La storia di Cassandra

di Aquarius no Lilith
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Il mio nome è Cassandra e sono una delle prime guerriere della dea Artemide.
Sono cresciuta a Delo, dove sotto la guida della mia maestra Pentesilea, ho appreso l’arte del combattimento e dell’uso del cosmo e del vedere il futuro in sogno.
Mi considero un’orfana, anche se non ho mai conosciuto i miei veri genitori che mi abbandonarono in fasce a Delo, presso il Santuario della dea Artemide.
Fu la dea Artemide a salvarmi e ad allevarmi nei primi anni di vita e, quando fui abbastanza grande per combattere, mi affidò a Pentesilea perché mi addestrasse.
La capacità di vedere il futuro mi è stata propria fin dalla più tenera età e mi ha permesso di diventare una prima guerriera della dea Artemide e d’indossare un’armatura bagnata dal sangue della mia dea, per combattere.
Essendo stata addestrata come un’amazzone, ho sviluppato una forte reticenza verso gli uomini, che non a caso la nostra dea ha quasi bandito dalle proprie file di guerrieri.
Ad un solo uomo è concesso combattere per la dea Artemide: Atteone, cui è stata donata una spada che può trafiggere tutto, poiché bagnata dal sangue della nostra dea.
Egli è stato mio compagno di addestramento e non ha nulla da invidiare per forza e potenza alle altre guerriere della nostra dea.
Di tutti coloro che sono fedeli alla nobile dea Atena, sorella della nobile dea Artemide e di tutti gli altri uomini guerrieri non ci curiamo, ritenendoli inferiori a noi.
La mia famiglia è composta da Pentesilea, mia vecchia maestra e madre adottiva, dalle amiche che con me sono cresciute e si sono addestrate ovvero Niobe e Ninfadora e da Ifigenia, la mia unica allieva che considero ormai una sorella minore.
Nonostante io abbia ormai vent’anni, non ho mai sentito la mancanza della presenza di un uomo accanto a me ed intendo restare così fino alla fine della mia vita.
In tutti gli anni che ho trascorso al servizio della mia dea, ho combattuto tante battaglie contro guerrieri di altre divinità e ucciso talmente tante persone, che ormai sono quasi completamente insensibile alla vista del sangue e delle sofferenze altrui.
Ho dovuto abbandonare la me stessa gentile e solare la prima volta che scesi in battaglia e persi l’innocenza della mia anima nel momento in cui, per la prima volta, privai della propria vita un guerriero, in duello.


Nota dell'autrice: so che il prologo non è molto lungo, ma ahimè non mi è riuscito di farlo meglio...
Ed è tutto dire, perchè questa è la quinta versione che ho scritto.
Comunque, tornando a noi, sappiate che questa storia parte più o meno da quando Cassandra ha vent'anni e terminerà con la fine della guerra sacra contro Artemide.
Vedrete personaggi a volte citati nella storia principale, che però erano stati lasciati da parte.
A parte questo spero che vi piaccia e alla prossima con il primo capitolo, dove comparirà un personaggio a me molto caro.
Un saluto da Lilith.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


<< Ifigenia, se continui a muoverti così lentamente, non riuscirai mai a colpirmi >>, dissi con tono adirato e scocciato, alla mia unica allieva.
Eravamo in campo di addestramento a combattere dalle prime ore della mattina e oramai era quasi arrivata l’ora del pranzo.
Stavo cercando di far migliorare la mia allieva nella velocità dei suoi colpi, poiché tra tre giorni avrebbe dovuto sostenere la prova della dea Artemide, che l’avrebbe resa una mia parigrado, o una guerriera semplice della nostra dea.
Era mia allieva da quattro anni ed ero sicura che possedesse un cosmo abbastanza potente, per meritare di essere una prima guerriera della nobile Artemide e di avere un’artemisia come la mia, ovvero un’armatura bagnata nel sangue della dea.
Per l’ennesima volta durante la mattinata, Ifigenia partì alla carica e cercò di tirarmi un pugno, ma lo scansai, rispondendo con un calcio allo stomaco, che la fece cadere a terra.
Mentre si alzava, la mia allieva si asciugò il sangue che le era uscito dalla sua bocca, per la botta appena ricevuta e mi guardò con uno sguardo che esprimeva odio e rabbia.
A quel punto, mi si lanciò contro e cominciò a tempestarmi di pugni, tentando di colpirmi.
Dopo un po’ che continuavo ad evitare i suoi colpi senza particolare impegno, la gettai di nuovo a terra con un forte calcio.
<< Per stamattina abbiamo finito, Ifigenia.
Questo pomeriggio però, pretendo che tu riesca a colpirmi almeno una volta.
In caso contrario, sappi che non ti considererò più mia allieva e dovrai cercare qualcun altro che ti aiuti nella preparazione allo scontro finale, per l’artemisia >>, le dissi, prima di tornarmene al palazzo, per la pausa pranzo.
Lo sguardo che la mia allieva mi aveva rivolto era un misto di sentimenti vari: rabbia, odio, tristezza, orgoglio ferito, vergogna e terrore.
Sapevo di non essermi comportata nel migliore dei modi con lei, ma le volevo bene come se fosse stata mia sorella e desideravo solo che tirasse fuori tutto il suo potenziale nascosto e che ottenesse il riconoscimento come prima guerriera della dea Artemide.
Passate le due guerriere di fronte all’entrata del palazzo, mi diressi verso le stanze che mi erano state assegnate e che erano vicine a quelle delle altre prime guerriere.
Quando fui all’interno delle mie stanze, mi spogliai degli abiti da allenamento e dopo essermi lavata velocemente, indossai un chitone bianco bordato di porpora, per il pranzo.
Questo era ciò che noi guerriere dovevamo indossare al cospetto della dea Artemide, quando non eravamo in tempi di guerra e poiché indicava lo status di prima guerriera.
Naturalmente prima di uscire mi guardai allo specchio, per vedere se avessi qualcosa fuori posto, ma per fortuna, era tutto in ordine.
E mi sciolsi i capelli, lasciando così che coprissero le spalle e gran parte della mia schiena.
Quando feci per aprire la porta, sentii bussare.
<< Avanti >>, dissi, dopo essermi seduta sul letto.
Come si aprì la porta, vidi entrare il mio caro amico e compagno Atteone.
<< Ciao Cassandra, scusami se ti disturbo, ma potrei parlarti un attimo? >>
<< Certamente, Atteone.
Andiamo nella sala delle armature, così nessuno disturberà la nostra conversazione >>, gli risposi, sorridendo e lui fece lo stesso in risposta.
Dopo essere usciti dalle mie stanze, ci avviammo verso la sala delle armature.
In quel luogo come indicava il nome, erano conservate le armature delle prime guerriere della nostra dea Artemide ed erano disposte intorno all’armatura divina della nostra dea.
Noi guerriere vestivamo le nostre armature solo in caso di combattimenti, feste e occasioni speciali, altrimenti eravamo tenute a indossare abiti normali.
Giunti nella sala, ci sedemmo nello spazio vuoto dei piedistalli delle nostre rispettive armature, che si trovavano l’una accanto all’altra.
<< Di cosa volevi parlarmi, Atteone? >>
<< Volevo parlare con te dell’addestramento che stai impartendo ad Ifigenia.
A mio parere, il metodo che stai usando con lei è sbagliato e dovresti essere anche più paziente >>, mi rispose, facendomi arrabbiare molto.
<< Da quando ti permetti di mettere in dubbio le mie capacità d’insegnamento, Atteone?
Il metodo che sto usando con Ifigenia, non è dissimile da quello che usò la maestra Pentesilea con me e con te, dunque non puoi lamentarti.
E non ci posso andare leggera con lei, poiché tra tre giorni, come ben sai, ha la prova finale della dea Artemide e non può assolutamente sbagliarla >>.
<< Hai paura del fatto che ti faccia sfigurare come maestra, essendo tu la guerriera più vicina alla nostra dea Artemide? >>
<< Lei farmi sfigurare come maestra?
Hai forse subito qualche colpo mentale di recente, Atteone?
Perché quello che dici è veramente preoccupante... >>
<< No, non è successo nulla di simile.
Però, perché stai pressando Ifigenia in questo modo? >>
<< Io vorrei solamente che riuscisse a mostrare la vera forza che ha dentro di sé, affinché possa realizzare il suo desiderio più grande.
La scelsi quattro anni fa come mia allieva, poiché sapevo che aveva un grande potenziale e poiché a mio parere, un giorno sarebbe stata degna di indossare un’artemisia esattamente come me e te >>, gli risposi, guardandolo negli occhi.
<< A quanto vedo, vi somigliate parecchio caratterialmente >>.
<< In che senso, Atteone? >>, gli chiesi, sorpresa per la sua affermazione.
<< Ifigenia mi ricorda molto te, quando avevi la sua età.
Avevate la stessa allegria e gentilezza >>.
<< Lo sai bene anche tu, che tali sentimenti sono solo superflui e dannosi in battaglia e quindi devono essere eliminati, per quanto si può.
E poi allora c’era già una differenza enorme tra me e lei: io avevo ottenuto l’artemisia già da sei anni, quando ne avevo sedici >>.
<< Vabbè, ma tu sei stata un’eccellente guerriera fin da quando avevi sette anni.
E negli anni sei diventata sempre più forte, divenendo così l’orgoglio di tutte le guerriere della nostra nobile dea Artemide >>.
<< Non esagerare, Atteone.
Non pretendo certo di essere la guerriera più potente della nostra dea >>.
<< Allora mi spieghi come mai lei ti ha scelto come sua guardia del corpo? >>
In effetti aveva ragione, poiché io ero colei che la dea Artemide aveva nominato propria guardia del corpo e che la seguiva in ogni suo spostamento, all’esterno del Santuario.
<< Ah, ecco dov’eravate Cassandra ed Atteone >>, sentii dire da una voce conosciuta.
<< Ci stavi cercando, Ippolita? >>, risposi, voltandomi verso la porta.
Ella era un’altra delle prime guerriere della dea Artemide ed era un’abile conoscitrice di tutti i veleni esistenti al mondo.
Era di origini italiche e aveva capelli di colore castano scuro e occhi blu scuri e l’addestramento che aveva seguito, aveva reso il suo corpo tonico e slanciato.
Aveva ottenuto l’artemisia neanche cinque mesi prima a sedici anni, dopo sei anni passati ad addestrarsi con Niobe come maestra.
<< Sì, perché ti dovevo avvertire che la nostra dea Artemide, ti ha convocato nella sala delle udienze dopo il pranzo.
E cercavo Atteone, poiché la nobile Pentesilea vorrebbe parlargli >>, disse, sorridendoci.
<< Allora vi precedo nella sala dei banchetti, poiché non va bene fare aspettare la dea.
