Exo ~ Song One shot

di 18_welcometomylife
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arteficial love ***
Capitolo 2: *** Lotto pt.1 ***



Capitolo 1
*** Arteficial love ***


POV Baekhyun 

Era quel tipo di ragazza da cui dovevo tenermi lontano, forse me ne ero accorto sin dall'inizio e ne ero perfettamente consapevole, ma non lo feci finchè era troppo tardi.

Baekhyun era fidanzato da ormai due anni con Clary, la ragazza che aveva sempre amato, che aveva osservato per molto tempo cercando di capire ogni sua caratterista, provando a conoscerla.

Fu amore a prima vista, anche se può suonare melenso era davvero così: l'aveva vista in un giorno di pioggia seduta a terra con la faccia tra le gambe, le sue spalle si muovevano ritmicamente e Baekhyun ci mise qualche secondo a capire che stava piangendo.
Era il primo giorno di scuola e lui si chiese cosa fosse successo di tanto terribile da sconvolgere la ragazza.

Quando lei sollevò lo sguardo, lui la vide in viso. Aveva gli occhi rossi, gonfi, il naso arrossito e bagnato, un'espressione agghiacciante, frustrata e addolorata.
Gli parve bellissima, anche in quelle condizioni.

In quel momento capì che lei era come un tornado, un fenomeno raro, distruttivo ma davvero spettacolare. Ne era attratto.

Quando si avvicinò a lei con l'ombrello per coprirla dalle goccie della pioggia come se potesse proteggerla da altro male, lei si girò verso di lui.

Baekhyun non sapeva cosa aspettarsi, anche se la reazione della ragazza lo sorprese alquanto.
Lei lo guardò qualche istante negli occhi con sguardo smarrito, prima di riprendersi dalla sorpresa e alzarsi in piedi.

Aveva qualcosa di angelico e di sbagliato allo stesso tempo, come un bellissimo angelo caduto.

- Che fai?- la voce della fanciulla era piena di rabbia, roca per il pianto, ma ancora bellissima.

- Piove- disse Baekhyun con semplicità, affermando l'ovvio. 
La ragazza si scostò da sotto l'ombrello e fece due passi allontanandosi, quasi con disgusto, da Baekhyun, che tentò di andare verso di lei e coprirla di nuovo.
Ormai però era fradicia da un po', sapeva che coprirla non sarebbe servito a nulla.

-Non ti avvicinare con me- disse lei come un cane randagio che ringhia ad uno sconosciuto, il quale sta solo tentando di prestargli soccorso.

- Non voglia farti nulla - Baek sollevò una mano con segno di resa, mentre l'altra continuava ad arreggere l'ombrello. 

- Non devi parlarmi, non devi guardarmi e soprattutto - sospirò e con voce più bassa e minacciosa disse -Dimentica ciò che hai visto oggi-.
Dopodiché passò il l'autobus e lei ci salì sopra, senza più girarsi indietro.

Da quel giorno Baek continuò ad osservarla in silenzio, i suoi occhi erano attratti da lei, percepivano la sua presenza quando lei era vicina, e quando qualche giorno dopo scoprì di avere diverse lezioni in comune con lei, fu davvero felice.

Lei faceva finta di non conoscerlo, stava sulle sue, rispondeva male a tutti i compagni e professori, mostrava una faccia apatica o arrabbiata e prendeva sempre il solito bus.

Queste erano le cose che Baekhyun aveva notato in una settimana, ma erano evidenti a chiunque avesse un minimo di capacità d'osservazione. 

Ciò che passava in osservato, quello che solo un po' di interesse e sete di conoscenza poteva rivelare, era che lei scendeva circa alla quinta fermata del bus dalla scuola, davanti ad una serie di palazzi  e camminava fino ad una enorme villa.
Lì, apriva il cancello ed entrava sospirando. 

Baekhyun aveva fortuna perché abitava nel suo stesso quartiere, esattamente in uno dei palazzi vicini alla villa e scendeva alla fermata dopo quella della ragazza.

