Esper War

di MasterAizen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Bambina ***
Capitolo 2: *** Nascita ***
Capitolo 3: *** Scontro ***
Capitolo 4: *** Governatore ***



Capitolo 1
*** Prologo: Bambina ***


                                                                    ESPER WAR

                                                                                           PROLOGO

                                                                                           BAMBINA

Il Generale fissava l’orizzonte, verso il prossimo villaggio da conquistare. Da quando l’Oligarchia era stata attaccata dalle tribù selvagge ai confini meridionali, tutta la sua vita era impiegata al fronte.                                                      
Non desiderava di meglio. Poche persone al di fuori del suo esercito l’avevano visto da quando aveva appreso quel potere. Odiava l’Oligarchia e la sua politica pacifista, ma doveva rimanere buono finché il suo piano non sarebbe stato pronto.                     
Toccò le sue spade incantate e rimpianse di non poterle usare. Aveva bisogno di un corpo che si adattasse perfettamente a lui, invece il corpo che possedeva ora era solo quello di un vecchio, ma era stato un sacrificio necessario per rimanere in vita.     
Il suo più fidato subordinato, il Capitano Hinamori, attendeva i suoi ordini e così l’intero esercito. Il Capitano era ancora giovane, aveva venti anni, capelli neri liberi e occhi scuri. Non brillava in strategia e a volte era impacciata, ma adorava il Generale quasi come una divinità e a lui bastava questo. Solo la fiducia dei suoi uomini. Con le sue speciali capacità vinceva ogni singola battaglia. Poche persone conoscevano il segreto che portava dentro, ma tutti i suoi uomini erano certi che aveva poteri sovrannaturali.                                                                   
Il respiro divenne più affannoso. “Presto questo corpo sarà inutilizzabile”, disse con un filo di voce.
“Mio signore”, esclamò preoccupata Hinamori. “Troveremo un nuovo corpo che si adatta perfettamente a lei”.
“Lo spero, così finalmente potrò utilizzare le spade e tutti i poteri che possiedono”.
“È sicuro di voler combattere in queste condizioni?”
“Si, la guerra è la mia vita”, rispose il Generale.        
Estrasse ed impugnò le spade. Una di esse era corta mentre l’altra era più lunga. Sembravano le lancette di un orologio. “Forza facciamola finita con questi selvaggi!” urlò ai suoi uomini.
L’esercito rispose all’incitamento con un urlo e tutti caricarono in avanti. I selvaggi non erano molto forti ma erano numerosi e le loro trappole causavano parecchi danni agli eserciti nemici. Ma non al Generale. Una dopo l’altra, le trappole erano state distrutte senza che nessuno venisse ucciso. Uno dopo l’altro, caddero gli eserciti di fronte alla sua furia. Ma non era ancora il massimo. “Se solo avessi un nuovo corpo compatibile”, ripeteva sempre dentro se stesso.                                   
“Signore, la scorteremo in battaglia”, esclamò Yuki, una delle sue due guardie del corpo. “Fino alla morte!” continuò Kurumi, la sorella minore di Yuki.   
Il Generale sorrise poi si lancio nella battaglia con la foga che lo rendeva unico. Gioiva nel vedere i suoi nemici massacrati dinanzi a lui.                               
 selvaggi gli piombarono addosso ma, con un’agilità incredibile per un corpo anziano e decrepito, schivò tutti i nemici, lasciando dei profondi solchi sui loro corpi. Dopo essersi resi conto delle ferite, i selvaggi si accasciarono a terra.                                                    
Yuki e Kurumi gli coprivano i fianchi, respingendo indietro orde di selvaggi. La lunga lancia di Yuki colpiva i nemici con una straordinaria rapidità, mentre Kurumi danzava attorno ai nemici con la sua spada con grazia e agilità.                                                
Il Generale non poteva chiedere di meglio, quando combattevano insieme, erano estremamente coordinate nei movimenti. Lui aveva salvato le loro vite e loro lo ripagavano proteggendolo fino alla morte. Sapevano delle sue capacità ed erano le uniche a conoscere un po’ più a fondo le tenebre dentro di lui. “Voi due”, disse rivolto alle sorelle. “Eliminate i nemici dietro di noi, io faccio fuori il capo nella piazza”.
“Come comanda”, risposero all’unisono, come ogni volta dopo aver ricevuto un ordine.           
Il Generale eliminò ogni selvaggio presente nella piazza del villaggio, quando sentì una presenza alle sue spalle. Si voltò ma troppo tardi: un selvaggio piombò su di lui con la spada diritta verso il suo torace, lasciando un profondo squarcio nel suo debole corpo.                                                              
Privato di ogni forza, il Generale guardò il selvaggio avvicinarsi per finirlo ma in quell’istante la lancia di Yuki gli sfondò il cranio.                                             
“Mio signore!” urlò la ragazza. “Prenda il mio corpo, la prego, lei deve vivere”, supplicò.                    
“Non..” iniziò, ma non riuscì a finire la frase che i suoi occhi si posarono su una bambina selvaggia, vestita con stracci, senza scarpe e con dei bellissimi capelli biondi, che piangeva sul corpo senza vita della madre. Yuki capì al volo, prese immediatamente la bambina e la portò dal suo signore.                                                
Il Generale tocco le tempie della giovane e in un attimo accadde ciò che le sorelle avevano visto diverse volte. L’anima del Generale abbandonò il corpo del vecchio e si trasferì in quello della bambina, sovrascrivendone la memoria e scacciandone lo spirito in un mondo sconosciuto.                                   
Per la prima volta, il Generale sentì scorrere tutto il suo potere in corpo.                                                  
“Yuki, Kurumi, finalmente l’ho trovato!” urlò scoppiando a ridere con la voce dolce della bambina. Non una normale risata, ma una fredda e crudele.    Le due sorelle si inchinarono alla bambina vestita di stracci e sui loro volti comparve la felicità.          
“Dopo così tanto tempo, ho trovato un corpo compatibile. Ora posso finalmente mostrarmi al mondo intero!”                                                       
Impugnò le due spade e le sollevò al cielo.
“Pioggia di fuoco nero!” urlò, e, improvvisamente, nel cielo limpido, si formarono delle nuvole rosse, che rilasciarono sul villaggio un’oscura pioggia infuocata che bruciò tutto e tutti.                                             
“Mio signore, cosa..” iniziò il capitano Hinamori. Tutto l’esercito sapeva della sua capacità di cambiare corpo, mentre per tutti gli altri era visto solo come un brillante generale capace di strategia che non aveva mai perso una battaglia.                                              
Con un cenno della mano zittì il Capitano. “Questo è il corpo definitivo”.
Hinamori rimase a bocca aperta senza dire nulla, poi la sua espressione mutò, divenne seria. Si avvicinò al Generale e gli sussurrò: “Quindi è ora?”                                                                         
“Esatto”, fu la risposta. “Dai l’ordine”. Da quel momento, la pace e la serenità della Oligarchia vennero meno. Non gli erano fedeli solo i suoi uomini, ma anche soldati di altre legioni. Bastò poco a convincere gli uomini a obbedirgli. I suoi messaggeri sapevano come incutere timore col suo nome. Tutto era organizzato da tempo, mancava solo il segnale. E ora era finalmente arrivato.                                             
Il Capitano Hinamori si mise in comunicazione con i soldati fedeli al Generale sparsi nelle altre legioni: “Uomini, dopo tanto tempo è arrivato il momento. Nel nome del Generale, eliminate tutti i suoi oppositori”. Nei brevi istanti successivi, le vite di quasi tutti gli oppositori del Generale e dei comandanti delle altre legioni si spensero. Agli Oligarchi, ci avrebbe pensato lui personalmente.
 

