Amore e Morte

di Youth_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce ***
Capitolo 2: *** Il mar la terra e il ciel miro e sorrido ***



Capitolo 1
*** E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce ***


E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce.
 
Baekhyun era un giocattolo rotto.
Chanyeol aveva raccolto i suoi pezzi sotto i lampioni di una strada solitaria, illuminati dalla luce di una luna che non lasciava pietà alle cicatrici del suo volto, allo sporco sulle sue dita, ai graffi della sua schiena. Aveva cercato inutilmente di far combaciare di nuovo quei frammenti sanguinanti di un neolaureato, figlio di nessuno, e di ricomporre l’immagine dei suoi occhi trasognanti alla vista del sole, del calore delle sue mani accanto ad un focolare, di un sorriso genuino alla prima gentilezza.
Quell’immagine barcollava come un fantasma del passato, prima di svanire sul corpo esile e pallido di lui. Fino a che Baekhyun stesso non si impedì di ritornare quello che era un tempo, quando ancora la strada non lo aveva inghiottito sotto l’asfalto.
Chanyeol allora gli promise che, se non fosse riuscito a ricomporlo, l’avrebbe fatto rinascere.
Così scoprì che un corpo, per quanto malmesso e segnato da un tempo troppo ingiusto e crudele nella sua breve durata, poteva accettare rinforzamenti da un altro corpo.
Non avrebbe dovuto funzionare.
Erano due uomini diversi, Baekhyun e Chanyeol.
Il primo aveva l’accento di Busan, le dita sottili, il cuore vuoto e gli occhi attenti, guardinghi.
Il secondo aveva il collo piegato dalla fascia della macchina fotografica che portava sempre con sé, l’andatura impacciata, il sonno pesante e l’abitudine smodata di sorridere a sproposito.
La loro temibile incompatibilità svanì nel momento in cui i due scoprirono di amare le imperfezioni che costellavano la pelle e il cuore dell’altro, e di averle ormai incrementate nella vita che avevano imparato a trascorrere insieme.

Quando le foto del sorriso di Baekhyun cominciarono a tappezzare le pareti dello studio di Chanyeol, come non succedeva ormai da tempo, fu chiaro che entrambi erano guariti dal morboso distacco che avevano creato attorno a loro. Erano una cosa sola, loro due. Consci delle loro debolezze, pronti a difendere l’uno quelle dell’altro. Forti della loro unione, che non aveva avuto bisogno di conferme di fronte ad una giuria, alle chiacchiere della gente, o ad un altare.
Erano due campane stonate; ma suonavano la stessa melodia. Sembrava non esserci nulla di più bello.
 
 
«E tu, lenta ginestra,
Che di selve odorate
Queste campagne dispogliate adorni,
Anche tu presto alla crudel possanza
Soccomberai del sotterraneo foco [...]
E piegherai
Sotto il fascio mortal non renitente
Il tuo capo innocente» 




Quell’angolino del lago delle mie lacrime

Salve, (s)fortunato lettore! Se sei arrivato fin qui, ti meriti un ringraziamento speciale. In verità, sarebbe doveroso esprimere la mia gratitudine verso tutti coloro abbiano avuto anche solo l’ardire di cliccare sulla fan fiction per darci un’occhiata. Il progetto è nato dalle ore passate ad ascoltare le spiegazioni del pessimismo leopardiano, dal quale sono rimasta tremendamente affascinata. Spero che non vi sembri fin troppo “pretenzioso”, non vorrei peccare di poca umiltà nel trattare un autore così importante, soprattutto per la profonda ammirazione che provo nei confronti del suo genio. Proprio per quest’ultimo motivo, ho pensato che potesse essere un’idea non del tutto malvagia cercare di contestualizzarlo nel tempo odierno, usando una delle mie tante dedizioni fangirliane, ovvero quella alla Chanbaek, che incoraggia la mia immaginazione in modo quasi viscerale.
Bando alle ciance, questo piccolo progetto si limiterà ad un numero relativamente corto di capitoli;a coppie, uno sarà più corto rispetto al seguente, poiché fungerà da introduzione. Purtroppo sono una persona maledettamente prolissa, quindi non sono capace di condensare il tutto in una one-shot, per la barba di Merlino.
Come al solito, spero che le mie pazzie possano accompagnarvi piacevolmente durante la vostra giornata. Sinceramente, non desidero altro.
Le critiche, positive o negative, sono sempre ben accette!
Con affetto,
Fede xx

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Capitolo 2
*** Il mar la terra e il ciel miro e sorrido ***


Il mar la terra e il ciel miro e sorrido. 
 
- Sorridi-
- Yeollie...-
- Solo un’ultima volta, ti prego! Fallo per me-

Baekhyun sorrise mestamente, tirando la testa all’indietro, lasciando che il sole che filtrava dai vetri della serra gli accarezzasse i tratti affilati del viso, come gli avrebbe chiesto Chanyeol prima o poi.
Aveva quel tipo di conversazioni con lui almeno una volta ogni mese, e nonostante si sforzasse di non arrossire ogni qual volta il ragazzo gli puntava la polaroid davanti, non riusciva a fingere di non essere lusingato dall’attenzione che l’occhio artistico di Chanyeol poneva sulla sua pelle, sui suoi lineamenti, sui giochi che faceva la luce sulla sua presenza.

