Philia
Philia:
amicizia
Era
un tipico cliché.
Pioggia, vento, pioggia, pioggia.
Possibile che il destino dovesse essere
così crudele da rigirare addirittura il coltello nella piaga?
Se
qualcuno sparisce dalla circolazione, il cielo sembra prendersi gioco
di tutti i
parenti addolorati, costretti a rotolarsi nel fango come maiali per
alleviare
il dolore.
Il
funerale? Una cosuccia semplice, informale, passata veloce. Una piccola
chiacchierata con chi di dovere, una mancia come ringraziamento e via,
tutti
pronti per tornare alle proprie faccende quotidiane.
Yurio
no. Con gli occhi fissi in un punto ben preciso e tutti gli abiti
fradici, stava ancora osservando attentamente lo spiazzo di terra in
cui solo
poco prima aveva visto sparire la bara con suo nonno dentro. Sembrava
una
situazione… irreale? Inevitabile, certo, ma
viverla era
assurda.
L’acqua
smise di scrosciargli sulla testa. Quando rialzò gli occhi,
vide
una giacca tesa sopra di lui come un mantello in modo da coprirlo. Il
sostegno
di questo intricato complesso architettonico: Jean.
《Principessa, ti
prenderai un colpo stando senza ombrello》
mormorò il canadese con un sorrisetto velato di
malizia.
Yurio
rimase a fissarlo, poi annuì.
Jean
allungò una mano verso il suo viso, scostandogli qualche
ciuffo biondo
e umidiccio da davanti agli occhi prima di prenderlo per mano come un
bambino,
trascinandolo insieme a lui dalla parte opposta rispetto a dove si
trovavano.
《Yuuri
stava proprio
piangendo come un bambino prima. Infantile da morire, vero?》
Yurio
annuì.
Un
momento di silenzio, poi il canadese ci riprovò. 《Oh,
e quel completo ti fa un culo da
favola. Che ne dici se domani andassimo nella stessa boutique in cui
sei andato
tu per fare un po’ di shopping? Non posso farmi surclassare
dal tuo bel sedere!》
Esitante,
Yurio annuì. Altro silenzio, altro nulla.
Jean
si voltò lentamente verso il biondo. 《…Tra
l’altro, questa sera avevo in mente di andare a
mangiare un hamburger. Ti va di farmi compagnia? Possiamo anche
mangiarlo in camera. Hanno aperto un tale localino
vicino all’hotel in cui alloggio che è una cosa
fan-》
《STAI
ZITTO!》
Jean
si fermò non appena vide Yurio afferrare e gettare a terra
la giacca
che aveva portato poco prima sopra entrambi per proteggerli
dall’acqua. 《STAI
ZITTO, STAI ZITTO, STAI
ZITTO!》
Yurio, piegato in avanti e con i lunghi
capelli bagnati che gli nascondevano il viso, sembrava più
piccolo e gracile di
quanto non fosse mai stato. Quando i suoi occhi si inchiodarono su
Jean, il
canadese riuscì chiaramente a distinguere il dolore per la
perdita appena
avvenuta rispetto all’odio accumulato per lui.
《…Tu
non sei così》
sussurrò Jean, guardando con tanta
intensità l’altro ragazzo da riuscire a percepire
il suo cambio d’umore causato
dalle sue parole. Yurio non si mosse, per questo Jean si
tirò da solo uno
schiaffo tanto violento da vedere nero per qualche secondo. 《...Forza,
picchiami, sfogati in qualche
modo! Non fare la femminuccia come sempre, non avere bisogno di
qualcuno che ti
salvi dal pericolo come ogni giorno, REAGISCI! Muovi quel bel sedere
che ti
ritrovi, fammi vedere cosa sai far-》
Yurio
non si fece pregare. Tirò così tanti pugni e
schiaffi al
canadese che si sentì bruciare le nocche e i palmi delle
mani. E Jean non si
ribellò mai al suo volere, perché ci teneva da
morire a Yurio, perché voleva di
nuovo vederlo infuriarsi con lui come faceva al solito senza il bisogno
di
sentirsi dire di farlo. Voleva essere la sua valvola di sfogo, fare in
modo che
dopo quella rissa gli saltasse addosso per baciarlo e ringraziarlo di
quello
che aveva fatto per lui, perché era abbastanza egoista da
voler mantenere
intatti i suoi desideri anche in un momento simile. Yurio stava
gridando con
così tanta forza che le sue urla stavano diventando rauche,
i singhiozzii che
erano diventati tanto incontrollabili da farlo crollare a terra in
ginocchio.