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Capitolo 2
*** Nascita ***


                                                                        Capitolo 1 

                                                                         NASCITA

5 anni dopo

Dopo la grande guerra interna tra i membri del consiglio dell’Oligarchia del Regno di Anima, il numero 5 Aizen, meglio conosciuto come il Generale, prese il potere. Gli altri 12 membri non poterono far altro che cadere dinanzi al suo potere o fuggire. I numeri 4, 7, 9 e 13 provarono a combatterlo ma furono uccisi. Persino il più forte e saggio del consiglio, il numero 1, era stato ucciso dal Generale.   I rimanenti erano ormai dispersi per le sei regioni, governate dai più fidati agenti del Generale: Earthland, Era, Edolas, Extalia, Atlas e Albion.           
Ciò che impedì al popolo di ribellarsi furono i cosiddetti “Esper”.                                                             
Si mormorava che erano demoni, altri dicevano che erano l’élite del Generale, e che il Regno possedeva dei macchinari per trasformare le comuni persone in Esper. Ogni Esper era in grado di controllare un elemento, anche se finora le tipologie erano molto limitate. Le più comuni sono fuoco, acqua, terra, aria e fulmine, anche se non mancano voci su chi riesce a controllare la psiche. I semplici umani non avevano speranza, un solo Esper poteva mutare le sorti di una battaglia.                                                                            
Fu proprio il desiderio di diventare Esper di un ragazzo, Yuhichiro Hyakuya, a cambiare le sorti dell’intero regno.
 
“Yuu dove sei?” lo stava chiamando il suo miglior amico, Mika. “Sono qui”, rispose annoiato da sopra un muretto.                                                                       
“Dai vieni a giocare ci sono anche Saruyama e Levi”, lo incitò.
 
 Loro quattro erano amici da tanto tempo. Avevano tutti dodici anni e vivevano nel villaggio di Jeeda, nella regione di Earthland.                                           
Yuu era sempre pieno di cicatrici e i suoi capelli neri sempre smossi, con il suo solito ciuffo ribelle. La sua famiglia era povera e non possedeva molto.          
Mika, invece, era un ragazzino biondo ma sempre ordinato. Aveva perso i suoi genitori da piccolo e da allora viveva in un piccolo gruppo di bambini orfani.  
Saruyama era il classico teppistello, capelli sempre spettinati e aveva la parlantina facile. Era lui a capo del gruppo di bambini orfani.                                      
Levi era l’unica ragazza del gruppo, ma era la più inquietante. Lei aveva sempre detto di discendere da una famiglia di ninja infatti era la più agile e veloce. I suoi lunghi capelli castani scendevano lungo la schiena e al collo portava sempre una sciarpa. Lei e Saruyama si conoscevano da molto prima rispetto agli altri e Yuu pensava che tra i due potesse esserci qualcosa in più dell’amicizia, ma lo sguardo spettrale di Levi e il viso terrorizzato di Saruyama diceva tutt’altro.
 