- Hai gli occhi che brillano-
- Stavo pensando-
- Lo adoro. A cosa stai pensando?-
- Accontentati del fatto che mi faccia sembrare più bello-

Chanyeol digrignò i denti arrangiando un’espressione malcontenta, mentre sussurrava piccoli, gentili ordini al suo soggetto preferito. Per quanto Baekhyun ne sapesse, aveva sempre avuto una passione per la fotografia. Il regalo più apprezzato dei suoi undici anni fu la sua prima macchina fotografica. Diceva che nessuno avrebbe potuto capire il suo modo di vedere il mondo come l’obiettivo, e che di conseguenza quello sarebbe stato il suo modo di esprimere l’amore per la vita, per le cose e le persone che lo circondavano.
Baekhyun apprezzava le sue inquadrature, le sue prospettive, il modo in cui interpretava il movimento della luce sui corpi, o le ambiguità dell’ombra, che cristallizzavano il mondo privandolo dei suoi contorni.
Ancor di più, forse, Chanyeol adorava il modo in cui l’intero mondo si accorgeva della presenza di quel ragazzo minuto esaltandolo naturalmente, come se fosse il suo figlio prediletto. E in quel momento, disteso accanto ad un rovo di rose bianche, la natura non smentiva la sua ipotesi.

- Sei arte, Baekhyun-

L’improvvisato modello non potè evitare di distogliere lo sguardo dal cielo, per poggiarlo su quei pochi centimetri di pelle lasciati scoperti dalla maglia azzurra e dai pantaloni. Si morse la lingua, chiedendosi cosa potesse esserci di lontanamente artistico nel suo corpo magro, costellato dalle cicatrici biancastre; o nei suoi occhi infossati, contornati dalle ombre violacee delle poche ore di sonno che riusciva ad acchiappare di notte; o nelle sue labbra, così sottili da sembrare appena una pallida linea rosata sul bianco del suo incarnato.
Chanyeol si mordicchiò pensosamente il labbro, percependo il cambiamento repentino nell’umore del ragazzo. Poggiò la telecamera sul selciato, non curandosi delle foto sparpagliate ai suoi piedi.
Si avvicinò al ragazzo con la cautela con cui ci si approccia ad un animale feroce, nonostante fosse tremendamente conscio dell’impossibilità di quel ragazzo di far male ad alcuno.

- Baekhyun?-
- Io non... Le foto...-
- Sai, c’era questo pittore tedesco- lo interruppe prontamente Chanyeol, tranquillo, come se stesse conversando del tempo:- Non mi ricordo il suo nome. Studiai i suoi quadri al primo anno di università. Era un genio, davvero. Presi persino un bel voto grazie a lui...-
- Non capisco dove vuoi andare a parare-
- Il punto è- continuò il ragazzo, ridacchiando alla facilità con cui riusciva a perdersi nei discorsi:- Che una delle sue massime più famose è: “L’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”. Capisci cosa intendo?-
 
Baekhyun incrociò le gambe, unendo i palmi delle mani a mo’ di preghiera, come soleva fare quando aveva paura, o quando era immerso in pensieri particolarmente foschi. La voce del ragazzo sembrava bussare delicatamente alle porte degli incubi contro i quali lottava durante le sue notti insonni.
In qualche modo, da quando Chanyeol l’aveva preso sotto la sua ala, aveva cercato di dare una risposta diversa alle domande che si era fatto quando si era ritrovato a vagare per strada, senza nessun posto preciso in cui andare.

Posso essere bravo in qualcosa?
Posso essere utile a qualcuno?
Posso essere bello, forse, agli occhi della gente?


Baekhyun si dichiarava polvere, di fronte a quei punti interrogativi. Cenere di un fuoco estinto, granelli senza nome e senza numero, senza importanza, trasportati al primo sibilo del vento.
Eppure quel ragazzo lo avrebbe incoraggiato a rispondere diversamente a ciascuna di quelle domande.
Lo sguardo di Chanyeol immerso nel suo era gentile. Le sue mani sulla sua pelle erano delicate. Le parole sul suo conto erano dolci. Le sua labbra, sulle sue, erano semplicemente perfette.

Sei intelligente e coraggioso. Sei bravo in qualsiasi cosa tu voglia cimentarti.
Sei una necessità per me, perché ho bisogno che tu mi stia accanto.
Tu...


- Sei la mia arte, Byun Baekhyun. Sei tutto ciò che il mondo crudele mi cela, tutto ciò che io voglio portare alla luce. E vorrei che anche tu lo vedessi, quello che vedo io-
Mentre sussurrava queste parole, Chanyeol allungò la mano verso il mucchietto di foto abbandonate per terra, allungandone una al suo interlocutore. Il maggiore afferrò l’immagine nitida tra le dita, osservando con quanta diligenza lo scatto fosse stato eseguito, con quanta cura e dedizione avesse messo in mostra solo il meglio della sua presenza.

- Sei incredibilmente bravo, Chanyeol. È bellissima...-
- Quello sei tu, Baek-



 
«Dolcissimo, possente
dominator di mia profonda mente;
terribile, ma caro
dono del ciel; consorte
ai lúgubri miei giorni,
pensier che innanzi a me sì spesso torni»

 

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