La città perduta di Atlantide

di Alexa_Akane
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Gilbert, braccio destro e uno dei più fidati del capitano, corse dentro la cabina di quest’ultimo, gli occhi rossi spalancati come se avesse appena visto un fantasma e il respiro affannato.

"Antonio! Devi venire subito fuori!" Esclamò l'albino, raggiungendo la scrivania di legno scuro dietro la quale si trovava l’amico, battendo le mani sulla superficie lucida. Antonio, che fino a pochi secondi prima stava tranquillamente studiando un’intricata mappa ingiallita, si limitò a sospirare, ormai abituato a tutte le volte in cui Gil si fiondava da lui, la maggior parte delle volte per cose di nessuna rilevanza. Pensò che quella era una delle tante altre volte, dove magari aveva trovato assieme a Francis qualche schizzo di donne tra le amache dei marinai o il fatto che il suo Gilbird fosse tornato da lui. Purtroppo, non sapeva che in quel momento, l’albino aveva veramente qualcosa di grosso tra le mani.

"Ora non posso Gil, sono occupato a tracciare la prossima rotta." Lo scacciò via, agitando pigramente la mano senza neanche guardarlo, troppo intento a leggere le sue cartine sulla sua imponente scrivania.

"Mi dispiace ma devi venire assolutamente!" Insistette il ragazzo, sporgendosi così tanto verso lo spagnolo che quasi si trovarono fronte contro fronte. "Devi vedere cosa abbiamo trovato!"

"Ahhhh..." sospirò arreso il capitano, alzando finalmente lo sguardo verde sull’amico, notando il suo sorriso a trentadue denti. "Gil se è una cazzata ti mando a dormire coi pesci" disse minaccioso, alzandosi dalla propria comoda poltrona e seguendolo fuori dalla cabina.

"Ti posso assicurare che non lo è!" gli fece strada sul ponte dove praticamente tutto l'equipaggio si era radunato attorno a qualcosa.

"Fatemi passare" ordinò lo spagnolo, volendo finire questa questione il prima possibile. I suoi sottoposti fecero immediatamente come gli era stato detto, continuando però a guardare stupiti una sirena intrappolata dentro la rete da pesca.

 

Oh… allora non era una cazzata…

 

"Ma guarda guarda chi abbiamo qui!" disse Antonio, avvicinandosi alla preda con sguardo maligno e un sorriso che mandava una scintilla pericolosa ai suoi occhi smeraldo.

Incastrato nella rete, assieme ad alcuni pesci, si trovava un ragazzo dai capelli mori… ma invece delle gambe, una stupenda coda azzurra era attaccata al suo busto. Le scaglie erano lucenti, come i suoi occhi ambrati che in quel momento guardavano con un misto di paura e rabbia quegli umani che lo avevano strappato al mare.

Corrucciò ancora di piú le sopracciglia quando vide il capitano fare capolino.

"Allora non parli?" gli chiese lo spagnolo, guardando dall’alto al basso il povero ragazzo in trappola.

L'unica cosa che fece fu ringhiargli contro, portandosi la coda al petto per cercare di allontanarsi di più da quei maledetti.

"Sembra che non voglia parlare..." constatò il pirata dall’atteggiamento scontroso e antiproduttivo che stava avendo la sirena. Poi gli venne in mente… "Tu non sarai mica uno degli abitanti di Atlantide??" chiese e il suo sorriso si fece leggermente più ampio.

La sirena si morse le labbra, voltando la testa dall'altra parte e tentando per l'ennesima volta di liberarsi dalla rete.

Lo spagnolo sogghignò. Aveva fatto centro!

Era l'occasione della vita e non se la sarebbe fatta scappare tanto facilmente.

"Dimmi dove di trova Atlantide!" gli ordinò, allungando una mano per prendere rudemente tra le dita delle ciocche more dell’altro, costringendolo ad alzare lo sguardo verso di sé.

Il ragazzo si limitò a lanciargli un'occhiataccia, muovendo in uno scatto la coda per schizzargli dell'acqua che vi era rimasta sopra, che gli arrivò dritta in faccia

"Che sfacciato..." disse stizzito, asciugandosi il viso e lasciando la presa, spingendo di conseguenza indietro la sirena. Estrasse la spada e gliela puntò alla gola. "Troverò un modo per farti parlare..." aggiunse con un tono sadico.

Il povero ragazzo sobbalzò leggermente, spalancando gli occhi per la paura e alzando il mento per evitare di essere colpito dalla lama. Riportò la coda il più vicino a sé, cercando di nuovo di allontanarsi ma con la rete a tenerlo fermo era impossibile.

Antonio gli si avvicinò tenendo sempre la lama puntata alla gola "Sarà divertente vederti pregare perché io la smetta~" ridacchiò prima di levare la spada e rimetterla nel fodero. Si voltò, facendo per andarsene prima di girarsi verso uno della ciurma. "Legatelo." ordinò, indicando il moro con il pollice da sopra la spalla, ricominciando a camminare.

Gilbert prese il braccio della sirena, strattonandolo verso di loro e liberandolo dalla rete. La povera preda cercò di liberarsi ma altri uomini gli si avvicinarono, legandogli i polsi dietro la schiena.

"Ora mettetelo da qualche parte dove non potrà scappare." ordinò Antonio prima di ritornare nella sua cabina. Sospirò e si appoggiò al legno della porta, passandosi una mano tra i capelli prima che un sorisetto sadico gli piegasse le labbra. La fortuna finalmente era dalla sua…

 

"Agli ordini!" Disse sorridente Gilbert, prendendo in stile sposa il moretto e iniziando a portarlo sottocoperta, ignorando il fatto che il prigioniero si stesse dimenando come non mai.

"Bene principessina! Ecco a lei la vostra stanza" aprì una stanza dove c'era una vasca di ferro. La riempì d'acqua, buttandoci dentro il ragazzo e slegandogli un secondo le mani per poi riprenderle e legargli i polsi ad un gancio lì vicino. Cercò di liberarsi ma, di nuovo, era inutile.

"Spero che il suo soggiorno le piaccia!" Terminò l'albino, ridacchiando prima di uscire dalla stanza e chiuderla.

 

 

Dopo qualche ora, la sirena era ancora in quella vasca, con la testa appoggiata al muro al suo fianco mentre muoveva con fare annoiato la coda nell'acqua. Doveva scappare, doveva trovare un modo per andarsene… e al più presto.

Antonio aprì improvvisamente la porta della stanza dove si trovava la sirena ed essa sobbalzò, guardando dietro di sé per vedere chi fosse entrato. Ringhiò contro al pirata, voltando di nuovo la testa e portandosi la coda contro il petto, rimanendo con lo sguardo puntato sull’acqua.

"Allora..." prese una sedia e si sedette a gambe aperte, le braccia e il mento appoggiate sullo schienale "Ti piace la tua stanza?"

La sirena non lo guardò, né spiaccicò parola.

"Facciamo i difficili? Non vuoi mica vedermi arrabbiato, vero?" disse sorridendo Antonio, trovando divertente come il ragazzo davanti a sé sembrasse tanto ostinato.

A quel punto il moretto lo guardò con la coda dell'occhio e schiuse le labbra.

"Tsk..." Poi voltò di nuovo la testa, incrociando le braccia.

"Va bene… ora l'Antonio buono se ne va..." si alzò dalla sedia "...e arriva l'Antonio cattivo" disse malignamente, avvicinandosi a lui e prendendogli rudemente il volto con una mano. L’altro spalancò gli occhi, costretto a incrociare lo sguardo con quello verde dello spagnolo. In quel momento notò la scintilla malsana che li accendeva, facendolo raggelare per la paura.

"Cosa potrei fare per farti parlare?" iniziò a inclinargli il volto, come per osservarlo meglio. Come se fosse un oggetto da ammirare. "Lasciarti senza cibo per giorni, staccati le squame una a una oppure lasciati appeso al sole aspettando che mi implori per una goccia d'acqua, quale preferisci?"

La sirena digrignò i denti, corrucciando le sopracciglia e liberandosi il viso con uno scatto. "Non ti dirò MAI dove si trova Atlantide, bastardo di un pirata" gli ringhiò contro, parlando per la prima volta dopo essere stato pescato e rivelando una voce soave e caratterizzata da uno spiccato accento italiano.

"Ma che bel caratterino~" ridacchiò il capitano, sorridendo. "Come ti chiami carino?" chiese, improvvisamente interessato a lui.

"Tsk, perchè dovrei dirtelo?" Rispose con tono arrabbiato l’italiano, tirandosi indietro una ciocca di capelli che gli stava ricadendo davanti gli occhi.

"Visto che passeremo MOLTO tempo assieme dovrò pur sapere il tuo nome" ridacchiò Antonio, inclinando la testa e appoggiando la guancia sul dorso della mano.

Gli lanciò un'occhiataccia, voltando il viso dalla parte opposta."...Lovino..." Mugugnò. No, non glielo stava dicendo perchè glielo aveva chiesto! Ma perchè non voleva che se ne uscisse con nomignoli o altri modi per riferirsi a lui.

"Lovino, eh… il tuo nome è carino quasi quanto il tuo visino" disse come per provocarlo, sorridendo e scompigliandogli i capelli.

"Non darmi del CARINO, bastardo!" Lovino riportò lo sguardo su di lui solo per guardarlo male. Mormorò a denti stretti qualche altro insulto prima di passarsi una mano tra i capelli per aggiustarli.

Antonio non lo ascoltò.

"Ora tocca a me presentarmi. Io sono Antonio, mucho gusto" si presentò, permettendosi di accentuare l’accento spagnolo nel proprio tono per farlo sembrare più provocante.  "Ora che ci siamo presentati, mi diresti dove si trova Atlantide?"

"Scordatelo" si limitò a dire l’italiano, continuando a guardarlo male.

"Facciamo un patto: la tua libertà in cambio del tesoro sommerso di Atlantide. Ci stai?"

"Secondo te sono tanto egoista da mettere in pericolo i tesori della mia città, della mia gente, solo per questo?" Corrucciò di più le sopracciglia. "Preferirei morire piuttosto che dirtelo"

"Le persone sono tante cose. Uomini o sirene che siano, pensano solo a se stessi..." disse serio il pirata e i suoi occhi si fecero più duri.

Lovino allora, non riuscendo più a sopportare il conflitto che stavano avendo i loro sguardi, voltò la testa, mordendosi le labbra. "Comunque, non te lo dirò...non ti permetterò di arrivare ad Atlantide..."

"Questo lo vedremo" Sogghignò Antonio, tornato improvvisamente come pochi minuti prima, estraendo la spada.

La sirena spalancò gli occhi, cercando di allontanarsi dallo spagnolo. Non avrebbe parlato, non poteva! Non avrebbe potuto continuare a vivere con se stesso sapendo cosa aveva fatto!

Il pirata fece calare la spada in un gesto veloce e preciso, tagliando le corde che tenevano legato la sirena con estrema facilità.

Lovi allontanò lentamente le mani dal gancio arrugginito, accarezzandosi i polsi rossi. Spostò esitante lo sguardo sul pirata, confuso e diffidente delle sue azioni.

"P-perchè mi hai liberato?"

"Per portarti sul ponte"

"...Cosa?" Non capiva cosa aveva in mente il pirata… ma non gli piaceva...

Antonio lo prese e se lo mise sulla spalla come un sacco di patate, portandolo fuori dalla stanza e avviandosi fuori dalla sottocoperta.

"H-hey! Mettimi giù! Bastardo, mollami!!" Lovino iniziò a colpirgli la schiena con i pugni, muovendo la coda nel cercare di colpirlo sul viso, senza però riuscire a raggiungerlo data la posizione.

Una volta arrivato sul ponte la sirena fu buttata malamente a terra con un tonfo.

"Chgi!" Esclamò quando fece contatto con il legno del pavimento. Si alzò sulle braccia, lanciando un'occhiataccia al capitano.

"Prendetelo e appendetelo da qualche parte " ordinò serio Antonio senza però che il suo sorriso lasciasse le proprie labbra.

Il moretto spalancò gli occhi, sentendo qualcuno prenderlo per le braccia e legargli di nuovo i polsi. "No! Lasciatemi, brutti bastardi!" Cercò di ribellarsi, ma presto altre braccia si unirono e lo trascinarono verso l'albero maestro, mettendogli un cappio al termine della coda e lanciando l'altra estremità oltre uno dei pali, iniziando ad issarlo. Lovino sobbalzò, tremando leggermente per la paura nel sentirsi trascinare via dal pavimento. Cercò di aggrapparsi a qualcosa ma non ne ebbe il tempo e si trovò velocemente sottosopra.

"Ora riformulo la domanda..." Antonio si schiarì la gola, avvicinandosi alla sua preda e piegandosi leggermente in avanti per avere il suo viso a pochi millimetri di distanza. "Dove si trova Atlantide?"

Lovino gli sputò sulla guancia, guardandolo con tutto l’odio che aveva in corpo.

"Non te lo dirò MAI"

Il capitano si tolse schifato lo sputo dalla guancia, ricambiando lo sguardo che gli stava rivolgendo la sirena. "Ti lascio riflettere, magari un po' di sole ti SCHIARISCE le idee!" disse, tentando di mantenere la calma e dirigendosi verso la sua cabina, sbattendosi la porta alle spalle.

La testardaggine di quel tipo lo infastidiva, ma prima o poi avrebbe ceduto, questo è quello che pensava Antonio.

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Lovino cercò più volte di liberarsi, ma era tutto inutile.

Il sole batteva senza pietá sulla sua pelle, asciugandola dai residui d'acqua e il fatto di essere appeso come una specie di trofeo in mezzo al ponte era imbarazzante. In più, stava iniziando a sentirsi male per il sangue che gli affluiva al cervello...

Grugnì infastidito, tenendo gli occhi socchiusi e le braccia lasciate penzolare verso il basso.

Poi sentì qualcosa di strano...

Spalancò gli occhi e si guardò la coda, notando che si stava… come sciogliendo… lasciando posto a due nuovi arti...


Antonio si era chiuso nella sua cabina. Era seduto alla scrivania che consultava libri su libri per documentarsi sulle sirene.

Durante il corso degli anni aveva accumulato una gran quantità di libri, così tanti che  la sua cabina era diventata una biblioteca ormai. Ne aveva di tutti i tipi: dai libri storici ai scientifici, letteratura e cultura, persino di miti e leggende, ed è su quei libri che stava cercando delle informazioni in più sulle sirene.

Mentre faceva una pausa andò vicino alla grande finestra che dava sull'Oceano, prendendo in mano la croce che portava sempre al collo, stringendola a se.

"Ti prometto che la troverò" disse con un filo di voce mentre osservava la schiuma bianca che le onde producevano… ma quel piccolo momento di riflessione fu tagliato corto quando Gilbert entrò di corsa nella cabina del capitano per la seconda volta quella giornata.

"Antonio! Devi venire a vedere!"


Lovino notò che molti sguardi si stavano posando su di lui, così portò le mani a coprirsi la parte intima,anche se con un grande sforzo. Cazzo…

 

 

"Cosa c'è ancora!?!?" Antonio sbatté le mani sulla scrivania, infastidito per essere stato interrotto.

"La sirena...ha-ha le gambe ora!"

"C-come le gambe!?!?" sgranò gli occhi, uscendo di corsa insieme all’amico e arrivando presto sul ponte.

Lovi portò subito lo sguardo sul capitano quando lo vide fare capolino tra tutti i marinai che si erano radunati di nuovo attorno a lui. Arrossì ancora di più e cercò di coprirsi meglio. Ora era ancora più imbarazzante di prima!

"Ma vedi te che roba..." Antonio si portò una mano sul fianco, sorridendo per l’interessante spettacolo che gli si parava davanti. "Non sapevo che le sirene potessero diventare umane"

Lovino sentiva le palpebre pesanti e alcune macchioline nere iniziare ad offuscargli la vista. Tenere le mani in quella posizione era diventato faticoso, ma non aveva intenzione di mostrarsi a quei bastardi.

Lo spagnolo, vedendo il ragazzo cominciare a chiudere gli occhi, si preoccupò seriamente . Gli serviva vivo!

Prese velocemente la spada e tagliò la corda che teneva appeso il ragazzo, prendendolo al volo. Lovi era ancora cosciente, ma comunque non sembrava avere una bella cera. Aveva perso un po’ del suo colorito olivasto sul viso e i suoi occhi, anche se ancora decisamente determinati, erano chiusi a metà e sembravano stanchi. Sul suo corpo c’erano accenni di bruciature per il troppo tempo passato sotto il sole ma l’attenzione del più piccolo era sul terribile mal di testa che stava provando.

Antonio lo teneva in braccio stile principessa, senza degnarlo di un altro sguardo mentre camminava. "È più leggero di quanto credessi" pensava lo spagnolo mentre lo portava nella sua cabina.

La vista del ragazzo iniziò a farsi sempre più nitida e il dolore lentamente scomparí, lasciando solo un fastidio. Emanò un versetto di disappunto, guardandosi attorno per poi alzare lo sguardo sullo spagnolo. "Cosa… dove mi stai portando?"

"Nella mia cabina" rispose Antonio, ancora senza guardarlo.

Il ragazzo lo guardò confuso ma decise di non chiedere oltre, appoggiando la guancia alla spalla del pirata.

Una volta dentro, lo spagnolo si chiuse la porta dietro con l'uso del piede, portando Lovino verso il suo grande letto baldacchino. Lo adagiò la sopra, coprendolo.

Lovi era sempre più confuso. Cosa stava facendo quel bastardo? Che avrebbe fatto? Cosa GLI avrebbe fatto?

"Perchè sono qui?" Chiese, cercando di rendere il tono più scazzato o scontroso possibile… senza però riuscirci.

"Se ti lasciavo là sotto al sole saresti morto… e morto non mi servi, quindi ti ho portato dentro"

La creatura si alzò lentamente sulle braccia, appoggiandosi alla testiera del letto mentre guardava quella che poco prima era la sua coda. "...non so neanche io come è successo… quindi non chiedermelo..."

"Come vuoi" Antonio gli diede le spalle, avviandosi verso l’armadio di legno che si trovava nella stanza dal quale prese dei vestiti, lanciandoglieli.

Lovi li guardò, portando poi lo sguardo sullo spagnolo e lanciandogli un'occhiataccia. "Non ho bisogno della tua carità, bastardo...e non ho intenzione di mettere nulla di tuo"

"Se preferisci andare in giro nudo per me non ci sono problemi" Ridacchiò, avvicinandosi a lui con sguardo malizioso.

L’italiano allora palancò gli occhi, tremando leggermente sotto il suo sguardo e indietreggiando nel letto. "I-io non...non ho intenzione di girare nudo...voglio di nuovo la mia coda"

"Se la vuoi riavere dimmi dove si trova Atlantide" insistette il pirata, sedendosi sul bordo del letto.

L’altro però scosse la testa, tirando la coperta per coprirsi. "Ti ho detto che non te lo dirò mai. Puoi scordartelo!"

"Allora, dimmi solo una cosa..." cambiò tono di voce e i suoi occhi verdi si fecero più sereni, più curiosi. "Com'è Atlantide?"

"...é un modo per arrivare indirettamente a scoprire dove si trova, non è così?" Chiese Lovino, lanciandogli un'occhiataccia. "Bhe, ti dirò solo che è un posto magnifico, dove voi umani non dovreste mai mettere piede!!"

"Wow, mi hai scoperto, sei troooopo furbo" gli disse sarcastico l’ispanico, alzando gli occhi al cielo.

"Ma vaffanculo" mormorò, prendendo tra le dita una camicia del pirata. "QUESTA la indosserò solo finchè non riavrò la mia coda, chiaro?"

"Fai come ti pare" Antonio tornò sulla sua scrivania a leggere un libro mentre prendeva appunti su un foglio. Lovino si sedette al bordo del letto, dando le spalle al capitano e infilandosi la camicia, iniziando ad abbottonarla. Quando ebbe finito, posò lentamente i piedi sul pavimento e li staccò praticamente subito, sentendolo freddo sotto la pelle sensibile della sua pianta. Si morse le labbra e ci riprovò, posando finalmente i piedi a terra e tenendosi ad una delle colonne di legno del letto per tentare di mettersi in piedi. Le gambe gli cedevano, piegandosi sotto il peso del proprio corpo e presto cadde a terra in ginocchio. Lo spagnolo non lo considerava.  Tanto non sarebbe andato lontano, pensava.

Lovino cercò di rimettersi in piedi, sempre tenendosi alla colonna, ma appena prese un passo avanti, le gambe gli cedettero di nuovo e cadde disteso come una stella marina sul pavimento con un tonfo.

"Attento a non rovinarmi il pavimento. E’ in legno di quercia" disse Antonio, che non lo stava neanche guardando.

"Fottiti" gli rispose la sirena, tirandosi su con le braccia e guardandosi le gambe. Era la prima volta che diventava umano, quindi doveva essere normale avere difficoltà a camminare all'inizio, giusto?!                         

"Qua mi pare che quello fottuto sei tu" ridacchiò il pirata, sorridendo sornione mentre teneva lo sguardo puntato sulle pagine del libro tra le proprie mani.

Lovino gli ringhiò contro, tentando per la terza volta di rimettersi in piedi. Fece il primo passo, poi un secondo e un terzo. Sorrise, guardando in basso e avvicinandosi inconsapevolmente alla scrivania del pirata… era troppo concentrato sul camminare per pensare a quello!

Sembrava ce la stesse finalmente facendo… quando la gamba sul quale stava posando il peso gli cedette e lo fece cadere in avanti. Il suo busto fece contatto con la superficie della scrivania di Antonio e Lovi spalancò gli occhi, sentendo dei fogli cadere sul pavimento.

Antonio guardò i fogli atterra per poi voltarsi verso Lovino e guardarlo malissimo.

"Tu hai idea di quanto questi fogli siano importanti?!" gli urlò contro per poi alzarsi e raccoglierli.

Il più piccolo sobbalzò leggermente ma dopo ricambiò lo sguardo. "Ti sembra che mi importi?!" Esclamò, tirandosi su con le braccia dalla superficie di legno.

Antonio prese tutti i fogli caduti e li rimise sulla scrivania. "Se non fossi l'unico modo che ho per arrivare ad Atlantide, ti avrei già ucciso e appeso al muro come trofeo!"

"Ti converrebbe levarti il pensiero subito perchè io non ho intenzione di dirti un bel niente!!" gli rispose secco la sirena, riuscendo a tornare a sedersi sul bordo del letto.

"Se è questo quello che desideri..." disse Antonio, tornando con quel sorrisetto sadico, sguainando la sua fidata spada che portava sempre con sé e puntandogliela contro.

Lovino obbalzò di nuovo, sgranando gli occhi ambrati. Poi però si morse le labbra, stringendo tra le dita il lenzuolo e chiudendo gli occhi, alzando il mento.

"...f-fallo allora..." disse impaurito il ragazzo, cercando di impedire alla propria voce di tremare troppo.

Il capitano abbassò lentamente la spada per poi avvicinarsi a lui e spingerlo contro il letto, costringendolo a sdraiarsi sotto di sé.                         

Spalancò gli occhi, guardando lo spagnolo sopra di se.

"C-che cosa..?" sussurrò confuso il più piccolo, aprendo gli occhi e incontrando subito quelli di Antonio, notando di nuovo quella scintilla in essi.

Il pirata gli si avvicinò all'orecchio del ragazzo, soffiandoci dolcemente sopra e sorridendo quando sentì quel corpo così delicato tremare sotto il proprio.


"Magari devo convincerti in un'altra maniera~"

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Il piccolo Lovino era bloccato tra il letto e il corpo del pirata, che non sembrava volersi spostare. Tremò, posando le mani sul suo petto e cercando di spingerlo via. "Lasciami! Togliti da me, non ti dirò nulla!!"

"Sai cosa dicono in giro di me?" gli chiese maliziosamente il pirata.

“No...e non mi interessa neanche" gli rispose a tono l'italiano.

"Meglio così non ti rovinerai la sorpresa....~" Antonio si avvicinò al suo collo cominciando a succhiarlo e leccarlo con violenza, lasciando tanti succhiotti in giro. Lovino spalancò di nuovo gli occhi, arrossendo vistosamente sia per l'imbarazzo che per la rabbia. Iniziò a colpirgli il petto con i pugni, cercando di scacciarlo."Smettila! Bastardo, lasciami andare!!"

"Perché non ti lasci tu andare?" chiese.

"M-mai...non mi concederò mai a te!!"Esclamò, leggermente impaurito. Sapeva che contro lo spagnolo non poteva nulla...non poteva difendersi, ne scappare...era in trappola!

"Oooh.....ma tu sei già sotto il mio pieno controllo e lo sai bene~" gli disse sicuro di sé.

Il poverino tremò, sapendo che quello che diceva era la verità. Girò la testa dall'altra parte per non guardarlo "Potrai...anche prenderti il mio corpo con la forza...ma non piegherai il mio volere...non scoprirai mai dove si trova Atlantide..."

"Questo lo dici tu~" gli soffiò in un orecchio "Ho deciso.....” disse poi con sguardo trionfante ”Userò il tuo corpo ogni giorno fino a che tu non mi dirai quello che voglio sapere, che ne pensi? Come idea non è geniale?!~" gli chiese malizioso.

Lovi sgranò gli occhi, sentendoli diventare lucidi. Li richiuse per non guardare Antonio e continuò a tenere il viso girato dalla parte opposta, senza rispondere.

"Lo prenderò per un si" disse lo spagnolo non ottenendo nessuna risposta.

Gli posò una mano sulla guancia per costringerlo a girarsi verso di lui e lo baciò.

Lovino non rispose al bacio, rimanendo con le labbra serrate e gli occhi chiusi.

Lo spagnolo mosse sensualmente le sue labbra su quelle del ragazzo, portando le mani sui polsi di lui, bloccandolo definitivamente sul letto.

Mosse le mani, cercando di liberarsi i polsi dalla sua presa. Le gambe erano troppo deboli, sarebbe stato inutile cercare di tirargli un calcio...ora era completamente indifeso...

Antonio strattonó i polsi di Lovino facendolo gemere e approfittò della bocca socchiusa di lui per infilare la lingua.

Il piccolo italiano tremò, maledicendosi per aver abbassato la guardia. Sentiva la lingua dello spagnolo accarezzare la propria, marcando ogni angolo della sua bocca. Corrucciò le sopracciglia e gliela morse.

Lo spagnolo si scostò, ma solo per mordergli un labbro e farlo diventare rosso e gonfio.

"Ah!" Lo guardò male, alzando di scatto la testa per scontrare le loro fronti.

"Ahia!!!" si lamentò Antonio portandosi una mano sulla parte dolorante.

Con il polso libero, Lovino, gli tirò uno schiaffo, cercando di scostarsi da sotto di lui.

Antonio sentì tutte le 5 dita stampate sulla sua guancia. Si girò e lo guardò maliziosamente.

"Ti piacciono questo genere di cose, eh?"

Spalancò gli occhi, impaurito dalla reazione dello spagnolo, così cercò di liberarsi dalla sua presa, dimenandosi il più che poteva.

Antonio prese il foulard che aveva attorno al collo legando i polsi del ragazzo alla testiera del letto. Ora Lovino aveva lo sguardo rivolto verso il basso e dava le spalle ad Antonio. Il prigioniero continuava a dimenarsi cercando disperatamene di liberarsi, sapendo che però ormai era tutto inutile. Iniziò a tremare leggermente dalla paura, affondando il viso nel cuscino.

Lo spagnolo sorrise soddisfatto piegandosi su di lui infilando le mani sotto la camicia andando a torturare i capezzoli mentre gli leccava e mordicchiava la nuca.

Lovino si morse le labbra per trattenere dei gemiti, mordendo successivamente la stoffa del cuscino. "Mm-MmmH~" scosse la testa, tirando i polsi.

Antonio smise di prestare attenzione ad un capezzolo per portare una mano su i una natica, palpandola rudemente.

"Ma che bel culetto che hai!~"

Alzò la testa di scatto, cercando di muovere i fianchi lontano dalle sue mani "N-no! Smettila!"

"Sicuro che vuoi che smetta, il tuo amichetto li non è dello stesso parere"gli sussurrò andando a sfiorare il suo membro.

Romano tremò, trattenendo un piccolo gemito. "Basta...Antonio, smettila!"

"So che lo vuoi~"gli sussurrò mordendogli il lobo dell'orecchio per poi afferrare saldamente il membro di Lovi e cominciando a stuzzicarlo.

"No!" Aprì a metà gli occhi, guardando un punto impreciso davanti a se mentre il suo bacino si mosse involontariamente avanti, verso la mano dello spagnolo. Si morse le labbra, lasciandosi però sfuggire un piccolo gemito.

"Musica per le mie orecchie~" disse Antonio leccandosi un labbro cominciando a muovere la mano più velocemente.

Schiuse le labbra, non riuscendo più a trattenere quei gemiti, così affondò il viso nel cuscino, mordendone la stoffa e respirando affannosamente "No...no, no...smettilah~"

"Dal tuo tono di voce sembra che tu voglia il contrario~" gli rispose portando la mano libera sul suo viso a coprirgli gli occhi e portare la testa indietro, per poi sussurrargli all'orecchio "Se vuoi che smetta dovrai implorarmi~" sussuró sadico.

Scosse la testa, stringendo i pugni "No...mai..." Rispose, anche se la sua voce tremava leggermente.

"Ma quello è l'unico modo per farmi smettere, mio caro~" Gli soffiò in un orecchio.

Lovino si morse le labbra, determinato a non piegarsi al volere del pirata. Si sarebbe ribellato e lo avrebbe fatto fino a quando ne avesse avuto la possibilità...fino a quando non si sarebbe rotto.

