A Beautiful Mistake

di fedetojen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 - Prologo ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5 ***



Capitolo 1
*** 1 - Prologo ***


A Beautiful Mistake

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1 - Prologo

 
Ho solo vent’anni e innamorarmi di lui non era nei programmi. Ma è successo. È quel tipo di amore che va oltre la carriera da attore famoso che lo precede: è innamorarsi completamente di una persona, difetti, pregi, movenze, sguardi e molto altro.
 
All’inizio non pensavo di poterlo incontrare così, a Londra, per colpa di un piccolo incidente, ma è successo.
Ho sempre amato l’Inghilterra e il mio sogno era proprio andare a Londra.
Mi sarei aspettata tutto, ma mai incontrare l’uomo che mi ha fatto innamorare follemente di Sherlock Holmes e diventare un piccolo investigatore fai da te.

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Capitolo 2
*** 2 ***


A Beautiful Mistake

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2

Londra: la città delle quattro stagioni in un solo giorno, una città piena di vita, piena di emozioni e colori stupendi.
Viaggiare mi ha sempre affascinato, nel profondo dell’anima: la lingua straniera, gente diversa da come viviamo noi ogni giorno, la monotonia che cambia.

Sono cose che mi hanno sempre spinta a guardare più in là della linea che ognuno di noi non dovrebbe sorpassare perché così dice la legge.
Il mondo dello spettacolo, più precisamente il cinema, mi ha sempre affascinato: sono pochi gli attori che riescono a toccarmi dentro l’animo, con un espressione degli occhi, un tono più basso e roco, un gesto del corpo.

Pochi attori ci sono riusciti, ma uno in particolare riesce ad entrarmi e leggermi nell’anima: Benedict Cumberbatch.
È stato amore a prima vista nella serie tv Sherlock Holmes: è riuscito, in tutti i ruoli che ha interpretato, a farmi emozionare a tal punto da farmi provare più emozioni contemporaneamente.

È strano lo so, ma a me è successo, e mi sento quasi impotente.
Camminare mi rilassa, mentre percorro il grande parco di Londra, pieno di verde e gente che passeggia anch’essa.

Proprio mentre sto pensando e mi guardo intorno, vengo presa in pieno da qualcuno che mi salva, non facendomi cadere a terra, prendendomi tra le sue braccia, ritrovandomi appiccicata al suo cappotto nero, dato il freddo barbino di quella mattina.

-Are you okay?- quella voce, che non potrò mai dimenticare e riconoscere tra mille. Alzai lentamente lo sguardo, incrociando un paio di occhi blu intenso, quasi come il colore del cielo, guardarmi preoccupato. Continuai a guardarlo scettica, dopo aver riconosciuto chi mi stava stringendo a sé, per colpa che da un momento all’altro cadessi a terra.

-Sì, sto bene- biascicai poco convinta, allontanandomi da lui, stordita da quell’incontro così accidentale e catastrofico per la sottoscritta. Anche se mi ero allontanata di poco da lui, continuava a tenere le sue mani, ben salde sui miei fianchi e ben ricoperte da guanti neri di pelle che mi ricordavano tanto lo stile di Sherlock Holmes.

-Sicura?- mi chiese notando la mia cera poco colorita e il mio stato attuale. Mi sforzai di sorridergli ma questo non bastò a convincerlo, dato il suo sguardo contraddittorio verso di me.

-Venga, le offro un caffè- disse afferrandomi gentilmente per un polso, dirigendoci verso il primo bar vicino a noi.

-Non bevo caffè- dissi con una voce così flebile, della quale mi sorpresi io stessa, appena ci sedemmo dentro il bar.

-Prendi qualsiasi cosa tu desideri, offro io- disse sorridendomi appena, sfilandosi elegantemente i suoi guanti di pelle, appoggiandoli poi alla sua destra.

Accavallai la mia gamba destra sulla sinistra, vedendo fare lo stesso da Benedict, al quale non riuscivo a staccare gli occhi di dosso.
Osservavo ogni suo minimo movimento: i capelli tirati indietro, mi ricordavano molto Khan, personaggio interpretato da lui in Star Trek Into Darkness. Appena arrivò il cameriere a prendere le nostre ordinazioni, lui spostò il suo sguardo da me al ragazzo.

-Un caffè e…- disse guardandomi per sapere cosa prendessi.

-Una cioccolata calda, per favore- dissi sorridendo appena al cameriere che annuì gentilmente e sparì.

Mi tolsi il cappotto che indossavo, iniziando a sentire caldo dato il calore del locale, mentre vidi Benedict fare lo stesso con il suo cappotto lungo, al quale precedentemente ero appiccicata contro.

Rimasi a guardarlo, intensamente, osservando quanto gli stesse bene quel completo: giacca e pantalone a fantasia quadrettata sul rosso non troppo forte, camicia color magenta a pois.

