. Harry rimase a guardare impalato. Sti cazzi, pensò poi, e si apprestò ad
andarsene saltando e canticchiando con voce da bimba. Arrivato alla Gringott, superò le guardie e si addentrò. I goblin erano proprio come li aveva descritti Hagrid. Alti un metro e brutti. Meglio non dirglielo, pensò Harry. Si
avvicinò al bancone, dove c’era un addetto, e disse, con voce sicura: «Sai che
a voi goblin vi trovo brutti e bassi? D’oh!» In quel
preciso momento tutti i goblin si scagliarono su
Harry, e lo pestarono fino a ucciderlo.
Dehihiho! Vi sono mancato eh? No? Bè ehm…continuate a leggere
Meglio
non dirglielo, pensò Harry. Si avvicinò al bancone,
dove c’era un addetto, e disse, con voce sicura: «Sa…lve.
Vorrei prelevare del denaro dalla mia camera blindata. Sono il signor Harry
Potter»
L’addetto alzò lo sguardo. I suoi occhi si soffermarono sulla cicatrice di
Harry, poi lo guardò negli occhi. «Il signor Potter possiede la sua chiave? E
sa che poi dovrà restituire i soldi con il 264032460 % di interesse?»
Harry esitò. «Ehm…io…voi goblin siete tutti brutti e
bassi! D’oh!». In quel preciso momento tutti i goblin
si scagliarono su Harry, e lo pestarono fino a ucciderlo.
HARRY: Ti odio Si lo so, a quanto pare è una cosa
reciproca
Harry si guardò
intorno. Tutti i goblin lo fissavano truci. «Cosa hai
detto?» chiese uno, gelido.
«Non ho detto niente!» rispose Harry. «Sono appena resu…».
In quel preciso momento tutti i goblin si scagliarono
su Harry, e lo pestarono fino a ucciderlo.
Oh
già, mi sono dimenticato che i goblin sono alquanto
stupidi
HARRY: E tu che aspetti a dirmelo? Che piovano asini? Si, può darsi. Ok facciamo così. Siccome
sta finendo il capitolo e non mi va di scriverne un altro su Minkia’n Alley, ti do io i soldi
che ti servono, ma ad una condizione, che ti prendi tu la colpa HARRY: Si come vuoi
Bene, adesso hai a disposizione tutto l’oro della segreta dei Weasley HARRY: E chi sono questi Weasley?
Oh, lo scoprirai presto
«Allora Harry,» esordì Hagrid, «cos’altro ti serve?»
«Ehm…vediamo…una bacchetta» rispose Harry
«Oh, allora per quelle c’è Danielander» disse
indicando un negozio. «Tu entra, io ti aspetto fuori»
Harry entrò nel negozio. Non c’era nessuno. All’improvviso un rombo lo fece
voltare. Un vecchio, con capelli leonini bianchi, emaciato, si scagliava contro
di lui a tutta velocità, montando un quad. Harry, terrorizzato, si rannicchiò e cominciò a piangere come un bambino
cretino, quando accadde di nuovo. Il curioso fenomeno che gli era successo
prima all’ospedale accadde di nuovo. Tutto ciò che era circostante a Harry
cominciò a muoversi al rallentatore, pure Danielander
sul quad. Harry si scansò tranquillamente, a velocità normale, mentre Danielander sgranò gli occhi, incredulo. Poi il mondo tornò
a muoversi alla normalità e Danielander andò a
cozzare contro un muro. Il quad esplose e Danielander fu scaraventato a terra, e dalla tasca comparve
una bacchetta di legno. Harry la prese, e delle scintille fuoriuscirono dalla
punta della bacchetta. Successivamente Harry emanò un’ondata d’aria calda che
fece crollare il soffitto sopra a Danielander. Harry
si voltò per andarsene quando Danielander parlò.
«Signor Potter…» disse con voce flebile. Harry si chiese come facesse a
conoscere il suo nome. «Quella bacchetta, fatta di agrifoglio e piuma di fenice…»
«Sì?» incalzò Harry
«…è mia!»
«Stupefatum!» urlò Harry, con l’intento di
scagliare uno Stupefacente su Danielander. Ma poiché aveva
sbagliato formula, non accadde un fico secco.
«Bel tentati…»
KATA-CRASH BANDICOOT!!!
Harry aveva agitato la bacchetta, facendo franare il soffitto su Danielander. Harry intascò la bacchetta e uscì. Hagrid era di nuovo sparito. Guardò a destra e lo vide
arrivare di corsa.
«SCAPPA HARRY!!» ululò. «PRENDI QUESTO IPPOGRIFO E SCAPPA!!» Una creatura
alata, per metà aquila e metà cavallo, galoppò verso Harry. Harry saltò sopra
con un balzo e la creatura decollò. Si librarono per un po’, poi Harry udì
distintamente un rumore di strappo. La creatura sotto di lui si afflosciò e dal
costume rotto apparve un pipistrello. Rachitico, per giunta. Iniziò a
precipitare. Sotto di lui sentì Hagrid che rideva.
«Ti piace Harry? E’ il tuo pipistrello rachitico! Si chiama Merdige!
Volevo prenderti un gufo ma erano finiti!» urlò Hagrid
«Ma perché l’hai spacciato per un Ippogrifo???» gridò in risposta Harry, il
suolo sempre più vicino
«Pesce d’Aprile!» tuonò Hagrid ridendo
«Ma siamo ad Agosto!»
«Lo so ma sul copione c’è scritto così!»
«Ma porca la ma…»
KATA-SPACK SBAM
Si fece nero, e tutto svanì
***
«Cosa è successo
Foreman? Come ha fatto il signor Potter a fuggire così velocemente?» chiese Dr.
House
«Credo che sia il microchip» rispose Foreman. «L’ipotalamo produce adrenalina
quando il corpo ha bisogno di una carica per affrontare situazioni di pericolo
e terrore. Avendolo sostituito con un microchip, il limite di produzione di
adrenalina è molto più elevato. Il signor Potter è riuscito, senza volerlo, a
produrre tanta di quell’adrenalina da dare al proprio corpo una carica
necessaria per far muovere il suo corpo a una velocità di circa 400 metri al
secondo, poco più veloce di un proiettile! Il signor Potter è riuscito a
viaggiare a una velocità talmente elevata, che ogni cosa attorno a lui gli
sembrava che si muovesse al rallentatore, mentre lui si muoveva a velocità
normale. O almeno, così gli sembrava» Fece una pausa. «Invece noi l’abbiamo
visto muoversi veloce come un proiettile. Se il signor Potter riuscisse a
controllare questo suo potere, potrebbe diventare un Super-Eroe»
Dr. House rimase in silenzio per un po’. Poi, con un trionfante sorriso da
ebete, affermò: «E’ un evidente caso di allergia multipla da piorrea».
Foreman sgranò gli occhi, allibito, ma poi sospirò esasperato. Cameron invece
squittì: «Dr. House, lei è proprio un genio! Come ha fato a capirlo?»
«Mah, è tutta una questione di intuito» si vantò Dr. House. «Così come si
capisce che se lei non tromba con me entro venti minuti morirà»
«Ohhhhh, ha indovinato!!! Come ha fatto?»
«Mah, gliel’ho già detto» rispose Dr. House, «è questione di intuito. Anzi, di
intuito femminile»
Ok
ragazzi, finisce qui un nuovo capitolo. E’ un po’ più lungo degli altri, ma ho
dovuto metterci un po’ per elaborarlo, poiché avevo finito le idee. Mi scuso
per il ritardo, solo che non ero a casa in questi giorni e l’ho pubblicato
adesso. Poi, volevo rispondere ad una recensione di chibimal,
che mi aveva chiesto chi fossero i Mitici 8. Sono i protagonisti della mia
prima fan fiction, intitolata appunto I Mitici 8, che andrebbe letta
presumibilmente prima di questa, ma poiché non spetta a me decidere quello che
dovete fare, decidete voi. Un’ultima cosa, poi vi lascio perché vi starò
rompendo le palle. Ho notato che le letture di questa fan fic
sono molte, ma ci sono pochissime recensioni. Perciò mi rivolgo a quelli a cui
piace: recensite, non vi costa niente e mi soddisferete. Mica vengo sotto casa
vostra con un carro armato no? Non avete nulla da perdere a recensire. Bene, a
questo punto vi lascio, perché devo fare un po’ di *****, a Lunedì per il prossimo capitolo: Sul Nespresso di Hogwarts! Ciao ragazzi/e
P.S. Non fate caso alla linea qua sotto, solo che non sono riuscito a toglierla
in nessun modo
Harry
Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve -
Capitolo 7: Sul Nespresso di Hogwarts
–
Harry si svegliò di soprassalto. Si trovava sopra ad
Hagrid, che evidentemente lo trasportava su una spalla,
mentre con l’altra mano trasportava un carrello pieno zeppo della roba
scolastica di Harry. Harry si sentiva ammaccato. Non riusciva a capire come
fosse riuscito a sopravvivere - non per
merito mio, si intende - dopo un volo come quello. Ma come se gli avesse
appena letto nel pensiero, Hagrid disse: «Sei
fortunato a essere vivo, caro Harry. Fortuna che ho fatto da materasso e ti ho
attutito la caduta». Continuarono a camminare per un po’, mollando ceffoni ai Babbani se fissavano Hagrid. Dopo
un po’ Hagrid posò Harry a terra - senza troppi complimenti - e disse:
«Allora, Harry. Qui ci separiamo. Anche se tanto poi ci rivediamo a Hogwarts, no? Quindi non disperarti!»
Harry non aveva mai avuto meno voglia di disperarsi, anzi, non vedeva l’ora di
gioire al momento della separazione. Furioso, - con me, immagino - si limitò a borbottare: «Dobbiamo proprio
rivederci a Hogwarts?»
«Ma certo!» rispose Hagrid ridendo(sempre a ridere
come un cretino), «sono il guardiacaccia di Hogwarts,
e sono anche il Custode delle Scopate e dei…no aspetta erano Vibratori? Bè ehm…vaffanculo» e detto questo
sparì.
Harry rimase accigliato a fissare il punto in cui era scomparso Hagrid, poi si rese conto che non sapeva come andare a
prendere il Nespresso di Hogwarts,
che sarebbe partito alle 11 di mattina. Per il biglietto non era un problema,
sull’autobus non lo pagava mai. Ma in quel preciso momento dei controllori se
ne accorsero e gli fecero una mega multa di 1068452579103410345 sterline.
Sempre più furioso Harry esaminò il foglietto con le istruzioni lasciategli da Hagrid. C’era scritto: Vai
addosso al muro che separa i binari 9 e 10. Harry si voltò verso il muro e
cominciò a cozzarci contro diverse volte, ma non accadde niente.
1978456203
tentativi dopo…
Harry stava a terra, ansimante. Guardò di nuovo le
istruzioni quando lesse: Vai addosso al
muro che separa i binari 9 e 10 correndo.
«Ehi ma prima non c’era scritto!» esclamò Harry.(Provate a immaginarvi un
ragazzo di undici anni sdraiato per terra nella stazione che urla da solo)
Ops, mi sono dimenticato di scriverlo!
HARRY: Sì, mi pare ovvio, tu sarai buono con me solo quando pioveranno asini
In quel preciso momento iniziarono a piovere asini. Forza Harry, esprimi un desiderio e io
lo esaudirò
Senza esitare Harry urlò, raggiante: «Vorrei avere un budino al cioccolato!» …
«Che c’è?» Adesso capite perché non sono mai buono
con lui? All’improvviso un fulmine crepitò nell’aria e andò a colpire…il muro D’oh! L’ho mancato!
Harry iniziò a correre raggiante e urlò: «Sì!!! Ce
l’ho fatta!!! L’ho frega…» KRAK-HOOM!!!!! Stavolta l’ho preso
Harry scivolò a terra, si fece nero, e tutto svanì.
Harry si svegliò di soprassalto. Si guardò intorno:
si trovava su una banchina di un binario: il
binario 9 e 3 quarti. C’era una locomotiva scarlatta sul quale spiccava
l’insegna Nespresso di Hogwarts.
Harry sorrise: ce l’aveva fatta. Guardò l’orologio: erano le 10.55. Doveva
affrettarsi altrimenti avrebbe perso il treno. Ma non appena salì si ritrovò
faccia a faccia(con una focaccia?), no, con un uomo-cappuccino, che lo guardava
annoiato. Poi disse: «Hag è stato una grande
scoperta. Perché caffè vuol dire pausa. Stop»
«Ma che ca…» esordì Harry.
«E con Hag la pausa me la prendo ogni volta che
voglio. Pure a quest’ora»
«Be’, che c’è di strano? Sono quasi le 11!»
«Teinfrè. E’ buono qui. E’ buono qui»
«Ma non stavi pubblicizzando Hag?»
«Hag è stato una grande scoperta. Perché il caffè
vuol dire pausa. Stop»
«Ma l’hai già detto…»
«E con Hag la pausa me la prendo ogni volta che
voglio. Pure a quest’ora»
«Ma sei scemo?»
«No, sono sayfgaohfo»
«Eh?»
«Ciuppa!»
«Ma vaf…»
«Teinfrè. E’ buono qui… E’ buo…»
«AvadaKedavra!»
urlò Harry, ma non accadde nulla.
HARRY: Fammi uccidere questo idiota almeno! Non è colpa mia stavolta, è colpa del
Ministero. Nessun mago al di sotto dei 14 anni può eseguire una Maledizione
Senza Perdono
HARRY: Cosa? E io che fa…
UOMO-CAPPUCCINO: Hag è stata una grande scoperta.
Perché il caffè vuol dire pa… KRAK-HOOM!!!
Harry salì sul treno, scavalcando il cadavere
dell’uomo-cappuccino, che era “MISTERIOSAMENTE” morto. Ma si accorse che aveva
dimenticato il baule di scuola sul binario. Scese a riprenderlo, ma non appena
mise piede sul binario il treno iniziò a muoversi. Harry tentò di seguirlo, ma
il baule era un’inutile zavorra. Si fece prendere dal panico. E così accadde di
nuovo. Il treno iniziò a muoversi al rallentatore e Harry capì. Tutte le volte
che era terrorizzato tutto il mondo si muoveva a rallentatore, mentre lui
continuava a muoversi a velocità normale. Afferrò il baule e iniziò a correre
verso la porta del vagone ancora aperta. Poiché il treno si muoveva al
rallentatore, lo raggiunse in un baleno, mentre alcuni ragazzi, stupefatti(non
per via dell’incantesimo), lo guardavano a occhi spalancati. Eppure, di quello
strano potere, Harry ancora non riusciva a capire come mai tutti lo fissassero
sbalorditi ogni volta che lo usava(il potere, è chiaro). Raggiunse il treno
proprio mentre questo imboccava la prima curva, saltò sopra con un balzo e
tutto il mondo tornò a muoversi a velocità normale. Chiuse la porta del vagone
e cercò uno scompartimento vuoto. Al suo passaggio, i ragazzi borbottarono
concitati e lo fissavano. Harry desiderò di essere invisibile così che non lo
vedessero, e così fu. Potere di Minerva McStrudel: Parlare tante lingue e diventare invisibile.
Nome in codice: la Racchia Invisibile. Harry continuò a camminare, felice
che non potessero vederlo, ma poi si accorse che continuavano a fissarlo, e non
riuscì a capire come facevano a sapere dov’era. Si guardò e si accorse di
essere ancora invisibile, ma poi capì e si diede una risposta.
GIGI MARZULLO: Ehi, non vale, questo lo faccio
sempre io! Sì, hai ragione. Allora domandati: “Cosa
mi succederà se rompo le balle a DrHouse93?”
MARZULLO: Cosa mi succederà se rompo le balle a DrHouse93? Risponditi: Mi AvadaKedavra
MARZULLO: Mi Avada che? AvadaKedavra!
Harry capì e si diede una risposta. Vedendo un baule
che si muove da solo, è chiaro che doveva esserci qualcuno di invisibile a
portarlo. Senza indugiare, Harry entrò nel primo scompartimento che trovò. Era
pieno. Ne provò un altro. Pieno. Un altro. Pieno
98742010354320 tentativi dopo…
Ma
quanto cazzo è lungo sto treno? Si chiese Harry mentre
si apprestava ad aprire un altro scompartimento. Era vuoto. Tornò visibile e ci
si buttò sopra. Rimase per un po’ a osservare il panorama fuori dal vetro,
quando la porta dello scompartimento si aprì.
FINE!!!
No scherzo, non finisce affatto qui il capitolo, anzi era da un po’ che volevo
arrivare a questo momento
Harry si voltò. Un ragazzo alto quanto lui, con
capelli rosso fuoco, pieno di lentiggini e con un baule nella mano destra e una
gabbia con dentro un topo nella sinistra, era appoggiato alla porta dello
scompartimento. Harry lo guardò, incuriosito, chiedendosi cosa volesse.
«Ti dispiace?» disse il ragazzo.
«Mi dispiace cosa?» chiese Harry
«Boh, ma mio padre dice sempre che prima di chiedere qualcosa devo dirlo»
rispose il ragazzo
«Perché, che volevi chiedermi?»
«Sai che 2 non fa 3?»
«Certo, è la base della matematica. Ma che c’entra?»
«Boh, ma sul copione c’è scritto così»
«Quale copione?»
«Quello del film no?»
«Quale film?»
«Ma sei scemo? QUESTO film!»
«Cioè questa non è la vita reale, ma un film?»
«Bravo, ci sei arrivato finalmente. Sembri un po’ ritardato»
«Anche questo c’è scritto sul copione?»
«No, questo no»
«E allora perché me l’hai detto?»
«E che ne so io! E’ DrHouse93 che mi scrive i discorsi!»
«Ma non era un film questo?»
«Pesce d’Aprile!»
«Ma se siamo a Settembre!»
«Si ma fra sette mesi è Aprile»
«E allora?»
«Allora avevo ragione io: Pesce d’Aprile!»
«Ma vaffancu…»
«Comunque volevo chiederti se potevo sedermi qui. Il treno è pieno»
Harry fu lì lì per rispondere ‘no’, ma poi cambiò idea.
HARRY: Ehi, non vale farmi cambiare idea! Si che vale
HARRY: No, non è giu…invece è giustissimo EHEHEHEHEH
Il ragazzo si sedette nel sedile di fronte a Harry e
disse: «Comunque io sono Ron. Ron Weasley. Ah, è lui è Crosta» aggiunse poi indicando il topo
nella gabbia. Harry si impietrì. Era seduto nello stesso scompartimento del
ragazzo che apparteneva alla famiglia a cui aveva rubato tutto l’oro della
segreta della Gringott? Oppure era solo una
coincidenza che facesse di cognome Weasley?
«Tu invece come ti chiami?» chiese Ron, fissando incuriosito la faccia di
Harry.
«Co…? Oh, io…io mi chiamo Harry Potter» balbettò Harry. Ron sgranò gli occhi.
Prese a fissarlo come se non potesse credere ai propri occhi. Come se davanti a
lui ci fosse seduto ZacEfron KRAK-HOOM!!!
HARRY: Ahio! Ma perché mi hai scagliato un fulmine
addosso? Ron pensava che fossi come ZacEfron e ho fatto la cosa più
giusta. Sia per lui, che per te.
RON: Ehi, ma io lo odio ZacEfron!
Non stavo pensando che fosse simile a lui!(Indicando Harry) Bravo Ron, tu sì che capisci
HARRY: Be’, che c’è di strano? ZacEfron è simpa… KRAK-HOOM!!!
«Fossi in te starei zitto» suggerì Ron a un amareggiato e bruciacchiato Harry.
«Sì, non hai tutti i torti» convenne Harry. Chiacchierarono molto per quasi
tutto il viaggio, interrompendosi solo per prendere tutto ciò che portava il
carrello dei dolci sul treno. Trovarono di tutto: Gelatine Tutticazzi+1(«Le
uniche caramelle a forma di cazzo» spiegò Ron), Merdarane(«Non
far caso al nome, in realtà sanno di cioccolato» «Sei sicuro?» «No, ma sul
copione c’è scritto così»), Panda Frizzoli in scala
1:1 e molto altro. Poi Harry trovò, in un pacco di Merdarane, una strana figurina. Sembrava in 3D e
raffigurava un vecchio dall’aria familiare. La girò e lesse: Marcus Silente, famoso per avere il nome più
lungo del mondo, aver scoperto i dodici usi del sangue di drago, aver sconfitto
GellertGrindelwald in un
leggendario duello - DUE ORE DOPO - e
aver collaborato con Nicholas Flamel nei suoi
esperimenti alchemici.
«Ho trovato Silente!» esclamò Harry dopo aver finito di leggere.
«Zzzzzz…Eh? Cosa…Ah si, Silente…Io ne ho sei di lui a
casa. A proposito, mio fratello Fred mi ha insegnato a far diventare giallo
Crosta. Vuoi vedere?». Harry annuì, non avendo niente di meglio da fare che
continuare a guardare il Silente della figurina che era morto di vecchiaia
mentre Harry leggeva. Ron estrasse la bacchetta e la puntò contro Crosta. Aprì
bocca ma non fece in tempo a dire una sola parola che la porta dello
scompartimento si aprì di nuovo. Una ragazza, con capelli castani e
cespugliosi, già vestita con la divisa di Hogwarts, e
all’incirca alta quanto Harry e Ron, entrò. Harry e Ron si voltarono a
guardarla. Ron aprì bocca(non per formulare un incantesimo), ma con aria
sognante, e un rivoletto di bava gli colò da un angolo della bocca. Harry non
se ne accorse, e nemmeno la ragazza, che continuava a guardare il caos che
dominava lo scompartimento. Poi si voltò verso Harry e Ron e chiese: «Qualcuno
ha visto un vibratore? Un pirla di nome Neville l’ha perso». Harry si mise a
riflettere su quanto bizzarra fosse quella domanda, Ron si limitò a scuotere il
capo, sempre con quell’aria sognante. La ragazza lo ignorò, ma si illuminò
quando vide la bacchetta di Ron.
«State facendo magia?» esclamò, «Vediamo».
Ron si riscosse. Puntò la bacchetta contro Crosta e, deciso a fare bella
figura, ordinò: «AbraKadabra.
BibidiBobidiBu. Stupido topo diventa blu!». Non accadde nulla.
Accigliato, riprovò. Provò a cambiare formula: «Blu!»
Non accadde nulla.
«Arancione!»
Non accadde nulla.
«Mellon!»
Non accadde nulla.
«Andiamo correndo cogliendo cotone. Torniamo correndo cotone cogliendo!»
Non accadde nulla.
«Cotendo!»
La ragazza si spazientì e, in un raptus di rabbia, puntò la bacchetta contro
Ron e urlò: «PetrificusTotalus!».
Ron si immobilizzò come un demente e rimase rigido e duro(non entriamo nei particolari)come
la pietra. Harry guardò esterrefatto prima lui, poi la ragazza che, osservando
meglio Harry, esclamò eccitata: «Ohhhhh! Tu sei Harry
Potter!»
Anche stavolta si chiese come facesse a conoscere il suo nome. Annuì
«Sì, e lui è Ron Weasley»
«Piacere, io sono HermioneGranger»
rispose la ragazza, ignorando completamente Ron. Sciolse l’incantesimo e se ne
andò. Harry raccontò a Ron quanto era successo.
«Davvero non sai perché tutti ti conoscono?» chiese Ron, incredulo.
«No, perché?» incalzò Harry.
«Be’, è una storia molto triste» esordì Ron. «Te la racconterò molto in fretta,
così non soffrirai»
Harry annuì.
«Allora…devi sapere….»TWOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOT«…e
questo è tutto»
«Ma non ho capito una mazza!» protestò Harry.
«Davvero? Be’, comunque non posso raccontartelo di nuovo» disse Ron. «Siamo
arrivati a Hogwarts»
Ok
ragazzi, ecco qui il settimo capitolo, in viaggio sul Nespresso
di Hogwarts. Spero che abbiate colto l’allusione all’uomo-cappuccino
di inizio capitolo, che rompe le palle a tutti prima di farli salire sul
treno(Capito no? Nespresso=Cappuccino=Uomo-Cappuccino? Divertente vero? Eh? No?
Be’…ehm…vaffanculo). Noi ci vediamo Lunedì prossimo
per il capitolo seguente: La Cappella
Parlante! E ricordatevi di recensire se vi è piaciuto questo chap. Sul serio, non vi costa nulla. Ciao ragazzi/e, a Lunedì!
Harry
Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve -
Capitolo 8: La Cappella Parlante -
Harry scese dal treno, trasportando nella mano
destra il baule di scuola, e nella sinistra la gabbia di Merdige.
Ron, che lo seguiva, gli stava decisamente molto simpatico. Si avviò lungo il
binario, non avendo la più pallida idea su dove cazzo andare si mise a piangere
come un bimbo minchia. Poi udì una voce familiare che ripeteva sempre la stessa
cosa: «99 scimmie saltavano sul letto! Una cadde a terra e si ruppe il
cervelletto!». Harry si fece largo tra la folla, prendendo a cazzotti i
passanti e venendo pestato in risposta. Così, dopo due ore e un quarto, arrivò
piuttosto malconcio alla fonte della voce, che adesso continuava a ripetere:
«Allarme! Allarme! Allarme! Allarme! Allarme!»(P.S.: Leggete I Mitici 8 per
ulteriori spiegazioni). Harry vide la fonte della voce: era Hagrid.
«Hagrid, si può sapere che cosa diavolo stai
dicendo?» chiese Harry
«Eh, mi ricordo quando noi Mitici 8 siamo penetrati - che brutta parola - nel quartier generale di Krum
e l’allarme continuava a ripetere sempre la stessa cosa» rispose Hagrid, nostalgico.
«Cioè?»
« Allarme! Allarme! Allarme! Allarme! Allarme!(chissà perché)».
«Ma Hagrid, non avevi detto che I MITICI 8 SONO UNA
SQUADRA SEGRETA FORMATA DA SILENTE?»
«Sì esatto, ti avevo già detto che I MITICI 8 SONO UNA SQUADRA SEGRETA FORMATA
DA SILENTE»
«E allora perché stai divulgando in giro le loro avventure e continui a
ripetere che I MITICI 8 SONO UNA SQUADRA SEGRETA FORMATA DA SILENTE?»
«Io non continuo a ripetere che I MITICI 8 SONO UNA SQUADRA SEGRETA FORMATA DA
SILENTE»
«Sì invece, l’hai detto anche adesso!»
«Ho detto cosa?»
«Hai detto che I MITICI 8 SONO UNA SQUADRA SEGRETA FORMATA DA SILENTE»
«Harry» intervenne Ron, per la prima volta da quando aveva iniziato a gridare
come un demente con Hagrid, «falla finita, ci stanno
guardando tutti»
«Cosa?» chiese Harry, che adesso sussurrava. «E perchè?»
«Perché tu e Hagrid continuate a ripetere che I
MITICI 8 SONO UNA SQUADRA SEGRETA FORMATA DA SILENTE»
Deficienti,
volete muovervi e farla finita di continuare a gridare che I MITICI 8 SONO UNA
SQUADRA SEGRETA FORMATA DA SILENTE?
SILENTE: Sì, grazie per averlo detto a tutto il mondo
HAGRID: Aver detto cosa?
SILENTE: Che I MITICI 8 SONO UNA SQUADRA SEGRETA FORMATA DA ME STESSO Sì bene, ora muovetevi
(P.S. Vorrei ringraziare Fantasy Dipendente, il mio migliore amico, per avermi
suggerito lo sketch che questi quattro idioti si mettono a gridare una cosa
segreta dove possono sentirli tutti e continuano a ripeterla)
Harry seguì così Hagrid,
con Ron al suo seguito, e insieme salirono su una delle barche, accingendosi ad
attraversare il lago per raggiungere Hogwarts.
«Sai che mio fratello George mi ha detto che c’è una piovra gigante nel lago di
Hogwarts?» chiese Ron, un po’ intimorito.
«Ma va là, quale piovra gigante» rispose Harry, spavaldo, «E in ogni caso, io
non ho minimamente pau…»
All’improvviso la loro barca si rovesciò e tutti i loro bagagli, compresi Harry
e Ron, finirono in acqua, mentre vedevano una piovra gigante che sfrecciava nel
lago sotto di loro.
«Harry?» fece Ron
«Sì?» rispose Harry.
«Vaffanculo»
«Grazie, questo me lo meritavo»
Si affrettarono a nuotare verso il castello, mentre Hagrid
e le sue barche se ne sbattevano altamente di Harry e Ron e continuarono a
navigare. Raggiunsero il castello bagnati fradici, lambiccandosi su cosa ne
sarebbe stato dei loro bagagli. Poi, pensando di essere tremendamente in
ritardo, si misero a correre. Raggiunsero un enorme portone dove erano radunati
tutti i ragazzi del primo anno, e con loro grande sorpresa erano ancora tutti
lì che aspettavano, a quanto pare, loro due.
«Erenoren» disse una voce
rauca. Solo ora Harry si accorse che davanti ai ragazzi c’era una
professoressa, era stata lei a parlare.
«Pene» esordì, «ienesserenprofessoressen Minerva McStrudel.
Esserenvicepresiten del proffessorSilenten. Stavamenaspettanden voi due pirlen, etstavendicenden che oltrenquestenportonenesserenSalenGlanden,
dove voi veretesmistaten.
Le quattrencasenesseren: Grifontoren, Tassorossen, Corvoneren, etSerpeverten, che proffessorSilentendicen ti voler campiarenomen in Sempreverten. Vostrencasen sarà vostrenfamiglien. Ogni cosenpuonen ve farenguatagnarepunten, mentre ognenregolenenfranten ve farenperterepunten.
Pene, oren che abbiamenfiniten ti tirencretinaten, aspettatemen qui che ienantaren at prenderenregistren»
Harry non aveva capito manco una mezza mazza. Rimase lì ad aspettare, ma appena
aprì bocca per chiedere spiegazioni a Ron, un ragazzo si parò davanti a lui.
Era alto esattamente quanto Harry, con un viso a punta, lisci capelli biondi, e
la stessa espressione da ebete che solcava il viso di Harry. Prima che Harry
gli chiedesse molto garbatamente(“Ma che minchia vuoi?”) cosa volesse, il
ragazzo parlò per primo.
PAUSA
CENA!!! Ragazzi vado a cenare, ci vediamo dopo.
Bene, rieccomi qui. Ora possiamo continuare con il
racconto
«Allora è vero quello che dicevano sul treno»
cominciò il ragazzo.
«Cosa?» chiese Harry, che stava notando l’espressione da coatto sul suo volto.
«Ti piacerebbe saperlo, eh?»
«Ciuppa!»
«Crepa!»
«Muori!»
«Schiatta!» DUE ORE DOPO…
«Comunque, è vero quello che dicevano sul treno» ripetè
il ragazzo.
«Cioè?»
«Che vendevano Merdarane a 2 galeoni, una vera ladrata!»
Harry fu lì lì per mandarlo a quel paese, quando il
ragazzo, dopo aver scoccato (una freccia?)No, uno sguardo alla cicatrice,
proseguì: «Dunque sei tu. Quello di cui tutti parlano. Il Pirla Che E’
Sopravvissuto. Harry Potter» KRAK-HOOM HARRY: Ahio! Che cazzo c’entra mo il
fulmine? Niente, ma in tutti i film dopo una
rivelazione così c’è sempre un fulmine di sottofondo.
