Finalmente

di Tender Falling Rain
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il matrimonio ***
Capitolo 2: *** Il ricevimento ***
Capitolo 3: *** La decisione ***
Capitolo 4: *** NON SONO D'ACCORDO! ***



Capitolo 1
*** Il matrimonio ***


Il matrimonio

“Cari fedeli, siamo oggi qui riuniti…”

Akane non riusciva a credere che quel giorno fosse finalmente arrivato. A dire il vero era certa che non si sarebbero mai davvero sposati, ma poi lui in qualche modo aveva finalmente raccolto il coraggio necessario e le aveva fatto la proposta. Gettò un rapido sguardo sugli invitati raccolti intorno a loro nel cortile di casa Tendo. Si trattava di una cerimonia riservata, ben più modesta dell’altro matrimonio, organizzato nello stesso posto diversi mesi prima. I suoi occhi si fermarono qualche istante sul padre seduto nella prima fila di sedie disposte sul prato, intento a borbottare qualcosa sul fatto che stava perdendo la sua bambina. Sorrise affettuosamente e continuò a vagare con lo sguardo per il giardino. Non potè fare a meno di notare che né Kodachi né Shampoo né Ukyo erano presenti. Erano state invitate tutte e tre, ma Akane non poteva certo biasimarle per non essersi fatte vedere. In ogni caso che senso avrebbe avuto? Nessuno si era davvero aspettato che si presentassero ma, giusto per essere previdenti, la famiglia Tendo aveva deciso di spedire i loro inviti molto in anticipo, così che qualunque obiezione fosse fatta prima e non durante il matrimonio vero e proprio. Non volevano certo rischiare di offendere quelle pazze, e avevano supposto che se fossero state tutte ufficialmente invitate non avrebbero sentito il bisogno di distruggere il matrimonio. Letteralmente. In ogni caso non avevano motivo di interferire con quel matrimonio. Non le riguardava per niente.

Akane armeggiò col suo bouquet e lanciò un'occhiata nervosa a Ranma nel suo bel completo. Arrossì leggermente, rendendosi conto di quanto fosse affascinante. Ranma la guardò brevemente, di sottecchi, e poi guardò di nuovo il prete. Akane fece lo stesso. "Ah sì, certo, questa è la parte importante

 “… prendere quest'uomo per amarlo e onorarlo, in salute e in malattia, finché morte non vi separi?”

“Lo voglio”

Akane trattenne a stento le lacrime. Era così felice…

 “…questa donna per amarla e onorarla, in salute e in malattia, finché morte non vi separi?”

“L-lo voglio!”

Akane non poté non sorridere per il modo in cui lui balbettò la sua risposta.

”Avete gli anelli?”


Entrambi fecero sì con la testa e si scambiarono gli anelli, gli occhi fissi l'uno nell'altra, con amore. Quando ebbero finito il prete pronunciò le fatidiche parole.

“Ora, se qualcuno è a conoscenza di qualche impedimento per il quale quest’uomo e questa donna non dovrebbero unirsi in matrimonio, parli ora o taccia per sempre”

Ci fu un silenzio collettivo: Akane e tutti gli invitati presenti trattennero contemporaneamente il respiro e si guardarono attorno, temendo il peggio. Quando fu evidente che per fortuna non stava accadendo nulla di imprevisto, ognuno di loro rilasciò il fiato in un sospiro di sollievo.

 “Allora per i poteri a me conferiti io ora vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa”

Lo sposo sollevò il velo della sposa. Guardò teneramente il suo bel viso sorridergli di rimando e si sporse per il loro primo bacio da marito e moglie. Non appena le loro labbra si sfiorarono, lo stesso pensiero attraversò la mente di tutti i presenti. “Finalmente”
 
I due si staccarono e si voltarono a guardare le persone riunite dietro di loro. Il prete si rivolse allora alla platea. “Ed è ora con grande piacere che vi presento per la prima volta il Signore e la Signora Ono”

Ci fu un scroscio di applausi, partì la musica e Kasumi e suo marito, il dr. Tofu, si fecero strada lungo la navata. Nel frattempo Akane, che era la damigella d’onore di Kasumi, prese il braccio di Ranma, che era il testimone dello sposo, e gli permise di scortarla giù per la navata.

 “Oh è tutto semplicemente così bello”, esclamò una Akane sul punto di piangere.

Ranma da parte sua alzò gli occhi al cielo. “Donne”, mormorò. Eppure anche lui non riusciva a smettere di sorridere.

Istintivamente Akane percepì qualcosa volare verso di lei. Lasciò il braccio di Ranma e si parò con le mani per prendere l’oggetto al volo, solo per scoprire che si trattava del bouquet di Kasumi. “Eh?”, bofonchiò Akane inebetita. Sollevò lo sguardo e notò tutte le altre donne lanciarle occhiatacce truci per essere stata lei ad aver preso i fiori. Akane tornò a guardare il bel bouquet che aveva tra le mani… e sussultò. “Ma questo vorrebbe dire…”, si voltò lentamente a guardare Ranma, che se ne stava lì con la bocca spalancata. I loro occhi si incontrarono giusto un attimo, e distolsero immediatamente lo sguardo. Entrambi terribilmente rossi in volto, continuarono il cammino lungo la navata.


Fine
 
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NdA: Storia riveduta e corretta dopo diversi anni! Ehi, nessuno è interessato a una continuazione? Perché ho alcune idee in mente… *sorrisone*  [Quando l’autrice ha scritto queste parole ancora non aveva deciso di pubblicare i tre sequel sottoforma di One Shots, che invece ora esistono e io posterò una alla volta. ;-) NdT] Spero che questa storia vi sia piaciuta! Se sì, vi andrebbe di lasciarmi una recensione? Grazie!
 
 
 
 
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NdT:  Ciao a tutti!
Se sono qui a tentare di tradurre questa raccolta di One-shot lo devo innanzitutto a Miss Hinako, che con la traduzione delle precedenti tre storie di Tender Falling Rain mi ha permesso di conoscere questa autrice e di andarmela a cercare. Ho presto ricevuto conferma che è un’autrice molto interessante nella sua semplicità. Leggerla in lingua originale per me è stato un piacere oltre che un modo per tenermi in esercizio, tanto che a un certo punto mi sono chiesta: perché non continuare l’esercizio traducendo in italiano per iscritto? Così con questo assurdo alibi mi sono cimentata nella traduzione di “Finally”. Devo dire che su questa pagina trovate già tre tra le sue storie più belle (vi consiglio “Stadi” in particolare, che mi è letteralmente rimasta nel cuore), ma mi faceva piacere rendere in italiano anche qualcos’altro di suo. “Finally” mi ha da subito divertita moltissimo.
Il tema di cui parla è ricorrente nel fandom e ho letto in passato qualcosa di molto simile, quindi niente di nuovo in questo primo capitolo, ma vi chiedo di andare avanti a leggere i prossimi, perché secondo me sono uno più delizioso dell’altro.
Se vi va di dirmi cosa ne pensate sia della storia che della traduzione non potrò che esserne felice!
Un saluto a tutti!
InuAra
 
 

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Capitolo 2
*** Il ricevimento ***


NdA: Scrissi il primo capitolo molti anni fa come una One-shot. Fu accolto molto bene e più di una persona mi chiese di scrivere un secondo capitolo in cui fossero Ranma e Akane a sposarsi. Tuttavia non ho mai davvero pensato di aggiungere qualcosa a questa storia fino a poco tempo fa, quando ho ritrovato un po’ di ispirazione. Perciò ecco qui! Un capitolo/OS nuovo di zecca. Buon divertimento!

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Il ricevimento
 
 

Akane non riusciva a credere che quel giorno fosse finalmente arrivato...


E come era arrivato, era anche volato via veloce. La cerimonia era stata raffinata ed elegante e il matrimonio era stato celebrato con successo senza il benchè minimo disastro. Non c'erano state minacce di morte né obiezioni e non era stata fatta alcuna proposta di matrimonio o dichiarazione d'amore né ad Akane né a Ranma. E’ vero, Ranma e Akane erano dovuti stare nascosti fino all’inizio vero e proprio della cerimonia, ma una volta che era cominciata non c’era stato problema alcuno.

