Happy Birthday Team Seven

di rekichan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sakura - 28 maggio ***
Capitolo 2: *** Sasuke - 23 luglio ***
Capitolo 3: *** Naruto - 10 ottobre ***



Capitolo 1
*** Sakura - 28 maggio ***


[Sakura Haruno]

[28 Marzo]

 

Ormai, dopo ben quasi cinque anni di conoscenza, cinque mesi di fidanzamento (di cui tre ufficiale) e ben uno di convivenza, Sasuke Uchiha era assolutamente certo – o, perlomeno, dava per scontato – che Naruto Uzumaki avesse compreso la sua assoluta e totale allergia alle festività.

Ma, ovviamente, con l’approssimarsi dell’ennesima ricorrenza, aveva nuovamente dovuto ricredersi sulle capacità intellettive della propria dolce metà.

Aveva passato indenne (o quasi): Natale, Capodanno e S. Valentino. Il suo essere gay lo aveva risparmiato dalla festa della donna, nonostante Naruto avesse ponderato di fare la Sexy No Jutsu in occasione di quella giornata.
Fortunatamente, lo aveva convinto a desistere, anche se al White Day non era riuscito a scampare.

Mancava solo Pasqua e, dopo quella, sarebbe stato al sicuro fino al 31 ottobre, quando l’Uzumaki lo avrebbe sicuramente costretto ad andare in giro per il villaggio con un lenzuolo in testa a fare: «Dolcetto o Scherzetto?».
Beh, la sua tranquillità psicofisica, a quanto pareva, era ben lungi dal raggiungerla.
Il dannato cartoncino rosa, recante scritto un invito a casa Haruno per il 28 Marzo, aveva fatto precipitare l’Uchiha nell’abisso della disperazione più profonda.

Nel suo calendario personale, dove aveva segnato diligentemente tutte le date “pericolose”, aveva dimenticato di annotare le festività più infide, insidiose e malefiche che mente umana avesse mai potuto concepire: i compleanni.

Sasuke odiava i compleanni.

Intanto, necessitavano di regali. Il che implicava - specie se eri fidanzato con Naruto Uzumaki e la festeggiata si era arrogata indebitamente da tempo il titolo di: “migliore amica” – una incommensurabile perdita di tempo in giro per i negozi.

A questa, sarebbe senza dubbio seguito l’acquisto di un oggetto tanto costoso quanto inutile e, cosa ben peggiore, una festa. O suicidio, che dir si voglia. In fondo era questione di punti di vista.
Ora, Sasuke considerava il festeggiare la propria nascita segno di un disperato masochismo represso. Perché mai – si chiedeva – qualcuno avrebbe dovuto desiderare di nascere? Altro che festa! Bisognava vestirsi a lutto, bisognava!
Quindi, una festa di compleanno equivaleva ad un’agonia non indifferente.
Ciò nonostante, espletata questa sua visione della vicenda al proprio compagno, Sasuke si ritrovò, per due ore, a sbuffare spazientito in un negozio di chincaglierie, mentre Naruto andava da una parte all’altra dello stabile alla ricerca di un regalo.

Un kimono era troppo costoso; un set di kunai troppo banale…
«Una tinta per capelli, così sparisce quell’orrido rosa cicca.», proposta da Sasuke fu repentinamente bocciata. Ovviamente, senza possibilità di recupero.

«Che ne dici di questo?»

Domandò Naruto, esibendo l’ennesimo oggetto tanto inutile e orripilante da far alzare il sopracciglio di Sasuke di ben un centimetro.

«Che se ne fa di un paraorecchi rosa e vaporoso, dobe?»

Replicò questi. La kitsune strinse a sé il candidato regalo, sbuffando.

«Sempre il solito! È un regalo utile, simpatico e molto carino!»

Era in momenti come quello che Sasuke dubitava del proprio aspetto fisico, visto l’evidente gusto per l’orrido dell’Uzumaki.

Fortunatamente, c’erano le sue amate fan a ricordargli con lettere d’amore – spedite ogni giorno con puntualità ossessivo-compulsiva – quanto i suoi addominali fossero scolpiti, quanto il suo viso fosse bello e quanto avrebbero desiderato scoparselo a sangue.

Il suo coming out, a quanto pareva, invece di allontanarle come aveva sperato, aveva fatto intensificare gli assalti delle “dolci” fanciulle, desiderose di ricondurlo sulla retta via.

Peccato che lui preferisse la via del retto¹.

Ora che ci pensava, il suo dichiarare la propria omosessualità aveva attirato anche un’altra categoria di fan, almeno a giudicare da alcune missive pervenutagli.

