Il regalo di Natale

di Anastasia123
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 22 dicembre ***
Capitolo 2: *** 24 dicembre ***
Capitolo 3: *** 25 dicembre ***



Capitolo 1
*** 22 dicembre ***


Pensavo in questi giorni a quanto mi sarebbe piaciuto scrivere una ff per Natale e ancor di più a quanto mi mancano le ff delle brave autrici presenti in questo gruppo.
Mi sono ritrovata a scrivere questo raccontino, che doveva essere una one shot ma che ho preferito suddividere. Non sarà lunga ma ho ancora qualche idea da sviscerare.
Mi rendo conto che è veramente una cosa semplice e temo di essere ripetitiva e noiosa pensando alle altre ff che ho scritto (una per la verità giace dormiente…).
Se avrete voglia di leggerla e lasciarmi un commento ne sarei davvero felice.
Vi seguo su fb anche se in silenzio e approfitto di questo spazio per ringraziare chi si prodiga a postare foto, news e anticipazioni.
Vorrei postare la seconda parte nei prossimi giorni.... lo spero!

Camminava per le vie del centro di Torino carica di doni voluminosi. Non aveva voluto prendere la macchina - tanto devo acquistare solo un paio di pensierini - ma poi si era lasciata prendere dalla frenesia dell'atmosfera natalizia ma anche dalla sua incapacità a non pensare agli altri. E così Camilla si era ritrovata con una bambola per la nipotina, un maglione per la figlia, un giochino per Potty, un camion giocattolo per Lorenzo - che non era suo nipote.. ma che era entrato anche nella sua vita e nella sua quotidianità come lo fosse stato realmente - e... con una cravatta per Renzo. 
Ansimando per la scomodità di reggere tutte quelle borse, si chiedeva perché d'istinto avesse preso anche il regalo per suo marito, cioè ex-marito.. no, marito propriamente... perché la famosa vicenda della separazione non si era più risolta.
Erano passati due anni da quel giorno in cui Renzo le aveva confessato il suo tradimento e nei primi mesi la sua vita era stata completamente stravolta, fra l'allontanamento di Renzo e l'avvicinamento di Gaetano.
Gaetano... da quanto non lo vedeva? Gaetano si era trasferito da un po'. Abitava sempre a Torino, Camilla aveva l'indirizzo perché lui prima di andarsene gliel'aveva lasciato. Gli aveva promesso che sarebbe andata a trovarlo, a vedere come si fosse sistemato, ma poi i mesi erano passati o forse lei non se l'era sentita di incontrarlo.
"Signora... scusi Signora.. hai perso questo!" la voce di un bambino la distolse dai suoi pensieri. Si voltò e vide un bambino sui dieci anni, che gli porgeva il pacchetto cilindrico in cui era conservata la cravatta per Renzo. Camilla ebbe un sussulto: il bambino assomigliava incredibilmente a Tommy, anche se era più chiaro di capelli, a guardarlo bene. Prese il suo pacchetto, gli sorrise e lo ringraziò. Camilla seguì con lo sguardo il bambino che tornava correndo dal padre, con l'assurda speranza di riconoscere Gaetano nel volto dell'uomo che lo stava aspettando. "No, non è lui.." disse Camilla ad alta voce, e sentì un'amarezza in sé che sembrò risvegliare una parte della sua vita che pensava, sperava di aver chiuso definitivamente.
"Con Gaetano... capitolo chiuso!". Quante volte l'aveva detto nella sua vita? E quante volte il fato, il destino, l'inammissibile certezza che loro due sarebbero sempre stati legati da qualcosa di grande e speciale, aveva fatto sì che si rincontrassero?

