Sex Scene Ahead

di DanieldervUniverse
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Scontri e incontri ***
Capitolo 2: *** I più semplici miracoli degli uomini ***
Capitolo 3: *** Di nuovo in viaggio ***
Capitolo 4: *** Un'ultima cosa... ***
Capitolo 5: *** Epilogo - Ultimo Atto ***



Capitolo 1
*** Scontri e incontri ***


-Sveglia, sua maestà.
Noctis si riscosse dal torpore, non tanto per la voce rude di Gladiolus quanto per la manata che gli aveva dato. Dopo uno sbadiglio, il principe prese visione dell’ambiente notando il sole che calava.
-Quanto ho dormito?
-Ah, abbastanza- replicò Prompto, al posto del passeggero.
-Dovresti cercare di regolare i tuoi vizi, Noct- intervenne Ignis, sempre alla guida.
-Come tu regoli il gas?
-Ti prego, lascia il sarcasmo ai professionisti.
-Oh oh, buona questa- commentò Gladio.
-Spiritosi…- rispose il principe, tornando a meditare in silenzio.
-Dove siamo diretti?- chiese, dopo alcuni minuti.
-Ah…- fece Prompto, imbarazzato.
-Non lo sappiamo- rispose Ignis, con la sua tipica flemma.
-Cos…!- esclamò Gladiolus.
-Stai scherzando spero- fece Noctis, visibilmente irritato.
-Ah, io non c’entro niente eh? Non è colpa mia- intervenne Prompto, visibilmente a disagio.
-No, hai solo perso la mappa- puntualizzò il pilota.
-Oh dei…- esalò il principe.
-Promptoo!- ringhiò minacciosamente Gladio, protendendosi minacciosamente verso il sedile davanti.
-Ehi, Ignis aveva chiesto a qualcuno di fargli da navigatore! Stavo cercando di aiutare!
-Fantastico…- esalò Gladio, ricadendo contro il proprio schienale.
-Sia tu che Noctis stavete dormendo, non avevo scelta. La prossima volta, cercate di darvi una regolata in battaglia- spiegò Ignis, con un tono leggermente indurito.
-Si, mammina- rispose il guerriero, sbuffando.
-Piantatela. Se continuiamo a seguire la strada, prima o poi arriveremo da qualche parte- disse Noctis.
-Già un passo avanti a te- gli fece eco Ignis.
Tornò a regnare il silenzio, mentre la Regalia continuava imperterrita il suo percorso. Noctis non sospirò nemmeno al pensiero del casino in cui si trovavano, tanto erano comunque nei guai. Problema più, problema meno, era sempre la stessa storia.
Ignis prese una curva con una traiettoria stretta, dove una parete di roccia spiovente sulla strada occludeva la vista, e, appena la macchina la superò, urtò qualcuno che venne sbalzato di lato con un gemito, mentre una serie di pali e tavole di legno bianche andarono a finire sui quattro occupanti.
-Che cavolo, Ignis!- esclamò Noctis, mentre Ignis inchiodava con un possente stridio. Il ragazzo si massaggiò il capo, dato che una tavola a forma di freccia l’aveva colpito proprio con la punta.
-Mi dispiace! Scusatemi! Questo non sarebbe dovuto succedere!- iniziò a giustificarsi frettolosamente l’individuo occhialuto, spegnendo il motore ed uscendo dalla macchina.
-Oh mamma! Che paura! Oh no, la macchina! Cindy ci ammazzerà se si sarà fatta un solo graffio!- esclamò Prompto, togliendosi di dosso i pezzi di legno e scavalcando lo sportello con agilità, senza nemmeno degnarsi di aprirlo.
-È di lei che ti preoccupi!? Pensa ad aiutare quell’uomo!- lo rimbeccò Gladiolus, scendendo a sua volta e dirigendosi verso la figura a terra.
-Sto bene, sto bene- rispose quello, scuotendo il capo.
Noctis si affrettò ad aiutare Gladio a spostare l’individuo, che era visibilmente un ragazzo più o meno della loro età, ed ad appoggiarlo contro la macchina per farlo stare comodo. Non sembrava conciato tanto male: aveva solo la faccia sudata e tirata, probabilmente per l’adrenalina.
-Dove le fa male!?- intervenne subito Ignis, facendosi largo tra Noctis e l’altro, e chinandosi verso lo sconosciuto.
-La gamba sinistra...- rispose quello, passandosi una mano sulla fronte, per asciugarsi il sudore.
-Grazie al cielo! Va tutto bene!- esclamò Prompto.
-Smettila di perdere tempo con la macchina e vieni qua!- lo rimproverò Gladio, irritato. Noctis sospirò, ancora scosso. Tutta quella frenesia lo stava rimbambendo.
-Ragazzi, vi prego- intervenne lo sconosciuto -Non fate più confusione di quello che serve. Non è successo niente, solo una brutta esperienza.
Noctis rimase immobile, come fecero anche i suoi amici, colti alla sprovvista, prima di arrossire appena e balbettare qualche scusa.
-Non sembra rotta- rilevò Ignis, dopo aver esaminato la gamba dolente.
-Meno male- sospirò il tipo -Probabilmente i pali hanno attutito l’urto. Fortuna che hai rallentato quando hai preso la curva.
-Riesce a stare in piedi?- continuò Ignis, facendosi indietro, mentre Noctis si avvicinava, incuriosito.
-Dammi del tu, ti prego. Ormai usare le formalità è abbastanza inutile, non trovi…?- rispose il tipo, senza accennare a muoversi. Noctis gli lanciò uno sguardo sospettoso: mai dare troppo confidenza ad un estraneo, specialmente se sei in una situazione precaria in cui non sai chi sono gli amici e chi i nemici.
-Oh, chiedo scusa, prima dovrei presentarmi- riprese lo sconosciuto, reggendosi allo sportello per sollevarsi in piedi, maldestramente, per poi ricadere pesantemente sul sedile -Mi chiamo Nolum Cassio Feri, ma “buono a nulla” va benissimo.
Noctis adocchiò Prompto mettersi le mani sulla bocca e girarsi pur di non mettersi a ridere sguaiatamente. Scosse il capo, chiedendosi quanto strambo fosse quel tipo. Durante la chiacchierata aveva determinato solo che aveva più o meno la loro età, ma forse era il caso di guardare un po’ più a fondo.
Era un ragazzo tranquillo con la carnagione appena scurita; i suoi capelli erano neri, di media lunghezza, e li portava decisamente disordinati. Il suo abbigliamento era piuttosto trasandato: vestiva con un paio di pantaloni probabilmente appartenuti ad una vecchia tuta d’allenamento, e una maglietta scura con degli strani segni rossi sopra, il tutto coperto da una felpa a scacchiera blu e grigia; ai piedi calzava un paio di stivali scuri, consumati sulle cuciture. Il suo volto, nonostante fosse ancora pallido, era sereno: gli occhi castani non sembravano serbare rancore, o nervosismo, e anzi era decisamente curioso e sollevato dalla loro presenza.
-Bene, Nolum. Il mio nome è Ignis, e questi sono i miei compagni- rispose appunto egli, rinfilandosi gli occhiali.
-Gladiolus.
-Prompto.
-Noctis- si presentò il principe, ancora poco sicuro delle intenzione o della buona volontà dello sconosciuto. Nolum si voltò verso di lui con occhi vispi, come se lo stesse codificando.
-Wow, sua maestà il re di Lucis in persona. Stai piuttosto bene per un morto- commentò, solare. Noctis esclamò di sorpresa, preso in contropiede.
-Come lo sai?- lo minacciò Gladio, evocando la spada.
-Ehi ehi ehi calma. Il mio lavoro mi tiene spesso sulla strada, e così mi capita di fermarmi alle stazioni di servizio per ascoltare un po’ di radio. Non sono mica stupido, solo perché non ho una laurea in un’università di Insomnia.
-E quale sarebbe il suo lavoro?- replicò Ignis, tornando a dargli del lei.
-Piantò i cartelli per la segnalazione stradale.
Calò nuovamente il silenzio. Noctis rimase sgomento, abbassando subito lo sguardo su tutti i pezzi di legno sparsi in giro.
-Credevo si usassero pali d’acciaio- osservò Prompto.
-Ma con l’impero che ci deruba di tutto…- puntualizzò Nolum, sorridendo -Si fa quel che si può. Finché non mi spareranno, il mio compito sarà fare in modo che la gente trovi sempre la strada.
-Parlando di strada, ehm…- iniziò Gladiolus, prima che Ignis o un altro di loro potesse zittirlo -Stiamo cercando informazioni per raggiungere la costa.
-E glielo chiedete così?- protestò Noctis, incredulo.
-Non preoccuparti, mio re, non ho alcun simpatia per l’impero, come ogni bravo cittadino di Lucis. Per la costa… oh, è un po’ che non ci passo. Però, se proseguite dritti sulla strada, arriverete ad una stazione di servizio- rispose Nolum -Sono abbastanza sicuro che abbiano una mappa che vi possa condurre fin lì.
-Wow, grazie mille Nolum, sei un salva gente!- esclamò Prompto, avanzando in fretta per dargli una pacca sulla spalla.
-Grazie- assentì Noctis, facendo un cortese cenno con il capo ma mantenendosi freddo.
-Di niente maestà. È sempre un piacere- replicò Nolum, cosa che fece storcere un poco il naso al ragazzo.
-Ora, lo so che è chiedere molto, ma prima di riprendere la vostra strada, potrei chiedervi di aiutarmi a piantare il cartello che stavo cercando di sistemare prima che ci scontrassimo?- chiese il ragazzo.
-Oh, ma certo, scusa- rispose Gladio -Forza ragazzi, raccogliamo tutto. Intanto, Nolum, dimmi qual è quello da montare.
-È quello appoggiato alla roccia davanti a te. Per fortuna non si è rovinato: ancora poco e avrei finito.
Noctis diede le spalle alla scena mentre raccoglieva tavole e pali. Nolum non lo convinceva troppo, era decisamente ambiguo, come quell’Ardyn, ma più rassicurante: era stato sincero, anche se non aveva detto tutto. Chissà perché, poi, esisteva un lavoro che richiedeva di andare in giro a piantare cartelli stradali.
-Va bene così?- chiese Gladio.
-Perfetto- rispose Nolum. Noctis tornò a volgersi verso i due, avvicinandosi con le braccia piene.
-Ma non c’è scritto niente- osservò Prompto, nella sua stessa condizione.
-Che storia è questa?- chiese Ignis, con un tono vagamente sorpreso.
-Aspettate un attimo- si limitò a rispondere Nolum. Noctis tornò a guardare il cartello, scettico, prima di scorgere una scritta brillante, apparsa dal nulla, risplendere sul legno bianco.
-Wow!- esclamò Prompto. Noctis si girò verso di lui al suono del legno che sbatteva, notando che aveva lasciato andare il carico di cartelli raccolti per lanciarsi ad afferrare la sua macchina fotografica fedelmente custodita nel cruscotto della Regalia.
-Che diavolo, abbi un minimo di rispetto!- esclamò Gladiolus, risentito, ma l’altro ormai era in posizione ed aveva scattato la foto.
-Che cartello particolare- osservò Ignis nel frattempo.
-Sex scene ahead. In effetti è la prima volta che mi capita di vedere un cartello simile- ammise Nolum, apparentemente imitando Ignis nel suo tono impassibile e riflessivo.
“Scena di sesso più avanti”?
Noctis sentiva chiaramente che qualcosa non andava per il verso giusto.
-Comunque, ragazzi, vi ho già rubato abbastanza tempo. Lasciate pure qui la roba, conosco qualche trucco per rimettermi in viaggio tra pochi minuti. Voi andate; se doveste incappare in questa supposta scena di sesso, sapete di essere sulla strada giusta.
-E che dovrebbe significare?- chiese il principe, scettico, mentre appoggiava i pezzi di legno affianco al punto dove Nolum si era seduto nuovamente, per permettere loro di risalire sulla Regalia.
-Non lo so, ma in questo lavoro mi sono capitate cose di ogni genere. Fidati sempre dei cartelli, mio re- spiegò Nolum, mentre Noctis si alzava e si dirigeva alla macchina -Un cartello non mente.
-Lo terrò a mente- lo liquidò il ragazzo, dirigendosi verso il sedile del guidatore -Ignis, vuoi che guidi io, così ti riposi un po’?
-Non posso dire di sentirmi più sicuro, ma grazie, ne avrei bisogno- concesse l’altro, andando a sedersi affianco a Gladio.
-Coraggio Ignis. Che può succedere di peggio?- lo incoraggiò quello, con il solito tono accomodante, mentre Noctis accendeva il motore.
-Scena di sesso, eccoci che arriviamo- esclamò Prompto, eccitato.
-Prompto, piantala- replicò Noctis, scocciato.
-Oh andiamo, l’hai visto anche tu il cartello, no? I cartelli non mentono.
-Piantala di dire idiozie- replicò, mentre la macchina prendeva velocità -Oh, e dalla prossima volta tu stai dietro?
-Cosa!? Perché?
-Perché così non intralci la circolazione.
-Buona questa!- esclamò Gladiolus, ridendo fragorosamente.


