LA CITTÀ BIANCA

di dolcefavola
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** NON SMETTERE DI FIDARTI DI ME ***
Capitolo 2: *** Gesto folle! ***
Capitolo 3: *** LASCIATA SOLA ***



Capitolo 1
*** NON SMETTERE DI FIDARTI DI ME ***


NON SMETTERE DI FIDARTI DI ME


Una mattina sul ponte due compagni urlavano.

<< Smettila >> urlava il ragazzo dai capelli verdi cercando di mantenere il controllo della sua rabbia. << Ti ho detto che non sono affari tuoi >> rispose la navigatrice arrabbiata. Entrambi ignari che tutta la ciurma li stava osservando sul ponte.
<< Perché è scappato con la Mini Merry? >>. Urla Zoro puntano il dito sulla ragazza che gli mostrava il giornale << Non lo so, ma stamattina ho trovato questo giornale sul tavolo, aperto su questa pagina. Ci sarà un motivo >>.

Il capitano avvinandosi a loro gli chiese << Perché urlate? >>. Nami arrabbiata si mise le mani sui fianchi dicendo << Zoro stamattina ha visto Law allontanarsi con la Mini Merry, io adesso lo saputo e gli ho detto perché non l’ha fermato. Sapete quel è stata la sua risposta? Perché avrei dovuto fermarlo? >>.

Usop grattandosi la testa chiese mantenendo la larga dai compagni << Perché se né e andato? >>, << Non lo so, ma non è il tipo di persona che fa queste cose. Sicuramente è successo qualcosa >>.

Brook << pensi che ci sia un collegamento Nami? >> indicando il giornale che ragazza teneva in mano.
Nami << credo di si, ma sinceramente non ho trovato niente di strano in questi articoli che ho appena letto >>.
Il capitano in silenzio pensò un attimo per poi mettere fine alla discussione << Aspettiamo un po’, vedrai che presto tornerà indietro, inoltre con la Mini Merry non si possono fare viaggi molto lunghi >>.

Passarono esattamente due giorni, ma Law non era tornato.
Nami era molto preoccupata non smetteva di osservare quel giornale e rileggere gli articoli convinta che il comportamento strano di Law era dovuto a qualcosa di grave. Robin entrò nella stanza preoccupata per l’amica che passava la maggior parte del tempo chiusa nella libreria. << Nami tutto ok? Che ne dici di farmi dare un’occhiata a quel giornale? >>.

Lei annuì, uscendo dalla stanza. Poco dopo Robin, agitata, la raggiunse dicendogli << Nami guarda con attenzione questa foto >>. L’amica incuriosita guardo la foto indicata dalla ragazza. << Robin queste persone stavano scappando da un’isola perché sostengono che sia infestata dai fantasmi. Difatti è un’isola disabitata, quelle persone erano solo dei turisti. Anche se non capisco perché un turista dovrebbe andare in un’isola disabitata >>.

Robin sorrise per poi fargli notare che in mezzo a quella folla spaventata c’era un uomo che tranquillamente sorrideva e che assomigliava ad una persona. << Guarda questa persona con attenzione, perché è l’unica che cammina nel senso opposto >>. Nami continuava a non capire così zittita osservava l’amica << quest’uomo biondo, che indossa una giacca di piume nere, sai a chi assomiglia? A Don Quijote Rosinante >>.

Nami rimane in silenzio, ma quel nome non gli era famigliare << questo non è l’uomo che ha salvato Law quando era piccolo? Non è morto tanti anni fa? >>.
<< Si è morto tempo fa, quindi non è impossibile che un uomo morto sia in questa foto, Law sicuramente l’avrà vista per quello è scappato >>.

Il silenzio cadde nella stanza, la navigatrice fissava in silenzio quella foto, cercando di darsi una risposta. << Nami mi stupisco che tu non trovavi un collegamento tra questi articoli e Law, io tanti anni fa avevo visto un manifesto della taglie di quest’uomo, che sinceramente da come ci ha raccontato Law è morto, non può essere vivo. Poi se ci pensi bene, come dicevi prima, perché hanno scritto questo articolo? Cosa ci facevano dei turisti in un’isola disabitata? Questa articolo non ha nessun significato è stato scritto per un preciso motivo >>

Brook  raggiunse in fretta e in furia  le ragazze, dicendogli  << presto venite sul ponte>>.
Avevano raggiunto una piccola isola, tra le imbarcazione pescarecce attaccate al porto, si trovava la Mini Merry, questo significata che l’alleato era arrivato in quell’isola. Dopo alcune ricerche i compagni si resero conto che il chirurgo della morte non si trovava lì.
Era arrivata la notte tutti dormivano sulla Sunny, tranne la navigatrice che non riusciva a prendere sonno. Era troppo nervosa per poter dormire, così sbuffando uscì dalla stanza senza fare si recò sul ponte della nave. Il silenzio della notte la turbava, non riusciva a dormire e sapeva che avrebbe passato tutto la note sveglia. Penso che il modo migliore per tranquillizzarsi era fare una passeggiata, così scese dalla nave.