Il pirata fece una smorfia, scontento che il ragazzo non stesse reagendo. La sua mano, che stava ancora prestando attenzioni al membro di Lovi, aumentò il ritmo.

"AAh!~" sentì il corpo venirgli scosso da un tremito e mosse la testa per cercare di scacciare la mano dello spagnolo "N-no!" Sentiva una sensazione nel basso ventre, una che non aveva mai provato prima.

"Più forte!" gli ordinò aumentando ancora il ritmo.

Sentì le lacrime iniziare a bagnargli gli angoli degli occhi e scosse la testa, ma non riuscí a trattenere un altro sonoro gemito. La sensazione si fece più forte, insopportabile e spalancò gli occhi quando sentì qualcosa uscire dal suo membro.

"C-che cosa...cosa mi hai fatto?!?" Chiese spaventato, tremando.

Lo spagnolo sorrise soddisfatto sentendolo gemere di piacere "Io nulla, è il tuo corpo che non riesce a resistere alle mie carezze~" gli sussurrò ridacchiando.

L'italiano scosse la testa, lasciandosi scivolare una lacrima "Cos'è?!Cosa mi è successo?!" continuava a chiedere quasi disperato.

Il pirata non rispose alla sua domanda "Abituatici perché sarà quello che proverai ogni giorno finché non mi darai quello che voglio~" staccò la sua mano sporca di seme dal membro di lui per poi passare al sedere.

"Cosa....che stai facendo?" Chiese spaventato, cercando di liberarsi i polsi e togliersi la sua mano dagli occhi.

"Se ti dico tutto subito dove sta il divertimento ~" ridacchiò.

Tolse per un attimo la mano dal suo sedere per slacciarsi i pantaloni.

L'italiano sentí il rumore della cintura slacciarsi e tremò. Cosa aveva in mente di fare?

Antonio non si tolse completamente i pantaloni, li abbasso quello che bastava per liberare il suo membro, ormai eccitato, per poi sfiorare l'apertura di Lovi.

Il piccolo italiano obbalzò, muovendo il bacino in avanti per allontanarsi da lui. No...non avrá intenzione di...

"Oooh si invece~" gli disse sadico, come se gli avesse letto nella mente prima di entrare in lui tutto in una volta. Un gemito soddisfatto uscì dalla sua bocca.

"AAAAAAAAAA!!" Urlò di dolore, sentendo lo spagnolo invaderlo con tanta violenza. Le lacrime iniziarono a solcargli le guance e morse il cuscino per cercare di trattenersi dall'urlare di nuovo.

Antonio iniziò a muoversi selvaggiamente dentro e fuori da lui portando entrambe le mani sui suoi fianchi per aiutarsi.

"NO!FERMO! SMETTILA, BASTAA!!" Il dolore era insopportabile. Strinse i pugni talmente forte da farsi diventare le nocche bianche mentre il suo corpo veniva spinto avanti e indietro dai colpi del pirata. Sentì un liquido caldo accarezzargli le natiche, scendendo lungo l'interno-coscia e sporcando le lenzuola di un rosso scarlatto.

Dopo qualche minuto il pirata venne dentro a Lovino con un sonoro gemito di piacere per poi uscire. Si ritirò su i pantaloni e si sedette sul bordo del letto.

Lovino rimase lì, il corpo che tremava violentemente per quello che era appena successo e le cosce sporche di sa

gue e seme. Affondò il viso nel cuscino, continuando a piangere.

"Sei...un mostro..." disse con un filo di voce.

"È così che mi chiamano....~" disse girandosi verso di lui con uno sguardo spaventoso. Si alzò e si diresse verso l'uscita ma prima di varcare la soglia si girò verso di lui.

"Ci vediamo domani~❤" disse per poi uscire.

Il povero ragazzo serrò gli occhi, mordendosi le labbra e lasciandosi cadere lentamente sul letto, cercando di non fare movimenti che avrebbero accentuato il dolore che stava provando. Dio, sarebbe voluto morire...ma non poteva...sapeva che lo spagnolo lo avrebbe tenuto in vita per torturarlo ancora e ancora...

Rimase a piangere ancora per quella che gli sembrò un eternità e finalmente si addormentò, esausto.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Lo spagnolo si diresse verso la cambusa per mangiare qualcosa, era affamato dopo tutto quel "movimento".

"Oi!! Francis fammi qualcosa ho fame! " disse entrando.

"Come vuoi capitano" disse l'amico cominciando a cucinare.

"Ah Toni! Il ragazzino ha parlato?" Chiese l'albino che stava preparando un piatto con qualcosa da mangiare vicino a Francis.

"No..." disse sedendosi al tavolo e appoggiando il volto sulle mani "È più testardo di un mulo"

"Ah, sei dovuto passare alle maniere forti? Ha un bel corpicino quello lí, ti invidio" ridacchiò, prendendo il piatto. "Vado a portargli qualcosa da mangiare?"

"Si, fa pure" disse menefregandosene altamente e prendendo il piatto che gli aveva portato Francis cominciando a mangiare.

Gilbert annuì e si avviò verso la cabina del capitano. Entrò, chiudendosi la porta alle spalle e spostando lo sguardo sul corpo del ragazzo, notando le cosce sporche di bianco e rosso, come le lenzuola. Gli faceva pena, lo ammetteva...ma quello che faceva il capitano non poteva essere contraddetto. Si mise al fianco del letto, posando il piatto sul comodino e scuotendo dolcemente il ragazzo per farlo svegliare "Oi...su, è ora di mangiare"

Lovino aprì lentamente gli occhi, rossi e gonfi per il pianto e sobbalzò quando vide l'albino, cercando di allontanarsi.

"Hey, su, non voglio farti del male"

"Come se mi fidassi di un pirata!" Cercò di esclamare, ma aveva la voce leggermente roca per le urla di prima. Gil sospirò, mostrandogli il piatto di frutta. "Ti ho portato da mangiare"

Lovi guardò l'albino e poi il piatto. "Non lo voglio"

"Invece si, si vede che stai morendo di fame...e poi ti servono energie per quello che ti aspetta" il piccolo tremò, abbassando lo sguardo sul cuscino e mordendosi le labbra. "....slegami allora..."

L'albino annuì, slegandogli i polsi in modo che potesse muoverli di nuovo. "Tanto dubito che tu possa muoverti da qui in queste condizioni...ti lascio al tuo pasto" fece per andarsene ma prima che oltrepassasse la soglia, Lovi lo chiamò.

"Si?"

"....grazie...bastardo"

L'altro sorrise, annuendo ed uscendo dalla stanza.

Antonio continuava a mangiare, portandosi lentamente la forchetta alla bocca.

Gilbert rientro in cucina.

"Allora? Sta mangiando?" chiese voltandosi verso di lui.

"Si" rispose, sedendosi davanti a lui e sospirando. "Hai ragione, è davvero cocciuto...all'inizio non ne voleva sapere"

"Sarà un impresa ardua farlo parlare " si portò un'altra cucciaiata alla bocca.

"Ce la farai, ne sono certo" lo rassicurò, sorridendogli e dandogli una pacca sulla spalla. "Quindi, le gambe gli funzionano?"

"Più o meno, cade ogni 5 secondi" gli spiegò.

"Creaturina...se non avesse quel carattere così testardo sarebbe la cosa più pucciosa al mondo" ridacchiò l'albino, mordendo una mela.

"In effetti......" arrossí un poco immaginandoselo con un'altra carattere.

"Aaaah...ma anche così non è male...una sfida è sempre eccitante"

"Preferisco le cose carine" borbottó scacciando via i pensieri di prima finendo di mangiare.

"Allora lascialo a me, Toniii~ siamo amici no?" Propose l'albino, mettendo le mani a preghiera.

"Tu puoi occupati di portargli da mangiare e vestirlo per ora, se continua a non parlare è tutto tuo"

"Si!" Esultò, stringendo il pugno in segno di vittoria. Poi si voltò verso Francis, sorridendogli sornione. "Oi, Franny! Vorresti che te lo prestassi quando sarà mio?"

"Sarebbe divertente" gli rispose mentre lavava un piatto.

"Allora è fatta!" Ridacchiò, appoggiandosi allo schienale della sedia e portandosi le mani dietro la testa.

"Oh, poi" aggiunse, guardando il capitano. "Non dovremmo dargli una pulita?"

Antonio bevve dell'acqua per poi alzarsi "Io torno a leggere le cartine"

"Em...e la mia domanda?" Chiese, inarcando un sopracciglio

"Questo è compito tuo, mi pare di essere stato abbastanza chiaro prima" Disse prima di uscire dalla cambusa.

.....

Lovino aveva mangiato tutto quello che gli aveva portato quel pirata e ora si trovava sul letto, dal quale non si era spostato un attimo, steso sul fianco e con le mani sotto la guancia mentre guardava con sguardo perso il cuscino. Sentiva le cosce appiccicose e sporche...lo odiava!

Le mosse leggermente, ma si fermò subito quando sentì un dolore acuto attraversargli la schiena.

"Fanculo..." Mormorò

Antonio rientrò nella sua cabina guardando per un attimo il ragazzo per poi sedersi alla propria scrivania per scrivere.

Lovi sobbalzò leggermente, guardando da sopra la spalla chi fosse entrato prima di riposare il viso sul cuscino, corrucciando le sopracciglia.

"Fra un po arriverà Gilbert per lavarti e vestiti decentemente" disse mentre prendava l'ennesimo tomo e cominciava a sfogliarlo.

"Gilbert? Intendi quello che è venuto a portarmi da mangiare?" Chiese, senza voltarsi per guardarlo

"Si...." gli rispose troppo preso dalla lettura.

Sinceramente, in parte ne era felice...lui non sembrava cattivo...o almeno, lo trattava meglio di un certo spagnolo!

Proprio in quel momento, qualcuno bussò alla porta e Lovi voltò la testa in quella direzione.

"Entra pure" disse Antonio.

"Peeeermesso!" Gilbert entrò nella stanza con il suo solito sorriso. Lo sguardo dell'albino si posò sul ragazzo nudo e quest'ultimo girò la testa per interrompere il contatto visivo. "Bene, iniziamo" Prese il secchio d'acqua e un panno, sedendosi sul letto vicino a Lovino. Gli prese dolcemente una gamba e gliele fece divaricare, facendolo stendere sulla schiena. Il piccolo sobbalzò, arrossendo e cercando di allontanarsi. "Lasciami!"

"Su, ti ho già detto che non voglio farti del male"

Si mise in mezzo alle sue gambe iniziando a passarci il panno umido. Lovino arrossì ancora di più, coprendosi gli occhi con un braccio e guardando dall'altra parte. Gil sorrise, posandogli un bacino sul ginocchio.

"Bravo"

Antonio non riusciva a concentrarsi con quei due la che parlavano e facevano rumore.

"Ahhhhh......" sospirò arreso alzandosi per andare verso il letto e cominciando a prendere le lenzuola sporche.

Lovino si morse le labbra per trattenere un gemito di dolore quando l'Albino gli passo il panno su un punto dolente. Gilbert finalmente terminò di pulirgli l'altra coscia, asciugandogli le gambe e facendolo girare sulla schiena. Il più piccolo strinse tra le dita il cuscino quando l'albino gli accarezzò il sedere con il panno.

"C-che fai?!"

"Ti devo pulire anche qui" rispose con tono calmo. Lovino si limitò a lanciargli un'occhiataccia e affondare il viso nel cuscino per nascondere il viso rosso e i gemiti di dolore.

"Gilbert io vado a lavare queste, tu quando hai finito mettine delle nuove" disse Antonio con le lenzuola sporche in mano.

"Agli ordini!"

Il capitano accennò un sorriso per poi uscire. Gilbert era, insieme a Francis, uno dei suoi migliori amici. Loro erano le uniche due persone di cui si fidava.

"Bene, ho finito" gli accarezzò i capelli e Lovi scostò la testa per allontanarsi.

"Non toccarmi piú del necessario, bastardo" gli ringhiò contro e Gilbert si limitò a ridacchiare. "Va bene, va bene. Ora vediamo di metterti qualcosa addosso" prese una piccola pila di vestiti che si era portato dietro e ne tirò fuori una camicia e dei pantaloni. Iniziò ad infilargli la camicia, facendolo girare per abbottonargliela. Poi passò ai pantaloni lunghi fino al ginocchio.

"Ecco fatto, ora devi alzarti perchè devo cambiare le lenzuola"

"....non riesco ad alzarmi.." Mormorò leggermente imbarazzato e Gil gli sorrise, prendendolo delicatamente in braccio. "Tieniti a me" lo avverti prima di portare un braccio ad aggiustare le lenzuola nuove sul letto. Lovi gli cinse il collo, stringendosi a lui per non cadere. Una volta rifatto il letto Gilbert adagiò delicatamente il ragazzo su di esso "Perfetto.......io mio compito è finito" disse andandosene.

Lovi rimase solo in quella silenziosa cabina che fino a qualche ora prima era piena dei suoi urli disperati.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Il povero Lovino fu costretto a rimanere sul letto per tutta la durata della mattina e del pomeriggio. Non riusciva a muoversi, gli faceva male tutto...si sentiva inutile, un oggetto...

Si morse le labbra e strinse la stoffa del cuscino tra le dita per cercare di trattenere delle nuove lacrime. Era ferito, nel corpo e nell'animo, ma peggio ancora, aveva paura. Aveva paura che il pirata tenesse fede alla sua parola. Aveva paura di ripetere tutto quello che era successo la sera prima. Il dolore, il suo tocco...aveva paura di provare di nuovo piacere attraverso quel tocco...non voleva...era una sensazione troppo sbagliata per sopportarla di nuovo. Portò gli occhi lucidi sulla porta per quella che sembrò la millesima volta quella giornata. Aveva il terrore di vedere la maniglia abbassarsi e vedere lo spagnolo entrare nella stanza. No, lui doveva essere forte...doveva sopportare...doveva....

Il pirata nel frattempo aveva passato tutto il pomeriggio sul ponte della nave, continuando a riprendere il suo equipaggio. A volte si stupiva di quanto fossero stolti i suoi uomini. Stanco per la lunga giornata, dopo aver cenato, decise di tornare nella sua cabina per leggere qualche libro.

Lovino sobbalzò quando Antonio entrò nella stanza e guardò ogni sua mossa con occhi sgranati. Sapeva che prima o poi lo spagnolo sarebbe tornato, ma sperava che avesse ceduto all'idea di trovare Atlantide.

Il pirata si diresse verso la sua scrivania sedendosi sulla grande poltrona di legno e pelle, lasciandosi cadere di peso su di essa. Prese dei fiammiferi accendendo una candela per illuminare le varie scartoffie depositate disordinatamente sul tavolo di lavoro.

"Tsz......." sbottò stanco e seccato cominciando a sistemate i vari fogli, ingialliti dal tempo, in picchi ordinati.

Lovino si morse il labbro e si raggomitolò sul letto, anche se nel farlo una fitta gli attraversò la schiena. Trattenne un gemito di dolore e strinse a se il cuscino, come per farsi il più piccolo possibile, quasi volendo scomparire tra le lenzuola impregnate dell'odore del pirata.

Sentendo Lovino muoversi sul letto, lo spagnolo girò lentamente il suo volto verso il suo prigioniero osservandolo per qualche secondo.

Lovino tremò nel sentire il suo sguardo su di se e strinse di più il cuscino tra le dita, facendo diventare le nocche bianche.

Il pirata, nel frattempo, posò delicatamente i fogli che aveva raccolto e ordinato con cura sulla scrivania per poi alzarsi e dirigersi con passo lento verso il letto. I suoi occhi verde smeraldo erano fissi sulla figura del ragazzo e solo la fiebile luce della candela che portava in mano gli illuminava il volto .

Il povero ragazzo cercò di allontanarsi da lui ma arrivò presto al bordo del letto così decise di passare all'attacco per nascondere la propria paura, lanciandogli un'occhiataccia. "Che vuoi?"

Il pirata appoggiò al candela sul comodino vicino al letto, per poi sedersi su di esso.

"Tu sai cosa voglio~" gli disse sporgendosi verso Lovino e sussurrandogli quella frase all'orecchio.

Tremò e gli lanciò il cuscino in faccia, alzandosi sui gomiti. "Scordatelo!! Vattene!! Lasciami in pace!!"

Io spagnolo prese al volo il cuscino lanciatogli contro buttandolo in un angolo del letto per poi allungare una mano per accarezzargli la guancia e il collo con la punta delle dita.

"Tu dimmi dove si trova e io ti restitueró la cosa che brami di più al mondo........la tua libertà" disse in un sussurro, sorridendo soddisfatto quando passo le dita su dei segni viola l'asciatigli il giorno prima.

"L-la mia libertà non vale tanto...arrenditi..." Mormorò, tentando di spostarsi ma venendo bloccato dal dolore che affliggeva il suo fragile corpo. Strinse i pugni e abbassò la testa, sentendo di nuovo quella sensazione di impotenza affliggerlo.

Avanti Lovino, lo sai che è per un bene maggiore...resisti...devi solo resistere

"Sai cosa succede se non me lo dici?~" chiese maliziosamente leccando languidamente il succhiotto che prima aveva accarezzato.

Spalancò gli occhi che si riempirono di nuovo di lacrime e gli tirò una gomitata il più forte che poteva, cercando di allontanarlo. "Non mi toccare, bastardo!!" Esclamò, girando il viso per guardarlo male da sopra la spalla.

"Ma come siamo coraggiosi oggi~" rise il pirata avvicinandosi di più a lui salendo sul letto con tutto il corpo.

"Così non otterrai nulla, magari se farai il bravo e ti lascerai andare non ti puniró~" gli disse sadicamente, mentre la sua mano andava lenta verso la sua maglietta, pronto a levargliela.

"No!!" Gli schiaffeggiò via la mano, facendo appello a tutta la sua forza di volontà per superare il dolore e cercare di spingersi oltre il bordo del letto, posando un piede per terra.

"Dove credi di scappare?~" gli disse prima di prenderlo per un polso e riportarlo sul letto bloccandolo sotto di lui "Tu non vai da nessuna parte~" gli disse costringendolo a guardarlo negli occhi.

Si morse le labbra e voltò la testa dall'altra parte, chiudendo gli occhi. "S-smettila...tanto non ti dirò mai dov'è..." Sussurrò, stringendo i pugni. Aveva paura, era terrorizzato, ma non poteva tirarsi indietro.

Antonio non disse nulla solo avvicinò il suo viso a quello del ragazzo baciandolo. Lo spagnolo cominciò a muovere voglioso le labbra su quelle di Lovino.

Sobbalzò e tenne le labbra serrate, cercando di liberarsi i polsi per allontanarlo, colpirlo, difendersi!

Tremò quando sentì la lingua dello spagnolo accarezzarlo e si morse le labbra per tenerle chiuse.

Il pirata lo teneva bloccato al letto. Le braccia erano tenute ferme ai lati della testa, mentre un ginocchio era posizionato in mezzo alle sue gambe strofinandolo in mezzo ad esse.

Spalancò gli occhi e un piccolo gemito lo costrinse a schiudere leggermente le labbra.

Antonio sorrise soddisfatto, per poi approfittare di quella piccola apertura per aggiungere la lingua al bacio rendendolo ancora più vorace. La sua lingua esplorava la bocca del ragazzo leccando e succhiando languidamente quella di lui.

Tremò e cercò di allontanarsi o spingere la sua lingua fuori dalla propria bocca, mordendogliela ad un cero punto.

Il moro non si scompose e morse anche lui la lingua di Lovino per poi staccarsi da lui senza fiato.

"Le tue labbra sono buonissime~" gli disse roco leccandosi un labbro con fare provocatorio.

"B-bastardo..." Ringhiò, guardandolo male e cercando per l'ennesima volta di liberarsi le mani, dimenandosi sotto di lui anche se il dolore alla parte bassa della schiena lo stava uccidendo. "L-lasciami! Lasciami andare!!"

"Ma come, vuoi già andare via?~" ridacchiò "Avevo una sorpresa per te..." gli disse facendo il finto offeso

Spalancò gli occhi e scosse la testa, sentendo una lacrima scivolargli lungo la guancia. "No!! No, lasciami!! Non ti azzardare a toccarmi!!"

Antonio sorrise sadico prendendo il foulard che aveva usato il giorno prima, e che aveva lasciato sul comodino, per legarlo di nuovo.

"Così non mi scappi~" ridacchiò portando le mani sotto la sua maglia stuzzicando entrambi i capezzoli.

"A--A-Aah!~ n-no!" Chiuse gli occhi, inclinando la testa indietro e sforzandosi di calciare, ma le sue gambe erano ancora deboli, per non dire troppo doloranti. "Fermo!" Esclamò di nuovo quando sentí i propri capezzoli diventare più sensibili sotto i suoi tocchi, provocandogli più piacere di quello che avrebbe voluto.

"Molto meglio~" sorrise malizioso per poi cominciare a dare attenzioni al suo collo, sistemandosi in mezzo alle gambe del ragazzo per stare più comodo.

"Ngh...n-no...no..." Aprì un occhio e schiuse le labbra per respirare meglio. Sentiva il bacino dello spagnolo sfiorare il proprio e poteva percepire benissimo il rialzamento che si stava formando sul cavallo di lui. Si morse il labbro inferiore e cercò di strattonare le mani per liberarsele, ma senza alcun risultato.

Lo spagnolo baciava, leccava e succhiava voglioso il collo di Lovino. Non sapeva per quale motivo ma quel ragazzo lo faceva impazzire, non riusciva a resistere alla sensazione di farlo suo.

Gli leccò un ultima volta il collo per poi alzare il busto e sfilandosi la maglia ed esponendo il suo petto asciutto e ben formato, con qualche cicatrice qua e la causate dalle battaglie che aveva affrontato. Gli occhi di Lovino furono subito attirati dal corpo muscoloso e abbronzato dello spagnolo ma si costrinse a guardare dall'altra parte, corrucciando le sopracciglia. Per quanto l'altro potesse essere bello, non importava perché Lovino non voleva questo. Non lo voleva, ma non poteva fare nulla per fermarlo...

Si abbassò di nuovo su di lui portandogli una mano sulla guancia e baciandolo sulle labbra. Fu meno aggressivo di prima, non sapeva perché ma voleva che lui rispondesse alle sue attenzioni.

Lovino chiuse gli occhi, continuando a tenere le labbra serrate anche se l'improvvisa dolcezza del bacio stava rendendo la cosa difficile. "M-mmgfh.." Mosse le gambe leggermente, fermandosi subito per la fitta di dolore.

Il pirata portò le sue mani a sfilargli la maglia, non riuscendo nell'intento visto che Lovino era legato.

"Tsz....." fece infastidito sulle labbra del giovane, prendendo poi un lembo del tessuto e strappandogli letteralmente via la maglia.

"Gyaa!!" Esclamò per la sorpresa, arrossendo di botto nell'essere completamente esposto all'altro. Cercò di chiudere le gambe ma l'altro era ancora in mezzo ad esse. "B-bastardo!! Che credi di fare?! Lasciami!!"

Il spagnolo rimase per qualche minuto a fissarlo per poi prendere in bocca uno dei capezzoli.

"Kya!" Si morse le labbra, chiudendo gli occhi e inarcando leggermente la schiena mentre le proprie guance si fecero porpora. "No! S-smettila!~"

Lui leccava e succhiava il capezzolo del ragazzo, prendolo poi tra i denti tirandolo leggermente per farlo diventare rosso e turgido.

"Hanno ragione quelli che dicono che le sirene ipnotizzano gli uomini per farli loro~" disse roco alzando il suo sguardo magnetico su di lui baciandolo una e più volte "A me è appena successo~" sussurrò per poi portare le mani sulla cintura e slacciandola.

Spalancò gli occhi, guardandolo e arrossendo di botto. "Io non...non ho fatto nulla! Tu, brutto bastardo, lasciami!! Non trovarti scuse, non ho mai cercato di sedurti!!" Esclamò

"Sshshh" gli disse mettendogli un dito sulle labbra "Non è questo che voglio sentirti dire ora....." disse suadente mentre infilava una mano nei pantaloni slacciato.

"N-no!! No, lasciami!!" Sentì le se dita sfiorargli il membro e quest'ultimo iniziare a svegliarsi sotto le sue attenzioni. "Smettila! Non voglio!!"

"Si che lo vuoi~" sussurrò voglioso mentre gli sfilava gli ultimi indumenti lasciandolo completamente nudo.

Unì le gambe quando ne ebbe finalmente la possibilità, portandosele di più verso il petto per coprirsi. "S-smettila..." Sussurrò con voce tremante mentre nuove lacrime iniziarono a rigargli le guance per la paura.

Antonio rimase qualche secondo a contemplarlo per poi sfilarsi anche lui i pantaloni e divaricargli le gambe.

"Non puoi nasconderti da me~" gli disse languido tornando sul suo capezzolo cominciando però a scendere verso l'interno coscia.

Tremò, cercando di muovere le gambe per colpirlo mentre dei piccoli gemiti riuscirono a scivolargli dalle labbra anche se lui cercava di reprimerli. "N-noOh~ ngh...mmnh! Fermo!"

"Meglio......ma non sono ancora soddisfatto...... voglio sentirti di più...." sussurrò mentre gli accarezzava le coscie con le mani e si avvicinava sempre di più al suo membro fino a cominciare a leccargli la base. "Mmm~"

Spalancò gli occhi, inarcando la schiena e stringendo tra la dita il foulard che gli teneva bloccati i polsi. "A-AAaaAh~ n-no!! FermooOh!~" ulrò un po' più forte, scalciando leggermente con le gambe

Il pirata continuò a leccargli il membro ormai eretto fino a ricoprirlo interamente di saliva. Sorrise contento quando sentì i gemiti di Lovino cominciare ad aumentare di volume.

Lovino ansimava e gemeva impotente sotto la lingua calda dello spagnolo, muovendosi sotto il suo corpo per cercare di allontanarsi. "B-bastah...basta, basta!~ smettila!~"

Antonio alzò un attimo lo sguardo su di lui per poi cominciare a prendere lentamente in bocca tutto il membro di Lovino succhiandolo con insistenza. Una volta che lo ebbe tutto in bocca cominciò il suo lento sali e scendi con la testa

"Gyaaa!! N-no! Nooh!~" iniziò a prendere respiri più irregolari, chiudendo gli occhi e portando le gambe sulle sue spalle, colpendogli la schiena con i talloni

I deboli colpi di Romano non cambiarono nulla, il pirata continuava a succhiare il suo membro stuzzicando la base con i denti.

"AaAAah~ ....n-no...bast...BastaAh!~" guardò il soffitto con gli occhi lucidi mentre le lacrime gli rigavano le guance. I gemiti ormai gli scivolavano dalle labbra schiuse in modo incontrollabile.

Antonio aumentò la velocità. Nel frattempo una mano slittò dalla coscia al sedere di Lovino plapandolo e massaggiando lo.

"AAAaAh!~" inarcò la schiena, stringendo i pugni e muovendo involontariamente il bacino in alto, contro le sue labbra. Sentiva delle gocce di seme iniziare a scivolargli lungo il membro, arrivando sempre più vicino al proprio limite.

Lovino venne, in poco tempo, in bocca ad Antonio. Il pirata ingoiò tutto il suo seme, staccandosi dal suo membro leccandosi le labbra languidamente "Eri buonissimo~"

Il povero ragazzo respirava affannosamente, cercando di riprendere fiato dopo quello che era successo. "B-bastardo..." Ringhiò a denti stretti, guardandolo male

Antonio si sporse verso il foulard per scogliere il nodo. In quelle condizioni non sarebbe andato da nessuna parte, pensava mentre gettava quel pezzo di stoffa a terra e si posizionava sopra di lui baciandogli il collo e portando le sue mani sulle sue natiche avvicinando il bacino di Lovi al suo. "aAaAH~..."Gemette di piacere quando la sua erezione fece contatto con il membro dell'italiano.

Portò le mani sulle sue spalle, chiudendo gli occhi a metà e mordendosi il labbro inferiore. "Aah~ n....noOh...." Sussurrò, cercando di spingerlo via. "Lasciami....n-non voglio...basta~"

"Fino adesso hai goduto solo tu......ora tocca a me, giusto?~" disse eccitato, strisciando il suo membro contro quello di Lovi, voglioso di attenzioni.

Spalancò gli occhi, stringendo la presa sulle sue spalle. "T-ti prego! N-non...non di nuovo!! Non posso...non ce la faccio...f-fa male..." Disse tra le lacrime, chiudendo le gambe e pensando alle fitte di dolore che gli stavano affliggendo la parte bassa della schiena.

Antonio spalancò gli occhi. Per la prima volta dopo anni vissuto per mare e aver fatto le peggio cose, provava un senso.......di colpa.

Vedere quel ragazzo implorarlo in quel modo gli fece tornare un po' di lucidità, appannata dalla lussuria del momento e dalla voglia di renderlo di nuovo suo.

"Mierda....."sbottò avvicinandosi improvvisamente al suo volto per baciarlo un ultima volta.

Sobbalzò leggermente e adagiò le mani sul suo petto, chiudendo lentamente gli occhi.

F-forse se lo avesse accontentato almeno per questo, gli avrebbe risparmiato quel dolore?

Schiuse timidamente le labbra e portò la lingua a leccargli le labbra, intrecciando le dita dietro il suo collo.

Lo spagnolo si sorprese nel sentirlo rispondere al bacio. Approfittò subito dell'occasione per infilare la sua lingua nella bocca di lui per baciarlo con passione.