Dal balcone di casa lui poteva osservare il suo giardino.

Una sera, mentre portava Lucky, il suo cane, a fare un giro per le strade prima di andare a dormire, vide la ragazza seduta fuori dal cancellino.
Il buonsenso, il subconscio e tutto di lui gli consigliavano di tirare a dritto sulla strada ed ignorarla, così da evitare mille problemi e dolori inutili.

Ma lui non lo fece.

Attraversò la strada ed andò dritto verso di lei.

La guardò negli occhi per la seconda volta da quando si erano conosciuti, finalmente i suoi occhi incontravano i suoi e non aveva nessun timore.
Baekhyun si schiarì la voce - Ciao Clary-  il suo nome suonò soave ad alta voce.

- Che vuoi?- disse con il solito tono aggressivo la ragazza.

- Io... niente- borbottò il ragazzo che era rimasto disarmato anche se si aspettava quella risposta.
- Allora sparisci- la ragazza girò la testa offesa - E smettila di seguirmi ovunque come un fottuto stalker- a quelle parole, Lucky, un pastore tedesco, iniziò ad abbaiare verso la ragazza andando in soccorso verso Baek.

- Fallo smettere- si lamentò la ragazza leggermente spaventata.

- Basta Lucky- sussurrò Baek con gentilezza - Non si abbaia alle persone- il cane obbedì immediatamente al comando del suo amato padronce, ma rimase in guardia a fissare la ragazza.

- Allora è un po' intelligente anche lui- Clary alzò gli occhi al cielo. 
- È molto intelligente - rispose Baek con calma - E comunque non sono uno stalker-.
- Ah si? E perché sei sempre dove sono io? Anche ora per esempio, che ci fai davanti a casa mia?- le domande paralizzarono Baek che sapeva che non tutte le accuse erano sbagliate.

- Perché abito di fronte a te, non sono uno stalker- si difese comunque, non poteva passare per pazzo.

- Certo, come no- sbuffò lei ridendo, ma non c'era divertimento in quella risata.

- Se tu mostrassi metà della dolcezza che probabilmente c'è in te, al posto di tutta quella aggressività superficiale, forse potresti essere felice - disse Baekhyun senza filtri.

Clary rimase a fissarlo a bocca aperta per qualche secondo, prima di girarsi e tornare a casa senza alcuna risposta. 


Il giorno dopo, a scuola, con grande sorpresa di Baekhyun, Clary non evitò il sguardo.
Quello stesso giorno, divennero compagni di banco. Tutta la classe che adorava Baekhyun era dispiaciuta per il "poveretto" che si doveva sorbire l'acida Clary, ma lui era davvero contento.

Stranamente Clary non fece alcuna smorfia di disapprovazione, prese le sue cose e si spostò sul banco vicino alla finestra parallelo a quello di Baekhyun. 

Dopo tre giorni, si scambiarono le prime parole, e anche se lei era diffidente, rispondeva.

Prima di Natale, la classe si riuniva a consegnare i regali a tutti, ognuno doveva consegnarlo ad una persona speciale.
Baekhyun ne ricevette una decina, il più popolare della classe ringraziò tutti con sincerità, ma apparentemente non seguì la tradizione, non regalando niente a nessuno.

Più tardi, quando erano rimasti solo Clary e Baekhyun per pulire la classe secondo i turni, Baek tirò fuori una busta dallo zaino e la consegnò alla ragazza che rimase alquanto sbalordita.

- È per te- le disse ponendoglielo tra le mani - È il regalo di Natale- disse semplicemente e si rimise a sistemare i banchi.

- Perché a me?- sussurrò la ragazza, era così sorpresa da non avere nemmeno un tono aggressivo. 

- È regalo speciale per una persona speciale- disse Baekhyun sorridendole, un caldo e dolce sorriso che riscaldò il cuore della ragazza. 

Da quel giorno Clary aveva iniziato a fare la strada di casa con Baek, le loro conversazioni erano piccole e per la maggior parte delle volte lei rispondeva male, ma per il ragazzo era più che abbastanza. 

