Arctic

di jacqulinewilliams
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***
Capitolo 4: *** 4 ***
Capitolo 5: *** 5. ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Arctic
 
 
Bonnie POV.
 
Ok, stiamo calmi, ripensa attentamente ad ogni singola cosa successa negli ultimi due mesi.
Forse non sarà facile, in due mesi nella mia vita ne sono successe di cose; potrei iniziare dal di nuovo quasi 'rapimento' di Elena, un'altro nemico da sconfiggere, incantesimi da fare, il mio fidanzato 'normale' del college che mi molla perchè secondo lui ero troppo ' piatta'.
Io piatta? Vuole farsi un giro nella mia 'vera' vita?
Si, bhe ma è successo qualcos'altro, Bonnie, non far finta di niente, mentire con te stessa è ancora peggio e per di più stupido.
Va bene, siamo sinceri, Bonnie, siediti, respira profondamente e a voce alta di queste parole: TU SEI INCINTA.
Ok, magari non proprio ad alta voce, magari sussuralo, ricordati che vivi in una città che presenta un  alto tasso  di esseri sovrannaturali, metà di loro hanno un udito fin troppo sopraffino.
Ed uno di questi, ti entra anche facilmente nella testa.
Cielo, e lui è anche il padre.
C'è stato un tempo, forse due imbarazzanti anni fa, quando ancora eri l'inutile streghetta amica di Elena , Meredith e Caroline, quando Damon ti 'usava' solo, quando smaniavi dalla voglia per un suo bacio, quando ti perdevi nei suoi occhi blu-ghiaccio,quando stranamente tra di voi c'era quella connessione che tu custodivi così gelosamente.
Ma alla luce di tutti questi 'quando', ancora non ti spieghi come sia possibile che tu sia rimasta incinta, almeno di lui.
E' stato un momento di 'debolezza'; ma chi la diamo a bere Bonnie , sarai anche stata triste perchè Max ti aveva lasciato, sarai stata anche felice perchè i cattivi di turno erano fuori zona, ma nulla tiene al fatto che eravate super sbronzi, soli, con quel fottuto cielo stellato e che un cosa tira l'altra.
Tuttavia ancora non ti spieghi come la questione' bebè' sia stata, bhe.. possibile.
Insomma, lo sanno tutti che un vampiro non può procreare, altrimenti Damon avrebbe sfilze di figli per tutto il mondo.
Avrai visto Breaking down mille volte per farti dare un'illuminazione, anche se di illuminazione in quel film non ce né, ma diamine, i libri di magia non ne parlano, non te la senti di parlarne con nessuno quindi la cosa migliore da fare qual è?
Scappare.
Si, all'apparenza sembrerebbe una delle più grandi stupidate dell'anno o del secolo, ma la reputi la cosa migliore, per te e ..per il bambino, devi pensare e pensare da sola, certo una mano farebbe comodo ma sai già il mega casino che questa bomba procurerebbe.
Così inizia il piano Bon bon, entriamo in scena.
 
Inizio a prepare un piano così elaborato e contorto che talvolta, mi stupisco di me stessa.
Dalla  nonna, ero a conoscenza di comunità intere di streghe sparse qua e la per il mondo, volevo andare da una di loro e bhe farti come dire 'visitare'.
So, che un bambino del genere viene considerato un'ibrido', un arma potenziale, una macchina un qualcosa che sicuramente in molti vedranno come 'male', tuttavia io non voglio lasciarlo.
Non so dove prenda tutta questa lucida razionalità, insomma dovrei sclerare, dare di matto, ammazzare con un forte aneurisma Damon, ma mi sento calma. E' come se dopo tanti anni, avessi di nuovo la mia vita in pugno.
Lo so sono pazza; ad ogni modo ricercando su intenet ho scopeto che il cuore del bambino si forma alla sesta settimana, pregando che ne Stefan ne Damon abbiano sentito niente inizio a fare i preparativi, partirò per l'Alaska.
Faccio un breve riepilogo del piano, prendo carta e penna e stilo quest’idea malsana.
PIANO PERFETTO/ SCAPPATOIA PER ALASKA.
1.Isolare il battito del bambino quando entrerò nella sesta settimana,
2.Parlare con il professore e ‘obbligarlo’ a darmi il trasferimento per l’Alaska Pacific University,
3.Andare da mio padre e dirgli che mi hanno dato una borsa di studio per la Nuova Zelanda,
4.Chiedergli di darmi la chiave della nonna per aprire il suo ‘garage’,
5.Cercare un appartamento e un lavoro,
6.Visita 
7.Bruciare questa lettera.
8.* salutare con no chalance i ragazzi.