Robin nel buio della notte, svegliandosi si accorse che la sua compagna non era nella stanza, attese qualche minuto ma non vedendola tornare, corse a cercala sulla nave. Preoccupata per l’amica che stava vivendo un forte periodo di agonia per la scomparsa dell’alleato decise che era meglio cercarla.

Si incamminò all’interno del paese nella speranza di trovarla, ma mentre passeggiava sì ritrovò davanti a sé uno spettacolo orribile. Uomini della marina giacevano a terra morti, le ferite che avevano sul corpo erano causate da una lama tagliente che si era sporcata del sangue di molti uomini. Facendo un respiro profondo continuò a camminare nella speranza di trovare qualche uomo ancora vivo. Nel momento in cui perse le speranze trovò un uomo che a malapena respirava, e si avvicinò a soccorrerlo. L’uomo allo stremo delle forze indico il corpo di una donna avvolta da un mantello di sangue.
Robin in silenziò si avvicino a quella donna dicendogli << Tashigi, sono Robin mi riconosci? Non ti preoccupare adesso mi prenderò cura di te >>

Nami camminava tranquillamente sulla riva dell’isola rimanendo lontana e ignara da quello che stava succedendo in paese, pensava e ripensava a quella foto che perseguitava anche lei. Law non gli aveva mai parlato del suo passato, era stata la sua cara amica a raccontaglielo, nonostante questo aveva sempre deciso di non intromettersi. Si sedette sulla riva, rimanendo a guardare le stelle, poco dopo, un uomo si sedette dietro di lei, sentiva il suo respiro, ma nel momento in cui si stava per voltare quell’uomo gli disse << Non ti voltare, ti prego non mi devi guardare in questo momento >>.

Lei ubbidì sibilando il nome dell’uomo che continuò a parlare << Nami devo risolvere una questione privata, non mi seguite, appena avrò finito vi raggiungerò. Mi dispiace essermene andato senza dirti niente, ma spero che tu mi capisca >>.
<< Quanto sono importante per te? Sei mi lasci senza dirmi niente! >> risponde la ragazza che stava per mettersi a piangere.

<< Nami ti diranno che sono stato io a fare quelle cose orribili, ma non è vero, TU TI DEVI FIDARE DI ME, sei una persona molto importante per me e non voglio che non ti facciano del male, per questo ti chiedo di rimanere con la ciurma e di non seguirmi >>. 
<< Perché? Dove andrai?>>.
<< A casa mia. Nami non mi seguire e non smettere di fidarti di me >>.
Quell’ombra svanì e nel momento in cui lei si voltò l’uomo non c’era più, sicuramente si era teletrasportato. Nami scoppio in lacrime, adesso che aveva trovato un po’ di felicità, era di nuovo sola.

Appena dopo l’alba la ciurma di Cappello di Paglia attendeva che Chopper finisse di curare i suoi pazienti salvati da Robin. L’unico che mancava all’appello, oltre a Nami era Zoro che anticipando gli amici andò a cercare la compagna.
 
Poco dopo la trovò. Era seduta appoggiata ad un albero a fissare il vuoto. << NAMI >> urlò lo spadaccino avvicinandosi alla ragazza << che ci fai qua? Con tutto quello che è successo sei scomparsa >>. Lei non rispose subito poi sibilando gli chiese << cosa vuoi? >>. Lui borbottando gli urlò << siamo tutti preoccupati per te, sei scomparsa per tutta la notte, ti sembra un comportamento maturo? C’è un assassino che gira in quest’isola che ha sterminato un intero esercito della marina >>.

<< Zoro non ti sei mai preoccupato di me, adesso per favore lasciami stare. Devo pensare a un modo per … >>. Stava per finire la frase quando lo spadaccino impaziente l’afferrò per la spalla e scuotendola gli chiese << Hai visto Law vero? >>. Lei non rispose ma continuava ad fissare il vuoto, rispondendogli che voleva rimanere da sola, Zoro rinunciandoci la prese di peso posandola sulla sua spalla e si incammino verso la ciurma. Ignorando le urla della ragazza che pur dimenandosi non riuscì a liberarsi dalla presa possente.

