One Shots Hiccstrid

di RELIXCHANNEL
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ONE SHOT N.1 ***
Capitolo 2: *** ONE SHOT N. 2 ***
Capitolo 3: *** ONE SHOT N. 3 ***
Capitolo 4: *** ONE SHOT N. 4 ***
Capitolo 5: *** ONE SHOT N. 5 ***
Capitolo 6: *** ONE SHOT N. 6 ***
Capitolo 7: *** ONE SHOT N. 7 ***
Capitolo 8: *** ONE SHOT N. 8 (p1) ***
Capitolo 9: *** ONE SHOT N. 8 (p2) ***
Capitolo 10: *** ONE SHOT N.9 ***
Capitolo 11: *** ONE SHOT N.11 ***
Capitolo 12: *** ONE SHOT N.11 ***
Capitolo 13: *** ONE SHOT N.12 ***
Capitolo 14: *** ONE SHOT N.14 ***
Capitolo 15: *** ONE SHOT N.15 ***
Capitolo 16: *** ONE SHOT N.16 ***
Capitolo 17: *** ONE SHOT N.17 ***
Capitolo 18: *** ONE SHOT N.18 ***
Capitolo 19: *** ONE SHOT N.19 ***
Capitolo 20: *** ONE SHOT N.20 ***
Capitolo 21: *** ONE SHOT N.21 p1 ***
Capitolo 22: *** ONE SHOT N.21 p2 ***
Capitolo 23: *** ONE SHOT N.22 ***
Capitolo 24: *** ONE SHOT N.23 ***
Capitolo 25: *** ONE SHOT N.24 ***
Capitolo 26: *** ONE SHOT N.25 ***
Capitolo 27: *** ONE SHOT N.26 ***
Capitolo 28: *** ONE SHOT N.27 ***
Capitolo 29: *** ONE SHOT N.28 ***
Capitolo 30: *** ONE SHOT N.29 ***
Capitolo 31: *** ONE SHOT N.30 ***
Capitolo 32: *** ONE SHOT N.31 ***
Capitolo 33: *** ONE SHOT N.32 ***
Capitolo 34: *** ONE SHOT N.33 ***
Capitolo 35: *** ONE SHOT N.34 ***
Capitolo 36: *** ONE SHOT N.34 p.2 ***
Capitolo 37: *** ONE SHOT N.35 ***
Capitolo 38: *** ONE SHOT N. 36 ***
Capitolo 39: *** ONE SHOT N. 37 ***
Capitolo 40: *** ONE SHOT N. 38 ***
Capitolo 41: *** ONE SHOT N. 39 ***
Capitolo 42: *** ONE SHOT N. 40 ***
Capitolo 43: *** ONE SHOT N. 41 ***
Capitolo 44: *** ONE SHOT N. 42 ***



Capitolo 1
*** ONE SHOT N.1 ***


Hiccup

Io e Dagur ci fissavamo. Non c'era mai stato tanto odio tra di noi. Era notte. Eravamo su una sua nave nel bel mezzo di una tempesta. Avevo le sopracciglia così aggrottate che quasi non ci vedevo, un po' anche per la pioggia. Sulla sua faccia invece c'era un sorrisetto malizioso. Uno di quelli che ti fanno venire la voglia di prendere a schiaffi e pugni chi ce l'ha sulla sua faccia.
Io: perchè non rispondi? Ti ho chiesto esplicitamente dov'è! DOV'È ASTRID!?
Ero furioso. 
Astrid era scomparsa da stamattina. Sulla mia scrivania ho trovato un biglietto.

Corri se vuoi la tua Astrid viva.
Porta il furia buia.
Tuo fratello.

E io a quel punto volai il più velocemente possibile verso le navi di Dagur e le polverizzai una dopo l'altra.

D: tu cosa credi? Dove pensi che sia? Andiamo, guardati intorno!
Quell'espressione provocante mi stava facendo imbestialire.
Poi capii.
La nave.
IL MARE!!!
Io: Astrid!!
Mi sporsi.
D: sei arrivato tardi, fratello.
Il suo sorriso si allargava sempre di più, finchè Dagur non scoppiò in una grassa e malefica risata.
Intanto io guardavo le onde. Feci un fischio e Sdentato fece un balzo e planando arrivò fino ad uno scoglio. Io mi tuffai. Non la vedevo. Era buio.
Tornai in superficie a prendere fiato.
Tornai di sotto. Era tutto sfocato e troppo buio. Tornai su un' altra volta. Iniziai a disperarmi, a perdere le speranze. 
Ma pensai che ad Astrid non sarebbe piaciuto.
Tornai di nuovo giù a cercarla e quella volta la vidi. La presi per un polso e la tirai a me. Salii e raggiunsi Sdentato sullo scoglio. 
Stesi Astrid cercando di non farle battere la testa.
Era freddissima. Temevo il peggio.
Quel momento sembrò infinito...
Io: Astrid! Astrid!! Svegliati ti prego... Astrid!!!
Non si muoveva...
Io: oh no, Astrid! Ti prego... non lasciarmi... rimani con me!
Scoppiai in lacrime. Misi la mia testa sul suo ventre e la nascosi con le braccia. Piansi, anche se sapevo che non si sarebbe svegliata così. Ad un certo punto il ventre si mosse. Astrid tossì. Era sveglia... era VIVA!!!
A: Hiccup? Sei tu?!
Io: Astrid!! Sei viva!!
I miei occhi erano ancora pieni di lacrime.
La aiutai a sedersi. Poi la guardai. E mi avvicinai a lei.
Io: io credevo...
Chiusi gli occhi.
Io: ... credevo di averti persa!
La baciai.
Lei mi teneva il collo leggermente, era molto stanca. Io le tenevo le spalle e poi scesi giù sui suoi fianchi.
Ci staccammo. Ci guardammo dolcemente. Poi mi sorrise.
Stava bene.

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Capitolo 2
*** ONE SHOT N. 2 ***


Astrid ATTENTA!!! sento Hiccup gridare. Mi volto. Una catena era nella mia traettoria. A: Tempestosa, giù! Il mio drago ubbidì. Viggo aveva attaccato la riva del drago e spettava a noi difenderla. Hiccup ed io distruggevamo gli argani grazie alla precisione dei colpi di Sdentato e degli aculei di Tempestosa. I gemelli facevano saltare in aria le navi con Heather e Moccicoso, mentre Gambedipesce radunava i paura notturna. Ci volle poco. Mentre volavamo, una freccia colpì Tempestosa. Mi afferrarono e mi portarono sulla nave. Heather mi vide e provò a salvarmi, ma presero anche lei. Era orribile. V: ma bene bene... Heather! Ci tenevano due uomini per ciascuna, uno per ogni nostro braccio. Dimenarsi era inutile. Le nostre draghesse erano in gabbia. V: io ricordo che tu devi pagare per il tuo tradimento... Si avvicinò a lei con una spada. Ero terrorizzata. V: NON È COSÌ!? urlò, trapassando il ventre di Heather con quella lama senza rimorsi o pietá. Sbiancai. Le mie palpebre non riuscivano a battere. Forse il mio cuore aveva fatto la stessa fine. L' urlo di Viggo attirò tutti i cavalieri alla nave. Quando Gambedipesce vide Heather, prese Viggo con Muscolone e lo portò lontano. G: come hai potutooo!!!??? Fu l' ultima cosa che sentii. Sdentato lanciò un colpo al plasma per far allontanare quei soldati che mi tenevano, quando mi lasciarono io caddi. Hiccup mi prese da dietro per i fianchi e mi tirò su. Mi guardò. I miei occhi iniziarono a diventare delle vasche d' acqua e iniziai a piangere sulla sua spalla. Lui mi strinse a sè per i fianchi. Le mie gambe a contatto col suo bacino. Petto a petto. Mi serviva un po' di conforto. Liberammo i draghi. Dopo aver bruciato la nave con Heather sopra andammo a dormire. Io non riuscivo a camminare, Hiccup mi accompagnò fino a letto. Mi fece sedere. Io: È tutta colpa mia, era avanti a me quando l' ha uccisa e io non ho potuto fare nulla per salvarla! Mi guardò intensamente. H: non è affatto colpa tua, As. Quel mostro senza cuore si è vendicato davanti ai tuoi occhi ma questo non vuol dire che sia colpa tua perchè non l' hai fermato. Se Heather fosse qui, ora, direbbe di non rimpiangere ciò che non abbiamo fatto in passato, ma ricordarlo quando non ripeteremo lo stesso errore in futuro. Mi accarezzò la guancia sinistra scostandomi il ciuffo e mi mise le mani sulle spalle. H: ora riposa, ne hai bisogno. Mi fece stendere e mi rimboccò le coperte. Sorrise. Ricambiai e mi voltai dall'altro lato. Stava per uscire dalla mia stanza. Io: Hic! H: cosa c'è? Io: mi faresti compagnia? Mi sentirei meglio... Non rispose. Forse se n'era andato. Forse non voleva. Ad un certo punto lo sentii mettersi dietro di me. Con il braccio mi abbracciò il ventre e mi strinse a sè. Ora non mi sentivo più sola.

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Capitolo 3
*** ONE SHOT N. 3 ***


Astrid Iniziava a far davvero caldo. Ero lì, appesa su un bararto colmo di lava. Viggo mi aveva lanciata con violenza. Era la fine per me, pensai. Ad un certo punto sento una mano stringermi il polso: sbatto la gamba contro la parete di roccia. Guardo su. Era lui, il mio salvatore. Hiccup. H: Oh Thor per un soffio. Prendimi anche con l'altra mano! Sorrideva. Mi faceva stare calma. Allungai il braccio sinistro verso il mio polso destro per prendere la mano con cui mi reggeva, la sua mano destra. Con la mano sinistra faceva leva sul pavimento, per non scivolare. Era tutto nelle mie mani. Nelle mie calde, sudatissime mani. Afferrai la mano di Hiccup e lui iniziò a tirarmi su. Piano piano salii sulla parete. Hic continuava a dirmi non mollare...tieni duro...ci siamo quasi... E io lo ascoltavo, anche se a fatica. La mia mano scivolava. Io: Hic non resisto... sto cadendo! Una lacrima solcó il mio viso e cadde sulla mia maglietta. H: neanche per scherzo devi dire una cosa simile! Resisti As!!! I miei occhi si riempirono di lacrime. Io: Hic non ci riesco... La mia mano scivolava. Io: Hiccup non voglio lasciarti... io ti amo! H: questo mi dà una ragione in più per non lasciarti! Ti amo anche io cosa credi!? E non ti lascierò così! A quelle parole mi bloccai. Stavo cadendo... non c' era nulla da fare. Anche se non volevo andare via così, stava succedendo. Io: Hic io ti ho sempre amato... mi dá una profonda pena lasciarti, ma non ho scelta... addio. Il mio viso era un mare di lacrime. La mia mano scivolò. Mi sentii perduta. Chiusi gli occhi e cercai di non vedere la morte. Pensai a tutti i bei momenti della vita e a tutte le cose che non ho fatto. Ero morta. ERO morta. Finché non sentii qualcuno che mi abbracciò e mi strinse a sè. Il mio viso era schiacciato su un tessuto di pelle a squame che vestiva qualcuno. Qualcuno che mi stringeva forte. Ad un certo punto non stavo più cadendo. Sembrava di volare... Aprii gli occhi e guardai su. Vidi degli occhi verdi puntati su di me, e un sorriso smaliante sotto di essi. H: ti avevo detto che non ti avrei lasciata andare così! Lui mi abbracciava forte e la sua libellula volteggiava verso l' alto grazie al calore della lava. Ci trovammo sul burrone abbracciati.  Quando ci staccammo, scivolai e gli caddi addosso, di nuovo. Ero completamente incollata al suo petto. Lui mi aveva presa per i gomiti. Mi alzò. H: posso dirti un segreto? Ero un po' spossata. Un segreto? In quella situazione!? Io: ok... H: chiudi gli occhi... Li chiusi un po' incredula. Ad un certo punto lo sento prendere le mie mani e portarle su, credo sulle sue spalle. Poi lui mette le sue mani sulle mie spalle e scende sempre di più fino ad arrivare sui miei fianchi. Mi tira a sé fino a che il mio ventre non é attaccato al suo bacino. Cosa sta facendo?? Che stava succedendo!? Stavo per aprire gli occhi quando sentii le sue labbra sulle mie. Si staccò. Io battevo le palpebre a morire. Io: cos... H: ti amo Non ci credevo! Era stupendo. Mi bació di nuovo, ma stavolta ricambiai. Era tutto stupendo, lui era stupendo. E nessuno ci avrebbe mai rovinati ♡♥

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Capitolo 4
*** ONE SHOT N. 4 ***


Astrid Eravamo nascosti dietro delle rocce ad evitare le spine di drago di Viggo. Era l'unico ancora non morto, apparte me e mio marito, capo di Berk. Viggo si dimenava e urlava. V: Dove siete!? Ditelo tanto sapete che prima o poi vi troverò!! Ma io non credo. Eravamo al buio sotto le ali di Sdentato e dove lui aveva già cercato ma invano. Purtroppo ci ritornò. E aveva con sè un grandissimo Tonno. Ed io sono allergica! H: oh no!! Ti prego non starnutire As... Mise la sua mano sulla mia bocca. Io ero avanti a lui. Lui mi stringeva. La mia schiena era protetta dal suo abbraccio. Dal suo caldo abbraccio. Per sua sfortuna. Si sentono delle corde vibrare. Sento qualcuno che cade a terra, ma che non è Hiccup. Lui si era alzato per non so cosa. Mi girai. Viggo era a terra con una freccia conficcata nella fronte. Hiccup era in piedi avanti a me. Mi alzai per andare ad abbracciarlo ma... vidi del sangue sulla sua schiena. Ad un certo punto lui cadde in ginocchio e poi si stese su di un fianco. Io: Hiccup!!! Gli corro avanti e lo stendo a pancia in su. Vedo una freccia spina di drago al centro del suo petto. Sto per scoppiare in lacrime. Lo giuro. Non poteva essere... H: no.. non mi ha preso il cuore... Lo vidi aprire gli occhi. Io: oh Hic!!! Mi hai fatta spaventare!! Lo abbraccio. Ma sento che qualcosa non va. Lo faccio sedere e sostituisco la freccia sul suo petto con la mia mano... Io: Hic... il tuo... non batte... lento... Avevo troppe cose che volevo dire e ormai ero scoppiata a piangere. Il suo cuore batteva pianissimo, sempre più lento, come stesse per spegnersi. Per sempre. Lo abbracciai e iniziai a piangere ancora più forte. Lui mise una mano sulla mia schiena. H: Astrid, ti prego Sussurrava dolcemente. Mi staccai. Aveva ancora la mano sulla mia schiena. Stava morendo, eppure stava sorridendo. Mi guardó dolcemente. H: Astrid, non voglio che la mia ultima immagine di te sia mentre piangi. Mi bloccai. Ero così triste e preoccupata che non ascoltavo ciò che diceva. H: Abbi cura di Jamie ( la figlia, nome di mia invenzione ), di Sdentato e di tutta Berk. Ti prego. Fallo per me... Io: Hic ma non ce la faró mai... H: ce la farai. Tu sei Astrid Hofferson. Sei sopravvissuta all' attacco dei cacciatori, hai superato tantissime prove della vita. Hai sopportato me come fidanzato per 1 anno e come marito per 5... Mi sorrise H: e poi... ricorda sempre. Tu sei l'unica ragione per cui io mi alzo la mattina e con il pensiero di rivederti l'indomani vado a dormire la sera, l'unica ragione per cuo vivo. L' unico amore della mia vita da quando avevo 12 anni e che amo ancora. La luce nei tuoi occhi è la luce con cui vedo il mondo. Io ti guarderò da lassù nel Valhalla e non ti lascierò un secondo da sola. Per sempre tuo pe per sempre mia. Non credere che io ti abbandono e tu ti lasci andare. Io sarò sempre con te. E ti diró buongiorno milady anche se non lo sentirai, farò per te tutte le acrobazie in volo che vorrai anche se non le vedrai, e ti scosterò il ciuffo e ti accarezzeró le guance in lacrime quando sei triste anche se non lo percepirai... e ti dirò ti amo, ogni volta che vorrai. Giuro sulla mia parola... Il suo cuore batteva pianissimo... era finita. Iniziò a chiudere gli occhi. Lo presi per il collo e lo baciai. Lui ricambiò. Ad un certo punto si fermò. Lo guardai. Capii che non avrei più rivisto i suoi occhi verdi. Non avrei più sentito il cigolare della sua protesi, i suoi abbracci di notte quando si metteva dietro di me e mi tirava a sè, il modo in cui mi salutava, non avrei più visto quando lui metteva la mano sulla testa e si grattava se era nervoso o in imbarazzo... non avrei piú sentito i suoi abbracci o i suoi baci... mi baciava quando ero triste, per farmi star zitta, se ne aveva voglia, se lo baciavo io... e ogni volta era magico Sensazionale. Indescrivibile. Stupendo. Nostro. Per sempre. Caricai Hiccup su Sdentato e volammo verso Berk. Era caduto il più cattivo dei cacciatori. E il più grande dei guerrieri.

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Capitolo 5
*** ONE SHOT N. 5 ***


Hiccup Credo che due dei soldati di Viggo si erano affezionati ad Astrid. lo dco perchè non facevano che mirare ogni volta a lei e quando la prendevano erano sempre loro due a bloccarla. ed ecco che succede un'altra volta, la prendono e la tengono, ma stavolta la legano ad una sedia fissata algl'albero maestro. Viggo si avvicinò a lei. Aveva in mano qualcosa di familiare, ma da lontano non lo distinguevo. V: tenetela ferma! Deve guardare il bastone!!! Uno dei due uomini di prima le tenne ferma la testa, l'altro le apriva gli occhi. Oh Thor... il bastone di Gothi!! Ma perchè ce l'aveva lui!?!? Saltai sulla nave, ma era tardi. Viggo aveva agitato il bastone ed esso emanò un fascio di luce dritto negli occhi di Astrid. V: Hiccup, ti presento il mio nuovo burattino. La indicò. O capperi. V: Astrid, prendi quest'ascia, e uccidilo. Prese l'ascia e mi guardò con odio. I suoi occhi erano grigi e spenti, senza la loro emotivitá che hanno sempre avuto. Senza la loro magia, senza la loro immensitá. V: perchè non ti muovi?? Soldato: eh signore... io lo so! Io: Astrid, non farlo! V: perchè?? Cercai di ascoltarli. S: per più tempo si usa l'incantesimo, più è veloce. Ora la ragazza combatte nella sua mente con ció che le hanno ordinato e ciò che non vuole fare. Lei continuava a camminare lentamente. Alzò l'ascia e mi disarmò. Ero sul ciglio della nave. Mi appoggiai al bordo. Io: Astrid ti prego non farlo!!! Alzò l'ascia di nuovo. Stavolta la lanciò in mare. V: ma cosa fai?! Non rispose. Mi guardó. La sua espressione era vuota. Non sentì più le sue gambe e cadde. Era ancora sveglia. La presi in braccio. Io: cosa le hai fatto, mostro?! Non rispose. Non ne aveva il coraggio. Sdentato si catapultò da me e volammo via. Ci lasciò andare, strano. La guardai per tutto il tragitto. Era sveglia, ma non parlava. Ma mi voleva parlare. Andammo nella sua capanna e la misi a dormire, dandole un tenero bacio sulla fronte. Io: Dormi bene, milady. Mi girai per andarmene. A: Hiccup... Mi voltai di colpo. Io: Astrid! Parli!!! Finalmente... A: Hiccup... ti prego resta con me... Vidi che piangeva. Io: Astrid ma che ti prende?? Mi avvicinai ma subito dopo lei mi abbracciò. A: Hic... ti prego... non lasciarmi... ho paura! La strinsi a me. Sembrava si stesse perdendo. Io: Astrid, cosa succede!? Ci sono qui io, non aver paura... A: Viggo... il bastone... Mi staccai e le strinsi le spalle, fissandola negli occhi. Io: Astrid! Calmati... come vuoi che capisca?!? La guardai aggrottando le ciglia. Sembravo arrabbiato. Anche se non lo ero. Ero preoccupato. A: Quando Viggo ha isato il bastone... è stato terribile! Un sacco di immagini orribili e indistinguibili, urli e... E ora ho gli incubi e non riesco a dormire! Ti prego non voglio stare da sola!!! La mia povera principessina era entrara in questo incubo, e aveva bisogno di un supporto. Iniziai a lacrimare anche io. Mi abbracciò di nuovo e affondò il suo viso tra la mia spalle e il mio collo. Io miai le mie mani sulla sua schiena. Edo seduto sul letto. E ci addormentammo così. Corpo a corpo. Vicini. Stretti. Noi.

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Capitolo 6
*** ONE SHOT N. 6 ***


Un'altra giornata a scuola era finita. Erano le 16:00 e tutti eeano usciti di scuola. Solo una ragazza era rimasta a scuola. Astrid Hofferson aveva scordato un libro nell'armadietto ed era tornata a riprenderlo. Il suo migliore amico Hiccup la aspettava sulla motocicletta davanti alla porta della scuola. Giá. Migliore amico. Se solo Astrid avesse il coraggio di confessargli il suo amore... Astrid Hofferson, la più temuta della scuola per la sua forza, freddezza e decisione, aveva paura dell'amore. Si era innamorata di Hiccul da quando erano piccolissimi, quelle cotte di cui ti parlano i piccolini di 5 anni che parlano per giocare. Stranamente ad Astrid quella cotta non era mai passata. Anzi. Si era rinnovata nel tempo. E quando alla festa di una settimana prima, le loro labbra si erano unite per un mezzo secondo per il gioco della bottiglia (versione CHI BACIA CHI) Astrid si era sentita senza peso per un'attimo. Un attimo di paradiso. E in un attimo la cotta si trasformò in amore vero. Sbam Astrid chiuse l'armadietto e si girò per andarsene, ma una stretta presa al polso la fermò. Era una mano calda e la stretta era potente. Astrid era paralizzata. E si terrorizzò quando sentì il fiato di qualcuno sul suo collo, e riconobbe la sua voce quando egli disse: "ciao Astrid". I suoi occhi stavano letteralmente cadendo dalla faccia per il terrore che aveva. " ti ricordi di me? Sono Finn, il tuo amico..." così dicendo la prese per i fianchi malizioso e la sbattè contro gli armadietti. Astrid lo fulminò con lo sguardo. I suoi occhi erano sottilissimi, in parte nascosti dal ciuffo della ragazza. Quegli occhi mostravano odio, ma erano pieni di paura. E finn se ne accorse. Ma apriamo una piccola parentesi. Tanto perchè ve lo starete chiedendo tutti... Come può Astrid aver paura di qualcuno? Un semplice motivo. Ricordate la festa del primo bacio tra Hiccup e Astrid? Anzi... il primo stampo perchè fu così rapido che sembrava un batti il cinque! Ebbene. Lì era presente anche questo Finn. Lui faceva l'ultimo anno al liceo come gli altri, ma lui non era come tutti. Era di ben 2 anni più grande. Alla festa era stato capace di picchiare Astrid e anche bene. Aveva ancora i lividi addosso quella povera 18enne. E lei ora aveva la fobia di quel liceale. Il carcere dov'era stato per un anno aveva messo a quel Finn certe cose in testa, e Astrid non voleva essere la sua marionetta. Per questo ora era lì immobile. La paura imponeva su di lei. "Ma perchè non ti diverti? Credevo che le ragazze amassero essere schiacciate al muro con un bel ragazzo avanti..." sussurrò malizioso. Astrid aveva capito le sue intenzioni e iniziò a tremare. Si fece coraggio. "Non se quel ragazzo sei tu Finn!" Guardò a terra. Lui le prese il mento con forza e la tirò su. I loro bacini erano oramai a contatto. "Non hai capito che di te faccio ciò che voglio!" Urlò spazientito "Oppure farai una brutta fine..." a quelle parole le lasciò il mento e prese un foulard con cui le tappò la bocca. Alzò la giacca e prese una pistola. Astrid sgranò gli occhi e deglutì quando quella pistola finì sul suo ventre, carica. Si guardarono negli occhi. Ad un certo punto Finn sorrise e iniziò a baciarle il collo, con una mano teneva la testa, con l'altra la pistola. Ad un certo punto ribaltò Astrid facendo in modo che lei fosse faccia agli armadietti. Con un braccio le abbracciò il ventre mentre teneva la pistola sulla testa. I suoi baci non erano per niente passionali, volevano solo placare la sete di quell'essere. Astrid strizzava gli occhi al pensiero di doverlo sopportare. Ad un certo punto sbiancò quando le mani di Finn erano scese più giù del ventre della ragazza. Finn le baciava ancora il collo. Ad un certo punto smise e la girò di nuovo alla posizione iniziale. Le abbassò il foulard e iniziò a baciarla, stringendo il suo petto a quello della povera ragazza. Stava addirittura iniziando a sbottonarle la camicia. Astrid voleva liberarsi, ma la presa di Finn era troppo forte e poi la pistola... non poteva salvarsi in nessun modo. Finn si fermò velocemente da quello che stava facendo. Astrid sentì le labbra di quell'uomo ferme, ma ancora schifosamente incollate alle sue. Ad un certo punto Finn si staccò dal corpo di Astrid, che volontariamente si accasciò a terra stremata, piangendo. Dal basso potè vedere la scena. Qualcuno aveva tirato un pugno a Finn, che si era girato e ora puntava la pistola contro l'aggressore. Astrid vide chi era... HICCUP!! La pistola era puntata su di lui! Astrid si sentì il cuore fermo. "Finn... fai il serio... metti giù la pistola!" Hiccup parlava lentamente e alzando le mani. Guardò Astrid e le fece cenno di scappare. Ma lei non ne aveva idea. "METTI GIÙ LA PISTOLA!!" Astrid saltò sulle spalle di Finn che per togliersela di dosso la tirava per i capelli. Astrid prese la pistola in mano e la tirò su. Finn aveva il dito nel grilletto, e accadde. Per sbaglio un colpo era partito da quell'arma, diretto verso l'alto. Diretto verso Astrid. Lei prontamente aveva alzato la testa e vide il buco nel soffitto privocato dal proiettile. Era tutto in silenzio. Si sentivano solo i respiri. Astrid ne approfittò e diede un calcio a Finn dritto nel petto. Egli cadde sulle ginocchia e Astrid si tolse di dosso. Con un balzo Astrid andò a fianco ad Hiccup e caricò la pistola puntandola verso Finn. "Vattene" disse la ragazza con una piccola lacrima sulla punta dell'occhio. Il ragazzo non se lo fece ripetere e scappò. Astrid a quel punto sparò al soffitto di nuovo e cadde sulle ginocchia scoppiando a piangere. Hiccup si inginocchiò a fianco a lei e la aiutò ad alzarsi. Con un braccio le circondò il corpo e le fece mettere la sua testa sul suo petto. Il suo braccio si spostò un po' più in alto, e Hiccup le accarezzò i capelli. "Astrid mi spiace tantissimo per ciò che è successo... se fossi arrivato prima.." "non è colpa tua" disse la ragazza asciugandosi le lacrime e interrompendolo. "Se solo io non fossi così codarda..." Hiccup si staccò da lei e le prese le spalle. Astrid lo guardò nei suoi bellissimi occhi verdi e credette di poter morire per infarto in quell'istante. "Astrid tu sei tutto tranne che codarda. Lo so dalla nascita... sei tantissime cose. Magari hai anche un paio di piccoli difetti ma CODARDA neanche in una vita parallela!" Si scambiarono un dolce sguardo. "Non posso sentir uscire dalla bocca della ragazza che mi ha rubato il cuore una cosa simile!" Astrid alzò lo sguardo che aveva abbassato secondi prima. "La-la ragazza ch-che ti ha..." non finì la frase che Hiccup la spinse al muro. Si avvicinò lentamente tenendole i fianchi, finchè lei non poteva più indietreggiare e lui avanzare. Erano a contatto. I loro sguardi si incrociavano l'uno nell'altro. Hiccup guardò quegli occhioni che sembravano quelli di una bambina, della bambina che Hiccup ha come migliore amica dalla nascita, e sussurrò: "ti amo, Astrid!" In quel momento le loro labbra si unirono eliminando ogni distanza tra di loro. Hiccup le accarezzava leggermente i fianchi, mentre Astrid era bloccata dallo shock. Dopo un secondo decise di lasciarsi andare, sentendo i baci di Hiccup diventare sempre più passionali e la sua stretta un po' più potente. Astrid mise le sue braccia intorbo al collo di Hiccup, che in quel momento si staccò. Si guardarono di nuovo come solo loro potevano. Hiccup curvò un po' la testae diede ad Astrid un leggero bacio sul collo. Astrid si irrigidì. Hiccup si staccò di colpo, ancora sulla spalla della ragazza. "Astrid scusa, non volevo ricordarti Finn..." sussurrò. "Lo so. Non preoccuparti. C'è solo una differenza.." Astrid si era girata verso Hiccup sorridendo. Lui aveva un punto interrogativo silla faccia, dimostrato dal suo dopracciglio inarcato. "Tu non sei Finn!" I due sorrisero e di diedero un altro bellissimo e dolce bacio. Non appena si staccarono si abbracciarono. "Ehi Astrid." Sussurrò il giovane. "Io prima ti ho detto che ti amo ma tu... cioè io ti p-piaccio?" Astrid non rispose per qualche secondo. Un arco di tempo in cui Hiccup stava per sprofondare. Ma ad un certo punto Astrid strinse le sue braccia ancora di più sulla nuca di Hiccup, che rispose prontamente circondandole protettivamente la vita. "Tu non mi piaci... io ti AMO!!"

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Capitolo 7
*** ONE SHOT N. 7 ***


Era notte fonda al campus. Tutti erano andati a dormire, a parte qualcuno che era rimasto sveglio. Hiccup diceva di aver visto su un sito che quella notte avrebbero potuto vedere le stelle cadenti. Hiccup lo aveva detto solo ad Astrid, per passare un po' di tempo con la sua dea. Le stelle però non si vedevano e Hiccup e Astrid aspettavano, Hic aveva circondato Astrid con il suo braccio quando aveva iniziato ad avere freddo. "Hic, ti ricordi il nostro primo bacio?" Chiese Astrid poggiando la testa sul petto del suo ragazzo. "Sì, è stato circa... avevamo 6 anni quindi..." "Ben 15 anni fa". Flashback Era una notte serena e tranquilla. A Berk c'era la festa dello Snoggeltog e tutti erano eccitati. I bambini più piccoli erano felicissimi per i regali che gli avrebbero donato. Alla sfilata dei piccolini tutti si erano vestiti per somigliare ad un drago e il più spaventoso avrebbe vinto un'ascia fantastica!!! Tutti erano dietro le quinte e pronti per andare: ognuno aveva il vestito del drago che avrebbe avuto in futuro, quand'è destino è destino! TestaBruta guardava Astrid invidiosa del suo bellissimo e realistico vestito. Le calpestò la coda e Astrid camminando inciampò e il vestito si strappò. "Ah scusa..." disse TestaBruta sarcastica. La piccola Astrid si mise a piangere e corse via. Hiccup la vide e andò da lei. "Vattene via" disse Astrid seduta a terra con le ginocchia al viso mentre piangeva. Hiccup si sedette a fianco a lei e le mise un braccio sulle spalle. Lei lo abbracciò all'improvviso e Hiccup arrossì. Dopotutto Astrid era molto carina ed era raro vedere che si fidava così tanto di qualcuno. Hiccup si staccò. "Non preoccuparti, ti aiuterò io a rifare la coda. Seguimi!" Hiccup prese la mano di Astrid e la tirò verso casa sua. Andò nella sua stanzetta e prese tutti i materiali che usava per i suoi progetti. "Ecco qui Astrid. Usa tutto quello che ti potrebbe servire." "Grazie Hic." I due si misero a lavoro. Quando i loro sguardi s'incrociavano i piccolini arrossivano. Usarono del ferro e lo dipinsero di giallo per fare gli aculei. Alla fine il risultato fu grandioso!!! "Bellissima Astrid!!! Ora andiamo alla sala!" I due corsero alla sala Meade e arrivarono giusto in tempo per vedere Moccicoso vestito da Incubo orrendo, i gemelli vestiti da bizippo, Gambedipesce con un vestito da Gronkio e Hiccup entró vestito da Furia Buia. "Tocca a te!" Sussurrò Hiccup nell'orecchio di Astrid. Lei entrò molto timida e tutti le fecero un applauso. "Molto bene" disse Stoick. "La vincitrice é Astrid Hofferson!!!" La piccola saltò dalla gioia e ritirò la sua ascia. Andò a togliersi la maschera, la coda e le ali che iniziavano a pizzicarle sulla maglietta. Vide Hiccup entrare nella stanza. "Le mie congratulazioni!" Disse il piccolino mettendo una mano dietro il collo. "Non ce l'avrei fatta senza di te" rispose Astrid dandogli un piccolo bacio sulla guancia. "Grazie" gli sussurró poi all'orecchio per poi andar via. Fine flashback "Ero davvero felicissimo di quel bacio!" Disse Hiccup guardando il cielo. "Peccato che non potevo amarti per paura che gli altri mi insultassero..." Astrid sgranò gli occhi "Hic guarda.. una stella cadente!!" Disse Astrid indicando il cielo e staccandosi dall'abbraccio. "Beh, Milady, esprimi un desiderio!" Disse Hiccup riabbracciandola. Astrid chiuse gli occhi e si avvicinò ancora di più al petto di Hiccup, mentre lui la strinse ancora di più a sè con il braccio. "Io desidero moltissimo che una certa persona mi stia vicina per l'eternità e che non mi abbandoni mai. Che mi sorrida e mi dimostri il suo amore. Per sempre...♥" disse Astrid guardandolo negli occhi, girata a sinistra. Lei sorrideva, lui era serio. Si piegò leggermente e si avvicinò alla sua amata guardando a destra. Sempre più vicino. Astrid divenne seria e chiuse gli occhi, alzando la testa. Quando le loro labbra stavano per sfiorarsi, Hiccup parlò. "Ti amo Astrid" sussurró. A quel punto le loro labbra si incontrarono e i due si scambiarono un bacio passionale e romantico. Hiccup aveva il braccio destro puntato a terra e l'altro abbracciava la schiena di Astrid. Lei invece aveva poggiato la mano sinistra sulla sua spalla e teneva la guancia di Hiccup con la mano destra. Poggiò poi la mano destra sulla spalla di Hiccup quando lui iniziò a baciarle dolcemente il collo tenendole il fianco destro. Quando smise guardò di nuovo Astrid, che gli circondò il collo con le braccia e Hic fece lo stesso con la sua schiena. Astrid poggiò la testa sulla spalla di Hiccup e sorrise. "Credo che il mio desiderio si sia avverato..."

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Capitolo 8
*** ONE SHOT N. 8 (p1) ***


Le battaglie erano iniziate da mesi e oramai a Berk si viveva nel terrore. Nessuno poteva uscire se non per lottare per un tozzo di pane da mangiare in famiglia. I draghi avevano assediato l'isola e Hiccup non sapeva come stabilizzare la situazione. Il giovane voleva chiedere la mano alla sua amata, ma un improvviso e fortissimo attacco aveva mandato tutto all'aria. Ora la vita era un inferno, tutto era distrutto. E non sapevi quando un drago sarebbe sbucato dal nulla ad incenerirti. Sembrava che tutte le tecniche dell'intrepido cavaliere con una gamba sola non avessero più effetto con quei draghi. Ed è ciò che accadde una notte. Una notte dove la morte fu vista in faccia da chi quasi la incontrò. Hiccup's pov Chiudo la porta dietro di me e mi siedo vicino al tavolo. Taglio il pane a fette con del formaggio sopra e prendo un pezzo di stoffa bagnato da mettermi sulla fronte. Che giornata...  oggi mio padre mi ha costretto a distribuire le uniche scorte di cibo rimaste a tutti i superstiti. Un pezzo di pane e del formaggio è toccato a me e Astrid. Noi non stiamo insieme, ma avevo intenzione di chiederglielo. Lei... beh. Semplicemente la più bella delle stupende, la più coraggiosa dei guerrieri, la più forte degli dei... non esistono parole per descriverla e non credo che le inventeranno mai. Io la amo da impazzire, solo vedendola vorrei stringerla a me e baciarla per sempre, per far capire che lei è mia e di nessun altro al mondo, ma continuo a sognare... Proprio parlando di lei eccola che scende le scale, bella come sempre. Si avvicina a me e mi abbraccia. Io quasi non me ne accorgo, ero troppo impegnato a sognare. "Hic, mi hai sentiata?" Mi chiede ad un certo punto. "Eh... cosa? Ehm... no. Ero stanco, la mia mente era altrove!" Mi scuso. Lei sorride e ripete. "Ti ho chiesto com'è andata oggi?" "Ah. Sì, è stata dura perchè ho distribuito parte delle scorte nel villaggio. Papá non torna stasera, siamo solo io e te." Alle ultime parole si gira e mi fissa con quei suoi bellissimi occhi da bambina. Oh, Thor come hai creato una meraviglia così meravigliosa? "Io ho sistemato qua e lá il disordine, se vuoi puoi anche andare un po' a dormire dopo pranzo. Se tuo padre ti chiama per qualcosa vado io." Dice mordendo una fetta di pane e sedendosi a fianco a me. "Va bene..." Fatti coraggio Hiccup! Ora o mai più. "Astrid... devo dirti una cosa..." inizio a parlare. Lei posa il pane e diventa seria. "È grave? Dal tuo tono sembra di sì..." "nononono! Non è grave, anzi... l'importante è se la prendi nel verso giusto..." "nel verso giusto? Hic ma di cosa stai parlando?" Dice ridendo. "Astrid, io..." Non finisco la frase che un grandissimo uncinato entra in casa rompendo la porta e inizia a bruciare tutto. Cerco di calmarlo col trucco della mano, ma non ottengo risultati. Decido di usare la forza. Prendo Inferno e cerco di allontanare quell'enorme rettile, vedo Astrid fare lo stesso con l'ascia. "ASTRID ATTENTA!!!" Il drago con un colpo di coda aveva lanciato degli aculei intorno a noi. Io mi proteggo con lo scudo, Astrid si lancia per schivarli, ma viene colpita all'addome. Cade a terra e lancia un piccolo urlo di dolore. No. Non posso vederla così... "Astrid!!! Tu, cosa le hai fatto!!!" Io odio far drl male ai draghi, ma tengo di più alle persone che amo. Prendo una sedia e glie la lancio contro, il drago vola via da un buco. Da lì vedo che ci sono milioni di draghi che stanno assalendo tutta Berk. Vado vicino ad Astrid a vedere la situazione. L'aculeo non l'ha perforata, ma ha provocato una profonda lacerazione nel fianco sinistro. "Non preoccuparti Astrid, sono qui, andrá tutto bene..." la prendo in braccio e la porto nella mia stanza, dove dormiamo insieme da quando abbiamo lasciato la riva del drago. La poggio sul letto e la vedo sempre più pallida. "Hic... ho f-fred-ddo!" Parla a malapena. Aveva perso molto sangue, e per di più gli aculei degli uncinati mortali hanno un veleno, beh, mortale. " non preoccuparti, ci penso io." Prendo ol suo coltello dalla gonna e strappo una striscia della mia maglia. Essendo più lasga della sua vita, riesco a fare un paio di giri e un nodo. Vado nella mia cassetta e prendo un'ampolla: antidoto per gli aculei degli uncinati. Per fortuna ne avevo ancora un po'. La stoffa è bella stretta, così che non esca altro sangue. Bagno il fianco con la cura e la sento stringere i denti. "Lo so, brucia un po', ma devi tenere duro." "Hic, ho ancora freddo, la coperta non mi scalda perchè è giá fredda, avvicinati ti prego." Sgrano gli occhi al pensiero di ciò che mi ha detto. Mi siedo a fianco a lei e mi abbasso, avvicinandomi al suo viso. L'ultima volta che eravamo così vicini è stata quando mi ha baciato ai giochi del disgelo tre anni fa, poi mi ha baciato anche allo snoggeltog dell'anno precedente e anche quando in estate ho sconfitto il Morte Rossa... Che bei momenti... La guardo dolcemente mentre lei inizia a chiudere gli occhi. Oh, no. Che stia andando in coma??? "No... no ASTRID!! Non chiudere gli occhi, per nessuna ragione ti prego, TI PREGO NO!!!" Inizio a piangere fortissimo mentre la scuoto e la abbraccio e la tengo stretta a me. No, non può lasciarmi così.. "Hic, calmati, stavo solo vhiudendo gli occhi, sto bene..." dice. Mi stacco e la guardo nei suoi bellissimi occhi blu. "Ma qui tra le tue braccia sto meglio..." dopotutto ormai, il suo letto erano le mie braccia. Arrossisco leggermente e decido di stenderla di nuovo sul letto, ma lei stende un braccio sul materasso e io non riesco a stenderla. "Fammi rimanere accanto a te, in questo modo non ho freddo!" Il suo sorriso fiventa serio. Non ci credo, è una calamita. Mi sto avvicinando! Calmati Hic, indietreggia... Ma aspetta. È la mia occasione. Mi lascio andare e mi avvicino a lei sempre più. Lei chiude gli occhi e li chiudo anche io. Poi accade. Le nostre labbra finalmente si uniscono dopo tanto tempo, era da troppo che le desideravo. Si stacca mentre le mie labbra cercano ancora le sue. E auabdo sto per dirle cosa provo, unenorme incubo orrendo ali giganti entra dal tetto ormai distrutto. "Ce la fai a correre, As?" "Credo di sì!" "Allora corri!"

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Capitolo 9
*** ONE SHOT N. 8 (p2) ***


"Corri!!!" I due giovani vichinghi correvano verso una piccola sfera di luce, cercando di evitare il fuoco dei draghi che pioveva dal cielo. Astrid non credeva di resistere ancora per molto. Le sue condizioni erano pessime: la ferita che aveva sul fianco non era più avvelenata, ma purtroppo non era stata disinfettata e Astrid spesso languinava dal dolore e dal bruciore. Hiccup le teneva stretto il polso, correndo con lei, e tirandola quando lei non riusciva a muovere la gamba sinistra per via della fasciatura. I due decidono di entrare in una casa e si siedono stanchi, con il fiatone. Dopo qualche secondo sono costretti a ripartire per la loro corsa nel villaggio, sapendo di non poter inoltrarsi nei boschi se non si voleva morire. L'isola brulica di draghi selvaggi e indomabili, volti conosciuti si vedono a terra stesi in una pozza di sangue. Astrid cade in uno di essi e si ritrova a terra dolorante per il fianco. Hiccup cerca di confortarla e di aiutarla ad alzarsi, ma la ragazza non ne vuole sapere. Astrid's pov "Astrid, cosa stai dicendo? Devi alzarti se non vuoi morire..." Hiccup mi voleva alzare tenendo le sue braccia sotto le mie spalle. Io non ci riuscivo, era troppo complicato. Troppo doloroso. "Hic vattene. Scappa, salvati! Non pensare a me..." "Astrid cosa stai dicendo? Non posso lasciarti qui, non azzardarti a ripetere una cosa simile!" Mi guarda negli occhi lacrimante. "Ma io non ce la faccio!!" "Ti prego, sforzati. Non potrei vivere sapendo che tu sei morta qui e io non l'ho impedito, non vivrei con questo peso sulle spalle Astrid!!!" Lo vedo piangere sempre di più. Pianto un piede a terra e lui mi tira, e io mi alzo. "Oh Astrid!" Mi abbraccia senza toccare il mio fianco sinistro. "Non dire mai più una cosa simile!!" Ricominciamo a correre e entriamo in una casa. Io mi siedo e Hiccup sbarra la porta con qualsiasi cosa. Si siede a fianco a me. I nostri petti vanno su e giù velocemente per l'affanno, quasi allo stesso tempo. Lo vedo chiudere gli occhi, forse pensa a come uscire vivi da questa situazione. Io penso ad altro. Completamente. Prima mi ha baciata cioè, wow... Era ora!!! Ed è stato boh... non lo so descrivere. So solo che lo rifarei e rifarei e rifarei... "Come va il fianco?" Mi chiede tra un respiro e l'altro. Mi giro e gli sorrido, sperando che anche lui mi sorrida. Ma continua a tenere gli occhi chiusi e non mi guarda nemmeno. "Molto meglio." Devo chiedergli del bacio. Ma quando lo chiamo  la casa inizia a tremare. Ad un certo punto il tetto inizia a prendere fuoco. "Astrid. Questa è la casa dei gemelli. Loro avevano un bunker sotterraneo seguimi!!!" Scendiamo le scale e ci ritroviamo davanti ad una botola di pietra. La alziamo e entriamo nel rifugio. "Da qui non passeranno le fiamme" dico. "Ma il calore sì..."  nota lui togliendosi la maglietta. Inizia a far davvero caldo qui dentro... Come vorrei togliere la maglia anche io, ma mi vergogno. Intanto tolgo le spalline e le appoggio a terra. Il calore aumenta a dismisura... "Toglila la maglietta" dice ad un certo punto. Arrossisco. "Ma Hicc..." "Non preoccuparti. Prometto di non guardarti... lascia solo la benda." Mi metto dietro di lui e mi tolgo la maglietta, sedendomi appoggiata alla sua schiena. Devo ammetterlo, sarò anche imbarazzata, ma sto bene. Passano le ore e l'ossigeno scarseggia. Forse siamo ai 60°, non distinguo più niente. Il caldo mi sta facendo impazzire. "Astrid, ma tu mi ami?" Ho un sussulto. Perchè mi chiedeva una cosa simile in una situazione del genere?? Forse il caldo aveva fatto andare fuori di senno anche lui. Ma forse noi non saremmo mai usciti da quel luogo, quindi perchè mentire. "Sì Hiccup. E anche tanto" "Ma, perchè non me l'hai detto subito?" Disse ridendo. "Perchè sono stupida..." aggiunsi sorridendo. "No, sei bellissima, non stupida." Si gira e mi guarda negli occhi. Arrossisco dalla nostra vicinanza, ma mi tranquillizzo quando sento le sue calde mani sulla mia schiena e le sue labbra sulle mie. Mi bacia in modo passionale e dolce, e poi, buio. Credo di essere svenuta tra le sue braccia, non so. So solo che quando mi sono svegliata ero nella capanna di Gothi con una fasciatura attorbo alla vita e lui seduto a fianco a me. "Vi ho trovati lá sotto quando i draghi erano andati via." Dicw Skarakkio. "Tu avevi bisogno di cure ed eccoti qua. Lo sai, Hic non ti ha lasciata un secondo sola..." Hiccup arrossisce. Anche io leggermente, ma non lo nora nessuno. Skaracchio esce e lui mi prende la mano. "Da quanto tempo sono qui?" "Più di una settimana." "Ah" Silenzio imbarazzante. "Come va il fianco?" Il fianco? Ah giá... il fianco... Sono così distratta a guardare i suoi occhi che il resto del mondo è un puff. "Meglio. Senti Hic volevo dirti che... cosa?" Inizio a parlare ma lui dice la stessa cosa. "Prima tu." Dico. "Nono... ru!" Risponde. "Ok. Volevo dirti grazie, per tutto. E poi, volevo dirti che ti amo!" Lui rimane immobile. Credo di stare per morire... "Perfetto. Sai, io volevo chiederti se volevi essere la mia..." non finisce la frase che gli abbraccio il collo e lo bacio. LA SUA RAGAZZA?? OMT SIIIIII!!! Mi stacco e lo guardo negli occhi. "Sì".

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Capitolo 10
*** ONE SHOT N.9 ***


Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a Hiccup tanti auguri a te! Il ragazzo soffiò le 15 candeline ed espresse un desiderio. Tutti applaudirono e presero una fetta di torta. "Allora Hic, perchè non apri i regali?" Disse suo cugino Moccicoso, porgendogli il suo. Hiccup chiamò tutti i suoi amici e si sedettero in cerchio a vedere i pacchi scartati dal festeggiato. "Wow! Un videogioco per la playstation!! Grazie Moccio!" Disse il ragazzo, battendo il pugno con il cugino. "Vediamo un po'... TANTI AUGURI DAL TUO CUGINETTO, IL PIU' FIGO FRA TUTTI... ehm... sì, e anche il più vanitoso. Poi, vediamo questo qui. TI AUGURIAMO UNA VITA PIENA DI ESPLOSIONI! BRUTA E TUFO. Beh, bel biglietto. E voi mi avete regalato..." Hiccup tolse la carta curioso come un bambino. "Un set da chimico!" "Con questi esperinenti farai esplodere il mondo!" Disse tufo. "Andiamo avanti... CI CONOSCIAMO DA POCO E NON SAPEVO COSA REGALARTI, MA SPERO TI PIACCIA. ANCORA AUGURI. ERET. ... wow Eret ma è bellissima!" Eret gli aveva regalato una felpa bordeaux con il cappuccio di quelle senza cerniera, con su disegnata una freccia verso destra e la scritta sono con uno stupido. Al vederla risero tutti. "Dovresti metterla se esci con mio fratello!" Disse bruta. "Ci farò un pensiero. Questo pacco è da parte di Dague e di Heather, c'è scritto AUGURI DAL FRATELLO CHE NON HAI E DALL'AMICA CHE NON TI ABBANDONA MAI! Vediamo cos'è... CHE BELLA!! Una chitarra!! No vabbè non ho parole... ed ecco l'ultimo pacco da parte di Gambedipesce. DAL TUO MIGLIORE AMICO TANTI SINCERI AUGURI DI FELICITA'! allora, è un... è una foto di tutta la gang! Ma che carina, grazie Gambe!! Rimane solo il regalo di Astrid." "Ma non ci sono altri pacchi!" Disse Dagur. Astrid sorrise e prese Hiccup per un polso e lo trascinò fuori da casa sua, portandolo nella casa della ragazza. "Scusami As ma che ci facciamo qui?" Chiese Hiccup mentre lei si guardava in giro. "È per il tuo regalo!" "Ma non potevi portarmelo?" "No, non potevo." Aatrid tornò dalla sua stanza con una borsa per animali. "Buon compleanno Hiccup!!" Hiccup aprì la borsa e vide 2 un gattini piccolissimi, una bianca c gli occhi blu, l'altro tutto nero con gli occhi gialli. " La madre purtroppo è morta e ne ha fatti due, la sorella l'ho giá presa io. Questo è per te, so che adori i gatti." Spiegò la ragazza porgendogli il gattino nero e poi mettendosi le mani dietro la schiena. "Non ha neanche i denti! Credo che lo chiamerò Sdentato!" Rispose il giovane giocherellandoci. Poi lo posò nella borsa con la sorella e abbracciò Astrid. "Grazie mille, sei il regalo più bello di tutti!" Astrid rimase sorpresa, ma poi ricambiò l'abbraccio. Appoggiò la testa sul petto di Hiccup mentre lui affondava il viso nell'incavo del suo collo, sentendo il profumo della ragazza. Astrid si staccò. "Un momento... sei.?" Chiese lei. Hiccup non rispose, aveva ancora le braccia attorno ai fianchi della giovane, che aveva le nani sul petto del ragazzo per distanziarsi da lui. Dopo un secondo passato a fissarsi, le loro labbra si unirono in un dolcissino bacio che Astrid ricambiò subito. Quando si staccarono si fissarono per un paio di secondi. "Tanti auguri Hiccup."

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Capitolo 11
*** ONE SHOT N.11 ***


HICCUP'S POV

BOTTLE FLIP!!!

si sentono grida e persone che cantano come i pazzi. l'ultimo giorno di scuola ha sempre un brutto effetto. tutti noi maschi ci siamo messi in fila per giocare a questo gioco e chi ne fa di più in 30 secondi vince una torta. 

VIA!!!!

tutti lanciamo e bottiglie ed ecco i risultati: 

ERET 12

TUFO 21

MOCCIO 6

IO 19

GAMBEDIPESCE 15

T: evvai ho vintooooo!!!

dicendolo lancia una bottiglia a caso e finisce in testa ad Astrid.

T: oh oh...

lei gli va incontro e lo prende per il colletto:

T:A-astrid scusami io... io non

Ma Astrid non lo sta a sentire e gli dà un pugno nello stomaco. lui cade a terra in ginocchio e lei se ne va

io: ma dai, non fare la solita scontrosa...

A: ne vuoi uno anche tu??

Io: nono.... ma anche no!!

A: bene.

mi viene incontro e mi prende il colletto della polo e mi stampa un piccolo bacio sulle labbra.

He: tu sei un po' strana, amica mia...

B: sarà ma adesso CANTIAMO!!!

Gambe ha acceso il computer e ha messo ANDIAMO A COMANDARE e TUTTO MOLTO INERESSANTE, abbiamo cantato e ballato e scherzato, ci siamo davvero divertiti come dei pazzi. abbiamo giocato al gioco della bottiglia e tutti ci siamo ingelositi l'uno del proprio partner.

le coppie:

Hiccup-Astrid

Moccio-Bruta

Gambe-Heather

Tufo-Susie (cugina di Astrid)

Eret-Dugney (figlia del barista della scuola Joahn)

ecco i baci della giornata:

Astrid-Tufo

Moccio-Heather

Bruta-Eret

Gambe-Susie

Io-Dugney

diciamo che Astrid voleva uccidermi solo con lo sguardo. 

Io: andiamo, sai che è solo un gioco, sono solo tuo Milady!!

e gli stampo un bacio sulle labbra, anche se lei è andata oltre, mettendo in mezzo la lingua. ma quanto è cucciola e protettiva la mia Astrid!! 

 

OK

NON CHIEDETEMI DA DOVE ESCE STA ROBBA

PERCHE' NON LO SOOOOOH!!!!!

VABYVABY

BACIONIIIII

ROSY <3

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Capitolo 12
*** ONE SHOT N.11 ***


Masalvissimooo!
E buonannoooo🎉🎊
Eio scrivotuttoattaccato perchéiopuóoooo!!
Ok basta.
Speciale!
No. Non aggiorno il libro *sigh*
Oggi faccio una one shot what if...?
Per chi non sa cosa sono, le WHAT IF sono la copia di un pezzo della storia, ma con un COSA SAREBBE SUCCESSO SE...?
E la WHAT IF di oggi é:
WHAT IF ASTRID WENT WITH HICCUP TO DISCOVER DRAGO BLUDVIST?
(Credo non ci siano errori, poi bah..)
Vabyvaby vi laschio e cciauu

Autore

"Pazienza!" Protestó il ragazzo camminando sulla nave avanti a tutti i cacciatori a bocca aperta: non credevano che un ragazzino cosí potesse avere cosí tanta voglia di conoscere il loro capo. "Voglio provarci comunque!" Aggiunse, mentre inseriva la gamba di ferro nel macchingegno per la coda, e scavalcava con l'altra il dorso della sua furia buia. "Hic!" Protestó il padre, cercando di far cambiare idea al figlio. "Se sono riuscito a far cambiare idea a te... posso farlo anche con lui!" Il padre corrugó le sopracciglia, non volendo controbattere ancora. Sapeva che sarebbe stato inutile, data la testardaggine del figlio, da lui ereditata poi. "Andiamo bello!" Il drago con un balzó si ritrovó a perforare il cielo, in gran velocitá. 