Gaetano aveva passato tutto il pomeriggio nei negozi del centro, alla ricerca del regalo di Natale per Tommy: la felpa con Dark Fender, ma con l'immagine stampata sulla schiena.. "è più difficile essere genitore di un ragazzino di dieci anni che di un bambino di due" stava pensando in quel momento. Tommy sarebbe arrivato alla vigilia, e aveva ormai pochissimo tempo, essendo già il 22 dicembre.
Un caso, per fortuna risoltosi prima delle imminenti festività, l'aveva tenuto impegnato molto più del previsto e si era così ritrovato all'ultimo minuto a cercare il regalo che il figlio desiderava tanto. 
Quel pomeriggio gli sembrava di aver buttato via il suo tempo, dato che l'unico dono che aveva acquistato era stato un profumo per Valeria, la donna con cui stava uscendo in quel periodo. Si erano conosciuti ad una cena fra amici e, un po' alla volta, avevano cominciato ad uscire assieme. Non erano propriamente una coppia, Gaetano aveva imparato a non buttarsi più in una storia con una donna, comunque ad entrambi andava bene così, e lui non si era fatto altre domande. Evitava ogni coinvolgimento, perché ciò che aveva vissuto con Camilla l'aveva profondamente trasformato.
Da galantuomo, qual era sempre stato, era lentamente uscito dalla sua vita. Il ruolo di amico, di vicino di casa, di ex amante non riusciva più a reggerlo. Gli faceva male incontrarla in cortile, sussultare ogni volta che sentiva la porta di casa chiudersi, rischiare di trovarla in ascensore.
Il loro rapporto si era appianato ad una normale convivenza da vicini di casa, apparentemente.
E così la decisione di trasferirsi, di prendere casa in un altro quartiere. Un appartamento in una palazzina non distante dal commissariato. Vicini nuovi, si augurava discreti, e la voglia di respirare, di lasciare alle spalle una storia troppo lunga e travagliata ma così intensamente bella da non poter essere rivissuta con qualcun altra.

“Il regalo per George!”. Improvvisamente Camilla realizzò che, nella confusione, aveva scordato di prendere il suo dono per il genero. Una t-shirt in particolare, Livietta le aveva suggerito, e sapeva anche dove andarla a prendere.
Il negozio di abbigliamento a metà di via Garibaldi era riccamente addobbato di luminarie e all’ingresso era tutto un andirivieni di avventori. Camilla si affrettò ad entrare e, nel passaggio, urtò un uomo che invece stava uscendo. La borsa dell’uomo era caduta per terra, i due si chinarono contemporaneamente per raccoglierla: “Mi scusi, non l’ho vist… Gaetano!”.. “Camilla…”. Era impossibile capire chi dei due fosse più sorpreso. I loro occhi come due calamite non smettevano di fissarsi attoniti, impauriti, assetati gli uni degli altri.

“Anche tu in giro a fare acquisti di Natale?” Fu Camilla la prima a rompere il silenzio. Come sempre era lei a prendere la parola, a non lasciare che le reazioni svelassero ciò che sentiva dentro.
“Eh sì” rispose con tono più incerto Gaetano, “quest’anno accontentare Tommy è stato ancora più difficile..”. Ma mentre parlava anche Gaetano stava riacquistando sicurezza, tant’è che subito dopo sfoderò uno dei suoi sorrisi che avrebbe avuto la capacità di scaldare il cuore di chiunque.
“E aspetta che entri nella fase dell’adolescenza!” sentenziò a sua volta Camilla, rispondendo anch’essa con un sorriso che per la prima volta da mesi, le apparve spontaneo illuminandone il volto.
Come può essere sempre così bella – si ritrovò a pensare Gaetano, continuando ad assaporare con lo sguardo il suo volto, a cui il tempo sembrava regalare ancora più fascino.
Come avrebbe voluto accarezzarne il profilo, perdersi nell’intreccio dei suoi ricci ribelli e gustare ancora il sapore delle sue labbra. Non voleva lasciarla andare via subito.
“Camilla…. Ti va un caffè?” senza pensarci troppo gli era uscita questa proposta. “Perchè no?” rispose Camilla d’impulso.

E così si ritrovarono seduti in uno dei caffè torinesi più eleganti, che l’atmosfera natalizia rendeva ancora più sfavillante, dove luci e decorazioni si fondevano con l’intenso aroma del caffè e della cioccolata. Improvvisamente la magia si era sprigionata ancora una volta fra di loro e quel dialogo fatto di sguardi, frasi ironiche, intesa e complicità li faceva nuovamente sentire vivi, felici.
Si raccontarono le loro vite in quei mesi in cui non si erano visti: i progressi della piccola Camilla, la vita quotidiana a scuola, il caso complicato che aveva risolto Gaetano… a cui Camilla, ancora prima che lui finisse il suo racconto, era già arrivata alla conclusione.
“Sei sempre la stessa, non cambi mai professoressa… e… mi sei mancata..” azzardò ad aggiungere Gaetano. Improvvisamente il suo sguardo era tornato serio, e quanto mai intenso.
Camilla sentì il cuore accelerare e una sensazione di tremore invaderle il corpo. “Forse è meglio che vada” sentenziò con un filo di voce, evitando lo sguardo di Gaetano, a cui non restò che pagare il conto e, una volta usciti dal locale, salutarla frettolosamente.