Zoro raggiunse la Sunny, con nervosismo posò Nami che continuava a dimenarsi, sotto gli occhi dei compagni che si avvicinarono a loro. << Nami dove sei stata? >>. Chiese Sanji con tono severo. << Stanotte non riuscivo a dormire così ho deciso di fare una passeggiata >>.

I compagni erano un po’ basiti per la risposta, in particolare il capitano si mise a faccia a faccia con la navigatrice dicendogli << Ci hai fatto preoccupare! Non fare più una cosa del genere>>.

Chopper uscendo dall’infermeria << Per favore non urlate, Tashigi sta riposando. Nami finalmente sei tornata >>. Il piccolo sorride quando si accorse della presenza di Nami che chiese cosa era successo. Il piccole rispose << Nami credo che questa notizia ti darà molto dispiacere, stanotte un uomo ha ucciso un intero esercito della marina e anche alcuni civili. A capo di quegli uomini c’era Tashigi che è stata l’unica a sopravvivere, insieme ad un altro uomo. Ci ha detto che chi ha combinato quell’orrore è Law >>

Lei rimase in silenzio, cercando di collegare le parole che poco prima il chirurgo gli aveva detto, rifletteva senza rispondere, mentre la ciurma anche essa in silenzio non sapeva che dire. Nello stesso momento dall’infermeria esce Tashigi che si teneva alla porta << Dovete andarvene da qua, i miei superiori mi raggiungeranno >>. Il dottore urlandogli << perché ti sei alzata? Hai appena subito un intervento! >>
Lo spadaccino si avvinandosi alla donna l’aiutò a ritornare sul lettino

Nami voleva quasi sorridere per la scena che aveva davanti fino a qualche attimo prima Zoro si era preoccupato per lei e adesso aiutava un’altra. Troppi pensieri e troppa confusione decise di allontanarsi dal gruppo e si rinchiuse nel suo studio.

La ciurma perlustrò una seconda volta l’isola per trovare l’uomo che aveva ucciso un intero esercito, cercando di pensare che quell’assassino non fosse Law, ma su quell’isola pacifica non vi era nessuno di pericoloso. L’assassino era scappato poco dopo aver sporcato la sua lama. La ciurma nel tardi pomeriggio partì, per evitare guai con la marina.  Per richiesta dello spadaccino Tashigi e il suo uomo sarebbero rimasti per un po’ con loro, almeno il tempo che si sarebbero ripresi.

Arrivò la notte, la navigatrice aspettò che i compagni andassero a dormire per poi uscire dalla stanza e andare a mangiare qualcosa. Sanji aveva conservato la sua cena sul tavolo, lei contenta se la mangiò, poi sentì delle voci provenire dall’infermeria. Tashigi era sveglia e parlava con Zoro dentro l’infermeria. La gatta ladra incuriosita rimase a sentire la loro conversazione. << Cosa ci facevi su quell’isola? >>, << ero diretta alla Città Bianca. La città è lontana, non so nemmeno dove sia, così ho chiamato l’ammiraglio per avere più informazioni. L’ammiraglio sgridandomi per la mia incompetenza mi ha detto di incontrarsi sull’isola in cui mi aveva trovata. Abbiamo aspettato il suo arrivo, ma lui nonostante fossero passati dei giorni non si è fatto più sentire e poi siamo stati assaliti >>.

Nami sentendo quelle parole, comprese tutto, così prese una decisione coraggiosa e stupida. Scrisse un biglietto lasciandolo vicino al piatto in cucina “ sto andando alla città bianca, tornerò presto ”. Poi raggiunse il suo waver.

L’indomani mattina Sanji che si era svegliato prima di tutti i compagni per preparare la sua deliziosa colazione, trovò quel biglietto nel leggero sbiancò. Urlando corse verso i compagni che ancora dormivano nella loro camera << Svegliatevi, Nami è scappata >>

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Capitolo 2
*** Gesto folle! ***


