Una famiglia...

di icydarcystormy26
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 34 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Darcy e Stormy camminavano per i corridoi di un castello.
"Alla fine ci siamo riuscite! Abbiamo conquistato il pianeta Obsidia" disse la strega delle tempeste.
"Si, ma a caro prezzo..." rispose la sorella facendosi cupa in volto, seguita da Stormy.
"È vero..." disse fermandosi di colpo mentre una lacrima, che aveva cercato di trattenere con tutte le sue forze, le rigava il volto.
Darcy la raggiunse e le mise una mano sulla spalla. Da quando la loro mamma era morta, quando erano ancora piccole, sia lei che Icy si erano sempre prese cura di Stormy. 
"Già, Icy..." pensò.
"Io non posso crederci..." disse tra le lacrime Stormy.
Darcy e Stormy erano diventate le regine di un pianeta ai confini dell'universo magico di nome Obsidia. Purtroppo, però, qualcuno aveva pagato un prezzo troppo alto. Icy era rimasta uccisa nella battaglia.
"Icy é morta combattendo, sono sicura che é così che avrebbe voluto morire" disse cercando di consolare la sorella e se stessa.
"È MORTA PER SALVARE QUELLA STUPIDA MOCCIOSA!!!" sbraitò improvvisamente la riccia.
Icy aveva perso la vita combattendo per proteggere la figlia di neanche un anno. Erano passati ormai due mesi, ma Darcy e Stormy non avevano ancora superato per nulla la morte della sorella e, soprattutto, continuavano a portare rancore verso la nipote, rancore che durerà a lungo.
***
Erano passati tredici anni. Stormy e Darcy erano ancora le regine di Obsidia.
Stormy camminava per i corridoi del palazzo osservando una plica di fogli, probabilmente documenti diplomatici. Non guardava dove stava andando e si scontrò con una ragazza.
"Fa attenzione, stupida! La prossima volta ti riduco a pane e acqua per un mese, sono stata chiara, Celeste?!" sbraitò la strega.
"Si, sei stata chiarissima, zia Stormy" disse con voce supplice la ragazza.
"Bene." disse la donna continuando il suo percorso.
Celeste ormai era abituata ad essere trattata così dalle zie, si erano sempre comportate così con la nipote. Lei, in realtà, soffriva molto, ma non lo dava mai a vedere, e in ogni caso era sicura che alle zie non sarebbe importato nulla.
Celeste avrebbe sempre voluto diventare una potente strega come sua madre, ma sia Darcy che Stormy si rifiutavano di insegnarle qualcosa. Per studiare stregoneria, era stata costretta ad andare di nascosto, una volta alla settimana, da una vecchia strega, serva delle due Trix, che le impartiva nozioni base sulla magia oscura. A volte, invece, seguiva di nascosto le lezioni che Darcy e Stormy davano ad Abigail.
Abigail era la figlia di Darcy, che la adorava, era tutta la sua vita. Abigail aveva dodici anni, di aspetto era molto simile a Darcy, così come di carattere. Anche per questo, Darcy si era molto legata a lei. Anche con Stormy aveva un bel rapporto. Infatti, Stormy era sempre stata affettuosa con Abigail, cosa che non era mai stata, invece, con Celeste.
Celeste, per questo, era gelosissima della cugina. Perché lei veniva voluta bene mentre lei, invece, no? Aveva sbagliato qualcosa? Eppure le sembrava di essere stata gentile ed educata con le zie. Si tormentava spesso con queste domande, senza riuscire mai a trovare delle risposte.
 
 
Angolo dell'autrice
Ciao a tutti, sono tornata con una nuova storia, questa volta una fanfiction a più capitoli. Le protagoniste sono sempre le Trix, ma questa volta si sono aggiunti altri due personaggi, Celeste e Abigail. È strano per una fan delle Trix farne morire una, ma ne avevo bisogno per la trama. Scusate se come primo capitolo è un po' scadente e corto, cercherò di farmi perdonare col prossimo capitolo, che conto di pubblicare verso la prossima settimana. A presto e grazie di aver letto la mia storia. A presto.
Icydarcystormy

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Celeste entrò nella sua camera. Era una specie di cantina, cioè era proprio una cantina. Non era per nulla accogliente, era una stanza super polverosa, le pareti erano di un nero ammuffito, senza neanche una finestra. Era anche piuttosto spoglia, c'erano solo un letto, dall'aria abbastanza malconcia e vecchia, e un comodino con sopra una lampada.
"È già tanto che mi abbiano dato questa stanza, e non la stalla dei draghi" pensò.
A causa della mancanza di finestre la camera era buia, nonostante fosse ancora mattina. Così si avvicinò alla lampada e la accese. La luce creava dei riflessi sui capelli argentei della ragazza. Si sedette sul letto e prese un libro appoggiato sul comodino. Era un libro di magia oscura, glielo aveva regalato Cradina, la strega da cui riceveva lezioni di nascosto. Mentre leggeva le venne in mente una cosa.
"Se non sbaglio, oggi la zia Darcy avrebbe dovuto insegnare ad Abigail ad eseguire incantesimi d'attacco, anche a me piacerebbe imparare..." pensò la giovane. Così si alzò dal letto ed uscì dalla camera. Salì le scale ed arrivò fino ad una porta più grande delle altre. Cominciò a spingerla leggermente cercando di non far rumore. Si sporse dalla porta cercando di non farsi vedere dalle due persone che c'erano all'interno.
"Bene Abigail, oggi ti insegnerò come eseguire un incantesimo d'attacco" disse Darcy rivolta alla figlia. Dalla mano fece scaturire una sfera oscura che lanciò verso uno dei bersagli presenti nella stanza, distruggendolo.
"Concentrati, devi sentire la tua magia" disse Darcy. Abigail chiuse gli occhi e congiunse le mani. Dopo un paio di secondi fu avvolta da un'aura violacea.
"Attenta, non permettere ai tuoi poteri di lasciare il tuo corpo o ne perderai il controllo"disse la strega.
Abigail ritirò a se l'aura. Dopo qualche secondo aprì gli occhi. Aveva le iridi viola.
"Bene, ora concentrati di più e comincia piano a far fuoriuscire un po' del tuo potere, cerca di dargli una forma sferica" disse la strega delle illusioni. Abigail corrugò la fronte, subito dopo disgiunse le mani. Al centro c'era una sfera oscura simile a quella creata prima dalla madre.
"Ora prendila con una mano, cerca di non farla disfare". Abigail prese la sfera con la mano destra.
"Non credo di riuscire a mantenerla" disse Abigail.
"Tranquilla, devi solo mantenere la concentrazione. Nel caso non dovessi riuscire la sfera esploderà".
"Ah bene, ora si che sono tranquilla..." disse la giovane strega.
"Ora amalgama bene l'energia e lanciala verso un bersaglio".
Abigail fece come le aveva detto la madre e lanciò la sfera contro un bersaglio. Il bersaglio non fu distrutto, ma si formò una grande crepa nel punto in cui era stato colpito.
"Che disastro, eh?" disse Abigail.
"Non è vero" disse Darcy mettendole una mano sulla spalla. "Io alla tua età non riuscivo neanche ad usare la telecinesi, figurati a creare un attacco e guardami ora. Ne hai ancora di tempo per migliorare".
Abigail le sorrise, subito ricambiata da Darcy.
Celeste stava ancora osservando la scena. Si morse un labbro mentre una lacrima le rigava il volto, ma se la asciugò subito. Ad un tratto si sentì strattonata da dietro.
"Che stai facendo?!" le chiese una voce alle sue spalle.
"Zia Stormy..." disse timidamente prima di girarsi verso la donna.
"Ti avevo avvertita, vieni con me!!!" disse trascinandola per un braccio verso una porta vicina buttandola dentro. Appena fu dentro chiuse la porta a chiave e si allontanò.
Era una camera uguale alla stanza di Celeste, con l'unica differenza che invece di esserci un letto c'era un telo pieno di paglia steso sul pavimento, paglia che dava un prurito e un fastidio atroce, come Celeste ben sapeva. Aveva due possibilità, o dormire per terra o su quel telo. Quella era una specie di camera delle punizioni che Darcy e Stormy usavano con Celeste. Abigail, ovviamente, non ci era mai stata. Celeste rimaneva chiusa lì per un tempo che variava da un giorno a una settimana, in base a cosa combinava. Di solito non le davano cibo, solo un po' d'acqua. Probabilmente l'avrebbero lasciata lì per almeno tre giorni.
***
Passarono cinque giorni e Celeste era ancora rinchiusa in quella camera. Era seduta per terra e fissava il soffitto. Qualcuno aprì la porta.
"Finalmente" pensò.
"Spero che questa punizione ti sia servita, quando noi diciamo una cosa è quella e basta, chiaro?!" disse sua zia Darcy. Dietro di lei c'era sua figlia che osservava la scena.
"Forse dovresti cercare di ascoltarle, o continueranno all'infinito" le disse appena le fu vicina.
"Sta zitta tu" disse dandole una lieve spinta. Qualcuno la strattonò per un braccio facendola girare e dandole un sonoro schiaffo.
"Non permetterti mai più di metterle le mani addosso, mi sono spiegata?!" disse Darcy.
"Si" sussurrò Celeste.
"Non ti ho sentita".
"Si" disse alzando un po' la voce.
"Bene, andiamo Abigail, è ora di pranzo" disse allontanandosi seguita da sua figlia. Celeste sospirò. A quel punto le venne in mente che doveva provare a fare ciò che Darcy aveva insegnato a sua cugina.
***
Celeste era in una foresta. Lì sarebbe stata lontana dagli sguardi delle zie.
Fece quello che aveva detto Darcy. Dopo una decina di secondi plasmò la sua sfera. Era di un azzurro tenue, come i suoi occhi. La lanciò contro un ramo di un albero vicino. Il ramo si staccò dall'albero e cadde a terra congelato. Celeste si concesse un mezzo sorriso. Ci era riuscita, doveva solo esercitarsi. Soddisfatta si alzò in volo e si diresse verso il castello.
***
"Non perdere la concentrazione" disse Stormy lanciando un incantesimo verso la nipote. Abigail lo schivò e le lanciò un incantesimo il più velocemente che poteva. L'incantesimo colpì la strega, che abbassò il capo tenendosi lo stomaco, dove l'aveva colpita.
"Zia?" disse Abigail avvicinandosi, ma Stormy alzò improvvisamente il capo lanciando un incantesimo verso la nipote, colpendola in pieno e facendola schiantare al suolo. Abigail si mise in posizione semisdraiata. Stormy la raggiunse e l'aiutò ad alzarsi.
"Non devi mai abbassare la guardia" disse poi.
"Già..." rispose Abigail.
"Ti ho fatto male?" disse notando un taglio sulla guancia che stava iniziando a sanguinare.
"Non è nulla" disse Abigail. Stormy ci mise sopra due dita.
"Ma no, eh. Fai con comodo. Non provo mica dolore" disse la ragazza sarcastica. Stormy rise un po', poi fece scaturire una luce rossastra dalle dita e in un batter d'occhio il taglio sparì.
"Per oggi va bene così. Ora andiamo, è ora di cena".
***
Celeste stava camminando per i corridoi. Qualcuno le mise le mani davanti agli occhi. La ragazza si girò sapendo bene chi ci fosse alle sue spalle.
"Liam!"disse abbracciando il ragazzo.
Liam era un suo caro amico. Era il figlio di uno dei ministri di Obsidia. Per questo si potevano vedere una o due volte alla settimana, nonostante Liam abitasse dall'altra parte del pianeta. Era un ragazzo alto, dal fisico muscoloso, ma non troppo come quello degli Specialisti, che contrastava con il fisico minuto della ragazza. Aveva i capelli neri e lunghi fino alla fine del collo. Aveva gli occhi di un blu violaceo.
"Sono così felice di vederti" disse il ragazzo.
"Anch'io" rispose la ragazza.
"Ti va di andare a fare una passeggiata?" chiese il ragazzo.
"Certo...ma non posso" disse rattristendosi la ragazza.
"Perché?"
"Non posso allontanarmi dal castello a quest'ora".
"E da quando le tue zie si preoccupano per te?" chiese il ragazzo per fare una battuta. Celeste non rise, anzi fece un'espressione triste.
"Battuta fuori luogo?" chiese incerto il ragazzo.
"Decisamente" rispose la ragazza.
"Comunque se ti interessa non posso perché è ora di cena".
"Ma tu non mangi con le tue zie".
"No, ma mi hanno vietato di allontanarsi dal palazzo. Vogliono tenermi rinchiusa, allora esco solo durante i loro allenamenti o mentre danno lezioni ad Abigail, quando sono troppo concentrate su altro per accorgersi che la mia aura si è allontanata, mentre durante l'ora di pranzo o di cena non hanno altro a cui pensare e se ne accorgerebbero. Credimi, per me non sarebbe una bella esperienza" disse Celeste.
"E domani ci saranno allenamenti o lezioni per Abigail?" chiese il ragazzo.
"Dalle dieci alle dodici, perché?" chiese la ragazza, anche se aveva già capito.
"Faremo la nostra passeggiata domani, così mi potrai raccontare cosa hai fatto durante questa settimana".
"Certo" rispose la ragazza.
"Allora verrò a prenderti domani alle dieci, ora devo proprio andare" disse il ragazzo.
"Allora a domani" disse Celeste.
"A domani" rispose sorridendo, prima di andarsene, Liam.


Ciao, ed eccomi con il secondo capitolo (e voi che pensavate di esservi liberati di me per almeno una settimana). Decisamente più lungo di quello precedente. A quanto pare Celeste proprio sola sola non è, infatti c'è questo suo amico, Liam, che sembra metterla a suo agio.
Al prossimo aggiornamento, icydarcystormy

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Erano le otto del mattino. Celeste camminava avanti e indietro per la sua camera. Fra due ore Liam sarebbe venuto a prenderla. Era molto nervosa, le sue zie avrebbero potuto finire prima e così l'avrebbero scoperta. Ma ne valeva la pena, Liam era l'unico che riusciva a capirla, in realtà era l'unico che provava a capirla.
Celeste uscì dalla sua camera e si diresse verso il bagno. Una volta entrata si guardò allo specchio. Si era pettinata per bene i capelli argentei che le arrivavano fino alla fine della schiena. Aveva preso di nascosto una matita nera dalla camera di sua zia Stormy e se l'era messa. La striscia nera intorno ai suoi occhi metteva in risalto gli occhi azzurri come il ghiaccio. Di solito non si preoccupava del suo aspetto, aveva ben altri problemi a cui pensare, ma con Liam era diverso. Non aveva mai sentito il bisogno di farsi bella, ma con Liam tutto cambiava e neanche Celeste sapeva il perché. 
***
Arrivarono le dieci. Celeste si incamminò per i corridoi cercando di non farsi vedere. Si affacciò nella stanza in cui le sue zie erano solite allenarsi per controllare che si stessero allenando. Affermativo. Così si avviò verso l'uscita del palazzo. Ovviamente lo trovò lì ad aspettarla.
"Eccoti qui" disse Liam sorridendo ed avvicinandosi alla ragazza.
"Allora? Dove andiamo?" chiese la Celeste.
"Potremmo andare alla foresta dei mille draghi" disse il ragazzo.
"Sai che non ci sono mai stata?" disse la ragazza. "Eppure ne ho viste di foreste".
"Potrai aggiungere un'altra escursione alla tua collezione" disse tirando fuori dalla tasca dei pantaloni un'ametista. La accarezzò e la gemma si illuminò.
"Foresta dei mille draghi" disse toccando un braccio di Celeste. A quel punto sia lui che Celeste furono trasportati nella foresta. Si trovarono circondati da un sacco di abeti. Avevano poche foglie, e quelle poche che avevano erano nere. Sparse qua e là c'erano delle rocce di piccole e medie dimensioni. Inoltre, c'erano dei fumi bluastri sparsi per tutta la foresta.
"Che posto delizioso" disse la ragazza.
"Lo so" disse il Liam. "Vieni, più avanti c'è un posto ancora più delizioso" disse incamminandosi per un sentiero seguito da Celeste.
***
"Eccoci" disse il ragazzo.
Erano arrivati davanti all'entrata di una grotta.
"Ti piacerà, ne sono sicuro" disse Liam prima di entrare nella caverna.
"Se lo dici tu" disse Celeste prima di entrare anche lei. 
Si ritrovò in un luogo molto grande, il soffitto era formato da stalattiti ed era alto circa una ventina di metri. C'erano anche alcune stalagmiti sparse per la grotta. Da una parete della grotta fuoriusciva un ruscello d'acqua che finiva in un laghetto d'acqua cristallina.
"Wow..." riuscì solo a dire la ragazza.
I ragazzi si sedettero su due rocce ai margini del laghetto.
"Bene, raccontami cosa hai fatto questa settimana" disse Liam.
"In realtà nulla di che, ho imparato a trasformare gli oggetti in altri oggetti, spiando una lezione di mia zia Darcy ho visto come fare un incantesimo d'attacco ma quell'esaurita mentale dell'altra mia zia mi ha scoperta e mi ha chiusa di nuovo in quella stanza infernale per cinque giorni" disse Celeste.
"Credevo fosse simile alla tua camera" disse Liam.
"Si, ma lì, non ne ho capito ancora il motivo, fa molto più caldo e, come sai, non potendo sentire il freddo sono più sensibile al caldo rispetto ad una persona normale. Non immagini che incubo sia per me" rispose Celeste.
"Non possono continuare a trattati così" disse il ragazzo.
"E cosa potrei fare?" chiese Celeste.
"Chiedi aiuto no?".
"Aiuto, si, e a chi? Liam, loro sono le regine di questo pianeta, famose per la loro crudeltà, chi vuoi che se le metta contro solo per aiutarmi?" chiese la ragazza.
"Io, per esempio..." disse sinceramente Liam.
"Vorrei tanto crederti, ma non ci riesco"
"Sai perché non ci riesci? Perché sei stata trattata sempre così male che non non sei abituata a pensare che qualcuno possa rischiare così tanto per te. È per questo che questa storia deve finire." disse Liam.
"E voi che fate qui?" chiese una voce alle loro spalle. I ragazzi si girarono di scatto verso il punto da cui proveniva la voce. Era Abigail.
"Che ci fai tu qui?" disse la strega del ghiaccio.
"Quella che non può uscire qui sei tu" rispose la ragazza dai capelli color ebano.
"Se è per questo tua madre non vuole che tu ti allontani troppo dal palazzo" rispose la cugina.
"Non vorrei interrompere la vostra conversazione ma forse dovremmo uscire di qui" disse Liam
"Perché?" chiesero all'unisono le due ragazze.
"Quel coso non ha l'aria molto amichevole" disse indicando un essere nascosto nell'ombra, ma che dava l'aria di essere gigantesco.
"C-cos'è quel coso?" chiese Celeste.
"Credo sia un Draghictum Gigantum, se ci muoveremo lentamente e ci allontaneremo lui non ci vedrà come una minaccia e ci lascerà in pace" disse Liam a bassa voce. I tre ragazzi cominciarono ad allontanarsi lentamente. Appena furono usciti, si trasportarono al palazzo.
"Bene ragazze, io vi devo lasciare. Alla prossima." disse Liam allontanandosi muovendo la mano per salutare, ricambiato dalle due.
"Sarà il caso che io vada, mia madre si arrabbierà se arriverò in ritardo".
"Grazie dell'informazione, vado anch'io" disse Celeste avviandosi verso la sua camera.
***
Celeste era sdraiata sul suo letto e guardava il soffitto, quando ad un tratto si ricordò di una cosa molto importante. Doveva assolutamente lasciare il palazzo. Aveva ancora circa mezz'ora, doveva sbrigarsi.
Riuscì ad uscire senza farsi vedere, ormai era un'esperta. Per fare prima si teletrasportò. Arrivò in un posto pieno di grandi lapidi, probabilmente un cimitero per reali. Si incamminò tra le lapidi fino ad arrivare davanti a quella più grande. Arrivata davanti ad essa fece apparire un mazzo di rose nere con qualche piccola rosellina blu. Lo mise nel vaso davanti alla lapide.
"Buon compleanno mamma" disse Celeste. "Si, lo so. Sono sei mesi che non mi faccio vedere, ma a causa della gravidanza la zia Stormy ha diminuito gli allenamenti e devo stare attenta. Ora devo andare o le zie mi ammazzeranno...beh ti raggiungerei, ma sono ancora giovane". Celeste si trasportò al castello.
***
"Ciao zia".
"Ciao Abigail. È andato bene l'allenamento?".
"Bene. Tu come stai? La mamma mi ha detto che hai avuto un mancamento questa mattina durante gli allenamenti" disse Abigail con un'espressione preoccupata.
"Bene tesoro, uno sforzo eccessivo ma ora va tutto bene" rispose Stormy sorridendo teneramente alla nipote.
"Posso farti una domanda?" disse Abigail.
"Me l'hai già fatta" rispose Stormy.
"Zia" disse Abigail.
"Era una battuta. Comunque si".
"Perché la trattate così?".
Stormy tacque un secondo. Poi disse:
"Chi?".
"Lo sai chi" disse Abigail non lasciandosi ingannare.
"Perché lo chiedi a me?".
"Mia madre non vuole parlarne" rispose l'apprendista strega.
"E perché io invece dovrei volerlo fare?" chiese la regina delle tempeste.
"Tentar non nuoce" rispose Abigail.
 "Vedi Abigail, tua zia, Icy, e noi, circa tredici anni fa, stavamo combattendo per ottenere il controllo del pianeta. Menlok, il nostro rivale, decise di attaccarci definitivamente per togliersi ogni rivale dai piedi. Stavamo combattendo contro Menlok e il suo esercito, ma ad un tratto Celeste uscì dal castello gattonando. Menlok stava da qualche minuto preparando un incantesimo facendosi coprire dai suoi uomini. Doveva essere davvero potentissimo. Lui stava per indirizzarlo a noi; facendo una convergenza di difesa saremo sicuramente riuscite a contrastarlo. Ma lui, vedendo la bambina e sapendo che era la figlia di Icy, lo indirizzò verso di lei. Icy si precipitò da lei per salvarla. Le si mise davanti e parò il colpo salvandola, ma purtroppo pagò con la vita. Se non...se non fosse stato per quella stupida mocciosa ora lei sarebbe ancora qui!" spiegò Stormy.
Abigail non era d'accordo con la zia, ma preferì non dirglielo. Sicuramente si sarebbe arrabbiata e, date le sue condizioni, non voleva farla agitare.
"Buonanotte zia" disse entrando nella sua camera.
"Buonanotte" rispose la strega continuando per la sua strada.

