All i want for Christmas is Sabo x Bibi

di Nami93_Calypso
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Turbinio ***
Capitolo 2: *** Biscotti ***
Capitolo 3: *** Babbo Natale ***
Capitolo 4: *** Sorpresa ***
Capitolo 5: *** Prima volta insieme ***
Capitolo 6: *** Anno nuovo ***
Capitolo 7: *** Famiglia ***



Capitolo 1
*** Turbinio ***


Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Christmas Game! Puzzle Time!” a cura di Fanwriter.it!
Numero Parole: 610
Prompt/Traccia: Nevicata notturna
 

Turbinio

Bibi guardò fuori dal parabrezza: una landa desolata, un prato ghiacciato con qualche albero qua e là.
Erano appena fuori dalla loro città, in un luogo isolato e lontano da qualsiasi abitazione o segno di civiltà.
Si voltò a guardare l’autista della macchina in cerca di risposte.
-Perché siamo venuti qui?- domandò, cercando di tenere a freno i suoi brutti presentimenti.
Sabo le sorrise e le fece l’occhiolino mettendo la mano sulla maniglia dello sportello per aprirlo.
-Sorpresa- fece, prima di scendere dal velivolo.
La ragazza lo imitò, un po’ incerta.
Scese dall’auto e vide il biondo addentrarsi nel prato, nel buio più totale. Rimase paralizzata lì dov’era vicino all’automobile.
Aveva davvero intenzione di seguirlo? In un prato, al buio, dove la prima forma di vita umana era a un paio di chilometri?
Sì, era vero, si trattava del suo ragazzo. Ma era anche vero che si conoscevano solo da appena un paio di mesi. Un conto era uscire con lui, in pubblico, in mezzo alla gente; altro ritrovarsi in un luogo sperduto di notte.
Che intenzioni aveva? Perché l’aveva portata lì? Cosa voleva fare?
Si diede mentalmente della stupida. Non solo stava dubitando del suo ragazzo, ma anche di un ragazzo gentile, premuroso e affettuoso. Come poteva pensare che avesse cattive intenzioni nei suoi confronti?
Eppure un istinto primordiale in lei le diceva di scappare, che qualcosa non andava, di non fidarsi.
Si diede della sciocca sprovveduta davanti a quel tumulto di pensieri che si scontravano in lei.
Forse aveva sbagliato a fidarsi così presto di un ragazzo, a prescindere da quanto buono potesse sembrare.
Quando lo vide voltarsi e tornare verso di lei mise istintivamente la mano sulla maniglia della portiera.
Ma quando lo vide sorridere come un bambino si fermò.
-Allora?- le domandò, una nota di eccitazione nella voce –Ti piace?-
Allargò le braccia e sollevò gli occhi sul cielo buio.
Bibi, confusa, fece lo stesso e, solo in quel momento, si accorse di un piccolo fiocco di neve che le si posò sulla guancia, bagnandola.
Rapidamente si voltò verso un lampione poco distante e, nel cono di luce, vide i fiocchi di neve scendere lentamente e inesorabilmente verso terra. Era la prima nevicata dell’inverno.
Talmente era presa dalle sue riflessioni insensate non se ne era accorta.
Senza riuscire a trattenersi si lasciò sfuggire un verso di stupore e sorrise. Allargò anch’essa le braccia per sentire la neve fredda posarsi sui palmi delle sue mani e scrutò il cielo poi osservare quei pallini bianchi e soffici che cadevano dalle nubi. Rimase in quella posizione, con gli occhi e la bocca spalancati in un’espressione stupita e gioiosa, finchè la voce di Sabo non la riscosse.
-Ho visto le previsioni, dicevano che questa sera avrebbe nevicato. Mi avevi detto quanto ti piace guardare la neve che cade di notte così ho pensato di farti una sorpresa-
Il suo tono di voce dolce e affettuoso la spinse ad abbassare il capo e voltarsi verso di lui.
Lo trovò che la fissava con una luce particolare negli occhi, la luce di chi guarda la cosa più bella al mondo. Una ragazza che nella sua semplicità si illumina come una bambina alla prima nevicata stagionale. Una ragazza pura e cristallina come la neve che li circondava in quel momento e che puntellava i suoi capelli turchesi. Fu grato che quella ragazza fosse la sua ragazza, di averla al suo fianco.
La vide fare un sorriso imbarazzato sotto il suo sguardo che comunicava tutti i suoi pensieri e sentimenti e avvicinarsi lentamente a lui.
-Grazie- gli sussurrò con un filo di voce prima di sollevarsi sulle punte e posare le labbra sulle sue.




Angolo di Calypso
Ciao a tutti!
Come sempre ho un sacco di cose da dire e non so da dove partire ahaha come se a qualcuno interessasse quello che dico
Allora, la storia è molto easy: essenzialmente è una raccolta cammuffata da long, ogni capitolo ha un filo conduttore (tranne l'ultimo che sarà un po' speciale), i capitoli sono tutti abbastanza leggeri e brevi.
La coppia è la Sabo x Bibi che ormai è entrata a tutti gli effetti nelle mie OTP. Per chi non sapesse da dove mi nasce questa ship è per il fatto che hanno caratteri molto simili, hanno gli stessi valori, la stessa visione delle cose. Chissà che non si incontreranno al Reveriè.... Va bè! Nel frattempo ringrazio tutti coloro che si sono aperti a questa coppia un po' bizzarra e si sono lasciati conquistare leggendo o scrivendo Fan Fiction su di loro ;)
Next, la storia partecipa all'evento "Christmas Game! Puzzle Time!” indetto da Fanwriter.it per il quale ringrazio infinitamente Eneri_Mess che mi ha permesso di esprimermi su questa festa che tanto mi piace (se le canzoncine di Natale hanno infestato casa mia già dal primo dicembre è colpa tua! :P). Sappi che ammiro tanto quello che stai facendo, il tuo rendere una passione molto più di questo :)
Altra cosa che stavo per dimenticarmi! Questa storia può essere considerata un sequel di questa OS che ho pubblicato poco tempo fa 
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3588113&i=1 (non ho ancora capito come dare un nome ai link, sorry). Dunque non ci saranno solo loro due ma anche altri personaggi.
Riguardo a questo capitolo... Lo so, i pensieri di Bibi possono sembrare un po' strani, ma a me a volte capita di far fatica a fidarmi di qualcuno che conosco da poco in situazioni ambigue, per quanto possiamo essere intimi e per quanto possa ifdarmi di quella persona. Quindi boh sarò strana io e ho reso strana anche Bibi ahah
Bene, la smetto di cianciare perchè, come sempre, le note sono più lunghe della storia.
Spero questa long possa piacere un minimo a qualcuno, possa trasmettervi qualcosa, tipo la magia del Natale che tanto amo o il fluff che questi due spargono in giro.
Ringrazio in anticipo tutti coloro che leggeranno e recensiranno o daranno una chance a questa storia :)
Alla prossima!