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Capitolo 2
*** 24 dicembre ***


Ecco la seconda parte… ci tenevo a postarla oggi. Non so come sia riuscita… non è sicuramente un granchè, a me sembra piuttosto banale, ma sto cavalcando questa piccola onda di ispirazione che mi ha preso in questi giorni… spero di aggiornare prestissimo. Se non ci riuscissi domani… intanto Buon Natale a tutti!

Erano passati due giorni da quando Camilla aveva incontrato Gaetano, ma per lei era come se il tempo si fosse fermato a quel pomeriggio. Era agitata, non riusciva a distogliere l’immagine degli occhi di Gaetano che la guardavano, con quella dolcezza e intensità che la facevano sentire la donna più desiderata al mondo; ma allo stesso tempo con quella malinconia che ora la facevano stare male.
Ancora una volta era fuggita, aveva preferito trincerarsi dietro la sua corazza che darsi un’altra possibilità. E Gaetano c’era sempre, nonostante il suo allontanamento voluto, aveva percepito che i suoi sentimenti non erano cambiati, che lui sarebbe stato pronto a dare tutto se stesso, per lei, lei che nella loro amicizia più che decennale non aveva fatto altro che chiudergli porte in faccia. Anche quando avevano sperimentato l’amore vero, in quei pochi mesi in cui era durata la loro relazione, era stata capace di ferirlo con i suoi no, le sue priorità, il suo tener le distanze quando lui chiedeva di più.
Pensava a tutto questo mentre sistemava i regali sotto l'albero. L'indomani avrebbero festeggiato il Natale a casa sua, tutti assieme, Livietta con George e la piccolina, Renzo con Carmen e il piccolo Lorenzo. Ormai erano una grande famiglia allargata, Camilla aveva imparato ad accettare questa nuova situazione, o almeno così aveva creduto fino ad allora. 
"Ma che cosa sto facendo qua" si fermò di scatto ponendo l'ultimo dono. La consapevolezza che ne mancava uno, che non voleva più passare il Natale senza di lui, senza Gaetano.
"Devo uscire a prendere il regalo per lui e per Tommy, e poi andrò ad invitarli a venire domani qui. Non importa ciò che penseranno Livietta e gli altri. C'è in gioco la mia felicità, la mia è di Gaetano" disse rivolgendosi a Potty che abbaiò come per approvare la sua decisione.
Non perse tempo e si precipitò fuori. Non importava quale regalo fosse, l'importante era recuperare il tempo perduto, le occasioni mancate per la sua testardaggine, la sua paura e insicurezza.
Gaetano si stava preparando per andare a prendere Tommy all'aeroporto. Non vedeva l'ora di vederlo, gli mancava suo figlio, gli mancavano l'allegria e la confusione che portava nella sua vita ogni volta che trascorrevano del tempo assieme.
Anche se la gioia che provava col figlio non era mai stata completa. Da quando Camilla si era allontanata da lui, Gaetano non riusciva a non soffrire pensando a quanto sarebbe stato bello avere anche lei accanto a loro. Tommy aveva sempre adorato Camilla, pur non togliendo nulla al ruolo di Eva come madre. Era un rapporto diverso, fatto di giochi, spensieratezza, fiducia in un adulto che sapeva accoglierlo e capirlo tanto quanto un genitore.
Aprì la porta di casa per uscire e si trovò di fronte Valeria.
"Ciao..." la salutò sorpreso. Vedere improvvisamente la donna davanti a lui lo aveva tolto bruscamente dai suoi pensieri.
"Ciao Gaetano! Volevo chiamarti ma poi ero già in zona e ho pensato di raggiungerti direttamente. Senti... e se ti accompagnassi a prendere tuo figlio? Tanto poi domani lo vedrò, tanto vale che lo conosca subito. E poi al ritorno avrei delle commissioni da fare e potresti...". "Aspetta Valeria, vieni dentro un attimo". Gaetano sentiva di dover immediatamente rompere con lei. Era inutile che continuassero a frequentarsi se lui soffriva ancora così tanto per Camilla. E meno che meno aveva intenzione di presentare a Tommy una nuova amica.
Camilla aveva deciso di andare di persona da Gaetano a parlargli. Non sapeva se l'avrebbe trovato a casa o meno, ma era troppo importante. L'avrebbe aspettato. E meglio ancora se ci fosse stato Tommy con lui.
Temeva che, se avesse telefonato, lui avrebbe messo giù frettolosamente o addirittura avrebbe evitato di rispondere, visto il modo in cui si erano lasciati.
Aveva impostato il navigatore e non ci volle molto per raggiungere l'indirizzo.
Trovò il portone aperto e in pochi minuti fu davanti alla sua porta. Un respiro a fondo e, con la mano tremante, suonò il campanello, pensando a quella notte in cui, con la stessa agitazione, si accingeva a fare lo stesso, anche se Gaetano l'aveva preceduta e da quel momento la loro vita era cambiata.
Questa volta però dovette suonare lei.
"Valeria scusami, lo sapevi fin dall'inizio che la nostra frequentazione non sarebbe approdata a una vera relazione, l'avevi detto anche tu..". "Gaetano, le cose sono cambiate, non lo pensavo possibile ma io... io mi sono innamorata di te" rispose la donna e in quel momento il campanello suonò. 
Frastornato da quell'inaspettata rivelazione, Gaetano aprì d'istinto la porta, mentre Valeria da dietro lo abbracciò appoggiandosi alla sua schiena. "Camilla..." fu l'unica parola che riuscì a dire. Dalla spalla di Gaetano spuntò il volto di Valeria, che continuava a tenere stretto l'uomo per la vita. 
Camilla era pietrificata. Non riusciva a parlare, fissava i due e, prima che le lacrime raggiungessero gli occhi, corse via giù per le scale.
"Camilla, aspetta... Valeria lasciami.. Gaetano cercò di raggiungerla ma inciampò in una borsa che era caduta a Camilla e che, nella foga della corsa, aveva lasciato lì. Gaetano la raccolse; dentro c’erano due regali, un pacco voluminoso e uno minuscolo.
Non aveva tempo per inseguirla, doveva correre a prendere Tommy o sarebbe arrivato in ritardo.
Tornò su e trovò Valeria sul pianerottolo. Gaetano la fissò serio in volto. Alla donna non servì altro: "Ho capito, è per lei che soffri, è lei la donna che non ha mai dimenticato e che è sempre nei tuoi pensieri. L'avevo vista sai nella foto che tieni nel libro sul comodino, anche nel cellulare..” “Ma chi ti ha dato il permesso di guardare dentro la mia vita! Valeria, per favore, vattene.”
Gaetano non aspettò nemmeno la sua risposta, chiuse la porta e scese avviandosi alla macchina.

