C'era una volta la PruAus

di DolceZeref
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo Primo ***
Capitolo 3: *** Capitolo Secondo ***
Capitolo 4: *** Capitolo Terzo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***





Prologo
 
C'era una volta, tanto tempo fa, in un paese lontano lontano un bellissimo, fortissimo, fighissimo e qualcos'altro terminante con 'issimo principe.
Il suo nome era Gilbert, detto il Magnifico, ed era l'erede al trono del suo regno.

E questa...beh, questa è la sua storia.

Vi racconterò come ha salvato la sua amata principessa, più o meno, insieme ai suoi amici e compagni, quindi mettetevi comodi mentre io narro le mie gesta eroiche.

Tutto è iniziato pochi giorni prima della mia incoronazione...


Era mattina ed io mi trovavo davanti allo specchio a sistemare gli ultimi particolari del mio completo, anche se io ero sempre perfetto.

-Ecco. Non sono fantastico, Gilbird?-

Mi rivolsi al mio canarino, il quale trillò contento in un probabile segno di approvazione, mentre annuivo con aria soddisfatta. La maggior parte delle volte pareva capirmi meglio delle persone.

Dopo sarei andato come ogni giorno ai miei allenamenti con la spada e stavo giusto uscendo dalla mia camera con l'intenzione di arrivare in orario.

-Gil, la tua incoronazione è rimandata-

Dei passi, l'apertura della porta e mio fratello era entrato nelle mie stanze, facendomi girare di scatto verso di lui.

-Lud, come sarebbe a dire?!- Era da tempo immemore che aspettavo con impazienza quel momento e non mi potevo assolutamente permettere di posticiparlo.

Dovevo sembrare piuttosto sconvolto, perché si diede subito da fare per spiegarmi la situazione.

-Sarebbe a dire che ci sono cose più importanti-

-Qualcosa di più importante di ME?!- Sul serio, cosa caspita ci poteva essere di talmente urgente da non poter aspettare?

-Forse dovresti recarti nella Sala del Consiglio per maggiori informazioni-

Non ascoltai nemmeno l'ultima parte della frase, perché, per una volta nella mia vita, avevo davvero voglia di vedere quei tizi del Consiglio.

Attraversai di corsa la miriade di corridoi che ad un occhio estraneo potevano sembrare un intricato labirinto, ma di cui io al contrario conoscevo ogni svolta.
Certo correre nei corridoi non era esattamente una cosa adatta e soprattutto permessa ad un principe, peccato che le circostanze non mi permettevano una seconda scelta.

Arrivai con sicurezza davanti all'imponente portone del luogo indicato da Ludwig e lo spalancai senza tante cerimonie, attirando su di me l'attenzione di tutte le persone sedute alla grande tavola.

-Altezza, l'etichetta!- L'etichetta, come no.

-Mpf, non è il momento di pensarci, si può sapere perché caspita non posso...-

-Conosciamo già il motivo del vostro turbamento, tuttavia si tratta di un grave problema che interessa non soltanto questo regno ma anche quelli circostanti-

-E quale sarebbe, sono proprio curioso-

-Ebbene, il principe Roderich è stato rapito da un paese nemico ed è in serio pericolo. Voi sapete perfettamente cosa comporta questa notizia e per questo è vostro preciso compito di futuro sovrano provvedere e mantenere la pace- Un modo pomposo per dire: "Parti in viaggio e fai ciò che devi".

Cavoli, ero fregato. Ero decisamente fregato.




Spazio dell'autrice
Che dire...buonsalve a tutti! Non ho molto da scrivere, so soltanto che mi è venuta quest'idea a caso e spero che in qualche modo vi abbia ispirati. Ovviamente questo è un prologo, quindi i prossimi capitoli saranno mooolto più lunghi dato che sarà una long e...niente, mi farebbe davvero piacere se mi lasciaste una recensione anche piccola!
Grazie mille per aver letto!
Che stupida, per poco mi dimenticavo di aggiungere che ho deciso di pubblicare oggi perché è il compleanno della mia amica Eliza (che regalo scadente, lo so)!
Confido di sentirvi presto!