Il loro gruppo era sempre unito e i loro passatempi consistevano in corse lungo il villaggio o duelli a colpi di bastoni. Quasi sempre era Levi a vincere.
 
A casa di Yuu vivevano lui, i suoi genitori e, da qualche tempo, un parente di suo padre, Byakuya Kuchiki. Il padre gli aveva raccomandato di non parlarne a nessuno, si sarebbe fermato solo per poco tempo.
 
Quel giorno il Governatore di Earthland in persona, Pixis, il Lampo Bianco, sarebbe venuto in quel piccolo villaggio, per cacciare uno dei 13 membri dell’Oligarchia, nascosto da qualche parte nei dintorni.                                                                         
Tutti erano indaffarati a fare bella figura davanti al Governatore, che sarebbe arrivato a momenti.
 
“Ragazzi, che ne dite, andiamo anche noi a vedere l’arrivo del Governatore?” propose Mika.            
“Certo!” rispose entusiasta Yuu. “Voglio entrare nell’esercito e diventare un Esper. Sarei invincibile!” “Quanto sogni pivellino, probabilmente resterai soldato semplice a vita mentre io sarò guardia del corpo del Generale, ahahah”, rise Saruyama.         
“Ridi quanto vuoi, vedremo chi riderà per ultimo”. “Smettetela di litigare”, disse Mika. “Uh, lasciali fare così mi divertirò a vederli rotolare di nuovo nel fango come maiali”, rise Levi, con la sua voce bassa e inquietante.                                                                      
“Ti hanno mai detto che fai paura?” le disse Saruyama.                                                                          
“È proprio questo quello che voglio”, rispose lei.                         
“Il Governatore! È arrivato il governatore!” sentirono urlare.                                                                       
“Corriamo!” disse Yuu, dirigendosi verso l’entrata del paesino, con i suoi amici dietro.                               
Videro la carrozza scortata da un piccolo gruppo di soldati e, a cavallo, c’era il corpo di guardia del Governatore, il trio chiamato Raijinshu.                   
Freed, il leader dei Raijinshu, diede l’ordine di fermarsi. Aveva lunghi capelli verdi, che coprivano parte del volto e indossava una divisa rossa.     
Bixlow, secondo Raijinshu, aveva il volto coperto da un elmetto e l’intero corpo rivestito da una pesante armatura blu.                                                                       
Il terzo membro, Evergreen, era l’unica ragazza del trio, vestiti scollati e con il volto coperto da una mascherina.                                                                        
La porta della carrozza si aprì e scese il Governatore, un uomo anziano, alto, magro e completamente calvo, vestito con una lunga toga e un’armatura sul petto raffigurante un fulmine bianco. Sceso dalla carrozza, Pixis salutò la gente con un sorriso e con un gesto della mano.                  
“Cittadini…” iniziò, ma Yuu non ascoltò una parola, era troppo impegnato ad ammirare la loro maestosità. Erano Esper. Sia il Governatore sia i Raijinshu.
Ne era sicuro.                                                     
I soldati fecero largo tra la folla, mentre utilizzavano un rilevatore. Saruyama diceva che era un oggetto in grado di tracciare l’energia degli Esper. Lo stavano utilizzando per catturare il fuggitivo, anche lui doveva essere un Esper.                                                                   
I soldati fecero spostare la gente indietro e continuarono a seguire il rilevatore, svoltando in un vicolo.                                                                              
“Ma da quella parte c’è casa mia!” esclamò Yuu.                                  
Il gruppo del Governatore svoltò lungo il vicolo che portava a casa di Yuu, ma il ragazzo non riusciva a passare in mezzo alla folla.                                            
Uscì dalla fiumana e si arrampicò su un tetto.       
“Yuu, aspetta”, urlò Mika.                                              
Un attimo dopo ci fu un urlo e un lampo cadde dal cielo, proprio sopra casa sua.                                           
Yuu guardò oltre il tetto. I corpi privi di vita dei suoi genitori giacevano ai piedi del Governatore mentre la casa prendeva fuoco. Il Governatore si rivolse alla folla: “Chiunque sa qualcosa su Byakuya Kuchiki parli ora”, disse con un ghigno sul volto.                                  
Yuu si gettò dal tetto e corse in mezzo alla folla. La persona che tanto stimava aveva appena ucciso i suoi genitori per catturare il parente di suo padre. Perché suo padre stava nascondendo un ricercato?        
Sbucò proprio davanti al Governatore e colpì la sua armatura con un pugno. Il Governatore rimase sorpreso da questo attacco.                                     
Freed lo afferrò subito dopo e lo fece inginocchiare. “Che ne facciamo di lui?” chiese.                               
Pixis rise. “Deve essere il figlio di questi traditori, fallo unire alla sua famiglia”.                                                
Freed lo scagliò tra le fiamme senza pensarci due volte.                                                                                
Sentì l’urlo di Mika e il brusio della folla, ma ormai il fumo dell’incendio lo aveva raggiunto. Chiuse gli occhi e si mise il braccio davanti, ma subito sentì un calore insopportabile. Stava prendendo fuoco. I suoi sogni sarebbero finiti così.                                          
Sentì un forte odore di ciliegio. Aprì gli occhi e vide i lunghi e sciolti capelli neri di Byakuya Kuchiki che lo sorreggeva. La gente si stupì, bisbigliando. “Uccidetelo!” urlò Pixis.                           Byakuya eseguì una serie di salti evitando i colpi dei soldati.                                                                             
“Ehi dove lo stai portando?” gli urlò Saruyama. Byakuya li ignorò e si rivolse a tre persone vicino a lui.
“Prendete anche quei tre”, disse indicando Saruyama, Mika e Levi.                                                                       
Due uomini e una ragazza li afferrarono e se li caricarono sopra, poi salirono sui tetti e, prima che i soldati salissero erano già scomparsi.
 
