Il Vero Amore è più potente di ogni altra Magia

di Eivor17
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il Vero Amore... ***
Capitolo 2: *** ...è più potente... ***
Capitolo 3: *** ...di ogni altra... ***
Capitolo 4: *** ...Magia! ***



Capitolo 1
*** Il Vero Amore... ***


Belle camminava destreggiandosi fra una bancarella e l'altra, cercando la paglia che il Signore Oscuro le aveva chiesto. "Mi aspetto di non rivederti mai più​", le aveva detto. Non aveva ancora fatto i conti con la sua cocciutaggine, però​. 

Finalmente scorse un mercante che aveva messo in mostra un bel mucchio di paglia; Belle ne comprò​ un po', la mise nella cesta che portava sottobraccio e si allontanò​ dalla calca che premeva sulle bancarelle. 

Per un attimo, un angolo della sua mente le gridò​ di scappare, di tornare da suo padre quando ancora poteva farlo, ma la giovane mise immediatamente a tacere quella voce dentro di sé. 

Un patto era un patto, dopotutto. E poi non se la sentiva di lasciare Rumplestiltskin solo in quel castello pieno di oscurità​ dove ogni luce, senza di lei, sarebbe stata nuovamente offuscata. 

Alzando gli occhi verso il cielo, la giovane si accorse che il sole stava per tramontare. La giornata era passata in un lampo. Si affrettò​ a riprendere la strada per il castello, man mano che il cielo si faceva sempre più​ scuro e minaccioso. A pochi metri dalla porta, un violento acquazzone la colse impreparata, così​ accelerò​ e rientrò​ più​ veloce che poté. 

Posò​ a terra il cesto con la paglia e valutò​ i suoi vestiti: mi sono bagnata appena, pensò​. 

Tuttavia non sapeva che, qualche piano più​ in alto, il Signore Oscuro l'aveva vista arrivare ed era sceso di corsa a lavorare all'arcolaio con un gran sorriso in volto. 

Appena Belle mise piede nella grande sala dove Rumplestiltskin filava, fu accolta da uno dei benvenuti freddi e distanti tipici del suo padrone. 

«Sei già​ di ritorno, bene. Ne sono lieto, ho quasi terminato la paglia.» 

Non si fece scoraggiare dal tono distaccato con cui pronunciò quelle parole, così gli si avvicinò sorridendo: ​​​«Mh. Oh, andiamo. Siete felice che io sia tornata.» 

Lui si mosse appena verso di lei, ghignando: «Non mi dispiace, lo ammetto.» 

Soddisfatta, Belle gli tolse il filo dalle mani e si sedette accanto all'uomo dicendo: «Ricordate? Mi avevate promesso di raccontarmi una storia.» 

«Ah, sì​?» chiese lui, fissandola intensamente. 

«Mh mh.» Gli sorrise. 

Rumplestiltskin sospirò​ ricordando ogni particolare della sua dolorosa separazione da Baelfire. Non se la sentiva proprio di parlarne. 

«Ditemi di vostro figlio.» lo incoraggiò​ ancora una volta lei. 

«Io... l'ho perduto. Non c'è molto altro da aggiungere.» disse mestamente. 

«E da quel giorno... non avete più​ amato nessuno? E nessuno ha più​ amato voi?» chiese, cauta, dopo un attimo di silenzio. 

«Perché sei tornata da me?» sussurrò​ Rumplestiltskin, annullando la distanza tra il suo volto e quello della ragazza. 

«In principio non ne avevo intenzione, ma poi... all'improvviso ho cambiato idea.» 

I due si guardarono per qualche istante, poi Belle prese coraggio e poggiò​ dolcemente le sue labbra su quelle di Rumplestiltskin, chiudendo gli occhi. La giovane, sentendo che l'altro ricambiava, si perse nelle emozioni di quel contatto. 

«Ma cosa mi sta succedendo?» esclamò​ l'uomo sentendo uno strano calore pervadergli il viso e allargandosi al resto del corpo. 

Lo sguardo di Belle si illuminò​ quando vide la pelle grigiastra di Rumplestiltskin trasformarsi in rosa; gli occhi verdi resi innaturali dalla magia assumere un'incantevole sfumatura marrone nocciola. 

«Baciatemi ancora, sta funzionando... qualsiasi sortilegio può​ essere spezzato!» 

«Sono confuso...» 

Belle sorrise e appoggiò​ la fronte sulla spalla di Rumplestiltskin, abbracciandolo stretto. 

«Io non... non capisco» ammise. 

«Cosa c'è da capire, Rumple? Io vi amo! E anche voi mi amate se il sortilegio si è spezzato!» 