Il più piccolo tremò ma continuò a baciarlo, muovendo lentamente le labbra contro le sue assieme alla lingua. Portò le ginocchia contro i suoi fianchi, esitando un attimo

Antonio si avvicinò ancora di più a lui, famelico, cominciando ad accarezzargli le cosce con la punta delle dita.

Si staccò per riprendere fiato e si leccò le labbra per rompere il ponte di saliva fra di loro. "A-Antonio...non...non lo fare...per favore..."

Di nuovo quella sensazione..........non lo sopportava! Lo spagnolo si staccò da lui sedendosi sul letto e rimettendosi i pantaloni. "Tsk......" fece il pirata seccato.

Lovino sbattè le palpebre qualche volta, guardando lo spagnolo e alzandosi sui gomiti. "An...tonio?" Sussurrò insicuro.

"Zitto e dormi....." gli disse serio alzandosi dal letto andando verso la sua scrivania.

Lo aveva fatto arrabbiare? Forse non doveva rispondere al bacio?

Si morse le labbra e gli diede le spalle, raggomitolandosi su se stesso e stando in silenzio. Non voleva farlo arrabbiare ancora di più.

Intanto Antonio non era più sulla sua scrivania, ma si era dileguato lasciando dietro di se solo il suo profumo che impregnava la sua cabina. Passò qualche ora ed ormai il buio la faceva da padrone in quella scura notte di luglio. Il cielo era tempestato di miliardi di stelle e la luna veniva riflessa nelle acque calme dell'oceano. Ma poco gli importava a questo del pirata, solo gli interessava riuscire a dormire qualche oretta, era da due giorni che non chiudeva occhio. Si avvicinò barcollante al letto lanciandosi sopra, facendo però attenzione di non beccare Lovi. Si girò verso di lui per osservarlo. Dormiva tranquillo prendendo dei respiri lenti e regolari con uno sguardo a dir poco angelico. Il pirata, non sapeva perchè ma ritrovò a sorridere leggermente a quella vista. "Cosa mi succede?" si chiese da solo fra se e se mentre piano piano chiudeva gli occhi e si addormentava.

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Antonio si svegliò il mattino dopo, infastidito dai raggi solari che filtravano dal finestrino della nave. Si stropicciò gli occhi mugugnando qualcosa assonnato, per poi accorgersi di avere il piccolo Lovino tra le sue braccia. Non disse nulla solo si sorprese. Il piccolo si mosse leggermente nel sonno, avvicinandosi al pirata e strofinando dolcemente il viso sul suo petto. Antonio si staccò lentamente da lui per non svegliarlo e si diresse verso la cambusa.

"Buon giorno" disse sbadigliando e con una mano tra i capelli "Buon giorno, capitano! Vedo che finalmente hai dormito" gli disse allegro Gilbert, sorridendogli.

"Si...... datemi un caffè se no non sto in piedi "

"Giá pronto" gli passò una tazza mentre lui stesso ne stava bevendo da una.

"Grazie" prese l'oggetto e cominciò a bere.

"Figurati" l'albino si sedette, posando sul tavolo la propria tazza dopo averne bevuto un sorso. "Quindi, il programma di oggi, capitano?"

"Dobbiamo fare rifornimento di provviste, ho già tracciato la rotta che dovremo seguire per arrivare alla prossima isola dove compreremo cibo" Spiegò bevendo il suo caffè.

"Finalmente!" Esultò l'albino. "Ma ciuffetto bello?"

"Dorme"

"E quando andremo sulla terra ferma? Te lo porterai dietro?"

"Se cammina, cosa che dubito, anche si"

"Ti fideresti a lasciarlo sulla nave?" Chiese, inarcando un sopracciglio.

"Hai ragione " disse finendo il suo caffè e prendendo un pezzo di pane "Io gli porto da mangiare tu.." disse indicando Gilbert "Informa la ciurma che stia pronta allo sbarco mentre Francis controlla cosa dobbiamo comprare "

"Va bene capitano" gli rispose Francis da dietro la porta della cucina.

"Ja!" E si incamminò verso il ponte per attirare l'attenzione della ciurma. Intanto Antonio tornò nella sua cabina posando sul comodino il pezzo di pane "Oi!! Sveglia" fece lo spagnolo avvicinandosi al letto dove dormiva il piccolo moretto. Lovino sobbalzò, mettendosi seduto prima di emanare un versetto di dolore. Si massaggiò con una mano il cocige prima di guardare male il pirata. "Che vuoi?"

"Ti ho portato la colazione" disse indicando la pagnotta sul comodino.

Guardò il pezzo di pane e poi tornò a guardare male lo spagnolo. "Non lo voglio" e si ristese sul letto, mettendosi sul lato e dandogli le spalle.

"Come vuoi" disse non curante il moro aprendo un baule tirando fuori dei vestiti puliti e cominciando a spogliarsi. L'italiano si morse le labbra e spalancò gli occhi, arrossendo, quando sentì il proprio stomaco brontolare. Antonio si girò verso di lui senza camicia per prendere quella pulita che aveva lanciato sul letto "Mangia! Il rumore del tuo stomaco si sente fin qua"

"No!" Si impuntò il più piccolo "Ahhhhh..." sospirò il più grande "...poi però non lamentarti" Lovino gonfiò le guance, corrucciando le sopracciglia e portandosi le ginocchia al petto, cercando di non guardare la fetta di pane sul comodino. Il pirata finì di cambiarsi e tornò sulla sua scrivania per sistemare alcune carte. Intanto la pancia di Lovi brontolò di nuovo e, sinceramente, stava iniziando a fare anche male. Si morse le labbra e si mise lentamente seduto, allungando una mano per prendere la fetta di pane sul comodino. Antonio era troppo concentrato per vedere che stava facendo il piccolo italiano sul suo letto e lui, vedendo che l'altro non si era accorto, prese velocemente la fetta di pane e se la portò alle labbra, mordendola. Sorrise, anche se non era molto, era pur sempre cibo. Antonio sorrise leggermente sentendolo mangiare continuando a leggere una mappa. Lovi finì praticamente subito quella fetta di pane e sospirò.

"Oi, bastardo"

"Dimmi?"

"...ho sete" bhe, era da un po' che non beveva, aveva il diritto di avere sete.

"Usa le tue gambine e vai a prendertelo da solo"

"Non riesco a camminare, brutto idiota!" Esclamò arrabbiato. Era colpa sua se ora non riusciva neanche a mettersi in piedi senza provare un dolore insopportabile al sedere.

"Almeno provaci no?!" gli disse

Gli ringhiò contro e si aggrappò alla colonna del letto per iniziare ad alzarsi lentamente dal letto. Si morse le labbra, sentendo il dolore al cocige farsi più acuto. Prese un passo esitante avanti ma appena posò il peso su quella gamba perse l'equilibrio e cadde in ginocchio.

"Ahhhh...." sospirò gli si avvicinò e lo aiutò a rialzarsi "prova a camminare tenendoti a me" gli disse serio.

Corrucciò le sopracciglia e lo spinse via, cadendo seduto sul bordo del letto. "Piuttosto che avere il tuo aiuto preferisco restare in questa stanza per il resto dei miei giorni"

"Hai proprio la testa dura eh?!" si avvicinò a lui e lo prese come un sacco di patate portandolo fuori

"Hey!! Che cazzo fai?! Mettimi giù! Mettimi giù ho detto!!" Gli colpì la schiena con i pugni, cercando di muovere le gambe ma gli faceva troppo male

Lo portò in cambusa e lo e lo fece sedere su una sedia "Franny dagli da bere" disse seccato.

"Okay Tony" fece come aveva detto.

Guardò il biondo, poi il bicchiere d'acqua e poi lo spagnolo, corrucciando le sopracciglia. "Tu sei un umano davvero strano"

"He.....Come se tu non lo fossi....." sorrise infastidito

"Io non sono umano" si limitò a rispondere, prendendo con entrambe le mani il bicchiere d'acqua e portandoselo alle labbra per bere. Dio, gli mancava proprio...

Antonio si girò verso Francia "Hai fatto quello che ti avevo chiesto?"

"Certo" gli passò un foglio "Ho elencato tutte le provviste necessarie per il prossimo viaggio"

"Bene......" guardò il foglio "Gil ha finito di avvisare la ciurma?"

"Non saprei"

"Yep!" L'albino entrò nella stanza con le mani dietro la testa. Poi il suo sguardo si posò su Lovino e gli sorrise, salutandolo con la mano. "Hey, Lovi! Lo hai fatto uscire dalla cabina, eh?"

"Si aveva sete" gli disse.

"Oh e riesce a camminare?"

"Sono qui, sapete?" Mormorò irritato, posando sul tavolo il bicchiere vuoto.

"No" disse secco "Parlando di cose più importanti" gli si avvicinò e gli passo un braccio intorno al collo "sai dove sbarcheremo?" Lo guardò sornione.

"Nnnnnooo?" Rispose Gilbert, inarcando un sopracciglio.

"Beh......sbarcheremo in un certo posto dove mi è stato riferito che i reali dell'Impero austriaco soggiorneranno la per un po, magari incontriamo tu sai chi...." Sogghignò sornione seguito da Franny

"Oooooooh ragazzi, ma sapete che vi adoro?" Sorrise sornione, dando una pacca sulla spalla dello spagnolo, cingendogli anche lui il collo. Lovi non capiva, ma sinceramente non gli interessava nemmeno.

"Hai il permesso del capitano, hai la giornata libera quando sbarcheremo" gli sorrise.

"Siiiiii!!" Saltò, tirando un pugno all'aria e abbracciando l'amico. A Lovi tornarono in mente dei ricordi nel vedere l'albino comportarsi in modo tanto spensierato e allegro. Abbassò lo sguardo, guardando triste il pavimento.

"Va bene, va bene......calmo!" sorrideva abbracciando l'amico. "Io e Franny avevamo programmato tutto, sappiamo quanto ti manca"

"Già, ma stavolta non tornare indietro senza di lei, d'accordo?" gli disse Franny

"Sembra facile! Quella ragazza è una forza della natura...ma il magnifico me non si arrende mai!"

"Si lo sappiamo" ridacchiò Franny "Per quando è previsto l'arrivo Tony?"

"Per domani"

"Perfetto! Così la porterò da qualche parte"

Lovi se ne voleva andare, non gli importava nulla di quello di cui stavano parlando quegli idioti

"Si come vuoi ora devo andare a pulire la mia amata cucina e vedere che preparare per pranzo.........non abbiamo molto" si lamentò Franny

"Io torno a leggere" stava per uscire quando si ricordò di Lovino.

"Tu resti li o vuoi tornare a distenderti?"

"Riportami in cabina" si limitò a rispondere il moretto, guardandolo serio e scazzato.

Gli si avvicinò e gli porse il braccio "appoggiati e cammina" gli disse. Lovino corrucciò le sopracciglia e gli prese il braccio, tirandosi su. Antonio cominciò a camminare lentamente stando al suo passo. Lovi aveva lo sguardo puntato sul pavimento, stando attento a dove metteva i piedi. Stava per perdere l'equilibrio e si appoggiò di più allo spagnolo "Tutto bene?"

Gli lanciò un'occhiataccia. "Per colpa tua, no" rispose secco, ringhiandogli contro. Antinio non rispose......in effetti aveva ragione. Quando finalmente arrivarono in cabina, Lovino sospirò, lasciandosi cadere sul letto a pancia in giù. Tutto quel muoversi e stare seduto gli stava uccidendo il culo.

Antonio prese un libro e si sedette dall'altra parte del letto e cominciò a leggere. Lovino lo guardò con la coda dell'occhio, alzando la testa e appoggiandola sugli avambracci per cercare di sbirciare quello che stava leggendo.

"...sei proprio fissato su di noi"

"Non sono fissato...." rispose intento a leggere.

"Noooooo" lasciò cadere il viso nel cuscino. "L'importante è esserne convinti"

Chiuse improvvisamente il libro "Senti!! trovare Atlantide e prendere il suo tesoro è l'unica cosa che posso fare per........" si morse un labbro ".....dimentica!" tornò a leggere.

Inarcò un sopracciglio, curioso di quello che stava per dire. Scosse la testa, girandola dall'altra parte e chiudendo gli occhi. Non gli doveva interessare...e poi, finchè quel bastardo se ne stava buono a leggere piuttosto che saltargli addosso, bhe cazzo, a Lovi andava bene.

"Senti........" disse ad un tratto "cosa si prova a poter respirare sott'acqua?" chiese curioso il pirata.

"Bhe...per noi è normale...come per voi respirare l'aria..." Rispose dopo un attimo di esitazione. "Ma se dovessi tornare adesso o dopo molto tempo sott'acqua...credo mi sentirei...libero..." Sospirò, stringendo tra le dita il cuscino. "...mi manca casa..." Sussurrò.

"Beato te che hai un posto che puoi chiamare casa......" disse un po' triste tornando a leggere il suo libro.

"Questa non è come casa per te?" Chiese lui, senza girarsi.

"No, non ci va neanche vicino a quella che avevo un tempo"

Lovino voltò leggermente la testa per guardarlo con la coda dell'occhio, ma poi tornò a girarsi.

"Sei tanto strano..." Ripetè. "Ieri eri...violento...e oggi sei così...non ti capisco"

"Vorrei vederti te al mio posto!! " sbottò irritato. Si voltò verso il moro, inarcando un sopracciglio. "Al tuo posto cosa?"

"Immagina di star cercando Atlantide da una vita, trovare finalmente qualcuno che possa dirti dove si trovi e che questo si neghi!!!" sbottò arrabbiato

"Tsk! Come se ti dicessi così facilmente dove si trova Atlantide!" Esclamò, guardandolo male.

"Vedi per me è incredibilmente fastidioso il fatto di essere a un passo da scoprire quello che cerco e non poterlo sapere!!! È frustrante"

"E per me è incredibilmente fastidioso dover starmene qui a sopportarti! Ti ho già detto che non te lo dirò!"

Volse il suo sguardo su quello di Lovino.

"Se fosse così facile tu saresti già tornato a casa dai tuoi amichetti, ma non lo è!!!" prese in mano la croce che portava sempre al collo "Io devo trovare Atlantide!" disse serio.

"Bhe, mi dispiace ma le mie labbra sono cucite, chiuse a chiave" gli ringhiò contro.

"Come sospettavo" disse coprendosi il viso con il libro.

"Tsk" tornò a girarsi dall'altra parte, dandogli le spalle. "Smettila di insistere..."

"Come se potessi farlo"

Non rispose, stringendo tra le dita il cuscino. "Comunque, non mi convincerai mai a parlare..."

"Fidati prima o poi ti farò parlare" disse avvicinandosi a lui "Anche se dovessi metterci un'eternità" gli sussurrò.

Tremò leggermente, chiudendo gli occhi. "No, non parlerò..."

"Vogliamo scommettere?" gli soffiò in un orecchio.

Si spostò, girandosi verso di lui e guardandolo male. "Smettila"

Abbandonò il libro in un angolo del letto avvicinandosi a Lovi avvicinandolo a se.

Posò le mani sul suo petto, cercando di spingerlo per allontanarlo. "Se mi fai quello...quello che è successo l'altro giorno...puoi scordartelo che domani cammini"

"Stavolta sarò più gentile" si avvicinò al suo collo per baciarlo.

"No!" Si allontanò di nuovo, tirandogli uno schiaffo. Antonio lo fermò prima che vada a segno "Non ci casco due volte " Sogghignò.

Gli ringhiò contro, cercando di liberarsi la mano. "Mol.la.mi"

"Solo se mi dici tu sai cosa..."

"Mai"

"E cosa mi rimane a me?" chiese "Se non mi vuoi dire dove si trova......mi rimani solo tu!"

"Vaffanculo! Una volta non ti è bastato?! Va a scopare qualcun altro!" Sperava che la paura che provava non si fosse intravista nel suo tono di voce.

"Scusa non ero in me, non dormivo da giorni ed ero stressato e tu che non parlavi sei stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso"

Lo guardò male "Questo non cambia quello che è successo"

"E questo non cambia neanche il fatto che io sarei tornato oggi" lo guardò sornione. "Ti ho risparmiato una volta, non penso di farlo una seconda volta~"

Gli ringhiò contro, cercando di nuovo di spingerlo via. "Vaffanculo"

"Magari se ti faccio un massaggino il dolore va via~" disse posando una mano sul sedere cominciando a massaggiarlo.

Spalancò gli occhi, arrossendo e schiaffeggiandogli via la mano. "Non toccarmi!"

"I massaggi fanno miracoli sai" insistette riportando la mano li.

"Non.mi.interessa! Non toccarmi ho detto!" Si spostò, raggiungendo l'altra parte del letto per cercare di allontanarsi il più possibile dal pirata. "Bastardo!"

"E pensi che io sia uno che ascolta?"

"A quanto pare no ma siamo in due, bastardo" gli posò un piede sulla spalla per cercare di tenerlo lontano

"Dai non fare il difficile"allungò le braccia verso di lui.

"Scordatelo"

"Uffa.......eri più carino quando dormivi" borbotto seccato.

"Come se mi importasse!" Esclamò, arrossendo.

"Sta mattina quando mi sono svegliato eri così carino abbracciato a me~ " ridacchiò.

"N-non ero abbracciato a te!!"

"Si eri così" si avvicinò e lo strinse a se "E quando mi sono svegliato tu ti stavi strusciando su di me" ridacchiò di nuovo.

Spalancò gli occhi, arrossendo vistosamente. "N-Non è vero! E anche se lo fosse ero addormentato quindi non dimostra nulla!!...e togliti!!"

Antonio non sapeva perché ma dopo ieri provava un leggero interesse in quel ragazzo. Lo zittì baciandolo.

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Il pirata non ne poteva più di tutto quel parlare, decidendo così di zittirlo con un bacio. Lovino sobbalzò, cercando ancora di spingerlo via, colpendolo sul petto. Anche se stavolta era un bacio più calmo Lovi non rispose, anche se sinceramente era tentato dalla gentilezza delle sue labbra. Chiuse gli occhi, mordendosi le labbra.

Il pirata gliele leccò un paio di volte per poi staccarsi e baciargli la guancia.

La piccola vittima girò la testa dall'altra parte, non volendo rischiare di essere baciato una seconda volta. Con le mani cercò di nuovo di spingerlo via me Antonio non importava, lui cominciò a leccargli e baciargli il collo.

Il piccolo italiano tremò e i suoi occhi iniziarono a diventare lucidi. "Antonio, basta...smettila" Il maggiore non lo ascoltava e continuava con quello che stava facendo. Si portò sopra Roma per potergli dare più attenzioni.

 

"N-No!" Mosse la testa, cercando di scacciarlo. Non voleva essere toccato di nuovo in quel modo, non voleva sentire le sue labbra sulla pelle. "Smettila.."

Antonio mente era intento a baciargli il collo cominciò ad accarezzarlo da sotto la maglietta.

"Smettila!" Si dimenò sotto di lui. Non gli interessava se i suoi tocchi e i suoi baci erano più gentili, non lo voleva e basta.

Antonio gli prese le mani e gliele bloccò sopra la testa "Allora devo usare le maniere forti come ieri?" chiese con un luccichio sadico negli occhi.

Spalancò gli occhi, scuotendo la testa. "N-no...ma non lo voglio comunque..." disse Lovi.

Cercò di liberarsi i polsi, guardandolo male. "Quindi lasciami, bastardo"

 

"Finché non mi dai un bacio degno di questo nome~" disse avvicinandosi al suo volto.

"Col cazzo che ti bacio, bastardo" gli ringhiò contro.

"A no? Che peccato~" disse mentre con la mano libera gli accarezzava l'addome.

Cercò di liberarsi i polsi, muovendo anche le gambe per quello che poteva.

Lo spagnolo cominciò a sbottonargli la camicia baciandogli il petto.

"No!" Continuò a dimenarsi sotto di lui, cercando di tirargli un calcio.

Le calde labbra di Antonio cominciarono a scendere arrivando ad un capezzolo e prendendolo in bocca succhiandolo.

Lovino non riuscì a trattenere un piccolo gemito e si morse subito le labbra, serrando gli occhi e le gambe. "S-Smettila..." Il pirata sorrise maliziosamente per poi prendere tra i denti il capezzolo e tirarlo un po' "A-Aah" Lovi strattonò con piú forza i polsi, voltando la testa dall'altro lato.

 

Antonio riprese a leccare il capezzolo ormai turgido per poi passare all'altro.

 

"SmettilaAh!~" no, di nuovo quella sensazione no! Riuscì ad alzare velocemente un ginocchio in mezzo alle gambe del pirata, colpendolo.

 

"Ahhhhh!!" gemette di dolore "Abbiamo un ribelle, eh?" disse alzando lo sguardo su di lui. Lovino lo guardò male, sputandogli in un occhio "E pensare che volevo essere gentile oggi" gli rispose stizzito lo spagnolo.

 

"Ma vaffanculo" gli ringhiò contro, tornando a dimenarsi per liberarsi dalla sua presa.

 

"Tu credi veramente che io ti lascerò andare?"

 

"Purtroppo so che non succederà, ma questo non vuol dire che me ne starò buono mentre mi usi a tuo piacimento!"

 

"A no? Beh a me le sfide piacciono~ " disse sornione posizionando il suo ginocchio in mezzo alle gambe di Lovino, cominciando a sbottonarsi la camicia.

 

Gemette leggermente, mordendosi le labbra e sfruttando il fatto di avere di nuovo le mani libere per girarsi dall'altra parte e cercare di scendere dal letto.

 

Gli si avvicinò prendendogli il braccio e sussurrandogli "Tu non vai da nessuna parte~"

 

Spalancò gli occhi, strattonando il braccio per cercare di liberarsi dalla sua presa. "Mollami!"

 

Gli sfilò velocemente la camicia cominciando a depositagli ovunque baci bollenti.

 

"Ti ho detto di smetterla!" Cercò di coprirsi il petto con le mani, muovendo allo stesso tempo le gambe per scacciarlo. Antonio lo fece distendere a pancia in giù cominciando a baciargli e leccargli la nuca.

 

"No, no, no!" Scosse la testa, buttandola indietro per cercare di colpirlo. Antonio schivò la sua testata per poi alzare lo sguardo su di lui notando il suo ciuffetto ribelle.

 

"Sai che il tuo ciuffo è davvero carino~" gli disse cominciando a toccare e accarezzare il ricciolino.

 

Spalancò gli occhi, gemendo nel sentire le dita del pirata sul suo ricciolo sensibile. "SmettilaAh! Non lo toccare!"

 

"Quindi è un punto sensibile?" chiese continuando a accarezzarlo con due dita.

 

Aveva gli occhi lucidi e socchiusi mentre non riusciva a trattenere i gemiti. "N-noH~...bastaAh!~"

 

Approfittando del fatto che fosse preso dal ciuffo, infilò la mano libera nei pantaloni massaggiandogli il sedere.

 

Sobbalzò, non avendo però la forza nell'allontanarsi dalle sue mani. Sentiva il corpo debole, invaso da quel piacere che lo stava tradendo, rendendolo innocuo e indifeso sotto il tocco dello spagnolo. Lui ricominciò a baciargli la nuca scendendo sulle spalle, mentre la sua mano continuava a muoversi dentro i pantaloni "Noh...ti prego...non lo fare..." Sussurrò, stringendo i pugni e abbassando la testa.

 

"Non ti senti meglio ora?" chiese malizioso.

 

"No! Fa ancora...fa ancora male...non lo fare..."

 

"Il massaggino non funziona?~" chiese facendo finta di essere triste, muovendo più lentamente la mano sulle sue natiche

 

"Ma vaffanculo" mormorò, cercando di muovere i fianchi lontano da lui.

 

Antonio cominciò a sfiorare con un dito l'entrata del ragazzo.

 

Sobbalzò di nuovo, stringendo tra le dita la stoffa del cuscino e spalancando gli occhi lucidi. "No! No! Non lo fare!"

 

"E perché?" Chiese languido

 

"Fa male...fa male, non voglio..." Appoggiò la fronte sul cuscino, mordendosi le labbra. "...ti prego..." Sussurrò, quasi impercettibilmente.

 

"Cosa? non ho sentito bene...." gli disse.

 

"Scordatelo che lo ripeta" gli ringhiò contro.

 

"Ma tu sei proprio masochista, eh?" accarezzò un'ultima volta il sedere di Lovi prima di far entrare la punta del dito.

 

"No!!" Esclamò, lasciandosi scivolare una piccola lacrima lungo la guancia e muovendo i fianchi per cercare di farlo uscire. Antonio cominciò a far entrare il dito lentamente.

 

Si morse le labbra, irrigidendo le gambe. "No no no no...no, smettila!"

 

"Se ti muovi ti farà più male"

 

"Se tu non lo facessi non mi farebbe male affatto!!"

 

"Ma non è vero~"

 

"Zitto e levati di dosso!!" Esclamò di nuovo, muovendo il bacino in avanti. Antonio fece entrare tutto il dito poco alla volta. Ancora non faceva esattamente male, era solo un bruciore sopportabile...ma sapeva quello che sarebbe arrivato dopo e non lo voleva...

 

Cercò di nuovo di muovere i fianchi lontano dalla sua mano, portando una delle proprie dietro la schiena per prendergli il polso.

 

Antonio cominciò a muovere il dito de entro e fuori lentamente liberandosi dalla presa di Romano, riprendendo ad accarezzare il ciuffo.

 

"A-AaAh...noo...fermo... fermoOh!" Gli scivolò un'altra lacrima nel vedere che non riusciva neanche a difendersi da solo. Era frustrante e lo faceva sentire così...vulnerabile!

 

Per Antonio i suoi gemiti erano come una dolce melodia, non sapeva ne come ne perché ma erano quasi ipnotici. Continuò a entrare e uscire da lui per qualche minuto.

 

Quando lo sentì fermarsi, si rilassò leggermente prima di spalancare gli occhi per la paura. Questo non vorrà dire che...sarebbe passato a qualcos'altro, vero?

 

No, ti prego, fa che si sia fermato e basta...

 

Antonio si fermò togliendo il dito. Si chinò sulla sua schiena e gli depositò un bacio sulla nuca "Per oggi basta cosi...." gli sussurrò accarezzandogli la schiena.

 

Lovino lo guardò sorpreso, girandosi e sdraiandosi sulla schiena. Era grato del fatto che non fosse andato oltre ma..."...perchè?" Si ritrovò a sussurrare, portandosi subito una mano davanti alla bocca quando si accorse di averlo detto ad alta voce.

 

"Volevi che continuassi?" chiese sornione.

 

"No! No, certo che no, bastardo!!" Gli ringhiò contro, guardandolo male. "Ma perchè?"

 

"Ora ti fa meno male il sedere? Vedo che riesci a stare seduto senza problemi ora" disse notando che effettivamente era seduto sul letto.

 

Sbattè qualche volta le palpebre e guardò in basso, arrossendo. "D-d-d-di certo non grazie a te!!"

 

"Va bene come vuoi" si alzò dal letto prendendo il libro per metterlo via su una libreria.

 

Gli fece la linguaccia e incrociò le braccia, guardando dall'altra parte.

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Le giornate passarono e Lovino continuava a non parlare anche se veniva ogni tanto "infastidito" dal pirata che stava cominciando a nutrire un certo interesse per lui. Il piccolo italiano usciva di rado dalla cabina del capitano, e quelle poche volte solo per mangiare. Antonio praticamente non lo lasciava neanche un minuto da solo, ormai era talmente tanto abituato a lui che quando si addormentava, lo abbracciava come se fosse un peluche. In qella giornata soleggiata Antonio era, come al solito, chiuso nella sua cabina a leggere.

"Non capisco come mai tu sia fissato tanto con Atlantide e le sirene, bastardo..." gli disse scazzato Lovino, seduto sul letto mentre guardava il pirata.

"Ognuno ha le proprie fissazioni" gli rispose guardando i libri della sua biblioteca personale prendendone alcuni. L'italiano sospirò, portando le gambe oltre il bordo del letto e posando i piedi a terra. Dopo qualche secondo di indecisione, si alzò, facendo il primo passo tenendosi al letto per non cadere. Il secondo arrivò subito dopo e anche un terzo fino a che non si sentì abbastanza sicuro da allontanarsi dal letto. Nel frattempo Antonio prese la pila di libri portandola verso la scrivania iniziando a leggere il primo. Lovi riuscì ad arrivare barcollante fino alle scrivania, posandoci le mani per darsi un sostegno. "Cosa leggi, bastardo?"

"Diari di viaggio di esploratori, li ho comprati l'ultima volta che abbiamo toccato terra ferma, se ricordo bene eravamo sulle coste italiane" gli rispose sfogliando il libro mentre prendeva appunti sul suo quaderno "Italia?" gli occhi del moretto si illuminarono quando pronunciò quel nome.

"Ti piace l'Italia?" chiese curioso alzando lo sguardo verso Lovi  "Io ci sono nato lì...nel suo mare, naturalmente" sorrise leggermente. La sua mente piena di bei ricordi "Un posto meraviglioso...ogni tanto ci torniamo"

"Io ho navigato per tutto il mediterraneo" prese una cartina "Sono partito da Venezia, dove ho costruito la nave, navigando per tutto il mar Adriatico per andare a costeggiare le coste della Grecia e della Turchia"

Antonio cominciò a spiegargli i suoi viaggi, del fatto che all'inizio era solo un ricercatore ma dovette derubare delle navi per poter continuare la sua ricerca, trasformandosi così nel pirata che è ora.

"Oh...e alcune volte...rimpiangi la tua scelta?" Chiese, spostando lo sguardo dalla cartina al viso dello spagnolo.

