Family Portrait

di Morrigan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Another Woman ***
Capitolo 2: *** Paranoic ***
Capitolo 3: *** Irish Man ***
Capitolo 4: *** All You Need is Love ***



Capitolo 1
*** Another Woman ***


Another woman

Another woman

 

 

"Non voglio dirti sempre le stesse cose Harry.... solo che..."

"Solo che cosa, Hermione? Oggi non è giornata. Vattene a studiare in biblioteca almeno riesco a concentrarmi".

Forse era stato troppo brusco, ma non vedeva altra soluzione. Lo avrebbe seguito e non le andava di mentirle. Se le avesse detto che doveva andare a trovare Hagrid sicuramente si sarebbe voluta aggregare anche lei. E che le avrebbe detto allora?

Hermione incassò e girò sui tacchi. Odiava quando se la prendeva con lei.

Harry aspettò ancora qualche minuto prima di uscire a sua volta dalla stanza, poi facendo bene attenzione a non destare troppi sospetti si incamminò verso la capanna di Hagrid. Avvicinandosi alla porta senti delle voci provenire dall'interno. Bussò due volte. Hagrid gli aprì la porta e lo strinse forte a sè quasi soffocandolo.

"Andiamo Hagrid, lascialo stare..." disse Silente ridendo.

"Oh professore, mi scusi..." gli rispose il gigante arrossendo "ma l'ho visto così poco in questi giorni. Mi mancava questo combinaguai!!"

Harry non potè fare a meno di notare che l'aggettivo combinaguai veniva ripetuto spesso ultimamente, e proprio per questo si trovava lì in quel momento.

Silente si spostò e Harry intravide una bellissima donna dai capelli lunghi, legati in uno chignon sopra la testa. Era al buio, lontano dal caminetto ma brillava di luce propria. O forse erano i suoi occhi?

"Harry...voglio presentarti una persona, vieni". Lo invitò il preside.

Il ragazzo si avvicinò titubante. Quella donna lo metteva in soggezione.

"Questa è Katherine Murray, il nuovo Ministro". La donna sorrise, un sorriso bellissimo, solare.

"Piacere di conoscerti Harry, non sai quanto mi hanno parlato di te!"

"Spero ne abbiamo parlato bene!" rispose Harry senza pensare.

Dannazione. Cosa diavolo c'entrava quella frase? Nulla! E ora? Gli avrebbe dato del ragazzino stupido?

La donna gli sorrise, un sorriso sincero. Quasi complice.

"Perchè avrebbero dovuto parlarmi di male di Harry Potter? Sei una leggenda. Le leggende vengono considerate tali proprio perchè nessuno si permette di asserire il contrario!" gli rispose la donna facendogli l'occhiolino.

Si, quel ministro le sarebbe piaciuto. Non c'era alcun dubbio.

 

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"Questo nuovo ministro è una bomba, hai visto che roba Harry?" gli chiese Ron sfogliando l'inserto speciale de La Gazzetta del Profeta dedicato al nuovo ministro.

"Già" annuì Harry continuando ad inzuppare i biscotti nel latte.

"Ma come fai a dire che ti piace se non l'hai neanche vista. Ron ha preso la mia copia appena è arrivata".

Hermione riusciva sempre a fregarlo, o forse era lui che riusciva a darsi la zappa sui piedi dannatamente bene.

"L'ho conosciuta la settimana scorsa..." disse Harry tutto d'un fiato riempiedosi la bocca poi con due biscotti.

Hermione lo fulminò.

"Cosa? Quando? Quando è successo? Perchè non ce lo hai detto?". La ragazza lo sommerse di domande.

"Mercoledi in serata, l'ho incontrata nella capanna di Hagrid, c'era anche Silente". Rispose Harry con finta noncuranza.

" Mercoledi... Mercoledi era il giorno in cui dovevi studiare e non abbiamo finito quella discussione, o sbaglio? Perchè non mi ha detto che andavi da Hagrid?"

"Non potevo, Herm. Silente mi aveva detto che dovevo andare da solo."

Hermione fece finta di bersi la spiegazione e cambiò discorso.

Harry si sentì sollevato. Non avrebbe potuto spiegargli perchè si trovava lì. Ma Hermione non era stupida. Quella domanda prima o poi sarebbe venuta fuori e allora, avrebbe dovuto trovare una buona scusa.

 

 

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"Ragazzi, un pò di silenzio per favore!". La McGranitt richiamò l'attenzione dell'intera Sala Grande.