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Capitolo 2
*** Biscotti ***


Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Christmas Game! Puzzle Time!” a cura di Fanwriter.it!
Numero Parole: 654
Prompt/Traccia: A sta cercando di fare dei dolci ma B continua ad assaggiare tutti gli ingredienti 
 

Biscotti

Bibi aveva appena messo tutti gli ingredienti sull’isola della cucina, ognuno in una diversa ciotolina: uova, farina, zucchero, burro, cacao. Si stava accingendo a prendere un contenitore più grande in cui mescolare il tutto quando il campanello suonò.
Si sollevò di scatto voltandosi verso la porta d’ingresso.
Chi poteva essere a quell’ora? Proprio in quel momento, poi. Aveva un impegno per cena ma prima doveva assolutamente preparare quei biscotti e purtroppo era tornata più tardi del solito da lavoro, perciò era già in ritardo.
Lasciò tutto sul ripiano e andò ad aprire la porta.
-Ciao!-
Si ritrovò davanti Sabo che la salutava sorridendo.
Rimase un attimo stordita.
-Tu che ci fai qui?!-
Guardò subito il proprio sottile orologio da polso. Non poteva davvero essere così in ritardo.
-Ho pensato di venire a farti compagnia mentre prepari i biscotti- le spiegò chinandosi per darle un bacio a fior di labbra ed entrando in casa –Così quando hai finito siamo già pronti per uscire a cena-
Bibi richiuse la porta dandogli le spalle per non fargli vedere il sorriso che era spuntato sul suo volto. Gli era grata per quella premura non richiesta, così non avrebbe dovuto far tutto in fretta. O, per lo meno, non troppo.
-Ricordami perché devi farli- fece il ragazzo togliendosi il cappotto mentre lei tornava alla sua postazione.
-Sono i biscotti per Nami, Rebecca, Violet e Shirahosh- spiegò mettendo tutti gli ingredienti nel recipiente più capiente e azionando la frusta elettrica.
-È una sorta di tradizione per me, regalare loro dei dolci prima che arrivi davvero il Natale. Una sorta di pre-regalo- concluse con un’alzata di spalle.
Mentre mescolava accuratamente l’impasto sentì il ragazzo avvicinarsi a lei e presto si sentì abbracciare da dietro con le braccia di lui che le cingevano saldamente la vita. Appoggiò il mento sulla sua spalla e strofinò la fronte contro i suoi capelli turchini.
-Capisco- sussurrò. Il suo respiro sul collo le fece venire un brivido lungo la schiena.
Mancava un ingrediente da aggiungere all’impasto: il cacao in polvere. Stava per allungare una mano e prenderlo quando vide il braccio di Sabo compiere il gesto che lei aveva ancora solo pensato. Lo vide immergere un dito nella polvere marrone e portarselo alle labbra.
-Sabo…- stava per avvertirlo, ma era troppo tardi. Lo sentì emettere un verso di disgusto.
-Ma è amaro!- si lamentò il biondo.
-Ho cercato di dirtelo- fece lei prendendo il cacao e versandolo nel recipiente –Il cacao in polvere non è dolce-
-Ma nell’impasto c’è già lo zucchero?-
-Sì-
Prima che potesse intimargli di non farlo intinse il dito nella ciotola e lo assaggiò.
-Mh, buono!- fece con tono allegro.
-Ehi!- lei scivolò via dalla sua presa –Non rovinare il mio impasto!- lo rimproverò sbattendogli sul petto uno strofinaccio che stava poco distante.
Lui la guardò sorpreso per un attimo prima di assumere un’espressione che trasudava furbizia e vendetta.
-Perché, altrimenti che mi fai?- la provocò intingendo nuovamente il dito nella ciotola.
Senza pensarci, Bibi infilò la mano nel sacchetto della farina e ne prese una manciata per poi lanciargliela in faccia.
Si ritrovò davanti il suo ragazzo con naso, labbra e palpebre bianchi. Qualche granello era finito anche sui capelli biondi. Il tutto contornato dalla sua espressione confusa che non fece altro che provocare in lei una sonora risata.
Ma, a tradimento, mentre aveva gli occhi chiusi a furia di ridere, lui passò le sue dita imbrattate di impasto sul suo volto, sporcandole labbra, guancia e mento.
-Ehi!- Bibi, ancora sorridente, stava per passare al contrattacco prendendo altra farina ma prima che potesse muoversi Sabo annullò la distanza tra loro. Le mise le mani sui fianchi e la spinse indietro, finchè non andò a sbattere contro il bordo dell’isola, facendo aderire i loro bacini, mentre con fare famelico si avventava sulle sue labbra lambendo dalla sua pelle l’impasto con cui l’aveva sporcata.
Un bacio dal sapore dolce, un bacio al cioccolato.







