Il nuovo nascondiglio dell'Akatsuki

di AliceLaRossa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Disastro totale! ***
Capitolo 2: *** Il progetto! ***
Capitolo 3: *** Il cantiere! ***
Capitolo 4: *** Akatsuki vs fantasma! ***
Capitolo 5: *** Allarme ***
Capitolo 6: *** In fondo al maaarr! ***
Capitolo 7: *** Ritorno a casa...o quasi! ***



Capitolo 1
*** Disastro totale! ***


Capitolo 1: Disastro totale!

Sopra le selvagge montagne del Paese della Terra, le nuvole minacciavano pioggia e vento gelido, con tanto di tornado. Il vento cominciò a sferzare senza pietà, piegando le imponenti cime degli alberi a quasi 90° e portando più velocemente le nubi verso un’area particolare. Eh si, cari miei, particolare. Essa, infatti, era occupata da una bella villa giapponese, bianca e un cartello accanto ai gradini che elencava il nome dell’organizzazione criminale più pericolosa, spietata, conosciuta e temibile che il mondo avesse mai potuto vedere: l’Akatsuki! E sotto il cartello, una bella cassetta postale “american style”, color giallo fieno e la levetta blu vibrante, faceva la sua bella figura. ^_^
Dalla finestra, un uomo con i capelli arancioni e i piercing, di nome Pain, osservava quello spettacolo, a detta sua “affascinante”, con i gomiti appoggiati al davanzale e le mani sui palmi. Se ne stava lì, a contemplare il mondo, quando una donna coi capelli blu decise di sfondare, letteralmente, la porta dell’ufficio dell’uomo, scaraventando pezzi di legno e schegge ovunque. Pain sobbalzò, voltandosi di scatto. La donna, Konan, si fece avanti, con uno sguardo furente:-Pain, sono TRE ORE che ti chiamo!!
-Oh scusami, cara, è solo che…- cercò di giustificarsi l’uomo con le mani in preghiera e un sorriso tirato.
-“E’ solo che” un corno! La fuori sta arrivando un tempo che solo i Kami sanno la sua furia distruttrice e tu te ne stai qui a fare nulla!- infuriò Konan, puntandogli un dito contro e i denti aguzzi in bella vista. (alla faccia che era Pain il capo Ndme).
Scesero le scale, dove il resto del gruppo attendeva ordini dal loro capo. Ognuno era pronto a fare a qualsiasi cosa pur di rimanere al riparo. Pain si schiarì la gola e disse:-Bene. Adesso tocca a voi. Kisame e Kakuzu, voi siete i più forzuti. Andate ad innalzare la barriera attorno al covo, quella di legno.- e i due omoni partirono. Pain guardò il resto, poi si soffermò sui Itachi e Hidan:-Voi due. Chiudete tutte le porte, le finestre, i fori e qualsiasi altra apertura che possa permettere l’entrata dell’aria gelida.
-Si!- obbedirono i due, correndo in direzioni diverse della casa.
-Sasori, Deidara e Tobi.- disse autoritario l’arancione. L’uomo mascherato (no, non è un supereroe) cominciò a saltellare contento:-Uh Tobi vuole fare qualcosa!
-Bene, tu te ne starai buono sul divano senza fare guai.- rispose secco l’altro. Sempre contento, Tobi con un salto da ballerina, con tanto di spaccata, si tuffò in salotto. I tuoni cominciarono a rombare forte, facendo tremare ogni angolo della dimora.
-Artisti. Voi andrete in soffitta a tirare fuori e sistemare i kit di emergenza.- espose Pain. I due artisti corsero ai piani alti della casa, senza avere una delle loro immancabili discussioni sul concetto di arte!
-E Zetsu?- chiese Konan, preoccupata. Pain la guardò perplesso, poi sbarrò gli occhi quel tanto da consentirgli per far rotolare i bulbi oculari giù per gli ultimi gradini.
-Accidenti!- esclamò, mettendosi le mani nei capelli. –E’ rimasto in mezzo al bosco!
-Eccomi!- salutò il ninja biologico, uscendo dal pavimento. I due tirarono un sospiro di sollievo. Ma andiamo a controllare i nostri “eroi”: Itachi si era impigliato il bordo della canotta su un chiodo nella camera di Hidan e non riusciva più a toglierlo, in quanto era aggrovigliato in una maniera assurda, mentre l’albino lo sfotteva alla grande ogni volta che passava davanti alla porta (ci passo apposta NdHidan) (vai a quel paese! NdItachi); Kakuzu stava innalzando i tronchi protettivi mentre Kisame faceva l’ingegnere, facendo finta di dirigere un cantiere. Kakuzu e il suo nervetto pulsante sulla tempia gliel’avrebbero fatta pagare cara!
Tobi…un bel niente.
Sasori e Deidara, invece, anziché preparare ciò che era stato loro ordinato, se le stavano dando di santa ragione sul concetto di arte, questa volta portato a livelli assurdi…
-Non capisco il fatto che l’arte duri un solo istante!- esclamò il rosso, una volta liberatosi dalla malefica morsa del compagno biondo. Deidara ansimava per la fatica, e si pulì il rivolo di sangue dal labbro, poi rise:-Perché sei talmente concentrato sulla tua inutile arte che non ti accorgi che molte cose sono ormai svanite, caro mio, durate poco un solo istante!- e si scaraventò sul compagno. Sasori fece in tempo a chiamare la sua marionetta Hiruko, parare il pugno del compagno con la coda e contrattaccare con degli aghi avvelenati. Deidara balzò sulla trave sopra di sé e gli aghi colpirono i kit di emergenza. -Bravo idiota!- gli urlò, scendendo dalla trave. Sasori, con sguardo omicida, gli disse:-Sei tu che hai schivato!
-E mi spieghi che diamine centra?!
-Dico solo che se ti fossi fatto colpire, a questo punto i kit sarebbero ancora interi, e non un ammasso di robe fumanti.- replicò il rosso, indicando con la mano quelli che erano i kit.
-E morire avvelenato?!- rispose irritato Deidara, incrociando le braccia.
-Si U___U!
Accadde tutto in un istante. Un fascio di luce riempì la casa, l’aria, tutto. E in pochi secondi la casa, da alta, si ritrovò al pian terreno. Tutti i membri rimasero in shock per qualche minuto, mezzi affumicati, e poi Pain urlò solo un nome:-Deidaraaaaaa!!!!!
-Sono nei guai vero?- si domandò il bombarolo, prima di accucciarsi tra le macerie per nascondersi dagli occhi del capo. E la bufera imperversò sulle loro teste.