HARRY: Sì ma non addosso al protagonista! Eh vabbè,
quelli sono dettagli
HARRY: E poi questa è una fan fiction, non un film! Sì, ma dalla fan fiction faranno il
film. Quindi sta zitto e non rompere le balle. E vai a litigare con Malfoy
«Io sono Peppe Malfoy» si presentò il ragazzo. «Ma tutti mi chiamano Draco»
«Perché assomigli a un drago?» chiese Harry senza riuscire a trattenersi, e
chiedendosi come mai Malfoy conoscesse il suo nome.
«No, perché sono un povero deficiente che si fa chiamare Draco»
«E perché?»
«E che ne so! E’ mio padre e l’autore che sono due basta…»
E così, per la prima volta in vita sua, Harry vide cadere un fulmine su una
persona che non era lui. Stava per urlare felici… KRAK-HOOM Un fulmine lo centrò in pieno, facendolo svenire. Harry si svegliò
di soprassalto. Si trovava ancora nella Sala d’Ingresso, e la McStrudel si accingeva a far entrare i ragazzi nella Sala
Grande. Si affrettò a rialzarsi e a seguire gli studenti dentro la Sala Grande.
Ai suoi occhi si presentò una spettacolo meraviglioso. Si trovavano in una sala
grandissima, con un corridoio centrale e, ai due lati del corridoio, c’erano
due lunghe tavole, per un totale di quattro tavole, ognuna per casa. In fondo
alla Sala, c’era il tavolo dei professori. Harry vide un vecchio seduto su una
specie di trono, un vecchio dall’aria familiare, e capì che doveva trattarsi di
Silente. Migliaia di candele galleggiavano accese a mezz’aria, tra il pavimento
e il soffitto aperto, che rifletteva il cielo stellato e leggermente nuvoloso.
Dietro di sé sentì Hermione bisbigliare: «Non è
veramente a cielo aperto, è solo un incantesimo. C’è scritto su Storia di Hogwarts, perché l’ho letto io!». La fila di ragazzi si
fermò. La McStrudel salì i gradini che conducevano al
tavolo dei professori e, sistematasi affianco a uno sgabello sul quale era
posato un vecchio cappello a punta, si girò verso i ragazzi del primo anno.
«Dunquen,» iniziò, «quanden
ve kiamen, veniten su questensgabellen, mettevencappellenparlanten en testenetleinsceglierencasen a cui dovretenstaren».
Harry non capì perché desse del femminile al Cappello, ma poi, guardando
meglio, si accorse della strana forma che aveva. Sembrava una cappella…
HARRY: La Cappella Sistina? Ehm si, Sistina… …e, anziché avere lo strappo col quale parlava all’altezza di una bocca
umana, ce l’aveva in cima alla punta. Chissà perché, si chiese Harry.
«AbbottenHannen!» la McStrudel cominciò l’elenco. Una ragazza si fece
timidamente avanti e disse, con voce incerta: «Ma io mi chiamo Hannah Abbott…»
«Stupefactum!». Non fece neanche in tempo a finire
la frase che venne presa in pieno dall’incantesimo della McStrudel.
La McStrudel la trascinò sotto al Cappello, voglio
dire, alla Cappella, che urlò: «Tassorosso!»
Lo Stupefamento continuò, finchè
la McStrudel non Stupefece Malfoy.
Lo trascinò sotto alla Cappella, che gridò quasi all’istante: «Sempreverde!».
Toccò poi a HermioneGranger.
«Ma che cazzo di ordine segue?» sussurrò Harry a Ron.
«Boh» rispose Ron.
Toccò poi a Ron. Quando la Cappella si fu posata sulla testa di Ron, disse:
«Ah, un altro Weasley, eh? Il primo che mi fa ciuppa lo disintegro» aggiunse poi minaccioso, mentre
alcuni ragazzi si accingevano ad aprire bocca. «So perfettamente dove mandarti»
continuò la Cappella. «Corvone…Ehm,
voglio dire…Grifondoro! Scusate ma la memoria gioca brutti
scherzi». La McStrudel sfilò la Cappella dalla testa
di Ron, ancora Stupefatto, e lo trascinò alla tavola di Grifondoro.
Harry continuò a lambiccarsi su che tipo di ordine seguisse, quando accadde.
«Harryn Potter!» chiamò la McStrudel.
L’atmosfera nella Sala mutò all’istante. Tutti si voltarono a fissare Harry,
persino Silente, che sembrava guardarlo col suo sguardo a Raggi X. Harry,
nervoso, si incamminò verso lo sgabello, domandandosi cosa si prova a rimanere
Stupefatti. La McStrudel alzò la bacchetta. Harry
sentì il suo cuore sbattere tra le costole, quasi come volesse romperle e
fuggire.
«Stupefactum!»
Harry chiuse gli occhi, mentre aspettava la zampillo di luce rossa che
l’avrebbe colpito al petto. Ma non sentì alcun colpo, così riaprì gli occhi,
giusto in tempo per vedere la McStrudel accasciata a
terra, con una strana espressione vacua: Stupefatta. Harry alzò gli occhi per
vedere Silente in piedi, con la bacchetta alzata.
«Professore,» esordì Harry, rivolto a Silente, «perché l’ha fatto?»
«Boh, non sapevo che fare» rispose con semplicità Silente. Harry si avvicinò
cauto sullo sgabello e si mise la Cappella sulla testa. Odorava di pesce. Chissà perché, fece in tempo a
pensare Harry, prima che la Cappella parlò. «Ma porca
BESTEMMIED BESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIED. Chi
sei tu? Ah si. Harry Potter. Il Pirla Che E’ Sopravvissutto.
Ma tu sei strano, ragazzo mio. Nel tuo corpo, oltre ai poteri magici, sono
racchiusi dei poteri anormali, anche per un mago. Sì, caro ragazzo. Tu hai 10
poteri diversi. Puoi diventare invisibile a comando e parlare tante lingue,
puoi fare il leader, puoi parlare il Serpentese, puoi
fare figure di merda ed essere innaturalmente sfigato, puoi giocare bene a Quidditch e a Calcio Rotante, puoi avere un culo così, puoi
essere scemo “ogni tanto”, ma soprattutto, il potere più inutile di tutti, è
quello donatoti da Marcus Silente: il potere di svegliarti sempre di
soprassalto. Il potere è poi trapelato, e ormai quasi tutti si svegliano così,
a causa di Silente. Ma tu hai anche due poteri donatoti dai Babbani.
Hai un orecchio in grado si sentire più degli altri, poiché è meccanico, e un
microchip. Sì, tu saresti perfetto per la casa di Tassorosso»
Harry sgranò gli occhi. Voleva finire a Grifondoro, e
ci sarebbe finito a ogni costo.
«Io voglio andare a Grifondoro»
«D’accordo allora andrai a Corvonero»
«Ho detto: Grifondoro»
«Va bene: Tassorosso. Non c’è niente di male»
«GRIFONDORO»
«Va bene va bene. Andrai a Sempreverde»
«Col cazzo!»
«No, coi piedi»
«Senti, brutta BIP BIPBIPBIPBIPBIPBIPBIP - DUE ORE DOPO - BIP BIPBIPBIP voglio andare a Grifondoro»
«No, ormai ho deciso. Andrai a Sempreverde, e niente mi farà cambiare idea»
«Proprio niente?» chiese Harry, disperato.
«Bè, forse qualcosa ci sarebbe» riflettè
la Cappella.
«Cosa?»
«Devi correre nudo per la scuola per tutta la notte»
«Cosa?!? Manco per le balle!»
«Allora diventerai un Sempreverde»
Era
mattina presto. Harry si appoggiò al letto, sfinito, ma contento della sua
impresa. Si sfregava i genitali, nel tentativo di riscaldarli. Sono un Grifondoro,
pensò Harry, mentre il ricordo di lui che correva nudo per la scuola rimase
vivido nella sua mente. Finalmente capì il motivo di alcune cose che riusciva a
far capitare. Era un raccoglitore. Nel suo corpo erano racchiusi 10 poteri
anormali diversi. E se voleva, poteva usarli consapevolmente. Poi, una nota
dissonante interruppe i suoi pensieri. Formulò il pensiero ad alta voce, come
se farlo potesse alleviare il colpo.
«Ma io non sono stato Stupefatto!»
Ma, come se non stesse aspettando altro, Ron comparve da dietro un letto un
perfetto stile Acchiappa la Talpa, alzò la bacchetta e si preparò a lanciare l’incantesimo
su Harry, nudo e rannicchiato ai piedi del letto, ma fu preceduto da Hermione.
«Stupefactum!»
Harry fu preso in pieno petto, fu ribaltato, e provò una sensazione
stranissima, ma piacevole. Era incapace di muoversi, riusciva a pensare, ma
solo molto lentamente, e tutto ciò che vedeva sembrava galleggiare in quella
che sembrava aria liquida. E inoltre anche il tatto, l’olfatto e l’udito erano
calati. Era una sensazione magnifica. Poi udì la voce di Ron, remota e come da
un’enorme distanza. Dapprima fu incomprensibile, ma poi afferrò il significato
delle parole: «Ehi, non vale stavo per Stupefarlo i…!»
«Stupefactum!»
Ok ragazzi/e, finisce qui un altro
capitolo! Lo pubblico oggi poiché ieri sono nati imprevisti e non ho fatto in
tempo. Spero vi sia piaciuto, e la mia unica richiesta è sempre la stessa: se
vi è piaciuta, RE-CEN-SI-TE!!! Ok, noi ci vediamo Lunedì per il prossimo
capitolo! Non vi dico il titolo perché non so manco io qual è. Ciao ragazzi/e,
a Lunedì!
Harry
Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve
- Capitolo 9: Lezioni di volo -
Harry si svegliò di soprassalto. Si guardò attorno:
era ancora nudo e rannicchiato ai piedi del suo letto, nella sala comune. Ancora
rintontito per lo Stupefacente di Hermione, si alzò,
tentando di ricordare cosa fosse successo. Poi, lentamente il ricordo della
Cappella Parlante e di tutto ciò che era successo dopo riaffiorò. Barcollò fino
al baule, lo aprì, ma scoprì inorridito che era vuoto. Si mise a frugare
dappertutto in cerca della sua roba. Poi, affacciandosi alla finestra, vide Hagrid che rideva come un demente e la portava di nascosto
nella Foresta Proibita, probabilmente
per darla da mangiare ad Aragog. Incazzato nero,
Harry prese i vestiti del baule della prima persona che si ritrovò davanti:
Neville. Harry scrollò le spalle e si vestì. Non appena ebbe finito Ron si
alzò, e insieme si diressero nella Sala Grande. Arrivati lì però scoprirono che
era chiusa. Guardarono l’orologio: erano le 09.45. Era iniziata la prima ora da
un quarto d’ora. I due si misero a correre. Arrivarono nella classe di
Trasfigurazione, aprirono la porta e si precipitarono dentro. Erano tutti
intenti a scrivere. Hermione si girò a guardarli e
ridacchiò. Harry e Ron si precipitarono al loro posto. Si guardarono intorno,
non c’era traccia della McStrudel. C’era solo un
vecchio gatto che li fissava tutti. Harry distolse lo sguardo tentando di
guardare altrove. Il gatto miagolò. All’improvviso, la porta si spalancò e
Silente entrò correndo. Mentre correva ordinò: «Minerva! Ritrasformati in un
essere umano!».
Il gatto miagolò ma non fece in tempo a finire che Silente ruggì, puntando la
bacchetta contro di lui:
«AvadaKedavra!»
Ci fu un lampo di luce verde, e il gatto cadde giù dalla cattedra, morto.
Silente, orripilato, si lanciò sul gatto e, senza
esitare, lo baciò sulla bocca. La classe fissava incredula e sbalordita la
scena. A un certo punto, una voce alle spalle di Silente intervenne: «Silenten?».
Silente si girò di scatto e si ritrovò davanti la McStrudel.
«Minerva! Ma…tu…qui…il gatto…» balbettò, «e che cazzo! Di nuovo!»
La McStrudel lo ri-scrutò
come in cerca di qualche evidente malattia mentale.
«Silenten, perkè tu aferepaciatengatten?» chiese.
«Lo sai che è tutta l’estate che vado in giro a pomiciare con gatti sperando
che si trasformino in una gnocca da paura, cioè te!(Ma che schifo!)» rispose Silente. «Si
può sapere dov’eri stavolta?»
«Ereninvisibilen per controlarenmeglienragazzen, ma primenesserenantaten su Salarien»
«E che ci sei andata a fare sulla Salaria?»
«Non è ovvio?» intervenne Harry, a sorpresa. L’attenzione della classe si
spostò su di lui. «Era andata a battere i wrestler!
Chi ha incontrato? Jeff Hardy? JBL? RandyOrton?»
Attimo di esitazione…
(A)Harry (gli) si afflosciò a terra, colpito da ventisette incantesimi
contemporaneamente, più un fulmine. Si fece nero, e tutto svanì.
Harry si svegliò di soprassalto. La classe si stava
svuotando. Si rialzò in piedi a fatica e seguì Ron.
«Non è giusto» protestò Harry. «Quella battuta me l’aveva suggerita Hagrid» Nono bello, non dire minchiate. Quella “BATTUTA”
l’avevi inventata te, dopo l’uscita dall’ospedale, quando Hagrid
ti ha detto che era andato sulla Salaria
«Sì, ma i discorsi me li scrivi te» ribattè Harry. E che c’entra?
«Che la battuta l’hai inventata tu indirettamente» No, l’hai inventata te
«Ma non è ve…invece è vero EHEHEHEHEH»
Si avviarono per il castello, dirigendosi nei sotterranei, dove avrebbero
svolto la prima lezione di Pozioni dell’anno. Trovarono la porta aperta, ed
entrarono. Si sedettero ai propri posti, e, dopo qualche minuti, entrò il
professore(o professoressa?) di Pozioni. Aveva dei capelli neri e unti, che si
aprivano sul viso giallastro come due tendine. Aveva un’espressione
indecifrabile. Aveva una veste nera e, forse se l’era immaginato, Harry credeva
di aver visto delle tette sulla pancia, di dimensioni molto ridotte. I suoi
occhi neri vagarono per la classe e si soffermarono su Harry.
«Buongiorno a tutti. Sono la professoressa SeverusCuffaro. Ma siccome ieri sono andata da un chirurgo Babbano, mi sono fatto togliere la f*ca,
anche se non sono riusciti a far nulla per la palla mancante, e ho cambiato
nome all’anagrafe. Adesso sono il professor SeverusPiton» KRAK-HOOM
«Fammi indovinare, » fece Harry, dopo essere stato colpito da un fulmine,
«colpo di scena, eh?» Ciuppa! Bravo hai indovinato Piton si avviò verso la cattedra, e all’improvviso
Harry capì.
«Professoressa! Lei aveva una foca!» gridò a Piton.
La stanza ammutolì. Piton si voltò a guardare Harry,
e ghignò.
«A parte che ormai sono un professore, Potter» disse con la sua voce beffarda.
«E poi, f*ca vuol dire fica, non foca, deficiente di
un ragazzo. Vediamo se sei veramente stupido come sembri. Quanto fa 68594705646891236400545,
92453 periodico + 1?» chiese. Harry esitò. Non aveva capito una mezza mazza del
numero, ma non fece neanche in tempo a schiarirsi le idee che Piton disse: «Lo sapevo, non lo sai»
«Vediamo, voglio darti un’altra possibilità. Come potresti guarire un
avvelenato? Ecco, non sai neanche questa. Sei proprio come tuo padre. Stupido e
rompicoglioni. Ma, mi sento generoso oggi»
«Voglio darti un’ultima possibilità»
«Cosa vuol dire Errare humanum…non sai neanche questa. Qual è il suo nome?»
chiese poi Piton rivolto a Hermione
«HermioneGranger» rispose Hermione.
«Bene, signorina Granger. Abbassi quella cazzo di
mano o gliela taglio e poi gliela ficco nel ****»
«Nel naso?»
«No, non era quella la mia intenzione. Quanto a te, Potter» aggiunse rivolto a
Harry. «68594705646891236400545, 92453 periodico + 1 fa 68594705646891236400546,
92453 periodico. Gli avvelenati si curano con un clistere di piscio dell’avvelenato.
E Errare Humanum
Est vuol dire Errare è umano. Proprio come te, che sbagli sempre. 79502813232593694
punti in meno per Grifondoro».
E detto questo la lezione finì. Harry era furioso per il trattamento ingiusto
al quale era stato sottoposto. Uscì per primo dalla classe, ma si era scordato
tutta la roba in classe, così tornò a riprenderla e arrivò in ritardo alla
lezione successiva, quella di volo.
L’insegnante, Madama BadaBUM! Si chiamava così perché
da piccola si divertiva a giocare con le granate e con Incanti Esplosivi.
«E i vicini non dissero mai nulla?» aveva chiesto Harry a Ron, che gliel’aveva
spiegato.
«Non ce li avevano più, i vicini» aveva risposto Ron.
Arrivò nel cortile, dove trovò delle scope per ciascuno di loro. Ancora una
volta, lezione con i Sempreverde. Ma chi cazzo l’ha fatto l’orario?,
pensò Harry, furioso.
QUELLA
MATTINA…
«Ah, è ora di fare gli orari scolastici» disse
Silente nel suo studio. «Allora, prendiamo i dadi. Uno. Prima ora: Grifondoro e Sempreverde. Rilanciamo. Uno. Ok, Grifondoro e Sempreverde anche in seconda ora. Rilanciamo.
Sei! Ah no, è uscito uno. Allora di nuovo Grifondoro
e Sempreverde…»
«Bene» esordì Madama BadaBUM!,
«oggi vi insegnerò a volare sulle scope. Bisogna essere molto attenti nel
farlo, altrimenti la scopa potrebbe scivolarvi e potrebbe finirvi in un posto
che vi causerebbe molto dolore. E per chi fa il cretino, o per chi lo è già,
questa cosa non dovrebbe essere per niente nuova»
Harry guardò di soppiatto Malfoy, che “INSPIEGABILMENTE”
si grattava.
«Allora» proseguì MadamaBadaBUM!, «per prima cosa,
dovrete posizionarvi alla destra della vostra scopa, tendere la mano, e dire,
con decisione: “Su!”. Bene al mio via provateci. Uno…due…tre….via!»
«Su!» risuonò per il cortile. Con stupore di Harry, la scopa gli balzò in mano
al primo colpo. Malfoy lo fissò accigliato, poi provò
e accadde la stessa cosa. Potere di Krum: Giocare bene e Quidditch e
a Calcio Rotante. Hermione provava e riprovava,
ma la sua scopa si limitava a oscillare a pochi centimetri da terra. La scopa
di Ron non si mosse, ma solo perché lo disse con poca convinzione. Alla fine
ritentò ed ebbe successo, ma la scopa non finì nella sua mano, bensì nel suo
BIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIP.
Dopo che delle barelle ebbero portato in infermeria Ron, Tiger, Goyle e Hermione, la lezione
continuò.
«Bene, ora salite sulla scopa come se fosse un cavallo» ordinò Madama BadaBUM!. «E quando fischio, datevi una spinta con i piedi.
Uno…due…Paciock che stai facendo?!?». Neville era
schizzato in aria(con la scopa, vi starete chiedendo voi). No, non con la
scopa, ma con uno strano liquidino bianco, poi era caduto sulla scopa, che era
partita a tutta velocità, imbizzarrita. Madama BadaBUM!
Continuò a ripetergli di farlo scendere, ma Neville, venuto(NB: è venuto, non
svenuto), non la sentì. La scopa sfrecciò folle per tutto il cortile,
strapazzando Neville, che, dopo alcuni giri della morte, cadde sulla scopa e
morì(wow, che novità). La scopa cadde e gli si infilzò nel
BIIIIIIIIIIIIIIIIIIP.
«Restate qui mentre porto questo demente di Paciock
in infermeria. Al primo che vola di nuovo, metterò la sua scopa nel
BIIIIIIIIIIIIIIIIP». Se ne andarono. Malfoy si
avvicinò e notò una palla di vetro che luccicava sul prato.
«Guardate!» esclamò a tutta la classe, «Paciock ha
perso il suo coglione! Rompiamoglielo!» e cominciò a ridere da solo per dieci
minuti buoni.
«Malfoy, sei proprio un demente» intervenne Harry,
finita la risata. «Quello è il mio
coglione, non di Neville. Ridammelo subito»
«Quindi è tuo?» chiese Malfoy con finta curiosità, e
ricominciò a ridere da solo per altri dieci minuti buoni(Immaginatevi un
ragazzo di undici anni che ride da solo per dieci minuti).
«Vediamo, ho un’idea migliore» disse Malfoy. Salì
sulla scopa e si staccò da terra, sollevandosi di tre metri. «Perché non te lo
vieni a prendere?».
Harry salì sulla scopa, consapevole che Malfoy stava
sfidando un essere umano imbattibile, dato che aveva 10 poteri sovrannaturali.
Si alzò da terra e si levò davanti a Malfoy. Scattò
in avanti, ma Malfoy scartò e si invertirono le
posizioni. Poi Malfoy prese il coglione e lo lanciò
lontano. Harry si lanciò all’inseguimento, scartò un paio di ninja saltati in
aria per ucciderlo e prese il coglione. Poi notò una torre. Non avrebbe fatto
in tempo a frenare, ma non se ne preoccupò. La Cappella Parlante gli aveva
spiegato come funziona il microchip, e aveva finalmente capito perché ogni
volta che lo azionava tutti lo guardavano increduli…
SPACK!!! Ti vuoi muovere e attivare il microchip invece di continuare a pensare?
HARRY: Ehi, è colpa tua stavo…non è vero è colpa mia EHEHEHEHEH
Harry si concentrò a fondo e continuò a ripetere
nella sua mente: Devo attivare il microchip… Devo attivare il microchip… Devo
attivare il microchip… Devo attivare il microchip… Devo attivare il microchip…TRE
ORE DOPO… Devo attivare il microchip… Devo attivare il microchip… Devo attivare
il microchip…Strano, non mi sono ancora schianta…
SPACK!!!
Harry si concentrò a fondo e continuò a ripetere
nella sua mente: Devo attivare il microchip… Devo attivare il microchip… Devo
attivare il microchip… Devo attivare il microchip… Devo attivare il microchip… Devo
attivare il microchip…E finalmente si attivò. Il mondo iniziò ad andare al
rallentatore, mentre lui, tranquillamente, faceva dietrofront con la scopa
rallentata(è lui che è velocissimo, non la scopa) e, mentre tornava indietro,
sferrò un cazzotto a Malfoy e atterrò, mentre il
potere del microchip svaniva. La classe si buttò attorno a lui, e lo
abbracciarono, e lo baciarono, e lo spogliarono e così l’orgia ebbe inizio! All’improvviso arrivò la McStrudel che si fermò
davanti a Harry e disse: «Potter? Seguimen». Harry la
seguì, riluttante, pensando che l’avrebbe detto a Madama BadaBUM!,
che gli avrebbe messo la scopa nel BIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIP. Ma, con sua grande
sorpresa, lo portò davanti a una classe.
«Aspettemenquien» disse,
ed entrò. Uscì poco dopo con un ragazzo alto, con capelli castani, e ben piazzato,
che guardò sorpreso Harry.
«Potter, questenesserenOliferBastarden» disse la McStrudel. Harry strinse la mano all’omonimo Oliver Bastard. «Bastard,» proseguì la McStrudel, «ti aferetrovatenCercatoren!» KRAK-HOOM!!!
Ok
ragazzi/e, ecco qui un altro capitolo. Spero vi piaccia, e mi scuso per il
ritardo ma avevo temporaneamente finito le idee. Ricordatevi di recensire se vi
è piaciuto, noi ci vediamo Lunedì con il prossimo esilarante capitolo: Halloween! Ciao ragazzi/e, a Lunedì!
Harry
Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve -
Capitolo 10: Halloween -
Harry stava attraversando il campo di Quidditch della scuola con Bastard,
che quella mattina aveva annunciato che era andato dall’anagrafe a farsi
cambiare nome.
«Siccome tutti continuavano a prendermi in giro chiamandomi bastard,»
aveva spiegato, «e ogni volta che andavo dai prof a fare la spia non avevo
prove perché potevano anche chiamarmi per cognome, stamattina sono andato
dall’anagrafe e mi sono fatto cambiare il cognome. Quindi da oggi mi chiamo
Oliver Bastone».
Harry, con la mano destra, ancora bruciacchiato, portava una scopa, mentre con
la sinistra portava per un manico una cassa insieme a Bastone.
«Allora, Harry,» stava spiegando Bastone, «il Quidditch
è un gioco che si svolge su scope, ed è formato da due squadre da nove
giocatori ciascuno. Tre Cacciatori, due Battitori, un Portiere e un Cercatore»
Harry riflettè su quanto gli aveva appena detto
Bastone. Poi arrivò alla conclusione.
«Ehi, ma i giocatori sono sette, non nove!»
Bastone esitò, mentre tentava di guardarsi la fronte come per chiedersi che
cosa cazzo avesse appena detto. Poi sorrise.
«Ma certo, sette!» disse Bastone. «Lo sapevo sin dall’inizio, volevo solo
sapere se eri attento!».
Harry, per niente convinto, si apprestò a ribattere, ma Bastone lo anticipò:
«Senti, stai zitto e non rompere le palle»
«Comunque, il Quidditch si gioca a cavallo di scope.
Il compito dei Cacciatori, è di lanciarsi la Puffa»
«La cosa?» domandò Harry, perplesso.
«La Puffa» rispose Bastone, prendendo una palla grossa quanto un pallone da
calcio, rossa e con degli abbozzamenti qua e là.
«Perché si chiama così?» chiese Harry.
«Be’, perché all’inizio aveva le sembianze di una gnocca
ed era di color blu. Così la chiamammo Puffa. Poi un demente fece un
incantesimo eterno, perché non siamo ancora riusciti a dissolverlo, e l’ha
trasformata in questa palla abbozzata rossa. Comunque il compito dei Cacciatori
è il compito di passarsi la Puffa, che è questa, e tentano di farla passare in
uno dei tre anelli…» e indicò degli anelli a bordo campo, retti da dei pali a
15 metri di distanza. «…mentre il Portiere, che nella squadra di Grifondoro sono io, devo proteggere tutti e tre gli anelli
e tentare di non far passare la Puffa, altrimenti i giocatori lo squartano
vivo. No scherzo. Bella battuta eh?»
Harry si trattenne, sia dal dirgli che faceva cagare sia dal fargli ciuppa. Per tralasciare, indicò una palla grande quanto una
noce di cocco, incatenata, che tentava di liberarsi, sembrava.
«Ah sì» disse Bastone, e porse una mazza, in apparenza da baseball, ma più
piccola, a Harry. «Prendi questa»
«Che ci faccio?» domandò Harry.
«Devi ficcartela su per il BIIIIIIP» rispose Bastone.
«Cosa, e perché?» protestò Harry.
«Stavo scherzando!» rispose Bastone. A Harry cominciavano a stargli sui maroni quegli scherzetti del cavolo. Ma non disse nulla.
Bastone tolse la catena a una delle palle rosso scuro grande quanto una noce di
cocco, e subito quella schizzò(che
brutta parola) in aria. Dopo un po’, quella riscese con l’intento di
colpire in faccia Harry, che capì a cosa serviva la mazza allora. Caricò,
pronto a fare un lancio da record…
CROCK!
La palla gli ruppe il naso, il sangue schizzò dappertutto e Harry morì
dissanguato.
FINE!!
Che c’è, non vi piace? Ok allora ricorreggiamo qualcosina.
Dopo un po’, quella riscese con l’intendo di colpire
in faccia Harry, che capì a cosa serviva la mazza allora. Caricò, pronto a fare
un lancio da record…
La colpì di striscio, quella volò rasoterra e, dopo qualche giro della morte,
tornò indietro e tentò di colpire Bastone. La palla gli ruppe il naso, il
sangue schizzò dappertutto e Bastone morì dissanguato!
FINE!!
Bella storia vero? Cosa, è già finita? Ah no, allora non va bene. Facciamo
morire qualcun altro
La colpì di striscio, quella volò rasoterra e, dopo
qualche giro della morte, tornò indietro e tentò di colpire Bastone. Questi la
schivò, la palla continuò a sfrecciare e colpì sul naso Neville, al quale si
ruppe, il sangue schizzò dappertutto e Neville morì dissanguato!(Non preoccupatevi, tanto il suo scopo nelle
mie fan fiction è quello di morire per poi resuscitare e morire di nuovo. Anche
se non è sempre così). Bastone riacciuffò la palla al volo, mentre questa
tentava di ucciderlo, e rimase un po’ ad ansimare e divincolarsi per terra,
quasi come se si stesse facendo una CENSURED con la palla. Dopo tre ore,
Bastone posò la palla nel baule e la richiuse col lucchetto. Si alzò e spiegò a
Harry: «Ecco, questi sono i Bastardi. Ma siccome nessuno voleva che li chiamassimo
così, li chiamiamo tutti Bolidi. Il loro scopo è quello di disarcionarti dalla
scopa e di farti morire dopo un volo di quindici metri. O, in alternativa, ti
rompono il naso, il sangue ti schizza dappertutto e muori dissanguato! E quindi
il compito dei Battitori, che nel Grifondoro sono
Fred e George Weasley, è di scacciare via i Bolidi o,
in alternativa, ficcare la mazza su per il CENSURED degli avversari». Harry
aveva capito. Ma, guardando nel baule, notò un’altra palla, anzi pallina,
completamente d’oro, grande quanto una noce. Harry la indicò a Bastone, che
sorrise come un bambino stupido a cui sono state promesse delle caramelle
andate a male, e lo prese in mano. Siccome faceva freddo, avevano tutti e due i
guanti.
«Questo» spiegò Bastone, «è il CENSURED d’Oro, ma siccome nessuno voleva che lo
chiamassimo così, lo chiamiamo tutti Boccino d’Oro(Se volete scoprire il significato del CENSURED mettete una ‘h’ tra le
due ‘c’ e la ‘i’). E’ la palla più veloce di tutto il campo. Il compito del
Cercatore, cioè tu, è quello di acchiapparlo prima che lo faccia il Cercatore
dell’altra squadra, pena la morte istantanea da parte del resto della squadra»
«Scherzi di nuovo, vero?» chiese Harry.
«No» rispose Bastone. «Comunque, una volta preso, il Boccino d’Oro fa
guadagnare centocinquanta punti alla squadra del Cercatore che l’ha preso, e fa
finire la partita. Se non lo prendi, la partita continua. La partita più lunga
è durata 1032135798462105321649787…»
«…ore?» lo interruppe Harry.
«No» rispose Bastone. «Settimane. I giocatori infatti sono poi morti tutti.
Perciò vedi di darti da fare. Capito tutto?»
«Sì. Solo una cosa. Questo è il Quidditch. Ma allora
il Calcio Rotante cos’è?»
«E’ una variante del Quidditch. Negli allenamenti
delle squadre è obbligatorio giocare a Quidditch, ma
nelle partite si gioca a Calcio Rotante»
«Ho capito, ma cos’è?»
«Boh, mi sono scordato»
«Come ti sei scordato?!?!?»
«Scherzetto!!!»
«Senti brutto CENSURED CENSURED…»DUE ORE DOPO«…BESTEMMIED CENSURED vuoi farla finita con questi
stupidi scherzetti?»