Astrid's pov

Hiccup prese il volo verso il largo, intento a trovare questo Drago Boludvist. Aveva ragione, ma da solo non poteva farcela. "Andiamo!" Sussurro alla mia dragona, ma una ğ
ci interruppe. "NO!! Tu torni con gli altri a Berk. Ho giá visto troppe ribellioni in un giorno solo!" Disse il capo, salendo sul suo drago. Lo guardai, poi guardai Stoick. Andó vicino a Skarakkio. "Torniamo a Berk, e poi riportiamo Hiccup a casa." Sapevo che lui sarebbe andato a cercarlo dopo essere tornati a Berk. "Scusate la mia testardaggine, Stoick, ma io non posso lasciarlo da solo!" Dissi, prima di spiccare il volo. Constatato dal libro dei draghi, gli uncinati mortali sono i draghi più agili e veloci tra i draghi selvaggi, e considerato che la mia Tempestosa é anche addestrata, é classificata la più agile e veloce fra i draghi conosciuti (persino i furia buia). Per questo raggiungere Hiccup é stato semplice. Lo sentii urlare e mi avvicinai. "Hiccup! Tutto ok?" "Ah... Astrid!! Mi hai spaventato." "Perché quell'urlo?" "Un esempio pratico: perché lanci asce contro gli alberi quando sei arrabbiata?" Mi fece ridere. Insieme volammo sulle nuvole e gli dissi le intenzioni del padre. Sdentato inizió a ringhiare, come se avesse percepito qualcosa. "Astrid... ho la sensazione che ci stia già seguendo... eccolo girati!" Mi girai. Lui venne a fianco a me. "Andiamo papà... sul serio!?" Hiccup poi si congeló. Vedemmo che quello non era il padre, ma una figura coperta da una maschera e protetta in un'armatura molto robusta, con un bastone in mano, che fluttuava tra le nuvole. "Ooook... niente movimenti bruschi..." sussurrai. In mezzo secondo le nuvole sparirono, e davanti a noi comparve un drago grande quanto 2 volte Sdentato e Tempestosa messi assieme. A comandarlo, quella misteriosa figura. Lo guardavamo, e ad un certo punto sentii qualcosa tirarmi su. 2 draghi avevano afferrato me e Hiccup. Sdentato cadde per via della coda, Tempestosa cercó di liberarmi, ma una mossa di quel cavaliere la fece addormentare, per poi farla precipitare. "SDENTATOOO!!!" "NOOOOO!! TEMPESTOSAAA!!!" Mi liberai e caddi verso di lei. "NO, ASTRID!!! NOOOOO!!!" Caddi su Tempestosa e la svegliai, e mentre eravamo ancora in picchiata riuscimmo a volare e non schiantarci sul ghiaccio, come aveva fatto Sdentato. Non lo vidi. "Segui quel tizio, piccola!!" Tempestosa volò verso quella figura. "Avete lasciato il mio drago laggiù! Non puó volare da solo, annegherà!!" Sentii dire. "Hiccup!" Sussurrai. Si voltó. "Astr..." "shhh!!" Dissi. "Mi nascondo e poi esco all'improvviso a liberarti, ok?" Sussurrai ancora. Lui annuì e io mi abbassai. "Aspetta!!" Mi voltai. "E Sdentato??" Non risposi. "Ecco... io..." lo vidi fare una faccia sconvolta. "Bene. Allora a noi due, misteriosa figura!" Divenne serio. Io mi allomtanai e mi misi dietro di loro.
*********************
Arrivammo in una grotta interamente costruita in ghiaccio, ma uno di quelli che non si scioglie al sole. Hiccup si ritrovó circondato da draghi, dietro i quali io mi ero nascosta. Per calmarli prese Inferno e la accese, per poi creare un'esplosione con il gas. Tutti rimasero affascinati. Io sorrisi, stringendo il manico dell'ascia. "Tu sei il cacciatore di draghi?" Non rispose. "Ehm... Drago Bludvist?" Ancora nessuna risposta. "Riesci a capire quello che ti sto dicendo??" La sua risposta fu in un roteare el suo bastone per poi sbatterlo a terra. Come in risposta al comando, un drago sbucó da dietro di lei e trascinó Sdentato affianco ad Hiccup. "Oh, va tuto bene, va tutto bene. Anche io sono felice di rivederti, bello!" Sussurrò abbracciandolo. Il cavaliere fece un'altra mossa col bastone e i draghi iniziarono a creare una fiamma tra le loro fauci, per fare luce. La figura si avvicinò ad Hiccup e fece addormentare Sdentato con la mossa che aveva usato prima con Tempestosa. Hiccup inizió ad indietreggiare quando lui allungó la mano verso il suo mento. "Ah!" Sospiró. "Hiccup..." sussurró. A quanto pare quel lui era una lei. "Cosa hai in mente di fare al mio Hiccup?" Dissi tra i denti, stringendo ancora di piú la mia ascia. "Come...?" Chiese lui. La donna si tolse la maschera e si riveló bellissima: una pelle rosea e labbra carnose, capelli lunghi e di un colore biondo cenere, il tutto adornato da delle piccole lentiggini e due enormi occhi come i miei, ma verdi esattamente come quelli di Hiccup. Non credevo potessero essercene dello stesso suo colore. "Come può essere, dopo tutti... tutti questi anni?" "Ehm, dovrei... dovrei riconoscerti?" Chiese Hic leggermente in imbarazzo per la situazione. "No... eri solo un bambino..." Hic aggrottó le sopracciglia. "Ma una madre non dimentica mai!" Continuó. Hiccup rimase senza parole, fece solo un sospiro. "Cosa...???" Mi lasciai sfuggire, facendo scivolare l'ascia dalle mie mani, anche io senza parole. La signora si voltó e si lanció contro di me. Io caddi a terra e lei mise il bastone sotto il mio collo. "Chi sei tu... una spia di Drago??" Mi chiese. "No... io" "Fermati! Lei é con me!!" Disse avvicinandosi. Lei si alzò e Hic mi tese una mano. "Oh, scusami. Ho giá avuto a che fare con Drago e in modo negativo..." "non si preoccupi, lo avrei fatto anche io!" Mi sorrise. Mi persi nei suoi occhi, identici a quelli di Hiccup, anche se i suoi sono più affusolati a magnetici. Valka scappò e io e Hiccup restammo da soli. "Un momento..." disse lui. "Seguitemi!" "Ma aspetta! Non puoi dirmi una cosa del genere, aggredire una persone per poi scappare cioé... TU SEI MIA MADRE?? Insomma... dove sei stata? Cos'hai fatto in tutto questo..." superó un masso di ghiaccio e disse senza parole "...tempo!" Io rimasi dietro di lui. Cercai di scavalcare ma il ghiaccio era troppo scivoloso, beato lui che aveva la gamba di ferro! Mi aggrappai e sentii qualcosa spingermi da sotto le gambe. Era Tempestosa, e dietro di lei, Sdentato. "È vero!" Aggiunsi. "Ma poi ci hanno dempre detto che tu eri stata divorata dai..." mi bloccai affianco ad Hiccup. "Draghi!" Dissi in un sospiro. Avanti a noi, un vero e proprio santuario dei draghi. Ce n'erano di tutti i tipi e di tutte le forme.  Era davvero stupendo (o come direbbe Rosa: stupenTo). "Tu hai salvato tutti questi draghi?" Valka annuì. "Wow..." "ti piace?" "Io... veramente  non ho parole" "beh, almeno non sono noiosa! Vero?" "Beh, credo si possa dire, anche questo!" Disse mentre un drago lo annusava. Valka ci presentó l'Alpha e il suo odio per drago. Portammo i draghi a mangiare e ci parlò di come i vichinghi non cambiavano idea sui draghi, mentre Hiccup c'era riuscito. Dopo ore di divertimento, Hic mi viene incontro e mi dice "beh, non possiamo rimanere qui per sempre!" E mentre stiamo per chiamare i draghi, ci tappano la bocca. Ci liberiamo e vediamo che sono Stoick e Skarakkio. "andiamo!"  Disse Stoick. "Ehm papà, c'é una cosa che dovresti sapere!" "Sì, aggiungila alla lista!" "Ehm, veramente non è una di quelle cose che Hic dice spesso, vi piacerà, dovete solo prenderla nella giusta maniera!" Mi aggiungo. Ci fermiamo perché Skarakkio si é bloccato. "Ehm... forse dovresti starli a sentire stavolta..." e si sposta, sedendosi e togliendoai l'elmo. "Oh mamma..." sussurra. Stoick prende la spada e si incammina. "Ehm, papà potresti abbassare la spada perfavore?"Stoick valcò la soglia della strettoia di ghiaccio e si bloccò. Una specie di cavità un po' più larga e completamente in ghiaccio, Valka in piedi davanti alla soglia del corridoio. Stoick fece cadere la spada e si toglie l'elmo. Io ed Hiccup ci guardammo come per dire e se ora litigassero??. Lui mi strinse una mano dalla paura. "So cosa vuoi dire, Stoick. Come ho potuto essere assente in tutti, tutti questi anni!" Stoick si avvicinò sempre di più a lei, al punto che lei fu costretta ad appiattirsi al muro. "Ti ho fatto crescere Hiccup da solo, e ho sbagliato... oh, andiamo, non essere così Stoick, parla, urla, dì qualcosa!!!" Si bloccò quando Stoick le mise una mano sulla guancia. Hiccup mi strinse ancor di più la mano e io mi avvicinai. Sembrava stesse per interromperli e dire al padre La stai spaventando!! Vuoi dire qualcosa?? Ma non ce ne fu bisogno. Stoick sussurrò delle dolcisime parole: "sei bella come nel giorno in cui ti ho perduta!" Hiccup mi lasciò la mano e la mise attorno ai miei fianchi. Stoick prese il mento di Valka e avvicinò il proprio volto al suo, dandole un tenero bacio. Hic, con due dita, mi girò il capo, e mi baciò, ma non come fece Stoick, uno stampo lungo e mancato: Hiccup mi coinvolse in un bacio lento e passionale, suscitando una piccola risata da parte di Skarakkio. Ci staccammo pochi secondi prima di loro, per potergli sorridere. 
*********************************
Entrammo tutti nella casa di Valka e gli raccontammo meglio di Berk. "E tu potrai venire con noi a Berk!" Disse Hiccup, un po' frettoloso. Secondo me però era normale la sua euforia. "Piano Hic" lo rimproverò il padre. "C'è ancora molto da fare..." iniziò a fischiettare una canzone. "Ricordi la nostra canzone, Val?" Iniziò a cantare una dolce melodia. Poi iniziò a cantarla con un tono più allegro, per coinvolgere anche la moglie. Hiccup mi guardò e mi sussurrò: "mio padre canta??" E io sorrisi per non ridere. Continuò a cantare e Skarakkio si mise in mezzo. Lo tirai a fianco a me e Hic lo sgridò con lo sguardo. Stoick stava per cedere, quando anke Valka iniziò a cantare. La canzone si fece più movimentata e iniziarono a ballare. Skarakkio prese Hiccup e lo fece girare, ballando una sottospecie di quadriglia. Poi prese me e girammo, finchè non mi lanciò tra le braccia di Hiccup: il mio viso affondò nel suo petto e lui mi prese per i gomiti. Anche lui iniziò a farmi girare e girare, finchè Hiccup non mi prese i fianchi e lui si inginocchiò, alzandomi in aria alla fine della canzone. Solo dopo qualche secondo capimmo che noi due e Valka e Stoick eravamo nella stessa posizione. E così ci mettemmo a ridere. "Valka, vuoi essere di nuovo mia moglie? Possiamo essere di nuovo una famiglia!" Disse, mettendo le braccia attorno alle spalle di Hiccup e della moglie. "Beh... sì!!" Rispose lei. "Si beh... " disse Hiccup, girandosi e allungando un braccio, prendendomi il polso. "Manca un componente!" Mi tirò per il polso e mi unì all'abbraccio, mettendo una mano sul mio fianco e stringendomi a lui. Valka sorrise e sorrisi anche io. "Hic ma... io che c'entro?" Dissi un po' imbarazzata. "Tu c'entri sempre, milady!" Disse prendendomi il mento con l'altra mano e dandomi un dolce bacio. Sentii la sua mano massaggiarmi il mento, e l'altra mi accarezzaca la guancia. Scese fino al collo, poi alla spalla e poi al mio fianco, accarezzandomi dolcemente. Quando si staccò, Valka e Stoick sorrisero. "Ottimo!!" Skarakkio si unì. "A cucinare penso io!" E ridemmo tutti a crepapelle.

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Capitolo 13
*** ONE SHOT N.12 ***


La nebbia si fece sempre più fitta. Un nuovo triste giorno era arrivato a Berk. Per le strade le persone vagavano come zombie in cerca di qualcosa da fare: gli adulti andavano a caccia o a pesca, le donne riordinavano le case, i ragazzi giocavano, pur senza divertimento e i nostri amici si erano riuniti all'accademia. L'ex capo, Stoick Haddock l'immenso, aveva nominato l'arena come accademia dei draghi nell'anno 1011: lì, i ragazzi dovevano addestrare i draghi e scoprire nuove caratteristiche su di essi. A comandare dell'accademia era il figlio del capo, Hiccup Horrendus Haddock III. Ma dalla morte del padre, Hiccup era diventato il capo e non aveva molto tempo per l'accademia. Il suo drago, Sdentato, l'ultimo dei furia buia, era il drago Alpha, dominatore di tutti i draghi. Tutti lo stavano a sentire, e purtroppo questa fu la pecca in quei giorni. I ragazzi erano riuniti all'accademia, anche se ora erano veri e propri uomini e donne, di 30 anni ciascuno. Erano anche sposati tra di loro: apparte la celebre coppia Hiccup e Astrid, Gambedipesce e Moccicoso avevano iniziato a fare la corte a TestaBruta, che alla fine sposò Moccicoso. TestadiTufo si era follemente innamorato di Heather, che aveva ormai lasciato Gambedipesce, e anche loro si erano sposati. Heather era incinta di 5 mesi, mentre Astrid aveva una figlia, Jamie, di 4 anni e TestaBruta aveva un figlio di nome Finn, di 3 anni. "ormai l'accademia non ci serve più!" disse Moccicoso. Il giovane capo. Chiuse la porta e si arrampicò sull'architrave, togliendo lo stemma di 'ACCADEMIA DEI DRAGHI'. "Ma perchè lo ha fatto?" chiese Gambedipesce. "L'amore ti spinge a fare anche la più grande delle pazzie" rispose Astrid. Strizzabifolco prese un'enorme roccia con su scritto 'EX ACCADEMIA DEI DRAGHI (1011-1020)' . "Mi mancheranno i draghi, soprattutto la mia piccola!" disse Heather. "avrei voluto che il nostro piccolo crescesse vicino ad un drago..." disse Tufo alla moglie, accarezzandole la pancia. "I draghi non ci sono più, dobbiamo farne una ragione!" s'intromise TestaBruta. Dopotutto sapevano che non ne avrebbero mai visto un altro in vita loro. Ma com'era successo?

Tutto era iniziato quando Hiccup aveva deciso di fare un giro di ricognizione intorno all'arcipelago. dopo anni e anni di prova, era riuscito a creare una coda automatica a Sdentato, e potevano volare da soli. "andiamo amico!" disse, prima di lanciarsi, come aveva fatto altre volte. solo che qualcosa era andato storto: la coda non si era aperta come dovuto e Sdentato cadde. Il drago si ritrovò su un'isola deserta, in mezzo al bosco. "Sdentato!!" urlava il suo padrone. Quando lo trovò, rimase senza fiato. "Un'altra furia buia?? ma è fantastico!!!" Il ragazzo tornò a Berk con la notizia, e promise al drago che il giorno dopo sarebbero andati a trovarla. quella notte, però, Sdentato si alzò e chiamò tutti i draghi con il richiamo dell'Alpha, e andò verso l'isola. Hiccup cercò di fermarlo, ma il drago era come tornato agli istinti primitivi, e non lo stette a sentire. Volò via, per sempre, con tutti gli altri draghi. Tutta Berk li guardava andare via, sbalorditi e tristissimi: ogni vichingo aveva perso l'altra metà di sè. 

I ragazzi tornarono alle proprie abitazioni per andare a dormire, dopo aver passato una giornata triste e monotona. Astrid preparò del pesce quella sera, il cibo preferito del marito, per titrarlo un po' su. lui era legato a Sdentato più di ogni altro vichingo al suo drago, e sapeva che non lo avrebbe mai dimenticato. Il giovane capo varcò la soglia della porta di casa e si sedette a tavola. "Ehi papà!! si saluta lo sai??" lo sgridò la figlia. "Hai ragione, scusami, è che stasera sono molto stanco..." "sei triste per Sdentato vero?" il giovane non rispose, ma si perse negli occhi verde turchese della bambina. "Forse dovresti un po' lasciare stare il papà, pensare a Sdentato lo fa essere ancora più triste." li interruppe Astrid. "Forza ora, a tavola."

I tre mangiarono con gusto, anche se per la prima volta cenavano in un silenzio tombale. "Papà, ma Sdentato ha portato via tutti i draghi?" chiese la piccola. "Jamie!!" la sgridò la madre. "no, non preoccuparti Astrid. Sì Jamie, tutti tutti." il ragazzo abbassò lo sguardo. la piccola scese dalla sedia e gli andò in braccio. "io in realtà ho un drago!!!" i due consorti alzarono lo sguardo verso la figlia. "COSA!?!?" chiesero insieme. la piccola li portò nella sua cameretta, e prese una scatola da sotto al letto, che custodiva un uovo. "Wow Jamie... ma dove lo hai trovato?" "ieri camminavo nel bosco con Finn e lo abbiamo trovato. Abbiamo fatto la morra cinese e ho vinto io, quindi l'ho tenuto!" mentre i genitori guardavano la figlia senza parole, si sentì un CRACK. l'uovo si era schiuso, e da dentro uscì un piccolissimo uncinato mortale. "Awwww che carino!!!" disse la piccola. "è una femminuccia!!" disse il padre. "Beh Jamie, come la vuoi chiamare?" le chiese la madre. "la chiamerò Hope, perchè è la speranza che i draghi possano tornare!!"

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Capitolo 14
*** ONE SHOT N.14 ***


Benvenuti alle previsioni del futuro di Rosy.
Oggi vi descriverò il famoso bacio hiccstrid della quarta stagione di race to the edge. (In realtà e tutta opera della mia mentolina stramba, niente spoilers *sigh*)

"Fuoco!!"
Un altro colpo di cannone arrivò dritto sull'isola. La riva del drago era mezza distrutta, e i cavalieri facevano l'impossibile ormai da ore. Blocccare i colpi era impossibile, potevano solo affondare le navi, o distruggere i cannoni. Ma di notte e con almeno 30 navi era un vero inferno. I cavalieri si rifugiarono nel domo per pensare ad un piano.
"Non mi piace per niente..." "lo so Gambe, neanche a me, ma li sconfiggeremo!" Lo rassicurò Heather. "Quel Viggo... non l'ho mai sopportato!!" Dagur diede un calcio ad una roccia che il suo Gronkio divorò in fretta. "Calmati Dagur..." "non ci riesco fratello!" Rispose. Poi si sedette, cercanddo davvero di darsi una regolata. "Allora" Astrid prese una mappa. "Le navi sono in questa zona e i colpi arrivano da qui, se riuscissimo a sorprenderli da dietro sarebbe efficace!" Esultò. "Geniale! Allora. Io e Astrid raduneremo i Paura Notturna per avere rinforzi nell'attacco a sorpresa. Tufo, Bruta, fate esplodere più navi possibili. Voi altri occupatevi dei cannoni e cose simili" disse Hiccup, prima di montare su Sdentato e spiccare il volo nella galleria sotterranea insieme ad Astrid. I due volarono in lungo e in largo per tutta l'isola alla ricerca dei piccoli draghi, o almeno di Smidvarg, il loro capo. "HIC ATTENTO!!" una freccia infuocata arrivò da una nave che li aveva seguiti. Il ragazzo la schivò, ma nel farlo un'altra lo colpì lateralmente al petto, rimanendo incastrata nella carne del giovane dal lato. Il ragazzo lanciò un urlo e poi perse i sensi, come se la freccia fosse intinta in qualcosa, e cadde, seguito a ruota libera da Sdentato. Astrid e Tempestosa scesero in picchiata per prendere Sdentato, e una volta che il drago fu tra le zampe della dragona, Astrid si lanciò in picchiata per prendere Hiccup. Erano molto in alto, ebbe il tempo di afferrarlo per un braccio e aprire la sua tuta alare, permettendo di salvarsi entrambi. Astrid stese il ragazzo a terra e gli tolse la freccia con un colpo secco, approfittando dello stato di Hiccup. Tempestosa atterrò con Sdentato poco dopo. Astrid prese dalla sacca un coltello con cui ruppe la giubba e la maglietta per mostrare la ferita profonda, e dell'alcohol con cui bagnò un fazzoletto e lo passò sul punto in cui la freccia era entrata nella carne, sia per asciugarla e disinfettarla, sia per cercare di stimolare bruciore sul petto del vichingo. "Hic ti prego svegliati..." disse con le lacrime agli occhi. Spinse il fazzoletto ancora di più sulla pelle premendo sull'anca sinistra, fino a sentire l'incavo di due costole. Il ragazzo non diede segno di vita, anzi. Il suo respiro si affievolì, fino a diventare nullo. "Hiccup?" Lo chiamò. "HICCUP!!!" urlò realizzando, mettendosi a cavalcioni su di lui e abbracciandolo, stringendolo. "No Hic non lasciarmi... sei l'unica vera ragione per cui vivo... non farmi questo..." singhiozzò sulla sua pelle, affondando il viso sul petto nudo e arricciando il naso sentendo l'odore di alcohol. Non poteva realizzare una cosa simile. Gli fece un massaggio cardiaco, lo schiaffeggiò, ma nulla. Gli accarezzò la guancia e lo riabbracciò in lacrime, ripensando a tutti i momenti passati assieme. Dal primo a quello che sembrava essere l'ultimo. Lo guardò e gli lasciò un bacio pieno di passione e dolcezza sulle labbra, forse l'ultimo della sua vita. Tornò poi ad abbracciarlo con tutta sè stessa. Anche quello, forse, sarebbe stato l'ultimo...

ALLORA??
PIACIUTO???
SO CHE MI UCCIDERETE...
MA ANCHE NO!!

C
O
N
T
I
N
U
A
H

QUI SOTTO!!!!


"Astrid?" una voce flebile chiamò il nome della ragazza. Lei si alzò di scatto e vide due occhi verdi leggermente aperti. "Hiccup!!" Si strinse di nuovo a lui. "Piano piano... ora il dolore lo sento..." rispose con voce roca. "Ah, scusa... io... credevo di perderti..." disse lei alzandosi, rimanendo seduta su di lui. Stava per togliersi quando Hiccup le prese un polso e la riavvicinò. Ma per una piccola debolezza, i due si avvicinarono troppo e i loro nasi si toccarono. Arrossirono. "Cosa c'è?" "Grazie... per tutto, Astrid." "Non ricordi? Il flagello di Odino? Avevi detto che io avrei fatto lo stesso per te, riferendoti a tutte quelle cure, ed eccomi qua" rispose sorridendo. "Beh... è tutto..." disse il ragazzo. Astrid si alzò, ma toccò nel farlo la ferita di Hiccup che lanciò un piccolo grido. Astrid tolse la mano e inciampò, trovandosi ancora più vicina a lui di prima. I loro sguardi si incrociarono, e per la prima volta in cui erano in situazioni imbarazzanti, non distolsero lo sguardo nè cercarono di evitare quello dell'altro. "Astrid?" "Sì?" "Posso chiederti un favore?" "certo!" "Non scappare..." disse, prima di prendere con una mano il viso della ragazza e baciarlo dolcemente. Si staccò dopo un secondo. "Perchè credevi sarei scappata?" Disse sorridente. "Non si sa mai..." rispose il bruno riavvicinandosi a lei e baciandola di nuovo ma con più passione, mentre con l'altra mano le abbracciò il cianco, mentre Astrid allacciò le sue braccia al collo di Hiccup e le sue mani tra i suoi capelli e le sue treccine

Rimasero lì per quasi un'ora. Tutti si chiedevano che fine avessero fatto. Viggo credeva che la sua nave segreta li avesse uccisi.

E invece erano in mezzo alla foresta ad amarsi, con solo i draghi e le stelle testimoni, in una notte che stava tornando serena


Ooookkkk
Fine per davvero.
Spero vi sia piaciuta
Ecciauu
Rosy♡♡


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Capitolo 15
*** ONE SHOT N.15 ***


Astrid's p.o.v
Mi stendo sul letto velocemente e guardo il soffitto. Devo trovare qualcosa che non mi ricordi nulla. Ma il soffitto mi ricorda quando eravamo su letto stesi assieme, io con la testa sulla sua spalla e lui che mi circondava col braccio come solo lui sa, e parlavamo guardando il tetto della mia camera, e poi magari finivamo per farci qualche coccola. Mi alzo e prendo un fazzoletto. Sto lacrimando ancora, no... non è possibile. Da quando se n'è andato, mi ha lasciato un vuoto incolmabile. Guardo il fazzoletto e vedo del nero. Fantastico. Corro in bagno e mi guardo allo specchio. La mia faccia... beh... sembravo un panda. Prendo lo struccante e ne verso un po' sul dischetto. Passandolo sull'occhio destro mi ricordo quando una volta mi ha detto "ah, guarda quanto sei più bella senza quella roba!"
A quel punto scoppio.
Lancio il dischetto nel lavandino e ci appoggio le mani chinandomi a piangere come una pazza. "Non metterti con lui" mi aveva detto una mia amica, Heather. "Soffrirai". E io puntualmente non le avevo dato ascolto, visto che lei non si era mai fidanzata. Mi ricordo la scena come fosse ieri. Mi aveva scritto vieni al bar avanti scuola, devo parlarti!. Moccicoso mi aveva detto che voleva mettersi con me. All'inizio non gli ho creduto, ma poi mi sono convinta sempre più. "Che dici?" Chiesi ad Heather. "Non lo so..." "io vado." Risposi. "Ma se sei così sicura perchè me lo chiedi? Sai che non mi fido di quel..." "shhhh!!" La zittii, con il telefono sull'orecchio. "Ehi, sto arrivando." E lì davanti ci mettemmo insieme. 2 mesi son passati. Lo amavo tantissimo... e credevo lo stesso. Invece l'ho trovato oggi pomeriggio tra le braccia di Elsa, con le faccie incollate e non solo quelle... è stato orribile. Vado in cucina e sbatto la porta. Per fortuna mamma non c'è, altrimenti non sarei neanche tornata a casa. Mi siedo e metto la testa tra le mie mani, cercando di liberare la mente. Ma ogni cosa mi rammenta lui. 
Beep beep
Un messaggio da un numero non registrato
Astrid vediamoci tra 10 minuti al parco, ti aspetto.
All'inizio esito un po'. Dopotutto chissà chi diamine è... poi ci ripenso.
Distrarmi mi farà bene.
Metto la giacca in jeans e mi avvio al parco. Sono le 18:37, il sole sta per tramontare. È così bello quando ad aprile il sole tramonta tardi... anche se mi ricorda di... bah.. non pensiamoci. Mi siedo su una panchina e aspetto. Sono un po' in anticipo, ma prima o poi arriverà. Spero solo che non sia lui per scusarsi. Sarà che lo amo ancora, anche se non molto, ma non lo perdonerò mai. Lui ricambiava passionalmente quel bacio e le abbracciava i fianchi unendo i due bacini in grandi spinte, come se stessero scopando. Era di proposito, oh, e come se lo era!
"Ciao!" 
Qualcuno mi mette le mani sulle spalle e io mi giro di scatto, terrorizzata. Voltandomi vedo due occhi verde scuro incastonati in una testa dalla pelle rosea. "Hiccup! Mi è preso un colpo!!!" Dico mettendo una mano sul petto. "Ma allora eri tu il numero anonimo?" "Sì, ho cambiato cellulare." Risponde. "Mi ero scordato di dirtelo..." dice mettendo una mano dietro la nuca. "Coglione..." ridacchio. Io e Hic ci conosciamo da senpre e siamo attaccatissimi... non è un problema dirci cose come coglione, troia, gay eccetera, visto che poi ci abbracciamo e sorridiamo. "Senti, ho saputo di te... e di Jack." Dice sedendosi accanto a me. No. Non volevo più sentire quel nome. Ne vedere più i suoi occhi blu. "E come lo sai?" Rispondo fredda, voltandomi. "Quando lo hai visto con Elsa avete fatto una sceneggiata di urli eccetera e lo sa tutta la scuola..." dice con discrezione, come se non volesse ferirmi. Anche se mi ha sempre parlato così, ma perchè me ne accorgo solo ora? Bah... "comunque cosa dovevi dirmi?" Chiedo io. Lo vedo paralizzarsi un secondo. "Astrid cos'è l'amore?" Mi chiede ad un tratto. "Cos.. ma..." "rispondi" mi dice serio, ma con dolcezza. "Ecco, credo sia quando tu vuoi stare tanto con qualcuno per via del bene che gli vuoi e..." "Astrid tu non amavi Jack" mi interrompe. Mi scaldo subitissimo. Incredibile, non mi ero mai arrabbiata con lui, ma lui non è mai stato così insolente nei miei confronti. Mi alzo di scatto. "Ma come ti permetti? E tu che..." "lui stava sempre con Elsa se non stava con te, non ti amava e so che non lo amavi neanche tu!" Mi blocco. "Quando 2 mesi fa hanno messo quella tua foto imbarazzante su facebook e lui l'ha eliminata, beh... lui aveva organizzato tutto." Resto non congelata, peggio. Non so perchè, ma nelle sue parole trovo solo e soltanto la pura verità. "Aveva programmato tutto perchè sapeva che poi tu lo avresti ringraziato e saresti diventata sua amica, per poi farti credere che la vostra amicizia fosse amore, ma non lo era Astrid." "Tu come sai tutto questo?" Chiedo ad un certo punto. "Moccicoso era complice, ma non credeva che l'avresti lasciato. Quando ha scoperto che lui stava con te e con Elsa, data la sua cotta, lo ha abbandonato e mi ha detto tutto." "E perchè proprio a te?" Si ferma e si risiede, facendomi segno di mettermi affianco a lui. Mi siedo e lui mi circonda con un braccio. Quanto calore, è una sensazione magnifica. Quindi io non amavo Jack? Era solo perchè lui me lo ha fatto credere? Stronzo... non ci credo. 2 mesi da stupida. "Non mi hai ancora risposto" dico ad un certo punto, accorgendomi che la mia testa è finita sulla sua spalla. Mi stacca e prende la mia mano, mettendola sul suo petto. "Lo senti?" "Il... calore?" "Ma no, i battiti!" Mi avvicino un po' e metto meglio la mano. Tum tum. Tum tum. Ora li sento, e sono piuttosto veloci. No aspetta... non può essere... "Astrid.." alzo la testa. Noto la nostra distanza e mi accorgo che è nulla. Col mio naso riesco a sfiorare il suo, e sento il suo alito caldo sulle labbra. "...questo è amore!" China la testa e mi bacia. No aspetta... e perchè io chiudo gli occhi e ricambio?? Mi volete dire che l'amore che io provavo nel cuore era per Hiccup e non per Jack? E ci sono voluti due mesi per capirlo?? Si stacca. "Io ti amo Astrid. E non perchè hai fatto chissà cosa per me. Anzi no, lo hai fatto. Mi hai rivoltato l'esistenza." Ascolto ogni parola colma di felicità. "Sai, io credo che l'amore lo provavo per qualcuno, ma non era Jack, eri tu!" Dico guardando in basso. Mi prende il mento. "Cosa?" Rimango ferma e lui mi abbraccia fortissimo avvolgendomi completamente. Chiudo gli occhi sentendolo sprofondare il viso sulla mia spalla, attirandomi a sè. "In poche parole, ti amo anche io, Hiccup!"

Eh! Voooleeevi che Hiccup avesse fatto soffrire Astrid! Credeeeevii! Ahahahahahha vabbè. Quanto è pastarda la piccla Rosy ihihi... ma quando mi deciderò a scrivere italiano?? Vabbè maih....
Vabyvaby
Ecciauu♡♡
Rosy

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Capitolo 16
*** ONE SHOT N.16 ***


Apro la porta e corro via. Sento dietro di me un rumore di risate. Nessuno mi sta rincorrendo, eppure se mi fermo le sento avvicinarsi e irrompere nella mia testa come un tuffatore in una piscina. Non mi importa più di nulla: non mi importa delle lacrime mi rigano il volto, che prenderò note e sospensioni, che la caviglia fa male e continuo a correre, non mi importa che se mi trovo qualcuno davanti lo spingo per continuare a correre, chiunque egli sia.
Tanto tutto questo finirà.
Svolto a destra e mi trovo davanti le scale. Le salgo a tutta velocità, con l'affanno, ma senza decelerare, e mi ritrovo sul piccolo pianerottolo vuoto e pieno di polvere e ragnatele. Qui non viene mai nessuno. Mi appoggio al muro e mi lascio andare, cadendo a terra con le ginocchia al petto, e piangendo. Ma perchè tutte a me devono capitare?
Il mio nome è Astrid Hofferson e vivo a Los Angeles da mia zia, dopo che i miei genitori sono morti in un incidente. Ho vissuto sempre da sola, perchè all'asilo mi prendevano in giro perchè ero bassa e alle medie e superiori non mi ha mai calcolata nessuno, solo perchè ero una secchiona cocca dei prof ancora vergine a 17 anni, una di quelle ragazze che non va in giro con 8 ragazzi fino all'alba e passa la notte in qualche strano locale o che trasgredisce le regole. Anzi. Mi chiamano rompipalle di turno perchè faccio spesso la spia alle loro folli idee o faccio sempre di tutto per impedirgli di fare le loro cazzate, visto che l'ultima volta hanno sospeso tutta la classe perchè si erano nascosti dopo la scuola e facevano festa in classe di notte. Ero la classica brava ragazza che non ha amici e che parla da sola, avendo solo una zia vecchia e antipatica, ma a cui voglio lo stesso bene. Parlo solo con la mia pappagallina Tempestosa, ma mi serve QUALCUNO. Qualcuno che mi risponda. Che interagisca con me. Oggi hanno davvero raggiunto il limite quei bastardi. Ieri mi hanno portata con l'inganno in un locale e aprendo la porta mi è caduto addosso ancora non ho capito cosa, so solo che era liquido, verde con delle cose gialle gelatinose, puzzolente e appiccicoso. Mi hanno fatto non so quante foto. Sono corsa via e mi sono messa a piangere appoggiata al muro di un appartamento. Mi sono sentita mancare l'aria e ho preso l'inalatore. Sì, sono asmatica. Ma il punto è che stamattina so o entrata in classe e al posto del prof di inglese c'era mezza scuola a guardare alla L.I.M. tutte le mie foto di ieri. Si sono messi a ridere. Ho chiuso la porta e sono corsa via, ed eccomi qui. Voglio andare in segreteria: chiamo a casa e mi faccio venire a prendere da zia Mary. Sì. Così mi faccio una cioccolata e mi stendo sul letto, studio e...
...e domani ancora a scuola. 
Ancora l'incubo.
Se prima non mi pensavano proprio ora sarò lo zimbello della scuola.
Mi asciugo le lacrime con la gonna e mi alzo appoggiandomi alla parete. Appoggio la mano sul muro per alzarmi, ma quando faccio leva quasi cado perchè ho messo la mano su una porta che con la mia spinta si è aperta. Guardo attraverso e vedo il cielo. Il tetto della scuola. Un passo. L'istinto. Voglio andare in segreteria. Ma il mio corpo vuole stare qui. Un altro passo. Cos'è questa storia? Un altro ancora. Non comando più la mia mente. Un altro passo. Sono in trance. Cammino come ipnotizzata fino al bordo del tetto. Guardo giù. Chissà come deve essere saltare. Sentirsi davvero libera per quei secondi per poi perdere tutto ciò che si ha, ma essere libera per sempre. Dall'alto vedo le chiome degli alberi rossicce e dei pini sempreverdi. Vedo la fontanella avanti al cancello dove in terza media ho fatto sbattere la testa ad un tizio che mi chiamava TROIA ogni mattina. Ridacchio all'idea. Anche se mi ha quasi stuprata al 1^ anno di liceo quando l'ho avuto nella mia stessa classe. Ma dettagli...
E poi... quella. Quella panchina. La panchina dove mi sono seduta a leggere un anno fa e mi è arrivata una pallonata in faccia. Non mi era nuovo, ma mi era nuova un'altra cosa:

"Scusa! Ti ho fatta male?" Mi hai chiesto. "divertente... vattene." Risposi coprendo la faccia. "Perchè? Voglio chiederti scusa!" Un brivido mi percorre la spina dorsale. "Scusa? A me??" Sussurro togliendo le mani. Lui mette i pollici sulle mie guance e mi asciuga due lacrime. "Toh, sei più carina se non piangi! Ma guarda che segno rosso..." mi massaggia lo zigomo destro, prima di poggiargli un bacio leggero. Per fortuna ero già rossa, altrimenti non lo so che figura avrei fatto. "Spero te lo farà star megl..." "HADDOCK! MUOVITI A RECUPERARE QUELLA CAZZO DI PALLA!" "ARRIVO! Devo andare, ciao!" E sei corso via, lasciandomi immobile.

L'unico che non mi ha mai giudicata.
L'unico che mi spiace lasciare.
Alzo il piede tremante per salire sul cornicione quando...
"FERMA!!" un urlo mi blocca. Mi immobilizzo letteralmente e una mano mi trascina il polso all'indietro. Mi ritrovo la faccia schiacciata ad una spalla e sento due braccia circondarmi. "ASTRID MA CHE CAZZO FAI??" Singhiozza. Mi stacco e lo guardo in faccia. "Hiccup..." sussurro. "Ma cosa..." "NO, TU COSA STAVI FACENDO? TI HO CERCATA PER TUTTA LA SCUOLA!" "E perchè mai?" "Ti ho vista correre piangendo..." risponde. Mi alzo e vedo i suoi occhi verdi e mi sembra come fosse la prima volta. Le mani che avevo sul suo petto iniziano a scivolare giù perchè non presto attenzione alle mie azioni, ma quando sento la sua presa più forte e mi avvicina, alzo i gomiti finchè le mani non scivolano sulle sue spalle. "Io.." "Astrid non farlo mai più. Mi hai spaventato a morte." "Hic, mi dispiace, ma del mondo non mi frega più nulla. Perchè vivere se..." "As ma che ti importa degli altri! Tu... devi importarti di te stessa! La vita di tutti non è nulla senza di te, perchè tu ne sei il centro. la stessa cosa vale per me, sotto il mio punto di vista, e per tutti gli altri. Vuoi davvero lasciarti abbattere così?" "MA IO NON HO NESSUNO! SE AVESSI QUALCUNO CON ME CON CUI SFOGARMI POTREI SOPRAVVIVERE MA IO SONO SOLA!!" urlo swnza accorgermene. Mi fissa negli occhi, penetrante. "Astrid..." sussurra avvicinando il suo volto al mio. "S-sì?" Rispondo terrorizzata. Socchiude gli occhi e si china di lato. "Sei troppo irresistibile quando piangi..." soffia con voce roca sulle mie labbra, prima di fiondarcisi sopra. Mi sta baciando... MI STA BACIANDO!! Mi lascio andare all'istante, schiudendo le mie labbra e lasciandogli l'accesso. "Ci sarò io per te... io ti amo" dice staccandosi per mezzo secondo, prima che io gli prenda le guance per baciarlo di nuovo. Allenta leggermente la presa per accarezzare i fianchi fin dove la mano arriva, per poi prendermi sotto le cosce e tenermi in braccio. Allaccio le gambe sul suo bacino e stringo la presa per non cadere, mentre lui continua ad accarezzarmi ovunque. Quanto è rilassante... non mi sono mai sentita meglio. 
Ma non abbiamo contato una cosa.
"Hi...Hic..." sussurro. Lui mi fa scendere ma mi tiene ancora vicina. "Dimmi". Non rispondo. Inizio a singhiozzare e ad ansimare, senza respirare. "Oh per tutti gli dei! Sei asmatica??" Mi chiede. Annuisco. Ho un forte dolore alla testa. Non eiesco a respirare. Inizio a vedere tutto sfocato, ma sento Hiccup mettermi una mano sotto le ginocchia e l'altra all'altezza delle scapole, e inizia a correre. "AIUTO!! PRENDETE UN INALATORE!!" urla in corridoio mentre corre con me in braccio. Entra in infermeria aprendo la pirta con un calcio. L'infermiera mi vede e capisce subito cos'ho. Hiccup mi fa mettere in piedi ma mi tiene ancora dietro la schiena. Prende un inalatore e spruzza dentro la mia bocca ben tre volte prima che io mi riprenda. Chiudo gli occhi e ricomincio a respirare regolarmente. "Te la sei svampata per un pelo, Hofferson!" Dice agitando il dito e tornando nella stanza affianco. Hiccup mi abvraccia, chinandosi, data la sua notevole altezza e la mia notevoke bassezza. "Astrid non sai quanto mi hai spaventato... non farlo mai più!" "Beh" mi stacco e appoggio la testa sul suo petto. "È stato un certo TI AMO a farmi rimanere qui... dopotutto sono io il centro della mia vita!"

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Capitolo 17
*** ONE SHOT N.17 ***


Il clank del ferro mi sveglia come le altre mattine. A quanto pare le rivolte in questi tempi sono molto più accese del previsto. Skarakkio, il nostro fabbro, è molto indaffarato a riparare armi da più di una settimana: stavamo respingendo milioni di civili ogni giorno. Anche se il sole sta sorgendo, decido di alzarmi. Metto gli stivali e l'armatura per poi avviarmi verso le scale e fare una passeggiata mattutina. Porto con me un pugnale e la mia ascia, non si sa mai. Azzardo la mia chioma in una treccia che ricade sulle spalle e mi avvio.
Come?
Perchè una treccia?
Le adoro. Sono vostri problemi?
...
Ah. Anche voi credevate che fossi un ragazzo. Come tutti i soldati di Berk che vivono alla fortezza...
Beh no. Mi chiamo Astrid e sono una ragazza. Ho solo 21 anni anche se questo college è riservato agli uomini dai 25 anni in su. Sono la prima ragazza e prima "minorenne".
Ne vado fiera.
Attraverso il grande portone in legno e mi faccio strada nel bosco a cercare qualcosa da fare. Inspiro e porto dentro di me la purezza del bosco e dell'aria di montagna... mi ricorda tanto i miei genitori. Non ho molte memorie di loro, ma il momento in cui mi hanno lasciata qui… oh quello sì che non lo scorderò mai.
Mi ricordo di una delle prime giornate di Marzo. Mia madre aveva detto -ho fatto le valigie, ti porto in un bel posto- Poi ricordo che la mamma mi abbracciò e mi baciò la fronte, dando una valigia ad un uomo molto alto e grosso di statura, vestito di nero. Avevo solo 11 anni e mio fratello 15. Ricordo molto di lui, dei suoi capelli color cioccolato e spesso scompigliati, un sorriso che calmava la più disperata tra le anime, dolcezza e gentilezza da vendere, e due occhi blu pavone come quelli di mia madre. Di mio padre invece ricordo poco, anzi quasi nulla. Ricordo solo che mi odiava, in un qualche senso. Ricordo che mi picchiava e che faceva male, e che quando ne parlavo con mio fratello, lui mi faceva appoggiare al suo petto, mi abbracciava e mi accarezzava i capelli, sussurrandomi che tutto sarebbe finito prima o poi.
Ed infatti eccomi qui. Theo mi ha detto che era stata la mamma a portarmi via dal papà, non dicendogli dove mi aveva portata. Il capo delle guardie dell’isola aveva accettato di crescermi e di addestrarmi, in cambio però voleva affetto puro. Sven è sempre stato un uomo solo, non ha mai avuto mogli o figli, per lui sono la figlia mai arrivata. 
Mi stendo sull’erba e guardo il cielo, ancora leggermente scuro. Tornano in mente pensieri, parole, ricordi. Mio fratello, quando ero piccola mi diceva -ehi As, si sta svegliando il cielo!- e io ridevo a crepapelle -Theo, ma il cielo non dorme!- rotolandogli affianco. E lui mi abbracciava stringendomi a sé, baciandomi sulla fronte qualche volta.
Da piccola pensavo sempre che mio fratello fosse troppo sdolcinato. Una volta gli ho detto -Theo ma smettila di riempire me di bacini, trovati una ragazza! Insomma…- mia madre si portò una mano alla bocca per non ridere troppo forte. Mio padre invece si infuriò e mi diede anche uno schiaffo. -su queste cose non ci si insulta, mocciosa!- avevo soltanto 8 anni. A quel punto capii la mostruosità di mio padre e perchè mio fratello mi dava tanto affetto. Voleva darmi l'amore che mio padre non mi dava e che non mi avrebbe mai dato.
Mi alzo e vado verso il fiume a rinfrescarmi. Camminando vedo una piccola famiglia riunita che prende dell'acqua per bere, ma non ha neanche un contenitore. Berrà ora e non sa quando... il motto della vita: FAI ORA CIÒ CHE NON SAI QUANDO E SE RIFARAI. Questo postaccio povero e insignificante pieno di persone che non possono neanche tirare avanti... le cose che mi fanno imbestialire sono queste. Prendo le mie spalline e le stacco. Mi avvicino e le porgo a quelle povere persone. Mi fanno non so quanta pietà... la signora la prende in fretta e mi abbraccia, un modo per dire grazie, forse non sa neanche parlare. Fa avvicinare un ragazzo dai capelli castani e due bellissimi occhi verdi. Oh Thor, non credo all'amore a prima vista, ma cavoli e che colpo di fulmine...
-mia madre voleva dirti grazie. Non sa parlare, solo io so la lingua...- disse il ragazzo. 
-io sono Hiccup-
-Astrid-
-come posso ricompensarti?-
-a... a me? No... non voglio nulla...- sento le mie guancie arrossire.  
Ad un certo punto apro gli occhi, realizzando che questo Hiccup mi stava abbracciando. sento il suo petto nudo e caldo contro il mio. Mi sciolgo lentamente e mi lascio andare all'abbraccio.
-fatti vedere alla scogliera stasera.-
***********
Sono circa le 7 di sera. 
Quando Hiccup intendeva SERA non avevo idea di che ora parlasse. Sciolgo i capelli e non porto armi.
Mi avvio e arrivo dopo circa un quarto d'ora, pensando a cosa mai avrebbe voluto dirmi. Arrivo e lo vedo appoggiato all'albero. Mi viene incontro e mi saluta. Quando sto per ricambiare una rete appare da dietro gli alberi e con un balzo indietreggio, cadendo in un cespuglio di rovi.
Urlo straziata e mi lascio alla visione di cosa c'è avanti a me: Hiccup ha preso un pugnale e sta combattendo contro uno di quei malintenzionati che si aggirano sempre qui intorno, lo ferisce al gomito e lui scappa correndo. Hiccup mi viene incontro e mi tende la mano, sorridendo. Allungo la mia per prenderla e mi tira su, anche se cado dalle sue braccia, debole. Alzo lo sguardo e mi acvorgo fi essere molto vicina a lui. Mi fa stendere e inizia a medicarmi le ferite con un pezzo di stoffa bagnato nell'alcool. Mi mordo il labbro per non cacciare urla troppo forti, anche se quando passa la benda sulla mia gamba mi alzo di colpo a sedere, gemendo. Me lo ritrovo avanti, vicinissimo, ancora. Indietreggio appoggiandomi ad un albero e sospiro.
-ma vedi se non me ne capitano di tutti i colori anche se non sono a lavoro...-
-che lavoro fai?-
-io sono nelle guardie di AARGHH!! BERK!!!- giro la testa di lato e stringo un ciufgo d'erba quando sento la benda sul fianco sinistro.
-wow... figo... io sono un fabbro.-
-vista la delicatezza...- dico ironica.
-ehi! Mi hai offeso!!- dice ironico anche lui, drammatico.
-scusa... ma mi stai facendo più male tu dri rovi!-
Si ferma di colpo e mi guarda, avvicinandosi.
-davvero?- mi chiede dolcemente.
-ecco... non per offesa ma...-
Non mi fa finire che sento qualcosa di caldo e umido sul ginocchio.
Un bacio.
-questo fa neno male?- mi chiede sussurrando.
Arrossisco di colpo e guardo in basso.
-beh, in un certo sen...-
Vengo interrotta dalle sue labbra, di nuovo, ma questa volta sono sulle mie. Le schiudo all'istante aprendo la bocca e mi lascio andare, finchè non sento la sua mano sui miei fianchi.
-ahh...- sospiro.
-vieni, ti porto a casa mia.- mi lrende in braccio e ci avviamo.

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Capitolo 18
*** ONE SHOT N.18 ***


L'aria gelida brucia sulla pelle pallida dei presenti, con solo il calore di una lama infuocata. Ma ecco. Un bottone e PUFF... la luce e il calore vengono risucchiati nel buio. 7 uomini armati vestiti di scuro. Due di loro, il capo e il fratello, contraddistinti da una casacca di pelliccia e un connello borchiato, due spade tra le loro mani. Il più grande e possente ha il braccio teso e la spada rivolta al suo ostaggio, la cui figura si nasconde nel buio, ad eccezione degli occhi verdi e brillanti, ora socchiusi, le pupille ristrette, da cui esce odio puro. Un ragazzo avanti a loro, disarmato, la sua spada appena consegnata. Nella teata del ragazzo rimbomba quel suono. Veloce edevastante. Uno strappo nella sua vita che nessuno avrebbe mai più ricucito.
Cosa era successo?
Una parola
Un colpo
E poi nulla.

-ora scegli, il drago o la ragazza?- chiese il cacciatore. La giovane, legata, in ginocchio a terra. La maglia leggermente sgualcita e polverosa, il viso sporco di terra, gli occhi spalancati nel terrore.
-no Hic, non ascol...-
-taci ragazzina! E una sua scelta...- la interruppe l'uomo.
-io non ubbedirò mai ad uno...-
E accadde. Il rumore dello schiaffo potente si librò nell'aria, come il suo ciuffo abiondo al vento, il viso subito si voltò al lato.
Gli occhi verdi del giovane passano dall'ostaggio all'aggressore, e si colorano per un attimo di un istinto omicida tinto di nero.
-come hai osato...- disse stringendo pugni e ddnti, fino a sentire le unghie nei palmi.
-COME HAI O.S.A.T.O?!- urlò scaraventandosi contro il cacciatore, venendo bloccato dalla sua amica Heather, prendendolo per il torace, e trattenendo la sua corsa. Hiccup si fermò e Heather venne portata via insieme agli altri.
-la spada, Hiccup-  disse allungando la mano. Il giovane fece un passo indietro, senza muovere lo sguardo.
Viggo puntò la spada sulla testa della ragazza.
-LA SPADA!- disse spazientito. Hiccup esitò, ma la paura lo avvolse e consegnò l'arma, che venne subito spenta, lasciando i presenti al buio.

Viggo porge lo strano cilindro decorato al fratello.
-Io oso quello che voglio osare, dovresti saperlo Hiccup.- continua portando una lama lunga e sottile al collo della ragazza, che alza prontamente il viso. Una lacrima si fa strada sullo zigomo, ed è evidente il segno rosso sulla guancia. La lama sfiora il collo della ragazza per un istante e la paura si insedia negli occhi del ragazzo, e nella sua mente.
-Viggo, non ti permettere...-
-cosa avevo detto prima? E poi scusa, figliolo, ma e l'unico modo per farti stare calmo...-
-Ma ora sono tutto tranne che calmo- ribatte lui. -in questo momento potrei saltarti addosso e cavarti la faccia usando la mia gamba di ferro, e staccarti entrambe le braccia!- urla con l'intenzione di avanzare, ma si blocca guardando Astrid e la sua espressione spaventata.
-mantieni la rabbia...- dice tranauillo il cacciatore, avvicinando la lama al collo della bionda.
-tu toccala solo un altra volta- aggrotta le sopracciglia sulla stessa linea. -e sei morto- sibilò
-tu rispondi- continua fregandosene delle minacce. -devi scegliere chi salvare. La ragazza o il furia buia? Non puoi sceglierli entrambi, solo uno.-
-colui che non scelgo che fine farà?- dice lui inarcando un sopracciglio.
-non ti riguarda ma credo che te lo dirò. Il drago sarà venduto, lo sai, io sono un uomo d'affari... la ragazza, non so. Credo che soddisferebbe i miei bisogni carnali... sai com'è no? Prima tu, poi io, poi uno alla volta i miei soldati...- dice sussurrando parola dopo parola. Astrid deglutisce e strizza gli occhi, alzando il volto, sentendo la lama premere sulla gola. Viggo sorride malizioso, ad Hiccup sale l'istinto omicida.
-sei solo uno sporco...-
-Hiccup la mia pazienza e tanta ma ha un limite.- stringe l'impugnatura dell'arma togliendo la lama dal collo della ragazza, sbattendo la punta a terra. Hiccup si guarda intorno. Astrid in ginocchio avanti a lui, a circa 2 metri. Avanti a lei, Viggo alla sua sinistra e Rycker alla sua destra. A destra poi 5 uomini puntano le loro armi su Sdentato. Porta una mano sulla sua schiena e prende lo scudo.
-Beh io...-
Toglie lo scudo dalla sua schiena e lo punta avanti a sè, facendolo diventare una balestra. Lancia una freccia a Viggo che e costretto ad abbassarsi. Lancia il rampino ad Astrid e la avvicina a sè, mentre con un coltello la libera. Stacca la gamba di ferro e la lancia contro Rycker, cje cade a terra perdendo Inferno, che va a finire giusto ai piedi del ragazzo. Riprende la protesi e accende la spada lanciandola contro Sdentato, sapendo che la pelle da drago non avrebbe recato danni per la piccola fiamma. I 5 cacciatori si allontanano e Astrid libera il drago, saltando in sella e prendendo Hiccup al volo.
Dopo una mezz'ora i 3 atterrano alla pista d'atterraggio della riva del drago.
-oh santo Thor, grazie Hiccup!- Astrid, appena scesa dal drago, porta le braccia al collo del ragazzo e si appende a lui, data la sua altezza, stringendolo in un abbraccio. Hiccup rimane sconvolto per un secondo prima di portare le braccia sulla schiena della sua amata, accarezzandola leggermente e alzando le mani fino alle scapole, per avvicinare il suo petto al proprio, affondando il viso nell'incavo del collo della ragazza, e sentendone il dolce profumo di rosa (eheh... sono ovunque). Avrebbe voluto molto di più, però. Il suo amore era cresciuto con lui, diventando un'ossessione della sua vita. Gli stimoli fisici, l'amore spirituale, tutto ormai parte della sua vita. Un bacio sulla guancia, un abbraccio, un momento assieme... tanti piccoli pezzi di un puzzle infinito chiamato AMORE. L'AMORE DI HICCUP HADDOCK. La sua voglia di confessare era molta, ma la paura di un rifiuto era molto più grande. 
-cosa farei senza di te...- sussurra lei, posando un dolce bacio sulla guancia di Hiccup. Lui rimane sconvolto. Gira il viso e la guarda negli occhi: la sua testa poggiata sulla spalla sinistra di lui, le labbra rosee inarcate in un sorriso. Quelle labbra a cui ha sempre resistito e che aveva avuto l'onore di assaporare solo 3 volte. Quelle labbra da cui uscivano parole a volte dolci, a volte crudeli, a volte indifferenti, ma in ogni caso erano parte della voce che adorava sentire ogni mattina quando si alzava e che coloravano la sua vita.
Quelle labbra che voleva sulle sue.
Approfitta dell'occasione portando la mano destra sulla nuca della ragazza, e chinando la testa a sinistra, l'avvicina e le posa un bacio sulle labbra. Astrid rimane scioccata per un secondo, poi ricambia, schiudendo le labbra. Sentendolo, Hiccup fa scivolare la mano dalla nuca alla spalla, al fianco sinistro della giovane, avvicinandola a sè fino a far combaciare i loro corpi, per poi abbracciarle la vita e sentirla vicina per sempre. Si staccano per mancanza di fiato e uniscono le loro fronti, sorridendo e ridacchiando come due matti, e sentendosi l'uno dell'altra. 
-andiamo- ruppe il silenzio lei. -Heather e gli altri ci aspettano-

Ragaaaa
Del tipo che sta roba l'ho scritta a scuola nelle ore di supplenza ma ok😂😂
HICCSTRID OVUNQUEEE
Oggi sono ispirata. Sforno OS come il pane

Ecciau
Rosy♡

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Capitolo 19
*** ONE SHOT N.19 ***


-Astrid...-
-No Hic devi tacere. Non parlare.- lo interruppe bruscamente.
Strinse nei pugni la fascia della sua sacca dove teneva il necessario: vestiti, armi e cibo.
Il suo drago alla sua sinistra l'aspettava per partire.
-sai che quando parli io poi mi emoziono e..- la ragazza iniziò a singhiozzare leggermente.

Cos'era accaduto?