Angolo di Calypso
*compare spargendo fluff e diabete*
Hola! Vi rubo solo un secondino per dire una cosa. Avete presente che nella home del fandom si possono aggiungere nuovi personaggi? Ecco, ho aggiunto "Sabo/Bibi". Se volete votateli così entrano a far parte dei personaggi del fandom :) (li avevo inseriti già qualche giorno fa ma sono scomparsi, boh). Vi lascio anche il link in cui potete farlo! 
http://www.efpfanfic.net/richieste.php?catid=53
 
Infine ringrazio chi legge, segue, recensisce la storia :)
Alla prossima!

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Capitolo 3
*** Babbo Natale ***


Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Christmas Game! Puzzle Time!” a cura di Fanwriter.it!
Numero Parole: 732
Prompt/Traccia: A costringe B a vestirsi da Babbo Natale
 

Babbo Natale

Sabo si avvicinò alle scale della metropolitana stringendosi nel suo cappotto blu nella speranza di ripararsi dal freddo di metà dicembre.
Il Natale era alle porte e in quel periodo la piazza centrale era gremita di persone alla ricerca degli ultimi regali. Anche lo studio di avvocati in cui svolgeva il suo tirocinio era in fermento tra i preparativi per le festività e la frenesia di chiudere le varie pratiche per potersi godere almeno qualche giorno di vacanza.
Dopo una lunga giornata di lavoro stava già pregustando il momento in cui sarebbe arrivato a casa e si sarebbe immerso nella vasca per un bagno bollente, nella speranza che non fosse occupata da uno dei suoi fratelli.
Aveva appena messo piede sul primo gradino quando sentì il cellulare squillare.
Lo prese e appena vide il nome sul display rispose con un sorriso.
-Ehi, ciao!- la salutò scendendo le scale.
-Sabo!-
Il tono allarmato nella voce di lei gli fece congelare il sorriso sul volto.
-Bibi, che succede?-
-Rayleigh sta male!-
Rimase qualche attimo in silenzio, perplesso.
-…chi?-
-Rayleigh, il dottore che avrebbe dovuto vestirsi da Babbo Natale per la festa di Natale dell’ospedale!-
Una lampadina si accese nella testa del ragazzo. Sapeva che quel giorno e quella sera lei sarebbe stata impegnata nella festa a tema natalizio nell’ospedale in cui lavorava come educatrice nel reparto pediatrico.
-I bambini ci rimarranno malissimo!- la sentì continuare all’altro capo del telefono.
-Cavoli, mi dispiace- disse con sincerità. Gli dispiaceva sentire tutto quel rammarico nella sua voce e sapeva quanto per lei fosse importante il suo lavoro e quanto tenesse al bene di quei bambini.
-Sabo… Mi dispiace chiedertelo ma… Non è che per caso potresti aiutarmi?-
Il biondo si passò una mano sugli occhi vedendo i suoi progetti serali sfumare in lontananza. Addio bagno caldo e addio piumone soffice.
-Ti prego, non ho davvero altra soluzione, altrimenti non te lo avrei chiesto. Ti prometto che troverò un modo per ripagarti!- la sentì dire con tono agitato.
Sabo sospirò salendo sulla metropolitana.
-Tra mezzora sono lì-

 
***
 
Sabo osservò le maniche e le gambe troppo larghe del suo vestito rosso. Gli avevano dato un cuscino da mettere all’altezza della pancia per dare la parvenza che fosse grasso e una barba finta bianca che simulasse vecchiaia ma che comunque non riusciva a celare i tratti fanciulleschi del suo volto nonostante i suoi 25 anni.
Dubitava fortemente che qualcuno, persino un bambino, ci sarebbe cascato. Forse suo fratello Rufy, in effetti.
Ma Bibi lo guardava con un tale entusiasmo che quasi credette che ce l’avrebbe potuta fare. Anche lo sguardo di Kaya, un’amica della turchina tirocinante di medicina, era promettente. Per lo meno non gli stava ridendo in faccia.
-Credevo che Babbo Natale fosse più in carne. E più vecchio-
Al sentire quel commento i tre si voltarono verso un ragazzo che nessuno avrebbe saputo dire quando fosse arrivato; se ne stava appoggiato al tavolo della saletta medica con in mano una tazza fumante di caffè.
Bibi alzò gli occhi al cielo ma sorrise voltandosi verso il suo ragazzo.
-Sabo, questo è Law, tirocinante di chirurgia- lo presentò indicandolo con un gesto distratto della mano –E non preoccuparti, non ce l’ha con te, è solo acido con il mondo intero- concluse facendo una linguaccia in direzione del moro.
Quello mandò un cenno di saluto al biondo con le due dita portate alla fronte e poi in fuori al quale quello rispose con un lieve cenno del capo. Non poteva dargli torto. Era il peggior Babbo Natale che avesse mai visto.
-Se non ti piace potresti farlo tu- Kaya stuzzicò il collega –Sono certa che i bambini non rimarrebbero per nulla turbati dalle tue occhiaie e dai tatuaggi-
Le due ragazze risero sotto i baffi mentre la vittima dei loro scherzi alzava gli occhi al cielo e usciva dalla stanza.
-Non preoccuparti- la bionda gli mise una mano sulla spalla –I bambini saranno felici di vederti-
-Ricordi le tue battute?- lo interrogò Bibi con un sopracciglio inarcato e con tono ironico.
-“Oh, oh, oh! Buon Natale!”- recitò Sabo con voce profonda.
-Vedi, perfetto!- esordì Kaya dandogli una pacca sulla spalla e spingendolo verso la porta.
-Ricordati sempre di sorridere!- lo ammonì Bibi mentre lo seguiva.
Quello si fermò appena per voltarsi e darle un bacio sulla fronte nonostante la finta barba folta lo ingombrasse.
-Non preoccuparti e goditi lo spettacolo-