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Capitolo 2
*** Il progetto! ***


Mi scuso tanto per il ritardo, ecco un nuovo capitolo! Buona lettura^^!

Capitolo 2: Il progetto!

Un solo colpo sulla testa e il nostro amato bombarolo cadde a gambe per aria a terra.
-Ahi, capo!- si lamentò, rialzandosi mezzo stordito.
-SILENZIO ARTISTA DEI MIEI STIVALI!- lo rimproverò Pain. –Sempre a fare casini te e l’altro!
-Ma che c’entro io!- s’intromise Sasori, sorpreso.
-C’entri eccome, bello mio! Voi due siete sempre a litigare!- disse Pain, esasperato. Gli altri restavano in silenzio, sotto la pioggia battente e un Kakuzu completamente sepolto dalle foglie.
-Peccato che questa volta sia stato lui a fare il danno!- ribatté Sasori. Pain si massaggiò le tempie, stanco e nervoso, poi disse:-Non mi interessa. Ora per colpa vostra, siamo sotto la tempesta, in balia del vento e della pioggia fredda.
-E ringranzia che non sia acida!- esclamò Zetsu, l’unico a non risentirne del meteo in corso.
Ognuno si riparò come poté dalla pioggia: chi con un pezzo di stoffa lacero, chi con un velo d’acqua (Kisame, furbo l’uomo! NdHidan); mentre Tobi era rimasto tutto il tempo sul divano, bruciato ma fermo nella stessa posizione di prima. Sotto la pioggia e magari il giorno dopo si beccherà la broncopolmonite.
La tempesta non ne voleva sapere di mollare la zona e il cattivo umore di Pain peggiorava le cose. Deidara e Sasori continuavano a scambiarsi sguardi omicida l’un l’altro e per poco non si aggredirono di nuovo. Un tuono fece sobbalzare un po’ tutti, mentre il rumore di una possibile frana risuonava in lontananza.
Mentre era intento a ripararsi sotto un ombrello sgualcito, Pain rifletteva su una possibile punizione. Era già cattivo da quanto Konan l’aveva interrotto dai suoi pensieri e l’esplosione causata dall’artista con i capelli giallo canarino lo aveva fatto imbestialire. Tobi gli andò vicino:-Signor capo? Posso fare qualcosa per lei?
-Si: sparire dalla mia vista prima che possa lanciarti a Konoha con un calcione!
-Si signor capo!- esclamò Tobi, correndo altrove. Sparì nel bosco, sempre con il temporale apocalittico sopra di loro. A Pain gli venne un’illuminazione.
-Signori!- scattò in piedi a braccia aperte, picchiando la testa su un ramo basso e riversandosi addosso tanta acqua quanta la pioggia che cadeva (visto che era 2/3 asciutto nonostante l’ombrello Emmental, o come si scrive). Tutti si voltarono verso di lui, e Tobi sbucò da sotto le gambe del suo Sempai, beccandosi una tallonata sul cervello!
-Ho avuto un’idea!- disse Pain. -Ricostruirete il covo!
-Noi?!- esclamò Hidan, indignato. –Ma è stato Deidara a farlo radere al suolo!!
-Infatti!- brontolò Sasori, guardando male il compagno.
-Sarò buono: gli darete una “mano”! Niente storie o vi metto Tobi in squadra per due settimane ad ognuno di voi!!!
-Sarà fatto capo!- esclamarono all’unisono TUTTI, con tanto di saluto militare e una gocciolina di sudore freddo, terrorizzati al solo pensiero di avere Tobi in squadra.