A capodanno erano praticamente amici, si raccontavano tutto della giornata. Sentiva, in qualche modo, di essere speciale per lei. 

Quando lui si senti a suo agio, mentre camminavano verso casa, Baekhyun osò chiederle cosa era successo quel giorno in cui l'aveva incontrata. 

- Fatti i cazzi tuoi- rispose la ragazza, ponendosi subito sulla difensiva.
Ma subito dopo aver notato lo sbigottimento del ragazzo, per paura di perderlo, si scusò. 


La prima volta che qualcosa cambiò effettivamente, era San Valentino e Baekhyun aveva preso coscienza dei suoi sentimenti. 
In questi mesi aveva conosciuto Clary, aveva imparato molto di lei, passo dopo passo.  Si vedeva tutti i giorni, studiavano insieme, tornavano a casa insieme, mangiavano insieme, il che aveva reso gelose molte persone.

Ma l'importante era che erano diventati due costanti l'una per l'altra, o almeno così pensava Baekhyun. 

Decise di confessare i propri sentimenti, quando tornando da scuola, erano davanti al cancello a chiaccherare come sempre.
- Oggi il prof era così rincretinito, non si è nemmeno accorto degli aeroplanini che volavano in classe- disse la ragazza ridendo.

Baekhyun sorrise nel vederla così solare, aveva fatto un cambio radicale da quando si erano conosciuti. Non era certo un angioletto, continuava a rispondere male a tutti, ma almeno talvolta sorrideva.

- Clary- disse con serietà poco dopo, la ragazza smise subito di ridere e prestò attenzione.

- Voglio averti vicina, per sempre- Baekhyun sussurrò l'ultime due parole, finalmente apriva il suo cuore.

- Baek cosa stai..- iniziò a parlare, ma fu interrotta. 

- Mi sono innamorato di te- sbottò il ragazzo con il viso  rosso, il cuore che batteva all'impazzata.
In quel momento Clary aveva letteralmente in mano il suo cuore, l'aveva sempre avuto e non se ne rendeva conto.

- Baek..- sospirò la ragazza, non voleva ferirlo, ci teneva troppo.
- Non sono la ragazza adatta a te- sospirò, e finalmente decise di essere onesta. - La prima volta che mi hai vista, piangevo. Una volta mi chiedesti perché  e non te lo dissi.
Ora voglio che tu li sappia affinché ripensi a quello che mi hai appena detto. Quel giorno sono stata lasciata dal mio ragazzo che è partito per l'America senza dirmi niente, lasciando una misera lettera con delle stupide scuse. Ero piccola e innamorata, ma ero convinta che  lui fosse l'amore della mia vita, stavamo insieme da quando eravamo piccini, diceva che il suo sogno era quello di crescere e sposarmi.
E invece - fece uno sbuffo e un sorriso malinconico- Mi ha lasciata, mi ha abbandonata come una giacca vecchia. Senza ripensamenti. Non vogliono più soffrire per una cosa del genere - spiegò.

- Non so chi sia questo stronzo, o quali siano i motivi per cui si è comportato così - rispose Baekhyun, che sentendo la sua storia aveva sentito un dolore al petto. - Ma non ti farei mai una cosa del genere, non vorrei mai che tu soffrissi cosi- era davvero sincero, Clary lo sapeva. Eppure ciò non bastò.
Forse niente poteva curare un cuore ferito, come è impossibile incollare un vaso di ceramica caduto in mille pezzi.

- Nemmeno io voglio che tu soffra Baek, non augurerei a nessuno quello che ho provato- mormorò - Per questo non sono adatta a te. Chiunque si avvicini a me, non può essere amato ma solo distrutto. Guardami Baek- a quel punto la voce della ragazza si spezzò - Sono un disastro, sono un insieme di pezzi ammassati e tenuti insieme dallo scotch. Finirai con il farti male- l'immagine descritta da lei corrispondeva perfettamente alla realtà, penso Baekhyun, ma questo non lo fermò affatto.