-Il sole ci sta facendo un favore a tramontare così lentamente- osservò Ignis, non molto dopo. Noctis lanciò una rapida occhiata al cerchio lucente che si avvicinava al limite dell’orizzonte.
-Si vede che siamo vicini alla costa- osservò.
-E allora mi chiedo da dove venga tutto questo verde- intervenne Prompto, scattando qualche rapida foto. Noctis si sentiva in qualche modo rassicurato dalla cosa: si era sentito a disagio nell’attraversare tutta quella steppa rocciosa da cui erano appena usciti.
Tuttavia, il giovane aveva ancora la strana sensazione che Nolum avesse altri propositi, e che quell’incontro fosse stato architettato. Dopo tutto quello che avevano passato, aveva capito che le cose non capitavano mai per caso, e non bisognava abbassare la guardia solo perché qualcuno era benintenzionato.
-Ehi, guardate, dei chocobo!- gridò Prompto, passando il braccio davanti alla faccia di Noctis, che sbandò per la sorpresa.
-Attento cretino! Cerchi di sabotarci!?- esclamò, spingendo indietro l’amico con una gomitata poco gentile.
-Scusa!- rispose l’altro, mortificato.
-Dannazione, pensa di prima di fare- intervenne Gladiolus -E poi mi spieghi che c’è di così eccitante da vedere in un paio di chocobo?
-Eccitante non lo so, ma sicuramente sono da tenere d’occhio: sono cavalcati- replicò Ignis, facendo alzare lo sguardo anche a Noctis.
-Con la fortuna che abbiamo saranno spie di Niflheim- disse Gladio.
-Oppure è qualcun altro che si sta seguendo- ipotizzò Prompto.
-In ogni caso non è un bene- riprese Ignis.
Ma Noctis non ne era convinto. Lanciava rapidi sguardi dalla strada alle figure sopra i chocobo, e qualcosa gli diceva che non erano pericolose. Se ci fosse stata più luce forse l’avrebbero notato anche gli altri, ma così…
Preso da una strana smania, scorse più avanti una deviazione su sterrato che portava la strada ad intersecare il percorso dei chocobo, e suonò il clacson per avvertire i cavalieri, premendo sull’acceleratore in contemporanea.
-Noctis sei impazzito!?- gridò Ignis, ma il ragazzo lo ignorò.
-Fidatevi.
Imboccata la curva, percorse pochi metri e si fermò, quasi di botto.
-Noct, non so se questa è la tua idea di fare uno scherzo, ma di sicuro non è…- stava dicendo Prompto, quando il possente verso degli uccelloni gialli lo troncò di netto, annunciando il sopraggiungere dei cavalieri, dalla loro sinistra. Gli animali erano quattro, come gli occupanti, e uno era rosa ed un altro nero. Quando si arrestarono, a pochi passi dalla macchina, Noctis seppe di aver avuto ragione, e la sorpresa si mischiò con il sollievo.
-… divertente- finì Prompto.
-Beh, questo si che è strano…- commentò Ignis, anche lui incredulo.
-FRATELLONE!- gridò Iris, balzando giù dal chocobo rosa e dritta sul posto Ignis. Nocris, che vide l’amico venire castrato in pieno dai piedi della ragazza, che l’aveva letteralmente travolto per balzare in braccio al fratello Gladio. Il ragazzo fissò la scena nella più totale indifferenza, anche di fronte ai gemiti di dolore del compagno.
-Guarda guarda, il bel ragazzo e i suoi amichetti- commentò Aranea, dall’alto del suo chocobo nero, ma Noctis si disinteressò di lei quasi subito, tornando a fissare la figura che si trovava sul chocobo proprio di fronte a lui. Era come un sogno, una fantasia che infine si era rivelata realtà…
-Cindy! Aranea! Mie dee!- esclamò Prompto, passandogli sopra senza tanti complimenti. Fortunatamente Noctis riuscì a mettere in salvo i genitali, ma ricevette comunque un ginocchio nello stomaco e una gomitata sulla mascella. Gli vennero le lacrime agli occhi per il dolore, e si contorse su se stesso, rantolando.
Sentì una mano che gli si poggiava sulla spalla, spingendolo verso in sedile. A malincuore uscì dalla sua posizione di riccio, per incontrare i gentili occhi azzurro chiaro che aspettava di rivedere da quando era bambino. Il sollievo cominciava già a diffondersi nel suo corpo, mentre i poteri di Luna gli davano un piccolo sollievo contro un male minore.
-C-cosa ci fate qui?- balbettò, allungando una mano per toccarla.
-È una lunga storia- replicò lei, dolcemente, prendendo le sue mani tra le proprie. Il suo volto non era molto distante dal suo, e, nonostante il tramonto fosse ormai al termine, brillava ancora con luce rassicurante.
-Ehi, Principe- lo richiamò in quel momento Aranea, facendolo voltare di scatto assieme a Luna -A quanto pare ci incontriamo ancora.
-Sembrerebbe di sì- replicò lui, imbarazzato.
-Quel tipo dei cartelli c’aveva ragione. Non mentono mai- intervenne Cindy, in sella dietro alla dragona, mentre scendeva dal suo chocobo.
-Anche voi avete incontrato Nolum?- chiese Prompto, sorpreso.
-Oh yeah. Ci eravamo perse, e l’abbiamo trovato che piantava un cartello- continuò la ragazza.
-Non mi dire…- fece Noctis, cominciando a sentire puzza di bruciato.
-Poi il cartello si è illuminato magicamente è sopra c’era scritto che non bisognava deviare dalla retta via- intervenne a quel punto Iris.
-Poteva… essere una trappola…- intervenne Ignis. Noctis fissò gli occhi dell’amico, notando il cipiglio dolente che gli increspava le ciglia, e affianco a lui notò Iris che fissava in basso giocando con le dita, mentre Gladio le teneva una mano sulla spalla, a mo’ di consolazione.
-Ehi fratello, tutto bene?- chiese Cindy, andando ad appoggiarsi allo sportello di Ignis.
-Ho avuto giorni migliori- rispose quello.
-Questa storia non mi piace- riprese Noctis, tornando a fissare Luna -Non può essere una coincidenza che entrambi abbiamo incontrato Nolum oggi.
-Allora non sei un bamboccio viziato e inetto come raccontano.
Si voltò di scatto a sentire la voce.
-Nolum!- esclamò Noctis, fissando il ragazzo, che camminava tranquillamente dal lato opposto della Regalia, carico dei propri cartelli e segnali in spalla.
-Ehi gente. Ci si rivede- salutò lui, sempre allegro.
-Come hai fatto ad arrivare fin qui, e con una gamba ferita per altro?- chiese minaccioso il principe.
-Come fanno tutti, sire: cammino e non mi fermo finché non ho compiuto il mio dovere. E poi, te l’ho detto, conosco alcuni trucchetti per fare bene il mio lavoro- rispose l’altro, superando la macchina e fermandosi poco più in là, scaricando la roba ed apprestandosi a piantare un altro cartello.
-Ma tu cammini benissimo!- fece Prompto, sorpreso.
-Ve l’avevo detto che la gamba stava bene- continuò quello, iniziando a battere con il martello.
-Quindi ci hai fatto incontrare tutti qui. Astuto- osservò Aranea.
-Oh, lungi da me. Io faccio solo in modo che la gente trovi le indicazioni che le servono.
-Cioè andare in giro a piantare cartelli con significati criptici?- disse Noctis, scendendo dalla macchina e dirigendosi con passo deciso verso di lui. L’altro per tutta risposta fece un passo indietro e si mise ad ammirare il cartello appena piantatato.
-Beh, questo dice che più avanti c’è un area per piantare il campo, e considerata l’ora è più conveniente che fermarsi in una stazione di servizio- rispose quello -Suggerisco di approfittarne.
-Oh si, non vedo l’ora di un po’ di riposo- fece Gladiolus, soddisfatto.
-Meglio che proseguire al buio- gli fece eco Iris.
-Allora andiamo- acconsentì Luna. Noctis si volse a guardarla, ma lei sorrise sicura, prima di risalire sul proprio chocobo.
-E poi, Noct- fece Nolum, facendolo voltare di nuovo verso di sé, sussurrandogli a poca distanza dal volto -Anche se la matematica può essere un opinione, i numeri qui parlano da soli.
-Di che stai parlando?- replicò Noctis, alzando il sopracciglio. Nolum sorrise, furbetto, prima di dargli le spalle ed incamminarsi lungo la strada. Il clacson della Regalia risuonò con forza, facendo sobbalzare Noctis.
-Yo Noct, salta su! Questa bellezza vuole il suo meritato riposo!- lo richiamò Cindy, saldamente seduta al voltante. Noctis sollevò il sopracciglio, ma gli altri si limitarono a fargli segno di ascoltare e non protestare ulteriormente.

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Capitolo 2
*** I più semplici miracoli degli uomini ***


Il gruppo raggiunse tranquillamente il posto dove accamparsi: una simpatica radura su un rialzo sgombro, che dava la vista sulle forme sconnesse dell’altopiano.
Fortunatamente Noctis e gli altri avevano alcune scorte di sedie e cibo anche per le ragazze e Nolum, dato che loro non si erano potute portare molto bagaglio dietro. Luna sorrise teneramente, rincuorata dal suo colpo di fortuna, e grata a Noctis per il suo supporto. Era strano: credeva che l’avrebbe incontrato ad Altissia, forse lungo la strada, forse alla fine, ma non così, per caso, dal nulla.
Prima aveva incontrato Iris e Cindy, che stavano andando via da Lestallum per evitare che l’impero le trovasse, e poi Aranea, che le stava cercando, dicendo che Cid l’aveva assoldata per portarle sane e salve ad Altissia. E poi erano incappate in Nolum, un simpatico ragazzo sbucato dal nulla che viveva dove poteva e indossava quello che aveva, senza pretese o lamentele, sorridendo alla vita e andando avanti a fare quello che doveva. Era sembrato imbarazzato dagli abiti di Cindy, ma non l’aveva dato tanto a vedere. Le aveva gentilmente indirizzate lungo il terreno più comodo, verso un posto dove accamparsi, così che potessero passare la notte al sicuro e ripartire il giorno dopo, riposate. E infine, Noctis era arrivato sulla sua rombante automobile, inaspettato, elegante, e soprattutto sano e salvo.
-Lady Luna- la chiamò Ignis, attirando la sua attenzione -È sicura di volersi affaticare? Perché non si siede e…
Lei alzò una mano, facendolo desistere.
-Hoy, Cindy. M-mi aiuteresti a tirare su la tenda?- chiese intanto Prompto.
-Arrivo tesoro- replicò quella, lasciando il fuoco a Noctis e Iris.
Luna si fermò a contemplare il giovane, così concentrato nella sua opera da non notare lo sguardo interessato della giovane affianco a lui.
-In tal caso, vuole aiutarmi a preparare la cena? Il fornello da campo è quasi pronto- si offrì Ignis.
Luna annuì di nuovo, apprezzando l’idea di potersi rendere utile.
-Ehi! Ignis!- tuonò Gladiolus, accompagnato dal suono di oggetti che sferragliavano -Perché non metti a posto le tue cose da solo!?
-Senti chi parla. Non dirmi che non sai nemmeno come si monta questo- lo rimbeccò Aranea, pungente.
Luna si volse a guardarli, notando come la dragona si fosse imposta al giovane, letteralmente spingendolo da parte e mettendosi all’opera con mano esperta.
-Ehi, io mi occupo di tenere sua maestà fuori dai guai. È Ignis quello che non ci fa morire di fame- protestò Gladio, imbarazzato.
Luna si fece sfuggire una risata, osservando quei ragazzi comportarsi come se non ci fosse nulla a minacciare i loro destini.
-Cosa c’è da ridere?- brontolò il guerriero, nella sua direzione, facendo l’offeso.
-Ehi- lo richiamò Noctis -Non c’è niente di male a farsi due risate.
Proprio in quel momento, la tenda di cui si stava occupando il quarto membro del gruppo fece dei suoni strani, attirando lo sguardo di Luna e gli altri, e poco dopo la struttura fragilmente montata cadde addosso a Prompto, intrappolandolo e lasciandolo a gridare aiuto. Cindy si mise a rotolarsi a terra dalle risate, e anche gli altri erano troppo impegnati a ridacchiare per prestare soccorso, Luna inclusa.
-Dai ragazzi, prometto che non faccio più il navigatore! Ve lo giuro! Adesso fatemi uscire!- pregò il fotografo, finendo per impicciarsi ancora di più con i suoi movimenti forsennati.
-Okay, okay Prompto, arrivo- disse infine Gladio, dirigendosi a grandi passi verso di lui, seguito dalla dragona e dalla sorella. Noctis fece per imitarli, ma Ignis lo richiamò.
-Noctis, posso chiederti se ti va di pensare alla cena?
Il ragazzo si fermò, fissando l’amico, per poi spostare lo sguardo su Luna. Ovviamente, lei gli rispose con un sorriso radioso, e lui distolse lo sguardo, arrossendo vivamente.
-Non ci stai pensando tu?- chiese, con tono assente.
-Si, potrei farlo- riprese Ignis, con tono molto allusivo -Ma Lady Luna gradirebbe il tuo aiuto, se possibile.
Noctis cedette, voltandosi verso di lei. Dopo essere rimasti separati per quasi dodici anni, Luna non si sarebbe certo aspettata l’imbarazzo del giovane nel riunirsi a lei. Da un certo punto di vista era imbarazzata a sua volta, non certa di quanto avrebbe potuto mostrarsi intima nei suoi confronti.
-Uff… va bene- si arrese lui, avvicinandosi, mentre Ignis si congedava da entrambi.
-Da quando in qua cucini?- chiese Luna, quando il giovane adulto la raggiunse.
-Ignis insiste che devo imparare a cavarmela da solo- spiegò Noctis, vagamente a disagio.
Luna sbatté le palpebre un paio di volte, incuriosita.
-Ti va di decidere la ricetta?
Il suo sguardo assunse una nota preoccupata, e per un attimo pensò d’insistere a punzecchiarlo, solo per godersi la sua reazione così impacciata e ingenua.
-Non credo di essere così bravo- replicò, cercando di sviare il discorso. Alzò una mano verso una pentola da campo, e lei ne approfittò per allungare la propria ed incontrarla. Fu un breve istante, ma lui si ritirò quasi subito, forse intimorito, ma lei non si diede per vinta e continuò a fissarlo dritto negli occhi, invitandolo a rilassarsi. Noctis deglutì, prima di accettare la sua mano protesa e stringerla, facendosi avvicinare poco a poco.
-Ehi gente!- gridò Nolum, sopraggiungendo in quel momento, portandoli a separarsi di scatto.
-Non indovinerete mai cosa ho trovato cercando la legna!