"Il mondo è ingiusto, anche se vuoi fare del bene ti penalizzano e ti considerano pazzo.........."sospirò "se non fossi diventato un pirata non sarei potuto arrivare a questo punto" disse guardando tutti i manoscritti e le cartine raccolte col tempo "E poi devo trovare Atlantide per lui......" sorrise triste "gliel'ho promesso...."

"A...a chi lo hai promesso?" chiese curioso l'italiano osservando il volto dello spagnolo.

"Ahhh" sospirò "......mio fratello...." disse a bassa voce stringendo la croce che gli pendeva al collo.

"Hai...un fratello?" Sussurrò, guardando la croce che stringeva tra le dita. "È per lui che lo stai facendo quindi...ma perchè non è con te?"

Non rispose abbassando lo sguardo verso la cartina. Lovino capì di aver toccato un tasto dolente e si morse le labbra "Scusa.....sai, anche io ho un fratello...anzi due, più piccoli" cercò di cambiare discorso, sorridendo leggermente.

"Io sono il più piccolo sai? Mio fratello mi raccontava spesso di Atlantide e la sua storia, forse è per questo che sono così fissato" sorrise il pirata, ma nel suo sorriso si leggeva solo tristezza. Lovino sospirò leggermente, posando delicatamente una mano su quella dello spagnolo, senza guardarlo. "Mi...mi dispiace...per qualsiasi cosa sia accaduta a tuo fratello...doveva essere una brava persona, da come ne racconti" gli sussurrò dolcemente.

"Sei una brava persona.......... riesci ad avere compassione anche per della feccia come me che non ha fatto altro che farti soffrire strappandoti al mare" disse spostando la mano da quel contatto gentile. Lovino fece il giro della scrivania, arrivando al suo fianco e cercando il suo sguardo "Tutti hanno bisogno di essere capiti..." Gli disse dolcemente "Quello che mi hai fatto...è sbagliato...e mi ha ferito molto...ma...ma tutti abbiamo diritto ad una seconda chance, no?"

Antonio non sapeva cosa dire, non riusciva neanche a guardarlo in faccia "Io...i-io...ti perdono..." Sussurrò il piccolo prigioniero, abbassando la testa e arrossendo leggermente. "Sempre se quello non succederà più..."

Il pirata si avvicinò e lo abbracciò ".........scusa" sussurrò pentito. Ricambiò lentamente l'abbraccio, affondando il viso nel suo petto per nascondere il rossore sulle proprie guance. "F-f-fa nulla...ma, ti prego, non farlo più..."

"No.....non lo farò più" gli disse facendosi scappare una piccola lacrima.

"Hey..." gliela asciugò, accarezzandogli la guancia con il pollice "...ora...va tutto bene"

Annuì risedendosi sulla sedia "aaaah" respirò per poi tornare quello di prima ritornando a leggere.

"Wow, ti calmi facilmente, bastardo" ridacchiò, sedendosi sulla scrivania del pirata e guardando tutte le carte che vi erano sparpagliate sopra. ".....tu sai...che comunque non posso dirti dove si trova Atlantide...vero?" disse con tono leggermente triste.

"Si lo so.........ma la troverò lo stesso con o senza il tuo aiuto" disse sicuro di se.

"La trovo una cosa abbastanza impossibile...ma contento tu" si strinse nelle spalle, tracciando con la punta delle dita uno dei simboli su una mappa.

"Lo conosci?" chiese curioso il pirata.

"È un simbolo che usa la famiglia reale..." Rispose, senza staccare gli occhi dal foglio. "...dove lo hai preso?"

"Era di mio fratello" rispose mentre la prendeva "questi simbolo sono molto complicati, sono riuscito a tradurli solo in parte"

"Sono fatti apposta per essere comprensibili solo alle sirene di sangue blu"

"E tu riesci a capirli?"

"...no" rispose, voltando la testa dall'altra parte. Antonio ormai aveva capito come funzionava Lovino. Se diceva no era sicuramente un si "Eeeeeeh..........quindi sei di sangue reale, ma pensa un po'......." disse appoggiando il viso su una mano guardandolo con un sorrisetto stampato in faccia. Lovino sobbalzò, tornado a guardare lo spagnolo con le guance rosse e le sopracciglia corrucciate. "H-ho detto di no, bastardo!"

"Lovi.......sei prevedibile" gli disse secco.

Lo guardò male e gonfiò le guance, incrociando le braccia e guardando dall'altra parte. "Bastardo..."

"E com'è che il principino è finito nella rete della mia barca?" chiese sempre con il suo solito sorrisetto.

"Tsk...non chiamarmi cosí..." Accavallò le gambe, posando le mani sul tavolo e guardando in alto. "Non mi piace stare al castello...ero andato a fare un giro con mio fratello minore e...e..." Quel ricordo gli attraversò la mente e si morse le labbra. "...per cercare di salvare lui dalla rete mi ci sono impigliato...tutto qui"

"Ah....." tornò a leggere il suo libro, forse sarebbe stato meglio non chiedere, pensava lo spagnolo. L'italiano lo guardò con la coda dell'occhio e sospirò, muovendo lentamente le gambe avanti e indietro, guardandole. "È ancora strano per me avere le gambe...non sapevo neanche che noi sirene potessimo farlo"

"Di tutti i libri che ho letto, nessuno di essi diceva nulla riguardo questo" gli spiegò.

"Forse neanche le sirene prima di noi lo sapevano...non ho mai sentito di una sirena che sia arrivata sulla terra ferma...o comunque fuori dall'acqua per così tanto tempo" riflettè, portandosi una mano al mento. Antonio cominciò a pensare "Mmmmm.........aspetta" si alzò di scatto e andò verso la sua amata libreria "dové!?!" cominciò disperatamente a cercare un libro.

"Che ti è preso tutto d'un tratto?" Chiese confuso, inclinando la testa di lato

"Tu hai detto che nessuno è mai uscito dall'acqua giusto?"

"Bhe si, non che io sappia"

"E se tutto fosse cominciato in superficie.........eccolo!" disse trovando il libo e sedendosi sulla scrivania.

"Ancora non ti seguo, bastardo"

"La storia di Atlantide inizia quando l'isola affonda nel mare per colpa di cause misteriose" Iniziò a spiegare "Io penso che le sirene non fossero altro che umani che si sono adattati a vivere sott'acqua, e magari una volta in superficie il loro corpo faccia lo stesso, si adatta"

"Ooh...bhe, sarebbe un idea...ora che mi ci fai pensare..." Iniziò a riflettere su quello che aveva imparato dai testi antichi ad Atlantide "Esiste una leggenda sull'inizio della vita ad Atlantide...una specie di protezione che si dice i saggi del tempo avevano lanciato sugli abitanti quando vennero a sapere del disastro imminente...pensavo fosse solo una leggenda, ma potrebbe essere veramente così viste le nuove scoperte..." Aggiunse, guardandosi le gambe.

"Forse ci sono molte più cose che non sappiamo, se le sirene discendono dagli umani allora anche persone come me potrebbero diventare sirene, sono solo supposizioni ma forse è vero chi lo sa" fece spallucce Antonio.

"Se la leggenda è vera, allora molto probabilmente si...ma quelli erano anziani che unendo i loro poteri sono riusciti a compiere l'incantesimo...tu conosci gente con simili poteri?"

"No......prutroppo"

"Io neanche, quindi sarà un'impresa ardua..."

"Già........Ahhhh" sospirò " forse è meglio che metta a posto la scrivania" disse con una gocciolina che gli pendeva dalla testa vedendo il casino che c'era su quel tavolo.

"Si, metti in ordine così posso sedermi meglio"

"Ahhhh" sospirò di nuovo arreso cominciando a prendere i libri per metterli via

"Tu invece di star seduto perché non ti eserciti un po' a camminare?"

"Bla bla bla" si mise in piedi e iniziò a prendere passi avanti, stando attento a non cadere "Cavoli...ma è così difficile?!"

"Ricorda un passo alla volta " disse mentre metteva via l'ultimo libro.

"Sisi" disse scocciato, appoggiandosi a una delle colonne del letto per non cadere quando stava per perdere l'equilibrio. Il pirata camminò fino in fondo alla stanza "Prova ad arrivare fin qua" disse fermandosi e aspettando il ragazzo, che annuì staccandosi dal sostegno e iniziando a camminare lentamente, traballando qualche volta "Dai che ce la fai" ridacchiò lo spagnolo per prenderlo in giro.

"Fanculizzati" gli ringhiò contro, continuando a camminare. Quando era quasi arrivato al pirata, inciampò.

"Attento!" si avvicinò a lui prendendolo prima che cadesse. Lovino arrossì, ritrovandosi fra le braccia dello spagnolo con il viso nel suo petto. Si rimise dritto, allontanandosi. "G-grazie..."

"Nulla" gli rispose Antonio. Il più piccolo tornò sul letto, sedendosi e guardandosi attorno. "Quindi...potrò uscire da qui quando voglio?"

"Non così in fretta, prima devo ancora farti un sacco di domande" gli disse sedendosi vicino a lui.

"Che domande? Sempre che ti possa rispondere" rispose la sirena, guardandolo negli occhi e appoggiando il mento sui palmi delle mani.

"Oltre a dove si trova Atlantide, vorrei sapere com'è fatta, che cosa fate la, tradizioni, costumi eccetera" gli disse affamato di sapere.

"Oh...bhe credo che qualcosa te lo possa dire" si sedette dritto, schiarendosi la gola e iniziando a raccontare della vita ad Atlantide. Antonio tirò fuori da non si sa dove un quaderno e una penna cominciando a prendere appunti come se fosse a scuola. Lovino ridacchiò leggermente ma continuò. "Ci sono molte feste alle quali partecipano tutti gli abitanti, di qualsiasi rango, anche noi della nobiltà...i miei fratelli adorano questi tipi di momenti, per come uniscono la popolazione..."

Quando Lovino finì di spiegare il pirata riguardò i suoi appunti "Siete un popolo molto evoluto, non solo per quanto riguarda quello che avete inventato ma anche dal punto di vista sociale, la cosa è impressionante" disse con gli occhi che luccicavano.

"Che credevi? Non solo voi umani vi evolvete" si lasciò cadere indietro sul materasso, chiudendo gli occhi. "Sai, anche al palazzo...nella biblioteca, abbiamo dei manoscritti su di voi..."

"Davvero? E che dicono?" chiese il moro guardandolo ancora seduto. Lovino si strinse nelle spalle, portando le mani dietro la testa. "Non molto, le sirene non si avvicinano spesso agli umani...ma molti dicono che siete esseri molto egoisti...spesso crudeli..."

"E hanno ragione, ma non sono tutti così" ammise "almeno io conosco persone che non sono così"

Il moretto annuì "Lo so, infatti non ci credevo...anche tra noi sirene esistono molti soggetti pericolosi...quindi perchè tra voi umani non dovrebbero esserci persone gentili?" Portò lo sguardo su di lui, curioso. "Invece cosa dicono delle sirene sulla terra ferma?"

"Alcuni dicono che sono creature che aiutano i marinai a trovare terra ferma grazie al loro canto, altri che sono esseri pericolosi che ipnotizzano le persone per portarle nella loro tana e mangiarli" lo guardò ".......e tutti parlano di sirene femmine..........."

"Normale, di solito gli uomini sono attratti dalle donne...ma esistono anche uomini sirene, mi dispiace"

"Lo vedo" ridacchiò.

Gli diede un leggero calcio, facendogli la linguaccia "Avresti voluto pescare una donna, ammettilo"

"Beh.......non è da tutti i giorni pescare una sirena, se fosse stata una donna sarei stato troppo fortunato"

"Forse saresti anche riuscito ad estorcerle più informazioni..." Sospirò, chiudendo gli occhi. "...se la vedo da questo punto di vista, sono grato di essere stato catturato io invece di qualcun'altro" disse sollevato sistemandosi meglio sul letto "...la tua ciurma non mi farà nulla se me ne vado per la nave, giusto?"

"Gli dirò di non farti nulla, dopotutto sei una preziosa fonte di informazioni"

Antonio sospirò stanco e si buttò anche lui sul letto accanto a Lovino "Ho pensato troppo oggi ho bisogno di cazzeggiare" disse annoiato.

"Cosa fai su questa nave per divertirti?" Chiese la sirena, voltandosi verso di lui per guardarlo.

"Di solito abbiamo sempre qualcosa da fare, ma quando ci annoiano solitamente arriva Gilbert con una delle sue idee strampalate" disse ridacchiando portando le mani dietro alla testa.

"Ho avuto un idea geniale!" Esclamò Prussia, entrando come un treno nella stanza dell'amico con alle spalle Francis.

"Wow...la puntualità fatta persona" disse Lovino, guardandolo prima di tornare a distendersi sul letto

"Visto?" disse Antonio che si alzò e guardò Gilbert "cosa stavolta?"

"Insegniamo a Lovi un po' di scherma!"

"Eh?!" fece Lovino guardandolo storto.

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Gilbert entrò nella stanza del capitano urlando al mondo la sua idea geniale di far imparare a tirare di scherma al piccolo italiano.

Lo spagnolo guardò storto "Ma se non sta neanche in piedi!" gli rispose.

"Ma si dai, lo aiuteremo noi! Portalo fuori!"

"E va beeeeeene" si alzò dal letto "forza alzati" disse al piccolo italiano. Lovino sbuffò, mettendosi in piedi e camminando verso la porta.

"Wow! Hai fatto progressi Lovi!" si complimentò il prussiano.

"Si..." Sussurrò il piccolo, arrossendo leggermente.

Antonio uscì "Franny vai a prendere le spade, che gli diamo una dimostrazione"

"Già prese" disse con le spade in mano.

"Veloce come al solito" ridacchiò prendendone una e cominciando a lottare con Franny. Lovino li guardava attentamente, aiutato da Gilbert per tenersi in piedi mentre aspettava.

"Antonio è uno dei migliori spadaccini al mondo...se non il migliore!" gli spiegava l'albino.

Antonio e Franny si destreggiavano sul ponte della nave ma il francese faceva fatica a tenergli testa.

"Vai Franny! Non farti battere!" Lo incitava Gil.

"È facile per te dirlo" schivò un colpo.

"Muoviti!" Continuò Gilbert mentre Lovino guardava i tre con un leggero sorriso sulle labbra. Si vedeva che erano amici da molto tempo.

"Vuoi che ci fermiamo Franny?" chiese ridacchiando.

"Non te la darò vinta tanto facilmente Tony!!" fece un affondo ma Antonio lo schivò abilmente per poi colpirlo sull'impugnatura facendogli cadere la spada puntandogliela contro.

"Scacco matto"

"Okay hai vinto tu.........di nuovo"

"Bravo Antonio! Sapevo che avresti vinto, amico mio!"

"Ora tocca a te Gil" fece un sorrisetto puntandogli la spada.

"Ah-Ah, no grazie"Disse l'albino, alzando le mani.

"Hai paura?" chiese prendendolo in giro.

"Ah! Il magnifico me non ha MAI paura!"

"E allora prendila" disse guardando la spada che aveva fatto cadere Franny. Il prussiano sbuffò, prendendo la spada da terra e puntandola allo spagnolo "Siete davvero una rottura voi due, sapete?"

"Lo sappiamo" dissero in coro Antonio e Francis. Alzò gli occhi al cielo e fece la sua mossa, attaccando l'amico.  Antonio la parò.

"Tutto qua?" Lo provocò il moro.

"Tsk" affondò di nuovo, cercando più volte di colpire lo spagnolo ma senza riuscirci.

"Dai Gil che mi sto annoiando" fece finta di sbadigliare. Gilbert gli ringhiò contro, tentando un altro attacco. Gil stava quasi per colpirlo ma Antonio lo schivò all'ultimo minuto.

"La cosa si fa interessante, hai fatto pratica?" gli chiese contrattaccando.

"Mi hai beccato" ridacchiò l'albino, schivando il colpo. "Non potrai essere sempre tu il più bravo spadaccino"

"Tu dici?" fece scontrare la sua spada con quella di Gil. Il prussiano cercò di ribattere, tenendo testa allo spagnolo, ma presto perse la sua presa sulla spada, che volò dall'altra parte e cadde sulle travi del ponte. Guardò l'amico e gonfiò le guance, corrucciando leggermente le sopracciglia "Uffa..."

"Dai stavi andando bene non ti lamentare" Antonio diede una pacca sulla spalla all'amico.

"Bhom...ora dobbiamo concentrarci sul piccolo Lovi!" Esclamò con di nuovo il suo sorriso e Lovino arrossì, spalancando gli occhi. "E-eh?! No, non se ne parla"

"È facile se ce la fa lui, ce la fa chiunque" disse indicando Gilbert con il pollice.

"Oi!" si lamentò il prussiano che si era seduto vicino a Francis.

"Ahahhaha.......dai scherzo, non prendertela" disse per poi prendere due bastoni di legno "Per cominciare useremo questi" disse dandogli uno.

"O-okay..." Sinceramente, Lovino aveva un po' di paura a fronteggiare lo spagnolo...dopotutto, aveva visto quanto fosse bravo e lui invece non aveva praticamente mai toccato una spada in vita sua! Si mise di fronte a lui.

"Le prime cose che devi imparare sono la parata e l'affondo" cominciò a spiegare facendo qualche esempio "Capito?"

Lovino annuì, ripetendo gli stessi movimenti dello spagnolo. "Così, no?"

"Si......ora prova ad attaccarmi"

"Eh?!"

"Tu fallo"

Il sirenetto si morse le labbra ma fece come gli aveva detto, cercando di attaccarlo e, magari, in una qualche strana possibilità o miracolo divino, colpirlo. Antonio non schivò l'attacco e gli arrivò il palo in testa.

"Aiaiaiaiaiah!!! Che male!! Mi hai colpito hai vinto"

Lovino fu sorpreso dal fatto che lo spagnolo non avesse schivato il colpo, ma sorrise.

"Ah! Ben ti sta a sottovalutarmi!"

"Io vado a mettermi qualcosa di fresco in testa, credo di avere un bernoccolo" si toccò la testa "Tu continua pure con Gilbert" gli diede il bastone.

Intanto Francis si avvicinò a Gil "Secondo te lo ha fatto apposta?" Gli sussurrò.

"Sicuro che lo ha fatto apposta" rispose l'albino, prendendo il bastone e chiamando Lovino.

"Bene, continuiamo la lezione Lovi?"

Il ragazzo, che si era incantato un attimo a guardare lo spagnolo andarsene, tornò alla realtà e annuì all'albino difronte a se.

Quando Antonio tornò aveva un panno freddo sulla testa. Si sedette per terra per vedere Gilbert che spiegava a Lovi. Gli si avvicinò Francia

"Hey Tony, va meglio la testa?"

"Si..."

Franny si sedette vicino a lui "Perché prima non hai schivato il colpo"

"Ero distratto"

"Non mentire tu non sei mai distratto"

"Va bene l'ho fatto come incoraggiamento, visto che......."

Franny non lo lasciò finire la frase e la finì per lui "....tuo fratello faceva cosi, si lo so" gli sorrise

 

 

Intanto Gilbert stava ancora insegnando a Lovino come utilizzare la spada.

"Bene, hai capito?"

"Si!"

"Allora, in posizione.." Gli disse, mettendosi lui stesso in posizione di partenza e Lovino fece lo

stesso. "..ee..via!"

Gilbert fece un affondo, ma Lovino glielo bloccò, sorridendo.

"Bravo! Impari in fretta piccolo!"

"Non sono piccolo" mugugnò

 

Intanto Antonio e Franny osservavano i due.

"Si sta facendo tardi" disse Franny "la pancia comincia a reclamare, a dopo" si alzò andando sottocoperta.

"Si a dopo" Lo salutò lo spagnolo.

Lovino a Gil continuarono per un altro po' finché le gambe del piccolo non cedettero e il moretto cadde a terra. L'albino fu veloce e lo prese prima che colpisse terra.

"Hey hey, tutto bene?" Gli chiese dolcemente, posandogli una mano sulla guancia e guardandolo negli occhi. Lovino arrossì e annuì, guardando dall'altra parte. "S-sto bene...grazie"

"Tsz......" Antonio si alzò e andò verso di loro "Spero non farai così domani davanti a Elisabeth, altrimenti non verrà mai con te " ridacchiò lo spagnolo.

"Eh? Così come?" Chiese confuso l'albino, continuando a tenere fra le proprie braccia la sirena.

"Così abbracciato a Lovi sembrate una coppietta, magari lei malinterpreta" ridacchiò.

Lovino spalancò gli occhi, allontanandosi dall'albino ma cadendo contro il petto dello spagnolo.

"Ooooh okay! Vedrò di non farlo!" Disse sorridente, tirando su il pollice. "Allora vado ad aiutare Franny in cucina, ciao ciao!"

"Ciao!" lo salutò il pirata "Allora hai imparato qualcosa di utile oggi?" gli chiese mentre Lovi era ancora aggrappato alla camicia di Antonio. Lovi alzò lo sguardo sul viso dello spagnolo, arrossendo "A-ah...si, è stato davvero un bravo insegnate.."

"Ammetto che Gil è bravo a spiegare le cose...........io invece prendo bastoni in testa ahahah~" rise.

"Lo hai fatto apposta, non pensare che non lo avessi notato" mormorò, abbassando lo sguardo e giocherellando con la stoffa fra le sue dita.

"Cavolo, mi hai scoperto" si grattò la nuca nervoso. Lovi corrucciò leggermente le sopracciglia, riportando lo sguardo sullo spagnolo. "Perchè lo hai fatto? Sapevo che probabilmente non ti avrei colpito..."

"È un segreto" gli fece l'occhiolino "Andiamo a mangiare?" chiese poi per cambiare discorso.

Dopo qualche secondo di silenzio, annuì, seguendo lo spagnolo per prendere qualcosa da mangiare.

 

Passarono la serata mangiano ridendo e scherzando con tutta la ciurma.

"Mi raccomando mangiate tutto" disse Franny servendo i piatti di patate e fagioli.

Lovino prese la forchetta in una mano e esitò un attimo prima di mettere in bocca il cibo che vi era sopra. Bhe...non era male....

 

"Franny ci hai viziati con i tuoi soliti piatti e oggi ci servi questo?"

"Non lamentati in cucina non ho più nulla!!! Domani vi preparerò un pasto degno di un re"

"Va bene" cominciò a mangiare. Per Lovino già era strano mangiare quello che mangiavano loro...ma bhom, si sarebbe arrangiato.

Una volta finito di mangiare.....

"Sono pienooooooo" disse Antonio accasciandosi sul tavolo. Lovi aveva mangiato tutto. Era comunque da un po' che non mangiava quindi aveva una fame da lupi e FINALMENTE era riuscito ad avere un pasto, circa, decente. Si voltò verso Antonio, sospirando per la posizione in cui era. "Torniamo in cabina?"

"Okay" si alzò sbadigliando "Andiamo?" gli chiese vedendo che non si alzava. Lovino annuì, alzandosi lentamente e aggrappandosi allo spagnolo per non cadere. Tutto l'allenamento aveva sfinito le sue gambe ancora deboli. Con l'aiuto del pirata raggiunsero inseme la sua cabina. Antonio lo accompagnò fino al letto per poi andare a cambiarsi. Lovino si sistemò, accoccolandosi abbracciato ad un cuscino. Ci affondò il viso per cercare di non guardare il pirata

Intanto il moro si tolse gli stivali e la camicia per poi buttarsi sul letto "Mamma mia, che sonno" si girò verso Lovi chiudendo gli occhi "Notte"

"N-notte..." Sussurrò di rimando imbarazzato, sentendo il corpo mezzo nudo dell'altro vicino a se. Antonio si addormentò dopo pochi minuti e Lovino lo seguì quasi subito, rilassandosi lentamente e addormentandosi beatamente.

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Il sole sorse e i primi raggi entrarono dalla finestra, colpendo fastidiosamente il viso dello spagnolo addormentato. "Mmmh..." mugugnò infastidito avvicinandosi di più a Lovi, che stava tranquillamente al suo fianco, godendo del calore della sua pelle abbronzata.

La sirena si girò dalla parte dello spagnolo, ancora con gli occhi chiusi e addormentato. Si strinse al suo petto, come per coprire gli occhi da quei raggi e Antonio, inconsciamente, lo strinse di più a se. Il ragazzo sorrise leggermente nel venire avvolto da quel calore e strofinò il viso contro il petto del pirata, lasciandosi sfuggire un versetto compiaciuto dalle labbra schiuso mentre le sue guance erano tinte di un lieve porpora. Antonio appoggiò il suo mento sulla testa del ragazzo, strofinando dolcemente la propria pelle contro i morbidi capelli mori di Lovino, che sotto la luce di quel sole mattutino avevano svelato dei riflessi rossicci.

Gilbert stava andando nella cabina del capitano per chiamarlo, pensando che fosse già sveglio. Entrò nella stanza e si bloccò sulla soglia quando vide la scena. Sorrise sornione e la richiuse lentamente, decidendo di tornare più tardi.

Il profumo di Lovi aveva invaso tutta la stanza e per Antonio era come una sorta di gas soporifero. Non voleva svegliarsi. Non voleva interrompere quella magia. Strinse ancora di più a se il ragazzo, portando le sue mani sui suoi fianchi per accomodarlo meglio contro il proprio petto, solleticando lievemente la pelle caramello del più piccolo con la punta delle dita.                       

La sirena aprì lentamente gli occhi, sbadigliando contro la pelle abbronzata del pirata prima di richiuderli e strofinare il naso sui pettorali ben definiti di Antonio.

Aspetta…

Saltò leggermente, spalancando gli occhi e alzando lo sguardo sul viso rilassato dell'altro. Con i lineamenti più dolci, le labbra leggermente schiuse e i capelli cioccolato che gli ricadevano morbidi sulla fronte, era davvero carino... Arrossì vistosamente, cercando di allontanarsi senza svegliarlo. Ma che stava pensando?!                       

Quando però Lovi si spostò, sul viso di Antonio si formò una smorfia di disappunto.

"Mmmmm… nii… chan..." Mormorò a bassa voce, cercando con le mani Lovino, quasi come un bimbo sperduto.

Lovi lo guardò e si sentì un po' in colpa nel vedere l'espressione del pirata. Sospirò e si rimise sdraiato fra le sue braccia, anche se con le guance più rosse degli occhi di Gilbert. Cercò di non pensarci, concentrandosi invece sul battito del cuore di Antonio che si stava lentamente calmando. L’espressione dello spagnolo tornò serena e le sue labbra si piegarono in un piccolo e dolce sorriso.                       

Lovi sorrise leggermente a sua volta, chiudendo gli occhi e godendosi il calore che gli conferivano quelle braccia, così sicure e allo stesso tempo gentili attorno al proprio corpo.                       

Un quarto d'ora dopo, Antonio finalmente si svegliò, ritrovandosi nella stessa posizione di ieri. Perché finivano sempre così? si chiese, guardando il piccolo vicino a se.                        

Lovino alzò lo sguardo su di lui, sentendolo svegliarsi.

"Ti sei svegliato finalmente, dormiglione"                        

"Mmh mmh...buon giorno..."                        

"Giorno." Rispose lui, sistemandosi meglio con il viso contro il cuscino.            

Antonio si mise seduto e sbadigliò. "Dovremmo essere quasi arrivati a destinazione." Disse fra sé e sé mentre si grattava la pancia.                        Lovino cercò di tenere gli occhi lontani dal petto muscoloso e abbronzato dello spagnolo. Per non parlare delle braccia e della schiena e del viso...ghaaaa ma che cazzo sto dicendo?!

Scosse la testa, come per scacciare violentemente quei pensieri dalla propria testa, e si alzò dal letto… forse un po' troppo velocemente visto che ci ricadde.                                           

"Oi, va tutto bene?" Chiese un po’ preoccupato lo spagnolo, girandosi verso di lui per controllare che non si fosse fatto nulla.                                  

"E-eh? Ah, si… tutto bene." Rispose Lovi, un po' perso nei propri pensieri.

Ma che mi sta succedendo?                        

"Okay." Sbadigliò di nuovo per poi alzarsi e stiracchiarsi, rilassandosi quando sentì un soddisfacente pop nella parte bassa della schiena. "Forse è meglio che vada" disse infine, prendendo la camicia e rimettendosela, iniziando ad abbottonarla.                        

Lovi annuì, provando a rimettersi in piedi e camminando lentamente verso la scrivania del pirata per iniziare ad allenarsi un po' a camminare visto che quel giorno l’avrebbe fatto per un bel po'.

Sinceramente, Lovino era emozionato. Emozionatissimo.

Non aveva mai visto un villaggio di umani ed era curioso, affamato di sapere. Magari avrebbe potuto imparare qualcosa per il proprio popolo e per i propri fratelli, oppure per far piacere ad Anton- E NO! E CHE CAZZO!

                     

Antonio uscì dalla sua cabina indisturbato per andare in cambusa a bere il suo solito caffè con i suoi amici, che, come sempre, erano già lì ad aspettarlo.

"Giorno" disse entrando.                       

"Buon gioooorno bell'addormentato~" disse con tono malizioso l'albino, appoggiando il mento sul dorso delle mani. "Dormito bene...con la tua piccolo sirenetto?~"

"... si" Rispose, dopo un attimo di esitazione. Cosa voleva andare a parare?                       

"L'ho notatoooo~"                        

"Notato cosa!?" Esclamò, impaziente di capire cosa intendeva l’amico. Arrossí un po’, servendosi il caffè in una tazza per poi berne un sorso.                        

"Come eravate abbracciati sta mattinaaa~" rispose con lo stesso tono cantilenante Gil, abbracciandosi da solo come per imitarli, chiudendo gli occhi e facendo finta di dare dei bacini.                       