- Allora lascia che provi a combinare i pezzi - rispose Baek facendo un passo verso la ragazza - Fammi provare, non ce la faccio più a nascondere tutto questo dentro di me-.

A quelle parole, Clary spaventata dal fatto che lui se ne potesse andare,ascoltò le sue disperate parole. Cosa poteva perdere nel lasciarlo provare?


Da quel giorno provarono a costruire insieme un rapporto d'amore, con il solo sentimento del ragazzo.
Un anno e mezzo dopo stavano insieme ormai da tempo,  Baekhyun era davvero innamorato di Clary, ma era anche infelice in un certo senso.

I momenti di pura felicità erano rari, era infelice quando discutevano ( cosa che accadeva spesso) ma era ancora più infelice quando lei non c'era. 

Si era legato a lei in un modo indissolubile, forse arrivando a dimenticarsi della propria individualità nel rapporto. 
L'amore, infatti, è l'unico sentimento in grado di unire due persone facendo mantere ad esse la propria individualità, ma Baekhyun non si sentiva così.

Si sentiva perso senza di lei ed era consapevole di quanto ciò fosse sbagliato, ma lasciava correre finché c'era lei.

Nei primi di marzo dell'anno dopo, Beakhyun tornò a casa dove trovò, ironia della sorte, una lettera.

Era di Clary e recitava così.

Caro Baekhyun, 
Probabilmente sto facendo uno dei più grandi errori della mia vita, ma sai che sono un disastro e che di scelte giuste non ne ho mai fatte.
Ora come ora, però, questa decisione mi sembra la più giusta.
Poco tempo fa ho incontrato Jackson, il mio ex ragazzo. É tornato dall'America per me, scusandosi per avermi lasciati e implorandomi per una seconda occasione.


A questo punto il ragazzo dovette fermarsi per respirare un po', avrebbe strappato la lettere se la curiosità non fosse stata più forte.

È codardo da parte mia, lo so, scriverti una lettera, e non dirti queste cose.
La verità è che sono una codarda, avevo paura di guardarti negli occhi e dirti che il motivo per cui ti lascio, é perché sono sempre stata innamorata di un ragazzo solo; avevo paura di confessarti la mia debolezza nel perdonare chi mi ha ferito più al mondo, ferendo per prima chi invece mi ha rimesso a posto. Il problema però, è che solo chi mi ha rotto può aggiustarmi davvero, perchè conosce tutti i pezzi di me.
Tu mi hai raccolto, hai messo insieme qualche pezzo, ma non ero intera.
Non senza la persona giusta.
Voglio ringraziarti per tutto quello che hai fatto per me,  e dirti che spero che tu conosca una persona migliore di me,  qualcuno che ti ami quanto tu hai amato me, sprecando il tuo tempo forse.
Spero che non mi odierai, anche se so per certo che lo farai. Persino io mi odierei per una cosa simile.
Clary.


Baekhyun lesse più volte la lettere, assicurandosi di aver capito bene e sperando di trovare una battuta che dicesse che era uno scherzo.

Non fu così. 

Aveva ragione a dire che era era rotta, lui non l'aveva riparata. Non poteva.
Avrebbe dovuto lasciarla stare molto tempo prima, quando si era reso conto di essere infelice con lei e miserabile senza di lei.

Doveva capire che lei non lo amava dal modo in cui osservava il cielo quando erano insieme, da come osservasse l'orrizzonte quando erano insieme, mirando all'infinito come se cercasse un modo per raggiungerlo.

Ora Baekhyun capì che non stava cercando di raggiungere l'infinito, ma solo il suo ex, l'unico in grado di tenerla unita, a quanto pareva.

Il loro era un amore artificiale, creato solo da se stesso.

#Spazio autrice 
Nuovissima storia! Spero che questa one shot sulla fantastica canzone 'Arteficial love' vi piaccia!
La prossima pensavo di farla su Lotto!
Ps. Ironico il fatto che Baek sia uno dei miei preferiti e in tutte le storie venga torturato dalla sudetta.