Ci vediamo dopo >>, le risposi, alzandomi dal piedistallo e li salutai.
Uscita dalla sala delle armature, mi diressi verso la sala dei banchetti.
Arrivata lì, mi sedetti ad un tavolo vuoto e consumai velocemente il pasto, che mi venne subito servito dalle ancelle.
La sala era quasi vuota, poiché molte delle mie compagne erano fuori in varie missioni e le guerriere semplici erano ancora in campo d’addestramento.
M’incantai poi, guardando fuori dalle enormi finestre, che davano sull’esteso campo di girasoli accanto al palazzo.
Era primavera inoltrata e la natura stava mostrando il suo lato più bello.
Dopo un po’, uscii dalla sala dei banchetti e mi diressi verso la sala del trono, dove avrei dovuto incontrare la dea Artemide.
Le due guerriere semplici poste davanti alle porte come mi videro, si spostarono di lato e mi aprirono subito la porta.
Dopo essere entrata, m’inchinai al cospetto della dea, che sedeva sul suo trono d’oro situato proprio al centro della sala.
<< Cassandra delle visioni ai suoi ordini, dea Artemide >>, dissi, con lo sguardo basso.
<< Vedo che sei venuta quasi subito, Cassandra >>, mi rispose, con tono pacato.
<< L’ho fatto, poiché essendo una vostra prima guerriera, devo dare priorità ai vostri ordini, rispetto a tutto il resto, oltre che il buon esempio, alle altre guerriere >>.
<< Ora puoi alzare lo sguardo, Cassandra.
Ti ho convocata per comunicarti una decisione molto importante, che ho appena preso >>, disse e come finì di parlare, alzai lo sguardo.
<< E di che decisione si tratterebbe, mia dea? >>
<< Ho deciso di accettare la proposta di pace e alleanza con mia sorella Atena, contro il nostro sommo zio Ade >>.
<< Capisco, mia dea.
E di grazia, io cosa c’entrerei con tutto questo? >>
<< Ho bisogno che una persona di fiducia vada al Santuario di mia sorella Atena e faccia da tramite tra me e mia sorella.
E quella persona sei tu, poiché non c’è nessun altra guerriera di cui mi fidi di più di te.
Dopo la conclusione della prova finale della tua allieva Ifigenia, mi seguirai ad Atene, per stipulare questo trattato di pace ed alleanza >>, disse la dea Artemide, con tono serio.
<< Se questi sono i vostri ordini li eseguirò, come sempre alla perfezione, mia dea >>, le risposi con tono sommesso e deciso, allo stesso tempo.
<< Cambiando argomento, come vanno gli allenamenti della tua allieva Ifigenia? >>
<< Le mentirei, se le dicessi che vanno benissimo, mia dea.
Purtroppo non è assolutamente così...
Nonostante quella ragazzina abbia un notevole potenziale, non riesce a esprimerlo del tutto.
È come se avesse qualcosa che la blocca, ma confido di riuscire ad aiutarla, prima della sua prova finale >>, le risposi, con tono preoccupato.
<< Confido nella tua capacità di giudizio, Cassandra.
Sono certa che tu non ti sia sbagliata su quella ragazza e sulle sue capacità >>.
<< Ora, con il vostro permesso, mi congederei, mia dea.
Vorrei tornare a dedicarmi alla mia allieva, al più presto… >>
<< Vai pure e buona fortuna, Cassandra >>, mi rispose la dea Artemide.
Allora mi alzai e dopo essermi inchinata un’ultima volta, uscii.
Una volta fuori dalla sala, mi diressi nei miei appartamenti, per cambiare i miei abiti.
Dopo nemmeno mezz’ora, ero nuovamente al campo d’addestramento, dove mi attendeva Ifigenia in compagnia di Atteone.
<< Come mai qui? >>, domandai, con voce atona.
<< Sono venuto a vedervi, mentre vi allenate, nulla di più >>, mi rispose, con tono allegro.
<< D’accordo, ma vedi di non intralciarci, in alcun modo >>.
Ero ancora arrabbiata per le sue critiche al mio metodo di allenamento…
Io e Ifigenia ci posizionammo così l’una davanti all’altra, scrutandoci per intuire il momento più opportuno in cui attaccare.
Fui io la prima ad iniziare, trascinandola così in un combattimento corpo a corpo, dove lei, non riuscendo a sostenere la potenza dei miei attacchi, dopo pochi pugni cadde a terra.
<< Rialzati, Ifigenia.
Davanti ad un vero nemico non puoi prendertela comoda, poiché dovrai combattere, per la tua sopravvivenza e per l’onore della tua dea >>, le dissi, con tono irato.
Lei si rialzò a fatica e mi guardò, con odio.
<< Avete mai pensato al perché non riesca a sostenere i vostri attacchi, nobile maestra?
Voi, non a caso, siete la guerriera più forte della dea Artemide >>.
<< Questa non è una giustificazione.
E comunque alla tua età, io indossavo già l’artemisia da sei anni >>.
<< Capisco>>, mi rispose, sconvolta e si rimise in posizione di difesa.
Ricominciammo così il combattimento corpo a corpo e questa volta la vidi metterci più forza nei suoi pugni, di quanto non avesse mai fatto prima.
Ad un certo punto, si mosse più velocemente e cogliendomi alla sprovvista, riuscì a sfiorarmi la spalla destra con il suo pugno sinistro.
In quel momento, sentii Atteone applaudire e io mi allontanai un poco da Ifigenia.
<< Ora che sei riuscita a sfiorarmi, sono più tranquilla.
Ti faccio i miei complimenti, perché difficilmente qualcuno, riesce a sfiorarmi, in battaglia e anche Atteone lo sa bene.
Non adagiarti troppo sugli allori, perché tra tre giorni dovrai riuscire a fare di più.
Sono sicura che, se combatterai con le stesse volontà e determinazione di oggi, riuscirai a superare la prova finale per l’artemisia, senza problemi >>, dissi, sorridendole.
<< Ciò che avete appena detto, mi riempie veramente di felicità.
Questo perché le vostre parole d’elogio significano molto, per me >>.
<< Ora vediamo, se sei migliorata nell’utilizzo dei tuo attacchi con il cosmo.
Quindi prova ad attaccarmi e ferirmi, Ifigenia >>.
<< Ma come potrei mai attaccarvi?
Voi siete la mia maestra e tutto ciò che ho imparato, me lo avete insegnato proprio voi >>, mi rispose, con tono sconvolto.
<< Devi mettere da parte i tuoi sentimenti, in battaglia, ricordalo.
Ora devi cercare di pensare a me come ad una tua nemica e non come alla tua maestra >>.
<< Cassandra, mi pare che tu stia esagerando >>, intervenne Atteone, mettendosi tra noi.
Ed io, guardandolo in cagnesco, gli risposi: << Che cosa c’è che non va, Atteone?
Sai bene ciò che dovrà affrontare, quindi devo saggiare la sua potenza cosmica >>.
<< Se tu usassi alcuni dei tuoi attacchi, finiresti per danneggiarla seriamente e lo sai >>.
<< So bene quali attacchi non utilizzare, se non voglio ucciderla o rovinarla, per sempre…
Ricordati che quegli attacchi li ho inventati io stessa, modellandoli sul mio cosmo>>.
<< Io comunque resto del parere che uno scontro del genere non vada bene, perché è veramente troppo sbilanciato.
Tu usi attacchi di tipo mentale, mentre lei usa solo attacchi basati sull’uso della terra >>.
<< E se posso permettermi, da quand’è che ti preoccupi così per Ifigenia?
Te ne sei forse innamorato, per caso? >>, gli domandai, con tono sarcastico.
<< Non lo faccio per quello che dici tu, Cassandra.
Io so solo che, se per caso, le facessi dei danni irreparabili inavvertitamente, te ne pentiresti per il resto della tua vita... >>
<< Sono io la maestra di Ifigenia e so che cos’è meglio per lei, Atteone.
Ora fatti da parte e lasciami terminare l’allenamento di oggi con la mia allieva >>, gli risposi, con tono che non ammetteva repliche.
<< D’accordo, ma se lo riterrò opportuno, interverrò >>, mi rispose e tornò al suo posto.
Mi misi così in posizione di difesa e aspettai che Ifigenia tentasse di attaccarmi con tutta la potenza del suo cosmo.
La mia allieva iniziò a bruciare il suo cosmo e glielo vidi concentrare nel pugno destro.
Io avevo precluso a me stessa tutte le mie tecniche d’attacco principali, poiché avrei rischiato di ferirla gravemente o addirittura di ucciderla e questo non sarei mai riuscita a perdonarmelo per quanto avrei avuto vita.
<< Serpente di terra >>, urlò e il suo cosmo iniziò ad ammassarsi sul terreno circostante, dandogli così la forma da cui prendeva nome l’attacco.
Comparve a pochi centimetri dal mio viso il volto del serpente e con una sola ventata del mio cosmo raggruppato intorno alle mie membra, esso cadde al suolo distrutto.
Quando Ifigenia mi lanciò contro una marea di massi che si trovavano lì intorno, rimodellai la forma del cosmo che mi attorniava come se fosse un vero e proprio scudo.
Fatto ciò, il mio cosmo impedì il passaggio delle rocce e le frantumò in mille pezzi.
 << Come mai non riesci nemmeno a sfiorarmi?
Ti ho già detto che devi considerarmi una nemica e non la tua maestra.
Per questo motivo, brucia il tuo cosmo, fino ai limiti estremi >>, le dissi, cercando di spronarla a tirare fuori la sua vera forza.
Vidi Ifigenia guardarmi con sentimenti di rassegnazione e tristezza...
Mi spiace Ifigenia, ma devi migliorare, se non vuoi perire nella prova finale, pensai.
La mia allieva non rispose a parole, ma iniziò a bruciare il suo cosmo, in maniera adatta ad uno scontro contro un vero e proprio nemico.
<< Turbine di sabbia >>, gridò e un vortice di terra ed aria, mi avvolse completamente.
La capacità visiva era ridotta al minimo e per questo, chiusi gli occhi e iniziai ad usare quelli che si trovavano dentro di me.
Ifigenia aveva cercato di oscurare del tutto il suo cosmo, per potermi cogliere di sorpresa.
Ne aveva di strada però da percorrere, per riuscire a ingannarmi...
Nello stesso istante in cui cercò di colpirmi con il suo pugno destro intriso di cosmo, le bloccai entrambe le braccia e la buttai a terra, con forza.
Il vortice di sabbia si dissolse e potei tornare ad osservare la luce del sole.
<< Bella mossa Ifigenia, ma così non potrai mai riuscire ad ingannare un avversario con la mia esperienza in battaglia.