Un piccino raggio di sole illuminò l’uomo mascherato, svegliandolo dal suo dolce letargo sotto una trave come riparo. Si alzò ed esclamò contento:-Sole!!! Tutti si svegliarono dal sonno, osservando le nuvole bianche mischiate con quelle ormai morenti color tempesta, mentre il sole cominciò a scaldare la fredda aria.
-Bene, ora al lavoro!- urlò Pain e tutti si misero a spostare le macerie, dividendole a seconda del materiale con cui sono fatte e magari riciclare quelle sane o quelle con lievi danni per poi dare una sistematina. Peccato che solo il 15% si salvò dell’intera struttura (tra l’altro enorme era! NdItachi).
Konan propose a Pain di dar loro una mano e lui, con poca voglia, si offrì nel disegnare il progetto con Sasori: una casa ancora più grande e bella.
-Il problema, -si intromise Itachi, vestito con una maglia bianca attillata e pantaloni nerissimi (autrice sbava). – è che dovremmo buttare giù alberi e trovare il materiale nuovo!
-Tranquillo, vecchio mio!- gli picchiò una mano sulla spalla Kisame. –Useremo i denari di Kuzu per prendere il materiale!
E un uomo alto si abbassò a terra, con una mano sul cuore e il respiro affannoso:-Noooo!!! I miei piccoliiiii!!!!!
-Va bene!- concordò Pain alzando l'indice. –Domani Itachi e Kisame andranno nel paesotto qua vicino a prendere alcuni materiali, mentre gli altri riordineranno le loro cose che sono sopravvissute.- e orgoglioso guardò il capolavoro sul foglio: Sasori era bravo a disegnare, e la casa stile Castello di Himeji farà un figurone!
-Non darà troppo nell’occhio?- gli chiese sottovoce Konan, dopo averlo preso in parte. Lui fece un mega sorrisone:-Ma no, tesoro!!!

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Capitolo 3
*** Il cantiere! ***


Salveeeeee!!!! Scusate il ritardone ma le idee si divertivano a giocare a nascondino! Spero che il capitolo vi piaccia!

Capitolo 3: Il cantiere!

Kisame e Itachi camminavano silenziosi nel bosco mezzo piegato dal vento. I loro passi risuonavano nel silenzio e ogni tanto un lieve soffio di vento freddo scompigliava le loro divise e i ciuffi corvini di Itachi. Ok, basta con le cose sdolcinate!
-Itachi, per caso sai che materiali dobbiamo prendere?- domandò dubbioso Kisame, saltando un tronco caduto.
-Beh: legno, cemento, materiali vari da costruzione insomma…- disse calmo Itachi. Dopo pochi minuti giunsero nel paesotto, che sembra non aver risentito nulla della tempesta. Un bel cagnolone all’ingresso, un dolcissimo Rottweiler che alla spalla sarà stato circa 1,70 m, alzò la testa dalle zampe e osservò con attenzione i due. Soffocò un abbaio, poi scattò in piedi. I suoi occhi castani erano attenti, mentre i due uomini si fermarono nell’attesa che il cane si calmasse. Poi Itachi si fece avanti e superò la belva feroce senza problemi. Ma era Kisame quello preoccupato…
Itachi entrò nella grande ferramenta “da Ferruccio” e una giovane commessa lo stava aiutando a scegliere l’occorrente, stregata dal fascino dell’Uchiha (me gelosa!!! Ndme). -Beh, dobbiamo costruire una casa piuttosto grande e quindi ce ne serve molto di cemento.- proferì Itachi, grattandosi la testa pensieroso. La giovane disse:-Allora mi segua nel magazzino dietro al negozio, dovremmo averne delle scorte.- e con un dolce sorriso lo condusse là.
Torniamo dal resto del gruppo…
Nel frattempo, i nostri eroi (ok…NdNaruto) avevano quasi finito di costruire il cantiere. Mancavano solo le impalcature alte e poi erano pronti. Ma vediamo nel dettaglio i ruoli:
Deidara: addetto al cemento;
Sasori: lavorazione del legno;
Hidan: pittura dei muri;
Kakuzu: lavorazione del metallo;
Pain: capo cantiere;
Konan: scelta dei colori e decorazioni;
Tobi: seduto in un angolo a contare le formiche;
Itachi: fonderie;
Kisame: aiuto Deidara;
Zetsu: guardia.
-Molto bene, -proferì Pain sfregandosi le mani. –i nostri due compagni saranno qui a momenti!