La sera precedente i ragazzi erano tornati da un volo in recognizione sull'isola e erano andati a cenare. Hiccup aveva chiamato Astrid per mostrarle una cosa che aveva visto.
-dove mi porti Hic?- chiese mentre il bruno le tappava gli occhi con le mani.
-lo scoprirai. Siediti- disse facendola sedere e tirando le gambe verso il vuoto, sotto la pista. All'inizio Astrid si spaventò e Hiccup la prese al volo. Astrid aveva gli occhi chiusi, ma date le mani sul petto del ragazzo e il suo fiato caldo che le accarezzava il naso riuscì a constatare la sua vicinanza. Hiccup la mise per bene e poi disse: -apri!-
Lentamente la bionda aprì gli occhi insieme, e battè le palpebre innumerevoli vokte realizzando cosa c'era avanti a lei.
Il sole stava calando e non emanava luce, era semplicemente una sfera colorata di rosso che si vedeva a metà per via del mare. Draghi in controluce parevano piccoli per la lontananza, e le nuvole rosa erano perfettamente incorporate alle bellissime sfumature del cielo: dall'azzurrino all'arancione, al rosa.
Astrid rimase senza parole, appoggiandosi ai palmi sulla pista d'atterraggio.
-oh dei... Hiccup... e meraviglioso...- riuscì a sussurrare mentre guardava senza batter ciglio.
Hiccup le si avvicinò velocemente per starle vicino, ma si avvicinò un po' troppo e le finì quasi addosso. Astrid si girò di scatto e mosse il braccio per farlo staccare, data la sorpresa. Il ragazzo, imbarazzato, sorrise come un ebete mentre lei si girò velocemente a destra con il viso per non mostrare il viso imbarazzato.
Hoccup lo notò lo stesso e decise di provare. Prese tra le sue mani quelle della ragazza che amava e la guardò dolcemente. Le sorrise e sorrise anche lei.
Rimasero a guardarsi per un po' finchè Hiccup si avvicinò con il viso a quello di Astrid. Chiuse lentamente gli occhi come fece anche lei rimanendo ferma, semplicemente chinando il capo a destra. Quando stava per baciarla, Tempestosa fece un piccolo verso richiamando l'attenzione dei due. Astrid, imbarazzata, si alzò di scatto e si pulì per finta la gonna dal nervosismo.
-eh.. io... credo che andrò a dormire...-
-e la cena?- si alzò lui.
-no... non ho fame.. notte!- disse mentre non lo guardava. Salì sulla sua dragona e volò via velocemente. Hiccup rimase fermo lì a guardarla mentre volava via al suo alloggio, anche se un impulso gli diceva di prenderle il polso e girarla, per poi abbracciarle i fianchi e baciarla con tutto l'amore che aveva.
Mentre Astrid stava andando alla sua capanna Moccicoso le andò incontro con un aria agitata.
-As, c'è una lettera! È da parte di Stoick, ma è per te-
-cosa?- Hiccup li raggiunse. Astrid arrossì ma cercò di non mostrarlo, leggendo la lettera.

Cara Astrid, 
Il tuo spirito da guerriera mi è sempre sembrato naturale e forte in te, per questo ti ho scelta per andare (insieme alle guardie di Berk) in una spedizione nelle lontane isole a sud. Potrà durare uno, due mesi. Prepara il necessario. Domani all'alba verranno a prenderti.
-Stoick.

Dopo la lettura i tre rimasero in silenzio a guardarsi l'un l'altro. Hiccup prese tra le mani il messaggio e lo rilesse un'altra volta.

-allora?- chiese una volta finito, porgendoglielo
-allora cosa, Hic?- chiese lei in risposta, prendendo la lettera.
-intendo... ci andrai?-
-beh... non ho scelta.- rispose abbassando il capo e iniziando a stropicciare il foglio giallastro.

*

La mattina seguente, all'alba, Astrid era già pronta. Tutti andarono a salutarla.
-sta attenta- disse Gambedipesce
-se è qualcosa mandami un terrore!- la raccomandò Tufo
-vedi di tornar presto- fisse Heathrr in un abbraccio.
-non far esplodere molto, è il nostro lavoro!- dissero poi i gemelli, prima di darsi una testata.
E quando stava per andare... lui
Hiccup le si avvicinò e la abbracciò con tutto sè stesso.
-Astrid...-
-No Hic devi tacere. Non parlare.- lo interruppe bruscamente.
Strinse nei pugni la fascia della sua sacca dove teneva il necessario: vestiti, armi e cibo.
Il suo drago alla sua sinistra l'aspettava per partire.
-sai che quando parli io poi mi emoziono e..- la ragazza iniziò a singhiozzare leggermente. Si strinse ancora di più al giovane, che nel sentirla però si staccò. Hiccup le asciugò la lacrima che stava nascendo sul suo viso con il pollice, tenendole le guance.
-sai che non sono bravo a parole... ma torna. Semplicemente torna. Io non sarei capace di vivere sapendo che tu non sei qui con me- le soffiò sulle labbra, prima di posarvi un piccolo bacio, lasciandola sconvolta. Si staccò e fece un passo indietro, vedendo arrivare le guardie di Berk. Le sorrise come per dire VAI e la ragazza obbedì, girandosi e avviandosi al suo drago.
-Ah, Astrid?- la chiamò Hiccup.
Lei si girò di scatto
-sì?-
-buona fortuna- disse semplicemente. Astrid non resistette e corse per quei pochi metri, prima di saltare addosso al suo amato e circondargli il collo con le braccia, mentre connetteva le loro labbra in un bacio passionale e ardentemente desiderato. Si staccarono solo per mancanza di fiato.
Astrid montò in sella e partì con le altre guardie.
I cavalieri la guardarono andare via, e sul viso di Hiccup si fece vivo un sorriso a 32 denti (malgrado le lacrime agli occhi che stavano per scendere), e sussurrò 
-vedi di tornare, amore mio-

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Capitolo 20
*** ONE SHOT N.20 ***


La sala era in fermento, come da aspettativa dell'organizzatore, che ora scrutava la sala dalla sua poltrona con i suoi occhi neri come la pece. 

Centinaia di uomini erano ammucchiati nel salone di quel palazzo a bere e parlare d'affari, sotto le calde luci di quelle poche candele che si trovavano in giro. 

La sala non era un granché in realtà: muri in pietra, senza rivestimenti né finestre, tetto e pavimento in legno non altamente pregiato, eppure dal focolare e dalla musica veniva fuori una piacevole atmosfera.

L'uomo si alzò dal suo posto e avanzò nella folla, facendosi strada tra i vari uomini che spingevano qua e là per passare, un po' come lui in quel momento.

"Ah... Sirah! Vecchio lupo di mare... bella festa!" Lo salutò un uomo alto e possente, vestito con un mantello rosso fuoco e un completo in cuoio, e un'inconfondibile barba rossa.

"Sempre bello averti qui Stoick! E sono contento che ti diverta. Per i sette mari, era tanto che non mi divertivo! sono vecchio, non mi piace più ormai andare in giro su navi in mezzo alle tempeste!" Sbuffò l'ex pirata.

"Hai ragione Sirah, ma io sono un vichingo, e il discorso cambia. Sono un pirata del nord, lì tutto è freddo ed irremovibile... un po' come le decisioni che prendiamo" disse l'uomo prima di scoppiare in una fragorosa risata, seguito dall'amico.

I due andarono a prendere da bere e iniziarono a guardare la folla mentre la musica cambiava, da intrattenimento ad un lento. 

Il vichingo si avviò alla porta e vide un giovane castano appoggiato al muro e le braccia incrociate al petto, con degli occhi verde smeraldo attenti sulla folla, vestito con una giubba in cuoio chiusa da una cintura sul petto e dei pantaloni in pelle, da cui si vedeva bene la protesi alla gamba sinistra. Il corpo asciutto e sottile del ragazzo (e anche molto alto) era avvolto in un mantello di pelliccia nera, come gli stivali e la maglia che portava sotto la giubba, e le spalline in cuoio. Su quella sinistra era disegnato uno stemma in nero e rosso, simile ad un drago.

"Hiccup, perché non vai a ballare?" L'uomo si appoggiò alla parete come il figlio, vedendo la sua testa girarsi verso di lui lentamente.

"Papà ti ho già detto che non volevo venire a fare questa cazzata con te..."
"Hiccup non assumere quel tono con me" lo interruppe bruscamente il padre "E poi tutto è tranne una cazzata..." 
"Lo so lo so.. intendevo 'una noia'." Si scusò sarcasticamente, muovendo il capo a destra e sinistra. "Dicevo, già non volevo venire, ora devo anche ballare?"

"Figliolo, oltre ai pirati è pieno di belle ragazze che sono state pagate apposta per ballare..."
"Papà ho 20 anni. Credo di sapere che quelle tipe non sono qui solo per farsi quattro salti in pista" tagliò corto il moro posando lo sguardo proprio su una di quelle ragazze, che era appena passata e gli aveva fatto l'occhiolino. Di tutta risposta il bruno alzò gli occhi al cielo, alludendo soprattutto all'abbigliamento della giovane: capelli spettinati, corsetto scollato, gonna corta e calze semitrasparenti...

"Si Hiccup. Ma proprio perchè hai 20 anni devi iniziarti a farti una vita. Prima o poi sarai anche capo delle mie terre e della ciurma, e voglio che tu abbia una compagnia..."
"Come se tu la avessi" disse il ragazzo distogliendo lo sguardo nervoso.
"Ma l'ho avuta. E mi ha dato una discendenza, se pur piccola. E ora come compagnia ho te. Quindi vedi di andare e datti una mossa"
Il ragazzo sussultò e sciolse le braccia al petto "Ma papà..."
"È un ordine" e con queste parole si allontanò.

Hiccup sbuffò sonoramente e iniziò a guardare la folla, vedendo solo ragazze vestite un po' troppo... poco...

No. Hiccup era pure un uomo, ma non credeva a tutte quelle cose del piacere. Lui credeva nella fiducia, nel rispetto e nel vero amore, e schifava chiunque violasse quelle leggi che nessuno dovrebbe violare eppure nessuno rispetta. Non era l'uomo che abusa della prima donna che passa o che se la fa con tutte quelle che vede, anzi lui credeva fermamente nel dover scegliere UNA persona nella propria vita, e non fare come tutti quelli che conosceva, il padre compreso.

"Lasciatemi andare!" Uno strillo lo fece distrarre dai suoi pensieri, e fece posare il suo sguardo su tre uomini che accerchiavano una ragazza.

Quest'ultima... paragonabile ad una dea.
Un'armatura elegante, in ferro lucido, che copriva un vestito in pelle marrone che arrivava fino alle ginocchia. Un paio di pantaloni attillati neri in pelle e degli stivali alti con della pelliccia all'inizio. 
Gli occhi color ghiaccio erano quasi in lacrime, i capelli biondi spettinati.

"Tu sei qui per un dovere e quindi vieni con noi a fare ciò per cui sei pagata!" Urlò uno dei tre uomini prendendole il braccio.
"Io non sono pagata per un bel niente! Ci sono altre migliaia di ragazze che vi aspettano per il proprio lavoro, io non sono una di quelle!" Urlò lei liberandosi dalla presa.
"Ciò non ci impedisce di fare di te ciò che vogliamo" disse il secondo, avvicinandosi pericolosamente alla ragazza, che intanto indietreggiava.

Un passo, due, e poi, senza alcun motivo, le mollò un ceffone. Il terzo uomo la alzò con forza da terra prendendola per i polsi, ed essendo lei abbastanza minuta e l'uomo molto alto, fu alzata da terra anche dai piedi e si fece molto male alle spalle. 
"Siamo uomini e qui comandiamo noi, quindi..."
"Fermi" il bruno si mise in mezzo a loro e ammonì il pirata con lo sguardo di lasciarla andare.

I tre si guardarono e la misero solo a terra, tenendola per un polso. 
"E tu saresti?"
"Suo marito. Non vi permetto quindi di trattarla così" disse fulminandoli.
"Oh guarda... il ragazzino vuole salvare la moglie o ha un appuntamento con l'amichetta e la vuole tutta per sè?" Rise uno dei tre, facendo ridere tutta la folla che intanto si era fermata a fissarli.

Hiccup si schiarì la gola infastidito. 
"Signore, credo che lei si stia mettendo contfo la casa sbagliata..." disse lui con lo sguardo fisso, mentre mostrava la spallina con lo stemma della loro famiglia.

"Haddock..." sussurrò la bionda, mentre tutti gli altri intorno erano rimasti in silenzio e senza parole.
Il ragazzo allungò una mano, e senza esitare (o spiccicare parola) i tre uomini gli 'restituirono' la ragazza, spingendola contro di lui. Il ragazzo le prese il polso e la tirò via dalla folla che li fissava increduli, mentre la portava in una stanza.

Si girò e chiuse la porta a chiave.
"Ok, allora stammi a sen... Wowowow.... calma con quello..." il ragazzo si bloccò e alzò le mani in segno di resa, vedendo la ragazza con in mano un pugnale.
"Ti ringrazio per avermi salvata, ma questo non vuol dire che ora mi venda a te"
"Non l'ho mai detto. E per la cronaca, milady, io odio queste cose" disse lui abbassando la punta della lama dal collo. 

La ragazza tolse il pugnale tra le mani e lo ripose nella fondina che aveva sulla gamba, ben nascosta dalla gonna.
"E ora fammi vedere"
"Cosa?"
"Lo zigomo... lo schiaffo. Sei tutta rossa..." sussurrò indicandole la guancia.

Sfiorò con le dita la parte colpita e portò delle ciocche di capelli all'indietro, portandole dietro l'orecchio, mentre lei si allontanava imbarazzata. Lui le sorrise, tranquillizzandola, e così ebbe il permesso di avvicinarsi e guardare meglio.

Dovette chinarsi, data la propria altezza e quella della ragazza.
"Non è nulla di grave signor Haddock e..." si bloccò ed arrossì visibilmente quando il ragazzo le poggiò un bacio sulla guancia ferita.

"Per fortuna hai ragione, nom è nulla, e comunque chiamami Hiccup" sussurrò sulla pelle candida della ragazza.
"Astrid Hofferson, capitano della ciurma del Pacifico" disse sussurrando, ancora leggermente scossa dall'accaduto.

"Ah... quindi non solo quei tre ci provavano con una ragazza che non voleva nè doveva, in più era anche il capitano di una ciurma..."
"E tu Hiccup? Qualcosa in mente?"
"Beh... mio padre vuole intestarmi tutti i possedimenti di famiglia, ma io non so se sono pronto a poter gestire tali ricchezze..." disse lui appoggiandosi alla porta.

"Hiccup. Essere capo vuol dire avere responsabilità e prendere scelte. E se tu credi di volerlo fare come hai fatto prima" alluse all'episodio precedente "allora sarai perfetto." Sorrise.
Il ragazzo ricambiò, guardandola intensamente, con i suoi bellissimi occhi verdi.

Il suo sguardo era come magnetico, e la ragazza se ne accorse quando realizzò che si stava avvicinando al giovane Haddock, con uno sguardo come perso nel vuoto dei suoi occhi, o nel colore roseo delle labbra carnose.
Quando fu lui a realizzare, il suo sguardo divenne più serio. La prese per i fianchi e ribaltò le posizioni, sbattendola contro la porta ma non con troppa forza.

Si avvicinò tanto che il suo bacino era sul bassoventre della ragazza, data l'altezza, e l'unica cosa divisa tra loro erano i loro petti e i loro visi, anche se i loro nasi riuscivano quasi a sfiorarsi.
"Ho il permesso?" Sussurrò lui socchiudendo gli occhi, ormai non riusciva più a resistere. E alla risposta secca della ragazza "sono tua", scattò come una molla, e il ragazzo si fiondò con furia e passione sulle labbra della ragazza, accarezzandole il labbro inferiore con la lingua e ottenendo presto l'accesso.

Le loro labbra si muovevano al ritmo del loro cuore, che batteva accelerato,mentre le loro lingue si scontravano in una danza, come se andassero ad incastro, come fossero già nate l'una per l'altra.
Le mani di Astrid accarezzarono prima le spalle larghe del bruno, per poi scendere fino al petto, sentendo un accenno di muscoli, e risalendo poi ad abbracciare il collo.

Hiccup invece le cingeva i fianchi e finì per abbracciarla, come volesse unire i loro corpi in uno solo. Si era chinato su di lei, e ciò gli dava lo spazio di averla tirata più verso di sè e averla staccata dalla porta, per poterla abbracciare al meglio.

Ogni volta che le loro labbra si chiudevano e si riaprivano, Hiccup con lo stesso ritmo allentava e stringeva la presa nelle braccia, sbattendola praticamente su di sè.

I due si staccarono sentendo partire una musica diversa, a quanto pare una guariglia. 

I loro nasi tornarono a sfiorarsi, ormai unica distanza tra i due, gli occhi socchiusi che si fissavano gli uni con gli altri, le labbra ancora desiderose.

"Ti va di ballare?" Chiese lui sussurrando, mentre univano le loro fronti, e guardavano il pavimento. La ragazza allentò la presa dal collo e passò le dita tra le ciocche castane del ragazzo, scese alle spalle e si diede una piccola spinta. Si alzò sulle punte e posò un bacio veloce sulle labbra del ragazzo, e poi tornò a guardarlo sorridente.

"Perchè no. Almeno si metteranno in testa che sono impegnata"

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Capitolo 21
*** ONE SHOT N.21 p1 ***


"As ti muovi? Sei in bagno da mezz'ora!!" 

La corvina bussò violentemente sulla porta cercando di richiamare l'attenzione della sua compagna di stanza, cercando di non far cadere l'accappatoio.

La stanza di quelle tre ragazze era un caos totale, ma dopotutto si sa: prima di una festa succede sempre l'inimmaginabile in una stanza di ragazze.

Vestiti stesi sul letto, scarpe ovunque sul pavimento, scrivanie piene di beauty-cases, per non parlare di Heather che correva avanti e indietro aspettando che Astrid uscisse dal bagno, mentre TestaBruta era già impegnata a mettersi gli orecchini e a ritoccarsi il trucco, già avvolta nel suo tubino semplice e rosso e incoronata da uno chignon biondo cenere da cui ricadevano due ciocche laterali. 

Nelle feste di fine anno, anzi nei balli di fine anno, nessuno ha mai badato a spese o a limiti per l'eleganza: come diceva il preside della Berk High School, "ogni anno deve essere indimenticabile!"
E infatti ogni anno veniva sempre meglio di quello precedente, con tradizioni in più e vari divertimenti, per non parlare dei tristi saluti del quinto anno, che venivano alleggeriti apposta con balli e giochi esilaranti.

"Ho quasi fatto Heath!" Disse la bionda chiudendo l'acqua: si sentì un fruscio, come un'asciugamano, e poi Astrid aprì la porta: il suo aspetto non era dei migliori.

Occhi arrossati e gonfi, pelle irritata e visibilmente più umida del resto del corpo...

"As ma che cazzo ti prende?" Disse Heather fredda, immobilizzata, attirando l'attenzione di Bruta, che si voltò, e vedendo l'amica in quello stato si avvicinò di scatto.

Astrid rimase immobile e camminò lentamente fino a sedersi sul letto, stretta nell'accappatoio.
"Daniel mi ha chiesto di venire al ballo con lui" sussurrò.

Heather e Bruta si portarono le mani alle labbra per non sospirare sonoramente, e quindi far demoralizzare ancora di più la loro amica. 
"E ora come facciamo?" Chiese Bruta, sedendosi affianco a lei. Heather si avviò nella stanza affianco per iniziare a farsi una doccia.

"Beh... più che altro 'cosa faccio io'. Beh... non avevo scelta... ho accettato..."
Heather si affacciò di corsa dal bagno "Cosa?! E come facciamo con Hicc..."
Astrid le tappò velocemente la bocca "mi raccomando, urla più forte, ancora non l'ha sentito tutto l'istituto!!" Poi si avviò alla cabina armadio lasciando le due sotto shock dalla sua reazione.

Astrid chiuse le ante e sprofondò nello sgabellino che usavano per mettersi le scarpe, cercando di non piangere ancora.

Astrid Hofferson era una ragazza forte e decisa di natura, ma quel suo guscio copriva il suo lato dolce e tenero che non mostrava mai, se non nei suoi momenti più sinceri. E ora era lì, su quello sgabello, a piangere addirittura per qualcuno

E quel qualcuno era un qualcuno molto noto.
Hiccup Haddock, ragazzo molto intelligente e popolare, che aveva rubato piano piano il cuore della giovane ragazza, che per la prima volta si era innamorata sinceramente, e non solo per qualche piacere.

Astrid non era mai stata fidanzata, ma aveva avuto molte... avventure. E ciò la metteva a disagio: per la prima volta non sapeva cosa fare in una situazione che riguarda l'amore.
E quello era l'ultimo giorno in cui si sarebbero potuti vedere. Se non fosse accaduto in quella sera, non sarebbe accaduto mai più.

Astrid si alzò decisa. Guardò il vestito avanti a lei, pronto per essere indossato: azzurro chiaro, con corpetto in brillanti, scollo a cuore, gonna ampia con sopra vari fasci in tuller, e dei tacchi a spillo argento a richiamare il corpetto.
Prese il tutto e lo spostò, scegliendo di osare.

Optò per un vestito a maniche lunghe fino al gomito che lasciava le spalle scoperte, nero in pizzo brillantinato, che arrivava con la gonna poco prima del ginocchio, scarpe alte e aperte, con dei tacchi a spillo, che coprivano il piede con varie fasce.

Sospirò e indossò il tutto, lasciando i capelli sciolti sulle spalle, mentre li asciugava col diffusore per dargli un effetto ondulato.

Uscì e andò verso i suoi trucchi, e decise di mettere solo un po' di eye-liner e un lucidalabbra trasparente, leggermente roseo.

"Bel vestito As" la guardò Bruta da capo a piede, mentre i suoi orecchini tintinnavano al movimento.
"Grazie" rispose lei chiudendo la collana che voleva indossare quella sera, una semplice catenina con un piccolo ciondolo di un diamante in vetro di colore nero. 

Bussarono alla porta, Heather corse nella cabina armadio ed entrarono Tufo e Moccicoso, i rispettivi ragazzi di Heather e Bruta.

"Hey, ragazze, che splendore che siete" le salutò Tufo "ma dov'è la più bella della scuola?"
"Tua sorella? Eccola qui" disse Moccicoso avvicinandosi alla sua ragazza e poggiandole un bacio veloce sulle labbra.

"Heath si sta vestendo, Tufo. Tra poco sarà fuori" rispose Astrid prima di prendere le sue cose e mettere un po' d'ordine

Bussarono ancora e Astrid aprì, trovandosi avanti un ragazzo moro dagli occhi blu, che la fissava malizioso.

"Ma buonasera principessa..." disse cercando di baciarla, ma lei gli mise un dito sulle labbra. 
"Daniel è solo un ballo. Non sono nè sarò mai la tua ragazza. E sai cosa? Io con te non ci vengo" lo superò velocemente prima che potesse replicare e si avviò a passo veloce verso la sala da ballo, sotto gli occhi stupiti dei presenti.

Daniel, arrabbiato, se ne andò imprecando nell'altra direzione.

Dalla cabina armadio uscì Heather: un vestito verde smeraldo coperto da un sottile strato di tuller nero avvolgeva il corpo magro e slanciato della ragazza. Si chiudeva con le spalline che si allacciavano dietro al collo e pendevano sulla schiena nuda, coperta da un sottile strato di tuller nero, ik tutto incorniciato da delle calze nere semitrasparenti, tacchi a spillo verde scuro e i capelli sciolti e lisci.

"Allora" disse andando sottobraccio al suo ragazzo "andiamo?"

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Capitolo 22
*** ONE SHOT N.21 p2 ***


La bionda entrò nella palestra della scuola, addobbata a dovere per il gran ballo di fine anno. 
La musica rimbombava nelle pareti insonorizzate, facendo sì che tutto ciò che fosse accaduto lì dentro sarebbe rimasto solo lì.

Le luci offuscate e colorate creavano un'atmosfera di quelle che ti trascina in pista, per non parlare delle ultime canzoni uscite che tutti cantavano e ballavano con piacere.

Astrid prese un drink e si avviò ad uno dei divanetti: prese posto affianco ad una sua amica, Freyja, e guardò la sala. La musica era cambiata ed era partito un lento, e subito la sala si era divisa in coppie per ballare.

"Aspetti il tuo sir?" Chiese la ragazza, fissando Astrid con i suoi occhi color oro.
"No, io sono libera. Tu?"
Non finì la frase che un ragazzo si avvicinò a loro due, porgendo la mano a Freyja.

"Principessa, balla con me?" Disse, prima di posare i suoi occhi verde smeraldo su Astrid.
La ragazza sussultò alla vista di quegli occhi che la facevano tanto impazzire e che ora la scrutavano da capo a piede, accompagnati da un sincero sorriso di un migliore amico.

'Benvenuta nella friendzone As'

Il ragazzo si spostò un attimo e si avvicinò alla sua amica"Ciao Astrid. Senti io dov..."
"Non ora. Andiamo Hic" disse Freyja interrompendoli, trascinando Hiccup in pista.

'Fanculo' pensò la bionda guardando la coppietta iniziare a ballare ad una certa vicinanza che un po' la infastidiva. 

Si alzò dal suo posto e si appoggiò al muro, aspettando che la musica finisse; non perse di vista Hiccup per un istante, finchè purtroppo non scomparì nella folla.

"Hey As"
La ragazza sussultò e si guardò dietro, trovandosi molto vicina al soggetto dei suoi pensieri.
"Ciao Hiccup" sorrise nervosa "dovevi parlarmi?"
"Sì. Hai presente il gioco nuovo di quest'anno?"
"No.. qual è?"

"è un po' come il gioco della bottiglia, ma in coppia. Solo, le coppie le decidono i giudici a meno che non sono già predecise, ma niente fidanzati. Tutti stanno in piedi e in cerchio e viene fatta girare una bottiglia al centro. Punta su una coppia e quei due devono andare al centro del cerchio e baciarsi appassionatamente sotto un secchio di... non so cosa... e se si rifiutano viene rovesciato il contenuto del secchio addosso. E così via." Spiegò il bruno affiancandola.

"Divertente. Dimmi, cosa volevi sapere?" Chiese lei bevendo un po' del suo drink.

"Volevo sapere se volevi essere in coppia con me"

Astrid quasi si affogò con il tequila mentre ascoltava le parole di Hiccup.

'Noi? Coppia? Bacio???'

"Scusa... perchè non lo chiedi a Freyja? È la tua dam..." Astrid cercò di scappare dalla situazione che, se pur le piaceva, la metteva a disagio,ma fu interrotta da Hiccup che puntò un dito dietro di lei.

Astrid si girò e vide Freyja impegnata in un intenso scambio di saliva con Gambedipesce, il che le diede un leggero disgusto, ma la fece sorridere all'idea di un Hiccup libero tutto per lei.

"Ci sto"

I due si avviarono al centro della sala e si unirono al cerchio, vicini alle varie coppie.
La bottiglia iniziò a girare e Astrid pregò chissà quante divinità di non essere la prima

Per fortuna la bottiglia girò su Moccicoso e Heather, che si rifiutarono di baciarsi. Un liquido blu verdastro gli cadde addosso e furono eliminati.

La bottiglia girò ancora su Gambe e Freyja, Tufo e Anna, Bruta e Eret e così via, facendo rimpicciolire man mano il cerchio attorno al gioco.

Girò per l'ennesima volta e puntò su Astrid e Hiccup.
La ragazza lo guardò un po' imbarazzata mentre le tendeva la mano. La prese e si avviarono al centro del cerchio, posizionandosi sotto il secchio. Astrid guardò Hiccup, che le sorrideva profondamente, gli occhi socchiusi, le labbra curvate leggermente in avanti.

Astrid sentì le braccia di Hiccup sui suoi fianchi per tenerla più vicina, chiuse gli occhi quando il viso di Hiccup si avvicinò lentamente al suo. Poggiò le mani sul petto del ragazzo mentre le loro labbra si sfiorarono per un secondo.

Si staccarono. Hiccup aveva una faccia normale, indifferente, Astrid era invece alquanto imbarazzata, ma felice.

"HADDOCK! E QUELLO LO CHIAMI BACIO??" urlò Tufo dalla folla. "QUESTO LO È" 
Prese Heather per i fianchi e la baciò alla francese con molta passione, scatenando mormorii in sala.

"Smettila Tufo." Lo fissò male Astrid. "Lei è la tua ragazza, e ovvio che..." si bloccò notando uno strano sorrisetto sulla faccia di Hiccup, abbastanza inquietante.

"Ehm... Hiccup a cosa stai pensando?" Chiese, prima di sentire la presa sui suoi fianchi più forte. Sospirò dalla sorpresa, vedendo il viso di Hiccup cadere a picco sul suo, unendo violentemente le loro labbra. Astrid rimase alquanto sconvolta, mentre le labbra di Hiccup iniziavano a muoversi per approfondire quel bacio appassionato.

'Thor, come bacia bene...' pensò lei, mandando al diavolo ogni lucidità e ricambiando quel bacio così profondo. Abbracciò il collo del ragazzo sentendo la sua lingua sfiorare la propria, per poi prendere il comando della situazione.

Hiccup le accarezzò i fianchi e poi la schiena, stringendola sempre di più, eliminando ogni distanza tra loro.

Si staccarono dopo quasi 2 minuti per mancanza di fiato, rimasero a fissarsi con gli occhi socchiusi mentre i loro nasi continuavano a sfiorarsi, chinando il capo in modo alternato a destra e a sinistra. 

"Okok vi siete risparmiati il secchio" richiamò la loro attenzione Eret, per poi scrollarsi di dosso della gelatina blu "per fortuna"

Il gioco continuò con le coppie rimaste, mentre Hiccup e Astrid erano scappati via, letteralmente, e si erano nascosti sul tetto della scuola a guardare le stelle.

Si erano seduti uno accanto all'altro, con il capo all'insu, fissando tutti quei piccoli puntini luminosi in quel cielo scuro di fine maggio.

"E così, domani si parte" ruppe il silenzio Hiccup
"A quanto pare..." sospirò lei, cercando di non guardarlo. "Posso chiederti una cosa?"
"Certo"
"Perchè mi hai voluta in coppia?"

Hiccup rise. "Sapevo che me lo avresti chiesto. Beh, meglio te che una sconosciuta, no?" Disse voltandosi e mostrandole uno dei suoi fantastici sorridi che facevano brillare i suoi occhi verde smeraldo. Lei sorrise in risposta e si voltò ancora verso il cielo notturno, seguita dal ragazzo, iniziando una nuova sessione di silenzi imbarazzanti

"Le stelle sono stupende, non trovi?" Cercò di attaccare bottone Hiccup, con il primo pensiero che gli venne in mente.
"Le trovo stupende"

Sia Astrid sia Hiccup si voltarono per guardarsi l'un l'altro mentre guardavano le stelle, e invece furono entrambi colti in flagrante nello stesso istante.
Ma ciò non li fece scattare con il viso dall'altro lato, nè ridere.

Li fece rimanere semplicemente così: immobili. 
A fissarsi.

E senza nemmeno accorgersene, da immobili iniziarono ad avvicinarsi, finchè le loro labbra non si sfiorarono ancora, prima di unirsi in un altro bacio dolce e sincero. Si staccarononun attimo, rimanendo vicini, e capirono che dovevano farlo.

Bastò uno sguardo veloce per capire, e le loro labbra si unirono di nuovo, più passionalmente, le mani che esploravano le une i corpi dell'altro, con solo il cielo testimone di ciò che stava accadendo quella sera...

...che forse per loro non sarebbe stata più l'ultima

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Capitolo 23
*** ONE SHOT N.22 ***


Astrid si girò per l'ennesima volta nel sacco a pelo rivolta a guardare la tenda azzurra. Allungò una mano all'orologio: le 2.45.
Beh, aveva dormito mezz'ora.
10 minuti dalle 23.00 alle 23.10
Poi si era riaddormentata alle 00.50 e si era risvegliata alle 1.05.
E adesso si era svegliata alle 2.45 dopo essersi addormentata alle 2.40
Bella nottata.
Si girò ancora e si ritrovò a guardare il "soffitto" della sua piccola tenda, che pur avendo posto per due, divideva sola soletta in quella sera di campeggio con i suoi compagni di scuola.
Infilò velocemente le scarpe e prese una torcia, gattonò fuori dalla sua tenda e si alzò in piedi.
Respirò l'aria profumata di resina e legno bruciato e cacciò via un sospiro felice: adorava stare all'aria aperta.
Così tanto che non riusciva neanche a dormire.
Camminò fino ad arrivare ad una tenda rosso fuoco leggermente più lontana dalle altre (e anche un po' più grande) che affacciava su una piccola radura.
Il ragazzo che la abitava aveva fatto un'ottima scelta.
Astrid grattò con le unghie sulla stoffa, facendo svegliare l'inquilino, che gattonò fino ad aprire la tenda.
Avanti ad Astrid comparve un ragazzo con solo i pantaloncini, i capelli marroni e arruffati e un viso squadrato e coperto di lentiggini, abbellito da due bellissime perle color foresta al posto degli occhi.
-hey- le disse un po' assonnato e stropicciando uno dei suoi smeraldi -tutto ok?-
Astrid sorrise a sua volta, vedendolo non riusciva a farne a meno. Abbassò la luce della torcia e si abbassò in ginocchio avanti al ragazzo. -sì, solo che non riuscivo a dormire e...-
-e volevi sapere se avevo una tisana di mia madre con me- concluse lui con un sorrisino.
Astrid non potè che annuire, e vedendo Hiccup farle spazio nella tenda, gattonò dentro.
Si mise comoda tra i piccoli cuscini che il giovane teneva affianco al suo sacco a pelo e si rilassò, vedendolo versare il liquido giallo di un termos in una tazza.
Hiccup diede la bevanda ad Astrid e si sedette accanto a lei -meglio?-
-sì... abbastanza...- sussurrò lei.
-mamma sa fare delle cose eccezionali. A volte credl usi la magia...-
-oh andiamo Hic. A 15 anni credi nella magia?- chiese lei ridendo.
-sì. E lo sai che credo anche nei draghi. Loro sono qui da qualche parte nel mondo- ammise fiero e serio, penetrandola con i suoi occhi ora leggermente più scuri, decisi.
Astrid rabbrividì leggermente e guardò la tazza, vedeva sul fondo una piccola polverina nera che doveva essere il residuo di quel composto che la stava dolcemente cullando fino al sonno.
-ti stai addomentando?-
-non lo so... forse. Non riesco a dormire- rispose lei mettendo la tazza apposto. Hiccup le sorrise leggermente e le fece gesto di mettersi accanto a lui.
Astrid lo fece, sedendosi più vicina, ma Hiccup le mise un braccio attorno alla vita e la avvicinò completamente, facendogli appoggiare la testa sul suo petto.
Astrid arrossì vistosamente (e per fortuna lui non la vedeva) quando Hiccup si stese per metà, facendola stendere quasi sopra di lui, ad eccezione per le gambe.
Iniziò ad accarezzarle i capelli, dolcemente, sfiorando la pelle sensibile con i polpastrelli, e provocando in lei una strana sensazione.
Si sentiva... bene. Come mai si era sentita. Il tocco delicato di Hiccup la catapultava in un altro mondo, senza nè spazio nè tempo, chiuse gli occhi al pensiero.
Si stava addorentando
-mh- mormorò quando il pollice di Hiccup finì sulle sue labbra. Alzò lo sguardo e incontrò quello del giovane, che le sorrideva, ma non sapeva se quel sorriso era dovutò alla felicità, alla malizia...
Sapeva dire solo una cosa.
Era tenero, di uno di quelli che ti scappa quando non sai che fare.
E infatti Hiccup non aveva esattamente le idee chiare sulla situazione, si stava lasciando andare, descritto dalla sua iniziativa all'avvicinarsi alla ragazza presa in quel momento, quando lei aveva alzato lo sguardo.
E infatti si chinò su di lei e le lasciò un piccolo bacio sulla fronte, dolce e tenero.
Non appena Hiccup si staccò, Astrid arrossì leggermente e si spostò dal petto del ragazzo, rimanendo affianco a lui.
-Hic, ma cos..-
Lui le mise il pollice sulle labbra e la bloccò, e con la mano le accarezzò la guancia -posso chiederti una cosa?- sussurrò
-ehm... ok?-
-di cosa sanno le tue labbra?- le soffiò sul viso.
Astrid rimase leggermente interdetta a quella domanda -le mie labbra? Beh.. non saprei, perchè dovre...-
Ma la ragazza fu interrotta da un altro paio di labbra, quelle di Hiccup, premute in un istante sulle sue.
Rimase ferma per un attimo, poi si lasciò subito andare e ricambiò, e quando sentì Hiccup morderle il labbro inferiore, schiuse le labbra facendo scontrare le loro lingue.
Hiccup le cinse la vita e si girò su un fianco per avvicinarla il più possibile a lui, in ogni punto del corpo dove potevano toccarsi ora erano in contatto.
Astrid poggiò le mani sulle spalle larghe del ragazzo e scese fino alle clavicole, poi risalì al collo e lo abbracciò con le braccia per avvicinare Hiccup a lei più di quanto già non fosse.
I due si staccarono solo per prendere aria, anche un po' contrariati, e rimasero a fissarsi per un bel po' di tempo.
Da quanto lo desideravano, emtrambi? Forse da troppo.
-mh... dovrei andare a dormire...- sussurrò lei, ma senza segno di volersi staccare. Hiccup le lasciò un bacio sul naso -resta qui con me-
A quelle parole Astrid si staccò e si riappoggiò al petto del ragazzo, rilassandosi.
-limone- gli sentì dire ad un certo punto.
-cosa?-
-le tue labbra sanno di limone. Come la tisana. Finalmente ora lo so-

 

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Capitolo 24
*** ONE SHOT N.23 ***


Hiccup diede un piccolo calcio alla terra e si ritrovò a dondolare sull'altalena ancora una volta, lento e triste. Erano passati già 2 giorni ma lui non riusciva a farsene una ragione. Stoick, suo padre, un grande uomo di polizia, imbattibile e indistruttibile... morto sul lavoro da un semplice sparo. Diede un'altra spinta e iniziò a dondolare con un po' più di velocità, sentendo il vento tra i capelli arruffati, immaginando di poter staccare l'altalena da terra e volare via da quel posto maledetto e malvagio, dove le cose belle durano poco, perchè la loro fine e sempre imminente. Tutto è destinato a nascere e poi a morire. Ma Hiccup aveva 20 anni... certi pensieri ormai arrivavano e sparivano dalla testa di un ragazzo dell'università. Come tutto del resto, tornando al discorso di prima della vita e della morte. Sembrava la storia del piccolo principe. Quando si cresce, la fantasia va letteralmente a farsi un giro. Per sempre. Piantò le punte dei piedi a terra e rallentò un pochino, sentendosi un po' strano su quella giostra, nonostante alle 2.00 di notte nessuno potesse vederlo. Si alzò in piedi sull'altalena e si appese alla sbarra, per poi tirarsi su. Si mise come un gatto accovacciato su quella sbarra e guardò il cielo stellato, ben visibile visto chele luci delle case erano spente. L'unico fastidio erano i lampioni, ma Hiccup sembrò non notarli, attratto dalla moltitudine di puntini luminosi che si riflettevano nei suoi occhi verde scuro, che ammiravano incantati il cielo notturno. Ad un certo punto li chiuse e annusò l'aria, sentendo il profumo di erba bagnata, e nel silenzio udì il canto delle cicale che abitavano il parco della città, e poi ancora le ranocchie e le bisce dentro al laghetto... Finchè non arrivò una folata di vento, freddo e gelido, che toccò violentemente la pelle del ragazzo, scoperta per via della semplice t-shirt che indossava. Si appese alla catena dell'altalena e scese giù, si sedette di nuovo e iniziò a sfregarsi le mani sulle braccia, cercando di far andare via la pelle d'oca.

-Hiccup! Oh santo Odino ti ho trovato...-
Il ragazzo si girò e fu abbagliato da una luce, la luce di una torcia puntata su di lui, tenuta in mano da una ragazza sui 20 anni anche lei, capelli biondi e occhi azzurro ghiaccio.
-Astrid! Ma che ci fai qui?- chiese il ragazzo avviandosi da lei, che in tutta risposta lo abbracciò.
-potrei chiederti la stessa cosa, sei sparito da tutto il giorno! Erano tutti preoccupati e... Hic ma stai tremando?- si interruppe da sola e alzò lo sguardo, incontrando quello del giovane avanti a lei, che la stringeva tra le sue possenti braccia.
-beh... l'aria è freddina alle 2.00 di notte... sai?- disse scherzoso in un sussurro, che la fece sorridere.
-non mi hai ancora risposto- si staccò e si sedette su una panchina -che ci fai qui? E perchè sei sparito?- Hiccup si sedette accanto a lei e le cinse la vita con le braccia, avvicinandola a lui e appoggiando la propria testa sui capelli biondi di lei - dovevo stare un po' da solo... ne avevo bisogno-
-Hic, lo capisco, ma non puoi sparire così... senza dire nulla. Anche gli altri hanno bisogno di te...- si strinse ancora più a lui e affondò il viso nel suo petto -io ho bisogno di te-
Hiccup rimase pietrificato, le mani che la stringevano a lui si erano staccate come scottate mea subito dopo la abbracciò ancora, fino a portarla seduta sulle sue gambe senza accorgersene. -scusami As. Non avrei dovuto..-
-shh..- lei gli mise un dito sulle labbra -non dire altro- e lo baciò con desiderio e passione, come se gli fosse mancato (e forse così era). Intrecciò le dita in quelle del ragazzo e poi le portò sulla sua barba incolta, facendole scivolare sulle spalle larghe, il tutto mentre li sentiva accarezzarle i fianchi. La prese fermamente per la vita e la staccò, lei rimase un po' interdetta, ma quando lo vide piangere e abbracciarla ancora, capì che Hiccup non era in vena d'amore in quel momento. Gli accarezzò la testa dolcemente mentre qualche lacrima cadde anche dagli occhi suoi, e gli sussurrò tante frasi dolci che forse non avrebbe ripetuto mai più e che furono la chiave del lucchetto che racchiudeva quel momento segreto tra loro due, che nessuno avrebbe mai conosciuto oltre a loro, e la piccola altalena che continuava a dondolare avanti e indietro fino a fermarsi del tutto, e a rimanere un'immobile testimone.

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Capitolo 25
*** ONE SHOT N.24 ***


Ambientata dopo l'ultimo episodio della 4^ stagione di Race to the Edge.

**

Astrid si allungò leggermente verso il sua ragazzo e porse il braccio, vedendolo fare la stessa cosa.
I due si strinsero la mano felici, da coplia felice che erano diventati dopo vari problemi e imbarazzi.

Hiccup avvicinò il capo al viso di lei, pronto a baciarla mentre volavano verso le navi ormai affondate di Ryker. Astrid arrossì sentendo il suo respiro sulla pelle, così vicino...

...eppure così lontano.

Hiccup le sfiorò le labbra ma si fermò improvvisamente. Astrid, che aveva chiuso gli occhi, li riaprì di colpo per capire cosa stesse succedendo. Si guardi intorno e realizzò che i draghi erano molto spaventati.

-Tempestosa è tutto ok?- Astrid accarezzò la testa della sua amica, che improvvisamente aveva iniziato a guardarsi intorno

-Hiccup! I draghi sono terrorizzati!- apostrofò Gambedipesce.

-sì ma perc...- TestaBruta fu interrotyo da un enorme boato.

Tutti si giearono e videro il grande vulcano della Riva del Drago esplodere in una nuvola di fumo, lava e rocce.

-SCAPPATE!!!- urlò Moccicoso nella paura totale.

-NO! È peggio. Prendete il piccolo Eruptodon e troviamoci alla pisra di lancio- comandò Hiccup.

-E gallina??- il giovane Thorston iniziò ad andare in panico

-prendila, basta che torni.-

Ognuno volò in una direzione differente per scappare ai vari lapilli e rocce che cadevano dal cielo.

Gambedipesce cercò di tornare nel suo giardino di roccia dove il cucciolo di Eruptodon era nascosto per salvarlo.

I gemelli volarono in fretta e furia a casa.

-GALLINA!! STAI BENE!!!- TestadiTufo abbracciò la sua "amata" e corse alla porta per tornare da Rutto e Vomito

Moccicoso andò verso il mare per avvisare Heather e Dagur, e li trovò su una sponda dell'isola assieme ad una Tripletta.

Astrid stava volando già verso la pista di lancio non avendo nulla e nessuno da salvare, seguita da Hiccup.
Ad un certo punto una roccia le volò accanto velocissima, Tempestosa si bloccò.

-Ehi bella...- ma la dragona era agiratissima, impossibile da calmare.

-Astrid...-

-Hic non avvicinarti! È spaventstissima...- lo interruppe lei calma, accarezzando la pelle azzurra e squamosa.

-fa' attenzione As.- fu tutto quello che disse, per poi girarsi con calma e tornare a volare verso la pista.

-HICCUP!!- il ragazzo si girò di nuovo sentendo il suo nome, ma non vide nessuno.
Si guardò intorno e vide Tempestosa volare via nel cielo, sempre più in alto.

Ma Astrid non era con lei.

Iniziò a vagare con lo sguardo per tutto l'orizzonte, gli occhi velati di preoccupazione.
Guardò giù e vide l'ultima cosa che voleva vedere.

Astrid stava precipitando.

Di colpo si lanciò in picchiata con il suo drago -ASTRID, LA MANO!!- e allungò il braccio.

Astrid lo allungò a sua volta, ma non riusciva ad arrivare alla mano del suo amato.
Hiccup perse la ragione e si staccò da Sdentato, lanciandosi nel vuoto verso la sua ragazza.

Astrid aveva chiuso gli occhi e in un attimo si ritrovò il viso schiacciato nel petto di Hiccup.

-tieniti- sussurrò lui sorridente, per poi coprire la testa di lei con le sue possenti braccia e ribaltare le posizioni.

E poi, per lei fu tutto buio.

*


Astrid aprì gli occhi lentamente, vedendo tutto completamente buio. Mosse la testa e vide degli alti alberi attorno a loro: erano caduti nella foresta.
Alzò lo guardo e vide Hiccup sopra di lei che la stringeva al suo petto, le sue ali aperte che coprivano entrambi.

Si dimenò appena per staccarlo e lo fece stendere, poi portò una mano sui polsini di Hiccup, completamente consumati per l'impatto.
Sfiorò la pelle arrossata che vi era sotto di essi e poi portò le mani alle spalle.

-Hic..- lo scosse leggermente -Hic dobbiamo andare prima che il vulcano distrugga l'isola-

Il ragazzo fece una smorfia e si svegliò subito, aprendo gli occhi lentamente.
Si alzò a sedere e poggiò i palmi aperti a terra, diede una spinta sulle caviglie e si alzò, porgendo poi lamao all sua ragazza.

Chiuse le ali e si guardò intorno, silenzioso.
-tutto ok?- chiese lei.
-Sdentato...- sussurrò lui preoccupato.

Astrid sgranò gli occhi ai ricordi.
Hiccup si era lanciato per prenderla, ma Sdentato dov'era finito?

-DOBBIAMO TROVARLO!- iniziò a correre.

-Hic! Aspetta.. non serve a nulla correre!- gli afferrò il polso. -è qui nei paraggi. Azioniamo il cervello e pensiamo-

Hiccup si fermò e si appoggiò ad un albero -bene. Pensiamo. Se cadendo siamo arrivati da est, lui dovrebbe essere verso ovest.- indicò la direzione in cui stava correndo.

-ah. Ok... perfetto. Andiamo- rispose Astrid superandolo.

Corsero assieme per un bel tratto di strada senza trovarlo, sentendo ogni tanto qualche boato in cielo.

Astrid sentì laterra tremare sotto i suoi piedi e vide un'enorme crepa che si stava formando. Non ebbe il tempo di spostarsi che una voragine si aprì sotto i suoi piedi, e lei riuscì ad aggrapparsi con chissà quale fortuna divina.

-Astrid!! Oh Thor sacro...- il ragazzo si gettò ai bordi dell'enorme fossa.
-Hic aiutami!! Non reggerò per molto!-
Il ragazzo allungò il braccio -non ci arrivo, devi artampicarti un po'-

Astrid mosse il braccio penzolante verso la parete rocciosa, ma beccò un punto sbagliato e il braccio scivolò con una piccola pietra che le cadde sul piede.
-ahia!! Hic il piede... non ci riesco!-
-si che ci riesci! Avanti, prova a mettere la mano in quel puntò di prima. Se si è sgretolara prim, ora dovrebbe essere stabile- la incoraggiò lui.

Non poteva fare altro e ciò lo seccava, lo faceva arrabbiare da matti.
Vedere la sua ragazza in pericolo e non poter far nulla per aiutarla se non con un supporto morale... le tempie sembravano scoppiare al pensiero.

Astrid portò la mano nello stesso punto e si aggrappò, poggiò un piede sulla parete ma sentì una fortissima fitta di dolore in quella zona

-Hic non ce la faccio...- sussurrò lei sull'orlo di piangere.
Il ragazzo strinse i pugni nervoso -si che ce la fai. Smettila di piangere. Dov'è la Astrid che amo? L'unica rafazza che mi ha davvero rubato il cuore, l'unica che mi fa andare fuori di teata, la guerriera più forte di Berk...-
-Hic tutti hanno punti deboli..-
-RISPONDI ALLA DOMANDA! DOV'È ASTRID HOFFERSON?- urlò arrabbiatissimo.

-io sono Astrid Hofferson...- sussurrò lei, guardando Hiccup negli occhi.
-non ho sentito bene!- la spronò il ragazzo.

Astrid inchiodò lo sguardo negli occhi del giovane -IO. SONO. ASTRID. HOFFERSON!-
-DIMOSTRAMELO RAGAZZA!!-

Astrid agganciò ip piede non ferito in un punto ben fissato, allungò una mano in alto e si aggrappò, salendo un pochino. Salì anche con l'altra mano, ma quando poggiò il piede dolorante, il dolore le fece perdere l'equilibrio e cadde, ma fortunatamente era abbastanza in alto e Hiccup la prese.

Guardò su e vide ip suo sguardo intenso e un dolce e malizioso sorriso -te lo avevo detto che potevi farcela- sussurrò.

Tirò su il braccio e la prese sotto le ascelle, tirandola verso di se. Asrrid lo abbracciò subito dopo che le ginocchia furono sulla terraferma -grazie che ci sei sempre- sussurrò sul suo collo.

-a disposizione milady- rispose, accarezzandole la schiena. La prese poi per il torace e la staccò per baciarla con passione, mordendole il labbro per far entrare la lingua nella bocca dei lei, accarezzandole il palato.

Si staccarono per un altro boato del vulcano: -dobbiamo andare via da qui-

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Capitolo 26
*** ONE SHOT N.25 ***


Questa One shot è molto particolare.
Molto OOC, tanto per iniziare.
diciamo che ho voluto scrivere la mia situasituazione dell'ultimo giogiorno di scuola, e come vorrei che fosse andata.
un po' un casino XD
riguarda un ragazzo che mi piaceva, che ovviamente non lo saprà mai perchè la mia cotta per lui è bella che sparita.
ma non sto qui a dilungarmi... buona lettura!




Lo guardò ancora una volta dal suo posto, facendo scorrere l'iride verso sinistra velocissima, e inquadrarlo di nascosto.

Era sicuro: quel ragazzo la faceva impazzire.

A vista direte che è un semplice 14enne. Ma no.

Cazzo no.

"Intanto è uno strafigo della Madonna" pensava  sempre Astrid.
Poi, durante i numerosi abbracci, aveva ben capito che non era un magrolino tutt'ossa, ma anzi i muscoli hai voglia che li aveva.

E poi, quando giocava a fare il figlio iperprotettivo, era semplicemente sublime. E lei si lasciava cullare dalle sue parole di finta gelosia, fantasticando sul quanto sarebbe bello se fossero vere.

Continuò a fissarlo, conosceva a memoria ogni suo movimento. Lo vide passarsi una mano tra i capelli mentre cercava di mostrarsi interessato all'ultima lezione di algebra, gli occhi verdi che guardavano il suo compagno di banco e ridacchiavano.

Lei, dal banco affianco, continuava a spiare.

-mammina- sentì ad un certo punto dire. Lei alzò gli occhi al cielo per non far notare il rossore sulle guance: anche quel gioco lo rendeva ancora più carino di quanto già non lo fosse nei suoi confronti.

-cosa c'è Hic?- chiese in risposta.
-mi sto annoiando da morire... ma alla fine dell'ora c'è la festa giusto?-
-si. Tutti hanno portato qualcosa pr festeggiare la fine dell'anno. Patatine, popcorn, torta, biscotti...-
-il gioco della bottiglia si fa?- e le sorride malizioso.

-e sentiamo, chi vorresti baciare?- lo provocò lei maliziosa a sua volta.
-tutte le ragazze. Ma non Bruta. Lei no- e rise a crepapelle senza farsi vedere dalla professoressa.

Astrid rimase a fissarlo sconvolta.

Voleva baciare anche lei? O magari aveva solo sbagliato? O non voleva dirle in faccia che non la voleva baciare?

Sta di fatto che l'ora passò, ma nessuno partecipò al gioco della bottiglia perchè i piccoli schizzinosi avevano paura delle conseguenze.

La prima campanella suonò, facendo capire ai rafazzi di dover preparare gli zaini per l'ultima volta in quelle mura.

Hiccup inizia a guardare sull'attaccapanni e poi batte una mano sulla fronte. -merda. La felpa in palestra...-

Astrid, costantemente a fissarlo, lo sentì -se vuoi ti accompagno a prenderla.-

I due chiesero il permesso alla prof e scesero nella palestra ormai vuota per prendere la felpa del giovane.

-eccola- la ragazza glie la passò -andiamo-
-non così in fretta- sentì dire da lui.

Astrid si gitò incredula e si ritrovò d evitare unapall da basket. -MA EI IDIOtA? Se ci vedessero...-
-non ci ammtterebbero all'esame e bla bla bla... si lo so- disse, prendendo e posando il pallone.

Astrid lo guardò ancora una volta e decise finalmente di parlare -Hiccup. Quindi da oggi non ci sentiremo più, intendo. Io andrò alle superiori in un'altra città e comunque ognuno di noi si farà aici nuovi e...-

Lui inarcò un sopracciglio e le si avvicinò, tanto che la ragazza si appiattì sul muro -cosa tai cercando di dirmi?-

Bingo. Pensò lei, sentendosi nella merda fino ai capelli.
-ecco- arrossì di brutto. -è l'ultimo giorno ed è la mia ultima possibilitá.-
-possibilitá per fare cos..- ma fu interrotto dall labbra della 13enne unite alle sue.

Le mani di li gli strinsero il collletto della maglia per tenerlo più e più vicino, sapendo che non sarebbe accaduta più una cosa del genere.

Voleva godersela, eppure era terrorizzata dalla reazione di lui. Coa avrebbe fatto dopo? Scappare?

Beh era leggerme te bloccata al muro.

Ad un tratto lui le prese la vita e la spinse completamente sul muro, a far combaciare i loro corpi, e approfondì quel bacio capendo da quanto lei lo avesse desiderato.

E a quanto pre anche lui.

-lo sa cosa odio di te?- sussurrò ad un certo punto, lei non si era neanche accorta si fosse staccato.

-cosa?-
-perchè non me lo hai detto prima?-
-beh... avevo paura e..-
-ecco cosa odio. Pensi troppo As- sorrise. -se m lo avessi detto prima non avreati dovuto aspttare l'ultimo giorno.- la sua espressione divenne ad un tratto triste.

-che succede?-
-As... io parto... vado in Inghilterra-

La ragazza perae un battito, i suoi occhi stavano per uscire dalle orbite.
-cosa??- balbettò.

-non posso farci nulla, e ti prego non salutarmi, lo rimpiangerei. Odio gli addii.- si srmtaccò dal muro e prese lo zaino, uscendo dall palestra e lasciansola così, immobile.

Astrid lasciò acivolre la schiena sul muro e si sedette, un grido le morì in gola mentre imprecava contro se stessa in mille lingue.

Perchè non aveva parlato prima?
Perchè era stata tanto stupida?

Ma soprattutto...

Perchè ha sempre aspettato fino alla sua ultima possibilitá?

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Capitolo 27
*** ONE SHOT N.26 ***


Hiccup è una cheerleader.
@Fefi_Rox ha probunciato quella frase e da lì mi è arrivata l'ispirazione.
E con questo non ho altro da dire XD

Anzi una cosa sì: mi scuso sela OS non è molto lunga, spero comunque che vi piaccia ;3


 

-E LA PARTITA SE LA AGGIUDICANO HICCUP HADDOCK E I DRAGONS!!!-

Il cronista urlò per coprire la voce dei mille tifosi che gridavano gioiosi dalle panchine, mentre agitavano bandiere e cartelloni e si abbracciarono l'un l'altro.

Il giovane Haddock rimase immobile in campo, ancora non aveva capito cosa stesse accadendo; realizzò solo quando vide i suoi compagni di squadra correre verso di lui e abbracciarlo, per poi prenderlo in braccio e farlo saltare in aria.

Avevano vinto. I Dragons, la squadra della Berk High School si era aggiudicata la vittoria dei campionati nazionali tra le varie scuole del paese, e sapere che lui aveva segnato l'ultimo punto lo rendeva talmente orgoglioso che le lacrime avevano iniziato ad uscirgli dagli occhi, mischiati al sudore sul viso.