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Capitolo 2
*** Lotto pt.1 ***


  • Kim POV

    Non avrei mai pensato che mio padre mi potesse vendere così, come se fossi un pezzo di carne da macello, una fetta di prosciutto.

    Ora, legata sul letto con una corda che mi stringe forte i polsi graffiandomi la pelle ogni qualvolta che mi muovo, mi sento esattamente un pezzo di carne insignificante.

    Sospiro ancora e tento di scogliere il nodo della corda, devo tentare di scappare se voglio sopravvivere.

    Mio padre è un giocatore d'azzardo dipendente, ha iniziato a giocare quando mia madre é morta e poi ha dedicato tutta la sua vita al denaro.

    Ha perso ogni cosa pur di inseguire l'oro, perdendo la testa e indebitandosi a tal punto da perdere la casa in cui vivevamo e vendermi.

    Così sono finita ad essere il premio della serata, il "lotto" che vincerà il concorrente di stasera. Entro mezzanotte scoprirò a chi apparterrà la mia vita da ora in poi.

    - Tuo padre é qui, sguardrina- entra il figlio del propretario di questo squallore, Kris, che mi guarda in  un modo che mi fa venire i brividi dal disgusto e si avvicina.

    - Fottiti- gli rispondo, tentando ancora una volta di liberarmi le mani.

    - Pensaci tu- risponde il brutto verme strisciante. Vorrei dirgli che mai nessuno penserebbe di fottersi uno come lui, ma sto in silenzio perchè so che lui vuole litigare con me e non voglio dargli soddisfazione.

    È debole e segue il comando di suo padre senza nemmeno pensare a ciò che sta facendo, non ha cervello e nemmeno anima propria.

    Come ha potuto mio padre vendermi a persone così disprezzanti che vendono le ragazze come se fossero merce ed uccidono senza pensarci due volte? 
    Come ha potuto ridursi così, ad essere un oggetto di manipolazione, un essere debole come loro, senza alcuna forza di volontà?

    - Guardami quando ti parlo!- urla afferrandomi violentemente il viso, destandomi dai miei pensieri. Questo mi costerà di sicuro un livido ma non mi importa, stringo i denti e inizio a scalciare. - Stai ferma- mormora salendomi sopra e bloccandomi con il suo corpo. Vorrei urlare e piangere, ma mi trattengo -Giocherò anche io stasera, proverò a vincerti- mi sussurra all'orecchio, prima di darmi un bacio sulla guancia.

    Arrossisco violentemente per la rabbia -Non devi toccarmi- stringo i denti- Mollami subito, luridono schifoso- urlo.

    - Stasera mi implorerai di starti affianco, di aiutarti. Sarai mia- mi accarezza i capelli guardandomi negli occhi, le sue parole sono disgustose e numero lacrime scendono senza il mio consenso. - Mia, per sempre- promette al mio orecchio. Ho già sentito queste parole, le stesse identiche, dalla persona che amo di più sulla Terra, Chanyeol.

    Prima che scoprissi di essere stata venduta e venissi brutalmente rapita per essere portata qui, lui ha promesso di venirmi a cercare. Ci siamo promessi eterno amore, io gli appartengo e lui appartiene a me.

    Ora, per colpa di Kris, queste parole assumono tutt'altro significato, vorrei non averle mai sentite.

    Che ne sarà della mia vita?

    - Ora vado- dice alzandosi e ponendo fine alla tortura, il suo corpo mi stava soffocando fisicamente e psicologicamente.

    - Stanno per iniziare, non voglio perdere senza nemmeno giocare. Tornerò presto- dice inchinandosi su di me, posa un bacio sulla mia fronte e si allontana. Questa promessa mi terrorizza, il mio corpo é in preda a spasmi.

    Aspetto che esca dalla porta e che chiuda la serratura a chiave prima di riniziare a respirare.

    Sono devastata, le sue parole mi hanno portato l'energia in corpo, come una sanguisuga che lentamente ma inesorabilmente mi succhia via il sangue.