Ed eccomi qui!!! Ultimamente sto avendo molta ispirazione, per questo vado così spedita. Beh, eccovi questo...capitolo, se si può chiamare così.
Beh, vi lascio. A presto.
Icydarcystormy

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Abigail camminava per i corridoi del palazzo. Scese per una rampa di scale fino ad arrivare ad una porta, a quel punto bussò.
"Chi è?" si sentì rispondere dall'interno.
"Sono Abigail, posso entrare?".
"Si entra pure" rispose la persona all'interno. Abigail aprì la porta ed entrò.
"Ciao Celeste" disse appena entrata chiudendosi la porta alle spalle.
"Che c'è?" chiese Celeste.
"Sai quel mostro che abbiamo visto in quella grotta? Quel Dractum coso lì. Ho scoperto che non dovrebbero essercene su Obsidia, perché in questa stagione emigrano su Esperon."
"E allora? Capita che a volte alcuni animali vengano lasciati indietro dal resto del branco" disse Celeste.
"Si, ma...hai presente quei fumi bluastri che c'erano? Quei fumi sono estremamente tossici per quegli animali, sarebbe dovuto essere morto. Ciò significa che quella era un'altra creatura." spiegò Abigail.
"Liam avrà sbagliato, in fondo era al buio e probabilmente é simile" disse Celeste.
"É questo il punto, non esistono altre creature lontanamente grandi quanto quell'essere. Non sarebbe il caso di andare a controllare?" disse la giovane strega.
"E perché lo dici a me?" disse Celeste.
"Bhe...mia madre é meglio che non lo sappia e non voglio scomodare la zia Stormy, rimani solo tu"
"É questo il motivo?" chiese Celeste.
"Si" disse Abigail, ma dalla faccia si vedeva che non era la verità.
"E va bene" rispose rassegnata Celeste.
"Tu sai perché mia madre e la zia ti trattano così?" chiese ad un certo punto Abigail.
"Si" disse Celeste abbassando lo sguardo.
"Te lo hanno detto loro o lo hai capito tu?" continuò la cugina.
"Credo me lo abbiano detto loro, non ricordo quando..." disse vaga Celeste. In realtà la ragazza ricordava bene quel giorno.

Celeste aveva circa sei anni. Stava correndo per i corridoi quando si andò a scontrare con sua zia Darcy.
"Insomma Celeste! Quante volte ti ho detto di guardare dove vai!" disse arrabbiandosi la strega e guardando male la nipote.
"Scusa zia, non volevo..." disse intimorita la bambina allontanandosi, camminando all'indietro.
"Sai, non riesco proprio a ricordare il motivo per cui continui a vivere qui" disse ancora arrabbiata Darcy.
"Ehm...io...io n-non...forse...".
"Smettila di farfugliare." disse la strega. Poi fece un sorriso sinistro.
"Sai perché io e la zia ti trattiamo così?" disse Darcy.
"P-perché?" chiese la bambina.
"Sai come é morta tua madre? Te lo dirò io. É morta a causa tua! É morta per proteggerti! Se tu non fossi mai nata, tua madre ora sarebbe viva! Perciò invece di piangere ad ogni festa della mamma, come fai da sempre, ricorda che se non c'è é colpa TUA" disse col preciso scopo di ferire la bambina.
"Ma...ma non l'ho fatto apposta..."
"Ora hai anche il coraggio di difenderti?! In camera tua, ora!" disse la strega. Subito Celeste corse via.

"Celeste!".
"Eh?".
"Ma mi stai ascoltando?".
"No scusa, pensavo a una cosa...comunque perché ti interessa?".
"No niente, l'ho chiesto alla zia Stormy e volevo sapere se tu lo sapessi".
"E perché glielo hai chiesto". 
"Curiosità..." rispose vaga Abigail.
"Va bene. Comunque domani andremo a controllare la grotta" disse Celeste.
"Bene, ora vado. Ho un allenamento con mia madre. Ciao".
"A domani" rispose Celeste.
***
Abigail si stava dirigendo verso la stanza degli allenamenti. 
"Ciao Abigail".
"Ciao zia. Non dovresti essere in riunione?" disse Abigail girandosi verso la donna.
"Sai quanto io abbia sempre odiato le riunioni, sono noiose." rispose Stormy.
"Si, ma di solito non le salti" considerò Abigail.
"Sto andando a chiedere una cosa a...".
"Zia?" disse Abigail avvicinandosi alla strega che aveva iniziato a massaggiarsi la fronte.
"Tranquilla é solo un mal di testa" cercò di rassicurarla Stormy prima di perdere l'equilibrio e cadere in ginocchio.
"Zia!" Abigail cercò di farla rialzare ma non ci riuscì. "Vado a chiamare lo zio Derek!" disse Abigail correndo via.
Alcuni minuti dopo tornò seguita da un uomo. Egli era alto e muscoloso. Aveva i capelli lunghi fino alle spalle di un colore tra il marrone e il verde e aveva gli occhi azzurri. 
"Stormy" disse l'uomo avvicinandosi alla donna e prendendola in braccio.
"La porto in camera, grazie Abigail". 
"Figurati zio. Ora vado sono in superipermega ritardo" disse avviandosi verso la sua destinazione mentre alle sue spalle Derek andava dalla parte opposta, continuando a tenere in braccio Stormy.
***
Derek entrò nella camera sua e di Stormy. Appoggiò quest'ultima sul letto, poi si sedette accanto a lei. Stormy girò il capo verso il suo compagno.
"Il medico aveva detto che saresti dovuta rimanere a letto per almeno tre giorni" disse accarezzando le i capelli.
"Non riesco ed essere inattiva per più di un giorno, lo sai" rispose Stormy.
"Certo che lo so, ma devi farlo" disse accarezzandole il ventre ancora piatto. "Promettimi che almeno oggi e domani starai a riposo" disse Derek.
"E va bene" disse sospirando la strega. Dopodiché abbassò indietro il capo fino ad appoggiarlo al cuscino. Si addormentò subito. Anche se non lo mostrava, era molto stanca. Derek spense la luce ed uscì lasciando riposare la sua amata.
***
Era passato un giorno. Abigail arrivò in camera di Celeste.
"Celeste".
"Si?".
"Oggi é il giorno adatto per andare tu sai dove?".
"Perché?".
"Oggi la zia Stormy passerà tutto il giorno a riposare, mentre mia madre sarà due volte più indaffarata del solito poiché dovrà anche sostituire la zia".
"Va bene, andiamo" disse Celeste alzandosi, seguita da Abigail.
Arrivarono all'uscita del palazzo, si teletrasportarono nella foresta e si diressero verso la grotta.
"Ci siamo" disse Celeste appena arrivata all'entrata della grotta.
"Ci siamo" disse Abigail.
"Allora entriamo?" chiese Celeste, anche se aveva l'aria di essere una domanda retorica.
"Entriamo" disse Abigail entrando nella grotta insieme a Celeste.

E rieccomi qui.
E così conosciamo Derek, il compagno di Stormy, nonché padre del bambino che Stormy porta in grembo. Abigail nota qualcosa di strano e chiede aiuto alla cugina per scoprire di cosa si tratta. Alla prossima.
Icydarcystormy

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


"Ricordi dov'era?" chiese Abigail.
"Lì infondo" disse Celeste indicando con il dito un punto della grotta.
"Allora andiamo" disse Abigail che insieme alla cugina si avviò verso il punto indicato da Celeste. Mentre camminavano sentirono una specie ringhio per niente rassicurante. Poi videro un paio d'occhi osservarle con le iridi rosse e le pupille allungate.
"Credo che l'abbiamo trovato" disse Abigail con voce tremante.
"Faccio un po' di luce" disse Celeste. Creò una sfera luminosa e la fece arrivare al soffitto. Il mostro apparì davanti alle ragazze. Era grandissimo, arrivava quasi fino al soffitto della grotta. Aveva le sembianze di un drago: aveva due enormi ali rosse e il corpo di un rettile. I suoi arti inferiori erano grossi e muscolosi, quelli superiori erano più piccoli, ma erano circa il doppio delle ragazze.
"Tranquilla, e poi non fa paura" disse Celeste. Quasi a volerle rispondere, l'essere ringhio e sputò dalla bocca frecce di lava che si solidificarono immediatamente, diventando taglienti come lame. Le frecce si conficcarono nel terreno ai piedi delle ragazze.
"Ok, questo fa un pochino paura" disse Celeste.
Abigail prese il cellulare dalla tasca e fece una foto all'essere.
"Che fai?" le chiese la cugina.
"Gli scatto una foto. Ho un'applicazione che, tramite delle foto, riconosce le specie".
"Ma ieri avevi praticamente detto che non dovrebbe esistere questo...animale".
"Appunto, così ne avremo la certezza" disse Abigail.
Il mostro ringhio un'altra volta.
"Credo sarebbe meglio andarsene" disse Celeste.
"Lo credo anch'io" disse Abigail.
Il mostro cominciò a muoversi, poi cominciò a camminare in modo sempre più veloce verso le due streghe.
"Corri!" disse Abigail.
"Se non l'avessi detto tu sarei rimasta lì ferma" disse Celeste iniziando a correre insieme ad Abigail verso l'uscita. Il mostro sputò delle nuove frecce di lava solida verso le ragazze. Celeste e Abigail si girarono e crearono uno scudo magico per proteggersi. I colpi erano molto potenti, sicuramente c'era un pizzico di magia. Le ragazze non resistettero più e lo scudo si infranse. Una freccia colpì Celeste, fortunatamente non con la punta, alle costole facendola cadere. Un'altra freccia colpì Abigail con la punta, creandole un enorme taglio sullo stomaco, facendola accasciare al suolo. Il mostro si diresse subito verso la più debole pronto a finirla.
"Abigail!!!" Celeste si mise davanti alla cugina e congelò gli occhi del drago, che iniziò a ringhiare e a cercare di liberarsi. Celeste si chinò sulle ginocchia per vedere come stesse Abigail.
"Abigail? Abigail!". Niente, Abigail non rispondeva. Celeste teletrasportò se stessa e la cugina al palazzo.
***
Abigail aprì piano gli occhi.
"Abigail? Abigail, tesoro, stai bene?".br /> "Si. Si mamma" disse Abigail cercando di mettersi seduta.
"No, ferma. Sei ancora troppo debole" disse, premurosa, sua madre.
"É molto grave?" chiese a Darcy. "Non preoccuparti. Sei già stata operata, con due o tre settimane di riposo passerà tutto. La cicatrice sparirà tra un mesetto." le disse la strega. L'abbracciò sdraiandosi anche lei e posandole un bacio sulla guancia.
"Mi hai fatto preoccupare".
"Mi dispiace mamma" disse Abigail.
"Ora dormi, hai bisogno di riposarti, ne parleremo domani" disse Darcy. Abigail chiuse gli occhi e si addormentò subito.
***
Abigail si risvegliò. Sentiva sempre qualcuno abbracciarla, ma non era sua madre, il profumo era diverso. Si girò con non poca fatica verso la persona che la stava abbracciando. Sentendo Abigail muoversi, la persona si svegliò.
"Abigail, amore" disse abbracciandola ancora più stretta.
"Piano zia..." disse Abigail mettendosi una mano sulla fasciatura che aveva sul ventre.
"Scusa. Come ti senti?" le chiese poi con espressione preoccupata.
"Un po' dolorante, ma per il resto abbastanza bene" disse sorridendo la ragazza.
"Meno male, non sai che spavento che ci siamo prese. Tua madre, poi, durante l'operazione era inavvicinabile." disse la strega.
"Era agitata?".
"Se era agitata? Piangeva e rispondeva male a chiunque le si avvicinasse" le disse sua zia. "Non farlo mai più" le disse per poi darle una raffica di baci.
"Questo é il rimprovero più strano che io abbia mai avuto" disse Abigail. "Zia, due domande".
"Ti ascolto".
"Ok, la prima: non dovresti essere a letto?" disse Abigail.
"In teoria lo sono" disse Stormy con un sorriso complice.
"Già" disse Abigail sospirando. "Ok, la seconda: dov'è mia madre?".
"Lei é...ehm...".
"É da Celeste?".
"Diciamo che...".
"Si, é da Celeste" si autorispose Abigail. "Zia Stormy, ti prego, va a fermarla" disse prendendole un braccio.
"No Abigail, se lo merita".
"Non é vero, é stata mia l'idea di andare in quella grotta per trovare quel mostro, lei è venuta solo perché gliel'ho chiesto io. Ti prego zia".
"Non capisco perché ti ostini a difenderla!" disse Stormy alzando la voce.
"Non alzare la voce, per favore. E comunque voi non avete il diritto di trattarla così!".
"Farai meglio a farti passare queste idee!!!" disse Stormy alzandosi ed uscendo dalla camera.
Se sua zia non avesse fermato sua madre, ci avrebbe pensato lei. Si alzò dal letto, aveva indosso il pigiama, ma non le importava. Arrivò in camera di Celeste. Sua madre non c'era, probabilmente aveva già concluso. Si sentivano dei singhiozzi, così entrò completamente. Celeste era seduta sul letto con le ginocchia attaccate al petto. Aveva le mani sul volto e piangeva.
"Celeste...mi dispiace..." disse avvicinandosi alla ragazza dai capelli argentei e mettendole una mano sulla spalla. La ragazza tolse le mani dal viso per guardare la cugina. Abigail sgranò gli occhi: Celeste aveva un enorme livido sullo zigomo destro e aveva l'occhio sinistro arrossato. Inoltre aveva il labbro inferiore spaccato.
"O cielo..." disse Abigail "Adesso basta, la devono smettere". Abigail si diresse a passo spedito verso la porta.
"Abigail, no! Non farai che farle arrabbiare di più, e non se la sconteranno certo con te" disse Celeste, spaventata all'idea di un'altra sfuriata delle zie.
"Ma non possono continuare così!" disse andandosene.
***
"Mamma!".
"Abigail? Che ci fai in piedi, torna a letto" disse Darcy.
"Mamma perché l'hai ridotta così?!".
Darcy assottigliò gli occhi.
"Non ti devo alcuna spiegazione, ora vai a letto o ti ci porto io" disse allontanandosi la strega.
"Dove vai ora?".
"A chiamare tua zia, ho una questione da concludere".
"Mamma no!" disse Abigail seguendola. Darcy si girò verso di lei e le fece un incantesimo di teletrasporto. Abigail si ritrovò in camera sua, sul letto. Si alzò e si diresse verso la porta, ma era chiusa a chiave dall'esterno. Abigail si mise le mani sul volto e si sedette per terra. Aveva combinato un disastro.
***
Celeste era nella sua camera, sapeva che le sue zie sarebbero arrivate a momenti. Ad un certo punto fece irruzione Darcy.
"Ma bene, prima fai quasi morire mia figlia e poi le metti anche in testa certe idee!".
"Non gliel'ho detto io".
"Abigail non ha mai avuto queste idee, sei stata tu a mettergliele in testa" disse avvicinandosi minacciosamente. Un ricordo balenò nella mente della ragazza.

Celeste, involontariamente, aveva fatto cadere Abigail e sua zia sarebbe arrivata a momenti. 
"Ecco dove ti nascondevi!" disse Darcy con un sorriso sinistro. Si avvicinò alla bambina che nel frattempo aveva iniziato a tremare, impaurita. Sua zia le diede uno schiaffo, poi un altro e un altro ancora, sempre più forti. La bambina piangeva mentre cercava di proteggersi con le braccia, inutilmente. 
"Basta zia, ti prego..." disse la piccola, allo stremo.
"La prossima volta ci penserai due volte" disse Darcy continuando ancora per un bel po'.

Il ricordo di Celeste fu interrotto dallo schiaffo di sua zia Darcy.
"Questa volta non tre la caverai così facilmente" disse.
***
Abigail sentì qualcuno girare la chiave dall'esterno. Sua zia fece capolino dalla porta.
"Non sei con mia madre ad aiutarla ad uccidere Celeste?".
"Non la ucciderà, sono qui per controllare che tu non scappi" disse chiudendo la porta alle sue spalle. 
"Perché sei seduta per terra? Mettiti sul letto" disse prendendole un braccio per farla alzare, che però Abigail ritrasse in malo modo.
"Che c'è?" chiese Stormy.
"Perché?" chiese Abigail.
"Perché cosa?".
"Perché con me ti comporti così mentre con Celeste sei l'esatto opposto?".
"Te l'ho già spiegato".
"Si, ma io non riesco a credere che tu e mia madre non proviate un minimo d'affetto per lei" disse Abigail guardando la donna negli occhi.
"Chi ti dice che noi non le vogliamo bene?" disse Stormy dopo qualche secondo.
"Eh?" disse Abigail incredula. "Cioè vorresti dire che voi le volete bene?".
"Io...bhe...ehm...si, io almeno, si." disse Stormy guardando il pavimento. "Sai, prima che tua zia, ehm, morisse...mi piaceva stare con Celeste, Fiocco di neve, così la chiamavamo. Era carina, ci occupavano sempre di lei quando Icy era impegnata, ma dopo quel che successe...non siamo riuscite proprio a trattenere la rabbia e il rancore. Man mano, però, sento che quel poco d'affetto verso di lei che mi rimane sta svanendo".
"Sei tu che vuoi farlo svanire" disse Abigail.
"Non mi va di parlare di questo, é ora di pranzo, ti porto io qualcosa" disse uscendo e richiudendo a chiave.
Abigail era rimasta molto sorpresa da quello che le aveva detto sua zia; forse allora c'era una speranza che Celeste e le sue zie si riappacificassero.
***
"Mi dispiace, puoi mangiare solo riso" disse Stormy entrando nella camera della nipote.
"Non ho molta fame" disse Abigail.
"Te lo lascio qui per dopo" disse Stormy, per poi andarsi a sedere sul letto accanto ad Abigail. "Sei ancora arrabbiata?".
"Un po', tu?" disse Abigail.
"Un po', ma forse ho esagerato" disse la strega.
"Mi dispiace, non avrei dovuto farti arrabbiare".
"In fondo è molto difficile non farmi arrabbiare" disse Stormy. 
"Comunque, potresti aiutarmi?".
"A fare cosa?".
"Guarda" disse prendendo il cellulare e mostrandole la foto del mostro. "Conosci questa creatura?". Stormy sbiancò appena lo vide.
"Zia va tutto bene?" disse Abigail. "Sai cos'è?".
"Menlok" disse con un fil di voce.