-Un venditore ambulante di vino?- riprese Prompto, incredulo.
-Oh sì. Aveva visto anche lui il cartello, e stava venendo su per accamparsi con il suo camioncino, ma l’ho convinto a lasciar perdere e fare retromarcia. Però ho avuto modo di acquistare qualche bottiglia di ottima annata- finì di raccontare il ragazzo, a dir poco entusiasta -Questo lavoro non rende molto, ma vi dirò, sono felice che mettere da parte tutti quei guil alla fine sia servito a qualcosa.
-Non dovevi consumare tutte le tue risorse per noi- gli disse Iris.
-Oh andiamo, mi state offrendo una cena, gratis, e una sera attorno al fuoco con il re di Lucis e i suoi amici. E mi avete lasciato anche una foto ricordo di tutti noi assieme con i chocobo e la Regalia.
-Vorrei solo che fosse venuta un po’ meglio- fece Prompto.
Luna strinse le labbra, pensando che il biondo si riferiva più alla cena che alla foto. Lei e Noctis avevano fatto del loro meglio, ma nessuno di loro era particolarmente dotato, e l’atmosfera imbarazzante non aveva di certo favorito la riuscita dell’operazione.
-Vuoi scherzare? È perfetta!- replicò Nolum, masticando con entusiasmo -Dovrei indicarvi la strada più spesso.
Beh, anche se non era per la cena, almeno qualcuno sembrava apprezzare. Gli altri erano meno entusiasti del mangiare e ben più del parlare, e anche lei non se la sentiva di finire la propria porzione. Lanciò un’occhiata a Noctis, notando che anche lui ascoltava in silenzio, il piatto tra le mani e gli occhi intenti a scrutare i compagni.
-Se ti va di farci da navigatore per me va bene. Al momento ne siamo sprovvisti- fece Gladiolus.
-Ehi! Ho già chiesto scusa!- esclamò Prompto.
-Le scuse non bastano- lo seccò Ignis.
-Tu pensa a infilarti meglio gli occhiali quando guidi- intervenne Noctis, facendo arrossire vivamente l’amico. Suo malgrado, Luna si fece sfuggire una risatina, che venne fortunatamente coperta dalla risata convinta di Nolum.
-Su su, può capitare almeno una volta nella vita di perdere la strada- lo rassicurò quello, prima di prendersi un’altra cucchiaiata carica di cibo, e divorandola avidamente -E ricordatemi di fare i complimenti ai cuochi.
-Oh, dovrai metterti in fila- rispose Aranea, con una velata punta di sarcasmo. Luna raschiò nervosamente il fondo del piatto, prima di portare un boccone alla bocca e masticare nervosamente, tanto per tenerla chiusa.
-Decisamente- continuò Nolum, a quanto pare senza comprendere l’implicazione della dragona.
Luna non si sentiva imbarazzata per come era andata la cena, lo sapeva di non essere un granché in cucina, ma per Noctis… Gli lanciò un’altra rapida occhiata, e notò che anche lui teneva lo sguardo distante e fingeva di non sentire. Ma, in fondo, erano cose che nella vita succedevano, almeno una volta. Perché starci sopra a rimuginare inutilmente?
–… chi cucina di solito?- colse la voce di Nolum.
Possibile che non riuscisse a parlare d’altro?
-Io- rispose Ignis.
-Quindi devo considerarmi onorato che i coniugi reali si siano scomodati per cucinare oggi. Grazie davvero- fece il ragazzo, rivolgendogli un inchino da seduto, a cui Luna rispose con un sorriso ed un cenno del capo.
-Non ti ci abituare- replicò Ignis, mandando giù un altro po’ di cibo. Luna fu sul punto di commentare, ma si trattenne ancora.
-Posso cucinare io la prossima volta- intervenne Iris, distogliendo l’attenzione della principessa dal ragazzo.
-Cioè, se a Ignis va bene- aggiunse più timidamente la ragazza.
A Luna sembrò di cogliere qualcosa in quell’atteggiamento riservato, e spostò gli occhi subito sul diretto interessato. Ignis sembrò masticare in silenzio per qualche minuto, prima di alzare gli occhi sulla ragazza.
-Non ho obiezioni- disse infine, tornando a dedicarsi al suo piatto.
Luna ebbe l’impressione che mangiasse con più gusto. Tanto per scrupolo, spostò lo sguardo su Iris, notando che anche lei aveva assunto un’aria più allegra.
-Prima dovrai passare sul mio cadavere- minacciò Gladiolus, che probabilmente aveva colto gli stessi segni.
-Non c’è fretta- rispose Ignis, del tutto calmo, almeno apparentemente.
A Luna tornò un pizzico di buon umore, e tornò a posare i propri occhi su Noctis, cogliendo per un attimo il suo sguardo incontrare il proprio, prima che lo distogliesse. Intenerita, fece scivolare la mano sinistra fino alla sua destra, intrecciando le dita.
-Yoh!- chiamò Cindy in quel momento -Quando beviamo? Ho una gran voglia di scolarmi una bottiglia intera stasera.
-Quanta fretta ragazza. Gustiamocelo dopo il pasto- le rispose Nolum -Un brindisi agli sposi.
-Oh!- esclamò Luna -Ah, n-noi…
-Non siamo ancora sposati- finì Noctis per lei, muovendo nervosamente le dita nella sua stretta.
-Ancora no?!- fece incredulo il ragazzo.
-Sai com’è, c’è stata l’invasione e il regno è caduto in mano a Niflheim- intervenne Aranea, con il massimo tatto possibile.
Luna abbassò lo sguardo, lasciando andare la mano di Noctis ed evitando di guardarlo direttamente.
Lo sapeva bene che tutti avevano sofferto quella tragedia, e che le ferite non si erano ancora rimarginate. Lei aveva visto la città cadere, aveva visto i nobili guerrieri di Lucis che si erano sacrificati per lei e per il regno, aveva sentito sulla pelle il peso di quei momenti.
-Beh, allora… perché aspettare?- chiese Nolum, facendole rizzare il capo -Insomma, non sappiamo cosa succederà domani. Nemmeno io, che devo solo montare cartelli, lo so. Perché non vi sposate adesso?
-E come?- chiese lei, titubante -Non abbiamo un’autorità che possa officiare la cerimonia…
-Dimentichi il mio lavoro: io sono quello che da le indicazioni alle strade- intervenne Nolum -Siete sotto la mia giurisdizione qui. Quindi posso, e lo farò, che voi lo vogliate o no.
Luna rimase a bocca aperta, continuando a fissare quel tipo, così semplice e spensierato, eppure così imprevedibile ed geniale.
-Questa si che è una bella notizia!- esclamò Iris.
-Oh si! Sei un miracolo ambulante, Nolum! Che bell’idea!- le fece eco Prompto, battendo una mano sulla spalla del ragazzo, rischiando di spedirlo a terra. Il vociare si stava facendo confuso, ma Luna non se ne curò più: stava per sposare Noctis? Lì, in quella radura solitaria, con pochi amici, dove pensava che sarebbe mai stato possibile?
-...momento momento MOMENTO!- esclamò Ignis, alzandosi in piedi e quietando tutti -Non si può fare un matrimonio così su due piedi. Prima bisogna organizzare tutto, trovare i testimoni, gli anelli, il…
-Oh lascia perdere la burocrazia, fratello!- lo contraddisse Cindy.
-Cindy ha ragione. Non c’è niente di difficile: siamo nove persone, non abbiamo bisogno di cose complicate- le fece eco Nolum, alzandosi a sua volta.
-È vero: io non sono mai stata ad un matrimonio. Una cosa semplice sarà più che sufficiente- intervenne a quel punto Aranea.
Luna cominciò a far scorrere lo sguardo su ognuno di loro, completamente persa.
-Perfetto allora. Noctis, Luna, per favore, in ginocchio davanti al fuoco. Ignis, Iris, voi siete i testimoni- ordinò Nolum, elettrizzato.
-Ehi, volevo essere io il testimone!- protestò Prompto, ma l’altro si limitò a bisbigliargli qualcosa nell’orecchio, al che il grido di protesta del biondo si smorzò fino a diventare un cenno di assenso con il capo.
Luna si volse verso Noctis, cercando un po’ di sostegno, e si sorprese di vederlo ancora seduto al suo posto, la mano a metà strada tra il piatto e la bocca, e gli occhi sgranati. A quel punto, la sua determinazione prese il sopravvento, e lei si alzò in piedi, poggiando le proprie stoviglie sulla sedia. Si lisciò la gonna, sempre con eleganza, mentre attorno a lei gli altri trafficavano con sedie e cartelli, sotto le direttive di Nolum, e andò a posizionarsi di fronte al ragazzo.
-Noctis Lucis Caelum- chiamò, facendogli alzare lo sguardo.
I suoi occhi, persi nel vuoto pochi attimi prima, in quel momento si focalizzarono interamente su di lei, catturati e supplicanti in quella confusione festiva. Luna inspirò profondamente, sentendo le parole mancargli: non sapeva proprio come descrivere quel momento, era troppo anche per una come lei.
-Ci stiamo per sposare- riuscì a dire, incrociando le dita in grembo e arrossendo. Sembrava una scolaretta che confessava il primo amore. Anzi, si sentiva come una scolaretta che confessava il primo amore.
-Matrimonio…- mormorò Noctis, abbassando lo sguardo, prima di annuire convinto e rivolgerle un sorriso sollevato -Mi piace il suono che fa.
Luna si sentì travolgere da un’energia irrefrenabile; si sentì scoppiare d’eccitazione. Era quasi impossibile contenerla, ma si impose di restare in controllo finché quella cerimonia improvvisata non si fosse conclusa.
Noctis si alzò, posando il suo piatto sulla sua sedia, per poi prenderla mano nella mano e condurla davanti al fuoco. Quindi si inginocchiarono, in sincronia, unendo le mani in preghiera. Dall’altra parte del falò, Nolum era immobile dietro ad un palchetto costruito in fretta e furia con i pali e le tegole dei cartelli.
-Miei nuovi e carissimi amici e amiche, ci troviamo qui riuniti stasera, sotto l’indicazione dei cartelli stradali- fece una risatina -per portare a compimento questa informale ma ancora sacra cerimonia di matrimonio. Re Noctis Lucis Caelum, vuoi tu prendere in sposa Lady Lunafreya Vox Fleuret?
-Lo voglio.
Il cuore di Luna aumentò i battiti quando le sue labbra finirono di pronunciare sì.
-E vuoi tu, futura regina Lunafreya Vox Fleuret, prendere in sposo re Noctis Lucis Caelum?
-Lo voglio- disse, trattenendo le lacrime d’emozione.
-E allora, per l’autorità conferitami dall’amministrazione statale del defunto regno di Lucis, io, Nolum Cassio Feri, un attimo che…- si interruppe brevemente per frugarsi in tasca, per poi estrarre trionfante due fedi nuziali -… ecco, gli anelli.
-Da dove li hai presi?- chiese Noctis, mentre allungava la mano per prendere il proprio.
-Oh, è una storia triste da raccontare, ma sono certo che i proprietari ne sarebbero orgogliosi, sire.
Luna prese con una certa ansia il proprio l’anello nella mano, per poi volgersi verso il futuro marito ed invitarlo a porgerle la propria. Quando venne il momento di infilargli l’anello al dito, iniziò a tremare. Ma lui le prese le dita nelle sue, guidandola mano mano, fino a che l’oggetto non fu al suo posto, splendente al suo anulare. Quindi toccò a lui, e Luna alzò lo sguardo suoi occhi, vedendolo esitare, impacciato, ma gli fece coraggio con i propri, volendogli trasmettere sicurezza. Una volta finito, tornarono a rivolgersi verso Nolum.
-Bene, signori, io vi dichiaro marito e moglie.
Gli applausi e le esclamazioni, seppur appartenenti a pochi, esplosero come una marea, e Luna non riuscì più a trattenersi, mettendosi a singhiozzare, mentre le lacrime cominciavano a scorrere.
-Grazie…- mormorò, rivolta all’universo intero.
-Ora, miei amici, potete scambiarvi il bacio- annuì Nolum, sorridendole commosso a sua volta -Ma prima, vi prego. Lo so che non abbiamo un bouquet, ma spero che questo cartello…- e si chinò dietro al suo palchetto, sollevando appunto il suddetto oggetto -… pronto per essere piantato possa fare da surrogato. Potrete sia lanciarlo e dare così al più fortunato tra i vostri amici e amiche l’onore di piantarlo dove lo riterrà più giusto, o conservarlo e portare sempre con voi una parte di me.
Luna superò in corsa il fuoco e gli diede un forte abbraccio, soffocando il pianto nella sua spalla. Forse altri l’avrebbero considerata una cerimonia grottesca, ma era più di quanto lei avrebbe sperato. Il ragazzo ricambiò, dandole pacche d’incoraggiamento sulla spalla.
Poi un altro paio di mani la strinsero, allontanandola dal sacerdote di fortuna. Lei si lasciò trasportare, ritrovandosi tra le braccia di Noctis, e finalmente, dopo tante attese, poté stringerlo a se e dargli il bacio anelato, condividendo la pace assieme, e quell’insperato momento di trionfo. Non le importava dei singhiozzi altrui, era troppo presa dall’assaporare la dolcezza di quel momento, trascinandolo avanti fino alla fine, e lasciandosi ammaliare. Alla fine si separarono, ma solo nel corpo.
-Congratulazioni!- gridò Prompto iniziando a scattare foto con il flash a raffica.
-Oh, Lady Luna, vi invidio. Voglio trovare anche io un uomo così- si fece scappare Iris, soffiandosi il naso con il fazzoletto.
-Congratulazioni davvero. Non credo che potrò mai sentirmi così in un altro momento della mia vita- disse Nolum, facendosi avanti e stringendo la mano prima a Noctis e poi a lei.
-Volete favorire?- aggiunse poi, offrendo di nuovo il cartello, che era rimasto saldamente nella sua mano, e Luna lo accettò ben volentieri, prima di accompagnarlo dolcemente anche nelle mani di Noctis, e condividere anche quell’azione.
-Pronti?- chiese, rivolgendosi agli amici, che annuirono tra le lacrime e le guance arrossate.
Scambiò un breve cenno del capo con Noctis, per poi lanciare l’oggetto assieme. Aranea spiccò il balzo per prima, ma Iris, con l’aiuto di Ignis, riuscì a saltare alla stessa altezza, intercettando a mezz’aria la dragona e facendosi sfuggire il cartello tra le dita; quello proseguì imperturbato la sua corsa, e finì dritto tra le braccia di Prompto, che inciampò in un sasso e cadde clamorosamente indietro, perché non guardava dove metteva i piedi. A questo seguì un altro scroscio di applausi e risate, interrotto solo dallo sguardo minaccioso di Gladiolus rivolto a Ignis, quietato poco dopo da un calcio negli stinchi di Iris.
-Ebbene, miei cari amici e amiche- fece Nolum, ancora una volta -Credo sia ora che io vada.
Luna si volse verso di lui, sorpresa.
-Di già?- chiese, confusa.
-Oh, Lady Luna, mi lusinghi a richiedere ancora la mia presenza- s’inchinò lui, con già sottobraccio pali e tegole -Ma il mio compito qui è finito. Ho dato le mie indicazioni, e avete trovato la strada. Ora, è tempo che io torni al mio lavoro, che vi ricordo, è la mia missione, come la vostra è di difendere questo regno e salvarlo.
-Ma non ti riposi nemmeno…- insisté Noctis, ma a vuoto.
-Ci sarà tempo per riposare lungo la strada. Ma adesso stringe, e io sono sicuramente richiesto altrove. Quando andrò in pensione, vi invierò una cartolina del posto dove mi fermerò, così potrete venire a trovarmi. Ma fino ad allora, la mia casa è la strada, e i miei compagni i cartelli.
Nolum gli diede le spalle e fece per andarsene, ma poi si fermò e tornò da loro.
-Ah, Noct, Luna, perdonatemi, ancora una cosa: quelle fedi appartenevano ai miei genitori. Sono l’unica cosa che mi è rimasta di loro da quando è arrivato l’impero. Vi prego, vi chiedo solo di non separarvi da esse finché non sarà la morte a deciderlo.
Luna ammutolì, sentendosi piangere di nuovo. Troppe emozioni quella sera.
-Lo farò- rispose, rimettendosi a singhiozzare, sentendo le parole impastarglisi in bocca -Giuro, Nolum, non lascerò la fede fuori dalla mia vista per nessuna ragione al mondo.
-Neanche io- le fece eco Noctis, con voce rotta.
-Mi date un grande sollievo, amici. Mi basta ciò. Grazie della serata, e che le nostre strade tornino ad incrociarsi. Sappiate questo: se avrete di nuovo bisogno di indicazioni, io vi troverò, sulla strada che percorrò, perché quello è il mio compito. Arrivederci amici, che il viaggio sia lungo e sereno.
-E come sai dove andare!?- gridò in quel momento Prompto.
Nolum si fermò, e si volse di nuovo.
-Dimentichi che sono io quello che dà le indicazioni. So sempre dove andare! A presto, buona festa!
E con queste parole ricominciò il suo peregrinare.
-Ciao Nolum!
-Ciao!
-Buona fortuna!
-Mandaci una cartolina ogni giorno!
-Ciao!
-Ciao!
-A presto Nolum!
E così, il giovane misterioso e imprevedibile, capace dei più semplici e strabilianti miracoli della vita, Nolum Cassium Feri, se ne andò, scomparendo tra gli alberi e i sassi, nel buio della notte, ancora più suggestivamente di come era apparso.
Luna rimase a salutarlo a lungo, accanto al marito, continuando a guardare nel punto in cui era scomparso, incapace di guardare oltre. Alla fine, gli auguri si affievolirono, e il silenzio contemplativo e soddisfatto portò la calma nella radura. Luna si abbandonò sulla spalla di Noctis, chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare da lui, mentre gli cingeva la vita.
-E… sniff e ora- fece Prompto, risvegliandola un poco -VIVA GLI SPOSI!
Una pioggia di spuma si riversò su di lei, mentre i tappi di quattro spumanti esplodevano verso l’altro, lasciando libera la schiuma sulla sposa e il suo sposo. E ancora risate, e gioia, e sorprese, in quella notte che non sembrava mai finire. Luna ormai non ci capiva più niente, rideva e basta, mentre discorreva con i compagni e beveva il proprio vino, interrompendosi ogni tanto per partecipare agli innumerevoli brindisi. Quella notte, un miracolo di uomini e donne era avvenuto, e sarebbe stato così per sempre.