 Ok, mi rendo conto di essere ridicola, la vocina dentro di me mi dice ‘ sei stupida per caso, devi dirlo, Damon ha il diritto di saperlo, scappare non serva mai, alla fine ritornerai e bla bla bla’
Prendo atto di ciò che sto facendo, stupidaggine o no.
Inoltre la voce, è la stessa di Elena.
Avevo prefissato una settimana di tempo per mettere in atto il piano, cercai quindi di sviare ogni contatto con i miei amici, dichiarando di essere rimasta molto indietro con lo studio visto i recenti fatti.
Damon finse indifferenza, non che dopo ‘la volta’ fossimo diventati amiconi, ma mi aspettavo qualcosa che ovviamente non sarebbe mai arrivato. Detto ciò passai i primi giorni della settimana a cercare incantesimi che ‘soggiogassero’ il mio professore referente; avevo bisogno che dichiarasse una falsa pista ai miei amici una volta che la mia assenza si sarebbe fatta sentire. False piste, sarò un genio incompreso o solo una scema. Meglio non saperlo, perché la seconda parte del piano la più complessa era quella di inventare una scusa che reggesse, e che mi portasse a casa senza che le ragazze si insospettissero. Così inventai che mio padre di ritorno a casa dopo una conferenza voleva che passassi qualche giorno con lui, banale ma efficace.
-Ma Bonnie, questo fine settimana dobbiamo festeggiare- mi disse Elena, per niente felice della mia partenza.
-Elena, lo sai che da quando sono passata ai dormitori mio padre sente la mia mancanza, sarà solo un weekend, e poi festeggeremo come se non ci fossero altri mostri al mondo ok?
Elena imbronciò il viso, Meredith e Caroline la ripresero dichiarando che la mia era un ottima idea, il tempo per festeggiare ci sarebbe sicuramente stato.
Così dopo affettuosi e da parte mia frettolosi saluti, presi la mia valigia e partii per casa.
Ovviamente dentro quel minuscolo trolley non ci sarebbe entrato niente, quindi ricorsi a qualche incantesimo che permettesse a tutta la mia roba di entrare. Un po' come la borsa di perline di Hermione.
 Mio padre era ovviamente a casa, perché la terza parte del piano richiedeva la sua presenza.
Lo avvertii del mio trasferimento, non senza il suo disappunto, ma felice ad ogni modo che le mie doti scolastiche fossero apprezzate, certamente non potevo dirgli che da li a sette mesi sarebbe diventato nonno di un bebè, mezzo vampiro mezzo umano.
Meglio evitare certi sottili particolari.
Mi feci dare la chiave del garage della nonna, che altro non era che un bunker, situato più o meno in mezzo al bosco, dove si trovava un baule con tutti i testi magici a cui fare riferimento. Con esso anche un elenco delle streghe presenti in America e in Europa a cui appoggiarsi in caso di necessità.
Mi nonna mi aveva avvertito di utilizzare quei testi solo in caso di necessità, direi che ora necessità ora si era fatta viva.
 Durante quel weekend, decisi di fare la temuta visita medica, avevo il terrore di quello che si sarebbe potuto vedere, in verità ero terrorizzata di finire come Bella, ma più volte mi ripetei che quella era ‘finzione’, relativamente, ma che ad ogni modo non avrei partorito in un mese e che non avrei avuto le costole rotte e il corpo deperito.
La visita fu imbarazzante, in sala d’aspetto c’erano tutti i tipi di coppie, lesbo, gay, etero e io l’unica single.
Mi sentivo osservata, e finsi uno strano interesse nei confronti di una rivista che spiegava le malattie veneree.
Quando arrivò il mio turno, la dottoressa Bezzie, lesse la mia cartella ed iniziò la visita di routine. Vedere per la prima volta, quel piccolo esserino credo mi abbia svegliato da quell’apatico stato in cui ero finita dopo aver scoperto di essere rimasta incinta.
Cercai di trattenere le lacrime, ma la dottoressa mi disse che in questi casi, le lacrime non si dovrebbero mai trattenerle.
La ringrazia sinceramente ed una volta averla avvertita del mio trasferimento, la salutai ma sulla porta mi fermo:
-E’ figlio di un vampiro non è vero?
Per poco non caddi per terra, mi venne in contro e mi fece sedere su una delle sedie, convinta che volesse farmi qualcosa ero già pronta a intontirla quando le mi fermo e mi disse:
-Tranquilla, tranquilla non voglio farti del male, non è il primo bambino concepito da un vampiro che vedo.
-Com’è possibile?- Gli dissi in un sussuro.
- Non impossibile, vedi l’ho notato perché:  uno sono una strega anche io come te, volevo dirtelo subito ma notavo che avevi fretta, solo che durante l’ecografia ho notato uno sviluppo precoce di alcuni organi quindi…
- O  mio dio, sono come Bella!!- urlai disperata.
- Cosa, no.. non intendevo questo, è raro che i vampiri possano generare è vero ma questo può avvenire se si è a contatto con esseri altrettanto sovrannaturali, o almeno è quello che i pochi centinaia di casi ci hanno lasciato.-
- Ho sempre creduto che comunque era impossibile, pensi di dirlo a qualcuno, sono al sicuro? Mi cercheranno? Cercheranno di ucciderlo? In Alaska troverò aiuto?- posi quelle domande a raffica senza prendere fiato anche se avevo delle riserve a alcune lacune su questa dottoressa, se lei l’aveva capito di colpo chi altri ci sarebbe riuscito?
-Calmati, forse un centinaio di anni fa si reputavano queste creature malvagie, ad oggi conoscerò almeno una dozzina di persone così.- mi disse
-Grazie, non capisco perché lo fai, insomma generalmente noi streghe odiamo i vampiri.-
-Anche questo è un luogo comune, al giorno d’oggi poi non siamo abituati ad accetare offerte di pace o d’aiuto senza un perché, sono figlia anche io di un vampiro e di una strega quindi, credimi posso capirti.- mi disse con un sorriso
-Davvero?Quindi tua madre saprà come funziona la gravidanza, cosa fare, chi cercare per il parto insomma è tutto normale come le solite gravidanze?-
-Si, è tutto come al solito, solo purtroppo come Bella,dovrai assumere del sangue, non in eccessiva quantità, ma il giusto che ti faccia sentire bene, ricordati che è per metà vampiro, in Alaska troverai un ottimo gruppo di streghe pronte ad aiutarti, ti darò i nominativi anche se…perché stai scappando?-mi disse
-Non mi insegue nessuno, se è quello che pensi. Ma questa cosa ho deciso di farla da sola, forse ritornerò, ma la mia vita è quasi sempre a rischio e anche se da come mi dici, questi bambini non sono più perseguitati immagino che il pericolo sia sempre in agguato.- dissi osservandomi la pancia.
- Non lo nego, non ho avuto sempre una vita facile, ma ora la maggior parte delle avversità sono finite, ad ogni modo abbiamo avuto percorsi diversi, ma ricorda se avrai bisogno d’aiuto basta uno squillo, sembrerà strano ma non sempre chi non si conosce ci vuol far del male.- mi disse e sorrise, ricambiai il sorriso e stranamente più sollevata ritornai verso casa.
Forse sari dovuta rimare lì, una parte di me, anzi la vocina interiore con la voce di Elena me lo suggeriva, ma orami avevo fatto una scelta, questa cosa l’avrei affrontata da sola, per una volta nella mia vita sarei stata io a decidere, anche se i dubbi non mi avrebbero mai lasciato.
Il giorno seguente salutai mio padre, lo abbracciai con troppo trasporto, quasi come se non l’avrei mai più rivisto; mi diressi poi in aereo porto pronta a partire.
Dalle cuffie usciva  Arctic degli Sleeping at Last,che  mi cullava dolcemente facendomi dopo giorni di insonnia finalmente addormentare.
 
Salve a tutti, questa è la mia prima ff  su the vampire diaries, era da un po' che volevo scrivere qualcosa sui Bamon e anche se sfortunatamente ho letto solo i primi due libri della saga ( quindi il personaggio di Meredith è solo un lontano ricordo e la presenza di Klaus è per coronare il Kleroline) perdonate eventuali errori, in caso suggerite particolare che potrei aver omesso.
Cosa posso dire di questa storia? Sarà un Bamon un po' OCC, con una Bonnie decisamente sarcastica e pazzerella, con un Damon che finalmente si darà una svegliata e con piccolo cliché come la nascita di questo bambino/a.  Non mancherà la partecipazione degli amici di sempre e qualche cattivo da ‘sconfiggere’. Spero di pubblicarla con frequenza anche ,se colpa esami non assicuro niente XD. Spero di non aver fatto nessun errore, buona lettura.
Jackie.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
 

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Capitolo 2
*** 2 ***


2.
 
 
Bonnie POV.
 