Il Signore Oscuro si guardò​ le mani, tornate rosa come erano state troppi secoli prima; si intravide nel riflesso della vetrina davanti a lui e quasi non si riconobbe. Era tornato uomo. 

Era tornato uomo? Ma allora... la sua magia? Ebbe un moto interiore di panico, così fissò intensamente​​​ il fuoco acceso in un angolo della stanza per qualche secondo, fino a quando un tronco non si spezzò​ provocando alcune scintille e tranquillizzando Rumplestiltskin all'istante. Poteva ancora usare la magia. 

«Belle...» disse, rincuorato. 

«Che cosa?» sussurrò​ lei con gli occhi chiusi, ancora con la fronte contro la sua spalla. 

Aveva appena preso fiato per parlare, ma poi si trattenne dal dire ciò​ che stava pensando. 

«Niente...» sospirò​ infine, passandole una mano fra i capelli morbidi e appoggiandosi a lei a sua volta. 

 

 

 

Saaalve! 

Esatto, un'altra Rumbelle. È più​ forte di me, abbiate pazienza XD 

Ovviamente, quasi tutto il capitolo è incentrato su Skin Deep della prima stagione. È anche una specie di "episodio pilota", perché i prossimi capitoli (che saranno solo quattro con questo, lo dico subito) si distaccheranno quasi totalmente dalla trama di Once e il finale ne seguirà a grandi linee un'altra che tutti conosciamo, ma non vi anticipo nulla u.u 

Ogni sclero sia positivo che negativo è ben accetto, anche se vorrete tirarmi una pizza in faccia per aver rovinato Skin Deep o che so io XD 

Mi eclisso ^^ 

-abnormalsoul17 

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Capitolo 2
*** ...è più potente... ***


«Belle! Ma che stai combinando?» Rumplestiltskin si portò​ un braccio al volto per non respirare il fumo che riempiva la cucina. 

«È tutto... perfettamente... sotto controllo!» urlò​ lei portando con difficoltà​ un catino pieno d'acqua e buttandolo sul fuoco. Subito un gran vapore si sostituì​ al fumo e Belle tossì​ in un angolo della stanza. 

«Ma che starà​ mai combinando...» disse sottovoce Rumplestiltskin, mentre con un solo gesto faceva svanire fumo, vapore, catino e acqua. 

«Oh, ehm... Rumple. Ciao.» disse un'imbarazzata Belle a pochi metri da lui. 

Lui la guardò​ con tanto d'occhi: «Stai cercando di dare fuoco a tutto?» 

«No! Volevo solo provare a... cucinare... una cosa... ma si è bruciata» disse mettendo il broncio. 

«Dearie...» le si avvicinò​ sorridendo e passandole una mano intorno ai fianchi. «Non c'è bisogno che cucini. Cercavo di chiedertelo il meno possibile anche quando eri la mia domestica, viste le tue, ehm... doti culinarie... assolutamente impeccabili.» 

«Rumple!» lo rimproverò, tirandogli uno schiaffetto affettuoso sul braccio mentre lui sghignazzava. 

«Scusa, dearie.» disse, con uno scintillio divertito nello sguardo. «Avevo già​​ pensato io alla cena.» 

Le offrì​ il braccio e, quando lei lo prese, la accompagnò​ su per le scale fino alla sala da pranzo, le cui porte si aprirono rivelando una tavola perfettamente apparecchiata. Il volto di Belle si illuminò​ per la meraviglia mentre notava sul tavolo tutte le sue pietanze preferite. 

«Non sapevo che aveste mai fatto caso ai miei gusti.» 

«Posso essere sorprendente. Prego, principessa...» la invitò​ a sedere, scostando una sedia. 

Subito dopo accese con uno schiocco di dita la candela al centro del tavolo e affievolì​ il resto della luce nella stanza, creando un'atmosfera intima e piacevole. 

Si sedette di fronte a Belle e intrecciò​ le dita davanti a sé, ammirando la giovane che si guardava intorno. 

«Avete davvero preparato tutto questo per me?» 

«Ogni singolo piatto.» le confermò​. 

Lei gli sorrise, non trovando parole che esprimessero la sua gratitudine. 

Ogni portata, si accorse Belle, era più​ buona della precedente. Quando arrivarono al dolce, non poté esimersi dal dare voce a un piccolo sospetto. 

«Avete incantato questo cibo, vero?» 

«Cosa, dearie?» chiese lui, serio, smettendo di mangiare. 

«È tutto talmente buono! Dovreste cucinare più​ spesso» chiarì​ con un occhiolino. 

L'altro sorrise, alzandosi dalla sedia e tendendole una mano: «La parte migliore non è ancora arrivata. Principessa di Avonlea, volete concedermi l'onore di una passeggiata al chiaro di luna nel parco del castello?» 