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Capitolo 2
*** Capitolo Primo ***





Capitolo Primo

Si narra che tantissimo tempo fa, ancora più avanti del tempo in cui si svolge questa storia, ci fossero cinque grandi regni, governati da altrettanti sovrani appartenenti a casate di nobile stirpe.
Questi regni erano in continua lotta fra di loro e non c'era niente che potesse fermare le battaglie per l'estensione dei territori. Non si riusciva a trovare un accordo di pace, la guerra continuava ormai ad oltranza e sembrava essere destinata a non terminare mai...
Tutto questo fino al giorno decisivo nel quale i cinque monarchi si ritrovarono a combattere faccia a faccia sullo stesso campo: erano tutti allo stremo delle forze, pieni di lividi, graffi e ferite, ma non volevano arrendersi per nessuna ragione al mondo.
Fu proprio in quel momento che i rispettivi eserciti abbandonarono simultaneamente al suolo le armi, sfiniti.
I re non avevano alcuna intenzione di prendere il loro esempio, ma i principi dei vari paesi si fecero avanti per mettere la parola fine a quell'inutile scontro che non aveva più né un senso né un significato ed i primi si dovettero mostrare concordi.
In quel momento fra le cinque casate si stipulò un patto di alleanza per garantire sicurezza e protezione a tutte le persone, sulla base di un trattato di pace che sarebbe dovuto durare in eterno...


Nel nostro mondo c'erano cinque regni, che ormai da tempo immemore coesistevano in armonia grazie ad un accordo sancito secoli prima: Strengland, Beaupays, Pasiònlieve, Zeitkonzert ed un ultimo più piccolo.
Questi si aiutavano l'un l'altro ed era per questo motivo che io dovevo recarmi a Klavier, la capitale di Zeitkonzert, ossia la patria di quell'idiota che si era fatto rapire facendo inevitabilmente rimandare la mia incoronazione.

Dopo che i vecchi bacucchi del Consiglio mi diedero la buona novella non persi troppo tempo in chiacchere inutili e me ne andai il più velocemente possibile dalla Sala, arrivando poi all'armeria.
Questo perché, ovviamente, con la classica e sovrasfruttata storia dell'onore e del senso del dovere mi avevano convinto a fare ciò che volevano.

Finii di sistemarmi la tenuta da viaggio, completa di spada e tutto, iniziando a pensare alle varie cose da portare, che poi erano sempre le stesse.
In realtà, dato che alla fine mio fratello Ludwig aveva deciso di darmi man forte, almeno lui oltre a Gilbird, venendo con me non avrei dovuto preoccuparmi, ma avevo bisogno di qualcosa da fare per distrarre la mia attenzione.

Sellai il mio cavallo e misi delle provviste e del denaro nella mia bisacca, tanto per essere preparato ad ogni evenienza, anche se probabilmente non ce ne sarebbe stato bisogno.
Saremmo partiti in giornata da soli senza alcuna carrozza o cose simili e fin troppo appariscenti per non dare nell'occhio, quindi non ci sarebbero dovuti essere problemi di nessun tipo.

Appena fu tutto pronto e praticamente perfetto come me presi le redini del mio cavallo ed iniziai a dirigermi fuori, dove c'era già mio fratello.

-Possiamo andare, Gil?-
-Fosse per me, Bruder, sai cosa sarebbe successo, ma sì. Sì, possiamo andare-

Montammo in groppa ai nostri destrieri, tuttavia non ci muovemmo nemmeno di un passo che una figura corse verso di noi alla velocità della luce.

-Feliciano!-
-Veee...Luddy!-
Non potei che scoppiare in una fragorosa risata al sentire il soprannome che gli aveva affibbiato, con una conseguente occhiataccia del sopracitato. -Oh, scusate, continuate pure-
-Feli, cosa ci fai tu qui esattamente?-
-Ve, ho sentito la notizia e volevo venire con te!-
-Cosa?! No, dobbiamo fare una cosa importante-
-Veee, perché no?-
-Oh, eddai Luddy, perché no?- D'accordo, teoricamente non avrei dovuto dirlo. Non avrei dovuto nemmeno acconsentire ad una simile proposta così all'improvviso, per di più mentre mio fratello mi guardava malissimo. C'erano almeno un miliardo di motivi per cui non poteva venire con noi. Però non potevo non farlo e fu in questo modo che partimmo per Klavier.