Il freddo vento dell’oceano Atlantico sventola i miei capelli in direzioni opposte, non ho mai creduto di  potermi sentire così  in pace con me stessa come mi sento adesso.
Non sembrano passati tre mesi da quanto ho scoperto di essere incinta, nemmeno da quando ho letteralmente sconvolto la mia vita cambiando nazione e nascondendomi dai miei amici.
Non posso negare, che rimugino ogni singolo giorno su questa scelta.
Ma mi sento diversa, non sono più la vecchia Bonnie, nessuno mi conosce, nessuno mi chiede aiuto per un incantesimo o perché qualche amico è in pericolo; il massimo dell’aiuto che offro è nel trovare qualche libro nella bacheca informatica della biblioteca del campus dove lavoro.
Sono una Bonnie diversa, si ok sono incinta,  ho le voglie, specialmente per i ghiaccioli alla fragola; le persone mi osservano, per lo più per la pancia, e non perché vogliono uccidermi..almeno per ora.
Vivo in una bolla di perfetta beatitudine, oscillo tra questa nuova realtà che mi piace da impazzire perché finalmente sono io a sceglierla e l’inquietudine che prima o poi qualcosa accadrà.
Ma è così bello vivere qui, è così bello passare i weekend pomeriggio tra il lago Auke e le passeggiate sul lungo mare; prendere un caffè ovviamente decaffeinato,senza problemi, senza ansie, preoccupandomi solo di mangiare bene, di osservare la mia pancia diventare sempre più grande e cantare canzoni assolutamente stonate la notte massangiandola.
La mia magia, inoltre è notevolmente migliorata, mi sono stupita delle cose che ho appreso e anche molto velocemente, mi sento come se fossi una piccola Hermione Granger.
L’entusiasmo che provo nel chiudere una porta solo con un sussurro o i risultati che sto ottenendo evitando che Damon entri in contatto con me. Sento che ci prova, praticamente tutti i giorni, ma io gli chiudo sempre la porta in faccia, metaforicamente.
Damon, anche qui una serie di sentimenti contrapposti sono all’ordine del giorno, alcune delle amicizie che ho fatto qui, mi chiedono chi sia il padre del bambino e i perché ci siamo lasciati. Io divago sul fatto che sia partito, che fa un lavoro pericoloso, che per lo più è  un idiota.
Quindi in conclusione la mia vita in Alaska la potrei definire perfettamente normale, ricca di giorni noiosi e … ok scherzo cosa sono queste macchie rosse.
Il terrore che ho in questo momento credo che non potrà mai essere comparato a nient’altro; ho paura e mai come ora mi sento sola; chiamo subito il mio dottore e gli spiego la situazione, lui mi dice che può capitare e che se entro un giorno le perdite non smettono dovrò urgentemente andare da lui. Ma il mio bambino non è un bambino normale quindi che fare? Non faccio che chiamare la dottoressa Beeze ma non risponde, qui non ho conosciuto nessuna strega, in parte perché me ne sono voluta tenere alla larga ed imparte perché vivono molto più a nord rispetto all’università.
Il panico mi avvolge e anche se so che devo mantenere la calma, l’inquietudine mi avvolge, le lacrime che ormai da tempo mi avevano lasciato scivolano sul mio viso.
Apaticamente, prendo il cellulare e compongo un numero, il telefono squilla e prego dentro di me che non sia alla pensione.
-Pronto- dice.
- Alaric! Sono Bonnie..io ho bisogno di te-
- Bonnie, ma che diavolo … ma dove sei finita? Ti stiamo cercando da mesi, Damon e Stefan sono addirittura andati in Nuova Zelanda, che cosa.. Bonnie -
Il suono della sua voce è così lontano, che devo darmi due minuti buoni per rispondergli.
- Alaric, ti prego dimmi che sei lontano da chiunque possa sentire questa telefonata- gli dico.
- Bonnie, cosa sta..-
-Ti prego Alaric, ti spiegherò tutto lo giuro, ho..ho bisogno che tu venga da me, ora, io..io sono in Alaska, vicino Juneau, ti ho già prenotato il volo, ti prego non fare domande, ho davvero, davvero bisogno che tu venga.-gli dico tutto così in fretta che mi manca quasi il respiro.
-Ma che diavolo è successo, ok senti allora parto, sono in ufficio quindi non c’è nessun rischio. Chiamerò Meredith e le riferirò che ho un convegno. Ma mi dovrai dire cosa cavolo ti è passato per la testa.-
- Lo vedrai- sussurro
-Ci vediamo tra due ora allora, a presto-mi dice.
 
Andrà tutto bene, ripeto tra me e me, andrà tutto bene, non ho il coraggio di vedere se le perdite si sono fermate, l’unica cosa che faccio è ripetere questo piccolo mantra e pian piano, mi addormento.
E’ il battere forte alla porta che mi ridesta dai miei sogni, mi ci vogliono cinque minuti buoni per ricompormi, urlare il nome di Alaric e farlo venire nella mia camera. So che è tutto confuso infatti appena mi veda rimane talmente scioccato che ho quasi paura che mi svenga.
-Bhe, tecnicamente quella presa dal panico sarei io ma capisco la reazione.- dico per sciogliere il ghiaccio, ma evidentemente non funziona perché Alaric non risponde.
-Il bambino … lui è di..è di Max?- lo dice come se sperasse fortemente che sia così.
-No, e credo che tu l’abbia intuito, ascolta, so che sei arrabbiato e ne hai tutto il diritto, io ti ho fatto venire qui così … sono scappata … ma ho avuto delle perdite e lui o lei, è un ibrido..non guardarmi così Alaric.-
Gli racconto tutto ciò che la dottoressa Beeze mi disse alla mia prima visita, sembra meravigliato e scioccato allo stesso tempo.
-Non avevo idea, insomma ne ho sentito spesso parlare..ma vedere in prima persona ecco..wow. -
-Lo so, solo che ecco non sapevo con chi parlarne e tu sei sempre stato l’esperto di misteri..io- non finisco di parlare che mi interrompe.
- Ascolta, è uno shock, non posso negarlo..cioè tu mi chiami io … mi aspettavo tutto fuorché questo. Ma vedi, non sono arrabbiato, mi domando come Damon reagirà, lui ecco non posso negare che ha dato parecchio di matto nel l’ultimo periodo, non credevo che fosse davvero innamorato..-
-Non lo è, tra me e lui c’è solo … è solo stato sesso, insomma io per lui sono l’inutile uccellino che quando è in difficoltà lo aiuta niente di più- dico.
-No Bonnie, Dio .. Damon era preoccupatissimo, Stefan era riluttante ad andare in Nuova Zelanda, ma Damon ha prenotato il primo aereo ed è partito, tra voi c’è sicuramente uno strano rapporto e forse nemmeno capite quali sono i vostri sentimenti, ma tutti, tutti noi abbiamo notato quanto Damon soffrisse per te. -
-Mi dispiace- sussurro, che razza di egoista.
-Non farlo, ascolta, non credo che la tua scelta non sia del tutto cattiva, insomma Bon tu sei sempre stata la nostra salvezza, ti sei sacrificata, hai dato la vita e per quel che mi riguarda avevi tutto il diritto di fare le valige e partire, ma un figlio..che non è nemmeno del tutto umano richiede un aiuto e ..noi siamo i tuoi amici.. la tua famiglia.-dice
Lo so, la bolla ormai si è rotta, la perfetta vita tanto agognata è svanita così com’è arrivata.
-Verrò con te dal dottore, domani se vuoi.-
-Si, grazie..mi dispiace ancora Alaric, so che Mer ti farà il terzo grado, ma ecco non sono pronta a tornare, non ora almeno.-
-Non preoccuparti, quando sarà, io e tutti noi ti staremo vicini, anche Damon - e nel dirlo mi fa un sorriso incoraggiante.
Passiamo la serata a raccontarci il più e il meno, gli racconto i miei progressi con la magia, lui mi racconta di nuove ricerche, ma il tasto bimbo e Damon non vengono mai toccati.
 
