THE GAME IS ON

di Occhi di nebbia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Home is wherever you are (Mythea - HighSchool!AU) ***
Capitolo 2: *** Silly, lovely things (Mycroft) ***
Capitolo 3: *** Primi giorni, primi incontri (Mythea - College!AU) ***
Capitolo 4: *** Ice Man (Mycroft) ***
Capitolo 5: *** Nell'ombra (Mycroft) ***
Capitolo 6: *** Shopping (Mythea) ***



Capitolo 1
*** Home is wherever you are (Mythea - HighSchool!AU) ***


 Home is wherever you are


Il primo giorno di scuola era sempre stato difficile per lei: nuovi compagni, nuove atmosfere e nuove fatiche.
Non si fermava mai un anno nella stessa città, suo padre era un diplomatico di fama internazionale
e non poteva permettersi di concedere stabilità alla sua famiglia. Ad Anthea non dispiaceva, in fondo.
Era contenta di avere l’occasione di fare così tante esperienze interessanti. Ormai in terza superiore, questa volta la vita,
o meglio, il lavoro di suo padre, l'aveva poratata in Texas. Non aveva avuto la fortuna di poter rimanere neppure in Europa.
Entrò con passo allegro in classe, pronta a qualsiasi cosa le si fosse parata davanti e con una consapevolezza nel cuore:
ci sarebbe stato qualcosa che sapeva di trovare, ne era sicura. Qualcosa che un bambino molto intelligente ma parecchio solo,
le aveva promesso tanto tempo fa. E da allora, aveva sempre mantenuto la parola. Non sapeva come ci riusciva,
ma era certa che l’avrebbe trovato lì. Infatti sul primo banco a destra, quello che era solita occupare in ogni classe in cui andava,
c’era posato un mazzo di margherite, di quelle giganti che le riempivano il cuore di allegria. Accanto, un biglietto scritto a mano:
Come promesso, non mi dimentico di te. Troverò sempre il modo di farti sentire a casa. Myc

 

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Capitolo 2
*** Silly, lovely things (Mycroft) ***


Silly, lovely things


Mycroft osservava suo fratello che dormiva, attaccato al respiratore.
Sher era così bello, pensò. Si diede subito del rimbecillito, come si fa a pensare una cosa del genere del proprio fratello?
La verità era che il suo affetto per il fratellino era infinito.
Certo, non l’avrebbe ammesso per nulla al mondo ma ora il sollievo aveva a poco a poco preso il posto della paura. E poi la felicità. E quando Mycroft era felice, faceva sempre cose stupide. Molto stupide. Come mobilitare tutto l’ospedale, minacciando il disastro atomico, perché salvassero il suo fragile fratello detective. Sherlock aveva l’innata capacità di cacciarsi nei guai, ogni dannatissima volta.
E toccava a lui tirarlo fuori. Se questa volta fosse finita male, Mycroft non se lo sarebbe mai perdonato.
Erano ore che se ne stava in piedi nel suo completo gessato, appoggiato al suo ombrello. Non gli staccava gli occhi di dosso. Da dietro il vetro aveva osservato il silenzioso ed impercettibile movimento del petto di Sherlock abbassarsi e alzarsi da almeno cinque ore.
- Signor Holmes, ora può entrare. -
L’uomo si diresse con passo deciso nella camera e si mise accanto al letto, in piedi.
Unalacrima furtiva si fece strada sulla sua guancia. Mycroft si guardò intorno con fare sospettoso. Via libera. Si abbassò e diede un bacio sulla fronte di Sherlock.
- Tu non hai idea di quanto la tua morte mi spezzerebbe il cuore. -
Eh già, il grande Mycroft Holmes aveva un solo punto debole, il suo adorabile fratellino detective.