Belle si alzò​ accettando la sua mano; non appena la prese, fu circondata da un bagliore dorato che, una volta svanito, le lasciò​ indosso un meraviglioso vestito anch'esso dorato. 

La bocca spalancata dallo stupore, Belle spostò​ lo sguardo dalle loro mani intrecciate al volto sorridente di Rumplestiltskin. In un baleno, annullò​ la distanza tra loro e lo baciò​ con trasporto. 

Il Signore Oscuro la guidò​, tenendola ancora per mano, fuori dal castello, costeggiando le mura finché una vista mozzafiato non si aprì​ loro dinanzi. 

Belle poteva scorgere la città​ vicina illuminata in contrasto con il cielo notturno, la cui luna quella sera risaltava su ogni altro astro, splendendo in un mare di stelle. 

Rumplestiltskin si appoggiò​ al muretto di pietra che circondava i territori del Castello. 

«Ti piace?» 

Belle impiegò​ qualche secondo a ricordare come si facesse a parlare. 

«È... È bellissimo, Rumple. Io... non so cosa dire.» 

Lui le si avvicinò​ e le raccolse i capelli su una spalla, sussurrandole a pochi centimetri di distanza dal lato scoperto del collo: «Non dire nulla, devi solo guardare.» 

«Cosa...?» chiese lei, un po' spaesata da quell'insolita vicinanza e inebriata dal profumo di Rumplestiltskin. 

«Laggiù​» indicò​ un punto imprecisato all'orizzonte. «Non la riconosci?» 

«N-non può​ essere...» disse lei, rimasta a bocca aperta. 

«Lo è.» 

Belle si girò​, dando le spalle al paesaggio e guardando Rumplestiltskin dritto negli occhi. 

«Cosa significa?» 

«Significa che puoi tornare ad Avonlea da tuo padre.» 

«Posso...? Non... "possiamo"?» fece lei, titubante. 

«Dearie, oltre queste mura, oltre te, io non sono ben accetto da nessuna altra parte.» 

«Ma siete cambiato, mio padre deve saperlo, tutti devono saperlo!» 

«No, dearie! È proprio questo il motivo per cui non verrò​ con te! Io... non posso permettere che tutti sappiano che la Bestia può​... può​ amare qualcuno.» 

«È solo perché ancora pensate che nessuno possa amarvi, ma se mio pad...» 

«Questo non è uno dei tuoi libri con il lieto fine, Belle! Questa è la vita reale e io non sarò​ mai, mai, accettato dagli altri. Ho causato troppo male per tornare indietro e, se continuerò​ a tenerti qui con me, non avrò​ imparato proprio nulla!» 

«Ma allora cosa significano la cena, il vestito... la passeggiata...» cominciò Belle, interrompendosi quando la verità​​​ la colpì​ con la forza di un pugno. «N-no... questo non...» 

«Era il mio addio, Belle. Non c'è un'altra alternativa.» 

Se ne andò​ e la lasciò​ lì​, con il viso pieno di lacrime di rabbia e disperazione, sola nel parco che ora le appariva molto più​ buio di prima. 

 

 

 

Eccomi con il secondo capitolo! 

Tranquilli, rimedierò presto a questo ignobile tradiment- *si ripara sotto al tavolo quando le arriva un cesto di pomodori* 

Ahahaha no okay per favore non picchiatemi XD 

Voglio ringraziare NotEvenChip per la sua recensione e per aver inserito la storia tra le seguite; inoltre, ringrazio Emyscarano e Avareil per averla inserita tra le preferite. Dulcis in fundo, ringrazio come sempre Shimba97  per aver recensito e per aver messo la storia tra le seguite, ma soprattutto la ringrazio per l'immancabile sostegno XD 

Il prossimo aggiornamento sarà il prossimo giovedì e ricordate: c'è sempre speranza! (Mi sto sentendo in colpa da morire per come ho finito il capitolo, aiut-) 

Ahahaha a presto! 

-abnormalsoul17

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Capitolo 3
*** ...di ogni altra... ***


Belle si lasciò​ cadere di peso sul letto della sua vecchia stanza. Erano passati cinque giorni e lei non aveva ancora toccato cibo, a parte lo stretto necessario per non morire di fame. Che ironia... aveva sognato di tornare da suo padre per mesi e, proprio ora che si trovava in casa sua, avrebbe voluto essere da tutt'altra parte. Che cosa stava facendo Rumplestiltskin? Avrebbe sentito la sua mancanza almeno un po'? O sarebbe immediatamente tornato a occuparsi del suo potere, della sua magia che tanto amava? 