I ragazzi si girarono verso di lei, Minerva indietreggiò e Silente si fece avanti.

"Oggi è una giornata speciale per voi studenti di Hogwarts, è la prima volta che il Ministro della Magia ci fa l'onore di essere chi ospite da noi. Il Ministro mi ha chiesto di non parlare, e io rispetto la sua scelta. Ma vorrei ugualmente che le faceste un grosso applauso. Dieci anni fa era qui fra questi tavoli, al suo ultimo anno e oggi è diventato il primo Ministro della Magia più giovane della storia!". Un grande applauso partì dai tavoli, con cori e fischi di approvazione.

La McGranitt non gradì, ma bastò un sorriso del nuovo ministro a farla calmare.

Poi Silente fece un cenno con la mano e le tavole si imbandirono.

Alla fine della cena il preside, Hagrid e la McGranitt accompagnarono la Murray alla carrozza che la aspettava all'entrata.

Harry, Hermione e Ron fecero appena in tempo a fermarla prima che la carrozza partisse.

"Ministro, ministro! Mi permette di esprimerle i miei più sinceri auguri per il suo mandato?"

Il ministro sorrise stupita. Harry invece rise di gusto. Ma come diavolo parlava Ron? Se l'era scritta una frase del genere??

"La ringrazio, signor..?"

"Weasley...Ronald Weasley" rispose il ragazzo con un sorriso a trentaquattro denti.

Il ministro guardò di sfuggita Hermione e riservò un ultimo saluto ad Harry.

" Mi raccomando Harry, per qualsiasi cosa, in ogni momento, se c'è qualche problema sai dove trovarmi."

Hermione era furiosa.

Chi diavolo era quella donna per permettersi di parlare in quel modo ad Harry? Al suo Harry??

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Paranoic ***


Paranoic

Paranoic

 

Hermione ancora gli teneva il broncio. Credeva che le fosse passata, ma si sbagliava di grosso. Era incredibile, quando si trattava di lui riusciva sempre a legarsi al dito tutto quello che non le piaceva che Harry facesse. E con Ron non si comportava così. Forse c'era qualcosa in lui che le dava fastidio, qualcosa che ad Hermione proprio non piaceva. E se ne convinse talmente tanto nelle due settimane successive che finì con l'essere paranoico.

"Harry, mi passi quel libro?"

"Un secondo..."

"Uff..." sbuffò Hermione.

"Perchè sbuffi? Ti ho detto di aspettare un secondo. Non un anno!"

"Harry, ma sei impazzito?" La faccia di Hermione era sbigottita "Stai facendo tutto da solo, io sbuffavo cosi...a dire il vero non me ne sono neanche resa conto!"

"Si, come no..."

"Ma sentilo...ma sei un bambino, lo sai?"

"Ahhh ecco che esce fuori la vera Hermione. Sentiamo gran donna, quali consigli hai da dare per farmi diventare una persona migliore?"

Hermione non rispose, ma lo guardò con rabbia mentre raccoglieva i suoi libri.

"Nessun consiglio? Strano...stranissimo!" aggiunse Harry con un tono dannatamente arrogante.

Hermione gli lanciò un'occhiataccia, poi uscì fuori dalla comune.

Dannazione!! Perchè finiva sempre cosi con lei ultimamente...

 

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Hermione corse fuori sul prato e quasi cadde inciampando su un sasso che non aveva visto. Le lacrime le offuscavano la vista. Ma perchè la trattava cosi?? Fino a qualche mese prima andava tutto bene e all'improvviso sembrava che non la potesse più sopportare. Che gli aveva fatto? Cercò con la mente di ripercorrere tutte le giornate che avevano passato insieme nell'ultimo anno. Le ricordava perfettamente. Ogni singolo minuto, ogni singolo sorriso.

I ricordi non l'aiutarono, ma forse non era lì che doveva cercare la risposta alla sua domanda.

 

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"Vedrò cosa posso fare, McGraw, ma non posso prometterle nulla. Come lei saprà sono momenti difficili questi...".

"Lo so ministro.." asserì il vecchio custode del Ministero.

"Comunque vedrò cosa posso fare. Casomai me lo mandi domani, vedrò di farci due chiacchiere e se proprio non riuscirà ad ottenere quel posto da usciere, posso sempre farlo assumere in qualche ufficio"

"La ringrazio! Non speravo in tanto!"

Il Ministro accompagnò il vecchietto alla porta e mentre lo salutava una figura coperta da un lungo mantello color porpora si presentò sull'uscio. Il custode cercò, senza successo, di vedere il volto dell'uomo sotto il cappuccio poi diede un ultimo saluto al Ministro e andò via. 