Angolo di Calypso
Hola!
Eeeee come mi hanno fatto notare, in un modo o in un altro Law appare sempre nelle mie storie XD E se vi interessa sappiate che lo ritroveremo anche più avanti.
Ringrazio tutti coloro che leggono/seguono/recensiscono la storia :)
Spero di non trasmettervi troppo diabete con questi due ahah
Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Sorpresa ***


Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Christmas Game! Puzzle Time!” a cura di Fanwriter.it!
Numero Parole: 747
Prompt/Traccia: A lavora fino a tardi anche la sera della Viglia e B gli fa una sorpresa

 

Sorpresa

Si passò le mani sul volto, gli occhi gonfi e stanchi. Le portò tra i capelli scompigliavi mentre fissava stravolto la moltitudine di carte sparpagliate sulla scrivania davanti a lui.
Maledetto caso.
Quando aveva deciso di intraprendere la carriera di avvocato sapeva che era un lavoro in cui non si andava mai veramente in vacanza. Aveva sperato che, almeno per le festività, sarebbe stato libero da impegni ma, certamente, se succede qualcosa e qualcuno ha bisogno di un avvocato non gli si può certo rispondere “torni dopo il 6 gennaio”.
E quindi eccolo lì, il giorno della Viglia di Natale, a sbattere la testa contro quella denuncia, le testimonianze, i precedenti.
Erano già le 18.00, un orario illegale in qualsiasi giorno dell’anno figurarsi il giorno prima di Natale, ma lui era troppo diligente. Aveva bisogno di completare le ultime pratiche per poter andare a casa con la coscienza pulita.
-Sabo-
Sobbalzò sulla sedia sentendo che qualcuno lo chiamava. Si era quasi dimenticato di non essere solo e che, nello studio, c’era ancora il suo capo cui faceva riferimento per i suo tirocinio, colui che effettivamente avrebbe dovuto prendere in carico quel caso ma che, giustamente, aveva affidato a lui parte del lavoro.
-Mi dica, Sengoku- gli rispose ritrovando un contegno e mettendosi più dritto sulla poltrona.
-Vai a casa- fece solamente lui, scrutandolo seriamente attraverso le lenti degli occhiali.
Il biondo lanciò una rapida occhiata alla scrivania prima di rispondere.
-In realtà mi manca poco, devo solo…-
-Non mi interessa- lo interruppe bruscamente -vai a casa-
Lo guardò ancora con fare severo prima che un sorriso spuntasse sul suo volto.
-È la Vigilia di Natale, ragazzo. Immagino tu abbia programmato modi migliori di passarla-
Sabo lo guardò. Era vero, aveva dei programmi, ma si sentiva in colpa a lasciarlo lì da solo a finire il lavoro.
-Signore, e lei?- domandò.
Quello rise sonoramente.
-Anche io ho da fare, cosa credi? È proprio per questo che ti sto cacciando così posso andarmene anche io! Su, forza!- e detto ciò scomparve così come era arrivato.
Il biondo scosse la testa sorridendo. Era proprio tipico di Sengoku, fare tutto il serioso e impettito per poi rivelare un fare gentile e spensierato.
Finalmente libero dalle sue responsabilità, sia fisicamente che mentalmente, mise rapidamente in ordine il suo materiale e recuperò il cappotto. Uscì velocemente dal suo ufficiò, salutò il suo capo e lasciò l’edificio.
Perché il suo capo aveva ragione, aveva grandi progetti per quella sera.
Dato che il Natale l’avrebbe passato con la sua famiglia, i suoi fratelli, i loro genitori e zii, e che anche Bibi l’avrebbe passato con suo padre, avevano deciso di passare insieme la Vigilia. E, visto che la ragazza sapeva che avrebbe lavorato fino a tardi anche quel giorno, aveva detto di avergli preparato una sorpresa.
Salì sulla metro sorridendo. Chissà cosa lo aspettava. Aveva già avuto modo di assaggiare la sua cucina e gli venne l’acquolina in bocca al pensiero di cosa avrebbe potuto cucinare in quella sera di festa.
Fece più rapidamente che potè per arrivare a casa di lei.
Arrivò al suo cancello e citofonò. Nessuno rispose ma la serratura metallica scattò.
Si avviò per il vialetto e giunse alla porta di casa.
Di solito vi trovava Bibi che lo aspettava sull’uscio con la porta aperta, ma questa volta non c’era nessuno e la porta era chiusa.
Chinò il capo di lato sollevando un sopracciglio, stranito.
Allungò una mano e l’appoggiò sulla maniglia. Quella si abbassò e la porta si aprì.
Dentro la luce era spenta.
-Bibi?- la chiamò, chiedendosi cosa stesse succedendo e perché non si vedesse la sua ragazza da nessuna parte.
Ma la sua attenzione fu presto catturata da altro.
Un bagliore proveniente dal tavolo da pranzo lo fece avvicinare.
La luce era spenta ma delle candele lunghe, rosse e dorate, accese sulla tavola rischiaravano l’atmosfera. La tavola era apparecchiata con cura, con una tovaglia bianca con decorazioni natalizie rosse, verdi e oro. Il servizio di porcellana era bianco con delle rifiniture in oro. Probabilmente era il servizio buono che la ragazza usava solo in determinate occasioni.
Una bottiglia di vino bianco era aperta e i calici erano pieni, due piatti contenevano gli antipasti di pesce freddo ed erano lì ad aspettare che i commensali prendessero posto.
-Emh-emh-
Il suono di qualcuno che si schiariva la gola lo fece tornare dritto dopo essersi piegato ad annusare il piatto.
Si voltò in direzione del suono udito e, finalmente, la vide.

TO BE CONTINUED...