Antonio si avvicinò a lui per sedersi al suo fianco, quando per sbaglio, e dico per SBAGLIO, inciampò e gli rovesciò il caffè addosso

"Ops.....che sbadato che sono~"                        

"Ghaaa! Mi ero appena fatto una doccia!" Esclamò l'albino, scuotendo le mani per cercare di levarsi il caffè di dosso. Anche se ora si sentiva addosso quella fastidiosa sensazione di appiccicaticcio, alzò lo sguardo sul moro per lanciargli una fulminata.  "Sisi, sbadato...allora ieri sera non era per la gelosia di Liz che mi hai detto di non fare così con Lovi...ma per la tua~" sorrise di nuovo, ridacchiando.                       

"Ma che sbadato la tazza mi è scivolata di mano" disse a que punto Toni, lanciandogli letteralmente la tazza in testa.                       

"Ahio!!" Gilbert cadde dalla sedia per l'impatto e quando si mise seduto si portò una mano alla fronte per massaggiarsi il punto dove, mooooooolto probabilmente, sarebbe cresciuto un bernoccolo. "Ma perchè invece di ammetterlo mi tiri cose?!"

"O mio dio la sedia si muove da sola!!"                        

"VA BENE VA BENE VA BENE VA BENE COME NON DETTO!!"                        

"Oh.......si è fermata" fece tranquillamente il capitano, rimettendo giù la sedia che aveva preso e sedendosi.                       

L’albino gli lanciò un'occhiataccia, gonfiando leggermente le guance e finendo il suo caffè prima di avviarsi verso l'uscita. "Beeene~ allora io vado a dare un’occhiatina a Lovi prima di andare a rifarmi la doccia...magari se ne vuole fare una anche lui~"                        

"Fa come vuoi...." Disse con tono indifferente Antonio, andando a farsi un'altro caffè.                         

"Vaaaa beeeneee~ Lovi Lovi, dove sei?~" iniziò ad avviarsi verso la cabina del capitano, guardandosi un’ultima volta alle spalle prima di sparire dietro la porta.                       

Antonio si sedette a tavola per bere il suo caffè, anche se la cosa lo infastidiva… ma solo un pochino      

                 

Lovino era che girava per la camera prima di sedersi sul letto. Doveva mantenere le forze per quella giornata. Si lasciò ricadere all’indietro, allargando le braccia per rilassarsi sul materasso morbido, lasciandosi sfuggire un lungo sospiro.

Chissà cosa stava facendo Antonio in quel momento...

Poi sentì bussare alla porta e subito si rimise seduto, passandosi una mano tra i capelli. Era lui?  "Avanti"

La porta si aprì, rivelando un sorridente Gilbert, anche se bagnato e profumato di caffè.

"Hey pulcino! Come va?"

"Bene… sembra che mi stia abituando a camminare" il maggiore annuì, continuando a sorridere e avvicinandosi per prendendogli la mano, facendo inarcare un sopracciglio a Lovi.

"Hey senti, ti andrebbe di fare una doccia? Io ci sto giusto andando"

Lovino soppesò un minuto la proposta… poi annuí, anche se arrossendo.

"Ma guai a te se mi guardi"

"Terrò occhi e mani per me"

"Bene"        

 

Intanto, Antonio aveva appena finito di bere il suo caffè e stava per uscire, quando...

"Cosa fai capitano? Vai a fermare Gil?" Chiese un malizioso Franny, impegnato a lavare i piatti e spostarsi delle ciocche bionde che gli cadevano sul viso, sfuggendo al codino.

"No, figurati. Vado nella mia cabina"

"Per vedere se c'è ancora il piccolo Lovi?"

"Non cominciare anche tu o la sedia ti arriverà magicamente in testa"

"Ma io scherzavo mon ami!!" ridacchiò nervoso il francese, alzando le mani e un piatto con esse, in segno di innocenza.

"Bene" lo guardò con sguardo minaccioso, per poi uscire… ed essere fermato subito dopo.

"Aspetta Tony!!"

"Cosa c'è ora!?" Si voltò verso l’amico e, senza neanche dargli il momento di capire cosa stesse succedendo, gli arrivò in pomodoro in faccia e uno sulla camicia.

"Sei tutto sporco! Vatti a fare una doccia!" ridacchiò il Francis, tornando al proprio lavoro prima che Antonio lo raggiungesse con tutta la sua furia.

"Franny io ti........ahhhhh" sospirò arreso dirigendosi alle docce per lavarsi. Maledetto francese…

 

Intanto, dalle docce, si sentivano delle voci...

"Lovii~"

"Smettila! Ti ho detto di no!"

"Ma daiii~ so che lo vuoi~"

"No, non voglio! Lasciami!"                        

Antonio stava per entrare quando sentì la loro conversazione e attaccò l'orecchio alla porta per sentire meglio.

Cosa cavolo sta succedendo là dentro?                        

"Gilbert non toccare!"

"Ma sei così carino~ come posso non toccare?~"

"T-ti ho detto di smetterla!"

"Oooh su Lovi~ solo questa volta. Non lo verrà a sapere nessuno, lo prometto~"

"... l-lo… prometti?"

"Lo prometto, pulcino~"                        

Antonio non poté ascoltare oltre che aprì la porta all'improvviso, quasi sfondandola.

"CHE STA SUCCEDENDO Sulla mia.......nave......" si bloccò, capendo solo allora cosa stava realmente succedendo. Lovino sobbalzò, seduto su uno sgabello mentre Gilbert era inginocchiato davanti a lui con una mano sulla… coda… di Lovi.

"A-Antonio?"

"Ups, beccato~"

Antonio arrossí, ma non per aver visto l'amico nudo -Pff quello era normale- ma per aver pensato che stessero facendo altro.

Quanto posso essere stupido?

"I-io........" balbettò, non sapendo davvero cosa dire a sua discolpa.                        

Gilbert sorrise sornione, alzandosi in piedi -mentre Lovi voltò la testa dall'altro lato per non guardarlo- e si avviò fuori dalla stanza con un asciugamano sulla spalla. "Io ho finito, la doccia è tutta tua~" disse allo spagnolo, sorpassandolo.                        

"Eh!?" si voltò verso di lui ancora rosso in faccia.

"Non sei venuto qui per farti una doccia? Bhe, vai! E aiuta il pulcino visto che ci sei"

"Non ho bisogno di aiuto!"                        

"O-okay" Antonio si girò ancora imbarazzato verso Lovino, guardandolo.                       

Il ragazzo arrossì, girando la testa dall'altra parte e stringendo tra le dita i bordi dello sgabello di legno. Dalle punte dei suoi capelli cadevano piccole gocce d'acqua e portò la sua coda da sirena più vicina al proprio corpo.                        

Calò un silenzio imbarazzante che fu interrotto dal rumore dei vestiti di Antonio che cadevano per terra in un angolo.                        

Il piccolo Lovi arrossì ancora di più. Anche se non lo vedeva in quel momento, sapeva com’era fatto il corpo dello spagnolo e riusciva ad immaginarselo… scosse di nuovo la testa, schizzandosi dell'acqua sul viso.

"Quindi...quanto manca per arrivare?" Chiese un po' timidamente, sentendo gli occhi dello spagnolo su di sé.                        

"...qualche ora..." Gli rispose Toni, prendendo dell’acqa da un secchio e buttandosela addosso.                        

Di nuovo, Lovino cercò di non guardare il corpo del pirata.

Nettuno, perchè doveva sentirsi così?... cos'è che stava sentendo poi?!

Imbarazzo. Si, doveva essere per forza imbarazzo! Imbarazzo e basta.

"E una volta scesi che faremo? Oltre comprare provviste?"                        

"Un giro per le librerie" disse tutto contento il capitano, alzando il viso per lasciare che l’acqua ci scivolasse sopra prima di cominciare ad insaponarsi.

"Ti piacciono proprio i libri, eh?" Ridacchiò Lovi, muovendo la coda in modo da schizzargli dell'acqua.                        

"Si, se fosse per me li prenderei tutti" Rispose con tono allegro Antonio, insaponandosi i capelli e tirandoseli indietro. Poi si voltò verso Lovino, sorridendogli leggermente. “Posso… lavarti i capelli?” Chiese con tono un po’ insicuro, grattandosi il retro del collo.

Lovi spalancò gli occhi, alzando lo sguardo sul pirata e arrossendo.

"E-Eh?!" Esclamò sorpreso, tenendosi fra le dita una ciocca mora bagnata                        

"Allora posso?" insistette il pirata, prendendo un po’ più di fiducia e sorridendo di più.                      

La sirena abbassò un attimo lo sguardo, imbarazzato e gli diede le spalle.

"N-non toccare il ciuffo però..."                        

"Va bene" sorrise per poi cominciare a insaponargli la testa, massaggiando la con le mani quelle ciocche morbide e rese più scure dall’acqua.                        

Lovino chiuse gli occhi, rilassandosi sotto il tocco dell'altro. Sospirò, sorridendo leggermente. "Sei bravo..." Sussurrò.                        

"Grazie. Se non fossi diventato un pirata avrei fatto il lavatore di teste" rise con cuore leggero Antonio, passando sulle tempie.

"O un comico" ridacchiò la sirena, inclinando leggermente la testa indietro verso le sue mani e tenendo gli occhi chiusi.                       

Antonio continuava a massaggiargli dolcemente la cute, sfiorando per sbaglio il ciuffo del moretto.

"Oh… scusa"                        

Lovi si morse il labbro per non farsi sfuggire nessun rumore, corrucciando leggermente le sopracciglia. "F-fa nulla.." Disse, arrossendo.                        

"Okay..." finì di lavargli i capelli per poi risciacquarli "Fatto"                        

"Grazie..." Il piccolo si voltò di nuovo verso di lui e arrossì di botto, voltando la testa dall'altra parte. Dio, si era dimenticato che era nudo!!                        

"Cosa succede?"                        

"N-n-n-niente b-bastardo!!" Esclamò, continuando a guardare dall'altra parte e chiudendo gli occhi, coprendoseli con entrambe le mani.                       

Antonio fece spallucce e cominciò a risciacquarsi anche lui, sospirando sollevato.                       

Lovino si morse il labbro inferiore, dandosi delle pacche sulle guance e iniziando ad insaponarsi il corpo, accarezzandosi il busto per poi passare alla coda.                        

"Io ho finito" disse il pirata, prendendo un asciugamano e legandoselo in vita "Vuoi una mano ad uscire?" chiese dolcemente, accarezzandogli i capelli.                       

Annuì, finendosi di sciacquare e allungando le mani verso lo spagnolo, come un bambino in attesa di essere preso dal padre.                        

Antonio lo prese in braccio, posandogli un asciugamano in testa.                        

Abbassò il viso, cingendogli il collo e lasciandosi portare dal pirata, posando il viso sulla sua spalla.                        

"Dove ti porto? Perché sul letto bagnato non ti faccio sedere"                        

Lovino gonfiò le guance, facendogli la linguaccia. "Portami dove possa asciugarmi"                        

"Okaaaaaay" lo portò nella cabina e lo fece sedere su una sedia di legno mettendolo sotto il sole "Qua va bene?"                        

Annuì, sistemandosi meglio sulle sedia e passandosi l'asciugamano sui capelli e sul corpo per cercare di asciugarsi prima. Intanto lo spagnolo si stava asciugando per poi cambiarsi.                        

Dopo un po' di tempo passato ad asciugarsi e a cercare di non guardare lo spagnolo, Lovi sentì la coda svanire lentamente, facendogli tornare le gambe. Una volta che la trasformazione finì, spalancò gli occhi e serrò le cosce, coprendosi con le mani.                        

"Ti servono dei vestiti?"                        

"S-si, magari!"                        

Antonio prese dei pantaloni e una maglia, passandoglieli e facendo arrossire Lovino per la troppa vicinanza. "Tieni"                        

"Grazie" mugugnò, prendendo i vestiti e girandosi dall'altra parte per iniziare a metterseli.                        

"Vado fuori a vedere quanto manca per arrivare" il pirata prese il cannocchiale dalla scrivania, uscendo poi dalla stanza.                        

"Va bene" rispose, finendo di allacciarsi i pantaloni. Lo seguì, sentendosi sempre più sicuro sulle proprie gambe a ogni passo.                        

"Terra!!"

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


"Gil! Stiamo per arrivare!" urlò il capitano, avvertendo il suo braccio destro.                        

"Ricevuto, capitano!" Rispose l'altro, dando indicazioni al resto della ciurma per attraccare. Lovino arrivò sul ponte, andando verso Antonio e guardando nella sua stessa direzione. "Quindi… quello é un villaggio?" chiese curioso il piccolo sirenetto, mentre si teneva al parapetto della nave per non cadere.             

"Si… è una città portuale per l’esattezza" gli spiegò il maggiore, osservando la costa che si avvicinava sempre di più.                        

"Non vedo l'ora di visitarla" sorrise leggermente Lovi, appoggiandosi al bordo con gli avambracci e guardando le case che si affacciavano colorate sul mare.                        

"Ehhh~… ma non volevi tornare a casa tu?" sogghignò il pirata, osservando lo sguardo interessato del moro al suo fianco.             

"Sta zitto" gli diede un piccolo pugno sul fianco, gonfiando le guance. "Sono curioso, tutto qui!" Lo spagnolo ridacchiò, divertito dalla buffa espressione di Lovino.
 

Quando entrarono nel piccolo golfo dov’era situata la città, Antonio diede l’ordine di gettare l'ancora in mare.

"Fate calare le zattere!!" ordinò infine quando tutte le vele furono piegate, impedendo così di far muovere la nave.
"Si capitano!" risposero in coro alcuni marinai, calando le zattere per poter raggiungere la costa.

"Franny!" lo chiamò poi Antonio, avvicinandosi a lui.

"Si mi dica capitano" gli rispose Francis, intento a riordinare la cambusa in attesa delle nuove provviste per il prossimo viaggio.

"Tu resta sulla nave e controllala. Io andrò con il resto dell’equipaggio a fare rifornimento"

"Si Tony" gli disse l’amico, consegnandogli un foglio con praticamente l’elenco della spesa.

"Bene... affido Dolores nelle tue mani"                        

"Scendiamo?" Chiese Lovino, che si era intromesso nella discussione mentre cercava di trattenere l'entusiasmo e seguiva il capitano ovunque andasse, come un fedele cagnolino.                        

"Si" gli rispose lui, andando verso il parapetto, scavalcandolo e scendendo su una scaletta fatta di corda, fino ad una delle zattere, salendoci sopra. "Ora stai attento" lo avvisò, guardando in alto verso Lovino.                       

Il piccolo si morse le labbra ed esitò un attimo prima di scendere lentamente per la scaletta e salire anche lui sulla zattera. Quando mise un piede sulla piccola imbarcazione per poco non perdeva l’equilibrio e cadeva in acqua.                    

"Ti ho detto di fare attenzione" ridacchiò il pirata, tenendolo per un polso e aiutandolo a sedersi. "Gil! Manchi solo tu! " lo chiamò, vedendo che non si muoveva.                     

"Arrivo!" Esclamò l'albino, unendosi a loro, posizionandosi sulla prua della zattera e puntando il dito verso la città. "Andiamo!"                        

"Aaaaah..." sospirò Antonio, cominciando a remare mentre Gilbert non faceva nulla.                        

Lovino intanto si guardava attorno con occhi grandi e luccicanti di curiosità. Gil continuò a tenere le mani sui fianchi, testa alta e petto in fuori… manco fosse lui il capitano. Finalmente arrivarono alla riva.

"Scendete e ormeggiate la zattera "                        

"Agli ordini!" L'albino aiutò Lovino a scendere dalla zattera e la ormeggiò, battendo le mani una volta finito. "Che lavoro stupendo che ho fatto"                        

"Si si, come vuoi. Ora mentre io e Lovi facciamo rifornimento tu puoi andare, sei libero" lo incitò, sapendo che l’amico aspettava questo momento da giorni.                       

Gli sorrise dandogli una pacca sulla spalla.                        

"Certo! Corro!" Esclamò, letteralmente correndo alla ricerca della sua amata.                        

"Ciao!" lo salutò Antonio, vedendolo poi sparire a gran velocità. "Bene ora… " prese un foglietto dalla tasca "... noi dobbiamo comprare la verdura" disse, cominciando a camminare verso il mercato situato al centro del paese.                        

Lovino lo seguì a ruota, continuando a guardarsi attorno per ammirare l'architettura e gli abiti degli abitanti. "La verdura qual'è? E dove la troviamo?" chiese, sbirciando ciò che c’era scritto sul foglietto di Antonio.                     

"Nel mercato della città e ci sono vari tipi di verdure… poi vedrai" disse, continuando a camminare per le strade della piccola cittadina e arrivando finalmente alla piazza del mercato.                        

Il piccolo fu un po' preso alla sprovvista da tutta la gente che c'era e si avvicinò di più al pirata, sia per non perdersi che per non essere colpito da qualcuno, vista la sua corporatura bassa e minuta.                     

"Stammi vicino altrimenti ti perdi con tutta questa gente"                        

"L-lo sapevo, bastardo!" Esclamò, arrossendo e gonfiando leggermente le guance.                        

Antonio continuò a camminare per il mercato, fermandosi ogni tanto a comprare il necessario.

"Mi servono una dozzina di casse di carote e… " guardò il foglietto "... e legumi misti 15 sacchi, tutto da consegnare al porto"

"Va bene. Fanno sette monete d'oro" Antonio consegnò il denaro per poi andare avanti.                        

Lovi era stupito dalla varietà di cose che ci fossero in quel mercato. Ad un certo punto la sua attenzione venne catturata da un, strano a parer suo, frutto rosso e tondo. Lo indicò, fermandosi e prendendo la mano di Antonio per attirare la sua attenzione. "Cos'è quello?" chiese con gli occhi pieni di curiosità.                       

"Pomodori… " gli rispose guardando la lista "... e sono l'ultima cosa che dobbiamo comprare"                        

"Pomodori?" Ripetè, continuando a guardarli. "E si mangiano?"                        

"Si..." si girò verso il venditore "... me ne servono 10 casse" disse, per poi pagare.                        "Ne vuoi uno?" gli chiese poi, notando come li fissava.

Lovino annuì velocemente, continuando a guardare quella palla rossa, come incantato dal suo colore e dalla sua buccia lucida.                        

Antonio sorrise e ne comprò un cestino "Tieni" disse, porgendoglielo.                       

Il moretto lo prese delicatamente tra le mani, portandone poi una su un pomodoro e avvicinandolo lentamente alle labbra prima di morderlo. I suoi occhi si illuminarono di nuovo e sorrise. "È delizioso!"                        

"Lo so, Sono il mio cibo preferito insieme alle olive" gli rivelò lo spagnolo, sorridendo.                        

Lovi diede un altro morso al pomodoro, finendolo in pochi minuti. "Wow… ora non so come farò ad Atlantide senza di questi"                        

"Ah… non lo so, ora però seguimi che voglio trovare qualche negozio di libri"                        

"Va bene" lo seguì a ruota, tenendo in una mano il manico del cestino e nell'altra la manica del pirata, avendo paura di perdersi.                       

Raggiunsero una vietta non troppo affollata trovando il tanto agognato negozio.

"Eccolaaa!!" Antonio corse dentro tutto entusiasta, cominciando a sfogliare libri su libri. I suoi occhi verdi sembravano brillare di luce propria e le sue labbra erano piegate in un leggero sorriso che esprimeva tutto l’entusiasmo che stava in qualche modo cercando di trattenere.                        

Lovi entrò più tranquillamente, guardandosi attorno curioso anche se ad Atlantide aveva visto biblioteche molto più grandi di quella. Seguì lo spagnolo, non essendo veramente interessato in qualche libro, solo a come appariva diversa la libreria rispetto a quelle a cui era abituato lui.                        

Antonio guardava i vari libri prendendo quelli che gli sembravano più interessanti, formando velocemente un’alta pila che teneva abilmente tra le mani. "Prendo questi" disse al proprietario per poi pagarli. Si notava che si stava trattenendo dal saltellare sul posto come un bambino impaziente mentre l’uomo di mezza età gli ripassò tutti quei preziosi manoscritti.                       

"Di che parlano?" Chiese Lovi, curioso di come mai lo spagnolo fosse tanto entusiasta.                      

"Alcuni sono di storia, altri geografia e questo!!" disse, prendendo un libro in mano "È una storia romantica!!" terminò con gli occhi che luccicavano mentre guardava la copertina decorata dettagliatamente con motivi floreali e delicati.                       

"Storia romantica? Sul serio?" Ridacchiò la sirena, inarcando un sopracciglio. "Non ti facevo tipo da queste cose"                        

"Che c'è? Ognuno può leggere quello che vuole" mugugnò lo spagnolo, corrucciando le sopracciglia scure mentre arrossiva un po’.                        

Lovino ridacchiò di nuovo, scuotendo la testa. "Certo, come vuoi tu capitano" rispose, dandogli una pacca sulla spalla.                        

"Bon… ora andiamo a portare le provviste e i libri alla nave" Disse il maggiore, prendendo i libri e uscendo finalmente da quello che per lui poteva benissimo essere il paradiso sceso in terra.                        

"Vaaa bene" la sirena lo seguì, continuando a guardarsi attorno incantato. Era molto bello lì, avrebbe voluto esplorare e imparare di più su tutto quello che lo circondava. Non solo Antonio era affamato di sapienza!

 

                       

Intanto nella villa vicino alla cittadina di mare, una ragazza, dai lunghi capelli castano chiaro e i bellissimi occhi verde smeraldo, stava passeggiando per il suo giardino, ammirando le meravigliose aiuole e gli alberi in fiore.  

               

"Psss!!" Disse una voce dietro ad un cespuglio, facendo sobbalzare la povera ragazza di nobile sangue. "Eh...?" si voltò leggermente verso l’arbusto, cercando di capire se si fosse solo immaginata tutto o avesse veramente sentito qualcosa.                       

Dal cespuglio spuntò la testa di Gil, che si guardò attorno prima di sorridere solarmente alla ragazza. "Hey. Ti sono mancato?" Sussurrò, non volendosi far sentire da qualche guardia.                        

La ragazza spalancò gli occhi e si avvicinò all’albino per poi abbasarsi alla sua altezza. "Cosa ci fai qui!?!?" disse/urlò, stupita di quella comparsa così improvvisa.                      

"Shhhhh!" Gilbert le posò un dito sulle labbra prima di prenderla per le braccia e portarla con se dietro il cespuglio. Fece risbucare la testa dalla parte opposta per controllare un’ultima volta prima di girarsi definitivamente verso l’ungherese. "Sono venuto a prenderti, tesoro" le disse felice, continuando a sorridere.                       

"Ehhhh!?!?" disse a bassa voce Elizabeta, sgranando gli occhi verdi.                        

Gil ridacchiò, prendendole il mento e baciandola improvvisamente sulle labbra. Quel ragazzo era tutto sorprese per la povera ragazza.

"Vieni con me, Liz… vivremo insieme e solcheremo i mari! Mille avventure ti aspettano là fuori, mia stupenda amata e voglio che tu le viva a pieno… con me" le disse dolcemente, passando delicatamente le dita sulla guancia mentre il suo sguardo trasmetteva tutto l’amore che provava. Il suo sorriso non nascondeva nessuna nota ironica o maliziosa. Era sincero… lo sarebbe sempre stato per la sua amata.                       

Liz arrossí. Quando Gilbert ci si metteva sapeva essere proprio romantico... "Ma… ma come faccio? Ti ricordo che sono la promessa sposa del principe d'Austria! Non posso andarmene come se niente fosse..." gli disse triste, abbracciandolo e affondando il viso nel suo collo pallido, leggermente arrossato per le ore che passava sotto il sole. Oh Dio… quanto gli era mancato...                        

"...certo che puoi!" Esclamò Gilbert, sempre a bassa voce, sorridendole e baciandole la punta del naso. "Sei Liz, la mia Liz, puoi fare tutto! Manda a fanculo il damerino e vieni con me!" La abbracciò di nuovo, accarezzandole i capelli castani. "...non gli permetterò di sposarti… non finchè sarò in vita."                        

"Gil… neanche io voglio sposarlo, ma non posso abbandonare tutto per i miei desideri egoisti. Il mio popolo ne risentirebbe." si strinse di più a lui, cercando di trattenere le lacrime. "P-Però… non voglio lasciarti di nuovo..."                        

"....allora ti rapirò!" Il pirata si mise in piedi, alzandola dalla vita e portandosela sulla spalla come un sacco di patate, continuando a sorridere.                        

"Gil!! Mettimi giù!"  Esclamò, coprendosi la bocca subito dopo mentre arrossí di botto.                                            

"Non se ne parla principessina! Tu verrai con me che tu lo voglia o no!" Iniziò ad incamminarsi verso il passaggio dal quale era entrato, stando sempre attento a non farsi scoprire.                        

"E se qualcuno ti scoprisse? Non voglio pensare a ciò che ti faranno!!"                        

"Ma figurati se il magnifico me si fa beccare!" Rise confidente, iniziando a scavalcare il muro con Liz sulla spalla. "Tieniti!"                        

"Okay" si aggrappò al ragazzo mentre questo scavalcava il recinto. Quando fu saltato giù e iniziò a camminare per le strade della città, Elizabeta gli diede una leggera pacca sulla schiena per attirare la sua attenzione. "Ora mi puoi mettere giù?"                        

"Noooo~" sorrise lui, dandole una pacca sul sedere e continuando a camminare verso il porto.                        

"Gilbert!" arrossí di botto, dandogli uno schiaffo più forte per ripicca. "Non il sedere!"                        

"Eh? Non so di cosa tu stia parlando" ridacchiò Gilbert e gli posò un bacino sullo stesso punto, finalmente intravedendo la nave.                        

"Gilbert!!" cominciò ad agitarsi, cercando di liberarsi dalla presa del pirata.                        

"Va bene, va bene ti metto giù" si arrese, posandola a terra e dandole un bacino sulle labbra.                      

Liz gonfiò un po’ le guanciotte rosse, incrociando le braccia. "E ora, mister rapitore? Che si fa? Non posso mica girare con questo vestito. Mi scoprirebbero subito." gli fece notare indicando il suo ingombrante vestito di tulle e raso.           

"Mmmm..." L’albino si portò una mano al mento e ci pensò su un attimo prima di schioccare le dita. "Ci sono! Vieni con me!" Le prese la mano e iniziò a correre verso un negozietto. Al suo interno c’erano vestiti di tutti i tipi e per tutti i sessi. "Provati qualsiasi cosa ti piaccia, pago io."                        

"Ne sei sicuro?" chiese insicura, entrando nel negozio insieme al ragazzo per iniziare a guardarsi attorno.                        

"Sisi, ora muoviti su!"                        

"Okay" cominciò a guardare i vari vestiti e abiti per poi sceglierne uno e andare a metterselo.

Quando uscì fuori dallo sgabuzzino in cui era entrata a cambiarsi indossava un semplice vestito dal corpetto nero che le fasciava perfettamente il seno e sotto ad esso una camicetta bianca a maniche corte a palloncino. A completare il tutto c’era una gonna rossa con qualche decorazione sull’orlo.

"Come mi sta?" chiese, girando su se stessa per dare una visuale più completa all’altro.                     

Gil aprì la bocca, rimanendo incantato nel guardarla.                        

"... stupenda… tesoro, solo tu puoi essere più figa del sottoscritto!"                        

"Non dire cose strane" arrossí, guardando dall’altra parte. "Paga il tipo e andiamocene prima che ci scoprano" gli sussuró all'orecchio.                        

"Agli ordini!" Il ragazzo pagò in fretta e portò la ragazza verso il porto. "Ora dobbiamo solo aspettare il capitano e Lovi per tornare sulla nave"

"Vaaaaa beneeee!" si avvicinò al braccio di Gilbert abbracciandolo.

“Gil?”

“Si?”

Elizabeta sorrise, chiudendo gli occhi e appoggiando la testa alla spalla del suo amato compagno.

"Sono felice che tu mi abbia rapita..."

 

Finalmente erano uniti.




 

P.S.

“Eh perchè si cavoli, chi non vorrebbe essere rapita dal magnifico me?! Kesesesese!”

Al prossimo capitolo!!

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Lovino e Antonio stavano ancora passeggiando tranquillamente per le strade della piccola cittadina portuale mentre il sirenetto si guardava attorno incuriosito. Osservava tutto: la gente, i loro abiti, l'architettura, gli animali!                        

"Hai sete?" gli chiese poi lo spagnolo, toccando il suo braccio per attirare l'attenzione.                        

"Ah, si, un po'" rispose il più piccolo, senza guardare Antonio. Era troppo preso dal resto!                     

"Allora vieni con me! Andiamo a bere qualcosa" gli disse, prendendogli la mano e trascinandolo verso una locanda.                        

"Wah! Hey!" Ma prima che potesse ribellarsi si ritrovò in una stanza dagli arredamenti di legno. Nel sentire quell'atmosfera strana, Lovino si strinse al braccio di Antonio, leggermente impaurito.                        

"Tranquillo... stammi vicino e non guardare nessuno negli occhi" si avviò al bancone e ordinò una birra per lui e un bicchiere di latte per Lovino.                        

"P-perchè non posso guardare nessuno negli occhi?" Chiese lui, prendendo in entrambe le mani il bicchiere di latte. Fece muovere un po' il liquido dentro, osservandolo curioso. "... cos'è?" Domandò, alzando lo sguardo sul pirata.                        

"Latte. È buono" gli sorrise, prendendo il suo boccale di birra e bevendone un sorso, sospirando soddisfatto subito dopo.                        