    Vorrei solo che tutto questo finisse presto, non tento più nemmeno di liberarmi, tanto é inutile. Anche se riuscissi ad uscire da questa stanza, i corridoi e le stanze sarebbero circondate da insulsi soldatini al servizio, pronti a bloccare qualsiasi azione. Quindi qualsiasi cosa faccia non ha senso.

    Dal piano di sotto sento dei rumori, voci che urlano, risate, bicchieri che si frantumano.

    Mi chiedo se Chanyeol sia tra questi, se oltre a mio padre, lui stia mantenendo la promessa fatta. Sinceramente non so nemmeno più se vale la pena sperare.

    Chiudo gli occhi e sospiro lasciandomi andare, tento di conservare la poca energia rimasta. La mente mi pulsa e sento un dolore martellante, il mio corpo é incontrollabile, scosso da brividi e convulsioni.

    Chiunque vinca, faccia di me ciò che vuole.

     

    ***
    Chanyeol POV
    Entro nella sala già affollata e mi guardo intorno: la stanza enorme è arredata, se così si può dire, da giochi da tavola, tavoli da poker, majong e ruote della fortuna.

    Qualsiasi cosa che faccia vincere o perdere soldi.

    Mi guardo attorno ispezionando il luogo, come previsto c'è del personale ad ogni porta, scommetto che qualcuno di loro é anche travestito ad invitato.

    Kim dovrebbe essere al piano superiore, al quale però mi è impossibile accedere.

    - Signore, vuole favorire?- una cameriera con un vestito succinto di pelle bianca mi passa un bicchiere di Champagne.

    Lo prendo senza dire niente, guardandola con disgusto e immaginandomi Kim al suo posto. Sarebbero orribile vedere una scena del genere.

  • La ragazza si allontana e io mi guardo di nuovo intorno per vedere dove faranno la partita di poker con la fatidica vincita, la mia ragazza.

    Tenterò di vincere, e se non accadrà passerò al piano B.
     

    ***
    Kim POV

    Il rumore della serratura che scatta e della porta che si apre, mi fa svegliare dal mio breve sonno. Mi ci vuole qualche secondo per capire dove sono, ma presto capisco tutto.

    Sono ancora legata sul letto, inerme, debole e infreddolita, dato che indosso solo un abito bianco fine.

    Nella stanza entra un ragazzo alto e giovane, i capelli corvini gli coprono la fronte in modo spettinato e indossa un abito da sera. È il vincitore della serata?

    Il ragazzo mi nota subito, senza dire una parola si avvicina, con un coltello taglia la corda che mi teneva strettamente in trappola.

    Lo guardo negli occhi, in attesa che dica qualcosa mentre mi massaggio i polsi ormai sfregiati, un dolore allucinante mi trapassa ma decido di non mostrare ciò che provo.

    - Andiamo- sussurra guardandomi negli occhi, prima di accennare un sorriso sincero.

    Lo guardo confusa, anche se in realtà ho già capito tutto: mio padre ha perso, Chanyeol o non è venuto, oppure ha perso anche lui, e ora appartengo a questo ragazzo. La situazione è chiarissima, cristallina direi, ma ciò che mi confonde sono i miei sentimenti.

    Da un lato sento la terra sgretolarsi ai miei piedi sapendo che non rivedrò più Chanyeol, che da questo momento in poi sono proprietà di un'altra persona; ma dall'altro lato, anche se sento di essere sospesa su un filo in mezzo al nulla, quel sorriso mi ha rassicurato, conferendomi nuovamente una speranza.

    - Mi hai vinto?- sussurro, la mia voce é roca e pasticciata dopo il sonno, ed il corso degli eventi mi ha scosso completamente. Ora che lo guardo, noto una piccola cicatrice sulla guancia, mi chiedo come se la sia procurata, nonostante questo debba essere l'ultimo dei miei pensieri.

    - Che? - il ragazzo mi guarda con aria stordita, poi scoppia a ridere -No no, non è così. Io non gioco a questa roba. Sono ordini del capo, poi ti spiegherò strada facendo. Adesso vieni con me- mi porge gentilmente la mano, il suo viso é sereno. - Come faccio a sapere che non menti? Dove mi porterai?- domando, cauta nelle mie scelte e soprattutto nella mia fiducia verso gli altri.