La prossima volta ricordati che è meglio attaccare un avversario alla luce del sole e non mentre si è nascosti, nelle tenebre >>, le dissi e dopo averle lasciato andare le braccia, mi allontanai di un po’ e mi rimisi, in posizione di difesa.
Passammo le due ore successive più o meno allo stesso modo e, quando il sole ormai era vicino al tramontare, Ifigenia non aveva fatto alcun progresso.
<< Per oggi va bene così, Ifigenia.
Domani però, dovrai riuscire a colpirmi almeno una volta, così mi convincerai di avere una possibilità su dieci, di superare la prova finale della dea Artemide >>, le dissi, mentre l’aiutavo a rialzarsi per l’ennesima volta da terra.
<< D’accordo, maestra >>, rispose, cercando di sorridere.
Lo sguardo però mi cadde su un particolare che non avevo notato prima: la sua caviglia destra che perdeva sangue da un taglio piuttosto profondo.
 << Sono stata io a procurarti questa ferita? >>
<< Non siete stata voi, maestra.
Sono io che prima, cercando di cogliervi di sorpresa nel turbine, non ho visto una scheggia di roccia aguzza e mi sono ferita >>.
<< Allora te la rimetto a posto io, cosicché tu domani non abbia problemi >>.
Imposi così le mie mani, sulla sua caviglia, facendo attenzione a non farle troppo male.
Cominciai così a concentrare il cosmo nelle mie mani, che passando, sulla ferita non troppo estesa, la sanarono del tutto.
Quando finii, tolsi le mani dalla caviglia della mia allieva, che mi guardava incredula.
<< Non sapevo che voi sapeste sanare le ferite, maestra >>, disse Ifigenia.
<< Non lo faccio molto spesso, perché su di me non funziona.
Le sole persone che abbia mai curato sono Atteone e Ninfadora >>, le risposi, sorridendo.
<< Grazie immensamente per ciò che avete fatto, maestra.
Ora vado e buona serata maestra e a voi, nobile Atteone >>, disse e se ne andò.
<< Per fortuna è andato tutto bene, Cassandra >>, disse Atteone.
<< Ne dubitavi forse, Atteone? >>, domandai, sarcastica.
<< Vabbè, ho capito che è meglio tacere, se non voglio litigare con te >>, mi rispose, mentre ci dirigevamo, verso il palazzo.
Giunti nella zona degli alloggi, ci separammo e raggiungemmo le nostre mete.
Mi rilassai con un lungo bagno caldo e, dopo aver indossato gli abiti per la cena, mi sedetti su una sedia vicina alla finestra, per osservare il tramonto che stava volgendo al termine.
Mi venne così in mente la missione che la dea Artemide mi voleva affidare, dopo la fine dell’addestramento della mia allieva.
Non ero molto felice di lasciare il Santuario di Delo per quello di Atene, ma non avrei mai disubbidito ad un ordine della dea Artemide…
Più che altro la cosa più difficile sarebbe stata il doversi abituare alla quasi assoluta presenza di guerrieri uomini, in quel luogo...
A quanto ne sapevo, le donne guerriere erano veramente pochissime ed erano costrette a portare una maschera, per celare la loro femminilità...
Sinceramente consideravo la costrizione della maschera una vera stupidaggine.
Noi guerriere della dea Artemide non temevamo di mostrare il nostro essere donne, perché essendo state cresciute tra le schiere delle Amazzoni, evitavamo gli uomini come la peste.
Era assurdo che la dea Atena nonostante fosse la dea della giustizia e della saggezza, avesse costretto le sue guerriere a quella terribile scelta.
Affermava che così sarebbero state degne di combattere accanto agli uomini…
Eppure non credo che nascondendo il proprio volto, una donna celi la sua femminilità…
Sinceramente provavo tristezza e compassione nei loro confronti, a causa del fardello che avrebbero dovuto portare tutta la vita…
Dopo queste riflessioni, mi alzai dalla sedia e uscii dai miei appartamenti.
Mi diressi così verso la sala mensa e, dopo essermi inchinata di fronte alla dea Artemide, andai a mangiare la cena al tavolo dove si trovavano già Atteone e la maestra Pentesilea.


Nota dell'autrice: eccomi qui finalmente con il primo capitolo, dopo 5 mesi  e 12 giorni esatti.
Ora, essendo la storia principale terminata, mi dedicherò moltissimo a questo prequel di epoca mitologica.
Ringrazio 2307, per la recensione allo scorso capitolo e Lady Tsuky,misshikari,nightfox,Saruccia e scacri, per averla messa tra le seguite.
Sperando che questo capitolo vi sia piaciuto, vi saluto e al prossimo aggiornamento,
Lilith.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


 Quella notte fu dominata da sogni strani e molto involuti.
L’unica cosa che riuscii a distinguere fu il volto di un ragazzo: i suoi tratti erano nobili e fieri e i suoi occhi azzurri, erano così simili a due oceani turchini, nei quali mi sarei potuta perdere senza problemi, fino alla fine del mondo.
Mi alzai poco dopo che il sole era sorto e dopo essermi vestita, mi sedetti sulla sedia vicino alla finestra e lasciai vagare il mio sguardo per il Santuario, ancora addormentato.
Chi sarà quel ragazzo e che cosa c’entrerà con me?, mi chiesi tra me e me.
La cosa però che più mi aveva sconvolta, era il fatto che quello sguardo aveva suscitato sentimenti, in me, fino ad allora sconosciuti...
Ripensandoci, infatti, non avevo mai provato simili sentimenti, per nessun ragazzo che avessi mai conosciuto, fino allora...
Quegli occhi mi attiravano, come una calamita e mi sembravano profondi e pieni di ardore, passione e sentimenti forti...
Il suo fisico poi era muscoloso e ben definito e tutto ciò, unito a un viso dall’espressione fiera e nobile, lo rendevano veramente bello...
Possibile che provassi questo tipo di sentimenti, per un uomo che mai avevo visto o conosciuto, in tutta la mia vita?
Io che avevo messo sempre, davanti a tutto e tutti, la mia devozione alla dea Artemide, ora mi ritrovavo in uno stato di confusione, non adatto alla posizione che ricoprivo.
Quei sentimenti, che cos’erano mai?
Era meglio però non parlarne con nessuno, perché, in cuor mio, mi sentivo imbarazzata, riguardo a questi sentimenti.
Scesi molto presto e mi diressi subito verso l’Arena, dove mi sedetti a gambe incrociate sugli spalti e cominciai a sgombrare la mente, per iniziare la meditazione giornaliera.
Dopo poco tempo sgombrai completamente la testa e una visione sul futuro, mi avvolse.
Mi ritrovai così in un’Arena da combattimento, a me sconosciuta.
E sentendo dei passi alle mie spalle, mi voltai e vidi il ragazzo dagli occhi turchini, mentre combatteva con un ragazzo dagli occhi blu, ma freddi e scostanti.
<< Ti vuoi calmare, Endimione?
Se continui così, rischiamo di arrecare seri danni all’Arena e questo farebbe arrabbiare Asterios >>, disse il guerriero dallo sguardo gelido, mentre schivava i colpi del compagno.
<< Scusami Alain, ma sono talmente infuriato con quella là.
Come si è permessa di trattarmi, in modo così sprezzante? >>
<< Semplicemente tu l’hai provocata e lei ha reagito di conseguenza.
Infatti, se tu non le avessi dato dell’uomo mancato, non ti avrebbe insultato davanti a tutti e non ti avrebbe dato lo schiaffo, che ti ha lasciato un livido sul viso >>.
<< Quella là deve solo ringraziare il fatto di rappresentare il collegamento con una divinità alleata qui al Santuario, sennò l’avrebbe pagato con gli interessi questo suo affronto >>, gli rispose il ragazzo dagli occhi turchini, dopo essersi fermato, per riposarsi.
Pochi secondi dopo, la mia visione svanì e mi ritrovai a fissare l’Arena vuota.
Chi è quel ragazzo e cosa c’entra con me?
Come mai appare così spesso, nei miei sogni?
E per quanto tempo avrei dovuto continuare a vederlo, nelle mie visioni?
Queste e altre mille domande, senza risposta, affollavano la mia mente.
I due giorni successivi a questa visione, li passai a far esercitare ulteriormente Ifigenia, cercando di spronarla a non trattenersi contro di me, negli scontri.
Il pomeriggio del secondo giorno, dopo averla fatta cadere a terra, per l’ennesima volta, feci per andarmene dall’Arena, poiché infastidita dalla  sua stupida cocciutaggine, nel non volermi attaccare seriamente.
<< Maestra non andatevene, per favore >>, sentii dire da Ifigenia alle mie spalle.
<< Per restare a fare cosa?
Continui a non darmi retta e così risulti essere debole >>, risposi, voltandomi a guardarla.
<< Allora provate su di me il vostro famoso colpo del controllo mentale >, affermò Ifigenia, mentre si rimetteva in piedi, a fatica.
<< Che cosa vai dicendo mai, Ifigenia?
Ti rendi forse conto che infliggerti un colpo simile, equivarrebbe a ucciderti? >>, le risposi stupita e sconvolta allo stesso tempo, per la sua idea.
<< Ma maestra, io... >>
<< È no nel modo più assoluto, Ifigenia.
Io, infatti, non userei mai una tale tecnica su di te o qualsiasi altra persona, che non mi sia nemica >>, dissi con tono adirato, interrompendola.
<< Allora come posso dimostrarle la mia potenza negli attacchi di cosmo, se non mi attaccate direttamente con le vostre tecniche più terribili? >>
<< Non mi mostrerai di certo il tuo cosmo, rischiando di farti uccidere da me >>.
<< Se però ci riuscissi, dimostrerei quello che è il mio potere >>.
<< Perché mai vuoi rischiare di farti ammazzare, prima di domani? >>
<< Il motivo è che domani, nella prova finale, ci tengo a non farvi sfigurare come maestra, davanti alla dea Artemide e alle altre prime guerriere.
E poi se sono diventata una guerriera, lo devo solo a voi e il mio debito di conoscenza, nei vostri confronti, non ha limiti, come d’altronde la mia ammirazione, per voi.
Voi, infatti, siete stata sempre il modello a cui ispirarmi, per divenire una degna prima guerriera della dea Artemide, maestra mia.
E per questo motivo, spero di essere un giorno, come voi >>; disse, sorridendomi.
<< Io non sono una guerriera perfetta, Ifigenia.
Sappi però che i tuoi poteri, anche se diversi dai miei, sono altrettanto potenti e terribili.
Inoltre come saprai, non ho avuto altre allieve oltre a te, in tutti questi anni.
E lo sai qual è il motivo?
Tu sei stata l’unica bambina, che io abbia visto varcare la soglia di questo Santuario, con un potere veramente grande >, le risposi e lei, pur confusa dalle mie parole, mi sorrise.