Lovino osservò ancora un po' quel liquido prima di portarselo alle labbra e berne un sorso. Sorrise leggermente quando il sapore gli riempì la bocca e si leccò le labbra leggermente bianche, continuando a bere.                        

"Ti piace?" gli chiese Antonio, sorridendo e accarezzandogli i capelli.                        

Il più piccolo annuì in risposta, posando il bicchiere sul tavolo quando finì. "E la tua cos'è?" Chiese poi, sporgendosi leggermente per guardare dentro il boccale.                        

"Birra e non la puoi bere" gli disse il maggiore, finendo di bere tutto il contenuto d'un fiato per interrompere lo sguardo curioso di Lovino.                        

"Eh? Perché no?!" Si lamentò il moretto, sporgendosi di più verso il viso dell'altro e corrucciando le sopracciglia, gonfiando le guanciotte.                        

"Perché è alcolica" gli spiegò "Probabilmente ti sentiresti male"                        

"Uffa… shei un bastardo" mormorò, posando i gomiti sul bancone e le guance sulle mani, tornando a guardarsi attorno.                        

"Vado a pagare, tu resta qua" disse Antonio, posando un attimo la mano sulla coscia di Lovi prima di alzarsi ed allontanarsi, scomparendo fra la gente.                        

"S-si, come vuoi" rispose l'altro, facendo finta di nulla. In realtá il fatto che fosse da solo, seduto lì, senza Antonio a proteggerlo, gli faceva paura. No, okay, non doveva andare nel panico.

Chiuse gli occhi e prese un respiro profondo. Doveva solo aspettare che Antonio tornasse e poi sarebbero tornati alla nave.                        

"Hey!! Pivello!!" gli fece un energumeno. "Spostati!" lo spinse malamente giù dallo sgabello, prendendo il suo posto subito dopo per ordinare qualcosa.                        

"Chigi! Oi!!" Esclamò Lovi, alzando lo sguardo sull'uomo per guardarlo male.

Primo errore.                        

"Qualcosa da obiettare?" gli chiese in malo modo, ringhiandogli contro e guardandolo da sopra la spalla tatuata con occhi iniettati di sangue. La testa calva era avvolta da uno scuro foulard e non aveva un aspetto esattamente amichevole.                        

Lovino tremò leggermente per la paura ma ricambiò comunque lo sguardo, lasciandosi sfuggire un piccolo "tsk… bastardo".                        

"Cos'hai detto piccoletto?!" fece l’altro, seriamente arrabbiato, prendendolo malamente per il colletto e alzandolo dal pavimento.                        

"Eek! L-lasciami!" Gli urlò contro l'italiano, cercando di liberarsi dalla presa del più grande.                        

"Chi ti credi di essere eh?!".

Antonio intanto aveva appena finito di pagare e stava tornando da Lovino, sorridendo come suo solito.

"Fatto ora possia-... Lovi!" esclamò quando lo vide in quella brutta situazione. Sospirò e si avvicinò ai due, superando la gente che si era radunata attorno a loro. Bussò con un dito sulla spalla dell’uomo leggermente più alto, non mostrano nemmeno un briciolo di timore nei suoi confronti.

"Scusa, potresti lasciarlo andare?" chiese gentilmente per non passare subito alle mani.                        

"Cazzo vuoi tu?!"

"Sono un suo amico e vorrei che lo mollassi..." gli ripeté, tentando di rimanere calmo ma guardandolo comunque in modo minaccioso.                        

"A-Antonio" sussurrò sollevato Lovino, sorridendo leggermente nel vederlo.                        

"Cosa ridi?! Zitto devi stare!" gli urlò l'energumeno, sbattendolo a terra.

Dopo quello Antonio non resistette e gli tirò un cazzotto in pieno volto, facendolo indietreggiare. Il capitano si rimise dritto e scosse leggermente la mano mentre un’ombra gli coprì metà viso. "Ne vuoi ancora stronzone?"                        

Il più piccolo si alzò lentamente dal pavimento e spalancò gli occhi, coprendosi il naso con una mano quando sentì un rivolo di sangue scorrergli fino alle labbra.                        

"Bastardo!!" gli urlò. caricando un pugno e sferrandolo dritto verso il volto del moro. Antonio, che però era più veloce e furbo di quell’idiota tutto muscoli e niente cervello, schivò il suo pugno tirandogliene uno in pancia per poi estrarre la sua fidata spada e puntangliela alla gola. "Ho ammazzato molti come te, ma tu sei il più coglione di tutti!" gli disse, ringhiando mentre l'altro veniva messo nell'angolo. "Ora sparisci prima che ti tagli la testa e la usi come vaso da fiori!" detto ciò l'uomo se ne andò a gambe levate, troppo impaurito persino per guardarsi un’ultima volta alle spalle.                        

Lovino guardò tutta la scena, per un attimo temendo l'incolumità del pirata prima di ricredersi. Sospirò sollevato che Antonio stesse bene e si alzò definitivamente dal pavimento.                        

"Ti sei fatto male?" gli chiese leggermente preoccupato lo spagnolo, vedendo che sanguinava.                        

"N-non è nulla di grave" rispose Lovino, provando a togliersi la mano dal viso e notando che era ricoperta di sangue. "Merda"                        

"Meno male che non era nulla di grave..." disse sarcasticamente mentre si strappava un pezzo di stoffa della manica della sua camicia, usandola come tampone. "Andiamo... torniamo sulla nave..."                        

Il piccolo annuì, seguendo Antonio fuori da quella locanda. "Non credo di voler tornare più in un posto simile..." Mugugnò, tenendo lo sguardo puntato a terra.                        

"Forse se non mi fossi allontanato non ti sarebbe successo nulla" rispose il pirata con una nota di dispiacere.                        

"N-non è colpa tua!" Esclamò Lovino, alzando finalmente gli occhi ambrati sul viso di Antonio. "Sono io che non so starmene buono! M-me le vado a cercare in un certo senso..."                        

"Beh in effetti..." gli disse sorridendo leggermente mentre gli finiva di pulirgli il viso.                        

Il sirenetto arrossì ma poi gli fece la linguaccia, pulendosi la mano. "...scusa..."                        

"Fa nulla! Basta che ora non lo fai più..." finalmente finì e continuò a camminare verso il porto.                        

Lovi guardò la schiena di Antonio e lo seguì, sentendo dei piccoli sensi di colpa. Quel bastardo si sarebbe potuto fare male per colpa sua… ma allo stesso tempo… non riusciva a non provare uno strano senso di gioia… forse era perchè si era battuto per lui?

Arrossì solo al pensiero e scosse la testa.

Nonononono, non poteva essere quello… sarà per il fatto che se l'è scampata senza rimetterci le squame! Si, sicuramente quello!

 

"Sono emozionata. Non sono mai salita su una nave"
"Bheeee… sarà la tua… prima volta~" disse con tono malizioso l’albino, muovendo sensualmente le sopracciglia chiare verso l’ungherese.
"Non dirlo come se fosse un'altra cosa, idiota!" gli tirò un pugno sulla spalla, facendolo solo ridacchiare.
"Ahioooo~ non fare la violenta." sorrise Gilbert, massaggiandosi il punto colpito. "Oh! Vedo Lovi e Tonio!" Li salutò con la mano, muovendola vigorosamente sopra la testa per attirare la loro attenzione.
Antonio stava tornando al porto insieme a Lovino quando vide l'amico sbracciarsi. Sorrise quando notò che era in compagnia.
"Gil arriviamo!!" gli urlò, facendo alzare gli occhi al cielo a Lovino. Quei bastardi dovevano per forza attirare l’attenzione di tutti?
"Muovi il culo, Tonio!! Sei bravissimo a farlo!!" Aggiunse sarcastico, sorridendo sornione.
"O mio Dio è tornata la sedia!!"
"Va bene! Va bene!... Lovi fai vedere a Tonio come muovi TU il tuo culetto nuovo!!"
Lovino arrossí di botto, girando il viso dall’altra parte e alzando il dito medio al secondo in comando.

"Gil in che senso culetto nuovo?" chiese la ragazza, chiaramente confusa.
"Lunga storia, te la spiegherò" gli disse l'albino, scompigliandole i capelli.
Antonio arrivò finalmente al porto, avvicinandosi a Gil e tirandogli un pugno in testa "Questo è perche non stai mai zitto!" gli disse arrabbiato per poi girarsi verso Liz.
"Buongiorno" la salutò cordialmente, facendole il bacio a mano.
"Giorno Antonio, cortese come sempre" lo ringraziò l'ungherese, sorridendo dolcemente.
"Ahio!" Gil si accarezzò la testa, mordendosi le labbra e guardando male l'amico. Poi sorrise sornione, capendo esattamente come mai Antonio aveva reagito così.
"Chi è lei?" Chiese Lovi allo spagnolo, tirandogli leggermente quello che restava della sua manica.
"È la fidanzata di Gil" gli spiegò.
"Non dirlo ad alta voce, mi vergogno!!" disse lei, mettendosi le mani sulle guance e arrossendo, sorridendo leggermente.
"Siii, la mia bellissima e stupenda ragazza~" sorrise l'albino, cingendole il collo con un braccio e baciandole la guancia.
"Oh… io sono Lovino" si presentò, porgendo la mano alla ragazza e arrossendo leggermente.
"Gil… smettila non davanti a tutti" Liz lo scansò, imbarazzata, prima di rivolgersi al moretto. "Piacere di conoscerti Lovino, io sono Elizabeta" gli sorrise dolcemente, stringendogli la mano.
Lovino ricambiò leggermente il sorriso, tornando al fianco dello spagnolo. "Ora possiamo tornare sulla nave?... o mi devi mostrare qualcos'altro?"
"No, abbiamo finito. Meno stiamo fermi in un punto più possibilità abbiamo di non essere beccati da qualche autorità" disse, dirigendosi verso la zattera dove avevano già caricato le provviste acquistate.
Lovi lo seguí, assieme a Gilbert che aiutò la fidanzata a salire tenendole gentilmente la mano e facendo anche un piccolo inchino.
"Stavolta remi anche tu Gil" lo fulminò con lo sguardo, vedendo che invece di aiutarlo faceva solo il cascamorto con la ragazza
"Sisi, come il capitano comanda" sbuffò, staccandosi dalla compagna e iniziando a remare assieme all'amico mentre Lovino guardava leggermente triste la città che si allontanava
Liz, come Lov0,i guardava la città allontanarsi, ma era felice. Finalmente sarebbe potuta rimanere sempre al fianco di Gilbert, colui che le aveva rubato il cuore tempo fa e costretti a vivere separati per tanti anni.
La ragazza si voltò verso Lovi e gli sorrise. "Come mai quella faccia triste?"
Lovino portò lo sguardo su di lei e rispose al sorriso, anche se timidamente. "È solo che era la prima volta che vedevo una vostra città… e mi piacerebbe vederne molte altre, ma dubito che potrò farlo… "
"In che senso vostra?" chiese confusa.
"Lovino è una sirena" spiegò Antonio, continuando a remare e dando di tanto in tanto un calcio a Gil per farlo muovere.
"Cosa!?!"
"Sconvolta?" Ridacchiò l'italiano, mettendo una mano in acqua e muovendola dolcemente. "Mi hanno tirato su in una rete ed eccomi qui..."
"Davvero!? Che forte!! Ma… la coda?" chiese, guardando le gambe del ragazzo davanti a se.
"Quando sono fuori dall'acqua mi vengono le gambe. Però se mi bagno dalla testa ai piedi mi torna la coda" spiegò il ragazzo, guardandosi le gambe e arrossendo leggermente.
"Wow" lo guardava la ragazza con gli occhi luccicosi. "Secondo me da sirena saresti ancora più carino" aggiunse poi, accarezzandogli la testolina.
"N-non sono carino!" Esclamò, arrossendo come un pomodorino e gonfiando le guance.
"Oooh!!! Ma è un amore!" Elizabeta lo abbracciò, stringendoselo contro il suo petto per coccolarlo.
Lovino arrossì ancora di più, sentendo il seno della ragazza premergli contro il viso.
Gilbert guardò i due e corrucciò le sopracciglia, ringhiando leggermente
"Pensa a remare" gli disse Antonio, ridacchiando.
Gil gli lanciò una leggera occhiataccia. "Già, remo mentre il caro Lovi si gode il seno di Liz" mugugnò.
"Ognuno ha le sue fortune "

Continuarono a remare fino alla nave finchè non si accostarono sul fianco, vicino alla scaletta in corda.
Lovi ne approfittò per staccarsi dalla ragazza, ancora con il viso rosso per l'imbarazzo.
"Avanti su, tutti sulla nave!" Esclamò Gil, prendendo in spalla Liz e iniziando a salire con l’aiuto di un solo braccio.
"Gil so salire da sola!!"
"Lo so!"
"E allora mettimi giù"
"Nnnnnope!"
Liz buffò, lasciandosi portare da Gilbert. Il ragazzo arrivò finalmente sul ponte e posò la ragazza per terra, baciandole la guancia. "Benvenuta nella ciurma, principessa!"
"Smettila di chiamarmi principessa io ho un nomeee!!!" gli disse, gonfiando le guance e stringendo i pugni lungo i finachi. Tutti i marinai che si trovavano nei dintorni in quel momento smisero di fare quello che stavano facendo per ammirare la mora, guardandola come se non avessero mai visto una donna.
Stare per mare in una ciurma di soli uomini portava a guardare ogni donna come se fosse l’ultima rimasta sul pianeta. Gilbert naturalmente lo notò e lanciò un’occhiataccia generale prima di riportare la sua completa attenzione alla compagna, cingendole i fianchi con le braccia.

“Principessa…”
"Liz" la chiamò Antonio.
"Si dimmi" gli rispose gentilmente, volgendo lo sguardo verso di lui mentre si staccava malamente dalla presa dell’albino, facendolo cadere con il culo sul legno del pavimento.
"Devo mostrarti la tua stanza. Non voglio farti dormire con degli uomini" gli disse cordialmente, facendole segno di seguirlo.
Gilbert ridacchiò, notando che lo sguardo di Lovino, rimasto fino a quel momento fedelmente affianco ad Antonio, era sui due che si allontanavano. Sorrise e si avvicinò al più piccolo.
"Quindi… ti piace Antonio?" chiese ridacchiando malizioso mentre si alzava dal suolo e si avvicinava a lui.
"CHEEEE?!?!?!"

 

Nel frattempo Antonio stava conducendo la ragazza mora verso la sua stanza.
"Eccoci qua. Non è una suite reale ma..." non riuscì a finire la frase che intervenne lei.
"È perfetta non ti preoccupare" gli sorrise. "grazie"
"E di che?" Ridacchiò lo spagnolo, grattandosi il retro del collo.
"Per lasciarmi venire con voi"
"Nessun problema credimi" agitò le mani davanti a sè, sorridendo. "Gilbert è come un fratello, farei qualunque cosa per lui… e poi mi sei sempre stata simpatica"
Liz sorrise in risposta e stava per uscire quando scivolò, tirando un acuto squittio.
"Attenta!" si avvicinò a lei per prenderla ma cadde anche lui.
"Hey, tutto bene?!" Chiese Gilbert, andando di corsa verso di loro, seguito a ruota da Lovino. "Abbiamo sentito un tonfo e..."


Si bloccò quando vide la scena...


Angolo autrici

Scusateci per l'enooorme ritardo ma, tra tutti gli impegni avuti e problemi tecnici vari, abbiamo rimandato la stesura del capitolo ad oggi.
Scusateci ancora e spero che il capitolo vi piaccia e che continuerete a seguire questa storia.

Bacini Alexa e Francy

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Gilbert si bloccò quando vide la scena. Antonio era sdraiato a terra con Liz sopra… o più precisamente, con le TETTE di Liz sopra la faccia!
L'albino ringhiò, stringendo i pugni.
"Antonio..."
"Hdksbdjs" L’altro non riusciva a parlare, le tette di Liz lo stavano soffocando. Così Gil lo prese per il colletto, tirandolo via da sotto la ragazza e avvicinando i loro visi per guardarlo male. "Ti ammazzo!"
"È stato un incidente! Non l'ho fatto apposta!" Cercò di farlo ragionare Antonio, agitando le mani davanti alla faccia con una goccia di sudore che gli scivolava sulla fronte.
"NON DIRE CAZZATE!" Sbraitò, tirando indietro il pugno, pronto a sferrarglielo sul viso.
"Gli fermo!" gli disse Liz, alzandosi. "Sono inciampata e Antonio voleva solo non farmi cadere"
"Inciampata?! E allora perchè non ti sei spostata subito quando gli hai SPIACCICATO le TETTE sul VISO!?"
"Ecco… io..." balbettò la ragazza, abbassando il viso imbarazzata.
"Tu??" la spronò a continuare l’albino, lasciando Antonio per incrociare le braccia.
La ragazza alzò lo sguardo su di lui, sfoggiando i suoi grandi occhioni verdi e lucidi. Aveva lo sguardo molto dispiaciuto.
Gilbert la guardò per un secondo prima di sospirare e accarezzarle la testa. "Va bene, ti perdono..." Poi si voltò verso Antonio, fulminandolo con lo sguardo. "... a te no"
Il pirata lo guardò con sguardo puccioso, imitando la ragazza.
"Non funziona… provaci con Lovi visto che anche lui è arrabbiato ma non vuole ammetterlo"
"Hey!!" esclamò il sirenetto, arrossendo vistosamente.
"Gilbert~" lo abbracciò Elizabeta, continuando a guardarlo con occhi innocenti. "Mi perdoni se schiaccio le tette su di te?~" gli chiese, sorridendogli dolcemente e avvicinandosi a lui, disegnando piccoli cerchietti sul suo petto.
"... ma certo tesoro caro!!" Esclamò Gil, sorridendo felice e abbracciandola. Intanto Antonio uscì dalla stanza con Lovino che lo seguì a ruota, tenendo le braccia incrociate.

Lo spagnolo si diresse verso la sua cabina per poter mettere a posto i libri che aveva comprato e intanto l’altro si sedette sul bordo del letto, accavallando le gambe e tenendo le braccia incrociate.
Antonio posò i libri sulla scrivania per cercare degli spazi vuoti nella libreria. "Allora… uno qua..." diceva tra sè e sè.
"...bastardo" mugugnò a bassa voce l’italiano, sdraiandosi sul letto sulla pancia e affondando la guancia nel cuscino che stava abbracciando.
"Qualcosa non va Lovi? "

"Vaffanculo"
"E ora che ho fatto!?" si lamentò Antonio, girandosi verso Lovino.
"Hai fatto! Punto!" Esclamò, tirandogli il cuscino.
"Ehi" gli arrivò il cuscino  in faccia che prese da terra e glielo ritirò "Mi dici che ti prende?"
"No!" Rispose secco, affondando il viso nell'altro cuscino e dandogli le spalle.
"E daiii!!" gli si avvicinò cominciando a fargli il solletico "DIMMELO!!"

Strinse di più la presa sul cuscino, iniziando a ridere e dimenarsi per cercare di allontanarsi da lui. "N-no! Ahahahah! Ferm ahahahah fermo!"
"Finché non mi dici il perché non la smetto" ridacchiò.
"S-smettilaAhahahahhaAAHAHHA Sul serio! B-basta Antonio! Ahahahah"
"Va bene la smetto" smise di fargli il solletico.
Lovi prese un paio di respiri profondi, calmandosi e smettendo di ridere.
Poi prese il cuscino e glielo tirò sul viso. "Bastardo!"
"Ancora!? Perché non mi dici cosa c'è che non va?" Insisté cominciando a stancarsi
"Hmph!" E voltò la testa dall'altra parte, incrociando le braccia. Arrossì e gonfiò le guance, corrucciando le sopracciglia.
"Ahhhh!! Fa come vuoi, io vado a bere qualcosa!!!" disse per poi uscire dalla stanza infastidito
"Bene!! Magari ti schiarisci le idee, bastardo!!!"
Uscì sbattendo la porta andando da Franny
"Franny dammi da bere!!"
"Subito......ma che hai?"
"NULLA!!!"
Franny non aggiunse altro e gli versò uin bicchiere di vino rosso
Gilbert raggiunse gli amici in cambusa, notando la bottiglia di vino nella mano.
"Oooooh! Si beve?" Chiese allegro. "È successo qualcosa con Lovi?"
"Nooo!!!" disse cominciando a scolarsi la bottiglia
"Si si, certo" prese una bottiglia di birra, alzandola e sorridendo. "Alla salute!" Esclamò prima di iniziare a bere
15 bottiglie dopo…
"Gil...hic...sei un idiotaaa!!!"
"Ah! E io...hic...io sharei l'idiota?! Ma ti shei visto?!" Rispose con tono strascicato l'albino, sbattendo sul tavolo il suo boccale di birra
"Shi......io shono favoloso!!!!" gli rispose "Franny un'altra ...hic...bottiglia di qualcosha!!!!"
"Oi, ma che succede?" Chiese Lovino, entrando nella cambusa dopo aver sentito tutto quel baccano.
"Aaah piccolo Lovi!" Gil gli cinse il collo con un braccio, spingendolo a se mentre con l'altra mano indicava lo spagnolo. "Quello lì dice che -hic!- che è favolosho...ma non è coshì! Shono io il favolosho qui! Vero?"
"Tu shtaccati...hic...da Lovi~" si avvicinò un po' barcollante strappandogli Lovi dalle mai e abbracciandolo "Lui eh MIO!!~"
intanto una Liz fresca di doccia e appena cambiata entrò in cambusa, li guardò e sospirò.
"...uomini"
"E-eh?!" Lovino arrossì di botto, spalancando gli occhi e posando le mani sul petto dello spagnolo per cercare di allontanarsi. "Lasciami!"
"Puoi tenertelo...hic...tanto io ho la mia Liz!~" esclamò, cingendo la vita della compagna e facendo coincidere il proprio petto con la sua schiena, posando la testa sui suoi capelli.
"Gil puzzi di alcool!! Spostati" si lamentò la ragazza che stava tentando di mangiare
Intanto Antonio abbracciava Lovi e si strusciava su di lui
"Voglio le coccole~"
"Allora vieni a lavarmi!~" rispose Gil, strusciando la guancia sulla sua testa.
"C-c-c-che cazzo dici?! Staccati, bastardo!" Esclamò intanto Lovino, arrossendo completamente in viso e cercando ancora di scacciarlo
"Gilbert!" disse per poi sospirare e girarsi verso di lui "sei ubriaco dovresti andare a dormire!" gli disse la ragazza
Intanto Antonio non dava segni di voler staccarsi da Lovi "Gno!! Non mi shtacco!!!"
"E vieni a dormire con me alloraaaaaaaaa!!~" insistette l'albino.
"Antonio!! Staccati subito da me!!" Gli urlò contro, continuando a colpirlo
"Ti accompagno soltanto..." disse arrossendo
Antonio vide l'amico che stava abbracciato alla ragazza
"Gil...hic...non è valido!! Anche io voglio un abbraccio coshi"
“E che ci possho fare io se Lovi è un culo di legno?!"
"...non credo di voler sapere cosa vuol dire!!" Esclamò il più piccolo
"Tu sharai un culo di legno, il culetto di Lovi è morbidiiiiiiishimo!!!!" disse posano una mano sul suo sedere palpandolo
"Chigi!!" Gli schiaffeggiò la mano, arrossendo vistosamente e guardandolo male. "Bastardo, non toccarmi!"
"Bhe, il seno di Liz è migliore!!" Lo sfidò l'albino, palpando un seno della fidanzata
"Kyaah~" si lasciò sfuggire Liz arrossendo
"Eheh~" Gil le palpò un'altra volta il seno, baciandole il collo. "La mia principessa~"
"Gil...ah~" gemette quando sentì le labbra del ragazzo sul collo.
"Non e giushto!!! Lovi perché  non fai kya!?" gli chiese lo spagnolo triste
"Forse e meglio spostarci in un'altra stanza che dici?" Sorrise malizioso il tedesco, prendendo la mano della fidanzata e portandola in camera sua

 

"K-kya?" Chiese confuso Lovi, inclinando la testa di lato. "Perchè dovrei dirlo?"
"Perché è kawaii!!" gli rispose lo spagnolo mezzo ubriaco, con le guance rosse.
"C-c-come se lo facessi solo perchè me lo chiedi tu!" Rispose l'italiano, incrociando le braccia e guardando dall'altra parte.
"Per… hic… che non mi guardi mai in faccia?" chiese triste con una lacrimuccia che minacciava di uscire
"P-perché..." Non sapeva esattamente cosa rispondere. Perchè non lo guardava mai? Perché il suo cuore batteva così forte ogni volta?
Si morse le labbra e riportò lo sguardo sullo spagnolo, anche se arrossendo.
"Ecco...contento?"
"Ora voglio un bashino!!!" disse sorridendo                        

"E-eh?! No!" Esclamò, arrossendo ancora di più                        

"Dai!!!!" insistette avvicinando il suo viso rosso per l'alcool a quello di Lovi "... hic..."                        

Si allontanò leggermente, imbarazzato. "N-no!"                        

Antonio gli prese il volto tra le mani "Ora mi bashi!!!"                        

Spalancò leggermente gli occhi, arrossendo completamente in viso. Esitante, si avvicinò a lui e gli posò un piccolissimo bacio sulle labbra, ritirandosi subito. "Ecco, ora non rompere!"                        

"Fusosososos!!" disse contento abbracciandolo ancora di più mentre strisciava la sua guancia su quella di Lovi                        

Girò la testa dall'altra parte, cercando di spingerlo via. "Mollami, bastardo!" Esclamò imbarazzato                        

"Gnooo!!" si lamentò "Lovi~ ho shonno, portami a letto!!" gli disse grattandosi un occhio                        

"Vacci da solo!"                        

"Va bene..." disse tristemente lasciandolo andare e cominciando ad andare barcollante verso la a porta "... hic..."                        

L'italiano lo guardò per un po' con le braccia incrociate prima di sospirare e avvicinarsi a lui. Gli prese il braccio, mettendoselo sopra le spalle per aiutarlo a camminare dritto. "Sei davvero senza speranze, bastardo" mugugnò                        

"Si lo shono~" gli sorrise dolcemente                        

Sbuffò, continuando a camminare con lo spagnolo fino ad arrivare alla loro cabina, dove lo fece distendere sul letto                        

"Lovi~..." si buttò sul letto aprendo le braccia "Vieni qui~" gli disse sorridendo.                       

Lovino ci pensò su per un po' e sbuffò, sedendosi al fianco del pirata. "Ma sia chiaro che lo faccio solo perchè sono stanco, non perchè me lo hai detto tu"                        

"Shi shi, abblashiami!!"

Grugnì infastidito e si lasciò cadere sul materasso con la schiena, abbracciando leggermente lo spagnolo e arrossendo. "Ecco, ora non rompere"                        

Lo strinse forte a se "Hai un buon … hic… profumo~"                        

Arrossì di più, dandogli un leggero pugno sul petto. "Non dire queste cose, bastardo" mugugnò, guardando dall'altra parte                        

                 

"Ma èh vero~!" sbuffo affondando il suo viso nella spalla di lui chiudendo gli occhi, respirando il suo dolce aroma.

Spalancò gli occhi, mettendogli le mani sulle spalle per cercare di spingerlo via. "C-che cazzo fai?! Scollati!"

"Gno!!" disse convinto                        

"Antonio!" Iniziò a colpirlo sul petto                        

"Perché fai coshì? Io voglio solo le coccole! " disse iniziando a piangere come un bambino                        

"Eh?! S-su ora, non piangere! Aaaaah..." Sospirò esausto, abbracciandolo e accarezzandogli i capelli dolcemente. "... sembri un neonato..."                        

Sentendo le carezze di Lovi smise di piangere "Snif....." si tirò su col naso asciugandosi una lacrima con la mano "Non… snif… non è vero che sembro un neonato"                        

"Sisi, va bene..." Continuò ad accarezzarlo, vedendo che si stava tranquillizzando.                        

"Lovi… ~" disse abbassando lo sguardo                        

"Mmh?" Chiese il più piccolo, alzando lo sguardo sullo spagnolo                        

"Mi… mi odi?" chiese titubante                        

Sospirò di nuovo, posandogli un bacino velocissimo sulla guancia. "... no… non ti odio… non più..."                        

"Quindi ti piaccio?" chiese speranzoso alzando lo sguardo                        

"P-piacermi?!" Esclamò, arrossendo e spalancando gli occhi. "E-ecco… io..."                        

"Allora?" chiese impaziente con gli occhi che luccicavano                        

Si morse le labbra, distogliendo lo sguardo. "I-io… credo di… di si..."                        

"Evviva!! Anche tu me gustas!" lo abbracciò felice come una pasqua                        

"A-Antonio! Non respiro!" Esclamò, cercando di allontanarlo                        

Allentò un po' la presa guardandolo negli occhi e sorridendo felice                        

Guardò dall'altra parte, arrossendo vistosamente. "Quindi… ora cosa siamo?" Chiese timidamente                        

"Ma come cosa shiamo?" gli disse come se la cosa fosse ovvia "Siamo amishi!" rispose                        

           

La sirena sentì qualcosa dentro di se… come spezzarsi…

Si morse le labbra e spinse via l'altro, mettendosi seduto. "Bene, ora smettila di rompere le palle e va a dormire" disse, senza guardarlo. "Bastardo"                        

"Va.....va bene" disse un po' confuso dall'improvviso cambiamento di Lovi.

Si sdraiò sul letto e si addormentò quasi immediatamente per colpa dell'alcool                        

Lovino strinse i pugni e sentì le spalle tremargli leggermente. Poi una goccia d'acqua gli cadde sulla gamba, seguita da un'altra e da un'altra ancora. Il piccolo si portò le mani sul viso, mordendosi le labbra per cercare di essere il più silenzioso possibile.                        