Otto ragazze entrarono nel bordo campo esultanti, agitarono i pon pon al ritmo delle trombette dei fan e iniziarono a ballare e saltare.

-ecco le nostre bellissime cheerleader...- Moccicoso si svvicinò ad una ragazza dai capelli color biondo cenere e la abbracciò per i fianchi.

Heather si avvicinò a TestadiTufo e lo baciò -il mio campione...- sussurrò per poi baciarlo di nuovo.

Il giovane caposquadra si avvicinò alla sua ragazza e la sollevò da terra, facendola volteggiare in aria.
-ABBIAMO VINTO!!- disse, per poi baciarla dolcemente ma sensualmente le labbra, poggiandole una mano sulla curva della schiena.

-siete i migliori ragazzi- Susy, una loro amica, si avvicinò alle coppie e si appoggiò al muro -ma noi saremo più brave domani alla partita di pallanuoto femminile-
-andiamo Sus, accontentati di fare la cheerleader- Mike le fece l'occhiolino.

-ma ora che ci penso, se noi giochiamo chi fará a noi da cheerleaders?- Freya, un'altra ragazza, si avvicinò al gruppo insieme ae altre ragazze: Naomi, Mary e Cheryl.

Le otto amiche si guardarono e risero insieme, suscitando curiosità nei ragazzi della squadra.
-a che pensate?- chiese Jack, il quinto ed ultimo giocatore della squadra di Basket.

Astrid si mordicchiò il labbro e guardò il suo ragazzo e così fecero anche Bruta e Heather, i ragazzi sempre più confusi.

-ehm... ragazze?-

*

 

Il giorno seguente

 

-IO NON FACCIO UNA MERDATA DEL GENERE- Moccicoso lanciò i pon pon a terra.
-E INVECE LA FAI. TU E GLI ALTRI!!- urlò Bruta in risposta.

 

-NO ASTRID. NO TI PREGO.-
-E invece sì- la giovane aggiustò i capelli al suo ragazzo e poi mise bene la cuffia -entro in acqua-
-MA ASTR...-
-TU FAI LA MIA CHEERLEADER. PUNTO-

 

La partita iniziò, i ragazzi seduti in panchina in pieno imbarazzo. Le ragazze giocarono, e dopo qualche passaggio segnarono il primo punto.

 

-tocca a noi...- Mike si alzò per primo e sbuffò, poi incoraggiò tutti gli altri.

 

I cinque amici presero i pon pon, e in maglietta e pantaloncino rosa comeil colore del costume della squadra, iniziarono ad agitare i pon pon e a canticchiare:
-le migliori sono qui:
A perder sei venuto sì.- con una grande ironia sull'entusiasmo.

 

-andiamo ragazzi un po' di grinta!- Astrid si avvicinò al bordopiscina e li prese in giro.

 

-divertente As. Si ok sei più brava tu a fare la cheerleader- si abbassò e la prese per il colletto del costume, alzandola dalla piscina e baciandola con passione -ma io sono sempre più bravo ad imbarazzarti- e detto auesto la spinse all'indietro e la lanciò in acqua, facendo ridere tutte le compagne.

 

Quella partita si preannunciava molto lunga




 

Aveweeee (scritto bene)
Lol
E allora, mi scuso ancora per la piccola OS.
Piaciuta?
Spero di sì.
Beh io vi saluto.
Zau
(Fefi sei la migliore)
Rosy

 

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Capitolo 28
*** ONE SHOT N.27 ***


One shot AU Tema "Miraculous Ladybug"


Con un balzo felino, la ragazza saltò da uno dei tanti tetti di Berk, e con il suo yoyo azzurro fece leva per volare fino alla cima della piramide del Louvre.

Astrid aveva 16 anni, ed erano ormai 2 anni che proteggeva la sua città dal male insieme al suo migliore amico Hiccup, nelle vesti di Furia Buia e Uncinato Mortale.

Avevano scoperto da poco l'uno l'identità dell'altro, e ciò rafforzò talmente tanto la loro relazione che i due si innamorarono, fino a mettersi insieme.

Quella mattina, però, il famigerato Drago Bludvist aveva mandato ancora una volta una delle sue akuma, e dopo che sia Tempestosa, sia Sdentato la ebbero captata, i due eroi erano entrati in azione. (Per la cronaca, Sdentato e Tempestosa sarebbero i qwami, Tikki e Plagg ":D)

Stretta nel suo costume azzurro a borchie giallo chiaro, Uncinato Mortale arrivò sul luogo dall'alto, dove una miriade di zombi stava combattendo contro Furia Buia, e lui a quanto pare non riusciva a tenerli a bada molto bene.

Si mise su un tetto sopra di loro e lanciò lo yoyo.
《Prendilo, Futia Buia!》disse al ragazzo, che afferrato lo yoyo fu tirato su.

Rimbalzò lungo la cordicella ed entrò nella finestra, dall'impatto cadde addosso all'eroina (seh, la droga XD) e lei quasi cadde, se non fosse stato per lui che l'aveva presa prontamente per la vita, abbracciandole la schiena.

Lei lo guardò con sguardo innocente e incantato, mentre lui la scrutava con un sorriso《non so se sei più bella con o senza quella maschera》le sussurrò per poi unire in un attimo i loro visi, carezzando leggermente il labbro superiore di lei.

《Grazie per il salvataggio, milady》
《E di che... ma cisa sta succedendo?》chiese lei per sapere la prossima mossa.
《Un ragazzo è stato akumizzato perchè non poteva stare molto ai videogiochi, e ora sta facendo di Berk la sua console personale.
《Allora muoviamoci. Se lo vedo capirò dov'è nascosta l'akuma》

A quelle parole, entrambi gli eroi saltarono dalla finestra e, correndo sui tetti, iniziatoni a cercare Player, il nome del ragazzo akumizzato.

Arrivarono sul municipio di Berk, e lo videro da lontano.
Vestito di nrro con un mantello rosso, il loro amico Dagur si divertiva a creare personaggi di videogiochi, come zombi, stelline e varie cose.

Uncinato Mortale lo guardò meglio: 《guarda, usa quel telecomando da gioco per trasformare le persone》
《L'akuma deve essere lì》 la precedette il moro.
《Se riesci a distrarlo, io posso rubargli il controller e romperlo-》
《così poi catturerai l'akuma e tutto sarà risolto》

La ragazza ghignò:《adoro quando mi capisci al volo》
《Tu mi adori sempre, ammettilo》disse lui avvicinando il proprio viso al suo con le braccia conserte, per poi prendere il suo bastone ed allu garlo fino al loro nemico per iniziare il piano.

《Hey, Player》disse attirando l'attenziine del ragazzo. 《Hai finito le vite, partita conclusa》
Il rosso si girò verso di lui e iniziò a premere pulsanti dal controller che lanciava raggi laser, che il ragazzo prontamente schivava.

Astrid intanto si avvicinò alla scena, nascondendosi dietro la torre della bandiera sul museo. Lanciò in aria il suo yoyo, invocando lo sharp charm per avere un aiuto a prendere il controller.

Tra le sue mani cadde un coltello, e la ragazza leggermente sorpresa iniziò a guardarsi intorno.
Il suo sguardo cadde sulla bandiera con il logo della città e un ghigno si fece strada sul suo viso.
《Perfetto》

Si arrampicò sulla torre e tagliò la bandiera, tenendola tra le mani. Dal tetto si lanciò addosso al loro amico e coprì i suoi occhi con la bandiera, prese il telecomando e lo passò al suo compagno, che con il suo potere magico lo distrusse in frantumi.

Con il suo yoyo, la ragazza purificò l'akuma e fece tornare tutto alla normalità, e dopo che il male fu uscito dal corpo del ragazzo che si ritrovò senza alcun ricordo, i due eroi si diedero il pugno e dissero in coro《ben fatto》.

Il miraculous di Astrid lampeggiò《oh no... ho solo tre minuti, devo scappare》
《Allora ci vediamo》disse il suo compagno, baciandole la mano.

Lei gli si avvicinò e posò le proprie labbra sulle sue, mentre lui le teneva i fianchi con le mani.
Quel semplice tocco divenne presto però tutto tranne che innocente, dato che le loro mani avevano iniziato ad esplorare il corpo dell'altro, e Hiccup, dopo aver morso il labbro della ragazza, aveva fatto insinuare la lingua nella sua bocca.

All'improvviso, un fascio azzurro colse all'improvviso entrambi, e Hiccup si ritrovò a stringere non Uncinato Mortale, ma la sua ragazza Astrid.
《Avevo detto di aver poco tempo》
《Beh, anche a me ora rimangono solo 2 minuti, se ci sbrighiamo ti porto a casa》

E così Furia Buia prese tra le braccia la sua ragazza e volò come un drago sui tetti di Berk verso casa della bionda, per poi dirigersi verso la sua dimora, appena in tempo per la trasformazione.

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Capitolo 29
*** ONE SHOT N.28 ***


Avverto. Termini e linguaggi molto forti, ma nessuna descrizione esplicita. Ricordo a tutti il rating giallo.
 

Hiccup si sedette con un tonfo sul divano, ripensando a cosa aveva appena fatto.
Era la cosa giusta?

Si passò una mano sul viso e fece scorrere i ricordi della giornata appena passata.
Un'altra mattina di scuola passata ad evitare Astrid Hofferson.

Ma che ci poteva fare.
Dal suo migliore amico era passato ad essere il suo spasimante in prima fila, e non poteva di certo dirglielo.

E giustamente queste distanze avevano disgregato la loro amicizia, e Astrid voleva una spiegazione.
Ma purtroppo, ogni volta che Hiccup provava a parlarle, finiva per balbettare, cambiare discorso o dire cose insensate.

Il campanello di casa sua suonò, e lui sorrise, sapendo che il suo pacco era appena arrivato.
Una prostituta.

Hiccup Horrendous Haddock Terzo aveva chiamato una prostituta per distrarsi.
Era proprio fuori di testa, ma si sa. Purtroppo i ragazzi non ragionano sempre con il cervello, ma con qualcos'altro che ha stimoli ben diversi.

Aprì la porta e si fermò di sassoo, non appena vide una ragazza bellissima stretta in un babydoll nero e rosso carminio chr metteva in risalto la pelle lattea, e i capelli biondi e sciolti sulle spalle.

Ma non appena alzò lo sguardo per guardarla in viso, rimase pietrificato.
Due occhi azzurro ghiacccio ricoperti di leggere lentiggini, due labbra sottili e rosee, qualcosa che avrebbe riconosciuto ovunque.

Quella ragazza era Astrid.

《Tu?》si dissero all'unisono.
Astrid non era mai stata a casa di Hiccup, nonostante i loro 17 anni e una tale amicizia, auindi non aveva idea della sorpresa che le sarebbe stata riservata.

Hiccup le fece spazio per farla entrare, ancora scosso dalla sorpresa, chiuse la porta e corrugò la fronte.
《Mi spieghi?》disse arrrabbiato.
《Mi spieghi tu perchè hai chiamato una prostituta?》chiese lei in difesa
《Mi spieghi prima perchè sei tu la prostituta?》insistette lui, senza dar segno di voler cambiare discorso.

《Ma perchè ti importa tanto?》chiese lei infuriata, abbassando leggermente lo sguardo, ma lui si avvicinò e le prese il mento tra le dita.
《Forse perchè sono il tuo migliore amico, da sempre...》sussurrò.

Lei corrugò la fronte《non che tu me lo abbia dimostrato molto negli ultimi giorni. O tutto questo non sarebbe successo. Ti avrei detto tutto e ora non saremmo qui》non sapeva perchè, ma una lacrima le rotolò incontrollata sullo zigomo.

Lui glie l'asciugò con le nocchime delle dita e non potè fare a meno di accarezzarle la guancia, mentre Astrid si lasciò andare a quel tocco così dolce.
《Ma io ora sono qui, vuoi parlarne?》

Astrid sospirò《la mia famiglia ha bisogno di soldi, questo è l'unico modo che ho trovato...》 disse quasi sul punto di piangere. Hiccup fece macchinare la mente mentre cercava un modo per aiutare la sua migliore amica.

《Io... io posso aiutarti, lo sai!》Disse illuminandosi in volto; mise le mani sulle spalle di lei e le scosse leggermente, affinchè lo guardasse.《mio zio ha una pasticceria e ha bisogno di dipendenti, il lavoro non è troppo pesante e lo so perchè anche io faccio il turno lì. Cosa ne pensi?》

Sul viso di Astrid si fece strada un sorriso grandissimo e pieno di gioia 《ne sei sicuro?》chiese incredula, e il ragazzo annuì.
《Hic sei fantastico!!》disse, e gli allacciò le braccia al collo. All'inizio il ragazzo rimase interdetto, ma subito dopo ricambiò l'abbraccio, accarezzandole appena la schiena.

Astrid staccò solo la testa dalle sue spalle, quanto bastasse per guardarlo in volto.
《Grazie..》sussurrò.
《Di nulla, milady》

Il tic tac dell'orologio spezzava un'atmosfera tesa e piena di ansie che si era creata tra i due ragazzi.

"Baciarla o non baciarla?" Continuava a chiedersi Hiccup.
Voleva, ma non riusciva, si sentiva come bloccato.

Ma non ce ne fu bisogno, dato che come per miracolo, le labbra di Astrid si erano già posate sulle sue, un tocco delicato e quasi inesistente, chr finì com'era iniziato senza dargli neanche dargli il tenpo di realizzare.

《Hiccup, io credo che..》ma fu il turno di lei a tacere, perchè non appena Hiccup capì l'azione appena compiuta della ragazza, le strinse i fianchi con le braccia e si fiondò sulle sue labbra, che si sciolsero subito dando l'accesso alla lingua di lui.

Rimasero così per forse una decina di minuti, finchè lei non si staccò ansimante per cercare di riprendere fiato, ma Hiccup sembrava invece un vulcano esploso e fuori controllo, e voleva di più.

Prese sì e no una mezza boccata d'aria, poi appoggiò le labbra sul collo della ragazza. Scese fino alla spalla, e quando la sentì genere, lasciò un bacio in quella zona, che le provocò un livido rossiccio.

Solo dopo Hiccup si rese conto della situazione: Astrid stava tremando.
Si staccò come scottato, senza però lasciar andare l'abbraccio, e la fisdò negli occhi umidi.

《Io... ecco...》Astrid cercò di trovare scuse per il suo pianto, ma Hiccup la interruppe.
《Se pensi che io ti abbia fatto questo solo per piacere, come avrai provato con altri ragazzi nel tuo "lavoro", sappi che ti sbagli. Non lo faccio per sesso, lo faccio perchè ti amo》disse senza pensarci, scorrendo fluido con le parole.

Astrid alzò lo sguardo interdetta, e dopo un attimo gli accarezzò la guancia pungente e lo baciò di nuovo, ma questo fu un bacio diverso, più dolce e romantico, che racchiudeva il "ti amo" che la bionda voleva dire in risposta all'amore segreto della sua vita.

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Capitolo 30
*** ONE SHOT N.29 ***


《Non posso crederci》il giovane si alzò dal muretto e la fissò come non aveva mai fatto, sinceramente lei non aveva mai visto tanto odio nei suoi occhi verde foresta.

《Smettila di fare il melodrammatico》disse lei alzando gli occhi al cielo, tenendo le braccia conserte e coprendo leggermente le braccia per il freddo.

《Ah io sono melodrammatico? Tu mi hai mentito》
《Wow... facciamone un libro... ho capito che non si fa ma era una fottuta bugia! Non puoi farne una questione di tanta importanza》

《Invece sì, dipende dal tipo di bugia. E questa era brutta, Reb. Tanto》
La ragazza diede un calcio ad una pietra e si girò per allontanarsi, fece solo qualche passo e poi si bloccò all'udire le sue ultime parole.

《Sei solo una donna》sussurrò il ragazzo con disprezzo e voce roca.
Rebecca si girò di colpo, gli occhi spalancati al massimo da quelle parole.

Christian... l'aveva appena malgiudicata? Lui?
Di certo lei non era una ragazza che si sarebbe fatta abbattere da quellr parole, ma dalla persona che le aveva pronunciate... beh, sì.

Se lo avesse fatto qualcun altro si sarebbe ritrovato a testa in giù in un comulo di sterco di drago, ma quando si trattava di Christian la bionda di casa Kayes dimenticava tutte le sue barriere e protezioni fatte di prepotenza e forza, ed era semplicemente la dolce ed emotiva Rebecca.

《Co-cosa?》 Si avvicinò di colpo al ragazzo, gli occhi socchiusi in una fessura minuscola, mentre scrutava il suo ghigno, fastidioso quanto dannatamente attraente.

《Che cosa intendi dire con "sei solo una donna", ah? Maschilista del cazzo?》 Chiese arrabbiatissima, mentre lui si avvicinava.

《Sai solo mentire, persuadere, come tutte le donne, ma non hai uno straccio di personalità, di carattere o di giustizia, e me ne pento di esseremene accorto solo ora》

Sbarrò gli occhi all'improvviso alle sue parole.
Era davvero Christian a star parlando?
Quegli insulti le fecero ribollire il sangue, soprattutto perchè lei non era quel tipo di persona. Non era un'approfittatrice o cose del genere. Un suo carattere ce l'ha, eccome se ce l'ha.

Emotiva, presuntuosa, orgogliosa, spiritosa... un carattere brillante con i suoi pro e contro, ma di certo non uno specchio. Uno di quelli che riflette le situazioni e cambia personalità a piacimento e quando e come gli va a favore.

《E smettila di guardarmi così, Reb, ti brucia la real-》
Christian non finì in tempo la frase perchè la mano della giovane era finita spontameamente a colpire il suo viso, senza sapere esattamente perchè.

Si massaggiò lo zigomo e la guardò, lei rimase con la sua espressione fredda e cupa.
《Ben ti sta, stronzo》e se ne andò, lasciandolo di sasso su quel muretto della piazza.

Dal fondo della classe, un inconfondibile rumore di applausi si sollevò dal professore di conversazione ed espressione, che guardava la giovane Astrid con un felice sorriso sul volto.

《Molto bene, Hofferson.》disse alla giovane, squadrandola con i suoi occhi color cioccolato.
《La vostra compagna è stata molto brava a leggere questo passo del vostro libro di narrativa》disse poi, rivolgendosi alla classe.
《Qualcuno che vuole provare a contrastarla?》

Tutti si zittirono a quella domanda, mentre Astrid faceva scorrere gli occhi sulle teste chine.
Era sempre stata la migliore in lettura, espressione e conversazione. E soprattutto nelle recitazioni di bugie e scuse, era davvero una regina.

Un ghigno le si formò sul viso e iniziò a tornare a passo sicuro al suo posto quando, arrivata a metà classe, un ragazzo degli ultimi banchi alzò appena la mano.

《Haddock? Bene. Vieni in cattedra》disse semplicemente l'insegnante, tornando al suo posto, e posizionando gli occhiali sul naso, scrivendo qualcosa sul registro.

Astrid guardò il bruno alzarsi per poi raggiungere la scrivania.
Quando si scontrò nella ragazza, la colpì appena con la spalla per passare, riservandole uno sguardo ipnotico e seducente.

Astrid si sedette non appena quegli occhi si furono staccati dai suoi. Hiccup invece si appoggiò al muro e prese il libro svogliatamente tra le mani, e dopo attimi di silenzio la sua calda voce iniziò a risuonare nell'aula.

《Non posso crederci》il giovane si alzò dal muretto e la fissò come non aveva mai fatto, sinceramente lei non aveva mai visto tanto odio nei suoi occhi verde foresta.

《Smettila di fare il melodrammatico》disse lei alzando gli occhi al cielo, tenendo le braccia conserte e coprendo leggermente le braccia per il freddo.

La voce del bruno era calma e allo stesso tempo rotta, come se lui non si stesse immedesimando nei personaggi che leggeva, bensì come se lo fosse.

《Ah io sono melodrammatico? Tu mi hai mentito》
《Wow... facciamone un libro... ho capito che non si fa ma era una fottuta bugia! Non puoi farne una questione di tanta importanza》

《Invece sì, dipende dal tipo di bugia. E questa era brutta, Reb. Tanto》
La ragazza diede un calcio ad una pietra e si girò per allontanarsi, fece solo qualche passo e poi si bloccò all'udire le sue ultime parole.

Dopo quella frase, il ragazzo si bloccò, e fece una piccola smorfia. Sembrò formarsi un groppo in gola, ma alla fine riuscì a parlare con disprezzo puro, leggendo le prossime righe del libro.

《Sei solo una donna》sussurrò il ragazzo con disprezzo e voce roca.
Rebecca si girò di colpo, gli occhi spalancati al massimo da quelle parole.

Astrid rimase affascinata dai cambi di espressione e di voce del ragazzo, poteva vedere nel suo viso che lui stava davveeo vivendo quelle emozioni mentre leggeva ogni singola parola dei discorsi, o come in auel moemnto, le descrizioni dell'animo della protagonista, Rebecca.

《Co-cosa?》 Si avvicinò di colpo al ragazzo, gli occhi socchiusi in una fessura minuscola, mentre scrutava il suo ghigno, fastidioso quanto dannatamente attraente.

《Che cosa intendi dire con "sei solo una donna", ah? Maschilista del cazzo?》 Chiese arrabbiatissima, mentre lui si avvicinava.

《Sai solo mentire, persuadere, come tutte le donne, ma non hai uno straccio di personalità, di carattere o di giustizia, e me ne pento di esseremene accorto solo ora》

Gli occhi di Hiccup di posarono per un attimo su quelli di Astrid, e lei si sentì colta in flagrante a fissarlo con sguardo perso e labbra socchiuse. Prese il diario e si nascose dietro di esso rossa in viso, non sapendo in realtà perchè.
Il ragazoz tornò al suo libro, e dopo aver letto le descrizioni in tono neutro, tornò ad interpretare a regola d'arte i personaggi.

《E smettila di guardarmi così, Reb, ti brucia la real-》
Christian non finì in tempo la frase perchè la mano della giovane era finita spontameamente a colpire il suo viso, senza sapere esattamente perchè.

Si massaggiò lo zigomo e la guardò, lei rimase con la sua espressione fredda e cupa.
《Ben ti sta, stronzo》e se ne andò, lasciandolo di sasso su quel muretto della piazza.

Il ragazzo posò svogliatamente il libro sulla cattedra e tornò al suo posto, passando ovviamente dal banco di Astrid, lanciandole in'occhiata di sfida.

Il professore nonpotè fare a meno di battere le mani al ragazzo, senza mancare il discorso del ragazzo con potenzialità mai dimostrate, il che faceva ribollire Astrid di gelosia.

Prese la matita, stufa di quel discorso, e aprì il suo diario per iniziare a scrivere frasi e cose varie che le venivano in mente, quando si accorse che sul suo banco c'era qualcosa di nuovo.

Un biglietto.

Le dita lattee afferrarono il pezzo di carta bianca, firmato in un angolo H.H.H.III.
Astrid lo aprì, notando una frase più che inaspettata da un ragazzo cone Hiccup Haddock.

Alle due di oggi poemriggio dopo la paura pranzo davanti alla quercia nel giardino del retro. Devo parlarti prima delle lezioni.
Non mancare, Hofferson.
H.H.H.III


L'ultima frase rimbombò nella sua mente.
Perchè Hofferson e non Astrid? La odiava davvero tanto? O magari si credeva così altezzosono non so che?

Fatto sta che Astrid rimase con lo sguardo perso sulla lavagna pulita e la mente che vagava nei suoi mille pensieri fino alla pausa pranzo.

Mangiò pochissimo, data la sua strana ansia, e non appena furono le 13.55 si incamminò verso il giardino.

Una grande fontana che si innalzava nel centro, con tanto di panchina in marmo tutta intorno alla superficie dell'attrazione, e il tutto decorato dalle varie aiuole del posto, e anche i vari alberi, uno dei quali conosciuto come "la grande Quercia" perchè era il più grande e maestoso.

E inoltre, era l'unica betulla tra le tante querce del giardino.

《Sempre puntuale》una voce la sorprese da dietro, rivelando il giovane dagli occhi smeraldo che la fissava ptofondamente.
Astrid sussultò al suo sguardo, cercando di evitarlo.
《cerco di non perdere tempo》liquidò così il discorso.

《Se londici tu》sussurrò allusivo il ragazzo, lasciando cadere lo zaino per terra dalla sua spalla.
I suoi occhi catturarono quelli di Astrid, inchiodandoli, impedendogli di fuggire, e così si avvicinò alla giovane, mentre lei si ritrivava schiacciata all'albero.

《Cosa stai facendo, Haddock?》chiese Astrid quando la sua schiena toccò la corteccia della pianta.
《Voglio vedere come reagisci, mia grande attrice...》rispose lui, e portò le mani sull'albero, impedendo alla ragazza ogni movimento.

Nei suoi pensieri, Astrid nonnera confusa, scossa, sconvolta.
Di più.
Era terrorizzata.

Quel ragazzo di cui sapeva pochissimo, quello stesso ragazzo che sapeva tenerle testa, e che ora la stava scavalcando, intimorendola con le sue azioni.

Quando le mani del bruno sfiorarono la camicia della ragazza, questa urlò colta di sorpresa, e Hiccup portò una mano alle sue labbra, zittendola.

《Non sarà uno scandalo, non c'è bisogno di urlare tanto》sussurrò, per poi fare qualcosa di inaspettato.
Tolse la mano dalla bocca di lei, e la sostituì con le sue labbra.

Astrid spalancò gli occhi disgustata da quel mezzo maniaco.
La mano che prima era sulle suenlabbra era ora scesa alla mascella, mentre l'altra le teneva stretto un fianco.

Portò i palmi aperti sul petto di lui e lo spinse via, per poi mollargli uno schiaffo bello forte.
《Ma che sei scemo? Che cazzo ti viene?》gli urlò contro, ma quando stava per mollargli un altro schiaffo, il polso le fu bloccato dalla presa ferrea del giovane.

La tirò per il braccio e l'avvicinò a sè, un braccio la cinse la vita e l'altro le teneva ancora i polsi, e la guardò nei suoi occhi scandalizzati.

《Lo sai, Hofferson, il rossore sulle tue guance non dice lo stesso dellla tua voce, se sei la regina della classe di comunicazione, impara a mentire》le soffiò sul viso.

Avvicinò le labbra a quelle di lei e le sfiorò appena, poibla lasciò andare, prese lo zaino e tornò nell'istituto.

E potete ben immaginare perchè, per tutto il giorno, Astrid rimase nascosta dietro i libri durante le lezioni, o addirittura nascosta in bagno, pur di rivedere anche solo gli occhi verdi del ragazzo di cui si stava dannatamente innamorando.

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Capitolo 31
*** ONE SHOT N.30 ***


Astrid era comodamente seduta su una delle sedie della sua classe, contenta del fatto che fosse vuota. La ricreazione era da poco iniziata eppure lei era tornata subito in classe per godere della tranquillità e del silenzio.


Senza che se ne accorgesse, quei 10 minuti volarono, e la classe si era già popolata di studenti, e al suono della campanella la professoressa di italiano entrò in aula.

Dopo un'ora di lezione (passata da Astrid a disegnare sul diario o a mordicchiare la matita) la professoressa prese parola, attirando l'attenzione di tutti gli studenti.

《Ragazzi. La nostra scuola si è iscritta ad un concorso, e il tema da trattare è l'adolescenza. La vostra classe è stata selezionata per rappresentarci, quindi dovrete girare un cortometraggio a tema entro il prossimo mese.》

《In un mese?》TestadiTufo si alzò di scatto dal suo posto

《Sì. Un mese. Ma voi dovete solo girare il corto, le trame e il copione verrà mandato via mail dai produttori》
《prof ma come facciamo? Tra compiti e-》
《Questo è il compito che vi assegno, per un mese siete assolti dallo studio a casa della mia materia》

E a quel punto, la classe scoppiò in esulti e gioie, fermati ovviamente dall'insegnante.
《Nella prossima ora andremo nel laboratorio teatrale per iniziare almeno a leggerlo e a dare le parti, quindi prendete ciò che vi serve e andiamo》

Il laboratorio teatrale della scuola era un edificio a parte situato nel giardino, un vero e proprio palcoscenico con titti i posti a sedere.
I ragazzi entrarono e si sedettero nelle tribune, mentre la prof era sugli scalini posizionati avanti al palco.

Dopo aver consegnato una copia dei copioni, la professoressa iniziò ad assegnare le parti più corte, per avere minor scelta nella selezione dei protagonisti.

E alla fine erano rimasti solo Heather, Astrid e Hiccup.
La professoressa li guardò, e vedendo che Heather era la più alta delle due ragazze, le fu assegnato il ruolo da insegnante.

Astrid fece due più due e arrossì, capendo che lei e Hiccup erano finiti a fare i protagonisti del cortometraggio.

Il concorso era basato sull'adolescenza, e i produttori avevano scritto diversi copioni sui vari temi di essa: depressione, amicizia, difficoltà, e anche "amore", proprio quello che era toccato alla loro classe.

《Molto bene. Ora: copioni alla mano e proviamo a metterlo in atto leggendo》aggiunse la prof, andandosi a sedere, mentre tutti i ragazzi si posizionavano sul palco o dietro le quinte.

Astrid era nascosta nella quinta a destra, da sola, giocherellando con l'ultima pagina.

Il bacio

Stava seguendo, eppure aveva già letto tutto il cortometraggio. 

Una normale ricreazione a scuola, dove un ragazzo va a prendere il pranzo a mensa e incontra un'altra ragazza, e lì parte il colpo di fulmine. I due mangiano insieme, si confrontano per un'uscita, e alla fine di essa, si baciano.

La bionda rimase quasi disgustata. L'amore di certo non è cosa da poco, non funziona in una mangiata a pranzo e un'uscita di sera. È qualcosa che nasce dentro il nostro cuore e si alimenta piano piano, partendo da attrazione, e proseguendo in vari stadi: cotta, piacere, amore.

《Non esiste questo "colpo di fulmine" pensò ad alta voce, togliendo dalla vista quelle pagine scritte.

《Ciao》una voce la fece sussultare, e Astrid si ritrovò dietro un ragazzo, l'ultimo che avrebbe voluto vedere.
Hiccup era in piedi avanti a lei, e la guardava sorridendo.

《Hai già letto tutto?》le chiese, notando che aveva l'ultima pagina del copione aperta.
《Cosa? Ah sì... sì ho g-già letto》balbettò, imbarazzata per via dell'argomento "bacio".
《Fantastico! Perchè io davvero mi scoccio a leggere, me lo racconti?》

Eccola là. La fregatura.
Astrid sbianco alla sua richiesta, ma si fece coraggio e iniziò a parlare e parlare, finchè non arrivò all'ultima scena.

Guardò gli occhi di Hiccup, sembrava pe stessero sorridendo, come ad incitarla a continuare.
《I due escono insieme per una cena e poi...》
《E poi?》chiese vedendola esitante.
《E poi...》cominciò in un sussurro, ma si bloccò quando sentì una presa salda sulle spalle, e due labbra premute sulle sue.

Il mondo sembrava essersi fermato, Astrid era più che sconvolta, non riusciva neppure a muoversi.
Come si era permesso quel ragazzo, suo compagno solo da un paio di mesi, di prenderla e baciarla così senza permesso?

Di sicuro glie ne avrebbe dette quattro non appena si fosse staccato.
Eppure, quel bacio, quel sottile tocco così leggero e fugace era così... dolce, sentito.
Sembrava le stesse piacendo, e sembrava stesse piacendo anche al ragazzo che le stringeva le spalle.

《E poi, credo accada questo》le disse il giovane con un ghigno non appena si fu staccato, per poi andare via nell'altra quinta.

Astrid lasciò cadere il copione e si portò due dita alle labbra, chiedendosi se fosse accaduto realmente. Non aveva ancora realizzato del tutto ciò che era appema successo.
Si sentì strana, come delle farfalle che volavano nello stomaco.

Esisteva davvero questo colpo di fumine?

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Capitolo 32
*** ONE SHOT N.31 ***


Le vie del villaggio di Berk si animavano molto nei periodi estivi del nóttleysi*, soprattutto quando il sole cominciava a calare e i giovani uscivano dalle case per darsi allo svago.
Astrid era una di quelli, ma al posto di cercare divertimento, sa0eva bene quale fosse la sua meta.

Uscì da casa sua e attraversò il centro del villaggio, passando tra le persona che la salutavano e le bancarelle piene di cibi e varia merce, per dirigersi alla fucina di Skarakkio che si innalzava proprio davanti casa sua, oltre la piazza.

Si affacciò al bancone della bottega, tenendo salda la pelliccia slarrotolata sulle spalle, e chiamò a gran voce il nome del suo migliore amico.
《Hiccup! Sei qui dentro?》chiese.
《Eccomi, arrivo Astrid!》rispose lui dopo qualche attimo, e arrivò facendo cigolare la sua protesi di metallo sul pavimento in roccia.

Quando Astrid lo vide, rimase quasi incantata.
Il suo amico aveva tolto la giubba, e il kyrtill* rosso bordeaux che usava sotto di essa era l'unico indumento da lui indossato, con l'evidente scollatura a V sul petto privata dei suoi lacci, sia per il caldo che emanava il fuoco con cui lavorava, sia probabilmente per via delle temperature più miti.

Astrid fece scorrere lo sguardo dalla scollatura alle spalle larghe, percorrendo la linea dei bicipiti e arrivando alle mani che sorreggevano un panno con cui il ragazzo si stava asciugando il viso dal sudore, cercando con lo sguardo i suoi bellissimi occhi verde smeraldo.

《Dimmi pure, ti serve qualcosa?》chiese il giovane, distraendola dalla sua "esplorazione".
《Mh? ...Ah sì, mi serve un favore》La ragazza prese l'enorme rotolo di pelliccia e lo fece cadere sul bancone. Lo strotolò con cura, e dal centro emerse una spada molto grande quanto rovinata.

L'elsa in legno era perfettamente intatta e ben decorata, al centro del manico il sigillo degli Hofferson intagliato nel cuoio. Il problema era la lama, molto graffiata e storta in un punto.

《Mi servirebbe che tu l'aggiustassi, l'ho trovata stamattina in soffitta facendo pulizie, chissà quante ne ha passate...》disse un po' imnarazzata la bionda, mentre Hiccup guardava più da vicino l'arma, impugnandola e facendo scorrere gli occhi sulla lama.

《Ci vorrà poco. Aspetti qui?》
《Posso anche entrare?》
La richiesta fece sorridere il bruno. Allungò una mano allo sportello posto sul bancone e tirò via il gancio, facendo aprire il passaggio.

《Prego, Milady》disse ironico, e durante la sua entrata Asttid non pite fare a meno di ridere.
Chiuse lo sportello alle sue spalle, mentre vedeva Hiccup mettere la lama della spada nel fuoco, dandole dei colpetti qualche volta.

Quando la lama fu incandescente, tale da emanare luce propria, Hiccup la fece allontanare un attimo per portare l'arma sull'incudine. Prese il martello e cominciò a martellare sulla superficie in metallo per raddrizzarla.

Astrid guardava come Hiccup lavorava con precisione e maestria, sorprendendosi sempre di più delle sue doti da fabbro. Ma comunque, queste dovevano essere ovvie, dato che il suo lavoro andava avanti ormai da 15 anni e ne aveva 19. Seguiva affascinata ogni movimento del braccio che colpiva con il martello la sua spada incandescente, e guardava le scintille che i colpi provocavano.

Guardò Hiccup di profilo mentre passava la pietra sulla lama dopo ogni colpo, per renderla liscia e perfetta, e poi ripeteva le due azioni ripetutamente, come se fosse qualcosa di meccanico e inciso nellla sua mente, tale che lo avrebbe fatto ad occhi chiusi.

Il ragazzo impugnò la spada, guardò da vicino in ogni angolo per vedere se ci fosdero difetti. Constatato il contrario, infilò la lama in un calderone pieno d'acqua per raffreddarla.
Per finire, prese e un panno bagnato con cui lucidò l'arma, che porse alla ragazza.

《Grazie mille... qua to ti devo?》
Il ragazzo scosse la testa divertito《non mi devi nulla, è un onore farti un piacere》disse, e Astrid sorrise in risposta.
《Accetto solo per non dilungare la cosa, ma sappi che un favore te lo devo》disse quasi con aria minacciosa, e lui alzò le mani in segno di resa.

Astrid guardò all'esterno, dirigendosi all'uscita.
Vide una ragazzina poco più piccol di lei che stava sotto braccio ad un ragazzo, e posava la testa sulla sua spalla.
Guardò quella coppia con gli occhi sottili, come se fosse assorta da qualche gran pensiero, il che le fece stringere il rotolo di pelliccia che aveva tra le mani.

《Milady tutto ok?》la richiamò il ragazzo, vedendo la sua espressione crucciata.
《Io... sì sto benissimo》rispose non molto convincente. Si girò verso il ragazzo e lo guardò timida.
《Hiccup... ti andrebbe di uscire stasera?》
Il giovane Haddock fece cadere la sella che stava trasportando, e guardò la ragazza avanti a lui come fosse un alieno.

Astrid era molto cambiata da quando erano diventati amici. L'invidia che provava la ragazza nei suoi confronti anni prima era svanita conoscendo il segreto dei draghi, dando spazio ad una cotta nascosta e repressa che era cresciuta sempre di più.

Hiccup sapeva bene di come la loro amicizia stesse crescendo, e sapeva delle confidenze e di tutto l'affetto, mentre l'amore che provava lui era ancora presente.
Eppure, mai si sarebbe immaginato che Astrid potesse chiedergli una cosa simile, ignaro che i sentimenti da lui provati erano ben ricambiati.
Era sicuro che la ragazza intendesse "uscita tra amici", ma i suoi pensieri andarono ben oltre.

《Sì, sì... SÌ! Eccome se mi piacerebbe, per tutti gli dei!》la sua espressione euforica di calmò sotto lo sguardo imbarazzato della bionda.《cioè, sarebbe divertente...》si corresse, grattandosi la nuca.

Astrid arrossì, mai si immaginava che Hiccup avrebbe accettato.
《Allora... passo a prenderti a casa tua tra 30 minuti, va bene?》le disse il ragazzo, e lei annuì silenziosa per poi sgattaiolare via dalla bottega a tutta velocità.

*

 

《GLI HAI CHIESTO DI USCIRE??》Astrid ritirò le labbra, mordendole appena, cercando di reprimere uno strillo di gioia《AMICA MIA ERA ORA!》la sua compagna TestaBruta le diede una pacca sulla spalla, sorridendo felice.
《Ora devo scegliere cosa mettere... e ho solo 20 minuti!》
《Calma, ti aiuterò io, ovviamente.》la ragazza dagli occhi color cielo si puntò il petto col pollice, poi ordinò alla sua amica di cercare qualcosa nel suo armadio  lei usciva.

 

Tornò poco dopo con una piccola cassa di legno tra le mani, e quando la vide trattenne il fiato.
《Wow As, se fossi maschio ti farei subito!》esclamò, facendo ridere la sua migliore amica.

 

Aveva tolto i suoi vestiti abituali, dando posto ad un vestito unico e molto largo di colore porpora lungo fino alle ginocchia, che le era stato regalato da una zia che aveva visitato la Fenicia*. Le maniche ricadevano larche fino ai gomiti, e la scollatura lasciava scoperte le spalle, ma non il petto.
Per evidenziare la gonna e le sue forme, e stringere quel vestito troppo largo, aveva messo un corsetto in cuoio di color cioccolato che arrivava fino alla vita, in sintonia con gli stivali e le calze del medesimo colore.

 

《Grazie Bruta, sei gentile》abbozzò un sorriso, e la ragazza dai capelli biondo cenere le disse di sedersi.
Con delicatezza, bruta sciolse i capelli biondi di Astrid e vi passò una spazzola di setola morbida, cercando di renderli lisci. Finito il suo lavoro, prese il suo kransen* e lo posizionò sulla testa della ragazza, facendo cadere i capelli sulle spalle.

 

Si girò per guardarla negli occhi《ora sì che sei bellissima》le disse, poi aprì la sua cassa e prese una ciotolina con dei pigmenti colorati
《No Bruta, non mi trucco》
《Solo un po' sulle labbra dai!!》la pregò la sua amica.
《Pronetti di non farmi sembrare una mationetta da Cantastorie?》
《Promesso》

 

*

 

Il sole era ormai quasi calato, e il cielo era di un forte colore arancione. Hiccup era con Sdentato e camminava nella piazza verso casa di Astrid, per la loro "uscita amichevole".

 

Aveva scelto di non usare le solite cose, e aveva messo un kyrtill verde, che si intonava perfettamente con i suoi occhi. La solita giubba era stata tolta, sostituita invece da una casacca in pelliccia di montone nera.

 

Si passò una mano tra i capelli e bussò alla grande porta in legno, e fu in fretta aperto dalla madre di Astrid.
《Hiccup! Qual buon vento ti porta qui?》
《Sono qui per vostra figlia, Astrid. Questa sera usciamo insieme》vide lo sguardo ammiccante della donna e arrossì.《nel senso... tra amici!》si corresse subito.
《Certo. Ora la chiamo》disse, per poi entrare in casa.

 

Dalle scale scese la figura di una ragazza, e Hiccup dovette guardarla due volte per capire che si stesse parlando proprio di Astrid Hofferson, la sua miglior amica.
Il corpo pallido era avvolto da un vestito, qualcosa di femminile che mai Hiccup aveva visto addosso alla sua amica. I capelli erano sciolti sulle spalle e adornati con il suo kransen, mentre le labbra erano ricoperte da un sottile strato di succo di lamponi, che le conferivano un colore più rossiccio.

 

《Pronta?》le chiese, dopo che i suoi occhi ebbero finito di esplorarla.
《Pronta》disse lei, e dopo aver salutato la madre, uscì accompagnata dal suo amico.
La donna chiuse la porta e sorrise.
"Uscita tra amici"
Proprio la scusa che aveva usato con sua madre anni fa, quando aveva incontrato l'amore.

 

*

 

L'aria più fresca della sera scompigliò i capelli dei due giovani che, uno accanto all'altra, passeggiavano tra le stradine del villaggio.
Quasi involontariamente, Hiccup strinse la mano in quella di Astrid, notando come tutti nella piazza stessero camminando così.

 

La ragazza sembrò non farci molto cado, il che fece sospirare di sollievo il giovane.
"Un imbarazzo in meno" pensò.
Ma in realtà, la ragazza accanto a lui faceva finta di nulla perchle sue guance erano andate praticamente a fuoco, e dovette ringraziare TestaBruta e la sua dose di trucco che facevano nascondere la tinta rossa delle gote.

 

《Hai fame?》chiese Hiccup ad un certo punto, e Astrid annuì appena, guardando una bancarella dove un uomo stava arrostendo degli spiedini di pecora e li serviva ai suoi clienti.
《Andiamo lì?》
《Mi hai letto nel pensiero, Milady》rispose, sentendola ridacchiare al nomignolo.

 

Dopo aver preso il pasto offerto rigorosamente da Hiccup (nonostante la ragazza si avesse detto più e più volte di voler pagare il suo), i due si sedettero ad un tavolo con il loro piatto e il boccale con dell'idromele.
Durante la cene parlarono del più e del meno.
Di cose tra amici, insomma.
E questo pensiero lasciava Hiccup in un leggero stato di tristezza, come se non fosse soddisfatto.

 

Finita la cena, il cielo si era tinto di un colore più scuro. Le fiaccole appese ai muri degli edifici erano state accese, così comele varie lanterne che pendevano sulle teste dei passanti per dare maggiore luce.

 

Hiccup convinse Astrid a seguirlo in un volo verso un posto da lei sconosciuto, e chiedere più e più volte dove stessero andando fu totalmente inutile.
Doveva essere una sorpresa, qualcosa che lo aiutasse a confessarsi, e se fosse accaduto, sarebbe successo quella notte.
Il ragazzo atterrò con Sdentato su un picco erbodo, lontano dalle luci del villaggio, seguito a ruota libera dalla ragazza.
Quando Astrid mise i piedi in terra, poteva giurare di star vedendo Freyja in persona avanti a sè.

 

Il cielo ormai scuro era costellato da tantissime stelle, ben visibili dal buio di quel luogo incorniciato dagli alti pini da un lato e il mare dall'altro, che si scontrava contro l'alta rupe dove ora erano i quattro.
《È bellissimo...》sussurrò Astrid, sedendosi sull'erba soffice e fresca, seguita subito dopo dal suo amico che si mise alla sua sinistra.
Rimasero insieme e in silenzio a guardare le stelle, desiderando che fosse l'altro a dir aualcosa, pur di non sparare la cavolata del secolo. Ed è così che si ritrovarono a tacere per diversi minuti.

 

Fu Astrid però anprendere coraggio dopo un po', strappando una margherita dal tappeto verde.《vieni spesso qui?》
《Sì, perchè lo chiedi?》
Lei ridacchiò《questo posto sembra dire "Hiccup" da ogni angolo...》vide l'espressione stranita del ragazzo e si corresse《nel senso che... si vede che è... tuo
《E da cosa si vede?》chiese, avviconandosi tanto da poterle toccare il fianco con il suo.
《Un presentimento》e tra i due calò ancora una volta il silenzio.

 

Hiccup si fece coraggio e prese un bel respiro, deciso a parlare.《Astrid, c'e una cosa che volevo dirti... da tempo...》la ragazza lo guardò innocente come ad invogliarlo a continuare, e fu ciò che il ragazzo fece.
《Io ho paura di essermi innamorato di te》confessò in un fiato, e guardò a terra per evitare lo sguardo della ragazza.

 

Astrid sbarrò gli occhi e rimase a fissare l'oceano che si propagava dietro la figura di Hiccup, le onde che creavano un sottile fruscio simile a quello delle foglie degli alberi al vento.
Inspirò l'aria e tornò a guardare il suo amico, sfiorandogli il mento per fargli alzare lo sguardo, e rispose con un sorriso.

 

Hiccup non sapeva come interpretare quell'espression, non sapeva se fosse un rifiuto, un'approvazione o addirittura un ricambio, sapeva solo che stava pensando troppo e agendo poco.
Si inumidì le labbra《Astrid? Alla fucina hai detto che mi devi un favore, no?》chiese, e avvicinò il volto a quello di lei.

 

《Sì, perchè non ti sei fatto paga-》
《E allora non scappare》le sussurrò interrompendola, per poi connettere le loro labbra in un bacio dolce, diverso.
Quando la sentì schiudere le labbra, Hiccup fece scontrare la lingua con quella di lei, e le strinse i fianchi mentre lei teneva la mano tra i capelli castani, sulla sua nuca chinata verso destra, per tenerlo il più vicino possibile.

 

Data la posizione scomoda, Hiccup chinò la testa dall'altro lato, e nel farlo si staccò un attimo dal bacio e ne approfittò per spingere la ragazza sull'erba. Si chinò e la baciò ancora una volta, tenendo le mani sul terreno mentre quelle sottili della ragazza vagavano sul petto coperto dalla casacca.

 

Tempestosa alzò appena la testa, e fece uno dei suoi versi all'amico nero accucviato accanto a lei. Quando lo vide aprire un occhio, indicò con la testa i due ragazzi che si scambiavano effusioni d'affetto, e il drago fece una finta risatina per poi tornare al suo pisolino, cosa che fece anche la dragona.

 

Dopo parecchi minuti, Hiccup si staccò e rotolò accantoballa ragazza, entrambi che cercavano di riprendere fiato dopo quell'intenso scambio di saliva.
Astrid si portò le mani alla pancia e piegò una gamba, lasciando l'altra distesa《tutto ok?》
《Mai stato meglio》le rispose sincero.

 

《Sai, potremmo rifarlo, qualche volta..》
《Uscire?》il ragazzo si girò su un fianco a guardarla, ma lei scosse la testa con lo sguardo ancora fisso al cielo. Girò solo appena il viso e si sporse a dargli un veloce stampo sulle labbra.
《Intendevo questo.》sussurrò, e poi si accuccio accantonal ragazzo, sentemdo il calore che emanava il suo corpo.

 

Hiccup la strinse, e rimasero lì per un tempo indefinito, finchè entrambi capirono fpsse ora di tornare a casa.
Salirono sui draghi, e la prima tappa fu la casa della bionda.
Lei lonsalutò e si diresse velocemente alla porta, quando Hiccup la richiamò.
《Posso dare un bacio alla mia ragazza prima che sparisca?》

 

Astrid si girò lentamente guardandolo scioccata, e con una piccola corsa gli saltò in braccio. Luibla prese appena in tempo e ricambiò il bacio che la bionda le aveva appena riservato. Auando di staccarono, risero entrambi come degli scemi, Astrid tornò alla soglia di casa.

 

《Allora buonanotte》disse, e chiuse la porta.
Hiccup rimase a fissarne la superficie, mentre i ricordi di quella sera passarono veloci come vari flash nella sua mente.
Pasdò qualche minuto in silenzio, lì, immobile come una statua, finchè non susurrò anche lui un:《Buonanotte》per poi tornare a casa.

 

Hiccup salì silenziosamente le scale smdi casa per non farsi sentire da suo padre che dormiva beatamente sulla poltrona, ma cu il drago a fargli aprire gli occhi.
Stoick guardò Sdentato negli occhi, e questo fece un sorriso beffardo e senza denti prima di tornare sulle scale in camera del ragazzo.

 

L'uomo sorrise, passandosi una mano nella folta barba rossa e capendo tutto.

 

L'appuntamento era andato a finire bene.


Note:

Kyrtill: un maglione spesso usato dai vichinghi.

nóttleysi: la stagione estiva, che andava dal 15 aprile al 14 ottobre. I vichinghi usavano solo 2 stagioni, quella estiva e quella invernale (skammdegi), suddivise in 6 mesi ciascuna con un totale di 12 mesi, come i nostri. Anche le settimane erano 52, cone per noi, ma a differenza nostra il primo dell'anno era per loro il 15 ottobre, e anche primo giorno dell'inverno.

Fenicia: Stato che oggi corrisponde al Libano, nell'Asia Orientale, famoso soprattutto per il commercio di questo pigmento usato per lle stoffe più pregiate: il porpora.

Kransen: sottile striscia in cuoio che le ragazze portano sulla testa per simboleggaire la loro purezza.

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Capitolo 33
*** ONE SHOT N.32 ***


《Hiccup! Mi serve un mano...》

La voce squillante di Astrid risuonò nella stanza, mentre la ragazza si aggiustava il corpetto del vestito azzurro.
《Astrid cosa c'- woh...》il ragazzo entrò di colpo nella stanza, e si bloccò quando vide la sua fidanzata (*coffcoff* fiancè *coffcoff*) davanti allo specchio.

Aveva i capelli raccolti in uno chignon alto, con delle ciocche che ricadevano laterali sulle orecchie. Il suo corpo esile e pallido era avvolto in un vestito elegante, che risaltava le sue forme e slanciava la sua altezza... non molto alta. Un corpetto con scollo a cuore color zaffiro, contornato di brillanti e corallini argentati e dal colletto in tuller che arrivava stretto fino al collo e scopriva solo le spalle, e una gonna ampia e lunga fino alle ginocchia in tuller del medesimo colore del corpetto. Le scarpe erano dei sandali argento con i tacchi a spillo, abbinati alla borsetta appoggiata momentaneamente sul letto.

《Sei bellissima...》sussurrò, avvicinandosi appena.
《Grazie...》disse gentilmente, per poi voltarglible spalle《mi aiuteresti con la zip?》chiese con una punta di lussuria.
Hiccup fece una risatina, capendo ciò che la ragazza intendesse, e la prese per i fianchi, avvicinandola a sè.
Asttid sentì la schiena affondare nel petto del ragazzo e ridacchiò:《come fai ad allacciare la cerniera così vicino?》disse sarcastica, e brontolando, il ragazzo l'allontanò appena.

Fece salire lentamente la zip, mentre solleticava con il suo respiro la zona tra il collo e la spalla; poi, salì con un'umida scia di baci dalla spalla all'orecchio, stringendole i fianchi e avvicinandola a sè un'altra volta.
《Mhh... se mi lasci segni ti ammazzo..》disse lei soffocando i gemiti, e il ragazzo le lasciò solo un morso leggero sulla gola.

《Va bene, ma stanotte non hai scuse...》le disse, e la girò verso di sè.
Asttid rise quando Hiccup le lasciò un bacio sul naso, tenendole sempre i fianchi abbracciati.
《Che hai combinato con la cravatta?》gli disse.
Lui arrossì:《non la so mettere...》

Asttid scosse la testa con un sorriso e prese la striscia argentata, allacciandola al collo del ragazzo.
《In grigio stai bene...》disse, alludendo alla giacca e al pantalone grigi, combinati con la camicia bianca e la cravatta patinata d'argento.
《Sto bene anche senza nulla...》
《Oh, lo so bene》rispose a tono, e gli morse il labbro inferiore. Hiccup ne approfittò e la strinse , bloccandole le braccia, e la baciò con una passione improvvisa e smisurata.

《Siamo in astinenza oggi?》chiese lei ridendo, e Hiccup poggiò la fronte sulla sua
《Forse...》
《Sai, non riesco a credere che Heather ci abbia scelti come testimoni...》
《Perchè no? Anche noi l'abbiamo scelta》
《E non vedo l'ora, ma per ora godiamoci il suo di matrimonio, e andiamo che si fa tardi》disse, per poi correre alla porta.

Il matrimonio dei giovani 23enni era ormai imminente per entrambi, dopo 4 anni di fidanzamento. Mancavano forse 2 o 3 settimane ed era già tutto pronto, tutti che non stavano nella pelle.

《Aspetta, ho la bocca sporca di rossetto, prima che mi prendando per gay vorrei lavarmi la faccia》e a quelle parole, Astrid scoppiò dalle risate.

♡♡♡

 

Dopo la cerimonia in chiesa, Astrid saltò letteralmente in braccio alla sua migliore amica, congratulandosi per il vestito e quant'altro. La cerimonia si era svolta in una chiesa Cristiana pee via della fede della ragazza, e TestadiTufo aveva accettato.

 

Tutti si avviarono verso il ristorante per celebrare la festa vera e propria.
Era una struttura semplice e ricordava un'antica fattoria di campagna, i tavoli erano all'aperto, e c'erano varie candele che emanavano una luce color giallo chiaro per illuminare la serata.
Il giallo era proprio il colore del matrimonio, ecco perchè al centro di ogni tavolo si trovavano dei vasi di rose gialle, e una scatolina di confetti dello stesso colore.

 

Astrid e Hiccup trovarono il loro posto accanto agli sposi, dato che erano i testimoni.
Quando la coppia festeggiata fece il suo ingresso, Freya e Lykke, le gemelline avute da TestaBruta e Moccicoso, iniziarono a correre e a lanciare petali di fiori agli sposi, che ridevano alla scena.

 

Dagur, nonchè fotografo, immortalò la scena e iniziò a fare scatti al luogo, agli sposi e ai presenti.
《Bene ragazzi!》il cantante incaricato di animare la festa iniziò a parlare《al taglio nel nastro, il banchetto avrà inizio!》

 

Heather e TestadiTufo presero in mano un paio di forbici, e tenendole insieme, tagliarono il lungo nastro che bloccava l'accesso ai tavoli.
Ognuno prese posto, tra cui gli sposi, le due coppie di Testimoni e Dagur e Gambedipesce, tutti allo stesso tavolo.

 

《Finalmente anche mio fratello, eh?》TestaBruta diede delle comitate scherzose al fratello, facendolo arrossire.
《Ci voleva tempo!... ma, le gemelle?》rispose il fratello.
《Le abbiamo mandate con gli animatori dagli altri bambini》s'intromise Moccicoso, marito di Bruta da ormai un anno.

 

《Uuuh sei diventato un padre responsabile》lo scimmiottò Dagur, facendo ridere tutti i commensali di quel tavolo.
《Tufo dovrà prendere esempio da me, dato che da stanotte inizieremo il countdown di nove mesi a questa parte...》rispose Moccicoso, indicandosi il petto con i pollici.
《Mi sa che devi cambiare i numeri...》TestaDiTufo interruppe la sua scenata.
《Sono incinta di circa un mese!》Heather prese parola, e le ragazze non poterono fare a meno di strillare.
《E QUANDO VOLEVI DIRCELO?!》Dissero Bruta, Dagur e Astrid all'unisono.
《Congratulazioni Heath!》Astrid le sfoggiò un bel sorriso.
《Essere madre è fantastico, te lo giuro》la rassicurò Bruta.
Dagur invece rimase leggermente scioccato, e si rivolse direttamente a TestaDiTufo.《vedi di non fare cazzate tu, ormai sei nell'occhio del ciclone.》
《Agli ordini capo》rispose, mettendo la mano sulla fronte a mo' di saluto soldatesco.