<< Somma Cassandra, scusate il disturbo >>, sentii dire alle mie spalle e, dopo essermi girata, vidi che era stata una guerriera semplice a parlare.
<< Che cosa c’è? >>, chiesi, stupita dalla sua improvvisa comparsa.
<< La dea Artemide ha convocato tutte le prime guerriere, per una comunicazione molto importante >>, mi rispose, con lo sguardo volto a terra.
<< D’accordo, ho capito >>, le risposi cordialmente.
<< Torna a casa a riposarti, verrò io poi a cercarti >>, dissi, rivolgendomi ad Ifigenia e poi m’incamminai verso il palazzo.
Durante il tragitto, mi chiedevo tra me e me che cosa mai fosse accaduto, per convocare così all’improvviso una riunione di tutte noi prime guerriere e di Atteone.
Varcata la soglia della sala del trono, vidi schierate la mia vecchia maestra Pentesilea, Ippolita, Ippodamia e Callisto, mentre di Atteone non c’era alcuna traccia...
La sacerdotessa Selene invece si trovava sul lato destro del trono della dea Artemide.
Le altre prime guerriere erano tutte fuori in missione: Niobe e Io nella regione della Ionia, mentre Atalanta e Ninfadora nella lontana Esperia.
Tutte loro non avrebbero fatto ritorno al Santuario prima della settimana successiva.
M’inchinai al cospetto della mia dea e andai a mettermi vicino ad Ippodamia.
<< Ora che ci siete tutte, mie guerriere, saprete il perché della vostra convocazione.
Nei meandri della foresta che segna il confine sud del nostro Santuario, sono comparsi oggi, all’improvviso, due Specter di Hades.
Per questo motivo, ho mandato Atteone stamattina, per controllare la situazione.
Come potrete vedere però, egli non ha ancora fatto ritorno e dunque vorrei che due di voi andassero a controllare la situazione >>, disse la dea Artemide.
<< Io mi offro volontaria, per la missione, dea Artemide >>, affermammo io e Ippolita, nello stesso identico momento, facendo un passo avanti.
<< Allora andrete voi due, Cassandra delle visioni e Ippolita dei veleni.
Scoprite che cos’è successo a Atteone e risolvete il problema con gli Specter di Hades.
Se fosse necessario, vi concedo di usare le vostre rispettive Artemisie.
Cassandra, se vuoi, puoi portare con te la tua allieva Ifigenia.
Ora andate e sappiate che vi seguirò con il mio cosmo >>.
<< Allora, porterò con noi Ifigenia, somma dea Artemide.
Vi prometto che non falliremo e che ci rivedrete prima di sera con Atteone e delle spiegazioni esaustive >>, risposi e dopo un ultimo inchino io e Ippolita uscimmo dalla sala.
<< Certamente sarà molto istruttivo vederci all’opera, per la tua giovane allieva >>, disse Ippolita, mentre ci recavamo nella casa delle apprendiste guerriere.
<< Concordo con te, Ippolita e poi domani, se tutto andrà bene, sosterrà la sua prova finale e otterrà la sua Artemisia finalmente >>, le risposi.
<< Pensi che accadrà qualcosa di inaspettato domani? >>
<< Sinceramente è il mio sesto senso che mi dice di stare allerta e in questi miei vent’anni di vita, posso dire che il mio intuito non ha mai sbagliato >>.
Dopo questa mia affermazione, nessuna delle due parlò più, finché giungemmo nella stanza, utilizzata per ospitare le guerriere che avrebbero dovuto affrontare la prova finale.
Bussai dunque e come sentii il permesso di entrare, aprii la porta.
Vidi Ifigenia seduta sul letto, intenta a rilassarsi, con un rotolo di pergamena tra le mani.
<< Maestra Cassandra, sono felice di vedervi.
Com’è andata la riunione? >>, disse, dopo aver posato il rotolo sul letto.
<< Te lo racconterò strada facendo, perché è stata affidata una missione a me e a Ippolita e ho avuto il permesso di portarti con noi e siamo di fretta >>, risposi, con tono inflessibile.
<< D’accordo, maestra Cassandra >>, mi rispose e si alzò dal letto, per seguirci.
Durante il nostro percorso, fino all’inizio del bosco, le spiegai la nostra missione.
Dopo esserci guardate negli occhi io e Ippolita, entrammo tutte e tre insieme nel bosco.
Mentre avanzavamo nel bosco, scorgemmo diversi alberi tagliati in molti pezzi e dei bozzoli di un materiale a noi sconosciuto, sparsi in diversi punti.
Tutto questo rappresentava un segno indelebile di una battaglia, che lì si era svolta e il cui esito però restava a noi del tutto sconosciuto.
Sentivo chiaramente la presenza del cosmo di Atteone lì nei dintorni, ma era appena palpabile e non riuscivo di conseguenza a capire, dove si trovasse.
<< Maestra, ma cosa sarà mai accaduto al nobile Atteone? >>, mi chiese Ifigenia.
<< Non lo so, ma tieniti pronta a combattere, Ifigenia >>, le risposi.
Mentre procedevamo verso i confini del Santuario, scorsi dei fili tra gli alberi e bloccai in tempo Ippolita e Ifigenia, che stavano per toccarli, anche se senza saperlo.
<< Come mai ci hai fermate, Cassandra? >>, mi chiese Ippolita perplessa.
<< Ci sono dei fili quasi invisibili tra gli alberi e sono certa che, se li toccassimo, rischieremmo di essere subito scoperte o catturate dal nemico.
Ora seguitemi e camminate solo dove io andrò, se non volete rischiare inutilmente la vostra vita >>, le risposi e cominciai a farmi strada tra i fili, seguita dalle mie compagne.
<< Tu sai a chi appartiene questa tecnica, Cassandra?>>, mi chiese Ippolita.
<< So solo che questa tecnica è propria di uno dei tre generali di Hades.
Quindi è meglio che andiamo io e te avanti, perché Ifigenia è ancora inesperta e in uno scontro, non potrebbe difendere il suo corpo con un’Artemisia, differentemente da noi >>, risposi e Ippolita fece un cenno d’assenso con il capo.
Arrivate nella radura, dove si trovava la barriera del nostro Santuario, vidi l’elmo dell’armatura di Atteone a terra, in una pozza di sangue.
A quella vista, un brivido freddo mi scorse lungo la schiena...
Che cosa mai poteva essere accaduto ad Atteone, a causa di quegli Specter?
Mi chinai e presi in mano l’elmo di Atteone, pregando la dea Artemide, che il resto della sua Artemisia lo avesse protetto dagli attacchi degli avversari.
Mentre mi rialzavo, senti che eravamo osservati e allora feci cenno a Ifigenia e a Ippolita di avvicinarsi, perché non potevamo sapere che cosa sarebbe accaduto di lì a poco.
<< Ecco qui due guerriere della dea Artemide, finalmente.
Oggi dev’essere proprio la mia giornata fortunata >>, sentii dire alle spalle e mi voltai.
Vidi così un uomo dai lunghi capelli grigi e dagli occhi violetti, osservarci con curiosità e attorniato da due individui: un uomo dai lunghi capelli biondi e gli occhi neri, come la notte e un essere metà uomo e metà farfalla dalle grandi e colorate ali.
Entrambi indossavano armature nere come la pece e dall’aspetto terrificante.
<< Cosa ci fate qui, nei domini della nobile dea Artemide?
Sapete bene di non essere graditi ospiti e poi dov’è finito Atteone?
È stato il primo ad esservi stato mandato incontro, per accogliervi >>, gli risposi.
<< Ti riferisci forse al guerriero biondo dall’armatura argentata?
Se è così, sappi che si è battuto valorosamente, ma non ha potuto nulla contro di me >>, mi rispose il tizio dai capelli grigi, che emanava un’aura criptica e terribile.
<< E ora, dove si trova e che cosa gli avete fatto? >>
<< Ora si trova rinchiuso in uno dei miei bozzoli e sarà ormai in procinto di lasciare questo mondo, per sempre >>, mi rispose l’uomo metà farfalla, indicando un punto indefinito, tra le chiome degli alberi, che si trovavano sopra di noi.
Allora io e le mie compagne alzammo gli occhi e scorgemmo un bozzolo enorme, dal quale, senza dubbio, proveniva la flebile traccia del cosmo di Atteone.
<< Ripeto la domanda della mia compagna, maledetti Specter.
Perché vi trovate qui a Delo? >>, chiese Ippolita, spazientita e adirata.
La vista di ciò che era accaduto ad Atteone doveva averla stupita e la stessa cosa valeva per Ifigenia, che continuava a guardare quel bozzolo, con aria sconvolta.
<< Il sommo dio Hades ci ha mandato qui, in missione e comunque non è importante che voi ne sappiate il motivo, perché tra poco morirete >>, le rispose lo Specter biondo.
<< Con chi credete di stare parlando, eh?
Non credete di poterci battere così facilmente, come pensate >>, ribatté Ippolita, già pronta a scagliare tutto il suo cosmo velenoso contro i nostri avversari.
<< Solo io basterò, per battervi tutte e tre.
In fondo siete solo delle donne e quindi non potrete mai essere alla mia altezza >>, disse lo Specter biondo e si fece avanti insieme allo Specter metà farfalla.
Io guardai Ippolita, negli occhi ed ella capendo, si fece indietro e io avanzai.
<
Prima sembravi avere tutta l’intenzione di batterti e ora rinunci al combattimento...
Sei forse una codarda o peggio? >>, domandò quello dai capelli grigi, sogghignando.
<< Semplicemente devo rispettare le gerarchie, sporco Specter >>, rispose lei, irata.
<< Le gerarchie? >>, disse lo Specter dai capelli grigi, guardandomi.
Mentre lo Specter pronunciava quelle parole, richiamai la mia Artemisia, tramite il mio cosmo e subito, si dispose a difesa del mio corpo.
<< Ora mi presento a voi Specter, perché sarebbe ingiusto non sapere, per mano di chi perderete la vostra inutile e stupida vita.
Io sono Cassandra delle visioni, capo delle prime guerriere della dea Artemide e guardia del corpo della nostra nobile dea >>, dissi, mettendomi in posizione di attacco.
<< A questo punto fatevi indietro, Myu e Byakuya.
Voi, infatti, non possedete sufficiente potere ed esperienza, per poterla battere >>, disse, facendosi avanti, lo Specter dai capelli grigi.
<< E voi chi sareste, di grazia? >>, chiesi, guardandolo.
Quell’uomo non mi ispirava nulla di buono e poi, avevo lo strano presentimento che quei fili, che avevamo incontrato nella foresta, appartenessero a lui.
<< Io sono Minos di Grifon della stella della nobiltà celeste e uno dei tre generali infernali dell’armata infernale del sommo dio Hades >>, mi rispose, fiero e sfacciato.
