Il ballo con una sconosciuta

di AlexV_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il ballo con una sconosciuta ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Il ballo con una sconosciuta ***


Emma era seduta al bancone di un night del centro, e bevendo un martini, guardava distrattamente al centro della pista, dove Killian, il suo disastroso appuntamento, stava ballando ubriaco addosso ad una discutibile signorina.  Non che le importasse più di tanto, aveva accettato di uscire con lui solo per lo sfinimento, dato che non c’era stato giorno, negli ultimi due mesi , in cui il giovane non l’aveva implorata per un’ appuntamento.

Il Dj aveva suonato ormai svariati pezzi House, quando annunciò, che il prossimo sarebbe stato un  lento, da ballare magari con una persona speciale.
Al solo pensiero, Emma sogghignò,pensando a quanto ridicola fosse seduta lì da sola.

Fu allora che  sentì una voce suadente alle sue spalle, morbida,e soprattutto femminile: “ Le andrebbe di ballare?”

La bionda si girò, perplessa, forse pensando di aver immaginato tutto, a causa dei troppo drinks mandati giù. Ma non era così. I suoi occhi si imbatterono in una bellissima donna dai lineamenti latini, con indosso un tailleur nero elegantissimo, che si modellava intorno alle sue forme. No, non l’ aveva decisamente immaginata. La donna era proprio lì davanti a lei, e  stava aspettando la sua risposta, con la mano sinistra protesa in avanti.

Non seppe spiegare nemmeno a se stessa perchè accettò di ballare con quella sconosciuta, ma  i suoi piedi si mossero in avanti, scendendo dallo sgabello e seguendo quella donna al centro della pista.

La mora, senza esitare, appoggiò la sua mano destra dietro la schiena di Emma, e la strinse a sè. Emma invece, era impacciata, e nemmeno sapeva bene dove poggiare le proprie.

“E’ da tutta la sera che la osservo..” le sussurrò la mora, mentre con le sue mani raggiunse le braccia di Emma e le porto dietro il proprio collo, facendo aderire maggiormente i loro corpi.

Emma arrossì, un po’ per la troppa vicinanza, un po’ per quella voce, così composta e soave, da metterle i brividi.  Ringraziò, tra sè e sè, il buio del locale, perchè la mora non potè accorgersene.

“ Il suo Ragazzo deve essere veramente uno stupido, se preferisce dimenarsi dietro donne del genere, invece che passare la serata con lei..” continuò, con tono sicuro, ma  gentile e sincero, non di quelli accusatori e presuntuosi.

“Lui..lui non è il mio ragazzo, mi ha solo invitata ad uscire , ma come può vedere, la serata non è andata proprio come doveva..” le rispose la bionda, quasi in un sospiro.

La canzone ormai volgeva al termine, e così la mora decise di godersi in silenzio gli ultimi istanti di quel ballo. Poggiò la sua testa contro quella della bionda e  si inebriò del suo odore, che aveva provato ad immaginare da tutta la sera. 

Quando ormai le ultime note andavano via via disperdendosi nella sala, fece scivolare via la sua mano  dalla schiena di Emma, e senza lasciarle la mano destra, l’accompagnò verso lo sgabello sui cui era seduta prima.

Aspettò che si sedesse, e si divertì nel guardarla mentre goffamente cercava di nascondere il proprio imbarazzo.

“E’ stato un vero piacere ballare con lei, io sono Regina..” le disse, tuffando i suoi occhi profondi nel mare azzurro di quelli della bionda.

Emma non sapeva cosa rispondere, in fondo era la prima volta che ballava con una Donna, che si sentiva desiderata da una donna.

“P-piacere, io sono Emma” balbettò la bionda, “Grazie…cioè, per il ballo..” 

Regina le sorrise, e si chinò per prendere qualcosa dalla borsa. Vi armeggiò per qualche minuto, poi si girò di nuovo verso Emma, le passò un bigliettino, e andò via.

Emma quasi incredula lo prese e iniziò a leggere ciò che vi aveva scritto, con una grafia così elegante e chiara da sembrare quasi stampata:
 << So che non sono esattamente il tuo GENERE, ma se per caso dovessi ritrovarti a pensarmi, chiamami.Regina>>





 

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Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


Emma l’ aveva guardata attraversare il locale, passando elegantemente tra il mucchio di persone che ancora si divertivano al centro della pista.
Aveva seguito, quasi fosse al rallentatore, il movimento di quelle lunghe e ambrate gambe, e ne era rimasta incantata, mentre girava e rigirava tra le mani il bigliettino che quella sconosciuta le aveva lasciato. 