E Akane non poteva essere più soddisfatta. Dopotutto aveva passato le precedenti quattro settimane pianificando il grande giorno, per lo più da sola. Si era aspettata un po’ d’aiuto, a dirla tutta, ma alla fine aveva organizzato il grosso del matrimonio da sé. Ovviamente Kasumi aveva tentato di dare una mano come poteva, ma lei e Tofu aspettavano il loro primo figlio, e lei era appena entrata nel terzo trimestre di gravidanza: c'era davvero poco che potesse fare. Certo, aveva aiutato con gli inviti e aveva dato qualche consiglio indispensabile, ma poco altro. Dopotutto Tofu era sì un dottore, ma era pur sempre un padre alla sua prima esperienza, motivo per cui era protettivo oltre ogni limite e insisteva che sua moglie doveva  stare il più possibile a riposo ed evitare di strapazzarsi. Akane si era aspettata che almeno Nabiki  partecipasse più attivamente all'organizzazione dell'evento vero e proprio, ma la sorella aveva disatteso ogni sua speranza, mostrandosi incredibilmente poco interessata a qualunque aspetto del matrimonio. La sola cosa che sembrava importarle era quale vestito avrebbe indossato. "Se devo comparire nelle foto del matrimonio sarà meglio che io sia presentabile", aveva esclamato.
Al solo ricordo Akane alzò gli occhi al cielo. "Che sorella che mi ritrovo! Lasciare tutto sulle mie spalle …", borbottò.
Ma in fondo non le era poi così diaspiaciuto. Era venuto fuori che Akane, a dispetto del fatto che fosse del tutto priva di talento per ogni tipo di abilità domestica, era piuttosto abile nell’organizzare eventi, matrimoni in particolare. Aveva messo anima e cuore nell’allestire il matrimonio che aveva sempre sognato ma che non aveva mai pensato di avere, dal momento che il suo era stato un fidanzamento combinato. Fortunatamente Nabiki aveva contribuito in modo a dir poco cruciale.
Era riuscita, non si sa come, a persuadere Soun e Genma a stare fuori da tutti i preparativi e lasciare l’organizzazione alle ragazze. Non che la cosa andasse troppo a genio ai due vecchi amici... Dopotutto avevano il sacerdote di fiducia ancora sotto contratto, potevano usufruire dell’abituale sconto clienti presso la gioielleria più vicina e avevano un sacco di opinioni su che tipo di sake servire e in che quantità. Sull'ultimo punto Ranma era alquanto contrariato. Significava una sola cosa: il sake cerimoniale non sarebbe stato nuovamente rimpiazzato dall'acqua della Nannichuan.
 
"Stupido", ridacchiò Akane con affetto, per spostare quindi i suoi pensieri di nuovo  sul matrimonio. Era stato tutto così veloce! E come spesso accade nei momenti più straordinari e meravigliosi della vita, non riuscì subito a realizzare che era successo per davvero. Ma era successo. Ed era anche già tutto finito. Tutto ciò che restava era il ricevimento e poi la coppia felice avrebbe cominciato la propria vita insieme come marito e moglie.

"Finalmente", sorrise Akane. Non riusciva a credere che a quell'idiota ci fosse voluto così tanto per fare finalmente chiarezza dentro di sé. E allo stesso tempo era ancora piuttosto sorpresa che alla fine una decisione l’avesse presa davvero. C’erano voluti anni, anni di vacillamenti, in cui lui girava intorno alla questione, senza mai volersi decidere. Lei aveva cominciato a pensare che fosse incapace di prendersi un impegno con una ragazza.
Volendo essere onesta con se stessa, aveva avuto paura che sarebbero andati avanti in quel modo per sempre. Ma poco a poco le cose erano cambiate. E per il meglio.

E quando lui finalmente si decise, non si può certo dire che non ne fossero tutti almeno un po’ stupiti. Dopotutto quei due avevano passato diversi lunghi anni a battibeccare e a negare i sentimenti l'uno per l'altra. Ci volle un bel po' di tempo prima di realizzare che ogni volta che si insultavano e si punzecchiavano era un modo un po’ goffo per corteggiarsi ed esprimere un certo interesse. Ma finalmente eccoli lì, sotto gli occhi di tutti: un mutuo rispetto e una passione reciproca, e la cosa era sempre stata evidente a chiunque avesse osservato quei due da vicino.
Alla fine lui era cresciuto, aveva fatto la sua scelta e si era proposto alla ragazza che amava veramente. Si era messo su un ginocchio e tutto il resto, e il giorno del loro diploma le aveva chiesto di sposarlo. Nessuno si era aspettato un gesto così esagerato e una tale determinazione. E Akane non potè esserne più felice. E così Ranma.

Le settimane che seguirono furono un autentico turbinìo di cose da fare per tutti. Lei voleva concludere il tutto il più velocemente possibile, segretamente preoccupata che lui cambiasse idea. "A dispetto di quello che dice non mi sembrerà vero finché non ci sarà un anello al mio dito ", aveva detto. 
"Solo allora saprò che lui è davvero mio". Il sorriso di Akane vacillò leggermente. Una parte di lei era ancora incerta e si rese conto di essere preoccupata: forse era solo un errore. Stava cercando con tutte le sue forze di avere fiducia, di credere in lui ma, visti i precedenti, non era affatto facile. Non che lei fosse senza colpe...
Ma forse quello era il motivo per cui la loro unione era così perfetta. Entrambi erano a conoscenza degli errori dell'altro ed erano disposti ad accettarsi comunque . Nel bene e nel male… E giusto o sbagliato che fosse. Il pastore aveva pronunciato le parole: "…parli ora o taccia per sempre", e nessuno aveva obiettato, men che meno Akane, la quale aveva deciso di “tacere per sempre” - e felicemente - fino alla fine dei tempi. Sorrise luminosa e si prese un momento per ammirare il bel pomeriggio di primavera.
"É  stato davvero un matrimonio perfetto in un giorno perfetto. Non si poteva chiedere nulla di più bello!", riflettè allegra. "Ora dobbiamo solo sopravvivere al ricevimento…", mormorò tra sé e sé, tornando sui suoi passi per unirsi al rinfresco e agli invitati nella splendida sala da cerimonia che era stata affittata.




***
 
"Tu.... Tu... STUPIDO, due volte.. tre volte...oooh tu! Fare il cascamorto in questo modo… IDIOTA!"

Ranma sussultò mentre fissava la ragazza dai capelli corti nel suo ricco abito da sposa che balbettava e incespicava, le lacrime che lentamente le si accumulavano agli angoli degli occhi scuri e che minacciavano di schizzare fuori a ogni momento. Non riusciva a ricordare di averla vista così sconvolta, il che la diceva lunga, e non sapeva cosa fare. Ma una cosa era certa. Non era affatto un buon segno.
 
"Po-posso spiegare!", urlò Ranma divincolandosi frenetico dalla presa stretta di lei. "No-non è come sembra! Davvero, lo giuro!"


Akane lo gelò con uno sguardo amaro, le mani sui fianchi. "Davvero, Ranma? Pensi di riuscire a spiegare tutto questo? Ti sfido a provarci!"
 
Ranma aprì e chiuse la bocca come un pesce per alcuni momenti, prima di dover forzatamente ammettere che lei aveva ragione. Non c'era davvero spiegazione per quello che era successo. Nessuna scusa. Che cosa poteva dire? Nulla. Assolutamente nulla. Ranma sapeva perfettamente di aver fatto la sua buona dose di errori in passato in termini di relazioni, e la sua capacità di dire sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato era una maledizione con minore possibilità di cura della sua stupida maledizione delle Sorgenti Maledette. Nessuno lo avrebbe tacciato di chissà quale abilità o esperienza quando si parlava di questioni d’amore, e lui aveva un talento innegabile nell’infilarsi in situazioni complicate. Se lo aspettavano ormai tutti da lui. Ma c’erano tuttavia delle cose che erano imperdonabili, e persino lui sapeva che essere sorpreso ad abbracciare una qualche altra ragazza il giorno del tuo matrimonio era una di queste. Uno sguardo in giro per la stanza piena di testimoni scioccati dalla sua trasgressione rese soltanto le cose peggiori. Non c’era modo di fuggire da una verità che era sotto gli occhi di tutti, nessuna spiegazione.