«Va bene, va bene. Comunque, il Calcio Rotante è praticamente identico al Quidditch. L’unica differenza è che ogni giocatore deve
tentare di sferrare un calcio rotante a un giocatore della squadra avversaria,
con lo scopo di distrarlo, buttarlo giù dalla scopa, o rompergli il naso, far
schizzare il sangue dappertutto e farlo morire dissanguato!». Harry rimase a
fissare Bastone, poi, quando si fu stufato, esattamente un’ora dopo, lo salutò
e tornò nella Sala Comune di Grifondoro. Guardandosi
indietro vide Bastone ancora fermo a fissare il punto in cui Harry se n’era
andato. Non appena ebbe varcato il ritratto della Puttana Grassa, trovò Ron
seduto su una poltrona davanti al fuoco. Si sedette e raccontò a Ron gli eventi
della giornata. Ron rimase colpito quando seppe che Harry era diventato
Cercatore del Grifondoro.
«Harry, che culo!» esclamò Ron, facendo voltare 76953021498213 facce verso di
lui. «Tu sei il più giovane giocatore di Calcio Rotante da almeno mezzo bimillennio!(Mezzo bimillennio?!?)».
«Davvero?» chiese Harry.
«Sicuro!» annuì Ron. Rimasero a parlare per un po’, discutendo su quando ci
sarebbe stata la prima partita inaugurale del campionato: Grifondoro
- Sempreverde. Alla fine andarono a dormire. Harry, passando davanti alla
finestra, vide Bastone ancora fermo nel punto dove Harry se n’era andato, e,
sembrava, stava parlando da solo. Il tempo passò, e la partita di Calcio
Rotante si avvicinava. Sarebbe stata una settimana dopo Halloween. Il castello
era stato decorato per la festa. Neville era morto(di nuovo)dopo che Pix gli ebbe lanciato in testa una zucca pesante la modica
cifra di 9 tonnellate. Gazza aveva inseguito Pix dopo
l’accaduto, ma aveva fatto la stessa fine di Neville. Ma siccome sia Gazza che
Neville erano due cogliendo, voglio dire coglioni, a nessuno importò più di
tanto e il giorno dopo erano di nuovo vivi. Finchè
arrivò il giorno delle lezioni del 30 ottobre. Harry e Ron si stavano recando a
Incantesimi: il professor Minkius aveva loro
annunciato che quel giorno avrebbe insegnato loro l’Incantesimo di LibraCertosa. Quando Harry aveva chiesto spiegazioni a Ron,
era stata Hermione a rispondere a sorpresa, facendo
sobbalzare i due: «Si chiama così perché oltre a far levitare il bersaglio, che
può essere un oggetto, ma anche un animale o un essere umano, qualunque cosa,
lo riempie di stracchino della Certosa, rendendolo goffo. C’è scritto su Storia
di Hogwarts, perché l’ho letto io!». Successivamente,
a causa dello spavento, Ron le aveva fatto l’imitazione, cosa che aveva fatto scoppiare
in lacrime Hermione. Harry notò invece che non usciva
più alcun rivoletto di bava dalla bocca di Ron quando compariva Hermione. Entrarono nella classe, e Minkius
annunciò loro, con la sua vocetta stridula: «Allora,
ragazzi, come promesso oggi vi spiegherò l’Incantesimo di LibraCertosa.
Allora, prendete le bacchette. Molto bene. Ora, la formula è: Wingardium Certosa. Ma la formula da sola non
basta. Mentre la pronunciate, infatti, dovrete muovere in un modo particolare
la bacchetta: dovrete prima agitarla a destra, e a sinistra, e poi darle una
stoccata. In breve, agitare e colpire. Forza, ora, provateci tutti!».
Harry estrasse la bacchetta e, agitandola, ordinò: «Wingardium Certosa!». La piuma davanti a lui che si sarebbe dovuta alzare in
aria si limitò a riempirsi di stracchino, ma solo lievemente. Poi non accadde
nient’altro. Anche Ron, al suo fianco, stava provando e riprovando: «Wingardium Cèrtosa!». Non accadde nulla.
«Wingardum Certosa!»
Non accadde nulla.
«Wingadium Certosa!»
Non accadde nulla.
«WingardiùmCertosà!»
Non accadde nulla.
«WlingardiumSarkozy!»(Che fa rima con pipì(Ok, questa potevo risparmiarmela))
Qualche banco più in là, invece, Hermione faceva
volare con disinvoltura la sua piuma ricoperta di stracchino.
«WingardiumCertosà!» ordinò
Ron, dopo 4698652731202379 tentativi, stoccando furiosamente la bacchetta. A
quel punto Hermione, incazzata perché a causa di Ron
le lezioni successive a Incantesimi erano state sospese, intervenne e, con aria
e voce da saputella spaccamaroni, disse: «Fermo,
fermo, fermo. Così gliela ficcherai nel CENSURED a qualcuno. E poi, hai
sbagliato formula per 4698652731202380 tentativi. Non era nessuna di quei
precedenti 4698652731202380 tentativi. E’ Certosa,
non Certosà,
oppure Cèrtosa, oppure Sarkozy, oppure Certiosa, oppure Ceertosa, oppure Certooooooooooosa,
oppure Certossa,
oppure…»UN’ORA DOPO«…e nemmeno Certosì!»
concluse esclamando. Ron era rosso di rabbia.
«Fallo tu, allora» ringhiò.
«Wingardium Certosa» fece Hermione,
e la piuma di Ron subito fu sollevata in aria e riempita di stracchino. Ron
adesso era verde. Probabilmente si starà trasformando in Hulk, pensò Harry, che era l’unico demente in tutta la
stanza capace di pensare a una cosa ridicola come quella. Più tardi, uscendo
dalla classe e dirigendosi verso la Sala Grande, Ron stava facendo una spietata
imitazione di Hermione: «Fermo, fermo, fermo. Così gliela ficcherai nel CENSURED a qualcuno. E
poi, hai sbagliato formula per 4698652731202380 tentativi. Non era nessuna di
quei precedenti 4698652731202380 tentativi. E’ Certosa, non Certosà,
oppure Cèrtosa, oppure Sarkozy, oppure Certiosa, oppure Ceertosa, oppure
Certooooooooooosa, oppure Certossa,
oppure…»UN’ORA DOPO«…e nemmeno Certosì!
Mamma mia che palle! Ma come si fa a sopportarla? Ci credo che non ha amici…».
Sfortunatamente Hermione era dietro di lui e sentì
tutto: scoppiò in lacrime e andò via correndo.
«Forse dovresti chiederle scusa» suggerì Harry, che ancora una volta notava la
bizzarra assenza del rivoletto di bava e dell’aria sognante.
«Col cavolo» sbottò Ron. «Non la sopporto proprio, per quanto bella possa
essere. Ha troppo l’aria e la voce da saputella. E se ne va sempre in giro
vantandosi di aver letto Storia di Hogwarts. Sembra
sia l’unica. E ci credo, hai mai visto quanto è grosso Storia di Hogwarts? E’ enorme, e lei…» e continuò così finchè non si sedettero al tavolo di Grifondoro.
Hermione non c’era, ma Ron non ci badò. Harry
sembrava l’unico a farci caso. Il banchetto iniziò, proprio mentre un fulmine
crepitava sulle loro teste. Fuori, era una notte buia e tempestosa. Harry udì
Neville dire a Seamus che Hermione
era rimasta tutto il pomeriggio a piangere nel bagno delle ragazze, ma poi si
soffocò con un pezzo di carne e morì(Ohilà, che notizia). Stavano mangiando
allegramente tutti quanti cantando come dementi sbronzi, quando all’improvviso
il portone dalla Sala Grande si spalancò e entrò il professor Rat-Man, col turbante oscillante e un’aria sconvolta. Tutti
si voltarono a guardarlo.
«N’OrsCoatton!!» esclamò,
parlando pugliese come al solito. «N’OrsCoatton! Ni sutterraan! Ye ve l’ei ditt». TRADUZIONE: Un Orso Coattone!
Nei sotterranei!Io ve l’ho detto.
E detto questo svenne. KRAK-HOOM
HARRY: E basta costi colpi
di scena addosso a me, non li sopporto più! Ma CENSURED, buttali su qualcun a…
Ma Harry venne interrotto da un boato assordante. Tutti i ragazzi urlavano, si
alzavano precipitosamente, si urtavano, tentavano la fuga. All’improvviso un
grido li fece zittire e voltare tutti.
«SILEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEENZIO!!!» tuonò Silente, dal tavolo dei
professori. «Idioti! Non c’è alcun bisogno di spaventarsi! I Mitici 8 hanno già
affrontato un Orso Coattone, e sanno come
sbarazzarsene. Perciò, ordino a tutti i prefetti e ai Capiscuola di condurre
gli studenti nelle loro Sale Comuni, mentre noi Mitici 8 inizieremo l’ispezione
del castello da…(i sotterranei?)…No, dalla Torre Nord. Ora, fuggite,
sciocchi!».
«Ma chi sono i Mitici 8?» gridò un ragazzino di Tassorosso.
«Sono UNA SQUADRA SEGRETA FORMATA DA ME STESSO» rispose Silente. Poi lui e gli
altri professori e i Mitici 7 uscirono da una porta dietro il tavolo dei
professori. I prefetti e i Capiscuola delle quattro case si alzarono e si
apprestarono a uscire, con tutta la marmaglia di studenti al seguito. Harry e
Ron seguirono Fransy per un po’ sulle scale, poi
Harry sferrò una gomitata a Ron.
«Che vuoi?» sbottò Ron.
«Niente, solo darti fastidio» rispose Harry, ridacchiando.
«Ma vaf…!»
«Cazzo, Hermione!»
«E che c’entra mo?»
«Non sa niente dell’Orso Coattone! Dobbiamo
avvertirla!»
«No! Tu va avanti, la avviserò io. Tu non pensare a me!»
«La fai finita?»
«Si ok».
Si precipitarono verso il bagno delle ragazze, e si apprestarono a entrare.
Avevano appena aperto la soglia quando notarono una scena raccapricciante: Hermione rannicchiata in un angolo, e l’Orso Coattone, con una mazza in mano, che la sovrastava.
«Ehi, questo è il bagno delle ragazze! Non puoi stare qui!» gridò Harry come un
cretino. L’Orso Coattone si girò a guardarlo. Aveva
la solita espressione da ebete mentre continuava a ripetere: «EHEHEHEHEHEH».
Poi si rivoltò contro Hermione e butto giù un paio di
divisori. Hermione schivò il colpo buttandosi per
terra. Harry e Ron presero a lanciargli detriti, nel tentativo di distrarlo.
«Ehi tu!» gridò Ron, disperato. «Se ti giri ti darò delle caramelle!» e gli
scagliò contro un pezzo di legno. Questa la colpì in testa, e l’Orso Coattone si girò a guardarli. Hermione
approfittò della distrazione e sgattaiolò sotto ai lavandini. L’Orso Coattone però la vide e sferrò una mazzata al lavandino sopra
Hermione, che si scansò appena in tempo. L’Orso Coattone caricò il braccio con la mazza e Harry reagì senza
riflettere(tanto non è la prima volta). Attivò il microchip, e tutto iniziò ad
andare al rallentatore. Corse verso la mazza dell’Orso Coattone,
mentre questi la caricava al rallentatore, e con un balzo ci salì sopra. Il
colpo andò a vuoto perché Harry scivolò dalla mazza quando si trovava sopra la
testa dell’Orso Coattone. Gli finì sopra, l’Orso Coattone continuava ad agitarsi, ma Harry non poteva fare
nulla, nemmeno col microchip attivato. L’Orso Coattone
tentò di scrollarselo di dosso, ma con il solo risultato che la bacchetta di
Harry gli si ficcò nel…
HARRY: Eh no dai, che schifo! Io da lì non la prendo! Deficiente, era nel naso, se gli si infilava
nel c**o eravate già tutti belli che morti.
Dicevo, ma con il solo risultato che la bacchetta di Harry gli si ficcò nel
naso. La distrazione di Harry bastò all’Orso Coattone
per afferrarlo con una mano, e a capovolgerlo. Harry rimase a testa in giù, col
sangue che gli saliva al cervello. Riusciva a evitare i colpi dell’Orso Coattone solo grazie al microchip, poiché quello cercava di
prenderlo a mazzate. Harry gridò a Ron: «Fa qualcosa, muoviti!».
Ma poiché il microchip era attivato, parlò a velocità anomala, e Ron udì Harry
dire, con voce stridula: «Fqlcsmvt!». Harry
fu così costretto a disattivare il microchip. Schivò il colpo dell’Orso Coattone, disattivò il microchip e urlò a squarciagola:
«Ron, fa qualcosa, muo…!»
SPACK!
La mazza lo colpì in pieno sulla faccia. Si fece nero, e tutto svanì. Harry si
svegliò di soprassalto. L’Orso Coattone non pareva
essersi accorto che Harry era svenuto(essendo scemo), perché continuava a
tirargli mazzate. Intanto udì Ron che tentava e ritentava l’incantesimo di LibraCertosa, mentre Hermione,
esasperata, gli diceva: «Ron, dai, agitare e colpire! So che puoi farcela, sei
un bravo mago!» e detto questo arrossì di colpo. Anche Ron arrossì, ma qualcosa
parve scattare nel suo cervello, perché, dopo due ore di tentativi andati a
male, esclamò: «Wingardium Certosa!». L’incantesimo funzionò
immediatamente. Non seppe perché la mazza non si ricoprì di stracchino, ma
almeno si sollevò in aria, e, con uno schianto secco, cadde sulla testa vuota
dell’Orso Coattone. Subito quest’ultimo mollò la
presa su Harry, che cadde a terra. E oscillando, oscillando, e oscillando,
s’ammosciò(che brutta parola), e
cadde a terra, generando un terromoto che fece cadere
un albero addosso a Neville che stava correndo nel parco cantando con voce da
bimba. Hermione uscì da sotto il lavandino, incerta,
e ancora rossa in faccia. Anche Ron era ancora rosso in faccia e, Harry notò
con piacere, aveva di nuovo quell’aria sognante e il rivoletto di bava dalla
bocca aperta. Poi si riscosse, ma pareva compiaciuto per la sua impresa.
«E’…morto?» chiese Hermione, incerta.
«No macchè» disse Harry. «E’ solo svenuto»
«E tu come lo sai?» domandò Hermione, che aveva
finalmente abbandonato quell’aria e quella voce da saputella.
«Boh» rispose Harry. «E’ DrHouse93 che mi scrive i discorsi, mica io».
«Ehi Harry,» fece Ron, «cosa diremo ai professori se ci trovano qui?»
«Ehm…ma che ne so…Ah sì, diciamogli che eravamo andati a spiare Hermione!»
«Ehi!»
Ok
ragazzi/e, qui finisce il capitolo 10! Spero vi sia piaciuto, e se sì,
abbondate con le recensioni. Tanto non vi costa nulla! Cioè, a me Erika non mi
fa pagare per recensire le storie, non so se con voi è lo stesso, ma se lo è
allora non c’è problema no? Comunque, noi ci vediamo Lunedì per il prossimo
esilarante capitolo: La partita! E,
un’ultima cosa, se volete leggere una breve
descrizione di Orso Coattone, andate qui(è tratto
dalla mia prima fan fiction, i Mitici 8): http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=212651&i=1
e scorrete un po’ con il capitolo. Ok, detto questo vi saluto, ciao ragazzi/e,
a Lunedì!
Harry
Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve -
Capitolo 11: La Partita -
Harry si svegliò di soprassalto. Era appena stato
svegliato da una russata fragorosamente rumorosa(O.o)di Ron. Guardò l’orologio, e
si disse che comunque tra breve si sarebbe comunque dovuto svegliare, perciò
non c’era motivo di squartare Ron pezzo a pezzo per averlo svegliato. Rimase
per un po’ a fissare il soffitto come un demente, mentre si ricordava cos’era
successo la sera prima, dopo aver sconfitto l’Orso Coattone.
Stavano per andarsene quando erano entrati la McStrudel,
Piton e Rat-Man. La McStrudel li aveva subito sgridati, così Harry e Ron si
erano giustificati dicendo che erano andati a spiare Hermione.
Ma la cosa incredibile era successa allora, quando Hermione
aveva confermato la storia di Harry e Ron. Harry ancora non riusciva a
crederci: HermioneGranger,
la più brava del loro corso, che mentiva spudoratamente a un professore! Be’,
d’altronde c’era anche da immaginarselo, visto che altrimenti a quest’ora, non
fosse stato per Harry e Ron, starebbe girando come una cretina nello stomaco
dell’Orso Coattone. E inoltre, pensò Harry, mentire
alla McStrudel non era poi neanche lontanamente
difficile come pensava: non capiva molto bene l’italiano(perché lo sanno tutti che in Gran Bretagna si parla italiano), e
soprattutto era rincoglionita al massimo. Più di Hagrid.
Harry si alzò dal letto. Stava per vestirsi, quando gli venne in mente un’idea
“DIABOLICA”. Si erse in tutta la sua altezza(che non è molta), aprì bocca e,
molto delicatamente, sussurrò: «BELLAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!!!!».
Tutti si svegliarono di soprassalto. «Ma che ca…»
cominciò Ron, ma fu interrotto da Harry.
«Neville, prendi il telefono!». Neville, ancora mezzo addormentato, afferrò una
scarpa e la mise a mo’ di telefono.
«BELLAAAAAAAAAAAA!!!!!!» fece Ron.
«BELLAAAAAAAAAAAA!!!!!!» gli fece eco Harry.
«BELLAAAAAAAAAAAA!!!!!!» gridò Neville.
«Dean, prendi il telefono!» urlò Harry.
«Pronto?» chiese Dean.
«BELLAAAAAAAAAAAA!!!!!!» fece Ron.
«BELLAAAAAAAAAAAA!!!!!!» gli fece eco Harry.
«BELLAAAAAAAAAAAA!!!!!!» gridò Neville.
«BELLAAAAAAAAAAAA!!!!!!» strillò Dean.
«…AAAAAAAAAAAAAAA...» continuò Harry, nonostante Ron e Dean avessero smesso.
Neville, tentando di rimettere a posto la scarpa, era scivolato dal letto ed
era morto rompendosi l’osso del collo(Olè!!).
UN’ORA DOPO
«…AAAAAAAAAAAAAAAaaaaaaaaaaaaaaaa…Uff!»
concluse finalmente Harry.
«Finito?» chiese Ron.
«Sì, tranquillo» rispose Harry. Dopo aver svegliato mezzo castello, iniziò a
vestirsi. Scesero giù e trovarono Hermione che li
aspettava. Non appena li vide arrivare sorrise. Inutile dire che Ron aprì la
bocca e cominciò a sbavare come un demente, per poi riscuotersi dopo un po’. Si
avviarono insieme verso la Sala Grande. Era difficile non rimanere amici,
specie quando Harry e Ron le avevano salvato la vita. Harry aveva poi scoperto
che, senza la sua solita aria e voce da saputella era molto simpatica. Poiché
avevano perso tempo a fare i cretini nel dormitorio, arrivarono in ritardo e
fecero una ben magra colazione. Harry stava per dirigersi al campo di Quidditch, con Ron e Hermione al
fianco, quando una voce beffarda e strascicata lo chiamò.
«Ehi, Potter!».
Harry si voltò. Draco(mica sono come la Rowling io, che chiama i personaggi per cognomi u.u), con Tiger e Goyle al
suo seguito, si avvicinava. Si fermò davanti a Harry e disse: «Stavo discutendo
con Tiger prima»
Harry trattenne l’impulso di rispondergli: “Ma ‘sti
cazzi’ non ce lo metti?”. Draco si voltò verso Tiger.
«Stavamo discutendo su quanto fosse stupido Potter, vero, Tiger?».
Tiger, con la sua sapienza da filosofo, rispose: «EHEHEHEHEHEH».
«Malfoy, ma levati dal CENSURED» sbottò Harry.
«Altrimenti cosa fai? Vai a fare la spia dai professori?» scoppiò a ridere Draco. «Professore!»,
e fece una vocetta infantile, da cretino, «Malfoy mi da fastidio! Gneeeeeeeeeee!»
e detto questo rise ancora più forte. Tiger e Goyle
risero, ma non perché avevano capito la battuta, ma perché erano stupidi e
facevano tutto quello che faceva Draco. A quel punto
Harry non ci vide più.
HARRY: Ma no dai! Pure cieco vuoi farmi diventare?!? -.- idiota ‘non ci vide più’ nel senso
che ti incazzi di brutto
HARRY: Ahhhhhhhhhhhhh
«Senti brutto CENSURED figlio di CENSURED pezzo di CENSURED, tuo padre è uno
CENSURED, tua madre è una CENSURED…»UN’ORA
DOPO«…BESTEMMIED BESTEMMIED CENSURED BESTEMMIED
CENSURED capito? Non hai neanche il coraggio di affrontarmi senza Tiger e Goyle!». Draco esitò, soprattutto dopo una sfilza di termini
così delicati e garbati, ma si riprese quasi subito, e sogghignò: «Non ho il
coraggio, Potter? Ce l’ho eccome. Che ne dici di fare un duello, stanotte a
mezzanotte, nella sala dei trofei? Non c’è mai nessuno»
«D’accordo» intervenne Ron a sorpresa. Hermione
sussultò. «Io sono il suo secondo. Il tuo chi è?». Draco
si voltò a guardare Tiger e Goyle, come per valutare
chi dei due fosse meno stupido. Essendo impossibile, dopo un po’ disse:
«Aspettate che faccio la conta. Ambarabaciccì…»UN’ORA DOPO«…coccò!
Ecco, scelgo Tiger».
«Zzzzz…eh?» esclamarono in coro Harry, Ron e Hermione.
«CIUP…!» cominciò Draco.
«Stupefactum!» urlarono tutti e tre insieme. Draco, colpito dal triplice Stupefacente, fu scaraventato a
terra. (NB: Quando una persona viene
colpita da più di uno Stupefacente, quando quest’ultimo è ancora in funzione,
gli effetti dell’incantesimo sono sempre gli stessi, non vengono moltiplicati.
In compenso si somma il tempo della durata degli altri Stupefacenti(1 ora ciascuno)scagliati). Harry, Ron e Hermione si
avviarono verso il campo di Quidditch.
***
Era una notte buia e tempestosa. Nel silenzio del
castello le loro scarpe facevano solo dei lievi tonfi, mentre si affannavano a
setacciare tutto il terzo piano, in cerca della sala dei trofei. Erano tre ore
che giravano a vuoto, senza essere riusciti a trovarla. Se fossero arrivati
troppo tardi, Draco li avrebbe ritenuti dei codardi e
sbeffeggiati a vita, e questo Harry non poteva permetterlo. Finalmente la
trovarono: era proprio in fondo al corridoio. Si avviarono veloci e, arrivati
alla porta, la spalancarono, ed entrarono gridando: «AHA!». Subito si pentirono
di averlo fatto. Dentro alla sala, infatti, non c’era né Draco,
né Tiger. C’era Gazza, che era profondamente addormentato, e non diede cenno di
svegliarsi neanche quando loro entrarono urlando nella stanza. Harry sospirò di
sollievo, poi esclamò: «Che culo! D’oh!». Gazza si svegliò di soprassalto, ma
non fece in tempo a riconoscerli perché in quel preciso momento Harry gli
lanciò il primo trofeo che si ritrovò sotto mano. Gazza fu colpito in pieno
petto dal trofeo, e cadde a terra imprecando e bestemmiando. Harry urlò:
«CORRETE!». Si girò quando vide che Ron e Hermione si
erano messi a correre prima ancora che lui lanciasse il trofeo. Si affrettò a
seguirli. Uscì dalla sala dei trofei, poi attivò il microchip, e in men che non si dica li raggiunse, poi lo disattivò, e tutti
e tre si fermarono davanti a una porta chiusa a chiave. La spinsero, la presero
a calci, la tirarono, la presero a capocciate ma nulla, la porta non si
muoveva. Intanto Harry sentiva Gazza sibilare tra i corridoi: «Bastardi…se vi
prendo…oh, finirete nei guai, sìsì, tessoro sì…».
Disperato, Harry tempestò di pugni la porta, da dentro soggiunse la flebile
voce di Neville: «Avanti…», poi si udì un ringhio, un urlo prolungato, e poi
solo i sibili e gli ansimi di Gazza che li cercava.
«Ma certo!» esclamò Hermione. Si avvicinò alla porta,
puntò la bacchetta e ordinò: «Alohomora!».
Subito la porta si aprì con uno scatto. I tre si precipitarono dentro, e si
richiusero la porta alle spalle.
«Maledetti…sudici piccoli hobbit…si sono nascosti, tessoro…ma non preoccuparti, oh sì, non preoccuparti…li
troveremo, e poi li uccideremo…e poi…prenderemo noi il tessoro…e
diventeremo noi il padrone del tessoro!! Sì!!»
udirono Gazza sibilare, mentre si allontanava e tornava indietro. Harry sospirò
di sollievo, e si girò. Solo ora si accorse che Ron era rimasto paralizzato
tutto il tempo a fissare una cosa verde fosforescente sul pavimento. Harry notò
dapprima il cadavere di Neville(no comment), tutto
sbrindellato sul pavimento, poi il suo sguardo si spostò più in la e rimase
paralizzato pure lui. La cosa che emanava la luce verde fosforescente era un chiwawa, ma non un chiwawa
qualunque, aveva tre teste. I tre continuavano a fissare terrorizzati il chiwawa radioattivo, finchè
quello, che ancora fissava la sua cena, non alzò gli occhi su di loro. Si mise
a ringhiare e si avventò su Harry, Ron e Hermione.
Harry lo schivò, gli diede un cazzotto, ma si prese la scossa a causa della
radioattività. Mentre il chiwawa era a terra e si
rialzava, i tre aprirono la porta e se la diedero a gambe. Non appena
arrivarono nella Sala Comune, Ron esplose.
RON: Ma no dai! Perché devo esplodere proprio io? E io perché vi ho voluto fare così
deficienti? ‘Esplose’ nel senso che non ce la facevi più e ti è uscito tutto
fuori
RON: Detto così pare brutto Be’…ehm…non hai tutti i torti…
HARRY: Io non ho capito Lasciamo perdere…
«Ma Silente è diventato un Rincoglione? Perché cavolo
tiene quel mostro del cavolo in una scuola? A che scopo?» sbottò Ron.
«Secondo me non si trovava lì per caso» rispose Hermione.
«Io l’ho squadrato per bene, e ho visto che quando siamo entrati stava su una
botola. Quindi faceva la guardia a qualcosa. La domanda è, che cosa?»
«Non ne ho idea» disse Harry, nonostante nessuno l’avesse interpellato. «Ma
faremmo meglio a dormirci su. Buonanotte» aggiunse poi quando Hermione si avviò nel dormitorio femminile. Si mise il
pigiama, ma non si addormentò subito: rimase a rimuginare su quale potesse
essere il motivo per cui Silente teneva un mostro simile nel castello. Era come
diceva Hermione, faceva la guardia a qualcosa? Oppure
era come diceva Ron, Silente era stato colpito da una rara forma di RincoglionusTotalus? Si
addormentò scervellandosi su quale potesse essere la risposta. Questa arrivò la
mattina dopo. Mentre facevano colazione, dopo che Harry aveva sghignazzato
vedendo che Draco non era riuscito a farli espellere
e dopo avergli scagliato uno Stupefacente, aveva notato che Hermione
era rimasta paralizzata nell’intento di leggere il giornale dei maghi
consegnatogli da un gufo postino: la Gazzetta del PROFETA (Progressivo
Riempimento Oltre Figa E sTicAzzi).
Quando Harry le aveva chiesto perché fosse rimasta così, Hermione
lesse ad alta voce: « ‘E’ stato
confermato ieri, dai folletti della Gringott, la
penetrazione(che brutta parola) di alcuni Maghi Oscuri in una camera
blindata della Gringott. I folletti sono rimasti
sconvolti, in quanto nessuno era mai riuscito a entrare, malgrado essi siano
brutti e bassi. Fortunatamente, nulla è stato trafugato dalla camera blindata
713, poiché questa era stata svuotata in precedenza, sotto ordine di Marcus
Silente, noto Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, dal Custode delle Chiavi e dei Luoghi di Hogwarts, RutteusHagrid. Il contenuto della camera blindata è quindi, se
qualche potenziale ladro volesse saperlo, attualmente è a Hogwarts’
Non posso crederci. Una rapina alla Gringott! Non era
mai successo!» concluse Hermione. Harry rimase un po’
pensieroso. Poi osservò: «Ma che cazzo di giornale è, uno che fornisce
potenziali informazioni a eventuali ladri?».
«La Gazzetta del PROFETA è sempre stata così» disse Ron, con l’aria di chi la
sa lunga. «Non c’è da stupirsi quindi»
«Ehi ma allora,» fece Harry,«SO CHE CI FA IL CANE
RADIOATTIVO NEL CORRIDOIO PROIBITO DEL TERZO PIANO»
«Davvero?» chiese Hermione. «Ma come fai a sapere CHE
CI FA IL CANE RADIOATTIVO NEL CORRIDOIO PROIBITO DEL
TERZO PIANO?»
«Vuoi sapere CHE CI FA IL CANE RADIOATTIVO NEL
CORRIDOIO PROIBITO DEL TERZO PIANO?»
«Sì, mi piacerebbe molto sapere CHE CI FA IL CANE
RADIOATTIVO NEL CORRIDOIO PROIBITO DEL TERZO PIANO»
«Ragazzi,» intervenne Ron, «smettetela di gridare che volete sapere CHE CI FA IL CANE RADIOATTIVO NEL CORRIDOIO PROIBITO DEL TERZO
PIANO»
«Perché, tu non vuoi sapere CHE CI FA IL CANE
RADIOATTIVO NEL CORRIDOIO PROIBITO DEL TERZO PIANO?»
«Sì che voglio sapere CHE CI FA IL CANE RADIOATTIVO
NEL CORRIDOIO PROIBITO DEL TERZO PIANO, ma almeno smettetela di gridare che
sapete CHE CI FA IL CANE RADIOATTIVO NEL CORRIDOIO
PROIBITO DEL TERZO PIANO».
A quel punto si alzò Piton che disse: «Il signor
Potter, la signorina Granger e il signor Weasley sono pregati di smettere di gridare che sanno CHE CI FA IL CANE RADIOATTIVO NEL CORRIDOIO PROIBITO DEL TERZO
PIANO. E, per averlo scoperto, 103264988485750 punti in meno per Grifondoro».
Harry lo ignorò. Poi disse: «Avevi ragione tu, Hermione.