E rieccomi qui!!! La mia mente ha creato questo, accontentatevi.
Ringrazio Tressa e LestrangeMills per aver recensito tutti i miei capitoli e ovviamente ringrazio anche chi segue silenziosamente. A presto.
Icydarcystormy.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


"Come Menlok?!" disse Abigail.
"Sai, Menlok era in grado di assumere quelle sembianze, usava quel metodo per nascondersi dai nostri esploratori che mandavamo a cercarlo. Ma noi lo abbiamo sconfitto, io ero presente, lo stavo guardando negli occhi mentre insieme a tua madre gli ho dato il colpo di grazia! Abbiamo controllato più volte, era morto...morto!!!" disse Stormy prendendosi il volto tra le mani.
"Tranquilla zia, calmati" diceva Abigail mentre le accarezzava la schiena. "Magari ti sei sbagliata".
"No no, io non potrò mai dimenticare la sua immagine e ti assicuro che é proprio lui! Quel viscido ha ucciso nostra sorella, ed é ancora vivo!!!" disse alzando sempre di più la voce per poi scoppiare a piangere.
"Siete già riuscite a batterlo, ci riuscirete di nuovo" disse Abigail per rassicurarla.
"Prima di tutto io non sono esattamente nelle condizioni ideali per combattere, e poi, nonostante fosse già morta prima della battaglia finale, Icy era con noi durante le precedenti battaglie e lo ha portato allo stremo delle forze. Questa volta sarà molto più difficile".
"Io non ti chiederei mai di combattere, e penso che neanche gli altri lo farebbero, ma questa volta ci siamo anche io, lo zio Derek, Celeste...".
"Celeste? Che c'entra lei?".
"Quel mostro ha ucciso sua madre, sicuramente anche lei vorrà combattere" disse Abigail.
"Ma se non le abbiamo mai dato una sola lezione di magia?!".
"Nella grotta ha dimostrato di saper usare i suoi poteri"
"A proposito della grotta" disse Stormy cambiando tono di voce.
"Si?" disse Abigail con voce insicura.
"Abbiamo trovato la giusta punizione" disse con un sorriso beffardo Stormy. "Dovrai lavare i denti ai draghi per due settimane. Vanno lavati due volte al giorno".
"Ti prego no! Lo sai quanto mi disgustano queste cose!".
"Mi dispiace, la tua é stata una mossa avventata, in questo modo imparerai!".
"Parli proprio tu?" chiese Abigail scherzosamente.
"Ti ci vuole proprio un po' di disciplina!" disse anche lei scherzosamente. "Ora però é il caso che tu riposi un po'" disse facendola arrivare al cuscino e rimboccandole le coperte. "Buon riposo".
"Grazie" disse Abigail prima di addormentarsi.
***
"Darcy!" disse Stormy dirigendosi verso la sorella, che si girò verso la donna.
"Quella creatura che Abigail e Celeste hanno visto nella grotta era Menlok!". 
"Cosa? Ma era morto!" disse Darcy.
"A quanto pare non era poi così morto" disse Stormy.
"Ci mancava solo questa." disse sospirando. "Come sta mia figlia?".
"Bene, ma non ha voluto mangiare".
"Vado da lei".
"Aspetta. Sta dormendo".
"Farò piano" disse dirigendosi verso la camera della figlia.
***
"Mi avevi promesso che saresti rimasta a letto" disse Derek alla compagna appena entrata.
"Lo so, ma Abigail ha subito un'operazione a causa di un "incidente" e sono andata a vedere come stava" disse Stormy per poi sedersi sul letto accanto al compagno.
"Qualcosa non va?" chiese Derek.
"L'essere infido che ci ha tormentate per due anni e che ha ucciso mia sorella é tornato e ho nausee e mal di testa sempre più frequenti, non é il periodo più bello della mia vita!" disse tutto d'un fiato.
"Calmati, su. Lo sai che non ti dovresti agitare." disse Derek accarezzando i ricci della compagna.
"Come faccio a non agitarmi?!" disse urlando, poi si calmò. "Vedi, ho sofferto molto la morte di Icy, il fatto che anche lui fosse morto mi faceva sentire un po' meglio. Ma ora so che é vivo, che quindi non ha pagato per quello che ha fatto, non so descrivere come mi sento perché male non basta" disse mettendosi a piangere. Derek le diede un bacio sulla fronte per poi scendere alle labbra.
"Non adesso Derek" disse Stormy fermando il compagno che stava iniziando a spingersi oltre. "Non me la sento" continuò alzandosi e prendendo alcuni documenti necessari per la riunione che si sarebbe svolta. "Magari questa sera..." sussurrò infine con tono malizioso per poi uscire dalla camera.
***
Celeste stava silenziosamente salendo le scale. Finalmente arrivò alla sua destinazione e aprì la porta.
"Abigail? Abigail?" sussurrò. Nessuna risposta. "Forse starà dormendo" pensò. Infatti la trovò dormiente nel suo letto. Sentendo dei rumori, Abigail si svegliò.
"Celeste? Che ci fai qui?".
"Niente, volevo solo sapere come stavi. Come stai?" chiese Celeste.
"Un po' dolorante, ma nel complesso abbastanza bene" disse Abigail mettendosi seduta.
Per qualche secondo tra le due calò il silenzio. Celeste fissava gli occhi della cugina, quest'ultima se ne accorse.
"Che c'é?". 
"Niente é che...hai dei bei occhi. Sono di un nero così...intenso".
"Ehm...grazie".
"Sai però a cosa pensavo? Non sono quelli di tua madre, nè quelli della mia e della zia Stormy, dalle illustrazioni che ho visto neanche i nostri nonni li avevano così" constatò Celeste.
"E allora?".
"Devi averli ereditati da tuo padre".
"Ottima constatazione".
"Chi é tuo padre?".
"Io...non lo so".
"Davvero?" chiese Celeste incredula.
"Mia madre ha sempre cercato in ogni modo di evitare l'argomento, ho provato a chiederglielo più e più volte, ma non me ne ha mai parlato" spiegò Abigail.
"Ma ormai sei grande, hai il diritto di saperlo! Perché non insisti?" chiese Celeste non capendo la cugina.
"Vedi Celeste, mi sono accorta che anche solo accennare a quell'argomento la fa soffrire, io le voglio bene e non voglio che soffra" disse con calma la ragazza.
"Ah. Tanto per cambiare argomento, hai scoperto che creatura é quella che abbiamo visto?" disse Celeste.
"Si" disse Abigail abbassando lo sguardo.
"E cos'è?" chiese Celeste.
"Non é un animale, é una persona in grado di cambiare forma, diventando così".
"E chi é?" chiese Celeste che stava iniziando a perdere la pazienza.
"Menlok" disse Abigail a voce bassissima ma comunque udibile.
"Cosa?" chiese Celeste dopo un secondo di pausa. "Menlok?! No, non é vero" disse alzandosi e fissando la cugina.
"Purtroppo é così".
"Quello schifoso ha ucciso mia madre!!! Per colpa sua io non la conosco, non ho alcun ricordo di lei e le mie zie, la mia famiglia, mi odiano!!!" disse tutto d'un fiato per poi mettersi a piangere. "Io lo ucciderò" disse infine la ragazza.
"Non fare mosse avventate, mia madre e la zia si staranno organizzando per toglierlo di mezzo una volta per tutte" disse Abigail per calmare la cugina. 
"Ho bisogno di calmarmi" disse Celeste avviandosi verso la porta.
"Dove vai?" chiese Abigail.
"Dove vado sempre quando sono nervosa" disse uscendo.
"Però, sempre esaustiva..." commentò Abigail.
***
Celeste arrivò a destinazione.
"Ciao mamma" disse guardando la foto di sua madre come fosse davvero lei. "Devo dirti una cosa, anche se so che non ti piacerà, Menlok é ancora vivo. Sicuramente ti sarai appena rivoltata nella tomba" disse sarcastica. "Ma non é di questo che volevo parlarti. In realtà sono qui per informati un po' su quello che sta accadendo nella mia vita: Abigail sta cercando di avvicinarsi a me, la cosa in realtà non mi dispiace, ma per quanto mi sforzi non riesco a non essere gelosa di lei. Lei é così...amata, tutti si preoccupano per lei e se ne prendono cura... pensa, sto cominciando ad essere gelosa perfino del bambino della zia Stormy, nonostante si ancora piccolo così" disse facendo un gesto con la mano. "Se io morissi farebbero una festa, non verserebbero una sola lacrima..." disse mentre le lacrime cominciavano a scendere dai suoi occhi. "Mi manchi tanto mamma, se tu fossi qui le cose sarebbero diverse". Poi diede un bacio sulla foto della madre e se ne andò.
***
Darcy entrò nella camera della figlia. Fu sorpresa di trovarla sveglia.
"Credevo stessi dormendo" disse avvicinandosi al letto.
"Mi sono svegliata qualche minuto fa" disse Abigail.
"Stai bene? Sei così pallida" disse accarezzandole una guancia.
"Si" disse Abigail, anche se la faccia dimostrava altro. Dopo qualche secondo si alzò di scatto dal letto e corse in bagno.
"Abigail!". Darcy si alzò anche lei e corse dalla figlia. Abigail stava vomitando violentemente, Darcy le si mise accanto accarezzandole la schiena. Appena finì andò a sciacquarsi la bocca.
"Ti fa male lo stomaco?" chiese preoccupata Darcy.
"Si, molto" disse con voce roca mentre si teneva lo stomaco.
"Prima non ti saresti dovuta alzare, deve essere stato uno sforzo eccessivo" disse Darcy mentre l'accompagnava di nuovo a letto. "Ora mettiti a letto e vedrai che passerà tutto".
"Mi fai una tisana?" disse Abigail dopo essersi messa sotto le coperte.
"Certo piccina, e dove la vuoi? Nel biberon?" disse per prenderla in giro.
"Come non detto" disse Abigail.
"Te la vado a fare" disse dandole un bacio ed uscendo.
***
Erano passate quattro ore. Abigail stava ancora dormendo, Darcy e Stormy stavano organizzando una spedizione per catturare Menlok.
"Tu te la sentiresti di andare?" chiese Darcy alla sorella.
"Non lo so, al momento non sto molto bene, magari tra una settimana se starò meglio" disse Stormy.
"Non possiamo aspettare, partirei anche domani stesso ma non c'è abbastanza tempo per organizzarci. Direi dopodomani, oltre ai nostri guerrieri, saremo solo in due".
"Due?".
"Si, tu non sei in condizioni di venire e non posso certo portarmi Abigail, andremo io e Derek...che c'è? Sei gelosa?" disse Darcy.
"Non sono gelosa!" disse imbronciandosi Stormy. "Prima Abigail mi aveva proposto di portare non noi Celeste, dato che siete in pochi potresti portarla con te".
"Ci sarebbe solo di intralcio".
"Abigail dice che nella grotta ha saputo usare i suoi poteri".
"Va bene, la porterò. Almeno avremo un po' d'aiuto in più".
***
Abigail stava dormendo. Stormy entrò nella camera, avevano bisogno di sapere dove fosse la grotta.
"Abigail..." sussurrò scuotendola piano.
Abigail mugugnò qualcosa e poi aprì gli occhi. "Zia..." disse stropicciandoseli. 
"Abigail, ricordi dove fosse quella grotta?".
"Ehm, no. Non ricordo. Dovete andare lì per catturare Menlok?".
"Esatto".
"Verrà anche Celeste con voi?".
"Si".
"Allora potrà condurvi lei alla grotta" concluse la giovane per poi sbadigliare. "Che ore sono?".
"Quasi le sei" rispose Stormy.
"Ho dormito tutto questo tempo?".
"Già" rispose Stormy ridacchiando. "Ti senti meglio adesso?".
"Non sono in perfetta forma, ma sicuramente sto meglio di prima".
"Il dottore ha detto che per le prossime due settimane potresti avere dei crampi allo stomaco".
"Non posso prendere qualche antidolorifico?" chiese Abigail.
"Assolutamente no, al massimo puoi metterti una borsa d'acqua calda" disse Stormy. "Tra un'ora ceneremo, tu vuoi mangiare?".
"No, mi fa male lo stomaco".
"Ok, allora vado. Ti lascio qualche libro da leggere, così avrai qualcosa da fare" disse appoggiando dei libri sul comodino accanto al letto.
"Ti ho già detto che ti amo?" disse Abigail.
"Si, parecchie volte" disse Stormy sorridendole. "Buona lettura" disse prima di uscire.