Non solo era brutto, era tremendo! Orribile! Spaventoso… e assolutamente catastrofico in un modo che era tipico di Ranma. “Perché queste cose capitano sempre a me?”, si chiese.

“Non posso crederci, Ranma! Come hai potuto farlo? Hai rovinato un altro matrimonio!”, sbraitò Akane.

“A dire il vero, non è stato lui a rovinare il matrimonio”, fece notare con la sua solita franchezza Nabiki, aggrottando cupa le sopracciglia, mentre posava una mano sul braccio della sorella per calmarla, dal momento che si stava pericolosamente scaldando. “Il matrimonio in sé è stato… un successo. Tuttavia, è il rapporto coniugale a non essere…”

In qualche modo quelle parole colpirono nel segno, e in un attimo lui era in ginocchio di fronte a lei, senza preoccuparsi minimamente di rovinare il costosissimo smoking fatto su misura. “Perdonami! Tu sei l’unica che amo davvero, ma come…”

“Tu non mi ami!”, gridò lei. “Per niente! Ammettilo! Non mi hai mai amato veramente. Se mi amassi avresti rinunciato alle altre. Ma no, dovevi prendere in giro anche me. Volevi davvero sposarmi?”

“Certo che sì! Ti ho chiesto di sposarmi perché io…”

“Bugiardo!”, lo schiaffegiò sulla guancia, con forza.  “Non hai mai voluto sposarmi! Probabilmente preferiresti sposare mia sorella, o qualche ragazza a caso, chiunque tranne me!”

Dopo avergli dato drammaticamente le spalle, iniziò a singhiozzare, il viso nascosto tra le mani.

“Cosa posso fare per farmi perdonare? Ti prego! Farò tutto ciò che mi chiedi, lo giuro!”

“Tutto?”, lei tirò su col naso.

“Tutto ciò che è in mio potere!”, disse lui implorante.

“Molto bene”, disse lei, la cui espressione era cambiata piuttosto repentinamente mentre si voltava di nuovo e tirava fuori dal nulla un documento giuridico. “Io voglio il divorzio e il 75% di tutte le proprietà immobiliari come concordato nell’accordo prematrimoniale che il mio avvocato ha redatto per noi la scorsa settimana” L’intera folla degli invitati che stava assistendo in diretta alla catastrofe nella sala del ricevimento, si sentì improvvisamente ghiacciare di fronte all’inquietante sorriso della sposa. “Io credo che ricorderai che ci siamo accordati sul fatto che qualunque atto di infedeltà fosse una motivazione sufficiente per un annullamento immediato e la divisione dei beni”

“I beni? Ma, mia dolce, non intenderai i miei…”

“Ma Kuno, tesoro!”, esclamò Nabiki, stringendosi le mani al petto e facendo occhi da cerbiatta all’uomo che era stato suo marito per meno di quindici minuti. “Non mi hai appena promesso durante la cerimonia che tutto ciò che è tuo è mio e quant’altro?”

“S-sì, certo, e sopra ogni dubbio sei tu la prima e l’unica che alberga nel mio cuore, Nabiki Kuno. E tuttavia, il mio stesso cuore si spezza al pensiero di voltare le spalle a una fanciulla gentile come la divina ragazza col codino. Poiché ella venne per incontrarmi in questo giorno, nella speranza di non avermi perduto per sempre, e coi suoi modi delicati mi implorò di non lasciarla”

“Oh certo, come no!”, strillò Ranma in versione femminile, balzando in avanti.  “Senti, amico, io non ti imploro, e per l’ultima volta, io non ho di sicuro nessun interesse in uno stupido, traditore, pezzo d’idiota come te!”

“Oh, mi hai tolto le parole di bocca!”, disse stizzita Akane, incrociando le braccia al petto.

Gli occhi di Ranma si strinsero su di lei. “Ehi tu!”, le sibilò di rimando.

Le loro parole non sembrarono minimamente toccare Kuno. “Vedi? Come potrei non abbracciare tanta sincerità e tanta devozione?”, proclamò a Nabiki. “Non è forse una follia che uno del mio calibro non abbia un’amante?"

“Certo che no, Kuno, tesoro. Al contrario facevo un certo affidamento su questo. Perciò da qui in poi: accordo prematrimoniale”

“Ma insomma!”, urlò Akane, che intanto si stava infiammando sempre più con Ranma. “Come fai a metterti sempre in queste situazioni? Pensavo che oggi dovessi evitare l’acqua fredda a tutti i costi!”

 “Lo so, ma dovevo scappare da Kodachi in qualche modo! E’ tutto il pomeriggio che mi sta alle calcagna. Il matrimonio era concluso, così ho pensato che fossimo in salvo…”

“Stupido!”, ringhiò Akane, alzando gli occhi al cielo, prima di spostare la sua attenzione di nuovo su Nabiki, che stava lasciando la stanza con aria soddisfatta, mentre Kuno le andava dietro ancora sulle ginocchia. "N-Nabiki! Aspetta!", la chiamò lei. Ma immediatamente si rese conto del suo errore non appena Kuno si volse a guardarla.

"Ah, Akane Tendo! Allora tu ci tieni davvero! Molto bene. Prendo anche te come mia amante!”

L’occhio sinistro di Akane cominciò a ballare in preda a un tic nervoso, e Nabiki girò su stessa per tornare sui suoi passi e dare a suo marito un’occhiataccia carica di un odio rinnovato. Zompare addosso a Ranma era una cosa, ma fare avances a sua sorella meno di mezz'ora dopo il matrimonio, di fronte a tutti i loro ospiti... Adesso stava davvero superando ogni limite. "Ho intenzione di trattare quest’imbecille per quello che merita", si ripromise, qualunque sentimento di profonda indulgenza o di un qualche attaccamento per suo marito svanito nel nulla.

"Accidenti Akane, come fai a metterti sempre in queste situazioni?", le fece il verso Ranma con un sorrisetto compiaciuto, felice che l'attenzione si fosse spostata sulla sua fidanzata.

"Dacci un taglio, Ranma", disse tra i denti Akane. "E tu!", gridò, voltandosi verso Kuno. La sua aura combattiva si affievolì di colpo e guardò la sorella in segno di scusa. "Ehi sorellina, ho il permesso di colpire il tuo nuovo marito?"

"Pensavo che non me lo avresti mai chiesto", sorrise con dolcezza Nabiki. "Ecco, usa questa", disse, tirando fuori una mazza da baseball da non si sa dove.

"Mia Adorata Moglie e mia cara cognata Akane Tendo! Ragazza col codino! Oggi è un giorno lieto, volate tra le mie braccia e insieme..."
"Che ne dici di farti un volo?", urlò Akane, battendo la mazza con violenza e spedendo Kuno attraverso il tetto e oltre l'orizzonte. Quindi sospirò profondamente. "Che peccato averlo dovuto mandare a farsi un giretto in questo bel tramonto da solo. Speravo davvero che voi due vi sareste allontanati verso il tramonto insieme. Avevo pensato a tutto. Avevo persino affittato i cavalli bianchi", disse a Nabiki con aria desolata. "Mi dispiace Nabiki"

"Non darti pena. A essere onesti contavo che accadesse qualcosa del genere. Per sempre felici e contenti, un bel lieto fine per me e il mio nuovo patrimonio", terminò con un largo sorriso. Akane in tutta risposta sollevò gli occhi al cielo, rammaricandosi per come si era concluso il matrimonio in cui lei aveva messo anima e corpo. In definitiva quello era stato il matrimonio dei suoi sogni; lo aveva organizzato per sua sorella, è vero, ma lo aveva vissuto indirettamente sulla propria pelle. Tuttavia il finale del tutto non era esattamente quello che aveva immaginato.
 
"Bel colpo comunque", disse Nabiki, "Ma com'è la tua ricezione?"

"Eh?", chiese lei. Troppo persa nei suoi pensieri, non ebbe il tempo di cogliere il senso delle parole della sorella finché non fu troppo tardi e il bouquet della sposa planò dritto nelle sue mani. Avvampò immediatamente, le sue guanche tinte di un rosso scarlatto. "Oh per l'amor del..."