Allora non mi ero sbagliata, su chi fosse il proprietario di quei fili quasi invisibili...
Avevo già sentito parlare di lui da uno dei guerrieri del nobile dio Apollo, che mi aveva raccontato del loro scontro finito in perfetta parità.
In base a ciò che mi aveva raccontato, egli manovrava il corpo degli avversari attraverso i suoi fili e la tecnica del Cosmic Marionation.
Per questo motivo, preferii innalzare subito il mio scudo mentale, per proteggermi.
Non riuscimmo  a muovere un dito né io né Minos, che sentimmo un boato sopra di noi.
Subito dopo, vidi atterrare di fronte a me il mio amico e compagno Atteone.
Era messo piuttosto male, infatti, a quanto potevo vedere era coperto di tagli e ferite e aveva anche il braccio destro spezzato, che cadeva inerte lungo il busto.
Era strano che l’artemisia non l’avesse protetto dagli attacchi del generale di Hades...
<< Scusami Cassandra, ma lui è il mio avversario.
Per questo motivo, ti chiedo di farti da parte e di lasciarmi libero il campo di battaglia >>, disse, parlandomi con tono deciso e guardandomi intensamente.
<< D’accordo, Atteone.
Per rispetto nei tuoi confronti, mi farò da parte e non interferirò.
Mai accada, infatti, che manchi di rispetto a un mio valoroso compagno, in battaglia >>, gli risposi e mi allontanai verso il punto in cui si trovavano Ippolita e Ifigenia.
Vidi la mia allieva Ifigenia guardare Atteone con sguardo preoccupato e terrorizzato...
Era la prima volta, infatti, che vedeva Atteone ridotto in quel modo, dopo aver sostenuto un combattimento, pur indossando la sua personale artemisia.
Io stessa non avevo mai subito danni di tale identità, in battaglia, vestendo l’artemisia...
<< Nobile Minos, posso affrontarlo ed ucciderlo io?
Questo guerriero non è degno, infatti, nemmeno di baciare la terra su cui camminate >>, disse lo specter biondo dagli occhi neri come la notte senza stelle, facendosi avanti.
<< No, tu piuttosto fronteggia insieme a Myu le altre due guerriere della dea Artemide.
Non dimenticare, infatti, la missione che il sommo dio Hades ci ha affidato >>.
A quelle parole lo Specter biondo chinò la testa e si avvicinò insieme al compagno uomo- farfalla a me, Ippolita e ad Ifigenia, guardandoci maligno.
Io lo guardai in cagnesco e cominciai a chiedermi che strategia adottare.
<< Ippolita, sei pronta a combattere contro questi specter? >>, chiesi, sogghignando.
<< Certo che sono pronta a gonfiarli di botte, Cassandra >>, mi rispose Ippolita e pochi secondi dopo, il suo cosmo si espanse e la sua artemisia comparve e la ricoprì subito.
<< Ifigenia, ora corri e torna al Santuario.
Devi parlare con la dea Artemide e spiegarle la situazione.
Noi ti raggiungeremo, quando avremo sistemato questi maledetti specter >>, le dissi con tono che non ammetteva repliche e lei scomparve tra gli alberi.
Io e Ippolita allora iniziammo a guardare il nostro rispettivo avversario e non prestammo più attenzione a ciò che accadeva intorno a noi.
Passammo diversi minuti a fissarci, attendendo la prima mossa dell’altro.
La prima mossa, infatti, avrebbe determinato il destino dello scontro, molto probabilmente.
Fu lui il primo a muoversi, gettandosi contro di me, cercando di tirarmi un pugno.
Io lo schivai e da lì cominciò uno scontro fisico senza esclusione di colpi, che durò a lungo.
Ad un certo punto, riuscii a dargli un pugno, che lo scaraventò contro un albero e così riuscii a sbloccare il combattimento, che era ormai in fase di stallo.
Quando si rialzò, aveva una sottile scia di sangue, che gli colava giù dal lato destro della bocca e mi guardava in cagnesco.
<< Prendi questo: illusione del profondo inferno >>, gridò, ma il mio scudo mentale si attivò subito e rispedì l’attacco all’origine, prendendolo in pieno.
Lo specter però si rialzò subito e guardandomi con sguardo beffardo, disse:
<< Per me, che vivo all’inferno, quest’attacco non rappresenta nulla >>.
<< Peggio per te, allora.
Ora sarai tu a subire il mio attacco >>, gli risposi, cominciando a bruciare il mio cosmo.
<< Onda di distruzione mentale >> e << Barriera di oscurità >>, gridammo insieme.
Il mio colpo andò così a scontrarsi con la barriera dello specter, ma dopo averla toccata una sola volta, essa venne infranta e lo specter venne centrato in pieno.
Costui cadde a terra come un sacco di patate e non si mosse più.
Allora mi guardai intorno e vidi che Ippolita stava fronteggiando senza troppi problemi lo specter metà uomo e metà farfalla, mentre Atteone invece cercava di opporsi a Minos.
Atteone sembrava essere in difficoltà, ma non sarei mai intervenuta, per macchiare il suo onore di guerriero, portandogli aiuto.
Mentre pensavo a questo, una luce accecante rischiarò il luogo, ove eravamo e subito dopo si sentì la presenza di un cosmo sereno, potente e inconfondibile.
Quando la luce scomparve, infatti, apparve di fronte a noi la figura maestosa e imponente della dea Artemide, che indossava tra l’altro la sua armatura divina.
Alla sua comparsa  i due specter che stavano combattendo con Ippolita e Atteone rimasero visibilmente sconvolti, perché non si aspettavano la venuta della dea Artemide.
Sia Ippolita sia Atteone si bloccarono alla sua comparsa e la dea Artemide ci guardò tutti e tre, per controllare che stessimo bene e che non fossimo feriti gravemente.
Quando però il suo sguardo si posò su Atteone, scorsi chiaramente una scintilla d’ira passare nei suoi occhi ed ella allora si volse con fare minaccioso verso gli specter.
<< Se non volete perdere la vostra inutile vita qui, fate subito ritorno dal vostro dio.
Perché non posso garantire la vostra incolumità al mio nobile zio, a causa di ciò che avete fatto al mio guerriero e dell’attacco, che ci avete portato >>, disse la dea Artemide con fare minaccioso, mentre il suo cosmo cominciava a mostrarsi sempre più.
I due specter impallidirono visibilmente e scomparvero, dopo aver recuperato il loro compagno quasi morto davanti a me.
<< Cassandra, Ippolita e Atteone raggruppatevi all’istante intorno a me, così ci teletrasporteremo tutti all’interno del palazzo.
A questo punto, infatti, temo che potremmo aspettarci un attacco da parte del nobile zio Hades da un momento all’altro >>, disse la nostra dea, guardandoci con apprensione.
Tutti e tre ci avvicinammo a lei e in pochi secondi fummo avvolti da una luce calda.
Pochi secondi dopo nemmeno, la luce sparì e ci ritrovammo nella sala del trono.
Feci per dire qualcosa ad Atteone, ma egli barcollò vistosamente e se non fosse stato per il mio veloce intervento, sarebbe caduto a terra, sbattendo la testa.
<< Nobile dea Artemide, vi chiedo il permesso di congedarmi e di portare Atteone, nelle sue stanze, per curargli le numerose ferite riportate.
Quando egli sarà stabile, verrò subito a farvi il mio resoconto, su quanto è successo nella foresta, prima del vostro arrivo >>, dissi, tenendo lo sguardo puntato sul pavimento...
<< Vai pure, Cassandra.
Atteone ha bisogno di immediate cure e tu sei l’unica a potergliele dare >>, mi rispose.
Io allora con l’aiuto di Ippolita, portai Atteone nelle sue stanze e lo stendemmo sul letto.
Uscita Ippolita, come sfiorai appena l’artemisia di Atteone, essa si distaccò dal suo corpo e andò subito a ricomporsi in un angolo della stanza.
Rimasi sconvolta, nel vedere che il suo corpo era pieno di ferite sottilissime e molto estese allo stesso tempo, che continuavano a sanguinare copiosamente.
Cominciai allora a bruciare il mio cosmo e a concentrarlo nelle mie mani, che posai sulla sua fronte e sul petto, all’altezza del cuore.
Iniziai così a sanare le sue ferite, che però impiegavano diverso tempo a rimarginarsi e questo fatto mi preoccupava non poco.
Dopo un po’ di tempo, tutte le ferite erano completamente rimarginate e ora il respiro di Atteone era tornato normale, ma io dovetti sedermi, a causa di un improvviso mancamento.
Avevo già usato parte del mio cosmo contro lo specter di Hades e quell’ulteriore sforzo, mi aveva tolto quasi del tutto le ultime energie che mi restavano.
<< Cassandra, tutto bene? >>, sentii chiedere da Atteone, che aveva appena tirato su la testa e mi guardava con sguardo apprensivo e triste.
<< Sono solo un po’ stanca, quindi stai tranquillo >>, gli risposi, cercando di sorridergli.
<< Non avresti dovuto usare tutto questo cosmo, per curarmi le ferite.
Eri già troppo stanca, per il cosmo utilizzato in battaglia e così ti sei solo stancata ulteriormente >>, mi disse, con tono molto apprensivo.
<< Puoi stare tranquillo, Atteone.
Le forze mi torneranno in pochissimo tempo e sarà come se nulla fosse mai successo >>, gli risposi con tono molto tranquillo.
<< Spero che sia veramente così, Cassandra.
Non mi potrei mai perdonare, infatti, se ti succedesse qualcosa a causa mia >>, mi rispose, sorridendo e io rimasi molto stupita da quelle parole.
<< Grazie, per la tua preoccupazione nei miei confronti, Atteone.
Però so badare a me stessa, dunque stai tranquillo.
Ora vado dalla dea Artemide, per raccontarle ciò che è accaduto e che non sei ancora in grado di reggerti, in piedi, a causa dell’estrema stanchezza, che hai addosso.
Io poi tornerò qui e nel frattempo, non muoverti e non fare cavolate >>, gli dissi e dopo averlo salutato, uscii e mi allontanai lungo i labirintici corridoi del palazzo.
<< Ho bisogno di parlare subito con la dea Artemide >>, dissi alle due guerriere semplici poste di guardia davanti alle enormi porte della sala del trono.
<< Entrate, nobile Cassandra >>, mi rispose una delle guerriere e le porte si aprirono.
Una volta che le ebbi attraversate, esse si chiusero alle mie spalle e io mi inchinai davanti alla dea Artemide, che era seduta sul suo trono.
<< Sono venuta il prima possibile, come le avevo promesso, nobile dea Artemide.
Ho guarito tutte le ferite di Atteone, ma egli è ancora debole e per questo, dovrebbe stare a riposo per almeno un giorno intero >>, dissi con lo sguardo volto a terra.