 

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Capitolo 3
*** Primi giorni, primi incontri (Mythea - College!AU) ***


Primi giorni, primi incontri
 
Anthea si guardò intorno: il giardino era così verde, gli archi così solenni e il sole così spumeggiante.
O forse era solo lei che era di buonumore per questo inizio di università tanto atteso. Università di Glasgow,
20 Settembre 2016. Se lo sarebbe tatuato sulla fronte se non fosse stato imbarazzante.
Entrò dalla porta principale correndo per sfuggire alla pioggia. Era decisamente lei ad essere allegra perché il sole non si vedeva da giorni. Si voltò ed iniziò a camminare di all’indietro per i chiostri, facendo delle giravolte. Sembrava in prima elementare. Invece era al primo anno di Studi Politici. Maturo da parte sua. Era il suo sogno, da sempre. Il mondo della politica la affascinava, ma la sua aspirazione, in realtà, era lavorare nei servizi segreti. Ma non l’aveva detto a nessuno, cosciente che fosse la scelta che un ottimo agente avrebbe fatto se fosse stato al suo posto. Tirò fuori la mappa spiegazzata dalla tasca della giacca e, dopo essersi persa almeno tre volte, finalmente trovò l’aula. Era vuota. Aveva sbagliato? Era in anticipo?
Non ne aveva la più pallida idea. C’era un ragazzo seduto, avrebbe potuto chiedere a lui, pensò Anthea.
“Scusa, questa è l’aula della lezione di politiche per la sicurezza nazionale?” disse senza quasi respirare per paura di sbagliare il titolo del corso. Il ragazzo si girò e fece un segno di assenso. “Oh, per fortuna, pensavo di essere in ritardo. Mi hanno detto che il professore di questo corso è intransigente sulla puntualità. In realtà mi hanno detto che è intransigente su tutto, che ha occhi ovunque e non sorride mai!” Ma l’entusiasmo era tale che andò avanti a parlare senza sosta: “Non vedo l’ora di iniziare il corso e sapere ogni cosa. Diventerò la migliore e poi mi prenderanno … “ ma si bloccò prima di rivelare il suo prezioso segreto. A quel punto fu il turno del ragazzo che rispose, sempre serio: “è sempre così esuberante, signorina? È sicuramente un corso meritevole per studenti molto intelligenti. E riguardo al professore, aveva ragione.” La ragazza diventò paonazza dalla vergogna, realizzando con chi stava parlando. Mycroft Holmes, il professore del suo corso. Chi si aspettava che fosse così giovane? Ma prima che potesse balbettare delle scuse, il ragazzo aggiunse scoppiando a ridere: “Ma riguardo al sorriso, penso farò un’eccezione per lei”



 

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Capitolo 4
*** Ice Man (Mycroft) ***


Dal Prompt di Oli: "I am not lonley, Sherlock." Ha detto queste parole solo per far tacere il fratello. Eppure lui è solo. Ma... E se non gli importasse?


 
Ice man


“L’importante è esserne convinti”
“Tutta questa acidità perché sei solo, Myc. Devi trovarti una ragazza.”
“Piantala Sherlock, lo sai benissimo che io non sono acido, sono solo intollerante alle relazioni umane. Come te, d’altronde. Non mi pare proprio che io metta il becco nei tuoi affari amorosi, ammesso che esistano. E poi, io non sono affatto solo!” Mycroft uscì dall’appartamento del fratello sbattendo furiosamente la porta e lasciando Sherlock, sbigottito, a chiedersi cosa avesse detto per farlo arrabbiare così tanto. L’uomo salì sulla sua macchina chiedendosi che cosa diavolo gli fosse preso. Certo che era solo, aveva risposto in quel modo solo per zittire il fratello, ma ora come ora non poteva certo permettersi una relazione con qualcuno; il lavoro lo occupava troppo. Mycroft, però, si chiese per un attimo, se non avesse davvero bisogno di qualcuno che si prendesse cura di lui, qualcuno che lo aspettasse a casa e che riempisse l’altro lato del letto, troppo spesso freddo e vuoto. Qualcuno che gli dicesse che non aveva per nulla bisogno di tenersi in forma perché andava benissimo così. Qualcuno, insomma, che lo amasse davvero. Scacciò con un gesto della mano questo pensiero che, troppo spesso, era venuto a fargli visita: lui stava bene così come stava, nessuna complicazione, nessuna grana, l’amore era soltanto una gran debolezza.
Mycroft Holmes era felice e fiero di essere solo.
Ma era davvero così?