Ad esempio, ce ne era una che si complimentava per i suoi ottimi gusti in fatto di fondoschiena; un’altra lo ringraziava per i filmini mentali che si era potuta fare, quando lo aveva visto in farmacia a comprare del lubrificante; un’altra ancora chiedeva a quando il matrimonio….

C’era poi una molto indiscreta… una certa Venia², che chiedeva insistentemente una ripresa “intima” tra lui e Naruto.
Ricordava che quella richiesta lo aveva colpito per via di quella stucchevole carta rosa su cui era stata scritta. Identica a quella dell’invito di Sak…

«Naruto, ho trovato il regalo per Sakura.»

Mormorò, improvvisamente folgorato dall’illuminazione divina.

«Cosa?»

Domandò Naruto posando gli occhiali da sole ricoperti di paillettes fucsia che aveva in mano.

«Un video!»

«Hai già in mente qualche titolo?»

«Oh, sì. – Sasuke ghignò, avvicinandosi molto lentamente alla parte migliore della propria dolce metà. – Il gatto e la volpe.»

«Non esiste un film con quel nome!»

Il ghigno sulle labbra dell’Uchiha si allargò in modo spropositato, mentre sollevava la kitsune.

«Per ora

 

Quella sera, alla festa di compleanno di Sakura, quasi nessuno comprese perché la festeggiata – dopo aver scartato il regalo dei suoi compagni di squadra – si fosse chiusa per circa due ore nella propria stanza, lanciando di tanto in tanto delle urla estasiate.
Altrettanto misterioso fu il comportamento di Naruto, che passò tutta la serata a zoppicare, rifiutando qualsiasi offerta di sedersi.

Ciò nonostante,  la condotta più inquietante in quel 28 Marzo, fu senza dubbio quella di Sasuke. L’Uchiha, che alle feste era più: «Non ti avvicinare se non vuoi morire» del solito, aveva rivolto un sorriso appagato e soddisfatto a chiunque gli si avvicinasse.

 

 

Note dell’autore: allora, questa raccolta si può ricollegare alle mie fan fiction: Christmas’ carols e Tornaconto. Tuttavia, non è indispensabile averle lette per capirla. Come al solito, il protagonista assoluto è Sasuke e la sua allergia alle festività. Naruto qua è un po’… effeminato, nel senso buono del termine. Diciamo che, essendo una comica, mi sono divertita un po’ con gli stereotipi.
Sakura è altresì molto personale, come caratterizzazione. Diciamo che mi sono rifatta al suo spirito da Yaoi fan (e non ditemi che non lo è, altrimenti devo ricordare una certa tecnica erotica di Konohamaru e la reazione della cara Haruno). Il “what if…?” è per il ritorno di Sasuke a Konoha, anche se sono quasi sicura al 100% che ci sarà, Kishimoto finora non ha mai (purtroppo) confermato.
Sono molto felice del secondo posto, visto e considerato che ho scritto tutto in fretta come mio solito XD. Faccio i complimenti alle altre podiste e a tutte le partecipanti.

Beh, penso sia tutto.

 

 

¹Per questa battuta si ringrazia la mia Orochimaru

 

²Piccolo omaggio alla mia Sakura, che su manga.it ha il nick Venia86

 

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Capitolo 2
*** Sasuke - 23 luglio ***


Alla mia kitsune,

l’unica in grado di sopperire alla sindrome di Brian.

 

[Sasuke Uchiha]

[23 Luglio]

 

Sasuke Uchiha detestava cordialmente il sole cocente sulla sua pelle fin troppo chiara.
Certo, la cosiddetta “tintarella di luna” che tanto faceva impazzire le ragazze era considerato un pregio da molti. Sicuramente, non dal possessore della tanto osannata “pelle marmorea”; “alabastrina”; “tinta dai flebili raggi lunari”, come aveva letto quel giorno tragico in cui aveva aperto per errore la sezione “Fanfiction” del sito ufficiale di Konoha.
Tanto per cominciare, la pelle pallida (pallida! Non “marmorea”! Al massimo, cadaverica) si ustiona facilmente. E se l’epidermide Uchiha è perfettamente in grado di sopportare tranquillamente il calore generato dalle tecniche di fuoco, non è geneticamente programmata per resistere ai malefici raggi ultravioletti generati dal sole. No, neanche con la crema solare protezione 30 al carotene per pelli sensibili, che Naruto tentava di appioppargli ogni volta che nella sua testolina bacata, si affacciava la tragica idea di trascorrere una piacevole giornata al mare, per: rosolarsi al sole (così da non potersi sdraiare per una settimana); giocare a pallone sulla sabbia rovente (per farsi venire le verruche ai piedi); mangiare gelati (destinati a finire più come brodaglia appiccicosa sulle mani, piuttosto che come dolce in bocca); fare il bagno (per poi costringerlo ad inseguirlo per tutta la spiaggia per evitare che altri gay arrapati puntassero al sedere del suo ragazzo, messo bene in evidenza dal costume sempre dannatamente bianco) e intrattenersi in tante altre attività sociali che erano amabilmente entrate nella lista Uchiha: “cose da distruggere prima di cena“.