Ripensò alle sue parole, ma Emma Swan non era una di quelle donne che richiamano, che attendono il momento giusto per fare un passo, o che ci pensano e ripensano sulle parole da dire o da scrivere. 
Emma Swan era tutta cuore e istinto. 
E per questo, con il cuore che le batteva all’ impazzata, per una ragione che non sapeva assolutamente spiegarsi raccolse la sua giacca di pelle dallo sgabello accanto a sè e si precipitò fuori dal locale.

Ancora col fiatone, guardò alla sua destra, ma il vialone era quasi deserto, fatta eccezione per una coppia di ragazzi che si baciavano appoggiati al portone di un elegante palazzo. Poi guardò a sinistra, scrutando con attenzione ogni dettaglio di quello che la circondava.
  Ma nulla, non c’era traccia di quella bellissima donna che le aveva mandato in tilt il cervello con un solo ballo.
 Emma pensò addirittura di esserselo immaginato. Di aver immaginato quel profumo delicato, quelle mani sicure, ma allo stesso tempo audaci sulla sua schiena. Pensò di aver sognato la sua voce, il bigliettino, TUTTO. Poi ,finalmente la vide, mentre saliva su un taxy giallo, e indicava qualcosa al conducente.

Corse verso il Taxy, e urlò il suo nome :”Regina! “
 Ma sembrava che la donna non l’ avesse sentita. 
Si avvicinò ancora di più, correndo a perdifiato, mentre il taxy che era stato messo in moto si allontanava piano piano.

Ci provò un’ ultima volta: “ Regina!! “ Urlò con tutto il fiato che aveva in gola, ferma al centro della carreggiata. 
Riuscì a malapena a distinguere, all’ interno dell’ abitacolo, i movimenti che la donna faceva col capo. Forse l’ aveva sentita e si stava guardando intorno. 
Sperò che fosse così, anzi, nonostante non credesse in alcun Dio, pregò che fosse così. 

Il taxy inchiodò. E Regina scese dall’ auto. 

Emma era ancora lì. Immobile. E tra sè e sè stava ringraziando l’ entità suprema che aveva ascoltato la sua preghiera, e un po’ si stava maledicendo per aver fermato quel taxy. Non aveva la più pallida idea di cosa fare, o di cosa dire. Non avrebbe saputo spiegarlo nemmeno a se stessa, figuriamoci a quella pantera che le si stava avvicinando. Che poi, perchè le faceva quell’ effetto? Perchè ogni passo che faceva verso di lei, faceva sparire sempre di più tutto quello che la circondava?
A lei nemmeno piacevano le donne. O forse si?
Certo, aveva baciato Lauren Steal al college,(durante una di quelle feste dove poi si finisce per fare stupidi giochi alcolici) e non le aveva di certo fatto schifo, ma da qui a pensare che le piacessero le donne..Eppure, i sintomi c’erano tutti: salivazione azzerata, batticuore ai limiti della tachicardia, sudorazione alle mani. Si, era ufficiale, ad Emma Swan piacevano le donne.Anzi, ad Emma Swan piaceva QUELLA donna.

Regina ormai era arrivata proprio davanti a lei, e la stava guardando con un’ espressione interrogativa sul volto.

Emma era nel pallone più totale, immersa com’ era in quel monologo interiore che ormai stava durando più del dovuto.

“E-Emma..” riuscì a balbettare, abbassando lo sguardo, mentre le sue gote si coloravano per l’ imbarazzo. ”N-non ti ho detto nemmeno il mio nome..mi chiamo Emma. “ E le sorrise, dolcemente, mentre le tendeva la mano. 




**Buongiorno ragazze/i ! Alla fine ho deciso di continuare la storia, e anche stavolta, ho buttato giù il continuo così come me lo ero immaginato, senza fronzoli, e senza artefatti. Se vi è piaciuto, o anche se non vi è piaciuto, fatemelo sapere, per me è sempre un emozione!
Colgo l' occasione per ringraziare chi mi ha recensito il capitolo precedente, per me è davvero un piacere leggere i vostri consigli , i pareri, e anche le critiche! Un abbraccio a tutti! Alex. 