 

L'antipasto arrivò, e tutti iniziarono a mangiare, il silenzio delle bocche piene era accompagnato dalla dolce musica dei cantanti.
《Quindi... stasera niente urla nel letto?》Bruta lanciò un'occhiata veloce al fratello, che all'improvviso si ritrovò tutto rosso《ehm...》

 

Astrid si alzò di colpo dal suo posto, tenendo la testa bassa e gli occhi chiusi, le braccia che scendevano sui fianchi con i pugni serrati.
Heather le prese una mano《As, tutto ok?》
《Devo andare un attimo in bagno...》si scusò, e presa la borsa si avviò a passo veloce nella toilet.
《Ma che le prende?》chiese Gambedipesce, con un pezzo di mozzarella in bocca.
《Vado a vedere》Hiccup si alzò e corse verso le scale. Scese quest'ultime, girò a destra verso il bagno delle donne, e constatata la sua solitudine, entrò nel lungo corridoio.
Vi erano un lavabi con il rispettivo specchio e tre porte, due delle quali erano aperte. Bussò alla terza, occupata quindi dalla ragazza.

 


Astrid? Sta-stai bene?》balbettò senza sapere perchè.
Non vi fu nessuna risposta, e quando Hiccup appoggiò l'orecchio alla porta, questa si aprì rivelando di non essere chiusa bene.
Davanti a lui, Astrid era aggrappata al lavandino della stanzina, il viso contorto e gonfio in un'espressione di puro dolore, mentre cercava di tenersi in piedi, tra tosse e poche forze.
Bastò un attimo. Hiccup si scagliò verso di lei e l'afferrò sotto le ascelle, impedendole di cadere. Chiuse bene la porta e la girò, abbassò la zip del vestito per farla respirare più facilmente.
《Astrid, ma...》non parlò, sapendo che non gli avrebbe risposto. Notò, nonostante fosse dietro di lei, come Astrid continuasse a tossire e a presentare un colorito del viso sempre più violaceo.
Quando un lampo di genio gli passò in mente, Hiccup circondò le braccia attorno al corpo di Astrid e iniziò a stringere e spingere, credendo si stesse affogando.
Ma neanche quello sembrava funzionare.

《Astrid porca troia non capisco...》disse ancora più preoccupato.
La ragazza, non riuscendo a parlare, prese il rossetto che aveva nella borsa e lo aprì, poi puntò la punta sullo specchio.
Le strisce color rosso fuoco premdevano forma mano mano che la frase continuava, finchè il trucco non cadde dalle mani della ragazza, che si appoggiò di nuovo al lavandino.

Sono allergica agli spinaci.

Hiccup vagò con la mente, e in un attimo ricordò che Astrid era andata in bagno poco prima di aver morso una frittella, al cui impasto erano stati aggiunti gli spinaci, ma se n'era a quanto pare accorta tardi.
Il ragazzo chiuse velocemente la zip del vestito e la prese in braccio, correndo al tavolo.

Quando li videro arrivare, tutti i presenti in sala si allarmarono, e addirittura la musica si fermò.
《Ma che succede!?》Dagur era stato il primo ad arricare dalla coppia.
Hiccup aveva i capelli arruffati ed era agitato, per non parlare del fatto che fosse landido di sudore fino alle scarpe.
Astrid era tra le sue braccia, aveva perso i sensi e il viso era di un colorito pallido e sul viola, molto gonfio.

《Chiamate il 118.》

 

♡♡♡

 

Una semplice pillola e Astrid tornò ad avere il suo colore normale, e si era anche svegliata, ritrovandosi sulla barella dentro un'ambulanza.
I presenti tornarono ai festeggiamenti, mentre i due sposi si avvicinarono per salutare la loro amica.
《Scusate ragazzi, vi ho rovinato il matrimonio...》aveva detto ai suoi amici.
《Vuoi scherzare?》
《Per poco non ti uccidevamo!》mimò Tufo, suscitando la risata di tutti e tre.

 

Hiccup entrò nel veicolo e corse ad abbracciare la sua ragazza.
Heather diede una gonitata al marito come per dire "togliamo il disturbo". Lui rispose con uno sguarfo complice, ed insieme uscirono.
Hiccup era  quasi in lacrime, la riempì di baci ovunque, ma poi di fermò e divenne serio.
《Perchè non me l'hai mai detto? Poteva finire male!》la rimproverò, ma subito dopo affondò il viso nel collo della bionda, piangendo sulla sua spalla.
《Scusami》sussurrò, e gli accarezzò la testa.

 

I dottori li fecero uscire, lasciando ad Astrid un'altra pillola se ce ne fosse stato bisogno, ma la festa durò in tutta tranquillità fino alle 2 del mattino.

 

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Capitolo 34
*** ONE SHOT N.33 ***


Hiccup non aveva mai sopportato Sven, il cuginetto di Astrid.
Sia chiaro, provare odio per un bambino di 11 anni è quasi impossibile, ma il modo in cui la sua curiosità gli urtava i nervi era qualcosa di indescrivibile.
Una volta era davvero andato oltre il limite, secondo lui.
Ecco com'erano andati i fatti:

Una mattina come le altre, Astrid era stesa all'ombra su una delle sdraio che contornavano la piscina di casa Kolenight. Sua zia, Clara Hofferson, aveva sposato un uomo di nome Jace Kolenight e lei era venuta in vacanza per una settimana a casa loro, proprio come ogni anno.

Più che casa, i due avevano una vera e propria villetta a due piani. Al piano superiore vi si trovavano due bagni, tre camere da letto (una per loro, una per il piccolo Sven e una per Astrid quando veniva in vacanza) e la stanza SPA, che offriva una sauna, centro massaggi e tanto altro. Al piano inferiore c'era la cucina, il salotto, un altro bagno e la sala dei giochi del figlio. Il giardino era molto grande e aveva al suo interno abbastanza spazio per una piscina, qualche albero e i due labrador della famiglia, Bianca e Fiocco (la fantasia di Sven superava il limite).

Astrid girò la pagina del libro che era ben intemta a leggere mentre aspettava Hiccup, il suo ragazzo, che venisse a prenderla per passare una bella giornata a mare. Certo, la piscina della casa era molto comoda, e con tanto di idromassaggio, ma gli zii della giovane Hofferson erano molto curiosi e sempre pronti ad imbarazzare la loro nipotina, soprattutto Sven e le sue domande alquanto... bizzarre.

Il rumore di un clacson le fece alzare lo sguardo verso il cancello.
L'auto rossa e nera di Hiccup si fermò in un parcheggio, e dopo che il ragazzo ebbe suonato, le porte si aprirono permettendogli di entrare.

《Ce l'hai fatta》disse lei, e gli andò incontro per scoccargli un bacio casto sulle labbra.
《Oh non dire che sono in ritardo perchè so che non è vero.》la rimproverò lui, per poi baciarla con fare più intenso. Le strinse i fianchi tra le mani e si chinò su di lei, mentre le dita della ragazza vagavano tra la folta chioma di capelli castani.

《Hiccup!!》
I due si staccarono e sbuffaromo all'unisono, conoscendo bene da dove quella voce provenisse.
Una chioma folta e riccia sembrava nascondere un viso tondo e paffuto, il quale presentava la forma tozza e tondetta del piccolo Sven. I capelli neri erano proprio simbolo del padre, ma gli occhi azzurro cielo erano un vero carattere Hofferson.

Astrid roteò gli occhi《Sven! Cosa ci fai qui? Non stavi giocando?》disse cordialmente, con la speranza che il ragazzo se ne andasse e li lasciasse partire per il mare in fretta.
《Volevo vedere chi era. Ciao Hic》
《Non chiamarmi così》sibilò freddo il giovane, beccandosi un'occhiataccia dalla sua ragazza.

《Allora, sei venuta a portartela via per fartela sulla spiaggia? O in auto prima di arrivarci?》
"E ci risiamo" pensò il giovane Haddock.
《Sven, quello che facciamo io e Hic non ti riguarda.》le disse gentilmente la cugina, facendolo ridere.
《La smetti con le buone maniere As? Tanto si sa che qui tra noi sei la più volgare》

《Ehi piccolo afro, stai calmo con la mia ragazza》Hiccup iniziò a scaldarsi, ma il bimbo rise ancora, vendendo la sua impertinenza.
《È pur sempre mia cugina, le dico che voglio, e poi cosa sono 5 anni di differenza? Lo sai che potrei metterti al tappeto, coso?》
《Primo. Sono 7 anni, io ne ho 18》disse cercando di rimanere calmo, puntando sulle dita i suoi discorsi. 《Secondo. Non intendo litigare con un moccioso. E terzo-》

《Oh ma insomma la volete piantare tutti e due?!》Astrid interruppe il loro litigio, ed entrambi la guardarono mortificati.
《Non so cosa vi prenda, ogni volta che vi vedete succedono dei guai. Tu》indicò Hiccup《cerca di fare l'adulto che sei. E tu》Questa volta il dito puntò suo cugino《vedi di farti un poco i cazzi tuoi.》

Detto ciò, la ragazza prese di fretta il borsone che aveva di fianco alla sdraio e iniziò a camminare veloce verso il cancello.
Hiccup scrollò le spalle, e senza neanche salutare il bambino, andò verso la sua ragazza e le cinse la vita con un braccio.
Sven li vide fermarsi, vide Hiccup che le sussurrava una cosa all'precchio, e subito dopo la cugina che gli allacciava le braccia al collo per catturarlo in un abbraccio.

《Wow. Se dopo una litigata fate pace così in fretta mi immagino quanto siate capaci di scopare senza rimorsi...》disse tra sè e sè, ma abbastanza forte da essere sentito.
Astrid affondò la testa nel petto di Hiccup, immaginando una nuova risposta acida, ma quel che sentì fu tutto inaspettato.

《L'importante premunirsi. Preservativi, anticoncezionali, pillole del giorno dopo... e poi puoi fare che ti pare》disse ammiccante, e si chinò sulla sua ragazza per baciarla con passione, tanto che al piccolo venne un sonoro 《ew!!》che lo fece correre in casa.

Astrid ridacchiò《dovevi essere davvero così chiaro?》
《Almeno se n'è andato》disse alla sua ragazza, le posò un ultimo bacio sulla fronte e andò verso la macchina per passare una giornata al mare.

Mentre guidava, il ragazzo strinse leggermente il volante mentre guardava la sua ragazza con la coda dell'occhio.
Doveva dar ragione a Sven per una volta.

In un modo o nell'altro, entro quella sera se la sarebbe "fatta", di nuovo.




Senza che lo chiedete.
Il sequel arriverà nelle OS rosse

Vi voglio troppo bene, lo soh ;)

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Capitolo 35
*** ONE SHOT N.34 ***


Gli occhi blu ghiaccio si aprirono lentamente, mentre sconvolti cercavano di capire dove la loro padrona fosse finita.
La ragazza si alzò a sedere facendo forza sulle deboli braccia su quello che credeva essere il pavimento di quel cunicolo buio e maleodorante.

《Dove cazzo sono?》sussurrò tra sè e sè la ragazza, cercando di trovare qualche punto di riferimento.
Ad un certo punto, come in risposta, una strana porta si aprì in lontananza, rivelando un luogo non distinto, solo era tutto bianco e luminoso.

Astrid lo fissò un attimo, poi si alzò e sapendo che quella era l'unica cosa che vedeva, decise di andare in quella direzione.

Le palpebre si aprirono e si chiusero velocemente per adattarsi alla forte luminosità di quella cosa, mise anche una mano davanti alla faccia per farsi ombra.

Ma come ci era finita lì?
L'ultima cosa che ricordava era tanta acqua, del rosso e... e poi nulla. La sua mente si fermava lì.
Dov'era il suo mondo? La sua vita? La sua famiglia, i suoi amici, la sua scuola, tutto ciò che aveva?

Raggiunse finalmente quella luce, e vide che quella grande luce conduceva... al nulla.
Ma di certo, un posto iper luminoso è meno inquietante di uno buio e tetro.

Andò verso la porta, ma quando fece per attraversarla, sentì solo una forte scossa in tutto il suo corpo, e cadde all'indietro per lo spavento.

In un attimo, quella luce iniziò a diventare di mille colori; Astrid strisciò all'indietro terrorizzata cercando di allontanarsi da quella cosa così strana.

Ad un certo punto, senza un perchè o una ragione, Astrid iniziò ad avere una grande paura quando vide una grande nube nera, con sfumature rosso sangue.

La luce precedente tornò ad essere bianca come prima, mentre quella strana nuvola nera divenne sempre più grande, finchè non rivelò due occhi verdi che brillavano nel buio del tunnel.
《Ciao Astrid》disse una voce, una voce che proveniva da quella nuvola.

Astrid rabbrividì un momento.
Quegli occhi, quella voce così dolce e profonda, quel modo di parlare...
Tutte le sue teorie furono confermate quando da quella nuvola apparve un ragazzo, un ragazzo dai capelli scuri e gli occhi neri, che al posto dei vestiti aveva la pelle nuda e ricoperta di squame nere, in netto contrasto con quel poco di pelle umana e candida che aveva sui palmi, nell'interno delle braccia e sul viso.

Gli occhi di Astrid iniziarono a brillare, e un sorriso si fece strada sul suo viso non appena riconobbe quel viso, gli si avvicinò un attimo per testarlo davvero, e data la vicinanza (e l'altezza del bruno) dovette alzare la testa per guardarlo negli occhi.
Gli sfiorò appena la guancia, in parte ricoperta dalle squame, e poi la prese completamente in mano, gli occhi lucidi.

《H-Hiccup?》sussurrò《sei tu?》
《Chi dovrei essere?》chiese lui in risposta, dolcemente.
Astrid si lanciò tra le braccia del ragazzo e lo strinse forte a sè, ma solo dopo mille domande le attraversarono la mente, e lei si staccò subito.

《Ma... dove siamo? E tu che ci fai qui? E-》Hiccup la interruppe mettendole un dito sulle labbra
《Fai troppe domande.》si girò un attimo indietro e guardò la grande luce bianca di prima.

《Perchè stavi andando a morire?》le chiese indicando la luce.
《A morire?》chiese lei perplessa, poi si guardò intorno《ma noi dove siamo? E dove sono tutti?》

Hiccup ridacchiò《qui non c'è nessuno. C'è solo la morte》indicò la luce dietro di lui《e il mondo degli umani》indicò dietro la ragazza.
Lei curiosa si girò per vedere a cosa stesse indicando il suo migliore amico.

All'inizio Astrid non vide nulla, ma solo dopo si accorse che c'era un'altra porta identica a quella luminosa, ma al contrario di essa sembrava proprio emanare ombre, era completamente nera e sporca di sangue.

Deglutì.《sicuro che non ti stai confondendo?》
Lui rise《voi umani siete sempre così ovvi...》 e la superò, andando verso la porta nera.
《Scusami, fino a prova contraria anche tu sei umano, e sei il mio migliore ami-》

Il ragazzo si girò, e i suoi occhi verdi sembrarono essere più scuri del solito.
《Ti sembro un umano conciato così?》
Lei scosse la testa, non potendo fare altro che dargli ragione.

《Ma se Hiccup è umano, e tu sei Hiccup, ma allo stesso tempo non sei un umano, allora cosa sei?》chiese lei confusa.
Hiccup sospirò e si passò la mano metà rosea e metà nera sul viso, cercando un modo per spiegare.

《Io sono la versione morta di Hiccup, per farla in breve》
Astrid spalancò gli occhi perplessa 《co-cosa?》
《Tutti qui sono morti》continuò freddo, e dandole le spalle.

In quel momento Astrid si sentì le gambe cedere, e cadde in ginocchio sconvolta.
Era... morta?
Tutto quello che aveva era sparito? Ma come era possibile?. lei non ricordava di avere una chissà quale malattia, di essere stata uccisa o di essersi uccisa...

Una lacrima le cadde dagli occhi senza che potesse controllarla, e in pochi secondi si ritrovò a piangere. Un singhiozzo dopo l'altro, la testa china e lo sguardo sul terreno, perso nel vuoto.

Non sapeva perchè, dato che era pienamente cosciente del fatto che la morte esistesse, inevitabile e per tutti...
...ma lei era distrutta, non se l'aspettava, e amava la sua vita, perchè proprio a lei, in quel momento? Tutto sembrava così perfetto, e invece...

Hiccup la sentì, e si girò scandalizzato.
Astrid... piangere? Mai se lo sarebbe aspettato. Neanche in questa sua seconda vita.
《Ehi, e ora perchè fai così?》chiese
《Lo hai detto... sono morta. Io non volevo morire, io voglio vivere ancora》

《Frena frena... tu non sei morta!》
Astrid si rialzò di colpone si asciugò le lacrime con il dorso della mano《brutto stronzo, avevi appena detto che qui tutti sono morti!!!》gli urlò contro.
《Whooooo... cos'è, sei all'Inferno con il ciclo?》le disse scherzosamente.

Astrid ebbe un sussulto《Inferno?》
L'espressione di lui tornò seria《forse è ora di rispondere a tutte le tue domande》

《Vedi, quando una persona muore, la sua anima va verso la porta bianca che hai visto prima, ovvero il Paradiso. Quando invece vuole tornare in vita, si fa una passeggiata all'Inferno. E tu mia cara, stavi andando a morire prima, ma ti ho fermata.》

《E perchè?》lo interruppe senza pensare.
《Che domanda ovvia: sono lo stesso Hiccup che nella vita reale fa il tuo migliore amico! Ti voglio bene, no? Solo che... lì sono un umano, e qui un demone.》guardò la porta scura un'altra volta.

《Quella è la vita, perchè riporta al mondo dei vivi. Ma non solo, ci abitano anche tutti i morti che sono stati peccatori, quello è appunto l'Inferno che gli umani intendono.》

《Quindi, se vado da quella parte, potrò finalmente tornare a casa!》 Disse e iniziò a correre, ma dopo due passi si bloccò.

《Un attimo. Se non sono morta, che ci faccio qui? Vuol dire che sono viva...》chiese, tornando a guardare il ragazzo negli occhi.
《Non sei viva》disse, e incrociò le braccia al petto.
《Allora sono morta?》
《No Astrid...》 sbuffò.
《Se non sono nè viva nè morta allora cosa sono?》chiese scocciata

《Stai solo dormendo, e io sono il peggiore dei tuoi incubi》disse, mentre i suoi occhi divennero scuri come la pece, e Astrid sussultò.

《Quindi, tutto questo è un mio incubo?》chiese guardandosi intorno.
《Non esattemente》
《Senti, per una fottuta volta potresti essere chiaro?》gli disse urlando.

《Sei in coma, ecco perchè non sei nè viva nè morta, e puoi scegliere. Andare di in Paradiso e morire, o all'Inferno e provare a svegliarti》disse senza far trasparire emozioni.

《Quindi, andando di là, tornerò in vita... beh grazie!》conluse, e si avviò alla porta.
《Ehi, non ho detto che apri la porta e torni viva. Ricordi? Quello è l'Inferno, attraversarlo è dura, quasi impossibile.》le disse, e ad ogni patola Astrid rallentò il passo, impaurita.

Astrid continuò a dargli le spalle《ma tu mi accompagnerai?》
《Devo. Ricordi? Sono il tuo incubo》
《Cosa intendi?》
《Intendo che questo, tutto questo e opera mia, e io sono colui che dovrà portarti fino alla fine dell'Inferno, e farti vivere l'incubo che sarà questa nostra avventura》le rispose.

《E ora, se non hai altro da chiedere, io inizierei ad andare, perchè abbiamo le ore contate》e detto questo indicò la schiena della bionda.

《In che sen- Oh santo Thor!!》strillò terrorizzata quando vide che la sua treccia bionda aveva iniziato a diventare trasparente come se fosse un fantasma.

《O torni in vita, o prima o poi morirai da sola, sparendo per sempre》nella sua voce Astrid potè sentire un leggero tremolio, come se fosse una paura.
Come se stesse davvero tremando.
La bocca si era leggermente aperta, mentre gli occhi brillavano di terrore e fissavano il vuoto.

《Stai bene?》gli chiese.
Lui scosse la testa e si riprese《sì. Ma dobbiamo muoverci. Tu non puoi sparire》

《E perchè ti importa tanto?》
Hiccup si fermò di spalle.
Come faceva? Come faceva a dirle che lei non poteva sparire, altrimenti non l'avrebbe più rivista? E come faceva a spiegarle che lui doveva vederla per non impazzire e per non morire dentro, nell'anima?

《Perchè... beh so che vuoi tornare in vita, sparendo non potrai, ecco tutto.》rispose senza guardarla, e continuò a camminare verso la porta, nel lungo tunnel.

Quando la raggiunsero, Astrid rimase affascinata dal gran numero di incisioni e rilievi che presentava, e ora chr la guardava da vicino poteva capire che era fatta in legno scuro, completamente sporco di sangue ma... era pur sempre legno.

La serratura era centrale, e portava un buco a forma di teschio. Hiccup la sfiorò appena e la serratura venne in avanti, per poi spostarsi a destra con un lato della porta, mentre l'altro andava verso sinistra.

Dietro a tutto quello, il buio totale.

《Allora》Hiccup la guardò con i suoi occhi verdi brillanti 《pronta per andare all'Inferno?》

Astrid mise una mano oltre la porta, sentì un'ondata di freddo toccarle la pelle.
Hiccup poi avvolse tra le dita nere la mano di Astrid, e le emanò il suo calore. Lei arrossì vistosamente alla scena, ma scosse la testa per non darlo a vedere e guardò la porta.

《Pronta》

Hiccup e Astrid erano davanti alla porta dell'Inferno, e non appena varcarono la soglia sentirono (o almeno la sentì Astrid) una forte sensazione di gelo sulla pelle.

《Porca troia e che freddo...》disse tra sè e sè strofinandosi le braccia con le mani.
《Io non lo sento...》aggiunse Hiccup con un tocco di amarezza.
《Non senti il freddo?》

《Non ho sensazioni, nè emozioni》rispose freddo.
"Ma provi dei sentimenti" aggiunse la sua vocina interiore, che lui cercò di scacciare per non darle retta, nonostante non potesse darle torto.

《Oh..》sospirò lei amareggiata, dell'idea che Hiccup non potesse mai ricambiare i sentimenti che lei provava.
《Comunque》Hiccup cambiò discorso《l'Inferno è suddiviso in 2 grandi settori. Il settore delle persone che possono salvarsi, quello dove noi stiamo andando, e quello dei senza speranza. Non c'è esattamente una qualche regola del perchè siano stati messi in quest'ordine, semplicemente noi li visiteremo così: Ladri, Codardi e Pazzi.》

《Avranno fatto vose davvero brutte per essere stati addirittura classificati...》chiese Astrid, continuando a camminare in quel vuoto e deserto nulla.

Hiccup si sentì le tempie pulsare, mentre delle squame iniziaroni a coprirgli la guancia.
Si dovette fermare, strinse la fronte tra le dita e cercò di calmarsi, mentre il viso iniziava a ricoprirsi di squame.

Astrid lo guardò《stai bene?》
《Credimi》le rispose《c'è chi ha fatto di peggio》alzò lo sguardo e Astrid potè notare che uno dei due occhi era ricoperto dalle squame, e la pupilla era più stretta in confronto all'altra.

Hiccup avvicinò pericolosamente il suo viso a quello di Astrid, mentre lei indietreggiava sotto lo sguardo felino del giovane.
Indietreggiò finchè non sentì un muro, e iniziò adcappiattirsi alla parete mentre il ragazzo si avvicinava.

Ad un certo punto Hiccup emanò una specie di ruggito e scosse la testa, chiudendo gli occhi e tenendosi la fronte, mentre si dimenava come un pazzo.

Quando si calmò, Astrid vide che gli occhi di Hiccup e capì che erano tornati normali, le squame si erano ritirate e la pupilla si era dilatata come prima. Di nuovo c'erano solo un paio di orecchie nere che spuntavano dalla chioma di capelli castani.
E oltretutto, la fissava con un dolcissimo sorriso.

《Scusa, non volevo spaventarti, è solo che... a volte l'altra parte di me prende il sopravvento...》
《L'altra parte di te?》chiese lei, non appena Hiccup si allontanò per darle spazio.

《Capirai a tempo debito, promesso. Ora continuiamo, ti ricordo che abbiamo poco tempo》disse, alludendo ai capelli semitrasparenti della bionda.

Camminarono a lungo e in silenzio, nonostante Astrid avesse un milione di domande da fare al ragazzo accanto a lei, che camminava con lo sguardo fisso avanti a sè senza muoverlo un attimo.

Astrid cercò di provare un approccio più diretto, e avvicinandosi, gli prese la mano sorridente.
Hiccup la guardò perplesso, poi tornò a guqrdare avanti a sè, cercando di non far notare il rossore sulle guance candide.

Continuarono a camminare così, mano nella mano, finchè non arrivarono ad una grande torre, dall'aspetto decadente e rovinato, coperta di edera e sangue (tanto per cambiare).

Non appena la vide, nella mente di Astrid apparve un'immagine, fu solo un attimo, eppure riuscì bene a distinguere quello che vide.

Era lei, lei che nuotava in una piscina con la sua migliore amica TestaBruta, che si dimenava in acqua ridendo, poi aveva visto gli occhi verdi di Hiccup, preoccupati, che cercavano di raggiungerla.

E poi buio.

《Visioni?》fu proprio la voce del bruno a portarla alla realtà.
《Io... ho visto Bruta, la mia migliore amica, nuotavamo felici e poi c'eri tu... freddo come sempre, senza emozioni o sentimenti...》disse più a se stessa che a lui, capendo sempre più perchè in tutti quegli anni i comportamenti del bruno fossero stati quelli.

《Non ne sono capace, tutto qui. Non so essere felice, divertirmi, o provare dolore... almeno non più》sussurrò l'ultima frase.
《Posso insegnarti》disse Astrid gioiosa.
《Astrid non posso. Se solo io iniziassi a provare emozioni sarebbe la fine per tutti.》

Nei suoi comportamenti, lui non era più capace di provare emozioni, non sapeva più cosa colesse dire essere felici, tristi, impauriti... era semplicemente neutrale ad ogni situazione.
Ma quel suo battere del cuore, quello atrano calore che sentiva nel suo corpo, non lo sentiva da tanto tempo.

Con Astrid, tutto era diverso. Da quando l'aveva conosciuta nel mondo degli umani aveva capito che lei era speciale, era diversa... era come il pezzo del puzzle che mancava nella sua vita.

Astrid sussultò quando ebbe un'altra visione, era più paurosa: sempre lei nella piscina, ma c'era del rosso in acqua. Quest'immagine durò troppo poco per poter capirci qualcosa.

Hiccup le poggiò una mano sulla spalla per risvegliarla dal suo stato di trance.
《Quella è la Torre dei Ricordi. Ci connette al mondo dei vivi. Tramite quella vediamo tanti ricordi del nostro pensiero fisso in questo momento.》
《Ecco perchè continuo a vedere scene raccapriccianti... che siano le scene della mia "andata in coma"?》

《È quello a cui stai pensando?》
《Sì, pensavo a perchè sono qui o a come ci sono arrivata》rispose.
《Allora sì. Quello che vedi spiega come sei andata in coma... e io posso darti conferma.》ammise il ragazzo.

Astrid si girò di scatto a guardarlo, spalancando gli occhi sorpresa.
《Cosa.. tu c'eri??》chiese un po' più acidamente di quanto avrebbe voluto.

Hiccup la guardò sconvolto《nhon ricordi cos'e successo?》
Lei scosse la testa e lui sospirò rassegnato.
Doveva saperlo.

《Tufo e Bruta avevano organizzato una festa in piscina, e eravamo stati invitati. Abbiamo tutti alzato un po' troppo il gomito, e per un qualche errore tu hai sbattuto la testa sul fondo della piscina e hai perso molto sangue. Avevo provato a prenderti, non volevo finissi qui, e invece eccoti qui.》spiegò sotto il religioso silenzio della bionda.

Scosse la testa《ma ora sbrighiamoci e andiamo avanti. Dentro la torre c'è una scala che scende nel primo settore dell'Inferno. Da lì dovremo continuare il nostro cammino in posti sporchi e abitati da bastardi, quindi stammi sempre vicina. Ok?》
《Non ho 4 anni》disse lei ironica
《Puoi averne anche 1000, se questa è la tua prima volta qui devi fare attenzione.》rispose senza badare al tono scherzoso di lei, più serio che mai.

La superò e camminò velocemente senza farsi raggiungere, per paura di poter sentire di nuovo il suo cuore battere come prima, e sarebbe stata una cosa negativa per lui, per lei e per tutto il mondo dell'Oltre.

Raggiunsero il portone di quell'ampia torre in mattoni neri, uno più disgregato dell'altro, e vi trovarono davanti un uomo bassino dalla folta barba grigia e inspida, che stava in piedi davanti all'entrata.

《Sig. Haddock, quale onore averla-》
《Non abbiamo tempo per i saluti e gli elogi, Senkzen. Facci passare e in fretta》rispose in tono autoritario.

《E io che volevo solo fare una chiacchera...》sbuffò, per poi aprire la grande porta che conduceva ad un cunicolo stretto che scendeva sottoterra, illuminato da delle fiaccole che mostravano melma e pezzi di organi sul pavimento.

《Prima tappa: il settore Ladri.》
《Sembra il meno pauroso》cercò di rassicurarsi Astrid, mentre insieme a Hiccup cominciavano l'ascesa all'Inferno.

Il ragazzo prese tra le mani una fiaccola e illuminò le scale, facendo un passo dopo l'altro con la ragazza.
《Quindi..》Astrid decise finalmente di rompere il ghiaccio《tu sei un demone, e per questo non provi mai emozioni, nè qui nè nel mondo reale》
《Praticamente è così》

《Ma nel mondo umano tu non sei...》indicò la pella squamosa e le orecchie《così...》
《Io muto forma in base a dove mi trovo. Qui sono me stesso, in forma demone. Mel mondo degli umani sono un umano. Eccetera》
《Perchè esistono altri mondi?》chiese lei curiosa, iniziando ad affascinarsi a quella storia che stava vivendo più che ad essere spaventata.

《Il Paradiso è già un altro mondo》rispose lui chiaro.
《E lì come sei?》
《Non lo so. Se ci entrassi non potrei tornare più indietro, morirei》spiegò.

《Ma se sei un demone, non sei già morto o immortale?》chiese confusa.
《Io non sono morto, sono un'anima dannata, costretta a vivere per sempre qui e nel mondo reale.》

A quelle parole Astrid sussultò.
Anima Dannata? Che intemdeva?
Un nodo alla gola le impedì fi chiederglielo, e dalla sua bocca uscirono altre parole.
《Quindi tu sei in più posti contemporaneamente?》
《Posso farlo》

Continuarono la scalinata in silenzio, Astrid assorta in mille pensieri.
Quello che stava vivendo era strano... ma le iniziava a piacere, dopotutto.
Solo l'idea di poter stare con Hiccup senza i suoi amici la faceva salire al settimo cielo.

《E quell'uomo? Quello davanti alla porta?》chiese ad un tratto.
《Senkzen? È il custode della Torre dei Ricordi, fa vedere ai vari peccatori cosa hanno fatto per meritare un viaggio di sola andata qui all'Inferno.》spiegò
《Sembra un lecchino, sai?》
《Ohh... lo è》disse con fare melodrammatico, il che fece ridere la ragazza.

Quando la scalinata giunse finalmente al termine, i due si ritrovarono davanti ad un enorme cielo rosso e nero, una galassia infinita piena di stelle.
Astrid rimase a guardare affascinata quello spettacolo, chiedendosi se l'Inferno potesse davvero essere così bello.

Si guardò dietro, e vide che avevano attraversato una grande montagna, la quale cima presentava una nuvola bianca e luminosa; doveva essere il Paradiso.
Dai suoi piedi partiva un sentiero che avanzava in quello strapiombo di cielo scuro e scarlatto, che conduceva ad un enorme isolotto volante a forma di montagna, e dietro vide anche gli altri sei. Alla fine di essi, un'altra grande montagna in lontananza, ma quella era più bella, ricoperta di piante e fiori, con un lungo fiume di acqua cristallina.

《Il nostro cammino inizia qui. Attraverseremo ogni settore fino ad arrivare alla Montagna della Vita, sulla cima ci sarà un enorme fascio di luce. Ci entrerai e tornerai nel mondo umano.》spiegò Hiccup, iniziando a farsi strada sul lungo sentiero di roccia rossa.

Astrid lo seguì, e poco dopo arrivarono ad un grande portone nero, incastonato in quella che doveva essere l'isola dei Ladri.
In alzo, una grande tavola in pietra grigio chiaro con su incisa la parola furem, in latino "ladro".

《Un'ultima importantissima cosa》disse Hiccup.《Quando entriamo, più tempo stiamo, più tendiamo a somigliare ai peccatori, quindi dobbiamo essere il più veloci possibile o non potremo più uscire dal settore》Astrid annuì, avendo afferrato il concetto.

La porta si aprì, e dietro di essa, come al solito, Asttid non vide nulla, solo tutto nero. Ma dopo averla attraversata vide come una grande città, qualcosa di enorme in confronto alla piccola isola che aveva visto in precedenza.

《Mi raccomando. Occhio alle tasche》le disse lui scherzoso, e iniziò a farsi strada tra i peccatori.

I grandi palazzi di mattoni rossi si innalzavano nell'interno di quella grande montagna. Da sinistra verso destra, al centro di una grande piazza contornata da alberi e cespugli, regnava una grande fontana di acqua evidentemente fresca e cristallina.

Alla sua vista, Astrid sorrise; era da un po' che moriva dalla sete.
《Acqua!!》disse, e come una bambina che corre dopo un lungo inverno verso il mare, Astrid si avviò a tutta velocità alla fontana.

Stava per toccare l'acqua, ma un grido la fece fermare.
《NON LA TOCCARE!》Hiccup si era catapultato da lei e le aveva afferrato il polso, prima che potesse sfiorare l'acqua.

《Non è potabile?》chiese lei confusa.
《Qui tutto quello che vedi è un'illusione. In ogni settore, c'è una punizione contraria al peccato commesso in vita. È la legge del Contrappasso. Qui, ad esempio, la città è dotata di aualsiasi cosa, ma nessuno può avere niente, e se prova a toccare qualcosa, sparisce all'istante》spiegò.

《Non avevo detto di stare ferma?》aggiunse poi, ma lei mostrò uno dei suoi sorrisi più innocenti.
Hiccup scosse la testa e riprese il cammino tra le varie strade della citta.

Avanzando, Astrid vide che tutte le anime viventi in quel luogo non avevano nulla se non un sacco legato al loro corpo per coprirsi: erano stati privati dei capelli, dei loro vestiti, dei loro nomi, e avevano solo questo strano sacco.

I loro occhi vagavano tristi e soli sul terreno, mentre i corpi vagavano senza meta, cercando di non sfiorare neanche per sbaglio quello chr li circondava, forse già a conoscenza di cosa li attendesse in caso contrario.

Fra tutte, riconobbe qualcuno, rimase stregata dai suoi occhi blu notte, e un lampo le apparì nella mente come un vago ricordo.
《Zi-Zio Aaron?》balbettò, avvicinandosi lentamente all'uomo.

《Tu chi sei?》chiese lui, strofinando gli occhi con le mani.
《Perchè hai ancora i capelli?》chiese una donna, avvicinando una mano al soggetto dei suoi pensieri.
《Oppure i vestiti... perchè hai i vestiti?》chiese un altro uomo che si stava avvicinando.

Astrid si guardò intorno impaurita da tutte quelle persone che la stavano accerchiando, le mani in avanti pronte a prendere senza tregua, euno sguardo folle sul viso.

《Ehm...》
《Perchè non sei come noi?》
《Io...》
《Avanti, dividi quello che hai...》
《Ecco...》

Astrid era terrorizzata, e quando quelle persone iniziarono a tirarle i capelli e i vestiti, iniziò ad urlare in lacrime.
《BASTA! LASCIATEMI STARE, BASTA!!》

Una nuvola nera apparve attorno alla ragazza, e in un attimo la ragazza si ritrovò tra le braccia del bruno, avvolta dalle sue grandi ali da demone.

Alla vista del giovane, tutti i presenti si allontanarono, mentre Astrid continuava a si ghiozzare sul petto del bruno.
《Ci sono io, tranquilla》le sussurrò, mentre con una mano le accarezzava i capelli per tranquillizzarla.

《Avevi ragione, qui sono tutti pazzi...》disse, quando il suo respiro fu tornato regolare.
《Chi era che avevi chiamato?》chiese il giovane, e Astrid staccò la testa per cercare con lo sguardo suo zio, un uomo che in vita sua era stato un cleptomane.

《Eccolo》mormorò quando lo vide, e in compagnia del ragazzo gli si avvicinò.
《Zio.. non mi riconosci? Sono Astrid...》
L'uomo la guardò meglio, poi un sorriso si fece strada sul suo volto《Astrid... santo cielo che ci fai qui?》

《Sono in coma, questo è un viaggio che devo compiere per tornare in vita》spiegò la ragazza. L'uomo le accarezzò i capelli e il viso, poi vide lo sguardo di Hiccup e si staccò come scottato, tornando a camminare senza meta.

Astrid lo guardò perplessa《perchè hai quest'effetto su di loro?》
《Perchè sanno che io ci metto di più a diventare come loro》spiegò, iniziando a guardarsi in torno con sguardo attento.
《Non come te che appena entrata già eri- NO ASTRID FERMA!!!》

《Che bei diamanti rossi...》mormorò la ragazza tra sè e sè, i suoi occhi avevano assunto delle sfumature scarlatte mentre si avvicinava lentamente ad un cespuglio che al posto dei fiori aveva appunto dei piccoli rubini.

Hiccup le si scagliò contro per allontanarla, ma perse l'equilibrio e cadde, ritrovandosi sopra la ragazza.
Arrossì violentemente, e per l'imbarazzo ci mise due minuti buoni ad alzarsi, seguito poi dalla bionda.

《Astrid devi controllarti... merda, questi posti hanno un effetto più forte di quel che credevo...》si disse.
La ragazza scosse la testa e cercò di riprendere autocontrollo, non voleva sembrare debole agli occhi di Hiccup.

《Ok, procediamo, se sto attenta non credo di-》
《Oh che stupido!》Hiccup sbattè una mano sulla sua fronte, per poi passarla sul resto del viso.
《Cosa c'è?》

《Mi sono dimenticato di dirti i un'altra cosa importantissima》
Astrid lasciò le braccia cadere ai fianchi come se fossero un peso, chinandosi in avanti.
《Oh no... ancora?》

《Sì. La Porta sulla Montagna della Vita ha sette serrature, per aprirle ci vogliono 7 chiavi, una per ogni settore》
《E dove troviamo queste chiavi?》
《Per ogni settore c'è una prova da superare. Il settore Ladri ci dà la prima chiave, la chiave azzurra.》

《Ok. Dove si fa questa prova?》chiese lei dopo aver capito, schioccando le nocche e il collo per sentirsi più pronta.
Hiccup indicò una grande struttura proprio avanti a loro《eccoci. Qui dentro troverai la tua prova. Devi solo uscirne viva.》e detto ciò si avviò al lato del palazzo.

Quest'ultimo era un'enorme torre rosso fuoco, più alta degli altri palazzi, senza finestre o altri elementi. Non era decorata, a differenza degli altri palazzi della città.
La porta era un portale che come entrata aveva una membrana in melma azzurra, proprio come la chiave da recuperare.

《A proposito, io non posso entrare.》disse ad un certo punto Hiccup, appoggiandosi al muro del palazzo con la schiena e tenendo le braccia conserte.
《Cosa?》Astrid si bloccò sul portale.
《Hai capito benissimo》e detto questo si girò per avviarsi all'altra parte della torre.

《Un'ultimissima cosa》
Astrid sbuffò frustrata《cosa c'è!?!》
Hiccup le si avvicino, e portò le labbra vicinissime al suo orecchio destro《ricorda tutto quello che ti ho detto fino ad ora, e credi sempre e solo nel tuo cuore》sussurrò, e dopo, nonostante avesse paura, le lasciò un tenero bacio sulla guancia.

Astrid lo guardò rossa, e Hiccup sentì la pelle contrarsi e bruciare, le squame che tornavano a coprirgli il viso, e senza pensarci due volte spinse Astrid nel portale.
Quando non la vide più, si accasciò a terra in ginocchio e sospirò.

La sua era proprio un'anima dannata.

¤

Astrid si ritrovò senza neanche sapere come in una camera buia, stesa sul pavimento.
Si alzò, cercando di scrollare dal suo crop top quella strana melma azzurra che le ricordava gli slime che creava con la colla e la sua migliore amica.

Già. Migliore amica. Cosa non avrebbe fatto per rivedere TestaBruta.
E fu proprio questo a motivarla a continuare qurl suo viaggii che Dante Alighieri le faceva un baffo.

Avanti a lei vide una grande pietra bianca, dov'era adagiata una chiave azzurra, fatta di vetro e cristallo.
《Sembra facile...》sussurrò allungando la mano, ma quando stava per toccare la chiave, ritrasse la mano spaventata《...troppo facile》

Si guardò intorno, e sfortunatamente non riusciva a distinguere il soffitto dalle mura, o le mura dal pavimento, e anche quest'ultimo era uguale al soffitto, e con un effetto ottico sembrava essere sospesa nel nulla.

Intimorita, sfiorò appena la chiave, e fu l'ultima azione calma di quei cinque minuti.
Sui suoi piedi si creò un'edera gigante che la tenne bloccata, e implorare aiuto non serviva.
Non c'era nessuno.

Si dimenò, mentre un rampicante le bloccava il busto e un'altro le gambe, mentre uno si faceva strada sul collo.
Le mura divennero piene di spuntoni, e iniziarono ad avvicinarsi sempre di più al suo corpo intrappolato in quelle piante robuste.

¤

Hiccup diede un calcio ad una delle pietre che vide "ma perchè ci mette tanto?" Pensò tra sè e sè. Si guardò la mano, sperando fosse tutto normale, e per fortuna era così.

Sospirò: quella storia si stava ripetendo, e non era una cosa positiva.
Lui era morto: se fosse andata avanti così, ad essere dannata sarebbe stata Astrid.

¤

Astrid strinse tra le mani il rampicante, cercando di strapparlo via dal collo dolorante. Un altro ramo però le bloccò le mani, tirandole in basso, mentre il ramo che le teneva il collo la tirava in alto.
Volevano forse farla a metà?

Un tro ramo prese la chiave, e iniziò ad attorcigliarsi su se stesso e a stringere, come se volesse distruggerla...
E così fece.
I frammenti di vetro si sparsero sul pavimento, seguiti da una lacrima disperata di Astrid.

《No...》sussurrò, credendo che fosse finita. Che sarebbe sparita per sempre, morta soffocata, dato che era ancora viva.

《Ricorda tutto quello che ti ho detto, e credi sempre e solo nel tuo cuore》

《Non puoi toccare nulla》

《Qui tutto è un'illusione》

Un'illusione.
E se fosse stato anche quello tutto un'illusione?

Gli spuntoni si avvicinavano, l'aria iniziava a mancare, e in preda al panico, Astrid urlò.
《BASTA! NON ESISTI, È TUTTO FINTO!! TUTTO UN'ILLUSIONE!!》
Ci mise l'anima e il cuore, ci credette con titta se stessa, e briciò ogni briciolo d'aria rimasta per poter urlare a squarcia gola, anche a sentire le tempie esplodere.

Alle sue parole, tutto ciò che vedeva sparì in una nube di polvere nera, e lei si ritrovò a cadere sul pavimento nero di prima, ansimante e in cerca di ossigeno.

Voleva respirare, sentire l'aria che aveva perso attraversarle la gola, ma anche respirare bruciava nei suoi polmoni.
La chiave cadde ai suoi piedi, lei l'afferrò titubante e si lasciò cadere al pavimento per riprendere forze.

Sorrise mentre respirava ad una velocità disumana, mentre attorno a lei la torre iniziava a sgretolarsi, fino a sparire completamente, e Astrid si ritrovò di nuovo nella città di prima, con Hiccup che la aspettava seduto a gambe incrociate a terra.

Dimase con la sua espressione fredda a fissarla, serio, quasi arrabbiato, ma non riuscì a trattenere un sorriso quando si alzò e le disse《ce l'hai fatta》
Astrid strinse la chiave in pugno e corse ad abbracciarlo, saltandogli letteralmente addosso, e si sentì felice quando lo sentì ricambiare spontaneo, mentre la testa di lui si era appoggiata alla sua spalla.

Hiccup chiuse gli occhi e inspirò il suo dolce profumo, non era un'essenza, era semplicemente il dolce profumo di Astrid. Aprì leggermente gli occhi, ma sussultò quando guardò i piedi della ragazza.

《Astrid, anche i tuoi piedi...》le disse, e lei, avendo capito, vide i suoi piedi semitrasparenti.
《Ma come faccio a camminarci se spariscono?》

《Non spariscono, ne vedi solo i contorni. Quando diventi tutta semitrasparente, come un fantasma, allora inizi davvero a sparire, ad esempio, posso passarti attraverso, ora non posso perchè sei solo trasparente, non inesistente》

Astrid era confusa. Era più che confusa. Ma cercò di non darlo a vedere e sfoggiò uno dei suoi sorrisi migliori.
《Dove si va?》
Hiccup indicò dietro di lei《ecco la porta per uscire di qui》

Ripresero il sentiero e uscirono dall'isola, e appena ebbero oltrepassato un piccolo tratto del sentiero nello strapiombo, si ritrovafono davanti all'ennesima porta nera.
Sul cartello c'era scritto stavolta timere, ovvero "impaurito, codardo".
Astrid e Hiccup oltrepassarono la porta insieme, e quando misero i piedi per terra, Astrid si sentì gelare il sangue.

Il pavimento era una distesa di liquido rosso che Astrid poteva ben poco immaginare cosa fosse, e su di esso le anime camminavano a capo chino guardandosi e imprecando, spaventati dal loro stesso riflesso.

《Ecco tutti quelli che sono stati codardi in vita》li indicò Hiccup《paura di parlare, rinfacciare, tenendo nascoste cose successe facendo finta di niente》

《Devi odiarli proprio molto》disse lei, ricacciando indietto un conato di vomito ad ogni passo.
《Diciamo che ce n'era uno nella mia vita che mi ha fatto finire qui. Quel bastardo...》mormorò tra sè e sè.

Astrid lo sentì comunque, e mille domande le saltarono in mente per l'ennesima volta:
Da dove veniva Hiccup? Qual era la sua vita prima della morte? E perchè ora aveva questo problema, e si autodenominava un'anima dannata?

Assorta nei suoi pensieri, non si accorse neanche di essere andata a sbattere contro ad un corpo, e quando vide il suo volto rovinato, Astrid non potè che emettere un urlo.

Quest'ultimo venne bloccato da Hicup, che le mise una mano alla bocca per farla tacere.
《Un'altra cosa: qui sarebbe praticamente normale urlare di terrore, per questo è vietato》le disse per poi lasciare la presa.

Trovare la torre questa volta non fu molto complicato, dato che non c'era nulla in quel luogo così tetro e disgustoso.
Astrid vide che il portale era questa volta di colore viola, ma era diverso.

La strana melma che fungeva da porta aveva una vita propria: si muoveva e aveva anche un terribile odore.
《Toccala con un dito e aspetta che ti ricopra. A quel punto sarai dentro》le consigliò il ragazzo, appiggiato come al solito sulla parete esterna della torre, con gli occhi chiusi e il capo chino.

《E ricordati di non urlare》concluse, per poi  andare via.

Astrid guardò il portale disgustata: no. Non voleva farlo. Le faceva altamete schifo.
Allungò un dito, e solo a sfiorarla sentì com'era viscida e calda.

Deglutì, e sapendo di non avere altra scelta, fece come detto, e dopo vari tentativi bloccati dalla paura che cresceva per via di quel luogo, affondò un dito nella melma viola.

Non riuscì però a staccarlo, perchè rimase intrappolato in quella cosa che piano piano stava ricoprendo tutta la mano, e il braccio.

Astrid fece cadere come minimo 8 divinità mentalmente pur di non urlare dallo schifo, e anche se lei non era tipa da "OH SANTO THOR C'È UN RAGNOOOO" quel luogo aveva davvero un effetto negativo su di lei.

La melma le solleticava la pelle lattea, e quando le raggiunse gli occhi e le labbra, trattenne il respiro e aspettò di esserne pienamente ricoperta.
Dopo qualche istante, Astrid si ritrovò in una stanza buia, identica a quella precedente, per la chiave del settore Ladri, ma questa volta della chiave neanche l'ombra.

Si guardò intorno, e camminando, poteva giurare di sentirsi osservata, in qualche modo.
I suoi occhi azzurri caddero sulla sua sinistra, dove appena oltre la coda dell'occhio, Astrid riusciva a distinguere una figura.

E quel riflesso nella parete era idetico a lei.
《Chi sei tu?》chiese stupita.
《Che domande. Io sono te, sciocca. Anzi meglio sono la tua coscienza.》rispose, dimostrando di avere non solo l'aspetto, ma anche la voce e il modo di porsi identici a quelli della bionda.

《Sono qui per farti una rinfrescatina alla memoria, sai, è il mio lavoro...》sussurrò allusiva e provocante.
《Cosa intendi?》chiese ancora Astrid, ormai leggermente intimorita, le mani che iniziavano a sudare freddo.

《Quante domande. Ma dopotutto non sai fare altro. Non hai uno straccio di personalità e ti fai trasportare dalle situazioni, come ora che sai fare solo la troietta con Haddock.》

Astrid rimase pietrificata da quelle parole.
Era davvero questo ciò che la sua coscienza pensava di lei? O magari era davvero come si mostrava... quello che era?

Ad ogni parola Astrid si lasciò sempre più andare, per quanto le rimbombassero forte nella testa. Si accasciò al pavimento e strinse le tempie con i pugni, cercando di non semtire quella voce, eppure non le serviva l'udito per aentirla, era proprio qualcosa nella sua mente.

Ogni cosa detta da auel riflesso colpiva a segno, nonostante Astrid sapesse che non era la verità. Nonostante si fosse ricordata di non lasciarsi trasportare dai giudizi altrui, di non avere paura di certe cose.

Paura.
Quel posto aumentava la paura negli altri... ae si fosse lasciata andare ad essa sarebbe stata persa per sempre.

《L'unica cosa buona che sai fare è lasciare che tutti ti proteggano, e sai solo essere la solita principessina smorfiosa》sibilò il riflesso, con un ghigno da mettere i brividi.
Astrid si era ormai chinata su sè stessa, si era poi lasciata cadere in ginocchio.
Stava tremando.
Stava avendo paura di sè stessa.

《Ecco così... lasciati andare alla paura... l'unica cosa che può cancellare tutte quelle barriere di orgoglio e prepotenza che ti sei creata fin'ora... sii te stessa... sii la codarda Astrid..》

Voleva urlare. Strillare. Farla smettere. Anche i sussurri le davano fastidio.
Ma non poteva. Non poteva urlare.
《Non è vero...》sussurrò, per niente convinta.
《Mh, sì certo. Ed è anche vero che non sai fare nulla da sola. Sai solo essere la solita stupida combina guai..》

《Invece no...》sussurrò stremata e strizzando gli occhi chiusi.
《Ah sì? Non ti sento. Urlamelo. Sii Astrid.》rispose freddo il riflesso.
A quel punto Astrid capì. Quella era la prova, e l'intento della sua coscienza era proprio farla urlare.

E quindi decise di starle al gioco.

Si alzò lentamente, la testa che le scoppiava, fissò il ghigno del riflesso avanti a lei con uno identico stampato sul suo viso.
《Lo sai》iniziò, avvicinandosi con passo sensuale e provocante alla parete《se proprio dovevo urlare potevi chiamare Hiccup》

《In che senso?》
《Nel senso che sono sicura che quel pezzo di ragazzo saprebbe davvero come farmi urlare, mentre tu non ne sei per niente capace...》disse, accarezzando con il dito quella figura sulla spalla.

Il riflesso sbiancò《ma ti sembrano discorsi da fare?!》la bionda alzò le spalle innocente.
《A me piacerebbe tanto tornare da lui, urlare, essere sua... lui sì che ci riuscirebbe, sei tu quella inutile qui》

《No. Non è vero. Io sono forte. Io spavento le persone. Non tu》disse più a se stessa che alla ragazza umana avanti a lei, per poi cadere in un baratro di terrore, visibile nei suoi occhi di ghiaccio.

《Ah si?》sussurrò Ancora Astrid e si avvicinò a quello che doveva essere il suo orecchio《allora fammi urlare, lurida insignificante》

La sagoma sembrò strapparsi i capelli mentre cacciava uno strillo acutissimo, tanto chr auella parete, fatta in un materiale simile al vetro, si
distrusse in migliaia di frammenti.

Uno di questi era proprio la chiave viola, che Astrid raccolse subito, per paura che sparisse.
Si guardò intorno cercando il portale...

...ma dov'era finito il portale?

La bionda cadde in ginocchio ancora scossa, gli occhi cristallini che percorrevano i lineamenti indefiniti di quel luogo strano e cupo.
Fece pressione sui palmi delle mani e si alzò in piedi, stringendo la chiave in un pugno.

Guardò avanti a lei, dietro, destra sinistra... anche in alto e in basso.
Non riusciva a distinguere neanchr le pareti, tutto sembrava infinito...

¤

Un'ombra nera e cupa si fece strada sulle mura dell'abitazione, scorrendo come fumo tra le fessure dei mattoni rovinati.
Raggiunse una figura indefinita e si posò sul suo braccio, diventando uno strano uccello, coperto da piume nere, occhi color carbone, vispi e profondi, e un becco rosso sangue.

Quella strana figura sfilò una piccola pergamena dalla zampetta dell'animale, per poi scacciarlo via in malo modo, e facendolo tornare l'ombra che era.
Le dita sottili e rosee sfiorarono la carta ingiallita, mentre gli occhi smeraldo percorrevano le parole scritte sulle righe.

Un ghigno parve sul viso della ragazza, quando lesse due nomi a lei più chr familiari.
Strinse il pezzo di carta tra le mani e poi lo fece sparire nella larga mantella in pelle che avvolgeva il suo corpo esile.

¤

《C'è nessuno?》Astrid portò le mani alle labbra e tentò di usarle come un cono per farsi sentire, ma quel luogo era deserto come una scuola di domenica.
《Hiccup!!》disse, sempre usando le mani, sapendo di non poter urlare.

In un attimo, una stretta umida sul suo polso le fece gelare il sangue, tanto che non aveva il coraggio di girarsi per vedere cosa fosse.
Deglutì, e piano, si voltò verso la sua mano.
Un braccio nero e squamoso compariva dal nulla, e teneva stretto il polso della bionda, e senza tante cerimonie, quel braccio a lei conosciuto la tirò fuori da quel luogo oscuro.

Astrid si ritrovò fuori in un attimo, il polso ancora stretto nella mano rosea dal dorso nero e squamoso del ragazzo dagli occhi color smeraldo.
《Ma cos...》
《Quando ti decidevi ad uscire?! Il portale si stava chiudendo!!》sussurrò esasperato il ragazzo, indicando dietro di lei un portale quasi chiuso.

《Non trovavo l'uscita... era tutto uguale lì dentro!》rispose lei a tono, nonostante la mano libera del ragazzo le indicasse di abbassare la voce.
《Va bene, va bene... ora andiamocene da qui, la prossima isola ci aspetta》rispose freddo.

Il viaggio verdo la fine dell'isola fu più silenzioso e strano del solito, e una volta fuori, Astrid si guarfò alle spalle, ancora incredula di come una montagna così piccola potesse nascondere quel posto tanto immenso, e quella torre tanto buia e spaventosa.

Vide il ragazzo avanti a lei abbandonare la parte di terra per continuare il sentiero verdo la prossima isola, ma Astrid cacciò un sospiro che lo fece voltare curioso.
《Stai bene?》chiese con una dolcezza non dimostrata nelle ultime ore.

《Io? Sì è che...》uno sbadiglio concluse la frase al postondi lei.
Un leggero sorriso si fece strada sulle labbra del ragazzo《hai sonno?》e lei annuì.

Hiccup tornò da lei, ancora sulla piccola parte di terra dell'idola dei Codardi, si sedette appoghiandosi alla roccia, e fece posto alla ragazza, battendo la mano sulla superficie rocciosa e liscia di colore rossiccio.