Spostò​ distrattamente lo sguardo dalle proprie mani alla finestra e quasi cadde dal letto per la sorpresa. C'era una luce blu che si avvicinava al suo davanzale! Per un folle attimo, la sua mente pensò​ "Rumplestiltskin!", poi guardò​ meglio e riuscì​ a distinguere una figura femminile al centro della sfera lucente. Quando questa le si avvicinò​, il bagliore blu si affievolì​ e Belle riuscì​ a capire con esattezza di cosa, o meglio di chi, si trattasse. 

«Sei una Fata!» 

«Il mio nome è Turchina» le disse subito l'altra, con un sorriso rassicurante. 

«Ma... perché...?» 

«Perché sono qui?» le sfuggì​ una risatina. «Ma perché hai espresso un desiderio, ovvio!» 

«I-io... non...» 

«Non l'hai fatto a parole, ma non è necessario. So quali sentimenti si celano nel tuo cuore.» 

«Ma allora...» lo sguardo di Belle si illuminò​, dopo cinque giorni, di nuova speranza. 

«Non posso portarti dal tuo amato. La mia magia e quella del Signore Oscuro non vanno d'accordo, ma... posso mostrartelo, se vuoi.» 

«Mostrarmelo?» 

«Prendi la mia mano.» disse la Fata, offrendole il braccio. 

La ragazza esitò qualche secondo. Aveva già avuto a che fare con la magia nella sua vita e non poteva certo dire che avrebbe volentieri vissuto di nuovo quei momenti. Tuttavia, le tornarono alla mente alcune vicende che non avrebbe mai potuto dimenticare, nonostante fosse circondata dalla magia. 

 

Rumplestiltskin le aveva appena fatto vedere il modo corretto di lavorare all'arcolaio, creando un sottile filo dorato che aveva tenuto davanti a sé con aria pensierosa. 

«Cosa c'è che non va?» gli aveva chiesto lei, osservandolo incuriosita. 

Lui non aveva risposto, tuttavia aveva stretto un piccolo nodo a metà del filo e, con un gesto della mano, lo aveva trasformato in un ciondolo. Un ciondolo a forma di rosa. 

Lei aveva trattenuto il respiro, incerta se credere a ciò che aveva visto. Rumplestiltskin le stava... facendo un regalo? 

I suoi sospetti furono confermati quando il Signore Oscuro le sollevò i capelli per metterle quella collana improvvisata. 

Belle rimase immobile qualche istante, sbigottita. «Rumple... è... è per me?» fece infine, emozionata. 

«Nahdearie. Mi stavo giusto chiedendo come starebbe a quell'armatura nell'angolo su al primo piano.» disse lui, con uno dei suoi soliti ghigni stampato in faccia. 

Belle lo guardò, confusa per un attimo, prima di riuscire a cogliere l'ironia. Sorrise imbarazzata. 

«E poi dite che siete una Bestia...» 

 

Il ricordo di quei momenti sereni la indusse a fidarsi della Fata. Dopotutto, aveva avuto a che fare con la magia oscura, non con quella buona. Il bisogno di vedere Rumplestiltskin la spronò ulteriormente, in particolar modo quando le sue dita corsero al sottile filo dorato che aveva al collo, ripercorrendo un gesto che avevano compiuto migliaia di volte inconsapevolmente. 

Non appena sfiorò le dita della Fata, Belle vide tutto buio per un istante. Piano piano, la sua vista si adattò​ all'oscurità​ e riuscì​ a distinguere una stanza. Non era una stanza qualunque, la giovane lo intuì​ immediatamente. C'era quel tavolo, che tanto le era familiare, quelle vetrine, piene di antiche reliquie, quell'arcolaio, che era solito girare sempre a quell'ora, e, dietro questo, c'era lui

Belle lo distinse chiaramente: aveva lo sguardo spento, gli stessi vestiti di quella maledetta sera in cui l'aveva lasciata andare, mentre si appoggiava all'arcolaio come se fosse stato troppo debole per reggersi in piedi da solo. 

 

«L'hai lasciata andare. L'hai lasciata andare, Rumplestiltskin!» 

Le voci nella sua testa non gli davano pace, mentre fissava con gli occhi arrossati l'arcolaio che tante volte lo aveva aiutato a dimenticare. 

Dimenticare? 

Come avrebbe potuto dimenticare l'unica persona che aveva visto del buono in lui, l'unica persona che gli avesse concesso la possibilità di amare ed essere amato? 

Belle si era incisa in lui, era una crepa nel suo cuore, tangibile come un taglio netto nel legno. Era la sua debolezza, perché l'amore per lei lo aveva reso vulnerabile, di nuovo umano, per aspetto e non solo. Era anche la sua forza, perché quando si trovava con lei tutto sembrava improvvisamente non solo possibile, ma anche decisamente facile. 