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Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


Regina sorrise,mentre teneva  ancora stretta nella sua, la mano di Emma. 
Era stupita, compiaciuta, e incuriosita dall’ impeto di quella giovane donna, che le aveva portate ad essere lì, ferme al centro di una carreggiata nel cuore della notte.

“Posso vedere il suo cellulare? “ la voce di Regina spazzò via il silenzio, e la donna liberò la sua mano dalla stretta, salvo poi tendergliela in attesa della risposta della bionda.

Emma ci pensò qualche secondo, poi prese il suo iphone dalla tasca posteriore dei jeans, e lo porse alla donna ferma davanti a sè.

La guardò comporre qualcosa e poi restituirglielo. Ma nella sua testa circolavano così tante informazioni, emozioni e domande che nemmeno si domandò cosa avesse digitato. Così, mentre si apprestava a riporlo nuovamente nella tasca dei Jeans, il telefono le squillò.

Si domandò chi fosse, a disturbarla a quell’ ora della notte. Pensò che fosse successo qualcosa ai suoi genitori, a suo figlio, o che ci fosse stata un’ emergenza  alla stazione di polizia. 
Guardò sul display ma non riconobbe il numero, perciò esitò qualche secondo a rispondere.

“Pronto?” disse, alzando per la prima volta lo sguardo verso la donna che era davanti a sè, con il proprio cellulare in mano e la stava guardando con un sorriso divertito sul volto, e un sopracciglio alzato.

“ Emma?” Pronunciò la donna al telefono, ed Emma sorrise, abbassando lo sguardo per l’ imbarazzo di non aver capito subito che cosa stesse accadendo. “ La disturbo?” continuò Regina nonostante fosse a pochi passi da lei.

“N-no, mi dica pure Regina..” E sorrise di nuovo, anzi quasi rise,alzando di nuovo gli occhi e piantandoli sul viso di Regina. Si soffermò su ogni suo particolare,mentre la mora,sempre più compiaciuta e sicura di sè , si apprestava nuovamente a parlare.

“ Domani la porterò a cena fuori, sempre che non abbia altri impegni.” La voce di Regina era sicura, calda e sensuale. 
Suonava quasi come un ordine, di quelli che nessuno si azzarderebbe mai a rifiutare, quasi era ipnotico.

Le gote di Emma si colorarono ancora di un rosso leggero, e la mora non potè che sorridere d’innanzi alla sua visione.

“ D-domani? A cena? Mhmm..” Emma non sapeva assolutamente cosa dire.
Voleva decisamente accettare quell’ invito. Voleva spingere le sue emozioni oltre il limite. Voleva comprendere. 

Ma allo stesso tempo era spaventata da tutto quell’ uragano di emozioni che le era piombato addosso nell’ ultima ora.

“ Guardi che non glielo sto chiedendo..” Regina sorrise. “Ci vediamo alle 20:00 al ristorante ‘Miramare’. Quello all’ angolo tra Main Street e la fifth avenue.”

Regina chiuse la telefonata e posò il suo BlackBerry nella pochette che  teneva accuratamente nella mano destra. 
Poi guardò la bionda, le si avvicinò e le sussurrò all’ orecchio: “Buonanotte Emma, non vedo l’ ora che sia domani.”

 Si girò, e si allontanò nel buio della notte, con fare sicuro, lasciando Emma nuovamente lì, al centro di quella strada, travolta da un milione di emozioni contrastanti che non sapeva assolutamente interpretare, ma che la facevano sentire viva, come ormai non si sentiva da troppo tempo.




*Buon pomeriggio Ragazze!Stamattina ho buttato giù quest’ altro tassello della mia storia, e spero tanto che vi piaccia, e che non risulti in alcun modo banale o scontato! Grazie davvero a chi mi ha scritto o recensito, e grazie anche a chi lo farà ancora! Un’ abbraccio a tutti/e*

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Capitolo 4
*** capitolo 4 ***


Regina Mills aveva organizzato tutto in maniera impeccabile per quella sera: aveva prenotato il suo ristorante preferito, dove ormai era di casa, e aveva chiesto al direttore di sala di riservare per loro il vino migliore, preferibilmente un “Cabernet Sauvignon Oakville Au Paradis” del 2012 e la crostata di mele e cannella che era in assoluto il suo dolce preferito.