Ciao a tutti! Ed ecco, con un giorno di ritardo, il capitolo sei. Dunque, Abigail, poverina, comincia a mostrare di non stare bene,(Darcy in quella scena, più che una Trix, sembra una Winx :-P). Le due Trix decidono di partire per una spedizione, a cui però Stormy e Abigail non parteciperanno, a cui parteciperà anche Celeste.
Ringrazio ancora Tressa e LestrangeMills per le loro recensioni e ovviamente ringrazio anche tutti coloro che seguono silenziosamente. Al prossimo aggiornamento. 
Icydarcystormy.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Celeste era nella sua camera, precisamente sul letto. Darcy entrò aprendo di scatto la porta.
"Celeste! Qui, subito" disse indicando il pavimento sottostante con un dito. Celeste si alzò e si diresse verso la zia.
"Menlok é tornato" disse poi la donna.
"Lo so, Abigail me lo ha detto" rispose la ragazza.
"Bene, abbiamo organizzato una spedizione per farlo fuori una volta per tutte, ma, oltre i guerrieri, siamo solo in due, cioè io e tuo zio Derek. Tua zia Stormy non verrà per ovvie ragioni ed Abigail sta ancora troppo male." disse Darcy, poi si bloccò alcuni secondi. "Tu sei disposta a venire?"
"Certo. Quello schifoso ha ucciso mia madre!" disse alterandosi.
"Già, insieme ad una complice..." disse Darcy prima di andarsene. Celeste nel frattempo era rimasta rigida. Non appena Darcy ebbe chiuso la porta, delle lacrime iniziarono a scenderle dagli occhi. Perché le sue zie si divertivano tanto a farla star male? Davvero non provavano un minimo di pietà per lei? No, non lo avevano mai provato. Celeste, da bambina, aveva provato più volte ad avvicinarsi alle zie, infondo voleva loro bene, e gliene voleva anche in quel momento.
Era il compleanno di Stormy. Celeste aveva quattro anni, avrebbe voluto farle un regalo, ma non aveva idea di come fare; non aveva soldi per comprarglielo, e in ogni caso non sapeva cosa regalarle. Così decise di fare una cosa semplice, cioè un disegno, ma avrebbe almeno cercato di farlo al meglio. Ci mise quasi tre ore, ma il risultato la soddisfaceva. Dopo averlo finito, prese il disegno e si diresse da sua zia.
"Ciao zia" disse appena la vide.
"Che vuoi?" disse Stormy sgarbatamente.
"Volevo darti gli auguri di buon compleanno"
"Bene, me gli hai dati, ora smamma!"
"V-veramente volevo anche...insomma...darti questo" disse porgendole il disegno.
"É bello" disse Stormy una volta presolo in mano.
"Davvero?" chiese Celeste.
"No" disse Stormy strappandolo davanti ai suoi occhi. Celeste ebbe la stessa reazione che aveva appena avuto. Si irrigidì e iniziò a piangere.
Ma ora doveva concentrarsi su come sconfiggere Menlok. Le sue zie erano a palazzo ed erano libere, non poteva uscire per allenarsi, l'avrebbero subito scoperta. Così si sedette per terra a gambe incrociate ed iniziò a meditare per concentrare i suoi poteri.
***
Arrivò il giorno della spedizione. Celeste, Darcy, Derek e cinque guerrieri si stavano incamminando nella foresta dalle mille urla. Celeste era davanti a tutti per guidarli fino alla grotta. Dopo mezz'ora di cammino, arrivarono all'entrata della grotta.
"É questa la grotta" disse entrando seguita dagli altri. Dopo che ebbero percorso pochi passi, si sentì un forte ruggito. 
"Siamo arrivati" disse Celeste. Celeste, Darcy, Derek e i guerrieri si misero in posizione d'attacco. La battaglia stava per cominciare.
***
Abigail era sdraiata sul letto e leggeva uno dei libri che le aveva dato la zia. Era molto presa, il genere era proprio quello che preferiva, l'horror, sua zia la conosceva molto bene.
"Bu!"
"Ahh...zia!" disse Abigail spaventata per l'improvvisa apparizione della zia.
"Era uno scherzo..." disse Stormy divertita.
"Che bambinona che sei" disse Abigail. "Ero entrata nell'atmosfera, ora dovrò ricominciare da dieci pagine prima per rientrarci".
"Che lamentosa..." disse Stormy. "Lo leggi dopo, ora sta con me, ti preeego"
"Perché?"
"Perché sia Darcy che Derek non ci sono e mi sento sola"
"E va bene piccola" disse Abigail per prenderla in giro.
"Parliamo?" chiese Stormy.
"Nelle mie condizioni non posso certo andarmi a fare un giro in moto"
"Oggi sei più scorbutica del solito" constatò Stormy.
"Bhe, ho un taglio enorme sulla pancia neanche stessi facendo un cesareo, ironico parlare di questo proprio con te, e ho anche...le mie cose, capiscimi. Perché sono così sfigata?!" si sfogò Abigail facendo ridere Stormy. "Tu ridi, io sto soffrendo" 
"Andiamo piccola, non é così... doloroso" disse Stormy.
"É facile parlare per te, tu non le avrai per i prossimi sette mesi!"
"Tornando a noi, di cosa vuoi parlare?"
"Non so, posso farti qualche domanda per vedere quanto mi conosci" propose Abigail.
"Ti conosco meglio di come ti conosci tu" disse Stormy.
"Questo lo vedremo" disse con tono di sfida "siediti però" disse spostandosi per permettere alla zia di sedersi.
"Grazie tesoro" disse Stormy sedendosi.
"Vediamo, il mio colore preferito?"
"Il nero e il viola"
"Giusto. Il mio genere film e di libri preferito?"
"Horror"
"Sei molto preparata. Cosa mi piace di più del tuo aspetto?"
"Gli occhi, me lo dici sempre"
"Che centra? Anche a mia madre dico sempre di chiudere la porta, ma non lo fa mai. Ok, una cosa imbarazzante su di me?" disse Abigail alzando un sopracciglio.
"Ok, ne so così tante...tua madre ti da ancora il bacio della buonanotte"
"Già..." disse abbassando il capo, imbarazzata.
***
Celeste, Darcy e Derek si avvicinarono per primi al mostro.
"Attacchiamolo per primi, non diamogli il tempo di attaccare" disse Derek.
"Io dico che é meglio aspettare e vedere che fa" disse Darcy.
"Io sono d'accordo con lo zio" disse Celeste.
"Nessuno qui ha chiesto la tua opinione" disse Darcy. Celeste abbassò lo sguardo, in fondo avrebbe dovuto aspettarsi qualcosa del genere.
"Io lo attacco" disse Derek alzandosi in volo e dirigendosi verso Menlok. Anche Celeste si alzò in volo e lo seguì. Darcy non poté fare altro che seguirli, seguita dai suoi guerrieri. Il drago, vedendoli, ringhio minacciosamente e iniziò a sparare frecce di lava, che vennero tute schivate dagli avversari. Derek lanciò un incantesimo verso il mostro, ma lo scalfì appena. I guerrieri iniziarono a colpirlo ripetutamente con incantesimi e raggi lanciati da delle lance argentee. Darcy era al lato destro del mostro e lo colpiva con sfere d'oscurità. Celeste, invece, era davanti al mostro. Sembrava, tra tutti, la più infuriata.
"Ti ucciderò mostro!!!" urlò lanciandogli un altro incantesimo. Il mostro, nel frattempo, continuava a lanciare frecce di lava contro chiunque gli capitasse a tiro.
"Mostrati se ne hai il coraggio, Menlok!!!" disse Darcy lanciandogli l'ennesimo incantesimo.
Darcy ebbe un'idea. Si mise davanti al drago e fece fuoriuscire un alone viola che ingrandì e avvolse anche il mostro per poi iniziare ad assorbirne i poteri. Il mostro iniziò a rimpicciolirsi finché non prese la forma di un uomo. Sembrava abbastanza alto e muscoloso, aveva la pelle abbronzata e i capelli lisci e rossi, più scuri di quelli di Bloom, raccolti in otto code.
"I suoi poteri si rigenereranno in fretta, uccidiamolo adesso" disse Darcy. Derek fu il primo ad avvicinarsi ,ma, prima che potesse fare qualcosa, Menlok lanciò un incantesimo verso l'uomo che però si scansò in tempo. L'incantesimo colpì Celeste, che si trovava dietro lo zio. Fu avvolta da un alone verdastro che però si dissolse subito.
"Che cosa mi hai fatto?" chiese Celeste.
"Semplice, ho legato la mia vita alla tua. Non avremo nessun tipo di collegamento fisico, con l'unica eccezione che se io dovessi morire morì resti anche tu" disse Menlok. "Avanti, su. Uccidetemi" disse Menlok per poi ridere di gusto. Derek non fece nulla, Darcy invece, sorprendendo tutti, compreso Menlok, lo colpì facendolo svenire. Derek e i guerrieri la fissavano.
"Gli ho solo fatto perdere i sensi..." si difese la strega. Tutti erano rimasti piuttosto perplessi da quel comportamento, tutti tranne Celeste che, invece, non sembrava per nulla perplessa.
Derek si avvicinò allo stregone e lo prese sulle spalle. Tutti uscirono dalla grotta per tornare a palazzo.
***
"Come lo chiamerai?" chiese Abigail guardando il ventre della zia.
"Non so neanche se sia maschio o femmina" disse Stormy.
"Vorresti sia maschio o femmina?"
"Non importa, é uguale" rispose Stormy.
"Ah..." disse Abigail.
"Femmina" disse sottovoce Stormy.
"E lo zio Derek?"
"Ovviamente vorrebbe un maschio"
"Di solito le donne sentono se il proprio figlio sarà maschio o femmina" constatò Abigail.
"Io non sento nulla" disse Stormy. "Abigail? Abigail stai bene?"
"Ho un po' di mal di stomaco" disse Abigail. Però, dopo appena due secondi si piegò in due e urlò per il dolore.
"Abigail?! Calmati, su. Adesso ti porto dal medico" disse alzandosi e prendendola per un braccio. Abigail non sembrava collaborare, così Stormy decise di portare il medico lì.
***
Darcy, Derek e Celeste, insieme ai guerrieri, arrivarono al palazzo.
"Portate lo nelle segrete, assicurativi che non scappi" ordinò Darcy alle guardie che presero Menlok e lo portarono dove la loro regina aveva ordinato.
Darcy si diresse verso la nipote.
"Se non fosse stato per colpa tua, avremmo potuto ucciderlo" disse con tono arrabbiato la strega.
"Scusa, era la mia prima battaglia..."
"Non provare a giustificati, verrai punita per questo" disse Darcy.
***
Darcy si stava dirigendo verso la camera della figlia, davanti alla porta trovò Stormy che le andò incontro.
"Cos'è successo?" chiese Darcy allarmata dal comportamento della sorella.
"Abigail si é sentita male, il medico la sta visitando". Proprio in quel momento il medico uscì dalla stanza.
"Allora?" chiesero all'unisono le due streghe.
"Credo che la situazione si stia aggravando, dobbiamo al più presto ricorrere ad un'altra operazione" disse il medico.
"E questa operazione sarà...pericolosa?" chiese Darcy preoccupata.
"Non c'è pericolo di vita, e se riuscisse non ci sarebbe alcun tipo di ripercussione" spiegò il medico.
"E se non dovesse riuscire?" chiese Stormy, anche lei preoccupata per la nipote.
"Se non dovesse riuscire potrebbe entrare in coma" rispose secco il medico. "Le probabilità di riuscita sono del cinquanta per cento. Allora, autorizza?" chiese il medico a Darcy.
"Non saprei, sembra pericolosa..."
"É urgente, deve decidere in fretta. Ha al massimo tre ore per decidere, dobbiamo allestire la sala operatoria e prendere tutti i farmaci necessari in tempo per l'operazione che, se acconsentirà, si svolgerà domani".
"Domani?!" chiesero all'unisono le due Trix.
"Ve l'ho detto, se dobbiamo operarla dobbiamo farlo subito, altrimenti potrebbe incombere in serie conseguenze"
"Le farò sapere, grazie dottore" disse Darcy. Appena il medico si fu allontanato, Darcy si mise una mano sugli occhi.
"Vado da lei" disse Stormy "che faccio? Glielo dico?" 
"No, gliene parlerò io dopo. Ora devo pensare a cosa dirle e soprattutto a cosa fare" disse Darcy. Stormy annuì ed entrò.
***
"Ciao zia" disse Abigail con voce bassa e roca.
"Ciao piccola" disse avvicinandosi e accarezzandole la testa. "Come stai?"
"Male" disse Abigail.
"Mi dispiace tanto tesoro" disse Stormy dandole un leggero bacio sulla guancia.
"La mamma? É tornata?"
"Si, é qui fuori"
"Perché non entra?"
"Sta parlando con il medico" mentì Stormy.
"Sembra che un elefante mi stia saltando sullo stomaco" disse Abigail.
"Addirittura?"
"Si, ti prego fa qualcosa, non ce la faccio più"
"Perché non provi a dormire un po'?" propose Stormy.
"Il dolore é troppo forte, non ci riesco" 
Stormy le fece un incantesimo e la fece addormentare.
***
"Ciao Derek" disse Stormy entrando nella camera sua e del compagno. "Com'è andata?"
"Menlok ha fatto un incantesimo a tua nipote, ora la loro vita é legata, lo abbiamo catturato" disse il compagno.
"Vado a vederlo, così potrò sputargli in faccia" disse Stormy.
"Non lo hanno ancora messo in cella, la stanno potenziando magicamente" disse Derek.
"Meglio, così potrò farlo da più vicino" disse infine la strega uscendo dalla camera.
"Stormy! Torna qui!" disse Derek seguendo la compagna. Ci voleva molta pazienza con Stormy...
***
Stormy arrivò nel luogo in cui si trovava Menlok. Lo stregone era insieme ad una decina di guardie, due della quali lo stavano trattenendo per le braccia.
"Eccoti, schifoso!" disse avvicinandosi. Improvvisamente Menlok si liberò dalla presa delle due guardie. Aveva ai polsi dei braccialetti che gli impedivano di usare i suoi poteri, così si lanciò contro Stormy e la buttò per terra. Stava per colpirla, ma Derek, appena entrato nella stanza, si frappose tra lui e Stormy e gli lanciò un pugno in pieno viso. Le guardie lo catturarono nuovamente. Derek si avvicinò alla sua compagna.
"Tutto bene Stormy? Vuoi che chiami il medico? L'infermiere? Il ginecologo? L'ostetrica? Vuoi che..."
"Derek, sto bene." disse alzandosi aiutata dal compagno, appena fu impiedi gli stampò un bacio sulla guancia.
"Ti amo" disse Stormy per poi iniziare a baciarlo.


Ehilà! Eravate convinti che oggi non avrei aggiornato, vero? E invece eccomi qui!
Così, Menlok ha legato la sua vita a Celeste, ma alla fine é stato catturato. Abigail dovrà subire un'operazione abbastanza rischiosa, poverina. Al prossimo aggiornamento. Icydarcystormy.
P. S.
Mi suggerireste se il bambino di Stormy debba essere maschio o femmina? Grazie.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


"Allora? Glielo hai detto?" chiese Stormy alla sorella appena uscita dalla camera di Abigail.
"Si" rispose Darcy a capo chino.
"E come l'ha presa?" chiese ancora la strega.
"Sta ancora piangendo. Io non ce l'ho fatta e sono uscita" rispose.
"Hai deciso cosa fare?"
"Cosa posso fare? Ho acconsentito. Se dovesse peggiorare non potrei sopportare i sensi di colpa".
"Quindi la opereranno domani?"
"Si, alle otto" disse Darcy "ora vado da lei. Dovrò spiegarle meglio in cosa consiste e i rischi" disse infine entrando nuovamente nella stanza.
***
Passò un giorno. Erano le sette e mezzo del mattino. Darcy era rimasta a vegliare sulla figlia per tutta la notte. 
"Abigail" sussurrò Darcy scuotendola dolcemente.
"Mmm...mamma?" disse Abigail svegliandosi.
"Ascolta Abigail, tra circa mezz'ora ti opereranno. Prima che tu entri in quella sala ed inizi l'operazione ho bisogno di dirti alcune cose: ti voglio e ti ho sempre voluta un mondo di bene. Qualsiasi esito avrà quest'operazione io rimarrò sempre con te" disse Darcy mentre tentava di trattenere le lacrime. 
"Grazie, mamma. Anch'io ti voglio bene" disse Abigail. "Mamma, considerando la situazione, puoi rispondere ad una domanda?"
"Certo" disse Darcy.
"Chi é mio padre?" chiese Abigail.
Darcy restò sbigottita un attimo. Non sapeva se avrebbe dovuto rispondere o meno."Abigail...e va bene" disse Darcy sospirando. "Poco meno di tredici anni fa, eravamo in guerra con Menlok per il predominio sul pianeta. Icy era morta, io e Stormy faticavamo un sacco a tenergli testa, così ci venne in mente un'idea: una di noi due avrebbe dovuto far finta di passare dalla sua parte, decidemmo che sarei dovuta essere io. Ci vollero circa due mesi per convincerlo totalmente, ma alla fine ci riuscii. Ma una notte, pochi giorni prima la sua sconfitta proprio grazie alle informazioni che ero riuscita a recuperare, lui mi propose di...appartarci. Io non ero per niente d'accordo, così lui mi trascinò con la forza. Aveva...abusato di me" disse affondando il viso tra le mani. "Due settimane dopo aver sconfitto Menlok, mi accorsi di essere incinta.".
Darcy fissava il viso della figlia cercando di capirne le emozioni. Temeva si fosse arrabbiata con lei per non averglielo mai detto. Ma le sue preoccupazioni sparirono subito.
"Così, nonostante tu fossi consapevole del fatto di portare in grembo una creatura nata da un abuso da parte del tuo peggior nemico...hai deciso ugualmente di tenermi?"
"Ti ho sempre amata tesoro, fin da quando so della tua esistenza. Non avrei mai avuto il coraggio di abbandonati o, peggio, abortire" rispose con gli occhi lucidi Darcy.
Ad un certo punto si sentì bussare.
"Avanti" disse Darcy asciugandosi le lacrime.
Il medico entrò nella stanza.
"Siamo pronti per l'operazione. Non appena si sarà cambiata la porteremo in sala operatoria" disse il medico ad Abigail.
***
Darcy e Stormy erano sedute su delle sedie fuori dalla stanza in cui Abigail stava subendo l'operazione. L'operazione sarebbe potuta durare anche dieci ore.
"Non é necessario che tu stia qui per tutta la durata dell'intervento" disse Darcy rivolta alla sorella.
"Non sarò tranquilla finché mia nipote non uscirà da quella stanza" disse Stormy.
"Guarda un po' chi arriva" disse Darcy guardando Celeste che si stava avvicinando alle due donne.
"Che vuoi?!" chiese sgarbatamente Stormy.
"Niente, volevo rimanere qui ad aspettare la fine dell'operazione di Abigail, sono preoccupata per lei e..."
" PREOCCUPATA? Tutto questo é successo per colpa TUA! Tutti i nostri problemi sono sorti a causa tua!!! Per causa tua Icy é morta! Per causa tua non possiamo uccidere Menlok! E sempre per causa TUA mia figlia rischia di entrare in coma!!! Io amo mia figlia, sto male anche solo se si fa un taglietto, ma a te non é importato nulla!!!" 
"E A TE E QUELLA SCLEROPATICA  É MAI IMPORTATO QUALCOSA DI ME?!!! Ricordate di avermi mai detto una sola parola dolce?! Una sola carezza?! Un solo bacio?! Un solo abbraccio?! Io non ho un solo ricordo felice!!! E temo non ne avrò mai, ma a voi, di questo, non importa un fico secco!!! Sinceramente non so proprio cosa mi faccia andare avanti!!! Io...non ho mai conosciuto mia madre, non ho un solo ricordo di lei, ho una vita d'inferno!!! Non ho una vera e propria camera, non posso esprimere opinioni di nessun tipo, non ho mai avuto un solo regalo, un solo augurio per il mio compleanno, vengo sgridata anche quando tossisco, vengo picchiata, umiliata e spesso ignorata e sarei IO quella a cui non importa nulla di te?!! Ma sai una cosa? Hai ragione, é solo colpa mia, come sempre. Forse sarebbe meglio farla finita!!!" disse per poi correre via piangendo.
Darcy era rimasta pietrificata per tutto il tempo in cui Celeste aveva parlato.
***
Celeste entrò in "camera" sua e si gettò sul letto affondando la testa nel cuscino per soffocare i singhiozzi.
Dopo un po' decise che era il momento di farla finita. Allungò un braccio e frugò nel cassetto superiore del comodino. Estrasse un coltellino svizzero nero. Si sedette a gambe incrociate ed estrasse la lama dall"'impugnatura del coltello. Si guardò il polso. A causa della carnagione chiara per un breve tratto era visibile la vena. Sarebbe bastato un solo taglio e tutto sarebbe finito. Appoggiò la punta della lama sul polso, la mano le tremava. Chiuse gli occhi e si preparò a muovere la lama. Una mano strinse il suo braccio allontanandolo dal suo polso proprio quando stava per tagliare.
"Ti rendi conto di ciò che stavi per fare?" disse Darcy mantenendo ancora il braccio.
"Ora dammi quel coltello" disse Stormy protendendo il braccio verso quello in cui Celeste teneva il coltellino svizzero.
"No!" disse riuscendo a liberarsi. Si alzò in piedi e rimise la lama nella posizione di prima. "Così facendo lascerò finalmente questa vita, non vi creerò più problemi e Menlok morirà. Tutti saranno più felici"
"No, questo non é vero. Io non ne sarei felice, affatto" disse Stormy mentre Darcy riuscì a togliere il coltello dalla mano della nipote. Stormy, a un certo punto, allargò le braccia facendo un lieve sorriso. Celeste la fissava. Voleva abbracciarla a quanto pareva. Forse era solo una trappola...
"Non aver paura, non ti faccio nulla" disse Stormy assumendo un'espressione compassionevole. Celeste continuò a fissarla. Infondo non le costava nulla, e poi avrebbe sempre voluto succedesse quello. Così si avvicinò lentamente alla donna e alla fine si lasciò abbracciare. Non aveva mai provato quella sensazione, le sue zie non l'avevano mai abbracciata, ma era piacevole. Rimasero così per una decina di minuti, Celeste non sembrava volersi staccare, quasi avesse paura che staccandosi tutto sarebbe tornato come prima. Fu Stormy la prima a staccarsi. 
"Credo che anche qualcun altro voglia abbracciarti" disse indicando con la mano Darcy che guardava la nipote. Celeste abbracciò anche lei, ma Darcy si staccò appena due minuti dopo.
"Devo andare, l'operazione durerà ancora a lungo" disse Darcy guardando sia la nipote che la sorella.
"Io rimango qui con lei" le rispose Stormy.
"Va bene, magari ci vediamo dopo" disse Darcy per poi uscire.
"Siamo rimasti in tre" disse Stormy.
"Tre?" chiese Celeste.
"Io tu e il mio bimbo o bimba" disse Stormy. Celeste accennò un sorriso, non era affatto abituata a vedere quel lato Stormy, ma non le dispiaceva affatto. Si sederono sul letto. Stormy si guardò intorno, era un posto davvero...squallido. Si sentiva un po' male per quello. Celeste lo capì.
"Non é così male qui, infondo" disse insicura la ragazza.
"Non mentire. Mi dispiace che tu abbia dovuto vivere qui per tutto questo tempo" disse con espressione amareggiata. Per un po' di tempo tra le due calò il silenzio. Celeste sembrava in costante imbarazzo. Stormy lo notò. Pensando che così avrebbe potuto farla sentire più a suo agio, le si avvicinò e le diede un bacio sulla guancia. Celeste arrossì violentemente e abbassò lo sguardo. Sembrava più a disagio di prima.
"Qualcosa non va?" chiese Stormy temendo di essere stata troppo avventata.
"Bhe, forse é ancora presto" disse Celeste.
"Ehm...scusami, non volevo" disse infine la strega. Tra le due calò di nuovo il silenzio.
"Perché ti stai comportando così?" chiese ad un tratto Celeste.
"Così come?"
"Insomma, sei...gentile. Non lo eri mai stata con me"
"Credevo fosse questo ciò che volevi" disse Stormy.
"Si, certo. Ma perché?"
"Diciamo che quella cosa che hai detto ci ha lasciate sbigottite. Abbiamo sempre saputo tutte quelle cose, ma sentirsele dire...é tutta un'altra cosa" spiegò Stormy.
***
Erano passate due ore. Le due si erano scambiate solo qualche frase.
"Sai, io praticamente non ti conosco" disse Stormy, "ti va se ti faccio qualche domanda per conoscerti un po'?"
"Ehm...ok" disse Celeste.
"Ok. Colore preferito?"
"Blu notte" disse Celeste.
"Bello. Animale preferito?"
"Non saprei. Il gatto"
"Una specie in particolare?" chiese Stormy.
"Il Blu di Russia"
"Sembra un gatto da intellettuali" disse Stormy facendo ridacchiare la ragazza.
"Ok, adesso qualcosa di diverso...ci sono! Qual era il tuo giocattolo preferito?"
"Veramente..." disse Celeste mettendosi una mano dietro la testa " io non ho mai avuto giocattoli"
"Oh..." disse Stormy. Era stata una domanda stupida. "Va bene....cioè no, non va bene in quel senso... hai capito. Cambiamo domanda, gusto di gelato preferito?"
"Vaniglia"
"Genere di libri e film preferito?"
"Ci credi se ti dico che non ho mai letto un libro che non fosse uno di magia nera e neanche visto un film?"
"Scusa tesoro, meglio che la smetto con le domande"
"Come mi hai chiamata?" chiese Celeste credendo di aver sentito male.
"Tesoro" disse ancora Stormy sorridendole. "Ti da fastidio?"
"No, é solo che non ci sono abituata, zia" disse arrossendo un po'.
"A proposito di "zia", non mi sono mai comportata come tale con te. Ti sembrerà stupido ma io do molta importanza al significato delle parole, e non credo sia giusto costringerti a chiamarmi così" disse Stormy.
"Non vuoi che ti chiami così?"
"No, cioè, dico solo che dovresti essere tu a deciderlo"
"Ora perlomeno ci stai provando, quindi non vedo perché non dovrei chiamarti in quel modo"
"Bene. Vado da tua zia, sarà già arrivata alla decima crisi di pianto" disse Stormy alzandosi e dirigendosi verso la porta. "Vuoi venire anche tu?"
"Si" disse Celeste alzandosi anche lei e seguendola.