-Avanti, Kisame, evidentemente voleva solo giocare e si è arrabbiato.- confortò il compagno, Itachi, mentre trainava un carretto con taaaaaanta roba.
Eh si, il nostro squalo preferito era stato amorevolmente abbracciato dal cane e ora della divisa dell’Akatsuki restavano solo brandelli striscianti. Kisame si strascinava la gamba sinistra, mentre con un braccio teneva l’altro carretto che a sua volta trainava un altro carretto. Sbuffò:-Al diavolo! Giuro che se quella bestia me la ritrovo di fronte gli farò passare le pene dell’inferno!
-Maddai, sei abituato a scontri fatali e per un canide robusto ti arrabbi.- disse Itachi.
-E meno male che sono entrato nel negozio prima che quella biondina ti saltasse a cavalcioni e…
-Ok basta!- espose Itachi, rendendosi conto che questa storia ha un rating giallo e non rosso.
Giunsero dagli altri, che risero sonoramente dopo che Itachi ebbe raccontato come trovò il povero Kisame. Si misero al lavoro.
Deidara e Kisame preparavano il cemento e potete immaginare le imprecazioni di Kakuzu quando vide lo scontrino lungo quanto l’altezza di Kisame e lesse il prezzo.
Bang!
-Addio ad un dolce e amato cuoricino…- disse un funereo Sasori, tirandosi via un cappello western nero come se fosse ad un funerale. Si rimisero al lavoro, lasciando in uno stato di decomposizione avanzata il povero tesoriere.
Itachi fondeva alcuni metalli, e dopo si tolse la maglia per il caldo, causando urla di gioia da parte dell’autrice e di altre giovincelle che “casualmente” passavano di lì. Il ferro fondeva bene tra le fiamme del moro, per poi essere lavorato da Kakuzu che si riprese sotto minaccia dell’indiscusso capo cantiere.
Le basi della casa erano pronte. I nostri membri decisero di costruirsi dei giacigli e cenare al chiaro di luna con dei viveri comperati dai compagni. Poi andarono a dormire. Pain sorrise tra sé e sé: “State lavorando bene, ragazzi, continuate così. Anche con le missioni dovete applicarvi così.” e con quest’utlimo pensiero si assopì.
Ma una figura li osservava dal folto della foresta, mentre una belva le sedeva accanto.
-Domani avrete una bella giornata…- ghignò, mentre la creatura scoprì i denti, in quello che doveva essere un sorriso.

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Capitolo 4
*** Akatsuki vs fantasma! ***


Ciao a tutti e perdonatemi per il mega ritardone ma non avevo molte idee^^'...Spero che il capitolo nuovo vi piaccia e non mi resta che dirvi BUONA LETTURA!!

Capitolo 4: Akatsuki vs fantasma!

Un nuovo giorno iniziò con un bel sole, illuminando in cielo dapprima color arancio rosato e poi l’azzurro iniziò a camminare. Alcuni passeri stavano appollaiati su un ramo di pino e, osservando la banda di “operai” sotto di loro, cominciarono ad intonare dolci melodie…
-GOTTA CATH’EM ALL!!
Pain aprì gli occhi, sbadigliò e osservò il gruppetto di uccellini che cinguettavano allegramente, saltellando sul posto.
-Avanti miei prodi!!- urlò, dopo che ebbe fatto fare a circa l’80% del suo scheletro dei sonori crack, verso i compagni che dormivano nella grossa e in posizioni improbabili. Esempio Hidan e Itachi, abbracciati…