La visita ginecologica non mi ha mai spaventato come adesso. Ammetto che avere Alaric vicino mi fa sentire un po' più tranquilla. E’ visibilmente a disagio, un sacco di donne lo fissano e Dolores, la receptionist lo mangia con gli occhi, cosa che mi fa sorridere da un lato e  mi sciocca dall’altro visto che è sposata da più di 40 anni.
La visita procede bene, il dottore conferma che può capitare che al quinto mese ci siano delle perdite e che devo stare tranquilla e rilassarmi il più possibile. La cosa in parte mi tranquillizza, anche perché il battito è forte e il bambino si muove.
Ovviamente chiede ad Alaric se è il padre, non posso fare a meno di sorridere, mentre lui parecchio imbarazzato dice che è mio fratello.
Tornati a casa, Alaric si prepara a ripartire con l’aereo notturno.
-Sicura di non voler venire con me?- dice
-No. Grazie davvero, non so come avrei fatto, la dottoressa Beeze mi ha richiamato poco fa, e dice che devo assumere più sangue di mucca, per il resto concorda con il ginecologo umano.-
-Mi fa ancora strano lo ammetto.- mi dice cercando di sorridermi
-Già, ma quando la nostra vita è stata normale?-
-Vero, touchè. Promettimi che se vorrai ritornare mi chiamerai subito –dice.
-Lo prometto, davvero.- gli sorrido e lo abbraccio, averlo qui mi ha fatto stare bene, mi sono sentita meno sola, so che dovrò ritornare ma non ora.
 
Ma suppongo che non sarà poi così tardi. A un mese e mezzo da quando io e Alaric ci siamo visti, una brutta sensazione non fa che perseguitarmi. Qualcuno mi segue, forse più di uno. Fermi al bar del campus, vicino al lago, nei ristoranti sul lungomare, vicino casa.
Vorrei fosse paranoia, ma noto che la mia magia è come diminuita, ho abbassato le difese e sento che Damon cerca di entrare in contatto con me, non so.
Devo tornare, chiamo Alaric e con lui decidiamo il giorno della partenza.
Quando arrivo in aeroporto vedo il tizio che è sempre vicino a casa mia, cerco di camuffarmi tra la folla, il panico si impossessa di me, cerco di ricordarmi gli incantesimi di difesa e nello stesso tempo di chiamare Alaric, finche non sento qualcuno strattonarmi, mi giro, pronta a lanciare un incantesimo che per un po' l’avrebbe sicuramente tramortito quando mi rendo conto che non è il tizio del bar.
E’ Damon.
 
Eccomi, ringrazio con tutto il cuore chi mi ha recensito e chi sta leggendo la storia. Spero di pubblicare con frequenza e che la storia vi possa piacere andando avanti^^
Alla prossima
Con affetto, Jackie.
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** 3 ***


3.
 
 
Bonnie POV.
 
-Damon.-dico quasi in un sussurro.
Non faccio a tempo a dire il suo nome, che mi ritrovo nella macchina, cintura attaccata e partenza con tanto di rombo.
-Credi di saper fare un incantesimo per scrollarci di dosso quegli idioti? O nelle tue condizioni non ne sei in grado?.- mi dice, acido come sempre, vorrei fargli venire un forte aneurisma ma ora come ora mi serve vivo.

Ok, sta succedendo tutto un po' troppo in fretta, che cavolo, devo respirare, concentrarmi e fare l’incantesimo. Non è difficile in fondo, basta immaginare il tutto come una di quelle sfere di vetro che contengono la neve; quelli che compri a natale, che quando sei piccola non fai che scrollarle su e giù per far cadere la neve, è come se l’incantesimo diventasse una di  quelle sfere, che ha la funzione di proteggerci, isolarci da attacchi esterni, ovunque noi decidiamo di andare; salvo che qualcuno mi uccida, ovviamente.
Richiede parecchia energia, avrei preferito farlo a casa, nella mia casa in Alaska, sotto le coperte, sentendomi perlomeno un tantino al sicuro. Invece sono in una macchina, vecchia, che ora reputo decisamente scomoda, tra l’altro l’incantesimo oltre a farmi sanguinare copiosamente il naso mi aumenta la fame. Dio se ho fame.
Manca poco, le ultime parole, avanti Bonnie concentrati ..non devi dare la soddisfazione a Damon di lanciarti un’altra frecciatina.
Fine.
Sono sfinita, sento la testa girarmi, ho davvero bisogno di mangiare e di una quantità elevata di sangue. Credo che Damon l’abbia capito, suppongo ci siamo fermati, non capisco e tutto un po' confuso..
-Dam..-
-Avanti, bevi- mi dice
Non il suo di sangue, cerco di ribattere ma mi ritrovo il polso dritto in bocca. Oh, ha un ottimo sapore, non avrei mai creduto di arrivare a distinguere quanto possa essere buono il sangue 'umano'.. tra quello di un’animale. Mi sento meglio nel giro di qualche minuto, Damon sembra capirlo, anzi lo sa perfettamente. La mia mente è stata aperta per tutto l’incantesimo e ovviamente lui ha visto. Lui sa.
Infatti, appena mi volto nella sua direzione ferma la macchina e scende. Non ho idea di dove siamo, è pomeriggio inoltrato e sia sul lato destro che su quello sinistro ci sono solo campi incolti. Ma quanto diavolo abbiamo guidato?
Direi che è un luogo perfetto per un omicidio.

-Se avessi voluto ucciderti, l’avrei fatto tempo fa. - mi dice Damon; scendo dalla macchina e gli vado incontro, non siamo più in pericolo, almeno fin quanto non torniamo a casa e non escogitiamo un piano, tuttavia rimanere fermi qui, in mezzo al nulla non mi fa sentire poi così a mio agio.
-Allora perché siamo fermi? Pensi di volermi parlare oppure scoppierai all’improvviso?-
-Quello arrabbiato, tecnicamente dovrei essere io. – mi dice.
È appoggiato ad un albero, non saprei dire quale sia, ma ha una corteccia abbastanza spessa e il tronco e molto grande, così grande che Damon sembra minuscolo. Mi concedo qualche minuto per osservarlo, diamine così e ancora più bello; i capelli neri scompigliati che gli cadono sugli occhi, la pelle diafana, quel suo vestirsi sempre di nero crea uno strano contrasto con la luce del pomeriggio, non saprei dirlo ma .. è come se ci fossimo fermati, nulla si muove più.
-Quando pensavi di dirmelo?-
-Alla nascita, avevo già pensato a tutto.-
-A tutto? Io..credevo fosse di quell’idiota umano..non pensavo. – la voce è carica di rabbia, so che adesso mi aspetteranno una serie di velenose cattiverie su quanto sia irresponsabile, stupida, di quanto il mio atteggiamento sia infantile e di quanto Ele..
-Dimmele in faccia Bonnie..e..dimmelo..perché farmi leggere i tuoi pensieri..questo è immaturo?.-
-Immaturo? Probabilmente, scusa se stavo per formularlo il discorso, scusa se non ti ho detto niente, perché so che il mio comportamento è stato immaturo e stupido. Perdonami se per una volta, una sola volta l’egoista della situazione sono stata io. - prendo aria perché non voglio dargli nemmeno il tempo di formulare una sillaba, dannazione questa volta tocca a me. – Scusa, se ho avuto paura, se non volevo che questo bambino fosse perseguitato, ma evidentemente non sarà così, figurati se le cose mi vanno mai bene. Damon ho ventidue anni, ok? E ho vissuto più in questi anni che in quelli che avrei progettato in un ipotetico futuro, mi sono sacrificata, sono morta, ho fatto tutto quello che ho potuto. Ho sempre messo al primo posto voi, te, mai e poi mai ho messo me stessa al centro. Quindi perdonami se ho fatto la scelta sbagliata,se ho scelto me. Ma tanto io faccio sempre tutto sbagliato vero? Non sono mai abbastanza, sai mi sono sempre chiesta del perché alla fine venivi da me, o certo ero un ottimo modo per far ingelosire Elena, peccato che non sia mai accaduto e ora..guardaci..sono incita, mi sento una perfetta idiota, ma non te lo permetto Damon, non ti permetto di ferirmi, non ancora. E poi..avanti tu hai sempre saputo che era tuo..l’hai capito da quando siamo saliti in macchina. Come hai sempre saputo che tra me e Max non c’è mai, mai stato nulla.
Mi aspetto che inveisca, che mi urli contro altri insulti, invece rimane in silenzio. Rimaniamo lì così per un tempo che mi pare infinito, intanto mi appoggio alla macchina, non è il massimo rimanere in piedi quando sei incinta di sette mesi.