<< Capisco e sappi che mi fido della tua diagnosi, Cassandra.
Ora raccontami ciò che è accaduto nella foresta >>, rispose pacatamente la dea Artemide.
Stavo per risponderle, però la mia mente fu improvvisamente attraversata da una visione.
Vidi il piazzale davanti al palazzo pieno di sangue, urla e guerrieri di Hades, che combattevano contro le mie compagne guerriere.
Il campo di battaglia era ormai lordo di sangue e i caduti di entrambe le parti erano innumerevoli e ormai un’aura di morte aveva messo piede, in quei luoghi.
Io nel frattempo stavo difendendo la dea Artemide dagli attacchi nemici, che si stavano in gran parte, concentrando contro di lei.
I miei occhi iniziarono poi a vedere tutto nero e tornai alla realtà.
<< Dea Artemide, stanno per attaccarci >>, riuscii solo a dire, prima di perdere i sensi e di scivolare così nell’oblio del mondo dei sogni.


Nota dell'autrice: ed eccomi qui finalmente a postare il secondo capitolo di questa storia.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che continuerete a seguire sta storia che sta diventando sempre più ingarbugliata,xd.
Byakuya è lo specter che compare nel manga del Lost Canvas e che fa parte dello schieramento di Minos.
Ho inserito anche Myu di Papillon, perchè sinceramente penso che possa essere anche lui parte degli specter sotto Minos.
Ricordo solo (per chi non lo rimembrasse) che Cassandra ha poteri e resistenza maggiori rispetto a Yume, in quanto semidea.
Comunque desidero ringraziare 2307 per la sua recensione allo scorso capitolo e tutti coloro che hanno messo la mia storia tra le seguite.
Auguro con tutto il cuore ai miei cari lettori una giornata stupenda e bellissima, poichè oggi è il giorno del mio ventesimo compleanno e sono di buon umore.
Ciao e al prossimo capitolo,
Lilith.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Sangue, nient’altro che sangue e profonda sofferenza vedevo nei miei sogni.
Inoltre tra le persone che vedevo combattere e morire ne scorgevo qualcuna, che sebbene non l’avessi mai vista prima di allora, sentivo di conoscere molto bene.
Poi vidi il ragazzo misterioso dei miei sogni, rivestito di una scintillante armatura dorata, riverso a terra in un’enorme pozza di sangue...
A quella vista, il mio cuore sembrò spezzarsi in due e mi svegliai, urlando per il dolore.
Quando sentii il mio battito cardiaco tornare normale, mi guardai intorno e mi accorsi di essere stesa sul mio letto.
<< Tutto bene, Cassandra? >>, sentii chiedere alla mia destra e ancora prima di girarmi in quella direzione sapevo chi avesse parlato, ovvero la maestra Pentesilea.
<< Io credo di stare bene, maestra.
Solo che ho la testa confusa da mille visioni su un futuro, che non riesco a interpretare...
E tutto ciò, mi preoccupa parecchio >>, le risposi, turbata dal mio ultimo sogno.
<< La visione che hai avuto prima di svenire però, sai dirmi che cosa ti ha mostrato?
Prima di perdere i sensi hai detto solo che saremmo stati attaccati nel giro di pochissimo tempo dal tuo avvertimento... >>
<< Ho sognato lo spiazzo davanti al palazzo trasformato in un campo di battaglia tra noi e quei maledetti degli specter del dio Hades...
E c’erano fiumi di sangue che scorrevano senza tregua >>.
<< Ho compreso, Cassandra.
Ora riposa, perché ti devi riprendere al più presto, in quanto tu sei colei che dovrà proteggere la nostra nobile dea Artemide in battaglia.
Buon riposo dunque e a dopo >>, disse la maestra, salutandomi e se ne andò, lasciandomi così sola nelle mie stanze e libera di rimettere ordine tra i miei pensieri.
Dopo un po’, mi alzai a sedere sul letto e feci per girarmi, ma un improvviso capogiro mi costrinse a fermarmi immediatamente.
Nonostante io mi fossi temprata alla battaglia sia mentalmente sia fisicamente fin dalla più tenera età, mi capitava ancora di tanto in tanto di perdere le forze a causa delle mie visioni.
Questo accadeva purtroppo sempre dopo aver utilizzato una grande quantità di cosmo sul campo di battaglia o nel curare le ferite di qualcuno...
A questo proposito, spero vivamente che Atteone stia meglio e che recuperi le sue energie e il suo cosmo al più presto, pensai.
Dopo essermi alzata lentamente dal letto, mi concessi un lungo bagno caldo, per potermi rilassare del tutto e recuperare le energie.
Una volta sdraiata del tutto nella vasca, lasciai andare a briglia sciolta i miei pensieri.
Mi tornò così subito in mente il ragazzo dagli occhi azzurri dei miei sogni...
Perché continuavo a ripensare a lui e che cosa poteva mai c’entrare con me?
Assorta in questi pensieri, uscii dalla vasca e mi asciugai il corpo e i capelli e mi rivestii.
Indossai i miei abiti da allenamento: i miei lunghi pantaloni di colore nero, la fasciatura bianca per il seno con sopra una maglia nera senza maniche e comodi stivali di pelle.
Appena finito di rivestirmi, sentii bussare alla porta e dissi allora: << Avanti >>.
La porta si aprì ed entrò la mia amica Ninfadora, guerriera delle correnti marine.
Indossava anche lei gli abiti di allenamento, per essere così pronta in ogni momento a poter indossare la sua artemisia, per combattere.
<< Come mai qui, amica mia? >>, le domandai, dopo che entrò e chiuse la porta.
<< Sono qui perché ero preoccupata per te, a causa del tuo improvviso svenimento al cospetto della nobile dea Artemide.
La nobile Pentesilea mi ha detto solo che il tuo malessere è stato causato da una visione e dalla tua stanchezza, provocata dall’uso eccessivo che hai fatto oggi del tuo cosmo >>, mi rispose, con tono molto preoccupato.
<< Quello che ti ha detto la maestra Pentesilea è vero, Ninfadora.
Quindi aspettiamoci un attacco nemico da un momento all’altro >>, le risposi atona.
Ninfadora ed io parlammo ancora un po’, finché non sentimmo entrambe l’apparire di un terribile cosmo oscuro attorniato da cosmi di minore intensità, ma comunque dotati di una grande e percettibile negatività.
Io e lei allora ci guardammo negli occhi e poi uscimmo subito dalle mie stanze.
Pochi minuti dopo eravamo davanti al portone d’ingresso con accanto a noi le nostre compagne prime guerriere e Atteone.
Vedemmo così il dio Hades attorniato dai suoi specter, tra cui anche coloro con cui c’eravamo battuti proprio quella mattina, occupare la piana di fronte al palazzo.
Cercai di contare più o meno quanti fossero a occhio e croce e mi resi conto che dovevano essere tutti i suoi 108 specter, compresi i tre giganti infernali e i soldati minori.
Eravamo certamente in svantaggio, poiché solo sette dei dodici detentori delle artemisie erano presenti al Santuario e oltretutto i cosmi miei, di Atteone e di Ippolita non si erano ancora rigenerati del tutto, dopo gli scontri del mattino con gli specter.
Mentre pensavo ad una possibile strategia d’attacco da mettere in atto, sentii un cosmo potente e rassicurante avvicinarsi a noi.
Non avevo bisogno di voltarmi, per sapere che apparteneva alla nostra nobile dea.
Mentre la dea Artemide rivestita della sua lucente armatura ci sorpassava, venimmo investiti tutti e sette da un’enorme e potente scarica di luce e quando essa si diradò, le artemisie erano sul nostro corpo, pronte a difenderci da qualsiasi attacco avversario.
La nostra dea si fermò sulla soglia del palazzo e volse lo sguardo al dio Hades.
<< Ha proprio una bella faccia tosta a presentarsi qui, nobile zio.
Soprattutto dopo ciò che i tuoi maledetti specter hanno fatto al mio primo guerriero >>, disse la dea Artemide, con tono abbastanza irato.
<< Mi sembra però che la tua prima guerriera abbia fatto di peggio dei miei specter.
Non è stata forse lei ad uccidere Byakuya dell’illusione? >>, ribatté il dio Hades adirato, puntando il dito proprio verso di me.
<< Cassandra ha fatto solo il suo dovere, in quanto protettrice del Santuario di Delo e mia prima guerriera >>, ribatté piccata la dea Artemide.
<< Seguendo le poche informazioni che abbiamo sui tre giganti del dio Hades e sul suo esercito di specter, dovremo dividerci e combattere singolarmente.
Tre di voi affronteranno i giganti dell’Inferno, mentre io difendo la dea Artemide dal dio Hades e dagli attacchi nemici, in generale.
Ippodamia ti scontrerai con Minos di Grifon, in quanto avendo tu un cosmo fatto di fuoco, brucerai senza problemi i suoi fili invisibili di cosmo.
Per quanto riguarda Eaco di Garuda, che utilizza le illusioni per combattere, sarà fronteggiato dal potere degli incubi della maestra Pentesilea.
Ippolita invece, ti scontrerai con Radamanthis della Viverna, perché sono certa che le tue lame velenose lo abbatteranno senza troppi problemi.
Selene, Ninfadora e Atteone invece andrete in due parti opposte della piana, per riuscire a mettere fuori gioco quanti più specter di medio potere possibili.
Che il vostro spirito non ceda mai alla paura e ricordate di avere sempre fede nella nostra nobile dea Artemide >>, dissi, rivolgendomi ai miei compagni.
Annuirono tutti e ci preparammo mentalmente all’imminente battaglia, che ci attendeva.
Non appena la battaglia iniziò, scattammo subito e ognuno si preparò a compiere il compito che gli avevo appena affidato...
A volte odiavo proprio l’essere il capo di tutti i primi guerrieri della dea Artemide, perché quel ruolo era davvero impegnativo e se avessi sbagliato la strategia di combattimento, avrei causato la morte di una mia compagna o compagno.
Mentre mi passavano questi pensieri per la mente, stavo facendo strage degli infimi specter di Hades, che tentavano di colpire la dea Artemide.
Intanto la mia dea si dirigeva al centro dello spiazzo, per battersi con il dio Hades e io mi ritrovai davanti tre specter di medio livello, che m’impedirono di proseguire.
<< Chi è il primo di voi tre che vuole farsi avanti e assaggiare così la potenza dei miei colpi? >>, chiesi, ghignando malignamente.
Si fece avanti allora lo specter dall’aria massiccia e con l’elmo cornuto.
<< Grand ax crasher >>, gridò, gettandosi verso di me e pronto a colpirmi con una mano, ma fermai il suo colpo con una mano sola.
<< Maledetta, ma come hai fatto?