Come ve la passate? Io male, ma ecco il vostro aggiornamento.
Credo di essere andata troppo OOC con Stormy, ma spero vi sia piaciuto. A presto. Icydarcystormy.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


L’operazione di Abigail era finalmente finita. Darcy, Stormy e Celeste erano fuori dalla sala operatoria aspettando di essere informate sull’esito di essa. Finalmente il medico uscì dalla sala.
“Allora? Com’è andata?” si affrettò a chiedere Darcy, in ansia per la figlia.
“C’è stata qualche complicazione, ma ora è tutto apposto, l’operazione è andata a buon fine” disse il medico. Darcy, Stormy e Celeste tirarono un sospiro di sollievo.
“Possiamo vederla?” chiese Stormy.
“Certo, però non dovete farla affaticare. Fino a domani non potrà mangiare nulla e potrà bere solo acqua. Bene, detto questo io andrei” disse il medico.
“Vada pure” rispose Darcy. 
***
Darcy e Stormy entrarono nella camera di Abigail in cui, quest’ultima, era stata portata. Celeste non era entrata per poter lasciare la cugina da sola con sua madre e sua zia.
“Piccola della zia!” disse Stormy andando verso la nipote e sedendosi sul letto accanto a lei. “Come stai?”
“Come se mi avessero appena tolto un elefante dallo stomaco” rispose Abigail.
“Cioè?” chiese Stormy.
“Dolorante ma provo anche sollievo” disse Abigail. “Ma come? Non mi stritoli tra le braccia?”
“Ti piacciono i miei abbracci,eh?” disse Stormy “Hai appena subito un’operazione, ho pensato fossi troppo dolorante. Tranquilla, è solo rimandato. Ma nulla mi impedisce di fare questo…” disse per poi darle un bacio. 
“Non saresti stata tu se non l’avessi fatto…” disse Abigail ridendo.
“E va bene, ora ti lascio con tua madre. Vorrà far ricadere su di te tutte le preoccupazioni che l’affligevano durante l’operazione” disse Stormy facendo nuovamente ridere Abigail. Detto questo, si alzò e si diresse verso la porta.
***
Celeste era con le spalle al muro e guardava davanti a sé aspettando che le sue zie ne uscissero. Ad un certo punto ne vide uscire Stormy.
“Allora? Come sta?” chiese Celeste.
“Sembra abbastanza bene” disse Stormy. “È ora di cena, ma credo che Darcy rimarrà con Abigail”
“A proposito della “vostra” cena” disse Celeste iniziando a giocherellare con una ciocca di capelli “Mi chiedevo se non potessi partecipare anch’io” disse abbassando sempre di più il tono di voce.
“Ehm, vedi…è meglio di no” disse Stormy
“Oh, capisco” disse Celeste.
“Lascia almeno che ti spieghi” disse Stormy.
“Non, non fa nulla, davvero” disse Celeste iniziando ad allontanarsi.
“Dove vai?” chiese Stormy.
“Da nessuna parte. Non posso lasciare il castello, ricordi?” disse Celeste.
Stormy stava per dire qualcosa ma Celeste era ormai sparita per un corridoio. Stormy decise di seguirla.
***
Celeste uscì dal palazzo e si alzò in volo. Stormy la seguiva distante per non farsi vedere. Non sapeva dove stessero andando, ma man mano iniziò ad essere sempre più sicura.
***
Celeste atterrò. Poco distante da lei c’era una roccia, dietro la quale atterrò Stormy.
“Ciao mamma. Però, non ero mai venuta più di due volte in una settimana. Sai, è successa una cosa incredibile: le zie stanno cercando di avvicinarsi a me. Credo sia da quando sei morta che lo desidero. Ma, sai, io non riesco proprio a sentirmi parte della famiglia. Beh si, è meno di un giorno che è successo. Ma…non lo so, non so spiegarlo, ti pare che due persone riescano a cambiare così, da un giorno all’altro? Ne dubito, inizio a credere che questa sia una presa in giro. Sai quanti me ne hanno fatti di tiri del genere? Io vorrei anche crederci ma…prendi Abigail, lei è sempre stata amata da entrambe, ha sempre avuto tutto, sia dal punto di vista materiale che da quello emotivo. Io non ho mai avuto nulla di tutto quello, mi è impossibile pensare che siano cambiate così tanto. Grazie di aver ascoltato il mio sfogo, ti voglio bene mamma” disse Celeste.
Stormy nel frattempo aveva ascoltato tutto. Davvero era così sfiduciosa? Però le venne un’idea per farle capire che era tutto vero.
***
Celeste era appena tornata al castello e ora si stava dirigendo verso la sua camera.
“Celeste!” disse Stormy andando verso di lei. “Dove sei stata?” 
“Da nessuna parte” mentì Celeste, non sapeva che sua zia l’avesse seguita.
“Ehm, è ora di cena, anzi è passata da tre quarti d’ora” disse Stormy.
“Ok, allora vai. Io vado nella mia camera” disse Celeste avviandosi verso la sua camera.
“No aspetta” disse Stormy facendo girare la ragazza. “Vieni dai, ma gerai con me e Derek” disse Stormy.
“Ok” disse un po’ confusa la ragazza.
Finito di mangiare, Celeste si alzò.
“Vado in camera mia” disse.
“Ti accompagno” disse Stormy.
“Credo di sapere dove si trovi la mia camera” disse Celeste.
“Io invece credo di no” disse prendendola per un braccio e iniziando a condurla dove solo lei sapeva.
***
“Dove siamo?” chiese Celeste entrando in una stanza che non conosceva. Stormy non rispose e si limitò a fare un sorriso enigmatico. Poi accese la luce, illuminando la stanza. Le pareti erano blu scuro. Lungo la parete in cui si trovava la porta c’era il letto. Era abbastanza grande, coperto da un piumino grigio scuro con sopra qualche cuscino, alcuni blu e altri neri. Accanto ad esso c’era un comodino blu con due cassetti. Lungo la parete opposta c’era un armadio a cinque ante nero. Lungo la parete destra, invece, c’era una scrivania color ebano scuro. Sulla stessa parete, erano fissati due scaffali grigi come la sedia dietro la scrivania. Lungo la parete opposta, invece, c’era una libreria nera che arrivava fino a circa una trentina di centimetri sotto il soffitto. 
“Non potevi certo rimanere in quella topaia” disse Stormy rompendo il silenzio che si era creato.
“Non so che dire…grazie” disse Celeste.
“Inoltre” disse Stormy “Mi sono permessa di fare questo” disse prendendo un portafoto appoggiato sul comodino. In esso c’era un collage di due foto. In una c’erano Darcy, Stormy ed Abigail, nell’altra c’era Celeste.
“Spero di sostituirla presto con una vera, ma per adesso potresti tenere questa” disse Stormy.
“Grazie zia. È carino da parte tua” disse Celeste.
“Ecco, ho trovato un’altra foto, questa è vera però” disse facendo apparire quest’ultima tra le mani per poi consegnarla a Celeste. La ragazza sgrana gli occhi che iniziarono a farsi lucidi. Era una foto di sua madre e lei da piccola. Stormy le appoggiò una mano sulla spalla.
“Non è facile, lo so. Anch’io sono cresciuta senza una madre. Mi rendo conto che a te forse è andata peggio, siamo sempre state molto crudeli con te, non avremmo dovuto. Mi dispiace, ma ti assicuro che faremo di tutto pur di rimediare. Ma ti avverto, sono è sono sempre stata campionessa, ancora imbattuta, di frase sbagliata, al momento sbagliato e nel modo sbagliato” disse Stormy. Poi sospirò indecisa se dirle una cosa oppure no. “Ascolta, oggi ti ho seguita. Uno: se volevi uscire dal castello bastava chiedermelo. Due: ho sentito cosa hai detto. È vero, di tiri mancini te ne abbiamo fatti, ma ti assicuro che non si ripeterà mai più una cosa del genere. Ti fidi?” chiese Stormy. Celeste rimase in silenzio per un secondo.
“Si. Credo di si” disse infine.
“Bene. Ora vado a dormire, a differenza tua io ho un’età” disse Stormy.
“Andrò a dormire anch’io se può farti sentire più giovane” disse Celeste.
“Ah ah” disse Stormy. In un certo senso però la cosa le aveva fatto piacere, perché ciò significava che stava iniziando ad aprirsi.
***
“Sei stanca tesoro?” chiese Darcy a sua figlia.
“Un po’” rispose Abigail.
“Meglio che tu ora riposi” disse Darcy sistemando le coperte.
“Aspetta, devo parlarti di una cosa” disse Abigail.
“Me lo dirai domani” contesto Darcy.
“È importante mamma” disse Abigail.
“E va bene, ma dieci minuti al massimo” disse Darcy.
“Volevo parlarti di Menlok, di mio padre” disse Abigail. “Lui sa della mia esistenza?” 
“Credo di sì, così come sa dell’esistenza di Celeste” rispose la strega.
“Non, intendo sa che sono sua figlia?” chiese poi la ragazza.
“Non credo Aby, come ti ho già detto io stessa ho scoperto di essere incinta circa due settimane dopo la sua sconfitta” rispose Darcy.
“E se dovesse scoprirlo? Che succederebbe?”
“Io non so cosa potrebbe succedere, quindi non posso risponderti. Ma posso dirti una cosa, dovrà passare sul mio cadavere per averti e finché sarò viva nessuno ti porterà mai via da me” disse Darcy sorridendo alla figlia, subito ricambiata. “Ora però devi dormire, buonanotte” disse dandole un bacio.
“Qualcuno potrebbe trovare questo imbarazzante” disse Abigail.
“Finché sarai mia figlia ti darò il bacio della buonanotte” disse Darcy per poi uscire dalla camera spegnendo la luce.


*appare magicamente* ciao a tutti. Come state? Spero bene.
Ed eccovi questo…capitolo, se possiamo chiamarlo così. Sono passata in un periodo di inispirazione totale, spero vi piaccia, se no…ve lo fate piacere. Scherzo. A presto.
Icydarcystormy 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Celeste bussò alla porta.
“Avanti” rispose qualcuno dall’interno. 
“Buongiorno  Abigail” disse Celeste appena entrata. “Spero tu abbia dormito bene. Come stai?”
“Meglio di ieri” rispose la ragazza.
“Bene. Posso stare qui?” chiese Celeste.
“Certo, così potremo parlare un po’” disse Abigail indicandole con la mano una sedia accanto al letto. Celeste la raggiunse e si sedette.
“Mia madre mi ha detto che lei e la zia vorrebbero sistemare i vostri rapporti” disse Abigail.
“Si, è vero. A proposito, a te piace stare con la zia?”
“È una figata, fino a poco tempo fa mi portava con sé a fare delle passeggiate, solo che quelle passeggiate le facevamo su Ocula. Di certo non ci sia annoia. Una volta siamo finite in una grotta da qualche parte nella foresta degli alberi aguzzi e… ti sto annoiando?” disse Abigail.
“No, anzi mi interessa” rispose la ragazza.
“Ma perché me lo hai chiesto?” chiese Abigail.
“Perché a me…piace stare con lei, ma…non lo so, mi mette agitazione”.
“È normale, ti assicuro che tra un po’ la amerai” disse Abigail.
“Più che altro spero che lei ami me…” disse Celeste.
“Quando la zia passa molto tempo con qualcuno finisce per affezionarsi, sicuramente andrà così” disse Abigail.
“Sai essere rassicurante, sai?” disse Celeste.
“Si…me lo dicono tutti” disse Abigail abbassando il capo. “Ricordi cosa mi avevi chiesto un po’ di tempo fa? Su chi fosse mio padre?” chiese Abigail.
“Si. Hai scoperto qualcosa?” disse Celeste.
“Mia madre alla fine me ne ha parlato” disse Abigail. “È Menlok” disse poi. Celeste rimase in silenzio per un secondo.
“Davvero?” disse poi Celeste.
“Si” disse Abigail. Celeste riflettè un attimo su cosa dirle.
“Hai ereditato la sua unica cosa bella: gli occhi” disse Celeste. Abigail fece un mezzo sorriso.
“Anche tu sai essere rassicurante” disse Abigail.
“Si, me la cavo…” disse Celeste.
“Aby, sei sveglia?” disse Stormy entrando nella stanza. “Ciao tesoro, ciao anche a te”
“Zia, ti ho già detto che Aby non è il diminutivo di Abigail, è Abby” disse Abigail.
“È Abby” le fece il verso Stormy imitandola. Celeste nascose i risolini dietro la mano. Abigail la fissò con sguardo pietrificante.
“Non sto ridendo” disse poi Celeste dandosi un contegno.
“Come sta la mia nipotina?” chiese Stormy.
“Bene. E il mio cuginetto o cuginetta che fa?” chiese invece Abigail.
“Fa una lotta all’ultimo sangue col mio stomaco” disse Stormy appoggiandosi una mano sul ventre.
“Si prepara già al suo futuro” disse Abigail.
“Vuoi sederti?” chiese Celeste alzandosi dalla sedia.
“No, non è necessario. Sono passata solo per vedere come stava Aby…Abby. Ora devo andare, abbiamo molto lavoro arretrato da recuperare” disse Stormy. “Ciao scintille” disse per poi uscire dalla camera.
“Scintille?” chiese Celeste appena Stormy fu uscita.
“Si, mi chiama spesso scintilla, è una specie di amore o tesoro” spiegò Abigail.
“Scintilla sarebbe il suo sinonimo personale di amore e tesoro?” chiese Celeste.
“Si. Sempre meglio di come mi chiamava da piccola” disse Abigail.
“Cioè?” chiese Celeste.
“È imbarazzante…” disse Abigail. “E va bene, mi chiamava…Dorami”
“Cioè?” chiese Celeste confusa.
“È un personaggio di un cartone animato terrestre, praticamente è una specie di gattina con una testa enorme” disse la ragazza.
“È vero. Quando eri piccola la tua testa era esageratamente grande rispetto al resto del corpo” disse Celeste ridacchiando.
“Grazie. No davvero” disse Abigail.
“Scusa” disse Celeste. Abigail riflette qualche secondo.
“Usi questo approccio per nascondere il dolore, vero?” chiese ad un tratto Abigail. 
“Come?” chiese Celeste fingendosi confusa.
“Ti fa male parlare di queste cose, non è così? Si, è così. In ogni caso mi dispiace, non ci avevo pensato” disse Abigail.
“Sei intuitiva…” constatò Celeste.
“Dote naturale, in un certo senso fa parte del mio potere” disse la ragazza. Tra le due calò il silenzio. Nessuna delle due aveva idea su cosa dire. Finalmente qualcuno arrivò rompendo il silenzio.
“Ciao ragazze, è passata Stormy di qui?” chiese Derek affacciandosi dalla porta.
“Si, se n’è andata poco fa” disse Abigail.
“Oh, che fatica amare quella donna” disse Derek mettendosi una mano sulla fronte. 
“Cos’è successo?” chiese Celeste.
“Questa notte si è sentita male, è svenuta e non si riprendeva, non sapete che spavento. Oggi sarebbe dovuta restare a riposo ma non c’è” rispose Derek. “Grazie, ora vado a cercarla”.
“La zia Stormy è molto felice di diventare mamma, ma a volte non prende seriamente alcune cose” spiegò Abigail appena Derek fu uscito.
***
“Eccoti” disse Derek raggiungendo la sua compagna.
“Ciao Derek, mi cercavi?” chiese Stormy.
“A letto. Ora” disse Derek.
“Sto bene adesso, non ce n’è bisogno” protestò Stormy.
“Lo sai che non è vero” disse Derek.
“Credo che tu sia un po’ troppo protettivo” disse Stormy.
“Non è vero. Mi preoccupo solo per la donna che amo e per mio figlio” disse Derek. Stormy alzò un sopracciglio. “È va bene, sono protettivo, ma con te faccio bene ad esserlo”.
“Lo so, è anche per questo che ti amo” disse Stormy alzandosi sulle punte per baciarlo.
***
“Sai, per me dovresti andare da mia madre o dalla zia e parlare di questo…disagio, chiamiamolo così. Sicuramente cercheranno di aiutarti” disse Abigail.
“Mi imbarazzo” disse Celeste.
“Non c’è nulla di imbarazzante. Non è mica colpa tua” disse Abigail.
“Ok. Se lo dici tu…” disse infine Celeste.
***
Celeste passò davanti ad una porta aperta. Darcy era all’interno, era seduta davanti ad un enorme scrivania con sopra tre grandi mucchi di documenti. Vide sua nipote passare davanti alla porta.
“Celeste! Vieni qui” le disse prima che si allontanasse.
“Ciao zia” disse Celeste rimanendo sulla soglia della porta. “Posso entrare?” chiese.
“Certo, entra” disse facendole segno con la mano. “Dove andavi di bello?”
“Andavo della zia Stormy, avevo bisogno di parlarle” rispose Celeste.
“La zia sta riposando al momento. Di cosa volevi parlarle, se posso saperlo?” chiese Darcy.
“Beh nulla in particolare. Perché mi hai chiamata?” rispose e chiese a sua volta Celeste.
“Nessun motivo specifico, pensavo che forse vorresti passare un po’ di tempo anche con me” rispose la strega.
“Si, è solo che c’è stata l’operazione di Abigail e tu eri concentrata su quello” disse la giovane.
“Ok, ma ora sono libera…più o meno” disse guardando i tre plichi di documenti sulla scrivania.
“Non vorrei disturbanti…” disse Celeste mettendosi una mano dietro la testa.
“Nessun disturbo, ci sono cose ben più difficili nella vita di una regina” rispose la donna.
“Ok. Allora mi siederò qui” disse sedendosi su una sedia dal lato opposto della scrivania rispetto a quello di Darcy.
“Ogni giorno fai questo…smistamento di documenti?” chiese Celeste.
“Non è uno smistamento, è una lettura e controllo. Comunque si” rispose Darcy. “Ma spesso facciamo anche altre cose. Tipo riunioni con i vari ministri e rappresentanti di stato. Oltre ovviamente a pensare all’amministrazione del pianeta e alle varie riforme. Te lo dico perché dovresti iniziare a riflettere su questo ruolo”.
“Ho quattordici anni, non è troppo presto?” chiese Celeste.
“Di norma si diventa regine quando il genitore regnante muore o abdica, tua madre non c’è più, all’età di vent’anni sarai ufficialmente nominata regina. Non credo sia presto, anzi credo dovremo anche sbrigarci” rispose Darcy.
“Potevate anche avvisarmi” disse Celeste.
“Hai ragione. Immagino però che tu voglia cambiare argomento” disse la strega.
“Si, preferirei di si” rispose la ragazza. “Tipo se avete qualche idea su come liberarmi dall’incantesimo di Menlok” 
“Al momento stiamo ancora cercando, non so come potremmo fare per il momento. Se può farti sentire meglio Menlok soffre comunque, lo stiamo torturando per bene” rispose la donna facendo un sorriso sinistro alla fine.
***
Abigail si svegliò di soprassalto. Dopo la visita di Celeste si era addormentata. Avvertiva come una presenza oscura molto potente che però non conosceva. Si guardò intorno, ma non vide nessuno. Eppure lei sentiva chiaramente quella presenza lì, in quella stanza. Ad un certo punto sentì delle risate, erano quelle di un uomo.
“Chi sei? Fatti vedere” disse Abigail.
“Oh, tua madre davvero credeva che non l’avrei mai scoperto? Oh, mi fa tenerezza…” disse sarcastica quella voce.
“Menlok?” chiese Abigail.
“In persona, figliola” disse Menlok apparendo.
“Va via, subito!” disse Abigail.
“Ascolta, sei mia figlia, non voglio essere cattivo con te” disse con aria strafottente lo stregone. “Ti do due opzioni: o verrai con me o ti distruggerò, non voglio avere prole scomoda in giro”.
“Non ti seguirò mai” disse Abigail. “Non farei mai un torto del genere alla mia famiglia”.
“Decisione stupida” commentò Menlok. “È va bene, io ti avevo avvisata” disse creando una grande sfera sfolgorante arancione. Emanava una fortissima energia. Abigail era impaurita, non sapeva che fare. Non era certo nelle condizioni ideali per combattere e, in ogni caso, Menlok era molto più potente ed esperto di lei.
***
Darcy era ancora seduta alla scrivania mentre Celeste , davanti a lei, cercava di capire il meccanismo di ciò che faceva la zia. Darcy smise di colpo di fare ciò che stava facendo e si toccò con la punta delle dita le tempie.
“Zia? Non ti senti bene?” chiese Celeste.
“Abigail” sussurrò sua zia per poi alzarsi e teletrasportarsi.
***
Menlok lanciò la sfera verso Abigail. La ragazza ebbe solo il tempo di coprirsi gli occhi con le braccia. Quando la sfera era ormai vicinissima alla ragazza, raccolse tutte le sue forze e creò uno scudo magico. Lo scudo, però, parò il colpo per appena un secondo, facendo così arrivare il colpo alla destinataria, che fu sbattuta violentemente sulla spalliera del letto, spaccandola a metà e rovinando anche il muro dietro. Abigail si accasciò per terra. 
“È arrivata la tua fine!” disse Menlok creando una nuova sfera. Abigail era spacciata. Menlok lanciò la sfera, ma improvvisamente si creò un grande scudo di energia che parò il colpo.
“Non osare mai più toccare mia figlia, mi sono spiegata?!” disse Darcy che si trova a sulla soglia della porta.
“Farò fuori anche te!” disse lanciando un incantesimo così veloce che Darcy non riuscì a schivarlo. L’incantesimo la colpì in pieno facendola andare a sbattere contro la parete del corridoio.
“Zia! Tutto bene?” disse Celeste che, nel frattempo, era giunta sul posto. All’improvviso le venne un’idea. “Se vuoi colpire lei dovrai colpire anche me” disse Celeste mettendosi davanti alla zia.
Darcy, nel frattempo, si era ripresa e lanciò un incantesimo a Menlok. Egli fu sbattuto contro la parete. Le guardie, chiamate in precedenza da Celeste, arrivarono e scortarono nuovamente Menlok nella sua cella.
Darcy corse subito da sua figlia.
“Abigail? Stai bene tesoro?” disse alzandole delicatamente il capo.
“Si” sussurrò prima di tossire. Darcy la prese in braccio. Non poteva rimetterla sul letto, era distrutto.
“Ti porto a riposare” disse uscendo dalla camera. “Ah, grazie Celeste per l’aiuto” disse prima di allontanarsi.
***
“Mamma mi imbarazzo” disse Abigail.
“Non dormirò mica con te, starai qui giusto il tempo che ci vorrà per far arrivare un nuovo letto” disse Darcy.
“Non mi va di stare nel letto di mia madre” contestò la ragazza.
“Avresti preferito dormire per terra, forse?” chiese Darcy. Abigail sospirò rassegnata.
“Buon riposo” disse infine Darcy dandole un bacio.
“Vuoi anche cantarmi una ninna nanna già che ci sei?” chiese ironica Abigail.
“Dormi lamentosa” rispose Darcy spegnendo la luce e uscendo dalla stanza.