-Io.. io. -
-Tu?.- ci faccio eco
-Dannazione streghetta.. – si alza e mi viene incontro, è abbastanza agitato cerco di capire qualcosa ma una raffica di parole mi sta attendendo
. -Quando sei partita è stato terribile, ho finto che la cosa non mi importasse, che tu non eri niente per me. Ovviamente non era così..streghetta tu mi mancavi, la tua assenza era un macigno, un continuo odioso giorno che si ripeteva, Dio sai quanto sia difficile per me.. quanto sia complicato, quanto sia egoista. Volevo essere egoista, volevo non sapere più niente di te. Ma non tornavi, e le ragazze dicevano che eri stata scelta per un borsa di studio in Nuova Zelanda, nessuno ci credeva. Insomma me lo avresti detto..o lo avrei visto. Invece niente, non ti sentivo più, il contatto era svanito. Sono partito, tu non eri li.. ritorno e Alaric ha il tuo odore, dio se era il tuo. Quell’idiota di Stefan non ci credeva, ho tormentato passivamente Alaric finché non ho scoperto che assumeva delle pastiglie magiche per schermare la mente. Poi il contatto con te si riapre …e  tu sei incinta.- dice tutto d’un fiato, senza smettere di guardarmi, senza allontanarsi. Vorrei tanto scoppiare a piangere, ne ho proprio voglia, ma non posso, anzi non voglio, non davanti a lui.

-Uccellino..io..si dice, non so chi l’abbia detto, probabilmente uno stupido umano, che inizi a capire quanto importante sia per te quella persona solo quando l’hai persa. – lo dice così, ad un soffio dalle mie labbra. So che quello che mi ha appena detto è stato frutto di uno sforzo immane, chissà quanto ha lottato per farlo uscir fuori, ma io non posso..sono così stanca.
-Devo andare in bagno. – gli dico. Ok, non è il massimo dopo che una persona ti ha praticamente confessato che è innamorato di te, ma ho davvero bisogno di un bagno se non voglio farmela sotto ora.
-Ottima risposta, io ti apro il cuore e tu devi andare in bagno..dio streghetta che tempismo.- me l’aspettavo.
- Damon, quando una donna è incinta ha una vescica piccolissima, inoltre non ho idea di quanti chilometri abbiamo fatto e di dove siamo e tu te ne esci dicendo che forse sei innamorato di me, che è bello ma allo stesso tempo è un casino.- alcuni ciuffi sfuggono alla treccia e mi si parano davanti alla faccia.
-E lo sai perché è un casino? No? È un casino perché io ti amo Damon, non avrei voluto certo dirtelo così, in mezzo al nulla, mentre litighiamo, mentre sono incinta .. mentre me la sto per fare nei pantaloni.- credo di stare urlando perché Damon mi guarda come se fossi mezza assatanata. – No, è un casino..perché ..non va bene, non è giusto..non può funzionare Damon, noi siamo letteralmente un casino. Tu in qualche modo amerai sempre Elena, sarei sempre sul punto di prendere ed andartene, e io per quanto potrò..se nessuno tenta di farmi fuori,ovvio, avere un’altra relazione, avrò sempre te in testa. Sempre. Ma sono stanca di essere la seconda scelta.
Nel dirlo, i dirigo in macchina, Damon rimane fuori per pochi minuti e poi mi raggiunge.
-Andiamo a New Orleans, non fare domande. Non ora almeno. Ci fermiamo in un motel per la strada, se ce la fai a trattenerti.-
-Ok, ma..- sono pronta a protestare per New Orleans quando mi lancia uno dei suoi sguardi truci, vorrei controbattere, solo che sono troppo stremata.
Il viaggio è silenzioso, di quei silenzi che si possono quasi tagliare. Non ho idea di quale sia lo stato dove ci troviamo, Washington? Nebraska? Insomma in un pomeriggio si posso percorrere mille e mille chilometri?
-Siamo nel Nebraska..mi sono sorpreso anche io. Ma evidentemente la tua magia ci ha come possiamo dire..spinti un po'?.-
Possibile? Ah, al diavolo. Ho un figlio mezzo vampiro mezzo umano, quello di spostarmi per miglia e miglia è effettivamente una cazzata.

Il motel è squallido. Come immagino lo siano tutti quelli in periferia, vicino le autostrade. L’unica camera rimasta è una matrimoniale, il tizio alla reception ci guarda come se fosse ovvio che stiamo insieme.
Certo, la mia solita fortuna.
Fino a notte fonda non ci diciamo niente. Damon esce solo per mangiare, quando ritorna si posiziona sulla poltrona, scotch in mano. Non mi guarda, anche perché la mia faccia non si vedrebbe visto che la pancia da distesa mi ricopre tutta.
-Se pensi che me ne sia andata perché saresti stato un pessimo padre, ti sbagli.- gli dico.- saresti, anzi ne sono certa sari un ottimo papà.
-Come fai a saperlo..non mi hai detto che sono un casinista? Io sono quello che sono, tu eri una delle poche che lo capiva.- dice mentre sorseggia dal bicchiere.
-Lo so, ho sbagliato. Scusa .. perdonami. Forse non saremo una coppia, ma.. dovremmo essere uniti..per lei..o lui.- dico cercando di tirarmi su in modo aggraziato, cosa che non avviene, sembro un panda.
-Io voglio darci una chance.- dice
-Dam..-
-No ..ascolta, lo voglio ok? E sai che se mi impunto no smetto.. non è per il bambino, e non è perché sei un gioco. Sei tu quella che voglio, te l’ho detto. L’avrò capito tardi..mi ci saranno voluti forse anni per capirlo. Ti ho fatto soffrire lo so..dovrò guadagnarmelo, e sai una cosa? Mi piace questa sfida, uccellino tu ti innamorerai di me più di ora. Lo voglio davvero. Dimmi che ci sarà una chance, una .- i suoi occhi sembrano bianchi alla luce della luna, tutto di me dice ‘SI’, tutto tranne il cervello che dice un forte e sonoro ‘NO’.
-E Elena? Damon..l’amavi appassionatamente fino a 8 mesi fa..vuoi farmi credere che..-
-Si. Te l’ho detto so che per dimostratelo ci impiegherò molto, ma lo farò..per noi e per lei o lui.-
Che cosa dovrei dire? Oddio..io ..io non
-Ok. Ma ti avverto..spezzami il cuore e sarà finita, per sempre.-
Sembra quasi che gli abbia appena comunicato che ha vinto un  mese di spasso, il suo sguardo è pieno di emozioni, non mi accorgo nemmeno che è vicino a me, che siamo abbracciati. Mi è mancato, tanto..davvero tanto. So bene che ci impiegherò molto per lasciarmi andare, che chissà quali altri casini incontreremo per la strada, ma ora quest’abbraccio è tutto ciò a cui voglio pensare.
-Perché New Orleans?- gli dico. Siamo distesi sul letto, a distanza, almeno per ora, ma so che quando mi addormenterò Damon si avvicinerà, lo faceva sempre prima.
-Klaus, è un ibrido. Ci aiuterà in più c’è anche una nostra conoscenza.-
-Chi?.- chi mai sarà?
-Caroline.-
Lo guardo scioccata, cosa diavolo è successo mentre in ero via?
Vorrei saperne di più, ma tra la stanchezza, il boom di notizie , l’essere scappati dal ignoto e Damon che intona una canzone a me sconosciuta, le palpebre si chiudono.
Domani, domani chiederò, e spero che infondo tutto ciò non sia un sogno.
 