Nessuno c’è mai riuscito prima d’ora >>, disse lo specter, guardandomi irato e sconvolto.
<< Avete avuto una grande sfortuna a trovarvi sul mio cammino, perché io non avrò alcuna pietà di voi, schifosi specter >>, risposi, mentre i tre specter si avvicinavano, per tentare un attacco combinato, che pensavano mi avrebbe sconfitto.
Siete proprio dei guerrieri patetici, pensai.
<< Grand ax crasher >>, << Blood flower scissors >>, << Annihilation flap >>, gridarono nello stesso momento e il loro colpo andò a scontrarsi con la mia barriera mentale, che pur avendo richiesto un grande uso del mio cosmo, restò in piedi.
<< Ora prendete questo, stupidi specter.
Onda di distruzione mentale >>, gridai e gli lanciai contro il colpo alla massima potenza.
Nessuna difesa li salvò dal mio terribile colpo ed essi caddero a terra.
Io allora li sorpassai, per raggiungere finalmente la dea Artemide.
Mentre avanzavo verso il centro dello spiazzo, volsi lo sguardo al campo di battaglia e notai che rischiavamo seriamente la sconfitta, a causa della loro superiorità numerica.
E oltretutto, non so il perché, ma avevo un brutto presentimento latente...
Mentre cercavo di raggiungere la nobile dea Artemide, che aveva già iniziato a combattere con il dio Hades, continuavo a trovare sulla mia strada specter di potenza insignificante e skeleton dalla potenza praticamente inesistente.
Ad alcuni di essi riservai una morte veloce e indolore, usando i miei soli colpi mentali.
Non ero molto distante dalla dea Artemide ormai, quando mi cadde a terra proprio davanti ai piedi il corpo martoriato di ferite di Ifigenia.
La sollevai immediatamente da terra e con mio sommo orrore, vidi che una ferita parecchio profonda le attraversava il petto dalla spalla sinistra al fianco destro, dividendo così quasi del tutto in due la parte superiore del suo corpo.
Cominciai subito ad usare il mio cosmo per guarirla, ma non era semplice farlo in una situazione come quella in cui ci trovavamo. Per prima cosa cercai di guarire i tessuti interni che erano stati squarciati, per fermare immediatamente la perdita di sangue.  Ogni tanto però ero costretta a distrarmi durante l’operazione, a causa dei nemici che tentavano di attaccarci e che venivano spediti al tappeto dalla mia barriera mentale.  Quando buona parte della ferita ormai si era rimarginata, comparve accanto a me Atteone. << Devi andare dalla dea Artemide, Cassandra. Ci penso io a Ifigenia, tranquilla >>, mi disse e allora gli affidai la mia allieva ancora svenuta e corsi via nella direzione in cui sentivo il cosmo della nostra dea.
Facendomi velocemente largo tra i combattenti, raggiunsi la dea Artemide, che aveva ingaggiato battaglia con il dio Hades.  Stavo per andare ad affiancare la mia dea, quando il mio sesto senso scattò e mi spostai appena in tempo, per evitare un fulmine cosmico, lanciato da un nemico sconosciuto.  Come fissai lo sguardo nella direzione da cui proveniva l’attacco, vidi una ragazza della mia età con occhi e capelli di una tonalità viola scuro. << Non provare nemmeno ad avvicinarti al sommo Hades, nullità.  Sarò io la tua avversaria >>, mi disse, stringendo ancora più saldamente il tridente che aveva tra le mani e guardandomi con sguardo determinato.
<< Non mi fai di certo paura >>, le risposi, sprezzante e lei partì subito all’attacco, tentando invano di riuscire a colpirmi.  Da lì in poi, segui solo uno scontro fisico e cosmico a livelli altissimi e avrei potuto affermare di aver trovato finalmente un’avversaria di indubbia potenza.
Dopo un lunghissimo scontro senza esclusione di colpi, ci trovammo entrambe con diverse ferite più o meno serie e le armature incrinate in vari punti. Dopo l’ennesimo colpo scansato all’ultimo momento, presi la decisione di usare una delle mie tecniche mentali più potenti, per metterla fuori gioco e andare così dalla dea Artemide. Prima però che potessi mettere in azione i miei pensieri, sentii chiaramente il cosmo della nostra nobile dea espandersi in tutta la sua potenza e poco dopo, una ventata di cosmo micidiale invase tutto il campo di battaglia e molti nemici caddero a terra.  Approfittando del momento di distrazione della mia avversaria, riuscii a colpirla dietro al collo, facendola così crollare a terra svenuta. Superatala velocemente, giunsi finalmente vicino alla dea Artemide, che si stava fissando in cagnesco con il dio Hades in quel momento. << Com’è la situazione? >>, mi chiese, non distogliendo lo sguardo dal nemico.
<< Da ciò che ho visto e percepito sul campo di battaglia, posso affermare con certezza che tutti stanno combattendo al massimo delle proprie forze, anche se a lungo andare, penso che la differenza numerica potrebbe metterci in seria difficoltà >>, le risposi, seria.
<< Comprendo, Cassandra.  Sono sicura però che andrà tutto bene oggi...  Ora torna in battaglia e fatti valere come sempre >>, mi disse con tono enigmatico, congedandomi così senza possibilità d’appello. Mi ributtai allora nella mischia, cercano di pensare che tutto sarebbe andato a finire bene...  Nonostante molti nemici fossero stati colpiti con tecniche mortali, dopo un breve periodo di tempo si rialzavano ed erano nuovamente pronti alla battaglia...  Avanzando verso la parte centrale del campo di battaglia, mi accorsi immediatamente che le guerriere semplici erano molto provate, a causa dei continui ed estenuanti scontri, cui erano costrette a sottoporsi continuamente.
Se solo fossimo riusciti a fermare il loro processo di resurrezione continua in qualche modo, avremmo acquisito un notevole vantaggio sulle milizie nemiche.
Mandati al tappeto gli ennesimi nemici di infimo livello, scorsi Atteone combattere contro il generale Minos e lo scontro era senza esclusione di colpi.
Quando poi percepii un cosmo ben conosciuto manifestarsi, andai alla mia destra e lì vidi Ifigenia impegnata in battaglia.
Si stava scontrando con uno specter che sembrava dotato di una discreta forza, ella però riusciva fieramente a tenergli testa, anche se sprovvista di un’Artemisia che le proteggesse le membra e le aumentasse la forza offensiva.
Senza più preoccupazioni, mi gettai nella mischia e cominciai a compiere una vera mattanza di avversari e presto mi ritrovai a combattere schiena contro schiena con Selene.
<< Secondo te quando finirà questa battaglia?
Non potremo continuare a difenderci all’infinito >>, mi disse, dopo aver mandato al tappeto dieci avversari con un solo lampo del suo cosmo.
<< La dea Artemide poco fa mi ha detto che andrà tutto bene...
Quindi sono sicura che ce la faremo >>, le risposi, mentre tagliavo con il mio cosmo i collegamenti nervosi del cervello ai nemici davanti a me, cosicché anche se fossero tornati in vita, non sarebbero stati in grado di reggersi in piedi.
Non passò molto tempo però che sentii esplodere il cosmo di Ifigenia in tutta la sua potenza e girando lo sguardo nella direzione da dove veniva l’ondata di cosmo, vidi il suo corpo avvolto da una luce bianca, che quando scomparve, la mostrò rivestita di un’Artemisia.
Sapevo di non essermi sbagliata sul tuo conto, pensai, sorridendo di cuore.
Dopo questo evento, la battaglia tra i nostri schieramenti continuò a svolgersi senza alcun mutamento significativo, finché non sentii chiaramente l’apparire di due nuovi cosmi che erano molto potenti e non sembravano ostili, sul campo di battaglia.
Continuando a battermi mi diressi verso il luogo da cui provenivano quelle nuove presenze cosmiche e rimasi stupita nel vedere quelle che dovevano essere le anime dei nemici caduti essere risucchiate proprio in quella direzione.
Quando fui vicina abbastanza, distinsi chiaramente i nuovi arrivati in due figure maschili rivestite con un’armatura d’oro, che scintillavano a causa dei raggi del sole.
Il primo era un uomo sulla ventina con due strani nei per sopracciglia e con capelli lunghi di colore lavanda; il secondo invece aveva lunghi capelli biondi e gli occhi chiusi.
Quest’ultimo era colui che tramite una strana collana, stava risucchiando le anime dei nemici e che si sentiva chiaramente che stava reprimendo un cosmo di enorme potenza.
<< Sei una guerriera della dea Artemide? >>, mi chiese il guerriero dai capelli lilla.
<< Sì, io sono Cassandra delle visioni.
Voi invece dovreste essere guerrieri della nobile dea Atena >>, gli risposi, seria.
<< Esattamente, Cassandra delle visioni.
Io sono Amish, il gold saint della Vergine e lui è Ganesh, gold saint dell’Ariete >>, disse il guerriero biondo dalla potenza cosmica pericolosa.
Feci allora per spiegargli la complicata situazione in cui ci ritrovavamo, quando il cosmo mortifero del dio Ade scomparve insieme a quelli dei suoi specter.
A quel punto, feci loro cenno di seguirmi e poi mi diressi velocemente attraverso il campo di battaglia dalla nobile dea Artemide, per vedere come stesse.
<< Vedo che mia sorella ha mandato rinforzi proprio nel momento del bisogno...
Lo zio Ade se ne è andato in fretta e furia, per evitare di vedersi decimato l’esercito infernale >>, esordì la nobile dea Artemide, quando la raggiungemmo.
<< Tutto è finito per il meglio per fortuna, ma ora inizia il difficile e ingrato compito di raccogliere i feriti e di dare degna sepoltura ai morti...
Con il vostro permesso, inizierei ad organizzare tutto ciò ora con l’aiuto degli altri primi guerrieri >>, le risposi, con tono serio, volgendo lo sguardo al campo di battaglia.
<< Fai pure e quando avrai terminato di organizzare il tutto, vieni subito a farmi un rapporto sulla situazione generale >>, mi disse la nobile dea e dopo essermi inchinata per congedarmi, andai a cercare gli altri primi guerrieri, sperando in cuor mio che nessuno fosse ferito gravemente e soprattutto che fossero tutti sopravvissuti agli scontri.
Passai così le due ore successive a passare in rassegna il nostro intero schieramento e disposto che i feriti gravi fossero subito portati nelle infermerie al piano terra del palazzo, diedi anche l’ordine alle guerriere ferite lievemente di raccogliere i morti e di iniziare a preparare le pire funerarie per le loro compagne valorose.
Tra i primi guerrieri quelli con le ferite peggiori risultarono essere purtroppo Atteone, Ifigenia e Ippodamia e con l’aiuto di Selene, Ninfadora e Ippolita li portai nel palazzo.