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Capitolo 3
*** Di nuovo in viaggio ***


Noctis si svegliò bruscamente, con la testa pulsante e gli occhi che dolevano. Non ricordava niente dell’immediato, nemmeno dove fosse. Poi riuscì a realizzare che doveva trovarsi nella tenda, sotto le coperte. Si sollevò a sedere, ancora intontito, e sentì un mugugno vicino a lui. Abbasso lo sguardo e, nella penombra generale, trovò Luna, sdraiata affianco a lui, avvolta nel sacco a pelo, e ancora nel mondo dei sogni. Sua moglie…
Alzò la mano per assicurarsi che non fosse un sogno, e la pallida luce riflessa della fede al dito lo rassicurò che era tutto vero. Facendo uno sforzo sovrumano, si alzò in piedi, cercando di fare meno rumore possibile, e si diresse verso l’ingresso, volendo dare alla ragazza la chance di riposarsi ancora un po’ mentre lui e i compagni smontavano il campo. Chissà perché, però, era tutto silenzio. Beh, avrebbe svegliato tutti lui.
Il sole, già alto nel cielo, lo colpì violentemente agli occhi, quasi ferendoli, ma lui insisté, coprendosi con le mani, fermandosi a rimirare l’ambiente attorno alla tenda.
-Ehi, il fresco sposo in persona- lo accolse Aranea.
Lui mise a fuoco, e la scorse dietro ai fornelli da campo, con addosso il gilé di Gladio (rigorosamente aperto).
-Allora, come è andata la serata?- continuò lei, prendendo un sorso di caffè ed avanzando verso il ragazzo.
-Ah… Bene-beh…!
Quando la dragona si allontanò dal fornello, Noctis constatò che indossava SOLO il gilé di Gladio. Girò immediatamente la testa dall’altra parte, colto alla sprovvista.
-Oh, giusto- fece lei, facendo seguire alcuni rumori, il che probabilmente significava che stava frugando da qualche parte per trovare qualcosa. Poi, un possente suono di trombetta da campo lo fece sobbalzare, come anche il resto dell’accampamento, a giudicare dalla quantità di grida sorprese o di gemiti sconnessi.
-Che diavolo…!?- stava gridando Noctis, voltandosi di scatto, ma venne interrotto dalla visione glaciale dei suoi compagni.
-Nocto!- esclamò Gladio, biascicando ed agitandosi come una scimmia -Non è… NON È quello che sembra. Iris… IRIS!
Gli occhi di Noctis schizzarono dall’altra parte del campo, dove la ragazza si stringeva, imbarazzata, le braccia al petto, raccolta contro il petto di Ignis, che cercava di coprirla con la sua camicia.
-IGNIS!- gridò Gladio, alzandosi in piedi, nudo e crudo, facendo indietreggiare sia l’amico sia Noctis dalla paura.
-Gladio, che diavolo!- gridò Noctis, cercando di nascondere alla propria vista le nudità del compagno.
-In mia difesa posso dire che non portavo gli occhiali ieri sera!- cercò di difendersi invece Ignis, indietreggiando di fronte alla furia barcollante dell’energumeno, sollevando una sedia per tenerlo a distanza.
-Oh, fratelli, ‘sta cosa non va bene...- biascicò Cindy -Qua stamo a dormire ancora...
Noctis spostò lo sguardo dai due litiganti, quanto meno per evitare che gli occhi iniziassero a sanguinare, alla giovane, che era tranquillamente nuda (almeno dalla vita in su, dato che non poteva vedere altro) in mezzo a quel parapiglia, visibilmente assonnata. Poi la mano di Prompto si alzò dal sacco a pelo, affianco a lei, e la ritirò giù.
-Inizio a vedere i culi volanti… torniamo a dormire mia dea…- commentò il biondo.
Gladio e Ignis erano ancora coinvolti in una faticosa faida, che per altro aveva assunto una posizione compromettente, ma Noctis sospettò che il didietro in questione appartenesse a qualcun altro. Infatti, come aveva sospettato, gli bastò spostare lo sguardo un po’ più in là per vedere che Aranea si era sfilata anche il gilé e stava tranquillamente chinata a raccogliere i propri indumenti.
-Cosa… sta…
Una sedia lo mancò di poco, al che, con un grido terrorizzato, Iris corse a nascondersi dietro lui, per poi gridare di nuovo e mettersi a correre per tutto il campo, cercando di coprirsi come poteva.
-SUCCEDENDOOOHHH!!!???- gridò, fuori di sé il re.