Era uscita prima dal lavoro, delegando alla sua assistente personale Maureene, gli ultimi appuntamenti della giornata.
Era rientrata  subito a casa e aveva optato per un bagno caldo e rilassante, abbassando le luci, e mettendo su un po’ di Jazz.
Si era lasciata coccolare dalla schiuma e dai sali alle rose che non aveva ancora avuto modo di provare prima .
Si era avvolta nel suo morbido accappatoio di seta e aveva raggiunto l’enorme cabina armadio che custodiva, quasi fossero reliquie, tutti i suoi completi.
La scelta dell’ abito da indossare non fu particolarmente difficile: il suo vestito preferito,ovvero un tubino nero, che le arrivava appena sopra le ginocchia, lasciando  le sue bellissime gambe scoperte, era perfetto per l’ occasione.
Dulcis in fundo, aveva indossato  poi le sue immancabili decollete con tacco a spillo e il girocollo di perle.
Successivamente era passata al trucco e parrucco: un velo di mascara, l’ eyeliner e il suo rossetto rosso acceso.
Per l’ acconciatura invece, aveva portato indietro tutti i capelli, fissandoli con il gel. Uno pouf di profumo, ed era pronta, elegante e sensuale forse più di sempre.


La giornata di Emma invece fu un completo disastro. La sua testa era fissa all’ appuntamento di quella sera, non sapeva cosa indossare, come comportarsi, o cosa aspettarsi da quella donna che in fondo era una sconosciuta, che però aveva trovato sempre il modo di lasciarla a bocca aperta.
Ma doveva concentrarsi, perchè proprio quella mattina , una banda di rapinatori aveva deciso di Rapinare la National Bank e lei era sommersa di lavoro fino al collo.

“Ma proprio oggi doveva succedere questo trambusto?” Domandò tra sè e sè, guardando l’ orologio d’acciaio sul suo polso. “Cazzo, sono le 19:15 non ce la farò mai a tornare a casa per prepararmi e ad arrivare puntuale  all’ appuntamento!”
 
Non vi avrebbe rinunciato per nessun motivo al mondo, la curiosità e il magnetismo che le scaturiva qualla donna andavano ben oltre la razionalità di Emma.
“ A mali estremi, estremi rimedi!” Pensò la bionda, quando finì il suo turno alla stazione di polizia (precisamente alle 19:45) , e decise di presentarsi all’ appuntamento così come si trovava, ovvero nella sua divisa da Poliziotta: Pantaloni neri stretti, camicetta azzurra e capelli legati in un’alta  coda di cavallo.


Erano ormai le 20:10 e Regina era elegantemente seduta al tavolo che le avevano riservato, aspettando impaziente l’arrivo della bionda.
Stava sorseggiando il suo prosecco dal flut quando la vide entrare con indosso la divisa. Per poco non si strozzò, soffermandosi sul corpo della donna , ma cercò di mantenere il suo solito contegno quando la donna raggiunse il loro tavolo.

“Mi perdoni il ritardo, sono mortificata..” disse timidamente la bionda, provando ad evitare lo sguardo sfacciatamente eccitato di Regina che vagava sul suo corpo.

“ Ho provato a immaginare cosa avrebbe indossato per tutto il giorno, ma non avrei mai pensato che sarebbe venuta con una divisa, io ...... l’ avrei riservate per dopo..” Scherzò regina, lasciando la bionda ancora una volta senza parole.



**Eccomi, sono tornata con un nuovo capitolo! Cosa ne pensate? come si svolgerà questa cena? Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate, che per me è una gioia immensa leggervi! Grazie di nuovo a tutte quelle che hanno speso anche  un minuto del loro tempo per recensire la mia storia , e per chi recensirà anche questo capitolo! A presto!

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


“Sono mortificata davvero, ma abbiamo avuto un caso molto importante, non so se ha sentito della rapina alla banca.. se non fossi venuta così, non avrei mai fatto in tempo..” spiegò la bionda timidamente, indicando con le mani la divisa che aveva indosso.

“Innanzitutto, iniziamo col darci del tu..” le rispose Regina, facendo nuovamente vagare i suoi occhi sulla camicetta azzurra della bionda. “Quindi lavori al dipartimento di polizia..Interessante..”