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Capitolo 3
*** 25 dicembre ***


Ed ecco la parte finale… la conclusione di questo piccolo “regalo di Natale”. Spero non risulti troppo semplice. Volevo ringraziare chi ha letto e leggerà questa ff e grazie a chi ha recensito e mi ha incoraggiato a finirla in tempi brevi. Sicuramente potevo far di meglio ma ho voluto iniziarla e concluderla subito. Mi piacerebbe continuare a scrivere, vedremo! Un caro saluto a tutti!

Il giorno dopo, com'era prevedibile, Tommy si svegliò all'alba e corse in camera del padre saltando sul letto per svegliarlo. "Dai papà sveglia! Andiamo a vedere se Babbo Natale è  passato a portare i regali!". Gaetano cercò in tutti i modi di implorare ancora un po' di riposo a letto, ma l'entusiasmo del figlio finì per contagiare anche lui. Anche se ormai grande, Tommy credeva ancora a Babbo Natale, o, più realisticamente, voleva continuare a crederci, e Gaetano naturalmente stava al gioco. 
"Guarda papà! Ci sono tre pacchi sotto l'albero!". Sì perché Gaetano aveva voluto aggiungere i regali di Camilla, dopo aver letto i loro nomi sulle confezioni.
"Papà, papà questa è la felpa che volevo più di tutto!!! Ma come ha fatto Babbo Natale a trovarla! È rarissima!!". Un sorriso sornione apparve sul volto di Gaetano che ripensò alle ore trascorse alla frenetica ricerca di quel regalo.
Ma ora Tommy si stava avventando sul pacco voluminoso che Camilla aveva lasciato. "Papà.. ma è fantastico!!! Lo facciamo assieme! Dai adesso!! Cominciamo subito!". La stazione di polizia dei Lego, con tanto di banditi, prigione e poliziotti. Gaetano a stento trattenne la commozione. "E brava la mia prof che ha pensato a un regalo che ci facesse giocare assieme e che facesse sentire Tommy ancora più legato a me...". "Papà vieni c'è un piccolo pacchetto anche per te!!!". Tommy passò il pacchetto al padre che, emozionato come un bambino, lo aprì. All'interno di una scatolina di cartone, un semplice portachiavi con un mazzo di chiavi già attaccate.
Gaetano si sentì invadere da una grande emozione... non c'era scritto nulla, ma sapeva già che quelle erano le chiavi di casa di Camilla. Non poteva crederci, dopo così tanto tempo Camilla aveva fatto la sua scelta.