Mai come in quel momento avrebbe voluto averla lì, per poterla sfiorare con lo sguardo mentre leggeva un libro, raggomitolata sul divano con una coperta. Cosa avrebbe dato per far incontrare ancora una volta i loro occhi, azzurro cielo nel nocciola intenso... cosa avrebbe dato per un suo sorriso, una sua carezza, un suo bacio... 

«Non tornerà, se n'è andata, se n'è andata per sempre...» 

Rumplestiltskin si coprì le orecchie con le mani in un gesto disperato, nonostante le voci provenissero dalla sua testa. Chiuse gli occhi, respirò. 

Una lacrima solitaria gli solcò una guancia. 

 

Veloce com'era iniziata, la visione finì​ e Belle si ritrovò​ di nuovo immersa nella luce ora accecante della sua stanza. 

«Sta soffrendo! Io... io devo andare da lui!» 

Fece per alzarsi, ma la Fata Turchina la fermò​: «C'è un'altra cosa che dovresti vedere.» 

«Cosa?» chiese, spiazzata. 

«Anche lui, inconsapevolmente come te, ha chiesto aiuto alle Fate.» 

«Lui cosa?» 

«Proprio così​. E questo è quello che è successo quando sono andata da lui.» 

La prese nuovamente per mano e Belle si ritrovò ancora nella sala del castello, con l'unica differenza che ora Rumplestiltskin era seduto vicino ​al tavolo e non all'arcolaio. 

La giovane vide una luce avvicinarsi alla finestra ed entrare senza che il Signore Oscuro se ne accorgesse; solo quando fu a pochi centimetri da lui riuscì​ ad alzare lo sguardo. 

 

«Non è il momento, Reul Ghorm 

«Sei stato tu a chiamarmi» gli rispose la Fata, più​ duramente di quanto avesse fatto con Belle. 

«Io? Chiamare una Fata? Forse ti è entrata un po' di polvere magica nel cervello ed ha avuto effetti dannosi. Sai, può​ succedere.» 

«Smettila, Rumplestiltskin. Sono qui per aiutarti, non costringermi ad andare via.» 

«È proprio quello che voglio: che te ne vada.» 

«Anche se sono qui per Belle?» 

«Belle?» gli occhi del Signore Oscuro si riaccesero dopo cinque, lunghi giorni. «Cosa sai di lei? Sta male? È ferita?» 

«Tu l'hai ferita!» 

Lui ammutolì​ di colpo. Solo dopo qualche secondo riuscì a sussurrare: «Non avevo altra scelta...» 

«Hai sempre avuto un'altra scelta. Con Belle, con Baelfire, con Milah. Hai sempre scelto il tuo potere. Ora scegli l'amore!» 

«Non l'ho fatto per il mio potere, non stavolta. L'ho fatto solo per lei.» 

«E cosa credi che ci abbia guadagnato, una persona che ti amava, a vedersi strappare via il futuro in cui aveva creduto talmente tanto da innamorarsi di te?!» 

«Lei starà​ cento volte meglio senza di me!» 

«Non puoi saperlo!» 

«E invece sì​, perché io so come sarebbe andata a finire se fosse rimasta qui! Avrebbe visto un uomo dietro la Bestia che non c'è, perché in me non esistono due anime separate, io sono sia l'uomo che la Bestia!» 

«Lei si è innamorata anche dell'oscurità​ che è in te, Rumplestiltskin 

«Sarà​ anche vero, ma Belle si aspetta che cambi grazie all'Amore, che diventi una persona migliore. Io non cambierò​ mai. Non l'ho fatto per Bae, non l'ho fatto per Milah, non lo farò​ per lei! Non sono capace di cambiare!» 

«Ma tu la ami.» 

«Più​ di quanto ami me stesso.» confermò​ stancamente. 

«E questo basterà​.» 

Con queste ultime parole, la Fata Turchina volò​ via dalla finestra, diretta in un luogo dove sperava che avrebbe avuto più​ successo... 

 

La visione si interruppe. 

«Rumplestiltskin...» sospirò​ Belle con gli occhi pieni di lacrime. 

«Sono subito venuta da te. Meritavi di sapere il motivo delle vostre sofferenze.» 

«Ti ringrazio, Turchina.» disse, asciugandosi le lacrime e continuando con tono deciso: «Ora so cosa devo fare. Andrò​ da lui e stavolta nulla, nulla potrà​ separarci!» 

La Fata annuì​ sorridendole, le rivolse un cenno e uscì​ di nuovo nell'aria gelida della notte. 

 

Dall'altra parte della porta re Maurice, l'orecchio appoggiato al legno, aveva sentito tutto. 