Toc Toc Toc Toc

-E CHE CI FAI TU ANCORA QUI!!!!!????
-MH?- replicò Nolum, che stava piantando un cartello pochi passi più in là, con il martello in mano e un altro cartello più piccolo stretto tra i denti.
-Mh! Mh mufh u ghu aguhuhu…- biascicò, senza che il ragazzo potesse capirci qualcosa.
-Insomma! Prima dici cose che non hanno senso, poi ci aiuti, poi te ne vai, poi sei di nuovo qui, che succede!?
Nolum continuò tranquillamente a fare il suo lavoro, e una volta finito si sfilò il secondo cartello dalla bocca e prese a tastare il terreno per trovare un punto dove piantarlo.
-Succede che io sto facendo il mio lavoro. Dare indicazioni- rispose.
-E non potevi farlo ieri sera?
-L’ho fatto. Ma a quanto pare sei ancora lontano dall’aver trovato la retta via, sire, tant’è che sono di nuovo qui.
-Ohhhhh, la mia testa- fece Noctis, stropicciandosi il volto tra le mani, non riuscendo nemmeno ad arrabbiarsi.
-Eh, la sbornia fa sempre male. Ma per un festeggiamento come quello di ieri, questo è altro- lo incoraggiò Nolum, ricominciando a picchettare.
-Sbornia? Perché? Non ditemi che eravate tutti ubriachi- disse Aranea, attirando l’attenzione di tutti. In effetti, la dragona era tranquillamente sciolta e serena, e non accusava nessun sintomo.
-Che c’è?- replicò, sorpresa, prima di finire di aggiustarsi i pantaloni da guerra.
-Comunque- riprese Noctis, tornando a guardare Nolum, prima di constatare che non era più vicino ai cartelli.
-Ti ho già dato tutte le mie raccomandazioni sire- gridò da lontano il ragazzo, senza poter essere individuato -Ricordati solo di fidarti dei cartelli. Non mentono mai.
E così Nolum scomparve di nuovo.
-Allora allora allora- intervenne Aranea, andando ad affiancarsi a lui -Vediamo che dicono questi cartelli.
Noctis sbuffò, visibilmente irritato, ma a malincuore si mise a leggere.
-“Il divertimento è appena cominciato”.
-Non fa presagire niente di buono- aggiunse Ignis.
-E-e l’altro?- chiese Iris.
-L’altro…

E per la cronaca, sire, sei nudo.

Il ragazzo sentì una morsa allo stomaco. Nudo?
-Non te ne sei neanche accorto?- fece Gladio, mentre lo sguardo del ragazzo volava dritto sui suoi addominali scolpiti e sulle gambe solide Gli mancò la terra sotto i piedi, mentre l’imbarazzo avvampava come un’onda. Lui? Nudo? Davanti a tutti…
-C-chiedo scusa!- gridò, facendosi largo tra i compagni, coprendosi con le mani, per poi tuffarsi nella tenda quasi senza fermarsi.
Luna lo accolse con un gridò sorpreso, e appena Noctis si trovò davanti il suo seno nudo, gridò a sua volta, indietreggiando -Sei nuda!
-Eh?- fece lei, presa in contropiede.
Poi abbassò lo sguardo a rimirare il suo stato, e arrossì fino alla punta dei capelli, rifugiandosi di nuovo tra le coperte con un gemito di paura. Probabilmente non se lo aspettava neanche lei.
-Ehi, innocentini- fece Gladio da fuori -Siete marito e moglie adesso, smettetela di gridare come donnine isteriche.
-Stai zitto e pensa per te!
-L’ho fatto. E ne sono anche soddisfatto!
-Fratellone!
Noctis pensò che tutto quel macello fosse una cospirazione per farlo impazzire. Si abbandonò sul sacco a pelo, chiudendo gli occhi e provando a rilassarsi, sconvolto.
-La prima volta…
Il ragazzo ruotò il capo, rivolgendosi verso Luna.
-La prima volta… ed eravamo ubriachi- le sfuggì un singhiozzo -Scusa, Noctis.
-Scusa?- chiese lui, confuso ancora di più -E di cosa dovresti scusarti?
Luna tornò a guardarlo, sospirando. Lui inspirò a sua volta, piegando le labbra in una smorfia, mentre pensava a cosa fare per rassicurarla. Alla fine, si strinse nelle spalle, e scivolò di nuovo sotto le coperte, andando apertamente ad abbracciarla. Il suo corpo nudo era la cosa più calda che avesse mai sentito in tanti anni, vivo, pulsante e rassicurante. Le accarezzò il capo, gentilmente, facendole appoggiare il volto contro proprio petto; lei gli cinse i fianchi con le braccia, abbandonandosi a lui, facendo respiri profondi.
-Sarebbe stata una buona memoria- ammise Noctis.
Luna annuì.
-Ce ne saranno altre- aggiunse il ragazzo.
-Molte altre- gli fece eco lei, alzando il capo per guardarlo dritto negli occhi -Marito mio.
Noctis fu sul punto di baciarla, quando un molesto -Noctis…?- balbettato a malapena lo fece voltare di scatto verso l’entrata della tenda.
-Mi fai un po’ di posto? Solo qualche altra oretta di sonno per me e per Cindy…- fece Prompto, entrando senza aspettare di ricevere il permesso, seguito dalla bionda.
-Yo Noct, hai proprio un gran culo…- commentò la ragazza, franando addosso al compagno.
Il ragazzo rimase a boccheggiare, fissando i due intrusi con un misto di incredulità e rabbia feroce.
-Mmhhh, Cindy… metti la mano un po’ più yawn in basso.
-Mmhh… come vuoi…- rispose la ragazza.
Quando a Prompto sfuggì un gemito, la rabbia prese il sopravvento.
-FUORI DI QUA!


Luna si occupò diligentemente dell’occhio nero del biondo, mentre gli altri finivano di smontare il campo. Era un po’ risentita per la maleducazione del ragazzo, ma in fondo non poteva fargliene una colpa: erano stata una serata pesante.
-Scusa- le ripeté di nuovo, contrito.
-Non fa niente, per stavolta passa- rispose lei, gentilmente.
Probabilmente non era abbastanza in sé da essersi reso conto della cosa. Cindy era stata più fortunata, dato che era riuscita a sgusciare fuori dalla tenda mentre Noctis sfogava la sua irritazione su Prompto.
-Le scuse non bastano- lo rimproverò invece Ignis, in quel momento -E ti stai anche riposando mentre noi altri ripuliamo tutto.
-Disse quello che ha rischiato la vita per andare al letto con…- la ritorta risposta di Prompto venne interrotta da un pezzo di legno che gli rimbalzò sulla fronte.
-Ti consiglierei di farti il doppio nodo alla lingua prima di parlare- lo freddò l’amico, prima di riprendere il suo lavoro. Luna si fece sfuggire una risatina.
-Non starlo a sentire, Prompto- replicò lei, continuando a parlare con calma, mentre si preoccupava anche del bernoccolo che stava spuntando sulla testa del ragazzo -Non ne hai colpa, a volte capita di fare una figuraccia. Vero Noctis?- chiese.
Il ragazzo si fermò, colto alla sprovvista, nel bel mezzo di quello che faceva.
-Ehm…
-Smettila di distrarti e torna al lavoro!- lo rimproverò Gladiolus, dandogli una sonora pacca sul sedere.
-Tieni le mani a posto!- rispose l’altro.
Luna si mise a ridere di nuovo, mentre Prompto si rimetteva in piedi, sorridendo vittorioso. Non molto dopo i bagagli erano fatti, e bisognava solo decidere i posti. Luna tornò al fianco di Noctis, guardando gli altri mentre si sistemavano.
-We, io la mia bambina non la lascio- disse Cindy, appoggiandosi saldamente alla Regalia.
-Bene allora! Io adoro i chocobo, possa darti il mio posto- intervenne prontamente Prompto, guadagnandosi un vistoso bacio da parte della meccanica, prima che lei, con un agile balzo, si sedesse al posto di guida.
-Oh no miss- intervenne Ignis -Mi spiace darle una brutta notizia, ma non lascio prendere la guida a nessuno se non me stesso.
I due si fissarono per qualche istante, prima che lei cedesse con un sospiro, spostando sul sedile accanto.
-Bene. Quindi, consiglierei che Lady Luna e Iris vengano con noi in macchina- riprese poi il ragazzo, spostando lo sguardo direttamente su di lei.
-Ah no, non ci provare- minacciò Gladiolus -Mia sorella resta con me!
-So cavarmela da sola, sai?- brontolò lei, mentre il suo chocobo rosa le piluccava i capelli, pigolando dolcemente.
-Non guardate me, Fulvio non si farà mai cavalcare da qualcun altro- puntualizzò Aranea, già in groppa al proprio pennuto.
-Allora, sembra che restiamo solo noi- disse Luna, alzando lo sguardo su Noctis.
Il ragazzo le restituì l’occhiata, sorridendole.
-Prego- la invitò con la mano, aprendole lo sportello ed aiutandola a sedersi, prima di dirigersi dall’altro lato e affiancarla. Luna gli diede un gentile bacio, restituendogli la cortesia che tanto si sentiva di esprimere nei suoi confronti. Si era veramente innamorata dell’uomo giusto.
-Orsù, andiamo- disse Prompto, spingendo il suo chocobo al passo leggero -Divertimento, arriviamo!
-Piantala- lo rimproverò Noctis, mentre il gruppo si metteva in moto.
-Ricordati, o mio sposo, che i cartelli non mentono- gli disse Luna.
-Ma dai…- replicò lui, facendole un sorriso di sfida.
Ignis accostò improvvisamente.
-Che fai? Non siamo nemmeno partiti- protestò Gladio.
-“Ricordate a sua maestà che la scena di sesso c’è stata. I cartelli non mentono”- lesse l’altro, protendendosi verso un cartello di legno, sbucato fuori, apparentemente, dal nulla.
Luna rivolse un’occhiata interrogativa al marito, che scosse il capo, cercando di negare qualcosa.
-Noctis, ho ragione di credere che il tuo scetticismo sia infondato- intervenne Aranea, prendendo la guida con il suo chocobo nero, mentre gli altri seguivano.
-Ehi, guarda un po’ che ho trovato!- esclamò Cindy, sollevando trionfante la macchina fotografica di Prompto.
-Ecco dov’era! Con tutto quello che è successo stamattina me n’ero dimenticato. Meno male che sta bene!
-Oh si- gli fece eco la bionda -Allora, vediamo un po’ che belle foto ricordo ci guadagneremo da questa… wow.
-Cosa?- chiese Iris avanzando rapidamente per affiancarla e sbirciare un attimo.
-Non pensavo che sua altezza fosse così flessibile.
-Dammi subito quella macchina!


Ardyn stava guidando in tutta tranquillità lungo la strada, in qualche modo già cosciente di quello che stava per accadere. In fondo, sapeva per davvero come sarebbero andate le cose, e prendersi un momento di svago tanto per mettere un po’ più di sale sulla coda di quell’ingenuo re non gli avrebbe fatto male. Però, con sua somma sorpresa, dovette fermare la sua longilinea avanzata perché qualcuno aveva abbandonato dei cartelli in mezzo alla strada. Fece un piccolo sbuffo: non aveva fretta, in fondo.
-Chiedo scusa?- chiamò.
-Oh, mi scusi- fece un ragazzo, sbucando d’improvviso alla sua destra, senza che l’avesse sentito arrivare -Credevo non passasse nessuno. Mi ero allontanato un attimo per… insomma, ha capito.
-Certo, certo- rispose l’altro, sorridendo.
Lo sconosciuto passò oltre, dirigendosi verso l’ingombro, prima di fermarsi di colpo e voltarsi a fissarlo.
-Chiedo scusa, io la conosco?
Ardyn sollevò un sopracciglio: chi è che non conosceva la sua faccia in tutto l’impero? Poi, però, si limitò a stringersi nelle spalle, e pensando di concedersi un po’ di divertimento ulteriore sorrise accomodante .
-Non credo, sa. Non mi risulta di averla incontrata prima- rispose, cercando di mostrarsi sorpreso.
-Ah, capisco- annuì quello, lanciandogli ancora qualche occhiata interrogativa, prima di dedicarsi al suo compito -Viaggia spesso?
-Oh, di tanto in tanto- rispose Ardyn, picchettando sullo sportello con la mano sinistra.
-Beh, fa bene cambiare aria ogni tanto- insisté l’altro, continuando a sgombrare lentamente la strada -Si fidi, io lo so.
-Ah sì? Anche tu viaggi?
-Non proprio. Vivo sulla strada più per lavoro che per voglia di viaggiare, ma apprezzo di poterlo fare.
-E il suo lavoro sarebbe?
-Piantare cartelli stradali.
-Ah- rispose Ardyn, per la prima volta sorpreso -E come mai?
-Beh, non è che spuntino dal terreno quando serve.
Sospesero entrambi la conversazione per consumare quella parentesi d’ilarità. Ma per il Cancelliere quell’incontro sembrava davvero prendere una piega nuova e stimolante. A prima vista quel ragazzo non gli avrebbe mai fatto granché impressione, ma dopo aver scambiato qualche parola ponendosi sullo stesso piano, si era ricreduto, venendo sorpreso da quella personalità vispa e particolarmente intrigante. Chiedere qualche altra informazione in più non avrebbe fatto male a nessuno.
-Quindi… lei fa solo questo nella vita.
-Beh, è il mio lavoro, e mi piace. Non vedo perché dovrei smettere, o perché dovrei prendermi una vacanza. Posso andare e stare dove voglio, e gratis.
-Sono pochi gli uomini che sanno apprezzare la povertà e la bellezza di una vita semplice- ammise Ardyn.
-Oh, non ne ha idea- annuì in risposta il ragazzo.
-Qual è il tuo nome?- chiese dopo qualche attimo il Cancelliere.
-Nolum Cassio Feri. E il tuo?- rispose l’altro, passando ad un tono informale ed offrendogli la mano.
-Oh, puoi chiamarmi Ardyn- rispose con accondiscendenza lui, stringendogliela.
Si fermò a fissare il volto del giovane, un volto ingenuo e ancora ricco di vita ed energia, con dei vispi occhi castani, mentre i capelli scuri cadevano a boccoli sul volto.
-Sei proprio sicuro che non ci siamo già conosciuti?- insisté Nolum.
-Sicuro, ragazzo- rispose Ardyn, capendo che ora di togliere il disturbo -Ci vediamo sulla strada quando capita.
-Arrivederci Ardyn!
-Arrivederci Nolum!- rispose, spingendo sul gas a partendo. Non aveva percorso molti metri che, superata una curva, incontrò uno dei cartelli che il ragazzo si portava dietro. Incuriosito, rallentò per leggere, e ne rimase scioccato.