Hola..oddio è stata lunga. Non so se esserne pienamente soddisfatta, ditemi voi >__<
Ringrazio ancora per le recensioni ( Thanks annaterra, non ho idea di come si tagghi XD) ,visite ed altro ^^
Nel prossimo vedremo Klaus e Caroline insieme, alè..avremo mai questa soddisfazione nel telefilm? Spero di non aver reso Damon troppo OCC.
Alla prossima ^^
Jackie.
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** 4 ***


4.
 
 
Bonnie POV.
 
- Caroline e Klaus.- ripeto per la millesima volta sperando che Damon mi dia qualche informazione in più.
- Uccellino, non ti ho detto che hanno una relazione clandestina, ti ho semplicemente detto che la biondina è da lui.-  mi risponde.
- Si, ma ti ripeto..Caroline e Klaus??? Caroline a stento sopporta la tua di presenza, figuriamoci quella di Klaus!-
- Beh, prima di tutto grazie,- si gira e mi lancia uno dei suoi irresistibili sorrisi, dannato vampiro.- Secondo,quando ho scoperto dov’eri, Caroline ha intercettato il tutto, sai com’è fatta, ad ogni modo è l’unica a parte me e Alaric a conoscere la situazione. Le ho chiesto di mantenere il riserbo e poi di sua iniziativa è voluta andare da Klaus, dice che ci potrebbe dare delle le risposte, che se ci pensi..infondo è così. –
Ed è vero, Klaus è un ibrido, inoltre è molto forte ed influente, sicuramente saprà darci dei consigli e forse chissà, un aiuto? Ma a che prezzo?
Mi domando del perché Caroline sia voluta andare, in più da sola, è vero che è lei che ha maggior influenza su l’Originale, ma è anche vero che quest’ultimo è uno di cui non ci si può fidare.
Cerco di dormire un po' nel tratto di strada che ci separa dal centro di New Orleans alla periferia, costeggiata da ampie case coloniali. E’ Damon che mi sveglia, entrando nei miei pensieri, dicendomi che manca poco.
Non posso che rimanere stupefatta e affascinata, dalla dimora che ci si para davanti ai nostri occhi.
Dovrei partire raccontando del lungo viale alberato che ci ha accolto, è semplicemente da mozzare il fiato, sarà stato anche il gioco di luci dell’afoso pomeriggio Luisiano ma mi dava l’impressione di una dimora ferma nel tempo, è come se l’intera atmosfera ti facesse sentire in pace con te stessa. La casa, posta al centro di quella che a tutti gli effetti era un’ampia radura, è la classica casa coloniale: bianca, con un ampio porticato e le tipiche colonne che fanno tanto neoclassicismo. In lontananza posso sentire il rumore del fiume, immagino le estati passate qui, tra scampagnate in riva al fiume e barbecue sul portico; direste mai che è la dimora di uno dei più potenti vampiri della storia?
Non dico che mi immaginavo una casa stile conte Dracula, ma non credevo nemmeno che la casa di Klaus fosse cosi..normale.
-Bene siamo arrivati nella terribile casa del cattivo, direi che tra meno di un secondo verremo accolti.-  Damon non finisce nemmeno di pronunciare questa frase che mi ritrova stretta in un abbraccio da Caroline.
-Oh Bonnie, sciocca,pazza, sconsiderata Bonnie..ci hai fatto preoccupare come non mai!! Perché non ci hai detto tutto, potevamo aiutarti e se Elena rompeva ci pensavamo io e Mer a farla star zitta! Mi sei mancata così tanto!!.-
Non ho considerato, in tutti questi mesi che sono stata via, quanto in verità sentissi la mancanza delle miei amiche. Delle chiacchiere, delle litigate, degli abbracci. Mi sono mancati terribilmente gli abbracci.
Mi rendo conto solo dopo che Klaus è dietro di lei,e che confabula con Damon prima di salutarmi.
-Benvenuti nella tenuta Mikleason, è un piacere rivederti Bonnie. Prego entrate pure in casa, suppongo che dopo un viaggio del genere sarete esausti, la cena verrà servita alle 20.30, poi potremmo parlare della questione che ci sta più a cuore.- nel parlare ci conduce all'interno della villa. L’arredamento non è per niente uguale ad una villa coloniale, ti aspetteresti di vedere tutt'altro che un insieme di stili che tra loro non stanno bene ma che stranamente qui hanno un senso. L’ingresso è in stile marocchino e il corridoio che porta a quello che sembrerebbe lo studio o il salone è in stile greco- neoclassico. È come se la casa fosse un insieme di pezzi che non starebbero mai bene da nessun’altra parte ma che qui trovano una loro logica.
-Ho preparato due stanze per voi, ma se volete usarne una basta dirlo.-
-No grazie, vanno bene due.- dice Damon, lo sappiamo entrambi che alla fine lui verrà nel mio letto a tarda notte, ma stiamo cercando di costruire questa cosa tra noi passo passo, senza darci fretta.
               - Bene, allora io vengo con te Bonnie,dobbiamo dirci un mucchio di cose. – dice Caroline. E così, ci ritroviamo sull'enorme letto matrimoniale, della mia stanza, che sembra essere appena uscita  dalla ‘ Notte stellata’ di Van Gogh,
con pacchi di patatine e cioccolatini provenienti    dall'Austria a raccontarci segreti e storie come quando avevamo dodici anni.

-Mi fa ancora strano credere che tu e Damon abbiate potuto..beh..come dire concepire? Oddio mi senti? Insomma non sono sconvolta per voi due, io e Mer abbiamo sempre creduto che sareste stati una bella coppia, anche Elena anche se non lo ammetterà mai. Ma avere un figlio..wow c’è quando si è vampiri..è beh è un colpo!. –
-Non dirlo a me. – sorrido.- so di aver sbagliato andandomene, ma all’epoca credevo fosse la scelta più giusta e poi sai vivere senza problemi legati a vampiri o mostri che tentano di ucciderti per i tuoi poteri..è stato bello per quello che è durato. Anche se mi siete mancati..tutti, davvero!.- e nel farlo le lancio un cioccolatino.-
-Anche tu BonBon, sei stata il nostro pensiero fisso, beh non sempre.. ma si sentiva che mancavi! E non preoccuparti per quando tornerai a casa, saremo tutti lì con te, promesso!.-
-questa volta però anziché lanciarmi un cioccolatino, Caroline mi abbraccia forte, e non posso essere che felice di avere un’amica come lei.
-Piuttosto tu e Klaus?.- le chiedo
-Ti fermo subito, niente noi, è solo un amico, un amico che può esserci molto utile, è poi è davvero cambiato Bonnie, se sapessi quello che gli è successo.. no non guardarmi così, sai bene che nemmeno io mi fidavo di lui eppure.. posso dirti che ora però ho piena fiducia, davvero.- e così facendo, mettiamo fine alla conversazione ed  iniziamo a prepararci per la cena
Non avevo idea di come si sarebbe potuta svolgere una cena informale con Klaus, nella mia mente si prospettavano i peggiori scenari, dovevo avere fiducia di lui? Sembrava che sia Caroline che Damon l’avessero. Mentre scendevo quelle pericolose scale che mi dividevano dal piano superiore al salone da pranzo, la mia mente era affollata da quei pensieri, solo la vista di un Damon in camicia di un azzurro chiarissimo, semi aperta , jeans e il profumo dello shampoo che proveniva dai suoi capelli appena lavati ma ancora un po' umidi mise fine a tutte le miei paranoie e mi lasciò di stucco, come una rimbambita sul ultimo scalino, con la facoltà di dire solo:
-Wow, sei bellissimo.- perché è così bello, non è giusto!