    - Ti porterò fuori di qui, ti porterò da Chanyeol - al suono di questo nome scatto a sedere e lo guardo. Sta dicendo la verità e io non posso far altro che fidarmi, afferrargli la mano e farmi aiutare ad alzarmi.

    Ci avviciniamo lentamente alla porta, lui davanti a me, le sue larghe spalle a sovrastarmi. Sarà alto quanto Chanyeol, forse un po' meno.

    Guarda attentamente che non ci sia nessuno, poi inizia a correre trascinandomi con lui e continuando a tenermi la mano.

    Le mie gambe soffrono, non indosso nemmeno le scarpe, sono completamente scalza sul freddo pavimento, ma l'adrenalina e la voglia di scappare fanno muovere velocemente il mio corpo.

    Non so cosa accadrà domani, ma non mi importa. Ora come ora, desidero solo andarmene di qui.
    - Dove stiamo andando?- chiedo dopo aver voltato il terzo angolo. Questo luogo é enorme.

  • - Sh.. abbassa la voce- ordina gentilmente, sussurrando mentre si guarda cautamente intorno.

    - Andiamo da Suho, il mio capo. Ho l'ordine di portarti da lui, al sicuro - spiega mentre corriamo.

    - Tu come ti chiami?- mi chiedo da chi sia organizzato tutto questo, chi sia Suho e come conosce Chanyeol.

    Mi domando se sia stato Chan a pianificare tutto questo, se è venuto a prendermi, mantenendo la promessa che ci sigilla da tempo.

    - Oh Sehun- dice prima di imprecare -Merda, si sono già accorti della tua assenza, dobbiamo muoverci più in fretta- dice iniziando e correre, continuando a tenermi per mano.

    La sua stretta é delicata ma ugualmente forte, so che non mi lascerebbe portare via.

    Percorriamo diversi corridoi stranamente vuoti, probabilmente questa parte del luogo é stata chiusa o comunque non viene usata. Sehun apre una delle tre porte in fondo al corridoio, mi fa entrare velocemente e poi entra anche lui.

    - Come conosci Chanyeol?- domando curiosa, non sento più paura adesso, la speranza mi ha riacceso completamente e la proiezione del futuro sicuro, mi permette di concentrarmi su altro oltre che sulla fuga.

    - È entrato da un po' di tempo nel gruppo - dice vagamente, stando attento a dove mette i piedi dato che il luogo é in penombra.

    Questo lato é molto più freddo e sporco, e stiamo scendendo delle scale in marmo antico ricoperte di polvere. Probabilmente stiamo raggiungendo una uscita sotterranea.

    Se è vero che mi sta portando da Chanyeol, non vedo l'ora di rivederlo, dunque i miei piedi si muovono più velocemente possibile.

    - Che gruppo?- chiedo guardandomi intorno, siamo finiti in una stanza con delle sbarre. Forse è una prigione sotterranea. Ringrazio il cielo che non mi abbiamo rinchiuso qui al buio.

    - Questo non te lo posso dire....- non finisce la frase poiché il rumore di numeri passi meccanici e sistematici ci distrae.

    Proviene dalle scale da cui siamo appena scesi, e a giudicare dall'espressione di Sehun, non fanno parte del suo gruppo.

    - Cazzo, ci hanno già raggiunto- sussurra digrignando i denti.

    Il panico mi attraversa nuovamente, senza pensarci mi avvicino a lui. Il sogno era troppo vicino, non era possibile raggiungerlo così facilmente. Non rivedrò più Chan, non sarò mai libera. Diventerò schiava di qualcuno, sarò ciò che qualcun'altro vorra che io sia, non potrò mai realizzare appieno me stessa.

    - Kim, ascoltami. Facciamo una cosa- sussurra prendendomi per le spalle e girandomi verso di lui
    - Non aver paura, non piangere- mi asciuga una lacrima che non mi ero nemmeno accorta di aver versato.