Senti cocco, io non mi faccio prendere per i fondelli. Puoi raccontare tutte le balle che ti pare ma io qui la faccio da padrone, perché la strada è la mia casa e il mio paese. Io sono quello che da le indicazioni qui, e che sa sempre dove andare, e che sa sempre tutto, caro Cancelliere. E quindi, ricordati che io ti tengo d’occhio.

Nolum Cassio Feri

Ardyn si ritrasse, colto alla sprovvista. Si guardò intorno, controllando se il ragazzo l’avesse seguito, ma non vide nessuno. Con una scrollata di spalle, rimise la macchina in moto e ripartì, ma fatti pochi metri il motore cominciò a fare suoni strani, fino a spegnersi, lasciandolo come un fesso in mezzo al nulla.
-Buon divertimento a ridere, Nolum Cassio Feri- sospirò l’uomo -Non sarà così piacevole quanto ti avrò preso e reso il servizio.

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Capitolo 4
*** Un'ultima cosa... ***


Noctis si lisciò l’abito, osservando la sua immagine elegante e regale. La divisa del re di Lucis era senza dubbio uno dei più semplici abiti che gli fosse mai capitato d’indossare, ma non per questo era il meno formale.
-Bene, siamo tutti pronti- lo chiamò Prompto, facendolo voltare.
Anche gli altri avevano indossato le loro divise, meno appariscenti ma comunque formali e degne di grandi servitori di Lucis.
-Allora, consiglio di metterci in viaggio- suggerì Ignis, con il proprio temperamento controllato.
-Vi accompagno io con il camioncino?- chiese Talcott.
-Non ti disturbare ragazzo, andiamo a piedi- rispose Gladio.
-Eh? Signor Gladio, state scherzando spero.
Noctis andò incontro al giovane, mettendogli una mano sulla spalla -Non ti preoccupare. Adesso ci pensiamo noi, è la nostra battaglia.
-Ma se andate senza un veicolo i Demoni vi faranno a pezzi!- osservò Talcott, cercando di protestare, ma il re passò oltre, ponendo fine alla questione.
-Di alle ragazze che ci vedremo presto!- gli gridò Prompto -Sarà finita ancora prima di cominciare.
-Continua a ripetertelo- gli fece eco Ignis.
-Allora…- chiese Gladio -Qual è la prima mossa?
-Raggiungere Insomnia no? Sappiamo già dove andare- rispose il biondo.
-Forse, ma controllare un cartello per essere sicuri non farà male- finì Noctis.
-Ohhh, giusto. Un cartello non mente mai- gli fece eco Prompto, con tono allegro. Non ci misero molto a trovarlo, alcuni metri più in là. Non c’erano neanche tanti Demoni nella zona.
-Che cosa dice?- chiese Ignis, vittima della sua perenne cecità.

Caro Re Noctis, sapevo che mi saresti venuto a cercare. Molto astuto. Ti porgo le mie condoglianze, anche se in ritardo. Luna era un gran donna, non ce ne saranno mai altre come lei. Comunque, temo che i recenti fatti mi abbiano costretto ad andare in pensione anticipata. Non ho ancora deciso dove, il che è grave, ma ti prometto che sarai il primo a saperlo. Ma adesso non crucciarti, le strade prima o poi si incrociano sempre. Intanto, trova quella serpe velenosa e schiacciagli il capo anche da parte mia.

Nolum Cassio Feri

Il silenzio calò sul gruppo. Poco lontano dal cartello, Noctis notò alcuni resti di ossa sgretolate e qualche abito in brandelli, che riposavano sul ciglio della strada. Poco dopo, il legno marcio del cartello cedette, e l’oggetto si sgretolò.
-Beh…- fece Gladio, dopo qualche secondo -Avete sentito il tipo? Andiamo a snidare quella maledetta serpe.
-Non devi ripetercelo due volte.


Il sole sorse di nuovo, illuminando il cielo per la prima volta da quasi dieci anni. Gladiolus, d’istinto, sollevò una mano per proteggersi dai raggi dell’alba, ma poi l’abbassò, rincuorato dal potere benefico dei fasci di luce.
-È finita- sussurrò, commosso.
-Il sole!- esclamò Prompto.
-E bravo Noctis, tutte quelle chiacchiere non sono state per niente- continuò Gladio, con una nota di orgoglio e soddisfazione.
-Mi manca il sole…- commentò Ignis. Il guerriero abbassò lo sguardo sull’amico, notando che era ancora seduto sui gradoni del palazzo, guardando in basso. Gli diede una pacca amichevole, prima di sedersi al suo fianco.
-Che ti devo dire. È sempre una bella vista- commentò.
-Ah, dieci anni al buio e non puoi neanche goderti il ritorno del sole- esalò Prompto, sedendosi a sua volta.
-Grazie- lo seccò l’amico, sovraccarico di sarcasmo. Gladio non si mise a ridere, non gli andava; probabilmente non andava a nessuno di loro. E così rimasero a fissare l’alba, mentre il disco lucente si alzava nel cielo, senza piangere o ridere.
-Su, forza. Non abbiamo ancora finito- riprese Gladio, alzandosi.
-Come sarebbe a dire che non abbiamo ancora finito?- protestò Prompto, facendolo sospirare.
-Non dirmi che te ne sei dimenticato.
-Mi addolora ammettere che nemmeno io ho la minima idea di cosa tu stia parlando- lo sorprese Ignis.
-Uff. Andiamo perdigiorno. Vi spiego tutto quando saremo tornati ad Hammerhead. Magari a quel punto le vostre zucche si saranno rimesse a posto.