"Silente, il rosso non le si addice, lo sa?".

Il vecchio preside la abbracciò sorridendo.

"Come stai, mia cara?" le chiese entrando nell'ufficio.

"Bene, molto bene. Qui sono tutti estremamente gentili e mi sembra quasi di essere a casa."

"Ma lo sei..." aggiunse Silente con un sorriso enigmatico.

Quel sorriso non sfuggette alla donna.

"Vuoi qualcosa da bere, qualche pasticcino, un..."

Silente la bloccò. "No Kate, sono venuto qui per parlare. Ti prego siediti con me vicino al fuoco."

La donna annui e si sedette su una poltrona proprio vicina a quella di Silente.

"Come hai intenzione di comportarti con Harry. Io non posso essergli sempre alla calcagna. Sarebbe alquanto strano, non ti pare?"

"Si, lo so. Infatti ho intenzione di introdurre una "spia" qualcuno che possa farmi sapere cosa fanno, dove si trovano e cosa hanno intenzione di fare."

"Una spia? Esterna?" chiese Silente con un tono allarmato.

"No. Interna. Un Grifondoro. E ho già trovato la persona giusta. Mi dispiace solo che dovrò stravolgergli la vita."

"Posso sapere il suo nome?"

"Seamus Finnigan" concluse Katherine.

Un gran sorriso comparve sulla bocca di Albus Silente.

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Irish Man ***


Irish Man

Irish Man

 

 

"Seamus, la McGranitt ti cercava!" gli urlò Dean entrando nella stanza.

Seamus imprecò, perchè nessuno riusciva a lasciarlo in pace la domenica mattina? Tirò più su le coperte e mise la testa sotto il cuscino.

Eccolo che arrivava...quel fastidioso mal di testa che ti colpisce quando qualcuno ti sveglia all'improvviso.

Si toccò la testa e appoggiò una mano sugli occhi mentre sentiva aprire di nuovo la porta.

"Finnigan!!! E' un'ora che ti cerco!!"

Il ragazzo rimbalzò sul letto e si mise subito in piedi con gli occhi semichiusi. La professoressa McGranitt lo aveva colto di sorpresa e non aveva fatto nemmeno in tempo a coprirsi. Cosi ora si ritrovava mezzo nudo davanti ad una donna di mezza età che per sua fortuna non aveva più nulla di attraente.

La professoressa si avvicinò e gli porse una vestaglia che si trovava ai piedi del letto.

"Vestiti, Silente vuole parlarti nel suo ufficio. E non farlo aspettare un'altra ora..."

Poi girò sui tacchi e se ne andò via lasciandolo li come uno stoccafisso.

"Seamus?" Dean lo guardava cercando in lui una qualsiasi tipo di reazione. Finnigan si trovava in mezzo alla stanza, con una faccia da pesce lesso in boxer e vestaglia. Mai spettacolo poteva essere meno gradito.

Silente vuole parlarmi?? Avrà scoperto dello scherzo fatto alla Lovegood la settimana scorsa? Ma non era grave...ne ho fatte di peggio e in 7 anni non mi ha mai convocato!

Il ragazzo si mosse meccanicamente verso il bagno, mentre continuava a pensare si fece una doccia veloce e senza darsi neanche una guardata allo specchio ne uscì frettolosamente cercando i suoi vestiti. Aprì l'armadio e buttò tutto quello che aveva sul letto. Continuava a scartare camicie su camicie comportandosi come una ragazzina al suo primo appuntamento. Dean nel frattempo se la rideva sotto i baffi.

"Dean, che cazzo devo mettermi??" urlo istericamente ad un certo punto.

Thomas si avvicinò al letto e senza proferire parola, ma con un gran sorriso sulla bocca, presa una camicia, la cravatta rossa, un paio di pantaloni e un gilet.

"Questo andrà bene, un pò di eleganza ci vuole in presenza del Preside" gli rispose porgendogli la divisa della scuola.

Finnigan annuì e si preparò in gran fretta.

Appena il tempo di mettersi le scarpe e già stava scendendo le scale.

Dean lo rincorse per qualche metro urlandogli qualcosa, ma evidentemente Seamus stava già pensando ad altro.

 

 

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La McGranitt lo aspettava davanti alla porta del Preside. Senza chiedergli nulla disse la parola d'ordine e la grande porta di legno si spalancò lasciandogli intravedere una scalinata.