Astrid imbarazzata si avvicinò a quello che doveva essere il suo migliore amico, e si sedette dove indicato.
Un attimo dopo si ritrovò coperta dalle grandi e possenti ali nere del ragazzo, che emanavano un tiepido calore, necessario per il freddo di quel luogo lugubre.

Sentendosi stretta, Astrid si accucciò al petto del ragazzo leggermente rossa in viso, e lui sorrise sapendo di aver centrato nel suo intento. Il cuore nel torace che batteva forte, in sintonia con quello di lei che sembrava danzare la stessa musica.

E quella dolce ninna nanna li accompagnò finchè non furono caduti entrambi nel regno dei sogni.

¤

Hiccup aprì gli occhi lentamente, vedendo come il cielo era tornato ad avere il suo colore rossiccio.
Accanto a lui, Astrid era ancora immersa in un sonno beato, e la sua espressione  strappò un sorriso al bruno.

Perchè quella ragazza era così dannatamente... Astrid?
Solo a tenerla stretta tra le sue braccia poteva percepire il bruciare nel petto, ma pur di tenerla stretta voleva sopportare.

Forse era giunto il momento di dirle tutta la verità, o forse era un segno di doverle tenere tutto nascosto.

Guardò la porta scura che si innalzava avanti al sentiero.
La parola Insanus, "pazzi", era incisa nel cartello rosso sangue, il che lo fece deglutire.

"Se andassi fuori di testa potrei rivelarle tutto" pensò.
Un movimento sul suo petto interruppe i suoi pensieri.
Guardò in basso, e vide Astrid con gli occhi aperti, intenta a guardarlo.

Quando lo vide guardarla, sorrise.
《Buingiorno》
《Buongiorno Milady》sussurrò, e non si trattenne dal baciarle la fronte.

Solo a toccarla, Hiccup aprì le ali bruscamente e la staccò da lui, si alzò in fretta e strinse i pugni alle tempie pulsanti, delle quali poteva sentire il sangue scorrere.

Astrid si alzò piano (ancora presa dal sonno) e cercò ad avvicinarsi 《stai-stai bene?》chiese, provando a portare una mano sulle sue.
Hiccup la cacciò in malo modo, colpendola《no... lasciami stare... ora passa, tramquilla》disse, e piano piano tornò a respirare normalmente.

La guardò negli occhi, trovando paura e terrore in quei diamanti azzurrini, sorrise per rassicurarla《sto bene...》le disse.

Il suo sorriso sparì, e in completo silenzio, Hiccup si avviò alla porta seguito dalla ragazza, che sapeva bene di non dover proferire parola, o almeno pensava fosse la cosa migliore.

Erano finalmente giunti davanti allaporta, che Hiccup aprì come al solito. Astrid era pronta ad entrare quando Hiccup la fermò.
《Astrid ascolta》cominciò《questo il settore più pericoloso. Ognuno tende ad impazzire ma non nel senso che tu credi. Impazzisce perchè inizia a dire e fare ciò che vorrebbe ma sa che non può, e quindi si contiene. Praticamente: una volta lì dentro, tu farai tutto quello che vuoi ma che in vita non faresti mai》cercò di spiegarle. Sospirò, e poi entrò, seguito dalla bionda, nonostante fosse spaventata a quelle parole.

Varcata la fredda soglie, Astrid si ritrovò davanti ad una casa diroccata, e una strana sensazione nella pelle.
"Mi sento così... libera..." si disse, guardandosi le mani e le braccia, come sentendole più leggere.

Accanto a lei, Hiccup teneva gli occhi chiusi.
《Hiccy》Astrid lo chiamò con il soprannome che usava da piccola《non ti senti anche tu... diverso?》

E a quelle parole, Hiccup scoppiò.
Le saltò letteralmente addosso, le prese i polsi e li bloccò al pavimento, fissandola negli occhi.

《Io e te dobbiamo parlare》sibilò, mentre le sue perle color smeraldo divennero di una tonalità più chiara, e le pupille si stringevano.

《Lo sai perchè sono un'anima dannata?》chiese, e astrid scosse la testa.
《Lo sono perchè i demoni non possono avere rapporti gli umani》scandì bene quella frase.

Astrid si sentì cedere i polsi, sia per la forza della stretta, sia per quelle parole.
《E la punizione per questa cosa è vivere all'Inferno per sempre, senza poterne uscire》

《E allora perchè ti vedo anche nel mondo reale??》chiese, le lacrime che le pungevano gli occhi e non sapeva perchè.
Hiccup si avvicinò al suo orecchio《perchè questo è solo un tuo incubo...》

La mente di Astrid iniziò a viaggiare.
Da dov'era iniziato tutto?
Tutto era cominciato da quando lei era finita in coma.
E forse Hiccup aveva ragione, forse quel mondo non esisteva, forse quello era tutto un suo sogno.
E questo spiegava perchè Hiccup, all'inizio di tutto, le avesse detto "io sono il tuo incubo"

《Esatto. È proprio come pensi》le sussurrò.
《Io sono l'incubo dei tuoi sogni》il ragazzo si alzò e le tese la mano per farla alzare con lui, e non appena se la ritrovò vicina, l'abbracciò.

La strinse un attimo, e poi la scaraventò via, urlando, e stringendo i pugni, cadde addirittura in ginocchio.
Astrid era più che sconvolta《ma perchè!?》urlò disperata.

Hiccup alzò lo sguardo, voleva sembrare confuso, ma sapeva benissimo di cosa la bionda stesse parlando, e neanche in quella vita parallela poteva mentirgli.
《Perchè cosa?》chiese innocente.

《Perchè ogni volta che provi ad avere un gesto d'affetto con me poi sembri così disgustato?! A sto punto non farlo!》urlò gesticolando.

Hiccup spalancò gli occhi, arrabbiato quanto offeso《disgustato? Io?》e si alzò, il dolore passato via.
《Sì tu》la bionda si fece coraggio.
Hiccup corrugò la fronte e le si avvicinò lentamente. Inchiodò gli occhi di Astrid ai suoi, facendole perdere un battito, e il coraggio accumulato sparì.

《Prima il bacio sulla guancia nel settore dei ladri, e mi hai spinta nel portale come se non avessi voluto più vedermi. Poi il bacio sulla fronte quando ci siamo svegliati stamattina, e quasi scoppiavi. Ora questo, e-》

Tentò di essere sicura con le sue parole, ma ad ogni passo del bruno balbettava, finchè non se lo ritrovò davanti, e si bloccò.

《..e...?》chiese lui, chinando in basso la testa per guardarla al meglio dall'alto.
《...e-》le sue parole furono interrotte.
Il suo cuore iniziò a battere più velocemente del dovuto, e sembrava farle male nel petto.

Le gambe le cedevano, i fianchi stretti da due mani nere, mentre le sue labbra erano catturate in un bacio dolce ma al contempo passionale che Hiccup le stava riservando.
Il dolore nel petto continuò a crescere, e Astrid dovette spingere il bruno per farlo staccare, e il dolore sembrò attenuarsi. Allargò e piegò le gambe cercando di respirare affannosamente per alleviare il dolore.

《Lo senti?》chiese lui ad un certo punto.
《La felicità?》chiese, dato che non poteva mentire sul fatto che quel bacio non le fosse piaciuto.
《Il dolore.》rispose lui freddo.

《Io sono un'anima dannata, Astrid. Se tu mi amassi, non torneresti più indietro, non usciresti più da qui, e io non posso essere tanto avido da privarti della tua vita per averti mia e solo mia.》le disse.

Astrid spalancò gli occhi felice《Tu... cioè tu... mi ami?》
《Più di tutte e due le mie vite, Astrid.》disse sorridente.

Astrid voleva correre, abbracciarlo, ma sapeva che dia lui sia lei avrebbero provato dolore, e decise di rimanere immobile, tanto immobile da far spaventare Hiccup.

《Astrid stai... stai bene?》chiese lui, e in un attimo si ritrovò le labbra di Astrid sulle sue, ed entrambi -ignorando il dolore- ricambiarono auel dolce tocco, trasformandolo in qualcosa di passionale, necessario, le loro lingue che si scontravano erano un contatto deleterio, e solo minuti dopo decisero di mettersi in cammino verso la torre che si innalzava al centro della casa in rovina.

Il portale era questa volta rosso sangue, ma un cartello era posizionato avanti ad esso.
Astrid di avvicinò e lo lesse.
"Non è qui che la chiave troverai
Vaga nel.tuo cuore e presto uscirai"

《Vaga nel tuo cuore?》chiese il ragazzo《e cosa vuol dire?》
《Forse intende di far riferimento alle cose che amo... forse a te》

《A me? Ma io non...》cominciò, poi si interruppe e cacciò dalla tasca un rubino
《Io ho trovato questo quando tu sei arrivata, mentre venivo da te. Che sia la chiave?》

Astrid lo prese tra le mani《non credo. Le chiavi sono bianche con il centro colorato, questo è... è solo un rubino》
《Ma l'apparenza inganna, diresti che io sono solo un animale?》chiese, e alzò le braccia.

Astrid corrugò la fronte, e un'idea le passò per la testa《ma sì! Questo rubino è come te. Diresti facilmente che è solo una pietra preziosa, ma invece è la chiave!!!》urlò, alzandolo in aria euforica.

Tra le sue mani si creò una polverina scintillante di colore rosso e nero (Magnus approves) e il rubino si trasformò in una chiave, identica a tutte le altre.

Astrid le prese tutte e tre in mano《ce l'abbiamo fatta!!》disse, e saltò in braccio al bruno per abbracciarlo, il dolore ormai non si sentiva quasi più.

《HUCCUP HORRENDOUS HADDOCK TERZO》una voce tuonò nel cielo, e Astrid si staccò spaventata, mentre vedeva nel vido del giovane lo stesso terrore.

Un forte vento si alzò, e dal cielo scese una figgura massiccia, un fantasma, occhi verdi e una grande e folta barba rossa.

《Padre?》disse il bruno, e si inginocchiò a testa bassa.
《Mi hai disobbedito. Dopo secoli continui ad amarla?》
《Non posso farci nulla. Ogni volta che muore e rinasce, io la amo.》

Astrid intanto ascoltava curiosa e sconvolta allo stesso tempo.
Morire e rinascere? Aveva avuto altre vite?

《Ti avevo detto di non incontrarla, ma sei tosto. E quindi non mi lasci altra scelta.》
Hiccup alzò gli occhi spaventato.
《Sei bandito dall'Inferno, e dopo che tornerai nel mondo dei vivi, vivrai solo e soltanto lì da comune mortale. E quando morirai, tornerai qui per sempre.》

《Vuoi dire che una volta uscito da qui diventerò un umano?》urlò il ragazzo, si alzò con un sorriso stampato in volto.
《Non sei più custode dell'Inferno. Non dovrai preoccuparti di tutto ciò. Ma non sarai più un demone, non avrai i tuoi poteri o la tua vita eterna, e dimenticherai tutto di questo posto, come anche Astrid appena uscirà da qui.》

Il cielo sembrò tuonare, e la figura sparì, così come anche il forte vento.

Hiccup guardò le sue braccia e il suo corpo perdere tutte le squame, sotto la pelle nera apparvero dei vestiti che usava nel mondo umano, una t-shirt e un jeans.

《Sono un umano...》sussurrò, felice più che mai.
Astrid si avvicinò per dire qualcosa, ancora non aveva capito nulla della situazione, e prima che potesse dir qualcosa, le labbra di Hiccup si erano scagliate sulle sue.

Il bacio divenne sempre più ardente e sempre più necessario, le mani iniziavano a vagare nel corpo dell'altro in cerca di più contatto, finchè Hiccup non mise un piede avanti e si inginocchiò, facendola stendere sotto di sè.

Entrambi volevano di più.

In quelle ore, i due giovani provarono i loro sentimenti, si amarono sotto il cielo stellato (seppur diurno) dell'Inferno, finalmente nessuno che poteva impedirlo.

Nessun dolore o nessuna legge.

Solo amore.

¤

《È svenuto》
《Ma com'è possibile?》
《Era accanto ad Asttid e le parlava e poi...》
《Mettiamolo a letto》

...

《Non dà segni di vita!》
《Ma non può esser morto, è svenuto di colpo e...》
《Che Thor lo assista》

¤

Varcata l'ultima porta per uscire dall'isola dei pazzi, Astrid potè finalmente sentire il bacio del sole sulla pelle.
La salita sul monte non fu per niente ardua, soprattutto con Hiccup che le teneva stretta la mano.

《Allora》chiese lui《appena usciti cosa farai?》
《Beh, credo che proverò a ricordare tutto quello che mi è successo, soprattutto perchè non voglio perderti》gli disse.

《Io non potrei mai farlo, non so se quello che ha detto mio padr vero, oltretutto.》confessò, lasciandole un briciolo di speranza in più.

Arrivati in cima, Astrid inserì le tre chiavi nelle fessure, e un fascio di luce illuminò i due ragazzi.
Astrid strinse la mano del ragazzo《ci vediamo di sopra》sussurrò, e da lì fu buio.

¤

Hiccup aprì gli occhi lentamente, trovandosi in un letto di ospedale, Heather accanto a lui che gli stringeva la mano
《Oh ma allora stai bene!!!》squittì, e lo abbracciò di colpo.

Erano tornati.

Si staccò《perchè cos'è successo?》
《Stavi parlando accanto al letto di Astrid e poi sei svenuto di colpo...》

Astrid

Un sorriso si fece strada sul suo viso《Astrid!!!》urlò, scese dal letto e si catapultò fuori dalla stanza.

Trovata quella giusta, entrò senza fare complimenti, e quando la vide seduta sul letto, corse ad abbracciarla.

《SI È SVEGLIATA!!》urlò la corvina, e corse via a chiamare come minimo mezzo mondo.

《Sei sveglia...》
《E tu sei un umano...》sussurrò, Hiccup si staccò a guardarla
《anche tu ricordi tutto?》
《E come potrei scordarlo...》rispose, e lo attirò a sper baciarlo.

Heather, i gemelli, Moccicoso, Dagur, GambediPesce e i genitori dei due ragazzi entrarono di colpo nella stanza, e rimasero di sasso alla scena.

Hiccup teneva Astrid per il torace, chinato su di lei, e la baciava con passione, mentre lei stringeva tra le dita il colletto della polo verde.

Si staccarono solo quando sentirono tossicchiare, e una marea di gente corse ad abbracciare la ragazza.

Hiccup fece un passo indietro e sorrise.
Guardò il calendario della ragazza, per vedere quanto tempo fosse passato.

4 mesi

E una nuova avventura iniziava.

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Capitolo 36
*** ONE SHOT N.34 p.2 ***


Questa OS funge da prequel della precedente. Ve la metto dopo perchè, se aveste letto prima questa, tutta la sorpresa sarebbe poi svanita. Da un certo punto in poi, segnato con ***, la storia andrà avanti.
buona lettura♡♡






10 Giugno 2017, ore 16:30.

L'automobile di Hiccup parcheggiò davanti casa dei gemelli, dove si respirava già una forte aria di festa.
Scese insieme alla sua migliore amica Astrid, che corse come una bambina al cancello della villa. 

Indossava un semplice vestitino azzurro, sotto il quale aveva il costume, e la borsa da mare con la crema solare e il telo per asciugarsi. 
Hiccup invece aveva il costume a calzoni e una semplice t-shirt, anche lui con la sua borsa.

Il cancello si aprì, e i due ragazzi entrarono nel giardino, raggiungendo tutti i loro amici in piscina.
《Ciao ragazzi!》li salutò Hiccup, e Heather andò verso di loro già bagnata.

《Siete in ritarfo di mezz'ora, ragazzi! Eravate impegnati?》disse con tono ammiccante, e Astrid arrossì.《ma no che dici!? Ero io che non trovavo il costume da bagno...》si scusò, sotto il ghigno dell'amica.

Entrambi occuparono una sdraio, e TestaBruta si avvicinò ai due con due lattine di birra.
《Eccovi finalmente. Ora possiamo brindare insieme》e porse l'alcolico ai due.

《In un sorso, mi raccomando!!》disse Moccicoso, per poi alzare la lattina.
《alla fine del liceo...》iniziò Tufo.
《ALLA FINE DEL LICEO !》ripeterono tutti in coro, per poi svuotare la lattina in un sorso.

Dopo ip brindisi, tutti si tuffarono in acqua e iniziarono a giocare, schizzarsi, a fare gare di tuffi, e la birra aiutava un po' tutti quanti a divertirsi sempre più.

Si fece sera, la piscina si accese con le luci notturne che le davano vari colori brillanti.
Dagur allungò un'ultima birra a tutti quanti, ma Hiccup fu l'unico a rifiutare.
《E dai Haddock!》lo rimbeccò, ma lui scosse la testa.
《Ho una principessa da dover portare sana e salva a casa》e indicò Astrid, che aveva appena finito di bere la quinta lattina della sera.

《Quella ragazza proprio dura, si ubriaca difficilmente, ma se continua cosìho paura chr vi ritroverete a dormire in macchina, e sai bene che intendo!》gli disse, per poi bere la sua lattina.

Hiccup scosse la testa divertito, e rimase seduto sulla sua sdraio a riposarsi un po'.
Heather accese lo stereo e mise un po' di musica.《ravviviamo la serata ragazzi!》e fece partire i balli di gruppo.

Le ragazze iniziarono a ballare e ad ondeggiare a ritmo di musica, e ad un gerto punto Moccicoso prese per i fianchi la sua TestaBruta e si tuffò in acqua con lei, coinvolgendola in un bacio che era tutto tranne che casto.

《Trovatevi una stanza!》gli urlò Heather, abbracciata al suo Gambedipesce.
Tufo e Dagur invece erano dietro alla casa a fare chissà che cosa, ma dopotutto erano tutti a conoscenza del loro diverso orientamento sessuale e nessuno era contrario.
(Tufo lo shippo con tanta gente, sorratemi)

Astrid era rimasta a bordo piscina, ridendo per non si sa quale motibo, anche forse per l'alcool.
《Dai ragazzi, gara di tuffi!》disse ad un certo punto, e si girò verso la piscina.
Hiccup si alzò per partecipare all'idea, ma quando la vide tuffarsi dal lato sbagliato della piscina, ovvero da quello sbagliato, si allarmò.

《ASTRID FERMA!!!》urlò mentre si lanciava in acqua per prenderla, ma il tuffo di testa della giovane andò a segno prima che Hiccup, Moccicoso o TestaBruta (che si erano avvicinati) potessero fermarlo.

L'acqua iniziò a prendere un colore rossiccio che si espandeva sempre più. Hiccup prese la bionda in braccio e le guardò il viso: la fronte era viola per il colpo, e sopra di essa si apriva uno squarcio di pelle e sangue molto profondo.

《Hiccup...》sussurrò, e lui le mise una mano sotto la testa
《Sì sono io... cosa c'è?》le disse.
《Sono stanca...》disse qusi in un soffio, chiudendo gli occhi.
《No...no NO ASTRID! DEVI RESTARE SVEGLIA!!》Urlò, temtando di tenerle le palpebre aperte con le dita.

Corse nella sua auto e la mise nei sedili posteriori insieme a TestaBruta, Moccicoso era invece avanti con lui. Nella seconda Auto c'erano Dagur e Testaditufo avanti, e seduti dietro Heather e Gambedipesce.

Una festa per celebrare un sogno era diventata l'inizio di un incubo.

Dopo 5 lunghi giorni in cui Astrid era rimasta connessa a dei macchinari, i dottori l'avevano vista addormentarsi, e comunicarono che per via di un'emorragia cerebrale, Astrid era in coma.

Da quel giorno Hiccup passò la sua estate all'ospdale con la sua migliore amica. Si rifiutava di andare in vacanza con i genitori, doveva esserle sempre vicino.
Stava seduto su una sedia accanto al letto di Astrid e le stringeva la mano, e stava lì dalla mattina presto alla sera tardi, la salutava con il buongiorno e le augurava la buonanotte, e le narrava ciò che gli era successo il giorno prima.

20 settembre 2017, ore 8:55

Quella mattina Hiccup arrivò più presto del solito. Le portò un bouquet di iris, sapendo che erano i suoi fiori preferiti, e li mise in un vaso sul comodino.
Le prese la mano e si sedette, iniziando a raccontare qualcosa di diverso.

《Ti ricordi quando, tanti anni fa, mi dicesti che gli iris erano i tuoi fiori preferiti?》le chiese, e aspettò un attimo prima di continuare, come se stesse immaginando la dolce voce di Astrid che le rispondeva.

《Era il tuo compleanno, facevi 9 anni, se non sbaglio. Ti avevo regalato una bambola che aveva un fiorellino in testa, un piccolo girasole, e tu avevi letteralmente buttato quel fiore nel cesso dicendo che li odiavi. Quanto ridemmo tutta la sera... e mi dissi che ami gli iris, perchè hanno il colore dei tuoi occhi》si fermò un attimo per asciugarsi una lacrima che si era formata sui suoi occhi.

《Io ti dissi che anche il più bello dei diamanti ha il colore dei tuoi occhi, e tu mi desti il primo bacio, ovviamente sulla guancia...》singhiozzò, e non poteva più contenere le lacrime.

《Cosa darei per rivedere quei tuoi occhi un'altra volta...》le sussurrò, per poi sporgersi su di lei. Le spostò appena i fili connessi alle sue narici per darle l'ossigeno, e posò le sue labbra su quelle socchiuse di lei.


Heather era venuta per far visita ad Astrid, e aveva portato con sè tutti gli amici.
Quando entrò nella stanza, vide Hiccup accanto ad Astrid, sulla sedia che le parlava.

《Che dolce...》disse Bruta, e lui si girò a guardarli.
《Oh viao raga-》non finì la frase che svenì sul colpo, spaventamdo tutti.
Gambedipesce si avvicinò e gli tastò il polso, e dedusse la situazione.《È svenuto》
《Ma com'è possibile?》chiese Moccicoso.《Era accanto ad Astrid e le parlava e poi...》
《Mettiamolo a letto》lo interruppe Dagur.

I ragazzi chiamarono i dottori, ed essi iniziarono ad esaminarlo.
《Non dà segni di vita!》disse uno di loro ad un certo pinto.
《Ma non può esser morto, è svenuto di colpo e...》Gambedipesce non riuscìa finire la frase dalla tristezza.
《Che Thor lo assista》fu l'unica cosa che TestadiTufo riuscì a dire.

Dopo qualche ora, Astrid fu la prima ad aprire gli occhi, sottobla felicità dei dottori che uscirono dalla stanza per annunciarlo ai genitori.

Hiccup emise uno strano verso e Heather gli strinse mano, e sorrise quando lo vide aprire gli occhi.

Appena saputo che Astrid stava bene, corse ad abbracciarla, e lei rispose con un bacio.

Heather, i gemelli, Moccicoso, Dagur, GambediPesce e i genitori dei due ragazzi entrarono di colpo nella stanza, e rimasero di sasso alla scena, non sapendo come nessuno dei due fosse arrivato a quel punto.

***

1 ottobre 2017

Astrid era appena stata dimessa dall'ospedale, la sua avventura era finita da qualche giorno, e a differenza di come lì il tempo passasse a rilento, sentiva che la vita reale fosse ad un ritmo molto accelerato, considerato che aveva vissuto 3 giorni all'Inferno in 4 mesi reali.

Si era ripromessa che, una volta uscita, sarebbe andata da Hiccup perchè la situazione tra loro ancora non era chiara per bene.
Si amavano... sì... ma poi?
Uscita di casa, prese l'autobus e mandò un messaggio al suo migliore amico, avvertendolo del suo arrivo.

Dall'altra parte della città, Hiccup era ancora tra le coperte arruffate a dormire, non si sa come si era trovato in orizzontale sul letto e aveva la faccia sul bordo del materasso.
Quando il cellulare vibrò e la notifica del messaggio fece il suo suono, bastò un minimo movimento e il ragazzo cadde faccia a terra.

Si alzò imprecando, notando solo ora come il non essere un demone gravasse sulla sua vita umana, e infatti aveva un senso del dolore più sensibile. Prese il cellulare e lesse il messaggio, sgranando gli occhi non appena vide il destinatario.
《Oh merda》mormorò tra sè e sè mentre le scriveva un "ok".

Quello sarebbe stato un bel problema...

¤

L'autobus fermò a due isolati da casa del giovane, e per Astrid non fu difficile arrivarci.
Salì le scale nel palazzo e bussò al campanello, aspettando un po'.
Iniziò a preoccuparsi quando dopo ben 5 minuti Hiccup non era venuto ad aprirle.

Sentì qualcosa cadere e frantumarsi, come un vaso o una tazza, il che la fece allarmare ancora di più.
Suonò il campanello per l'ennesima volta e appoggiò l'orecchio alla porta:《Hic stai bene?》chiese, ma nessuna fu la risposta.

L'atrio cadde in un silenzio quasi glaciale, da mettere i brividi. Il tempo sembrava essersi fermato, anche Astrid tratteneva il respiro dalla preoccupazione.
Ad un certo punto iniziò a dare dei pugni pesanti alla porta, minacciando di poterla buttare giù se Hiccup non avesse aperto.

Il ragazzo sembrò sentirla, e Astrid riuscì a sentire una chiave girare nella serratura, e vide la porta aprirsi lentamente.
La sua espressione allarmata si allargò in una di puro stupore e terrore, quando la giovane vide Hiccuo con il suo viso da demone, ovvero contornato da squame rosse, e gli occhi completamente verde smeraldo a differenza della sottile pupilla serpentina.

La mano tremante di Astrid andò a sfiorare il colletto della polo, e Hiccup sembrò non fermarla, facendole slacciare i bottoni. Sotto la scolatura, Astrid potè vedere il collo coperto di chiazze lisce e nere, che terminavano sul petto e coprivano interamente la schiena, proprio come lei ricordava.

Portò le mani oltre le spalle larghe, e potè sentire le scapole allungarsi in grandi sporgenze di pelle ed ossa, le ali sotto le quali aveva dormito per ben due notti.

I suoi occhi tornarono a fissarlo in viso, che fu prontamente toccato dalle mani di Astrid. Esse si posarono successivamente sulle guance rosee, e la voce di lei uscì come un sussurro.《Hiccup.. tu sei...》
《Lo so, entra》disse, mentre le squame si ritirarono e gli occhi tornarono normali, così come le orecchie.

La ragazza, ancora scioccata, si sedette sul morbido divano del salotto, e Hiccup le portò una tazza di tè. Lei bevve un sorso, per calmarsi, e questo le fece ricordare una cosa.
《Cos'era il rumore di prima?》

Hiccup indicò con lo sguardo un punto a terra, dove i cocci di qualche oggetto giacevano sul pavimento.
《Cos'era?》
《Un'urna che veniva dall'Inferno》disse con nonchalance, e bevve anche lui un sorso di tè, seduto davanti alla sua amica.

《Com'e caduta?》la sua voce iscì leggermente in una risatina, ipotizzando ai modi maldestri del suo amico.
《L'ho lanciata io a terra》rispose, freddo come al solito
《E perchè?》chiese lei sorpresa.

《Perchè era pericolosa, è grazie a quella che sono tornato un demone come prima》

Astrid fece cadere la tazzina a terra, e auesta si spaccò in tanti pezzi e varie schegge, sporcando il pavimento di un liquido giallastro.

《Faccio io》disse il bruno, e andò a prendere uno straccio.

Si accovacciò sotto la bionda (che ritirò d'istinto i piedi) e pulì tutto quanto, buttando via i cocci della tazzina e del vaso.
《Come sarebbe "sei tornato un demone"??》squittì lei, facendolo sospirare di frustrazione appena.
Il ragazzo poggiò i palmi sul tavolo, girandosi di profilo in confronto alla ragazza.

《Quell'urna conteneva una delle più potenti magie dell'Inferno, la stessa che mio padre ha usato per farmi tornare un umano fino alla mia morte. Eppure, io dovrei aver dimenticato tutto sull'Inferno una volta qui, e lo stesso vale per te, mentre entrambi ricordiamo cos'e successo》spiegò tenendo gli occhi chiusi, e stringendo il tavolo fino a far diventare le nocche bianche.

《Hic, non capisco...》sussurrò lei confusa, rimanendo sul divano.
《Aprendo quel vaso, la magia si è scagliata su di me, e da umano sono tornato un demone. È successo per sbaglio qualche giorno fa, dopo il tuo risveglio. L'ho gettata a terra dalla rabbia...》continuò frustrato, gettandosi sul divano accanto ad Astrid, affondando la testa nello schienale.

La ragazza gli poggiò una mano sul ginocchio, e lui la guardò un attimo negli occhi.
In quelle perle azzurrine, simili a dei pezzi di ghiaccio, Hiccup vedeva la voglia di capire che Astrid aveva in quel momento, tale da farla lacrimare appena. Portò un dito sui suoi zigomi e le asciugò i piccoli rivoli d'acqua salata.

《C'è qualcosa che non quadra, capisci?》chiese alla ragazza《noi non dovremmo ricordare cos'è successo all'Inferno... a meno che mio padre non ci abbia mentito... oh Thor》si portò un palmo al viso e lo strofinò sugli occhi, cercando di capirci qualcosa anche lui.

《E se fosse per via di questa?》la dolce voce di Astrid risuonò nel silenzio chr so era formato, e Hiccup la guardò per capire di cosa parlasse.
Tra le mani, Astrid teneva un ciondolo dorato che al centro portava un cristallo trasparente, tenuto da una catenina.

《Mia madre dice che quando mi ha adottata già l'avevo al collo...》sussurrò, mentre le dita di Hiccup presero tra loro quel piccolo ciondolo a forma di goccia. Iniziò a guardarlo e riguardarlo.《io non ci vedo nulla di stra- oh cavolo!!!》urlò, quando la collanina iniziò ad emanare una luce propria e azzurrina, tale da far coprire sia ad Hiccup sia ad Astrid gli occhi con una mano.

Il ciondolo iniziò a fluttuare, ed entrambi i giovani sentirono una fitta alla schiena, che li fece urlare dal dolore.
Hiccup si guardò, e vide che il suo corpo iniziava a coprirsi di una nebbiolina nera. Per lui era una cosa normale, perchè voleva dire che le sue ali stavano spuntando, e stava tornando nelle sue sembianze di demone.

Guardò Astrid, china su sè stessa, ma non riusciva bene a distinguere le sue forme perchè rra totalmente coperta da un fascio di luce bianca e luminosa, che gli fece portare un'ala avanti al viso.

Riusciva solo a vedere il viso contorto dal dolore, i denti digrignati, i capelli che volavano al vento, mentre dalla sua schiena spuntavano due grandi sporgenze bianche e piumose.
Quando la luce si dileguò, Hiccup alzò appena lo sguardo pee guardarla, e ne rimase incantato.

La sua pelle candida si era ancora più impallidita, se possibile, diventando quasi evanescente, invisibile, e sembrava emanare una fioca luce.
I normali vestiti della ragazza erano stati sostituiti da una vestaglia azzurro pastello, e i piedi erano invece nudi sul terreno.
Dalla schiena della ragazza s'innalzavano due grandi ali bianche e piumose, i capelli biondi le ricadevano sulle spalle.
Quando aprì gli occhi, Hiccup poteva vedere nella sua espressione tranquilla un colore più acceso e intenso, come se i suoi occhi fossero di un colore più ... azzurro.

Fu il cerchio dorato luminoso che restava sospeso sulla testa di Astrid a far capire ad Hiccup che tutti i suoi dubbi erano insensati.
《Astrid... ma tu...》
《Non chiedere, perchè anche io non ho idea di cosa mi sia successo》la sua voce risuonava come un fruscio di vento tra le foglie.

Astrid alzò le mani per guardarsele, e poi guardò tutto il suo corpo e si carezzò le ali, sorpresa, e con un sorriso ammaliante.
《Pazzesco... non mi è mai successo quando l'ho messa altre volte ...》
《È ovvio. Per innescarla, ci vuole la presenza di un angelo e un demone》spiegò il ragazzo, avvicinandosi alla bionda.

《Questo spiega perchèricordi cosa ci è successo... tu non sei completamente umana... come me》disse.
Astrid sorrise, e tornò a guardare il ragazzo negli occhi. Hiccup si chinò su di lei e intrecciò le loro dita, era pronto a baciarla ma Astrid si mosse appena, impedendogli l'azione, pur sempre rimanendo ad una tale vicinanza da poter sfiorare le sue labbra.

《Hiccup, io ero venuta per una cosa, in realtà...》disse quasi triste.
《Noi due... cosa siamo?》chiese.
Il ragazzo si inumidì le labbra, e poi le lasciò un breve stampo.《siamo due amici che si amano, e lui non vede l'ora di trovare il coraggio per chiedere a lei di essere la sua ragazza》ammise, per poi fionsmdarsi passionalmente sulle labbra dell'angelo.

Astrid rimase interdetta, tale che non ricambiò il bacio neanche per un attimo, e rimase immobile sul posto.
Hiccup si preoccupò e si staccò a guardarla, e lei rimase con la sua espressione scioccata.
Piano piano però, sul suo viso si fece strada un largo sorriso.《quindi tu vorresti che io sia la tua ragazza?》
《Beh, tecnicamente-》
《È un sì》e questa volta fu il turno di Astrid a cogliere di sorpresa Hiccup in un bacio passionale, ma dopo un attino le bravcia di Hiccup erano già attorno ai fiancgi di lei, e le mani di Astrid vagavano tra i capelli bruni.

《Astrid...?》sussurrò lui sull sue labbra.
《Sì?》
《Vieni a vivere con me, nel regno dell'oltre, per sempre》

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Capitolo 37
*** ONE SHOT N.35 ***


 

Il pastello percorse il cartellone bianco più e più volte in gran velocità, coprendo in fretta ogni piccolo spazio. Hiccup guardò soddisfatto il suo lavoro, facendo scorrere lo sguardo sul lungo striscione che stava colorando per il concerto degli One Republic.
Gli occhi verde foresta slittarono dalle scritte colorate allo sfondo coperto di adesivi e glitter, per poi soffermarsi su un corpo che era chino come il suo sul cartellone colorato.
Astrid Hofferson era sua compagna di classe dall'asilo, e dopo ben 16 anni di amicizia, i due diciottenni erano praticamente una coppia inseparabile. La ragazza aveva accettato di aiutare a fare il cartellone a patto che quell'imbranato del disegno quale Hiccup era l'avesse portata al concerto. Come quel ragazzo soleva dire, "un paio di battiti di palpebre e un labbruccio quella ragazza poteva ottenere tutto", e infatti non era stato complicato convincerlo a quel patto.

E la sua cotta per quella ragazza... non aiutava per niente.
Non sto qui a raccontarvi i dettagli perchè li sanno tutti ormai, degli amici che piano piano si innamorano mentre crescono, eccetera eccetera.
Vi dico solo una cosa, che magari può essere diversa da tutte le altre storie che avrete sentito in giro: loro due non erano i classici ragazzi con la vita facile.
La loro vita era stata condizionata dalla morte SEI genitori di entrambi, ed è per questo che entrambi si sono conosciuti... in orfanotrofio.
Erano diventati non solo un sostegno molto importante l'uno per l'altra, ma ne erano anche la famiglia.

Hiccup osservò i lineamenti di quella ragazza, ammirandone ogni aspetto.
Dalla bimba piccola e dal viso tondo che era, sembrava che un miracolo si fosse abbattuto su di lei.
Il viso tondo e paffuto era rimasto tale, ma il mento si era leggermente appuntito, dandole una forma più affusolata.
Gli occhi, ora definiti appena dall'eye-liner, erano sempre dello stesso azzurro ghiaccio, freddi e impassibili ma allo stesso tempo dolci, profondi, capaci di farti sciogliere all'istante.
Il naso piccolo e appena arricciato sovrastava le sue labbra rosse e sottili, che in questo momento erano catturate nei suoi denti per via della sua concentrazione.

Hiccup adorava la smorfia che Astrid aveva sul viso ogni volta si applicasse in qualcosa: aveva uno dei due occhi chiusi, il naso arricciato e il labbro inferiore che spariva tra i denti, e il ragazzo trovava il tutto dannatamalente carino.
Ma tutto di lei, del resto, era perfetto.
Apparte forse il carattere, ma si sa che quella è una cosa a parte.
Il top bianco ora sporco di colori e brillantini lasciava scoperti i fianchi e il ventre piatto, mentre i pantaloncini in jeans mettevano in vista le gambe lattee e affusolate.
Uno spettacolo per i suoi occhi, praticamente, dato che la sua mente da adolescente con gli ormoni a palla gli dava tutto tranne che pensieri innocenti su quella ragazza.
Ad un certo punto, gli occhi color ghiaccio si posarono sui suoi verde foresta, in un'espressione che aveva un misto di delusione e divertimento, il che lo lasciò confuso.

《Ma mi hai sentita?》chiese la ragazza, e le gote di Hiccup andarono a fuoco pensando al fatto che a quanto pare lei gli stava parlando e lui la stava beatamente ignorando, passando il tempo a guardare le sue forme.
《Ti ho chiesto se puoi passarmi il verde》ripetè lei scocciata, ma non riuscì a trattenere una risatina quando il bruno guardò la matita ancora stretta tra le sue dita, mentre la passava alla giovane avanti a lei.
《Ecco a lei milady, la matita da voi richiesta》disse un po' in tono da maggiordomo, cercando di camuffare il leggero imbarazzo.
《Quale onore, il color "occhi di Hiccup"》disse lei, ridendo.

《Oh milady, e ora mi farebbe l'onore di passarmi l'azzurro "occhi di Astrid"?》la scimmiottò lui, beccandosi la matita che quasi gli arrivava in faccia.
《Ecco a lei copione》rispose a tono la ragazza, chinandosi sul cartellone. Quando stava per iniziare a colorare però, alzò di nuovo lo sguardo divertita, per poter continuare quel gioco bizzarro.
《mh.. allora tu mi passeresti i glitter "naso di Hiccup"?》disse ridendo, guardando il viso coperto dai brillantini, in particolare per la punta del naso.
Hiccup la guardò confuso《cosa intendi?》
Astrid lo fece avvicinare e vide come lui gattonava teneramente sul cartellone, fino ad inginocchiarsi avanti a lei. Astrid colpì appena il suo naso, facendo cadere i glitter.
《Bene, sei la versione etero e meno figa di Magnus Bane adesso》lo insultò ironicamente, per poi scoppiare in una risata, sedendosi meglio sul suo posto.

Hiccup amava anche quello di lei.
Il suo nascondersi e provare a fare la fredda e superiore erano inutili, perchè usciva sempre quel lato dolce e gentile di lei, quello che la fa scoppiare dal ridere per ogni minima cosa e che contagia il sorriso a tutti i presenti, Hiccup compreso in quel momento che ora sfoggiava la classica espressione sornione da ebete innamorato.
Quando Astrid si calmò, lo guardò ancora con i suoi occhi sorridenti, senza accorgersi della vicinandlza che si era creata tra i due.
《Astrid, posso chiederti un ultimo colore?》chiese in tono serio e quasi sussurrando, talmente che Astrid credette fosse un gioco.
Alzò gli occhi al cielo ed evitò il suo sguardo.《e cosa ti serve?》chiese.
Il rosso delle tue labbra

Astrid sussultò appena, e le ciglia folte percorsero la palpebra in basso ad una velocità indecifrabile, per poi aprirsi e mostrare due occhi azzurri che guardavano quel ragazzo perplessi.
Se prima vi ho descritto gli occhi di Astrid dal punto di Hiccup, ora è meglio fare un bel viaggetto nella mente di lei. La sua cotta per Hiccup è stata presente leggermente più tardi rispetto a lui, ed era anche meno forte, eppure era capace di farsi stregare da quel ragazzo come i serpenti con i signori indiani che suonano il flauto.

Apparte il viso allungato e pieno di lentiggini che lo rendevano adorabile, e la folta chioma di capelli color cioccolato, la cosa più preziosa di quel ragazzo erano i suoi occhi.
I suoi occhi verde smeraldo, scuri ma al contempo brillanti, che sembravano avere sfumature oro al sole e i lineamenti neri nei suoi momenti di collera.
Il fisico non era nè bene nè male, ma Astrid aveva avuto l'onore di vederlo alla festa in spiaggia di fine anno in quell'anno di liceo, e dire che non le era piaciuto sarebbe come dire che la Terra non e tonda.
Un fisico asciutto, i pettorali abbastanza gonfi e un leggero accenno di addominali, le spalle larghe e braccia muscolose al punto giusto.
Ora si spiegava perchè abbracciarlo fosse così comodo.

Ma tornando al presente, Astrid ora era rimasta incantata come al solito da quelle perle color foresta, che ora avevano varie sfumature quasi indescrivibili.
Vedeva delle pagliuzze oro che sembravano far capire la loro amicizia, il loro volersi bene.
Eppure sembravano più scuri del solito, li rendevano più profondi, più misteriosi.
E Astrid non ebbe il tempo di riflettere, che un ultimo particolare a lei sfuggito ira si faceva vedere ben chiaro.

Le sue labbra.
Le sue labbra rosee e carnose che vedeva sempre curvate nel suo solito sorriso beffardo, ora le vedeva socchiuse avanti alle sue, ad una minima distanza.
Senza che se ne fosse accorta, assorta dai suoi pensieri, Hiccup si era avvicinato e teneva la testa piegata, e Astrid (sebbene sapesse cosa volesse dire) era incerta delle sue azioni.
Una mano di lui si poggiò sul suo fianco nel momento in cui le sue labbra accarezzarono quelle di lei in un bacio veloce, fugace, ma al contempo prezioso come un diamante per entrambi, dato che lo aspettavano da tempo.

Entrambi aprirono gli occhi, e mentre potevano sentire i loro respiri fondersi, e i nasi già intrecciati l'uno con l'altro, bastò un'occhiata per capire quale fosse la cosa giusta.
Entrambi schiusero le labbra allo stesso momento, e le loro lingue si scontrarono con una tale forza che sembrava si appartenessero da tempo, ma nessuno dei due le aveva mai lasciat incontrare.
Astrid, che era seduta sui talloni, si ritrovò tra le gambe inginocchiate alte di lui, che intanto si era chinato per baciarla meglio.

Le mani di Astrid viaggiarono sulla linea della mascella scolpita, acarezzando la guancia e la nuca, per poi intrecciarsi nei capelli bruni, e piano piano si ritrovò seduta sulle ginocchia di Hiccup mentre lui la sovrastava e l'abbracciava per baciarla meglio.
Le accarezzò la schiena e i fianchi, mentre Astrid stringeva la nuca con una mano e sembrava spingerlo verso il suo volto.
Hiccup fece avvicinare i loro bacini, finchè i loro corpi non si ritrovarono completamente combaciati.
Astrid incrociò le gambe dietro la sua schiena, e quando capì che il fiato ormai scarseggiava, si staccò appena e lo guardò negli occhi, come a cercare una spiegazione a quell'azione inaspettata.

In tutta risposta, Hiccup sorrise come al solito, il che fece arrossire la ragazza seduta su di lui.
《Non dirmi che non lo volevi》fu tutto ciò che il ragazzo disse, per poi lasciargli un ultimo bacio sulla fronte. La fece scendere e riprese i colori, continuando a disegnare come se nulla fosse.
E questa volta fu il turno di Astrid a passare il pomeriggio a lanciargli occhiate fugaci per leggere spiegazioni nei suoi occhi, o magari passava lunghi secondi a fissarlo e ad ammurarlo come lui aveva fatto con lei per tutto il giorno.
O magari, per tutti quegli anni.

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Capitolo 38
*** ONE SHOT N. 36 ***


Se non avessi pubblicato un'altra Song-fic, allora avreste dovuto iniziare a preoccuparvi, la musica è praticamente la mia vita XD

Ed eccozi qui, spero siate pronti... e spero che vi piaccia la canzone scelta.

Comunque, avverto per l'OOC, perchè Astrid deve essere simile a Demi, ovvero a chi canta la canzone, e quindi un po' come la troia di turno che se la fa con tutti.

Ehm... poor Astrid... ceeerto... :D

Zauh!!

*controlla che non ci sia nessuno*

YOU MAKE ME GLOOOOOOO- ehm... ANDATE A LEGGERE!!!


 

Astrid se ne stava tranquilla e comoda sulla sedia del bar a sorseggiare del caffè, ridendo qualche volta all'ennesimo racconto di TestaBruta.
《e quindi gli ho rifilato un ceffone, ma era come minimo la cosa più ovvia da fare, mi capisci?》 le chiese la ragazza dagli occhi color cielo, e Astrid scosse la testa energicamente.
《per me sei stata troppo dura, forse avresti dovuto parlargli al posto di picchiarlo...》
《Ha parlato miss dolcezza...》 l'apostrofò l'amica, beccandosi un'occhiataccia.

《E comunque, la prossima volta che trovo Tufo nel mio letto con una ragazza, lo scanno vivo.》
《Dai! Non è colpa sua se dormi su un letto a due piazze, come faceva a scoparsela su un letto singolo?》 osservò tranquilla Astrid, e la TestaBruta la fissò incredula
《gli stai dando ragione!?!》 chiese, e la sua amica posò la tazzina sul piatto del bar 
《sto solo dicendo che il suo gesto è stato abbastanza naturale, non gli sto dando ragione...》 rispose, e prese il suo cellulare per guardare qualche notifica di instagram.

《e con Dagur? Come va?》chiese ad un certo punto la ragazza dagli occhi color cielo, e Astrid sbuffò appena.
《l'hai mollato, vero?》
《non siamo mai stati insieme, Bruta》le disse senza guardarla.
《ma scopavate pesanti..》continuò in tono allusivo, facendo esplodere la bionda.
《è un altro discorso!》rispose la ragazza seccata, guardandola fredda con i suoi occhi color ghiaccio.
《certo che sei tremenda... manipoli i ragazzi come fossero le bambole di Ken!》
《ma chi? Quelle di Barbie?》 la sua amica annuì.

Ad un certo punto, sul viso di TestaBruta comparve un ghigno, talmente strano che fece inarcare un sopracciglio alla sua compagna 《e adesso a che pensi?》
《che dopotutto... un ragazzo del college ancora non l'hai convinto a venire sotto le lenzuola...》 la punzechiò, e Astrid arrossì di colpo.
《guarda che lo sto solo provocando, piano piano lo convincerò》
《cerca prima di convincere te stessa che quella balla sia vera!》la rimproverò TestaBruta 《Insomma, si vede ad un miglio che sei cotta di..》
《SHHH!!!》 Astrid la interruppe, come spaventata. 《E se entrasse? E se ti sentisse?》
《nah, è impossibile che venga qui...》

In quel momento, come se l'avesse chiamato, al bar fece il suo ingresso un ragazzo, e inutile dire quanto fosse bello se vi dico che tutti le presenti si girarono a guardarlo. I capelli castani erano un po' più lunghi del normale, e arrivavano appena sulle spalle. Il corpo asciutto e leggermente muscoloso era in perfetta sintonia con le spalle appena larghe e la sua grande altezza, il tutto abbellito da due occhi color smeraldo, brillanti come un sorriso ma profondi come quelli di un saggio, un pensatore.
Astrid vide l'espressione della sua amica e si girò verso la porta, rimanendo di sasso.
Hiccup Haddock, il ragazzo più bello e popolare del college, nonché sua cotta da un mese ormai, era lì dentro e aveva posato gli occhi proprio su di lei.

Il suo cuore perse un battito quando i suoi occhi incrociarono quelli del ragazzo, e si persero poi sulle sue labbra ora inarcate in un dolce sorriso. Dio, cosa non avrebbe fatto pur di toccarle...
《Hey ragazze!》le salutò, e andò verso di loro.《posso?》chiese poi, indicando il posto, e vedendo che Astrid si era imbambolata, TestaBruta annuì al posto suo.
Hiccup si sedette accanto ad Astrid, e guardò le due giovani:《che facevate di bello?》
《Che impiccione che sei》disse Astrid in tono provocante, come se si fosse ripresa in pochissimo tempo.
《Parlavamo di mio fratello, tutto qui》lo liquidò Bruta, guardando come gli occhi verdi di Hiccup vagassero tra quelli color ghiaccio di Astrid.

《Beh, io vado. Devo controllare che non faccia altri cadini》disse, inventando una scusa sul momento.
Astrid guardò la sua amica con uno sguardo che diceva tutto, come se la stesse implorando a non andare, ma Bruta si limitò ad afferrare la giacca a vento, e lasciò i due ragazzi sulle sedie del bar.
Astrid guardò il ragazzo avanti a lei molto stupita, senza sapere cosa fare. Guardò il suo cellulare e lo prese in mano, cercando di non sembrare imbarazzata, e gli disse un semplice 《allora...》per invogliarlo a parlare.
《Sai, ti cercavo. Dovevo dirti una cosa...》iniziò il ragazzo, catturando l'attenzione della bionda.
《...sarebbe?》
Il ragazzo sospirò《ho fatto una scommessa con i miei amici e ho perso, e devo pagare pegno...》
《E...?》
《E quindi, devo chiederti un appuntamento》

Astrid si fermò un attimo, cercando di assimilare quell'informazione.
Hiccup Haddock le stava chiedendo un appuntamento.
Attualmente, il suo cuore era in fase esplosiva, tale che la ragazza era rimasta imbambolata per l'ennesima volta.
《un appuntamento?》chiese, cercando di non sembrare agitata.
《Credo che Moccicoso mi odi... ehm, beh. Se non vuoi per me non è un problema, posso-》
《No aspetta...》lo fermò, e poi assunse un tono provocante《ormai devi pagare il tuo pegno, Haddock》
Il ragazzo ghignò《alle 8 fatti trovare davanti al college》
《Perfetto》
Il ragazzo ringraziò la giovane Hofferson con un bacio sulla testa, che la fece arrossire, e poi uscì dal bar.
La ragazza rimase sul suo posto per un attimo, poi prese il cellulare in fretta e furia e mandò un messaggio a Heather e Testabruta, le sue migliori amiche.

"Ho un appuntamento con Hiccup per via di una  scommessa, ho bisogno di voi in camera mia tra un'ora."

La ragazza uscì dal bar e si ritrovò nel corridoio del college. Andò sulle scale verso la sua stanza, e si chiuse in bagno per fare una doccia.
Quando l'acqua inondò il suo corpo nudo, Astrid si sentì così rilassata e libera, come se il mondo attorno a lei fosse sparito.
La sua mente però tornò a pensare al ragazzo dagli occhi color smeraldo.
Nessuno l'aveva mai fatta sentire così... piccola.
Astrid Hofferson era una ragazza forte e tenace, comandava su tutto e tutti, praticamente (ecco perchè spesso era chiamata "reginetta"). Eppure, quando si trattava di Hiccup Haddock, quella ragazza cambiava. I suoi occhi sembravano imbarazzarla, metterla a disagio, e la sua cotta non aiutava per niente. Si ritrovava a balbettare, sentirsi in estasi, pronta a svenire da un momento all'altro.

Quando uscì dalla doccia, le due ragazze erano già nella stanza, pronte a sapere di più slla notizia.
《Hiccup ha fatto una scommessa con Moccicoso, non so di che tipo però. Ha perso e come penite za deve invitarmi ad uscire》
《Woooh, vedi di chiudere a chiave la stanza stanotte!》le disse TestaBruta, beccandosi una gomitata.
《In ogni caso, noi che ci facciamo qui?》chiese seccata Heather.
《Perchè, abbiamo interrotto qualcosa?》le chiese a sua volta la bionda dagli occhi color ghiaccio, ammiccante.
《Ero con Tufo, ok?》sbottò.
《Ah allora sei tu quella con cui esce adesso?!》le disse Bruta, e Astrid si colpì in fronte con il palmo della mano.

《Mi servite per decidere cosa mettere-》
《Frena, e da quando a te importa del tuo aspetto?》chiese Heather confusa.
《Da quando devo uscire con hiccup!》disse, e prese dei vestiti a caso per non stare in accappatoio.
Uscì dal bagno con un semplice top e pantaloncino, giusto per stare vestita.
《Allora, ho dato un occhio al tuo armadio e.. cara! Sei un caso disperato!》disse TestaBruta con un accento da stilista francese. Heather rientrò nella stanza con dei vestiti tra le mani, e Astrid la guardò stupita.
《Devo provarli tutti?》
《Ovvio!》le disse l'amica, e la spinse in bagno con tutti i vestiti.
Le aveva portato ovviamente solo abiti con pantaloni, o gonne con le calze scure, perchè comunque il ragazzo aveva una motocicletta.

Il primo vestito era un vestitino a palloncino color panna, con la gonna molto corta e dei leggins neri abbinati ad un nastro dello stesso colore che si stringeva in vita. La scollatura era a cuore e le maniche erano in pizzo trasparente.
《Sei stupenda!》
《Non mi convince, Heath...》disse la ragazza, guardandosi allo specchio.
TestaBruta guardò il mucchio di abiti e ne prese uno a caso《prova questo!》disse, e Astrid tornò in bagno.
Ora indossava una maglia verde e lunga quasi fino alle ginocchia, con un blu jeans.
《Non è esattamente quello che volevo, pee una volta vorrei essere... femminile》disse, e guardò i vestiti un'ultima volta.
Tornò in bagno, e quando uscì, Heather e TestaBruta avevano bisogno del Genio di Aladdin che gli chiudesse le bocche.

Astrid aveva messo una tuta intera, la parte superiore che terminava sotto le costole era larga e di colore rosso, segnata da un cinturino in brillanti. I pantaloni scendevano larghi e cadevano a zampa d'elefante, ed erano dello stesso colore della maglia.
Le maniche erano solo delle spalline larghe molto accollate, ma ogni bordo era abbellito da una striscia di brillantini.
Sul retro, il vestito lasciava nuda la schiena con una scollatura a forma di ovale, che andava dal laccio sulla nuca fino al bacino.
《Questo sì che è bello...》mormorò Bruta
《Ma quel vestito non è mio!》disse Heather.
《Lo so, è mio.》disse Astrid, lasciandole a bocca aperta.《Me l'ha regalato mia madre, ma non credevo l'avrei mai messo. Mi è venuto in mente ora...》
《Io ho l scarpe perfette, vado a prenderle. Heather, inizia a truccarla》disse la ragazza dagli occhi acquamarina, per poi uscire.

Astrid si sedette e Heather iniziò a metterle solo un po' di matita, mascara e un illuminante trasparente che dava l'effetto di avere i brillantini sugli occhi.
Sulle labbra, ovviamente, mise un rossetto rosso fuoco.
TestaBruta rientrò con dei sandali argentati che ad Astrid calzavano a pennello. Poi spinse via Heather e prese la spazzola.
《Ora chiudi gli occhi, devo farti una cosa...》disse alla ragazza, che obbedì.
TestaBruta iniziò a spazzolare i capelli ormai asciutti, poi li divise in due parti. Iniziò ad intrecciare le ciocche bionde, e quando ebbe finito, Astrid rimase affascinata. Due trecce perfette e ben fatte che partivano dalla fronte e che si intrecciavano su tutta la testa fino a scendere a due punte laterali, che ricadevano sulle spalle.

《Sono bellissime!!》disse alla sua migliore amica.
《Sisì, i compliemnti a dopo, sono quasi le otto. Muoviti a scendere!!》le interruppe Heather.
Lanciarono ad Astrid la borsetta argento con tutto ciò che le serviva e chiusero la porta, sospirando di sollievo all'unisono.
Astrid uscì dal college e trovò Hiccup ad aspettarla, seduto sulla sua moto.
Quando la vide, sul suo viso si fece strada un sorriso imbambolato, mentre i suoi occhi guardavano da capo a piede la ragazza.
《Ti ho fatto aspettare molto?》 Chiese, ma il bruno scosse la testa. Astrid salì dietro di lui e mise le mani sulle sue spalle, e Hiccup partì per chissà dove.

La serata proseguì piuttosto silenziosa.
Hiccup e Astrid erano in un ristorante e avevano ordinato. Entrambi parlarono del più e del meno, soprattutto per coprire l'imbarazzo che si era creato.
Appena usciti dal locale, Hiccup e Astrid rimontarono sulla moto, e il ragazzo guidò fino al parco della città, uno spazio ampio e verde caratterizzato da una vegetazione varia, che di sera veniva abbellito da delle luci colorate che andavano da un albero all'altro.
I due si sedettero su una panchina, molto distanti l'uno dall'altra, e in un silenzio imbarazzante.
Hiccup gonfiò le guance e sospirò, prima di prendere parola.
《Ehm... allora... piaciuta la serata?》
《Non male, davvero》rispose lei, cercando di rimanere sul vago e lasciando la sua solita impronta di orgoglio.

