A hopeless place

di Itsmary17
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** a very bad idea ***
Capitolo 2: *** speeches and plans ***
Capitolo 3: *** making deals ***



Capitolo 1
*** a very bad idea ***


La storia parte dalla decima puntata della sesta stagione di Once Upon A Time.
Abbiamo lasciato Emma e Regina in una falsa Foresta Incantata, mentre si apprestano a tornare a casa. Tuttavia, l’apparizione di Robin Hood scombussola i piani e alla fine le due si ritrovano bloccate in un mondo a cui non appartengono.
Ho saltato tutta la parte di ciò che succede tra Regina e Robin dopo il loro incontro perché non era ciò che mi interessava raccontare e son andata direttamente al momento in cui le due si disperano perché non sanno che “pesci pigliare” per tornare a Storybrooke.
Sappiamo da delle indiscrezioni che nella 6x11 ritroveremo anche Belle in questo mondo parallelo, ma gli autori non hanno specificato se giovane o già anziana o se si ritroverà con Rumple.

Io ho voluto immaginarlo così.
Buona lettura.
 
 
A HOPELESS PLACE

 
- Regina, ora che l’ultimo fagiolo magico è andato, cosa facciamo? Non c’è modo di tornare a casa.
La donna sollevò lentamente lo sguardo verso l’amica, con la fronte corrugata e una pessima idea in mente.
- Veramente, un modo ci sarebbe…
Gli occhi di Emma si illuminarono all’istante.
- Ah sì? E quale sarebbe?
- Non penso che ti piacerà, ma è la nostra unica alternativa.
La bionda si lisciò il vestito e si sedette vicino alla mora, con un accenno di sorriso agli angoli della bocca.
- Dimmi tutto.
Regina, che aveva osservato con un cipiglio alzato tutta la manovra dell’altra, sospirò e con tono stressato disse: - Dobbiamo stringere un patto con Rumpelstiltskin.

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Capitolo 2
*** speeches and plans ***


Emma riuscì goffamente a evitare le radici che spuntavano dal terreno, nel tentativo di raggiungere Regina che a passo svelto si stava addentrando nella foresta.
- Beh, non mi sembra così malaccio come piano, dopotutto. Cosa c’è che non va? – domandò con un tono leggermente stridulo, mentre evitava un ramo a mezz’aria.
A quelle parole la donna si bloccò di scatto, puntandosi sui piedi e girandosi a guardare negli occhi la bionda.
- Va che siamo in un mondo sconosciuto, un mondo che è solo uno specchio del nostro. Una finzione, ricordi? Quindi non sappiamo con chi abbiamo davvero a che fare. Un mondo in cui ho tenuto la persona più pericolosa e vendicativa del mondo in gabbia per… Quanti saranno stati? Vent’anni? Un secolo? Non ne ho idea. Mi ha aiutata una volta solo perché aveva modo di guadagnarne anche lui, ma ora? Dubito che lo farà di nuovo.
E così dicendo rigirò i tacchi e riprese a camminare.
- Beh, se è per questo – rispose Emma, riprendendo a incespicare sul terreno sconnesso – Hai anche tenuta prigioniera la sua cameriera, da qualche parte, per lunghissimo tempo.
Regina si arrestò nuovamente, tornando a guardare l’amica.
- Che cosa?!
- Così si dice, ma son solo voci… - balbettò Emma.
- Parli di Belle? – domandò incerta la donna.
- Proprio lei. Son solo voci, ma in giro si racconta che l’hai tenuta prigioniera per anni in una torre oscura, per poi spostarla in un luogo ancora più tremendo, un luogo pieno di sofferenze…
Regina scosse la testa e appoggiandosi a un tronco sospirò: - Ok, ho bisogno di un momento per metabolizzare la notizia. Sapevo di essere cattiva ma non immaginavo così cattiva…
L’amica la guardò con affetto. La “vecchia” Regina avrebbe riso del gesto, la “nuova” quasi se ne stupiva. Era davvero cambiata. Sorrise.
Dal canto suo Regina non si accorse dello sguardo che Emma le stava rivolgendo: si era messa seduta su un tronco sdraiato, prendendosi la testa tra le mani e chiudendo gli occhi.
- Okay – disse all’improvviso, sollevando il capo - Che altro sai dirmi di questo luogo?
- Si vocifera che sia un posto dove il tempo scorre diversamente da qua, un luogo dove le torture diventano eterne e le pene da scontare immortali. Pochi entrano e quasi nessuno ne esce. È un posto dove la cosa più ambita è la morte, che viene invocata come se fosse l’unica via di salvezza, ma che, regolarmente, non giunge.
- Okay, okay, mi basta così per il momento – la interruppe Regina, tornando a riprendersi la testa tra le mani – Come mai sai tutte queste cose su un luogo che così poco si addice a una principessa? – la canzonò poi, con tuttavia poca convinzione.
- Perché è il luogo dove volevano mandarti i miei genitori... Prima che io li convincessi a esiliarti solamente, si intende.
La faccia scioccata dell’amica fu una risposta esauriente per Emma.
- Beh, considerando che non ero io… Grazie – sospirò – Ma questo come ci aiuta? Come ci arriviamo a questo posto?
- Aspetta, io non ho parlato di arrivarci!
- Emma, Belle è il Vero Amore di Rumpelstiltskin e tanto qui quanto nella vera Foresta Incantata lui crede ancora che sia morta e ne sente la mancanza. Se solo riuscissimo a trovarla, potremmo sfruttarla per…
- Regina! – la interruppe la Salvatrice, con tono di rimprovero.
- Sì, insomma, intendevo, potremmo usarla come merce di scamb…
- Regina!! – la riprese nuovamente l’amica.
- Oh insomma, sarebbe il nostro biglietto di ritorno. Ma come possiamo giungere in un luogo così sperduto?
- Dovresti saperlo, visto che ce l’hai spedita tu.
Emma le fece un cenno col capo e in risposta Regina alzò gli occhi al cielo.
- E se… - esordì all’improvviso – E se non dovessimo trovarlo noi, quel luogo? Se lasciassimo questo compito direttamente a lui? In fondo, già l’informazione di Belle viva potrebbe bastare per ottenere un accordo.
- Sarebbe un’idea.
- Bisogna tentare.
 