I lavori ripresero e proseguirono sino alle 11.
La casa nuova aveva già le nuove fondamenta ma Sasori aveva uno strano presentimento, come se qualcuno li osservasse dalla mattina. Si osservava spesso attorno, interrompeva la sega circolare e si voltava a destra e sinistra, poi fare le spallucce e continuare a segare (che brutta cosa ho detto…!).
-Danna, tutto bene?- chiese Deidara, avvicinandosi al compagno. L’altro fece “si” con il capo e tornò al lavoro. Non aveva voglia di parlare con quel “spaccatutto” e con pessimi gusti in arte.
-Pain, vedo Sasori strano.- mormorò Konan, avvicinandosi all’uomo. Pain alzò la testa dal mucchio di scartoffie su una scrivania provvisoria, ovvero un macigno, e guardò il rosso. Aveva ragione: il ragazzo era ansioso ed era impallidito un poco.
-Itachi?- chiamò Sasori. Il moro arrivò di corsa e disse:-Dimmi.
-Potresti attivare lo Sharingan?
-Perché?- chiese incredulo Itachi. –Di certo non uso l’Amaterasu per incendiare quei quattro pezzi di legno scartati!!
-Non è per quello. –rispose con la sua solita freddezza il rosso. –Sento una presenza e volevo chiederti se con la tua abilità riesci a vedere qualcosa.
-Ci provo.- e attivò lo Sharingan, attirando la curiosità del resto della squadra. Dopo diversi minuti disattivò gli occhi e disse che non c’era nulla. Ma si sbagliava.
La notte scese in fretta e, stranamente, più fredda delle altre. Ma solo lì, perché i bei ninja di Konoha dormivano con l’aria condizionata a tutto gas (addio bolletta della luce) e nel covo di Orochimaru con il classico ventilatore del 1930.
Una strana figura completamente nera comparve dal nulla e cominciò a mettere sottosopra il cantiere, senza fare danni particolari. Solo un dispettuccio innocuo. Ma a vederla fu Tobi che lanciò l’allarme:-Al ladrooooo!!!!!- e tutti si alzarono. La figura si bloccò e rimase sulla difensiva, in caso di attacco.
-E tu chi saresti?- domando freddo Hidan, brandendo la sua amata falce. La figura non parlò e schivò, poi, un fendente che spezzò il terreno. Anche gli altri si prepararono al combattimento, tranne Tobi che poco prima crollò di nuovo in un sonno profondo. La figura creò delle sfere nere e i criminali le schivarono ma non erano abbastanza veloci da prendere la figura, visto che appariva e scompariva come un fantasma. Allora Sasori pensò che la misteriosa presenza del pomeriggio fosse proprio un fantasma. Ma non aveva la certezza se fosse quello che stavano cercando di catturare. Si ridestò quando il braccio destro di Hidan gli cadde in mano, per poi lanciarlo al compagno in modo che il sarto di turno lo ricucisse.
-Prendi questo!- urlò Itachi, caricando un pugno e lanciandosi verso lo spettro, cogliendolo di sorpresa. Il fantasma volò per un paio di metri, schiantandosi contro un macigno e crollando al suolo, inerme.
-E’ morto?- chiese Deidara.
-Se era già morto prima…?- gli disse Sasori secco. Lo spettro si alzò titubante in piedi, guardò i ninja e sparì nel nulla, lasciando solo un leggere e freddo venticello a far rabbrividire i nostri amati criminali.

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Capitolo 5
*** Allarme ***


Capitolo 5: Allarme “fiume in piena”!

Adesso cambiamo set.
Konoha. Cittadina fiorente e piena di verde, ma anche piena di ninja dalla grande volontà.
-Naruto! Alzati, presto!- urlò Sakura da sotto il balcone del più grande eroe di tutti tempi. Ma quel dormiglione non ne voleva sapere di alzarsi e in risposta alla compagna si voltò dall’altra parte del letto, dando le spalle alla finestra mezza aperta.
Che volontà, neh?
Dopo diversi richiami (e scapaccioni) Sakura riuscì a buttarlo giù dal letto e Naruto brontolò:-Ma che succede?
-Dopo un mese di piogge, il fiume sui monti si è ingrossato e se non faremo qualcosa, quello stesso fiume che passa proprio accanto al villaggio diventerà un lago e ciao ciao Konoha!- rispose la giovane con i pugni sui fianchi e un’aria autoritaria. Naruto si fece subito serio e accettò di aiutare il villaggio e paesotti vicini.