Quel cane fa la guardia a qualcosa. Alla cosa che prima stava nella camera
blindata numero 713 della Grigott. E avevi ragione
anche tu, Ron, Silente deve essere affetto da una forma di RincoglionusTotalus, perché altrimenti avrebbe messo
qualcos’altro a guardia di quella botola, non un cane radioattivo a tre teste»
***
La partita si avvicinava. E lo si percepiva anche
tra i corridoi del castello. Agli studenti delle case avversarie continuavano a
succedere gli incidenti più bizzarri, e Neville era morto per cause ancora più
stupide del solito: talmente stupide che non le so nemmeno io, quindi mi
limiterò a scrivere solamente ‘per cause ancora più stupide del solito’. Harry
era riuscito a schivare gli incantesimi lanciategli contro da alcuni
Sempreverde solo grazie al microchip. Anche se più di una volta era stato
inavvertitamente colpito da un Incantesimo Dolor Prostatae,
che faceva venire dei dolori alla prostata, ed era stata ricoverato con urgenza
in infermeria. Ron era stato invece colpito da un Incantesimo Bloccatus In SaeptoTaurorum, che blocca l’avversario sul posto e, come se
fosse rimasto bloccato a novanta in un recinto di tori da monta fosse
stato…Be’, potete immaginarlo da soli. Quanto a Hermione,
invece, non si era più vista in giro da quando un Sempreverde gli aveva
scagliato in Incantesimo Pompinus, che fa venire
nella vittima un’irresistibile voglia di fare un CENSURED al primo che passa. E
venne quindi il giorno della partita. Harry si svegliò di soprassalto. Non che
fosse una novità, ma stavolta era nervoso. Guardò il dormitorio. Nonostante la
rassicurazioni di Bastone, Harry non era del tutto convinto che nessuno fosse
mai morto in una partita di Calcio Rotante. Non a Hogwarts,
almeno. E comunque non si fidava del tutto di Bastone, visto che quasi sempre
se ne usciva con le sue solite battutine del ca**o che finivano quasi sempre
con un bel “Ma vaffanculo”. Guardò Ron, ancora
addormentato. Si era svegliato prima degli altri, molto presto, forse per il
nervosismo, o forse perché sono proprio malvagio Muahahahahahcoffcoff(Risata malvagia con seguente colpo di tosse
preso da gelb_augen, che ringrazio). Ron era
stato dimesso il giorno prima dall’infermeria, completamente guarito
dall’Incantesimo Bloccatus In SaeptoTaurorum. Anche se continuava a ripetere di avere
dolori improvvisi al CENSURED. Rimase un po’ a guardare il dormitorio,
chiedendosi se l’avrebbe mai più rivisto. Si voltò a guardare Neville che
russava. Nonostante tutte le volte che moriva, alla fine resuscitava sempre. Si
chiese se, nel caso fosse morto, sarebbe successo pure a lui. Dopo un po’ i
compagni iniziarono a svegliarsi. Harry li salutò, rigido, poi prese a vestirsi
pure lui. Scesero in Sala Grande, dove trovarono Hermione,
agitata almeno quanto Harry. Ron invece era calmo e rilassato: aveva già visto
Harry volare, e il giorno prima questi aveva ricevuto come regalo un manico di
scopa: una NimbusScorraDuemila.
«Perché si chiama così?» aveva chiesto Harry.
«Perché è munita di un propulsore naturale infilato nel…» rispose Ron.
«Ti prego, dimmi che è nel naso» lo interruppe Harry.
«Ok, è nel naso»
«Davvero?»
«No»
Harry non mangiò quasi nulla a colazione. Dopo si diresse verso il campo di Quidditch. Andò negli spogliatoi, mentre tutto il castello
si riversava nelle tribune sottostanti. Si udì un tonfo. Neville, sopra di
loro, era scivolato ed era morto cadendo di sotto. Harry si mise la divisa da Quidditch, con il suo cognome ricamato sulla schiena, prese
la sua NimbusScorraDuemila
e seguì Bastone. Col cuore che batteva a mille, uscì fuori. La folla era in
tumulto. Cori da ultrà da tutte le parti, ma soprattutto dalla curva rosso e
oro di Grifondoro e dalla curva verde e argento di
Sempreverde. I sette giocatori si avvicinarono al centro del campo, dove c’era
Madama BadaBUM! che guardava arrivare i Sempreverde e
i Grifondoro e reggeva la casse con le palle. Non
appena le squadre raggiunsero il centrocampo, Madama BadaBUM!
disse: «Capitani, datevi la mano» Flitt Marcus,
parente di Marcus Flitt, capitano della squadra di
Sempreverde, tentò di stritolare le dita di Bastone. Quest’ultimo si mise a
piangere come un demente. Quando ebbe finito, Madama BadaBUM!
continuò: «Bene, voglio un gioco pulito. Da tutti quanti». I Sempreverde si
guardarono e sogghignarono, con l’“ONESTA INTENZIONE” di eseguire il suo ordine
alla lettera. Liberò il Boccino e i Bolidi, prese la Puffa, la lanciò in aria e
la partita ebbe inizio. Harry si lanciò in aria con la scopa, e sentì tutto il
nervosismo svanire, quasi come fosse rimasto a terra mentre lui si librava
nell’aria. Fece un paio di capriole a mezz’aria, poi si concentrò
sull’individuare il Boccino. A fare la cronaca era l’amico dei gemelli Weasley, Fred e George, Lee Jordan.
«Ed ecco che partono…ed è subito Grifondoro con la
Puffa, palla ad Angelina Jolie…voglio dire Johnson…che
bella quella ragazza…e fa certi po…»
«JORTAN!!» gridò la McStrudel al suo fianco.
«Scusi professoressa…stavo solo dicendo la verità…quando una ha un talento
simile bisogna dirlo, ma è imbattibile anche a fare le se…»
«JORTAN!!» ripetè la McStrudel.
«Va bene va bene…che palle sta prof vecchia di me…» cominciò Lee, ma poiché
parlava in un megafono lo sentirono tutti.
«Stupefactum!» urlò la McStrudel.
Lee si accasciò a terra, Stupefatto, e la McStrudel
prese il suo posto.
«Pene…alloren, ekkenkeJohnson ha ti nuoven la Puffen, ma Marcussenglielentoglien, sfreccienversenporten, etBastonenparen…giokenricomincien, e Spinnett ha la Puffen, sfreccienversenporten, passen la pallen a Bellen, et paraten…Partitenricomincien…etekkenkeCercatorentelGrifontoren sta fermencomen uno scemen…moviten, coglionen!».
Harry si riscosse. Era talmente impegnato a seguire la partita, da essersi
dimenticato che doveva occuparsi del Boccino. Si mise a cercare per il campo, finchè non lo vide. Si buttò in picchiata, schivò i Bolidi,
stava per afferrare il Boccino…All’improvviso un colpo lo stordì e gli mozzò il
respiro, udì la folla gridare e fischiare e esultare, e la McStrudel
urlare: «BASTARDEN! L’ha fattenapposten!
Brutten CENSURED CENSURED
BESTEMMIED BESTEMMIED CENSURED CENSUREDCENSURED BESTEMMIED CENSURED…»
«Professoressa, cosa sono questi termini così volga…» disse Lee, sarcastico.
«Stupefactum!» ruggì la McStrudel,
e Lee si riaccasciò a terra. La partita proseguì, tra
falli e incidenti vari. Harry aveva di nuovo visto il Boccino, quando accadde
una cosa strana. Schivò un Calcio Rotante di Pucey,
ma la sua scopa si imbizzarrì, e tentò di disarcionare Harry in tutti i modi.
Nessuno parve accorgersi di Harry, nemmeno quando questi si ritrovò a testa in
giù. Solo quando rimase appeso per la mano alla scopa, allora tutta la folla lo
notò. La scopa stava tentando in tutti i modi di disarcionarlo. Persino col
microchip, una volta rimessosi sopra, la scopa riusciva a disarcionarlo. Harry
era ormai in preda al terrore. Il microchip continuava ad attivarsi
involontariamente, ma era tutto completamente inutile. Harry era come
paralizzato, mentre la scopa lanciava scossoni, sì al rallentatore, ma sempre
più violenti.
***
Ron era come incollato al binocolo, mentre osservava
la scopa di Harry dare tremendi scossoni. Eppure Harry l’aveva provata proprio
ieri la scopa, e funzionava benissimo. C’era un’unica spiegazione: qualcuno,
nella folla, aveva gettato il malocchio sulla scopa di Harry. Hagrid, dietro di lui, continuava a ripetere: «Guardate
Harry, che acrobata! Robe così non si vedono tutti i giorni». Non pareva
essersi accorto che Harry aveva completamente perso il controllo della Nimbus. Hermione al suo fianco
sussultò. Diede una gomitata a Ron, che si girò di scatto.
«E’ Piton!» sussurrò Hermione,
angosciata. «E’ lui che sta facendo il malocchio!». Ron mise a fuoco su Piton, che in effetti borbottava qualcosa e non sbatteva
nemmeno le palpebre. Hermione si precipitò verso la
tribuna dei professori, mentre la NimbusScorraDuemila partiva in aria, con Harry sempre appeso per
il braccio. Arrivò giusto in tempo: Harry sembrò sul punto di cadere. Si
rannicchiò sotto la panca, puntò la bacchetta contro il mantello di Piton, e mormorò: «Incendio».
Subito il mantello di Piton prese fuoco. Hermione scappò via, mentre Piton,
agitato, tentava di spegnere il fuoco col piede mentre sferrava ceffoni a
tutti. Ne appioppò uno particolarmente violento al professor Rat-Man, proprio mentre Hermione
tornava in tribuna con Ron e Harry si risistemava sulla scopa. Mentre
ripartiva, sentì il potere del microchip svanire, ma lui non ci badò: aveva
notato uno scintillio dorato mentre il microchip era attivato, e lui non poteva
averlo non visto, dato che andava al rallentatore. Riattivò il microchip, e si
lanciò all’inseguimento del Boccino. Stava quasi per prenderlo quando il
Cercatore di Sempreverde gli fece: «Ehi, Potter, lo sai che il tuo amico asohco?»
«Eh?»
«Ciuppa!!» ululò il Cercatore di Sempreverde
prendendo il Boccino. Harry fece giusto in tempo a pensare ‘D’oh!’ quando si
accorse che il Boccino sfuggì dalle mani del Sempreverde, che aveva i guanti,
e, mentre Harry rideva, gli finì in bocca. Quasi lo ingoiò, ma quando lo
risputò fuori, e lo prese tra le dita, si sentì dentro un moto di gioia, che
svanì quasi subito quando Madama BadaBUM! annunciò
che in realtà il Boccino l’aveva preso prima il Cercatore di Sempreverde,
quindi avevano vinto. Risultato finale: GRIFONDORO 0-846504651496
SEMPREVERDE. Successivamente, strane morti si verificarono nella squadra di
Sempreverde. Ma a quel punto Silente si alzò e, con la voce magicamente amplificata,
disse: «Attenzione prego. Poiché la squadra di Sempreverde ha commesso
esattamente 846504651496 falli, il suddetto numero
verrà detratto dal loro punteggio, che scende quindi a zero. Ma poiché le
squadre sono in parità, e una partita non può finire in parità, ho appena
finito di fare la conta per vedere a quale squadra assegnare 230 punti. E la
squadra è…SEMPREVE… - KRAK-HOOM - …voglio dire, GRIFONDORO!». Scoppiò il tumulto. I Grifondoro erano festanti, Harry era salvo, e Draco piangeva come un bambino cretino perché ormai era
chiaro che Silente era un Rincoglione, e perché aveva
appena fatto vincere ingiustamente Grifondoro.
Tornando al castello con Ron, Hermione e Hagrid, Harry venne a sapere che era stato Piton a gettare il malocchio sulla sua scopa. Poi venne
l’illuminazione.
«Ecco perché si chiama Severus!» esclamò.
«Perché?» chiese Ron.
«Boh». Ron stava per mandarlo a quel paese quando Harry continuò: «Ecco cosa si
è fatto alla gamba». Qualche giorno prima infatti avevano visto Piton zoppo, con la gamba destra terribilmente ferita. «Ha
cercato di eludere la sorveglianza del cane a tre teste» Hagrid sobbalzò. «E voi come fate a sapere di DJ
Bobo?»
«DJ Bobo?» chiese Hermione. «Ma perché, tu lo
conosci?»
«Certo, è mio. L’ho vinto da uno straniero incappucciato al Puledro Impennato»
rispose Hagrid.
«Allora saprai a cosa fa la guardia!» strillò Ron, eccitato.
«Certo che lo so. Fa la guardia alla…Ehi! Comunque non è l’unica sorveglia…e
basta farmi parlare a tradimento! E’ una faccenda tra Silente e Nicolas Flamel! D’oh!».
«Allora riguarda qualcuno!» fece Harry. KRAK-HOOM
Ok
ragazzi/e, finisce qui un nuovo capitolo. Spero vi sia piaciuto, anche se
probabilmente è un po’ più lunghino degli altri. Solo
che avevo alcune cose da aggiungere, quindi non scassatemi le balle XD. E da
oggi: novità! Da oggi rispondo alle recensioni del capitolo precedente. Be’, mi
pare ovvio, visto che non posso rispondere a delle recensioni che ancora -
spero - dovete fare. Quindi, vai con le recensioni!
gelb_augen: Allora, che dire. A dir
la verità mi importa, e pure parecchio, che qualcuno recensisca quasi sempre, e
mi lascia molto contento il fatto di avere una fan numero uno. Quindi spero che
vorrai continuare a seguirmi, anche finita questa fan fiction(sì perché poi ne
ho in mente altre)e spero che non ti arrabbi se ho preso in prestito da te la
risata malvagia con seguente colpo di tosse. Mi raccomando, continua a
seguirmi! P.S. ti ho mandato dei messaggi privati, ma non so se ti sono
arrivati. Fammi sapere via recensione poi. _Niki_: Tranquillo/a, non mi offendo mica
se non recensite, solo mi fa piacere se lo fate. In ogni caso hai ragione,
perdere 30 secondi al giorno d’oggi è di vitale importanza u.u
XD. Comunque, spero che anche tu continui a seguirmi, e sono contento di averti
fatto fare 4 risate. Caterozza: Certo che conosco gli
Happy Tree Friends, sono troppo forti. Secondo me
sono dei cartoni fatti apposta per scandalizzare i bambini: basta guardare la
sigla! Comunque, ti ringrazio per il fatto che continui a seguirmi. Ashley Snape: Allora, grazie per la recensione,
molto bella. Comunque, la storia di Severus è molto
complicata. Vorrei potertela raccontare subito, ma ti rovinerei la sorpresa
quando arriveresti a leggere “Harry Potter e il Principe Mezzopirla”.
Lì c’è tutta la storia di Severus, dettaglio per
dettaglio, quindi non ti resta che aspettare. E nel frattempo continuare a
seguirmi :P.
Bene,
ora che ho finito le recensioni noi ci vediamo Lunedì per il prossimo, strabiliantario(è una parola italiese)
capitolo: Lo Specchio delle Brame!
Sì, lo so, come nome fa cagare, ma l’ho preso in prestito da Jojo(la Rowling). Bene, detto questo vi saluto, ciao
ragazzi/e, a Lunedì!
Harry
Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve -
Capitolo 12: Lo Specchio delle Brame -
Per tutta la settimana seguente, Harry, Ron e Hermione cercarono ininterrottamente notizie su Nicolas Flamel, senza però ottenere alcun risultato. Natale si
avvicinava, e l’eccitazione nel castello era evidente(ma non per il Natale…).
Harry si chiese se una persona potesse diventare ancora più antipatica di
quanto era prima, ma a quanto pare per Draco doveva
essere così. Da quando avevano vinto a Calcio Rotante, Draco
continuava a prendere per il culo Harry dicendogli che la prossima volta si
sarebbe sfracellato a terra cadendo dalla scopa, cosa che non faceva ridere
neanche quel demente di Hagrid e che faceva antipaticizzare(è
un’altra parola italiese)ancora di più Draco. Quanto a Hagrid, tentava
di dissuadere Harry, Ron e Hermione ogni volta che li
incrociava, ma siccome era un cretino, riusciva solo a istigarli di più. Ma in
realtà il Dinamico Trio(oddio, non so
manco io come cazzo mi è uscito)otteneva risultati ben scarsi. Non
riuscivano a trovare informazioni su Flamel da
nessuna parte. Hermione gli faceva ispezionare quasi
tutti i libri della biblioteca. Insieme cercarono, ma non trovarono mai un fico
secco. Harry, tra l’altro, era convinto di aver già sentito parlare di questo Flamel, ma, essendo stupido, non si ricordava dove. In
realtà il motivo per cui cercavano come pazzi informazioni su Flamel era che volevano scoprire cosa questi avesse mai
creato da indurre Piton a rubarlo. E non avevano
nemmeno scoperto perché si chiamava Severus.
Ma non c’è un motivo!!
HARRY: Sì, invece. E se tu dici di no vuol dire che in realtà c’è Sigh…
Così, tra ricerche, lezioni e continue morte e resuscitate di Neville arrivò il
giorno di Natale. Draco non aveva perso tempo a
sbeffeggiare Harry che sarebbe rimasto a Hogwarts
anziché tornare a casa dai suoi genitori, visto che Harry non li aveva. Ma poi
Harry aveva riso come un povero deficiente quando aveva scoperto che Draco aveva saputo dai genitori che quel Natale sarebbero
andati al Luna Park dei Teletubbies. Era invece
rimasto contentissimo quando aveva scoperto che i Weasley
sarebbero rimasti a Hogwarts perché i loro genitori
sarebbero andati in Romania a trovare il primogenito: Charlie. Hermione invece sarebbe tornata dai suoi. Prima di partire,
li raccomandò di continuare a cercare informazioni su Flamel,
cosa che “FECERO SEMPRE”. La mattina di Natale Harry si svegliò di soprassalto.
Trovò il dormitorio vuoto. Scese giù per le scale e trovò Ron che scartava i
suoi regali di natale alla luce del fuoco del camino. Harry si avvicinò e vide
che anche lui aveva ricevuto dei regali. Il che era strano, perché non ne aveva
mai ricevuto manco uno. Si avvicinò all’Albero di Natale e prese il primo
regalo. Lesse il biglietto: ‘Speriamo ti
sia utile, zio Vernon e zia Petunia’. Harry fu insieme curioso e
esasperato: quelle rare volte in cui i Coattley si
erano ricordati del compleanno di Harry, gli avevano regalato cose
completamente inutili. Aprì il pacchetto e, come (non)volevasi dimostrare,trovò
un tubicino di gomma. Lo girò e lesse che era un tubetto di Vasella.
«Che cavolo dovrei farci io con la Vasella?» protestò
Harry.
«Che cos’è la Vasella?» domandò Ron, curioso.
«E’ un lubrificante. Serve a lubrificare le maniglie delle porte» rispose
Harry.(Questo conferma la grande
stupidità di Harry). Gettando per terra la Vasella,
aprì il secondo regalo: ne uscì un maglione di lana. Stupito, si chiese chi
glielo avesse mandato.
«Ah, la mamma ne ha fatto uno anche a te» intervenne Ron, guardando il
maglione. «Ogni Natale ne cuce uno a maglia per ciascuno di noi. Le ho scritto
che ero diventato amico tuo e deve avertelo mandato anche a te»
Harry ringraziò, sinceramente contento, e si apprestò ad aprire gli altri
regali: un pacco di dolciumi da parte di Ron, un sacchetto di caramelle Babbane da Hermione e dei biscotti, che in realtà erano
blocchi di pietra, da Hagrid. Rimase solo un ultimo
pacco. Harry lo prese. Era stranamente leggero. Strappò la carta, con Ron che
gridava come un cretino: «Scarta la carta! Scarta la carta!», e ne uscì un
mantello. Harry lo prese: era molto lungo, più di lui, e sembrava cucito con
l’acqua. Harry se lo provò. Se lo legò al collo, e non avvertì differenze,
almeno finchè Ron non esclamò incredulo.
«O porca mongolfiera!(???). Quello è
un Mantello dell’Invisibilità!». Harry si guardò allo specchio, ma vide
soltanto una testa galleggiante a mezz’aria. Si tirò sulla testa il Mantello, e
lui sparì del tutto.
«Harry, tu hai un vero Mantello dell’Invisibilità!» esclamò di nuovo Ron.
«Mitico!» fece Harry, in stile Homer Simpson.
«Ma chi te l’ha mandato?». Harry si chinò a raccogliere il biglietto che aveva
notato solo adesso. Lo prese in mano e lesse: ‘Tuo padre me lo consegnò prima di morire. Fanne buon uso. Firmato,
Marcus Silente’. Harry non riusciva a crederci. Un Mantello
dell’Invisibilità. Tutto suo. Appartenuto a suo padre, e ora completamente suo.
Rilesse il biglietto 40501948521317810 volte.
«Chi te l’ha mandato?» chiese di nuovo Ron. Harry rispose, raggiante: «Boh». E
così passò tutta la mattinata a fare scherzi da bambino stupido col Mantello.
Pranzarono in Sala Grande: Hagrid aveva portato da
solo dodici Alberi di Natale, già decorati, e i commensali erano davvero molto
pochi. La giornata passò tra giochi cretini sotto il Mantello a guerre di palle
di neve, che si conclusero con un bombardamento su Piton.
Harry e i Weasley se la diedero a gambe prima che
questi capisse chi fosse stato. La notte, tuttavia, Harry non riuscì a dormire.
Continuava a rimuginare sul Mantello, e a quale potesse essere il buon uso di
cui parlava il biglietto che lui potesse fare. Apparte
fare scherzi cretini. Alla fine giunse alla conclusione: scese dal letto, si
coprì col Mantello e, invisibile, si recò verso il Reparto Proibito della
biblioteca. Avanzò cauto, con una lanterna. Neville, non si sa perché o come
mai si trovasse lì, vedendo una lanterna galleggiare a mezz’aria, morì di
infarto. Harry raggiunse la biblioteca, entrò nel Reparto Proibito e trovò un
vecchio libro. Decise di iniziare da là. Non si leggeva più il titolo poiché le
lettere d’oro erano cadute. Aprì il libro, ma non fece in tempo a leggere che
una faccia uscì dal libro e gridò a squarciagola: «EHEHEHEHEHEHEHEH». Harry, terrorizzato,
richiuse il libro, proprio mentre il microchip si attivava involontariamente. E
meno male, altrimenti Gazza l’avrebbe travolto in pieno. Invece, col microchip
attivato, Harry riuscì a schivarlo e se la diede a gambe. Si fermò per
riprendere fiato su un corridoio. Poi scivolò sulla parete e si addormentò.
Harry si svegliò di soprassalto. Udiva delle voci, che avanzavano verso di lui.
Sfoderò cauto la bacchetta, proprio quando udì chiaramente il timbro delle
voci: erano due. Una era melliflua, fredda, impassibile. L’altra era
terrorizzata, e parlava pugliese. Arrivarono nel corridoio dove c’era Harry.
«Non ti conviene avermi come nemico, Rat-Man» disse
“L’UOMO” dalla voce fredda.
«N-nemeic?» balbettò Rat-Man.
«M-ma...c sta dè?». N-nemico? Ma che stai a dì?
«Non fare il finto tonto» rispose Piton. «So cosa
stai cercando di fare e, vedi, non posso permettertelo. Altrimenti, le
conseguenze potranno essere molto spiacevoli per te. So che tu fai parte delle
protezioni. E devo avvertirti, sarà meglio che tu…» Piton
si interruppe. Si voltò, gli parve di aver udito un respiro, oltre al rantolo
terrorizzato di Rat-Man. Tese una mano nel vuoto,
alla sua destra, la richiuse, come se volesse afferrare qualcosa, e la
ritrasse. Non accadde nulla.
«Ah-ah!» fece Nelson appena comparso, indicando Piton. Detto questo sparì. Piton
fece per riprendere la sua minaccia contro Rat-Man,
ma venne raggiunto da Gazza che trasportava la lanterna rotta di Harry.
«Sssignore…» fece, rivolto a Piton.
«Abbiamo trovato quessssta lanterna in biblioteca…in
biblioteca, sissì…nel Reparto Proibito…»
«Molto bene, Gazza» disse Piton. «Uno studente deve
essere fuori dal letto. E penso di sapere di chi si tratta. Presto, iniziamo
l’ispezione del castello dai sotterranei(-.-).
Quanto a te, Rat-Man, faremo un’altra chiacchieratina molto presto» e detto questo i tre uomini
se ne andarono.
Harry si riscosse. Piton l’aveva quasi scoperto.
Fortunatamente aveva trattenuto il respiro e si era allontanato di qualche
passo appena in tempo. Poi notò una porta. Non si sa per quale motivo, la aprì
e ci entrò. Sembrava un’aula in disuso, fatta eccezione per un vecchio
specchio, molto grande, in mezzo all’aula. Harry si avvicinò. Lesse la scritta
in alto, ma non ne afferrò subito il significato: ‘Se vuoi vedere quello che più desideri guardami’. Harry rimase tre
ore a contemplare la scritta. Alla fine, arrivato alla conclusione, pensò: Chissà che vuol dire. Poi abbassò lo
sguardo sul vetro e sobbalzò. Quello specchio era decisamente strano, visto che
stava riflettendo una persona che sarebbe dovuta essere completamente
invisibile. Si guardò, accertandosi di avere addosso il Mantello ancora, e poi
rialzò lo sguardo sullo specchio. Quello che vide prima non era nulla in
confronto a quello che vedeva adesso. C’erano due persone, affianco a lui. Uno
era alto, con dei capelli neri arruffati, degli occhi nocciola e degli occhiali
un po’ storti. L’altra era alta quanto l’uomo alla sua sinistra, aveva dei
lunghi capelli rossi e degli occhi di un brillante color verde. Gli stessi
occhi di Harry. KRAK-HOOM
Harry scivolò a terra, si fece nero, e tutto svanì. Harry si svegliò di
soprassalto. Mancavano poche ore all’alba. Con un po’ di fortuna sarebbe
riuscito a tornare nel dormitorio e a dormire un po’ prima delle lezioni.
Percorse in fretta i corridoi, entrò nella Sala Comune e si apprestò a salire i
gradini che portavano al dormitorio. Ma si accorse di aver imboccato
erroneamente quello femminile. Infatti, le scale si fusero fino a diventare uno
scivolo, Harry scivolò(ma va?) e andò a cozzare la testa contro il pavimento.
Si fece nero, e tutto svanì. Muahahahahahcoffcoff
Harry si svegliò di soprassalto. Era mattina inoltrata. Mentre riprendeva i
sensi, con un sussulto si ricordò che tra breve sarebbe finita la colazione e
che per mangiare avrebbe dovuto aspettare fino al pranzo. Si vestì in tutta
furia, posò il Mantello nel baule, sulle scale urtò Neville, che cadde di sotto
e morì sul colpo e arrivò in Sala Grande giusto in tempo per…vedere che i
piatti erano spariti e i commensali si alzavano. D’oh!, pensò Harry. Corrucciato,
aspettò che Ron uscisse dalla Sala. Ma, dopo tre ore fermo imbambolato come un
cretino, si rese conto che effettivamente Ron non c’era nella Sala Grande.
Domandandosi dove fosse finito, fece per recarsi nella Sala Comune. Le vacanze
stavano per finire, ma Harry, che era uno “STUDENTE MODELLO”, se ne fregava
altamente dei compiti, visto che tanto li avrebbe copiati da Hermione, e prese il Mantello per andare a fare scherzi
cretini da bambino stupido(per riassumere dirò: “Scherzi da Harry”, tanto è la
stessa cosa). Sono un vero fancazzista
militante, pensò Harry mentre lanciava palle di neve ai passanti e mentre
bombardava Neville, che scivolò nel lago e morì affogato. Quando si fu rotto di
lanciare palle di neve, tornò nella Sala Comune, dove finalmente trovò Ron, con
un’aria vagamente soddisfatta.
«Ron, era ora!» esclamò Harry. «Ma dove sei stato tutta la mattina?»
«Harry…» fece Ron, «…è fantastico»
«E’ fantastico cosa?» domandò Harry.
«A undici anni i ragazzi raggiungono la maturità sessuale» rispose Ron. «Quindi
penso che tu abbia capito cosa ho fatto tutta la mattina» Uhm…, pensò Harry.
TRE ORE DOPO… Uhm…, continuava a pensare Harry, finchè Ron non perse la pazienza. «Harry, mi sono fatto le
seghe tutta la mattina!» sbottò. Seghe…seghe…, riflettè
Harry.
ALTRE TRE ORE DOPO… A-ah! Ho capito!, esclamò Harry. «Hai
fatto il falegname tutta la mattina allora, eh?». Ron sgranò gli occhi. Alla fine
decise di lasciar perdere. Passarono tutto il pomeriggio a giocare a scacchi,
visto che Ron era un altro Fancazzista Militante. Poi
Harry si ricordò dello specchio.
«A proposito, Ron, ieri ho visto i miei genitori» cominciò Harry.
«Ma non erano morti?» chiese Ron.
«Sì ma…»
«Ah-Ah!» fece Ron, imitando Nelson e indicando Harry, che lo scrutò torvo prima
di proseguire. «Infatti li ho visti in uno specchio particolare. Sopra c’era
scritto a che serviva, ma non ho capito cosa significasse»
«Ti ricordi la scritta?» domandò Ron.
«Sicuro» rispose Harry. «‘Se vuoi vedere
quello che più desideri guardami’. Cosa mai
potrebbe significare?»
«Andiamo, Harry!» esclamò Ron, ridendo della semplicità della frase. «Non è
chiaro?» Uhm…, pensò Harry.
«Lascia stare, va’» disse Ron dopo un’altra ora. Quella notte tornarono nella
stanza dello specchio. Harry rimase per un po’ a contemplare i suoi genitori.
Poi li fece vedere a Ron, che rimase un po’ perplesso, finchè
non sobbalzò.
«Li vedi?» sussurrò Harry, eccitato(che
brutta parola).
«Ma quello sono io!» gridò Ron. «Ma, sembro più grande. Ho in mano la Coppa
delle Case, e del Calcio Rotante, e mi sto trombando Her…»
ma si interruppe imbarazzato. Poi si girò verso Harry. «Credi che questo
specchio mostri il futuro?» chiese Ron, speranzoso.
«Impossibile…» rispose Harry.
«D’oh!»
«…i miei genitori sono morti quando avevo un anno. A proposito, già che ci
siamo, perché non mi racconti di nuovo come sono morti i miei genitori, visto
che sul treno non ho capito niente?».
«No, non rompere le palle e fammi guardare nello specchio»
«No, a questo punto guardo io!»
«No, io!»
«No, asgaleb!»
«Uh?»
«Eh?»
«Ciuppa!»
«CENSURED!» CLANG Un rumore in lontananza mise fine alla disputa facendo sobbalzare i due
ragazzi. Si nascosero sotto il Mantello, proprio mentre la porta si apriva ed
entrava Tesoro, o almeno così credevano che si chiamava visto che Gazza la
chiamava sempre così, la sua gatta. Tesoro guardò proprio nel punto in cui si
trovavano Harry e Ron, ed entrambi furono attraversati dallo stesso pensiero: Ciambelleeeeeeeeeeeeeeeeeesbavazsbavaz. Tesoro se ne andò, e anche Harry e Ron decisero
di darsela a gambe, nel caso Tesoro fosse andata a chiamare Gazza. Tornarono in
fretta in furia nella Sala Comune, e da lì al dormitorio. Stavano per coricarsi
quando Ron mormorò: «Harry?»
«Ron?»
«Harry?»
«Ron?»
«Harry?»
«Ron?»
«Harry?»
«Che c’è, Ron?»
«Harry?»
«Fan…»
«…Club?»
«No, io volevo dire fancu…»
«Comunque, non tornare da quello specchio domani. Non so perché, ma c’è
qualcosa che non mi convince in quello specchio»
«Ron?»
«Sì?»
«Ma vaffanculo». E detto questo si addormentarono. Il
giorno dopo era l’ultimo giorno delle vacanze di Natale. Harry e Ron, dopo aver
fatto colazione e aver assistito alla 74316855980024684esima morte di Neville,
stavano aspettando Hermione nella Sala d’Ingresso. La
videro entrare insieme ad alcuni ragazzi del terzo anno.
«Ron, chiudi quella bocca e levati quell’aria da sbavatore demente, e andiamo»
disse Harry. Raggiunsero Hermione e le diedero una
mano a portare i bagagli nella Sala Comune…
HERMIONE: Ma che gentili!
…con un Incatesimo di LibraCertosa
HERMIONE: D’oh!