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Capitolo 5
*** Prima volta insieme ***


Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Christmas Game! Puzzle Time!” a cura di Fanwriter.it!
Numero Parole: 1084
Prompt/Traccia: Biancheria sexy
 

Prima volta insieme

Rimase a bocca aperta e senza parole, nonché leggermente a corto di fiato.
Era bellissima.
Era sempre bellissima, ma quella volta era diverso.
Lì, nella penombra, appoggiata allo stipite della porta che dava su camera sua, c’era lei che lo guardava con uno sguardo che non le aveva mai visto. I suoi occhi trasmettevano imbarazzo, desiderio, spregiudicatezza e pudicizia insieme.
I capelli turchini, che spesso portava raccolti in un’alta coda per comodità, ricadevano ondulati e morbidi sulle sue spalle e sul suo seno semi coperto dal baby doll semitrasparente color rosa cipria al di sotto del quale, grazie all’effetto vedo-non-vedo, si poteva intravedere un completino intimo in pizzo dello stesso colore.
-Ciao-
Non sapeva da quanto tempo l’avesse salutato quando rinvenne dal suo stato di shock e le rispose.
-Ciao…- gli uscì in un sussurro quasi strozzato.
La vide ridacchiare delicatamente, la mano a nascondere la bocca come faceva sempre, e avvicinarsi a lui.
-Come è andata a lavoro?- gli domandò allacciando le braccia dietro il suo collo e mettendosi in punta di piedi per avvicinare pericolosamente il viso al suo, ma senza annullare totalmente la distanza tra loro.
-Bene-
Le sue labbra si muovevano da sole in modo automatico, non era il cervello a comandarle.
-Hai fame?- chiese lei distogliendo solo per un momento gli occhi dai suoi per indicare il tavolo.
-Di te- fu la semplice risposta di lui.
La vide strabuzzare gli occhi e arrossire leggermente e solo in quel momento si rese conto di ciò che aveva detto. Non era da lui dire certe cose tanto esplicite e se avesse potuto, se il sangue non fosse defluito totalmente da tutt’altra parte, sarebbe arrossito anche lui.
Ma averla così vicina, così invitante, non gli permetteva di ragionare.
Senza aggiungere altro o aspettare una sua reazione si avventò sulle sue labbra.
Subito la sentì dischiudere la bocca per permettere alla sua lingua di entrare a lambire la usa. Le sue mani salirono sulla sua nuca ad afferrare le ciocche bionde mentre quelle di lui, che fino a quel momento erano appoggiate sui fianchi, scesero ad accarezzarle il fondoschiena insinuandosi sotto il tessuto sottile permettendogli di constatare che indossava un perizoma che ben poco spazio lasciava all’immaginazione.
Smise di ragionare totalmente.
Con le mani si insinuò tra le sue gambe ad afferrarle saldamente le cosce per prenderla in braccio. D’istinto Bibi allacciò le gambe alla sua vita.
Senza mai staccarsi dalle sue labbra camminò a tentoni in direzione del divano. Quando finalmente andò a sbattere contro lo schienale la adagiò sul sofà e scavalcò l’ostacolo per posizionarsi sopra di lei.
-Mi sa che mangeremo dopo- fu il commento di lei seguito da una risatina nervosa.
Quel dettaglio non passò inosservato a Sabo che ritrovò un pizzico di lucidità.
In quei due mesi che erano stati insieme, per un motivo o per un altro, non avevano mai avuto il tempo o l’occasione di stare da soli per periodi molto lunghi perciò quella era la loro prima volta insieme. Era comprensibile che fosse almeno un pochina nervosa.
Sorrise circondandole il viso con le mani e fissandola negli occhi.
-Sei bellissima-
La vide sorrise e abbandonare il capo nella sua stretta affettuosa.
-Grazie- rispose con un sussurro prima di chiudere gli occhi e annullare nuovamente la distanza tra i loro visi.
Sentì le sue mani piccole e delicate correre lungo tutta la sua schiena insinuandosi sotto il suo maglione, sotto la sua camicia mentre le sue si infilavano sotto la vestaglietta ad accarezzare la sua pelle nuda e morbida. Riuscì anche a scostare il reggiseno e accarezzare il seno sodo.
La sentì fremere sotto di sé mentre stringeva il capezzolo turgido tra le dita.
Perse nuovamente lucidità.
Si alzò per liberarsi dei vestiti superflui rimanendo unicamente con i boxer blu ormai rigonfi.
Bibi lo afferrò per il polso e lo fece sedere sul divano per poi mettersi a cavalcioni su di lui e tornare a baciarlo, un bacio che trasudava desiderio ed eccitazione.
Sabo sentì i suoi capelli profumati che gli solleticavano il petto e i loro sessi che entravano in contatto attraverso la stoffa al ritmo del movimento di bacino di lei.
Le sfilò il baby doll e sganciò il reggiseno per scendere subito a baciarle i seni mentre con le mani le accarezzava il sedere e con le punta delle dita sfiorava la sua intimità.
Prima che potesse scostare il pizzo per poterla accarezzare meglio lei si alzò in piedi e gli porse la mano.
La guardò. Ogni traccia di imbarazzo era scomparsa dai suoi occhi per lasciare spazio a un travolgente desiderio.
Si alzò in piedi e si lasciò guidare verso la sua stanza.
Lì Bibi lo spogliò dei boxer e fece lo stesso con le sue mutandine per poi prendere il suo sesso in mano e cominciare a massaggiarlo.
Ma Sabo non poteva, non voleva più aspettare.
Le mise le mani sui fianchi e la spinse sul letto per poi mettersi sopra di lei, tra le sue gambe.
La guardò alla ricerca di un suo muto consenso e, quando lo trovò nei suoi occhi, entrò in lei mentre la baciava.
La strinse forte a sé mentre aumentava il ritmo delle spinte ed entrava con profondità sempre maggiore in lei, mentre cambiavano posizione, mentre la sentiva gemere e ansimare ad ogni suo tocco. Non voleva separarsi da lei nemmeno un attimo, voleva godere di ogni momento, di ogni contatto, di ogni centimetro di pelle.
Avrebbe voluto che quella notte non finisse mai ma purtroppo erano umani.  
Quando ormai non ce la faceva più ad aspettare, quando fu certo di averla soddisfatta, si riversò in lei con una spinta più decisa delle precedenti.
La sentì irrigidirsi per un ultima volta sotto di sé prima di rilassarsi totalmente.
Ancora ansimando uscì da lei e si distese al suo fianco.
Istintivamente allungò un braccio verso di lei e Bibi rispose al suo invito appoggiando la testa sul suo petto con il fiato ancora affannoso.
Rimasero in quella posizione per minuti interminabili in cui le accarezzava dolcemente il capo e i capelli e lei che, di tanto in tanto, gli lasciava un bacio sul petto, là dove le sue labbra potevano arrivare senza dover muovere il capo.
-Sai cosa?- fece Sabo dopo un po’ di tempo.
La turchina sollevò il capo per fissarlo con sguardo innamorato e sognante.
-Credo di aver fame adesso-
Bibi lo sguardò per un attimo sbigottita prima di lasciarsi andare a una sonora risata.
-Sei sempre il solito!- lo rimproverò prima di baciarlo.