Il capitano guardando la ciurma dicendogli << smettetela di cercala sulla nave, Nami è non è qui, si è allontanata con il Waver >>.  I compagni sentendo la voce amareggiata di Lufy lo guardarono, in attesa di qualche ordine. Zoro sgrugnando i denti era l’unico che non fissava il capitano, immerso in un forte senso di colpa disse << Nami è una stupida! Sappiamo tutti perché stanotte è scappata. È andata a cercare Law >>.  Dopo aver finito di parlare, guardo il capitano che stringeva i pungi dalla rabbia.  << Non mi interessa. Lei è una nostra compagna la dobbiamo assolutamente trovare, il problema è dove andare a cercarla, senza di lei non siamo in grado di navigare >>
 
Gesto folle!
Una nave della marina navigava diretta verso la Citta Bianca, avevano catturato una prigioniera che da un mese era tenuta rinchiusa nelle prigioni della nave. Nei piani più bassi di quella grande nave, la Navigatrice di Capello di Paglia, era rinchiusa in una stanza da esattamente un mese. Una prigionia sofferta per troppo tempo, ma dietro a quella donna che appariva innocente e fragile, c’era un piano più folle del suo stesso viaggio.
Nami era seduta in un pavimento puzzolente e l’aria era secca e umica. Non vedeva il sole da quando si era fatta catturare, aveva perso il senso del giorno e della notte, ma cercava di tenere conto di quel lungo viaggio che l’avrebbe portata a destinazione.
Era l’ora della cena, come al solito gli avevano portato una zuppa fredda e qualche avanzo di carne. Il mangiare che gli davano era avariato, ma la fame che la perseguitava da troppi giorni la portarono a mangiare quei “resti” come un animale che aveva catturato la sua preda dopo diversi giorni di digiuno. Gli stessi uomini della marina, erano rimasti disgustati dal modo in cui lei divorava i pasti. Uomini che ogni tanto dimenticandosene la lasciavano a digiuno per diversi giorni.
La sua bellezza stava scomparendo, il viso era pallido e sciupato, il suo carpo troppo scheletrico e sporco.
Ormai era giunta a destinazione, doveva mettere in atto il suo piano di fuga.
Attese che il solito ragazzo imbranato le portasse da mangiare, era l’unico momento in cui aprivano la cella. Lei lo osservò con uno sguardo malizioso e gli sorrise dolcemente. Si avvicino in maniera sensuale al ragazzo, che sentiva i suoi ormoni a mille, di fronte a quella donna che nonostante la magrezza aveva un corpo splendido. Il ragazzo sembrava di essere in paradiso, quando lei si avvicinò e gli mise la mano sul petto. Nel momento che lui cerco di afferrarla, gli arrivò un calcio sulle parti basse. Nami non contenta, lo stordì con un pugno. Usci dalla cella e si incammino verso la luce.
 
Law aveva chiesto alla ciurma di aspettarlo al sommergibile. Dopo una decina di anni era ritornato nella sua città natale. Tutto sembrava essersi fermato a quel giorno. Ricorda le urla, il fuoco che bruciava le case, sua sorella bruciata viva nell’ospedale dove attendeva la morte a causa della malattia, i genitori uccisi dalla marina che senza pietà sparavano a donne, bambini, uomini e anziani. Senza pietà avevano sterminato gli abitanti, lasciando solo silenzio e sangue in una città ormai disabitata e abbandonata a se stessa. Law cercava di cancellare quelle atroci immagini, ma ogni casa e ogni angolo che vedeva, gli venivano in mente i ricordi della sua famiglia, delle persone che conosceva, dei luoghi che frequentava. Era un amaro ricordo.
Gli orrori ormai avevano invaso la sua mente, quel poco di lucidità che gli era rimasta scomparve. Nel momento in cui si ritrovò degli uomini della marina che lo assaltarono con un attacco a sorpresa, lui prese la sua spada e senza pietà, quasi come se volesse ricambiare le atrocità subite, uccise a morte, tutti gli uomini, che ubbidivano semplicemente agli ordini dei superiori.
Si ritrovò davanti ai resti dell’ospedale. i ricordi adesso facevano male. Ricorda sua madre e suo padre, stesi atterra uno tra le braccia dell’altro, e la sua piccola sorella. Strinse i pugni, e poi sfogò la sua sofferenza con delle urla che vennero sentite in tutta l’isola.
 