«Vedremo se nulla ti separerà da mia figlia, mostro...» sibilò a denti stretti. 

 

 

 

 

Ciao a tutti! 

Ecco qui il terzo capitolo della storia, come promesso :) 

Vorrei ringraziare _Will_, Queen Elizabeth, Padme91 e DarkDemiDragon per aver inserito la storia tra le seguite. Inoltre, un grazie va a tutti coloro che la stanno leggendo "silenziosamente" XD 

Questo è un po' un capitolo "di passaggio": succede poco e per la maggior parte si tratta di flashback, in modo da cogliere almeno un minimo la psicologia dei personaggi. La parte d'azione si troverà senz'altro nel prossimo capitolo, che inserirò giovedì prossimo ;) 

Ancora grazie davvero a tutti e a presto! 

-abnormalsoul17

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Capitolo 4
*** ...Magia! ***


Belle scese le scale in punta di piedi, cercando di non destare le guardie che si erano assopite durante il turno di ronda. Per partire aveva scelto degli abiti comodi, fra cui una mantella verde che aveva ereditato da sua madre: sperava, in un modo o nell'altro, che le avrebbe portato fortuna. Raggiunse le stalle senza incontrare nessuno e si appuntò mentalmente di dire a suo padre di scegliere le guardie con più rigore. Si avvicinò al cavallo che era solita cavalcare quando ancora abitava ad Avonlea. Gli accarezzò il muso offrendogli uno zuccherino: «Buono, bello. Adesso io e te dobbiamo fare una cosa insieme.» 

 

Intanto, neppure re Maurice era rimasto al palazzo quella notte. Al contrario, aveva marciato con parte del suo esercito fino alla città confinante con i territori del Castello Oscuro. 

«Quella bestia è pericolosa! Bisogna fermarla prima che rapisca le nostre figlie e i nostri figli!» urlò da un palco sopraelevato nella pubblica piazza. «I miei uomini» disse, indicando con un ampio gesto della mano il suo esercito in attesa poco distante, «sono pronti a tutto per fermare il Signore Oscuro! E voi, voi siete pronti a seguire il re in una battaglia per il bene comune?» 

La folla ruggì in segno di approvazione: molti entrarono in casa e ne uscirono con forconi e attrezzi per lavorare i campi, altri presero delle torce; ben pochi scelsero di non partecipare alla spedizione insieme agli altri. 

Re Maurice, forte dell'entusiasmo della folla, rimontò a cavallo e guidò il popolo alle porte del Castello Oscuro. 

 

Belle non ricordava neanche l'ultima volta che era andata a cavalcare. Le era mancata la sensazione del vento che le scompigliava i capelli, i muscoli del cavallo che si tendevano sotto di lei, la sensazione di libertà che aveva sempre apprezzato a fondo. 

Spronò il cavallo al massimo delle sue possibilità, mentre dentro di lei pensava: "Rumplestiltskin, sto tornando da voi". Non aveva idea di cosa avrebbe dovuto dirgli, piombando nel suo castello a notte fonda con un cavallo rubato a suo padre e una gran voglia di abbracciarlo. Si ripromise di costruirsi un discorso decente durante il viaggio. 

 

Re Maurice ordinò ai suoi uomini di sfondare il pesante portone ligneo del Castello Oscuro, che cadde in poco tempo sotto i loro potenti colpi d'ariete. 

Il re entrò per primo nella stanza, allo stesso tempo spavaldo e guardingo, temendo che la Bestia potesse nascondersi in qualche angolo. Tutte le sue misure di sicurezza si rivelarono vane quando scorse il Signore Oscuro seduto davanti al tavolo con un bicchiere colmo di qualcosa che aveva tutta l'aria di essere whisky. 

«Voi!» urlò il re. 

Rumplestiltskin non si scompose; anzi, neppure dette segno di averlo sentito. 

«È giunto il momento che paghiate per i vostri crimini! Uomini!» urlò poi, rivolto a soldati e contadini: «So che esiste un'unica arma in grado di uccidere il Signore Oscuro: un pugnale che reca il suo nome! Conquistate il castello, trovatelo e portatelo a me!» 

Il re guardò selvaggiamente Rumplestiltskin, in attesa di una sua reazione, ma questi si limitò a tenere lo sguardo fermo sul bicchiere di fronte a lui. 

 

Belle giunse nel villaggio dove il padre aveva tenuto la sua filippica, trovandolo semideserto. Le prime tracce del passaggio di un esercito che le saltarono agli occhi furono un carro rovesciato scompostamente e degli scudi abbandonati in un angolo, che attrassero la sua attenzione per lo stemma di Avonlea inciso nel ferro. Temendo di aver visto male, smontò da cavallo e, avvicinandosi, si rese conto che quello era proprio l'emblema della sua famiglia. Il cuore le accelerò in petto: qualcosa di grave era accaduto in quella piazza. 