Angolo di Calypso
Hola!
è solo una mia impressione o anche quando mi avvicino al rating rosso con loro riesco comunque a renderli fluff?!
Boh, è colpa loro, non mia, giuro!
Ringrazio tutti coloro che leggono la storia sperando vi stia piacendo <3
Alla prossima!

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Capitolo 6
*** Anno nuovo ***


Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Christmas Game! Puzzle Time!” a cura di Fanwriter.it!
Numero Parole: 548
Prompt/Traccia: Dormire davanti al caminetto


 

Anno nuovo

Bibi scrutò attentamente oltre il parabrezza e oltre i fiocchi di neve che turbinavano nell’aria alla ricerca della casa che Sabo le aveva descritto.
Era ormai giunto l’anno nuovo
Avevano deciso di festeggiare Capodanno ognuno per conto proprio.
Lei era rimasta in città a festeggiare con le sue amiche e i suoi amici, una cena tranquilla seguita da una serata insieme.
Lui, invece, era andato nella casa in montagna della sua famiglia insieme ai suoi amici e i ai suoi fratelli
Era il due gennaio, ormai gli ospiti erano tornati in città, e il biondo si era fermato e l’aveva invitata a raggiungerlo così d trascorrere insieme qualche giorno in completa intimità.
Peccato che fosse in corso letteralmente una bufera di neve e lei non fosse molto pratica del guidare con quelle condizioni metereologiche.
Finalmente riuscì a individuare il vialetto di ingresso e lo percorse per poi lasciare la macchina davanti alla casa, accanto a quella di Sabo.
Scese dalla vettura tremando per il freddo pungente e trovò il suo ragazzo già sulla porta che l’aspettava.
Si illuminò di un sorriso radioso nel vederlo e si affrettò a raggiungerlo.
Quando lo raggiunse notò che anche lui aveva il medesimo sorriso.
-Benvenuta!- la salutò calorosamente lui.
Lei non rispose e, semplicemente, si gettò tra le sue braccia che tanto le erano mancate. Si strinse forte a lui che, ben presto, le prese il volto tra le mani e la salutò con un bacio caldo, passionale e dolce allo stesso tempo, di quelli che lei adorava tanto, che la facevano sentire sicura e desiderata.
Si separarono solo quando ormai erano a corto d’aria.
-Devi essere congelata- notò lui invitandola ad entrare e chiudendo la porta dietro di loro.
L’aiutò a sfilarsi il giaccone e lo appese sull’appendiabiti nell’ingresso.
-Vieni dentro a scaldarti- la prese per mano per condurla nel salotto.
-Grazie- mormorò semplicemente lei, a corto di parole, desiderando semplicemente la sua vicinanza.
La condusse in una stanza piccola e accogliente, le pareti rivestite di legno come le tipiche casette di montagna, il divano addossato a una parete e un tavolo nel centro della stanza. In un angolo della sala il camino era acceso e invitante.
Si avvicinarono e Bibi trattenne il fiato, sorpresa.
Sul pavimento, esattamente davanti al focolare, Sabo aveva sistemato una calda coperta. Tutt’intorno erano accese delle candele, su una sedia lì vicina erano posti dei piatti con del cibo.
Il biondo le porse un bicchiere di vino rosso che aveva preparato in precedenza e la invitò a sedersi sulla coperta.
Presero posto silenziosamente e iniziarono a sorseggiare la loro bevanda con gli occhi fissi sul fuoco, la testa di lei appoggiata sulla spalla di lui.
Rimasero lì tutta la sera, a bearsi del calore del camino e del corpo dell’altro. Cenarono, parlarono degli ultimi giorno passati separati, risero degli aneddoti l’uno dell’altra, si scambiarono i baci che non avevano potuto darsi nei giorni di lontananza, fecero l’amore, e un’altra volta ancora, finchè non si ritrovarono distesi sulla coperta e riparati da un’altra, la schiena di Bibi appoggiata contro il petto di Sabo, ad abbracciarsi, coccolarsi, accarezzarsi. Rimasero lì anche quando il torpore li colse e si addormentarono stretti l’uno all’altro, il fuoco nel camino che andava spegnendosi, ma non era un problema: bastavano loro a riscaldarsi. 