Spazio dell'autrice
Ed ecco il secondo capitolo di questa storia, adesso posso iniziare a cercare un posto dove sotterrarmi in santa pace.
Lo so, sono in ritardo e come se non bastasse questo capitolo non si può definire un capitolo, mi dispiace. Comunque sia ho provato a pubblicare in pseudo-orario, dato che ho tutta l'intenzione d'ora in poi di aggiornare ogni tre del mese.
Inoltre...in realtà basta, non penso ci sia altro da aggiungere, spero che questa cosa vi sia piaciuta.
Grazie a chi recensito e messo la storia nelle preferite/seguite/ricordate, mi rendereste davvero felice se mi diceste cosa ne pensate!

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Capitolo 3
*** Capitolo Secondo ***





Capitolo Secondo

Erano ormai ore che cavalcavamo quasi senza sosta alla velocità del vento, tolte le pause per far riprendere e bere i nostri cavalli. Certo, Feliciano non aveva smesso un attimo di lamentarsi perché voleva mangiare ma purtroppo per lui non era il momento di pensarci. Comunque, almeno potevo distrarmi ogni tanto: lui e mio fratello andavano sullo stesso destriero, per guadagnare tempo, quindi ci si poteva ben immaginare qual era la situazione. Lud, pur ostinandosi a mantenere la sua faccia seria, era rosso come un peperone da quando eravamo partiti, mentre l'altro, seduto dietro, lo abbracciava stretto dal primo minuto in cui era salito.

Dato che volevo arrivare presto a Klavier per risolvere questo sgradevole problema che si era creato, avevamo preso la via più rapida per raggiungere la nostra meta. Considerando che avevamo appena passato il fiume che segnava il confine fra Strengland e Zeitkonzert, ci avremmo impiegato al massimo un paio d'ore.

Fino a quel momento non avevamo trovato alcun tipo di ostacoli, quindi speravo vivamente che saremmo tornati presto a Preis, la nostra città, ma non sapevo ancora quanto mi sbagliavo.

Superata la foresta ci trovammo su un sentiero che portava alla capitale, ben visibile anche da lontano da quanto era grande.
Sorpassammo molteplici villaggi e ,finalmente, dopo un po' arrivammo alle sue porte. Non ci fu nemmeno il bisogno di aspettare perché aprirono subito notando gli inconfondibili stemmi del nostro regno.
Purtroppo, il benvenuto non fu quello che mi aspettavo: le guardie delle mura ci accolsero con rispettosi ma gravi segni di saluto e la gente fece lo stesso. Le strade erano pressoché deserte, le finestre delle case sbarrate, le persone erano abbattute e la tensione palpabile nell'aria. D'accordo che il loro principe era stato rapito, d'accordo che erano tutti sconvolti, ma Klavier era conosciuta da sempre per la sua musica ed i suoi concerti, quel silenzio non era affatto normale, non una nota si sentiva aleggiare lieve nel vento.

-Ehi, Bruder, meglio se ci sbrighiamo ad entrare nel castello-

Annuii, evidentemente aveva notato il mio turbamento, perché mi osservava più serio del solito con la coda dell'occhio. Caspita, doveva essere una situazione davvero critica se pure Feliciano pareva triste!

In ogni caso, dopo pochi minuti ci ritrovammo davanti al portone della fortezza.
Smontai da cavallo con un agile movimento, seguito a ruota da Ludwig che dovette prendere al volo l'altro per non farlo cadere, e, tenendo strette le redini, bussai.
Passarono una manciata di secondi ed una ragazza mi venne ad aprire, riconoscendo sia me che mio fratello e non facendo troppo caso al nostro trio. Aveva una divisa color verde scuro con un cappello della medesima tonalità, un fiore seminascosto nella cascata di capelli castani e teneva una padella in mano.

-Bene, voi dovete essere i rappresentanti di Strengland. Gli altri sono qui da poco, vi accompagno-
Ci fece segno di seguirla e, dopo che lasciammo i nostri destrieri a due guardie, ci fece strada attraverso i vari corridoi della reggia fino all'entrata per una grande sala che sembrava quella del Consiglio. In realtà, tutto lì mi pareva familiare, forse perché mi ricordavo qualcosa dalle volte precedenti in cui ci ero stato...

-Eccoci arrivati- Sentii dire dalla giovane.