Stava per vomitare, aveva la nausea, sentiva le lacrime rigargli le
guance
bollenti al
confronto della pioggia, il petto che sobbalzava così tanto
ogni
volta che cercava di riprendere fiato da fargli uscire la saliva a fili
dalle labbra. Non ce la faceva più. Gli faceva male da
morire il petto, la testa, tutto. Voleva solo che le cose tornassero
normali. Non si ricordò mai esattamente il corso preciso
degli
eventi, ma dopo quella che gli sembrò
un'eternità, si ritrovò stretto tra le
braccia di Jean. Entrambi immersi con le gambe nelle pozzanghere e nel
fango,
un re in rovina che voleva far stare bene almeno in parte la sua
regina, due
persone di cui non si riusciva a distinguere la più
disperata.
Yurio
serrò le dita attorno alla camicia dell'altro, sentendo il
tessuto
tendersi sotto la sua stretta.《...Perché?
C-che senso ha dirmi queste cose? Perché devi
farti… odiare?!》
《Perché
Yuri non è così.》
Fu
la frase che fece smettere di singhiozzare il russo. Jean gli prese il
mento fra le dita, alzandogli la testa per poterlo guardare negli occhi
nonostante fosse alquanto difficile, visto quanto era gonfia la sua
faccia dopo
tutti quegli schiaffi. 《Perché
Yuri non piange
anche se è nei momenti peggiori,
perché… mi manca vederti come al solito, Yuri》continuò
a mormorare Jean, avvicinandosi
così lentamente alle labbra tremanti dell'altro da quasi non
riuscire ad
accorgersene. Era… sempre stato classificato come amico, era
sempre stato nei
secondi posti, era ora di cambiare qualcosa. Non sarebbe
stato… l'amico di
Yurio per sempre, amico che Yurio a stento accettava vicino a
sé. Ma questi pensieri lo facevqno stare ancora peggio. Un
amico avrebbe dovuto esserci sempre e comunque, lui stava mirando a un
posto più alto.
Jean fece
scivolare una mano tra i capelli bagnati dell'altro ragazzo, tenendolo
fermo
per la nuca per evitare che si ritirasse. Voleva che
Yurio si scordasse per un attimo della persona che era stata da sempre
tutta la
sua famiglia e che capisse che proprio di fronte a lui aveva chi
sarebbe stato
disposto a prendere il suo posto. Diamine… lui era un re,
anzi, il
re, chi gli
impediva di arrivare dove voleva?
《...Yuri》
Tutta
la magia -almeno da parte di Jean- fu infranta quando questi si vide
letteralmente portare via Yurio, il quale era stato aiutato a rialzarsi
da un
nobile cavaliere in scintillanti abiti di pelle. 《Cosa
sta succedendo?》
Yurio, per
un attimo disorientato,
fissò il ragazzo davanti a sé,
ritrovandosi coperto da una giacca calda e asciutta e da un ombrello
nel giro
di qualche secondo. Solo quando un profumo lo avvolse riuscì
a capire di chi
si trattava.
《Otabek》
sussurrò il biondo,
aggrappandosi alla maglia dell'altro senza aggiungere altra parola,
limitandosi
a schiaffarsi una mano sulla bocca per evitare al suo corpo di
riprendere a
singhiozzare. Il nuovo arrivato lo guardò con un velo di
preoccupazione,
spostando poi gli occhi su Jean, adocchiando subito la sua faccia
livida. Non riuscì a trattenersi quando, mentre conduceva
lontano di qualche passo il suo
amico, gli lanciò un'occhiata interrogativa. Che cosa poteva
essere successo per aver ridotto entrambi in delle condizioni
così pietose?
Jean
non rimase neanche un secondo a guardare quella scena straziante: si
alzò dal fango e si avviò da solo per la sua
strada. Aveva già perso su tutti i
fronti, non voleva qualche… spocchioso, irritante perfettino
che infierisse!