Quindi, l’estate era un danno prima di tutto per il caldo e il sole.
In secondo luogo, per quel giorno.
Il ventitre Luglio.
Sasuke sosteneva sempre che i suoi genitori dovevano essere stati particolarmente di cattivo umore quando lo avevano concepito. O forse era stato particolarmente fastidioso durante la gravidanza. Magari aveva costretto sua madre a vomitare ogni santo giorno, o le aveva provocato delle voglie così assurde che suo padre aveva maledetto ogni singolo istante della sua vita il nascituro.
Questi pensieri cupi gli si volgevano alla mente per le tragiche circostanze della sua nascita, concentrate in un solo termine dei due che definivano il giorno in cui era venuto al mondo: Luglio.

Certo, per la maggior parte delle persone, nascere a Luglio non era un danno. Non per lui.
In primis, era estate. Il che consiste già in una spiegazione più che sufficiente.
Secondo, ma non per questo meno valido motivo: le ferie. Ora, Sasuke non era un tipo così dedito al mestiere di ninja da non apprezzare qualche giorno di vacanza di tanto in tanto, ma preferiva che i suddetti giorni non coincidessero con assurde festività, alla cima delle quali si trovava il suo compleanno.

Ora, se Sasuke nei periodi festivi raggiungeva un isterismo pari a quello di una donna incinta, o in crisi pre-mestruale, il giorno del suo compleanno la sua paranoia da: «Odio le feste perfino più di Itachi, Danzo e lingua di Orochimaru messi insieme.», raggiungeva l’apice.

Il problema fondamentale non era tanto l’essere nato (e già questo comportava grossi danni alla sua debole psiche), né tantomeno la “Sindrome di Brian¹” (come la chiamava Sakura dopo aver visto quel telefilm gay di cui Sasuke non riusciva mai a rammentare il nome, visto che era sempre impegnato a mettere in pratica l’insegnamento del protagonista: «Scopa finché hai entrambe le palle»², con Naruto), quanto la pratica orribile, antiquata e deprecata dei festeggiamenti.
Non era già terribile essere nati?

Ci doveva pur essere un motivo per cui i bambini piangevano una volta usciti dalla pancia! Insomma, non poteva trattarsi solo del tentativo di riempire d’aria i polmoni! Era disperazione allo stato puro, quella! E lui, modestia a parte, di disperazione se ne intendeva.

No, a quanto pareva non bastava essere stati gettati senza richiesta nella vita! Dovevi anche festeggiare il fatto di esserci. Cos’era? Un metodo per esorcizzare il proprio disgusto esistenziale?
E poi… i regali. Vogliamo parlare dei regali? Mucchi di oggetti inutili, il più delle volte di cattivo gusto, che dovevi accettare con un sorriso - il più delle volte una vera e propria smorfia per simulare il proprio disgusto - solo per poi riporli in cantina ad accumulare polvere e ragnatele, fino al malcapitato giorno in cui il donatore, venuto in visita, non domanda:

«Sasuke, ti ricordi quel peluche a forma di bruco viola a macchie verde acido che ti ho regalato?»

E allora sei costretto a blaterare una scusa del tipo: «Oh, sì! Quel meraviglioso peluche! Non riesco a dormire senza.», mandando completamente al diavolo la propria virilità e pregando mentalmente che non chieda di vederlo. In tal caso, devi correre a cercarlo in cantina e supplicare che non sia nell’ultima scatola o di non averlo riciclato per qualche altra assurda occasione. Se non lo trovi, la scusa della lavanderia è l’unica soluzione. Se ci fosse una lavanderia a Konoha.

Insomma, un incubo.

Già. Decisamente, il ventitre Luglio era una giornata da dimenticare. Specie se il suo amato fidanzato sembrava deciso ad organizzare una festa in grande stile, almeno a giudicare dal suo continuo parlottare con Sakura e tacere non appena lui si avvicinava.

E ciò era sospetto, perché il dobe, crollasse il mondo, non stava mai zitto.

Così, quando cinque minuti prima della mezzanotte, che avrebbe segnato l’ingresso nel fatidico giorno, Naruto si eclissò in cucina con un sorriso volpino, Sasuke avvertì un lieve senso di panico risalire lungo la propria spina dorsale, mentre la mente analizzava decine di orride prospettive. Una peggio dell’altra.