-Anche tu lo sei, questo vestito in pizzo ti dona molto lo sai? Ti risalta la pancia. Pensavo a cose poco consone quando lo stavi indossando.- mi risponde di rimando con il suo solito sorriso sghembo sulla faccia. Non  so se essere arrabbiata o lusingata. Ma direi che sceglierò la prima visto che sta ‘tentando’ di riconquistarmi.
-Probabilmente ti toccherà osservare per molto tempo, piuttosto è tutto pronto? Caroline mi ha detto che potevamo andare!.- mentre lo dico, sono finalmente  scesa dalle scale e cerco di contenere l’ansia che si sta di nuovo ri- impossessando di me.
-Il tuo primo commento rende la mia conquista ancora più interessante, lo sai vero? Ad ogni modo tranquilla, andrà tutto bene e un’altra cosa:  mi prende il viso tra le mani e mi dà un lieve bacio, è dolce ed intimo ma ha la capacità di scatenare il mondo al mio interno.
--Andiamo?.- mi prende la mano e ci dirigiamo in sala da pranzo, spero di non essere troppo rossa in viso, sarebbe troppo umiliante, davvero troppo.
La cena si svolse in modo impeccabile, Klaus e Damon diedero sfoggio al loro miglior repertorio di battute e frecciatine mentre Caroline sgridava tutti e due e io cercano di stare seduta sulla sedie e reprimere l’impulso di andare in bagno ogni due secondi. Inoltre avevo un gran fame, sembrava infatti che Klaus avesse fatto  preparato di tutto, lanciandomi più volte la scusa che quando si è incinta si deve mangiare il doppio.
Mi verso più volte anche un ottimo sangue di montone, che a suo dire, era ottimo quando si aspettava. Dovevo preoccuparmi?
A fine cena ì, Klaus ci invitò tutti nel immenso salone in stile provenzale; ci accomodammo io e Caroline sul divano posto davanti al camino, mentre Damon e Klaus sulle poltrone di fronte a noi.
-Bene, direi di parlare dell’argomento che tanto ci interessa senza giri di parole, sia Damon che Caroline mi hanno messo al corrente della situazione e posso dirvi che sono disposto ad aiutarvi.- disse Klaus sorseggiando quello che credo fosse scotch.
-Ci aiuteresti senza niente in cambio? .- gli dico
-Mia cara Bonnie, come ben sai io stesso sono un ibrido, so bene cosa si va in contro nascendo in questo modo, ma so anche di essere molto potente e di poter prestare a questo nascituro una protezione.-
-Avanti Klaus, non fingere di non volere niente da tutta questa storia.- gli risponde Damon
-Ebbene, questo bambino o bambina che verrà al mondo sarà per metà vampiro e strega o stregone, il mio consiglio è che istruite la sua parte magica, sarà quella che lo salverà nel migliore dei casi. Le streghe sono gli esseri più potenti al mondo, ecco perché io cerco sempre di stringere amicizia con loro.- e nel dirlo mi guarda. È questo il nostro patto?
- Vorresti quindi un’alleanza?.- dice Damon
-Esattamente, voglio che stringiamo un accordo se per voi questo può essere definito ciò che voglio in ‘cambio’, ci proteggeremo a vicenda e quando sarà arrivato il momento vi darò il mio sangue.-
-Il tuo sangue.. per cosa?.- diciamo allibite io e Caroline
-Beh ovviamente Bonnie tu non vivrai per sempre e anche nel caso ti trasformassi perderesti i tuoi poteri, stessa cosa sarebbe per il nascituro una volta diventato vampiro. Questo perché assumereste sangue di un comune vampiro e non il mio. Col mio sangue che è quello di un originale e del primo ibrido, sareste in grado di mantenere entrambe le forme, vampiro e strega.- dice.

Non ci avevo mai pensato, ma in effetti, prima o poi dovrò  morire, ed essere un vampiro sarebbe stata una scelta, ma esserlo entrambi?
-Perché dovremmo mantenere entrambe le forme? Saremmo più potenti e poi tu lo faresti così? Ti andrebbe bene solo la nostra ‘ protezione’?.- gli dico
-Per quanto ti sembra strano si, se avessi avuto una parte magica dentro di me l’avrei mantenuta, ad oggi è questo che cercano i cacciatori di ibridi e credo siano quelli che ti pedinavano in Alaska, con me Bonnie, vostro figlio è al sicuro, non dico che non cercheranno mai di fargli del male, ma possiamo evitare danni che senza di me sarebbero maggiori.-
-Essere ibridi, nel maggiore dei casi è una condanna, ma possiamo evitarlo se per una volta mettessimo da parte i dubbi e ci fidassimo l uno dell’altro.- nel dirlo lanciò uno sguardo carico di significato a Caroline.
-A voi la scelta, una notte ristoratrice credo sia la miglior cosa che possa aiutarvi.- si concluse così il nostro incontro, fidarci o non fidarci?
Klaus è potente e dall'ultima battaglia si è dimostrato fedele alla nostra amicizia, me è comunque stato sempre egoista e meschino. Fidarci o non fidarci.. era il nuovo mantra.
Distesa sul letto, intenta a prendere sonno, inutilmente sentii la finestra della camera aprirsi e Damon volare sul bordo del mio letto.
-Dovresti dormire, Klaus ha detto una notte ma sa bene che queste cose non si decidono così in fretta.
-Tu ti fidi non è vero?.- gli dico, intanto gli faccio segno di stendersi vicino a me
-Klaus è stato un vile bastardo per gran parte del tempo che l’abbiamo conosciuto. Però è anche vero che dall'ultima volta che ci siamo uniti a lui in battaglia ci ha salvato più volte la pelle, e poi pensaci.. manterresti tuoi poteri e così il bambino..- mi dice accarezzandomi dolcemente i capelli, in un modo che mi rilassa e che sicuramente mi farà addormentare.
-Ok, ero già convinta che sarebbe stato meglio per noi dire di si, ci pensavo fin dalla cena, lo aiuteremo in caso di bisogno e lui ci proteggerà.- dico questo con gli occhi semi aperti, per poi piombare silenziosamente nel mondo dei sogni.
Il giorno dopo, quello della nostra partenza verso Fell’s Church, durante la colazione comunichiamo il nostro assenso al patto con Klaus. La notizia non sembra meravigliarlo più di tanto ma comunque ci conferma la sua parola. Caroline mi sembra sorprendentemente felice, anche se cerca di nasconderlo. Spero con tutto il cuore che sia cambiato. Mentre ci dirigiamo verso l’auto Klaus mi ferma sulla porta, e solo ora mi do il tempo di osservare quanto anche lui sia affascinante, beh Caroline ha sicuramente degli ottimi gusti.
-Fidati di me Bonnie, quando do la mia parola non la ritraggo facilmente. Come ti ho detto so cosa significa essere un ibrido e dover scappare anche dalla tua stessa ombra, ora però ci potremmo aiutare a vicenda, lo trovo un patto equo.- e così facendo mi porge il braccio accompagnandomi verso l’auto dove Caroline e Damon ci aspettano.
Noto che Caroline non ha bagagli, questo mi lascia un po' sconcertata, ma mi aveva già accennato che sarebbe arrivata a casa un paio di giorni più tardi.
 Ci salutiamo abbracciandoci ancora più forte, promettendoci che da li a pochi giorni saremmo state di nuovo insieme e che mi avrebbe organizzato una festa per il bambino e uno shopping sfrenato pre- maman.
Una volta ritornati sulla strada che ci porterà a Fell’s Church, mi rivolgo a Damon
-Ti fidi? Lo so che ne abbiamo già parlato è che è la scelta migliore ma..ti fidi comunque?.-
-Uccellino, dobbiamo fidarci, credimi nemmeno io ero pieno di entusiasmo quando Klaus ha esposto il suo piano, ma avere lui come alleato è meglio che averlo come nemico.- dice.
Ed è vero, prego con tutta me stessa che la sua protezione si riveli ottimale e che non ci porterà a dover temere per la vita del bambino, a ma per come è girata la mia vita negli ultimi anni so che niente è sicuro. Mai.
Passano un paio di giorni al nostro arrivo a Fell’s Church, e quando parcheggiamo nel vialetto del pensionato, l’ansia accumulata ritorna a farmi visita.
-Andrà tutto bene vedrai.- mi dice Damon, con fare affettuoso, ma questo non mi aiuta, anzi aumenta l’ansia, perché so che sia Stefan che Elena hanno percepito la nostra presenza, so che si staranno domandando cosa sia successo, ed immagino le loro facce sconvolte nel vedere cosa effettivamente mi è successo.
Scherzo, non c’è bisogno di immaginare la faccia di Elena, perché è lei che mi apre la porta. E quella faccia dice tutto.
 