"Sali le scale Finnigan, alla fine troverai la porta del suo ufficio".

"Va bene.." rispose timidamente. Fece un passo avanti ritrovandosi sul primo gradino e notò che la porta dietro di lui si stava richiudendo automaticamente. Guardò in alto e sospirò.

In che guaio si era andato a cacciare??

Arrivato davanti all'ufficio bussò due volte aspettandosi una risposta che nessuno gli diede. Bussò di nuovo. Ancora nessuna risposta. Si guardò intorno. Giù non poteva tornare e li non poteva rimanere di certo. Al massimo avrebbe detto a Silente che visto che nessuno rispondeva aveva creduto che non lo avesse sentito.

 

 

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Una volta entrato si pentì amaramente di aver fatto quella scelta. Gli occhi di tutti i quadri presenti nell'ufficio si voltarono verso di lui. Per una frazione di secondo si sentì come un bambino sorpreso con le mani nella torta, poi la sua faccia tosta ebbe la meglio e si accomodò su una sedia davanti alla scrivania del Preside.

"Oh Finnigan, è già arrivato! Non me ne ero accorta, ma prego entri e si accomodi." lo apostrofò il Ministro. Il suo viso era spuntato da dietro una scaffale al piano superiore e visto che Seamus credeva che l'ufficio fosse deserto quasi cadde dalla sedia per lo spavento.

"Mi...mi ...mi" cercò di rispondere il ragazzo.

"Lo so che ti dispiace, ma non preoccuparti...dico sul serio!". Gli occhi di quella donna erano sinceri e Finnigan finì col tranquillizzarsi.

Il Ministro scese rapidamente le scale, non staccando mai gli occhi da quelli del ragazzo. Poi arrivata vicino alla scrivania si sedette sulla poltrona.

Seamus non sapeva cosa dire, si guardò intorno aspettandosi da un momento all'altro l'arrivo di Silente. Era fortemente a disagio e sperò che quella donna non se ne accorgesse.

"Vieni con me" gli disse alzandosi dalla poltrona. Quella richiesta lo colse impreparato, si alzò e la seguì esitante verso una delle finestre. Sotto l'impalcatura di legno che li sovrastava Seamus intravide una finestrina piccola e dei cuscini bordò appoggiati su due sedili scavati nella roccia. Il Ministro si sedette e invitò Seamus a sedersi di fronte a lei.

"Mi rendo conto che per te è imbarazzante essere qui con me, ma c'è un buon motivo se ti ho fatto chiamare..."

"Si," rispose il ragazzo "la McGranitt mi ha detto che Silente vol..."

"No" lo interruppe la donna "Silente non c'entra. Sono stata io a farti convocare qui. Ho bisogno del tuo aiuto."

Finnigan la guardò con la bocca spalancata. Che diavolo voleva dire??

 

 

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"Ora sai tutto" concluse il ministro asciugandosi le lacrime. "Non ti ho nascosto niente. Sai tutto quello che c'è da sapere. Mi aiuterai?"

Seamus guardò fuori dalla finestra. Era stravolto. Fece un grande respiro mentre una miriade di emozioni e sensazioni si impossessavano del suo cuore.

Poi la guardò come se la vedesse per la prima volta.

"Come potrei negarti il mio aiuto?" le rispose con un sorriso.

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** All You Need is Love ***


All You Need Is Love

All you need is Love

 

 

Entrò di soppiatto nella Sala Comune quasi deserta. Harry sedeva al tavolo, impegnato a scrivere qualcosa su una pergamena, Hermione invece era dall'altra parte della stanza e ogni tanto lanciava qualche occhiata inferocita ad Harry che non la degnava di uno sguardo.

Seamus si avvicino al tavolo e prese posto vicino al ragazzo.

Harry continuò a scrivere senza alzare gli occhi.

"Ehi amico, non ti ho mai visto cosi preso dalla studio!"

Harry alzò lo sguardo e lo fulminò.

"Che vorresti dire? Che non sono intelligente? Che non sono capace di leggere un libro o di arrivare ai M.A.G.O. da solo??" sibilò la parte finale della frase guardando verso Hermione.

La ragazza si alzò immediatamente, lasciando cadere in terra tutti i libri che aveva sulle gambe.

"Eh no caro!! Io non ti ho detto che non potevi arrivare ai M.A.G.O. da solo!!"

"No, infatti hai detto che non riesco a capire nulla se non me lo spieghi tu!" convenne Harry.