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Capitolo 7
*** Famiglia ***


Iniziativa: Questa storia partecipa al contest “Christmas Game! Puzzle Time!” a cura di Fanwriter.it!
Numero Parole: 1609
Prompt/Traccia: Future/AU. A e B sono genitori e stanno preparando il Natale


 

Famiglia

-Principessa! Come ti sei fatta grande!-
Il volto di Sabo si aprì in un’espressione stupita e solare. Allargò le braccia per accogliere la bambina bionda che subito gli corse in contro e si lasciò prendere in braccio.
-Papà!-
Il biondo abbassò lo sguardo sulla bimba castana, Koala, che lo fissava con sguardo truce, braccia incrociate ed espressione imbronciata.
-Ti sembra il caso di chiamare principessa qualcun’altra?-
Nonostante avesse appena cinque anni era molto sveglia e sapeva come farsi rispettare.
L’uomo deglutì rumorosamente in cerca di una via di fuga.
-Ma tesoro tu sei la mia regina-
Un colpo di tosse lo fece voltare verso la figlia maggiore, Margaret, che era arrivata nell’anticamera per salutare gli ultimi ospiti arrivati.
-Ehi! Di che stavate parlando?- Bibi fece il suo ingresso dando una carezza sul capo alla bambina che Sabo ancora teneva in braccio.
Se avesse potuto mettere le mani addosso a chi aveva inventato il detto “beato tra le donne” gliel’avrebbe fatta pagare a caro prezzo.
-Ecco, vedi di pensare alle tue figlie piuttosto che alla mia-
Law, che era ancora sulla porta, lo fulminò con uno sguardo omicida che, se avesse potuto, gli avrebbe dato fuoco, mentre Nami, al suo fianco, si sporse verso l’amica per sussurrarle all’orecchio –Ultimamente è diventato un po’ iperprotettivo con Lamy, sai, da quando il suo compagno d’asilo Penguin è diventato il suo fidanzatino-
Il sussurro, ovviamente, non passò inosservato alle orecchie del marito che dedicò uno sguardo truce a entrambe.
-Mamma!- il gruppetto fu raggiunto da Karl che, all’opposto della gemella, aveva preso i capelli azzurri dalla madre e gli occhi blu dal padre –Non dovevate far vedere una cosa allo zio Law?!-
I due coniugi si guardarono, sorridendo con fare sadico.
Sabo posò a terra Lamy che, sbarazzatosi del giubbottino che lasciò alla madre, corse in salotto con Koala per giocare.
-Ta-dan!- esclamarono marito e moglie in coro spalancando le braccia per mostrare i propri maglioni ai due amici ancora sulla porta.
Su quello di Sabo c’era scritto “Buon” e su quello di Bibi “Natale”.
Prima che gli ospiti potessero commentare si voltarono per rivelare le scritte sulla schiena.
Il biondo aveva scritto “Law” e la turchina un semplice punto esclamativo.
Si voltarono ridendo per vedere la reazione degli amici.
Trovarono il moro che si teneva il ponte del naso con pollice e indice, la mascella contratta in una smorfia, e Nami che, appoggiata allo stipite con l’avambraccio, rideva a crepapelle.
-Se sono costretto a sopportare certe idiozie ho bisogno di alcool-
-Vai di là- lo incoraggio Bibi con una pacca sulla spalla mentre ancora rideva –Marco ti aspetta-
-Volevamo coinvolgere anche i bambini ma Margaret si è rifiutata- aggiunse Sabo.
-L’unica sana di mente in questa famiglia- lo sentirono borbottare mentre già varcava la soglia del salotto.
-Sappiate che ne voglio un paio per me e Lamy- bisbigliò la rossa agli amici e, questa volta, non fu udita da nessun chirurgo tatuato.
I tre rimasti in anticamera raggiunsero il resto della combriccola per poter iniziare il cenone della vigilia di Natale.
Videro Law salutare con una stretta di mano Ace e Rufy e con un paio di baci Rebecca prima di prendere posto accanto a Marco che subito gli versò un generoso bicchiere di vino rosso intuendo come fosse andata la sorpresa dei due padroni di casa.
-Zio Law! Piaciuta la sorpresa?-
Alle parole di Satch, il figlio maggiore di Ace e Marco, l’intera tavolata scoppiò a ridere mentre il chirurgo trangugiò il bicchiere in un solo sorso.
Law e Nami erano gli unici lì a non avere legami di sangue con nessuno eppure venivano considerati parte della famiglia e tutti i bambini presenti li consideravano degli zii. Nami era da sempre amica di Bibi, era sempre stata una di famiglia, e anche Law era diventato un caro amico nel corso del tempo, persino per il biondo. Proprio per quello si divertivano tanto a stuzzicarlo con quegli scherzi un po’ idioti.
-Oh cielo bambini! Cosa vi siete fatti?- la rossa si avvicinò allarmata ai due bambini seduti vicini tra Ace e Rufy.
Il fratello minore di Sabo si fece piccolo piccolo davanti allo sguardo omicida della moglie che rispose per il figlio dai capelli rossi.
-I due fratelli meraviglia qui- indicò alternativamente prima il marito e poi il cognato –Hanno ben pensato di Portare Drake e Shanks ad arrampicarsi sugli alberi! Così sono caduti e si sono fatti male!-
Nami osservò le cicatrici che Drake e aveva sul mento e Shanks sull’occhio. Non sembravano troppo gravi, ma da madre capiva come potesse essersi spaventata Rebecca.
-Vedo che ci sono due iperprotettivi in questa casa- commentò tra sé e sé.
-Rebecca ha dato un po’ di matto- le sussurrò Marco mentre l’amica era intenta a rimproverare, probabilmente per l’ennesima volta, un Rufy inerme –Ma per fortuna c’era Scarlet a tranquillizzarla. Se Rufy avesse aperto bocca non avrebbe fatto altro che peggiorare le cose.
Decisamente il biondo aveva preso la notizia del piccolo incidente molto meglio della rosa.