“Signore…”, iniziò Evergreen. Pixis rimase calmo a stento e disse: “Non posso crederci. Per un attimo ho pensato che anche quei tre fossero Esper”. “Dobbiamo riferire agli altri Governatori e al Generale?” chiese Bixlow.                                           
“Per ora non è che un dubbio, non vale la pena disturbare il Generale per qualcosa che non è nemmeno sicuro. Mandate una squadra a cercarli. Ne ho abbastanza di stare a contatto con questi villici, torniamo a Sina”.
 
Yuu si risvegliò all’interno di una strana macchina. Era legato e le ustioni sul suo corpo gli causavano un dolore atroce.                                                         
Byakuya gli parlò attraverso il vetro del macchinario: “Yuu mi dispiace per quello che è successo ai tuoi genitori. È stata tutta colpa mia non ho potuto fare nulla per salvarli”. Yuu ripenso alla morte rapida dei suoi genitori e le lacrime scivolarono giù dal suo volto.                                                                    
“Possiamo ancora salvare te però. Le ustioni sono troppo gravi questo è l’unico modo per salvarti la vita ma devi fare la tua parte. Quando attiveremo il macchinario, aggrappati ad un pensiero per tutta la durata del processo. Non pensare cose negative come la vendetta o potresti perdere il controllo. Pensa a qualcosa di felice. Realizzeremo il tuo sogno: diventerai un Esper”.                       “Come puoi chiedermi proprio ora di pensare a qualcosa di felice”, chiese Yuu con un filo di voce.   “Lo so ma...” iniziò Byakuya.                                           
Una persona apparve dietro Byakuya, interrompendolo. “È ora”, disse l’uomo alto e robusto, con un sigaro in bocca, una benda sull’occhio destro e i capelli neri tutti per aria. Byakuya si allontanò ma continuò a fissarlo. Il macchinario emise un forte rumore e Yuu svenne.
 
Vide tante cose. Acqua, terra, aria, vento, lampi. Poi il buio più assoluto.                                                          
Una voce fredda, tentatrice, gli parlò: “Yuu, non è la vendetta che cerchi? Accettami e ti aiuterò ad uccidere la persona che più odi”.                            
Rivide il Governatore Pixis che uccideva i suoi genitori. Una figura umana, avvolta nell’Oscurità, gli tese un braccio. “Basta solo che abbracci l’Oscurità e la tua vendetta sarà facilissima”.               Una piccola fiamma si accese nel buio. “No!” gridò. Al contrario dell’Oscurità, la voce della fiamma era calda e rassicurante, come una figura materna.
“Yuu, non è la vendetta che devi cercare. Quella non è la tua via”. La fiamma si trasformò in una sagoma simile all’Oscurità, ma rossa e ardente. “I tuoi amici sono la cosa più importante, ricordalo. Accetta questa mia fiamma e usala per purificare il mondo, usala per ripulire il mio peccato”.                             
“Non stare ad ascoltare simile idiozie, non hai bisogno di quella fiamma, solo della tua vendetta”, continuò l’Oscurità.                                                        
“La scelta è solo tua”, disse la fiamma.                      
Yuu guardò nel buio e vide se stesso, solo e trionfante su Pixis e seduto sul posto di Governatore. Guardò nelle fiamme e vide anche qui se stesso, ma qui non era solo. Aveva tante persone attorno. Mika, Saruyama, Levi e tanti altri che non conosceva. “Ho fatto la mia scelta”, disse infine. Poi tese il braccio…

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Capitolo 3
*** Scontro ***


                                                                                               CAPITOLO 2
                                                                                                 SCONTRO
Erano passati tre anni da quell’evento. Yuu e i suoi amici ora sono parte dell’armata rivoluzionaria chiamata Gotei XIII, capeggiata dall’uomo con la benda che Yuu aveva incontrato quando era nel macchinario, Kenpachi Zaraki.                                        
La cosa più importante però era che sia lui sia i suoi amici avevano realizzato il loro sogno: erano diventati tutti Esper lo stesso giorno in cui Byakuya li aveva salvati. A salvare i suoi amici erano stati due dei vecchi tredici Oligarchi, il numero 8, Shunsui e il numero 12, Mayuri, insieme alla figlia adottiva di Kenpachi, un’allegra ragazza di nome Shinoa.     
Anche se Shinoa era più grande di loro, da quando erano diventati Esper rimaneva sempre nel gruppo. Era bassa per i suoi diciassette anni, i suoi capelli violetti erano tenuti ordinati con dei fiocchetti e indossava sempre uno strano anello con una perla nera.
Yuu aveva capito che si sforzava sempre di sembrare perfetta e per questo tutto il gruppo la prendeva in giro.
 