“ ehm.. si..” Riuscì a pronunciare Emma prima di tracannare il bicchiere di vino, un po’ per darsi coraggio, un po’ perchè la sicurezza di quella donna le allappava la bocca e le infuocava le guance, così come non le succedeva da una vita. “ E lei..cioè tu, di cosa ti occupi?” continuò, tenendo ancora il bicchiere tra le mani.

“ Io sono la direttrice dell’ emittente televisiva nazionale SB5 “ le rispose la mora, raccontandole un po’ in cosa consistesse il suo lavoro.

E così era trascorsa la serata, chiacchierando del più e del meno,  per conoscersi meglio, tra una battuta sfacciata di Regina, e un movimento goffo di Emma. 
Avevano riso molto, forse a causa del vino che era riuscito anche a vincere la timidezza della bionda, o forse perchè Emma non stava pensando più che si trovasse ad un appuntamento con una donna, ma si era semplicemente goduta l’ ottima cena, il buon vino, e la bellezza sfacciata della mora di fronte a sè.

Quando arrivò il conto, Regina non le diede nemmeno il tempo di reagire, e porse al cameriere la sua carta di credito nera, lasciando per lui il 20% delle mance, come era solita fare quando cenava in quel ristorante, dato il servizio eccellente che le fornivano.

La bionda protestò, un po’ per orgoglio, anche se in cuor suo non era nemmeno sicura di poter pagare il conto con il  misero stipendio da polizziotto, ma Regina era stata inamovibile.

“ Io ti ho invitata a cena, quindi offro io..” E le aveva sorriso, ammiccante, ed Emma non riuscì nemmeno a ribattere, perchè i suoi occhi si posarono su quelle labbra così carnose e soffici. Così Rosse. ‘ Dio perchè il rossetto non le si era smosso nemmeno di un millimetro?’ la bionda maledisse mentalmente il Cabernet Suoteron o come cavolo si chiamava quel vino, che le aveva praticamente annullato i pensieri.

Regina si incamminò fuori dal locale, seguita dalla bionda, tenendo le mani nelle tasche del cappottino nero.

“Lascia almeno che ti accompagni a casa, non è sicuro che una donna rientri in casa da sola a quest’ ora” Emma sapeva benissimo che    Regina avrebbe saputo  come cavarsela, ma non voleva che la serata finisse lì, voleva fare una passeggiata, chiacchierare ancora, senza pensare troppo al lavoro che la aspettava il giorno seguente.

“ Oh, quanto è efficiente la polizia di Storybrooke..si preoccupa per me, agente?” Sospirò la mora, girandosi verso Emma, con un tono da femme fatale dei film anni 70.

La bionda non potè fare a meno di ridere, poi la raggiunse e si mise sotto il suo braccio , lasciando per la prima volta Regina sorpresa.

Camminarono per qualche isolato, fino al quartiere residenziale, dove raggiunsero un  maestoso palazzo bianco , che Emma immaginò essere la casa di Regina.
L’ accompagnò fino alle scalette che precedevano il portone, e lì sì fermò.

“ Grazie davvero per la serata” le disse
“ è stato davvero … bello” continuò mentre Regina raggiungeva il portone ed armeggiava con la chiave. 
“Non dirlo nemmeno per scherzo, anzi, grazie a te per essere venuta.” le rispose Regina, girandosi verso di lei, con la mano sulla maniglia della porta ormai aperta. 

Emma rimase lì per qualche secondo. Non sapeva bene cosa dire, nemmeno cosa fare.
Si stava limitando a guardare Regina che si toglieva le scarpe sull’ uscio, forse per non rovinare il parquet che aveva l’aria di essere davvero costosissimo. 
Era praticamente imbambolata.

Poi fu un attimo. Regina, a piedi nudi aveva sceso quei quattro gradini e l’ aveva raggiunta. Emma era sempre lì, ferma, fatta eccezione per il suo cuore, che quasi le usciva dal petto. Regina sorrise, dolcemente. Le poggiò una mano sul viso, poi si alzò sulle punte e poggiò le sue labbra su quelle di Emma.

“Buonanotte agente Swan” le sussurrò all’ orecchio , e rientrò in casa, lasciando Emma  ancora lì , in balia di tutte le sue emozioni.





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