Come minimo, a mezzanotte spaccata, tutto il villaggio avrebbe fatto irruzione in casa per fargli gli auguri. Sakura avrebbe preteso una scena di sesso in diretta tra lui e Naruto per festeggiare l’avvenimento; Sai avrebbe chiesto se voleva un pene nuovo, visto che con gli anni non si sa mai ed è meglio essere previdenti e averne sempre uno di scorta; Kakashi… probabilmente il suo regalo sarebbe stato l’unico gradito: il secondo volume della saga della Pomiciata. Interessanti, quei libri. Davvero molto interessanti.

Scacciò dalla propria testa le fantasie perverse sulle varie posizioni descritte nel sommo manuale, concentrandosi invece sulla tragica realtà che, di lì a pochi minuti, gli si sarebbe presentata di fronte.

Forse era ancora in tempo per scappare. In fondo la vita da mukenin non era così male. Insomma, ci potevi fare fortuna. Orochimaru era diventato padrone di un villaggio. Ok, era più un centro di ingegneria genetica non autorizzato, ma queste erano sottigliezze che chi non vi aveva vissuto non sapeva apprezzare.

Fissò l’orologio. Un minuto. Panico.

«Sasuke, puoi venire in cucina?»

In cucina? Si erano già infiltrati in casa? Quando?

«Teme, sto aspettando!»

Sasuke deglutì. Aveva due alternative: la prima, nonché più gradita, fuggire rapidamente dalla finestra. Pro: non avrebbe dovuto sopportare uno snervante festino. Contro: avrebbe terribilmente deluso Naruto che, per i giorni seguenti sarebbe stato triste, depresso e sessualmente frigido. Visti i contro della prima soluzione, il cerchio si restringeva drasticamente alla seconda: fare buon viso a cattivo gioco, recarsi in cucina e sperare nel dopocena consolatorio.

Con un sospiro e passo lento - perché affrettare l’agonia? - si recò in cucina, pronto all’immancabile: «Sorpresa!» stridulo e corale.

E di sorpresa vera e propria si trattò quando trovò, nella cucina, non la folla di gente che si aspettava, ma solo Naruto completamente nudo e il musetto imbrattato di panna che gli porgeva una torta piena di candeline azzurre con un miscuglio di panna e cioccolata sopra.

«Auguri, teme!»

Esordì la kitsune, mettendogli in mano la torta. Sasuke alzò un sopracciglio, con fare interrogativo. Il dizionario di Uchihese incorporato nel cervello di Naruto tradusse correttamente con: «E questo?»
L’Uzumaki arrossì, imbarazzato.

«So che non ti piacciono le feste, quindi… Beh, ti ho fatto la torta! È un biscotto allo zenzero, in realtà. Ed è un po‘ crudo. Non avevo molto tempo. Ho cercato di scriverci “Ti amo” con la panna e il cioccolato, ma…³»

Sasuke scosse il capo, posando il dolce sul tavolo. Si chinò sul visetto chino e imbarazzato di Naruto, schioccandogli un bacio sulle labbra.

Chissà perché, in quel momento il suo compleanno non gli sembrava più una tragedia.

 

 

 

N/A: dunque, questa shot è nata basandomi… no, senza basarmi su nulla XD: è la descrizione sputata del mio ventesimo compleanno. La mia idiosincrasia verso i compleanni aveva colpito ancora e la mia kitsune ha pensato bene di farmi la torta (descritta appropriatamente in questa shot).
Adorabile, non è vero? È riuscita anche a farmi passare il trauma di non essere più una teen-ager.

Ora però voglio ridere come farà a farmi passare la crisi dei ventuno, visto che ci sono dentro già da ora.

Confido in lei XD.

 

 

¹Per chi non lo sapesse, Brian è il personaggio principale della serie televisiva Queer as Folk U.S.A.
Il suo più grande timore è quello di invecchiare e sostiene che l’arrivo dei trent’anni consiste nella morte sessuale del maschio gay.

 

²Questo è un riferimento a quanto accade nella quarta serie di Queer as Folk, visto che Brian viene sottoposto ad un’operazione poco gradevole per un maschiettoXD.

 

³Si ringrazia la mia dolce metà per avermi “ispirato” la torta e le reazioni di Naruto

 

 

Quistis18: grazie, modestamente ho una passione per muoverlo sullo sclerotico andante XD. E il regalo per Sakura non è nulla rispetto a quello fatto alla mia Kiba (Album fotografico di tutte noi in cosplay, lo custodisce gelosamente e non lo fa vedere a nessuno, neanche a noi XD). Sakura non è guastafeste. Non più di tanto, almeno.

 

Ryanforever: e chi non ci spera? Sakura non lo passerà a nessuno. Mwahahah! Motivo? Quella è stata una scusa bella e buona! Opportunista del cavolo che non è altro.