Camilla era tornata a casa e si era buttata sul letto lasciandosi andare ad un pianto liberatore. Per fortuna ormai Livietta e la sua famiglia non vivevano più da lei ma, ironia della sorte, avevano finito per prendere in affitto proprio l'appartamento di Gaetano, resosi disponibile. 
Sapeva che i ragazzi avrebbero trascorso la vigilia con amici, per cui nessuno probabilmente l'avrebbe cercata.
Era riuscita a dormire ben poco. Continuava a rivedere davanti a sé quella donna che abbracciava Gaetano, il modo in cui l’aveva fissata, l’idea di possesso che le aveva trasmesso.
D’altronde Camilla poteva immaginarselo che Gaetano avesse incontrato altre donne da quando si erano per così dire lasciati; o meglio, da quando lei aveva deciso di allontanare lui e Renzo dalla sua vita, solo che, a guardar bene, Renzo per un motivo o per l’altro aveva continuato a farne parte, mentre il distacco con Gaetano si era fatto sempre più netto.
Come aveva potuto credere che lui ci sarebbe stato sempre e comunque? Era stata una stupida. L’incontro di due giorni prima le aveva aperto gli occhi sui suoi veri sentimenti. Ora era troppo tardi, poteva tornare a trincerarsi dietro la sua corazza, anche perché fra qualche ora la sua casa sarebbe stata invasa dai suoi famigliari, soprattutto da due bimbi curiosi e vivaci, e non voleva che nessuno comprendesse il suo vero stato d’animo.
Sì alzò con rinnovata energia e si preparò la colazione, per poi accingersi a sistemare la casa per il pranzo di Natale.

“Auguri!” “Buon Natale!” I suoi ospiti portarono un gran trambusto al loro arrivo, tra auguri, abbracci, apertura dei regali, con l’allegria dei piccoli Camilla e Lorenzo che, con i loro gridolini di gioia, facevano divertire tutti, mentre il salotto si riempiva di carta colorata ridotta a brandelli e nastri dai tanti colori.
Poco dopo si sedettero a tavola. Non era mai stata una brava cuoca, Camilla l’aveva sempre ammesso, per questo Renzo gli aveva chiesto di preparare solo alcuni contorni. Per il resto ci avevano pensato lui e Livietta, che, da quando era diventata mamma e moglie, si era rivelata davvero abile ai fornelli. Renzo era decisamente orgoglioso e andava ripetendo che la figlia aveva preso tutto dal padre. Camilla osservava la scena in modo distaccato, non perché fosse gelosa di questa rinnovata intesa padre-figlia, anzi, gli faceva piacere che i due avessero recuperato completamente il loro rapporto, piuttosto perché sempre di più si sentiva a disagio in quel contesto famigliare.