"Argh!", gridò Ranma, indietreggiando con occhi spalancati e facendo gesti convulsi per allontanare Akane. "N-no. Non è possibile! Ora sono due volte! Stai lontana da me Akane! Tanto io non ti sposo!"

"Oh per favore Ranma", strillò Akane. "Potresti essere un po’ più maturo?"

Mentre Akane e Ranma iniziarono una delle loro solite stupide litigate, Nabiki fece un passo avanti per rivolgersi alla platea di ospiti rimasti senza parole.  "Bene gente, mi scuso davvero per la scena madre di questa sera. In ogni caso godetevi il resto della festa, okay? Dopotutto... non sono io che la sto pagando...", sorrise a trentadue denti.

Ognuno di loro alzò le spalle e semplicemente tornò ai festeggiamenti e alle proprie conversazioni.

Poteva non essere il tipico finale da fiaba, ma Nabiki aveva ragione: era comunque una sorta di lieto fine. Dopotutto Nabiki ottenne la sua fortuna, Kuno il suo tramonto, Akane il suo bouquet, Ranma il martello di Akane e...

"Oh santo cielo! Penso che mi si siano appena rotte le acque"

"C-che cosa? Qualcuno chiami un dottore!"

"Ma caro, tu sei un dottore"

"O-Oh sì, giusto... Uh, hehehe..."

E ovviamente il Dr. Tofu ottenne il suo esaurimento nervoso...


 

Fine


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NdA: Eheheh, e così ve l’ho fatta? Di nuovo? A dire il vero ci ho provato ma alla fine non penso di aver fatto un buon lavoro come nel primo capitolo. Ma forse c’entra col fatto che ve lo aspettavate tutti, a questo punto.
Allora? Cosa ne pensate? Dovrei scrivere un altro capitolo? Dopotutto ho fatto sposare due ragazze Tendo. Sembra poco carino non far sposare l'ultima!...  :-p
Allora se vi va recensite e fatemi sapere cosa ne pensate!


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NdT: Ciao a tutti!
Grazie per essere arrivati fin qui! Come vedete gli aggiornamenti di questa storia saranno piuttosto veloci. Perciò chi sta seguendo la mia long “Another Shakespearean Ranma” non abbia paura: non ho affatto dimenticato la mia storia, anzi! Questa parentesi di traduzione mi fa solo prendere un po’ di respiro da quel clima più drammatico a favore del clima – ve ne sarete accorti – ben più scanzonato che si respira qui. Se volete lasciare un commento a me o all’autrice, ne saremo davvero contente. Ringrazio TigerEyes e Miyu87 per aver recensito lo scorso capitolo! Tender Falling Rain ha letto le vostre recensioni e vi ringrazia moltissimo per i complimenti!
Alla prossima,
InuAra

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Capitolo 3
*** La decisione ***


NdA: Bene, finora ho scritto due capitoli dal punto di vista di Akane e cioè dall’ottica di una ragazza. Ho pensato che forse era arrivato il momento di provare dal POV di un ragazzo. Perciò, senza perdere altro tempo, buon divertimento!
 

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La decisione
 
 
 

Ebbene sì, era arrivato. Il giorno di tutti i giorni. Il giorno che lui aveva evitato e rimandato il più possibile, semplicemente perchè... non era pronto. Ma adesso lo era? Era sicuro? Poteva farcela davvero ad arrivare alla fine di quel giorno? Di lì a poco avrebbe varcato il punto di non ritorno. Perché quello era “il giorno”.
Il “D-day”. Il “Decision day”, il “giorno della decisione”. Il giorno del suo... matrimonio. Nel giro di pochi minuti, volente o nolente, si sarebbe sposato. Non più indecisioni, non più tentennamenti tra una ragazza e l'altra. Tutto stava definitivamente per risolversi, e una volta insieme non avrebbe permesso a nessuno di mettersi tra di loro. Una volta insieme, sarebbe stato tutto finito. La sua libertà, la sua esistenza spensierata, la sua... vita come la conosceva.
 
Deglutì, nel tentativo di mandare giù il nodo che gli si era formato in gola, allentò quel ridicolo papillon che minacciava di strozzarlo e buttò fuori l’aria.  Sbirciò di sottecchi la sua futura sposa e in un attimo sentì affievolirsi ogni dubbio o preoccupazione e non potè fare a meno di sorridere leggermente.
"Di cosa dovrei essere così preoccupato? Voglio dire... certo, la nostra non è una relazione perfetta, ma con un po’ di tempo e un po’ di sforzo sono certo che... non sarà così male. A dirla tutta sarà bello vedere il suo viso appena sveglio e avere una posto da chiamare casa. Una casa vera, definitiva, non solo una casa nella quale vivere per un po’. Lei mi ha sempre fatto sentire a casa qui, ma non mi sono mai sentito in diritto di considerarla ‘mia’. Ma adesso, dopo oggi, sarà tutto diverso”
Il suo sorriso si fece più intenso e si voltò di nuovo a guardare il prete, ma era impossibile restare attento mentre parlava con quella voce monotona e ancora una volta si ritrovò a vagare tra i suoi pensieri.
 
“E allora perché sono così nervoso?”, si chiese francamente. “Sono davvero tanto codardo?”
Sapeva che era stupido avere paura in quel modo. Era un grande esperto di arti marziali. Aveva combattuto contro mostri e demoni e si era allenato in pericolose missioni. Aveva visto in faccia la morte… Era forte, era coraggioso…
 
“E allora perché diavolo sono così terrorizzato da una cosa così facile? Il matrimonio…”
 
Non che lui non la amasse. Certo che sì. Lui la amava.
Arrossì al solo formulare quel pensiero. Non era passato troppo tempo da quando aveva finalmente avuto il coraggio di ammetterlo. E lo stesso giorno aveva deciso di smettere di opporsi al fidanzamento combinato tra di loro e le aveva chiesto di sposarlo. Glielo aveva chiesto non perché ci fosse uno stupido accordo tra famiglie, ma perché lei lo amava. Lei aveva detto “sì”. E lui si era sentiro felice e sollevato, in pace…
 
Almeno per un po’… Ma trovava ancora piuttosto difficile aprirsi con lei, e sotto sotto temeva di non piacerle come lei piaceva a lui. Dopotutto su di lui gravava una maledizione. Non era un uomo completo. Lei gli aveva detto che non le importava affatto. Gli aveva detto che lo amava lo stesso, ma lui aveva ancora dei dubbi a riguardo. Come poteva accettarlo così com’era, quando lui per primo non ci riusciva?
 
“Avrei dovuto trovare prima una cura”, si disse. “Sarebbe stata la cosa più giusta da fare, piuttosto che chiederle di sposare un uomo a metà. Ma chissà quanto ci sarebbe voluto! Non posso mica farla aspettare per sempre”
Sapeva il cielo se non le aveva già fatto passare abbastanza con la sua incapacità di confessare il suo amore. L’aveva fatta aspettare, tenendola in sospeso davvero troppo a lungo, persino dopo che lei aveva ammesso i propri sentimenti per lui. E lui sapeva bene che le aveva dato una miriade di ragioni per dubitare della sua fedeltà. Ma alla fine aveva dovuto fare la sua scelta e, pur con qualche esitazione, aveva scelto quella ragazza fantastica, la ragazza che lo amava più di tutte, e solo lui sapeva quanto. In fondo anche lui provava lo stesso. Ma… aveva fatto la scelta giusta?
 
Lanciò un’occhiata nervosa ad Akane nel suo ampio abito lungo, la cui stoffa lucente brillava sotto il sole. I suoi capelli erano ornati di minuscoli fiorellini. Nulla di elaborato, solo un tocco elegante, puro e semplice che accentuava alla perfezione la sua bellezza acqua e sapone.
 