Continuava ad osservami con sguardo concentrato e indagatore.
Mi destabilizzava e allo stesso tempo mi drogava, mentre mi perdevo nei suoi occhi. Ringraziammo entrambi il cameriere appena ci portò le nostre bevande.

-Non avrei mai pensato di incontrarti così- invece di pensarlo soltanto, lo dissi ad alta voce, vedendolo sorridere, portarsi il caffè vicino le labbra e berne un sorso. Avrei dato qualsiasi cosa per poter vedere se le sue labbra fossero morbide e saporite.

Fronte alta, zigomi sporgenti, labbra disegnate, naso appuntito e portamento da invidia a chiunque.
E pensare che la nostra differenza di età era 20 anni e io mi sentivo come un’adolescente, non appena mi guardava, i miei ormoni impazzivano.
Iniziai a sudare alle mani, nonostante non stessi sentendo caldo e smisi di guardarlo negli occhi, ricadendoci dentro come una stupida.

Notai all’anulare sinistro la fede: è sposato, Lena, cosa vorresti che accadesse mai?
Mi chiesi mentalmente, scuotendo la testa da quel pensiero poco razionale.

-Qualcosa non va?- chiese preoccupato, posando il caffè sul tavolino.

-No. Comunque sono Lena- dissi piano, alzando lo sguardo verso di lui.

-Benedict- disse sorridendomi calorosamente.

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Capitolo 3
*** 3 ***


A Beautiful Mistake

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3
 

Potevo rimanere ore e ore a guardarlo sorridere: quelle piccole rughe che si formavano vicino agli occhi e alle sue labbra, lo rendevano ancora più affascinante di quanto già non lo fosse normalmente.

Arricciò le labbra e fece una faccia buffa, facendomi scoppiare a ridere, mentre posai una mano sulla mia bocca per smetterla, ma non ci riuscivo.

-Non coprirti, sei bellissima quando sorridi- mi disse appena riuscii a smettere di ridere.

Sentii le guance andare a fuoco e i suoi occhi vagare sul mio volto, con un sorriso sul volto che illuminava la mia giornata anche se era nuvolosa.
Ma mi ripresi e mi alzai dal tavolino.

-Devo andare- dissi velocemente, prendendo il cappotto e infilandomelo pronta per andare via.

-E’ strano da proporre ma ti andrebbe un giro in moto con me?- appena sentii moto mi fermai di colpo, come rapita da quelle parole: le moto erano una mia passione fin da piccola, ‘colpa’ di mio padre che ne aveva 3 fin da quando ero piccola e trasmesso la passione.

Mi voltai e lo guardai accennando un sorriso.

-Il tempo si sta aggiustando e volevo giusto andare a fare un giro. Vieni?- si alzò, mise il cappotto e allungò la mano verso di me per vedere se l’avrei seguito o meno.

Allargai il mio sorriso e strinsi la sua mano nuda: era calda, grande, curata e affusolata.
Chiamò velocemente un taxi e una volta detta la destinazione, arrivammo davanti a casa sua.
Scesi a guardarmi intorno, incantata da quel quartiere così grande e bello.

Appena però sentii un rombo, mi voltai sorridente: era in groppa alla sua Suzuki gsx-r nera, avanzando verso di me.


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Dio, era un sogno ad occhi aperti: scese dalla moto ancora accesa e delicatamente mi mise il casco in testa e lo allacciò per poi sedersi anche lui con il casco e invitarmi a sedermi dietro di lui.

Non me lo feci ripetere due volte ed euforica corsi verso di lui e mi sedetti dietro di lui, appoggiando i piedi sulle apposite pedane con calma e portando le mie braccia intorno al suo busto, stringendomi a lui.

-Tieniti forte!- urlò facendo ruggire la moto sotto di noi, per poi partire.

Era da tanto che non andavo in moto e mi sentii così viva che credevo che tutto quello era solo un bellissimo sogno.
Benedict era abile alla guida della sua moto e non aveva paura di azzardare: davanti a noi c’erano un sacco di macchine e rimanendo con la frizione schiacciata, Benedict fece ruggire ancora la bestia sotto di noi, ben ammaestrata sotto la sua guida. Intuii cosa volesse fare e mi strinsi più a lui che capì che ero pronta: iniziò a fare slalom tra le macchina, facendomi urlare divertita, facendomi sentire l’adrenalina andare a mille.

Ci fermammo in un lungo viale, deserto e subito scesi e mi tolsi il casco, vedendo fare lo stesso a lui, mentre appoggiava il suo casco sulla moto e si sistemava i capelli all’indietro.

Alzai la mano e lo indicai con l’indice.

-Tu. Sei. Un. Pazzo!- dissi scuotendo la testa, sorridente. All’inizio mi osservò preoccupato, poi continuai.