Nel salone, chi in piedi e chi seduto, c'erano gli ambasciatori degli altri regni riuniti: il principe Francis da Beaupays, il principe Antonio da Pasiònlieve ed anche, incredibilmente, il principe Feliks.
Quando fummo assieme, si fecero avanti pure un ragazzo che indossava un'uniforme militare verde con due croci bianche sulle spalle ed un cappello affiancato da una ragazza che gli assomigliava moltissimo.

Quando ognuno ebbe preso posto, prima che qualcuno potesse aprire bocca per chiedere delle informazioni, la giovane che ci aveva accolti attirò l'attenzione dei presenti cominciando a parlare.

-Buongiorno a tutti, grazie per aver reagito alla notizia così presto- Di certo non per mia volontà, dato che mi avevano praticamente obbligato. -Come ben saprete, il futuro erede al trono di questo reame è stato rapito e abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti i paesi uniti per far fronte a questa situazione- Come no, era proprio necessario. -Per questo motivo avremmo intenzione di inviare una spedizione a cercare il principe Roderich- Ottimo, in quel modo avrei potuto risolvere due problemi in un colpo solo. -Siete d'accordo?-

A quella domanda ci fu un coro di assensi, segno che forse stava ad indicare che avevamo trovato una soluzione.

-Perfetto, allora, preparatevi: si partirà domani all'alba-

Detto questo se ne andò e la seduta fu tolta, però...cosa?!


Spazio dell'autrice
Ed ecco il nuovo capitolo!
Scusate per la brevità ma finalmente si entra nel vivo della storia. Almeno ho pubblicato in tempo!
Ovviamente ringrazio chi recensisce e chi ha messo la fiction nelle preferite/seguite/ricordate!
Ci sentiamo fra un mese (È piuttosto brutto da dire ma non ci posso fare niente)!

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Capitolo 4
*** Capitolo Terzo ***





Capitolo Terzo

Ero fregato, o per meglio dire ero stato fregato per la seconda volta in un giorno.
E questo non contribuiva affatto al mio buonumore.

Dopo che la simpatica riunione fu terminata, data l'ora tarda ed il buio imminente a tutti gli ospiti venne assegnata una camera per riposare, prima della partenza fissata per la mattina seguente. Io avevo molto astutamente lasciato a Lud il gravoso, nonché noioso, compito di parlare con i rappresentanti del regno, infatti ero già entrato nella stanza a me riservata e stavo camminando avanti e indietro da una parte all'altra di quest'ultima, mentre riflettevo sulla terribile trappola di cui ero rimasto un'evidente vittima.
Intanto che io ero assorto nei miei pensieri Gilbird mi svolazzava intorno, guardandomi in modo strano. Forse non era nemmeno permesso portare nel castello degli animali, ma lui era stato talmente bravo da non farsi né sentire né notare.
Prendendo in contropiede pure il mio piccolo amico mi buttai esausto sul letto, chiusi un attimo gli occhi e presi a fissare il soffitto come se possedesse le soluzioni dei miei problemi.

-Non è per niente giusto, Gilbird-
Cinguettii di assenso in sottofondo.
-Capitano tutte a me-
Lui era l'unico che sembrava capirmi davvero.
-Meno male che ci sei tu-

Purtroppo non ebbi il tempo di intavolare una conversazione che il mio caro fratello spalancò la porta come una furia, sempre mantenendo quella sua espressione autoritaria. Aveva il brutto vizio di farlo senza un minimo di preavviso. Stranamente, ogni singolo bacucco del Consiglio di Preis preferiva lui a me.

-Bruder, non sarebbe buona norma bussare?!- Mi alzai dal materasso alla velocità della luce e mi sistemai la divisa. Ero calmissimo.
-Io ho bussato, ma tu eri impegnato a parlare da solo- Ah.
-Questa volta te la passo- Alla mia risposta lui sospirò pesantemente, quasi ci fosse qualcosa che non andava.
-Comunque sia mi hanno chiesto di chiamarti, hanno preparato la cena- Ah doppio. Me n'ero dimenticato, ma annuii con un contenuto cenno del capo e lui uscì.

Gilbird si era posato tranquillamente sulla mia spalla e, dopo avergli rivolto un lieve sorriso, aprii leggermente la finestra di quel tanto che bastava per permettergli di fare un giro. Lo osservai per qualche secondo per poi avviarmi nella direzione verso cui era andato mio fratello.