 

Fullmetal manga lover: beh, sulle maschere chi può non condividere? Naruto è in chiave comica, quindi va bene così XD. Se fosse stata una fic seria non mi sarei mai sognata di caratterizzarlo a questo modo. Quel regalo lo volete tu e milioni di fan girl di questo mondo, ma per ora l’unica che ha avuto l’onore è stata proprio la mia Sakura (anche se non per il suo compleanno), e per di più in diretta ù_ù.

 

Hotaru: male, lo yaoi è il profumo della vita, ricorda XD! Sinceramente, visti i gusti di Naruto, avrei seri dubbi anche io.

 

Yama_nihal: No ù_ù, come ho già detto, lo ha avuto solo la mia Sakura. E’ stata la prima battuta a doppio senso che ha fatto. La mia bambina cresce XD.

 

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Capitolo 3
*** Naruto - 10 ottobre ***


[Naruto Uzumaki]

[10 Ottobre]

 

A differenza della sua molto relativamente dolce metà, Naruto Uzumaki adorava festeggiare.
Certo, non che ne avesse mai avuto realmente la possibilità. In fondo era alquanto difficile organizzare una festa quando sei solo e i genitori dei tuoi amici storcono il naso se sanno che li frequenti.
Per questo, Naruto aveva sempre festeggiato il proprio compleanno in solitudine. Ed era proprio per questo motivo, oltre che per la sua smodata - e, secondo un certo Uchiha di nostra conoscenza, malata - passione per le feste, che Sasuke Uchiha aveva deciso di mettere da parte il proprio astio verso i compleanni, i regali e i festini; riempirsi di antistaminici per contrastare l’inevitabile shock anafilattico che la partecipazione ad una festa gli provocava; armarsi di coraggio e soprattutto della propria carta di credito, per organizzare la più grandiosa festa di compleanno mai vista a Konoha.

C’era solo un piccolo, insignificante problema.

Sasuke Uchiha poteva essere un bel ragazzo; un fidanzato a volte romantico e un ninja eccellente.

Ma, come organizzatore di feste faceva decisamente schifo.

«Spiegami il perché questi addobbi non ti vanno bene!»

La povera Haruno, reclutata a forza dall’Uchiha dopo la crisi isterica presa alla commessa del negozio di addobbi per le richieste al di fuori del concepibile del ragazzo, sospirò.

«Li hai visti? Li hai visti? Insomma, sono… sono…»

«Colorati, Sasuke-kun. - sospirò Sakura, tendendo una ghirlanda color arcobaleno sotto il naso di Sasuke. - Gli addobbi sono colorati. Devono essere colorati, sai?»

«Ma questi sono troppo colorati!»

«Hai qualcosa contro l‘arcobaleno, Sasuke-kun?»

«Non lo so… fa troppo…»

«Sasuke-kun… - Sakura sospirò nuovamente, mettendo una mano sulla spalla del compagno di squadra e serrando molto la presa, affinché il concetto entrasse nella testa del rampollo Uchiha - …vorrei farti notare un piccolo, microscopico particolare che, forse, il cervellino che ospiti nella tua adorabile scatola cranica non ha ancora recepito: tu e Naruto siete gay.¹»

Sasuke sbuffò, scostandosi la mano della gentil donzella dalla spalla. Mosse il braccio un paio di volte, per assicurarsi che le giunture funzionassero ancora correttamente, prima di rispondere:

«D‘accordo, ma non per questo casa nostra deve sembrare l‘alloggio di due checche.»

«Santo cielo, Sasuke-kun! Improvvisamente sono lieta del fatto che tu stia con Naruto. Non so se le tue parti basse avrebbero compensato lo stress che mi avresti provocato.»

Sasuke roteò gli occhi al cielo, incrociando le braccia. Sakura sorrise di fronte al broncio che si era dipinto sul volto dell’Uchiha. Fondamentalmente, dopo anni di prove fallimentari, aveva imparato a conoscere il musone del gruppo abbastanza bene da riuscire a gestirlo.

Ad esempio, sapeva benissimo che quel suo essere scorbutico e intollerante ad ogni singola proposta per la festa di compleanno di Naruto, era solo un modo per esorcizzare il suo timore di non rendere indimenticabile quel momento alla kitsune.

Forse. In fondo il suo vocabolario di Uchihese non era così completo come quello di Naruto.

«Torniamo agli addobbi. Questi ti piacciono?»

«Sono…»

«Sì, Sasuke-kun. Questo colore si chiama arancione

 

Il giorno seguente, Sakura si accorse che il problema esistenziale di Sasuke non erano gli addobbi e gli alimenti (l’Haruno si era categoricamente rifiutata di dar retta alla proposta del ragazzo: «Facciamogli una ciotola enorme di ramen al posto della torta.», ritenendola troppo poco “compleannesca”, anche se aveva inserito i tagliolini nel buffet), quanto il regalo.