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Nel frattempo Liz veniva trascinata via da Gil verso la sua stanza.
"Che vuoi f-fare?!"chiese titubante, arrossendo vistosamente.

"Eh? Che dishi?... vado a dormire… con te, no?" Rispose innocentemente l'albino, inclinando la testa di lato.
"Gil… ci stiamo tutti e due nel tuo letto?"                    

"Sherto che ci shtiamo!" Esclamò, aprendo la porta con un calcio ma rischiando di finire a terra per la mancanza di equilibrio.                        

"Gil, attento!" Lo prese al volo per un pelo, tirandolo su e girandosi per chiudere la porta.                        

"Io shono attento!" Rispose l'altro, buttandosi sul proprio letto e sospirando felice. "Vieni, Liz!" La chiamò, allungando le mani verso di lei.                       

"Arrivo arrivo." Si avvicinò al letto per poi buttarsi fra le sue braccia.                        

"Shiii~" Sorrise, rotolando con lei tra le braccia in modo da ritrovarsi sopra e guardarla negli occhi.                        

"Gil… ?"

"Liz… " Sussurrò, avvicinando i loro visi e chiudendo gli occhi, sfiorando le sue labbra con le proprie. "... ti amo"                        

La ragazza sorrise dolcemente per poi prendere il suo viso tra le mani. "Anche io~" gli disse per poi unire le loro labbra. Rispose dolcemente al bacio, accarezzandole una guancia prima di rendere lentamente il bacio più passionale.                        

"Mmm~" Gemeva Elizabeta mentre spostava le mani dalle guance ai capelli di Gilbert, accarezzandoli dolcemente.                        

L'albino fece scivolare le proprie mani verso il basso, accarezzandole i fianchi.                        

Liz cominciò a leccargli le labbra, succhiando dolcemente quello inferiore.                        

Gilbert rispose subito, infilando la lingua nella sua bocca e succhiando su quella della compagna prima di morderle il labbro.                        

Liz non lo fece aspettare e assaporò la bocca del compagno come se fosse stata l'ultima volta che si sarebbero visti. Sapeva di alcool, ma non gli importava. Era così felice in quel momento.                        

Le mani dell'albino si infilarono sotto la camicia dell'ungherese, accarezzandole la pelle.                        

"Ah~" gemette nel bacio, sentendo le mani fresche del ragazzo fare contatto con la pelle sensibile dei fianchi.                     

"Liz… ti voglio~" le sussurrò all'orecchio, leccandone il lobo prima di morderglielo dolcemente e alzandogli la camicia.                        

Gilbert le sfilò la maglia, lasciandola in reggiseno. La ragazza portò le mani a stringersi il proprio seno per coprirlo, imbarazzata. "Gilbert… "  sussurrò, guardando in basso.                      

"Shhh~" le posò un dito sulle labbra, baciandola dolcemente sulla tempia. "Sei bellissima, mia principessa..." Lentamente, le spostò le mani, accarezzandogliele dolcemente prima di passare al seno.                        

Liz aveva un po' di paura.

Non l'aveva mai fatto, era ancora pura.

"Gil..."

"Si?" Chiese dolcemente, alzando lo sguardo su di lei.                        

Liz lo guardò negli occhi imbarazzata. "È la mia prima volta sii… sii gentile~"

L'albino le sorrise, accarezzandole il viso prima di posarle un bacino sul naso. "Lo farò… non ti preoccupare, principessa..."                        

"Grazie~" gli disse, sorridendogli dolcemente.                        

La baciò sulle labbra prima di tornare ad accarezzarle il seno, ancora coperto dal reggiseno. Una mano si mosse sulla sua schiena, iniziando a slacciarglielo.                        

Liz sollevò un po' la schiena, permettendo al ragazzo di slacciarle il reggiseno. Una volta tolto portò istintivamente le mani a coprirlo.

"Gil~ mi… mi vergogno" sussurrò imbarazzata.                        

Ridacchiò leggermente, tornando a toglierle le mani. "Hey.. .ti ho già detto che sei bellissima, principessa… non vergognarti..." Le sussurrò, leccandole il collo.                       

"ahAh~ Gil~" gemette sentendo la lingua di Prussia sul suo collo. La ragazza portò entrambe le mani sopra la testa lasciando fare al ragazzo.                        

Egli sorrise, portando la bocca su un seno e iniziando a leccarlo prima di prendere tra le labbra un capezzolo e succhiarlo dolcemente.                        

La ragazza continuava a gemere sotto le carezze e i baci del ragazzo.

"ahAHaaH~" portò timidamente una mano verso la schiena dell’albino, tirando la maglia.                        

Ridacchiò di nuovo, mettendosi seduto e levandosi la maglia. "Ti piace quello che vedi, principessa?"                        

"Siii~" disse, appoggiando le mani sugli addominali scolpiti del ragazzo e accarezzandoli.                        

Le sorrise, tornando a mettersi sopra di lei per baciarla e portare la mani sulla sua gonna, alzandogliela lentamente.                        

Strinse leggermente le cosce, per poi rilassarle e portare le mani ad accarezzare la schiena di Gil.                       

La guardò dolcemente, sorridendole e baciandole un ginocchio. "Fidati di me… va bene?"                        

Lei annuì, rilassando completamente le gambe e aprendole lentamente.

Gilbert le levò lentamente la gonna, posandole bacini sull'interno coscia mentre si avvicinava sempre di più alla meta.                        

"Gil....~"

Intanto la maniglia della porta della porta cominciò ad abbassarsi, aprendosi.

"Gil tu già dor… mi..." Entrò Franny, guardando i due con sguardo malizioso.                        

"Kya!!" Esclamò l'albino, saltando e cadendo dal letto. Guardò male l'amico. "Ma che cazzo?! Bussa no?! Idiota!!"                        

"Vedo che vi ho interrotti sul più bello." Sogghignò il francese, voltandosi verso Liz che si stava coprendo il seno con le braccia imbarazzatissima.                        

"ESCI! ORA!"                        

"E perché mai? Questa è anche la mia stanza ti ricordo." disse, indicando l'altro letto.                        

Spalancò gli occhi, guardando l'altro letto e tirandosi un facepalm. "Merda"                        

La ragazza era da un po' che non parlava e per coprirsi si era messa la camicia del fidanzato.

"Francis… " disse, guardando in basso con gli occhi coperti dalla frangia.

"Si, Liz?" chiese non curante del fatto che la ragazza dietro la schiena avesse una padella.

"ESCI!" gli urlò contro, alzandosi e tirandogli una padellata, mandandalo fuori dalla porta e chiudendola a chiave. Si voltò verso Gilbert. "Dove eravamo arrivati?" chiese maliziosa, avvicinandosi al ragazzo.                        

Gil ridacchiò, alzandosi e prendendola tra le braccia per poi baciarla. "Ti adoro, lo sai vero?"                        

"Si, lo so..." gli disse sorniona per poi baciargli il collo, portando le mani sulla schiena del ragazzo. "Mi piace tantissimo il tuo collo." Lo morsicò, lasciandoci un piccolo segno rosso.

"E a me piace il tuo~" ridacchiò, buttandola sul letto e ricominciando a baciarla.

 

Diciamo solo che quella sera, Francis dovette dormire da qualche altra parte.                        

La mattina dopo Liz si svegliò nuda tra le braccia di Gilbert, strusciandosi sul suo petto per poi sollevare lo sguardo e baciarlo a stampo.

"Sveglia dormiglione~"                        

"Mmh… " Mugugnò senza aprire gli occhi e stringendo di più a se la ragazza.                        

"Amoree~" disse, ridacchiando mentre gli toccava la guancia con un dito.                        

"Gnoooo… ho shonno~"                        

"Però è ora di alzarsi pigrone"

"Uff… " Aprì un occhio, sorridendole. "Me lo dai un bacino?~"                        

"Okay" Si avvicinò al suo volto, baciandolo a stampo.                        

Aprì entrambi gli occhi, mettendosi seduto e stiracchiandosi.

"Aaaaah mi sento proprio bene ora!"                        

Elizabeta si alzò dal letto, coprendosi con il lenzuolo. "Anche io" disse sottovoce, ricordando la sera prima.                        

Si mise in piedi, iniziando a vestirsi e posando un bacino sulla guancia della compagna. "Su, andiamo a mangiare. Ho una fame da lupo!"                        

Annuì, tirando su da terra i suoi vestiti e cominciando a vestirsi anche lei. Una volta pronta uscì con il fidanzato per andare a fare colazione.

 

Intanto nella cabina del capitano, Antonio si stava svegliando con un post-sbronza da non poco.

Si alzò dal letto con un mal di testa assurdo.

"Aiha la testa!!" si lamentava, massaggiandosi le tempie.                        

"E sta zitto bastardo!" Si lamentò Lovino, colpendolo sul petto con il braccio, senza aprire gli occhi o girarsi verso di lui. "Sto cercando di dormire qui"                        

"Scusa" Il pirata si massaggiò la parte colpita per poi alzarsi. "Ho bisogno di acqua… " si lamentò, uscendo.                        

"Tsk" l'italiano si risistemò sul letto, affondando il viso nel cuscino e sbuffando. "Bastardo… "

Si, era ancora arrabbiato per ieri.                       

Antonio si diresse verso la cambusa, sbadigliando.

"Giorno… " disse con la voce rauca, andando a versarsi da bere.                        

"Buon giorno~" disse tutto felice Gilbert, dondolando a destra e sinistra con un sorriso da ebete sulla faccia.                        

Antonio prese il bicchiere e bevve tutta l'acqua in un sorso. "Aaaah ci voleva proprio… " si girò verso Gilbert. "Ti vedo felice. Deduco che hai dormito bene." disse lo spagnolo, sedendosi al tavolo insieme all’amico e a Liz che era seduta al suo fianco.                        

"Tu no?"                        

"Noooo" lasciò cadere la testa sul tavolo, sbattendo la fronte. "Ho mal di testa e una nausea incredibile… Tu no?" chiese, alzando lo sguardo su di lui.                       

"Non mi sono ubriacato tanto quanto te, idiota" ridacchiò, dandogli una leggera pacca sulla spalla. "E poi, ho avuto cose molto migliori da fare~"                        

"Tipo cosa?" chiese ormai depresso in confronto a Gilbert.                        

"Tipooo… cose~" ridacchiò di nuovo, cingendo la vita della fidanzata e baciandole la guancia. "Tu non ti sei divertito con Lovi?"                        

"Gil… " brontolò l’ungherese. Non le piaceva essere interrotta mentre mangiava.

Intanto Antonio tirò su la testa, massaggiandosela.

"Divertito!?! Almeno ricordassi che ho fatto ieri!! Mi ricordo solo che ho abbracciato Lovi e poi BOOM vuoto!" spiegò lo spagnolo mentre si torturava la testa, tentando di ricordare cos’aveva combinato ieri. Gilbert rise, dandogli una pacca sulla schiena.

"Scommetto che avete fatto scintille!"

A quel punto un piccolo e incazzato italiano entrò nella cambusa.                        

"Non credo." Si lasciò di nuovo andare sul tavolo la testa, sbattendola per l'ennesima volta.                        

"Tsk, stai male, bastardo?" Disse con tono scazzato Lovino, guardandolo male. "Ne sono appena contento, guarda"

"Già… forse hai ragione" disse Gil all'amico.                        

"Devo… devo vomitare" disse correndo fuori per vomitare fuori dalla nave.                        

"Pf… bastardo" Lovi sorrise leggermente, compiaciuto di come l'altro si stava sentendo e bevve la sua tazza di caffè, uscendo poi dalla cambusa. "Io me ne vado."                        

"Ieri qualcosa è andato storto, non dovresti aiutare il tuo amico Gil?” Chiese l'ungherese, guardando il compagno con un sopracciglio inarcato.                       

"E che posso fare? Quello è scemo di natura in queste cose." le rispose, tornando a bere.                       

"Fai qualcosa! Sei o non sei il grande Gilbert?!" disse la fidanzata spronandolo a parlare al povero spagnolo depresso. "Io parlerò con Lovi tu occupati di Antonio" Disse infine, alzandosi e uscendo dalla cambusa.             

"Uffaaaa… e va bene, il grande Gilbert parlerà con Antonio" sbuffò, alzandosi e andando verso l’amico.

 

Perchè Antonio doveva essere così stupido?

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


L'ungherese intanto si avvicinò a Lovi che era seduto sul ponte della nave a fissare il cielo. "Qualcosa non va?" Gli chiese dolcemente, accarezzandogli la testolina.                        

"No, va tutto bene." Mugugnò l’italiano, abbracciandosi le ginocchia e affondandoci il mento.                   

La ragazza si sedette vicino a lui, tenendo le mani dietro la schiena per sorreggersi.  "Qualcosa mi dice che stai mentendo." gli sorrise dolcemente.               

"Non sto mentendo." Lovino gonfiò le guance, guardando dall'altra parte per non incrociare lo sguardo indagatore di Liz.                        

"Ahhhh" Sospirò l’altra. "Sai, a volte Antonio può essere proprio un idiota. Però non lo fa apposta." Ridacchiò, cercando di alleggerire l’atmosfera.                        

"Tsk… è stato… è stato un bastardo..." Sussurrò lui, sentendo gli occhi diventare lucidi. Ma non poteva piangere. Non davanti ad una ragazza.                        

"Dimmi che ha fatto." Disse dolcemente, abbracciandolo e cercando il suo sguardo.                        

Il piccolo esitò un attimo ma sospirò, appoggiando la testa sulla sua spalla. "Ieri… gli ho… gli ho confessato i miei sentimenti..."                        

"E che cosa ti ha risposto?"

"Ha detto che gli piaccio anche io… ma… ma poi ha detto… che siamo… amici… " Mormorò, lasciandosi scivolare una piccola lacrima lungo la guancia mentre Elizabeta gli accarezzava i capelli morbidi.                        

"Aaah… " Sospirò arresa per la stupidità di Tonio per poi asciugargli la lacrima con un dito.

"Sicuramente non voleva dire quello. Era ubriaco avrebbe potuto fare qualsiasi cosa. Una volta ha baciato Gilbert." Rise nel ricordarsi quel momento, la prima volta in cui era uscita dal castello grazie Gilbert che l'aveva portata in un bar con Tonio e Franny.                        

"Quindi dici… che per lui non sono solo un amico?" Chiese in un sussurrò, guardandola con occhi ambrati pieni di speranza.                        

"Per me è così " Gli disse, dandogli un bacino sulla fronte e stringendolo un po’ di più a sé.                       

Il piccolo annuì, arrossendo leggermente e guardando dall'altra parte. "Grazie Liz… cercherò di parlare di nuovo con Antonio..."                        

"Prego." Gli sorrise dolcemente, felice che fosse riuscita a far cambiare idea al sirenotto. "Se succede qualcosa non esitare a venire da me."                        

"V-va bene, grazie" Rispose, ricambiando timidamente l'abbraccio.

                       

Intanto con Antonio e Gilbert…

 

"BLEAH!!!" continuava a vomitare lo spagnolo, piegato sul parapetto della sua nave.                        

"Su su, Toni! Agisci da uomo!" Gli disse l'albino, ridacchiando allo stato pietoso in cui si trovava l’altro. Era sempre bello vedere i post-sbronza dei propri amici!                     

Antonio lo guardò per qualche secondo. "... bleahh!!!"

Gilbert fece una faccia a quella “risposta” e incrociò le braccia. "Per nulla figo, amico."                        

"Vorrei vedere te al mio posto..." Disse l’altro, sollevando il capo e guardandolo con una faccia orrenda mentre un filo di bava gli scendeva ai lati della bocca.                        

"Pulisciti va." Ridacchiò Gil, passandogli un panno e un bicchiere d'acqua. "Non vorrai farti vedere dal tuo piccolo italiano cosí vero?~"                        

"Mio cosa!?" Il pirata prese il panno per pulirsi la bocca per poi bere a piccoli sorsi l'acqua "Grazie"                        

"Il tuo.Piccolo.Italiano~" Ripetè, scandendo le parole con tono cantilenante e ridacchiando. "Prego… ma che hai fatto per farlo arrabbiare tanto?"                        

"Non lo so, è questo il punto" gli rispose scoraggiato, guardando il mare sotto di sé con occhi spenti. Davvero non sapeva come mai Lovi fosse tanto arrabbiato! Se lo avesse saputo starebbe già cercando di rimediare!                     

"Sicuramente hai fatto una delle tue cazzate mentre eri ubriaco."                        

"Probabilmente… ho paura che sia qualcosa di sadico." disse preoccupato, distogliendo lo sguardo dalle onde per portarlo sul cielo azzurro. "Quando non sono in me posso essere veramente cattivo" Per lo meno ne era consapevole- oh! Un gabbiano!                        

"Non credo, altrimenti sarebbe più spaventato che arrabbiato, no?" Anche Gilbert si appoggiò al parapetto con la schiena, piegando una gamba e inclinando la testa di lato per guardare l’amico perso nei propri pensieri.                        

"Giusto… " Disse Antonio, continuando a pensare. "E se gli ho detto qualche cagata tipo proposta di matrimonio con una ciambella!?!?"

"Bhe… magari hai ferito i suoi sentimenti in qualche modo." Propose l'albino, guardando il cielo e notando lo stesso gabbiano che guardava lo spagnolo.                      

"E se gli ho detto che mi piace e lui mi vede solo come un amico e quindi preferisce fare lo stronzo con me per farsi odiare!?!" A quel punto il pirata prese il colletto di Prussia, scuotendolo vigorosamente.                       

"Hey! Fermo!" Esclamò, prendendogli le mani e fermandolo prima che facesse venire anche a lui un mal di testa. "Figurati, quello è cotto di te, si vede lontano un miglio!"                        

"Eh!? Ma dove!? Se non fa altro che chiamarmi bastardo!!" Rispose incredulo lo spagnolo, mollandolo definitivamente.                        

"E allora? Liz mi picchia!" Gli ricordò l’albino, sorridendo e dandogli un colpo sulla spalla. "Ma non vedi come arrossisce quando parla con te? Come cerca sempre di evitare il contatto visivo perché è timidino?"                        

"... no"                     

"Certo che sei proprio stupido in questo campo" Gilbert sospirò, tirandogli un’altra pacca ma questa volta più forte, facendolo quasi inciampare. "Credimi, quello è pazzo di te… probabilmente è successo qualcosa ieri che lo ha fatto rattristare!"                        

"Ma tipo cosa!?!" Antonio si mise le mani in testa, torturandosi i riccioli mori e scompigliandoseli.                        

"E che cazzo ne so io?!" Rispose, buttando la testa indietro.

"Dovresti semplicemente andargli a chiedere scusa"                        

"Hai ragione se gli chiedo scusa magari… MAGARI mi perdona " sottolineò il magari. Poi girò i tacchi e andò a cercare Lovino, pensando fra sé e sé un discorso decente da fargli.                        

Il tedesco sospirò e sorrise, scuotendo leggermente la testa. "Certo che sei davvero un idiota… bhe, speriamo vada bene"  

                     

Liz era ancora con Lovi, ma quando vide Antonio arrivare si alzò.

"Ora vado fa Gil, ci vediamo dopo" Gli sorrise per poi andarsene, salutando Lovino con la mano prima di lasciare i due da soli. Lovi alzò lo sguardo su di lei, salutandola e guardandosi alle spalle. Notò subito lo spagnolo e corrucciò le sopracciglia, tornando a guardare dritto davanti a se.

"Che vuoi?"                        

"Ecco… Lovi… io volevo chiederti scusa." Iniziò il pirata con tono dispiaciuto, avvicinandosi all’italiano e sedendosi al suo fianco. "Non ricordo bene cosa ho detto o fatto ieri quando ero ubriaco ma credo di aver detto qualcosa che ti abbia ferito... quindi scusami." disse serio, guardandolo negli occhi.                       

Il ragazzo distolse lo sguardo, portandolo a terra e stringendo di più a sé le ginocchia. "Che t’importa di me?"                        

"Come che mi importa di te?! Mi importa e come!!" disse arrabbiato all’improvviso. Come poteva Lovino pensare una cosa simile?!                        

"A me non sembra invece, bastardo!!" Lo guardò di nuovo, corrucciando le sopracciglia e lanciandogli un’occhiataccia.                        

"Cosa te lo fa pensare!?"                        

"Ieri! Ecco cosa me lo fa pensare!!"                        

"E dimmi cosa ho fatto!! Io non ricordo nulla, te l’ho appena detto!! Ero ubriaco Porco D**" Subito si tappò la bocca con la mano, spalancando gli occhi. Sarà stato pure un pirata ma non si era mai azzardato ad offendere Dio.                  

Lovi spalancò gli occhi quando sentì il capitano bestemmiare ma scosse la testa, tornando a guardarlo male. "Vuoi davvero saperlo, brutto bastardo?!?!"

"Si che lo voglio sapere!!"                        

"E va bene!" Si alzò, puntandogli un dito contro. "Ieri sera ho dichiarato i miei cazzo di sentimenti verso di te e tu, dopo aver detto che ricambiavi, hai aggiunto che siamo solo amici!!" Una lacrima gli rigò la guancia, seguita da un'altra. No, non ora! Perché proprio ora?!                       

Antonio spalancò gli occhi incredulo. Che cazzo aveva fatto!?

Senza pensarci due volte, si alzò e lo abbracciò, affondando il viso nei suoi capelli mori.

"... scusa"                        

"No! No, vaffanculo, lasciami!" Esclamò il minore, cercando di spingerlo via mentre si asciugava le lacrime con una mano.                        

"... scusa, scusa, scusa" Presto iniziò a piangere pure lui, tremando leggermente per i singhiozzi.                        

"Perchè cazzo piangi ora?" Chiese con tono più calmo Lovi, affondando il viso nella sua spalla così calda.                        

"... scusa, scusa, scu… sa" Lo strinse più forte a sé, appoggiando il mento sulla sua testolina.                        

"Smettila… se tu non provavi lo stesso… bastava solo che me lo dicessi, senza darmi speranze inutili..." Sussurrò Lovi, cercando di fermare le proprie lacrime.                        

Il pirata riuscì finalmente a smettere di piangere e abbassò lo sguardo sul minore. "Cosa stai dicendo!?" Esclamò, prendendogli il viso tra le mani e alzandolo per guardarlo negli occhi. Quei bellissimi occhi ambrati che in quel momento sembravano delle pozze di oro e nocciola. "Lovi tu mi piaci… " Gli sussurró, trasmettendogli tutte le emozioni che provava in quel momento.                        

L’italiano spalancò gli occhi, arrossendo e ricominciando a piangere. Abbassò la testa, cominciando a colpirlo sul petto con i pugni. "Stupido! Stupido!"                        

"Ieri ho detto così per paura che tu non ricambiassi" Ma Antonio non lo lasciò, anzi, lo strinse di più a sé. "... sono proprio uno stupido per non essermene accorto prima, scusa..."                        

"Si… si, sei un idiota… bastardo." Mugugnò, tirando su con il naso e asciugandosi le ultime lacrime prima di appoggiarsi al suo petto. "...mi hai fatto male… qui." Sussurrò, toccandosi il petto, proprio sopra il cuore.                        

"Scusami ancora."  Lo spagnolo gli sorrise dolcemente, prendendogli il mento con due dita e alzandogli il viso per poterlo guardare negli occhi.                        

"Dovrai meritartelo il mio perdono, bastardo." Mugugnò di nuovo, guardando dall'altra parte e arrossendo.                       

Antonio sorrise leggermente a quel punto e fece avvicinare ancora di più i loro volti, facendo combaciare le loro labbra in un dolce bacio.                        

Il piccolo spalancò gli occhi, sentendo le loro labbra unirsi in un contatto così dolce. Non potè fare a meno di rilassarsi e chiuse gli occhi, cingendogli il collo con le braccia e rispondendo al bacio timidamente.

Era la prima volta che lo baciava...                        

Antonio cominciò a muovere dolcemente le labbra sopra quelle di Lovi, cingendogli la vita con le mani per avvicinarlo di più a se. Lovino portò le dita fra i suoi capelli, accarezzandoli e inclinando la testa di lato per riuscire a baciarlo meglio                        

Lo spagnolo tentava di essere più gentile possibile, visto le esperienza passate, e non voleva mettergli fretta. Si staccò dolcemente da lui sorridendo.

"Me lo sono meritato il tuo perdono?" chiese dolcemente.                        

"Tsk..." La sirena gli prese il viso, alzandosi leggermente per riuscire a baciarlo a stampo sulle labbra.                        

"Non dirmi che ne vuoi ancora..." lo guardò sornione l’altro una volta che si staccarono una seconda volta.                        

"C-che?! No!" Esclamò, arrossendo come un pomodorino. "Sei davvero un idiota." Mugugnò, gonfiando le guance.                       

"Dai scherzavo." Sorrise Antonio, abbracciandolo e ridacchiando dolcemente.                        

Lovi girò la testa dall'altra parte, arrossendo.

"Q-quindi… siamo… amanti?" Chiese timidamente, senza guardarlo.                        

"Se a te piace questa definizione allora si " Sorrise Toni per poi baciarlo di nuovo.                        

"Non so come vi chiamate fra voi umani… " sussurrò imbarazzato contro le sue labbra prima di tornare a baciarlo timidamente.                        

"Noi ci chiamiamo fidanzati~" rispose con un dolce sorriso, baciandogli il nasino leggermente rosso.                        

"Oh… quindi siamo… fidansassi?" Chiese il piccolo, inclinando la testa di lato confuso per quella nuova parola che aveva imparato.                        

"Si~" ridacchiò, sentendo che lo aveva pronunciato male.

 

Che carino~

 

"P-Perchè ridi, bastardo?!" Esclamò Lovi, arrossendo ancora di più e portando le mani strette a pugno sul petto.                        

"Nulla, mi amor." Gli accarezzò dolcemente la guancia con la mano per poi baciarlo di nuovo su quelle morbide e rosee labbra.                        

L’italiano chiuse gli occhi e rispose al bacio subito, sempre abbastanza timidamente.

Non aveva mai baciato prima...

Gli accarezzò le spalle, passando poi ai capelli mossi e morbidi. Lo spagnolo invece portò una mano sul fianco e l'altra sulla testa per avvicinarlo ancora di più a lui. Questa volta lo stava baciando con più passione cercando sempre di contenersi.                        

Il piccolo italiano posò le mani sul suo petto, accarezzandolo quando gli venne un'idea e, arrossendo, schiuse le labbra, leccando timidamente quelle del pirata davanti a lui, che ne approfittò per inserire la lingua intensificando il bacio.                        

Lovi tremò leggermente ma iniziò ad accarezzare la lingua del compagno con la propria, succhiandola dolcemente.                       

Antonio cominciò a esplorare con la lingua ogni centimetro della sua bocca, per poi staccarsi senza fiato.                        

La sirena ansimava leggermente, passandosi poi la lingua sul labbro inferiore per rompere il ponte di saliva tra di loro.

"Lovi...~" Disse roco posando un bacino sul collo.                        

"A-Antonio..." Sussurrò l’altro, stringendo leggermente la presa sulle sue spalle e arrossendo.                        

"Tranquillo" Gli disse. "Non farò nulla se tu non vuoi" Gli accarezzò la guancia, baciandogli di nuovo il collo.                       

Lovino si morse le labbra, guardando dall'altra parte e arrossendo ancora di più. "P-per me… per me va bene..." Ammise timidamente.                        

Quel "va bene" fece accendere il coniglio che c'era in Antonio. Prese Lovi per il braccio e lo trascinò in camera, chiudendo la porta a chiave dietro di sé e cominciando a baciare Lovino.                        

Il piccolo sobbalzò, spalancando gli occhi prima di richiuderli lentamente, rispondendo al bacio. Gli cinse il collo, facendo coincidere i loro petti.                       

Antonio lo spinse lentamente contro la porta, cominciando a baciargli il collo e leccandolo. Il minore inclinò la testa di lato, tenendo gli occhi chiusi e schiudendo leggermente la labbra. "Aah~...Antonio~" Sussurrò, affondando le dita nei suoi capelli e spingendo leggermente di più le sue labbra contro la propria pelle.                        

Antonio prese ad accarezzargli i fianchi per poi passare alle cosce, tirandolo su e appoggiando la sua schiena alla porta.                        

Lovi passò le mani sul suo petto, accarezzandolo e iniziando a sbottonargli la camicia bianca, cingendogli la vita con le gambe per paura di cadere.                        

Antonio cominciò a succhiare leggermente il suo collo, lasciandogli piccoli cerchietti violacei mentre l’altro gemeva dolcemente, scoprendogli le spalle e inclinando la testa per riuscire a baciarne una, accarezzando e mordicchiando la pelle abbronzata.                        

Il pirata portò le mani sul suo sedere, massaggiandolo.                        

La sirena arrossí, irrigidendo le gambe ma continuando a baciare e leccare dolcemente la spalla dello spagnolo che decise che era ora di cambiare posizione, portando Lovi sul letto per sfilargli la maglia.                        

Il ragazzo posò le mani sul materasso, chiudendo le gambe e guardando in basso, imbarazzato mentre giocava con il lenzuolo.                        

"Non aver paura, non ti farò del male… non più" Gli disse, stendendosi sopra di lui e baciandolo di nuovo.                        

Il minore annuì, sorridendogli leggermente e dolcemente, cingendogli il collo e portando le ginocchia ai lati della sua vita. "Mi… mi fido di te..."                        