Proprio ora si stavano allenando con i loro poteri. “Forza ragazzino, perché non mi mostri quanto sei bravo a combattere?” lo provocò lei, con la sua solita voce calma e tranquilla.                                                
“Oh si, ti faccio provare le mie fiamme”, urlò Yuu, tutto carico. Trasse un profondo respiro e dalla sua bocca uscì una fiammata.                                       
Shinoa, però, con la sua falce deviò le fiamme.   
“Tutto qui, bimbo?” continuò a ridere.        
“Saruyama, ora!” gridò Yuu.                             
“Eccomi!” rispose l’amico. Dal terreno sotto i piedi di Shinoa uscirono delle radici, che le salirono su tutto il corpo, bloccandola.
“Ih ih ih”, rise Saruyama. Le radici si strinsero attorno al corpo della ragazza.              
“Tsk, dove vuoi arrivare?” Shinoa riuscì a far ruotare la sua falce e, in un istante, fu di nuovo libera.        
“Sei scoperta”, disse Mika alle sue spalle, scagliando un fulmine. Anche questa volta Shinoa li aveva anticipati e parò il fulmine con la falce, per poi stendere Mika con un calcio.                                 
“Avete ancora molto da imparare eheh”.              
“Fatti sotto!” gridò Yuu.                                            
 “Sicuro vuoi che faccia sul serio?” Shinoa mosse un passo verso di lui e cadde nella trappola. Una runa luminosa si era attivata sotto il suo piede e la ragazza si ritrovò intrappolata in una sfera d’aria.         
“Vittoria!” rise Levi. Shinoa sbuffò. “Pff, sempre le solite trappole”.                                                            
Tutti risero. “Shinoa, fin’ora non hai fatto altro che evitare i nostri attacchi, ma non ci hai nemmeno mostrato il tuo potere di Esper. Sono un po’ curioso”, disse Mika. “Il mio potere non si vede”, rispose lei. “Sono un Esper psichica. Siamo molto rari, non se ne vedono molti come me. In poche parole siamo speciali”. Fece una linguaccia a Yuu, il quale si voltò dall’altro lato sbuffando.                                           
“Cosa fa un tipo psico? E cosa usa per ricaricarsi di energie?” chiese Saruyama. “Legge la mente della gente e se è molto abile può manipolare i pensieri e i ricordi. Per combattere uso fendenti psichici in grado di tagliare qualunque cosa. Voi vi ricaricate assorbendo le fiamme, i fulmini, respirando o, nel tuo caso Saruyama, mangiando erbe con una mucca ahahah”, scoppiò a ridere, mentre Saruyama rimase impassibile. “Eheh, io per ricaricarmi ho solo bisogno di pensare ad una qualsiasi cosa”.                            
“Ma non è giusto”, esclamò Yuu. “Perché tu e Levi cose facili, mentre noi cose più difficili?”               
“Zitto Yuu, pensa a me che devo mangiare erba...” disse Saruyama.                                                             
Levi e Shinoa risero così forte che caddero a terra. “Andiamo al villaggio qui vicino a mangiare qualcosa?” propose Mika.                                          
Tutti acconsentirono.
 
Durante il tragitto, Yuu chiese a Shinoa: “Sono passati tre anni da quando siamo diventati Esper, però i ranghi alti non ci hanno ancora fatto combattere”. Shinoa non disse nulla, ma si accese una sigaretta. “Quando, sarà il momento Kenpachi vi manderà in battaglia”, il fumo uscì dalla sua bocca.                    
“Cosa ti costa dirci qualcosa? Siamo tuoi amici, no?” insistette Yuu.                                                           
“Quanto sei noioso. Per ora vi dico solo qualcosa riguardo l’origine degli Esper. Per tutti noi, quando siamo diventati Esper c’è stata una scelta degli elementi. Il macchinario è stato progettato ai tempi dell’Oligarchia quando c’erano soltanto 13 Esper. Nessuno sa come è stato costruito o da dove derivano i poteri, nemmeno i Capitani. L’unico a sapere la verità era Yamamoto, il numero 1, ma ora è morto. Ognuno dei 13 era specializzato in qualcosa. Kenpachi è specializzato nel tipo lotta, Byakuya nell’erba, Mayuri nel veleno e Shunsui nell’aria. Non dirò una parola di più”.                                            
“Certo che quando vuoi hai la lingua lunga, altre volte invece…” protestò Yuu.                                          
“Smettila di fumare, inquini la mia aria”, disse Levi scocciata.                                                              
“Dettagli, eheh”, disse Shinoa, continuando a fumare.         
“Tuo padre non vuole che fumi”, disse Mika.          
"Chi se ne importa ahahah, lui fuma pure”, rispose Shinoa.                                                                     
Avevano provato tante volte a farla smettere ma non aveva mai cambiato idea. Una volta le avevano persino buttato il pacchetto, ma l’unica cosa che avevano ottenuto era quella di farla imbestialire.
 