Ma torniamo un attimino su dei monti famigliari… Pain finì di spazzare il pavimento del pian terreno appena costruito, costretto da Konan a suon di pantofolate.
In quel mese di pioggia i lavori erano andati avanti molto lentamente e come unico riparo c’erano gli alberi e alcune casupole costruite con i materiali di scarto (eh, bravi i nostri eco-nemici! NdYamato). Ma il pian terreno era stato completato lo stesso.
Tobi entrò nell’atrio e cominciò a guardarsi attorno incantato da tanto spazio vuoto.
-Scemo, torna fuori che dobbiamo finire!- gli urlò dietro Sasori che con l’eterno rivale portava una trave in legno dentro la struttura. Tobi obbedì ma si metteva sempre in posti che secondo lui erano buoni ma per i compagni erano adibiti al lavoro: davanti alla betoniera, ma Kisame era girato di spalle e gettando una badilata di cemento liquido alle sue spalle seppellì interamente il giovane; si mise vicino alla mini fonderia di Itachi, con il risultato di un nuovo look alla sua divisa e ai capelli; andò a vedere, poi, se Sasori aveva bisogno di un aiuto con la sega circolare o i pezzi di legno di scarto, con il risultato di un’altra sepoltura sotto la segatura.
Rassegnato, Tobi si allontanò dal “cantiere” e andò a fare due passi nei boschi. Mentre camminava, però, si accorse che il terreno sotto i suoi piedi diveniva sempre più umido e fangoso.
“Ma se ha finito di piovere da quasi una settimana, il sole caldo di questi giorni dovrebbe aver asciugato…” pensò giustamente il nostro ninja. Fece spallucce e continuò sino a giungere al fiume. E lì gli scappò un urlo, correndo poi verso il “cantiere”. Iniziò a sbracciare per attirare l’attenzione dei compagni, col rischio di perdere gli arti.
-Che ti piglia?- gli domandò scorbutico Kakuzu. Ripreso il fiato, Tobi disse ciò che aveva visto, allarmando tutti.
-E ho notato di sfuggita alcuni ninja della foglia, che aiutavano alcuni operai.- riferì Tobi. I ninja dell’Alba si guardarono, indecisi sul da farsi, quando Pain divise la folla alla Mosè e disse:-Noi, intanto, stiamo qui e continuiamo i lavori, poi se vedremo qualche minaccia, chiederemo ospitalità a loro.
-COME PREGO??- urlò Deidara, incazzato come non mai. Pain vide il malumore causato ma se ne fregò e disse:-O così, o la figa di turno passa oltre!
-Va bene…- dissero in coro e tornarono al lavoro.
Dopo un’ora, giunsero il Team 7 composto da Sasuke (si, nella mia storia è ancora al villaggio, state buoni e non dite nulla), Naruto e Sakura. Non appena i due fratelli si videro, ecco la “WWE Uchiha Edition”!!
-Cosa siete venuti a fare?- chiese Pain, tenendo per il coppino Itachi che scalciava come non mai. Stessa cosa Naruto con Sasuke ma lui disse:-La nostra piccola spia aveva visto giusto allora. Siamo qui per chiedervi di abbandonare l’area.
-Piccola spia?- chiese perplesso Kisame. Dopo pochi istanti disse:-Non sarà per caso quello spettro?!
-Si.- rispose Sakura. Tutti i ninja dell’Alba cadono a gambe in aria.
-E dove andremo?- chiese Konan in seguito. Naruto spiegò loro che al villaggio c’era un palazzo adibito al ristoro di viaggiatori e ospitalità a gente in difficoltà e, a malincuore, i criminali accettarono. Misero tutto in ordine e seguirono i giovani ragazzi. Ah, dimenticavo la raccomandazione per i due fratelli fatta da Naruto:-Se vedo anche solo uno sguardo cattivo l’uno verso l’altro, ci metto due secondi a gettarvi fuori dal villaggio e lasciarvi in balia del fiume.
E fu così che i nostri amati criminali furono sistemati in questo palazzo, tra l’altro ben tenuto ma avvolto da un’aura di mistero. Cosa accadrà ai nostri amici in questo periodo?

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Capitolo 6
*** In fondo al maaarr! ***


Mi scuso terribilmente per aver lasciato troppo in sospeso questa storia ma non avevo molte idee divertenti. Spero vi piaccia questo capitolo, anche se è un po' corto, ma per introdurre cosa faranno i nostri amati nukenin in futuro. Enjoy!

Capitolo 6: In fondo al maaarrr!!

E anche quella settimana volò. I nostri amati criminali erano in pensiero per il loro nuovo covo, il cantiere fermo e cosa avrà mai in serbo per loro il futuro. Ma l’autrice oggi è un po’ stronza e ha deciso di aggiungere delle nuvole sospette all’orizzonte.

-Signori!- esclamò Pain, battendo il pugno destro sul tavolo del loro salone provvisorio, facendo sobbalzare il candelabro a tre bracci posto al centro del tavolo.
-Si?- dissero in coro gli altri. Pain li guardò uno per uno, con i suoi concentrici occhi lilla, e disse:-Dobbiamo darci da fare! Prima usciamo da questo villaggio, prima finiremo il covo.
-Là fuori c’è un fiume in piena, mi spieghi come facciamo a fare tutto presto?- chiese Konan, mentre teneva la mano sinistra aperta nell’attesa che lo smalto rosso si asciughi.
-Lavoreremo nei cantieri della Foglia, così impareremo nuove tecniche per finire il covo.
-Beh, trovo che sia una buona idea.- disse l’albino, seduto con le gambe sulla tavola.
-Hidan! Siediti composto prima che ti spara un missile su quei piedi!- lo sgridò Kakuzu, con una voce stridula da far tremare la finestra. Deidara guardò fuori dalla finestra e maledisse l’autrice:-Merda! Guardate là fuori!
-Che nuvoloni!- commentò spaventato Tobi, abbracciando la sedia. Ed ecco i famigerati tuoni.
-Finché tuona, possiamo stare tranquilli.- concluse Itachi, sciogliendosi la coda.
I nukenin si misero a fare le loro cose. Senza TV.
-Cavolo, però, mi annoio senza la TV.- disse Deidara, con le braccia dietro la testa e seduto comodamente sul divano.
-Una piccola parte di Konoha è al buio, perché una delle torri della centrale elettrica poco più fuori dal villaggio è stata danneggiata da un fulmine.- disse sconsolato Zetsu, mentre accarezza una pianta. Pain e Konan sono in camera. E ho già detto tutto.
-E non possiamo ripararla? Magari impariamo qualcosa sul sistema di corrente e finire il covo!- balzò in piedi Kisame. Sasori e Deidara si guardarono, come per dire “si può fare” ma non sapevano a chi e come chiederlo. Insomma, erano criminali, e qualunque cosa sarebbe stata sospetta.
-Kisame ha ragione.- aggiunse Hidan, con delle pantofole fatte di bende per un misterioso missile. –Potremmo chiedere all’Hokage!
-E se ci dice di no?- domandò preoccupato Tobi.
-Tentar non nuoce.- concluse vittorioso Hidan.
Iniziò a piovere, dapprima leggermente, poi a secchi rovesci. Tutti guardarono maluccio Itachi e Sasori disse:-Alla faccia che “tuona soltanto”.