Senza voltarsi si tuffo nel mare, mentre sulla nave della marina si erano appena accorti che era scappata e si misero a cercarla, ma adesso era libera, adesso nuotando e sfidando il mare doveva raggiungere l’isola a nuoto.
Il suo fisico era debole, ma la volontà era più forte, ci impiegò un po’ ad raggiungere la riva. Dopo un mese senza muoversi per lo spazio ridotto della cella, aveva sforzato troppo il suo corpo denutrito.
Doveva riposarsi, così raggiunse una delle case più vicine e ancora intatte per nascondersi e riposarsi per qualche minuto. Stranamente venne tratta da un’abitazione
Una parte di quella casa era stata distrutta da un incendio, ma il resto dell’abitazione era ancora intatto. Curiosa di addentrò nelle stanze, tutto sembrava essersi fermato in quella casa che ancora puzzava di bruciato. La casa era abitata da una famiglia, lo si notava dagli oggetti e dalle camere. Tra i giocattoli impolverati e ammucchiato in un angolo di una camera, notò una strana immagine dentro una cornice. La prese, soffio per togliere la polvere e vide quella immagine che lo spezzo il cuore. Una famiglia felice, i genitori abbracciati indossavano un camicie bianco e avevano un grande sorriso che trasmetteva la gioia che forse regnata in quella casa. Tra le braccia della madre una piccola bambina e un secondo figlio che teneva la mano del padre. Quel bambino sorridente era Law. Come era strano il destino pensà Nami che si trovava nella casa in cui aveva vissuto il suo compagno. Poteva essere una coincidenza?
Ignorando la polvere sul suolo di quella cameretta, si distesse per terra. Pensava al sorriso che Law aveva stampato sulla faccia, un sorriso che adesso non ha più. Sicuramente nei suoi primi anni di vita sarà stato un bambino con una personalità molto diversa, ed poi è diventato l’uomo che tutti conoscono come il Chirurgo della morte.
Si riposò un po’ in quella casa, poi sentendo delle urla, decise che era meglio muoversi, senza sapere che quelle voci provenivano dagli uomini della marina che da poco erano stati uccisi dalla lama di Law.
Camminava tra le macerie, sapeva che la marina era lì, in quell’isola e se l’avessero catturata non avrebbe potuto più scappare. Non aveva nemmeno il bastone del tempo per difendersi, era rimasto sulla nave chissà dove.
 
Law adesso camminava senza senso, preso dal dolore di un passato che non poteva cancellare, quando era bambino era così debole e fragile di fronte alla marina, invece adesso le persone quando sentendo il suo nome tremavano. Poco dopo, la sua lama si stava sporcando di sangue di innocenti uomini. Camminava lentamente e con passo deciso, sapeva che intorno a lui, uomini armati fino ai denti si nascondevano tra le macerie di quella città. Uomini che erano semplici soldati che tremavano all’idea di affrontarlo, ma dall’altra erano costretti ad attaccarlo con un agguato. Tutti cadevano al suolo, uno dopo l’altro. Law camminava con una solo intenzione sterminare tutti gli uomini della marina che erano lì, sperando che facendo così si sarebbe liberato della ombre del passato.
 
Nami raggiunse un lungo vialone, vide una distesa di uomini a terra, e poi un uomo che con una lama appoggiata sulla propria spalla camminava. Riconobbe quella sagoma scura e si mise a correre, finalmente lo avrebbe raggiunto, ma non pensava che lo avrebbe rivisto dopo un lungo mese in una situazione tanto crudele.
Seguiva i corpi che l’uomo lasciava alla sue spalle, nel momento in cui il chirurgo della morte, aveva sollevato un uomo per il collo e lo stava infilzando con la sua spada, sentì una voce disperata. Nami correva verso di lui, con le lacrime agli occhi, gli urlò << Law fermati >>. Lo raggiunse, fermandosi a qualche metro di distanza incredula e spaventata per quello che stava vedendo.  Law la fissava, senza reagire dimenticandosi del povero uomo che stava soffocando tra le sua mani. << Ti prego lascialo >> sussurrò la ragazza che provando ad avvicinarsi a lui si ritrovò la lama puntata verso di lei.
 
<< Lascialo non uccidere più nessuno >> ripete, mentre non trattiene le lacrime che ormai avevano bagnato il suo viso. Law lasciò cadere l’uomo, che terrorizzato scappò il più lontano possibile a gambe levate, fece cadere anche la spada sporca di sangue. Con uno scatto felino, abbracciò Nami, che ci impiego un po’ a realizzare che era tra le braccia di quell’uomo. La gioia di rivederlo era scomparsa, quell’uomo che tanto desiderava di rivedere, non era un assassino. 