Din don… il campanello di casa improvvisamente ruppe la confusione e silenziò tutti.
“Ma, ma aspettiamo ancora qualcuno?” chiese sorpreso Renzo. Tutti si guardarono con la stessa faccia stupita, Camilla più degli altri. “No, che io sappia…” rispose la donna alzandosi per andare ad aprire la porta. “Sorpresa!!” e senza dargli il tempo di rispondere, Camilla si trovò Tommy stretto in un caloroso abbraccio. “Tommy, questa sì che è una bella sorpresa…” replicò Camilla, mentre anche gli altri si erano alzati e si accingevano a salutarlo.
“Ma c’è anche il tuo papà?” chiese Camilla timorosa, mentre ormai il cuore aveva preso a battere all’impazzata.
“E’ giù, doveva fare una telefonata, mi ha detto se puoi raggiungerlo” rispose Tommy prima di correre a giocare con i due piccolini sul grande tappeto pieno di giochi.
“Scusatemi un attimo…”… Camilla, senza pensarci due volte, corse giù dalle scale.
Era sconvolta, ora non capiva più nulla: il perché di quella visita, se ormai si era rifatto una vita con un’altra donna, il perché le avesse detto che le mancava, se poi non era vero…
Scendendo non aveva nemmeno indossato il cappotto. Si fermò in cortile, guardandosi attorno per trovarlo. Improvvisamente lo vide. Aveva appena finito di parlare al telefono. Lo vide riporlo in tasca e rimanere immobile. A un certo punto si girò e la vide.
Camilla, incurante del freddo pungente, lo raggiunse e si fermò di fronte a lui. Non riusciva veramente a capire perché si fosse presentato lì all’improvviso, e si vergognava di essere andata da lui. Inoltre non sapeva se avesse trovato e aperto il suo regalo di Natale, e non poteva immaginare che reazione avesse avuto. Nulla era andato come lei avrebbe voluto.
“Che ci fai qui?” gli uscì forse un po’ troppo duramente di come avrebbe voluto.
“Pensavo ti facesse piacere, vi facesse piacere una visita di Tommy,… e mia… e a dire il vero è stata una decisione di Tommy. Continuava a dire che non era Natale se non fossimo venuti a farvi gli auguri”. “Ah sì?” Lo sguardo di Camilla continuava ad essere tagliente, mentre Gaetano, riusciva a stento a mantenersi ugualmente serio. Camilla, Camilla, non ce la fai proprio ad abbassare le tue difese…
“Va bene” riprese la donna dopo qualche istante “allora vieni, saliamo così saluti tutti gli altri”.
Camilla si girò per avviarsi verso l’ingresso, ma dopo qualche secondo si voltò nuovamente: “Aspetta. Tu adesso mi devi dire chi era quella donna, perché sei venuto qui se potevi startene con lei a passare il Natale!”. “Una storia finita, senza nessuna importanza”, rispose Gaetano e il suo sguardo fisso su di lei aveva di nuovo quell’intensità che non lasciava spazio a dubbi.
“Camilla, io ti amo. Io sono qui se lo vuoi, ti ho aspettata tanto e non posso fare a meno di continuare a farlo. Ci ho provato sai ad innamorarmi di altre donne, ma il risultato è sempre stato un disastro. La mia vita è legata a te.”
Camilla ormai non riusciva più a contenere le lacrime, era scossa dai singulti, dalla tensione e dal freddo. Aveva pure cominciato a nevicare, e piccoli fiocchi di neve si erano incastrati nell’intrico dei suoi ricci.
“Gaetano… io…” Camilla non riusciva ad esprimersi. Scoppiò in pianto e corse a rifugiarsi fra le sue braccia. “Vieni qui professoressa che ti prendi un malanno”. Gaetano l’avvolse nel suo cappotto e lei per la prima volta dopo tanto tempo si sentì rinata, nel calore del suo corpo. Quanto gli era mancato, come aveva fatto a far passare tutto quel tempo.
Finalmente trovò il coraggio che le era sempre mancato: “Ti amo anch’io Gaetano… scusa per tutte le volte che ti ho fatto soffrire per la mia paura, la mia incapacità di guardare dentro di me. Ieri ero venuta per invitarvi a trascorrere il Natale da me e per portarvi il mio regalo di Natale, che mi è caduto correndo via…” “Intendi queste?” e Gaetano fece risuonare le chiavi davanti a lei. “Sì, senti abbiamo perso anche troppo tempo.. se lo vuoi da oggi inizia la nostra vita assieme.. per sempre”. Gaetano non perse tempo a rispondere perché la strinse ancor più a sé, cercando bramoso le sue labbra con le sue. Il freddo, la neve, le persone che passavano vicino… non sentivano più nulla perché c’erano solo due in quel cortile. “Buon Natale amore” disse Gaetano perdendosi nei suoi occhi. “Buon Natale amore” rispose Camilla prima di coinvolgerlo in un altro bacio ancora più appassionato.

“Ma George che fai? Stai spiando?” disse la ragazza avvicinandosi al marito alla finestra. George si voltò e con un’espressione divertita e scanzonata, circondando le sue spalle col suo braccio rispose: “Liv! Penso sia il caso di aggiungere un posto a tavola!”.  

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