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Capitolo 5
*** Nell'ombra (Mycroft) ***



Nell’ombra
 

Mycroft Holmes era comodamente seduto sulla sua sedia, i piedi sulla scrivania. Non poteva permettersi di farsi vedere dagli altri così scomposto, ma quando era solo si concedeva un po’ di relax. Davanti a lui si stendevano gli schermi che usava per tenere d’occhio il suo fratellino. Sapeva che, se ne fosse venuto a conoscenza, Sherlock si sarebbe infuriato da morire, ma non poteva farne a meno. Un osservatore esterno che non conoscesse a fondo Mycroft, avrebbe forse attribuito tutto quell’interesse ad una motivazione come la sicurezza. Era logico che il maggiore volesse che il suo fratellino fosse al sicuro dai molti pericoli. In realtà la motivazione era anche un’alta. Gli piaceva vederlo all’opera. Da nanerottolo qual’era da bambino, era cresciuto e con lui anche la sua intelligenza. Ora era un uomo e aveva fatto della sua più grande passione e qualità, un lavoro unico al mondo. Mycroft non poteva esserne più fiero. D’altronde, era lui l’esibizionista tra i due, anche da bambino. Quello che però l’uomo non voleva ammettere, era la gelosia crescente che nasceva ogni volta che osservava Sherlock venire a capo di un dilemma. Geloso del suo intuito? No, affatto. Sapeva di essere lui il migliore in quello e a volte arrivava anche prima alla soluzioe. Ma il suo fratellino aveva l’approvazione del mondo. Certo, molti lo ritenevano insopportabile, ma Mycroft trovava che in fatto di essere così indispensabile alle persone lo rendesse molto più felice, anche se Sherlock non lo avrebbe mai ammesso. Per lui non era così, lui lavorava nell’ombra e, sebbene i suoi meriti fossero molti, non era dato alla gente comune di conoscerli. E sarebbe rimasto per sempre così, pensò ricomponendosi per il prossimo appuntamento. Lui era l’uomo che agiva nell’ombra e nulla sarebbe cambiato.

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Capitolo 6
*** Shopping (Mythea) ***


 


Shopping
 

 

“È il sedicesimo negozio” sbuffò Mycroft quando la ragazza lo trascinò nell’ennesimo posto pieno di cose inutili, come lo definiva lui.
“Tesoro al mare non pensare di vestirti in completo. Sembreresti un pulcino bagnato. E poi ho bisogno di un costume da bagno. E anche tu!” Anthea era al settimo cielo. Fare shopping le tirava sempre su il morale e farlo con il suo fidanzato ancora di più, soprattutto perché pagava lui.
“Bagno? Dovremo immergerci nell’acqua salata?” chiese lui con una faccia disgustata e stupefatta
“Andiamo al mare, Myc. Cos’altro pensi di fare? Dedicarti alla sicurezza nazionale?” le rispose lei. “Dai, questo è carino!”
Aggiunse. “Io quel coso con i pallini rosa non me lo metto!”
“Viola?”
“No!”
“Questo?”
“Troppo corto”
Anthea sbuffò e adocchiò il costume adatto “Questo è perfetto per te! Ora te lo provi senza aprire gli occhi. Guarda che ti controllo!”

Via il dente via il dolore, pensò l’uomo e in un attimo si ritrovò con un costume a pantaloncini con il disegno di una giacca con tanto di farfallino. Rise: “Ecco, iniziamo a ragionare!”

 

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