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Capitolo 3
*** LASCIATA SOLA ***


Nami sente il calore delle braccia di Law, il suo corre batte all’impazzata. Dopo tanto tempo finalmente si erano ritrovati. La dolcezza dei pensieri di Nami scompare quando ripensa a quello che aveva visto poco prima. L’uomo che la stringeva era diventato un assassino spietato che aveva ucciso molte persone. Ripensando ai corpi degli uomini intorno a loro, si distacco da quell’abbraccio dicendogli << perché hai ucciso tutti questi uomini? >>. Law la fissa intensamente rispondendogli << loro hanno ucciso la mia famiglia. Adesso vattene. Vattene. Perché sei venuta? Ti avevo detto di non seguirmi >>. Nami lo guardava in silenzio, non risponde, non sapeva che cosa fare e cosa dire. Dopo un mese che non si vedevano lui le chiedeva di andarsene. Non era felice di vederla? Anzi si rese conto che aveva davanti un uomo che doveva liberarsi del suo passato e che cercava di liberarsi di quel dolore attraverso la vendetta. L’uomo davanti a lei, indietreggia di qualche passo, la guarda per l’ultima volta, poi dandogli le spalle si allontana.
Nami capisce che sta di nuovo rimanendo sola, non vuole che se ne vada, non capisce e cerca di dire qualcosa.  << Tu te ne sei andato, senza darmi spiegazioni. Perché adesso te ne vai? Non vedi come sei diventato? Un assassino >>. Quella voce risuonava nel cuore di Law, che preferisce resistere alla tentazione di baciarla e di dirgli che è felice di vederla. Prende la spada dal suolo dicendogli << Vattene! Non intralciarmi, potrei farti del male, purtroppo non ho il controllo di me stesso. Torna a casa >>. Non gli degnerà nemmeno uno sguardo, ne se andrà lasciandola sola, in mezzo ai cadaveri che aveva appena ucciso.
 
Nami era una testa dura, non si sarebbe arresa. Rimase qualche istante immobile a guardare Law allontanarsi, fino a scomparire. Arrabbiata e ferita nell’orgoglio, decise che doveva fermarlo, aveva attraversato mezzo mondo per raggiungerlo e di certo non sarebbe rimasta a guardare. Era convinta che doveva raggiungerlo, guarda per terra e nota i fucili degli uomini della marina, si avvicina per prenderli. Era l’unica arma che poteva usare per difendersi, nonostante non avesse mai sparato, doveva in qualche moto riuscire a sopravviere. 
 
Un urlo era ciò che rimaneva di lei, il suo tentativo di raggiungere Law risultò un fallimento. Gli uomini della marina adesso avevano un secondo obbiettivo: dovevano catturare quella fanciulla che armata si aggirava per la città. Come un gatto impaurito cercava di sfuggire agni uomini della marina che sbucavano da tutte le parti per catturarla. Come era possibile che non riuscisse a trovare Law. Per la prima volta la donna si era persa tra le vie bianche di quella città. Correva, girava a destra, poi a sinistra, poi tornava indietro, non aveva un senso la sua corsa per scappare dalla marina. La paura aveva preso il sopravvento su di lei che tremava all’idea di ritornare in quella squallida e buia cella in cui era stata rinchiusa per un mese.
Correva, il fiato gli mancava, sentiva che il suo corpo malfamato non avrebbe retto ancora per molto. Ad un tratto vide davanti a lei una bambina sorridente, dallo spavento cercò di rallentare ma cadde a terra.

Poco dopo riaprì gli occhi, affianco a lei c’era la bambina con un grande sorriso, che attendeva il suo risveglio e gli chiese << ciao, ti sei fatta male? >>. Nami si strofinò gli occhi incredula di quello che stava vedendo e poi rimassi immobile a fissarla. << Non avere paura di me, non ti voglio fare del male >>. Cecando di mantenere il controllo la donna a terra gli cheise << Non è possibile assomigli molto alla sorellina di Law>>. << Si, mi chiamo Lami, invece tu sei Nami la navigatrice di Cappello di Paglia. Non ti stupire se so chi sei, me la detto mio fratello >>.
Nami era ancora più confusa sentendo quella parole. << Come fai a sapere il mio nome? Non è possibile, Law ha perso la sorella molto tempo fa, chi sei veramente? >>. << Lo so che non ci puoi credere, ma io sono Lami, e sono venuta qui per dirti di continuare a credere in mio fratello. Io gli voglio bene e non voglio più che soffra per me. Con te lui ha ritrovato la gioia di vivere, e se lui sta bene io sono felice. Se non lo aiuterai, il male prenderà il controllo su di lui. Ti prego salvalo. Quando lo rivedrai digli che non lo abbiamo dimenticato e che saremo sempre con lui>>.  Nami guardava la bambina che parlava come un adulto, poi gli pose mille domande, perché non riusciva a capire, ma il tempo era scaduto. La bambina scomparve.
 