HELLO EVERYBODY, perdonate l’immenso ritardo è imperdonabile lo so, ma causa esami sono talmente fuori dal mondo che a stento riuscivo a pensare a me !
Detto questo spero che il capitolo possa piacervi anche se l’ho scritto velocemente quindi non sono proprio certa al 100%!
Ringrazio tutti quelli che leggono, aggiungono nei preferiti, seguiti la storia, GRAZIE MILLE!! E ovviamente a chi la recensisce ^^
Alla prossima, spero non così in ritardo
Jackie.

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Capitolo 5
*** 5. ***


4 anni dopo …
 
Una bambina dai capelli color mogano e gli occhi azzurro ghiaccio corre veloce come il vento per una radura verde e piena di alberi. Ride e il suo suono sembra rendere l’ambiente che la circonda un luogo da fiaba.
Non sembra esserci nessuno con lei, è sola o almeno ad occhi umani nessuno capirebbe che il corvo che la segue pari passo, possa essere a sua volta una persona umana, o quasi.
La bambina ride e cerca di nascondersi tra gli alberi, sembra che la natura dialoghi con lei, rami si accingono a coprirla, i suoi passi creano nuovi fiori, e poi come per magia, la bambina scompare e al suo posto un paffuto pettirosso prende il volo.
Il suo volo non è deciso, limpido come quello del corvo, ma se la cava abbastanza da librarsi alto nel cielo e fare delle capriole. Ma essendo ancora piccola non conosce i rischi del volare a cielo aperto, non protetta da uno stormo, infatti entra nella traiettoria di una piccola vipera di bosco. Il pettirosso cade, un ala sembra essere spezzata, silenziosamente, la vipera si avvicina alla prenda, ma non fa in tempo che su di lei vola in picchiata il corvo.
Strano che un corvo protegga in modo così amorevole un pettirosso.
La vipera è ormai morta, il pettirosso e terrorizzato, affamato e distrutto.
Anche se piccola sa che gli aspetterà una bella ramanzina, magari non dal corvo che si è trasformato in un bellissimo uomo dai capelli corvini e gli occhi azzurri, ma probabilmente dalla madre.
- Ti ho detto un milione di volte di non trasformarti e allontanarti dalla mia vista, la mamma e gli altri non ne saranno felici.- il suo tono voleva essere serio e quasi paternale, ma non ci riusciva.
- Papà. - la bambina stava per scoppiare in un pianto senza fine, cosi Damon decise di prenderla in braccio, toglierle qualche piuma dai capelli e coccolarla, prima che Bonnie, presa dalle ansie delle mamme, iniziasse a elencare i mille motivi per cui la bambina non dovesse usare i suoi poteri.
- Diciamo che sei caduta dal ramo, ok? Però la prossima volta fai come ti dico se no sicuramente lo dirò alla mamma.- - Promeshio.-* disse lei con gli occhioni ancora rossi per il pianto e il musetto tutto graffiato, che ricordava a Damon tanto Bonnie quando un giorno sì e l’altro pure tempi addietro la salvava dai vari nemici.
La casa patronale era un immensa villa, che per chi avesse visitato la residenza estiva degli imperatori d’Austria ne notava vagamente la somiglianza. Non la si poteva collocare geograficamente, tanto meno si poteva pensare che appena sette persone vivessero lì.
Damon attraversò l’enorme cortile che portava all'ingresso principale, dove ad accoglierli c’erano due giovani: un ragazzo e una ragazza.
- Ah, la mia nipotina preferita.- urlò Elena alla bambina, che a sua volta scivolò dall'abbraccio del padre per tuffarsi in quello della zia e dello zio.
 - Dov’è Bonnie?.- chiese Damon
- E’ andata con Alaric e Meredith in paese, tornerà tra un oretta, perché voi due non fate cose noiose da fratelli mentre io e la mia petite giochiamo alle principesse?.-
Non lasciò nemmeno che Damon pensasse ad una risposta sarcastica che si volatilizzò all’interno della villa.
- Farà diventare mia figlia una snob, piuttosto è tutto pronto? Quando arriveranno Caroline e Klaus?.-
- Tra circa tre ore, aspettiamo Bonnie per questo, allora come ti senti? Sono già passati quattro anni vero? Sembra ieri.. .-
- Già, quasi non ci credo che quattro anni fa sono diventato padre.-

4 anni e 3 mesi prima..


SCUSATEMIII!!! Perdonatemi, per questo luuuuuuuuuuuuuunghisssimo ritardo, ma tra l’università e altro sono stata così presa che non ho avuto tempo di scrivere o pensare. So che questo capitolo è molto poco rispetto a quello che avevo in mente, ma prometto che in queste feste rimedierò. So di non aver dato molte informazioni, specialmente sulla bambina a parte ovviamente il sesso, la descrizione fisica e i suoi poteri.Non ho intenzione di portarla per le lunghe la storia, ma voglio concluderla al meglio e spero apprezzerete. Alla prossima (non così lontano, spero ) Jackie

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