-E mi è piaciuto un sacco!- urlai aprendo le braccia.

Mi sorrise e giuro di aver sentito il mio cuore fermarsi per qualche secondo e iniziare a battere di nuovo senza sosta.
Mi avvicinai alla moto e poggiai il mio casco dietro quello di Benedict: mi voltai e lo vidi prendermi le mani e accarezzarle con gentilezza, mentre le osservava con il volto basso.

-Sei così diversa…- disse in un soffio, alzando poi lo sguardo verso di me. Sorrisi e scossi la testa, allontanandomi da lui, rimanendo ipnotizzata dai suoi occhi che ora sembravano un mare in bufera.

-Sono come tutte le altre ragazze di vent’anni- dissi sorridendo amaramente.

-Non ho nulla di speciale, niente di più niente di meno- continuai, guardandomi intorno e girando in tondo su me stessa.

Appena mi fermai, ritornando alla posizione di partenza, Benedict era a pochi centimetri da me che mi guardava con uno sguardo serio, gli occhi assottigliati e le labbra serrate.

Quasi mi mancò il fiato a quella nostra vicinanza, paralizzandomi completamente.

-Voglio sapere perché diamine mi fai questo effetto- sentenziò con tono duro.

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Capitolo 4
*** 4 ***


A Beautiful Mistake

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4


Ormai ero andata in apnea, dopo quella sua frase così inaspettata.

-Perché diavolo mi fai questo effetto?- ripeté con tono più dolce, vedendomi silenziosa, mentre mi perdevo nei suoi occhi magnetici.

-Q...quale effetto?- chiesi a fatica, riprendendo a respirare.

-Riesci a scuotere il mio cuore con un solo sorriso, mi hai fatto venire i brividi da quando mi hai stretto le braccia intorno al mio corpo sulla moto facendomi venire la voglia di sentire le tue mani accarezzarmi il volto…- disse guardandomi freneticamente, quasi fosse in gabbia, trattenuto da qualcosa.

Abbassai lo sguardo e subito ricadde sulla sua fede alla mano sinistra che ormai stava accarezzando la mia mano destra, delicatamente, quasi in una danza. Sapevo benissimo cosa lo stava trattenendo e lentamente allontanai la mia mano dalla sua, controvoglia, quasi lottando contro l’istinto di intrecciarla alla sua.

-Sei sposato- risposi alzando lo sguardo, guardandolo tristemente.

Di colpo mi guardò male, irritato da quella frase. Lentamente indietreggiai vedendolo farsi sempre più piccolo per poi voltarmi e correre via, con le lacrime che mi rigavano gli occhi.

Stupida, stupida e stupida! Come posso aver pensato, anche solo per un momento, che mi avrebbe fermato e abbracciato facendomi sentire a casa?

Qualcosa mi fece scuotere dai miei pensieri facendomi tornare alla realtà, sentendo i clacson delle macchine impazzite e il rombo di qualcosa farsi sempre più vicino a me.

Mi voltai e lo vidi, furioso, venire verso di me, tagliare la strada alle macchine e fermarsi di colpo davanti a me sulla sua moto.

Senza casco, ignorando tutte le leggi stradali, scese di fretta dalla moto e corse verso di me, afferrando il mio volto nelle sue grandi mani: mi guardava fisso, con il ciuffo ormai scompigliato che ribelle si era fermato sulla sua fronte alta, rendendolo ancora più bello.

-Al diavolo quello che penseranno gli altri: il mio filo è attaccato al tuo dito ormai- disse prima di lanciarsi sulle mie labbra, senza darmi il tempo né di parlare
né di pensare.

Sentivo solo le sue labbra premere sulle mie e chiedere un accesso più diretto.
Schiusi le labbra e sentii la sua lingua cercare la mia, con foga e ardore.
Chiusi gli occhi, alzandomi sulle punte e poggiando le mie mani unite dietro il suo collo, intensificando il bacio.

Tutto era sparito: le macchine, le nuvole, i rumori, il vento. Ora c’eravamo solo io e lui.

Staccò molto lentamente le sue labbra dalle mie, mentre entrambi riprendevamo fiato ancora l’uno vicino all’altro.

Ritornai giù con i piedi, facendo scivolare le mie mani dal suo corpo, ma riprese le mie mani e le appoggiò sul suo volto, facendomi aprire gli occhi, ritrovandolo a guardarmi con uno sguardo intenso negli occhi.

Subito mi prese la mano, correndo verso la moto e con agilità, mi sollevò e mi posò al posto del passeggero, come se fossi leggera come una piuma.
Si sedette davanti a me, aspettò che io mi aggrappai al suo busto muscoloso prima di accendere la moto e partire, verso una destinazione a me ignota.