Nami osservò la bambina seduta vicina a Margaret e sorrise. Capitava spesso che lei fosse più tranquilla e razionale della madre e, nonostante avesse solo otto anni, era probabilmente più matura di quel bambinone di suo padre. Vedendo come Shanks stava crescendo spericolato e sprezzante delle regole probabilmente lei era il vero adulto della famiglia. Così come Margaret, come poco prima aveva detto suo marito, era probabilmente la più seria della sua famiglia. Non era per nulla strano che Scarlet la prendesse come modello e tentasse di emularla.
-Prendi posto, così posso servire l’antipasto- il tono dolce di Bibi la riscosse dai suoi pensieri.
-Ti aiuto!- si offrì subito e ben presto furono entrambe raggiunte da Rebecca che le aiutò a distribuire i vari piatti.
Il cenone proseguì come di consueto tra cibo, bevande, chiacchiere, cibo, risate, scambio di doni, cibo, canti di Natale, giochi.
Si spostarono in salotto dove i bambini erano intenti a scartare i regali ricevuti dagli zii. Per quelli di Babbo Natale avrebbero dovuto aspettare il mattino dopo.
Bibi se ne stava in piedi, il gomito appoggiato sulla mensola sopra il caminetto, un bicchiere di spumante in mano, ad osservare la scena davanti a lei con un sorriso affettuoso e sguardo materno.
In un angolo della stanza, vicino alla finestra, Law e Marco parlavano in modo disteso, un bicchiere in mano e l’altra affondata in tasca; erano così simili. Sul divano Margaret, Scarlet, Satch e Karl stavano scartando i loro regali assieme ad Ace che osservava i nuovi doni con lo sguardo quasi più eccitato del loro, quasi fosse un bambino anche lui. Sul tappetto i piccoli, Koala, Lamy, Shanks e Drake stavano facendo letteralmente a brandelli gli involucri dei pacchi regalo aiutati da Rufy, Rebecca e Nami.
-Tutto bene?-
La voce del marito la riscosse e la fece voltare verso di lui che le circondò le spalle con un braccio e le diede un bacio sulla tempia.
-Certo- fece lei lasciandosi andare sul suo petto e appoggiando il capo al suo viso chiudendo gli occhi con fare spensierato.
-Devo spegnere il camino così puoi calartici dentro con il tuo vestito rosso?-
La voce canzonatoria di Law, che chiaramente si riferiva a quando anni prima Sabo si era vestito da babbo Natale per la festa dell’ospedale, le fece riaprire gli occhi e, come se lo avessero provato centinaia di volte, la coppia spalancò le braccia contemporaneamente per ricordare al moro le scritte dei loro maglioni ottenendo come risultato di farlo allontanare borbottando mentre loro due si lasciavano andare a sonore risate.
La serata proseguì ancora per poco, finchè i bambini non crollarono esausti e felici sul tappetto e i genitori non decisero che era il momento di raccogliere i nuovi giochi e tornare a casa.
I padroni di casa andarono nell’anticamera a salutare gli ospiti.
-Ci vediamo a Capodanno- Bibi salutò Rebecca con un bacio, mentre Scarlet abbracciava Margaret, poi diede un bacio anche a Rufy e al piccolo Shanks che teneva in bracco addormentato.
-Anche con voi- passò poi a salutare Ace e Marco mentre Satch, che teneva in spalla Drake, finiva di commentare con Karl il Game Boy che entrambi avevano ricevuto.
-E voi non fate passare troppo tempo prima di farvi rivedere!- abbracciò Law e Nami, che teneva in braccio Lamy, che avrebbero passato il resto delle festività dalla sorella di lei.
-Papà- la voce impastata di sonno di Koala, mezza addormentata tra le braccia di Sabo, li fecero concentrare su di lei –Sai cosa mi ha detto Lamy?-
-Cosa, tesoro?- le domandò Sabo scostandole una ciocca di capelli da davanti al volto, anche se la bambina teneva gli occhi chiusi.
-Che il suo nome è l’unione dei nomi degli zii- borbottò, probabilmente in uno stato più di sonno che di veglia.
Bibi sorrise voltandosi verso gli amici, trovando la rossa altrettanto sorridente e il moro lievemente imbarazzato mentre accarezzava la guancia della figlia in braccio alla moglie.
-Più o meno- precisò Nami, più ai due amici che alla bambina, ai quali non avevano mai rivelato quella cosa –A parte la storpiatura della “Y”-
La turchina fece una carezza alla bambina bionda prima di congedare i due amici.
-Salutami Nojiko- fu l’ultima cosa che disse prima di chiudere la porta.
-Forza, tutti a letto-
Bibi diede un bacio sulla fronte ai figli maggiori che l’abbracciarono, per poi prendere Koala addormentata in braccio così che Sabo potesse seguire i figli verso le loro camerette.
-Papà- sentì dire a Karl mentre si allontanavano –è vero che una volta ti sei vestito da Babbo Natale?-
-Ce l’ha detto lo zio Law – aggiunse Margaret.
Bibi nascose una risata tra i capelli della piccola.







Angolo di Calypso
Hola!
Sì, lo so, il Natale è già passato, ma io purtroppo sono stata impegnata con lo studio e gli esami (sì, di già) e quindi sono un po' in ritardo.
Questo capitolo sarebbe l'ultimo della long, il prossimo sarà slegato da questa storia e sarà una fandomAU
E nulla, mi sono divertita tantissima a immaginarmi questo futuro, a pensare ai possibili figli che ognuno poteva avere :)
La scena dei maglioni è tratta da Scrubs (come metà delle cose che dico nella vita sono tratte da Scrubs ahaha), in particolare dall'ultima putata in cui JD vede il suo futuro e vede lui e Turk a Natale che accolgono Cox con i maglioni con scritto "Merry Xsmas Cox!"
Spero vi sia piaciuto questo capitolo (io ci tengo tanto, mi è piaciuto davvero un sacco scriverlo) e anche la storia in generale :)
Alla prossima!

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