Lei si voltò per guardarlo e sorrise luminosa. Sentì il cuore fargli una capriola in petto. Eccola lì la sua risposta. Bastava guardare il sorriso genuino di Akane per sapere che stava facendo la cosa giusta. Perché lei era felice. Sinceramente felice. E lui sapeva che se i suoi sentimenti per lui fossero stati diversi non gli avrebbe sorriso a quel modo. Lui le sorrise di rimando. “Grazie, Akane”, pensò tra sé. “Grazie per avermi reso questa decisione così facile. Se non avessi conosciuto i tuoi veri sentimenti, non sarei mai stato in grado di…”
 
Un debole colpo di tosse richiamò la sua attenzione e i suoi occhi si spostarono sulla damigella d’onore. Sembrava parecchio avvilita nel suo leggero abito da cerimonia dai colori pastello, avvolta goffamente da tutta quella stoffa. Lui sapeva esattamente che lei si sentiva a disagio quando indossava un vestito. “Perché tra tutti ha scelto proprio lei come sua damigella d’onore?” In tutta onestà era piuttosto crudele chiederle una cosa simile, considerate le circostanze. Era come versare sale su una ferita aperta, aggiungendo al danno la beffa. Era rimasto sorpreso quando lei aveva acconsentito, pur con riluttanza. All’inizio aveva rifiutato, naturalmente. Ma poi Akane l’aveva implorata e supplicata, facendole notare quanto fosse importante per entrambi. A dire il vero, se non fosse stato per lei loro non sarebbero mai finiti insieme. Per quel motivo lei era la damigella d’onore perfetta. Tuttavia faticava a non trovare la situazione piuttosto imbarazzante e anche un po’ sleale, e non potè fare a meno di ripetersi che forse, se glielo avesse chiesto per primo, sarebbe stata accanto a lui in quel momento. In fondo, nonostante tutto ciò che avevano passato, lei era il suo migliore amico.
 
Sorrise tra sé. Le cose avevano cominciato a girare bene per lui. Aveva degli amici. Stava per avere una moglie. Una moglie bella, dolce, premurosa, e una volta per tutte una casa e una professione ereditata dal matrimonio. Una vita insomma, una vita onesta. Le cose stavano andando al loro posto. E lui era beatamente felice. 
La sua mente si riempì di questi pensieri, pensieri assai poco familiari ma allo stesso tempo confortanti, e si ritrovò a sorridere come un perfetto idiota e a seguire per inerzia il resto della cerimonia, pronunciando meccanicamente le sue promesse con uno sguardo perso nel vuoto che non si riebbe se non quando il prete biascicò le fatidiche cinque parole: "Adesso puoi baciare la sposa"
 
Deglutì rumorosamente e si voltò a guardarla. Era bella e raggiante. Si perse immediatamente nei suoi profondi occhi castani, quegli occhi che lo tenevano incollato ogni volta. Arrossì violentemente, doveva darsi una mossa ma si sentiva nervoso ed era bloccato dalla paura, anche se c’erano appena state tra loro parole d'amore e si erano scambiati i voti.  "A-A-Aka...” Andò avanti a balbettare per un po’, prima che lei scattasse verso di lui, gli cingesse il collo con le braccia e baciasse con impazienza il nuovo marito. Lui si irrigidì senza volerlo e spalancò gli occhi,  piuttosto scioccato dalla sua audacia. Ma poi piano piano comiciò a rilassarsi,  e iniziò a godersi il meraviglioso sentimento di pace che si impadronì di lui nel momento stesso in cui strinse a sé il corpo di lei, così morbido. Quant’era bella… Non più dubbi, non più indecisione, niente più pensieri su nessuna ragazza che non fosse sua moglie. Lei era la sola. L’unica. Da quel momento in poi avrebbe amato e adorato lei e lei soltanto fino al giorno in cui sarebbe morto. E come tirò verso di sé la moglie e cominciò a ricambiare il suo bacio così dolce, tutti gli altri pensieri svanirono. L’ultimo a dissolversi fu un solenne addio: Addio mio primo amore. Addio adesso e per sempre... Akane..."

Il prete dovette schiarirsi la gola e lo stretto abbraccio si sciolse velocemente, mostrando un paio di adolescenti rossi e impacciati fin nel midollo.
 
“Solo se avete finito…”, aggiunse il prete. Annuirono, e i loro volti già rossi oltre ogni dire divennero se possibile anche più accesi. “Molto bene allora, ecco a voi per la prima volta il Signore e la Signora Ryoga e Akari Hibiki!”
 
Gli invitati riuniti alla fattoria Unryu applaudirono di cuore, e dopo qualche falsa partenza, Akari riuscì infine a guidare il marito lungo la navata. Il resto degli ospiti si accodò a loro, due alla volta, procedendo verso l’area adibita al ‘dopo matrimonio’. La prima coppia che seguì Ryoga e Akari attirò parecchia attenzione: la sfortunata damigella d’onore camminava a braccetto di un’altra damigella ed era rossa di vergogna e di fastidio per gli sguardi e le risatine soffocate che riceveva.
 
La ragazza che la accompagnava non era di nessun aiuto. “Quel vestito ti sta davvero bene”, concluse Akane in preda a un attacco di ridarella lei stessa.
 
“Ah, sta’ zitta”, brontolò Ranma, lanciandole un’occhiata truce. “Questa è tutta colpa tua comunque!”
 
“Mia?”, chiese Akane, in una perfetta maschera d’innocenza. “Che cosa vorresti dire?”
 
“Lo sai! Tanto per cominciare perché dovevi intrometterti? Avevo già detto ad Akari che non volevo farlo, ma poi sei dovuta venire a chiedermelo anche tu. Sai benissimo che non riesco a dire di no a te…” Ranma arrossì nell’ammetterlo e Akane sorrise.
 
“Pensavo che fosse dolce che lei te l’avesse chiesto. Ha detto che se non fosse stato per te non si sarebbero mai messi insieme. E’ perfettamente comprensibile che lei volesse che tu fossi la sua damigella d’onore”
 
“Ma io sono un ragazzo!”
 
Akane in tutta risposta si lasciò scappare un’altra risatina. Non poteva farci niente. Aveva scoperto che i matrimoni le piacevano un sacco. Le davano il pretesto di indossare un bel vestito, di truccarsi e comportarsi almeno una volta in modo più femminile e appropriato; e aveva scoperto che Ranma, nell’istante stesso in cui era in abbigliamento formale - che fosse in smoking o in abito da damigella - era meno propenso ad attaccare briga con lei o con chiunque altro. Si dava una calmata. Lo facevano entrambi. Per un breve lasso di tempo tentavano di comportarsi al meglio, e le conseguenze di quei momenti facevano un gran bene a entrambi. I matrimoni li avevano avvicinati, il che era ironico, considerato che era proprio la paura di un particolare matrimonio a tenerli lontani e in disaccordo da tempo.
 
Ma come raggiunsero la zona del ricevimento, si sentì di colpo e stranamente inquieta, come per un riflesso condizionato, e un vago presentimento si impadronì di lei. Sentiva che le stava sfuggendo qualcosa. Dopotutto era il terzo matrimonio a cui erano stati - il loro matrimonio mancato escluso - e fino a quel momento ogni volta era successo... Avrebbe potuto dire con una certa sicurezza che il suo fidanzato stava provando lo stesso.
 
Percepì Ranma tendersi accanto a lei, e capì che se ne era subito ricordato anche lui.
 
"Oh no!", gridò Ranma. "Akane qualunque cosa, ma non prendere quello stupido..."
 
Troppo tardi. L’oggetto in questione sfrecciò verso di lei. Si trattava di prenderlo al volo o lasciare che la colpisse in faccia, e considerando le sue punte taglienti, non ne sarebbe uscita senza dei brutti graffi. “Aaaah!”, urlò lei, coprendosi istintivamente il volto con le mani.
 
"Akane! Attentaaa!”, gridò Ranma con quanto fiato aveva in gola. A quel punto intervennero i suoi riflessi ben allenati e con rapidità spinse via Akane all’ultimo secondo come se la stesse salvando da un colpo mortale. Lui afferrò il bouquet al volo stringendolo in una morsa come se fosse un serpente velenoso, prima di voltarsi e guardare Akane con serietà.
 
“Che cosa sei tu? Una calamita per le maledizioni?”
 
Com’era prevedibile Akane scattò. La teoria che andassero maggiormente d’accordo ai matrimoni fu immediatamente accantonata. Come non detto.
“Non è una maledizione! E’ anzi una cosa che porta fortuna! E parli proprio tu! Stavolta sei tu quello che ha preso questo stupido coso!”
 