Dopo due ore, ancora nel pieno della notte, una parte del fiume era alle porte di Konoha. Nonostante le mura, l’acqua entrò silenziosa attraverso le porte più grandi, sommergendo un poco le prime casupole. Alcuni abitanti che erano ancora a spasso, soprattutto prostitute e ubriaconi, dovettero correre a casa al riparo. I cani abbaiarono, sentendo che qualcosa non andava, svegliando la gente e un Rotweiller fece brontolare l’anziano padrone che uscì col bastone a vedere.
E niente, a nanna coi pesci!

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Capitolo 7
*** Ritorno a casa...o quasi! ***


Saaaaaalveeeeeeee!!!!!!! Scusate il ritardo nell'aggiornare la storia. Lo so, è passato un anno ma non uccidetemi!!! Godetevi questo capitolo nel frattempo! 

Capitolo 7: Ritorno a casa…o quasi!

Tsunade Senju, Quinto Hokage del Villaggio della Foglia, nonché nipote del Primo Hokage, Hashirama Senju, si ritrovò ad affrontare un’emergenza a dir poco impressionante.
Era sommersa dalle scartoffie, recanti richieste di aiuto immediato in aree scomode e richieste di soccorso con unità cinofile, ovvero il Clan Inuzuka, per il recupero di eventuali dispersi.
-Shizune, vai con i medici nei luoghi che ti ho appena indicato!- disse poi, alzandosi di scatto. La donna uscì di corsa, lasciando Tsunade a finire di completare le richieste e mandare a destra e a manca ordini, persone, imprecazioni e pugni. Con il risultato di un ufficio nuovo di zecca!