Ehi, plebei. Rieccomi qui! Come va? Ecco a voi il capitolo. È dalle sette di questa mattina che sono sveglia e ho scritto sensa sosta. Vado a fare colazione. A presto. Icydarcystormy 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Darcy stava scendendo delle scale, a giudicare dalla luminosità doveva essere diretta verso i sotterranei.
“Ciao dolcezza, quali torture per me hai in mente oggi?” chiese Menlok con un sorriso odioso.
“Nulla a che fare con quelle precedenti, Menlok” disse Darcy con rabbia. “Credevi forse di toccare mia figlia e poi passarla liscia?”.
“NOSTRA figlia Darcy, nostra” disse Menlok.
“Smettila di ricordarmelo!” disse furiosa Darcy. “Se non ti uccido è solo perché così facendo ucciderei anche mia nipote”.
“Bene” disse Menlok. Darcy non lo sopportava più, così prese una frusta e iniziò a frustrarlo dappertutto. Menlok non mostrò segni di dolore, ma alla fine non resistette più e urlò.
“Proprio questo volevo sentire” disse Darcy con un sorriso sinistro.
***
“Ciao Celeste”
“Abigail? Non mi aspettavo di trovarti in piedi così presto” disse Celeste.
“Sto molto meglio, e tu che fai di bello?” chiese Abigail.
“Faccio un giro. Non ho nulla da fare” rispose Celeste. “Tu?”
“Sgranchisco un po’ le gambe” disse Abigail.
“Potresti aiutarmi allora” disse Celeste. “Volevo andare in biblioteca per cercare qualcosa per liberarmi da quell’incantesimo”
“Va bene, sono stanca di non fare nulla” disse Abigail.
***
“Eccoci” disse Abigail appena furono entrate. La stanza era enorme, piena di scaffali strapieni di libri. Quel posto emanava un’energia negativa, deliziosa ai sensi di una strega. Celeste rimase ammaliata da quel posto.
“Non ho mai avuto il permesso di venire qui” disse Celeste ad Abigail che la stava guardando con aria interrogativa. “Avrei potuto leggere qualche toma magico e imparare” disse abbassando lo sguardo.
“Mi dispiace” riuscì solo a dire Abigail. “Ora però iniziamo a cercare” disse per cambiare argomento.
Le ragazze così andarono davanti ad uno degli scaffali.
“Cosa cerchiamo esattamente?” chiese Abigail.
“Non lo so di preciso. Iniziamo con qualcosa tipo “Incantesimi leganti”?” disse Celeste.
“Tu prova con qualcosa del genere, io cercherò qualcosa del tipo “Controincantesimi universali” disse Abigail. Così le due ragazze si divisero.
***
Passarono tre ore.
“Hai trovato qualcosa di utile?” chiese Celeste seduta su una sedia e circondata da libri.
“Non ancora, tu?” chiese Abigail che invece stava fluttuano per arrivare agli scaffali più alti.
“Si, è per questo che sto ancora cercando” rispose sarcastica Celeste. 
“Di questo passo ci metteremo settimane per trovare qualcosa” constatò Abigail. 
“Eccovi qui”. Le due ragazze si girarono verso il punto da cui proveniva la voce.
“Ciao zia” disse Abigail atterrando accanto alla donna.
“Sei già in piedi” constatò Stormy. “Sei ancora un po’ pallida, sicura di stare bene?”
“Certo” rispose Abigail. “Tu invece?”
“Si. Ma cosa state facendo qui?” chiese infine la strega.
“Stiamo cercando un modo per annullare l’incantesimo che mi ha lanciato Menlok” rispose Celeste.
“Vi serve una mano?” chiese Stormy.
“Ci faresti un grosso favore” disse Abigail.
“Ok, datemi alcuni libri che avreste dovuto consultare” disse Stormy. Sia Celeste che Abigail presero un paio di libri due mucchi che avevano creato. Stormy allungò le braccia per prendere i libri.
“Sono pesanti” disse Abigail.
“Te li portiamo noi” disse Celeste.
“Che amori che siete, grazie” disse la strega sorridendo. Le due ragazze appoggiarono i libri su un tavolino. Stormy si sedette su un divanetto color porpora dietro ad esso. Appena fu seduta prese un libro e iniziò a sfogliarlo, mentre Celeste e Abigail riprendevano il lavoro.
***
“Credo di aver trovato qualcosa” disse Abigail.
“Cosa?” chiese Celeste avvicinandosi.
“È una leggenda, parla di una piuma in grado di spezzare qualsiasi incantesimo con un semplice tocco. Secondo la leggenda si trova su Hedrigs, il pianeta dei volatili. Secondo alcune fonti è più che plausibile che esista davvero” spiegò Abigail.
“Per te vale la pena tentare?” chiese Celeste.
“Non abbiamo altre soluzioni mi sembra” disse Abigail.
“Ok” disse Celeste.
“Vi ricordo che prima di fare qualsiasi cosa dovete consultare me e Darcy” disse Stormy. “Ora però è tardi per parlare di queste cose, ne parleremo domani mattina”.
“Sono d’accordo, non mi reggo più in piedi” disse Abigail. Stormy sbattè leggermente la mano sul divanetto. Abigail ci si sedette.
“Ho pensato, se stai bene puoi finalmente svolgere la tua famosa punizione” disse Stormy. Abigail fece una faccia mista tra spavento e preoccupazione. “Ma…in questi giorni sei stata punita abbastanza” continuò la strega. Abigail tirò un sospiro di sollievo.
“Ti eri spaventata, non è vero?” chiese, ridacchiando, Stormy.
“Di la verità, lo hai detto solo per vedere che faccia facevo, non è così?” disse Abigail.
“Si, lo ammetto” disse Stormy. “Non mi hai affatto delusa”. Abigail mise il broncio e incrociò le braccia. 
“Mi hai fatto arrabbiare” disse Abigail.
“Lo so che non è vero, sorridi” disse Stormy.
“No” disse Abigail.
“Si che lo fai invece” disse Stormy iniziando a farle il solletico. Celeste si morse il labbro guardando la scena. Anche lei avrebbe voluto un rapporto del genere con le zie. Forse avrebbe dovuto cercare in qualche modo di unirsi al momento. Impossibile. Si imbarazzava anche solo a parlare con la zia, figurarsi a fare qualcosa tipo un abbraccio o cose del genere. Accorgendosi dello sguardo di Celeste, Stormy si fermò.
“Basta adesso” disse dandosi un contegno. “Adesso venite con me, io e Darcy dobbiamo mostrarvi una cosa” disse alzandosi e uscendo dalla sala, seguita dalle nipoti.
***
“Eccoci Darcy” disse Stormy, appena arrivata nei sotterranei insieme a Celeste e Abigail.
“Bene” disse Darcy. Davanti alla donna, in fila, c’erano una decina di guardie.
“Credevamo di avervi detto di non perderlo mai di vista e di colpirlo se necessario, o anche no. È già la seconda volta che scappa, la prossima volta vi DO IN PASTO AI DRAGHI!!!MI SONO SPIEGATA?!” disse Stormy alzando la improvvisamente la voce.
“Si signora…” dissero a voce bassa le guardie.
“NON VI HO SENTITI!!!” urlò Stormy.
“Si signora” dissero a voce più alta.
“Bene” disse Darcy. “Ora andate immediatamente a sorvegliare Menlok” disse Darcy. Le guardie le obbediscono immediatamente. Darcy e Stormy si avvicinarono a Celeste ed Abigail, che erano rimaste in disparte.
“Perché vi abbiamo fatto vedere questo, secondo voi?” chiese Darcy.
“Per istigarci a non disobbedirvi?” chiese Abigail.
“No. Per farvi vedere come tenere in riga i sudditi, che siano guardie, soldati, servi…è così che bisogna fare” rispose Stormy.
“Erano necessarie anche le urla?” chiese Abigail tenendosi la testa.
“Si, assolutamente necessarie” rispose Stormy.
“Andiamo adesso, è ora di cena” disse Darcy.
***
“Dove siete state tutto questo tempo?” chiese Darcy mentre tagliava la carne a pezzi.
“In biblioteca, abbiamo cercato una soluzione per l’incantesimo di Menlok” rispose Abigail.
“Avete trovato qualcosa?” chiese ancora la strega.
“Si, una leggenda su una piuma in grado di spezzare qualsiasi incantesimo…” spiegò Abigail ma sua madre la interruppe.
“Ma certo, la piuma di Diropos, si dice fosse la piuma di un uccello magico esistito migliaia di anni fa su Hedrigs” disse Darcy. “Molti affermano che non sia una leggenda”.
“Pensavamo di andarla a cercare” disse Abigail.
“Tu non vai da nessuna parte” disse Darcy. “Sei ancora troppo debole. In ogni caso dovrete prima trovare più informazioni su questa piuma”.
“Cercheremo domani mattina” disse Stormy.

Ciao, sono tornata. Eccovi questo nuovo capitolo. Siete contenti? Si? Ah però, dovrebbero aprire più centri psichiatrici. A presto. Icydarcystormy 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


“Abigail” disse Celeste scuotendo la cugina, dormiente nel letto. “Svegliati, sono le otto” disse ancora.
“Ho un modo infallibile per svegliarla” disse Stormy, che si trovava poco dietro Celeste. La strega si avvicinò ad Abigail, poi le prese una mano e infine le diede una leggera scossa elettrica. La ragazza si svegliò di colpo.
“Zia!” disse senza neanche girarsi, non aveva certo bisogno di vederla per sapere che era stata lei. “Ti sembra il modo di svegliare una persona?!” disse girandosi verso di lei.
“Andiamo, dobbiamo cercare informazioni sulla piuma” disse Celeste.
“Datemi dieci minuti” disse Abigail stiracchiandosi.
“Perché?” chiese Stormy.
“Perché i miei capelli sembrano i tuoi quando li portavi a cespuglio” disse Abigail.
“Dovrei offendermi?” chiese Stormy a Celeste.
“No, non lo ha detto mica con cattiveria” rispose sussurrando Celeste.
Abigail scese dal letto e si diresse in bagno.
“Che bel pigiama” la prese in giro Celeste.
“Lo so…” disse Abigail entrando.
“Ci metterà un po’” disse Stormy. “Di solito la mattina fa la doccia, ci metterà almeno mezz’ora”.
“Zia, io volevo parlarti di una cosa” disse Celeste iniziando a giocherellare con una ciocca di capelli, lo faceva ogni volta che era nervosa. “Io mi sento un po’…a disagio quando sto con voi. Io provo ad abituarmi, a sciogliermi, ma non ci riesco”.
“È normale, se fossi stata in te avrei mandato le supposte zie a quel paese, è già tanto così. Se può farti sentire meglio, ti assicuro che cercherò in ogni modo di aiutarti” disse mettendole una mano sulla spalla. “Tranquilla, non mi aspettavo certo chissà quale confidenza all’inizio”.
“Il fatto è che lo vorrei io, vedo il vostro rapporto con Abigail, vorrei provare a crearne uno simile ma non ci riesco” disse tirando indietro i capelli.
“È solo questione di tempo” disse la strega. “Posso abbracciarti?” chiese dopo qualche secondo di silenzio.
“Va bene” disse timidamente la ragazza. Stormy la abbracciò. Era la seconda volta da quando si erano appacificate.
“Avresti potuto anche ricambiare” disse Stormy dopo essersi staccata.
“Scusa, io…”
“Stavo scherzando” disse Stormy. “Scusa. Volevo metterti a tuo agio, so di essere una frana, ma non credevo così tanto”.
“Non preoccuparti” disse Celeste.
“Eccomi” disse Abigail uscendo dal bagno.
“Così presto? Hai appena stabilito un record” disse Stormy.
“Andiamo, prima ci togliamo di mezzo questo pensiero e meglio è” disse Abigail. 
***
“Ok, prendiamo tutti i libri che ci servono e poi dividiamoceli” disse Stormy.
Celeste ed Abigail iniziarono a cercare, dopo qualche minuto avevano trovato una decina di libri interessanti.
“Ok, voi prendete tre libri ciascuna e io prenderò i restanti quattro” disse Stormy.
“Non dovresti sforzarti così tanto, io e Celeste ne prenderemo quattro ciascuna, tu i restanti due. Non contestare, sai che non c’è storia” disse Abigail.
“E va bene. Grazie per la preoccupazione” disse Stormy.
“Sarà meglio iniziare adesso” disse Celeste.
***
Passò un’ora.
“Allora?” chiese Stormy.
“Finora non ho trovato nulla di nuovo. Qui parla più che altro della storia dell’animale e delle persone che sostengono la sua reale esistenza” rispose Abigail.
“Io credo di aver trovato qualcosa di utile” disse Celeste. “Qui dice che la piuma di Diropos si trova in una grotta dove si dice che Diropos sia morto. Secondo la leggenda si trova dietro la cascata nera” spiegò Celeste. “Inoltre da anche qualche informazione sulla piuma; dice che è lunga circa una trentina di centimetri ed è nera con qualche striatura bianca. Dice anche che dopo essere stata usata una volta ci vorrebbe un anno perché possa tornare utilizzabile”.
“Bene, ora sappiamo com’è fatta e dove si trova di preciso. Ora dobbiamo solo andarla a prendere” disse Abigail.
***
“Al momento io e Stormy dobbiamo necessariamente rimanere al palazzo, e tu non puoi certo andarci da sola” disse Darcy rivolta a Celeste. “Dovremo aspettare un po’”.
“E va bene” disse Celeste sospirando.
“Perché non andate a fare un giro?” disse Stormy rivolta alle nipoti. “Oggi prevedo bel tempo ed è ancora presto”.
“Ci stai cacciando zia?” chiese Abigail scherzosamente.
“Si, vi sto cacciando. Andate” disse Stormy stando al gioco.
***
Celeste ed Abigail erano nella foresta che circondava il palazzo. Erano sedute sul ramo di un albero.
“Di un po’, ma a te piace Liam?” chiese Abigail.
“Perché me lo chiedi?” chiese a sua volta Celeste.
“Così, tanto per togliermi una curiosità” rispose Abigail.
“Si, un po’…” disse la strega. “E a te? C’è qualcuno che ti piace?”
“Non mi interesso ai ragazzi” disse Abigail.
“Preferisci i libri di storia della magia?” chiese ironica Celeste.
“Si, li preferisco di gran lunga” disse Abigail. “A volte sento la pressione, mia madre si aspetta che io sia brava quanto lei, sia nello studio che nella padronanza delle arti oscure”
“Ma tu sei brava, e come” disse Celeste.
“Si, ma ho sempre paura di non essere all’altezza delle sue aspettative. Soprattutto in questi giorni inizio a sentirmi in debito verso di lei, di certo non sono stata voluta, lei dice di avermi amata subito ma sicuramente non è stato molto facile per lei vivere con la consapevolezza di portare in grembo e poi crescere la figlia di Menlok, il tuo peggior nemico, l’essere che odi di più nell’universo, colui che ha ucciso tua sorella e che ha abusato di te. Dovrei almeno degnarmi di essere come lei” disse Abigail abbassando lo sguardo.
“Non è certo colpa tua se sei figlia di quell’essere, tua madre avrebbe potuto tranquillamente liberarsi di te, ma non l’ha fatto e questo perché ha accettato fin da subito la tua esistenza. Non ti farebbe mai pesare questa cosa” disse la strega del ghiaccio per consolare la cugina.
“Certo, non me lo direbbe, ma probabilmente lo pensa” disse la strega.
“Tu devi solo essere te stessa, sarai fantastica anche così”.
“Credo che le cose cambieranno a poco”
“Perché?”
“Finora sono stata l’unica erede, tutte le speranze erano concentrate su di me, ora ci sei anche tu e presto la zia Stormy avrà un bambino, le speranze non saranno più incentrate solo su di me” spiegò Abigail. Celeste la guardava immersa nei suoi ragionamenti. “Essere la cocca della famiglia non porta solo vantaggi” disse Abigail interpretando i pensieri della cugina.
“Devo dirti una cosa” disse Celeste con espressione seria. “In tutti questi anni sei stata l’unica persona ad essere stata gentile con me, ti ringrazio”.
“Figurati” disse Abigail. “Si è fatto tardi, sarà meglio tornare al palazzo, mia madre e la zia si arrabbieranno se faremo tardi”.
***
“Ciao bellissima”
Derek abbracciò da dietro la compagna, seduta, accanto alla sorella, davanti una scrivania.
“Ciao Derek” disse Stormy.
“Non mi dici nulla?” chiese Derek.
“Buon compleanno” disse Stormy. “Credevi me ne fossi dimenticata?”
“Non dubitare mai di te” rispose lo stregone. “E il regalo?”
“Arriva tra sette mesi” rispose la compagna.
“Aspetterò” disse Derek. “Nel frattempo mi concedi un bacio?”
“Certo” disse la strega per poi iniziare a baciarlo.
“Disgustoso” commentò Darcy.
“Ti accompagno in sala da pranzo?” chiese lo stregone.
“In braccio?” chiese Stormy. Derek la prese delicatamente in braccio sorridendo.
“Stavo scherzando” disse Stormy.
“Non sei pesante” disse Derek. “Per ora”. Stormy gli diede uno schiaffetto dietro al collo.
“Scusa…” disse Derek.