Il villaggio di Littner era più grande di Jeeda e anche più ricco. Era abbastanza vicino alla capitale di Earthland, il che lo rendeva un luogo sempre pieno di soldati.
 
I loro volti non erano tra quelli dei ricercati, anche perché il Governatore aveva messo in giro la voce che il Gotei XIII li avesse rapiti e uccisi.                          
Passò di lì un gruppo di guardie che scortavano un esattore delle tasse, in prima fila, mentre in coda ci stava un uomo alto, dai capelli corti e neri e con dei baffetti. Dai distintivi che portava, Yuu riconobbe che era un sergente dell’esercito, ma quando incrociò il suo sguardo percepì qualcos’altro, una forza tenuta repressa a stento. Era un Esper anche lui, ma, al contrario loro, non aveva imparato bene a tenere nascosta la propria energia agli altri Esper.               
Yuu guardò i suoi amici ma Shinoa fece cenno di proseguire. Quando le guardie passarono, la ragazza gli disse: “Non fare niente di azzardato, siamo in territorio nemico e non siamo in missione. Ricorda cosa ci raccomanda sempre Kenpachi, nessuno deve sapere che il Gotei XIII possiede gli Esper finché non saremo pronti ad una guerra. Quindi sta calmo e resta al tuo posto”.                                                        
Yuu voleva ribattere su molte cose, ma questo non era né il luogo né il momento più opportuno, comunque tenne d’occhio le guardie. L’esattore si avvicinò ad una casa e bussò.                                  
“Yuu, non fare nulla, ti prego”, lo supplicò Mika. Il suo miglior amico aveva capito le sue intenzioni.               
Si voltò di nuovo indietro e vide l’esattore che discuteva con l’uomo uscito dalla casa. Poi l’esattore fece un cenno alle guardie e queste imbracciarono le loro armi. Gettarono l’uomo a terra e lo picchiarono selvaggiamente con le impugnature delle lance. L’uomo si rialzò.                                                               
“Yuu andiamo via”, gli disse Mika, cercando di trascinarlo.                                                               
L’esattore estrasse un coltello e tentò di pugnalare l’uomo.                                                                                
In un attimo, Yuu rivide la morte dei suoi genitori. Quando era diventato un Esper, aveva promesso che non avrebbe più lasciato impunito chi abusava così del proprio potere sui deboli.                                       
Spostò Mika di lato e incendiò i suoi pugni. Tutti i presenti si voltarono verso di lui. “Non permetterò che si ripeta!” urlò, pieno di rabbia, scagliando una vampata che colpì l’esattore. L’uomo cercò di liberarsi dalle fiamme, ma dopo qualche secondo cadde a terra. Sentì le persone mormorare, altre che fuggivano.                                                                    
“Cosa? Un Esper?” disse sorpreso il sergente.  “Esatto. Prendetevela con qualcuno capace di difendersi, vigliacchi”.                                              
“Questa è una sorpresa. Significa che il Gotei XIII sa come creare gli Esper, dei ragazzini per di più”. “Sergente Tubalcain, ci pensiamo noi”, fecero le guardie, ma l’Esper fece cenno di no.              
“Sprechereste le vostre vite, questo non è un avversario per voi”.                                                          
Le guardie indietreggiarono e corsero a chiedere rinforzi.                                                                          
Mika era dietro di Yuu, immobile, non sapeva cosa fare. Shinoa e gli altri erano andati avanti, senza accorgersi della loro assenza. Yuu non aveva mai combattuto un Esper, le missioni che aveva svolto finora non erano nulla di realmente pericoloso. Questo era diverso. Non sapeva nulla sul suo avversario e un minimo errore poteva significare la morte.                                                                             
“Yuu dobbiamo scappare”, disse Mika, ma era troppo tardi. Il sergente Tubalcain si era buttato subito addosso a Yuu. Il ragazzo si spostò e contrattaccò con una palla di fuoco, creata con le mani. Il suo avversario sorrise e si rinchiuse una sfera d’acqua sulla quale si schiantò la palla di fuoco.             
“Questa non ci voleva sono svantaggiato”, imprecò Yuu.                                                                                   
“Mi dispiace ragazzino, hai trovato l’avversario sbagliato ahahah”, rise Tubalcain. “Ti travolgerò in un istante”. Tubalcain creò delle scaglie fatte di acqua e le lanciò contro il suo avversario.                                  
Yuu riuscì ad evitarle ma notò che anche se erano fatte di acqua, tagliavano come se fossero d’acciaio, infatti vide i segni che lasciarono prima di ritornare normale acqua.                                                               
“Yuu, ti prego ascoltami”, lo pregò di nuovo Mika. “Portalo di nuovo sulla difensiva”.                        
“Come faccio? Annulla tutti i miei attacchi con quella sfera”, rispose Yuu.                                                  
“Fidati, fa come ti dico”.                                               
Yuu decise di assecondare Mika e lancio contro il suo avversario altre palle di fuoco.                                      
“Tsk, sei scemo? Non vedi che il tuo fuoco non ha effetto su di me?” disse Tubalcain, rifugiandosi di nuovo nella sfera d’acqua.                                          
Mika colse l’occasione. Dalla sua mano, si formò una piccola saetta e subito la lanciò contro la sfera d’acqua. Appena l’acqua entrò in contatto con l’elettricità, la sfera esplose e Yuu fu respinto all’indietro, finendo addosso a Mika.                    
“Avevi previsto tutto?” chiese Yuu sbalordito, mentre si rialzava.                                                                    
“Esatto. Ho aspettato apposta che si circondasse di nuovo nella sua sfera per colpire”, rispose Mika sorridendo.                                                                       
Un attimo dopo apparvero Saruyama, Levi e una furiosissima Shinoa. “Che cosa avevo detto?” urlò come Yuu non aveva mai visto prima. “Ecco noi..” iniziò Mika. Ahahah”, la risata di Tubalcain lo interruppe. Il tenente era a terra e in fin di vita, ma con un filo di voce disse: “Sciocchi. Potevate continuare con la vostra misera ribellione evitando gli Esper del Regno e divertendovi come avete fatto finora, ma adesso il Generale saprà che il Gotei XIII ha creato gli Esper e per voi non ci sarà scampo. Vi darà la caccia e vi eliminerà fino all’ultimo”. Con queste parole, morì.
Yuu si sentì perso. Aveva fatto l’unica cosa che gli avevano detto di non fare. “Che cosa facciamo ora?”