Antonio gli sorrise per poi cominciare a baciargli il collo, scendendo verso un capezzolo e lasciando una scia umida dietro di lui. Cominciò a leccarlo per poi prenderlo in bocca.                       

"AaAh~" Lovi inarcò leggermente la schiena, spingendo la pelle sensibile contro le labbra calde del compagno. "Antonio~"                        

L’altro cominciò a succhiare leggermente il capezzolo mentre con una mano gli andava a sfilare i pantaloni. La sirena sussultò leggermente ma oltre ad intensificare la presa sui suoi capelli, non fece nulla. Schiuse le labbra, gemendo dolcemente e arrossendo. Le sue mani si spostarono di nuovo sulla sua camicia, finalmente sfilandogliela.                        

Antonio portò una mano nelle mutande di Lovi, accarezzandolo.                        

"A-AaaAh~" Lovino si morse le labbra, portando le mani sui suoi pantaloni e iniziando a cercare di sfilarglieli, con qualche difficoltá.                        

"Non ti preoccupare... ora me li tolgo" Gli sussurrò roco prima di sfilarsi l'indumento, boxer compresi. Nel vedere il membro del compagno già eretto, il moretto arrossì vistosamente, voltando lo sguardo imbarazzato. "B-bastardo, ci sarei riuscito da solo..."                        

"Lo sooo~" Gli soffiò in un orecchio prima di calare i boxer pure a lui.                        

Il minore tremò leggermente, serrando le gambe una volta che i boxer gli arrivarono alle ginocchia. La mano dello spagnolo cominciò ad accarezzare il suo membro lentamente.

L’italiano si morse le labbra per trattenere dei gemiti, strofinando leggermente le cosce l'una contro l'altra.

"A-Anto… nioh~"                        

"Ti piace?~" Chiese languido, leccandogli il lobo.                        

"S… s-siiiIh~" Inarcò di nuovo la schiena, chiudendo gli occhi.

Però non voleva starsene a non fare nulla!

Allungò una mano verso il bacino dello spagnolo, prendendogli la base tra le dita e accarezzandola dolcemente.

"Vuoi fare tu qualcosa?~" Chiese in un gemito, sentendo le mani fresche di Lovi accarezzargli il membro bollente.                        

L’altro annuì, continuando a muovere la mano sul suo membro. "Hai… in mente qualcosa da farmi fare?~" Chiese timidamente, cercando di sembrare più malizioso. Non sapeva nulla dei rapporti tra umani quindi se Antonio aveva dei consigli, li avrebbe seguiti.                        

"Beh per adesso coccoliamoci poi si vedrà~" disse invertendo i ruoli e facendo sedere Lovino sopra di se.                        

Il piccolo fu un po' preso alla sprovvista da quel cambiamento e si ritrovò sdraiato sul petto del compagno, con i loro visi a pochi millimetri di distanza. Arrossì ma chiuse comunque le palpebre, tornando a baciarlo dolcemente sulle labbra.                        

Antonio non se lo fece ripetere due volte e rispose al bacio, portando le mani ad accarezzargli la  schiena.                        

Lovino gemette dolcemente e iniziò a muovere leggermente il bacino contro quello di Antonio, andando avanti e indietro lungo il suo corpo. Nel fare ciò, il ragazzo fece aderire le loro erezioni pulsanti e bisognose di attenzioni, strusciandole eccitato.

Antonio gemeva tra un bacio e l’altro, mentre con le mani si avvicinava al piccolo sederino dell’italiano, accarezzando con dolcezza la sua candida pelle liscia.                 

Lovino si staccò per riprendere fiato, iniziando a gemere anche lui e continuando a muovere il bacino, questa volta spingendo anche il sedere contro le mani del pirata.                        

Antonio cominciò a palparlo vigorosamente per poi insinuare un dito nella sua cavità.                        

Il minore sobbalzò leggermente, mordendosi le labbra e chiudendo gli occhi per poi affondare il viso nel sul collo.

"A-Antonio… ~"                        

"Tranquillo va tutto bene~" Gli sussuró dolcemente, cominciando a penetrarlo con un dito.                        

Lovino cercò di rilassarsi il più possibile, prendendo respiri regolari e accarezzando le braccia e le spalle del compagno mentre muoveva leggermente il bacino contro la sua mano.                        

"Bravo... così~" Gli sorrise per poi baciarlo dolcemente e inserire il secondo dito, uscendo e entrando da lui, muovendo le dita al suo interno.                        

L’italiano si morse le labbra, fermandosi un attimo prima di tornare a muovere il bacino un po' più lentamente. "Aah~" gemette leggermente.                        

Continuò con il movimento di prima solo più veloce e quando constatò che fosse pronto estrasse le dita.
"Ora sei pronto… ~" disse il pirata, accarezzandogli delicatamente una coscia per rassicurarlo.                        

Il ragazzo sopra di lui tremò leggermente, sapendo ormai cosa voleva dire quella frase. Si strinse di più al suo petto, stringendo tra le dita le sue spalle. "S-sarai… gentile, vero?~" Sussurrò timidamente allo spagnolo, che invertì le parti e si posizionò sopra di lui.
"Certamente~" Rispose gentilmente, accarezzandogli la guancia per poi cominciare a penetrarlo con lentezza per non fargli del male.                        

Lovi spalancò gli occhi ma li richiuse subito. Cercò di concentrarsi sul respiro e rilassarsi mentre sentiva il compagno riempirlo lentamente.                        

Poco a poco il membro di antonio si insinuava dentro di lui, unendosi al corpo dell’italiano facendoli diventare una cosa sola, ma quando fu completamente dentro stette fermo qualche secondo, aspettando aspettando un segno di approvazione da parte di Lovino.

"Va tutto bene?~" chiese preoccupato.                        

"S-si… tutto bene~" sicuramente andava meglio della prima volta che era successo. Prese un respiro profondo, rilassandosi abbastanza e poi annuì, cingendo il collo del compagno e posandogli dei bacini sul viso. "Puoi andare ora~"                        

Il pirata sorrise leggermente e cominciò a spingere, muovendosi dentro e fuori da Lovi.                        

Non faceva del tutto male… bruciava, ma non come la prima volta… si, era cento, mille volte meglio.

Presto Lovino iniziò a gemere dolcemente ad ogni spinta.                        

Antonio cominciò ad aumentare il ritmo, affondando il viso nel collo di lui e gemendo di piacere.

"Lovi~ sei così accogliente~" Gemeva mentre continuava a spingere                        

"Aah! AAah!~ oh… AntonioOh~" La sirena iniziò a muovere i fianchi a ritmo con i suoi, spingendolo sempre più affondo dentro di sé.                        

Antonio portò entrambe le mani sul sedere di Lovi, spingendolo di più a se andando sempre più infondo. Il più piccolo gemette di nuovo, buttando la testa indietro e portando le mani ai lati di essa, stringendo tra le dita il lenzuolo.

Il pirata aumentò il ritmo andando sempre più veloce fino a che non arrivò al suo limite

"Lovi~ non ce la faccio più…~ "                        

"Ant… AntonioOOH!~" gemette, venendo tra i loro petti e inarcando la schiena mentre per conseguenza, strinse leggermente la presa attorno al membro dello spagnolo.                        

Antonio venne al suo interno con un sonoro gemito per poi uscire e accasciarsi su di lui ansimante.                        

La sirena stava prendendo respiri regolari, cercando di calmare il battito del suo cuore. Abbracciò il compagno, affondando il viso nella sua spalla e chiuse gli occhi.

"... ti amo… ~" Sussurrò, arrossendo.                        

"Anche io ti amo~" gli alzò il viso per baciarlo di nuovo, addormentarsi poi con lui tra le braccia.


Quella notte entrambi dormirono sereni e i loro sogni furono addolciti dalla consapevolezza di aver ormai trovato il vero tesoro, l’uno nelle braccia dell’altro.   



 

L'angolo delle autrici:

Grazie per la vostra pazienza e scusateci se vi abbiamo fatto aspettare, abbiamo avuto vari contrattempi (Ovviamente la fottuta scuola -3-
) che ci hanno impedito di pubblicare questo penultimo capitolo. Ebbene si il prossimo capitolo, ovvero il numero 16, sarà l'ultimo di questa storia, speriamo però che continuerete a seguirci fino alla fine.

Baci Alexa and Francy <3

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Il ragazzo si svegliò nel cuore della notte, ancora tra le braccia del ormai fidanzato. Gli sorrise dolcemente e guardò fuori dall'oblò prima di riportare lo sguardo sullo spagnolo addormentato. Lo guardò triste, accarezzandogli la guancia e posandogli un leggero bacio sulla fronte prima di alzarsi dal letto, stando attento a non svegliarlo.

Si mise una delle camice del compagno prima di portare lo sguardo su di lui un'ultima volta ed uscire dalla stanza.

Antonio, non sentendo più la presenza di Lovino, iniziò a svegliarsi, aprendo lentamente gli occhi e mormorando, con voce ancora roca per il sonno, il suo nome, senza però ottenere una risposta. Preoccupato e ormai completamente sveglio, scese subito dal materasso, infilandosi frettolosamente i pantaloni prima di uscire dalla cabina alla ricerca del fidanzato.


Lovino si trovava sul ponte della nave, seduto sul bordo mentre dalle sue labbra scivolavano dolci note, con gli occhi chiusi e muovendo leggermente i piedi avanti e indietro.

Il pirata sospirò sollevato vedendolo là seduto che cantava.Gli si avvicinò piano piano, mettendogli le mani sugli occhi.

"Chi sono?~" Chiese, lasciandosi sfuggire una dolce risata.

"Un bastardo~" ridacchiò l’altro, smettendo di cantare e prendendogli i polsi per tirarsi via le mani dagli occhi, girando la testa per guardarlo da sopra la spalla. "Ti ho svegliato?"

"Non tu… ma la tua assenza~" gli rispose, baciandolo dolcemente dopo essersi seduto al suo fianco. "Come mai qua fuori?"

"Ah dovevo… dovevo fare una cosa..." Disse l'italiano, appoggiando la testa sulla spalla del compagno e continuando a guardare le onde del mare che riflettevano la luce della luna, alta nel cielo scuro.

Antonio non mancò di notare il modo in cui gli occhi dell’amato splendevano alla vista dell’oceano… La sua vera dimora…

"Puoi tornare a casa... sei libero..." gli sussurrò un po' triste.

Lovino spalancò gli occhi, voltandosi di nuovo verso di lui e guardandolo un secondo prima di abbracciarlo, affondando il viso nel suo collo.

"...sei un idiota… "

"Eh? Non volevi tornare a casa?" chiese confuso il pirata, spalancando lui stesso gli occhi per la sorpresa.

"Certo che no! Brutto stupido, io ti amo, voglio stare con te!" Esclamò, stringendosi di piú a lui. "Io ho… ho chiamato mio fratello… per dirgli che non tornerò più ad Atlantide… se non per un'ultima volta"

"Quindi resteri qua con me?" Il cuore dello spagnolo sembrò alleggerirsi e all’improvviso respirare era tornato più facile. Non sarebbe potuto stare senza Lovino. "Ti posso accompagnare?" chiese poi, guardandolo negli occhi.

"Bastardo, certo che puoi. Anzi, devi." rispose, baciandolo sulla guancia. "Torno un'ultima volta solo per fartela vedere"

"Davvero?!" Esclamò sorpreso per poi abbracciarlo, sorridendo ampiamente. "Non sai quanto significhi per me. Grazie..." disse dolcemente, affondando il viso nell’esile spalla del minore.

"Prego..." Lovi ricambiò l'abbraccio, accarezzandogli i capelli mori. "Mi fido di te… so che non lo dirai mai a nessuno."

"Posso dirlo a Gilbert e a Francis?" chiese come se la frase che Lovino aveva detto cinque secondi fa non fosse mai esistita.

Come non detto!


Sospirò, abbassando la testa. "Si, va bene"

"Yeiii" Con un gesto veloce lo prese in braccio felice e si alzò dal bordo della nave, cominciando a camminare.

"Ah! Hey hey hey aspetta!" Esclamò Lovi, tenendosi forte a lui per paura di cadere.

"Cosa?"

"Ecco, ti devo dare una cosa..." Antonio allora si fermò un secondo, permettendo a Lovino di girarsi per prendere un sacchettino di tessuto bagnato che gli porse. "Questa è un'alga che mi sono fatto portare da Feli… ti aiuterà quando dovremo andare"

"Quindi con questa posso respirare sott'acqua?" Chiese, prendendo il sacchetto e guardando al suo interno incuriosito.

"Si" rispose l’italiano, cingendogli di nuovo il collo con le braccia. "Il mio stupido fratellino ha detto che vuole conoscerti."

"Anche io non vedo l'ora di conoscere tutti" disse il pirata con occhi luccicanti. Era davvero curioso di scoprire quella nuova realtà che aveva cercato da tutti quegli anni. Lovino ridacchiò, baciandogli le labbra e posando il viso sul suo petto, chiudendo gli occhi. "Torniamo dentro? Ho sonno..."

"Come vuoi tu mi amor"

Continuarono a navigare per qualche giorno fino a quando non arrivarono vicino ad Atlantide.

"Lovi è questo il posto?" Chiese Antonio, sporgendosi dal parapetto della nave per guardare le onde dell’acqua cristallina.

"Si, da qui dovremmo arrivare il prima possibile" rispose Lovino, raggiungendo il compagno e iniziando a togliersi la camicia. "L'alga ce l'hai?"

"Sip" disse, tirando fuori il sacchetto e sorridendo come un idiota.

"Okay..." La sirena si guardò attorno, felice che tutti gli altri membri fossero a mangiare. Arrossì leggermente e si tolse i pantaloni, sedendosi sul bordo della nave e aspettando di essere seguito dal compagno. "Mangiala"

"Okay" prese l'alga e la mise in bocca… aveva un sapore orribileeee!!

La ingoiò in un solo colpo, cercando di superare l’istinto di sputarla.

"Bleh!!!!"

"E non lamentarti" l’altro gli diede un colpo sul petto e si buttò in acqua. Quando riemerse, aveva di nuovo la sua amata coda. "Muoviti, prima che l'alga inizi a fare effetto!"

"Arrivo… BANZAIII" disse, buttandosi in acqua dopo essersi tolto camicia e stivali.

"Oi!" Esclamò Lovi quando gli schizzò l'acqua in viso. Ricambiò quando il compagno riemerse, ridacchiando leggermente alla faccia che fece. "Prova a immergerti, vedi se riesci a respirare."

"Va bene." Antonio prese un bel respiro e si immerse.

Apri gli occhi e… respirava!!

"Che figataa!!!"

Lovi si immerse con lui, sorridendo leggermente.

"Visto? Su, seguimi" iniziò a nuotare verso il fondo dell'oceano, dando un leggero colpo con la coda al braccio dello spagnolo e seminandolo praticamente subito.

"Aspetta sei troppo velocee!!"

"Ah, scusa" si fermò, aspettando che lo raggiungesse prima di prendetgli la mano, arrossendo e guardando dall'altra parte. "C-così non ti perdo..."

"Si, grazie " Antonio strinse la sua mano per non lasciarla andare, sorridendo come un ebete.

I due tornarono a nuotare e finalmente delle luci iniziarono ad intravedersi nelle profonditá marine. "Ci siamo quasi, come stai?" Chiese Lovino, girandosi per guardare da sopra la spalla il fidanzato e accertarsi che stesse bene.

"Sto bene sto be… ne… " quando arrivarono la vista era da mozzare il fiato e il pirata rimase a bocca aperta.

"Wow!!" sgranò gli occhi che si illuminarono alla vista di Atlantide. Era proprio come l’aveva sognata!

Lovino sorrise nel rivedere la sua casa e tirò leggermente la mano del compagno, indicando con la testa la via principale.

"Vieni, ti mostro un po' in giro"

Antonio lo stava per seguire quando lo bloccò un attimo. "Sicuro che possa venire? Non è che poi mi fanno qualcosa perché sono umano?" chiese, guardandolo preoccupato.

"Sono il principe e mio fratello ha giá avvertito del tuo arrivo" lo rassicurò la sirena, inclinando leggermente la testa di lato e tirandogli di nuovo la mano per farlo avanzare.

"Meno male… mi guarderanno storto comunque me lo sento" disse tra sé e sé seguendo Lovino

"E allora? Da quando ti frega di quello che pensano gli altri?" Chiese Lovi, continuando a nuotare e tenendo per mano il compagno. In effetti, molti si fermarono a guardare i due.

Uno perchè Lovino era il principe e tutti sapevano che era scomparso giorni prima.

Due, perchè il loro principe era mano per mano con un umano.

"Lovi quanto manca? Sto cominciando a sentirmi incomodo" sussurrò lo spagnolo, stringendo la sua mano e guardandosi attorno per notare l’ennesima persona che si era fermata a fissarli.

"Dovremmo esser-"

"Fratellone!" Esclamò una voce maschile ma comunque acuta. Una sirena nuotò velocemente verso di loro, abbracciando Lovino con tutta la forza che aveva.

"F-feli?!"

"Mi sei mancato così tanto!"

"Lui è tuo fratello?" chiese il pirata, notando la somiglianza tra le due creature."Ah, si" L’italiano cercò di liberarsi dalla presa del più piccolo ma quello non accennava a mollare, facendo sospirare esasperato il maggiore.

Lo spagnolo ridacchiò e si avvicinò ai due, presentandosi. "Piacere di conoscerti, io sono Antonio" disse gentilmente porgendogli la mano.

Feliciano si voltò verso lo spagnolo e gli sorrise, stringendogliela.

"Io sono Feliciano Vargas! È un piacere conoscerti!"

"Già, emh… ti toglieresti?"

"No!"

"Hai un fratellino proprio carino~" ridacchiò Antonio, accarezzando la testa a Feli, che ridacchiò mentre muoveva la coda allegramente come un cucciolo.

"Giá… carino… finchè non ti uccide con uno dei suoi abbracci" Mormorò Lovi, alzando gli occhi al cielo.

"Hey!"

"Cosa? Io dico la verità" disse Lovino, finalmente staccandosi dal fratello e tornando al fianco del fidanzato. Feliciano gonfiò un secondo le guanciotte prima di tornare a sorridere.

"Quindi tu sei l'amante del mio fratellone? Waa~ lo dicevo io che il fratellone aveva occhio"

"Ehehe…~" ridacchiava imbarazzato il pirata, grattandosi il retro del collo. "Non sono chissà che cosa!~".

"Come no! Sei davvero bello, proprio come il mio fratellon-"

"Abbracciami di nuovo e ti picchio, Feli" gli disse non appena vide il fratello tornare all'attacco.

"Uffiii~ sei cattivo, fratellone~" mugugnò il piccolo prima di rivolgersi al moro. "Venite, vi porto al castello."

"Vi seguo~" disse Antonio, tentando di star dietro i due.

Una volta entrati nel castello il pirata si lasciò scappare per l'ennesima volta un wow per la sorpresa.

Era enorme e brillava! Era decorato con conchiglie e perle, uno spettacolo.

"Bentornato a casa, fratellone" gli sorrise e Lovino non potè fare a meno di ricambiare.

"Lo sai che è solo per un po’ "

"Si… lo so… " Notando il cambiamento di tono del fratello, il maggiore gli accarezzò i capelli, scompigliandoglieli leggermente. "Ti chiamerò tutte le volte possibili"

"E canteremo assieme?"

Sospirò, annuendo. "Si, canteremo assieme"

"Yei!~"

Antonio si sentiva un po' in colpa a portare via Lovi da suo fratello e separarli, ma questa era una decisione di Lovino e non voleva mettersi in mezzo.

"Lovi… tu hai detto che qua c'è una biblioteca giusto?"

"Si, vuoi vederla?" Chiese il fidanzato, prendendogli la mano. "Te la posso mostrare"

"Shi!! Grazie~" lo abbracciò felice come una pasqua, baciandogli la guancia e facendolo arrossire vistosamente.

"O-okay! Su, andiamo"

Lo sapeva, tra gli abbracci del fratello e quelli dello spagnolo sarebbe morto soffocato.


Dieci minuti dopo...

"Quanto manca? È enorme questo castello" Si lamentava lo spagnolo.

"Siamo quasi arrivati" rispose Lovino, finalmente fermandosi davanti ad una porta e spalancandola. Al di lá di essa si trovava una enorme biblioteca, dove tutte le pareti erano riempite di libri, per non parlare poi degli innumerevoli scaffali.

Lovino non aveva neanche finito la frase che Antonio era già corso dentro e aveva cominciato a sfogliare e leggere libri su libri.

"Io qua dentro potrei viverci, è il paradiso~"

La sirena scosse la testa, sorridendo ed entrando anche lui in quell’immensa sala, passando le dita su uno scaffale. "Posso chiedere a Feli di portarti dei libri di tanto in tanto."

"Seriamente!?" chiese incredulo, mentre sorreggeva tra le mani cinque libri.

Il ragazzo si strinse nelle spalle, annuendo. "Perchè no? Finchè non rompi le palle mi va bene."

Antonio apoggió i libri su un tavolo per avvicinarsi a lui, abbracciandolo. "Grazie Lovi, per tutto quello che stai facendo… vorrei in qualche modo sdebitarmi".

"Mi basta… c-che tu stia con me… " Sussurrò leggermente imbarazzato il minore, ricambiando l'abbraccio e affondando il viso nel suo collo. "Non lasciarmi… " sussurrò quasi pregandolo.

"Sarei un pazzo a farlo~" rispose, prendendo il suo mento con due dita per fargli alzare il viso e baciarlo dolcemente. L’italiano sorrise leggermente, cingendogli il collo e chiudendo gli occhi prima di rispondere al bacio con altrettanta dolcezza.

Antonio lo strinse forte a sé, per poi inclinare la testa per baciarlo meglio e rendere il bacio più passionale. Le labbra di Lovi si schiusero, facendo incontrare le loro lingue.

"Ve~ Fratellone hai visto… il… giardino… "

L'italiano spalancò gli occhi, staccandosi dal fidanzato e girandosi per vedere il fratellino sulla soglia della porta.

"F-Feli! N-non è-"

"Awwwww~" si portò le mani sulle guance, sorridendo e muovendo velocemente le pinne della coda.

"Siete così CARINII~"

"Merda..."

"S-scusa..." disse lo spagnolo, anche lui un po' imbarazzato per la situazione che si era andata a creare. "Feli sarei onorato se mi mostrassi il giardino" si avvicinò al più piccolo, sorridendo e cercando di cambiare argomento.

"Oh! Si certo, seguitemi!" Disse allegro il più piccolo, iniziando a nuotare fuori seguito dai due. Lovino aveva ancora le guance rosse per l'imbarazzo.

"Tranquillo… non serve essere così imbarazzati" lo consolò lo spagnolo.

Lovi gli sorrise leggermente, annuendo e prendendogli la mano dolcemente. "Grazie"

"Eccoci qui!" Esclamò il fratellino, mostrando il giardino.

"Vi lascio un po' soliii~"

"Vaffanculo Feli"

"A dopo Feli!!" lo salutò Antonio, per poi voltarsi ad osservare le meraviglie della flora e della fanuna marina. "Com'era da aspettarsi, il giardino è stupendo~" disse il pirata, mettendo una mano sul fianco di Lovi per avvicinarlo a sé.

"Giá… " Arrossí leggermente, appoggiando la testa sulla spalla del fidanzato mentre ammirava il giardino dove nuotavano pesci di tutti i colori.

"Lovi… posso chiederti un’ultima cosa?" chiese, guardandolo negli occhi e accarezzandogli la guancia.

"S-si… certo" rispose, arrossendo di nuovo e guardandolo nei suoi occhi color speranza.

Antonio prese la collana che indossava e la mise al collo di Lovi. "La potresti tenere per me?" chiese dolcemente, accarezzandogli la guancia.

Il ragazzo fu un po' preso alla sprovvista da quel gesto e prese delicatamente la croce tra le dita, guardandola. "Ma… ma questa è importante per te… "

"Quello che mio fratello ha sempre voluto era trovare Atlantide o per lo meno una prova della sua esistenza… " gli disse prendendogli il viso tra le mani "... e tu sei la prova che lui aveva ragione Lovi, per questo voglio che tu la tenga~" sorrise dolcemente.

"Antonio… " Lovino non ci pensò su due volte e lo abbracciò, affondando il viso nel suo collo e stringendosi forte a lui. "V-va bene… la terrò… ne avrò cura, lo prometto~"

"Grazie… grazie~" lo tenne stretto a sé, lasciandosi scappare qualche lacrima di gioia. "Fratellone… ci sei riuscito… " sussurrò felice e per un attimo nella sua mente comparve il viso sorridente del fratello.

Rimasero così per un po' finachè Lovino non si tirò leggermente indietro per posargli un bacino sulle labbra, accarezzandogli la guancia.

"Scommetto che è molto fiero di te~"

"Lo spero~" gli sorrise, intrecciando la mano con quella di Lovino.

L’italiano rispose dolcemente al sorriso, baciandogli l'altra guancia. "Ho paura che gli effetti dell'alga svaniranno presto… "

"Di già? Che peccato… " Sbuffò. "Sarà meglio andare a salutare tuo fratello allora?"

L'italiano annuì, iniziando a vagare per il castello alla ricerca del fratellino che trovarono poco dopo nella sala da pranzo.

"Feli, io e Antonio dobbiamo andarcene… " Disse con una leggera nota di tristezza. Il fratellino lo guardò, sorridendo tristemente prima di raggiungerlo e abbracciarlo forte. "Ci vedremo di nuovo… "

"Questo è sicuro, fratellino… " Rispose all'abbraccio prima che Feliciano ne desse un altro anche ad Antonio.

"Ci vediamo, Antonio! Prenditi cura del mio fratellone"

"Lo farò sicuramente Feli" abbracciò i due fratelli insieme, sorridendo. "Siete proprio carini voi due" disse per poi sciogliere l'abbraccio e scompigliare i capelli a Feli "Ci si vede~"

"Eheh~" il più piccolo annuì, sorridendogli mentre il maggiore si limitò ad arrossire e guardare dall'altra parte. "Non sono carino" mugugnò.

"Va bene non sei carino" ridacchiò Antonio per poi prendergli la mano "Andiamo?" Chiese dolcemente, notando subito il suo sguardo nostalgico.

"Si" salutò un'ultima volta il fratellino, accarezzandogli i capelli.

"Prenditi cura del regno, scommetto che sarai un bravissimo sovrano"

"Ti renderò fiero di me, fratellone!" Lovino gli sorrise, annuendo e allontanandosi assieme al fidanzato.

"Ci vediamo presto!" Salutò Feliciano prima che il fratello e il fidanzato di quest'ultimo scomparissero dietro il portone d’entrata. In quel momento il piccolo si lasciò sfuggire una lacrima che si confuse subito con l'acqua del mare.

"... a presto… fratellone… "


Antonio strinse a se Lovino una volta fuori, guardandolo con comprensione. "Se devi piangere fallo… " disse dolcemente, accarezzandogli la schiena per dargli conforto.

La sirena spalancò gli occhi, sentendo le lacrime volergli scivolare giù per le guance. "P-prima… prima torniamo sulla nave… " Sussurrò, affondando il viso nella sua spalla.

"Va bene" gli accarezzò la testa prima di ricominciare a nuotare verso la superficie.

Una volta arrivati sulla nave vennero tirati su da Gilbert e Francis.

"Hey, com'è andata?" Chiede l'albino, ma Lovi prese la mano del fidanzato e lo trascinò nella loro cabina senza dire nulla.

Una volta dentro, Antonio lo strinse tra le sue braccia, baciandogli la fronte. "Lovi ora puoi piangere, nessuno ti vede~" disse dolcemente, accarezzandogli la nuca e scompigliandogli leggermente i capelli.

Il piccolo si strinse a lui, affondando il viso nel suo petto e iniziando a singhiozzare, lasciando che le spalle gli tremassero e le lacrime gli solcassero le guance.

"A-Anto...n-nio.." Si morse le labbra, stringendo i pugni sulle sue spalle.

"Su coraggio, ci sono qua io~" gli sussurrò dolcemente. "Lo so che è difficile separarsi dalle persone care. Quando mi sono separato da mio fratello è stata dura ma sono comunque andato avanti" tentò di consolarlo, sorridendo leggermente. "E poi tu non hai detto addio a Feli, giusto?~" chiese, fecendogli alzare lo sguardo per dedicargli il suo miglior sorriso.

Lovi lo guardò negli occhi, tirando su col naso e dopo un po' rispose leggermente al sorriso. "G… grazie… Antonio… " Si asciugò le lacrime con la manica della camicia. "Se non ci fossi tu, non so che farei~"

Antonio continuò a sorridergli per poi baciarlo dolcemente sulle labbra e accarezzargli i fianchi.

"Te amo~" gli sussurrò a fior di labbra, per poi strusciare la sua quancia contro quella dell’amato.

"T-ti amo anche io~"

Lovino chiuse lentamente i suoi occhi e si lasciò trasportare dal calore e dall’affetto del suo compagno, lasciando scivolare le ultime lacrime di dolore lungo il suo viso.

L'angolo delle autrici~

Ciao a tutti, ed ecco a voi l'ultimo capitolo di questa nostra fanfiction. Siamo tristi che sia finita, ma proprio per questo non abbiamo intenzione di lasciarla andare così. Infatti ci siamo rese conto che alcune questioni sono rimaste inrisolte, quindi possiamo dire che probabilemente faremo un "sequel"? Non si sa, è ancora da vedere...

Grazie per aver letto fin qua e per averci seguito allungo. Fra qualche giorno uscirà l'epilogo con informazioni importanti non perdetevelo.

Baci Alexa e Francy

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