Ehilà! Sono tornata! Come ve la passate? Beh, avete appena letto il mio capitolo, immagino non bene. Grazie di aver resistito fin qui, ne avete di coraggio, se poi riuscite anche a recensire vi stimo proprio. A presto. Icydarcystormy.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Le Trix, Derek, Abigail e Celeste erano seduti a tavola.
“Come mai riesci ad usare i tuoi poteri?” chiese Stormy.
“Beh, di nascosto prendevo qualche lezione da una vostra serva, ogni volta che potevo spiavo le vostre lezioni ad Abigail. Uscivo di nascosto per esercitarmi. Scusate…” disse Celeste con sguardo basso.
“Non è colpa tu” disse la riccia. “Vorresti ancora qualche nostra lezione?”
“Certo” rispose Celeste, malnascondendo l’entusiasmo. 
“Ne sono felice” rispose la strega.
***
“Abigail” 
“Celeste. È gentile da parte tua bussare” disse la ragazza.
“Ho bisogno del tuo aiuto” disse Celeste.
“Per cosa?” chiese Abigail.
“Io non ce la faccio più, il fatto che le zie non possano uccidere Menlok per causa mia mi fa sentire un peso, inoltre non riesco a sopportare l’idea che sia vivo, che io sappia esattamente dove si trovi e non possa ucciderlo” disse Celeste. “Partirò di nascosto, troverò quella piuma e spezzerò l’incantesimo”.
“E io, esattamente, cosa dovrei fare?” chiese la ragazza.
“Dovresti coprirmi” rispose la strega. “Ci stai?”
“E va bene” sospirò Abigail.
***
Celeste aprì di poco la porta della sua camera, giusto quello che bastava per farci passare la testa. Cacciò fuori la testa e si guardò intorno. Non c’era nessuno. Così rientrò e richiuse la porta. Leggendo uno dei libri della biblioteca aveva trovato un interessante incantesimo per far emanare da una stanza un aura, che Celeste avrebbe reso identica alla sua, bastava che le sue zie non entrassero nella camera. Così pronunciò la formula.
“Anitrab Minurs Zergut” disse per poi emanare una forte luce blu che invase tutta la stanza. La luce sparì dopo pochi secondi. Abbassò più che poteva la sua aurea. Si alzò in volo ed uscì dalla finestra. Si abbassò di quota volando tra gli alberi della foresta per non farsi vedere. Appena il castello sparì all’orizzonte, si fermò ed atterrò. Lì era troppo distante perché le sue zie potessero sentire l’energia emanata dagli incantesimi. Così la ragazza si teletrasportò su Hedrigs.
***
Celeste apparve su Hedrigs. Era circondata da montagne. In cielo si scorgevano varie figure di draghi e volatili di ogni tipo. Il cielo era di una tonalità sull’arancione. Il paesaggio sembrava quello di un pianeta preistorico. Non sapeva dove fosse la cascata nera, così si alzò in volo per cercarla. Non doveva essere così difficile, bastava cercare una…cascata nera.
***
Abigail camminava per i corridoi, si assicurava che la madre e le zie non entrassero nella camera della cugina.
“Ciao zia” disse sbarrando la strada alla zia. “Dove vai?”
“Volevo chiedere a Celeste se le andava di parlare un po’” disse Stormy.
“Ah” disse Abigail.
“Ok, potresti toglierti davanti ora?” chiese la strega.
“No” disse Abigail.
“Perché?”
“Perché…Celeste non si sente bene” disse Abigail.
“Sta male?” chiese Stormy. “Cos’ha?”
“Non lo so, ma dice che quando si ammala guarisce presto grazie al suo organismo forte per non farle sentire freddo” rispose la ragazza dopo qualche istante per pensare a cosa dire.
“Vado a vedere” disse Stormy.
“Non puoi” disse Abigail allungando le braccia per fermare la donna. “Sei incinta, potrebbe contagiarti e sarebbe pericoloso per il bambino”.
“Ok, allora faccio andare Darcy” disse Stormy allontanandosi. Abigail si sbattè una mano sulla fronte. Doveva pensare a qualcosa da dire.
***
Era ormai più di un’ora che Celeste volava cercando quella dannata cascata. Ad un certo punto sentì un verso di animale alle sue spalle, poco distante da lei. La ragazza si girò. C’era un enorme drago verde dall’aria non molto amichevole. Probabilmente l’aveva scambiata per una sua preda. Celeste cercò di volare più velocemente, ma il drago, che aveva grosse ali, era più veloce, l’avrebbe raggiunta presto. Celeste così preparò un attacco e lo lanciò contro il drago. L’incantesimo colpì il drago su un’ala, congelandone una parte. Il ghiaccio appesantì l’ala tanto che il drago iniziò a rallentare.
“Che c’è? Sei già stanco?” chiese Celeste.
Il drago, cogliendo di sorpresa la giovane strega, sparò un getto di fuoco dalla bocca che la ragazza schivo appena in tempo.
***
“Ciao mamma” disse Abigail affiancando la madre.
“Ciao Abigail, sto andando da Celeste per vedere come sta” disse Darcy.
“È guarita” disse Abigail. “Non ce n’è bisogno”.
“Ma come, già?” chiese confusa la strega.
“Si, l’ho detto alla zia che guarisce in fretta” disse la ragazza.
“Si ma…così presto?” chiese ancora Darcy.
“Certo”
“Che stai nascondendo?” chiese Darcy assottigliando gli occhi.
“Nulla” mentì Abigail.
“Pensi forse di ingannarmi?” 
Abigail fece un incantesimo di nascosto.
“Non ti nascondo nulla mamma”.
Darcy stava per controbattere, ma all’improvviso si sentì un forte rumore provenire dal piano di sopra e delle urla. 
“Vado a vedere, tu non muoverti” disse Darcy per poi dirigersi verso le scale.
Abigail contattò telematicamente la cugina.
“Celeste, non potrò trattenere mia madre e la zia ancora a lungo, muoviti!”
“Scusa se per non farmi mangiare sto perdendo tempo! Cercherò di fare in fretta”.
***
“Insomma bestione, vuoi lasciarmi in pace?” disse Celeste evitando l’ennesimo getto di fuoco. Ad un tratto scorse la fatidica cascata. Ma non poteva andare, aveva un drago alle calcagna. Le venne un’idea. Si recò a tutta velocità verso la cascata, seguita ovviamente dal drago. Congelò la cascata. Quando fu vicinissima si spostò, il drago non fece in tempo a fermarsi e andò a sbattere contro la parete ghiacciata, il ghiaccio si frantumò e il drago cadde al suolo. Celeste trovò subito la grotta e ci entrò.
***
“C’era un mostriciattolo inguardabile” disse Darcy raggiungendo la figlia. “Strano sia apparso dal nulla…” disse guardando sospettosa la figlia. Darcy si accinse ad aprire la porta della camera di Celeste.
“Aspetta, Celeste non c’è”
“Sento la sua presenza” disse aprendo la porta ed entrando. “Che state combinando voi due?” chiese girandosi verso la ragazza. “È ad Hedrigs vero?”
“Immaginavo che non avrebbe aspettato” disse Stormy giunta sul posto. Si concentrò cercando la posizione precisa della nipote.
“L’ho trovata” disse dopo qualche minuto. “Vado a prenderla”.
***
Celeste si stava incamminando per la grotta cercando la piuma. Sentì una specie di calore alle sue spalle sempre più forte. Si girò, un nuovo getto di fuoco le stava arrivando addosso. Chiuse gli occhi e si mise le braccia davanti, ma non sentì nulla. Quando aprì gli occhi vide sua zia davanti a sé che parlava il colpo al suo posto. Stormy colpì l’animale che aveva lanciato il getto con due fulmini. Il draghetto cadde al suolo stecchito. 
“Ciao zia…” disse timidamente la ragazza.
“Ti rendi conto della sciocchezza che hai fatto?” chiese Stormy senza girarsi.
“Si…scusa” disse Celeste.
“Andiamo a cercare questa piuma, ormai siamo qui” disse Stormy. Le due si incamminarono. Dopo una ventina di minuti di cammino si scorse da un vicolo una forte luce bianca. 
“Deve essere lì” disse Stormy.
Zia e nipote arrivarono davanti da una sfera di energia bianca. Al suo interno si scorgeva la figura di una piuma. Celeste si avvicinò ad essa. 
“Esiste” disse Celeste allungando il braccio e infilando la mano nella sfera. Afferrò la piuma. Era esattamente come la descriveva il libro. Celeste la passò sulla guancia. Dopo appena un secondo fu avvolta da una fortissima luce bianca.
***
“Stormy, sei tornata finalmente” disse Darcy. Stormy era all’entrata del palazzo.
“Lo so, io e Celeste abbiamo cercato la piuma. Alla fine l’abbiamo trovata e ha spezzato l’incantesimo. Solo che c’è stato un piccolo problemino…” disse Stormy.
“Quale problema? E dov’è Celeste?” chiese Darcy.
Stormy si spostò d leggermente.
“Vieni Celeste” disse Stormy. Una bambina fece capolino dalla porta. Darcy aveva un punto interrogativo stampato in faccia.
“"La piuma nascondeva un incantesimo cambia età…” disse Stormy a voce bassa.


Buona Pasqua!!!
Altro che sorpresa di uovo di Pasqua, vi siete trovati il mio capitolo. Come? Era meglio l’uovo di Pasqua? Vabbè, questione di gusti… È tardi. Al prossimo aggiornamento, Icydarcystormy.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Celeste era seduta su un divanetto nero, le gambe penzolavano. Guardava le zie parlare poco distante da lei.
“Ho fatto un controllo con un incantesimo, il sortilegio lanciato da Menlok è stato effettivamente spezzato, ma è stata vittima di un incantesimo cambia età. Conosco un controincantesimo per questo” disse Darcy. “La faccio tornare come prima” disse per poi girarsi, ma Stormy la fermò.
“Non farlo” disse. “Gli incantesimi cambia età spariscono da soli”
“Si ma così faremo più in fretta” contestò Darcy.
“Celeste non ha mai vissuto una vera infanzia, non siamo mai state gentili con lei, un ricordo felice non può che farle bene” disse la minore.
“Ma lei non ricorderà nulla di quello che accadrà” disse la strega dell’oscurità. 
“Potremmo farle tornare la memoria. Ti prego, ne ho bisogno anch’io personalmente”
“Va bene” si rassegnò la strega.
“Ciao piccola” disse Stormy avvicinandosi alla bambina. “Vuoi fare qualcosa?”
“Giochiamo a qualcosa?” chiese Celeste. Aveva una vocina più sottile del solito.
“Certo. A cosa?” rispose Stormy. Cercava di mostrarsi più gentile possibile.
“Giochiamo a nascondino?” chiese la bambina.
“Ok, ma qui non c’è spazio. Andiamo fuori” disse la strega facendo alzare la bambina e prendendola per mano. “Però devi stare attenta e non devi allontanarti” disse per poi uscire con la bambina.
***
“Celeste? Dove sei?” Stormy camminava per la foresta guardandosi intorno.
Celeste era dietro un albero, si spostava ogni volta che la zia si avvicinava.
“Eccoti!” disse Stormy afferrando la nipote per le spalle.
“Giochiamo ancora!” disse Celeste.
“È più di un’ora che giochiamo, sono stanca ora” disse Stormy.
“Solo un’ultima volta” la supplicò Celeste.
“Va bene, l’ultima però” cedette Stormy. Poi chiuse gli occhi e iniziò a contare. Celeste si diresse verso un albero, questa volta non si sarebbe fatta trovare.
“Ho finito, sei pronta?” chiese Stormy.
“Si” rispose la bambina.
Stormy iniziò a guardarsi intorno. Passarono dieci minuti, ma ancora non riusciva a trovarla. Non ce la faceva più, così si sedette su una roccia piatta.
“Mi arrendo, vieni fuori ora” disse Stormy.
“Sono qui” disse Celeste. Era sul ramo di un albero, si stava sporgendo per farsi vedere. Stormy vedendola sbiancò.
“Scendi! Potresti farti male” disse la strega.
“Ok” disse Celeste. La bambina scese dall’albero e si avvicinò alla zia. “Stai male?” chiese.
“No, sto bene. Guardati sei tutta sporca, andiamo, dovrai farti un bel bagno” disse sua zia alzandosi e prendendola in braccio.
***
Stormy stava spogliando la nipote. Togliendole la maglia, notò vari lividi sull’addome della bambina. Mettendo una mano sopra, notò che combaciavano perfettamente con le sue dita. 
“Ti fanno male?” chiese Stormy premendo leggermente.
“Si” rispose Celeste.
“Dopo ti metto un po’ di ghiaccio” disse la strega finendo di spogliarla.
***
“Darcy, ho una curiosità” disse Stormy avvicinandosi alla sorella. “Quando qualcuno subisce un incantesimo cambia età, il suo corpo e la sua mentalità diventano quelli di un bambino in questo caso di quattro di anni, o diventa com’era quando lui quando aveva quattro anni?”.
“Dipende dai casi” disse Darcy. “Perché?”
“Credo che il corpo di Celeste sia come quando aveva quattro anni, credo di riconoscere alcuni lividi” rispose la strega.
“In questo caso dovrebbe avere anche i ricordi di quand’era piccola” disse Darcy. “Non mi è sembrata spaventata, magari vedendo che cercavi di essere gentile ha lasciato perdere”.
“Spero di sì, sarebbe più semplice” disse la minore.
“Com’è stato?” chiese la strega dell’oscurità.
“Non mi aspettavo fosse così vivace, me la ricordavo molto più pacata” disse Stormy “Però è proprio carina”.
“Più che pacata era spaventata” la corresse Darcy. “Ora si sentirà più a suo agio e starà tirando fuori il suo vero carattere”.
“Mi piace stare con lei, solo che è un po’ stancante” disse accarezzandosi il ventre.
“Con i bambini lo è sempre. Mi rendo conto che non sei nelle condizioni di correre tutto il giorno. Fate qualcosa di più calmo” le suggerì la sorella.
“Tipo?”
“Non lo so, prova a leggerle un libro o magari fate un disegno, cose del genere”
“Grazie dei suggerimenti. Ora vado, Celeste mi sta aspettando in bagno per asciugarle i capelli” disse Stormy per poi avviarsi in bagno.
***
Celeste era nella sua camera, era un po’ disorientata, non la ricordava affatto così.
“Ehi piccola” disse Stormy entrando nella stanza. “Che fai?”
“Niente” rispose la bambina.
“Ti ho portato un bel libro” disse la strega. “È un libro sui vari animali, ci sono molte illustrazioni”.
La bambina si avvicinò incuriosita. 
“Se vuoi ti leggo qualcosa” disse Stormy.
“Ok” disse Celeste sedendosi sul letto. Stormy si sedette accanto alla bambina. “Ti faccio vedere qualche illustrazione e mi dici di quale animale vuoi che ti legga, ok?”
La bambina annuì con la testa. Stormy aprì il libro è iniziò a sfogliarlo, dopo un decina pagine Celeste disse:
“Questo”. La bambina indicò col dito la figura dell’animale. 
“Vediamo un po’, questo animale vive in quasi tutti i pianeti grazie alla sua incredibile adattabilità, l’unico pianeta su cui non vive è la Terra. Ha un corpo allungato e squamoso, molto simile a quello dei serpenti. Da cucciolo misura circa venti centimetri, mentre da adulto può anche superare i due metri. Il blu scuro delle sue squame è dovuto ad una sostanza presente nell’organismo che gli permette di resistere anche a temperature sotto lo zero.”
***
Celeste era seduta sulle gambe di Stormy mentre lei le faceva delle treccine.
“Dov’è Abigail?”chiese ad un tratto la bambina.
“È con la zia Darcy” disse Stormy. Celeste credeva che Abigail avesse due anni. Era già confusa così, figurarsi se Stormy le avesse fatto vedere Abigail.
“Perché oggi sei gentile?” chiese la bambina.
“Perché non dovrei esserlo?”
“Perché di solito non lo sei” disse Celeste con voce insicura, temeva che la zia si arrabbiasse.
“È questo quello che dovrei fare” disse la strega.
“Mi leggi ancora qualcosa?” chiese la bambina.
“Ho un po’ di mal di testa, mi dispiace”
“Ti prego”
“Ho detto di no”
“Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego…”
“BASTA!” urlò Stormy alzando un braccio. La bambina si rannicchiò in posizione fetale e chiuse gli occhi. Stormy rimase col braccio a mezz’aria. Probabilmente la bambina aveva pensato volesse darle uno schiaffo. La strega abbassò lentamente il braccio e le accarezzò la testa.
“Scusa tesoro, non volevo spaventarti” disse Stormy. “Vediamo…aspetta qui, torno subito” disse alzandosi ed uscendo dalla porta. Tornò poco dopo.
“Ecco qua” disse mostrandole un lecca lecca. “Tieni” disse poi porgendoglielo.
La bambina prese il lecca lecca e iniziò a scartarlo.
“Sorridi su” disse sua zia facendole una carezza. Celeste accennò un sorriso, poi iniziò a gustarsi il suo lecca lecca. “Va meglio ora?”
“Un po’...” rispose la bambina.
“E cosa ti farebbe sentire completamente meglio?” chiese la strega.
“Mi vergogno” disse Celeste girando il capo dall’altra parte.
“Dai, non lo dico a nessuno lo prometto” disse Stormy.
“Ok” cedette Celeste. Poi si avvicinò alla zia e le sussurrò qualcosa all’orecchio. 
“Davvero?” le chiese sua zia. Celeste annuì. Temeva di essersi spinta troppo oltre.
“Vieni qui piccola” disse Stormy abbracciandola. “Va meglio ora?”
La bambina annuì.
“Mi prendi quel cuscino?”  chiese Celeste.
“Certo”. Stormy si alzò e quando lo prese si vide una luce provenire alle sue spalle. Si girò verso di essa è quando sparì vide Celeste, ormai tornata una ragazza.
“Cos’è successo?” chiese la ragazza. “Sono stanca”
“Non mi sorprende” sussurrò tra se e se la strega per poi andarsi a sedere accanto alla nipote. “Eri carina da piccola”.
“Eh?” disse Celeste confusa.
“Anch’io ho qualche ricordo di te da piccola” disse la strega.
“Si ma…che c’entra ora?” chiese Celeste sempre più confusa.
“Nulla, era giusto per dire” rispose Stormy.
“Menlok” disse ad un tratto Celeste. “Che ne è stato di Menlok, avevamo spezzato l’incantesimo”
“Volevamo assistessi alla scena” disse Stormy. “Credo tu sia stanca, dormiente. Ci penseremo domani” disse alzandosi per poi uscire dalla camera.


*si abbassa per schivare un fulmine*. Ciao, mai come oggi sono andata OOC con Stormy. Vabbè, per una volta (UNA?!) che fa. Spero che il capitolo vi sia piaciuto , al prossimo aggiornamento. Icydarcystormy.