Arrivammo ad un cottage, isolato da tutto, molto bello. Appena scesi dalla moto, mi prese per la mano e correndo entrammo in casa, accogliendoci con il torpore che mi avvolse il corpo.

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Capitolo 5
*** 5 ***


A Beautiful Mistake

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Mi prese in braccio e senza pensarci allacciai le mie gambe al suo bacino, mentre iniziò a baciarmi il collo e camminare in direzione della camera da letto.

Mi buttò impetuosamente sul letto, mentre lo vidi spogliarsi velocemente: non ero più vergine da qualche anno, ma fare l’amore con lui in confronto agli altri, non aveva prezzo.

Ogni suo tocco, ogni suo respiro contro la mia pelle mi faceva rabbrividire e impazzire allo stesso tempo.

Ci leggevamo quasi nella mente, con un solo sguardo, con un solo tocco o sussurro in quella stanza così nostra, intima.

Mi risvegliai in seguito, con la spalla appoggiata al suo petto, coperta solo dal lenzuolo del letto fino al mio petto, mentre le sue braccia muscolose mi stringevano a sé.

Alzai la mia mano e accarezzai lentamente le sue mani che erano intrecciate sul mio addome, sopra il lenzuolo.

Lo sentii mugugnare e muoversi impercettibilmente dietro di me. Sentivo il suo respiro contro i miei capelli, per poi avvicinarsi al mio orecchio.

-Buongiorno- disse con voce roca e bassa, facendomi rabbrividire ancora una volta.

Sorrisi appena sentii la sua mano spostarsi e accarezzarmi i capelli con amore.
Mi lasciò un bacio veloce sulla guancia per poi posare la sua testa sul cuscino.

Mi alzai quel che bastava per voltarmi e guardarlo: le sue labbra erano più rosee del solito, sempre ben delineate, i suoi occhi erano un misto di blu, oro e verde, i suoi capelli erano ribelli e stupendi.

Sorrisi senza accorgermene e lui fece lo stesso, accarezzandomi dolcemente il mento.

Il mio sguardo ricadde, inevitabilmente, sulla sua fede dorata che fasciava il suo anulare, appena prese ad accarezzarmi il mento.
Di colpo realizzai: sono andata a letto con un uomo sposato e più grande di me.

Si accorse del mio cambio di umore e aggrottando la fronte mi osservò indagatore.
Velocemente uscii dal letto, senza scoprire l’uomo che continuava a guardarmi mentre mi studiava, rivestendomi in fretta.

Venni fermata dalla mano dell’uomo sul mio polso, che indossava il suo boxer, parandosi davanti a me, contrastando la mia figura con la sua altezza.

-Che stai facendo?- chiese con tono duro e irritato. Rimasi con il volto basso, colpevole di ciò che avevamo fatto.

-Secondo te?- chiesi poi alzando lo sguardo verso di lui, perdendomi nei suoi occhi.

-Vuoi sapere cosa vedo io?- mi chiese mentre continuavo a guardarlo con sguardo colpevole.

-Vedo la donna con cui ho passato la notte più bella della mia vita, rivestirsi, andare via con sguardo basso e colpevole, dal mio letto, dalla mia casa, senza darmi una spiegazione razionale e facendomi solo incazzare di più!- disse con tono serio e quasi terrorizzante.

Mi risedetti sul bordo del letto e sospirai, vedendolo lasciarmi il polso e appoggiarsi alla cassettiera dietro di sé, a braccia conserte.

-Stai tradendo tua moglie e io sto facendo la figura di una ragazza dai costumi facili- dissi guardandolo intensamente, rispecchiandomi nei suoi occhi.
Corrugò ancora di più la fronte, guardandomi con gli occhi in due fessure.

-Pensi che mia moglie non faccia lo stesso?-

-Non è una scusa plausibile- dissi scuotendo la testa, alzando poi lo sguardo su di lui, mentre venivo rapita dal suo corpo possente e muscoloso davanti a me. Era pronto a parlare ma lo precedetti alzando la mano e zittendolo.

-Zitto, non dire altro. E’ una cosa che non deve ripetersi- dissi alzandomi, cercando di farmi vedere più sicura di lui.
Si avvicinò a me, abbassando il suo capo e arrivando all’altezza del mio.

-E credi che io rimarrò fermo? Ormai siamo legati, un filo invisibile mi lega a te dal momento in cui ti ho presa in pieno e ti ho guardato negli occhi sprofondandoci dentro- il mio cuore iniziò a battere più forte, iniziando ad andare in iperventilazione.

Chiusi gli occhi cercando di non farmi trasportare dalle sue parole.
Appena sentii il dorso della sua mano accarezzare con esperienza il mio collo, rabbrividii ancora, sentendo le sue labbra posarsi sul mio collo, baciandolo e sfiorandolo con le sue labbra.

-E’ inevitabile, Lena: sei mia- sussurrò contro la mia pelle.

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