Improvvisamente, si rese conto degli sforzi assurdi che Naruto doveva aver fatto per convincere l’Uchiha a comprare i regali di Natale, le uova di pasqua e simili. Oltre a comprendere definitivamente che tra lei e Sasuke non avrebbe mai potuto funzionare. Non tanto per il suo essere gay, quanto per il fatto che l’avrebbe ucciso prima di arrivare all’altare. Due giorni in giro per i negozi con lui erano decisamente troppo da sopportare. L’organizzazione di un matrimonio sarebbe stata a dir poco esasperante.

Si domandò da dove Naruto tirasse fuori tutta la pazienza necessaria a sopportarlo quotidianamente, ma viste le risposte suggerite dalla sua mente fin troppo maliziosa decise di passare oltre a quella questione.

«Allora, Sasuke-kun… Hai già qualche idea?»

«Se l‘avessi avuta, tu non saresti qui, Haruno.»

«E se tu non mi avessi promesso quelle foto di te e Naruto che lo fate sotto la doccia, ti staresti ancora domandando se erano meglio i festoni con le ranocchie o quelli arancioni. Quindi siamo pari, Uchiha.»

Sasuke sbuffò, lanciando occhiate distratte alle vetrine nella speranza di un’illuminazione folgorante. Cosa sarebbe potuto piacere al dobe? L’ennesimo peluche gli sembrava a dir poco ridicolo (oltretutto, nel letto non c’era più spazio e Sasuke era arrivato all‘ultimatum: «O loro, o me!»); l’Ichiraku ramen era decisamente troppo costoso; un altro buono per “una notte da seme” come a Natale, se lo poteva scordare. Se ne approfittava decisamente troppo, e lui non avrebbe mai più commesso l’errore di lasciargli troppa libertà in quel campo. Legato al letto doveva stare.

Ok, i suoi pensieri stavano decisamente divagando e prendendo una piega poco casta, forse anche a causa del sexy shop che si trovava davanti.

«Sasuke-kun non penso che a Naruto serva un vibratore.»

La voce di Sakura lo distrasse dalle sue riflessioni da maniaco sessuale.

«Eh?»

L’Haruno sospirò, massaggiandosi le tempie.

«Non ti chiederò perché avevi quell‘espressione da pervertito. Anche perché, per quanto mi piacerebbe conoscere i particolari, assomigliavi in modo inquietante ad Orochimaru. Possiamo puntare su qualcosa di normale, prima che ti venga in mente di regalargli un serpente domestico?»

«Non sarebbe una cattiva idea…»

«Sasuke-kun!»

«Uff… va bene, va bene. - Sasuke tacque per un secondo. - Neanche uno piccolo, picc…»

«Sasuke!»

 

Sasuke Uchiha maledisse con tutto se stesso il giorno in cui aveva chiesto a Sakura di aiutarlo con l’organizzazione del compleanno di Naruto. Aveva sempre sospettato che la ragazza fosse tutt’altro che femminile e aggraziata, ma dopo tutte le botte che aveva preso, adesso ne aveva la tragica conferma.

Tuttavia, insieme avevano fatto un buon lavoro. Casa Uchiha era stata completamente addobbata con ghirlande di svariati colori e altre a forma di ranocchia; la torta era stata ordinata; gli inviti spediti e il pranzo preparato.

Gli invitati erano arrivati, appena in tempo per farli nascondere prima dell’arrivo del festeggiato.
Insomma, tutto sarebbe andato alla perfezione.

Anche se…

«Sakura, dove diavolo è Sai?»

Sbottò, bloccando l’Haruno mentre appendeva gli ultimi festoni.

«Non lo so. Non è arrivato?»

«Le tue capacità deduttive mi stupiscono. Se fosse arrivato sarei qui a parlare con te?»

«Uchiha, vuoi davvero che Naruto cosa mi hai promesso, in cambio del mio aiuto?»

Sasuke digrignò i denti, ripromettendosi mentalmente di non domandare più l’aiuto di Sakura in cambio di foto hard tra lui e la kitsune. Considerando che i preparativi si erano protratti più a lungo dei due giorni pattuiti, era stato costretto ad aggiungere al budget dell’Haruno due video e la promessa di procurarsi una foto di Kakashi-sensei mentre si dava alla pazza gioia con Iruka. Quella, davvero non sapeva come procurarsela. Aveva anche cercato di spiegare a Sakura che, solo perché lui e Naruto erano gay, non voleva dire che il resto della popolazione maschile di Konoha lo fosse altrettanto! In ogni caso, la ragazza insisteva di avere tracce sicure e non voleva saperne di demordere.