Il volto di Ranma sbiancò di colpo e gettò il bouquet ad Akane con un urletto alquanto femminile. “AH! Tienilo lontano da me!"
 
“Non lo voglio neanch’io!”, strillò Akane rilanciandolo a Ranma.
 
“Sì, ma è più al sicuro con te!”, disse Ranma, tirandolo ad Akane ancora una volta, senza accorgersi degli sguardi furiosi che stavano collezionando da parte delle altre donne, che sarebbero state più che felici di strappare il tanto temuto bouquet dalle mani della coppia. Senza minimamente rendersene conto, Ranma continuò la sua tirata: “Appunto! Dovesti ringraziarmi per avertelo dato! In fondo, chissà, potrebbe aiutarti a trovare un marito, e in questo campo hai bisogno di tutto l’aiuto che puoi avere!”
 
“Cos’hai detto?!”, ringhiò Akane.
 
“Signore, signore”, si intromise Nabiki, nel tentativo di separare quei due che non perdevano occasione per battibeccare. “Vi rendete conto che non ha alcuna importanza chi di voi due prende il bouquet, vero?”
 
Akane arrossì e sbuffando distolse lo sguardo da Ranma. “Suppongo che tu abbia ragione, Nabiki. Non sarà uno sciocco bouquet a decidere del mio futuro”, concesse, tentando di dire la cosa giusta e sembrare un po’ più matura. Ma poi cambiò espressione, facendosi leggermente preoccupata. “Anche se sono tre bouquet di fila…”, mormorò. Dopotutto, era sempre stata un po’ superstiziosa.
 
“Fiuuu… Già, non c’è bisogno di fare tanto chiasso. Nessuno stupido mazzolino di fiori mi obbligherà a sposare qualcuno”, aggiunse Ranma.
 
“Sono così felice di vedervi d’accordo su qualcosa”, sorrise Nabiki. “In ogni caso quello che volevo dire è che, visto che voi due siete già fidanzati, non dovrebbe avere importanza chi di voi lo prende. Comunque sia siete entrambi i prossimi che si sposeranno. L’uno con l’altra, ovviamente. Penso che il fatto che abbiate preso tutti e due il bouquet questa volta lo renda solo più sicuro!”
 
Entrambi si congelarono sul posto e assunsero una viva sfumatura cremisi con un lieve tocco di verde. “Ad ogni modo”, continuò Nabiki in maniera costruita, “Se volete, la sottoscritta sarebbe più che felice di prendere quel bouquet dalle vostre mani…” L’espressione di Akane si illuminò e si voltò immediatamente verso la sorella, porgendole il bouquet, giusto in tempo per vedere il sorriso di Nabiki allargarsi: “Ma tutto ha il suo prezzo, ovviamente…”
 


~ EPILOGO ~
 


Due mesi dopo Nabiki si ritrovò ancora una volta a sposare Kuno Tatewaki in una deliziosa piccola cerimonia estiva su un’isola poco lontano dalla costa di Tokyo. Nonostante i problemi avuti nella loro relazione, avevano deciso di punto in bianco di risolvere le divergenze e dare al matrimonio una seconda possibilità…
 
“Ti avevo detto che la maledizione del bouquet era vera!”, dichiarò Ranma ad Akane, fuori dai denti.
 
“Sì, già…”, brontolò Akane mentre prendeva il borsone che la sorella le stava mettendo in mano. “Sta’ un po’ zitto e sbrigati, va bene?”
 
“Non vorrete perdere la barca speciale che abbiamo noleggiato per voi”, aggiunse Nabiki, incrociando le braccia al petto.
 
Akane si sentiva un po’ offesa per tutta quella situazione. Non solo lei e Ranma non erano stati invitati al ricevimento dei Kuno, ma Nabiki aveva persino sborsato denaro extra per farli venire a prendere da una barca che lasciava l’isola appena pochi minuti dopo la fine della loro cerimonia. E come se non bastasse, la stessa Nabiki aveva insistito nell’aiutarli a fare i bagagli per velocizzare tutto il processo.
 
“Fate buon viaggio!”, cinguettò allegra Nabiki Kuno mentre li accompagnava fuori dal retro, sbattendo la porta alle loro spalle prima che avessero la possibilità di rispondere.
 
"Bah!", fece Akane in tutta risposta. "Per favore! Non riesco a credere che pretendano che io non partecipi al ricevimento di nozze di mia sorella!...”
 
“Beh, considerando com’è andata l’ultima volta…”
 
“Per colpa tua, non mia”, tirò su col naso Akane.
 
“Oh beh, non ha alcun senso tentare la sorte”, fece notare Ranma.
 
“Suppongo di sì”
 
“Beh, almeno questa volta non c’è pericolo di acchiappare quello stupido bouquet”
 
Akane alzò gli occhi al cielo, sentendosi costretta a protestare: “Cos’è poi questa tua ossessione per una ridicola tradizione che non fa male a nessuno?”
 
“E’ una cosa a dir poco assurda! Voglio dire… tre matrimoni uno di fila all’altro?!”
 
“Ti prego, non ricominciare!”, disse Akane spazientita. “Uomini…”, mormorò poi seccata. E tuttavia, a dispetto di quello che diceva, non poteva fare a meno di pensare la stessa cosa. Tre bouquet erano tre di troppo.
 
Sfortunatamente ciò che entrambi non potevano sapere era che Nabiki, l’opportunista di sempre, la notte prima aveva intascato una mazzetta da una certa coppia di padri invadenti e si era accordata per far scivolare dopo il matrimonio il suo bouquet da sposa nella borsa di Akane. Proprio la stessa borsa che aveva passato ad Akane mentre li accompagnava fuori dalla porta sul retro…
 


Fine
 

 
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NdA: Ebbene sì, volevo ancora divertirmi un po’! Ma a questo punto sono sicura che capitolo dopo capitolo io stia perdendo sempre più fiducia, e la probabilità che io vi inganni davvero, ragazzi, penso che stia diminuendo a dismisura. Inoltre sta diventando sempre più dura riuscirci e un po’ credo sia anche superfluo. E tuttavia mi sta piacendo davvero tanto far sposare le coppie dell’universo di Ranma ½ che non siano Ranma e Akane. Non sono certo gli unici che meritano un lieto fine! E per quanto io tenda a preferire Ukyo per Ryoga, questa coppia non è esattamente IC, e in fondo trovo che Akari sia una buona soluzione per il ragazzo-maiale. Mi piace anche tanto la coppia Nabiki e Kuno e mentre scrivevo l’ultimo capitolo pensavo che dovevo trovare assolutamente un modo per farli rimettere insieme. Perciò, ecco qua!
 
Infine mi scuso se ancora una volta ho deluso qualcuno. So che molti di voi davano per scontato che, dal momento che avevo fatto sposare le maggiori delle sorelle Tendo, Akane sarebbe inevitabilmente stata quella successiva. Ma in fondo c’è parecchio potenziale per scrivere su più di un matrimonio…
 
Voi che dite? Vado avanti col prossimo capitolo? Metto fine alla tortura e la finisco qui? Fatemi sapere!
 
Dopotutto, non si sa mai. Potrei davvero far sposare Ranma e Akane in qualche punto del capitolo. Per quanto non necessariamente l’uno con l’altra…
 
 
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NdT:  Ciao a tutti!
Purtroppo l’autrice non fa altro che ingannarci e devo dire che ho amato/odiato questo suo lato così in sintonia col manga! XD E tuttavia trovo che ogni suo capitolo sia divertentissimo e anche leggermente romantico, proprio come nell’originale. Credo si riesca a cogliere l’avvicinamento tra Ranma e Akane, di cerimonia in cerimonia. La complicità crescente tra di loro, pur nel battibecco, secondo me vale mille matrimoni! Poi ho adorato quando in questo capitolo Ranma difende Akane dal bouquet: comico e drammatico allo stesso tempo! XD La sorpresina finale poi è stato il secondo matrimonio tra Nabiki e Kuno. Penso siano perfetti l’uno per l’altra, eheh! Ma durerà secondo voi? E chi saranno i prossimi a sposarsi nell’ultimo capitolo? Si accettano scommesse… Io, arrivata a questo punto la prima volta che ho letto questa storia, mi aspettavo davero di tutto!...
Un abbraccio a tutti coloro che passano di qui, leggono, preferiscono e soprattutto… mi scrivono cosa ne pensano!
A presto!
InuAra
 
 

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Capitolo 4
*** NON SONO D'ACCORDO! ***


NON SONO D'ACCORDO!