Appena arrivarono, raccontarono a Hermione gli eventi
dei giorni vacanzieri. Hermione rimase delusa dal
fatto che non avessero scoperto chi fosse Flamel, perché
Piton volesse eludere la sorveglianza di DJ Bobo e perché
si chiamasse Severus. Ma non c’è un motivo!!!!!
HARRY: Doc, ne abbiamo già parlato. Il motivo c’è
Rimase invece sorpresa quando seppe del Mantello e dello specchio. Poi subito
assunse un’aria preoccupata e disse a Harry: «Harry, Ron ha ragione. Non puoi
tornare da quello specchio. Potrebbe essere pericoloso. E se ti beccano?»
«AOOOOOOOOO che CENSURED, e fatela finita di rompere i CENSURED e che
CENSURED!!!» urlò Harry, fregandosene che tutti li stavano guardando. Hermione lasciò perdere. Quella notte, Harry tornò da solo
dallo specchio. Rimase per due ore a contemplarlo adorante, come uno che vede
per la prima volta Pamela Anderson.
«Di nuovo qui, eh?»
Harry si sentì gelare. Si girò per vedere chi fosse, e scoprì con terrore che
era nient’altro che Marcus Silente. Ma, con sua sorpresa, non sembrava
incazzato, anzi sorrideva.
«Allora, devo dedurre che stai ancora contemplando le facce dei tuoi genitori.
O stai ancora cercando di capire cosa significhi l’incisione sullo Specchio
delle Brame?».
Harry non rispose. Silente aveva azzeccato in pieno: stava guardando i genitori
e chiedendosi cosa volesse dire l’incisione sullo Specchio delle Brame.
«Bene, Harry, come avrai finalmente capito, lo Specchio delle Brame mostra ciò
che una persona più desidera. Tu, che non hai mai visto i tuoi genitori, li
vedi riflessi insieme a te. Il tuo amico Ron, che è sempre vissuto all’ombra
dei suoi fratelli, spera di essere il migliore di tutti, e di trombarsi Her…»
«Ma lei come fa a saperlo?» lo interruppe Harry, senza riuscire a trattenersi.
«E a che serve lo specchio?(-.-)»
«Io non ho bisogno di un Mantello per diventare invisibile» rispose Silente. «E
nemmeno tu. Quanto allo Specchio, mi pare di avertelo già detto. Mostra ciò che
una persona più desidera al mondo» Uhm…, riflettè
Harry.
«Allora,» ripetè Silente dopo un’ora di inutili
spiegazioni. «SPECCHIO - DELLE - BRAME - MOSTRA - QUELLO - CHE - PERSONA - PIU’
- VUOLE» scandì ad alta voce, facendo dei disegnini in aria con la bacchetta.
«Ahhhhhhhhhhhh adesso ho capito» disse Harry, che aveva
capito(finalmente!) davvero.
«Ora, Harry, parlando di cose serie, domani lo Specchio delle Brame verrà
trasferito da un’altra parte» proseguì Silente. «E devo chiederti di non andare
a cercarlo. Vedi, solo i deficienti perdono troppo tempo dietro lo Specchio. Poiché
questi non da né la conoscenza, né la verità. Quindi non devi andare a
cercarlo. Hai capito?» Uhm…
Ok
ragazzi/e, finisce qui un nuovo capitolo. Spero vi sia piaciuto. Ricordatevi di
recensire, in questo caso. Lo so, è inutile che continuo a ripeterlo, ma come
dicevano i latini RepetereIuvant(che
poi non so manco che vuol dire). Bene, ora è il momento delle risposte alle
recensioni.
rose07:
Allora, che dire. Be’, sono contento che DJ Bobo ti sia piaciuto, all’inizio
volevo chiamarlo Fuffi, ma poi ho pensato che mettere
il nome del cantante di quella canzone demente(Chiwawa)
era più originale. Poi, ti ringrazio per il fatto che mi segui ogni Lunedì, e
che mi seguirai se non altro fino a HP e il Principe Mezzopirla.
Poi, non so se ti è arrivato il messaggio personale, ma mi piacerebbe avere il
tuo contatto di msn. Poi, se non ti va di darmi il
tuo inserisco il mio qui, così chiunque voglia aggiungermi può farlo: micheles93@hotmail.it _Niki_: Ma io ce l’ho già una medaglia!
La premiazione è successa tutta nella mia testa, è un peccato che non l’abbiate
vista… “Premio miglior scrittore di fan fiction deficienti dell’anno”…Be’, sono
commosso! Ok, non è vero, non sono per niente commosso, sono soltanto
simpatico(o almeno così mi dicono). E sono contento che anche a te sia piaciuto
DJ Bobo. gelb_augen: Oh, salve miss fan
numero uno. Che dire stavolta? Be’, sono contento che tu sia contenta che ho
recensito la tua storia(adesso ripetetelo dieci volte velocemente). E sono
contento anche sul fatto che continuerai a seguirmi con le tue recensioni di 48
pagine(o erano 2?). Poi, per quanto riguarda il Nobel, quasi quasi mi candido, a meno che non mi buttino via a calci nel
****(naso)! Comunque, per quanto riguarda la proverbiale stupidità di Harry,
prima o poi guarirà, anche se non del tutto, perché essendo lui il protagonista
è lui che deve risolvere la situazione(o almeno in tutti i racconti è così). littledevil:
Allora, ti ringrazio sul fatto che dici che sono un genio, ma purtroppo devo
correggerti: io sono un genio demente! Altrimenti, se avessi la testa a posto,
non scriverei tutte queste fan fic, ma se non lo
facessi non mi conoscerebbe nessuno…uhm…(discorso
col mio cervello in stile Homer Simpson)non dire che ti diverti… non dire che ti
diverti… non dire che ti diverti…ma in realtà mi diverto…d’oh!Vabè,
in ogni caso spero che continuerete tutti a seguirmi, e vi ringrazio per il
sostegno che mi date ogni Lunedì.
Bene ragazzi, qui noi ci salutiamo. Se
il capitolo vi è sembrato corto, è perché non c’era molto da dire, ma in questo
caso non perdetevi il prossimo strabiliantese(che è
un sinonimo di strabiliantario) capitolo: La Pietruzza Rossa! Scoprirete cos’è?
Mah, io non ci spererei molto! Allora, noi ci vediamo la prossima settimana,
ciao ragazzi/e, a Lunedì!
Harry
Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve -
Capitolo 13: La Pietruzza Rossa -
Per tutta la settimana il Dinamico Trio cercò
inutilmente informazioni su Nicolas Flamel(mi pare di
averlo già detto) ma senza successo. I giorni passavano, Neville continuava a
morire, e Harry continuava a fare “Scherzi da Harry”. Il malcontento si era
diffuso tra i tre ragazzi, ma presto un nuovo avvenimento elettrizzò l’intero
castello: la partita tra Grifondoro e Tassorosso. L’eccitazione nel castello(ma mica per la
partita, eh)era di nuovo evidente, e Neville moriva ancora con più frequenza,
il più delle volte a causa degli “Scherzi da Harry” di Harry. Un giorno, mentre
Harry e Ron cazzeggiavano(come al solito) e Hermione
faceva i compiti per sé e per i due ragazzi, la porta della Sala Comune si aprì
ed entrò (indovinate un po’?) Neville. Ma capirono subito che c’era qualcosa
che non andava. Neville saltellava, come se avesse le gambe legate da funi invisibili.
Hermione si affrettò ad aiutarlo. «Finite incantetem».
Subito le gambe di Neville si liberarono, e il ragazzo si rilassò.
«Neville, che è successo?» chiese Harry.
«E’ stato Malfoy» rispose Neville, affannato. «Mi ha
fatto un Incantesimo delle Pastoie»
«Come scusa?» fece Harry, sicuro di aver capito male
«Un Incantesimo delle Pastoie» ripetè Neville.
«Come?»
«Delle Pastoie»
«Dei pasticcini?»
«Delle Pastoie!»
«Neville, scusa, non ho capito»
«Vaffanculo!»
«Ok, questo l’ho capito» disse Harry. «Ma non devi permetterti che accada di
nuovo! Fai come faccio io, sparagli un incantesimo!»
Ma
se non sei buono manco a sparare incantesimi ad un paralitico
HARRY: Ehi, non è vero! Ne ho affrontato uno la scorsa settimana, e l’ho
Stupefatto!
RON: Veramente l’hai mancato per ben 75032156498 volte
HARRY: Sì, ma alla fine l’ho Stupefatto!
RON: Veramente l’ho Stupefatto io e tu ti sei preso il merito
HARRY: Ron, e vaffanculo, proprio mo dovevi
intervenire? Si va bene, quando avete finito di
litigare magari io continuerei con la fan fic, ok?
«Tu dici che dovrei, Harry?» domandò Neville. «Ma io
sono peggio di te a lanciare incantesimi» Non dire la verità…non dire la verità…non
dire la verità…, pensò Harry. «Vabbè dai, lo so
che sei una pippa…» D’oh!
«…però sai che ti dico?» Non dire una boiata…non dire una
boiata…non dire una boiata…
«Lanciagli un incantesimo. Tu ne vali dodici in confronto a lui» D’oh!
«Cavolo Harry, davvero?» esclamò Neville, felice. «Grazie, non ci avevo mai
pensato!»
Senza pensare(fosse la prima volta), Harry afferrò una Merdarana
e gliela diede a Neville. Neville la scartò, la mangiò come un morto di fame,
ma un pezzo gli si incastrò nella trachea e morì soffocato. Harry, ridendo come
un pirla, si chinò per raccogliere la figurina del Mago Famoso, scoprendo che
era Silente. Fu allora che gli venne l’illuminazione. Ohhhhhhhhhhhhhhhh, Sileeeeeeeeeeeeeeeeente
EHEHEHEHEHEH «Chi è, Harry?» chiese Ron, indicando la figurina e ignorando il cadavere
di Neville. Harry non rispose. Era ancora intento a fissare la figurina. I due
lo guardarono perplessi. Uhm…
«‘Nicolas Flamel è un noto alchimista, amico di Marcus Silente, che
ha fabbricato un sacco di cazzate che solo lui sa a cosa servono. La più famosa
di tutte è sicuramente la Pietruzza Rossa. Fabbricata non si sa quanti anni fa
da Flamel in persona, nessuno salvo Flamel, sa a cosa serve. Recenti studi hanno poi dimostrato
che nemmeno Flamel sappia a cosa serva. Così, gli
scienziati latini, rinvenuta la Pietruzza Rossa, persa come un cretino da Flamel, dopo aver inutilmente tentato di capire a cosa
servisse, hanno rinunciato, bestemmiando, e l’hanno chiamata AdamansRuberquae
servire nos non cognoscimus, che tradotto letteralmente vuol dire il
Diamante(o la Pietruzza) Rosso/a che non si sa a che serve. Successivamente, Flamel rinvenne la
Pietruzza, ma ancora oggi, nonostante Flamel abbia ∞
anni, ancora oggi non si sa a cosa serva la Pietruzza Rossa. Si pensa, quindi,
che l’unico scopo per cui eventuali ladri vogliano rubarla, sia per il valore,
poiché la Pietruzza è un ottimo rubino. La fregatura è che non vale più di una
foglia secca. Ma questo nessuno lo sa.’ Ecco cosa
cerca Piton!» …
RON: Ehm, Doc? Sì?
HERMIONE: Ma non c’è un colpo di scena? Sì, infatti
HERMIONE: E niente fulmine? Non posso, sta pensando
RON: Chi? Harry? Già
Ron e Hermione si girarono
di scatto verso Harry, che effettivamente, stava pensando. Cosa alquanto
strana, ma vera. A-ah! Ho capito!
«Due più due fa quattro!» esclamò Harry, giunto finalmente alla fine del suo
pensiero.
«Harry…» balbettò Ron, incapace di credergli. «V-vuoi
dire che non hai sentito niente…di quello che ha letto Hermione?»
«No, perché?» KRAK-HOOM STUPEFACTUM! PETRIFICUS TOTALUS!
EHEHEHEHEH
EH?
CIUPPA!
E comunque io non rinuncio alla mia Aspirina KRAK-HOOM!
Harry svenne(chissà perché). Al suo risveglio(di soprassalto, si intende) si
ritrovò in una specie di paradiso bianco, ma pieno di nebbia. Si alzò. Davanti
a lui avanzava un vecchio, che riconobbe come Silente. Harry fece per corrergli
incontro ma Silente, con un movimento fulmineo, estrasse la bacchetta e la
puntò contro Harry.
«Retine!» disse Silente. Harry si
immobilizzò. «Harry!» proseguì. «Me audi! Tu stupidus plus non eris!».
Harry cadde a terra. Sentiva contorcersi, ma era incapace di controllare il
proprio corpo
«Merda!»
«Lo stiamo perdendo! Professore, faccia qualcosa!»
«TU! NON PUOI! PASSARE!»
«Non quellen, coglionen!»
Harry sentiva queste voci riverberare attorno a lui, ma non ne individuava la
fonte. Le convulsioni erano sempre più violente. Sentiva l’energia svanire.
«Professore!»
«Ok, proviamo così allora. Tu minusstupiduseris!»
Le convulsioni si bloccarono. Harry non capì più nulla. Sentiva l’energia
rifluire nel proprio corpo, ma allo stesso tempo si fece nero, e tutto svanì.
Harry si svegliò di soprassalto. Non si rese subito conto di essere capace di
muoversi, così rimase disteso a sentire le voci sopra di lui.
«Sopravviverà, tranquilli»
«D’oh! Ma come sopravviverà? Tranquilli un par di
palle!»
«Cosa esserensuccessen, Silenten?»
«Ho inizialmente provato a eliminare per sempre la stupidità di Harry. Ma non è
possibile. Poichè il mio contro incantesimo va a
interferire col potere di Dr. House e Spider-Egg, che
lo costringono ad essere innaturalmente stupido. A livelli quasi da Orso Coattone. Per questo Harry è così demente. Perché ci sono
due poteri sovrannaturali che sommati lo rendono incredibilmente stupido.
L’unico in grado di dissolvere questi poteri sarebbe DrHouse93, ma non credo
voglia provarci. Quando ho provato a dissolvere i due poteri, l’ho quasi
portato alla morte. Non che non lo fosse già, dopo due fulmini, un EHEHEHEHEH,
un eh?, un ciuppa, un PetrificusTotalus, un…»
«Abbiamencapiten, grazien!»
«Comunque dicevo, quindi ho provato a diminuire la dose di stupidità, e
stavolta ha funzionato. Da adesso Harry è meno stupido. Ma lo rimarrà comunque.
Per sempre»
«Be’, sai che novità». Harry aprì gli occhi, e si accorse di trovarsi nello
studio di Silente. Si guardò attorno, e vide chini su di lui Silente(ma va?),
la McStrudel, Ron, Hermione
e, seppur inviperito, Piton. Gli spiegarono cos’era
successo, e Harry si rese conto che effettivamente la sua stupidità era un po’ calata.
Già il fatto che si rendesse conto di essere stupido era una notizia anomala.
Ron e Hermione, arrivati nella Sala Comune,
spiegarono a Harry cosa avessero letto sul libro.
«E…ehm, c’è un’altra notizia» cominciò Ron. «Piton
farà l’arbitro della prossima partita»
Harry rimase paralizzato. Non dire mitico, non dire mitico, non
dire mitico…
«Mitico!» D’oh!
«Harry, ma come mitico?» esclamò Hermione, incredula.
«Piton ha cercato di ucciderti durante la scorsa
partita!» Scappa scappascappascappa
Harry scappò via nel dormitorio, aprì la finestra e si buttò di sotto.
(S)Fortunatamente, non morì perché andò ad atterrare sul corpo di Neville, che
morì al posto suo.
E venne il giorno della partita. Harry era teso al
massimo, come una corda pronta a spezzarsi. Harry?
SNAP! Quanto sono cattivo muahahahahahcoffcoff
Mentre le rispettive squadre si cambiarono negli
spogliatoi, la folla si riversava nelle tribune soprastanti. Non udì alcun
tonfo, segno che Neville non era morto. Harry sapeva che questa volta toccava a
lui. Con un nodo alla gola, entrò nello stadio. Intanto, sulle tribune Ron e Hermione erano all’erta, con le bacchette pronte nel caso
Harry fosse stato in pericolo di vita.
«Per fare un albero…ci vuole il legno…per fare il legno…ci vuole un albe…Co…mi
hanno sentito tutti?»
«Braven, idioten» disse la McStrudel nel megafono.
«Vabbè, per fortuna che non sanno che sono stato io,
Marcus Silente, a cantare…D’oh!». Tutta la tribuna si girò per ridere in
direzione di Silente, che ne approfittò per Stupefare alcuni alunni. Ron e Hermione ridevano per un altro motivo, invece. Se Silente
era nella folla, Harry era salvo. Si girarono giusto in tempo per vedere Draco fare una battuta su Neville.
«Pensa Paciock, se il tuo cervello valesse tanto oro
quanto pesa, saresti più povero di un barbone! Ahahahahah!»
Nello stadio scese il silenzio. Persino i giocatori, i Bolidi e il Boccino si
erano fermati a guardare Draco, che per altro
continuava a ridere da solo.
«Ehm…» fece Draco, accortosi di tutto. «Guardate, un
piccione radioattivo!»
Silenzio di tomba. Pure il piccione radioattivo si era fermato a fissare Draco.
«Ehm…non mi avrete mai!» urlò. Mentre partiva la musica di 007, afferrò Neville
e si buttò dalla tribuna. La musica si interruppe bruscamente quando da sotto
si udì uno SPACK. La folla rimase a fissarli per un po’, poi Silente disse:
«Oh, be’, due dementi in meno».
Ok
ragazzi/e, qui finisce un nuovo capitolo. Non so se è abbastanza comico, ma se
non lo è spero vogliate perdonarvi, dato che sono ancora un po’ residuo dai
sintomi della Depressioab Stupido Adulescenti(Depressione da adolescente stupido). Spero
comunque che vi sia piaciuto, e ora, vai con le recensioni.
gelb_augen: Allora, in effetti mi
hanno proposto un oscar per The Best Idiot Fan Fiction, ma ho rifiutato. Le mie fan fiction sono
demenziali, non idiote u.u. Quanto alle faccine, si è
vero mi sto “faccinizzando”, ma ogni tanto ce ne
vuole una per rendere l’idea della mia espressione attuale. Poi è ovvio che mi
scolo qualcosa di speciale, a colazione bevo sempre birra e gasolio, un vero
toccasana!(O si diceva boccasana?). Comunque sì, il
Calcio Rotante è stato inventato dal sommo creatore di tutto, ChuckNorris, con il suo
segretario Dio. Un giorno farò una storia a parte intitolata: La Storia del Mondo. Spero che tu voglia
seguirmi fino a là, e a Lunedì prossimo! Pan_Tere94:
Allora, sono contento che ti piaccia la fan fiction, in questo capitolo Harry è
un po’ migliorato per quanto riguarda la stupidità, anche se a dir la verità
non molto, e sono contento che ti piaccia DJ Bobo, che a Pasqua lancerà il suo
prossimo CD: EverybodysayRadioactiveChiwawa!. E, per
future richieste, certo che potete aggiungermi a msn,
sempre che prima non muoia Ashley Snape: Ti ringrazio per i complimenti
sulla fic, e vorrei anche sottolineare che senza il
sostegno che mi date ogni volta voi lettori probabilmente mi sarei già
suicidato da un bel pezzo. Comunque sì, (non)mi duole ammetterlo, ma Harry è
proprio un emerito coglione u.u _Niki_: Grazie per i complimenti anche a
te, e ci tengo a precisare che Neville muore periodicamente 198756463120031467
volte HARRY: Al mese?
No, al giorno. Levati di mezzo che tu in teoria staresti giocando a Calcio
Rotante HARRY: Ah già è ve…
SPACK Ecco appunto. Comunque, essendo il giullare di corte di un pelo ascellare di
ChuckNorris, ha diritto a
resuscitare sempre, nonostante muoia lo stesso ogni volta.
Bene, e abbiamo(perché parlo al plurale?
Uhm…mi sa che mi sto “Gollumizzando”)finito con le
recensioni, noi ci sentiamo Lunedì per il prossimo bello(non posso ripetere di nuovo strabiliantario o strabiliantese)capitolo:
Umberto, Drago C***orugoso di Norvegia!
Ciao ragazzi/e, a Lunedì(che poi tra l’altro è anche il mio compleanno)
Capitolo 14 *** Umberto, Drago C***orugoso di Norvegia ***
Harry
Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve -
Capitolo 14: Umberto, Drago C***orugoso di
Norvegia -
I
Grifondoro esultavano. Sembrava impossibile, ma Harry
aveva preso il Boccino in meno di cinque minuti. La partita era già finita,
loro erano al secondo posto nel campionato e nulla poteva andare storto. Nulla
salvo un albero, che cadde addosso a Harry, facendolo svenire.
Harry si svegliò di soprassalto. Si trovava in
infermeria(chissà perché). Non afferrò subito il perché si trovasse là, così
rimase per un po’ a fissare il soffitto. Poi si ricordò dell’albero caduto, e
lo pervase un senso di profonda amarezza. Che
palle, capitano tutte a me, pensò Harry. Già
Rimase per tre ore a osservare il soffitto, poi finalmente entrarono Ron e Hermione, entrambi preoccupati.
«Era ora!» sbottò Harry. «Quando vi decidevate a venirmi a trovare?»
«Non è stata colpa nostra, Harry» rispose Ron. «Era Madama Chipster
che non ha voluto farci entrare»
«Ma non è ve…» esordì Madama Chipster
«Stupefactum!» esclamò Hermione.
«Ehi, ma stava dicendo che non è ve…» cominciò Harry.
«Stupefactum!» ripetèHermione. Sì, molto furbi, io adesso dovrei
aspettare che si riprende Harry?
HERMIONE: Vabbè scusa, lui ci ACCUSA INGIUSTAMENTE e
io gli scaglio contro uno Stupefacente. Che male c’è? Mi sa che ti sei fatta un po’ prendere
la mano da questi Stupefacenti. Lo sappiamo che ti fai le canne tutto il
giorno, ma non devi attaccare questo vizio agli altri.
HERMIONE: Ehi, io non mi faccio le canne! Sono una ragazza per bene, io! -.-
HERMIONE: Che c’è? D’oh! Ho sbagliato fic.
No niente, come non detto, ma aspetta di arrivare al terzo anno, poi vedremo
che fine fa la ragazza per bene
HERMIONE: Ma io… Miiiiiiiiiiiii che rottura di palle! KRAK-HOOM Ecco, così va meglio
«Allora, che si dice dal resto della scuola?» chiese Harry a Ron.
«Mah, le solite cose» rispose Ron. «Neville continua a morire, Malfoy continua a fare il coglione, e Silente ci ha
informati che verrà una nuova alunna»
«Davvero?» domandò Harry. «Chi è?»
«Boh, si è rifiutato di dire il nome» disse Ron. «Comunque ora devo andare, che
c’è Madama Chipster che rompe»
«Ma se è Stupefa…»
«Stupefactum!»
Harry fu sguinzagliato(sguinzagliato? E
che è, un cane?) dall’infermeria due giorni prima dell’arrivo di questa
fantomatica nuova alunna. Tutta la scuola fremeva per il suo arrivo. L’unico a
cui non glie ne fregava niente era Neville, che aveva finalmente deciso di
cercare di non morire per motivi stupidi o per “Scherzi da Harry”. Passarono i
due giorni, e Harry si svegliò di soprassalto(ohilà, che notizia). Ron era lieto di sapere che i due incidenti
non l’avessero fatto ritornare stupido come prima, ma che soprattutto non fosse
diventato normale d’un tratto, scatenando così catastrofi planetarie. I due
amici si vestirono e scesero nella Sala Grande. Fecero una breve colazione,
poi, si apprestarono a recarsi nel Cortile d’Ingresso, per andare a ricevere la
nuova arrivata. Aprirono i portoni della Sala Grande, scavalcarono il cadavere
di Neville e si recarono nel Cortile d’Ingresso. Attesero un po’, poi scorsero
in lontananza Silente che procedeva con a fianco una ragazzina. Era di
corporatura normale, o almeno così sembrava in lontananza. Quando arrivarono al
centro del Cortile d’Ingresso, Harry la vide bene: aveva corti capelli neri,
occhi verdi, e degli occhiali rotondi. Nel Cortile si diffuse un mormorio. Era
evidente che tutti stavano pensando quello che pensava Harry: No, Harry, niente ciambelle!
HARRY: Uffa, ma io volevo le ciambelle! Vabbè dai, una ciambella in premio posso dartela
HARRY: Mitico! Ma solo dopo che indovini a cosa stanno
pensando tutti
HARRY: D’oh! Dai, è facile. Puoi indovinare
HARRY: Mitico! Se ti impegni
HARRY: D’oh! Allora?
HARRY: Uhm…è molto brutta! Uhm, sì, diciamo che è anche quello,
visto che è la tua versione al femminile…d’oh!
986031564786298 TENTATIVI DOPO ALLORA, RAGAZZA - ESSERE - TUA -
VERSIONE - FEMMINA!
HARRY: Ahhhhhhhhh, ho capito!
«Benvenuta a Hogwarts» disse Silente. «Come ti
chiami?»
«Mary» rispose la bimba. «Mary Sue» KRAK-HOOM
Harry si sentì mancare, ma non prima di sentire qualcuno che lo derideva…Draco probabilmente…poi si fece nero, e tutto svanì. Harry
si svegliò di soprassalto. Si trovava nella Sala Comune di Grifondoro.
Ron e Hermione parlavano tra loro quando si accorsero
che Harry era sveglio.
«E’stataMarySueaderidertiappenaseisvenuto» disse Hermione tutto d’un fiato.
«Cazzo Hermione, vuoi darmi il tempo di riprendermi
almeno?» sbottò Harry. «Perché mi ha deriso?»
«Boh» rispose Ron, dato che Hermione ci era rimasta
male. «Penso per puro piacere. Sai, forse è una mia impressione, ma secondo me
questa Mary Sue è più antipatica e tritap***e di Malfoy»
«No, è impossibile» negò Harry. «Nessuno è peggio di Malfoy.
Tra l’altro, a me sembra tanto buona e simpatica»
UNA SETTIMANA DOPO…
«Sai, forse è una mia impressione,» disse Ron, «ma secondo me Mary Sue è più
antipatica e tritap***e di Malfoy»
«Peggio» convenne Harry. «Lei è peggio di Malfoy. Tra
l’altro è pure CENSURED e CENSURED ed è anche una grandissima testa di CENSURED
figlia di CENSURED BESTEMMIED BESTEMMIED CENSURED»
«Wow» fece Ron. «Ho un Dejavù!»
I giorni passarono, senza alcuna svolta sul mistero della Pietruzza Rossa, e
con il tempo la tesi di Ron fu confermata. Mary Sue non perdeva tempo a
deridere Harry per la minima cosa, tanto che stava già simpaticissima a Draco, e l’aveva anche rimpiazzato come capo tra i compari
di Sempreverde imbecilli. Un giorno, Harry, Ron e Hermione
decisero di andare a trovare Hagrid. Non per un
particolare motivo, ma era una delle loro periodiche visite. KRAK-HOOM
HARRY: Cosa c’entra il fulmine mo? Lo scoprirai fra due ore
Arrivati, bussarono e, una volta aperta la porta, entrarono. Trovarono Hagrid intento a bollire qualcosa in un pentolone sul
caminetto. Indossava dei ridicoli guanti con dei fiori verdi, tipici delle
checche. Hagrid li fece sedere poi, mentre Harry
apriva bocca per parlare, Hagrid tirò fuori dal
pentolone un uovo, completamente marrone.
«Hagrid!» esclamò Harry, eccitato(che brutta parola). «Ma quello…è Spider-Egg???»
«Ma no, cretino» rise Hagrid(ma perché ride?). «E’ un uovo di drago!»
«Ma porca BESTEMMIED BESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIED…»DUE
ORE DOPO«…BESTEMMIED CENSURED»
«Finito?» chiese Hagrid.
«No, ne ho ancora una scorta, ma me le conservo per dopo, grazie» rispose Ron.
«Comunque sì, è un vero e proprio uovo di drago. L’ho messo a scaldare nel
pentolone perché si schiudesse» disse Hagrid
«Ma Hagrid, dove l’hai preso un uovo di drago?»
chiese Harry.
«Me l’ha regalato un tizio al pub» rispose Hagrid,
con noncuranza.
«E cosa intendi farne?» chiese Ron. Nessuno si accorse che loro scivolavano
sull’acqua avvicinandosi sempre di più a una grossa forma bianca.
«Boh, volevo allevarlo» disse Hagrid. Harry si girò,
perché si stava rompendo le palle, e si accorse che qualcosa non andava(ma va?). Gli ci volle un attimo per
capire di cosa si trattasse(strano, di
solito gli ci vogliono due ore). «Ma è contro le nostre leggi!» disse
Ron.
«Ron...» fece Harry, ma Ron lo ignorò.
«L'allevamento dei draghi è stato dichiarato fuori legge dalla Convenzione
degli Stregoni del 1709»
«Ron...»
«E' difficile non farsi notare dai Babbani se
alleviamo un drago in giardino, e comunque non si possono addomesticare: troppo
pericoloso»
«Ron...»
«Dovreste vedere le bruciature che si è becca...»
«RON!!!»
«Che vuoi???»
«ICEBEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEERG!!!!!!!!!!!!!»
«Harry, hai rotto il CENSURED con questi tuoi “Scherzi da Harry”, stavo
parlando sul serio, io!»
«Anch’io!»
«Ma vaff…!» SKATA-KRASH!!! Probabilmente adesso vi
starete chiedendo come mai si sono andati a schiantare contro un iceberg stando
sulla terraferma. Ok, per la spiegazione bisogna tornare un po’ indietro nel
tempo e cambiare punto di vista
Mary Sue era una ragazzina fuori dal comune. Non
l’aveva detto a nessuno, ma aveva poteri magici enormemente sviluppati, a quell’età.
La postazione che aveva scelto era ottima. Le dava una perfetta visuale della
capanna di quel demente di Hagrid, e riusciva a
intravvedere anche una porzione del parco di Hogwarts,
per vedere chi arrivava dal castello. Infatti, dopo un po’ vide arrivare
proprio chi gli interessava. Era il ragazzo che derideva in continuazione:
Harry Potter. KRAK-HOOM Ecco spiegato il fulmine di Harry. Ok,
andiamo avanti
I tre ragazzi entrarono, e, non appena la porta si chiuse, iniziò a recitare
l’incantesimo al quale aveva pensato tutto il giorno.
«Trespueri in illadomu in navis
gesta et contra glacieseos faci affligere». ‘Porta i tre ragazzi dentro quella casa su
una nave e fa’ sbattere loro contro un ghiaccio’ era la traduzione letterale.
L’incantesimo era lungo e complesso, e si portò via due ore intere. Richiedeva
anche un enorme sforzo di volontà, ma quello non era un problema. Infatti,
l’incantesimo ebbe effetto, e la capanna sparì.
Sogghignando, Mary si affrettò a tornare al castello, perché il tempo necessario
per fare la spia e far ricadere la spionaggio su Draco,
cosicché venisse punito pure lui, era esattamente uguale al tempo necessario a
ritrovare Harry, Ron, Hermione e Hagrid
e a portarli in infermeria. Tanto a lei non importava. Draco
aveva quella stupida di Pansy Parkinson, e a Mary
interessava solo prendere per il culo Harry e fargli capitare le cose peggiori.