«Vado a cercarlo.»

Bofonchiò, lasciando cadere la discussione prima che il suo piede decidesse di dar retta all’istinto e far cadere Sakura dalla scala.

Cominciò a cercare il compagno mancante. Sfilò accanto a Temari che stava amabilmente punzecchiando uno Shikamaru intento a pisolare; sorpassò Neji, intento a staccare l’Inuzuka dalla cugina; passò davanti ad Ino che stava tenendo un sermone sull’efficacia di una nuova dieta che stava provando a Choji («Non mangio niente e quando sto per svenire butto giù un pezzetto di formaggio!»²)… Niente, di Sai neanche una microscopica traccia.

Frugò ovunque. In bagno; in cantina… Dentro la camera degli ospiti non trovò Sai, ma Kakashi. Il sensei, pantaloni abbassati e labbra di Iruka a portata di… “mano“, non si scompose, a differenza del compagno che balbettò un imbarazzato:

«Non è come sembra, Sasuke…»

Chissà perché, a Sasuke pareva essere esattamente come sembrava, ma si limitò a chiudere l’armadio con un irritato: «Se sporcate, pulite.», e ad annotarsi mentalmente di avvisare Sakura di ciò che stava accadendo all’interno della camera degli ospiti di villa Uchiha.

Nonostante le ricerche, di Sai nessuna traccia.

Tornò giù, più furioso che depresso. Appena lo avesse beccato avrebbe mostrato a quel Van Gogh fallito un altro utilizzo dei pennelli, così non si sarebbe più lamentato della mancanza di peni nella sua vita!

«Sasuke!»

Oddio, no!

«Sasuke! Dove sei?»

«Arrivo, dobe!»

Accidenti! In anticipo doveva essere, quel dobe! In anticipo! Lui che sembrava aver ereditato da Kakashi il vizio di arrivare in ritardo!

Si affrettò a raggiungere la sala dove gli invitati stavano appartati, pronti a balzare fuori con un: «Sorpresa!»

Certo, peccato che l’anticipo di Naruto aveva impedito agli ospiti di nascondersi; Sakura era ancora sulla scala ad appendere festoni; Neji e Kiba si stavano massacrando sotto gli occhi sconcertati della kitsune; Gaara aveva cominciato a dondolare tenendo tra le braccia il suo orsetto e Sai…

Sai era dietro Naruto.

«Teme… E… E questo?»

Balbettò l’Uzumaki, osservando attonito lo spettacolo festaiolo che gli si presentava davanti.

«Sasuke-kun, hai visto che ho portato tutto?»

Esordì Sai, con un sorriso serafico, passando a Sasuke una piccola scatola rivestita di carta blu.

L’Uchiha l’afferrò, ribollendo di rabbia.

«Tutto cosa?»

«Zitto, dobe. E a te come salta in mente di arrivare ora

«Mi hai detto te di portare tutto il materiale per la dichiarazione. E come pensi di fare a chiedere a Naruto di sposarti se lui non c‘è?»

Ecco. Perfetto. Sai sì che sapeva quando tenere quella fognaccia che aveva al posto della bocca chiusa.

Ormai, l’unica cosa che restava da fare era mantenere un minimo di dignità Uchiha, pregando che nessuno dei presenti notasse le sue gote pesantemente arrossate - neanche lui sapeva se per rabbia o per vergogna -.

Bofonchiando uno stizzoso: «Tsk.», lanciò un’occhiataccia ai presenti in cui era racchiuso l’ordine implicito di comportarsi come se nulla fosse. Non sarebbe stato un imprevisto a mandare a monte la sua preparazione perfetta.

Quindi, scambio di auguri, di regali; taglio della torta e tutti quei giochi stupidi che si fanno alle feste. Naruto fu molto gentile nel fingere che Sai non avesse spiattellato tutto, fino alla fine della giornata quando, avvicinatosi a Sasuke, affermò, con un ghigno volpino stampato in faccia:

«Io sto ancora aspettando il mio regalo, teme.»

«Accontentati della festa. - Sibilò Sasuke, sentendo improvvisamente gli occhi di tutti i presenti puntati addosso. - In fondo ci ho perso giorni per organizzarla. Il mio tempo è un regalo più che sufficiente per un dobe come te.»

«Sasuke!»

«Tanto sai già cosa voglio chiederti, no? Ringrazia Sai, per questo.»

«Sasuke-kun! Non ci provare!»

Esclamò Sakura, celando una lieve minaccia nella voce.

«Già, vogliamo la dichiarazione!»

Esordì Ino, battendo deliziata le mani.

«Avanti, Uchiha!»

Questo era l’Inuzuka. Che diavolo voleva l’Inuzuka? Le Yaoi fan le poteva capire, ma il cane antropomorfo che c’entrava?