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Capitolo 4
*** Governatore ***


                                                                                                         Capitolo 3
                                                                                                    GOVERNATORE
Per la prima volta, Yuu si trovava all’interno della sala riunioni del Gotei XIII. Era molto ampia e di forma circolare. Kenpachi sedeva davanti a lui insieme agli altri tre Capitani del Gotei XIII.                                 
“Yuu, ti rendi conto di cosa hai fatto?” iniziò Byakuya. “Si”, rispose Yuu, tenendo lo sguardo basso e senza guardarli negli occhi.                                                       
“Ci siamo giocati il nostro attacco a sorpresa grazie a te”, continuò Kenpachi.                                                  
“Che ci facciamo con lui?” chiese Shunsui.                 
“Di certo non possiamo ucciderlo, altrimenti non saremo diversi da quelli del Regno”, rispose Mayuri.
Kenpachi li zittì. “Hai qualcosa da dire a tua discolpa?”                                                                       
“Io… non so che mi è preso, non riuscivo a distogliere lo sguardo e... e…” Non sapeva più che dire.             
“Lo possiamo sempre togliere dall’esercito?” propose Mayuri.                                                                      
Kenpachi sputò il sigaro. “E che te ne fai di un Esper che pulisce i pavimenti? Non è nemmeno d’acqua”. Shinoa prese la parola: “Kenpachi, so perché l’ha fatto. Quella situazione gli ha ricordato la morte dei suoi genitori e non voleva che succedesse di nuovo”. Kenpachi ci pensò su per un attimo, poi si rivolse agli altri Capitani: “Dobbiamo dire ai nostri gruppi sparsi nelle altre regioni che sanno dell’esistenza dei nostri Esper. Byakuya pensaci tu”.                                 
“D’accordo”, rispose questo uscendo.                         
“In quanto a te, Yuu, voglio fidarmi ancora una volta. Sei congedato per una settimana insieme a tutta la tua squadra. Non disobbedire oltre o dovrò espellerti dal Gotei XIII. Ricorda chi ti ha salvato la vita e a chi devi i tuoi poteri”.                                                          
Yuu annuì in silenzio.  Quando uscì, andò da Shinoa. “Grazie per avermi difeso”.                                        
“Non ringraziarmi”, rispose lei fredda.
 
Pixis sedeva nella sala del Governatore, pensando alla notizia che ormai correva sulle bocche di tutti gli abitanti del Regno, quando entrò Freed. “Governatore, il Generale ha indetto una riunione urgente”, annunciò.                                                   
“Vado subito”.
 