Harry si svegliò di soprassalto. Si trovava in
infermeria. Inizialmente non afferrò il perché si trovasse lì, ma poi si
ricordò dell’iceberg, del fatto che Ron era un cretino(ah Ron è un cretino, eh?), e non riuscì a spiegarsi come mai
fossero andati a cozzare contro un iceberg nonostante stavano sulla terraferma.
Sarà stato DrHouse93, come al solito,
pensò Harry. Ehi, non scaricarmi sempre la colpa!
Stavolta non c’entro niente!
HARRY: E allora chi è stato? Mary Sue
HARRY: Quindi te, perché la scrivi te questa fic
sfigata Bravo, allora non sei stupido come
sembri
Harry stava per ribattere quando la porta dell’infermeria si aprì, ed entrarono
Ron, Hermione, Draco, Hagrid e la McStrudel, tutti
ridanciani. Harry si accigliò. Perché era finito solo lui in infermeria? Stava
per aprire bocca, quando…
«Silenzien, cretinen!»
abbaiò la McStrudel. «Doferenparlarven. Siete statenmoltensciokken, at usciren di notten. Per fortunen, signor Malfoy mi afereavertiten. Perciò, quanden tu sareinripresen, sconteretenpunizionen con Hacrit. Punizionenaferenproposten signor Cazzen. Tomanenfateventrovaren en Salen de Ingressen, tutt’en etquattren»
«Mi scusi professoressa» intervenne Draco. «Ma,
perché ha detto tutti e quattro? Loro sono tre»
«Praven, Malfoy» disse la McStrudel. «Tu saperencontaren. Ma siccomenanke tu, per quantenonesten, esserenfuoren tal castellen en orarienproibiten. Perciò, tu scontarenpunizionen con loren»
«Ma professoressa, gliel’ho detto! Io non c’entro nulla! Non le ho inviato
nessun messaggio per informarla di cosa stessero facendo questi tre! E’ stata
Mary Sue!»
«Non faren il paraculendietrenpoverenragazzineninnocenten. La scritturenerentuen! Etoren,
pastendiscuteren» e detto
questo girò i tacchi e se ne andò.
«Ma non è giusto!» esplose finalmente Harry. «Perché sono finito solo io in
infermeria, non è giu…!»
«Stupefactum!»
Ok
ragazzi, finisce qui un nuovo capitolo. Mi scuso per il ritardo, ma fra il
compleanno mio(Due Lunedì fa)e una scommessa con mio padre mi sono ridotto a
oggi. Spero che vogliate perdonarvi, vedendo un po’ chi tormenterà ancora di
più la vita di Harry: Mary Sue! Anche se non resterà a lungo. Comunque, è il
momento delle recensioni. Vai!(Sembro un povero cretino).
Sakurahime949:
Oh, complimenti per il primato, di solito è gelb_augen
la prima a recensire ogni volta. Comunque sono contento che vi faccio
sbellicare dalle risate ogni volta, e spero che non mi crepiate di dolori
muscolari o, peggio ancora, di dolori alla prostata/ovaie. Poi spiegami come
hai fatto a recensire e a fare un tema contemporaneamente! Ashley Snape: Purtroppo(seeeeeeeeeeee,
purtroppo un corno)è così: Harry è un vero e proprio coglione. E per un po’
arriverà Mary Sue a rimpiazzarlo, perché, non vi svelo come, ma riuscirà a
prendere il controllo del Dinamico Trio. Perciò vi lascio con due
interrogativi: Riuscirà Harry a tornare il capo? E come? Lo scoprirete nei
prossimi capitoli! Comunque, mi fa uno strano effetto vedere Severus chiamato Snape, quando
nella versione italiana sono abituato a leggere Piton.
Ma in fondo, sti CENSURED! gelb_augen: Semplice: su msn non rimangono le recensioni, ma qui sì! Poi tranquilla,
non mi farò prete manco se fossero le uniche persone destinate alla
sopravvivenza, semplicemente mi piace perché anche la frase più scema in Latino
ha la sua nobiltà. Esempio: Ego in rundocurro. Trad: Io corro in tondo. E poi gli incantesimi si formulano
in Latino. Quanto alla stupidità, stupido più o stupido meno, non fa
differenza, anche perché più per meno fa meno. Quanto a Giulio Cesare Cesaroni, detto Voldemort, non so
da dove ti sia uscito, ma se non altro è originale. Comunque grazie, ma ti
ripeto che non serve avere un talento o una predisposizione per far ridere,
considerato che alle elementari facevano battute pessime, e le faccio ancora, a
dirla tutta. Devi solo saper sfruttare le parole con la giusta situazione.
Comunque, a proposito della Pietruzza, non ve lo dico, altrimenti si rovina la
sorpresa. NB: Vorrei anche farvi notare che Harry non sa perché è famoso, e
fino alla fine del libro non lo scopre. nueblackcrowfriend: Lo Sforzo mi sostiene
quasi sempre, specie quando vado al bagno, e che la tua spada resti affilata!
Non so cosa c’entra, ma parlando di frasi celebri ci stava bene. Comunque sono
contento che ti faccia ridere la fan fiction, sperando che continui a seguirla
ho accettato il tuo consiglio di Mary Sue, che comunque non era una cattiva
idea. A dirla tutta inizialmente non sapevo nemmeno cosa fosse una Mary Sue, ma
per fortuna c’è Wikipedia!
Bene, sono finite le recensioni, ora
devo andare(non che me la stia spassando, si prospetta un pomeriggio lungo e
noioso). Noi siamo quasi arrivati alla fine della fan fic,
perciò non perdetevi i prossimi, finali capitoli, tra cui: Harry Potter vs Mary Sue. Bene, ora è tempo di andare, la morte è
soltanto un’altra via, dovremo prenderla tutti prima o poi…sì bravo Gandalf, adesso levati della palle…dicevo, ora vado che
gioco un po’ al Ritorno Del Re. Ciao ragazzi/e, a Lunedì!
P.S. Se avete notato il titolo del capitolo, è vero, non compare il nome di
Umberto nel chap, ma tanto si chiama così, quindi, perché
specificare? P.P.S. Voglio anche chiarire il significato del
titolo: Umberto, Drago C***rugoso
di Norvegia sta per: Umberto, Drago Casupercalifraginistichespiralidosorugoso
di Norvegia. Perché che pensavate? P.P.P.S. Bene, adesso devo andare veramente. Ariciao!
Harry
Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve
- Capitolo 15: Harry Potter vs Mary Sue -
Era una notte buia e tempestosa. Nel palazzo di
vetro e acciaio l’uomo stava rimettendo a posto le sue cose. Abitando a Londra
ci si abituava a quel tempo quasi costantemente freddo, ma comunque a Maggio
una notte come quella era comunque strana. Stava chiudendo la sua cartelletta
quando udì un bisbiglio, quasi impercettibile, fuori dalla porta del suo
ufficio. Subito dopo vide un lieve bagliore, e la serratura scattò. L’uomo si
allarmò. Ladri, fu il suo primo pensiero. Non
sapendo che fare, rimase inchiodato al pavimento, mentre la porta si aprì.
Dapprima non vide nulla, ma poi riconobbe una sagoma nera, piccola, sulla
soglia. Era l’inconfondibile figura di una bambina, di circa undici anni.
L’uomo si fece prendere dal panico. Aveva già visto quella ragazzina, ma in un
film…Non credeva che potesse esistere davvero…infatti non può esistere davvero, pensò fermamente l’uomo, mi sto solo facendo suggestionare dalla
stanchezza. Ma, come se la ragazzina gli avesse letto nel pensiero, disse:
«No, caro il mio avvocato.Questa non è
una suggestione da stanchezza. Io sono reale». L’uomo si impietrì. Quella
ragazzina sapeva che era un avvocato. E per giunta aveva una fredda voce
spettrale. Ecco, è arrivata l’ora della mia fine,
deglutì l’uomo. La ragazzina si avvicinò. A metà strada un fulmine squarciò le
nubi…
HARRY: Si può sapere perché mi sono beccato un
fulmine stavolta? Oh che palle, ma tu devi intervenire per
forza? Lo capirai poi
…illuminando l’ingresso e rivelando all’uomo la
ragazzina. Aveva dei capelli neri a caschetto, corti, occhi verdi, una
corporatura normale e degli occhiali rotondi. L’uomo balzò dal terrore. Se la
ricordava diversa, la ragazzina di The Ring, ma non gli sembrava il momento
migliore per analizzarla meglio. Abbandonando il coraggio, iniziò a urlare: «Ti
prego, no! Non mi uccidere! Ti prego, Samara, non mi uccidere! Ti darò tutto
quello che vuoi in cambio!».
La ragazzina si fermò e scoppiò a ridere. «Tutto quello che voglio? Perfetto,
era proprio quello che volevo»
L’uomo rimase inchiodato al pavimento, ma un piccolo barlume di speranza si
accese dentro di lui. Se riusciva ad accontentare Samara, forse sarebbe
sopravvissuto. «Signor Landrick, ho bisogno dei suoi
servigi. Se lei farà una cosa per me, sarà salvo». Il signor Landrick deglutì, confermando il fatto che quella era
proprio Samara dato che conosceva il suo nome, prima di rispondere: «S-servigi? V-va bene. I-in cosa posso e-esserle utile?»
«Vede, avrei bisogno che lei,» rispose Samara, «mi firmi alcuni documenti.
Guardi, li ho già pronti» e mostrò dei documenti al signor Landrick.
«Posso?» chiese. La ragazzina annuì. Il signor Landrick
si avvicinò solo quanto bastava affinchè le sue dita
sfiorassero i documenti, dopodiché li afferrò e balzò indietro. Samara ghignò.
Cercando di ignorarla, il signor Landrick lesse i
documenti.
«Questi documenti,» esordì il signor Landrick,
«dichiarano che una signora di nome Mary Sue, maltrattata ingiustamente da un
certo Harry Potter, ha chiesto come condanna per l’imputato un allontanamento
di almeno cinquecento metri dalla sua residenza attuale. A seconda delle leggi
del Regno Unito, l’imputato deve obbedire a quest’ingiunzione senza infrazioni,
pena il carcere. E inoltre questi documenti specificano chiaramente che
l’ingiunzione è valida in qualunque luogo e in qualunque circostanza.
Corretto?»
«Precisamente» rispose Samara.
«Ehm…se posso chiederlo…» iniziò il signor Landrick,
ritrovato un po’ di coraggio, «perché mi ha portato questi documenti da
firmare? Voglio dire, lei è un emissario di questa…» rilesse in fretta il
documento «…Mary Sue?»
«Questi sono affari miei» disse Samara, e l’avvocato capì che era meglio non
indagare oltre. «Ora li firmi»
Senza esitare, il signor Landrick prese i documenti,
li firmò, e li riconsegnò, sempre tenendosi a distanza, a Samara, la quale
prese i documenti e si avviò verso la porta. Il signor Landrick
sospirò di sollievo. Arrivata sulla soglia, Samara si girò e guardò il signor Landrick dritto negli occhi
«Ah, a proposito» disse Samara. «Io non sono Samara. Sono io Mary Sue»
«C-checheche?» esclamò il signor Landrick.
Fu come se avesse preso un ceffone in piena faccia. Aveva appena firmato dei
documenti per favorire quella ragazzina, che l’aveva terrorizzato per tutto il
tempo?
«Ora vado» riprese Mary, si girò in direzione del corridoio, poi disse:
«Samara? E’ tutto tuo»
Harry si svegliò di soprassalto. Aveva appena fatto
un sogno decisamente bizzarro. Una ragazzina di undici anni che minacciava un
uomo adulto di fare qualcosa…e l’uomo accettava. Harry deglutì.
Calma, Harry, calma, non è successo niente di male, tentò di rassicurarsi.
Tentò di riaddormentarsi, ma senza successo. Quando poi stava per riprendere
sonno, sentì una fitta lancinante alla testa: uno zaino, molto grande e
pesante, gli era appena caduto addosso. Bestemmiando e lacrimando, guardò il
contenuto della borsa e rimase perplesso: conteneva un mitra, una pistola, e
diversi caricatori per entrambe le armi. E, cosa ancora più strane, un foglio.
Allora capì come mai quel borsone gli era caduto in testa.
HARRY: Ma tu sei proprio un bastardo! Frena la lingua e ascoltami, un giorno
mi ringrazierai. Vai all’ingresso della Foresta Proibita, in prossimità della
capanna di Hagrid, e sotterra questo borsone
HARRY: Cos…ma perché? Col cavolo! KRAK-HOOM
HARRY: D’accordo, vado
Harry si caricò il pesante borsone sulle spalle,
divenne invisibile e attivò il microchip. Gli sarebbe servito, e pure
parecchio. Uscì dalla Sala Comune e si avviò furtivamente per i corridoi. Non
incontrò nessuno, salvo Neville, che, vedendo un borsone fluttuare da solo alla
velocità di un proiettile, trasalì, inciampò su un’armatura che gli cadde
addosso, uccidendolo, e provocando un gran fracasso. Harry lo fanculizzò e si affrettò a correre. Grazie al microchip
arrivò in fretta al portone d’ingresso, lo aprì piano piano
ed uscì. L’aria stranamente fredda aggrediva il suo piccolo corpo nudo. Era
nudo perché era lui a diventare invisibile, non i vestiti. Si avviò rapido
verso la capanna di Hagrid, facendo solo dei lievi
tonfi con i piedi. Arrivato alla capanna di Hagrid
però, gli sorse un dubbio: come avrebbe fatto a scavare una buca per sotterrare
il borsone? Ma si rispose da solo vedendo che Hagrid
aveva lasciato una pala fuori dalla capanna. La prese e cominciò a fare una
buca abbastanza profonda sull’ingresso della Foresta Proibita. Non sapeva
perché stesse facendo questo, né a cosa gli sarebbe servito. Probabilmente era
soltanto l’ennesima figura di merda. Finì di scavare la buca, si levò lo zaino
dalle spalle e, con un sonoro tonfo, lo posò nella buca. Si affrettò a
ricoprire la buca con la terra smossa, poi riposò la pala dove l’aveva trovata
e si diresse in fretta verso Hogwarts. Rientrò ancora
dal portone, ma stavolta, grazie al suo orecchio meccanico, udì un leggero
fermento nei piani superiori. Era evidente che Neville e l’armatura avevano
suscitato l’allarme generale di Gazza e dei professori. Col cuore che batteva a
mille, sia per il nervoso che per il microchip, Harry tornò in fretta nel
dormitorio, andando a cozzare contro MrsMerd a metà strada. Tornato davanti al suo letto, prese a
respirare con calma e disattivò il microchip. Allora si rivestì e poi tornò
visibile. Ancora cercando di capire a cosa mai potesse servirgli quello che
aveva fatto, si riaddormentò. Una settimana dopo, si svegliò con uno strano
senso d’inquietudine. Si vestì cercando di calmarsi, ma non ci riusciva.
Continuava a pensare che tra breve gli sarebbe successo qualcosa di terribile,
e che quel qualcosa c’entra con Mary Sue. Dopotutto era già da una settimana
che non si vedeva più in giro. Aspettò che anche Ron finisse di vestirsi, poi
scesero nella Sala Comune e aspettarono Hermione. La
ragazza arrivò poco dopo, e tutti e tre si diressero nella Sala Grande. Ron e Hermione erano allegri, invece Harry era ancora inquieto,
fatto che suscitò negli altri un “Vaffanculo!” e se
ne andarono per fatti loro. Arrivò in Sala Grande, si sedette, fece per fare
colazione ma si sentì toccare da una spalla. Si girò e vide Silente che lo
guardava. Non sorrideva.
«Seguimi» gli disse. Harry si alzò e seguì Silente,
che lo condusse nel suo ufficio. Era formato da più stanze, ovali, tipo lo
studio del presidente degli Stati Uniti. Nell’ufficio c’erano i quattro
direttori delle case, un uomo con una bombetta verde acido e una sigaretta un
bocca, e Mary Sue. Harry sentì lo stomaco ribaltarglisi.
Fortunatamente non aveva mangiato nulla, altrimenti pensava che l’avrebbe
vomitato. Cercò invece di sapere perché c’era tutta quella gente ad attenderlo.
Cercò di capire qualcosa dai loro volti. Il professor Vitious,
la professoressa Bamboocha, la McStrudel
e l’uomo con la sigaretta avevano una faccia preoccupata. Silente era serio
come non mai. Piton era come sempre imperscrutabile.
L’unica che sorrideva era Mary Sue. Harry la guardò con odio: sapeva che tutta
quella scenata era opera sua. Cercando di ignorarla, si girò verso Silente per
chiedere spiegazioni, ma fu l’uomo con la sigaretta a parlare.
«Harry» iniziò. Avevo una voce rauca, tipica da fumatori. «Sono il Ministro
della Magia, Claudius Camel. Infatti fumo solo
sigarette Camel»
Harry fu tentato di dirgli: “E sti cazzi non ce lo
metti?”, ma si trattenne.
«Comunque» riprese Camel. «Mi duole informarti che siamo qui su richiesta di
Marcus. Ci ha appena informato che la signorina Sue, per ragioni note a lei
solo, si è recata da un avvocato Babbano e, senza
usare la magia, lo ha convinto a firmare dei documenti per una querela, che dichiara
esplicitamente che, fino a nuova data, dovrai trovarti a una distanza pari e
non minore di cinquecento metri. La pena, in caso di trasgressione, è il
carcere. E per carcere intendo Arkatraz»
«Cosa?» protestò Harry. «Ma…le leggi Babbane non
hanno valore qui!»
«Purtroppo sì, Harry» intervenne Silente. «Vedi, comunque ci troviamo in un
paese dove è il Governo a decidere. E comunque, la querela in questione
esplicita che è valida in qualunque, e sottolineo qualunque, circostanza.
Quindi, a meno che tu non voglia far chiudere la scuola, devi rispettare la
querela. E l’unico luogo sotto la giurisdizione di Hogwarts,
ma che sia distante almeno cinquecento metri, è la Foresta Proibita. Mi
dispiace, Harry»
Incazzato nero, Harry rovesciò tutto, ruttò in faccia ai presenti, si mise a
piangere come un cretino, ma non servì a nulla. Rassegnato, si diresse verso
una nuova vita: verso la Foresta Proibita. Solo ora si rese conto che quello
che aveva sognato l’altra notte era quello che aveva fatto Mary Sue, quella notte.
Ma non riusciva a spiegarsi come avesse fatto a vedere con certezza cosa stesse
facendo Mary Sue in quel momento. Arrivato ai margini della Foresta Proibita,
sospirò. Si sedette su un tronco e non pensò a nulla in particolare. Poco dopo
vide Hagrid uscire dalla Foresta. Harry alzò lo
sguardo mentre Hagrid si avvicinò.
«Ciao Harry» lo salutò. «Come mai qui? Non dovresti essere a lezione?»
Harry gli spiegò così l’accaduto. Ma la reazione che Hagrid
fece fu diversa da quella che si aspettava: rise. Lì per lì si incazzò, ma poi
si ricordò che Hagrid, essendo un rincoglionito,
rideva per ogni cosa. Quindi non ci fece caso più di tanto.
«Bè, Harry, io devo andare» si congedò Hagrid. «Devo dare da mangiare a Umberto. La cacca di Thor
non gli piace»
«Perché scusa, hai dato della cacca da mangiare a un drago?» chiese Harry,
stupido, cioè stupito.
«No, ma sul copione c’è scritto così» e detto questo se ne andò. Harry rimase
fermo imbambolato lì. Dopo un po’ però si stufò e, fregandosene altamente della
querela, tentò di ritornare a Hogwarts. Ma andò a
cozzare contro una barriera invisibile. Provò e riprovò, ma senza successo.
Così scoppiò a piangere come un bambino cretino. E proprio mentre arrivava
Camel, Silente e Mary Sue, per confiscargli la bacchetta. Harry pianse più
forte che mai. Mary lo derise insolentemente. Harry smise immediatamente di
piangere e si scagliò su Mary, ma lei balzò dietro la barriera magica e Harry ci
andò a cozzare di nuovo contro. Mary rise. Silente e Camel se ne andarono, ma
Mary rimase dov’era e disse: «Povero, piccolo Harry. Deve essere frustrante per
te non potermi raggiungere, non poter raggiungere i tuoi amici e la tua vita
eh? E ora voglio proprio vedere come farai a sopravvivere nella Foresta
Proibita, senza la bacchetta, senza la tua unica arma»
A quelle parole Harry si ridestò. Non lo diede a vedere a Mary, ma in realtà
lui aveva un’arma. Anzi due. Gliele avevo fatte sotterrare una settimana prima.
Solo allora Harry si rese conto che per una volta nella vita l’avevo aiutato. Chiariamo che l’ho fatto perché se mi
schiatta poi non ho più un protagonista. Immerso nei suoi pensieri, quasi
non si accorse che Mary aveva ricominciato a parlare.
«Ma lasciamo perdere il povero piccolo cretino Harry Potter. I miei piani sono
molto più grandi. Ora che tu, l’unico ostacolo al mio piano, se fuori dai
piedi, mi occuperò del mio piano principale. Addio Harry» e detto questo se ne
andò ghignando.
«Intanto io so quanto fa 2+2! E tu no!» gli gridò Harry dietro. Non per un
particolare motivo, ma essendo scemo bisogna compatirlo. Rimase per un po’
appoggiato alla corteccia di un tronco finchè non
sopraggiunse la notte. E allora furono cazzi per Harry. Ma cazzi veramente, e
pure grossi. La Foresta si riempì di rumori. Scricchiolii, fruscii e molto
altro. Strane creature strisciavano nell’ombra. In lontananza udì il nitrito di
un cavallo e il ruggito di qualcosa di incomprensibile, e la cicatrice pizzicò.
Pensò subito a come fare per riprendere le armi che aveva sotterrato una
settimana prima. Ma, non avendo una pala a disposizione, l’unico modo per
dissotterrarli era con le mani. Tentò di scavare, ma la terra era troppo
compatta.
KRAK-HOOM Ecco, ci mancava il fulmine adesso, pensò
Harry. Quale colpo di scena sarà
successo? Be’, se non altro peggio di così non può andarmi. In quel preciso
istante, iniziò a piovere
D’oh!, pensò Harry. La pioggia scendeva fitta, inzuppando Harry, che, incazzato,
appoggiò la schiena sul tronco di un albero cercando di ripararsi con sotto ai
rami. Ma, improvvisamente, il fogliame cedette e tutta l’acqua accumulatasi
sopra cadde su Harry, che iniziò a piangere(ohilà, che notizia). Qualche ora dopo, finì di piovere. Harry si
ricordò quindi delle armi e riprese a scavare. La pioggia aveva giocato a suo
favore: aveva reso la terra smossa facilmente modellabile. Iniziò così a
scavare. Dopo un’oretta buona, finalmente dissotterrò il borsone con le armi.
Lo aprì, prese il mitra, ma rimase fermo: non sapeva come funzionava. Allora
scorse il foglio. Lo aprì e lesse: ‘Caro Harry, qui ci sono un mitra, una
pistola, un coltellino nella tasca esterna, e abbastanza caricatori per il
mitra e la pistola. I proiettili, che normalmente sono di metallo, sono di
gomma. Non avrai pensato di ammazzare qualcuno veramente, no? Per far
funzionare il mitra: inserisci il caricatore nella sua apposita fessura. Lo
puoi distinguere da quello della pistola perché è più grande. Dopodichè, una volta inserito il caricatore, tira la
levetta sul lato sinistro del mitra. Così caricherai i colpi e toglierai la
sicura. La stessa cosa vale per la pistola. Un caricatore di mitra ha dentro 50
colpi, mentre uno di pistola ne contiene 15. Saprai cosa fare col coltellino
quando arriverà il momento. Buona fortuna,
DrHouse93’ Minchia! Pensò Harry.
UNA
SETTIMANA DOPO
Era una notte buia e tempestosa. La Foresta Proibita
pullulava di rumori e fruscii, ma anche di strani colpi: colpi di mitra. Ron e Hermione si avvicinarono impauriti ai margini della
Foresta. Erano entrambi nascosti sotto il Mantello dell’Invisibilità di Harry.
Non sapevano dove avrebbero trovato Harry, ma quella era una situazione
veramente critica. Entrarono nella Foresta, si tolsero il Mantello e iniziarono
a chiamare a gran voce Harry. Per un po’ non si fece vedere, ma poi comparve
dagli alberi. Aveva un aspetto orrendo, più del solito: i capelli più arruffati
del solito, tutto sporco e puzzolente, gli occhiali un po’ storti e con una
lente semirotta, e i vestiti ridotti a brandelli. Hermione
fu lì lì per mettersi a piangere alla vista di Harry
conciato in quel modo per colpa di quell’arpia di Mary Sue. Harry li guardò poi
chiese: «Come mai qui? Vi aspettavo domattina»
«Lo so, Harry» rispose Hermione. «Ma la situazione è
più critica del previsto. Ricordi che Mary Sue è riuscita a cacciare Silente e
a diventare Preside tre giorni fa?»
«Sì, e allora?»
«E allora sta tiranneggiando tutti da là sopra» disse Ron. «Sta proibendo di
fare ogni cosa. Ha anche proibito i fidanzamenti Gay! Malfoy
infatti è distrutto. Prima adorava Mary, ma adesso la odiano tutti. Si sta
comportando come un tiranno spietato. Ma la cosa peggiore è che…» Ron esitò.
«…che ha firmato un documento per farti uccidere. I professori stanno arrivando
qui» concluse Hermione.
«Cosa?» protestò Harry. «Non mi farò uccidere dai quei fetenti puzzolosi!(puzzolosi?)»
«Lo sappiamo Harry, ma c’è una buona notizia» proseguì Hermione.
«Dato che era Silente che aveva eretto la barriera magica contro di te, su
ordine di Mary, e ora non c’è più, puoi muoverti liberamente. Per questo siamo
venuti. Per avvisarti e per chiederti di cacciare Mary Sue. Tu sei l’unico in
grado di farlo»
«E non potevate dirmelo subito?» esclamò Harry, felice. Si precipitò verso il
castello.
«Forse dovevamo dirgli che ci ha costretto Mary Sue a farlo venire» disse Hermione, di nuovo sull’orlo delle lacrime.
«Non potevamo. Ce l’aveva proibito» spiegò Ron.
«Davvero?»
«No, ma sul copione c’è scritto così»
***
Harry arrivò davanti al Portone d’Ingresso e si
nascose dietro un muro. Da dentro sentiva dei passi. Qualcuno si avvicinava. Ma
che speranza aveva, armato di bacchetta, contro Harry, armato di mitra? Il
portone si aprì e dapprima Harry non vide nulla. Poi lo riconobbe: era il
professor Vitious. Harry non avrebbe voluto farlo, ma
sapeva che non potevano esitare agli ordini di Mary, così uscì allo scoperto e
scaricò alcuni colpi su Vitious, che cadde a terra. I
proiettili, essendo di gomma, non l’avrebbe ucciso, ma gli avrebbero fatto male
per un bel po’. Harry entrò così nel portone e iniziò a salire le scale,
diretto verso lo studio di Silente. Ma fu troppo incauto: arrivato al Terzo
Piano fu scorto da Piton, che prese a scagliargli
maledizioni a raffica. Le evitò solo grazie al microchip. Si appostò quindi
dietro a una colonna e attese.
«Vieni qui, Potter» disse Piton. «Il professor
Silente non vorrebbe che io ti facessi del male. Ma il professor Silente non c’è
più ora, e posso farti quello che voglio»
«Ma manco per le balle!» esclamò Harry, uscendo allo scoperto e scaricando una
raffica di mitra su Piton. Riuscì a schivare alcuni
colpi, altri li bloccò tramite magia. Harry quindi digrignò i denti e,
incurante del pericolo, gli si lanciò addosso. Gli sferrò un colpo sul petto
col mitra, e Piton cadde a terra e ansimò, senza
fiato. Harry estrasse la pistola dalla cintura e gli piantò un colpo sul petto.
Piton sussultò e svenne. Harry lo guardò un po’, poi
proseguì. Ma aveva appena fatto qualche passo che MrsMerd spiccò un balzo e, estratti gli artigli, si
diresse in direzione della faccia di Harry. Ma non si fece coglione…voglio dire
cogliere impreparato e, dopo aver attivato il microchip, sparò cinque sei colpi
su MrsMerd, che ricadde a
terra.
«Brutto pezzo di sbrudolosky!(sbrudolosky?)» inveì Gazza, giunto sul posto. Ma non fece in tempo a finire la
frase che si ritrovò con un proiettile di gomma piantato in testa. Gazza
svenne. Harry proseguì con la sua avanzata. Ormai voleva solo vendetta, e
niente poteva fermarlo. Continuò a salire per le scale, liberandosi anche della
McStrudel e della Bamboocha,
finchè non arrivò davanti al fatidico gargoyle che conduceva allo studio di Silente. Harry non
fece neanche in tempo a fare qualcosa che il gargoyle
si spostò.
«Finalmente qualcuno che caccerà quella strega da quattro soldi» gli disse,
giustificando il fatto che si era spostato senza parola d’ordine. Harry salì in
fretta le scale e, arrivato davanti alla porta. Si fermò, col cuore che batteva
a mille. La resa dei conti, finalmente. Spiò dalla serratura della porta. All’interno
vide Mary Sue, intenta a scrivere qualcosa. Sembrava ignara di quello che stava
per succedere. Harry prese un bel respiro, poi sferrò un calcio alla porta.
«Ahia ma porca BESTEMMIED BESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIED. Porta di merda!» e gli sferrò un secondo
calcio. Ma appena la porta cadde a terra con un tonfo, un incantesimo sibilò
verso di lui. Anche col microchip l’incantesimo lo colpì di striscio e lo
lasciò senza fiato per un po’. I sensi gli calarono per qualche secondo, e il
suo campo visivo prese a galleggiare. Uno Stupefacente, pensò, quando si
riprese. Si appostò dietro la porta, con dentro Mary che rideva.
«Vieni fuori, caro Harry! Ti aspetto» lo provocò.
«Magari muori di dolori alle ovaie!» sbraitò Harry e, attivando il microchip,
uscì allo scoperto. Mary subito gli scagliò un secondo Stupefacente, ma
stavolta Harry lo schivò, premette il grilletto e cominciò a scagliare una
raffica di mitra su Mary Sue. La ragazzina si buttò di lato e prese a
indietreggiare verso la finestra. Harry rise e fece per dargli il colpo di
grazia, ma aveva finito le munizioni. D’oh!, pensò Harry, mentre Mary Sue
gli lanciava un terzo Stupefacente, che però colpì il mitra e lo fece volare
via. Harry si tuffò di lato, dietro la scrivania, e attese. Intanto, Mary
ricominciò a ridere. Harry a quel punto non ci vide più. Caricò l’ultimo colpo
di pistola che gli era rimasto e uscì allo scoperto gridando: «Ci si vede all’inferno,
Mary Sue!» il proiettile la colpì in pieno petto e lei cadde pesantemente
addosso al vetro, che si ruppe. Mary scivolò oltre il bordo e cadde nel vuoto.