«Insomma, Uchiha! Muoviti!»

Anche Kankuro ci si metteva.

«Io sto ancora aspettando, teme.»

Sasuke lanciò un’occhiata di sbieco a Naruto. Gli occhi azzurri sembravano brillare. Forse, non era stata una cattiva idea quella della festa di compleanno. Forse, non lo sarebbe stata neanche quella della dichiarazione. Forse, per una volta, poteva tranquillamente a mandare al diavolo il proprio orgoglio e…

Sbuffò, inginocchiandosi di fronte alla kitsune e afferrandogli la mano.

«Naruto Uzumaki, vuoi sposarmi?»

«Mh… - Naruto trattenne a stento un sorriso. - …ci devo pensare.»

«Non lo ripeterò, dobe. Quindi vedi di dare la risposta esatta.»

«Certo che sai come rovinare certi momenti, eh teme?»

«Usuratonkachi, la mia pazienza ha un limite e la capacità di sopportazione delle mie ginocchia, anche. Quindi muoviti.»

«Umpf. - Naruto mise su un piccolo broncio, prima di sorridere. - Certo che ti voglio sposare, Sasuke Uchiha.»

«Perfetto. - Sasuke si rialzò, tra gli applausi generali. - Bene, adesso avete avuto il vostro spettacolo. Potete smammare.»

Borbottò, rivolto agli invitati apparentemente esaltati da quella disastrosa dichiarazione.

Per tutto il resto della serata, Sasuke faticò a togliersi di dosso gli sguardi maliziosi dei presenti. Neanche la sua migliore occhiata stile: «Attenzione, mordo.» funzionò per toglierseli dalle scatole.

Tuttavia, quando lui e Naruto rimasero soli, di fronte al sorriso beato della volpe, al suo tenero: «Grazie per la festa, teme.» e, soprattutto, al vedere le loro mani sinistre intrecciate dove stava ora una piccola fedina in argento con incise le loro iniziali, non poté fare a meno di pensare che, forse - ma proprio forse - i compleanni non erano qualcosa di così disastroso.

Almeno fino al giorno seguente, quando Sakura si presentò sotto casa, urlando:

«Sasuke-kun, so che hai bisogno di una mano per organizzare il matrimonio. Sai quanto ti verrà a costare, vero?»

Aggiunse, con un ghigno, brandendo minacciosamente una telecamera.

 

N/A:

E abbiamo finito.
Questa è altamente sdolcinata, melensa e a dir poco disgustosa.
Ammetto: non avevo più idee XD, le ho bruciate tutte prima.
Grazie a tutte per aver seguito questo sclero.

ryanforever: Naruto. Si chiama Naruto, non Nacchan. Comunque sì: era quello il suo terrore più grande XD.

Saeko no Danna: Beh, grazie. Cerco sempre di tenerli il più IC possibile, visto che detesto con tutto il cuore l'OOC. E non è difficile fare Sasuke fobico dei compleanni XD, basta descrivermi. Oto... Oto è un mondo che solo pochi possono comprendere ù_ù.

Solarial: oh, sol*O*! Me lo avevi detto da qualche parte, ma non so dove XD. Sono felice che ti sia piaciuta così tanto. Il mio Sasuke ormai è diventato un personaggio a parte su cui Kishimoto non ha più controllo XD. In fondo, mi trovo a pensare che, per quanto maturi per il mestiere di ninja, sono pur sempre dei ragazzini. Con tutte le fisime dell'età adolescenziale. A volte ci si dimentica di questo loro lato "umano". Sakura è la fangirl! Insomma! E non hai visto me domenica al mare XD, ho comprato la protezione 50 per non abbronzarmi! Anche tu soffri della sindrome di Biran?

Quistis18: Sasuke sclerotico è un perché. E Naruto (si chiama Naruto, non Nacchan), è dolcissimo. E cucina anche bene XD. E' con le torte che è una frana.

preffy: l'ho detto una volta, mi pare: le mie storie sono 90% autobiografia e 10% licenza poetica. Comunque sì: è il tuo primo commento che ricevo XD. Sono felice che tu abbia trovato i personaggi IC, perché ormai non so più se descrivo Sasuke o me stessa. Diciamo che mi/lo confondo. Naruto è un pensiero poco casto di per sé, mentre Sakura... Sakura è Sakura XD. E dopo la tecnica di Konohamaru non può che essere yaoi fan girl!

A presto,

rekichan

 

¹allusione alla bandiera del movimento omosessuale che riprende, appunto, i colori dell’arcobaleno. In sintesi, Sasuke non vuole festoni color arcobaleno perché nella sua testolina sarebbe come urlare al mondo: «Ehi, sono gay!»

²cit. da: Il diavolo veste Prada

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