 

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Capitolo 3
*** making deals ***


- Mie care signore, pensavo che il nostro accordo fosse concluso. Dunque, per quale motivo mi trovo qui?
Regina gettò un’occhiata all’Oscuro e subito dopo alzò gli occhi al cielo, sperando che Emma cogliesse il messaggio. Cosa che, effettivamente, fece, in quanto spalancò gli occhi e soppesando le parole prese a dire: - Rumpelstiltskin, abbiamo avuto un piccolo “incidente di percorso” e ora necessitiamo del vostro aiuto.
- Dunque volete stringere un altro accordo?
Il folletto si fece avanti con un ghigno beffardo impresso sul volto e una mano alzata in una delle sue solite pose.
- Sì, è così – rispose la bionda.
Regina si stupì della sua tranquillità.
- E cosa mi offrite in cambio del vostro ritorno a casa?
Emma esitò un attimo.
- Informazioni – intervenì Regina.
- Pff – sbuffò il folletto – E che me ne faccio io delle vostre informazioni? Vi dimenticate forse che ho la capacità di vedere il futuro?
- Potrai anche vedere il futuro – continuò la donna, avvicinandosi all’essere dalla pelle squamosa – Ma di sicuro non hai la capacità di vedere il passato e tutti quegli anni in cui sei rimasto rinchiuso nei sotterranei del mio Castello, lontano dal mondo e da tutto ciò che accadeva su di esso.
- Ma questo mondo è finto, l’hai detto tu stessa dearie.
Regina sorrise e nel farlo schiuse una mano, rivelando una palla di fuoco.
- Vediamo se è davvero finto come credi, metti la mano qua sopra.
Rumpelstiltskin mosse la testa in segno di ammirazione e con un sorriso beffardo commentò: - Astuto, dearie, astuto. Ma dimmi, cosa vuoi in cambio di queste… Informazioni? Non sono in possesso di un altro fagiolo, anzi, mi risulta che quello che ho dato a voi fosse l’ultimo.
- Non c’è modo di tornare a casa? – gemette Emma.
- C’è e lui lo troverà – ringhiò Regina, puntando la sfera di fuoco verso il volto dell’Oscuro.
- Sono sempre stato un fan della tua determinatezza, dearie – commentò il folletto, spostando con un colpetto la mano della donna – Ma ripeto nuovamente che facevi più paura con i tuoi vestiti da regina cattiva.
- Abbiamo un patto, Rumpelstiltskin? – continuò la donna, ignorando la provocazione.
- Chi vi dice che lo rispetterò? – ghignò lui.
- Nessuno, ma confidiamo nel tuo – Regina fece una pausa, soppesando le parole - Amore verso Belle.
A quella parola lo sguardo del folletto cambiò totalmente, passando da beffardo ad attonito.
L’avevano preso di sorpresa.
- Allora, Rumpelstiltskin, abbiamo un accordo?
***
- Lei… lei è morta – sussurrò confuso l’Oscuro, aggirandosi nervosamente intorno alla mora.
- Sì, questo è ciò che ti dissi io, tanto tempo fa. Ma non era vero.
- Menzogne! – urlò il folletto - Tu l’hai messa contro di me, e poi suo padre ha fatto il resto.
- Non è mai tornata da suo padre – lo interruppe Regina.
- C-Cosa?
- Dopo che tu la cacciasti, decise di avventurarsi in un’impresa non da poco: fermare un mostro, lo yaoguai, che infestava un paesello di poche anime. Riuscita in questa mirabile opera – il folletto storse il naso al tono ironico della donna – Scoprì che in realtà il mostro non era nient’altro che un uomo sotto un incantesimo, incantesimo lanciato da una mia cara ex-amica, Malefica. Decisa a riprendere il cammino per tornare dalla sua bestia – a queste parole un leggero tremolio prese possesso della bocca dell’Oscuro – Fu sorpresa da… - la donna fece una pausa, sospirando e preparandosi a lanciare la bomba – Fu sorpresa da me, che la feci catturare e rinchiudere in una torre.
L’espressione di Rumpelstiltskin passò da stupore a furore in un battito di ciglia.
- Tu hai fatto… Cosa?!