Law, intanto, ignaro di tutto raggiunse un punto preciso della città, perché sapeva che lì cera qualcuno che attendeva il suo arrivo. Davanti a lui l’ammiraglio Kizaru seduto per terra con le braccia incrociate, era colui che aveva pianificato tutto. << Eccomi! Sono la tua preda >> urla Law fermandosi a qualche metro dall’ammiraglio che rispose << Sei uno stupido! Pensavi d’avvero che qui avresti potuto trovare qualcuno vivo? Oppure sei rimasto impressionato dall’immagine di quel tuo caro amico morto per salvare un virile come te >>.
Law sospira, pulisce la spada sporca di sangue, poi la punta verso il nuovo nemico dicendogli << sapevo che tutti erano morti e sapevo che anche Rosinante è morto, ma di certo non avrei mai permesso che voi possiate usare lui per i vostri folli piani >>.
<< è qui che ti sbagli. Chi ti dice che tutti gli abitanti quel giorno si trovassero all’interno della città? Alcuni uomini sono ancora vivi, ma pensa che atroce vita che fanno, vivranno nell’ombra con la paura che prima o poi moriranno per mano della marina o per la malattia, ma sei tu il ragazzo che è sopravvissuto all’inferno totale, mi domando come hai fatto a vivere portandoti un peso del genere>>.
Prende fiato, si alza in piedi e riprende a parlare un discorso che non ha fine. << In una sola cosa hai sbagliato Law. La tua dolce metà ti ha raggiunto e tu l’hai lasciata sola. Che stupido sbaglio. Lei ti ha seguito fino a qui, si è fatta catturare dalla marina e ha finto per un mese di essere prigioniera, poi nel momento meno inaspettato è scappata dalla nave. Ha fatto tutto questo per te, è stata così stupida>>.
Law impugna la spada e lo colpisce urlando << Cosa gli avete fatto? >>. L’avversario è troppo veloce e ferma quella spada con due dita della mano. << I miei uomini l’avranno catturata e sarà l’esca per catturare la ciurma di Capello di Paglia >>.
L’ammiraglio inizia ad attaccare Law, prima con un calcio, poi con un pugno, poi cerca di colpirlo con la sua spada di luce. Law sta sulla difensiva, non reagisce, vorrebbe andarsene per andare a salvare Nami. L’ammiraglio non è stupido, aveva capito l’intenzione di Law. Non gli avrebbe permesso di andarla a salvare, proprio per questo decise che per il momento doveva tenerlo occupato. Così inizio colpirlo interrottamente costringendolo a combattere sul serio. Law non aveva scelta, avrebbe potuto raggiungere solo dopo essersi liberato del nemico.
 
La terra trema, due potenti uomini combattono, ma si sa in un combattimento vince sempre il più forte. Law incomincia a sentire dolori in tutto il corpo, non riusciva ad evitare tutti gli attacchi, incominciava a temere che non avrebbe resistito ancora per molto. Inoltre non era concentrato, si sentiva in colpa per averla lasciata da sola Nami. La battaglia prosegue entrambi si colpiscono a raffica, sembra che vogliano finire il prima possibile quel combattimento.
 
Da lontano Capello di Paglia guarda l’orizzonte, affianco a lui, Sanji si fuma una sigaretta, non si parlano, ma basta uno sguardo per capire che cosa stava scucendo. Avevano capito che si dovevano sbrigare, il combattimento era iniziato. Adesso non potevano fare altro che aspettare e sperare che la loro compagna fosse viva.
 
Poco dopo

L’uomo che fino a quel momento aveva tenuto gli occhi posati su Law, si ferma, guarda verso un punto preciso della città, aveva percepito qualcosa e sorrise. Law immediatamente capisce che cosa era successo, con il suo potere approfitta della distrazione del nemico per allontanarsi. Riesca a scambiarsi di posto con un uomo della marina nascosto poco distante da lui.  Adesso si trova dentro una casa, era il luogo in cui si era nascosto l’uomo della marina, togli la mano dal petto, sta sanguinando. Era stato fortunato, la battaglia stava procedendo a vantaggio del nemico che risultava più forte di lui. Grazie a quell’attimo di distrazione era riuscito a scappare, adesso poteva raggiungere quella donna che aveva lasciato sola, ma primo o poi sapeva che l’ammiraglio lo avrebbe ucciso.
 