Harry rimase fermo, un po’ malconcio, stanco, e dolorante. Poi guardò la
finestra e disse:
«Hippy-Ya-Yhey, figlia di puttana»
Ok
ragazzi, finisce qui un nuovo capitolo. Mi scuso per il ritardo, ma avevo
finito le idee, e comunque volevo scrivere qualcosa di originale. E l’ispirazione
mi è venuta vedendo, in questi ultimi giorni, tutti e quattro i film di Die Hard. Non so se sia comico come gli altri, ma non sono
riuscito a resistere alla tentazione di scrivere un capitolo alla Die Hard/John McClane. Anche l’ultima
frase che Harry grida a Mary l’ho presa in prestito da McClane
in persona, che usa ogni volta che ammazza il suo principale nemico, e la frase
per la quale ormai sono andato in fissa. Ma bando alle ciance, perché è il
momento di rispondere alle recensioni:
Sakurahime949:
Già strano, anche stavolta sei stata la prima. Sono contento che il capitolo ti
sia piaciuto, e spero che ti piaccia anche questo, che anche se è ricco d’azione
non mi sembra tanto comico quanto gli altri. Ma in fondo, chi se ne fut! xD kamy: Il piacere di proseguire la fan fic è tutto mio, e non importa per la recensione in
ritardo, a me una volta hanno riformattato il pc perché
hanno trovato 99 virus! Ma lasciamo perde i miei 99 virus perché…ah Silè, te l’ho detto che non ce l’ho il gatto, smettila di
rompermi. E comunque sono contento che ti sia piaciuta la fan fic, e spero che ti piaccia anche questo di capitolo. gelb_augen: Ed ecco qui la mia
cara fan numero uno! Considera che ti sto rispondendo sentendo i Nazgul che devastano MinasTirith(sì, perché sentire le colonne sonore del Signore
Degli Anelli mi concentra u.u). Comunque chi se ne
frega del ritardo imperdonabile, l’importante è che ogni tanto ti fai viva xD. E poi non penso esista un pc
più lento del mio, considerato che ha 5 o 6 anni e ogni tanto ha il brutto
vizio di spegnersi da solo. Poi non è proprio una cosa di essere festaioli, è
che avevo finito le idee, però comunque non mi sarebbe dispiaciuto che il
compleanno durasse di più xD. Purtroppo Mary Sue qui
se ne va, ma spero che non ti dispiaccia, tanto non ci vuole molto a far
sembrare Harry un idiota. Quanto a Hermione, eheh, aspettate che arrivo a scrivere Harry Potter e il
Prigioniero di Arkatraz, poi vedrete.
Bene, ora che ho finito con le
recensioni vi lascio. Ora che ci siamo finalmente tolti Mary Sue dalle palle,
si prosegue con gli ultimi capitoli di HP 1. Perciò non perdetevi il terzultimo
fantasmagorico capitolo: La Foresta Proibita! Ciao ragazzi/e, a Lunedì!
Harry
Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve
- Capitolo 16: La Foresta Proibita -
Dopo la morte di Mary Sue, le cose tornarono alla
normalità. La querela contro Harry fu annullata, Silente tornò a fare il
Preside, e a Harry venne riconsegnata la bacchetta e gli furono tolti mitra,
pistola e coltellino, anche se a Harry dispiacque. Con tutta la faccenda Mary
Sue si era arrivati già alla terza settimana di maggio, e il Dinamico Trio era
tornato a occuparsi del loro principale obiettivo: la Pietruzza Rossa. Ancora
non avevano scoperto a che serviva, ma con l’avvicinarsi degli esami, ebbero
sempre meno occasioni per indagare. Hermione sembrava
impazzita: gli esami la rendevano più nervosa di come lo sarebbe stata se avesse
avuto il ciclo. E venne quindi il giorno degli esami. Harry riuscì a cavarsela,
anche se non come Hermione, e poi decisero di andare
a festeggiare da Hagrid. Si avviarono per il
castello, ma, passando per un corridoio, notarono una porta mai notata prima.
Si avvicinarono cauti, e lessero su una targhetta cosa c’era oltre quella
porta: ‘Club Troie di Hogwarts’.
Hermione borbottò indignata: «Ma che vergogna! Ma
come si fa a mettere una cosa simile in una scuola? A che gioco sta giocando
Silente?». All’improvviso, da dentro udirono un rumore di passi. Qualcuno stava
per uscire. Si nascosero dietro al corridoio e, pochi istanti dopo, videro
uscire Silente. Quando sparì, i tre tornarono a fissare la targhetta della
porta. «Che vergogna!» riattaccò Hermione. «Giuro che
farò chiudere questo posto, dovessi iscrivermi!». Harry e Ron la ignorarono e
rimasero a fissare la targhetta
«Harry?» fece Ron.
«Sì, Ron?» rispose Harry.
«Stasera sappiamo cosa fare»
«Mangiamo ciambelle?»
«Stupefactum!»
Harry si
svegliò di soprassalto. Ron lo stava chiamando.
«Harry! Harry! Svegliati, Harry!»
Harry si alzò, inforcò gli occhiali e domandò, molto garbatamente: «Ron, ma che
CENSURED vuoi?»
«Idiota! Dobbiamo andare alla capanna di Hagrid
perché dobbiamo andare nella Foresta Proibita con lui, ricordi?» rispose Ron.
«Ma si, dai, la punizione!» aggiunse di fronte all’espressione perplessa di
Harry, che finalmente si ricordò. La sera prima avevano cercato di entrare, per
la 8401549871095010320 volta nel ‘Club Troie di Hogwarts’,
al quale Hermione voleva iscriversi
HERMIONE:
Per far chiudere quel posto! Sì, certo, come no
Ma erano
stati beccati da MrsMerd.
Così Gazza come punizione gli aveva detto che dovevano andare nella Foresta
Proibita a fare un lavoretto con Hagrid. Anche Hermione era stata beccata mentre cercava di intrufolarsi
per iscriversi. Così Harry si alzò(ma non si era già alzato?), si vestì e scese
nella Sala Comune di Tassoros…ah no scusate Corvone…azz…Grifondoro.
«Harry! Ron!» chiamò una voce alle loro spalle. Era Hermione.
«Andiamo?»
Ron come al solito rimase a bocca aperta, esitò un po’ mentre un rivoletto di
bava gli colava dalla bocca, e poi borbottò un ‘Si’, sempre con quel rivoletto
alla bocca. I tre si avviarono e Harry si ricordò che erano le sei di sera.
«Ma scusate, perché andiamo nella Foresta Proibita alle 6 di sera?» chiese
Harry, «Che punizione è?»
«Ma è meglio così, no?» rispose Ron. «E poi, se Gazza è un cretino meglio per
noi e peggio per lui»
Ma questo non servì come tranquillante a Harry, che ancora pensava ci fosse
qualcosa che potesse andar storto. Arrivati in Sala Grande Harry prese mezzo
chilo di camomilla e se la bevve tutta d’un fiato, ma comunque non riuscì a
calmarsi. Arrivati nella Sala d’Ingresso trovarono Gazza che li aspettava,
ghignante.
«Benebenebene, ssssudici
piccoli alunni. Volevate ingannare Argus, vero tessoro, eh?»
«Ciuppa!» disse Harry, senza riuscire a trattenersi.
«Oho!» esclamò Gazza, il ghigno sulle sue labbra
sempre più ampio. «Pare che il ragazzo Potter voglia fare lo ssspiritosssso. Bene, allora, vediamo se il caro signor Demente
sa dirmi quanto fa 45106454120121748901 per 864013202489,3 periodico».
Harry rimase perplesso. Non aveva capito una mezza mazza di quello che Gazza
gli aveva detto.
«Ehm…» balbettò Harry, «Eh?». Gazza sogghignò ancora di più. Sulla sua
espressione si leggeva chiaramente soddisfazione. Prese fiato e ruggì: «CIU…»
ma venne interrotto da un boato assordante. Hagrid si
era lanciato su Gazza. Ma lo mancò e andò invece ad atterrare Neville, che
lanciò un urlo che fece tremare le pareti, che per l’urlo di Neville fecero
tremare tutte le armature della scuola, un’armatura cadde e fece cadere
un’altra, e un’altra, e un’altra, e così via in stile domino, finchè non colpirono Justin Finch-Flecieccie,
che cadde addosso a Seamus, che cadde addosso a Dean,
che lo mise nel culo a Lavanda, che gemette di sollievo, dolore e godimento
allo stesso tempo, che per errore sferrò un calcio a MrsMerd che volò via, finì in testa a Malfoy che per la rabbia urlò: «Stupefactum!»
e fece partire uno Stupefacente, che rimbalzò sul quadro di Sir Cadogan, che si bruciò e diede fuoco alla coperta di
Neville che si trovava lì per caso, lo Stupefacente continuò a rimbalzare un
po’ qua un po’ la, rimbalzò sul Platano Picchiatore, attraversò sibilando e
emanando una luce rossa spettrale la Foresta Proibita e finì addosso
a…Neville.
Nonononono, dopo tutto questo trambusto lo Stupefacente doveva
finire addosso a Harry! «Bè, avrai sbagliato a scrivere» disse Hagrid Ok allora, facciamo così, che è anche più semplice. KRAK-HOOM
Harry si svegliò
di soprassalto. Era tutto buio.
«Dove…dove sono?» chiese Harry
«A Hogwarts, dove cavolo vorresti essere?» rispose
una voce burbera che Harry riconobbe come quella di Hagrid.
Si rialzò. Gazza era a terra, privo di sensi. Sentì un moto di gioia crescere
dentro di sé.
«Sei stato fortunato, amico» disse Ron. «Secondo DrHouse93 lo Stupefacente che
ha colpito Neville e poi Gazza in realtà doveva prendere solo te»
HARRY:
Perché? Perché si, sono io l’autore, e se non ti sta bene vieni a dirmelo in faccia! HARRY: Ok. Non mi va bene quello che scrivi Harry? HARRY: Sì? KRAK-HOOM
Quando
rinvenne si svegliò di soprassalto e disse: «Ok, mi sta bene quello che
scrivi». Si rialzò e guardò l’orologio. Erano le 2 di notte. Così, a
malincuore, si alzò e si incamminò con Hagrid, Ron, Hermione e Draco, che era finito
in punizione anche lui per lo stesso motivo dei primi tre. C’era anche il cane
di Hagrid, Thor. Si addentrarono nella foresta e
camminarono per un po’. La musica carica di tensione e la tensione stessa
altissima. Continuarono per un po’ finchèHagrid non si fermò di botto e Ron, che era dietro di lui,
gli andò a sbattere contro. Hagrid fissò qualcosa per
terra.
«Hagrid?» fece Harry, «Cosa c’è?»
«Niente» rispose Hagrid, e si rimisero in cammino.
Dopo tre quarti d’ora Hagrid si fermò di nuovo.
Ancora una volta Ron gli finì addosso, tanto che Hagrid
gli urlò contro: «Ron, se devi finirmi addosso ogni volta vai avanti e smettila
di scassarmi le balle!!»
«Ehm, Hagrid…» fece di nuovo Harry, «Se ti sei
fermato per farci un altro Scherzo da Harry giuro che me ne vado»
«No, no» disse Hagrid, «stavolta ho trovato qualcosa»
«Davvero?» domandò Harry
«No!» rispose Hagrid. Harry si voltò per andarsene
quando scivolò su…una pozzanghera. Si rialzò, dolorante, e esaminò la pozzanghera:
luccicava.
«Hagrid» chiamò Harry, «vieni qui, presto!» Hagrid si avvicinò a grandi passi e Harry indicò la
pozzanghera. Hagrid la fissò.
«Oddio santo!» tuonò dopo un po’. «Ma porca BESTEMMIED BESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIEDBESTEMMIED». Harry lo guardò, preoccupato, poi chiese:
«Hagrid, ma che cos’è?»
«Questo, Harry,» rispose Hagrid, «è piscio di
Unicorno. Ti mantiene in vita anche se stai per morire. Ma è una cosa orribile.
Il piscio di Unicorno fa veramente schifo, e solo un disperato potrebbe bere
una roba simile»
«Allora,» continuò Hagrid, «facciamo così.
Dividiamoci in due gruppi: Ron e Hermione con me, tu,
Harry, portati questo rincoglionito di Malfoy»
«Senti chi parla!» protestò Draco.
Harry stava per ribattere quando Draco proseguì: «Va
bene, però prendiamo Thor!»
«D’accordo» disse Hagrid. «Ma ti avverto, è un gran
cacasotto». D’oh!, pensò Harry.
E così facendo i gruppi si divisero e Harry e Malfoy
si addentrarono nella Foresta Proibita per conto loro.
RON: Ehiehiehi, perché non puoi seguire me, Hagrid
e Hermione? Perché si, sono io l’autore, e se non ti va bene quello che scrivo vienimelo
a dire in faccia! RON: Nono, va tutto bene
Dicevo, Harry
e Malfoy si addentrarono nella Foresta Proibita per
conto loro, con Thor che li seguiva. Camminarono per una buona mezz’ora, o
forse anche di più.
«Bu!» fece all’improvviso una voce alle spalle di
Harry, che si voltò di scatto, la bacchetta in mano, e urlò:
«Ahhh!!! Stupefactum!».
Lo Stupefacente colpì Malfoy, che si accasciò a terra
e rimase Stupefatto. Harry lo fissò un secondo, poi disse: «Oh, bè, lasciamolo lì» e se ne andò. Continuò a camminare,
quando si ritrovò davanti un Unicorno morto, con una pozzanghera di piscio
tutto attorno e, cosa ancor più orribile e schifosa, una figura incappucciata
che beveva il piscio. Harry lanciò un gridolino, perché la cicatrice gli aveva
appena fatto fastidiosamente male. La figura incappucciata si alzò, e fissò torvo
Harry. Si alzò(ma non si era già alzato?) e iniziò a scivolare verso Harry, a
cui cadde la bacchetta per il terrore. Il microchip si attivò
involontariamente, ma Harry era come inchiodato alla corteccia dell’albero
sulla quale si era appoggiato. La figura si avvicinava, si avvicinava, si
avvicinava, si avvicinava, si avvicinava, si avvicinava, si avvicinava, e che
cazzo quanto è grande sta foresta, comunque, era a pochi passi da Harry, che
stava per abbracciare la possibilità che potesse morire, quando un rumore di
zoccoli li fece sobbalzare. Una creatura,
per metà uomo e metà cavallo, si era avventato sulla figura incappucciata e la
stava scacciando. La figura si allontanò e fluttuò via. Il centauro raccolse la
bacchetta a Harry e gli si avvicinò.
«Harry Potter,» disse, con voce profonda, «io sono Fiorenzo. Ho sentito delle
urla e sono accorso. Ecco, questa è tua» e gli porse la bacchetta. Harry la
prese, e quella emanò un paio di scintille rosse che diedero fuoco ai peli
pubici di Fiorenzo, il quale prese a scalciare, nitrire e, naturalmente, a
bestemmiare.
«Devi tornare al castello, Harry Potter,» continuò Fiorenzo, spento il fuoco.
«La Foresta a quest’ora non è luogo per te»
«Ma…» fece Harry, che aveva finalmente ritrovato la voce, «che…che cos’era quella
creatura, che beveva il piscio di unicorno?»
«Prova a indovinare» rispose Fiorenzo. «Chi tu pensi abbia bisogno di bere il
piscio di Unicorno, perché è talmente disperato da non avere un corpo e spera
di riavere il suo?»
«Vuoi…vuoi dire che…» chiese Harry, con una VAGA punta di panico, «che quello
lì era…era…era…era…era…era…»
«Ne hai per molto?» tuonò Fiorenzo.
«…era…» continuò Harry, «…Lord…Digiacomort?»
«Sì» rispose Fiorenzo. «Ora vattene, devi tornare immediatamente al castello»
«Ma come faccio?»
«Oh, per quello non c’è problema». Fiorenzo si avvicinò e diede un calcio a
Harry, che volò via e atterrò proprio di fronte alla capanna di Hagrid, dove c’erano Ron e Hermione.
«Dov’è Hagrid?» chiese Harry, quando si rialzò.
«E’ andato a cercare Malfoy, pare sia rimasto nella
Foresta» rispose Ron
«Venite» disse Harry, «devo dirvi una cosa»
Si avviarono insieme verso il castello, lo percorsero in lungo e in largo e
arrivarono alla Sala Comune.
«Lord Digiacomort» cominciò Harry, ma si interruppe
perché Ron sobbalzò.
«Cosa c’è?» gli chiese.
«Hai pronunciato il suo nome!» rispose Ron
«Si, e allora?»
«Niente, ma mi andava di interromperti». Harry scrutò torvo Ron, poi riprese:
«Lord Digiacomort mi ha attaccato, nella Foresta, ma
se n’è andato perché è arrivato un centauro che l’ha scacciato. E’ lui che beve
il piscio di Unicorno»
«Chi? Fiorenzo?» domandò Ron.
«Ma no, Digiacomort!» esclamò Harry. «E’ lui che beve
il piscio di unicorno. E ora sta usando Piton come
suo burattino per cercare di rubare la Pietruzza Rossa!»
«Ma, Harry,» tentò Hermione, «nemmeno io so a cosa
serve, e non c’è scritto neanche su Storia di Hogwarts!
Pensi che lui lo sappia?»
«No che non lo sa» rispose Harry. «Ma dobbiamo impedirgli di prendere la
Pietruzza Rossa»
«E…» fece Ron, «come pensi di farlo?»
Harry riflettè, poi rispose: «Scendiamo nella botola
di DJ Bobo. Domani notte»
«Ma…»
«Ron, lascia perdere» si intromise Hermione. «Sai
com’è fatto Harry. D’accordo Harry. Verremo con te»
«Cosa?» esclamò Ron. «Ma manco per le ba…» ma si
zittì a un’occhiataccia di Hermione
«Bene allora» disse Harry. «Domani scendiamo nella botola».
Harry
Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve
- Capitolo 17: Giù nella botola -
Harry si
svegliò di soprassalto. Era molto agitato e nervoso, visto che quel giorno
sarebbero entrati nella botola sorvegliata da DJ Bobo. Avevano già provato a entrare
in quella botola, ma con scarso successo. Ma stavolta erano pronti. Sapeva con
chiarezza come sarebbero entrati. Aveva il suo Mantello dell’Invisibilità.
Perciò nulla poteva andar storto, stavolta, e Harry era molto sicuro di
riuscire nell’impresa.
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Ok ragazzi, ora ci colleghiamo a ComingSoonTelevision
per i trailer del momento. Vai!
<Skretch>
Legenda: Descrizione scena, Titoli in sovrimpressione, Voce
Fuori Campo
V1: Se pensavate di
aver visto abbastanza cazzate per stupirvi ancora, vi sbagliavate
V2: Siete pronti, per l’avventura? Digiacomort spazza via diversi soldati
DIGIACOMORT: Insufficiente! L’Oscura Signora Marco a casa di Balbo
MARCO: Minchia! Martino alla festa di Balbo
MARTINO: Bocciatemi! Casuccio a Martino alla festa
CASUCCIO: Iubidu-dubidu Nuovo-File 1 e Nuovo-File 2 frugano tra i fuochi
d’artificio di Marco
NUOVO-FILE 1: Prendi quello grosso!
NUOVO-FILE 2: Ma che schiforum! Gianluca a Martino, a Gioca & Crea
GIANLUCA: Tu madre Una Compagnia di Bocciati Marco e Giordano a Matengard
GIORDANO: Ma sei un pirla Balbo trova l’Anello
BALBO: Wè! Un’anell! Elrond e Marco a Orso Coattone
ELROND: Eheheheheheh La Compagnia nelle Miniere di Storia
PUFFARO: Cuccioliiiiiiiiiiii Marco contro la Puffaro
MARCO: Tu non puoi bocciare
MARTINO: Cazzo fai? V1: Quest’anno. Studiare. Non servirà a nulla La Signora Delle Note
Prossimamente su www.lsdn.135.it
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basta cercare La Signora Delle Note o OC Production!
---
Harry si
svegliò di soprassalto. La notte era arrivata con una velocità sorprendente. Si
alzò, si inforcò gli occhiali, si vestì e andò a svegliare Ron, ancora
profondamente addormentato. Ron si alzò si inforcò gli occhiali, no aspettate
lui gli occhiali non ce li ha, si vestì e insieme scesero la scala a chiocciola
del loro dormitorio. Sotto trovarono Hermione che li
aspettava. Ron aprì la bocca e un rivoletto di bava gli colò sul mento, come
sempre, mentre Harry rimase impassibile.
«Andiamo?» chiese Hermione.
«Sì» risposero in coro Harry e Ron, un po’ più debole. Si nascosero sotto al
Mantello dell’Invisibilità e si avviarono verso il corridoio proibito del terzo
piano. Arrivarono in una velocità sorprendente.
HARRY: Ehi Doc, la vuoi far finita con questo Avanzamento Veloce? Zzzzzzz……eh? Ah si, un secondo
Dicevo, i
tre arrivarono davanti alla porta di DJ Bobo e la spinsero ma…era chiusa. Hermione si avvicinò e bisbigliò: «Alohomora».
La porta si aprì. La spalancarono, entrarono e la richiusero. Avevano anche
scoperto il modo per far calmare DJ Bobo: bastava un po’ di musica. Ma,
entrando, notarono che un po’ di musica c’era già. Proveniva da un’arpa.
«Piton deve essere già passato di qui» sussurrò
Harry. I tre si avvicinarono a DJ Bobo, Harry approfittò che dormiva e mormorò:
«PetrificusTotalus». Subito il chiwawa
venne pietrificato.
«Come facciamo a entrare?» chiese Ron.
«Semplice, così» rispose Harry. Sferrò un calcio a DJ Bobo, ma si era scordato che
era di pietra, così si spaccò l’alluce.
«Ma porca…» cominciò Harry, ma Hermione prese DJ Bobo
per la coda, si avvicinò alla finestra e lo buttò di sotto.
«Ecco, così ce lo leviamo definitivamente dalle palle» disse poi, tornando. I
tre si avvicinarono e aprirono la botola.
«Allora,» fece Harry, «vado io per primo. Se qualcosa va storto tornate
indietro e chiamate Silente. Chiaro?»
«Sì» risposero in coro Ron e Hermione
«Bene» disse Harry, e si buttò per primo nella botola. Il tunnel era profondo,
e scivolò per un po’ prima di atterrare sopra a quella che gli parve una grossa
pianta. Pochi secondi dopo atterrarono prima Hermione
poi Ron. Muahahahahahah «Ehi, cos’era quella risata?» chiese Ron. Harry aprì bocca, ma fu
interrotto da un movimento lì vicino. La pianta aveva iniziato a muoversi. Dei
rami strisciarono verso Harry, Ron e Hermione e li
legarono. Un ramo entrò nei pantaloni di Ron, che gemette terrorizzato. Hermione, invece, aveva una vaga espressione contenta e
compiaciuta.
«Hermione» domandò Ron, terrorizzato, «cosa
facciamo?».
«Dovete…ah…calarvi…ah si…i pantaloni» rispose Hermione,
tra un gemito e l’altro.
«Cosa?» domandarono in coro Harry e Ron.
«Sì…il Pisello del Diavolo è uno spasso totale…ah…ah…ma un pene piccolo
gli fa male» disse Hermione. Harry si calò i calzoni,
ma non successe nulla(il che è strano).
«Ora…oh…dovete fare…si…un incantesimo di diminuzione…ah…».
Harry puntò la bacchetta contro il suo attrezzo e esclamò: «Reducio!». Subito, con suo orrore, il suo
attrezzo si rimpicciolì. Il Pisello del Diavolo lanciò un urlo spaventoso e li
liberò, rivelando una voragine al centro.
«Hermione, andiamo!» ruggì Ron, le orecchie rosse.
«No…restiamo ancora un po’…» gemette Hermione. Ron la
afferrò per un braccio e si tuffarono nella voragine sotto la pianta. Caddero
su un pavimento di pietra. Si rialzarono, goffi, e si incamminarono davanti a
un’altra porta.
«Ehm…Hermione…ti senti bene?» chiese Ron
«Non lo so, ho una strana sensazione» rispose Hermione
«Hai cominciato a farti le canne?» domandò Ron.
«No. Lo sai che non me le faccio»
«Allora ti sei rincoglionita»
Entrarono nella prossima stanza e trovarono una stanza, non molto grande ma
abbastanza alta per volare. Harry notò un manico di scopa. Hermione
si era ripresa. Si avvicinò alla porta in fondo alla stanza e la spinse. Non
successe nulla.
«Alohomora!» tentò Ron, ma non successe
nulla neanche stavolta. Harry allora capì. Capì cosa doveva fare. Afferrò il
manico di scopa. All’improvviso un fruscio lo fece sobbalzare. Alzò lo sguardo
e vide un mucchio di chiavi, con delle alette, che fluttuavano impazzite. Solo
una era la chiave che avrebbe aperto la porta di fronte. Harry la vide. Salì
sul manico di scopa e partì. Immediatamente alcune chiavette gli si lanciarono
addosso, altre cercarono di difendere l’altra chiave.
«Accio Chiave!» provò Harry, ma tutte
le chiavi della stanza gli finirono addosso, facendogli un male cane. Si sentì
scivolare dalla scopa e cadere a terra. Cadde a terra con un tonfo e tutto
svanì.
Harry si svegliò di soprassalto. Chini su di lui c’erano Ron e Hermione, entrambi preoccupati.
«Ho preso la chiave. Andiamo» disse Harry. Si avviarono verso la porta.
Harry infilò la chiave nella serratura, la girò e…non successe nulla.
«D’oh!» esclamò. «Ho sbagliato chiave!». Detto questo esclamò di nuovo: «Accio Chiave della porta!», ma non successe
nulla. Perplesso, si chiese perché ma, non riuscendo a darsi una risposta, si
mise a piangere come un bambino cretino.
«Ehm, Harry,» balbettò Ron, «ce l’abbiamo noi la chiave. L’abbiamo presa prima».
Harry li scrutò torvo poi strappò la chiave dalle mani di Ron e la infilò nella
porta. La porta si aprì con uno scatto. Proseguirono così per la stanza
successiva. Avevano fatto appena pochi passi che sentirono un tanfo tremendo.
Aguzzando la vista, e tappandosi il naso, scorsero una carcassa abbandonata sul
pavimento. Dapprima non la riconobbero, ma poi si resero conto che era un Orso Coattone, chiaramente svenuto.
«Che puzza di merda!» esclamò Harry. «Ma da dove viene?»
«Dall’Orso Coattone, idiota!» rispose Ron.
«Ma perché puzza di merda?» domandò Harry.
«Perché come pensi che si riproducano gli Orsi Coattoni?»
disse Hermione, con aria da saputella. «Forza,
andiamocene prima di morire asfissiati». Varcarono la seconda porta, che era
anch’essa aperta, segno che Piton era già passato di
lì e si ritrovarono in una stanza semi illuminata da alcune torce. Fecero
qualche passo avanti, e la stanza si illuminò del tutto, rivelando una
scacchiera di dimensioni umane, con tanto di pazzi, voglio dire pezzi, in scala
1:1. Perplesso, Harry cercò la porta. La vide dopo un
po’ dall’altro capo della stanza. La attraversarono, ma arrivati davanti ai
pedoni bianchi quelli presero vita, sfoderarono le spade e uno di loro disse:
«Non potete passare senza vincere»
«Ma vaffanculo» disse Harry, fregandosene e ricevendo
una bella spadata in testa quando cercò di passare lo
stesso. Si fece nero, e tutto svanì. Harry si svegliò di soprassalto.
«Ok, giochiamo» convenne stavolta Harry. Si girarono verso i neri e videro che
mancavano due pezzi: una torre e un alfiere. Harry si mise al posto
dell’alfiere, mentre Hermione si mise al posto della
torre. Ron, invece, si posizionò sopra a un cavallo.
«Bene» disse. «Giochiamo». Come da norma, i bianchi si mossero per primi,
facendo avanzare di due caselle un pedone. Harry rise.
«Andiamo, Ron! Non vorrai farmi credere che è come giocare a scacchi magici,
vero?»
«Ma no, figurati!» rise Ron in risposta, pensando che a scacchi magici i pezzi
che venivano mangiati facevano una brutta fine. «Ma per sicurezza controllo.
Tu! Pedone nero! Va in D5!»
Subito il pedone si mosse e si posizionò nell’angolo in alto a destra rispetto
al pedone bianco. Quello subito si animò, si rivolse al pedone nero e gli fece:
«Ha ha!» e lo infilzò con la spada. Subito il pedone
nero esplose.
«D’oh!» esclamò Harry.
«Ron?» fece Hermione.
«Sì?»
«CENSURED»
«Ok, questo me lo meritavo»
La partita proseguì in pareggio per un po’, poi Ron riflettè:
se non faceva qualche mossa geniale, avrebbero perso. Così gli venne un’idea.
La propose a Harry e Hermione, che invece rimasero
scettici, e Hermione chiese: «E sei sicuro che così
faremo Scacco Matto?»
«Ma sì, dai! In fondo, cosa vuoi che succeda?» fece la sua brillante tecnica
che, come volevasi dimostrare, si concluse con una bella…disfatta
«D’oh!» esclamò Ron, vedendo un suo Nero esplodere.
«Ron?»
«Sì?»
«CENSURED».
La partita ormai volgeva al peggio per i Neri, che venivano sterminati
soprattutto dalla regina dei Bianchi. Ormai non rimaneva altra scelta, Ron
doveva sacrificarsi col suo cavallo, o avrebbero perso. Vabbè dai, posso sempre svignarmela prima che il
cavallo esploda, pensò Ron. Propose l’idea agli altri due, che anche
stavolta rimasero dubbiosi. Ron li ignorò, deglutì e disse: «Cavallo in H3»
Subito il cavallo prese a muoversi verso la suddetta casella. Così facendo la
regina dei Bianchi lo avrebbe mangiato, ma almeno così Harry poteva fare scacco
matto. La regina si girò verso Ron e cominciò ad avanzare. Ron ghignò, si
apprestò a scendere dal cavallo e, prima di farlo, prendendo spunto da Harry
disse: «Hippy-Ya-Yhey, figlia di puttana» e
sogghignando fece per scendere dal cavallo, ma rimase impigliato col colletto.
La regina si avvicinò, Ron si divincolò, si allontanò di qualche passo, ma
troppo tardi: la spada di pietra della regina penetrò il cavallo, che esplose.
Ron fu sbalzato dall’esplosione e sbattè la testa a
terra. Non si rialzò. Hermione fece per corrergli
incontro, ma Harry la fermò: «No! Stiamo ancora giocando!». Harry si mosse in
direzione del re e, piazzatosi di fronte, gli disse: «Scacco matto» Al re cadde
la spada. «Ha ha!» gli fece Harry, si assicurò che la
partita fosse conclusa, poi corse da Ron. Si accorsero che era solo svenuto. Se
non altro era ancora vivo. Lo trascinarono al sicuro e proseguirono. Entrarono
in una stanza buia e scorsero un tavolo con sette fialette, di diverse
dimensioni e forma. Ma, prima che potessero fare qualcosa, dietro di loro si
accese un fuoco viola.
«D’oh!» esclamò Harry. Fece per andare avanti, ma davanti alla seconda porta comparve
un altro fuoco, stavolta nero.
«D’oh!» ripetè Harry. Si girò verso Hermione. «Che facciamo?» Hermioneriflettè. Il fuoco
viola illuminava malamente la stanza, ma malgrado ciò notarono qualcosa che
prima non avevano visto: un foglio. Hermione si avvicinò
e lo lesse:
Davanti a voi è il pericolo, dietro
la sicurezza
Due tra noi vi aiutani, usate la destrezza
Una sola, di sette, vi lascerà avanzare
Se un’altra ne berrete, vi farebbe arretrare
Due son piene soltanto di nettare d’ortica
Tre, assassine, s’apprestano alla loro fatica.