Entrò nella sala riunioni vuota e si sedette al suo posto, chiuse le finestre e attivò l’ologramma. Nella sala, larga e spaziosa, apparvero le figure degli altri cinque Governatori e, in mezzo a tutti, la figura di una ragazzina.                                                                 
Quest’ultima parlò per prima: “Finalmente ci siamo tutti. Penso che ognuno di voi conosca già il motivo di questa riunione”.                                                           Tutti annuirono.                                                           
“Sembra che i nostri sospetti erano fondati. Il Gotei XIII ha trovato il modo di creare gli Esper, i vecchi membri dell’Oligarchia hanno portato con loro alcuni dei macchinari”.                                                       
“Generale, non sarebbe meglio far saltare subito in aria questo gruppetto?” propose Hinamori, ora Governatrice della regione di Era, chiamata anche la Bomba Mistica. “Ha ragione”, confermò il Governatore di Extalia Valga, detto il Muro Invalicabile per le sue enormi dimensioni. “Da troppo tempo ormai girano per il Regno indisturbati a portare il caos nelle città. È ora di schiacciarli”.                                                        
“Governatore Valga, tu per caso sei al corrente dei loro mezzi, delle loro risorse e dalle posizioni delle loro basi?” chiese Ria, la Governatrice di Atlas, soprannominata l’Hacker Perfetto.                         
Valga non disse nulla.                                                     
“Se non sai nulla di tutto ciò potresti facilmente cadere in trappola. Al contrario tuo, io so molte cose del gruppo attivo nella mia regione, per questo sembra che i loro attacchi non mi provochino molti danni”.                                                                    
“Ahahah, com’è divertente. Alla fine è tutta colpa di Pixis?” disse la Governatrice di Edolas scoppiando a ridere.                                                                             
Pixis non la sopportava. Era la persona che più odiava in quella stanza.                                                          
“Perché dovrebbe essere tutta colpa mia, Kana, Principessa dei Sogni?” ribatté Pixis alla più giovane tra i Governatori. Pixis non sopportava che quella ragazzina di solo diciassette anni gli mancasse di rispetto in quel modo.                                                  
Kana combatteva molto di rado, Pixis sapeva solo che era un’Esper di tipo psico.                                                   
Il Governatore di Albion era l’unico a non aver ancora parlato. Il Generale rise: “Prendete esempio da Gotou, lui si che è una persona seria”. Gotou rimase comunque impassibile. Era un uomo di mezz’età e da sempre si comportava in questo modo. Parlava solo se l’argomento gli interessava o se il Generale lo interpellva.       “Pixis”, riprese la bambina, mostrando l’immagine di un ragazzo. “Le mie fedelissime Yuki e Kurumi hanno cercato negli archivi delle missioni degli anni scorsi e hanno scoperto che questo era il bambino che tre anni fa doveva essere morto nell’incendio in cui morirono i due che hanno ospitato Byakuya Kuchiki. Nel rapporto di tre anni fa hai detto che era morto, invece è vivo e ora sappiamo che è un Esper. Perché ci hai mentito?”                                                            
Kana scoppiò subito a ridere. “Ahahah, Pixis pensavi che non avremmo scoperto il tuo fallimento? Però sei davvero caduto in basso se persino un bambino è riuscito a fregarti ahahah”.                                            
Pixis dovette arrendersi: “È vero, ho mentito. Il bambino l’aveva preso Kuchiki insieme ad altri tre ragazzini quando è fuggito, ma non pensavo che sarebbe diventato un Esper”.                                    
“Forse non ti rendi conto del problema Pixis, tu non pensi mai! È questo il tuo problema. Non pensi alle conseguenze e lasci tutto al caso. Forse sarebbe ora che tu andassi in pensione e lasciassi il tuo posto a qualcuno più di più giovane e attraente come me”. Pixis non resse più: “Maledetta puttana, dovrò essere morto prima che tu tocchi la mia regione!”          “Come osi chiamarmi così, lurido vecchio?” rispose la ragazza.                                                                                 
Il Generale fece un sorrisetto divertito. “Mi piacerebbe starvi a sentire ancora un po’ ma al momento ho di meglio da fare. Pixis, trova il ragazzino ed eliminalo. Poi metti in giro la voce che al Gotei XIII si sono uniti alcuni Esper disertori dal nostro esercito e che quel ragazzino in realtà non era un Esper. Trova i testimoni che lo hanno visto e uccidili. Cerchiamo di tenere il vantaggio ed eliminare questi rivoltosi prima che il popolo inizi ad appoggiarli. La riunione è terminata”.                          “Si, Generale”, disse Pixis.                                             
“Spero tu sia all’altezza del tuo compito, vecchio! A presto”, rise Kana, spegnendo l’ologramma.                 
Il Generale scosse la testa. “Voi aumentate i controlli nelle vostre regioni. Dobbiamo bloccare qualsiasi movimento del Gotei XIII prima che creino seri danni”.             “Certo Generale”, rispose prontamente Hinamori.             
Gli altri annuirono e sparirono, mentre il Generale rimase solo con Pixis. “Tu e Kana non dovete mettervi i bastoni tra le ruote l’un l’altro, ricordate che siamo sempre dalla stessa parte”.                                               
“Mio signore, non ho mai fatto nulla del genere. Per ora ci siamo limitati ad insultarci, nulla di più”.       
“Non parlo del passato, ma del futuro”. Il Generale spense l’ologramma.                                                    
Pixis era furioso. “Raijinshu!” chiamò. “Andiamo a caccia”.
 
Kana era rossa di rabbia. Guardò la neve scendere fuori dalla finestra. Edolas era la regione più settentrionale di Anima.                                                  
“Come ti sei permesso di chiamarmi puttana? Come?” Andava su è giù per le sue stanze. “Te la farò pagare dannato, ti farò perdere tutto, hai la parola della Principessa dei Sogni”.

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