Nami al suo risveglio si ritrovò con la faccia al suolo e le mani legate. Accanto a lei un uomo armato si era appoggiato al muro pericolante e sicuramente aveva il compito di controllare la prigioniera. Nami cercò di voltarsi appacia in su e dovette rotolare per terra, l’uomo accorgendosi che si era svegliata, gli punta il fucile urlandogli << stai ferma o ti sparo >>. Arriva un altro uomo, che sbadigliando dice al compagno << si è svegliata? >>. Non fanno in tempo a dirlo che la Navigatrice, nonostante aveva le braccia legate, colpisce con un calcio l’uomo con il fucile. Tenta un invano corsa, mail secondo uomo l’afferra per la maglietta, si ritrovano faccia a faccia. Lei agisce istintivamente, tira una testata all’uomo della marina che addolorato cade a terra. Lei si guarda a torno, cerca un luogo per nascondersi, ma prima deve scappare da quella zona piena di nemici, intanto sente il sangue della ferita scivolare sul suo viso e bagnargli le labbra.
Corre cercando di raggiungere un luogo più sicuro, ma sente degli spari, gli uomini della marina la stanno raggiungendo e voglio fermarla a tutti i costi. Ad un certo punto sente delle grida << non sparategli, il capo la vuole viva >>. Deglutisce all’idea che gli uomini della marina hanno avuto l’ordine di catturarla, chi è che aveva ordinato di catturala viva?
 
Law poco lontano sente degli spari, preoccupato corre alla ricerca di quella stupida donna che non l’aveva ascoltato, ma si sente in colpa. Pensando che se si trovavano in quella situazione fosse solo per colpa sua. Quando la raggiunge la trova circondata dai nemici che gli puntano i fucili addosso. Gli urlano di mettersi in ginocchio, lei non ascolta e riceve un colpo sulle gambe, che la fa cedere.
Lui non può sopportare che facciano del male alla sua danna, così tira fuori la sua spada e senza pietà li uccide uno dopo l’altro. Il capitano è veloce nei momenti, ma un uomo più potente di lui lo anticipa. Law si volta, vede Nami sotto i piedi di quell’alto uomo che sbuffando, punta il dico contro di lei e dice questa parole << Law arrenditi o lei morirà >>.
 << Bastardo. Hai pianificato tutto. Era Nami l’esca non io >>. << Sapevo che ti avrebbe seguito, sapevo anche che Capello di Paglia sarebbe venuto a salvarla, in qualche modo il piano di sarebbe realizzato, perché voi ci tenete alla vita dei vostri compagni. Adesso che cosa farei? Lascerai che io uccida la tua donna, che morirà qui nella città in cui sono morti i tuoi cari, oppure rinunci alla tua vita per la sua e ti consegnerai alla marina? >>
 
Law spalanca gli occhi, non sopportava di essere minacciato, se lui fosse morto non gli interessava, ma non voleva che per i suoi errori altre persone morissero. << Lasciala e io mi consegnerò a voi. Devi garantirmi che non gli farai del male e la lascerai libera >>. La sua voce non era più sicura e decisa, ma preoccupata e seria. Guardava la donna dai capelli arancioni che con la poca forza che rimaneva gli disse << Non lo ascoltare, non mi lascerà libera, ci uccideranno entrambi >>.
Era troppo tardi il Chirurgo della morte si arrese. Gettò la sua arma a terra, poco dopo due uomini gli misero le manette di algamatorite. Nami venne lasciata libera ela liberarono dalle corse che gli tenevano legate le mani. Non sapeva cosa dire, ma rimase  a guardare l’uomo che gli urlava di andarsene, lei ubbidì in silenzio. Non lo aveva mai visto Law così preoccupato, lei era debole non poteva salvarlo. Poco dopo mentre camminava svenne.
 
Dopo un lungo mese  finalmente raggiunsero la terra ferma, la città bianca. Speravano che i loro compagni si trovassero lì, era da un mese avevano nagivato senza sosta per raggiungerli. Il loro obbiettivo era salvare e riportare la compagna all’interno della ciurma. Lufy guarda i compagni dicendogli << TROVATELA >>. Poi si mise a correre lasciando i compagni indietro, volava raggiungere il luogo dove si era tenuto il combattimento che era terminato. Tashigi scese per l’ultima sulla nave, appena si accorse che Zoro si era allontanato, andò a cercarlo ignorando le parole della ciurma che la invitarono ad non allontanarsi da sola. 
 
 

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