Una volta sistematili nei letti preparati per loro nella sala delle armature, iniziammo a pulire, ricucire e bendare le ferite dei nostri compagni.
Curai personalmente le ferite più gravi nonostante fossi quasi del tutto priva di cosmo e solo quando ebbi finito quest’operazione, permisi alle ancelle di medicarmi e bendarmi le membra ferite dai numerosi scontri che avevo sostenuto.
Mi addormentai completamente senza forze sulla sedia che avevo sistemato vicino al letto di Ifigenia, mentre osservavo il sonno tranquillo della mia allieva.
Solo a sera inoltrata mi svegliai, a causa dei richiami della maestra Pentesilea e dopo aver dovuto assistere alla cerimonia funebre per le guerriere cadute sul campo di battaglia e aver aggiornato la nobile dea Artemide, mangiai qualcosa e poi tornai da Ifigenia.
Ci vollero due giorni e molto impegno da parte mia nel guarirla con il mio cosmo prima che Ifigenia riuscisse ad alzarsi dal letto, a causa delle ferite subite in battaglia.
Nel frattempo solo il gold saint di Virgo della dea Atena continuò a degnarci della sua presenza, mentre il gold saint di Aries tornò ad Atene, per fare rapporto alla sua dea.
A distanza di una settimana dall’attacco delle truppe infernali, fu organizzata la cerimonia d’investitura della mia allieva con somma felicità di tutti noi.
La mattina designata mi svegliai molto presto e indossata la tunica bordata di porpora, uscii dalle mie stanze e mi diressi velocemente verso gli alloggi delle apprendiste.
A metà strada però mi fermai, poiché sentii chiaramente il cosmo di Ifigenia provenire dall’Arena dei duelli che si trovava più distante da lì.
Una volta giunta a destinazione, trovai la mia allieva completamente assorta nella meditazione e allora decisi di sedermi accanto a lei.
<< Fare meditazione per un po’ di tempo è riuscito a farmi diminuire notevolmente l’ansia che ho addosso >>, mi disse meno di dieci minuti dopo, ovvero quando riaprì gli occhi.
<< Vedrai che la tua cerimonia d’investitura si svolgerà normalmente, Ifigenia >>, le risposi e la vidi sorridermi nervosamente.
<< Anche se in teoria diverrò una parigrado vostra, del nobile Atteone e delle altre prime guerriere, sono consapevole di avere ancora molta strada da fare, per diventare potente quanto voi ed essere una degna prima guerriera della nobile dea Artemide >>.
<< Avere vera coscienza della propria forza è un ottimo punto di partenza e sono sicura che un giorno riuscirai a superare anche me che sono la tua maestra >>, le risposi seria e la vidi arrossire completamente in volto, per l’imbarazzo.
<< Lo spero sinceramente, maestra Cassandra.
Posso farvi però una domanda la cui risposta mi preme sapere? >>
<< Chiedimi pure senza problemi >>.
<< È vero che voi partirete per il Santuario di Atene tra pochi giorni e che rimarrete lì come ambasciatrice della nostra nobile dea? >>
Feci per risponderle, ma fummo interrotte dall’arrivo imprevisto di Selene.
<< Devo prendere in custodia Ifigenia per il bagno rituale e per vestirla con la sua nuova veste da prima guerriera >> disse, guardandomi e io le annuii in risposta.
<< Ti affido la mia allieva allora >>, le risposi e dopo aver salutato entrambe, mi diressi verso la piana, per andare a cercare Atteone e la maestra Pentesilea.
Meno di un’ora dopo nello spiazzo davanti al palazzo si erano riunite tutte le guerriere semplici, mentre mancavano ancora molte delle prime guerriere.
Una volta giunte le guerriere che si trovavano lontane dal Santuario al momento dell’attacco nemico, fecero la loro comparsa prima la dea Artemide e poi Selene e Ifigenia.
A quel punto io, Atteone, la maestra Pentesilea, Niobe, Ippolita, Ippodamia, Io, Callisto, Atalanta e Ninfadora ci ponemmo su due schiere con alle spalle le guerriere semplici.
<< Oggi siamo qui per l’investitura ufficiale dell’ultima prima guerriera che ha da poco terminato l’addestramento e che ha mostrato tramite il suo cosmo e il suo ardore in battaglia di meritare l’Artemisia rimasta ancora senza padrona.
Fatti pure avanti, Ifigenia >>, disse la nobile dea Artemide e la mia allieva allora avanzò e s’inginocchiò davanti a lei, con lo sguardo rivolto al suolo.
La nostra dea dunque le toccò la fronte e subito una forte luce avvolse Ifigenia e quando si dissolse, ella indossava la sua nuova Artemisia.
<< Ora tu sarai conosciuta come Ifigenia della Terra e mia prima guerriera >>, annunciò con tono solenne la nobile dea Artemide e tutte noi manifestammo la nostra gioia tramite pure urla di gioia e uno scroscio di complimenti.
Il resto della giornata fu occupato dai festeggiamenti in onore dell’investitura di Ifigenia e per tutto quel tempo non pensai minimamente all’incarico che mi attendeva di lì a poco.
Come i festeggiamenti terminarono a notte inoltrata, accompagnai Ifigenia insieme ad Atteone nei suoi nuovi alloggi e auguratale la buona notte, andai anche io a coricarmi.
La mattina seguente mi svegliai tranquilla e riposata e indossati gli abiti da allenamento, feci per dirigermi all’Arena, ma a metà strada mi trovai davanti Atteone.
<< Potrei parlarti in privato, Cassandra? >>, mi chiese, con un tono alquanto strano.
<< D’accordo >>, gli risposi e lo seguii così senza più parlare.
Una volta giunti nel bel mezzo del campo di girasoli, Atteone finalmente si fermò e iniziammo così a guardarci negli occhi in silenzio.
<< Devo assolutamente confessarti una cosa molto importante che mi porto dentro ormai da veramente troppo tempo, Cassandra.
Io sono innamorato di te e voglio divenire il tuo compagno di vita per gli anni che ci restano da vivere >>, mi disse, lasciandomi a dir poco sconvolta.
Non mi ero mai resa conto in tutti quegli anni che i sentimenti di Atteone nei miei confronti fossero diversi da quelli di una forte e solida amicizia e solo ora acquistavano senso i commenti e gli accenni velati delle altre prime guerriere sul nostro rapporto così stretto.
Feci per rispondergli, ma mi bloccai quando si avvicinò a tal punto che i nostri visi fossero a pochissimi centimetri di distanza l’uno dall’altro.
<< Mi dispiace, ma non provo gli stessi sentimenti per te, Atteone >>, gli risposi seria, allontanandolo da me, perché eravamo troppo vicini.
<< Non posso credere di essere solo un amico per te…
Semplicemente non comprendi la differenza tra l’amore e l’amicizia >>, rispose, convinto.
<< Sono del tutto sicura di quello che ti ho appena detto, Atteone.
Rivolgi dunque i tuoi sentimenti verso un’altra donna che sappia veramente ricambiarti e dimentica del tutto quelli che provi per me >>.
<< La dea Artemide ha già dato il suo benestare…
Vuoi veramente deluderla, Cassandra? >>
Quelle parole mi attraversarono come mille lame infuocate e sentii una grande rabbia montarmi dentro come mai mi era accaduto prima.
Senza nemmeno rendermene veramente conto, tirai su Atteone per la parte alta della tunica e iniziai a guardarlo in modo talmente furente da scorgere nei suoi occhi puro spavento.
<< Sai bene che noi guerriere Amazzoni non ci sottometteremo mai ad un uomo, perché così siamo state cresciute e fare il contrario significherebbe perdere il proprio onore…
Anche se la nostra nobile dea ti ha dato la sua approvazione, l’ultima parola spetta a me come è scritto nel regolamento delle Amazzoni.
Ora ti lascio da solo a riflettere, perché devo andare a prepararmi per il mio prossimo incarico, che mi porterà lontana da Delo per lungo tempo >>, gli dissi furente e dopo averlo lasciato, me ne andai e tornai al palazzo.
Nel primo pomeriggio ricevetti una convocazione da parte della nobile dea Artemide per una riunione dei primi guerrieri e non me ne stupii.
Una volta giunta nella sala del trono, mi accorsi che già tutte le altre prime guerriere erano presenti, eccezione fatta per l’assenza di Atteone.
Come la nobile dea Artemide mi fece cenno di affiancarmi a lei sul lato sinistro del trono, feci quanto richiesto, dopo averle fatto un piccolo inchino.
<< Ho indetto questa riunione, per comunicarvi le ultime nuove.
In accordo con il patto di alleanza che ho stipulato con mia sorella Atena, invierò come ambasciatrice Cassandra ad Atene, mentre noi ospiteremo Ayame, silver saint dell’Aquila.
Selene diverrà dunque il capo delle prime guerriere in assenza di Cassandra >>, annunciò la nostra dea, con tono imperioso e vidi molte mie compagne restare sconvolte.
Non si aspettavano una decisione simile, ma nessuna l’avrebbe mai messa in discussione.
Vidi Ifigenia con sguardo sconvolto e mi ripromisi di parlarle appena ne avessi avuto il tempo, perché sapevo che quella notizia doveva averla del tutto disorientata.
Il resto della riunione passò tra le discussioni di missioni, alleanze e difesa del Santuario.
Quando essa terminò il sole era già calato da un bel po’ e dunque andammo tutte a cenare.
Quel pasto lo passai circondata dalle mie amiche e compagne di tante battaglie che non mi lasciarono un attimo, poiché consce che non mi avrebbero vista per lungo tempo.
Prima di coricarmi riempii una grossa sacca con tutto il necessario e preparati gli indumenti per l’indomani, andai a dormire, pensando che il giorno dopo sarebbe stato pieno di addii alle persone cui volevo bene e di novità.
Inconsciamente mi venne spontaneo domandarmi se nel Santuario della dea Atena avrei finalmente conosciuto quel ragazzo così bello dagli occhi azzurri che appariva nei miei sogni e così mi addormentai, pensando a lui.

Nota dell'autrice: So che è passato veramente tanto anzi troppo tempo da quando ho aggiornato per l'ultima volta questa storia, ma purtroppo a nemmeno metà della stesura di questo capitolo mi scomparve l'ispirazione e ci è voluto diverso tempo per ritrovarla, anche a causa di vari problemi personali.
Ci tengo a ringraziare dal profondo del cuore le persone che hanno mantenuto la mia storia tra le seguite ovvero Aryadaughter, LadyTsuky, misshikari, nightfox, Saruccia, scacri, valepassion95 e Solenia21 per averla lasciata tra le preferite.
Ringrazio anche Alex Wolf che con la sua recensione mi ha aiutata a migliorare.
Ciao e alla prossima,
Lilith.

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