-Sorprendente come questo posto sembri lo stesso dell’ultima volta- disse Cindy.
-Ad Hammerhead sembrava un inferno- commentò Ignis.
-Era un inferno ovunque- aggiunse Aranea, cullando il neonato Deul nel suo marsupio, mentre Gladio la guardava con sguardo affezionato.
-Papà- lo chiamò il piccolo Nelio, tirandogli l’orlo dei pantaloni. Era tornato ai suoi vecchi abiti: quella divisa di Lucis non aveva più significato.
-Dimmi tesoro- disse Gladio, accarezzando la testa del piccolo.
-È davvero finita?
-Quasi figliolo. Papà, mamma e i tuoi zii e zie devono finire una cosa.
-Posso aiutare?
-Certo Roccia. Vieni qui- disse, prendendolo in braccio -Fai quello che ti dico e sarai d’aiuto.
-Davvero?
-Ma sicuro!
-Una martellata per uno, va bene?- chiese Prompto, già con il martello in mano. Gladio annuì. Il ragazzo tastò il terreno per trovare un punto in cui la terra era abbastanza molle, posizionò il palo, e colpì.
-Uh, piano lì bellezza. Lasciane un po’ per noi- lo rimproverò scherzosamente Cindy, scostando l’uomo da parte e prendendo il martello in mano, dando il suo colpo.
-Coraggio piccolo- disse Gladio, incoraggiando il figlio, mentre si faceva passare l’attrezzo -Aiuta il tuo vecchio.
La manina del bimbo si allungò verso il manico, afferrandolo proprio sotto la mano del padre, e assieme calarono il colpo.
-Ora la mamma- riprese l’uomo, offrendo alla dragona il martello.
-Poi zia Iris… E infine zio Ignis… Sempre che non si colpisca le dita.
-La tua ironia fa gola alle canzoni di Prompto- replicò quello, causandogli un accesso di risa. Infine, il cartello era piantato. Era rimasto dimenticato per quei dieci anni, una memoria stabile ma sempre più flebile di un tempo felice, ma alla fine aveva assolto il suo compito.
-Cos’è papà?- chiese Nelio.
-Quello è un cartello, tesoro. Serve ad indicare la strada alle persone, qualunque essa sia.
-Tutto qui?
Gladio gli sorrise, rimettendolo a terra -Imparerai a comprendere quello che ti dico quando sarai più grande.
-Lo dici sempre, uffa!- protestò il piccolo.
-Ascolta la zia Cindy, piccola peste. Certe cose non si possono dire e altre non si possono sapere, ma non devi mai temere: ce ne saranno tante altre da scoprire- intervenne la bionda, chinandosi a dargli un buffetto.
-Quindi… qui finisce tutto- disse Ignis -O quasi almeno.
-Sarebbe a dire?- chiese Iris.
Gladio alzò lo sguardo verso i due, sentendo che qualcosa bolliva in pentola.
-C’è un’ultima cosa che devo fare- ammise Ignis, infilandosi una mano in tasca e tirando fuori qualcosa -Una promessa che ora mi spetta di mantenere.
-Quelle sono…- fece Prompto.
Gladio annuì.
-Le fedi nuziali di Noctis e Luna, e prima dei genitori di Nolum. Ravus mi diede quello della sorella, Noctis mi affidò la sua prima di entrare nel palazzo e concludere questo ciclo. Dato che ormai le ho io, tanto vale che mi prenda il compito di mantenere la promessa con Nolum.
-Vecchio idiota- fece Gladio, scuotendo il capo, prima di tornare a fissare l’amico -Ci hai messo dieci anni ma infine ce l’hai fatta.
-Iris- proferì Ignis, inginocchiandosi di fronte alla donna -Vuoi sposarmi?
-Ooohhh, ma che carini. Vecchio stile, ve’?- commentò Cindy.
-Sì…- mormorò Iris, offrendo la mano all’uomo.
-E allora io, Ignis Scientia- rispose lui, alzandosi -Alla presenza dei nostri amici e del cartello che indica la via di questa strada, sono tuo marito- finì, infilandole la fede al dito.
-E io, Iris Amicitia, sono tua moglie- disse lei, facendo altrettanto.
Quindi, il bacio. Di nuovo.
-Ehi, ci sono bambini qui- fece Gladio scherzando, ma sapeva bene di avere ben altra opinione: sentì gli occhi inumidirsi, e si passò un dito su di essi per asciugare le lacrime.
-Oh, che tenerone che sei- disse Cindy, mettendogli una mano sulla spalla, e lui non lo negò.
Iris e Ignis ruppero il contatto, e lei si rivolse di nuovo verso di lui, sorridendo come non l’aveva vista da più di un decennio.
-Sono fiero di te sorellina- le disse, abbracciandola e facendosi abbracciare a sua volta.
-Grazie.
La lasciò andare, facendosi un poco indietro per dare spazio agli altri.
-Oh, vieni qui tesoro. Congratulazioni per il matrimonio- disse Cindy, stritolando l’amica.
-Si, congratulazioni davvero- aggiunse Prompto, dandole un bacio sulla guancia.
-E anche a te- aggiunse Aranea, dando un bacio sulla guancia ad Ignis -Bella scelta di location.
Gladio si fece avanti, cingendo le spalle della donna, mentre il piccolo Nelio gli sgusciava tra le gambe per correre dalla zia.
-E bravo Ignis. Hai fatto la tua parte- gli disse, limitandosi a mettergli una mano sulla spalla.
-Davvero? Nessuna minaccia incombente?- chiese l’amico.
-Solo la promessa di quello che ti farò se lascerai soffrire Iris.
-Allora andiamo d’accordo su qualcosa.
-Ehi sposi! In posa, è il momento della foto- fece Prompto.
Gladio e Aranea si fecero indietro, e lui riprese in braccio il bambino, per evitare che guastasse tutto, mentre i neo-sposi si mettevano in posa. Prompto fece appena in tempo a scattare la foto che il cartello cominciò a brillare.
Gladio si avvicinò assieme agli altri, curioso come non mai.
-Prova a leggerlo piccolo mio, facci sentire quanto sei bravo- disse, rivolgendosi a Nelio.
-Ma non sono troppo piccolo?
-Non per questo, Roccia.
Il bambino annuì convinto, e dopo aver guardato un po’ tutti gli adulti cominciò, con orgoglio.
-C-cari amici, sono content… contento che voi v-vi site…
-Siate- lo corresse Ignis, e Gladio gli rivolse un’occhiataccia.
-Siate riuniti qui tutti assieme. M-mi dispiace d-di non… non ess… esse…
Gladio si voltò immediatamente verso Iris, che colse al volo e diede una gomitata alle costole di Ignis, facendolo desistere dal correggere il bimbo.
-Essere lì con v-voi, ma sono si… sicuro che apprezz… appezzerete lo stesso il pensiero che… c-che vi sto man-mandando. M-mi m-manca… manca… te già. S-sono i-in-impaziente d-di incon-trarvi t-tutti d-di nu-nuovo. Vorrei, p-prima di t-tutto, a-augurare a N-Noctis e Luna o-o-o… ogni fe… felicita.
-Occhio agli accenti tesoro- sussurrò Aranea, e quando Gladio si volse per rimproverarla, dovette deglutire in silenzio di fronte allo sguardo dominante della moglie.
-Felicità. E v-voglio anche augu…- Nelio prese fiato -Augurare ogni bene a voi: Ignis e Iris, v-vi auguro d-di t-trovare un po’ di pace; G-Gladiolus e Ara-Ara… mamma e papà, vi auguro t-tanti bei bam-bambini; Pr-Prompto e Cindy, vi auguro una vita felice p-perché gra…zie a voi ho a-avuto questa g-grande gioia.
Sotto la scritta, che scorreva lentamente verso l’alto, cominciarono ad apparire i bordi di un’immagine. Alla fine, comparve la foto che Nolum si era fatto assieme a tutti loro la sera del matrimonio tra Luna e Noctis.
-Cos’è quella papà?- chiese Nelio.
-Quella è una foto vecchia che credevo non avrei mai rivisto- commentò Gladio -Sì, proprio una bella sorpresa.
-Meno male, temevo fosse scomparsa con lui- disse Prompto.
-C’è un’ultima nota- disse Iris, chinandosi a leggere, ma prima che Nelio potesse ripartire Prompto si mise a coprirlo, essendo il più svelto a leggere.
-Okay, questa è solo per noi- si giustificò.
-E allora che dice di così temibile?- chiese Gladio, scuotendo il capo.
-Hai presente quel cartello che ci ha fatto incontrare?- rispose l’amico.
-Quello che diceva di andare sempre sulla retta via?- intervenne Iris.
-No, quello che abbiamo incontrato noi- corresse Prompto.
-Sì, a che proposito?- insisté Gladio.
-Dice che è ancora in piedi, e che quindi…
-Okay, non dire altro- lo fermò Gladio, capendo dove andava a parare -Ho capito.
-Capito cosa papà?
L’uomo non replicò, colto da un dubbio esistenziale. Parlare di quelle cose con suo figlio quando era ancora innocente…
-Questo te lo posso provare a raccontare io, tesoro- intervenne Aranea, sfilando Nelio dalla sua presa e prendendolo per mano, allontanandosi.
-Lei si che è sicura di quello che vuole- commentò Cindy, quando la donna si fu allontanata abbastanza.
-Comincia a preoccuparmi- aggiunse Gladio, grattandosi il capo, incapace di contraddire la compagna ma allo stesso tempo chiedendosi con che faccia avrebbe parlato al figlio dopo quella chiacchierata.
-Andiamo, non fare così- intervenne Prompto, dandogli una gomitata amichevole -Sarà un po’ difficile portare i pantaloni in famiglia ma va bene lo stesso, no?
-Non sei molto incoraggiante- replicò lui, dandogli una sana manata sulla spalla.
-Beh, credo che il messaggio sia chiaro- intervenne Cindy, cingendo il collo ad entrambi -Adesso noi ce ne andiamo e lasciamo gli sposini un po’ in pace, che ne dite?
-Sicuri che…?- iniziò a dire Iris, ma Cindy fu più rapida.
-Il cartello parlava chiaro! Divertitevi.
-Va bene va bene, ho capito- si arrese Gladio, sfilandosi il braccio della bionda di dosso e rivolgendosi un’ultima volta alla sorella.
-Adesso pensa a cavartela da sola. Ma se ti serve una mano fammi un fischio e ti troverò.
-Ti voglio bene fratellone!
-Ti voglio bene anch’io.
E con quel saluto riprese a scendere dietro ai due biondi, scuotendo ancora il capo, incredulo. Avrebbe potuto diventare zio, adesso. Dieci anni di incertezze, e adesso poteva quasi assaggiare il dolce piacere di avere una famiglia serena e libera dalla paura.
Ci mise un po’ a percorrere lo sterrato al contrario, tornando alla strada principale, dove trovò Cindy che si faceva scattare una foto con Nelio in braccio, mentre Aranea allattava Deul, un po’ in disparte. Si diresse deciso verso la donna, e le diede un rapido bacio sulla fronte, prima che lei alzasse il capo per dargliene uno diretto.
-Questo per cos’era?- le chiese, battendo gli occhi.
-Ho bisogno di giustificarmi?
Lui scosse il capo.
-Quindi, adesso è finita- constatò Prompto -Che si fa ora?
-Adesso si torna a casa, e si pensa a ricostruire Hammerhead, e poi il resto di Lucis- rispose subito Cindy.
-Voi due- li contraddisse Gladio, staccandosi da Aranea e prendendo il figlio in braccio -Tornate a casa, ad Hammerhead.
I due rimasero a fissarlo, increduli e visibilmente preoccupati.
-E voi altri allora?- chiese infine Prompto.
-Nolum ha augurato a Iris e Ignis un po’ di pace, ed è quello che gli daremo- riprese Gladio, parlando con calma, misurando il tono. Non c’era bisogno di essere precipitoso.
-A me e Aranea ha augurato tanti bambini, e ne abbiamo già due…- si fermò per fare un sorriso incoraggiante al figlio, che annuì allegramente.
-E a voi ha augurato ogni felicità perché siete quelli che gli hanno dato la memoria migliore. Quindi prendete quella felicità, tornate ad Hammerhead e costruitevi la vostra vita.
-E dovremmo lasciarvi da soli in mezzo alla strada?- protestò Cindy.
-Non sarà più difficile di quando abbiamo iniziato- rispose Aranea.
-E anzi, non devo spingere una macchina per arrivare dove voglio- le fece eco Gladio, soddisfatto.
-E dove andreste?- chiese Prompto, già con un tono rassegnato.
-Ancora non lo sappiamo, ma di sicuro, se qualcuno lo sa, è la strada. La strada, e i cartelli. Quelli…
-… non mentono mai- finì Cindy, incrociando le braccia e guardandolo con occhi rassegnati.
-Perché ce ne andiamo papà?- chiese Nelio.
-Lo vedrai. È una sorpresa- rispose lui, sicuro di sé.
-Significa che non vedremo più Zio Propto o Zia Cindy?
-Zio Prompto- ribadì l’interessato, scuotendo il capo -Certo che no piccolo. Le strade si incrociano sempre, e noi vi verremo a trovare quando potremo.
-Lo incoraggi pure?- chiese Cindy, incredula.
Prompto alzò le spalle, e Gladio restituì alla donna un sorriso vincente
-E va bene- si arrese la bionda -Le nostre strade si separano qui. Solo, ricordatevi di mandare una cartolina quando vi sistemate.
-Sicuramente- rispose Gladio -Buona fortuna, e seguite sempre i cartelli.
-Non c’è bisogno, sappiamo già dove andare- lo sorprese Prompto, abbracciandolo.
Si era commosso di nuovo, e cercava di non farsi vedere mentre piangeva. Lui scosse, il capo, ricambiando.
-Goditi la tua felicità.
-A-anche tu- rispose, un po’ esitante.
Poi diede un buffetto a Nelio ed andò ad abbracciare Aranea, mentre Cindy si faceva sotto.
-Fate i bravi, tutti e due. Soprattutto tu Gladio, o dovrò chiedere a Nelio di tenerti d’occhio.
-Lo farò senz’altro!- esclamò il bimbo, strappando una risata al padre.
-Allora in moto!- esclamò Cindy battendo le mani e dirigendosi alla guida del camioncino, seguita da Prompto, che si fermò a dare all’amico un ultimo saluto con la mano, prima di partire.
-E così- disse Aranea, mentre il motore della camioncino si accendeva -Siamo soli.
-Per ora- la incoraggiò lui -Forza, i piedi non si muovono da soli.
-Significa che devo camminare anche io?- chiese Nelio, con un tono preoccupato.
-Tranquillo tesoro, ti dirò io quando dovrai camminare.
-E quando sarà?
-Quando il tuo vecchio sarà troppo stanco per tirare avanti...

 

THE END

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Capitolo 5
*** Epilogo - Ultimo Atto ***


Noctis ebbe la netta impressione che qualcosa mancasse. Osò aprire l’occhio sinistro, lanciando uno sguardo incerto a Luna, che riposava con il capo sul bracciolo del trono. Non poteva vederle il volto da quell’angolatura, ma dopo il bacio non aveva ragione di credere che fosse turbata.
Nonostante Ardyn li avesse separati, alla fine era stato egli stesso a riunirli, un paradosso che probabilmente era sfuggito all’ex-cancelliere. Noctis ebbe la tentazione di abbandonarsi nuovamente al riposo, ammaliato dall’atmosfera che lo circondava, ma poi un improvviso ricordo invase la sua mente, scuotendolo dalla quiete.
Sospirò, non esattamente felice della cosa, ma si alzò comunque dal trono: in fondo, aveva tutto il tempo per abbandonarsi all’oblio dei sensi. S’inginocchiò davanti a Luna, accarezzandole una guancia per svegliarla con dolcezza. La moglie aprì i suoi brillanti occhi senza che lui dovesse sollecitarla a parole, attratta dal suo tocco.
-Vieni amore- la invitò, offrendole la mano.
-Dove andiamo?- chiese lei, facendosi aiutare.
-A trovare un amico- rispose lui, prendendola sottobraccio ed avviandosi giù per la scalinata.
-Se sarà una lunga passeggiata, dovrò cambiarmi d’abito- commentò sua moglie, mentre aggiustava l’orlo della gonna per scendere più comodamente.