《Posso chiederti una cosa?》chiese poi la ragazza, voltando appena il capo. Quando Hiccup annuì, Astrid si sistemò meglio sulla panchina per non dargli le spalle.
《Che tipo di scommessa avete fatto, tu e Moccicoso?》
Hiccup spalancò gli occhi e si sentì colpito dentro, ma Astrid non sembrò notarlo. Eppure, aveva ben capito che ci fosse qualcosa che non andava.
《Va tutto bene?》
《Mh? Sisì, tutto ok》rispose il bruno.
《Una scommessa stupida... su chi arrivava prima in classe, e io sono stato trattenuto. Una cosa banale, praticamente》raccontò, ma Astrid sentiva nella sua voce qualcosa di strano, come se le stesse mentendo.
Ridacchiava, aveva iniziato a sudare, parlava come se tutto fosse ovvio, come se la stesse prendendo in giro.

Corrugò la fronte e lo guardò negli occhi:《sei sicuro?》
《Certo! Perchè dovrei mentirti?》
《Dimmelo tu. Hiccup si vede ad un miglio...》osservò lei, e il ragazzo sospirò.
Astrid voltò il capo e gli diede le spalle, capito che Hiccup le aveva mentito ed erano normalmente usciti insieme. Non le dispiaceva, ma non le piaceva affatto essere manipolata così come una burattina.
Ad un certo punto, qualcosa le solleticò il collo, e prima che potesse girarsi, sentì dell'umido sulla pelle. Chinò la testa, cullata da quel tocco, dando spazio anche alla gola, ma il ragazzo si fermò su quel punto, continuando a baciarla.
《Volevo solo uscire con te, mi dispiace》disse sulla sua pelle.

Astrid avrebbe voluto schiaffeggiarlo, urlargli contro e dargli dello stupido, litigare fino a non vederlo mai più, eppure sotto i suoi gesti si sentiva così impotente, così inutile. In lei c'era qualcosa che stava impazzendo, un'emozione troppo forte che non riusciva a controllare.
La testa finì all'indietro sulla spalla di Hiccup, e quando il ragazzo incontrò gli occhi di lei, si fiondò sulle sue labbra passionalmente.

La lingua di Hiccup andò subito a cercare quella dela ragazza non appena la sentì ricambiare, e quando Astrid schiuse le labbra, entrambi iniziarono quella danza romantica e passionale.
Astrid strinse tra le dita i capelli bruni di Hiccup, tirandoli appena, mentre lui le accarezzava i fianchi e pa accompagnava sempre più sulle sue ginocchia.
Ad un certo punto la fece girare per poterla guardare negli occhi, e tornò a baciarla un'altra volta, mentre le accarezzava la schiena scoperta.
Astrid si staccò solo quando capì di aver terminato il fiato, e rimase ferma per sentire il caldo respiro di Hiccup fondersi al suo.
Il ragazzo alzò lo sguardo e vide Astrid che respirava con l'affanno, e con gli occhi socchiusi.

《Tutto bene?》le chiese con un dolce sorriso, che fu subito ricambiato dalla ragazza.
《Sì. Credo che però mi stia venendo un attacco di cuore》

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Capitolo 39
*** ONE SHOT N. 37 ***


Ad Hiccup non era mai piaciuta la festa di Halloween, la riteneva banale, totalmente inutile, e a volte anche stupida, così come tutte le persone che si travestivano per andare a rubare dolcetti alla gente, e in caso contrario, gli riempivano la casa di carta igienica.

I suoi migliori amici, due gemelli di nome TestaBruta e TestadiTufo, avevano invitato sia lui, sia una quarta amica del gruppo di nome Astrid, in un nuovo locale che aveva aperto da poco.

Nè Hiccup nè Astrid sapevano di cosa potesse trattarsi, e per questo erano rimasti in ansia per una settimana intera, finchè il fatidico 31 Ottobre non arrivò con tutta calma, e i due erano a casa di lui per scegliere cosa indossare (dato che i due gemelli avevano letteralmente vietato ogni forma di vestito normale)

《E dai, Hic, sei una palla!》le disse la ragazza, lanciandogli un cuscino addosso.
Il ragazzo lo bloccò con le mani e lo lanciò a terra, metre continuava a guardarsi inorridito di fronte allo specchio.《Il giorno in cui io uscirò così di casa noi saremo sposati con cinque figli...》
《Ti piacerebbe, Haddock, ammettilo...》le disse l'amica, per poi iniziare a ridere come una matta per il suo costume.

"E come se mi piacerebbe..." pensò il ragazzo senza darlo a vedere, nonostante la cotta per quella bionda diciottenne dagli occhi color ghiaccio fosse più che evidente.

《Parlando sul serio, non stai così male. Ti manca solo il naso rosso e il cerone bianco in faccia per fare IT il pagliaccio HAHAHAHAHAHAH》Continuò a prenderlo in giro lei, beccandosi il cuscino in pieno viso.
《Non sei divertente!!!》disse lui, furioso, ma senza guardarla, dato che non riusciva a togliere gli occhi dalla sua immagine riflessa.

Indossava una parrucca riccia di forma afro-americana di colore rosso, con due corna nere che spuntavano da un cerchietto. Aveva una dentiera finta con dei canini affilati e un vestito unico di colore nero,
e il tutto doveva essere un costume da demone.

Ma no, sembrava davvero la parodia di IT il pagliaccio.

Astrid guardò nella busta di abiti che aveva portato, dato che lei era sempre attrezzata per quel genere di feste che amava tanto, e tirò fuori vari vestiti dai colori rosso scarlatto e nero.
《E ora cosa vuoi fare?》chiese il ragazzo, vedendola uscire.
《Vado in bagno a cambiarmi, che siamo quasi in ritardo; e tu, testone, cerca di trovare qualcosa che ti piaccia!》disse, e chiuse la porta.

Il ragazzo si lasciò andare sul letto e si stese supino: chi si credeva di essere quella lì per dargli ordini? 
E se lui non fosse voluto venire? E se in quel momento le avesse detto di no?
Questo era il problema: se lo avesse fatto.
Ma la forza di discutere con lei era pari a zero, perchè o cedeva lui, o aveva davvero ragione su qualcosa, e non era solo una discussione di sì e no.

Hiccup sospirò: non riusciva proprio a contraddirla e basta, senza ma e senza come.

Allungò una mano alla busta e la tirò verso di sè, e rovistò tra i panni colorati per cercare qualcosa da mettere che fosse sia adatto sia decente, ma nessuno sembrava soddisfare le sue richieste.
Optò alla fine per un costume da Fantasma dell'Opera, che consisteva in un semplice completo elegante nero con la camicia bianca, un mantello nero e la maschera a metà faccia di colore bianco.

Si vestì in pochissimo tempo, perchè sapeva che Astrid sarebbe entrata da un momento all'altro, e infatti così fu.
Sentì la porta aprirsi, mentre lui era di schiena ad aggiustarsi la maschera, e quando si girò, entrambi rimasero col fiato sospeso.

La ragazza aveva raccolto i capelli biondi in uno chignon arrangiato da cui cadevano alcune ciocche ribelli ai lati del viso, che era stato impallidito con cipria e fondotinta (ma non di troppo, dato che la ragazza non me aveva bisogno). Gli occhi erano delineati dall'eyeliner e le labbra erano tinte di rosso fuoco, con l'aggiunta di una dentiera finta per farle avere i canini da vampiro. Il suo costume consisteva in una tuta intera di colore bordeaux, con un velo di tuller nero su di essa. Era senza maniche e con la scollatura a cuore, che lasciava ben intravedere le spalle e la pelle candida, e che terminava con dei pantaloncini molto corti, che terminavano proprio sulle cosce. Il tutto era coperto da un mantello nero, e portava dei tacchi a spillo dello stesso colore.

Astrid incrociò gli occhi verde foresta del giovane che la fissavano, e quindi ridacchiò.
《Ti sei imbambolato, Haddock?》
《Finiscila》si riprese subito lui, usando lo stesso tono《e ringrazia che ti faccia uscire così, e che non ti faccia cambiare》
《Chi sei, mio padre?》chiese divertita, e lui rise amaramente.
《No, ma sono pur sempre il tuo migliore amico》

Astrid portò il palmo aperto sulla guancia scoperta, e accarezzò le labbra di lui con il pollice《questo costume si che ti sta bene...》sussurrò, senza smettere di guardarlo negli occhi.
Ad un certo punto, un telefono squillò, e si rivelò essere quello di Hiccup poggiato sul comò.
Il ragazzo lesse il messaggio, e poi annunciò:《sono Bruta e Tufo, ci aspettano qui sotto》

*

Dopo aver salutato Valka e Stoick, i genitori di Hiccup, i due ragazzi entrarono nella macchina dei gemelli, diretti per chissà dove.
《Non avete proprio intenzione di parlare, eh?》chiese Hiccup alla gemella, che aveva un bellissimo costume viola da strega.
《No, dovrete aspettare》rispose il fratello al suo posto, dato che la sorella stava guidando.

《Comunque, Tufo, il tuo costume è pazzesco!》si complimentò Astrid, guardando i bendaggi che avvolgevano il suo corpo e il trucco che lo rendevano una mummia molto realistica.
《Ehi, e il mio?》
《A te si sott'intendeva, Bruta》rispose ammiccante la bionda, facendo ridere tutti e quattro i ragazzi.

Dopo qualche minuto di chiacchiere, l'auto di colore blu scuro si fermò nel parcheggio di un palazzo molto alto e di colore verde chiaro, all'apparenza normale e tranquillo. Entrarono e arrivarono al primo piano, poi suonarono al campanello.
Astrid lesse il biglietto: "Escape Room, ma che vuol dire?" Pensò.
Neanche il tempo di darsi una risposta che anche Hiccup l'aveva affiancata, notando la stessa cosa, ma in quel momento la porta si aprì, rivelando un uomo pelato e bassino, che gli faceva strada nell'appartamento.

L'ingresso era molto piccolo, con le mura dipinte di rosso e i mobili neri, in un abbinamento molto carino. Non c'era molto su di essi, soltanto qualche teschio e varie ragnatele finte, come se la casa fosse stata addobbata per Halloween.
Eppure, le parole che si scambiavano i gemelli e l'uomo non erano per nulla rassicuranti.

"Che ci facciamo qui? Chi è quel tipo?" Pensavano i due amici.
Ad un certo punto la risposta piovve loro dal cielo, un enorme cartello con su scritto:

Regole dell'Escape Room
1) Risolvi gli enigma e trova la combinazione per sbloccare la porta
2) se non esci entro il tempo stabilito, ovvero 60 minuti, l'admin verrà ad ucciderti!
3) non usare cellulare, calcolatrici, penne o fogli di carta
4) Divertiti, ma soprattutto, SOPRAVVIVI!

《Ma.. che... cazzo...?》
Astrid sbandò, presa alla sprovvista, quando si ritrovò la testa di Hiccup sulla spalla mentre leggeva anche lui le regole.
《Scusa...》le sussurrò, ma lei le mimò un "non fa niente".
I due si avvicinarono ai gemelli:《cos'è questa storia?》chiesero in coro.

《Ah, avete già letto le regole...》sbuffò TestadiTufo, come a dirgli che erano sempre i soliti frettolosi.
《Beh, allora credo che possiamo già iniziare il gioco!》disse entusiasta sua sorella, ma la ragazza dagli occhi color ghiaccio la fermò.
《Frena Bruta. Io non ci ho capito un tubo di questo "gioco"》disse.

L'uomo bassino si fece avanti, e puntò una mano sul suo petto.《piacere, io sono Mark, e sono l'amministratore del gioco. Tutto ciò che dovete fare è entrare in quella porta, dove vi ritroverete in un labirinto, e per uscire dovrete trovare la porta. Per facilitarvi nella ricerca, ci sono degli indizi nascosti nella soluzione di una serie di enigma, e il tutto in tema un po' Horror》

《C-Che tipo di Horror?》chiese Hiccup già spaventato, mentre Astrid gli rifilava una gomitata, dato che lei stava ascoltando eccitata tutto il discorso.
《Nulla di che. Ad esempio, aprendo una cassa potresti trovare un cadavere, oppure camminando può spuntare un mostro avanti a te... chissà...》disse l'uomo, e il sorriso di Astrid si fece sempre più ampio.

《Per rendere il gioco più divertente, possiamo dividerci in squadre》disse Bruta, e gli altri annuirono.
《Ok, ma con questa pazza qui io non ci sto》disse Hiccup e si allontanò dalla ragazza vestita da vampiro, in realtà solo per non stare da solo con la sua cotta per poter sentire troppo imbarazzo.
《Io con mio fratello non voglio starci》disse Bruta, e andò verso Hiccup.
《Quindi, le squadre sono queste?》chiese Astrid, ma Tufo fece un passo indietro.
《Io con te non ci sto, a rischio di ritrovarmi le palle nello stomaco...》disse.
《Sapete che vi dico? Facciamo squadra unica.》disse semplicemente Hiccup, e tutti annuirono.

《Ricordatevi, avete un'ora di tempo per uscire, o Jason verrà ad uccidervi》disse maleficamente Mark, sentendo le risatine di tre di loro.
《Ehi, chi è Jason?!》chiese Hiccup spaventato, e Testaditufo gli spiegò la storia del famoso uomo con la motosega e la maschera bianca.

《Ricordatevi》disse Mark, aprendogli la porta, che rivelava un corridoio buio《divertitevi, ma soprattutto, sopravvivete!

*

Il corridoio stretto e lungo sembrava non avere un'uscita, nè una fine. Il terreno era ricoperto di terriccio, e le macchine del fumo creavano un'atmosfera tetra e alquanto inquietante.
《Fa freddino qui...》disse Astrid, battendo i denti.
《Sei tu che sei mezza nuda ad ottobre, tesoro...》le disse Tufo, beccandosi una gomitata da sua sorella.

Arrivati ad un certo punto, Hiccup, che continuava a guardarsi intorno impaurito, urlò《CHE CAZZO È QUEL COSO?!》e indicò un puntino rosso in alto.
Bruta rise:《deficiente, sono le telecamere!》disse con fare ovvio, e poi si mise a saltellare e a salutare, mentre il bruno voleva sprofondare dalla vergogna.

Ad un certo punto, il muro si rivelò essere un vicolo cieco, con una strada a destra e una a sinistra.
《Perfetto. E adesso?》chiese Hiccup, mentre Astrid si avvicinava.
《Aspetta... c'è qualco-AAAAH!》urlò, non appena dal vicolo destro spuntò Jason, che dopo essersi avventato sulla ragazza, sparì nel fumo.

《Oh no. Nononono... fatemi uscire di qui ADESSO.》disse il bruno, sempre con il solito pessimismo, ma la risata di Astrid lo distrasse.
《HAHAHAHAHAH ANDIAMO... NON TI SARAI SPAVENTATO DAVVERO?!》disse, tenendosi la pancia.

《Ma se anche tu hai urlato di paura...》
《No Hiccup, una cosa è avere paura, ovvero sentire di essere spaventati da qualcosa di davvero terribile, e una cosa è avere l'ansia del gioco addosso e sbandare anche per un pipistrello che ti vola affianco!》spiegò lei, e Hiccup tornò a tenersi incrociate le braccia, con il desiderio di uscire.

TestaBruta si avvivinò alla sua amica e guarfò il muro con attenzione《ehi ma qui c'è un cartello!》esclamò, e ne lesse il contenuto.

"Scrivete le risposte sul monitor che trovate sotto ogni enigma, e vi apparirà la risposta!"

E subito sotto, c'era una tastiera e un piccolo schermo, sul quale c'era il primo indovinello:

Porta ovunque ma sta sempre ferma: cos'è?

《Questa è banale, la fantasia!》disse Tufo, e Astrid provò a scrivere, ma il risultato fu negativo.
《E se fossero le ali?》provò la bionda.
《Anche quelle si muovono...》disse Bruta.
Hiccup rimase pensieroso un attimo, poi si illuminò in volto:《la so: strada!》

La bionda scrisse la soluzione, e subito sotto apparve la scritta ESATTO! e poi DESTRA.
I ragazzi seguirono l'indicazione, e si voltarono a destra, proseguendo il cammino.

Arrivarono ad un altro vicolo cieco, con l'ennesimo monitor e la tastiera.

Colui che è feroce e animalesco, scappa dal cancro e rincorre la vergine, quinto dei dodici

《Questa è un po' più difficile...》si disse Astrid.

《Oddio... e cosa può essere?!》chiese Bruta, e l'altro ragazzi scrollò le spalle.
《Scappa dal cancro...prova con persona》suggerì Hiccup, ma la risposta era evidentemente errata.
《Mi dici cosa cavolo c'entra con feroce e animalesco?》gli chiese il biondo, e questa volta fu il turno di Hiccup di scrollare le spalle.

La finite di parlare! Sto pensando!》sbottò furiosa la bionda, e i tre si zittirono.

Ad un certo punto, TestaBruta parlò:《La so! È Tufo, a caccia solo di vergini》disse scherzando.
《Secondo me lui è addirittura ancora vergine》aggiunse Hiccuo, ma il ragazzo si pavoneggiò.
《Haddock, altro che vergine, non sai che è passato sotto questi pesci!》

La sorella gli tappò la bocca, senza speranze, mentre i due ragazzi continuavano a ridere a crepapelle, e intanto Astrid alzò la testa di scatto.
《La so!》disse, attirando la curiosità di tutti.
《Mi avete fatto pensare ai segni zodiacali, tra vergine e pesci》rifilò un'occhiataccia al biondo《e ho pensato: i segni sono dodici, e il quinto è il leone, che e un animale feroce, e sta tra cancro e vergine》spiegò, inserendo la risposta, e ottenendo un risultato positivo.

《Astrid sei un genio!》disse Hiccup, e la abbracciò di scatto, ma non appena la toccò, le luci si spensero.
《Ehm... cos'è questa storia?!》chiese Bruta, anche lei un po' intimorita in quel momento.

Qualcosa si mosse alle loro spalle, e senza sapere dove, conle braccia avanti a loro, i ragazzi iniziarono a correre.
Ad un certo punto, un filo messo tirato sul terreno li fece inciampare, e battendo la testa, tutti e quattro persero i sensi.

*

Hiccup aprì gli occhi, sentendo un fortissimo dolore alle braccia e alla schiena che lo spronò a svegliarsi in fretta. Provò a muoversi, ma capì di essere legato seduto per terra con le mani dietro alla schiena e un forte peso alla schiena gli impediva anche i movimenti più banali. Si voltò e vide il capo chino di Astrid che era legata dietro di lui, il respiro lieve e gli occhi chiusi.

《A-Astrid sta-stai bene?》le chiese, muovendo la schiena per scrollarla e farla svegliare.
La ragazza sembrò sentirlo, e dopo poco aprì anche lei gli occhi.
《Hiccup?》
《Shh, tranquilla. Ci sono io con te.》le disse rassicurante.
《Io non ho paura. Sono sicura che fa tutto parte del gioco!》disse la ragazza con una risatina.

《Come fai a stare tranquilla quando un pazzo psicopatico ci tiene chiusi e legati in una stanza e ci spia con le telecamere?!》
《Ti ricordo che può sentirci》disse con aria sentenziosa.
《Astrid smettila, dobbiamo uscire da qui》
《Hiccup, ringrazia che non posso muovermi e che non posso addormentarti con un pugno, perchè stai davvero iniziando a scassare le palle》
《La tua dolcezza mi sorprende sempre di più, Milady》le fece il verso, e la bionda soffiò come un gatto impazzito.

《Sei un fottuto idiota. Dammi una mano, piuttosto》disse, e spiegò il piano che aveva architetato per liberarsi al ragazzo.
Hiccup fece scivolare le mani più in basso possibile, nonostante fossero tenute dalla corda assieme a quelle di Astrid, mentre la ragazza le tirava verso l'alto. Sentiva le vene pulsare e le mani esploderle, il sangue che non passava e un dolore lancinante, ma senza un solo accenno di voler arrendersi tirò le mani ancora di più, finchè queste non uscirono dalle corde.

Subito le mise avanti a sé e si chinò su se stessa per nasconderle nell'addome, soffocando dei pianti silenziosi.
Hiccup, che a sua volta potè liberare le mani, strappò con i denti la corda che teneva legato il torace alla sedia e si alzò, e andò ad inginocchiarsi davanti ad Astrid. Le alzò il viso e notò le righe umide e lucide sui suoi zigomi, guardò con attenzione le sfumature rosse nella cornea dei suoi occhi color ghiaccio. Senza neanche parlare, prese le sue mani e ne baciò il dorso nella parte più carnosa, vicino al pollice, quella che era stata trattenuta dalle corde per più tempo e che aveva fatto più male.

Astrid ci rimase un attimo, leggermente scossa, e poi guardò il volto sereno e il sorriso rassicurante di Hiccup, e si calmò. Le mani facevano male, ma di certo sapeva che sarebbe passato, e si sentiva già meglio con Hiccup al suo fianco.
Sospirò, e si guardò intorno, come alla ricerca della via d'uscita, ma la stanza era completamente nera e oltre alla sedia sembrava non esserci nulla. Si avvicinò alla porta, unica comunicazione, e notò un lucchetto a combinazione e il cartello: "EXIT", con un'altra scritta piccola in basso.

《Credo di aver trovato cosa cerchiamo...》disse, e il ragazzo si avvicinò.
Staccò il cartello dalla porta, e sotto EXIT lesse una piccola frase:

Gira per leggere l'ultimo mistero,
e di essere sopravvissuto, sii fiero!

Hiccup trasalì, ma senza far vedere la paura che gli mettevano quel genere di cose, e lesse ad alta voce.

Uno dei tanti
Quello più atteso
Trova il suo simbolo
E ne uscirai illeso

《Cosa. Stracazzo. Significa?!》chiese poi ad Astrid, tutto confuso.
《Non ne ho la più pallida idea, sai?》gli rispose la ragazza, avvicinandosi a lui. Gli mise una mano sulla spalla e si sporse in avanti per leggere meglio l'enigma.
Uno dei tanti, ma dei tanti "cosa"?》Hiccup si mise le mani nei capelli, mentre il monitor in alto segnava il tempo che scorreva, 15 minuti che scendevano mano mano sempre di più.

《Qui non c'è nulla di materiale, cosa cavolo dobbiamo trovare?》
Hiccup spalancò gli occhi, e gli venne un'idea.
《E chi ti dice che deve essere una cosa materiale?》
Astrid rimase zitta un attimo, rimurginando su vari pensieri.
Poteva quindi essere un'emozione, un sentimento, un valore, una delle tante cose morali.

Ma quale?

Una goccia di sudore cadde indisturbata dalla fronte coperta dai capelli castani di Hiccup, scorrendo fino al naso e consumandosi mano mano nel tragitto.
《Quale può essere il sentimento più atteso?》chiese il ragazzo sfilando la maschera e tenendola stretta in un pugno, Astrid scosse la testa, per far intendere che non ne aveva idea.

《La... felicità?》propose Astrid, ma dal viso si vedeva che fosse poco convinta.
Le dita di Hiccup si mossero veloci sulla tastiera, ma la risposta risultò errata. 
《Ma in ogni caso, qui non c'è nulla. Dovremmo trovare un simbolo di un sentimento, ma... come?》aggiunse la bionda.

《Proviamo ad elencarli》propose Hiccup, e partì 《la gioia o la felicità potrebbero essere un sorriso
《E il divertimento, una risata
《Ben detto》si congratulò il bruno《e poi, per la speranza, le dita incrociate
Astrid riflettè, poi disse senza neanche pensare a quello che stava dicendo《e per l'amore potrebbe essere un bacio...》

Hiccup si girò verso di lei e fece scattare in alto lo sguardo. Anche Astrid fece scendere la vista per guatrdarlo negli occhi, e si ritrovò faccia a faccia con un volto sorpreso, ma forse anche inorridito nello stesso momento. Quando però vide che le gote di Hiccup si fecero di un colorito più roseo, capì che era imbarazzato, esattamente come lei, e il calore sulle sue guance le fece capire che anche lei stava arrossendo.

Entrambi avevano capito che quella doveva essere per forza la risposta giusta, eppure pronunciare quelle parole li aveva fatti sentire così strani...
Astrid poteva vedere gli occhi di Hiccup sorpresi e imbarazzati tali e quali ai suoi, poteva vedere tutti i minimi dettagli dei colori e dei lineamenti dell'iride, che in quel momento si muoveva veloce. Un pensiero si annidò nella sua mente, fuggendo via veloce com'era arrivato.

Hiccup si girò di spalle, ancora accovacciato verso la tastiera, e chiuse gli occhi: quella poteva essere una delle più grandi occasioni della sua vita.
Scrisse la parola AMORE sulla tastiera, attendendo con ansia intrepida ciò che sarebbe venuto fuori dal monitor.

Mh, potrebbe essere... avete delle prove?

Tac.

《Cosa c'e scritto?》chiese Astrid, ma Hiccup rimase immobile e incredulo a fissare lo schermo bianco e i vari segni neri, cercando di realizzare.
Era davvero troppo, troppo imbarazzato per farlo.

"Lo faccio - non lo faccio - lo faccio - non lo faccio..." continuava a ripetersi, finchè una strana fiamma di coraggio si accese nel suo cuore, e gli fece dire a bassa voce "lo faccio"

《Cosa c'è scritto?!》ripetè Astrid, con la sensazione di non essere stata calcolata per niente. Sospirò e si avvicinò con furia, appoggiò una mano sulla spalla di Hiccup per farlo spostare, ma in tutta risposta questi si alzò e le si parò davanti, lasciandola con la mano sospesa in aria.

《Hiccup-》
L'interpellato le prese la mano alzata e la tirò a sè, facendola avvicinare e sbattere sul suo corpo. Con l'altra mano, avvolse la sua vita, impedendole di spaccare, stringendola stretta verso di lui.
《Ma cosa stai facendo?》chiese, e la risposta arrivò veloce.
Hiccup si chinò su di lei, senza esitare, sicuro delle sue aziini, e si fiondò sulle labbra rosse di Astrid.

Lei, in risposta, gli mise le mani sul petto e lo spinse via, guardandolo con una faccia priva di emozioni, come fosse nulla.
《A-Astrid?》
La ragazza non battè ciglio, fissandolo negli occhi. Si portò una mano alle labbra e tolse la dentiera con i canini affilati, e la gettò a terra. Con passo felpato e lento, si avvicinò al bruno e mise le mani sotto la sua mascella, e lo attirò a sè per baciarlo passionalmente sulle labbra.

Hiccup, in risposta, le strinse di nuovo la vita e ricambiò il bacio, lasciandosi cullare dal sapore di ciliegia, dovuto forse al rossetto rosso che aveva.
Le carezzò il labbro con il suo, e poi chiese l'accesso, mordendolo appena. La ragazza acconsentì, aprì le labbra e scontrò la lingue con quella di Hiccup. Chinò la testa di lato, e piegò la schiena all'indietro, sentendo Hiccup che spingeve sempre più forte.

Le mani, che si cercavano, finirono prima ad intrecciarsi, poi a scoprire i corpi dell'altro. Una mano di Hiccup, ad esempio, accarezzò le gambe di lei coperte dal sottile strato delle calze, mentre l'altra gli stringeva un fianco, e Astrid fece passare una mano dalle clavicole al petto, per poi accarezzargli l'addome sotto la camicia, tenendo invece la nuca del ragazzo con l'altra.

Astrid lo sentì staccarsi, ma lai tenne gli occhi chiusi per assaporare al meglio il momento. Sentì la punta del naso sul collo e le guance appena pungenti sotto la mascella, e uno strano formicolio le invase lo stomaco quando la pelle candida fu catturata dalla bocca del giovane. Si morse le labbra per non gemere, si lasciò cullare dal suo profumo e dalle mille sensazioni chr quel ragazzo le faceva provare, chinò la testa di lato per ricevere di più.

Hiccup strinse la coscia nella mano, poi salì fino alla schiena e poggiò su di essa il palmo aperto, spinse il corpo piccolo e sottile contro il suo petto, come per tenerselo tutta per sè. Astrid poggiò la testa sulla sua spalla, e lui continuò con i suoi baci ardenti, fino a salire sulla mascella e a tornare alle labbra, che catturò tra le sue velocemente.

Era talmente preso da quelle sue azioni, che non si era nemmeno reso conto (o forse sì, ma non ci badava) che Astrid era interessata tanto quanto lui in quello che stava accadendo, un tripudio di emozioni e sentimenti concentrati nel loro atto naturale.

《Ew, ok ok abbiamo capito, ma ora staccatevi!》

Una voce femminile provenì dal vuoto nero della stanza, e i due ragazzi, allarmati, si staccarono di colpo, con l'affanno.
《Siete diabetici, ragazzi...》pronunciò un'altra voce, questa volta maschile.
Hiccup si guardò intorno:《Tufo?》chiese, guardando la telecamera.
《E chi se no!》

Un suono di chiavi provenì dal lato del monitor, e il muro nero si aprì, rivelando una porta che era prima nascosta nel buio. I due ragazzi uscirono e si ritrovarono nella stanza iniziale, rivedere la luce e i due fratelli fu molto soddisfacente.
Hiccup corse subito ad abbracciarli:《SONO VIVO. SONO VIVO!》continuava a ripetere, mentre Astrid lo guardava sbigottita, sia per quello, sia per quello che era appena successo nella stanza.

《Ma perchè voiberavate già fuori?》chiese la bionda, quando i tre si furono staccati.
Mark li raggiunse:《opera nostra》disse, e i gemelli ridacchiaroni, sotto gli occhi sorpresi degli altri due.
《Voi due》Bruta li indicò《non facevate che dirci quanto eravate innamorati l'uno dell'altra, senza dirlo però a voi stessi, e ci eravamo rotti le palle》
《Così abbiamo organizzato questo gioco》TestadiTufo battè forte le mani《e BAM. Ora che vi siete baciati e avete capito, LASCIATECI IN PACE E VEDETEVELA VOI DUE》urlò.

Hiccup e Astrid si guardarono, ci volle un solo attimo di intesa.
E la stanza, scoppiò in fragorose risate.

*

Quella notte, nè Hiccup nè Astrid dormirono.
Durante la festa organizzata a casa Thorston, entrambi pensarono solo a ciò che era successo, ma fecero tutt'altro che chiarirsi.
Astrid era molto innamorata di Hiccup, ma non sapeva se credere ai gemelli o meno.
"E se Hiccup l'avesse fatto solo per aprire la porta? Dopotutto era solo un bacio..." pensava.
Hiccup, d'altra parte, non sapeva neanche come iniziare a spiegare le sue azioni. Quello che doveva essere un semplice bacio e un semplice gesto d'"amore", ed era invece diventato qualcosa di passionale e forte.

Aveva passato metà del tempo in bagno, con le mani tra i capelli e vari pensieri per la testa, e Astrid, non vedendolo arrivare, si era rassegnata al fatto che ciò che era successo all'Escape Room era solo un atto, e non qualcosa di voluto. 
Per tutto il tempo non riuscì a pensare ad altro e rimase sveglia a pensare, ma non sapeva che dall'altro lato della città, quella notte, una mente era rimasta sveglia solo per lei.

Hiccup, infatti, appena arrivato a casa aveva tolto il costume, gettandolo sul letto, rimanendo in pantaloncini. Mise la maschera in bella vista su una mensola e accese l'ábat-jour, prese un foglio e una matita e si sedette alla scrivania.
Prese dalla sua mente tutta la sua saggezza, con l'aggiunta delle due conoscenze poetiche, ma le parole non ne volevano sapere di uscire, nè le emozioni di esprimersi.

Cacciò un urlo soffocato da un ringhio per non svegliare tutto il quartiere (dato che erano l'una e mezza del mattino) e strinse i pugni.
Decise di mettere tutto da parte.
"Così non risolvo nulla..." pensò
Mise via la saggezza, la poesia, e concentrò nella sua mente la sua dolcezza, il suo amore; così facendo, tanti ricordi gli passarono davanti, di lui e lei, le cose belle passate insieme, i giochi, le risate, le uscite, il dolce suono della sua voce, la luce e la profondità dei suoi occhi...

Hiccup sospirò, lasciandosi andare alle mille sensazioni. Tirò la testa all'indietro, facendo in modo che le eccitazioni lo sopraffassero, immaginando una moltitudine di scene che aveva sempre sognato.

(Masturbation mode: on :D no ok ma ci voleva.

*

La stanza fu invasa da altri sospiri e singhiozzi, e Astrid girò per l'ennesima volta il cuscino, sentendolo di nuovo troppo umido. 
Le lacrime le rigarono gli zigomi, scendendo verticalmente sul naso fino a cadere sul guanciale, accompagnate da un'orchestra di sniffi e sospiri.

Perchè a lei, perchè?
Prima, tutti i ragazzi sembrano volerla, anche nrlla maniera più sconcia possibilr, e anche lei ne era consapevole, perchè aveva una punta di arroganza e tatto nel giudicare il suo aspetto, ma poi l'unico per cui lei aveva davvero interesse era l'unico che sembrava non volerla, magari per la grande amicizia che li legava.

Forse, così pensava, non sarebbero mai dovuti diventare migliori amici, ma così non se ne sarebbe mai innamorata.
Sembrava fosse destino che stessero lontani, come se esistesse un ordine delle cose creato da chissà quale essere superiore.

Si alzò lentamente dal letto, ormai non ce la faceva più a tenere la faccia sulle lacrime. Prese un fazzoletto e si asciugò gli occhi, e si guardò allo specchio. Le labbra ancora tinte di rosso, seppur in tono opaco, la pelle candida macchiata dal nero del trucco che aveva preferito non togliere, così come le nocche delle mani che avevano tentato di placare le lacrime.

Un rumore pacato la fece voltare verso il balconcino della sua stanza, e Astrid maledì tutti i ragazzi che andavano in giro così tardi e che si divertivano con le peggio bravate.
Aprì le porte, pronta a dirgliene quattro, ma non vide nulla, solo una pallina di carta accartocciata sul terrazzino.

Interrogativa, si abbassò a prenderla e rimase ferma a guardarla, chiedendosi da dove venisse e cosa sontenesse. Il vento freddo la fece risvegliare, e Astrid chiuse il balcone, tornando in stanza; si sedette sul letto e aprì la pallina, cominciando a leggere il lungo messaggio che vi vide scritto.

*

Hiccup guardò soddisfatto il suo lavoro. Ogni angolino di quel foglio era pieno di parole e frasi, di tutti i suoi pensieri, cancellature, disegnini, piccoli segni. Prese una penna, con la quale cerchiò le varie cose da scrivere, e le numerò per dargli un ordine preciso. Su un altro foglio, poi, copiò il tutto in bella grafia.
Dopo qualche minuto, si alzò e mise le scarpe e unamaglia a caso, fece attenzione a non svegliare sua madre mentre rubava le chiavi dell'auto e quelle di casa dal suo comodino, e scese velocemente di casa.

Mise in moto la vecchia Penny, come la chiamava suo padre, e premette la marcia. Avanzò lungo la via, poi girò a destra. Continuò dritto fino alla scuola elementare e poi girò a sinistra dopo il semaforo, e infine prese la traversa a destra. Attraversata tutta la città, praticamente, Hiccup arrivò al campetto sportivo della città.

Salì sul tetto tramite la scala che c'era sul muro, usata per vari giochi, e da lì vedeva perfettamente il balcone della camera da letto di Astrid. Prese la fionda che aveva con sè, e con un tiro secco lanciò la pallina; poi si accovacciò sul posto, e attese.

Quando la vide uscire, il cuore battè all'impazzata: non poteva tornare indietro, ormai era fatta.

*

Hey Astrid
Non ti dico neanche che voglio essere breve, perchè sai  quanto me che questa potrebbe essere una delle palle più grandi che potrei raccontarti, quindi preferisco andare al sodo, che se davvero devo dilungarmi, preferisco farlo sulle cose essenziali.
Astrid, quando ci siamo conosciuti, eravamo due piccoli bambini, sembrava che io avessi un pezzo di ferro tra le mani e che tu fossi una calamita, per me, perchè non riuscivo mai a starti lontano. A scuola, a casa, nelle vacanze o nelle uscite, eri sempre con me, e se invece non c'eri, stai certa che regnavi nei miei pensieri. E crescendo, questi pensieri non sono rimasti uguali, ma tantomeno non sono diminuiti.
Sono diventati come un'ossessione, perchè tu mi piaci, Astrid.
Hai letto bene, senza che rimani 4 o 5 volte a rileggere la frase come faresti di solito.
Il tuo solo pensiero mi fa sorridere, sfiorarti, toccarti, o baciarti mi mandano all'Inferno, perchè provocano in me una sensazione di passione e lussuria che (come hai visto oggi) non riesco a contenere. Le tue parole, le tue carezze, tutto di te mi fa star bene, per il semplice fatto che io TI AMO. 
Sei per me la cosa più bella ed importante, sarei capace di dare la vita per te, perchè sei costantemente parte di essa.
Lo so che magari ti sto facendo salire il diabete, o che magari ti stai terrorizzando alle mie parole, ma tutto questo doveva essere detto. Dovevi sapere che il bacio di oggi per me è stato un sogno, qualcosa che aspettavo da anni, ormai.
Chiamami stupido, ma sono il tuo stupido.
Chiamami pazzo, perchè sì: sono pazzo di te.
~(Il tuo) Hic

Astrid asciugò con un dito le lacrime che si erano formate sotto i suoi occhi, e strinse a sè il foglio di carta. Non c'era altro da dire o pensare, sapeva solo che quella era la notte più bella della sua vita.
Uscì dal balcone e si guardò intorno, alla ricerca di Hiccup, ma non vide nessuno nei paraggi.

Piegò la lettera e la mise in un cassetto, andò in bagno e si pulì il viso. Gli avrebbe parlato domani.
Si mise sotto le coperte e stranamente si addormentò subito, nonostante i mille pensieri che le giravano per la testa, e poteva finalmente dire che Halloween era non solo una delle sue feste preferite, ma anche il più grande dei suoi bei ricordi

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Capitolo 40
*** ONE SHOT N. 38 ***


Era accaduto circa tre anni prima che i sei cavalieri di Berk, Hiccup, Astrid, GambediPesce, Moccicoso, e i gemelli TestaBruta e TestadiTufo, avessero inventato un giorno tutto per loro in onore dell'anniversario della sconfitta del Morte Rossa, e giorno in cui si erano uniti in una grande amicizia.
Ogni anno, una settimana prima, venivano estratti dei bigliettini a sorte, e il nome scritto sul pezzo di carta sarebbe stato quello a cui regalare qualcosa in segno di gioia e felicità, in quel giorno chiamato Büsper.
Il nome era uscito completamente a caso, un'unione di lettere e suoni e BOOM. Büsper.

Come ogni anno, dopo la dodicesima luna di Sólmánuðr*, i sei si erano riuniti nella sala grande, a cena, in un tavolo solo per loro.
Skarakkio arrivò tutto ondeggiante:《heilà ragazzi!》li salutò con gioia.
I cavalieri risposero con un cenno della mano.
《hey Skarakkio, hai portato i biglietti?》chiese TestaBruta.
Il biondo annuì, e cacciò la mano in tasca. Frugò per qualche secondo, e dopo aver preso un pezzo di formaggio nauseante, trovò un foglio di carta.
Lo fece a vari pezzi, ritagliando i sei nomi, che poi sparpagliò nell'elmetto.

《Allora, chi pesca per primo?》chiese. Moccicoso si fece avanti e prese il primo biglietto che gli capitò a tiro.
"TestadiTufo..." pensò, leggendo il nome scritto.
Il soggetto dei suoi pensieri si fece avanti subito dopo, e pescò un biglietto, seguito poi da Gambedipesce, TestaBruta e Hiccup.
Astrid fu l'ultima, ma prima che potesse aprire l'ultimo biglietto rimasto, Gambedipesce fece una risatina.
《Chissà se per il terzo anno consecutivo dovrai essere tu a regalarmi qualcosa!》disse, ridendo.

Astrid rispose con la stessa risata divertita, ma non appena lesse il nome sul biglietto, sbiancò in volto.
Hiccup.
"Oh Santa Freyja, ma proprio lui?!" Pensò, con un'espressione inorridita.
《As, va tutto bene?》chiese TestaBruta, in qualità di sua migliore amica, e le posò un braccio sulle spalle.
Astrid ritirò in fretta il biglietto e lo nascose nel borsellino che aveva al lato della gonna.《sisì, tutto ok... è... solo che-》
《Avrà pescato il mio nome e non sa cosa regalare per apparare il mio fascino》si vantò Moccicoso, interrompendola, e si beccò uno sguardo glaciale da parte delle due ragazze.

《Ti piacerebbe...》lo punzecchiò TestadiTufo, e gli rifilò una gomitata amichevole. Gli altri due ragazzi risero, e intanto Astrid si staccò dalla sua amica per allontanarsi dal gruppo.
Cacciò dalla borsa il bigliettino di carta e lo aprì: lesse un'altra volta il nome scritto, chiedendosi cosa aveva fatto per meritarsi una cosa simile.
Negli ultimi due aanni, come avrete capito, aveva beccato per due volte Gambedipesce, e credeva di poter cambiare quell'anno, ma tra tutti... proprio Hiccup?

Il ragazzo, l'anno prima, le aveva regalato una bellissima collana forgiata da lui, e il ciondolo in vetro conteneva un paio di gocce del liquido fluorescente del paura volante.
Si era posizionato dietro di lei, quella mattina, all'improvviso. Le aveva messo la collana in un momento qualsiasi, cogliendola alla sprovvista, e glie l'aveva legata al collo.
《Tanti auguri, As》le aveva sussurrato all'orecchio, e le aveva preso i fianchi in un gesto del tutto spontaneo, per poi posarle un bacio sulla guancia.

Da quel momento, i sentimenti che Astrid provava per il bruno si erano amplificati del triplo, come minimo.
E proprio quel suo amore che provava la accecava, la rendeva iperschizzinosa e pignola sui dettagli che riguardassero il figlio del capo di Berk.
Strinse il pezzetto di carta tra le mani, sapendo già che quella sarebbe stata una delle settimane più lunghe della sua vita.

Dal pomeriggio dopo alla sera prima, Astrid era sempre in giro.
Aveva steso una lunghissima lista di tutto ciò che avrebbe potuto regalare al suo migliore amico, e aveva selezionato minuziosamente quelle poche cose che secondo lei rispettavano tutti i criteri che si era imposta.
"Deve essere qualcosa di utile per una persona di intelligente come lui, ma non troppo grande, perchè a lui piacciono le cose piccole. Deve essere anche qualcosa di carino, ma non un animale, o Sdentato sarebbe geloso..." e aveva continuato così per tutta la giornata, cancellando dalla lista piccole cianfrusaglie, abiti, mazze chiodate e balestre.

Purtroppo, i mercati di Berk non sembravano soddisfare i suoi bisogni, e la nave del mercante Johann sarebbe arrivata a Berk in chissà quanto tempo, mentre ora era sperduta chissà dove.
E non era l'unica cosa che aveva visitato: i mercati del nord, il borgo dei cacciatori di draghi, addirittura aveva sorvolato con Tempestosa fino ai lontani regni dei ghiacci**, ad Est, ma neanche lì aveva trovato qualcosa di soddisfacente.

Dopo tutta la settimana piena di ricerche, mancavano ormai solo due giorni alla diciannovesima luna del mese, ma lei era ancora senza regalo.
Aveva optato alla fine per un ultimo porto mercantile dell'ovest, ma anche lì le risorse scarseggiavano.
Si fermò all'ultima bancarella rimasta, salutò e parlò al mercante della situazione.

《E quindi c'è questo mio amico-》
《ma lo ama?》
Astrid avvampò:《cosa? Beh, dicevo, che gli devo regalare qualcosa in segno di amicizia, e davvero non so cosa regalargli, e... ho praticamente svuotato tutta Berk...》
《Ma intanto, lo ama?》chiese ancora l'uomo, curioso.
《Ce li ha un paio di cazzi suoi?》sbottò la bionda, e si girò per andare via.

《Nonononono aspetti!》il vichingo le prese il polso.《che ne dice di regalargli una nuova giubba?》disse, e prese da un manichino una pelliccia dai colori aranciati.
《Ne ha una identica, ma più scura.》disse la ragazza, e si appoggiò al bancone con le braccia incrociate e un'espressione menefreghista.
《Un pugnale?》aveva proposto l'uomo barbuto, porgendogli un coltello con il manico in cuoio e decorato da rifiniture in ferro, e la lama decorata da incisioni e disegni.
《Ne ha uno identico tra un polsino》sbottò.

《Un paio di stivali nuovi?》
La ragazza sbiancò《No! Non ha una gamba, sarebbe una cosa orribile!》
《Ma anche divertente!》aggiunse il mercante, beccandosi uno sguardo di fuoco.
《Che ne dice di una lucente mazza chiodata?》disse poi, senza speranze.
《Non è un tipo da armi...》disse amareggiata la ragazza, appoggiata al bancone, spingendosi via con le mani.

《Scusate ma che cazzo di vichingo è?》sbottò il mercante, scocciato.
Astrid si girò furiosa e sbattè i pugni sulla superficie di legno:《lo è molto più di lei, e immagini a cosa mi riferisco》sibilò.
《Se è davvero così come dice, gli vada a prendere qualcosa di esotico dai mercati del sud!》esclamò l'uomo, esasperato.
Astrid, ancora chinata su di lui, non rispose.
Ad un certo punto fischiò, chiamando l'attenzione del suo drago, e saltò in groppa, per poi darle l'ordine di prendere il volo.

Hiccup strinse ancora una volta la scatolina aperta tra le sue mani, fissando ciò che avrebbe rimandato molto probabilmente per l'ennesimo anno.
Una scatolina blu con dentro un cuscinetto di velluto, che conteneva un anello in argento, con dei piccoli brillanti al centro.
Chiuse il cofanetto e lo mise in tasca, e tornò al pacchetto regalo di TestaBruta: un pugnale forgiato con le sue iniziali sul fondo della lama.
Sperava tanto che le sarebbe piaciuto.

《Cos'hai lì?》
Hiccup si spaventò nel sentire qualcuno dietto di lui, e si girò, nascondendo il bauletto dietro la schiena.
《Tufo! Mi hai spaventato, ma... quando sei entrato?》
《Skarakkio non c'era e ho pensato di cercarti qui nella fucina...》disse il ragazzo.
Hiccup poggiò il baule in una credenza, poi si voltò verso il gemello.《Beh, cosa ti serve?》
《Qualcosa da regalare. Non ho ancora trovato nulla..》disse.

Hiccup andò verso l'ingresso, dove tenevano esposti tutti gli oggetti. Sapeva che Tufo non poteva dirgli di chi si trattasse, ma avrebbe tirato un po' a caso.
《Dimmi, ehm... più qualcosa sui draghi o più un'arma?》chiese.
TestadiTufo ci pensò:《di armi ne ha fin troppe, e prima o poi me ne ritroverò qualcuna nella schiena》ridacchiò, pensando ad Astrid《no sai, parlavo più di cose per draghi. Tipo, una bella sella, anzi no: uno sparafuoco da mettere sulla sella!》disse esuberante.
Hiccup lo guardo esterrefatto:《forse è meglio qualcos'altro, che dici?》

Si girò e gli diede le spalle, e cacciò un sospiro. Prese dalla tasca la scatolina e continuò a fissarla.
Quel pensiero lo stava uccidendo da tre anni ormai. Era come un pensiero fisso, qualcosa che avrebbe dovuto fare o gli sarebbe esplosa la testa, ma il coraggio sembrava sempre mancare.
Astrid Hofferson era non solo una delle migliori combattenti di Berk, ma era anche una ragazza fantastica, ed era la ragazza che gli aveva letteralmente rapito il cuore.

Con quell'anello avrebbe voluto confessare alla bionda tutti quei segreti e sentimenti che teneva nascosti da anni ormai, ma ogni volta sentiva che si sarebbe soltanto reso ridicolo, che tutti lo avrebbero preso in giro, e lei lo avrebbe compreso da brava migliore amica, ma gli avrebbe detto di no.

Si faceva troppi film, probabilmente.

Ad un certo punto, una mano afferrò la scatolina, e Hiccup sussultò.
《EHI! RIDAMMELA!》urlò, seguendo il biondo dagli occhi grigi.
《Un anello? Haddock, a chi to devi dichiarare?》chiese ammiccante, per poi porgergli la scatolina.
Hiccup guardò che fosse ancora tutta intatta, e poi la mise in tasca.《non sono cazzi tuoi》
《Che dolcezza, proprio come la tua futura metà》disse.

《Bah...》borbottò il bruno, e andò a chiudere l'anello nella credenza.《Tufo, prendi quello che devi e poi vai, che è già abbastanza tardi.》
Il ragazzo della famiglia Thorston si guardò intorno, indeciso su cosa regalare ad Astrid, e alla fine optò per un semplice paio di stivali nuovi.
Hiccup si lasciò cadere sulla sedia non appena il ragazzo fu uscito dalla fucina, chiuse gli occhi e si lasciò cullare dal calore della fornace in un lungo sonno, che lo avrebbe tenuto occupato fino al mattino seguente.

I mercati del sud erano un'esplosione di colori in tutti i sensi. Persone di varie etnie e culture si incontravano sulla penisola di Capo Finisterre***, nell'Impero romano, e scambiavano merci provenienti da paesi di tutto il mondo. 
Astrid mise il cappuccio, sentendosi a suo agio, e lasciò Tempestosa lontana dalle persone, nella foresta.
Si intrufolò fra le tende e si confuse nella mischia, camminando tra i vari commercianti e acquirenti curiosi, come lei d'altronde.

Profumi, spezie, tappeti, oggetti strani e nuovi sapori erano i protagonisti di quei banchi, donne che urlavano e vendevano gioielli, ragazzi che invece mostravano al pubblico dei frutti mai visti prima.
Astrid ne assaggiò uno che le sembrò molto strano: era molto dolce, e il giovane li chiamò datteri, di un paese orientale di nome India.
Lì c'erano così tante cose, la ragazza era sicura che avrebbe trovato la cosa giusta.

Dopo vari giri tra bancarelle di stoffe e vasi, Astrid giunse ad un piccolo banco pieno di bottiglie di tutte le forme e i colori, e dietro di esso c'era una vecchia signora seduta su uno sgabello.
《Fanciulla, non far finta di non essere attratta...》mormorò la donna, quando vide che Astrid stava passando avanti.
《No, io... non l'avrei mai fatto...》rispose lei, leggermente intimidita.

Guardò con minuziosa attenzione la merce della donna, e le pose la domanda che le frullavain testa.《posso chiederle.. cosa vende?》
La donna rise《eppure gli occhi ce li hai tu a differenza mia, ragazza...》
《semplicemente non ho mai visto nulla di simile...》ammise la bionda.
La donna si sedette meglio sullo sgabello, e tirò fuori da un bauletto, una vecchia mappa. Astrid riconobbe, in alto a sinistra, le terre del nord e l'arcipelago di Berk, e tutte le terre conosciute, ma sotto di esso c'erano regni vasti e infiniti, luoghi che Astrid non avrebbe mai immaginato.

《Esiste una terra chiamata Dono del Nilo****, da dove io provengo. La chiamano anche "Terra della ricchezza", perchè da noi provengono prodotti sconosciuti addirittura all'Imponente Impero Romano》spiegò la donna, e Astrid riuscì a trovarla, molto in basso rispetto al luogo in cui ai trovavano ora, figuriamoci poi da Berk.
《Avrete viaggiato molto...》
《Dieci giorni in carovana e quasi un mese in mare》spiegò, e Astrid ne fu molto sorpresa, dato che con il suo drago aveva percorso in 24 ore ciò che una nave avrebbe percorso in una decina di giorni.

《Cosa cerchi, ragazza?》chiese la donna con la sua voce roca, cambiando argomento.
《Un regalo per un mio amico》disse.
La signora sorrise, e allungò una mano ale varie bottiglie.《ciò che vedi qui sono oli e acque profumate. Nella nostra terra li usiamo per apparire al meglio ogni giorno.》spiegò.

Ad Astrid piacque l'idea e la trovò anche idonea.《ne compro una》disse, e le annusò tutte, una dopo l'altra, per scegliere quella giusta. Optò alla fine per un profumo di cui non aveva idea di cosa profumasse, ma lei sentiva un'essenza di rugiada e foglie, qualcosa di fresco, come la pioggia sulla pietra. Un odore particolare, e le ricordò dal primo momento il ragazzo dagli occhi verdi.

Pagò il tutto e si fece fare un pacchetto, poi comprò anche delle provviste per lei e per il suo drago, dato che erano fuori ormai da un giorno e ce ne avrebbero messo un altro per tornare, e spiccò il volo alla volta di Berk.

La sera del grande giorno era appena arrivata, e tutti i cavalieri si erano riuniti davanti ad un grande Falò nel bel mezzo della foresta.
L'odore di carne e marchmallows aleggiava nell'aria, assieme al calore del fuoco e dei suoi colori aranciati, che illuminavano tutt'intorno.
La cena, come ogni anno, era ricca di risate, battute e racconti, ma soprattutto di tensione. Il dubbio per il regalo da consegnare rimaneva sempre, nonostante tutti sapessero che ai loro amici non importava più di tanto; per tutti la cosa più importante era rivivere al meglio quella giornata dedicata solo a loro, alla gang.

TestaBruta ingoiò l'ultimo pezzo di pollo, e poi gettò l'ossicino a terra:《bene. Che ne dite di aprire i regali, adesso?》
Tutti furono d'accordo con la ragazza dagli occhi color cielo, e Hiccup prese il regalo per primo, porgendolo proprio a lei.
《Buon Büsper, TestaBruta》
La ragazza prese in mano il cilindro lungo e soffice, anche abbastanza pesante.
Con velocità strappò le varie carte e stoffe che coprivano il regalo, ed estrasse un coltello abbastanza lungo e decorato.

《Hic grazieee!!!》squittì, e abbracciò il compagno.
Poi, tutta fremente, prese un sacco intrecciato di canapa e lo porse al biondo accanto a lei.
《Tanti auguri di Büsper, Gambedipesce!》esclamò.
Il ragazzo prese il regalo e lo aprì con gioia: semi ed erbe profumate di ogni genere e provenienza.
《Bruta, sacri dei! Ma è bellissimo!》strinse la compagna in un abbraccio.

Astrid guardò ad occhi aperti e felici i gesti d'affetto che si scambiavano i loro amici. Lo stupore di Gambedipesce, la gioia della sua migliore amica TestaBruta, il sorriso gratificante di coloro che avevano offerto i regali...
Gettò un occhio a Tempestosa, che era attualmente impegnata a giocare a chissà cosa con Sdentato, mentre correvano nella foresta.

"E se non gli piacesse? E se non fosse abbastanza?" Pensò, notando come secondo lei i regali degli altri fossero più utili o simbolici del suo.

Moccicoso sgranò gli occhi dalla gioia quando vide Gambedipesce porgergli il suo regalo, e rivelò una bellissima coperta di lana ricamata a mano, con il simbolo della classe stoker e quello della famiglia Jorgenson uniti in un solo stemma molto particolare. Il moro, poi, porse a TestadiTufo un sacchetto. Il ragazzo lo aprì, e vide dentro di esso una grande quantità di granturco, quello strano frutto che aveva scoperto Moccicoso ai mercati del nord, e che piaceva molto a Gallina.

《Bene. Quindi tocca a me.》dosse il biondo, e si voltò verso la giovane Hofferson.《Astrid, questo e per te. Buon Büsper!》disse, e le porse un pacchetto.
La ragazza rimase ancora con lo sguardo assente, posato sul suo drago.
Il ragazzo le agitò un amano sul viso:《yuhuuu ci seii?》disse, e la ragazza si svegliò.
《Ehm.. sì? Oh, e per me? Grazieee...》disse in modo strano e forzato, facendo guardare gli altri cavalieri tra loro. Moccicoso scrollò le spalle.

Astrid aprì la scatola e tolse il telo che copriva l'oggetto, e spalancò occhi e labbra alla vista di un paio di stivali in pelle molto alti, imbottiti di lana bianca, e dai colori chiari.
《Tufo, per l'amore di Freyja,sono bellissimi!》sussurrò, ancora stupefatta.
《Grazie!》
Guardò il ragazzo leggermente imbarazzata:《Ma... oddio, ti saranno costati come minimo una fortuna!》
《Nah, Haddock mi ha fatto lo sconto》ammise, e Astrid arrossì.
《Li hai fati tu?》chiese al bruno, che si nascose nelle spalle.