- La imprigionai per anni, finchè un giorno non decisi che la vecchia e polverosa torre era troppo leggera come tortura, e la spedii in un posto lontano, un posto dove le torture continuano all’infinito e il tempo scorre così lentamente che cento anni qui valgono come un secondo lì.
Gli occhi del folletto erano ormai di fuoco. Si avvicinò come una furia alla donna e prendendola per il collo la sbattè contro un albero, iniziando ad urlare: - Tu, insulsa regina dei miei stivali, tu, maledetta, per uno stupido desiderio di rivalsa hai fatto questo a un’innocente!
- Rump… Rumpelstiltskin, non… Non ero io – tentò di difendersi la donna, balbettando le parole mentre soffocava – N… Non ero in me!
- Sai cosa dovrei fare io, ora, con te? O meglio, con il tuo cadavere? Farti passare non le peggior pene di questo mondo, ma di tutti i mondi!
- E invece non le farai niente – si intromise la bionda.
- E perché mai io dovrei ascoltare una falsa principessa di un regno finto? – commentò lui con un risolino, girandosi a guardarla con occhi di fuoco.
Sull’intera foresta sembrava esser scesa la notte tutt’assieme.
- Perché noi due ci conosciamo bene, Rumpelstiltskin, e lo sai, esattamente come sapevi il nome della cittadina da cui proveniamo – rispose con un tono falsamente tranquillo Emma.
- Vedo che le hai raccontato tutto, e brava Regina! – rispose il folletto, tornando a guardare la malcapitata e stringendo più forte la presa.
Il viso di Regina stava acquistando un colorito biancastro.
- Possiamo dirti come arrivarci… Come arrivare da lei, da Belle.
Più che una proposta, quello di Emma era un disperato tentativo di salvataggio, ma parve funzionare perché subito Rumpelstiltskin allentò la presa e Regina riprese a respirare.
Il folletto abbandonò la mora e iniziò ad avanzare minacciosamente verso la bionda.
- Ah sì? E come?
- Questo è il mio reame. T-Ti indicherò la via.
- Ebbene, così sia. Ma dopo, non vorrò mai più rivedervi.
- Devi mantenere fede al patto, Rumple – bisbigliò Regina alle sue spalle, massaggiandosi la gola – Devi farci tornare a casa.
- Per quello non c’è problema – fece una risata ambigua, e le due non riuscirono a capire se fosse un presagio positivo o negativo – Conosco un uomo che sarà sicuramente in grado di portarvi a casa.
Accompagnò le ultime parole con un gesto delle mani piuttosto eccentrico, secondo il suo stile.
- E chi sarebbe quest’uomo? – domandò Emma.
- Oh, tu lo conosci bene mia cara. Nel posto da cui provenite… - si fermò un attimo a fissare un tronco, in una maniera talmente intensa che sembrava che stesse leggendo la sua anima – Storybrooke, ecco, tu e lui siete molto – scelse con cura la parola conclusiva, masticandola un po’ in bocca e infine sputandola in faccia alla bionda come un insulto - Intimi.
- Uncino – sussurrò Emma.
- Proprio lui! – esclamò l’Oscuro, sollevando un pugno per l’aria e poi portandoselo al petto – Vi attende a tre chilometri da qui, sulla costa. Seguite la stella più luminosa e non potrete sbagliarvi.
- Come fai a sapere che ci aiuterà?
- Oh, ricordi quando ho detto che sarei andato a far razzia di falsi villaggi? Non l’ho fatto. Piuttosto, son andato a cercare lui e gli ho finalmente fatto pagare l’avermi portato via mia moglie. L’ho legato a un burrone, in attesa di un’aquila che dicono mangi unicamente fegati umani e che, oh – si bloccò un istante in procinto di ascoltare qualcosa – Arriverà lì esattamente tra due giorni. Tic toc, tic toc. Sbrigatevi, se volete salvarlo. La salvezza che gli offrirete sarà una degna merce di scambio per il piccolo passaggio a casa.
La Salvatrice gli sorrise.
- Grazie mille, Rumpelstiltskin, allora noi andia…
- Non così in fretta, dearie. Devi ancora mantener fede all’accordo. Dimmi, come arrivo da Belle?

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