Soltanto quando arrivai nella sala da pranzo capii che per cena si intendeva ricco pasto con primo, secondo e dolce adatto a sfamare un esercito. Fui felice, anzi, soddisfatto di constatare di essere in perfetto orario.

Presi posto su una delle sedie libere e, pochi minuti più tardi, fu il momento della consumazione, che però non si svolse come avevo immaginato. Il tutto avvenne in profondo silenzio, con solo i rumori delle posate in sottofondo; ognuno di noi era immerso nei suoi pensieri. Caspita, ne avevo già abbastanza, un funerale sarebbe stato più divertente! Ero assai tentato di abbandonarli al loro destino, ma le regole di comportamento che mi erano state imposte sin da quando ero bambino non me lo permisero. Il fatto era che mi suonava troppo strana quella situazione, era troppo fuori dal normale. Quindi, o lì ero l'unico a comprendere ciò che stava accadendo o, ipotesi alquanto improbabile, ero proprio io la nota stonata nel quadro generale.

Quando finimmo, per fortuna, la cena non persi tempo e mi diressi, seppur molto discretamente come si conviene a me, verso l'utopia di quel momento, ossia il mio alloggio. Speravo che Lud non mi avesse guardato troppo male, ma non potevo sopportare quella atmosfera.
Con il senno di poi avrei fatto meglio ad aspettarlo per farmi indicare la direzione giusta, ma due semplici motivi, il mio orgoglio e la mia voglia di scappare, me lo impedirono ed io mi persi nel dedalo di corridoi che non conoscevo.
Come ogni volta che mi capitava di perdermi da qualche parte iniziai ad aprire qualunque porta adocchiassi, anche se non funzionò molto bene.
Ad un certo punto mi trovai in un'ala del castello che non mi ricordava nulla ma era diversa rispetto alle altre, era molto più sontuosa. Non ci pensai un attimo ed abbassai la maniglia dell'unica soglia presente, pentendomene presto. Davanti a me si presentò una camera molto luminosa ed io non ebbi la forza di muovermi potei che immobilizzarmi: dal lato opposto una grande finestra aperta la rischiarava e c'era un pianoforte sulla destra. Sarebbe stato davvero bello se non fosse sembrato che ci fosse passato un uragano. Una delle cose più evidenti era sicuramente la moltitudine di fogli sparsi sul pavimento, come se fosse stato interrotto qualcosa di importante.
Forse ci impiegai qualche secondo di troppo per capire a chi appartenesse e, dopo un attimo di esitazione, mi affrettai ad andarmene. In ricordo di quei minuti mi rimase soltanto una fastidiosa sensazione vicino alla bocca dello stomaco.

Non sapevo dove si trovassero gli altri e non volevo scoprirlo, non sapevo che ore fossero e non sapevo dove fossi io, ma per una serie di fortuite coincidenze riuscii a raggiungere la mia stanza. Trassi un respiro profondo. In seguito notai che Gilbird era appena rientrato e chiusi lo spiraglio dal quale provenivano gli spifferi freddi della notte. Lanciai un'occhiata fuori e mi parve di osservare con tristezza che perfino la luna fosse oscurata dalle nuvole, ma non era il momento giusto per soffermarsi su quel pensiero.
Mi preparai e dopo poco fui pronto per terminare quella disastrosa giornata. Mi stupii di non essermi più lamentato per gli eventi passati. Avevo bisogno di dormire, decisamente.
Speravo soltanto che i miei problemi prima o poi sarebbero finiti.
Non lo sapevo, ma sbagliavo a desiderarlo.


Spazio dell'autrice
Ed ecco a voi il nuovo capitolo di questa storia! La cosa bella è che ho pubblicato prima di mezzanotte ed è più lungo dei precedenti perché, come ho già detto, gli eventi si stanno sbloccando.
Spero di aver fatto un buon lavoro, ditemi cosa ne pensate! Anzi, mi farebbe piacere se ci fosse qualche recensione in aggiunta alle altre, anche semplicemente per farmi notare dei particolari o per dirmi come sta andando, perché sennò non so cosa pensare.
Detto questo ringrazio chi recensisce e chi ha messo la fiction nelle preferite/seguite/ricordate, grazie.
Ci sentiamo il 3 aprile!

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