Che
scena deprimente. Se lo diceva pure da solo, quanto poteva essere
penoso?! Ed ecco la caduta del re JJ… osservare mentre
l'amore della sua vita
-che lo aveva costantemente picchiato, offeso e umiliato più
volte in pubblico
e che lo considerava niente più che un conoscente- se la
spassava sotto
l'ombrello con un tipo che neanche si sapeva mettere in modo stiloso
gli
occhiali da sole! Grazie al cielo riusciva ad affrontarla decentemente
in
pubblico, perché era certo che non appena messo piede in
hotel avrebbe chiamato
sua madre per sfogarsi a furia di piangere.
Fu
quando sentì dei rapidi passi dirigersi verso
di lui che
il battito del suo cuore ebbe un'impennata. Riuscì a vedere
con la coda dell'occhio una
zazzera di capelli biondi, mentre la pioggia sulla sua testa
sembrò fermarsi.
Anzi, non sembrò e basta, da dove era comparso
quell'ombrello?
《…Otabek
mi ha offerto
un passaggio. Ho rifiutato, quindi mi ha dato il suo ombrello in
compenso. È stato gentile》
Jean
strinse le labbra e ricacciò nello stomaco il groppo che gli
era
salito in gola. Annuì.
Un
momento di silenzio, poi il russo ci riprovò.《…Stai
piangendo?》
Esitante,
Jean annuì. Si sentì uscire dalle labbra un verso
che era un
misto tra un singhiozzo e un rantolo. Si portò una mano a
coprirsi il viso per
la vergogna, continuando a frignare come se fosse un vero e proprio
neonato.
Aveva fatto un sacco di scemenze, a partire dal suo modo di provare a
far
distrarre Yurio fino ad arrivare al suo egoismo.
Jean
si passò il palmo di una mano sugli occhi.《M-mi d-dispiace…
mi dispiace c-così
tanto…》
Yurio
sospirò, distogliendo lo sguardo prima di dare qualche pacca
sulla
schiena dell'altro.
《…So
cosa stavi
cercando di fare. Ma ti sei comportato da incredibile cazzone in un
momento
delicato, e…》Le
parole gli morirono
poco a poco in gola. Non c'era altro da dire.
Così
camminarono in un silenzio glaciale fianco a fianco, cambiando tra
loro solo il fatto che fu Jean quello a tenere in mano l'ombrello. Le
cose tra
loro non dovevano per forza cambiare, pensò il canadese.
Forse… era il destino che li
voleva insieme come amici e basta, no? Era già qualcosa di
importante.
《…Otabek
mi aveva
proposto di andare a mangiare un hamburger a casa sua, stasera.
E… un passaggio
in moto》disse
Yurio per
rompere il silenzio.
Ecco,
si ricominciava. Infieriva anche lui.
Jean
abbozzò un sorrisetto, forse un po' troppo tirato.《Oh?
Ehi, mi sembra un'idea… geniale! Non mi sarebbe mai venuta
in mente.
Perché… non hai accettato? Puoi andare, non devi
per forza seguire me, ecco…》
Yurio
si voltò verso di lui. Per la prima volta nel giro di un bel
po' di
tempo, Jean lo vide sorridere. Ed era un sorriso di cuore, un sorriso
che gli
curvava le guance con ancora le lacrime secche stampate sulla
pelle.
《…Tu
non capisci proprio niente, vero? Stasera... vorrei mangiare con te.
Hamburger?》
***
Note
d’autrice: Salve a tutti! Se state leggendo queste
note, vuol dire che siete arrivati alla fine del secondo capitolo,
che… non mi
ha soddisfatta molto devo dire, quindi spero sia solo una mia
impressione e
basta. Inoltre ci tenevo a precisare che questa e quelle che ci saranno
più
avanti sono solo delle visioni personali riguardo i vari tipi
d’amore
esistenti, quindi chiedo scusa in anticipo nel caso di errori
nell’interpretazione, errori che ovviamente siete liberissimi
di farmi notare.
E niente, grazie mille a tutte le persone che finora si sono
interessate a
questa storia, spero continui ad essere di vostro interesse :3
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