Scegliete o resterete per sempre tra i supplizi.
Per aiutarvi a scegliere, vi diamo quattro indizi:
Primo, seppur subdolamente il velen non si svela,
Il vino delle ortiche alla sinistra cela;
Secondo, differenti sono quelle agli estremi
Ma per andare avanti rimangono problemi;
Terzo, come vedete, non ve n’è una uguale
Sol di nana e gigante il vin non è letale;
Quarta, la seconda a dritta e la seconda a sinistra
Sono gemelle al gusto, ma diverse alla vista.
«Eh?» fece
Harry appena Hermione ebbe finito.
«Ciuppa» rispose Hermione
senza troppa considerazione. «Uhm…devo rifletterci un po’…»
TRE ORE DOPO…
«Quanto ti ci vuole ancora?» sbottò Harry.
«Zzzzzzzzzzzzz…»
«Ma…» fece Harry. «Oh, CENSURED» Estrasse la bacchetta, la puntò contro le
fiamme e ordinò: «Aguamenti!»
Subito un getto d’acqua comparve dalla punta della bacchetta, ma era
completamente inutile. Allora Harry si ricordò del microchip. Non aveva bisogno
della pozione: gli bastava passare velocemente. Attivò il microchip e si lanciò
verso il fuoco nero. Lo superò, ma nel momento in cui lo attraversò sentì un
caldo insopportabile, che per fortuna durò solo un secondo. Superato il fuoco
nero, disattivò il microchip e si incamminò verso la porta. La sala era
poco illuminata. La cicatrice pizzicò e Harry si diede una grattata(ma non alla
cicatrice, ma alle…). Si addentrò nella stanza. C’erano un paio di scalini. Li
scese piano piano. Arrivato a metà, attorno alla
stanza si accesero delle fiamme. Delle fiamme si accesero anche davanti
all’uscita, sbarrandola. Harry si guardò intorno, bestemmiò, poi notò l’uomo in
fondo al centro della sala, di fronte allo Specchio delle Brame. Ma non era Piton, e nemmeno Digiacomort.
«Non può essere» disse Harry, incredulo, con la voce strozzata.
Ok ragazzi/e, qui finisce il
penultimo capitolo! Spero che vi sia piaciuto, e se sì ricordatevi di
recensire. E ora, è il momento delle risposte alle recensioni:
_Niki_: Ma va là, figurati, non c’è alcun problema per le
recensioni, tanto poi non sono io quello che verrà buttato sotto il Nespresso di HogwartsxD. Quanto al Club delle troie, l’idea mi è venuta in mente
quando ho scritto la mia prima fan fiction: i Mitici 8. Infatti, poichè gli ultimi tre capitoli di HP 1 li ho presi e
modificati da i Mitici 8 l’idea è rimasta. Comunque per la frase del libro mi
sa che la pronunciava Harry, in questo caso l’ho fatta dire a Hermione perché Harry è troppo scemo per pronunciare frasi
così complesse HARRY: Ma non è ve…invece è vero EHEHEHEHEH kamy: Guarda che voglio il copy right per i fulmini
eh…Scherzo dai, potete fare quello che volete delle mie idee, solo che per un
po’ d’onore, e perché EFP rompe le palle al riguardo, io vi consiglierei di
citarmi…sennò c’è sempre il Nespresso di HogwartsxD. Vedrò che posso fare
per organizzare, come sorpresone finale, una mega morte di Neville, decisamente
stupida e comica. gelb_augen: Oh, chi si rivede, a dir la verità
pensavo ti fossi suicidata(nel caso voglia farlo ricordati di fare l’assicurazione
sulla vita prima) xD. Comunque, che dire, sono
contento che abbia recensito, e in effetti si notava la tua assenza. Vabbè d’altronde è anche un po’ colpa mia, visto che non
pubblicavo quasi più perché avevo finito l’idea. Ma ora si ricomincia! A
proposito, ricordati che Mercoledì ti sposi con Harry, tanto avete lo stesso
QI(Quoziente Intellettivo) xD. Quanto alla scuola è
vero, è arrivata la fine, periodaccio peggiore non c’è. L’unica soluzione
sarebbe un lanciafiamme, ma non sono ancora legali. Quanto ai capitoli con la
suspense, apparte quella di questo capitolo, quello
di due settimane fa ero troppo tentato di scriverlo, perché una fan fic senza azione non vale un emerita ceppa. Per gli
arretrati mi farebbe piacere se tutti quanti leggeste i Mitici 8, visto che
finita HP 1 pubblicherò il sequel, e per il ‘Ciuppa’
senza ‘Eh?’ è come un cavaliere senza re(me lo ricordavo diverso il proverbio).
E per concludere, è vero, ho fatto Harry troppo intelligente. Ma essendo il
protagonista, si dimostra stupido, facendo una cattiva reputazione, solo in
pubblico. Poiché soffre di ansia da prestazione costante, il suo cervello va
avanti solo quando è da solo e può cavarsela solo da solo(sembra uno
scioglilingua)
Bene, siamo ormai giunti alla fine.
Mi sono permesso di pubblicizzare il doppiaggio della OC Production, che è
formata da me e dal mio migliore amico(Fantasy dipendente), che, finito di
doppiare La Signora Delle Note, basandosi sulla suddetta fan fiction, doppierà
l’imperdibile film: Harry Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che
serve. Quanto alla fic, invece, cosa accadrà nel
prossimo, ultimo, strabiliantariasmagorico capitolo?
Lo scoprirete leggendo: *********! Non vi anticipò il titolo perché sennò vi
rovino la sorpresa. Perciò, a Lunedì!
Harry
Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve -
Capitolo 18: WLF(W La…) -
Harry si
avvicinò, incredulo: non era vero, non poteva essere vero, era Piton che aveva l’aria da bastardo, non Rat-Man. KRAK-HOOM «No, non è possibile» disse Harry, e Rat-Man
si voltò. «Non può essere lei. Piton…» «Ah, certo» rispose
Rat-Man. Non
balbettava più, né tantomeno parlava pugliese. «Chi sospetterebbe mai del
povero, balbettante, rincoglionito prof. Rat-Man
quando c’è in giro Piton?»
«Ma non è possibile» ripetè Harry.
«Ma cos’è, sei scemo?» sbottò Rat-Man. «Ti ho detto
che è possibile, non continuare a ripeterlo, e che cazzo»
«Ma Piton ha tentato di uccidermi durante la
partita!»
«Seeeeeeeeeeeeee te piacerebbe» rise Rat-Man. «IO ho cercato di ucciderti. Quando la tua amica Granger ha dato fuoco al mantello di Piton,
mi ha assestato un ceffone particolarmente violento, cosa che ha interrotto il
contatto visivo necessario per il malocchio. Anzi, ci sarei riuscito anche
prima, se Piton non avesse incominciato a canticchiare
la canzoncina dei Teletubbies per distrarmi e quindi
salvarti»
«Piton ha cercato di salvarmi?» esclamò Harry. «A me? Ma sei sicuro?
«Sicurissimo» confermò Rat-Man. «Ed è stato lui ad
intercettarmi la notte di Halloween quando ho fatto entrare l’Orso Coattone. Sarebbe stato un diversivo perfetto, non fosse
stato per Piton e per quel CENSURED di chiwawa radioattivo di Hagrid. Ma
non importa. Ormai sono qui…sono arrivato fino a questo punto…e poi finalmente
ruberò la Pietruzza Rossa e…come segno di stima la donerò al mio padro…dove cazzo vai?» urlò Rat-Man.
Infatti, mentre parlava, Harry aveva tentato di svignarsela. Aveva appena
raggiunto le fiamme che sentì delle funi invisibili stringerlo e Harry cadde e
terra.
«Sta buono, Potter, o ti farò del male» disse Rat-Man,
gelido.
«Lei non ne è capace!» gridò Harry.
«Sì che lo sono»
«Davvero?»
«No, ma sul copione c’è scritto così». Harry tentò di divincolarsi, ma senza
risultato. Rat-Man sogghignò e si girò verso lo
Specchio.
«Allora» continuò Rat-Man. «Come cavolo funziona
questo dannato Specchio?».
Harry stava per liberarsi quando una voce fredda e acuta parlò. Non sapeva da
dove provenisse, ma era talmente fredda da ghiacciare le vene.
«Usa il ragazzooo». Harry si inchiodò al pavimento. Rat-Man si voltò.
«Vieni qui, Potter!» tuonò, «Subito!». Harry non si mosse. Era ancora
inchiodato al pavimento.
«Ho detto vieni!» ripetèRat-Man.
«E come cazzo faccio a muovermi se sono legato?» sbraitò Harry, senza riuscire
a trattenersi.
«D’oh!» fece Rat-Man. «Non hai tutti i torti» e detto
questo lo slegò. Sulle prime Harry tentò di nuovo di scappare, ma Rat-Man a un semplice gesto con la bacchetta lo bloccò e lo
costrinse a forza ad avvicinarsi allo Specchio.
«Vuoi sapere perché ho accettato di aiutare il Signore Digiacomort?»
domandò Rat-Man. «Vedi, la mia è una storia molto
triste. Anche se non sembra, ma prima abitavo in Arabia Saudita. Mi chiamavo
Luca. Infatti Povia mi ha pure dedicato una canzone.
Sono io il Luca di “Luca era gay”. Ma lasciamo perdere. Da piccolo, per fare il
bagno nella ***** di
cammello, mi persi. Non trovai mai più i miei genitori. Iniziai a vagare come
un disperso per il Deserto Arabico, finchè non fui
trovato dalla persona più buona che conobbi: il Sultano Abdul. Egli mi accudì,
mi fece crescere e diventare adolescente, e fu allora che capii di essere gay,
e di essermi innamorato perdutamente del Sultano Abdul. Ma io credevo di non
avere speranze. Invece, per mia gioia, scoprii che anche lui era gay. Allora,
per dimostrargli il mio amore, andai da un anagrafe e mi feci cambiare il nome
in Abdul. Purtroppo però, dopo qualche tempo scoprii che il Sultano mi aveva
tradito con un uomo che poi tradì lui e salì al potere: Gigino
Bin Laden. Quando lo venni a sapere ero pieno di dolore. Il Sultano Abdul era
morto, Bin Laden era salito al potere e io sono stato costretto a fuggire in
Italia, che era il paese più vicino e più raggiungibile. In Puglia, per
esattezza. Pensavo di avere una carriera di successo lì, ma l’accoglienza non
fu quella che pensavo. Affondarono il mio gommone, e per salvarmi mi resi conto
che ero un mago. Quando mi portarono sulla terraferma, mi sbatterono in
prigione. Quando mi presentai come Abdul venni deriso, e mi furono affibbiati
altri due nomi: Abaghdad, che era la città dove
vivevo, e Aziz, che non c’entra un cazzo ma stava bene con i primi due nomi. Il
tempo che passai in carcere lo usai per ottenere la cittadinanza italiana e
imparare meglio la magia. Ma era un insegnamento comunque scarso. Quando
finalmente uscii, assaporai di nuovo la libertà. Vidi un cartone animato, anche
se all’epoca non sapevo cosa fosse, di Rat-Man. E fu
allora che mi innamorai di nuovo. Ebbene sì. Mi innamorai di Rat-Man. Le sue disavventure erano così simili alle mie
che, dopo aver fatto un incantesimo per cambiare aspetto, mi recai nuovamente
da un anagrafe e, stufo di farmi chiamare da tutti Abdul Abaghdad
Aziz cambiai il mio nome in Luca Rat-Man. Continuai
ad amare Rat-Man, finchè
non scoprii l’atroce verità: Rat-Man non esisteva
veramente. Il dolore allora fu troppo per me. Senza pensarci, mi feci da solo
un Incantesimo Castrosempra, dopodiché scappai
dall’Italia per via dei troppi brutti ricordi, e mi recai in un paese
abbastanza sperduto: l’Albania. Fu lì che conobbi il Signore Digiacomort. Lui mi illustrò che l’amore non esiste, che
contano solo il potere, e chi riesce a controllarlo. E fui lieto di servirlo.
Questa è la mia storia»
«Zzzzzzzzzzzzzzz…»
«Potter! Stavi dormendo?»
Harry si svegliò di soprassalto(non per l’urlo, eh), e rispose: «No, no, si
figuri. Stavamo dicendo?»
«Che cosa vedi nello Specchio?» domandò Rat-Man
ritrovata la malvagità. Non dire la verità…non dire la verità…non
dire la verità…
«Mi vedo con la Pietruzza in mano! E ora me la metto in tasca!» D’oh!
«Sì, ti piacerebbe!» rise Rat-Man. «Dimmi la verità!»
«Fammi parlare col ragazzo» disse la voce fredda e acuta. Harry s’impietrì.
«Ma padrone» fece Rat-Man, «non ne avete la forza!»
«Ho abbastanza forza per quessssssto» disse la voce
«Ma padrone» fece Rat-Man, «non ne avete la forza!»
«Ho abbastanza forza per quessssssto» disse la voce
«Ma padrone» fece Rat-Man, «non ne avete la forza!»
«Ho abbastanza forza per quessssssto» disse la voce
«Ma padrone» fece Rat-Man, «non ne avete la forza!»
«Ho abbastanza forza per quessssssto» disse la voce
«Ma padrone» fece Rat-Man, «non ne avete la forza!»
«E muoviti cazzo, ti ho detto che ce la faccio, smettila di rompermi le palle!»
esclamò la voce. Rat-Man iniziò a sciogliersi il
turbante che gli aveva regalato il suo primo amore, il Sultano Abdul. E,
sciolto del tutto, se lo tolse. Harry vide chiaramente nello specchio che, dove
teoricamente avrebbe dovuto esserci la nuca, c’era un’altra faccia: una faccia
pallida e serpentesca, con gli occhi rossi.
«Tu sei…tu sei…» balbettò Harry. «Michele?»
«Sì, io sono Mi…ma che cazzo c’entra mo Michele, no comunque» rispose la voce
fredda e acuta.
«A…allora…» fece Harry, atterrito, «tu…sei…Lord Digiacomort?»
«Sssi» rispose Digiacomort.
«Guarda che cosa sono diventato, per causa tua»
«Mia?» ripetè Harry.
«Ah, fai pure lo gnorri, eh?»
«Ciuppa!». Digiacomort
esitò un po’.
«E hai anche voglia di fare lo spiritoso. Comunque, guarda come mi hai ridotto»
«Ma perché? Cosa ho fatto per ridurti così?»
«Basta con queste sciocchezze, Harry» disse Digiacomort.
«Vieni qui». Harry si avvicinò. Non perché lo volesse lui, ma perché le sue
gambe si mossero automaticamente. Si avvicinò e si fermò vicino a Rat-Man.
«Dimmi che cosa vedi» ordinò Digiacomort. Harry non
sapeva che fare. Doveva inventarsi per forza una menzogna, visto che con la
verità non gli aveva creduto. Si mise la mano in tasca e, con sua sorpresa, si
accorse che la Pietruzza Rossa stava nella sua tasca. Allora era la verità, pensò Harry. Devo svignarmela «Allora?» chiese Rat-Man. «Che cosa vedi?»
«Ehm…io…» rispose Harry. Non sapeva cosa inventarsi.
«Io…ecco…io…io…IO…VENGO…DALLA LUNA!» tuonò Harry, mettendosi a cantare la
suddetta canzone.
«Sta mentendo» disse Digiacomort.
«Ma, come fa a mentire?» chiese Rat-Man
«Idiota, secondo te uno può venire dalla Luna?» domandò Digiacomort,
beffardo.
«Sì!». Un attimo di esitazione, poi Digiacomort
riprese: «CENSURED. Se non mi servivi da supporto ti avevo già ucciso da un
pezzo».
«Comunque» continuò Digiacomort, «lui ha la
Pietruzza!». Harry si sentì paralizzare. Rat-Man si
scagliò su di lui e si accinse a strangolarlo. Harry non sapeva che fare. La
bacchetta gli era scivolata dalla tasca e ora era troppo lontana. Invano
allungò le mani nel tentativo di allontanare le sue di mani. Ma, con suo sommo
stupore, vide Rat-Man allentare la presa fino a
toglierla del tutto. Harry guardò Rat-Man. Urlava di
dolore e si guardava le mani: erano piene di vesciche e bolle, e bruciavano.
«Idiota! Uccidilo! Sennò torna sulla Luna!» tuonò Digiacomort.
«UCCIDILO!!!». Rat-Man si avventò di nuovo su Harry,
ma stavolta era pronto. Allungò le mani per primo e gli toccò la faccia.
…
Non successe nulla.
«D’oh!» fece Harry. Scappò via, recuperò la bacchetta, la puntò su Rat-Man e ruggì: «Bombarda Maxima!».
Ci fu un’esplosione colossale che squassò tutto il castello. Posatasi la
polvere, Harry vide Rat-Man, o meglio, ciò che ne
rimaneva: un mucchio di ceneri fumanti. All’improvviso, un’ombra si diramò
dalle ceneri. L’anima di Digiacomort prese la
rincorsa e si avventò su Harry. Harry cadde a terra, sbattè
la testa su un gradino e tutto svanì.
Harry si svegliò di soprassalto. Si trovava in infermeria. Chino su di lui non
c’era né Ron, né Hermione, ma Silente.
«Harry!» lo accolse Silente. «Vedo che ti sei ripreso. Sei stato molto
coraggioso nei sotterranei, e anche molto leale a evitare che i tuoi amici
soffrissero per te» Veramente non ci ho pensato neanche un
secondo a Ron e Hermione «Ma dove sono?» chiese Harry.
«Stanno bene tutti e due» rispose Silente. «Ho deciso che è meglio distruggere
la Pietruzza Rossa, per evitare che Digiacomort tenti
di rubarla di nuovo»
«Ma così Flamel morirà!»
«E ‘sti cazzi’ non ce lo metti? Fidati, è meglio
distruggere la Pietruzza Rossa»
«Quindi, lei sa a cosa serve?» domandò Harry, eccitato.
«Ah, sapevo che me l’avresti chiesto» sospirò Silente. «E so anche cosa
risponderti»
«Cosa?»
«Che non lo so. No, Harry, non so a cosa serve, e penso che nemmeno DrHouse93
lo sappia, per quello io non lo so. Comunque, volevo davvero farti i
complimenti»
«Ehm…professore…» cominciò Harry. «Prima…Digiacomort
mi ha detto che sono stato io a farlo diventare così. Perché?»
«Bè, vedi Harry…Digiacomort
era e rimane il Mago Oscuro più potente di tutti i tempi. Quando eri piccolo,
uccise i tuoi genitori, e cercò di uccidere anche te. Solo che tua madre morì
per difenderti, e quindi Digiacomort non riuscì a
toccarti. Quando ti scagliò l’Insufficiente Che Uccide, la maledizione rimbalzò
su di lui. In un ultimo, disperato atto voleva imprimerti il ricordo dello
scontro tramite la cicatrice che hai sulla fronte. Ma riuscì soltanto a farti
una cicatrice a forma di saetta, e nemmeno come la voleva lui, che la voleva a
forma di I, e poi svanì. Ma lui è convinto di averti impresso il ricordo per
averti fatto passare dieci anni di incubi e pianti da bambini cretini. Infatti
ti ha accusato, non a torto, di averlo ridotto a un misero brandello d’anima»
«Ma perché ha cercato di uccidermi quand’ero piccolo?» chiese Harry
«Non è questo il momento per dirtelo, Harry» rispose Silente.
«Ehm…professore…» cominciò Harry, «posso farle un’ultima domanda?»
«Certo, Harry, dimmi pure»
«Non dovrei sbrigarmi altrimenti perdo il treno?». Silente lo guardò, poi
rispose:
«Oh, no, Harry. L’unica cosa che ti farebbe perdere il treno sarebbe il fatto
che tu hai lottato contro il prof. Rat-Man, che era
posseduto da Lord Digiacomort, che ti ha fatto
recuperare la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve, e che dopo sei svenuto
sbattendo la testa su un gradino, e che poi sei stato salvato da me che ti ho
portato in Infermeria, poi tu ti sei svegliato e hai cominciato a farmi
domande. Ma le possibilità che succeda una cosa simile sono infinitesimali,
no?». Harry lo guardò un po’, perplesso, poi si alzò di scatto e esclamò:
«CAZZO, IL TRENOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO»
Ok ragazzi/e, e qui finisce
finalmente Harry Potter e la Pietruzza
Rossa che non si sa a che serve! Spero che vi sia piaciuta, e ora è il
momento di rispondere alle recensioni:
kamy: Ebbene sì, purtroppo questo era l’ultimo, anche se
c’è subito il Capitolo Special da leggere, dopo
questo, perciò non perdetevelo. Poi ricorda che qualche fulmine aggiusta sempre
la situazione, o la rovina, dipende dal contesto. Ti ringrazio per l’umorismo,
e riguardo alla pubblicità: non doveva far ridere, cioè, se vi ha fatto ridere
bene, ma serviva a pubblicizzare il doppiaggio della OC Production. Se vi
interessa cercate su youtube La Signora Delle Note o
OC Production _Niki_: Capirai che bel sospeso, tanto già sapevate chi
c’era davanti allo Specchio. Da notare che avrai scritto, nella recensione,
almeno settanta volte “via”. Grazie per le risate, quanto a DJ Bobo è caduto in
testa a Neville, che è chiaramente morto, ma per il resto è rimasto illeso(DJ
Bobo, intendo). Per l’amicizia con MrsMerd non saprei, se per amicizia intendi mangiarsi l’amico
e morire per via del padrone allora potevano diventare ottimi amici! E poi
chiaramente non ti avrei buttata sotto il Nespresso,
mi accontento di poco io: per esempio, un lanciafiamme xD gelb_augen: Ma figuuuuuuuuuuuratixD. Com’è che mo hai preso l’abitudine di recensire
il sabato? Mica è la prima volta xD. Comunque certo
che le tue recensioni mi piacciono, mica sono lo scrittore stronzo io! E poi
non devi suicidarti, per nessuna ragione al mondo, sennò dove la trovo un’altra
fan numero uno? xD. Scherzo dai, comunque non devi
farlo, perché la vita è bella, anche se non sempre, ma soprattutto è UNICA. E
ricordati che non tutti siamo come Neville. Quanto a DJ Bobo te lo regalo al
modico prezzo di 9999999999999999 galeoni(tra l’altro era Harry che gli ha dato
il calcio, e Hermione che lo butta di sotto). Quanto
al Pisello del Diavolo, premetto che in effetti solo ora ci ho fatto caso che
ho più recensioni femminili(tanto meglio), ma l’idea l’ha inventata Fantasy
dipendente, che ripeto per la 7982113654026 volta che è il mio migliore amico,
quando ha scritto il fumetto originale, e poi ci piaceva troppo il trucchetto per farlo fuori. Hermione,
alla fine di questo libro, scopre anche lei quanto sia bello il lato sessuale
di ogni persona, poiché prima l’aveva sempre ritenuto una cosa spregevole. Non
vi anticipo niente di quello che accadrà nel secondo, che è quello prima del
terzo(ma va?)in cui Hermione, si scoprirà, non è più
così santa donna come tutti credono, anzi.Per la suspense, non è fatta molto bene, visto che solo uno scemo non ha
letto HP 1 originale o se l’ha letto non l’ha capito, non sa come va a finire,
ma ho fatto del mio meglio. Comunque, se volete delle vere suspense, non
perdetevi: I Mitici 8 - La vendemmia!
Per il lanciafiamme ci sto lavorando, ma se siete deficenti
come me non credo vi conviene usarlo(ogni volta che gioco a Gearsof War, che è uno sparatutto, e che prendo il lanciafiamme
rido come un malato mentale alzando gli occhi al cielo e schiumando muahahahahahahcoffcoff)
P.S. Sto scherzando, eh
Bene, e con questa finisce la prima
fan fiction delle (dis)avventure di Harry Potter, non
perdetevi le prossime fiction, nonché l’imperdibile sequel: Harry Potter e la Camera del Biscione
Secchione. Bene, qui è arrivato quindi il momento di separarci, ma ci
rivedremo nelle prossime, imperdibili fan fiction, e non perdetevi, in
esclusiva, come fan fiction d’intermezzo tra HP 1 e HP 2…I Mitici 8 - La vendemmia! Bene, ma ora è arrivato il momento di
andare, ciao ragazzi/e, alla prossima! E non perdetevi il Capitolo Special che uscirà domani!
…FINE!
P.S. Per chi non
avesse capito il perché dei tre puntini davanti alla scritta fine, provi a rileggere
il titolo
Capitolo 19 *** Capitolo Special: Neville's Super Death ***
Harry
Potter e la Pietruzza Rossa che non si sa a che serve
- Capitolo special: Neville’s
super death -
Neville si svegliò di soprassalto. Si trovava in una
stanza, all’apparenza ignota. Si alzò dal letto e si affacciò alla finestra. Notò
con chiarezza che la stanza si trovava nel bel mezzo di binari. Neville
sussultò, corse alla porta ma non si aprì. Era chiusa a chiave. Provò a
spingerla, a tirarla, a prenderla a calci, ma quella non si mosse. Si fermò per
riprendere fiato quando udì una voce.
Ciao
Neville, voglio fare un gioco con te
«Chi sei?» chiese Neville, terrorizzato. Io? Io sono l’Enigmista. Ma puoi
chiamarmi Saw
«D-dici sul serio?» No, sono solo quel pirla che scrive
questa fan fiction. Questo capitolo è interamente dedicato a te. Ti dico solo
che alla fine morirai. Ma saranno i lettori a decidere come. In questo momento
ti trovi in una stanza impenetrabile sopra ai binari del Nespresso
di Hogwarts. Addio Neville
Bene,
cari lettori, ora sarete voi a decidere la sorte del caro Neville. Come volete
farlo morire? Decidete voi. E la prima scelta sta qui: Vuoi che Neville venga
travolto dal Nespresso di Hogwarts?
SI’
Neville corse alla porta. Prese a spingerla e a
prenderla a calci, ma niente sembra smuoverla. Allora iniziò a sudare. Prese la
scrivania e cominciò a sbatterla contro la porta, ma nulla. All’improvviso, un
rumore gli fece alzare la testa. Il Nespresso di Hogwarts viaggiava a tutta velocità contro di lui. Neville sbattè più forte la porta. Sentì un cambiamento. La porta stava
per cedere. Spinse ancora più forte, ma troppo tardi
TWOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOT
KA-BOOM
Bene,
qui finisce il capitolo special. Se non vi piace
questo finale, provate a scegliere l’altra alternativa. Alla prossima!
NO
Neville corse alla porta. Prese a spingerla e a
prenderla a calci, ma niente sembra smuoverla. Allora iniziò a sudare. Prese la
scrivania e cominciò a sbatterla contro la porta, ma nulla. All’improvviso, un
rumore gli fece alzare la testa. Il Nespresso di Hogwarts viaggiava a tutta velocità contro di lui. Neville sbattè più forte la porta. Sentì un cambiamento. La porta
stava per cedere. Spinse ancora più forte, e finalmente quella si aprì. Neville
uscì appena in tempo e si allontanò per vedere il Nespresso
di Hogwarts travolgere la casa e proseguire
imperterrito. Sospirò di sollievo, ma guardandosi intorno inorridì: si trovava
in aperta campagna. Si mise a correre per tentare di salire al volo sul Nespresso di Hogwarts.
Vuoi
che Neville scivoli e cada sotto il Nespresso?
SI’
Neville prese a correre e si avvicinò al treno.
Saltò, ma scivolò e cadde sotto al treno, venendo sbrindellato
Bene,
qui finisce il capitolo special. Se non vi piace
questo finale, provate a scegliere le altre alternative. Alla prossima!
NO
Neville prese a correre e si avvicinò al treno.
Saltò, ma lo manco e si ritrovò faccia per terra sulle rotaie. Aveva perso il
treno, ma almeno era ancora vivo. Si alzò a fatica, si guardò intorno e
sospirò. Gli toccava attraversare l’aperta campagna. Prese a incamminarsi.
Vuoi
che Neville non neghi che potrebbe parzialmente non rimanere illeso in modo
alla ‘ti piace vincere facile?’ o in modo brutale?
Modo
alla ‘ti piace vincere facile?’
Aveva appena fatto pochi passi, quando la terra
sotto di lui tremò. Esplose facendo fuoriuscire una colata di lava. Neville
volò in aria, riatterrò e morì sul colpo. Intanto la lava lo travolse e lo
bruciò vivo.
Bene,
qui finisce il capitolo special. Se non vi piace
questo finale, provate a scegliere le altre alternative. Alla prossima!
Modo
Brutale
Aveva appena fatto pochi passi, però, che notò uno
strano oggetto. Lo raccolse, ma era una granata, non ancora esplosa, che guarda
caso esplose nella sua mano, amputandola. Neville urlò di dolore. Poi strappò
un pezzo di camicia e si fasciò la mano alla meno peggio. Proseguì, ma in quel
preciso momento davanti a lui comparve un vortice spazio-temporale, che lo
risucchiò e gli influenzò lo stomaco, facendogli venire la diarrea. Quando
riapparve, precipitò su un campo minato, che gli fece saltare la gamba. Neville
partì quindi in aria e riatterrò sulla gamba sana, che si ruppe. Cominciò a
zoppicare a fatica, quando in lontananza vide un puntino nero. Prese a
correre(per quello che gli riusciva), ma quando si avvicinò abbastanza si
accorse che era un carro armato
«Ma porca…!» KA-BOOM. Il proiettile prese Neville in pieno petto. La vista gli
si offuscò, ma ancora non mollava. Avanzò strisciando, quando udì un rumore,
apparentemente indistinguibile. Poi lo riconobbe: era un elicottero. Tentò di
alzarsi e segnalare la sua presenza…ci riuscì, perché sentì l’elicottero
avvicinarsi. All’improvviso, le pale dell’elicottero falciarono Neville a metà,
il suo torace(o almeno quello che ne rimaneva)partì in aria per riatterrare su
un campo di grano. Neville riprese a strisciare, allo stremo delle forze…
CHING CHINGCHINGCHING SQUIZ SPLAT STRACK
Fatalità! Schiacciato da dei mezzi agricoli. Restare sotto i loro cingoli,
puntando dritto all’aldilà(Fatalità - Arisa Tamara(Gem Boy))
Ti passò sopra una mietitrebbia(La guerra di piero - Gem Boy)
Bene,
qui finisce il capitolo special. Se non vi piace
questo finale, provate a scegliere le altre alternative. Ora risponderò alle
recensioni dell’ultimo capitolo, dopodiché non perdetevi: I Mitici 8 - La vendemmia:
Sakura_sun: Per la cronaca non mi
faccio di nessuna sostanza strana, sia sconosciuta che conosciuta. Non ne ho
bisogno: il mio cervello è già danneggiato di suo xD.
Comunque ti ringrazio per il Super Mitico e sono davvero contento che sia la
cosa più bella che tu abbia mai letto. Comunque vorrei far notare che io sono
un maschio, non una femmina xD kamy: Tu non hai la minima idea di
quali poteri oscuri nasconda la canzone dei teletubbies,
è in grado di far scoppiare la testa alle persone! Quanto alla storia di Rat-Man ho dovuto lavorarci un po’ su, perché volevo
trovare qualcosa di originale, ma alla fine ci sono arrivato lo stesso. Non ho
ben capito che sarebbe il “zzzzzzzzzzzzzzz” quanto
alla fine non disperarti, vedrai quanta roba ancora devo scrivere, e spero che
il Capitolo Special ti sia piaciuto!