    - In fondo a questo corridoio, ci sono due porte, una di fronte e una a destra. Prendi quella a destra, conduce ad un corridoio buoio e stretto. A quel punto, alla fine di esso, troverai un tunnel sotterraneo sotto ad un tappeto, ci sarà una botola che dovrai sollevare. Scendi di lì e prendi la strada a destra, vedrai una luce in fondo al corridoio. È lì che dovrai andare, é lì che troverai Suho e Chanyeol. - dice velocemente ma spiegando ogni processo dettagliatamente.

    - E tu? Che farai?- chiedo spaventata.

    - Io starò qui, li distrarrò-.

    Scuoto la testa - Non puoi, sono troppi Sehun. Vieni con me- non voglio che si sacrifichi per me.

    - No, non posso. Fidati di me, so quel che faccio. Andrà bene, non aver paura Kim. Se non vai, prenderanno sia me che te e tutto sarà inutile. Tu devi salvarti. - sono così combattuta dal lasciarlo qui, da quando è cominciata la serata, lui ha rappresentato la speranza per me, una proiezione del mio futuro.

    Mi sono fidata all'istante e ora si sta sacrificando per me anche se non mi conosce - Perché dovresti fare una cosa del genere?- domando.

    - Perché è un comando di Suho. Mi ha chiesto di portarti da lui sana e salva. É ciò che farò, costi quel che costi- dice prendendomi per il braccio e conducendomi in fondo al corridoio.

    I passi si avvicinano, si fanno sempre più rumorosi, saranno sicuramente più di dieci persone.

    - Perché segui il comando, rischiando la tua vita?- domando ancora, vorrei dirgli di scappare insieme a me, o almeno tentare. Anche se questo costerebbe la mia vita, la mia libertà.

    - Perché gliela devo, devo tutto a Suho- mormora guardandomi negli occhi quando arriviamo di fronte alla porta a destra. É così grande la sua gratitudine nei confronti del suo capo? È così grande la sua fiducia?

    - Ora vai- apre la porta e mi spinge gentilmente verso essa. - Tonerai?- chiedo volendo piangere, mi sento così codarda.

    - Tornerò - promette prima di spingermi all'interno della porta e chiuderla. Ho giusto il tempo di guardarlo di sfuggita prima che il buio mi circondi.

    Mi appoggio qualche secondo alla porta, cercando di riprendere fiato. Non solo ora mi sento completamente sola, ma sento di aver perso anche una parte di me: il mio lato coraggioso.

    Sono davvero una codarda.


    Riesco a sentire le voci che chiedono dove sono, rumori di lotta e gemiti di dolore.
    Quando mi rendo conto che se arrivo velocemente da Suho e gli altri, loro possono venire a salvare Sehun, inizio a correre più velocemente che posso. Sfreccio nel corridoio oscuro, cadendo più volte ma rialzandomi rapidamente.

  • Posso salvare Sehun come lui ha salvato me, non sarò codarda.

    Seguo le sue indicazioni, é una lotta contro il tempo e richiede tutte le mie capacità.

    Ci riuscirò.

    Quando ho finito di scendere le scale, guardo il tunnel in cui sono. Vedo un puntino di luce in lontananza e senza pensarci sfreccio in quella direzione.

    Non so quanto tempo passa, tutto quello a cui penso é salvare Sehun come lui ha fatto con me.

    Non penso al freddo sulla pelle, all'odore ripugnante di fogna nell'aria, non penso alle mie gambe che bruciano per la fatica.

    Penso solo a correre, più veloce che posso.

    La speranza si rianima quando vedo delle figure in lontananza, ci sono 10 figure, e una di queste è sicuramente Chanyeol.

    Gli corro in contro e lui fa lo stesso appena mi vede.

    - Sei qui!- esclama stringendomi in un forte abbraccio.

    Ho giusto il tempo di sentire il suo odore e la sicurezza che infonde avere le sue braccia a circondarmi, che mi riprendo.

    -Sehun, dobbiamo salvare Sehun!-

     
     
 

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