 

“Il matrimonio… Il matrimonio è ciò che ci unisce in questo luogo quest’oggi”

"Ehm", lo sposo diede un piccolo colpo di tosse, “Chiedo scusa ma… Se per lei è lo stesso, le dispiacerebbe velocizzare un po’ le cose?”, disse in tono strozzato mentre si guardava intorno nervosamente.

“Mmm…”, borbottò in segno di disapprovazione lo strano vecchio prete prima di fare un profondo sospiro. “Molto bene”, e dopo aver ripreso fiato, ricominciò la sua predica monotona.

“Sei ancora preoccupato, vero?”, mormorò la sposa dopo aver inclinato la testa verso di lui.

Le lanciò una breve occhiata e alzò le spalle con fare impacciato prima di volgere nuovamente la sua attenzione alla porta.

Alzando gli occhi al cielo, lei lo strattonò per una mano tirandolo a sé per sussurrargli con decisione all’orecchio: “Rilassati, ok? Il tuo alibi è perfetto. Un viaggio di addestramento. Ne hai fatti tanti altri finora. Non c’è motivo per cui debbano sospettare qualcosa. Inoltre abbiamo attraversato tre diversi quartieri e abbiamo preso quattro treni e due autobus per arrivare fin qui”

“Sì, lo so, però temo che non sia abbastanza”, una gocciolina di sudore gli scese lungo la fronte. “Sai bene come sono quelle ragazze…!”

"Mpf!", sbuffò lei, seccata più che altro che persino il giorno del loro matrimonio lui non riuscisse a focalizzarsi unicamente su di lei. “Beh, se lo vuoi sapere, penso che si stiano comportando in modo ridicolo. Se davvero gliene importasse qualcosa di te allora vorrebbero che facessi quello che ti rende felice! E tu non dovresti essere così spaventato! Fa’ loro vedere chi sei una volta per tutte!”

“Ehi…! Io non sono spaventato! E’ solo che…”, continuò agitandosi, “Beh, lo sai… Quando si arrabbiano…”

Per l’ennesima volta lei sospirò inquieta e soffiò via dalla fronte alcune ciocche di capelli. “Forse dovresti preoccuparti un po’ meno di loro e un po’ più di me! Hai presente? La tua futura moglie…? O forse…”, di colpo si fece piccola. Un nuovo pensiero si impadronì improvvisamente di lei e lo guardò con grandi e brillanti occhi spaventati. “Non… Non ci stai ripensando, vero?”

"No! Certo che no!”, disse lui con insistenza, di colpo terrorizzato per un’altra ragione: una donna arrabbiata faceva paura, ma una donna in lacrime era assolutamente da evitare! “Lo giuro! I-io… Io ti… ti amo! Davvero! Voglio sposarti!”

"Lo dici tu, ma eccoci qui, che finalmente cerchiamo di andare fino in fondo, finalmente prendiamo la cosa di petto e ci sposiamo, e tutto quello a cui riesci a pensare sono loro!”, concluse mettendo il broncio.

“Beh… e’ solo che… Io… Io non voglio che ci restino male… Avrei dovuto prima parlare con loro…”

“Non abbiamo bisogno della loro benedizione! Devono fare i conti con la tua decisione, che gli piaccia o meno!”

“Hai ragione. E’ solo che…”

“Senti, vuoi sposarmi o no?”

Lui aprì la bocca, ed esitò solo per un breve istante, lo stesso istante in cui il prete pose la sua fatidica domanda: “… Vuoi prendere questa donna come tua legittima sposa?”

Due paia di occhi trepidanti lo fissarono, in attesa della sua risposta. Lui deglutì con forza, quindi si concentrò sui profondi occhi castani di lei e sorrise, rispondendo con voce strozzata: “Sì, lo voglio”

Un largo sorriso si disegnò sulle labbra di lei, mentre lo guardava con adorazione. E non appena il prete le chiese di fare a sua volta la promessa, senza interrompere il contatto visivo da lui, lei proclamò un forte e chiaro: “Sì, lo voglio!”

I loro sorrisi si fecero ancora più grandi e in quel momento ogni pensiero si dissolse per entrambi. Non c’era più nessuna preoccupazione. Ce l’avevano fatta. Finalmente…

Sfortunatamente la loro gioia fu un po’ prematura, perché nel momento esatto in cui il prete chiese se qualcuno non era d’accordo ed era a conoscenza di qualche impedimento alla loro unione, il muro posteriore della cappella esplose, e quando la polvere liberò la visuale, tre donne parecchio arrabbiate stavano in piedi tra le macerie.

"PUOI GIURARCI CHE NON SIAMO D’ACCORDO!"

Lo sposo deglutì e arretrò di qualche passo, per fare subito da scudo con il proprio corpo alla donna che aveva appena sposato. Questo non la impressionò particolarmente. Sembrava anzi desiderosa di combattere lei stessa e raccogliere la loro sfida molto più di quanto non lo fosse lui.
“A-adesso, per favore, manteniamo la calma!”

“Calma? CALMA?! Mi stai prendendo in giro? Ci hai mentito, hai attraversato mezza Tokyo, solo per sposare questa… questa… approfittatrice!”

“Ehi! Mostra un po’ di rispetto! Lei deve restarne fuori!”

“Va tutto bene caro”, sorrise la sposa spingendo da parte il marito con un sorrisetto che la diceva lunga. “Perché non le lasci a me? Da donna a donne…”

“Per me va bene, seduttrice! Che cosa gli hai fatto, eh? Non pensare neanche per un momento di avermi ingannata. Non è possibile che lui abbia acconsentito a sposarti, a meno che tu non gli abbia fatto qualcosa per annebbiargli la mente”

"Oh per favore! E’ davvero così difficile da credere che lui mi ami?”

“Basta! Non starò qui ad ascoltarvi insultare mia moglie!”, gridò lo sposo, tirando finalmente fuori il suo carattere. “Sentite, mi spiace non avervelo detto prima, e mi spiace di avervelo dovuto nascondere, ma… Beh, sapevo che avreste reagito così, perciò… che scelta avevo? Semplicemente è arrivato il momento di farlo, sapete? Sono pronto a sistemarmi, e lei…”, disse allungando un braccio per afferrare la mano di sua moglie, “Lei mi rende felice! Sentite, tengo a ognuna di voi, davvero, e questo non cambierà, ma… ho bisogno di fare questa cosa per me… va bene?” Fece quindi qualche passo in avanti per guardarle in faccia, soffermandosi in particolar modo sulla ragazza dai corti capelli blu e gli occhi color cioccolato, così pieni di rabbia e dolore. Il tutto evidentemente la toccava più di quanto non toccasse le altre. Stringeva fermamente i pugni, e i suoi occhi erano colmi di lacrime. Come sempre lei era così testarda, incapace di dire ciò che realmente provava, incapace di arrendersi, così spaventata di perdere ogni battaglia…

E come lui scrutò quegli occhi fieri, sentì la sua determinazione vacillare. Ma poi con riluttanza scosse la testa e posò una mano pesante sulla spalla di lei: “Mi dispiace Akane. Non avrei mai voluto che le cose andassero così. E di certo non avrei mai voluto ferirti… Senti, non chiedo la tua benedizione, ma ti prego… Cerca almeno di capire…”

Lei aprì la bocca per parlare, ma poi abbassò il volto. Non c’era niente da dire. L’aveva perso per sempre. Poteva sentire le altre due ragazze dietro di lei tirare appena su col naso. Loro si erano già arrese. L’avevano accettato. Una parte di loro aveva sempre saputo che a un certo punto quel giorno sarebbe arrivato e che sarebbero state lì in piedi a guardarlo mentre pronunciava le sue promesse a un’altra. Sapevano che era giunto il momento di mollare la presa. Il momento di andare avanti…

Ma Akane non poteva, non l’avrebbe accettato. Doveva fare qualcosa. Lei non aveva intenzione di starsene lì e lasciare che una pazza approfittatrice glielo portasse via! Avrebbe combattuto fino alla fine, e avrebbero dovuto passare sul suo cadavere prima che lei gli permettesse di sposare una del calibro di quella! Ma cosa avrebbe potuto dire? Come farglielo capire? Cosa fare?
 