《A proposito di Hiccup, a quanto pare il tuo regalo è per lui!》dedusse TestaBruta.
《Ehm.. sì. L'ho lasciato nella tasca di Tempestosa. Vado.. ehm... vado a prenderlo!》disse con ancora quel tono strano, e avanzò a passo lento verso il suo drago.
Hiccup la guardò preoccupato, sentiva che qualcosa non andava, e a quanto pare anche suo cugino si era accorto delle sue sensazioni.
Infatti, Moccicoso lo spinse con il braccio, e poi gli disse:《muovi il culo, mezzacartuccia. Va' a parlarle!》
Hiccup si massaggiò il braccio colpito ma non rispose, si limitò ad obbedire.

Astrid aprì la sacca di Tempestosa, dalla quale prese il sacchetto colorato. Estrasse dal suo interno la bottiglietta di vetro colorata di verde, forse per via del liquido, e sembrò credere che fosse anche più piccola, e che il suo odore non fosse neanche tanto buono.
Una mano le si poggiò sulla spalla, e la ragazza si girò di scatto, portando il regalo alla schiena, e andò in panico vedendo gli occhi verdi di Hiccup che la scrutavano dall'alto.

《Va tutto bene?》chiese, e Astrid annuì, sorridendo.
《Lo sai che fai schifo a mentire, vero?》sussurrò il bruno avanzando di un passo, e lei si sarebbe ritrovata schiacciata se Tempestosa non si fosse allontanata, lasciandole lo spazio per fare un passetto indietro.
Sciolse il falso sorriso e sospirò rassegnata, porgendo la bottiglia ad Hiccup.
《Buon Büsper... credo...》mormorò a testa bassa.
Il ragazzo analizzò l'oggetto senza spiccicare parola, e Astrid comprese che non gli era piaciuto.

《Ma cos'è?》chiese con una risatina, il che fece sprofondare il cuore di Aatrid in una pozzanghera.
Astrid sospirò frustrata《a Berk non avevo trovato nulla, e quindi sono andata dappertutto: dai cacciatori, dai mercati del nord, ai porti commerciali delle terre di ghiaccio e addirittura nell'Impero Romano, a Capo Finisterre, l'ho preso da una tipa che dice di venire dal regno del dono del Nilo, e mi ha detto che lo usano per essere più... "presentabili e profumati"... non che tu non lo sia! Ovvio...》disse tutto d'un fiato, sotto lo sguardo sbigottito del giovane.

《Tu hai fatto tutto questo per prendermi un regalo?》chiese, e la ragazza annuì.
《Se non ti piace non fa niente...》mormorò lei, ma se ne pentì quando sentì uno strano calore sul suo corpo e l'aria mancarle, per qualcosa che la stava stringendo troppo stretta. Alzò lo sguardo, solo per constatare la vista di Hiccup che la teneva tra le braccia.
《Astrid... è bellissimo! Ti ringrazio... è il regalo più bello che mi abbiano mai fatto a Büsper!》le disse, e si staccò quanto bastasse per guardarla negli occhi.
《Davvero?》
《Sì! Anzi, forse e il miglior regalo di sempre!》

La ragazza sorrise《oddio, per un attimo ho creduto non ti fosse piaciuto》
《Ma io ti picchio》disse il bruno, ridendo.
I seguenti secondi furono invasi prima da risatine, poi, seguì un silenzio imbarazzante. Sulle labbra di entrambi sorgeva un sorriso imbarazzato, uno di quelli ceh fai quando non sai appunto che altro fare.
Hiccup rimurginò sui suoi pensieri: Astrid aveva fatto tanto per lui, e forse lui doveva smettere di fare l'ipocrita e il codardo e rivelarle ciò che pianificava da un po'.

Astrid lo superò, avanzando verso il fuoco.《Torniamo dagli alt-》fu interrotta, perchè Hiccup le aveva preso il polso, e la guardò con degli occhi profondi che fecero perdere ad Astrid un paio di battiti cardiaci.
《Aspetta, ti devo dire una cosa》

Ma quanto ci mettono?》borbottò Movcicoso, guardando in direzione di Hiccup e Astrid, ancora intenti a parlare.
《E lasciali stare, vedrai che tra poco arrivano》lo aveva sgridato TestaBruta.
Ad un certo punto, videro Hiccup e Astrid abracciarsi, e Gambedipesce abbozzò un sorriso《ma che carinii!》

《Oh, e la parte migliore deve ancora arrivare!》disse TedtadiTufo, l'unico che non stava guardando.
Sentendosi osservato, il biondo si girò, e vide gli occhi dei tre puntati su di lui.
《In che senso?》chiese sua sorella.
Il ragazzo si stese sulle panche vuote《Hiccup ha finalmente deciso di dichiararsi ad Astrid》spiegò semplicemente, e Moccicoso tappò in tempo la bocca di TestaBruta per evitare uno strillo che si sarebbe sentito anche nelle lontane terre del sud.

《Non puoi essere serio!!!》borbottò Gambedipesce stupito, e il ragazzo rise.
《E non sai neanche tutto il poema che le ha scritto...》
《Ehm, mi sa che il poema l'ha saltato, però》disse TestaBruta.
Attirata l'attenzione, gli altri tre si girarono a guardare, e lo spettacolo era piuttosto romantico.

Hiccup teneva una mano ad Astrid, in cui c'era anche il suo anello, e l'altra le stringeva il fianco. Astrid, invece, faceva viaggiare le dita tra le treccine di Hiccup e i suoi capelli castani, mentre le loro labbra si scontravano con amore e passione.
《Mi sa che quest'anno il Büsper più bello l'hanno festeggiato loro》disse TestadiTufo, e gli altri ridacchiarono.
《Uuh, stanotte li voglio sentire》borbottò Moccicoso, beccandosi un pugno in testa da TestaBruta.
Gambedipesce prese la caraffa di idromele e riempì quattro boccali, che porse poi ai suoi amici:《brindiamo a quei due scapestrati, che dopo anni hanno deciso di chiarirsi》
《Ad Hiccup e Astrid!》gioì TestadiTufo, seguito a ruota libera da tutti gli altri in coro.

Sì, per Hiccup e Astrid quella era stata davvero la sera di Büsper più bella di sempre.

~

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NOTE
*Sólmánuðrperiodo che va dal 15 giugno al 14 luglio. È il 3° mese dello nóttleysi (estate), il cui nome significa letteralmente "mese del Sole''. Nel mio capitolo e citato prima il il giorno dopo la dodicesima luna, ovvero il 13 del mese, il giorno dell'estrazione dei biglietti, e la diciannovesima luna, ovvero il 19 del mese, giorno in cui ho PURAMENTE IPOTIZZATO che fosse stato sconfitto il Morte Rossa, e secondo la storia, l'avvenimento dello scambio dei regali.

**Terre dei ghiacci: Russia

***Capo Finisterre: promontorio che si trova in Spagna, nella sua parte più estrema dell'Ovest. Si diceva in antichità che appunto lì finisse la Terra.

****Dono del Nilo: il filosofo greco Erodoto aveva così batezzato l'Egitto.

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Capitolo 41
*** ONE SHOT N. 39 ***


Astrid era seduta sul divano con il cuore che batteva a mille, mentre in mano il test di gravidanza segnava un risultato positivo.
La gioia di dirlo ad Hiccup, suo marito, premeva nel petto e usciva fuori in migliaia di lacrime di gioia; ma prima di lui, ovviamente, erano arrivate a saperlo TestaBruta ed Heather.

"Sacri dei, As!" Si congratulava TestaBruta, abbracciando la sua migliore amica "era ora!!" 
"Anche l'ultima delle tre ha deciso di darsi da fare" Heather la guardò ammiccante.

Astrid arrossì, ma rispose ugualmente a tono alto: "chi ti dice che io e Hic non ci abbiamo già provato tante volte?"
Le tre scoppiarono a ridere.
"Non vedo l'ora di dirglielo"
"E io non vedo l'ora di dirlo ad Eret!*" disse TestaBruta trionfante, afferrando il cellulare.

=
Eret*= da come avete capito, la coppia è TestaBruta × Eret. È vero, all'inizio shippavo un casino la Rufflout, ma ADESSO MI SONO CONVERTITA ALLA SHIP FISHLOUT (Gambedipesce × Moccicoso) ED È TROPPO AW.
=

Heather si avvicinò alla bionda e le prese le mani "sono contentissima per te" disse, e subito iniziò a sclerare come suo solito: "come lo chiameresti?"

"Ehi Eret, tesoro!" Disse Bruta al Telegono "devo darti una fantastica notizia!"
"Non lo so, non so ancora se è maschio o femmina..." disse Astrid "ma mi piacerebbe chiamare una bimba Valka, come sua nonna"
"Per la stessa idea potresti chiamare Stoick un maschietto" continuò la corvina.

"Sì, riguarda Astrid. Prova ad indovinare.. " TestaBruta andava avanti e indietro per il corridoio, passando qualche volta dalla porta della cucina.
"E se gli dessi un nome straniero?" Ipotizzò Astrid, e Heather annuì.
"Siii! C'è il nome Aiden che va un sacco di moda, sai?"
"Ma io non voglio un nome che vada di moda, ne voglio uno proprio bello!" Astrid marcò la parola "bello" e inoltre fece un gesto da spettacolo muovendo la mano avanti a sè come a designare un'immagine nella sua mente.

"Va bene Eret, se non ci arrivi tu te lo dico io!" Disse intanto TestaBruta al telefono.
"Ho un'idea" disse Heather "Bruta! Tu che nome gli daresti al neonato?"
Bruta allontanò il cellulare. "Perchè non chiedete prima a Hiccup?"

Eret, dall'altro capo del telefono, non capì. "Hiccup?"
"È incinta!!!!" Aggiunse subito dopo la bionda, e Eret tossì.
"MA CHE COS?!"

"Ad Hiccup?" Chiese Astrid stranita a TestaBruta, sapendo che l'ultima volta voleva chiamare suo figlio Odino.
"Sì, Hiccup!" Urlò Bruta dall'altra stanza, rivolta alla bionda.
Eret, credendo che stesse parlando con lui, strabuzzò gli occhi. "SCUSAMI, HICCUP È INCINTO?!" Urlò, ma la moglie non capì bene per via delle parole provenienti dal salotto.

"Astrid ma dai, non sarà male questa volta" Heather rassicurò la sua amica, perchè magari parlando di un fatto vero il ragazzo avrebbe preso più seriamente la faccenda del nome.
"Scusami Bruta... ma- cioè- COME?!"
"SÌII!! NON È UNA FANTASTICA NOTIZIA?!" squittì laragazza dagli occhi azzurro acqua.

"Non possiamo chiedere ad Hiccup, non lo sa! Dacci una tua idea!" Urlò poi Heather dal salotto.
"E allora diciamolo a Stoick!" Disse Bruta.
Eret stava per esplodere "No.. cosa?! NON PUOI DIRE A STOICK UNA COSA DEL GENERE, BRUTA!!!"

"Perchè no? Non può aiutarci lui a scegliere il nome del bambino?" Chiese Bruta.
"PRIMA DOVREBBE CAPIRE DA DOVE ARRIVA QUESTO BAMBINO!!!"
TestaBruta corrugò la fronte "scusa Eret, devo spiegarti il procedimento...?" Chiese TestaBruta, e suo marito si battè un palmo sulla fronte.

"Thor mi benedica- dove sei?"
"A casa di Astrid"
"E lei lo sa?"
"Ovvio che lo sa, testa di rapa. È incinta!"
"Ho capito che è incinto, cioè- più o meno, ma- vabbè arrivo." Disse il marito, e riagganciò.

Bruta andò in salotto. "Non capisco perchè Eret non voglia crederci!" Disse, e si sedette sul divano.
"Magari è così contento che la gioia lo acceca" ipotizzò Heather.

Hiccup girò le chiavi dell'appartamento ed entrò, trovandosi davanti tre ragazze sul divano.
Astrid sbarrò gli occhi stupita dal suo anticipo, e Bruta prese il test di gravidanza e lo nascose sotto il cuscino.

"Hey, Hic! Sei in anticipo?" Disse Astrid, nervosa.
"Sì, devo darti una notizia!" Hiccup si avvicinò a sua moglie.
Heather diede una gomitata alla sua amica, che guardava assente il suo compagno. "Anche io!" Sbottò d'un tratto, appena fu colpita.

"Allora diciamolo insieme... uno, due, tre!"
"Sono incinta!"
"Mi hanno alzato lo stipendio!"
"NO HIC!"

Tutti si girarono verso la porta ed andarono ad aprire, ed Eret si piombò davanti al suo amico.
"HICCUP ASCOLTA, NON MI IMPORTA SE TI HANNO ALZATO LO STIPENDIO, DEVI STARE A CASA A RIPOSO!" urlò tutto d'un fiato.

"Eret che minchia dici!?"
"NON DEVI FARE SFORZI E MANGIA SALUTARE, IL FATTO DI MANGIARE DOPPIO PER IL BAMBINO È UNA CAZZATA"
"Bambino? Eret che hai fumato stamattina?!" Hiccup cercò risposta negli sguardi delle ragazze, che guardavano la scena ancora più stranite.

"Sì Hic! IL BAMBINO!" Eret mise una mano sulla pancia dell'amico "ANCHE A ME SEMBRA STRANO, MA OK. SE SEI INCINTO, FAI LE COSE PER BENE!"
Hiccup, Astrid, Bruta ed Heather sbarrarono gli occhi: "CHE COSA?!"

Hiccup tolse le mani di Eret dal suo ventre: "IO NON SONO... INCINTO!"
"IO SONO INCINTA!" Urlò Astrid
"EH?" Hiccup si voltò verso sua moglie
"MA BRUTA MI HA DETTO CHE-"
"WOWOWO FERMO, NON DARE LA COLPA A ME!" Bruta puntò il dito contro il marito.

"Sei incinta?!" Hiccup andò verso Astrid con gli occhi pieni di stupore.
"Non mi aspettavo di dirtelo così, ma-" 
Hiccup la interruppe e la prese tra le braccia, facendola alzare dal divano. La prese per i fianchi e la fece volteggiare, esultando di gioia, e poi la baciò con dolcezza sulle labbra. Si inginocchiò e alzò appena la maglietta della bionda, posando un dolce bacii sul ventre ancora piatto.

"Io ancora non ci capisco niente..." mormorò Heather tra sè e sè, vedendo Eret e Bruta litigare da una parte e Hiccup e Astrid farsi le coccole dall'altra.
Un messaggio le arrivò da parte di Tufo, suo marito:

CHE CAZZO SIGNIFICA CHE HICCUP È INCINTO?!

~

~

NOTA AUTRICE

IO STO ANCORA RIDENDO HAHAHAHAHAHA

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Capitolo 42
*** ONE SHOT N. 40 ***


Questa One Shot si lega tantissimo alla serie TV e soprattutto alla famigerata "guerra" che abbiamo visto nella serie TV. NON CI SONO SPOILER, QUINDI TRANQUILLI, non arriverò a parlare di cos'è successo nei vari episodi, quindi potete leggere senza problemi. Anzi, questa one shot non tiene conto di nessun fatto avvenuto nella sesta stagione 😂.

Hope you enjoy ♡

~

La Riva del Drago non era più la bella e tranquilla isola che era stata in quell'ultimo anno di avventure e scoperte esaltanti; terreni bruciati, alberi sradicati dal suolo, le case distrutte... ormai era diventata un vero e proprio campo di battaglia.

Migliaia e migliaia di draghi sorvolavano l'area, colpendo con il fuoco ogni cosa che fosse ancora in piedi, e saccheggiavano tutto ciò che riuscivano a trovare nei resti delle abitazioni per rendere impossibile un ritorno.

Gli abitanti, i cavalieri di draghi, erano infatti andati via molto tempo prima; ma per evitare che anche Berk facesse quella fine si erano ben preparati in quelle ultime settimane, ed erano pronti a contrastare i cacciatori.

Astrid e Heather erano insieme nella fucina di Skarakkio e stavano limando ognuna la propria ascia, e avevano oltre a quelle anche una carriola piena di spade e mazze appartenenti a tutti i Berkiani che avevano deciso di combattere quella guerra assieme ai cavalieri.

Moccicoso e i gemelli stavano riempendo delle borse con acqua, cibo e varie provviste per il lungo viaggio di oltre due giorni che li attendeva per andare fino alla Riva del Drago, mentre Gambedipesce stava controllando che tutti i draghi fossero in forma perfetta per la partenza.

Hiccup era nella sua vecchia casa, e nella sua borsa stava mettendo tutto ciò che avrebbe ritenuto necessario: un pugnale, Inferno, una bottiglia d'alcool e delle bende per eventuali ferite. Sospirò nel chiudere quella borsa, sapendo che li aspettava una delle battaglie più dure che avessero mai combattuto.

Sdentato, che intanto se ne stava comodo, semisteso sulla sua lastra di roccia, vide che il suo cavaliere non era del migliore degli umori e gli andò incontro, per poi strofinare la punta del muso contro il palmo inerme del ragazzo.
Lui, appena sentito il contatto dell'alito caldo del drago, accarezzò il muso e la fronte, perpoi lasciare dei grattini sotto al mento.

"Andrà tutto bene, promesso..." sussurrò al drago.
Dalle scale provenne un gran tonfo improvviso, seguito da tanti altri che si susseguivano con andatura regolare. Hiccup si affacciò e vide suo padre salire le scale, con un pesante sacco pieno di chissà quali oggetti sulla spalla.

"Hiccup, devo farti vedere una cosa" disse non appena ebbe varcato la soglia della porta e lasciò cadere il pesante sacco sul pavimento, prodicendo un rumore metallico. Da esso, Stoick cominciò ad estrarre pugnali, asce, spade, mazze chiodate, e ad ogni arma Hiccup trasaliva, ancora incredulo per cosa stesse succedendo.

Il letto del giovane era in poco diventato un'armeria.
"Erano tutte le armi anti-drago che usavamo qualche anno fa, magari possono tornarvi utili"
Hiccup fece scorrere lo sguardo su ogni ferro, uno dopo l'altro, e soprattutto fece scivolare le dita su una spada a lui molyo familiare: quella di suo padre.

Aveva una lama scintillante e chiara, ma era pesantissima e ciò dimostrava che non fosse ferro di Gronkio; l'impugnatura era ricoperta da una lunga striscia arrotolata di cuoio scuro, e i due lati dell'elsa erano in legno dipinto, anche se qualche disegno era stato disgregato dal tempo.

"Papà, ma-"
"Sì lo so, lo so che voi non cacciate i draghi, ma..." l'uomo lasciò in sospeso la frase, ben sapendo che duo figlio poteva capire alla perfezione.
Il ragazzo sollevò la spada di suo padre, ma subito dopo chiuse gli occhi e la lasciò andare assieme al mucchio di ferri.

"No papà, non ce la faccio" disse, e Sdentato capì il suo disagio, tanto che andò di nuovo verso di lui e gli scaldò una mano con il suo fiato caldo.
"Come vuoi" disse l'uomo, e si sedette sul letto "in ogni caso ero venuto per dirti altro" la sua espressione si fece più seria di quanto avesse voluto, e Hiccup colse il messaggio, andandosi a sedere accanto a suo padre.

Stoick si tolse l'elmo e si passò una mano tra i capelli, forse per pemsare a come iniziare quel lungo discorso. Suo figlio gli prese l'altra mano dandogli conforto, nonostante non avesse idea di cosa passasse nella mente di suo padre.
"Anni fa, prima di sposare tua madre..."

Hiccup alzò subito lo sguardo sentendo le ultime parole.
Valka. Stoick non ne parlava mai, nè Hiccup faceva mai domande su sua madre. Sapeva bene di come la sua triste storia lo distruggesse, anche se non la conosceva fino in fondo: aveva sentito solo il disperato punto di vista di suo padre, e probabilmente alcune esagerazioni nei fatti erano anche dettate dalle emozioni e dal senso di vendetta, quindi sapeva ben poco della morte di sua madre e ancora meno di tutta la sua vita.

Skarakkio a volte ne parlava: raccontava di lei come una donna magica e bellissima, gli occhi gioiosi splendevano sempre come dei cristalli illuminati dal sole, e il sorriso non lasciava mai il suo volto. Non era mai stata una brava guerriera nè una brava cuoca, ma la sua saggezza e il suo animo buono completavano ogni cosa. Inoltre, era sempre la prima ad avere le iniziative più strane e divertenti in paese, oppure la prima da chiamare se c'era la necessità di un aiuto. Avrebbe sempre detto di sì.

Hiccup strinse la mano di suo padre: se si era spinto così tanto fino a parlare della sua defunta moglie, allora doveva essere davvero importante.
"Prima di sposarla, io ero già diventato il capo di Berk, e come ben sai ero sommerso dagli impegni. Non facevo altro che andare avanti e indietro per tutto il villaggio, a quei tempi c'erano case distrutte in ogni parte per via delle invasioni dei draghi e le manutenzioni o ricostruzioni richiedevano una guida, e dato che erano pochi quelli affidabili, anche io contribuivo."

"È normale, mi sembra ovvio" commentò il ragazzo, non capendo peeò dove suo padre volesse arrivare.
Stoick voltò appena il capo, affinchè potesse guardare negli occhi suo figlio, e gli abbozzò un sorriso.
"Anche tua madre era sempre indaffarata, esattamente come me. Se io dovevo occuparmi delle ricostruzioni, serviva qualcuno che badasse ai commerci, all'ordine cittadino e a tutto il resto, e si era offerta di fare tutto. Tornava a casa distrutta e preparava la cena e qualcosaper il pranzo del giorno successivo, e molto spesso capitava che si addormentasse appoggiata al catino delle stoviglie..." ridacchiò, ricordando magari un'immagine di sua moglie nella situazione appena descritta.

Hiccup sorrise tristemente a sua volta, e con le dita accarezzò le grandi mani di suo padre.
"I preparativi delle nozze sono stati veloci e la cerimonia infatti non è stata proprio appariscente, ma a me poco importava, e lo stesso per tua madre: l'importante era che ci fossimo sposati. Ma anche dopo il matrimonio la situazione non cambiò più di tanto: eravamo così impegnati che non riuscivamo quasi mai a vederci..."

Stoick si dovette fermare. Passò due dita sugli occhi, asciugandoli da un paio di laceime che pungevano sulle punte interne. Sospirò, come per cercare la calma necessaria per continuare a parlare, e sembrò riuscirci.
Hiccup gli poggiò la mano libera sulla spalla: "se non vuoi, non devi continuare-"
"No Hic. Prima che tu vada, lo devi sapere." Rispose con tono duro, e continuò a raccontare.

"Dopo la notte di nozze, Valka rimase incinta. Le obbligai letteralmente di fare tutto e di interrompere tutti i suoi lavori per via del fatto che ti portava in grembo, e all'inizio lei non sembrava essere molto d'accordo. Quando capì che però metteva in pericolo la sua salute e la tua, decise di rimanere a casa, e quindi fu il mio lavoro a raddoppiare. Per fortuna avevo molte persone che mi aiutavano, e quindi non fu così difficile continuare a svolgere i compiti. Piano piano, però, cominciai a lavorare da solo, perchè dopotutto ero il capo e dovevo imparare prima o poi a cavarmela senza nessun altro. E con questo pensiero... tua madre partorì da sola"

Il rosso strinse i pugni, e Hiccup gli lasciò le mani per evitare di fermarlo. Se doveva sfogarsi, lui non era di certo la persona adatta a fermarlo, ma soprattutto in situazioni come quelle è impossibile tenersi tutto dentro.
"Non appena lo venni a sapere corsi da lei come non avevo mai corso, sentivo il vento negli occhi che bruciava e il freddo sulla pelle non faceva effetto dalla velocità con cui mi muovevo. Arrivai fino alla cima della montagna di Gothi con il cuore in gola, e solo lì vidi tua madre tranquilla e serena in un letto, dormiente, mentre tra le braccia di una levatrice c'eri tu"

Hiccup sorrise spontaneamente alle parole di suo padre. Gli stava piacendo questo racconto, nonostante non avesse capito ancora cosa suo padre volesse dirgli.
"I mesi passavano e tu crescevi sempre di più a vista d'occhio, nonostante fossi ancora solo un bambino. Ora, tua madre era impegnata con te 24 ore al giorno, eri davvero esigente, sai?" E rise. La sua risata contagiò anche suo figlio, ma si spense così come il suo sguardo in pochi centesimi di secondo. Gli occhi vissarono il vuoto, e le parole uscivano sommesse, magari sforzate dallo stomaco.

"Fu poco dopo che tu ebbi compiuto un anno, che avvenne la catastrofe."

Anche Hiccup smise di ridere in un battito di ciglia. Guardò subito suo padre che aveva il busto appena chino in basso, e gli occhi verdi fissavano il pavimento.
"Successe tutto così in fretta... mentre nessuno se l'aspettava, un Incubo Orrendo diede fuoco alle strade del villaggio con un solo colpo. Tutti si allarmarono e iniziarono a correre verso le catapulte, altri alla fucina di Skarakkio a prendere le armi, tra cui io"

"Iniziammo a combattere contro quegli animali feroci; sembravano più agguerriti del solito, ma noi eravamo vichinghi senza pietà a quei tempi. Ci difendevamo il più possibile, e quella notte ci furono parecchi morti da ambe le parti" 
Sdentato emise un piccolo mugolio, e Hiccup gli accarezzò la testa con fare dolce. Sentire quella parte del racconto forse non era molto bello per lui... e come biasimarlo.

"Finchè con la coda dell'occhio non vidi anche casa nostra tra le fiamme. Mi lanciai verso la salita, e non appena entrai, vidi tua madre con un'ascia in mano, ma che non si muoveva avanti a un drago. Pensando che fosse terorizzata, io colpii quell'animale e lui si arrabbiò, ma più che colpirmi di rimando ben pensò di prendere Valka tra le sue fauci e di volare via, mentre io ti prendevo per portarti in salvo" quelle ultime parole furono dette assieme a un paio di singhiozzi e di lacrime.
Hiccup stesso non era riuscito a contenersi, e le sue guance si erano inumidite con il liquido salato.

Il ragazzo allungò un braccio e lo mise sull'altra spalla di suo padre, coinvolgendolo in un abbraccio che l'uomo subito ricambiò.
"È questo il punto" disse Stoick dopo qualcheminuto di silenzio "spesso mettiamo tutte le nostre priorità al primo posto, il che è giusto, ma non dobbiamo trascurare ciò che comunque mettiamo al secondo, al terzo, e così via"

"Papà, non so se riesco a seguirti" Hiccup scosse la testa, tornandosi a sedere accanto al padre.
"In tutti quegli anni, Hiccup, non ho mai trovato del tempo da passare con tua madre perchè ero coperto dagli impegni che mi dava Berk" disse poi, e Hiccup iniziò a comprendere.

"Mi stai dicendo che io-"
"Tu, Hiccup, sei un ragazzo d'oro. Riesci ad equilibrare perfettamente tutti i tuoi compiti: allenare i draghi, combattere i cacciatori, guidare i cavalieri ed imparare ad essere capo di Berk, per quando un giorno lo sarai" lo interruppe Stoick. "Ma come ti ho detto, tutte queste priorità ti fanno trascurare il resto..."

Hiccup corrugò la fronte. Il resto? Di cosa parlava?
Cos'altro c'era di così importamte per lui che trascirava? Lui non trascurava mai nulla.
Con lo stesso sguardo interrogativo che aveva rivolto al suolo guardò anche suo padre, che sospirò.
"Hiccup. Sto parlando di Astrid"

Vuoto. Nella mente di Hiccup si aprì una voragine scura, un baratro senza fondo. Lui non aveva mai trascurato Astrid, anzi. Passava sempre ogni momento libero con la sua ragazza, e gli trasmetteva tutto il sio amore.
"Papà, ti sbagli. Io non trascuro Astrid-"
"Questo no di certo" Stoick scosse la testa "ma è altro che devo dirti" sospirò e fece una pausa.

"Sono stato con tua madre, l'ho sposata e abbiamo avuto anche te comr figlio. Ma accecato da tutti i miei impegni, non le ho mai detto una frase."
"Quale?" Chiese Hiccup.
"Non le ho mai detto io ti amo."
E fu a quelle patole, che finalmente Hiccup capì.

"Era sempre qualcosa che rimandavo a momenti più tranquilli, momenti in cui potevamo stare da soli, e alla fine l'ho persa senza aver concluso nulla." Finì così il suo discorso e si alzò dal letto, diretto alla porta.
Hiccup era rimasto pensieroso, realizzando che in tutti quei mesi passati alla riva del drago come fidanzato di Astrid Hofferson, anche lui non le aveva mai detto quella frase, nonostante fosse la pura verità.

Si alzò di scatto e parlò, facendo voltare suo padre.
"Quindi mi stai dicendo che devo dire ad Astrid che la amo il prima possibile?"
Stoick tornò sui suoi passi e gli mise le mani sulle spalle: "figlio. Ci sono sempre modi e modi, di certo non è una cosa che va presa alla leggera. Ma proprio perchè pra stiamo andando in guerra... devi farlo prima che sia troppo tardi."

Quelle furono le due ultime parole, dopodichè il grosso uomo scomparve dietro la piccola porta, lasciando Hiccup con Sdentato e un mucchio di ferri sul letto.

~

I draghi erano pronti al decollo. Tutti avevano preso i rifornimenti necessari per la guerra, ed erano pronti a contrastare l'attacco nemico. I cavalieri si erano muniti di giubbe e maglie in ferro per essere più al sicuro in eventuali lotte corpo a corpo, e i draghi erano stati vestiti della speciale armatura contro le frecce dei cacciatori.
A terra, i migliori guerrieri slerano schierati in precise file, e tutti gli altri si occupavano dell'armeria da lancio, come catapulte e cannoni.

Hiccup si guardò intorno; nonostante la vista fosse leggermente offuscata dal suo elmo riusciva a vedere tutta l'attenzione e la tensione che c'era fra i Berkiani. Alla mente ritornarono le parole del padre, e in lontananza vide Astrid.
Stava fissando alle braccia dei guanti più pesanti, forse per evitare slogature nei colpi a mani nude, e oltre al kyrtill blu indossava anche un'armatura di maglie in ferro.

Il ragazzo ordinò a Sdentato di avvicinarsi a Temoestosa e alla sua lady, e il drago obbedì in poco tempo. Atterrò accanto al drago e notò che ora Astrid si stava riscaldando sulla groppa di Tempestosa, e non appena lo vide gli sorrise subito.
"Hey" lo salutò.
"Hey, tutto ok?"
"Giusto un po' tesa." Confessò, e portò la mano al gomito, per poi far scivolare il braccio dietro la schiena.

"Devo dirti una cosa" Hiccup buttò fuori quelle patole tutto d'un fiato, e Astrid lo guardò seria.
"C'è qualcosa che non va?"
"Ehm, no. Cioè... sì, forse... dipende da comela metti..." il ragazzo si portò una mano alla nuca e si tolse l'elmo.

"Asttid, ci conosciamo da sempre, e ormai la nostra relazione va avanti da mesi. Stare con te mi rende l'uomo più felice del mondo, e dato che non sono per niente bravo con le parole, voglio semplicemente dirti che ti amo, e voglio farlo prima che sia troppo tardi"

La ragazza rimase sconvolta da quelle parole dette così senza preavviso, prima di una guerra, poi. Ciò nonostante, non poteva che essere felice, al settimo cielo.
"Tanto per iniziare tu sei un maestro con le parole" disse, e si sporse verso il vichingo. Per non farla cadere, Hiccup allungò una mano e intrecciò le dita tra le sue, e poi la baciò. Fu un bacio lungo, lento e passionale, uno di quelli che non si erano mai dati neanche nelle loro notti d'amore (che ovviamente non si concludevano con certi aspetti perchè Astrid doveva arrivare pura al matrimonio).

(Praticamente ci andavano pesanti di sesso anale- OK ME NE VADO :D)

Hiccup allungò anche l'altra mano e la intersecò tra i capelli biondi della ragazza, e comeper aiutarlo, Tempestosa fece un passo e si ritrovò spalla a spalla con Sdentato.
Astrid indietreggiò di pochi centimetri con le labbra, quanti bastavano per parlare ma anche per sentire ancora il fiato caldo del ragazzo sulla sua pelle.
"Ti amo anche io" gli disse, e sorrise.

"E ricordalo fino alla fine." Hiccup tornò retto sul suo drago, ma senza lasciare la mano della giovane "Noi siamo Hiccup e Astrid, per sempre"
La tromba d'avviso suonò, rivelando l'arrivo delle navi nemiche e dei draghi. I cavalieri presero il volo insieme, pronti ad unanuova guerra.

Hiccup e Astrid presero il volo per ultimi e si tennero la mano finchè non furono alti nel cielo e costretti a dividersi.
Perchè tutto quello che era la loro vita l'avevano costruiti insieme.
Si erano innamorati ed amati, insieme.
E avrebbero difeso la loro isola anche a costo di morire, pur di morire insieme.

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Capitolo 43
*** ONE SHOT N. 41 ***


Hiccup ribaltò il cuscino per l'ennesima volta, cercando di trovare un lato che non fosse troppo umido delle lacrime. Strinse tra le dita le coperte che aveva tirato quasi fin sopra i capelli e  ne alzò un lembo, si alzò a sedere sul letto e lasciò andare un sospiro.

Ai piedi del letto se ne stava accucciato Sdentato, il suo gatto, che udendo i suoi movimenti si era svegliato e aveva alzato la testa per osservarlo incuriosito; il ragazzo, in risposta, lo guardò con occhi assonnati e un mezzo sorriso, poi allungò una mano e la posò sulla testa dell'animale.

Si chinò e afferrò la stampella che teneva a terra, in caso si fosse dovuto alzare durante la notte ma non avesse il tempo o la voglia di agganciare la protesi e con una spinta si tirò su, sempre muovendosi con calma e lentezza per evitare di fare troppo rumore e svegliare il suo compagno di stanza, Gambedipesce, o peggio il resto del college.

Camminò lentamente e aiutato dal sostegno fino a raggiungere la scrivania, e una volta arrivato allungò un dito al cellulare e controllò l'ora: le tre e quaranta. Con l'angoscia stampata in volto, Hiccup tornò a letto e si coprì di nuovo con le coperte, muovendosi così goffamente da far scendere Sdentato dal letto.

Il ragazzo si rigirò un altro paio di volte, continuando a fare attenzione a non fare troppo rumore, e intanto il micio aveva ben capito che anche quella notte avrebbe dormito a terra, se davvero avesse voluto dormire.

Questo perché Hiccup non avrebbe chiuso occhio, come sempre.

¤

Nel genere umano esistono milioni di pregi e di difetti, e la combinazione di un centinaio di questi formano il carattere di ogni persona, sempre diverso da quello degli altri anche se in una minima parte.

Quando una piccola sfumatura del nostro io interiore non ci va a genio, tutti tentiamo di nasconderla o di evitare la vocina nella nostra testa che ci dice di agire secondo quella parte di noi, perché siamo inconsapevolmente consapevoli di non poter cancellare o modificare il nostro modo di essere.

Certo, ci si può migliorare, peggiorare, ma come si nasce così si muore e nessuno può fare o dire altrimenti; la natura di una persona rimane tale, perché anche se crede di essere cambiata radicalmente, rimarrá sempre in lei il suo carattere precedente.

Ed è per questo che esistono i valori nella vita,un gruppo di insegnamenti e regole morali che ci danno una bella faccia, ci mettono in buona luce, ci fanno sembrare migliori; una riserva di cose positive che sfruttiamo quando tutto sembra perduto.

Qualcosa di così importante e bello che l'uomo non sa usare nel giusto modo.

Al mondo di oggi cosa sono i valori, cosa valgono? Meno di niente, dicono tutti. Dato che le persone devono nascondere i loro lati negativi e non valorizzare la loro persona, li mettono da parte e screditano chiunque ne faccia uso.

Ormai non è importante il ragazzo che studia e va bene a scuola, ma quelli che ha scopato più ragazze nel fine settimana, o che ha fatto la cazzata più megagalattica del secolo. Non conta più il lavoro che gli altri fanno per noi, quanto un oggetto possa avere una storia o una fatica dietro, conta solo avercelo e sfoggiarlo, mostrarlo al mondo.

Pur di fortificare le mura che si usano per nascondere i difetti di una persona, questa è capace di dimenticare chi sia per davvero, quasi fino a scomparire e a diventare un essere amorfo, privo di personalità, che si confonde e si mischia a tutti gli altri come lui, e ce ne sono tanti.

Sono tanti quelli che hanno dimenticato quale sia il loro vero pensiero, la loro vera natura; sono tanti quelli che ormai sono tutti uguali perché vivono tutti dello stesso fuori e hanno dimenticato cos'hanno nel proprio dentro; sono tanti quelli che si sono colorati di grigio perché hanno chiuso il tappo del loro personale colore.

E pur di mostrarsi ancora di più, le persone sono capaci di sminuire le altre per sentirsi migliori, per sentirsi più forti. E le vittime di questa caccia spietata sono tutti coloro cge risultano diversi, coloro che sono trasparenti, senza maschere, senza mura, coloro che sono semplicemente loro stessi e che mostrano pregi e difetti, ed esaltano la loro persona con i valori morali.

Sono quelle persone sensibili e oneste, quelle che vogliono un sorriso per il mondo che li circonda e non da disegnarsi sulla faccia per essere integrati nella societá. Sono persone dal cuore buono e dall'animo gentile, ma come detto prima secondo tutti valgono meno di niente, come i valori, solo perché non si mostrano.

E vengono insultati, esclusi, maltrattati se non uccisi. E se sopravvivono fisicamente, la maggior parte delle volte è la loro anima a morire, così sensibile e pura da non riuscire a sopportare il marcio del mondo.

E quelle povere persone si ritrovano sole, depresse, a passare in silenzio il giorno e in lacrime la notte, proprio come Hiccup quella sera. 
Le lacrime gli rigavano le guance e scendevano senza che lui potesse controllarle, le parole che gli erano state dette riecheggiavano nella sua testa, sbattendo da una tempia all'altra, e il ricordo delle mani sulla sua pelle era il colmo, il peggio del peggio.

"Ignorali, sono solo un mucchio di palle" pensava, e il grosso delle accuse e delle offese diventava superfluo e dimenticato, senza gravi effetti, ma il danno fisico restava e creava come un trauma, un blocco che gli impediva spesso anche le azioni più facili come camminare, spogliarsi, guardarsi allo specchio.

Una volta, Gambedipesce lo aveva beccato a piangere nel bagno durante l'ora di fisica, e Hiccup si era ripromesso che non sarebbe mai più dovuto accadere: non avrebbe potuto sopportare ancora una volta il peso del suo sguardo o le sue mille domande, i suoi tentativi di comprensione se poi secondo lui non poteva capire nulla della sua situazione.

Hiccup non ce la faceva più: si strappò le coperte di dosso, facendole cadere sul suo gatto che miagolò contrariato, e si avvicinò alla protesi; la agganciò, si alzò dal letto, prese una giacca e uscì. Il corridoio era buio, ma per fortuna aveva una piccola torcia appesa al portachiavi della sua stanza, e la usò per illuminarsi la via fino a una porticina in fondo al corridoio dell'ultimo piano.

Hiccup passò le dita sul bordo dello stipite, in alto, fino a sentire una piccola chiave che afferrò e girò nella serratura, aprendo il passaggio. Salì le ultime scale che c'erano, facendosi strada con la luce in quel condotto umido, e infine sbucò da un'altra porta all'esterno, sul tetto della scuola. 

Il ragazzo spense la luce e si avvicinò al bordo, si sedette e lasciò andare le gambe giù, sentendo tra i capelli l'aria fresca della sera.
Da lì, poteva vedere tutta Berk, la sua isola a largo della Norvegia.

Dritto avanti a lui, dopo i tanti palazzi, vedeva la spiaggia, mentre alle sue spalle tra le coste alte e  frastagliate si innalzava un faro; e tutt'intorno era un gioco di luci e colori che contornavano la vista del Berk College, un college per ragazzi dai 15 ai 19 anni.

Era giá il terzo anno che Hiccup passava lì, eppure si sentiva un estraneo. Quel mondo era così sconosciuto a lui, come se ogni mattina fosse la prima volta che entrasse in quella classe oppure che ogni notte fosse la prima notte che passava in quel letto.

Hiccup appoggiò le mani ai lati dei suoi fianchi e si chinò appena in avanti per stare più comodo, e inspirò l'aria fredda della sera inoltrata; la sensazione di fresco nel suo corpo lo fece sentire meglio, come anche il leggero vento che percepiva pungente sulla pelle e che gli passava tra i capelli castani leggermente troppo lunghi per essere un ragazzo.

Una spinta, due, tre, e i piedi iniziarono a dondolare lentamente sotto lo sguardo attento del bruno, velato sì dal sonno ma anche concentrato nei propri pensieri.
Gli occhi verdi guardarono un po' più giù del previsto, e per l'ennesima volta una strana idea balzò nella mente del giovane, ma la scacciò via subito ricordandosi che la morte e la sconfitta non erano la soluzione; avrebbe aatto star male quei poche che tenevano a lui, se ce n'erano, e i bulli non avrebbero smesso di certo di comportarsi come facevano neanche dopo un evento simile.

Non voleva pensare a cos'era successo quella mattina e che lo aveva ridotto nel suo stato, non voleva pensarci proprio, ma il senso di angoscia e paura lo tormentavano e nonostante fosse consapevole di quanto le parole degli altri non contassero nulla, non riusciva a sopportarle, ad evitare di soffrirci su.

Tutte le volte che finiva sul tetto, cioè la maggior parte delle notti, Hiccup cominciava a farsi mille domande, a formulare centinaia di pensieri e di ipotesi che poi scriveva in un quadernino che teneva nascosto dietro alla porta che conduceva al tetto,  posto accanto al muro e all'ombra così che nessuno potesse vederlo.

"Perché tutto questo?"
"Cosa gli ho fatto?"
"Perché proprio io?"

E continuava così per ore ed ore, per notti intere e a volte anche giorni, e poi scriveva e scriveva tutte le risposte che si dava o le ipotesi che riteneva giuste.

"Alle persone non interessa di fare la cosa giusta o sbagliata, di trattare male qualcuno solo  in conseguenza delle sue azioni, ma interessa loro soltanto apparire agli altri nel migliore dei modi, risultare superiori per sentirsi importanti nonostante comporti la sofferenza di molti..."

L'ultima pagina che aveva scritto l'aveva lasciata in sospeso così, tra il dubbio e il mistero, anche forse un po' incredulo di ciò che stava scrivendo: era la verità? il mondo era davvero così marcio?
O forse era lui che non aveva capito un bel niente della vita?

*

*

~*Angolo Autrice*~

ZONO TORNATA WIIII
Ogni volta che riesco ad aggiornare è una sensazione assurda, cioè- IU KANT IVEN IMEGIN
Anyway
NON NOTATE IL TRASH ASSURDO DI QUESTO CAPITOLO PLS, ma quando la notte non dormi e giustamente di stare calmi e tranquilli non se ne parla, e la tua mente iperattiva pensa e pensa e pensa e pensa (aiutata un po' anche dalle tonnellate di caffeina nell'estathè) E PENSA PENSA PENSA, ti esce roba del genere.

VABBE

Vi auguro quindi di non rimanere svegli la notte se come me avete dilemmi di logica/fisica quantistica/filosofia/psicologia acuta nella vostra testa o vi ritrovate a farvi domande del tipo "ma perchè le galline hanno le piume ma non i baffi?" E LO DICO PERCHÉ MI È CAPITATO, CIOÈ VI IMMAGINATE QUANTO SAREBBE SEXY UNA GALLINA COI BAFFI FRANCESI?

Vi auguro quindi di non rimanere svegli la notte se come me avete dilemmi di logica/fisica quantistica/filosofia/psicologia acuta nella vostra testa o vi ritrovate a farvi domande del tipo      

BEH SAREBBE PIÙ O MENO COSÌ
ED È BELLISSIMA
VOGLIO LE GALLINE COI BAFFI

Parlando di cose serie

QUESTA STORIA HA RAGGIUNTO SU WATTPAD LE 10.000 LETTURE

DIECIMILA FOTTUTISSIME VOLTE IN CUI AVETE LETTO STE ROBE THISAGIATE

Allora tre sono le cose

O siete pazzi

O siete scemi

O magari le so buttare giù pure io quattro parole con un senso

BABBE. imparalelingueconBabbel

Questa OS era iniziata per essere a sfondo Hiccstrid, ma poi ho cambiato idea perchè non sapevo come continuare e mi ero scocciata di non pubblicare.

QUINDI BECCATEVI QUESTO HICCUP IN CRISI ESISTENZIALI

CI VEDIAMO GENTE BELLA

E GRAZIE DI CUORE PER TUTTO♥

~R♡S

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Capitolo 44
*** ONE SHOT N. 42 ***


Anche questa one shot non è completamente incentrata sulla Hiccstrid ma... non voglio fare spoiler inutili :)
Buona lettura

*

Hiccup strinse le mani a pugno sulla superficie della porta di legno bianco, sulla quale erano stati dipinti due draghi dai colori sgargianti e vi erano varie impronte di mani qua e là. Una lacrima gli solcò lo zigomo fino a cadere sulla moquette, mentre lui tentava di trattenere invano i singhiozzi per non fare troppo rumore.

Astrid gli poggiò una mano sulla spalla consapevole del suo dolore, e alzandosi sulle punte poggiò un bacio casto sulla schiena curva di lui, tra le scapole, e passò l'altra mano nella folta chioma castana di suo marito.

"Non posso, Astrid... io non ne ho il coraggio..." piagnucolò, poggiando la fronte sulla porta e lasciando libera via alle lacrime che non era capace di trattenere
"Hic, se non ce la fai gli parlo io..." Astrid fece scivolare la mano dalla spalla al suo pugno teso e tentò di rilassarlo, ma anche lei era invasa da uno strano brivido di angoscia e la voce le tremava.

"As, lo sai... non puoi parlargli tu" Hiccup le rivolse lo sguardo lentamente, lasciando sempre che la testa fosse sostenuta sulla porta: i suoi occhi, solitamente verdi e accesi come l'erba delle distese pianeggianti sotto il sole di primavera, avevano assunto un colore scuro, spento, i bordi erano rossi e gonfi e ancora umidi di lacrime. Eppure, le sue labbra sorridevano. Sorridevano dolcemente e in modo sereno, mentre il pugno che teneva stretto sulla porta si trasformò in una dolce carezza tra le dita della consorte.

"Lo so, ma qualcuno tra noi deve dirglielo" Astrid abbassò lo sguardo pensierosa, mentre l sua espressione si incupiva di terrore "se venisse a saperlo da solo-"
"Non verrà mai a saperlo da solo" Hiccup la interruppe severo e deciso, facendo sussultare la giovane donna accanto a lei per il tono utilizzato. Quella scarica di paura provocata dal pensiero che suo figlio, Osvald, potesse scoprire da solo cos'era appena accaduto gli diede una forza apparente per alzarsi, prendere un respiro ed entrare nella stanza.

Era notte fonda di una notte in pieno luglio, e per far entrare un po' di fresco la finestra era rimasta aperta e il vento muoveva le tende azzurre, creando delle onde ipnotiche lente e silenziose. Sulla scrivania era ancora aperto un libro per i compiti delle vacanze ricoperto da matite e pennarelli, e a terra, sul tappeto, c'era ancora qualche giocattolo. Hiccup andò a sedersi sul comodino, facendo attenzione a non far cadere la sveglia che segnava le 3.54 del mattino.

Che fare? Svegliarlo, dirglielo subito? O aspettare che si fosse svegliato la mattina dopo per permettergli di dormire sereno almeno per quella notte?
Era già passato un giorno ormai, Hiccup non poteva permettersi di aspettare ancora.

Con dolcezza, il giovane posò una mano sul braccio di Osvald, e lo scrollò appena chiamando il suo nome; di scatto, il bambino si alzò a sedere e fissò il padre con occhi svegli, quasi più di Hiccup stesso, il che lo fece rimanere incredulo per un attimo.
"Ti stavo aspettando, ho sentito te e mamma sulla porta" disse il piccolo.

Osvald aveva sei anni e mezzo e aveva appena terminato la prima elementare. Era un ragazzo davvero brillante e maturo per la sua età, una caratteristica che aveva ereditato da suo padre come i lineamenti del viso, la corporatura esile e asciutta e la folta chioma castana. Ma i suoi occhi azzurro ghiaccio il sorriso furbo e il carattere acceso e perspicace erano proprio frutto di sua madre.

Hiccup strinse tra le mani quelle di suo figlio e baciò le nocche, poi guardò in alto e chiese agli dei di mandargli le parole giuste per iniziare quel discorso cosi complicato. "Io e mamma dobbiamo dirti una cosa. È una cosa un po' triste all'inizio, ma tu non ti devi preoccupare perchè andrà tutto bene... ok?"

Osvald assottigliò lo sguardo curioso di sapere, e rimase in silenzio lasciando che suo padre continuasse.
Hiccup cacciò un respiro profondo.

"Osvald... dov'è nonno Stoick?"

Il piccolo alzò lo sguardo di colpo, colpito da quella domanda improvvisa.
"Nonno Stoick... io non l'ho mai visto."
"Esatto, come sai lui ci ha lasciati prima ancora che tu nascessi..." gli disse, poi continuò con le sue domande. "E ieri? Ieri cos'è successo?"

Osvald tentava di capire perchèsuo padre chiedesse tanto se aveva qualcosa da dirgli, si chiedeva perchè non andasse direttamente al punto come faceva sempre e come voleva dagli altri; odiava i giri di parole e le perdite di tempo, gli aveva sempre detto che le lusinghe e le parlantine non influivano sulle sue risposte.

"Ieri sera tu e mamma siete dovuti uscire di fretta e mi avete portato a dormire da zio Dagur e zia Heather" rispose il piccolo, ripensando alla sera precedente. "Poi mi siete venuti a prendere e mi avete lasciato a casa con nonna Inga perchè siete dovuti uscire di nuovo e adesso lei sta dormendo nel salone"

Hiccup sentì la fronte sudare in quel momento, e vi passò il polso. Doveva riuscirci, doveva parlare.

"Osvald... ieri io e mamma siamo andati da nonna Valka. È successo che... che nonno Stoick l'aveva chiamata al telefono-"
"Nonno Stoick? Ma non è possibile!" Lo interruppe OSvald.
"Fammi parlare, ti prego" Hiccup tirò su con il naso cercando di trattenere le lacrime avanti a suo figlio, per non lasciargli impressa un'immagine troppo negativa della situazione.
"È difficile anche per me..."
"scusa papa"

"Allora, nonno Stoick da lassù si sentiva tanto solo e allora ha chiamato la nonna, e gli ha detto: 《Valka, mi manchi tanto, e io sono tanto solo》. La nonna, che ama tanto il nonno anche se non c'è più, era tanto contenta, e allora è andata da nonno Stoick. Però la nonna non può guidare, e allora l'abbiamo accompagnata io e mamma" Hiccup raccontò d'un fiato quella storiella, sperando che suo figlio capisse senza essere troppo diretto.

Osvald rimase per un attimo in silenzio, cercando di assimilare quelle parole. "Quindi la nonna è andata a fare visita al nonno"
Hiccup si morse un labbro pur di non esplodere in lacrime. Avrebbe voluto abbracciare forte suo figlio e sfogarsi, riempire di urla la stanza e prendere a pugni il muro finchè o quest'ultimo o le sue mani non si fossero distrutti rendendo impossibile continuare.

"La nonna è andata a vivere per sempre con il nonno, e non la possiamo vedere più"
"Perchè? Non vuole tornare?" La voce di Osvald si incrinò a quelle parole e Hiccup era sul punto di esplodere.

Astrid osservava la scena da uno spiraglio lasciato dalla porta socchiusa. Si morse il pugno per rimanere zitta e si appoggiò con la schiena al muro, lasciandosi scivolare a terra accanto alla porta. Lei non avrebbe avuto nè la forza nè il coraggio di iniziare un discorso del genere con quella calma e quell'autocontrollo, soprattutto con suo figlio.

"Nonna ha fatto una scelta, Osvald. Doveva scegliere se rimanere qui con tutti noi o se andare dal nonno che le mancava tanto, e ha deciso di andare dal nonno"
"E non ha pensato a me? Mi ha lasciato senza di lei??"
"Osvald..." Hiccup digrignò i denti e si lasciò scappare dei singhiozzi, poi respirò a pieni polmoni e tentò di calmarsi.

"Osvald, tu qui hai tutti i tuoi amici, hai me, la tua mamma, nonna Inga e gli zii. Il nonno invece era solo, solo da tanti tanti anni, quasi dieci, e voleva stare con la donna che ama e che gli mancava da tanto tempo"
"Però la nonna mi manca..." disse con voce flebile il bambino, guardando in basso.

Hiccup lo tirò a sè e nascose la sua testa nel proprio petto, affinchè non lo vedesse con l'espressione sofferente in volto. 
"Manca tanto anche a me, Osvald" sussurrò poi.

Il piccolo si lasciò stringere da suo padre e gli accarezzò i lati della schiena con le sue piccole mani, mentre lui gli stringeva la testa affondando la mano nei capelli castani.
"Però sono sicuro che al nonno mancava di più" disse dopo un attimo di silenzio, e sciolse l'abbraccio per sbadigliare.
"Adesso è ora di tornare a dormire"

Hiccup si alzò in piedi e rimboccò le coperte a suo figlio, che ancora una volta si lamentò per il caldo ma il padre era chiaro come tutte le sere: "se vuoi dormire con la finestra aperta, devi tenere le coperte. Tira vento"
Il piccolo obbedì, e Hiccup si chinò a baciargli la fronte. Gli diede la buonanotte e si diresse alla porta, ma prima che potesse aprirla il figlio lo chiamò di nuovo.
"Papà?"
"Dimmi"

"Domani andiamo a comprare un mazzo di fiori e li portiamo sulla tomba della nonna?" 
Hiccup si sentì trafitto a quelle parole, ma poi vide suo figlio sorridergli con tutta la calma del mondo,  Hiccup annuì con lo stesso sorriso, e gli occhi che si riempivano di lacrime che per via del buio Osvald non poteva vedere.

"Ma certo"
Il giovane si chiuse velocemente la porta alle spalle e trovò Astrid ad aspettarlo. Rimase immobile a fissare il vuoto, poi le lacrime iniziarono a cadergli dagli occhi e a scorrere sul viso e Astrid capì. Gli prese la testa e la tirò a sè, facendola scontrare con la sua spalla, e passò con dolcezza le dita tra i capelli.

Hiccup la strinse fortissimo, come fosse la cosa più preziosa al mondo, e cominciò finalmente a sfogarsi e a lasciar andare via tutte le emozioni che aveva trattenuto in corpo fino a quel momento.
"Sei stato bravissimo, ce l'hai fatta" gli sussurrò sua moglie, e Hiccup strinse i suoi fianchi così forte che lei iniziò a sentire dolore. Lui se ne accorse e la lasciò, e mormorò delle scuse.

"Astrid io... io l'ho traumatizzato...gli ho detto un mucchio di cazzate..." il ragazzo poggiò un braccio contro la parete e vi pose la fronte, e Astrid gli mise una mano sulla spalla.
"Hic tranquillo. Non è vero. Nessuno sarebbe stato capace di dirgli quelle cose come hai fatto tu... io per prima"

Hiccup rimase in silenzio, e allora Astrid scivolò sotto il braccio di lui che era poggiato al muro e si mise di fronte a lui, si alzò sule punte e gli lasciò un dolce bacio sulle labbra. Hiccup tentò di rispondere, ma il senso di angoscia lo invase di nuovo e affondò il viso nei capelli sciolti di lei, lasciandosi abbracciare ancora, in una delle notti più lunghe della sua vita.

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~Angolo Autrice~

Ok ragazzi, tutti in fila, prendete il numero alla macchinetta laggiù e mi picchiate uno alla volta :D

A volte mi escono i momemti depressi così, che ci posso fare.

ANYWAY

Come stanno andando le vostre vacanze? Già stati al mare/piscina/montagna/stocazzo/ecc?

Io ho fatto CONTATI SULLE DITA 3 giorni di mare fino ad ora, però dovrei iniziare da domani ad andare tutti i giorni.

GIUSTAMENTE MI VIENE IL CICLO, HAHAHAHAHAHA.
MA LE GIOIE... QUANDO MAI.

Lo sapete che mi sono fissata ancora più di prima con i BTS? Sì, lo sapete e fin troppo.

FATEMI SAPERE COSA FATE PER LE VACANZE QUEST'ANNO, SONO CURIOSA

Sciau popoloh☆☆

~R♡S

 

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