Girovagò per le strade in cerca del minimo segno di movimento, ma passarono svariati minuti prima che riuscisse a individuare qualcuno: un'anziana donna che sistemava dei fiori fuori dalla finestra. 

Le si avvicinò e le chiese timidamente: «Perdonatemi, signora, potreste dirmi che cosa è mai successo qui? Ci sono quegli scudi, in quell'angolo» disse, indicandoli: «Mi... mi sono familiari.» 

L'anziana donna la mise in guardia: «Oh, bambina... starei attenta se fossi in te... il re di Avonlea è arrivato fin qui con il suo esercito... vuole dare la caccia al Signore Oscuro! Brutta storia, dico io, sì. Brutta, brutta storia.» 

«Vuole dare la caccia a Rum... cioè, al Signore Oscuro?» le fece eco, sconvolta. 

«Proprio così... folle, non è vero?» 

Belle corse via, verso il cavallo, piantando in asso l'anziana signora e i suoi fiori. 

"Rumplestiltskin... fa' che non sia tutto perduto!" pensò disperatamente. 

 

Intanto, Maurice aveva cercato in lungo e in largo il pugnale. Non che si aspettasse di trovarlo nel giro di cinque minuti, certo, ma cominciava a sentirsi vagamente impaziente. Non avrebbe accettato di farsi sconfiggere davanti ai suoi sudditi in una partita a nascondino. 

All'improvviso, smise di gettare all'aria tutte le cianfrusaglie che gli si paravano davanti e si fermò, immobilizzandosi davanti a una tazzina sbeccata che aveva attirato la sua attenzione. Aveva visto, nel salone dove era il Signore Oscuro, un piattino bianco e blu con lo stesso motivo che decorava la tazzina. Possibile che non fosse un caso l'averli trovati separati...? 

Decise di seguire l'istinto, così portò la tazzina nella sala e la poggiò sul suo piattino. Per un paio di secondi non successe nulla, poi una debole luce dorata tracciò una linea tra tazzina e pavimento, in cui si aprì una botola nascosta dalla magia. 

Re Maurice si chinò, incredulo. All'interno della botola, avvolto in un panno consunto, stava un pugnale dalla lama ondulata che recitava "Rumplestiltskin"

Il re spalancò gli occhi, incapace di credere a tanta fortuna. Diede uno sguardo alle sue spalle e vide che il Signore Oscuro era ancora incapace di reagire. Pronunciò il suo nome e quasi gridò quando questi gli apparve davanti all'improvviso, assente come mai era stato. Il volto più scavato del solito, gli occhi vuoti di chi ha perso la speranza, sembrava che non avesse più alcun motivo per vivere. 

Il re ebbe quasi paura di quella figura scheletrica, ma si fece forza e urlò: «Miei fedeli sudditi! Finalmente ho trovato il pugnale leggendario che metterà fine ai nostri problemi! Gioite, perché sul suo sangue costruiremo una nuova era di pace e tranquillità!» 

Accompagnò le ultime parole con un gesto veloce della mano che reggeva il pugnale, trafiggendo Rumplestiltskin e spingendo a fondo la lama. 

Soldati e contadini, dopo un attimo di smarrimento, esplosero in grida di giubilo alla vista della Bestia che cadeva a terra con un solo, flebile lamento. 

Re Maurice fu portato in trionfo fuori dal castello con un sorriso soddisfatto che, alla luce delle torce, appariva più come un macabro ghigno. 

 

Nel frattempo, Belle era arrivata troppo tardi per intervenire. Vide suo padre gridare ai soldati, Rumplestiltskin cadere ai suoi piedi, la marcia trionfale abbandonare i territori del castello. Lasciò passare anche gli ultimi soldati ritardatari e corse nel salone, pregando che non fosse troppo tardi. 

Si avvicinò a Rumplestiltskin, incapace di credere a ciò che pareva ovvio a tutti: il Signore Oscuro era morto, il suo potere non avrebbe più terrorizzato nessuno... 

L'uomo era riverso a terra, il pugnale ancora conficcato nel petto fino all'elsa. Belle gli si inginocchiò accanto, scostandogli i capelli dal viso e guardando preoccupata la lama la cui incisione stava svanendo a una velocità allarmante. 

«Rumplestiltskin... non puoi lasciarmi... ti prego...!» 

Calde lacrime iniziarono a rigarle le guance mentre prendeva tra le mani le dita del Signore Oscuro ricoperte di sangue. 

Belle lanciò un gridolino sorpreso quando si accorse che lui, debolmente, ricambiava la stretta e aveva aperto appena gli occhi. 
«Belle...» 