Fu in quel preciso momento che la sposa, vestita nel suo attillato abitino bianco, più adatto a un matrimonio a Las Vegas che a un’elegante cappella per cerimonie, fece qualche passo in avanti e insinuò la mano in quella del marito, posando l’altra sulla spalla di Akane con fare incoraggiante. E poi sorrise, di un sorriso arrogante, indulgente, falso, e disse: “Va tutto bene! Mi prenderò io cura di lui, te lo prometto. Ci amiamo. Non dovrebbe essere sufficiente?”

Gli occhi di Akane lampeggiarono e alzò lo sguardo per fulminare quella donna sfacciata che se ne stava lì davanti a lei, e che in tutta risposta si limitò a sorridere con sufficienza e superiorità e disse: “Lascia che ti dica una cosa, Akane…”, quindi ficcò un enorme e pacchiano bouquet di lillà nelle mani di Akane, e il suo ghigno divenne così grande e finto che Akane pensò che la sua faccia si sarebbe spaccata in due. “Puoi avere il mio bouquet!”

E quello fu il momento in cui Akane Tendo scoppiò davvero. La sua vista si offuscò, tingendosi di rosso, e come il bouquet le scivolò dalle dita, per essere immediatamente rimpiazzato dal collo ossuto della donna, lei si sentì in pace, persino in mezzo alle urla di tutti gli altri intorno a lei. Era davvero divertente. Le venne voglia di ridere. Una pazza risata appena un po’ folle, ma pur sempre una risata.

“Lei offre a me un bouquet in cambio?”, pensò. “Ridicola... Perché mai io avrei bisogno di UN ALTRO bouquet? E poi… Ho sempre odiato i lillà”


***

 
"Noooo!", urlò Akane, scattando come una molla nel letto e respirando affannosamente. Si guardò subito intorno e realizzò di essere sana e salva a casa, nella sua camera. Cominciò a calmarsi. Buttò fuori un lungo sospiro di sollievo. E di nuovo inspirò. “Soltanto un sogno… Grazie al cielo!” Si appuntò mentalmente di smetterla di unire le proprie creazioni culinarie alla visione in tarda serata dei vecchi film di Cary Elwes. Inoltre, ultimamente era stata a troppi matrimoni, troppi, negli ultimi due anni. Era solo questione di tempo prima che iniziassero a influenzare i suoi sogni e i suoi incubi. Sussultò. Di colpo le erano tornate alla mente le immagini del sogno, e si ritrovò a tremare per una nuova orribile consapevolezza. “Soltanto un sogno… per ora. Ma… può ancora accadere…"

In un attimo fu giù dal letto e corse frenetica verso la stanza di lui. Una volta lì davanti spalancò la porta, con gli occhi fuori di sé.
Lui saltò subito a sedere non appena lei comparve, colto di sorpresa dall’irruenza della sua entrata.

"A-Akane! C-che…"

"Non stai pensando di sposarti, vero?”

“C-cosa?”

“Rispondimi e basta!”

"N-No, certo che no. Akane, cosa c’è che non va?"

"E non lo stai neanche prendendo in considerazione, vero? Voglio dire… di sposarti al più presto?"

"N-No… Perchè? Akane, ma di cosa stai parlando?"

"Ho appena avuto il più terribile dei sogni!"

"Su di me che mi sposavo??"

"Sì", Akane arrossì imbarazzata, distogliendo lo sguardo.

"Oh Akane," disse lui, posando una mano sulla sua spalla come aveva fatto nel sogno. Lei rabbrividì di fronte a quella similitudine, ma si sforzò di alzare lo sguardo su di lui, mortificata. “Non è che eri un po’ gelosa per caso?”, chiese.

“Forse un po’”, ammise lei impacciata, incapace di tenere gli occhi fissi in quelli di lui troppo a lungo. “ S-solo… Promettimi solo una cosa, ti va?”, tentò lei con esitazione.

“Che cosa?”, chiese lui dolcemente.

“Se devi proprio sposarti… Ti prego, ti prego papà, promettimi che non sposerai Miss Hinako!”
 
:-p


---

 
NdA: Eh! Okay, chi l’aveva capito? Davvero mi piacerebbe un sacco saperlo! Speravo in un certo senso di sdrammatizzare le paranoie che ho contribuito a creare nell’ultimo capitolo quando ho detto che Ranma e Akane avrebbero anche potuto sposarsi ma non necessariamente l’uno con l’altra. Forse ce l’ho fatta? Chissà. Vorrei mettere agli atti  che resto dell’idea che potrei non farli sposare tra loro… Ma… se andate a guardare QUALUNQUE delle mie altre storie potete vedere qual è la mia coppia preferita al 100% e potete tirare le vostre conclusioni… Ho detto abbastanza…
Chiedo scusa a tutti i fan della coppia Soun/Hinako (se ce ne sono). La verità è che io non sopporto AFFATTO questa coppia! E’ quella che preferisco di meno nell’intero universo di Ranma. Potrei dire con una certa sicurezza di preferire Ranma in coppia con Kodachi, e considerati i miei sentimenti per quest’ultima, è tutto dire! Hinako ha dato prova di essere una ragazzina egoista e viziata quando nel manga ha cercato di incastrare il Signor Tendo. Era evidente che non gliene importasse nulla del fatto che le figlie di Soun non fossero d’accordo alla loro unione, e il modo in cui lei si aspettava che tutti accontentassero i suoi bisogni faceva morire dal ridere. Inoltre nel manga l’attacco dei 10000 yen che ha usato con Nabiki rimane una delle mie gag preferite di sempre! E tuttavia, essendo contraria alla coppia ho pensato che non ci fosse modo di farli sposare se non all’interno di un incubo. E poi l’idea di un Soun che si sposa (proposta da alcuni di voi) era davvero troppo bella per passare sotto silenzio, così ho deciso che dovevo farne qualcosa! Grazie per avermi dato l’ispirazione!
Bene, spero vi siate divertiti! Vi prego, recensite!

P.S.  Biscotti virtuali a tutti coloro che sanno da dove viene la citazione iniziale!
 
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NdT: Ciao a tutti! Eccoci arrivati alla fine di questa breve raccolta di one-shot! E’ stato un piacere per me tradurre questi capitoli divertenti e ingegnosi, sempre sul filo dell’ambiguità! Peccato solo che nell’ultimo non sia comparso Ranma… Ma c’è un motivo: non doveva essere necessariamente l’ultimo... Il problema è che all’autrice sono state fatte parecchie critiche per l’ironia con cui ha affrontato questi capitoli ed è il motivo per cui si è fermata al quarto… Ma secondo me è un gran peccato, perchè in fondo rispecchia alla perfezione lo spirito birichino e giocoso del manga…
E tuttavia… Potrebbe essere che tra non molto venga aggiunto un quinto capitolo!
So per certo infatti che proprio in questo periodo l’autrice ha rimesso mano a questa storia… Chissà! Sono molto curiosa anch’io… ci riserverà magari una bella sorpresa? O ci propinerà l’ennesimo matrimonio? ;-)) Ma tra chi poi? Non riesco proprio a immaginarmelo. L’unica cosa che so per certo è che ci sarà… un bouquet! XD
Grazie a chi è passato di qui, ma soprattutto a chi ha lasciato un commento! Siete in tanti lettori silenziosi, se vi va fateci sapere cosa pensate di questa storia! E’ molto importante per l’autrice, e per quanto mi riguarda mi piacerebbe sapere se vi è piaciuta per riscattare questa simpaticissima storia! Inoltre è sempre bello anche per chi traduce avere un piccolo feedback. ;-) Insomma siete I benvenuti!
Tanti cari auguri a voi!
InuAra
P.S. Il ringraziamento più grande va a Miss Hinako, non la protagonista di questo capitolo, eheh, ma colei che mi ha fatto conoscere le fanfiction di Tender Falling Rain! Grazie ancora!

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