"Io ero occupata in quel momento, e...e il mio era un modo di dire!! Intendevo che alcune volte potresti anche studiare da solo! Anche io ho gli esami come te, devo aiutare te, Ron e Ginny. Sto studiando di notte in questi giorni, è normale che sia un pò nervosa, no??"

"No che non è normale! Come credi che mi senta io, che ho Voldemort alle calcagna e potrei non arrivare alla fine del settimo anno??!"

Hermione impallidi, poi fu un attimo. Uno schiaffo colpì Harry in pieno volto.

"Non t'azzardare più a dire una cosa del genere" gli intimò Hermione in lacrime. "Mai più!"

Poi raccolse i suoi libri e risalì velocemente le scale del dormitorio.

Seamus aveva visto tutta la scena e uno strano sorriso gli si era dipinto sulla bocca.

E' proprio amore... pensò ridacchiando.

 

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"Che cos'è successo stavolta?" le chiese Parvati con voce annoiata.

"Niente..." le rispose Hermione buttandosi sul letto. "Assolutamente niente. Niente che non sia già successo ieri o l'altro ieri".

Parvati sospirò. Il settimo anno ad Hogwarts si era rivelato uno dei più interessanti. Il trio si era sfaldato, Ron ormai passava tutto il suo tempo con Lavanda, e Harry ed Hermione passavo tutto il loro, di tempo, a litigare.

Il problema era che non erano semplici litigi come quelli che avevano avuto Ron ed Hermione duranti i primi sei anni. Harry ed Hermione si unsultavano gratuitamente, salvo pentirsene quando l'uno o l'altro lasciava la stanza. Era inutile negarlo, in molti erano preoccupati per il loro compartamento e non riuscivano a capire come potessero rovinare un'amicizia bella come la loro. Nessuno sapevo esattamente quando i problemi fossero iniziati, ma Lavanda aveva azzardato una data e molto probabilmente aveva colto nel segno. Il giorno che Harry e Ginny si erano messi insieme le cose avevano iniziato a peggiorare.

 

 

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I piedi sul tavolino e la testa ciondolante.

Ron sonnecchiava su una delle poltroncine della Comune mentre tutto intorno si era scatenato l'inferno.

Non si era svegliato neanche quando Harry, dopo che Hermione era salito su nel dormitorio, aveva quasi rotto una delle sedie del tavolo dandogli un calcio.

Lavanda gli si avvicinò e cercò di svegliarlo con un bacio.

Niente.

Un'altro bacio.

Ancora niente.

La ragazza si allontanò un poco e lo guardò meglio.

"Ronald Weasley, che tu sia maledetto, sei sveglio!!".

Il ragazzo sorrise tenendo gli occhi chiusi. "Non tanto...non riesco a svegliarmi perchè non hai ancora fatto del tuo meglio..."

Lavanda non se lo fece ripetere due volte, si sedette sulle sue ginocchia e lo baciò con passione.

 

 

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Quella notte, con il favore delle ombre, una figura incappucciata entrò tra le mura di Hogwarts.

Minerva la aspettava davanti al portone principale e la condusse fino ai sotterranei.

Una scala a chiocciola e una stanza alla fine del corridoio.

La McGranitt la lasciò davanti alla porta.

"Sono qui fuori se hai bisogno di me, cara".

Dopo essere entrata la donna si scoprì il capo e delle ciocche rosse le finirono ai lati del viso.

Seamus rimaneva sempre incantato nel vederla. Era pazzesca.

Catherine gli sorrise e lo invitò a sedersi con lei vicino alla finestra.

"Hai scoperto qualcosa?" gli chiese ansiosa.

"Niente di niente, anche perchè Harry ed Hermione non parlano tra di loro, litigano. E Ron non sembra molto interessato all'affare Voldemort".

"Litigano? Ancora? Non è possibile, siamo a Novembre! A quest'ora avrebbero già dovuto far pace da un pezzo!"

"Ne sei sicura?"

"Certamente! Mio padre ha una memoria di ferro. Ricorda date e compleanni come nessuno..."

"Forse succederà a breve..." sovvenne il ragazzo.

"No, non è possibile questo. Seamus, forse non ti rendi conto...le cose stanno cambiando. Gli eventi che si sono verificati, stanno mutando..."

"Potrebbe essere...per te?"

"In che senso?" gli chiese.

"Il fatto che tu sia qui, potresti aver cambiato il corso delle cose?"

"Può darsi...ma non è forse questo il motivo per cui sono qui? Per cambiare il corso degli eventi?".

 

 

 

 

 

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