Ma torniamo un attimo nel nostro palazzo…
-Gente, addio nuovo covo!- esclamò Deidara, salutando con la manina chissà cosa. –C’è acqua dappertutto!
-Rimarremo qui per il resto dei ostri giorni…- sospirò Zetsu. Hidan uscì trionfante dalla toilette, con il classico striscio di carta igienica che esce dai pantaloni:-AH!! Voi rimarrete qui per il resto dei vostri giorni, io vivrò in eterno e scapperò da qui!
-Hidan, chiuditi le braghe e tirati via quella ridicola carta igienica.- gli passò davanti Konan, incurante di quello che l’albino avevo detto prima.
-Gente, non perdiamo la calma.- sopraggiunse Pain, da non si sa dove. –Ho un’idea brillante.
-E quale sarebbe?- chiese uno scettico Sasori. –Quella di andare ad aiutare i nostri nemici?
-Oh no, no…il villaggio è loro e se la sbrigano loro.- disse calmo il leader, agitando una mano con nonchalance. Itachi lo fulminò alle sue spalle.
-Che strano, mi pizzica la schiena…vabbè, io dico di scappare mentre loro lavorano. Sanno che noi siamo qui solo per un riparo, e vedendoci andare via penseranno che staremo tornando a casa.- finì Pain, continuando a grattarsi il punto in cui Itachi lo aveva fulminato a sua insaputa.
Tutti furono d’accordo.
Si misero a pranzare con un antipasto a base di salumi di prima qualità e qualche pezzo di formaggio; un primo a base di spaghetti alla carbonara, con uova fresche delle galline bianche di Konoha e pancetta proveniente dal rinomato Villaggio della Roccia; per secondo filetto di manzo in salsa di soia e erba cipollina, con contorno di patate al forno dell’orto del vicino e per dessert un sorbetto al limone. Il tutto accompagnato da un buon vino rosso delle colline del sud del Paese del Fuoco.
No, scherzavo: hanno mangiato una scodella di riso e un filetto di salmone in olio di semi di girasole e bevuto acqua (sei veramente perfida, lo sai, autrice T_T? NdTobi) (lo so, tesoro! Ndme).
Si misero in cammino appena finito di pranzare. Ognuno di loro non vedeva l’ora di finire la propria casa, e tornare a vivere sereni come prima. In un certo senso, intendiamoci.
-Appena arriviamo, subito al lavoro, chiaro?- espose Pain, spaccando i timpani alla povera Konan che gli era accanto.
-Nemmeno un po’ di risposo dopo un estenuante cammino?- alzò il dito indice Kisame, temendo una sfuriata da parte di Pain.
-Solo 5 minuti, non di più.
Erano quasi giunti alle porte di Konoha, quando vennero fermati da Ibiki Morino:-Fermi!
-Oh cielo! Ibiki Morino!- sobbalzò Sasori. –Responsabile dell’interrogatorio!
-E’ un tipo molto forte e pericoloso, non dobbiamo abbassare la guardia!- continuò Deidara.
-Si dice che abbia mandato in esaurimento nervoso uno dei peggiori criminali mai esistiti!- espose Tobi, nascondendosi dietro a Kakuzu, che non gradì la presenza dell’uomo mascherato dietro al suo deretano e lo lanciò mooooooolto in alto.
-Se avete finito di descrivermi, posso farvi una domanda?- espose Ibiki, con le mani in tasca, lo sguardo corrucciato ma attento e una macchia di caffè sul petto.
-Se cerchi un detersivo per quella macchia di caffè, ti consiglio Rimuovi Tutto.- precisò Zetsu. L’uomo assottigliò lo sguardo, infastidito, e disse:-Fai silenzio. Volevo sapere dove state andando con così tanta fretta.
-Torniamo a casa. Abbiamo un cantiere in sospeso.- prese parola Pain, facendosi avanti. Dietro di lui, Hidan e Deidara, con le mani sopra agli occhi per ripararsi dal sole, guardavano su in cielo se scorgevano Tobi nella sua rapida e infiammata discesa nell’atmosfera terrestre.
-Temo, invece, di dovervi trattenere. Abbiamo molto lavoro da fare e altre mani in più ci farebbero comodo.- disse Ibiki, sfoggiando un sorrisetto alquanto fastidioso.
-Ma che cazzo?!- disse Deidara, iniziando a scaldarsi. Itachi gli mise una mano sulla spalla, poi si rivolde al gruppo intero:-Prima ci metteremo al lavoro, prima torneremo a casa.
-Giusto, Itachi, sempre il migliore!- disse Kisame, elogiando il compagno di squadra. Dopo un breve scontro verbale iniziale, si decisero di collaborare.
Quelli che lavoravano meglio erano Sasori, con i fili di chakra, Kisame e Pain, con la sua capacità di spostare gli oggetti. Itachi si ritrovò a lavorare con il fratello, che non perdeva occasione per guardarlo male e lanciargli frecciatine. Il maggiore, tuttavia, ottenne la sua “vendetta” senza muovere un dito: casualmente, passava per di lì Sakura in compagnia di Kiba in groppa ad Akamaru (caro!). Correndo, il cane sollevò tanta di quell’acqua che in confronto il Pacifico era una pozzanghera, andando ad inzuppare Sasuke.
-Starai zitto, adesso.- disse Itachi, nascondendo un sorriso di presa in giro misto a tenerezza.
-Beh, ognuno di noi se la cava come può.- osservò Pain, asciugandosi il finto sudore della fronte. –Su, forza!
-Stia zitto! Lei manco fa fatica!- lo sgrida Kakuzu.
I nostri eroi dell’Alba lavorarono fino a sera, sgomberando molte aree dal fango e detriti. Tsunade giunse sul luogo dove stavano lavorando, con i due membri del Consiglio del Villaggio della Foglia: Homura Mitokado e Koharu Utatane.
-Vi concedo di tornare a casa.- disse la donna, stanca da tutto il lavoro di scartoffie in ufficio. –Ci avete aiutato e ve ne sono riconoscente. In cambio vi do qualche materiale per il vostro covo.
Il vecchio consigliere tentò di mettere (di nuovo) bocca sulla cosa (quei due mettono bocca su tutto) ma Tsunade, che già era bella nervosella, lo spedì in Croazia con un destro degno di nota. Koharu preferì il silenzio alla parola.
Gli akatsukini si misero in cammino, dopo aver ringraziato l’Hokage. Stava facendo ancora più buio di prima e dovettero sbrigarsi prima di diventare cibo per orsi, lupi o vittime di rapimento alieno.
-Signori, dietro questo macigno c’è il sentiero che ci condurrà al nostro nuovo covo!- espose allegro Pain, aprendo le braccia e rischiando di sfalciare via lo scalpo di Sasori. E detto questo, si incamminarono verso il covo…

Nel frattempo, nello spazio aperto…
-Tobi può volareeeeee!!!!!!- urlò Tobi, fluttuando allegramente nel vuoto.

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