«Sono io, sono qui!» 

Lui riuscì a sorriderle appena, prima di chiudere gli occhi e abbandonare la mano a terra, esanime. 

«No! Rumple! Non puoi... non puoi andartene! Io ho bisogno di te! Torna da me... Rumple...» 

Disperata, estrasse il pugnale dal petto di Rumplestiltskin e si accorse che non era rimasta visibile neanche metà dell'ultima lettera del nome della persona che amava. 

Con le lacrime che ormai scorrevano liberamente sul suo viso, alzò lo sguardo e scorse, oltre la finestra, le prime luci del nuovo giorno. Singhiozzò senza ritegno, urlando il suo dolore al cielo. 

«Io non la voglio un'alba senza di te, Rumplestiltskin!» si chinò sul suo volto, sfiorandogli le labbra con le proprie, e appoggiò la fronte sul suo petto, incurante del sangue. 

Non aveva idea di quanto tempo fosse passato: forse secondi, forse addirittura minuti, non avrebbe saputo dirlo. All'improvviso il pugnale divenne caldo e le lettere, anziché scomparire, tornarono perfettamente leggibili. Il petto di Rumplestiltskin si sollevò, teso nel tentativo di immagazzinare aria. Belle si alzò all'istante, temendo di aver immaginato ogni cosa. Tuttavia, una seconda occhiata le bastò per rendersi conto di aver visto giusto: Rumplestiltskin, girato di fianco, stava tossendo, ancora ad occhi chiusi. 

Non appena li aprì, si illuminarono di gioia nel rivederla. 

«Belle!» si drizzò a sedere in un lampo. 

«Sei... sei vivo...» 

Lui la guardò di traverso: «Mi preferivi morto, per caso, dearie?» 

Lei scoppiò in una risata liberatoria, gettandoglisi addosso e facendolo precipitare di nuovo a terra. 

«Com'è possibile?» disse poi, abbracciandolo tanto da togliergli il respiro. 

«Il Vero Amore... che ironia della sorte, pare sia davvero più potente di ogni altra Magia.» rispose lui, con un impercettibile sorriso. 

«Ironia?» 

«Belle, quando ti ho incontrato non ero solo non amato, ero... ero un nemico dell’amore. L’amore mi aveva portato solo dolore. E invece, ora... è proprio ciò che mi ha salvato. Il tuo amore è ciò che mi ha salvato.» 

La ragazza lo strinse ancora un po', godendosi la sensazione di calore che pian piano prendeva possesso del suo corpo. Solo dopo qualche minuto le venne in mente l'unico pensiero che, per tutta la cavalcata fino al castello, le aveva attraversato la mente. 

«Non avresti dovuto lasciarmi andare.» disse, quasi in un sussurro. 

Lui sospirò. «Potrai mai perdonarmi?» 

«L'ho già fatto, scemo.» 

Il sorriso che si aprì sul viso di Rumplestiltskin ripagò ogni ansia di Belle, ogni timore di non sapere cosa dirgli, perché in fondo, quando era con lui, le parole non erano importanti. 

Il Signore Oscuro si alzò in piedi e le tese una mano, aiutandola ad alzarsi a sua volta. Una volta in piedi, le cinse i fianchi con un braccio. 

«Guarda!» esclamò lei ad un certo punto. 

«Cosa, dearie?» 

«Non credi che sia bellissima?» chiese, indicando l'aurora che tingeva il cielo di una meravigliosa sfumatura tra il rosa e l'arancione. 

«Sì, lo è. La più bella che abbia mai visto.» 

«Non l'hai neanche guardata, invece è una delle albe più b...» 

«Non mi riferivo a quella.» 

Belle lo guardò, confusa. 

«Mi riferivo a te.» chiarì Rumplestiltskin. 

Lei gli sorrise, felice come mai era stata. 

Lui ghignò, prendendo fiato prima di parlare.  

Fu inutile, perché, qualunque cosa stesse per dire, fu interrotto dalle labbra di Belle sulle sue. 

 

 

 

Ehm ehm. Ebbene sì, ho cercato di "chiudere in bellezza", anche se so perfettamente che non mi è riuscito affatto. 

Vabbè, l'intenzione c'era XD 

L'altra "intenzione" che sicuramente nessuno ha notato perché probabilmente me lo sono solo sognato io, è che ho cercato di far intrecciare la storia di Rumple e Belle con quella della Bella e la Bestia classica. 

Detto questo ringrazio tutti quelli che hanno letto/recensito/fatto altro ma devo assolutamente scappare sennò la mia media scolastica da 9 si abbassa a 2 nel giro di sole 5 ore. Fantastico, eh? 

Bene. Ciaoooo XD

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