-È strano- osservò suo marito -Non ti ho mai vista senza gonna.
-Non mi sono portata molti abiti per la fuga- ammise lei -Ma i tacchi e gli orli non sono per niente comodi. Spero solo di non turbarti la vista.
-Al contrario. Mi fa sentire più libero.
Avanzavano mano nella mano, senza più la veste bianca o gli abiti regali: lui aveva riassunto i suoi vecchi vestiti da viaggio, mentre lei si era scelta una maglia a quadri blu e verdi, un paio di leggins bianchi, e una felpa grigia. Non le dava più la stessa aria nobile e solenne, ma con Noctis poteva essere se stessa, specie ora che erano morti. Le apparenze erano solo una cortesia, alla fine era solo marito e moglie, neanche più re e regina. Tutto grazie a Nolum. Abbassò lo sguardo sulla sua mano destra, dove aveva portato la fede, finché la sua vita non si era spenta ad Altissia, dove Ardyn l’aveva colta di sorpresa.
-Quindi… questo amico che stiamo cercando, chi è? Qualcuno che conosco?- chiese, intrigata dalla cappa di mistero che il marito aveva tenuto sulla destinazione.
-Oh sì. Non bene come ci si aspetterebbe, ma te lo ricordi sicuramente- rispose lui, mantenendosi vago ma lanciandole un’occhiata invitante.
Luna si soffermò sui lineamenti dell’uomo: erano meno delicati, diverso dal ragazzo che aveva sposato alla luce di un falò da campo e con pochi amici, ma erano in tono con il suo portamento, ora autorevole e responsabile. Non sapeva dire se gli piacesse di più, ma in fondo non si erano parlati per più di dieci anni, e poi per altri dieci. Lo conosceva meno di quanto ci si sarebbe aspettati, il che la faceva sorridere: chissà quanti aspetti di sé celava ancora Noctis, e quanti poteva ancora scoprire.
-Dovrebbe essere qui attorno- disse il marito, distogliendola dai suoi pensieri.
-Cosa?
-C’era un cartello, l’ultima volta che sono passato di qui- spiegò lui, guardandosi attorno.
Erano poco lontani da dove sorgeva Hammerhead, se l’ambiente fosse stato ricostruito sul regno di Lucis.
-L’ultima volta? Vai in giro senza dirmelo?- disse lei, lanciandogli un’occhiata giocosa.
-Intendevo prima di morire- spiegò lui, assorto.
-Oh, marito mio- sospirò la donna, lasciando andare la sua mano -Puoi almeno fingere di ridere?
-Andiamo, dove sei?- continuò quello, ignorandola, allontanandosi di qualche passo.
Luna sollevò il sopracciglio, sorpresa.
“È la prima volta che si comporta così in mia presenza. Qualsiasi cosa stia facendo, deve essere veramente importante” pensò, un po’ delusa dall’atteggiamento del marito, ma rimase in silenzio ad osservarlo mentre si comportava come una tigre in gabbia.
-Ah, maledizione. Non riesco più a trovarlo- si arrese infine Noctis, passandosi una mano tra i capelli.
Luna incrociò le braccia al petto, riflettendo brevemente.
-In effetti non abbiamo incontrato nessun cartello che ci dicesse dove andare. Non è possibile che non ce ne siano- disse, raggiungendo il nocciolo delle sue considerazioni.
-A meno che non ci sia nessuno che si occupi di piantarli- considerò Noctis.
Luna annuì, convinta. Fece per riprendere il ragionamento, prima che un’improvvisa realizzazione le facesse nascere un sorriso furbetto sulla faccia.
-Stiamo cercando Nolum, vero?- chiese, sicura, avvicinandosi e sporgendo il collo in avanti per cogliere lo sguardo dell’uomo. Noctis fece una smorfia, colto in flagrante.
-Volevo farti una sorpresa- si difese, ma Luna si limitò a scuotere la testa di fronte all’inettitudine del marito.
-Sei molto dolce Noct, ma avremmo potuto risparmiarci un bel po’ di problemi se me l’avessi semplicemente detto- lo rassicurò, avvicinandosi e prendendogli le mani tra le proprie, per poi guidarlo, indietreggiando -Vedi, Nolum aveva detto che la strada era la sua casa, che sapeva sempre tutto e che sapeva sempre dove andare. Quindi, ci sarebbe sicuramente venuto incontro se fosse ancora sulla strada.
-A meno che non volesse essere trovato…- mugugnò Noctis, un po’ risentito.
-Possibile, ma non probabile- lo contraddisse Luna, superando il guardrail con agilità, continuando ad accompagnare il marito con le mani -Quindi, se la mia teoria è corretta, continuiamo a cercarlo nel posto sbagliato, ovvero la strada, e non lo troveremo mai.
-Ma è una quantità di terreno sperduta…
-Smettila di essere scettico Noct. Con quel tuo atteggiamento sarei potuta morire senza nemmeno poterti dare un bacio d’addio- lo zittì lei, con un sorriso, prima di girarsi in modo da guardare dove andava, trascinando il marito con una sola mano. Lasciata da parte la strada, la ragazza iniziò a camminare vicino alle rocce, facendo attenzione ai mucchi d’erba, finché non notò un paio di scarpe spuntare da dentro un cespuglio all’ombra di un ansa nella roccia.
-Visto?- disse, soddisfatta, mentre si chinava vicino al ritrovamento.
-Nolum? Ehi- lo chiamò dolcemente, prendendo il dorso della scarpa tra due dita e scuotendolo appena.
-Mmhhhh… yawn. Che c’è?- rispose la voce del piantatore di cartelli, mentre la sua chioma arruffata e piena di foglie spuntava dal verde, rischiarata dal sole.
Luna lo fissò, mentre Nolum batteva gli occhi, apparentemente non riconoscendola. Spostò gli occhi su Noctis, poi di nuovo su di lei; quindi si alzò, un po’ impacciato, e si volse verso il sole, rimanendo immobile a osservarlo. Luna si alzò a sua volta, lanciando un’occhiata al marito, che le sussurrò brevemente quello che era diventato il mondo in quegli ultimi dieci anni, del buio perenne e dei demoni, cingendole il fianco con un braccio.
Nolum tornò a guardarli poco dopo, ancora confuso, senza mostrare segni d’essere stato abbagliato dalla luce possente che emanava l’astro. Poi cominciò a sorridere, fino ad assumere la tipica aria ottimista.
-Miei signori, che piacere!- esclamò, abbracciandoli entrambi con il suo tipico modo entusiasta -Che piacere davvero! Allora significa che abbiamo vinto! Oh mamma, non ci credo! Mi ero appena addormentato qui dentro per riprendere un po’ di fiato, quando puff: voi due mi svegliate ed è di nuovo tutto a posto!- cominciò a parlare a manetta, travolgendoli con la sua vitalità. Sembrava un bambino che aveva ritrovato la mamma e il papà.
-Quindi state bene! Lady Luna che sollievo: ti davamo tutti per morta!- le disse, dandole un galante bacio sulla mano.
-Ehm…- fece lei, presa in contropiede.
-E sire, mio caro Noctis, lasciatelo dire- continuò l’altro, senza cogliere la nota preoccupata nel voce della donna -Sei invecchiato proprio male.
Luna ebbe un attimo di smarrimento, prima di scoppiare a ridere.
-Grazie- replicò neutro Noctis, nonostante il suo tono celasse del sarcasmo.
-Prego- rispose l’altro, sempre allegro, facendo un passo indietro.
-Bene bene bene. Che bel tempo oggi. Dove sono tutti?- riprese, saltellando per l’eccitazione.
Luna scosse il capo, sorridendo.
-Nolum- lo richiamò -Noi siamo morti.
Lui spalancò gli occhi, colto alla sprovvista, finendo per incespicare a cadere “tragicamente” sul guardrail. Sembrava disorientato, con gli occhi che vagavano sull’ambiente senza una meta. Per la prima volta Luna lo trovò vulnerabile, umano…
“Umano? Beh, Nolum ha sempre avuto un carattere soprannaturale, immagino. Non mi sono mai fermata a rifletterci sopra” pensò.
-Quindi, ricapitoliamo- disse Nolum, infine, tornando a posare lo sguardo su di loro -Abbiamo vinto?
-Sì- rispose Noctis, con un tono soddisfatto.
-E gli altri stanno tutti bene?
-Sembra di sì- rispose ancora il ragazzo, cingendo le spalle di Luna con fare consolatorio, anche se la donna sentiva chiaramente di non averne bisogno.
-Mentre noi tre siamo morti- finì Nolum, facendo una constatazione piuttosto che una domanda.
Luna sorrise, strofinando il capo contro la spalla del suo compagno.
-Quanto fico può essere!?- esclamò il ragazzo, passando dall’avere un aspetto sperduto ad uno sguardo raggiante e vivo, lasciando i coniugi a bocca aperta.
-Ma dai, essere morti è così bello?! Non credevo che l’avrei mai scoperto!- continuò Nolum, imperterrito.
Dandosi una spinta, compì una bella piroetta sul guardrail, atterrando con eleganza e maestria sull’asfalto della strada, per poi improvvisare un balletto di break dance.
Luna sbatté le palpebre, ancora incapace di credere a quello che Nolum aveva detto.
“Per lui la morte non è motivo di disperazione o dolore, ma di gioia e divertimento?” pensò la ragazza, alzando lo sguardo sul marito, che fissava l’amico appena ritrovato con occhio critico.
-Incredibile- disse, quasi indignato.
-Ehi, che fate voi due lì?!- li chiamò in quel momento il giovane, interrompendo il suo numero di danza per atterrargli davanti con una portanza felina -Credevo foste felici.
-Siamo felici- rispose Noctis, prendendo Luna e stringendola a sé -Perché siamo di nuovo assieme dopo la morte.
-Beh, non colgo in cosa consista il tuo turbamento, sire- riprese Nolum, battendo le sopracciglia con fare accomodante -Insomma, non mi pare che sia così male qui. Pensa al dato oggettivo: posso lavorare per il piacere di farlo, dato che non vedo un ciufolo di cartello qui in giro.
-Nolum, sei la prima persona che incontriamo ad essere eccitata dalla morte- mormorò Luna, faticando a capire l’altro.
-Ah, è per quello!- esclamò il ragazzo, assumendo un’aria più accademica -Scusatemi, è solo… pensavo fosse un posto più lugubre. O magari che finisse così, e basta. Niente.
-Capisco la tua gioia- ammise la donna, lanciando un’occhiata d’avvertimento al marito.
-In effetti anche io ho avuto la stessa reazione all’inizio- disse questi, mentendo spudoratamente. Lei alzò gli occhi al cielo.
-Beh, direi che un po’ di confusione da parte vostra sia inevitabile. Chiedo scusa ad entrambi, amici- concesse, inchinandosi, per poi risollevarsi ghignando, segno che stava per accadere qualcosa.
-A chi va di fare un giro?- chiese, mettendo le mani dietro la schiena e dondolandosi sui talloni, aspettando che i due rispondessero.
-A me- rispose subito Luna, battendo le nuove scarpe da ginnastica sul terreno.
Lanciò un’occhiata incoraggiante a Noctis, che si strinse nelle spalle, al massimo della sua capacità d’espressione.
-Bene. La carrozza dovrebbe arrivare a momenti- rispose Nolum, alzando lo sguardo verso la strada, mentre il vento riprendeva a soffiare.
-La carrozza?- chiese Luna -È una metafora?
-Più o meno- rispose l’altro, mentre un rombo familiare s’avvicinava sempre di più.
Luna si volse verso la fonte, notando una macchina nera che si avvicinava spedita, fino ad arrestarsi di fronte a loro. Nolum sorrideva, appoggiato al guardrail con un mano, gli occhi posati sui due passeggeri della Regalia.
Luna ebbe un moto di sorpresa scorgendo il guidatore: i capelli erano tirati indietro, raccolti sulla nuca in una serie di treccine; aveva una barba curata e corta, meno ispida di quella di Noctis; indossava un abito da combattente scuro, un abito da Kingsglaive, i guerrieri élite di Lucis.
-Nyx!- esclamò la ragazza.
-Lady Luna!- rispose quello, con occhi colmi di panico, per un breve istante -Siete morta anche voi?
-Sì- rispose lei, sorridendo rassicurante -Ma grazie ai suoi sforzi sono riuscita a lasciare Insomnia indenne, e ho completato la mia missione.
-Ah, bene- annuì lui, sollevato.
-Quindi, voi siete il principe Noctis, vero?- chiese poi, rivolgendosi a suo marito.
-Molto lieto, Nyx- rispose Noctis.
-Oh, lei è Crowe. È l’amica che il re aveva inviato a proteggerti- aggiunse poi il guerriero, indicando la compagnia, seduta al posto del passeggero. Era una donna matura, e portava i segni della guerra negli occhi, scavati e freddi. Anche lei indossava la divisa dei Kingsglaive, ma questa era rossa e nera, tipica degli incantatori; aveva i capelli scuri legati in una coda alta.
-Vostra maestà- rispose la donna, porgendole la mano. Luna la strinse con calore, annuendo grata.
-Miei signori, se volete accomodarvi- li richiamò Nolum, aprendo galantemente lo sportello posteriore, come un maggiordomo.
-Sarà un piacere scortarvi di nuovo, Lady Luna- disse Nyx, girandosi verso di lei e sorridendo.
-Come ai vecchi tempi- rispose la donna, accomodandosi.
Pochi attimi dopo, lo sportello si chiuse con un tonfo, e Luna vide Nolum accomodarsi affianco a suo marito, stretto nel posto centrale.
-Coraggio Noct, sei stato in posti peggiori- lo incoraggiò scherzosamente il ragazzo, mentre Nyx premeva sull’acceleratore, riprendendo la marcia.
-Non ho motivo di lamentarmi- rispose quello, chinandosi a darle un bacio, che lei ricambiò volentieri.
-Quindi, dove andiamo?- chiese Crowe.
-Oh, vediamo dove ci porta la strada- rispose Nolum, mentre Noctis lasciava le labbra di Luna, permettendole di riportare lo sguardo sull’orizzonte, notando che il sole stava calando.
-Esiste la notte qui?- chiese, sorpresa dell’evento.
-Beh, anche i morti hanno diritto di guardare le stelle, no?- scherzò Nyx.
-Ma così non vediamo dove andiamo- osservò Crowe.
-E allora dov’è il divertimento?- la sorprese Noctis -Sono anni che aspetto di passare una notte sotto le stelle senza paura di essere aggredito.
-Forse non sei invecchiato così male- osservò Nolum, facendo ridere tutti.
Poi cadde il silenzio, e Luna si fermò a rimirare il tramonto, che sembrava prossimo ad inghiottirli, proiettando una luce sempre più abbagliante a mano a mano che spariva all’orizzonte.

 


THE END

 

Nota dell'Autore: Sì, stavolta è finita davvero. Noctis è in pace, Luna è in pace, Nolum è in pace (che è la cosa importante), persino Nyx è in pace. E adesso spero lo siate anche voi.
Alla prossima. Ciao.

Daniele II: Sono sorpreso. Non hai fatto una delle tue solite bestialità. Sei stato… quasi generoso.

A: Beh grazie, amico.

DII: Non tirare troppo la corda adesso.

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