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Era notte fonda. Celeste stava dormendo nel suo letto. Nella stanza entrò Stormy. Si diresse a passo leggero verso la nipote. Arrivatale davanti, le appoggiò una mano sulla fronte e disse a mente una formula. Celeste fece una lieve smorfia che sparì appena Stormy tolse la mano. Fatto ciò uscì silenziosamente dalla camera.
***
Celeste si svegliò. Aveva fatto un sogno strano: lei era una bambina e passava del tempo con sua zia, ma lei non era cattiva con lei, anzi era molto gentile. A quanto pareva i suoi sogni non avevano un’idea molto chiara della sua infanzia. A un certo punto sgranò gli occhi. Non era un sogno! Era successo davvero!
“Ma certo, la piuma” disse mettendosi una mano sulla fronte. Poi si ricordò di una cosa. Si alzò immediatamente dal letto e andò in bagno a farsi una doccia. Appena ebbe finito si avvolse in una grande salvietta e iniziò ad asciugarsi i capelli. Dopodiché si vestì. Quando le sue zie le avevano dato quella camera le avevano anche regalato dei vestiti, prima aveva solo due paia di pantaloni e due maglie. Indossò dei pantaloncini neri e una camicetta smanicata blu, dello stesso colore delle scarpe basse. Quando ebbe finito di vestirsi, uscì dalla camera e si incamminò per un corridoio. Alla fine di esso c’era una porta. Celeste appoggiò la mano sulla maniglia di essa, sospirò e poi si decise ad aprirla. La stanza era abbastanza grande, le pareti erano nere. Su di esse c’erano vari scaffali con sopra varie ampolle contenenti strani liquidi colorati e dei barattoli contenenti strane polveri colorate ed erbe. In un angolo della camera c’era un grande calderone nero. Dietro di esso c’era Darcy in piedi a braccia incrociate. Sentendo la presenza della nipote si girò verso la ragazza. 
“Non ti mangio mica, vieni” disse facendole segno con una mano. Celeste si avvicinò alla zia.
“Bene, oggi ti insegnerò le basi per preparare le pozioni” disse Darcy. “Per prima cosa metti i guanti, gli ingredienti potrebbero irritanti la pelle” detto questo entrambe indossarono i guanti. “Per creare pozioni di primo livello, di secondo e la maggior parte di quelle di terzo si usa una miscela base a cui si aggiungono gli ingredienti della pozione, ci sono delle eccezioni e dal terzo livello in poi si usano miscele specifiche, ma in generale è questa. Se sbagli la miscela base la pozione non avrà gli effetti desiderati”. Celeste ascoltava con attenzione ciò che diceva la zia. 
“Non credo ci sia bisogno che ti dica che prima di tutto bisogna accendere il fuoco” disse accendendo la legna sotto il calderone con un fiammifero. “Per iniziare si versa della bava di lucertola dalla testa arcuata”. 
“Quanta?” chiese Celeste.
“Dipende dalla quantità di pozione che vuoi ottenere” rispose la strega.
“Ok” disse Celeste prendendo una provetta contenente un liquido denso biancastro. La aprì e ne versò il contenuto nel calderone.
“Adesso bisogna aggiungere un pizzico di polvere di magia nera” disse Darcy. “È su quello scaffale” disse indicandone uno col dito. Celeste si avvicinò ad esso è prese un barattolo con un etichetta con su scritto “Polvere di magia nera”. Si avvicinò al calderone ed aprì il barattolo, al suo interno c’era della finissima polvere nera. Ne prese un pizzico e lo aggiunse alla pozione. La pozione assunse un colore violastro.
“Ora quattro squame di un drago di Piros” disse la strega.
Celeste prese un barattolo pieno di squame. Lo aprì e ne aggiunse quattro all’intruglio che assunse un colore bluastro. 
“Eccomi mamma” disse Abigail entrando nella stanza. Reggeva una gabbietta con dentro delle tarantola. 
“Giusto in tempo” disse Darcy avvicinandosi alla figlia e prendendo la gabbia. “Ti sei fatta mordere questa volta?”
“È successo una sola volta” disse Abigail incrociando le braccia. “Ho preso anche le loro uova, comunque” disse mostrandole un vetrino con dentro varie uova minuscole.
“Bene fatto” disse la strega prendendolo. “Cosa non faresti per un aumento di paghetta, eh?”
“Per quello che mi dai dovresti portarmi in braccio fino alla foresta” commentò Abigail.
“Hai l’allenamento con la zia Stormy, vai” disse Darcy.
“È dicono che sono fortunata ad essere nata in questa famiglia…” farfugliò la ragazza prima di uscire.
“Continuano ora” disse Darcy. “Adesso si aggiungono due zampe di tarantola” disse prendendone una dalla gabbietta e staccandole due zampe. Poi le aggiunse alla miscela. “Ed ora tutto il suo corpo escluse le zampe”. La strega staccò tutte le altre zampe e buttò il resto del corpo dell’aracnide nell’intruglio. La pozione assunse un colore verdognolo. 
“La miscela è finita. Ora versiamola nelle ampolle, così quando dovremo fare una pozione l’avremo già pronta” disse Darcy. Celeste prese alcune ampolle vuote. Con una specie di grosso mestolo le due versarlo la pozione in esse. “Bene, per oggi può bastare”. 
***
“Abigail?!”
Abigail aprì piano gli occhi e si mise in posizione semiseduta. 
“Cos’è successo?” chiese mettendosi una mano sulla testa.
“Sei svenuta” le rispose sua zia. “Forse avremmo dovuto aspettare ancora un po’ prima di ricominciare con gli allenamenti”.
“Mi gira la testa” disse Abigail chiudendo gli occhi.
“Ti porto in camera tua” disse Stormy aiutandola ad alzarsi.
***
Stormy adagiò la nipote sul letto.
“Riposa” disse la strega per poi girarsi verso la porta.
“Non andare” disse Abigail facendola fermare. “Ho bisogno di parlare con qualcuno di una cosa”.
“Ti ascolto” disse Stormy sedendosi sul letto.
“Prometti che non ti arrabbierai?” chiese la ragazza.
“Certo” rispose la donna.
“Io…non credo di desiderare pienamente la morte di Menlok” disse Abigail.
Stormy la fissò senza dire nulla per qualche istante.
“È pur sempre mio padre” disse Abigail.
“Già, che ha cercato di uccidere te e svariate volte me e tua madre e che ha ucciso tua zia” disse Stormy.
Abigail non sapeva cosa rispondere, poi disse:
“Immagina che tuo figlio cerchi di uccidere te, lo zio Derek, mia madre e magari anche me e Celeste. Gli vorresti ancora bene?” chiese la ragazza. Stormy rimase qualche secondo in silenzio.
“È pur sempre mio figlio…” disse Stormy. “Ma forse non gli parlerei per un po’ di tempo”.
“Io amo la mia famiglia, non la cambierei per nulla al mondo. Ma Menlok è comunque mio padre…” disse Abigail.
“Preferiresti non lo uccidessimo?” chiese Stormy.
“Non voglio chiedervi nulla, so quanto lo odiate e tu non sei capace di dirmi di no” rispose Abigail. “Avevo solo bisogno di dirlo a qualcuno”.
“In certe situazioni so risponderti con un secco no” disse Stormy. “Facciamo così: tu ora dormi un po’, appena ti senti meglio andiamo da lui”.
“Ok, sapevo di potermi fidare” disse la ragazza. Stormy le sorrise prima di uscire dalla stanza.
***
Celeste e Darcy stavano mettendo in ordine i vari ingredienti. Stormy fece capolino dalla porta.
“Darcy, puoi venire un minuto?” chiese.
“Certo” rispose la strega avvicinandosi alla sorella e uscendo con lei.
***
“Cosa c’è?” chiese Darcy chiudendo la porta.
“Prima Abigail non si è sentita bene” disse Stormy.
“Dov’è ora?” chiese la strega.
“In camera sua” rispose la donna. “Ma non è solo di questo che volevo parlarti”
“Ebbene?” 
“Tua figlia mi ha detto che non vorrebbe la morte di Menlok, per lei rimane comunque suo padre. Io le ho proposto di portarla da lui dopo, ma comincio a credere che non sia una buona idea” disse Stormy. 
“Immaginavo sarebbe successo qualcosa del genere, Menlok è una grande minaccia sia per Abigail che per Celeste, non possiamo non eliminarlo” disse la strega delle illusioni. “Dopo che lo avrà incontrato lo elimineremo”. La strega delle tempeste annuì in risposta.
***
Celeste stava camminando per i corridoi, ad un tratto si iniziò a sentire della musica prodotta da un pianoforte. Celeste, incuriosita, si avvicinò alla stanza da cui proveniva il suono ed entrò. Era una stanza non molto grande, le pareti erano di color verde scuro. Al centro di essa c’era un grande pianoforte nero. Seduta dietro di esso, c’era la persona che lo stava suonando.
“Non sapevo suonassi il pianoforte” disse Celeste.
“Ci sono molte cose che non sai di me” rispose Abigail continuando a suonare.
“Sei brava, quando ha iniziato a suonare?” le chiese sua cugina.
“Ho iniziato le mie lezioni quando ero ancora piccola, avrò avuto quattro anni circa” rispose la ragazza. “Di solito suono nella stanza insonorizzata per non dar fastidio a nessuno” 
“So che andrai da Menlok. Fa attenzione, quello è un essere senza scrupoli” disse Celeste.
“Credi che non lo sappia? Sto aspettando che arrivi la zia, così potrò andare” disse Abigail.
“Ti dispiace se vengo anch’io? Mi diverte l’idea di vederlo in una gabbia” disse l’apprendista strega.
“Va bene” rispose la mora.
“Abigail? Sei pronta?” chiese Stormy affacciandosi dalla porta.
“Si certo”. La ragazza si alzò e si diresse verso la zia, seguita da Celeste.
***
“Eccoci” disse Stormy entrando in un luogo molto angusto seguita dalle nipoti. In fondo alla camera, in una cella di altissima sicurezza. Dentro c’era Menlok, seduto a gambe incrociate. Come vide le tre si alzò in piedi.
“Buon pomeriggio belle, buon pomeriggio anche a te Stormy” disse Menlok col suo solito sorrisetto odioso.
Stormy preferì non reagire alla “battuta” di Menlok.
“A proposito Stormy, dovresti smettere di mangiare dolci, stai ingrassano un sacco” continuò lo stregone. Stormy sembrava una delle sue nuvole temporalesche. Abigail le posò una mano sul braccio per intimarle di calmarsi.
“Potreste lasciarci da soli?” chiese Abigail.
“Non ti lascio sola con quel essere” rispose Stormy.
“Allora andate in fondo alla stanza. Per favore” disse la ragazza.
“E va bene” disse Stormy allontanandosi seguita da Celeste. Appoggiò la schiena contro il muro guardando male Menlok.
“Per te sono grassa?” chiese la donna.
“Non dargli retta” rispose Celeste. “Stai benissimo. E comunque non sarebbe così strano iniziare ad ingrassare un po’, dato il tuo stato”.
Intanto Abigail si era avvicinata alle sbarre di energia.
“Ciao…papà” disse Abigail.
“Non chiamarmi così. Non ho mai voluto avere figli in giro” disse Menlok.
“Ma ormai sono qui” disse la ragazza.
“Già…mi chiedo perché tua madre non si sia sbarazzata di te” disse lo stregone.
Abigail abbassò lo sguardo.
Stormy è Celeste avevano sentito tutto.
“Se le dice un’altra frase del genere giuro che gli salto addosso” disse Stormy.
“Non credo sarebbe una buona idea…” rispose Celeste.
“Se mi ha tenuta forse è perché mi voleva bene” disse Abigail.
“Tua madre non è mai stata capace di voler bene a una persona che non fosse una delle sue sorelle, se ti ha tenuta è stato solo per dare un erede al regno” disse ancora lo stregone.
“E va bene, ora basta!” disse Stormy mettendosi a fianco alla nipote. “Se Darcy l’ha tenuta forse è perché lei, a differenza tua, sa prendersi le sue responsabilità ed ha un minimo di cuore. Ma non ti vergogni di parlarle così? È tua figlia”
Menlok cercò di lanciare un incantesimo contro le due, ma le sbarre glielo impedirono. Richiamò a sé tutte le sue energie. I suoi occhi si fecero rossi e attorno a lui si formò un alone nero. Stormy mise un braccio davanti ad Abigail e la spinse indietro. Menlok lanciò un raggio fortissimo che infranse le sbarre della cella. Stormy creò uno scudo di energia che potesse lei è la nipote.
“Libero finalmente!” disse Menlok per poi iniziare a ridere sadicamente. Preparò un incantesimo da lanciare loro contro, ma Stormy fu più veloce e gli lanciò contro un fulmine, facendolo andare a sbattere contro la parete.
“Va a chiamare tua madre, io lo trattengo”
“Sta attenta, non vorrei ti accadesse qualcosa”
“Non è mica sola” disse Celeste avvicinandosi. Abigail le guardò per un istante poi uscì dalla sala.
Menlok si rialzò e lanciò un raggio verso Celeste. La ragazza creò prontamente uno scudo di ghiaccio che parò il colpo. In risposta lanciò dei dardi di ghiaccio contro lo stregone, che però riuscì ad evitarli. Così Stormy e Celeste li attaccarono insieme. Menlok creò un potente scudo di energia che rimando indietro i colpi, colpendo le due. Celeste si rialzò subito.
“Zia Stormy!”. La ragazza si diresse verso la donna, sdraiata sul pavimento. Stormy tossì e si mise in posizione semiseduta. “Stai bene?”
“Credo di si…attenta!” disse indicandole Menlok che stava per lanciare un incantesimo contro le due.
“Scudo oscuro!”
Darcy era arrivata appena in tempo, il colpo le avrebbe sicuramente colpite. Si alzò in volo e si posò davanti alla nipote e alla sorella. Anche Abigail entrò nella stanza, si avvicinò a Stormy è, insieme a Celeste, l’aiuto ad alzarsi.
“Portiamola fuori di qui” disse Celeste. Abigail annuì e insieme la fecero uscire.
“Io non credo che riusciremo a farle salire le scale, vado a chiamare lo zio Derek” disse Abigail iniziando a salire le scale. Celeste fece sedere la zia per terra e le si sedette accanto.
“È stato faticoso badare a me?” chiese Celeste.
“Ti riferisci a ieri?” chiese Stormy.
“Si” disse la ragazza.
“Avevi un bel caratterino, non me lo aspettavo proprio. È stato un po’ faticoso, però è stato divertente, ho fatto anche un po’ di pratica” disse la strega.
“Mi dispiace di averti fatta stancare”
“Figurati, l’ho fatto per dare anche a te qualche ricordo felice”
“Lo so, grazie” disse Celeste sorridendo timidamente. Anche Stormy sorrise.
Dalle scale stava scendendo Abigail, seguita da Derek.
“Stormy? Va tutto bene?” chiese Derek avvicinandosi alla compagna.
“Si, credo di si” disse Stormy cercando di alzarsi, fallendo però nell’impresa. Derek la prese in braccio.
“Sarà meglio farti fare un controllo” disse Derek.
***
“Fammi indovinare, mi farai capire cosa significa essere un buon genitore” disse Menlok.
“Tu, non l’avrei vinta” disse Darcy.

Ciao a tutti!!! Che ritardo!!! 
Mi scuso per l’attesa, spero che almeno il capitolo vi soddisfi. A presto. Icydarcystormy.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


"Se è successo qualcosa a Stormy o al bambino giuro che lo faccio fuori quell’essere" disse Derek.
Camminava avanti e indietro aspettando che il medico uscisse dalla stanza per informarlo sullo stato della compagna.
"Calmati, su. Devi essere forte davanti a queste cose" disse Abigail, ella era appoggiata con la schiena al muro e guardava lo zio.
"Lo so Abigail, ma sono preoccupato" disse l’uomo. "E tu perché sei qui? Non dovresti essere con tua madre e Celeste a combattere contro Menlok?”
"Sono preoccupata anch’io e mi sento un po’ in colpa" rispose la ragazza.
***
"La tua sorellina sta perdendo colpi, non è vero?" disse Menlok lanciando due sfere di energia contro Darcy. "Un tempo non si sarebbe fatta sconfiggere così facilmente".
"Non sono affari che ti riguardano Menlok!" disse Darcy schivando entrambe le sfere per poi lanciare una forte onda oscura contro lo stregone. Egli riuscì a schivarla ma fu colpito da dardi di ghiaccio lanciatili contro da Celeste. "Niente male" commentò la strega delle illusioni.
"Anche tu te la cavi" disse Celeste. Menlok nel frattempo si era rialzato. Lanciò una grande sfera di energia, così grande che avrebbe colpito sia Darcy che Celeste. Entrambe crearono uno scudo magico per proteggersi, ma lo scudo di Celeste cedette. Darcy la tirò verso di sé appena in tempo.
"Siamo un po’ scarsine negli incantesimi di difesa, eh?" disse Darcy. "Dovremo lavorare anche su quelli".
"E va bene, ora basta giocare" disse Menlok facendosi di nuovo avvolgere da un alone nero. Creò una sfera che lo avvolse, poi da essa partì un raggio diretto verso Celeste. La ragazza si scansò appena in tempo. Il raggio colpì la parete con una potenza tale da far tremare tutto.
***
Derek ed Abigail stavano ancora aspettando quando avvertirono una scossa.
"Cos’è stato?" chiese Abigail.
"Deve essere a causa dello scontro" disse Derek. "Vado a vedere, devono aver bisogno di aiuto" disse Abigail.
"Fa attenzione" disse Derek.
***
Abigail stava scendendo le scale quando sentì una nuova scossa ed un tonfo sordo, che la costrinsero a tenersi al corrimano. Arrivò finalmente nella sala, si era alzata molta polvere. Menlok aveva una smorfia di rabbia stampata sul viso. Darcy non era da meno. In quel momento la donna si accorse della presenza della figlia.
"Ma chi si rivede, figliola! Ora la famiglia è al completo" disse Menlok vedendola e preparando un attacco da lanciarle contro.
“Non provare a toccarla, mi hai sentito?!” disse Darcy mettendosi davanti alla ragazza. “Se devi vedertela con qualcuno veditela con me!”. Menlok lanciò il suo incantesimo contro la strega. Darcy creò uno scudo magico che riuscì a parare il colpo.
“Va via, Abigail. Qui ci penso io” disse la strega.
“Non posso lasciarvi da sole” disse Abigail.
Menlok, nel frattempo, aveva creato un nuovo incantesimo. Prima che potesse lanciarlo contro le due, Celeste lo colpì con una sfera di energia.
“Non vorrei interrompere la vostra conversazione, ma non credo che sia il momento adatto per parlare” disse Celeste.
Menlok nel frattempo si era rialzato. Lanciò un raggio contro la ragazza che creò uno scudo per proteggersi. Lo scudo resse qualche secondo poi si infranse. La ragazza fu colpita e scaraventata contro la parete. Darcy colpì Menlok, mentre Abigail si diresse verso la cugina e l’aiutò a rialzarsi.
“È arrivato il momento di farla finita” disse Darcy per poi lanciare un fortissimo incantesimo contro Menlok, ancora supino a terra, creandogli un grande taglio sull’addome.
“Questo è quello che hai fatto a mia figlia” disse Darcy avvicinandosi all’uomo. Si mise a carponi su di lui, pronta a finirlo. Creò una sfera di energia e si preparò a colpirlo. Si trovava davanti alla figlia, alzò lo sguardo su di lei. La guardava con la stessa espressione da cucciola con cui la guardava sempre da piccola. Sembrava volesse chiederle di non farlo. Così Darcy decise di non ucciderlo. Appena fece disfare la sfera, però, Menlok si liberò dalla presa della strega facendola cadere al suolo. Non era in condizioni di combattere, così, prima che la strega potesse rialzarsi e che Abigail e Celeste potessero fare qualcosa, uscì attraverso una crepa formatasi a causa di un incantesimo non andato a segno. Una volta fuori si trasformò nella sua forma da drago, che assumeva quando non aveva molte forze, e volò via. Abigail aiutò sua madre a rialzarsi.
“È scappato” disse Celeste avvicinandosi alle due.
“Non lascerò che vi faccia del male in ogni caso, ora, però, sarà molto più difficile controllarlo” disse Darcy.
“Abigail, sai qualcosa della zia?” chiese Celeste.
“Veramente no” rispose la ragazza.
“Andiamo a vedere come sta” concluse Darcy.
***
 Darcy, Abigail, Celeste e Derek stavano ancora aspettando quando, finalmente, il medico uscì dalla stanza.
“Allora?” chiese Derek, in ansia per la compagna.
“È stato un brutto colpo, ma il bambino è ancora molto piccolo e quindi ben protetto dal liquido amniotico. La regina è stata fortunata, avrebbe potuto avere un distacco della placenta perdendo il bambino, ma fortunatamente non è successo. È ancora un po’ stordita, ma nel complesso sta bene. Per sicurezza sarebbe meglio che rimanesse a riposo per qualche giorno” rispose il medico. Dopo essersi inchinato davanti a Darcy, andò via.
***
“Stormy”. Derek entrò nella camera, seguito da Darcy, Abigail e Celeste.
“Ehi…”. Stormy era in posizione semiseduta, aveva la schiena appoggiata al cuscino. Derek si avvicinò alla compagna e le fece una carezza.
“Ci hai fatti spaventare” disse poi lo stregone.
“Scusate se non sono morta direttamente” disse Stormy alzando le braccia. Fece avvicinare il compagno e gli sussurrò qualcosa all’orecchio. Sentendo ciò che diceva la compagna, Derek non riuscì a trattenere un sorriso.
“Che vi state dicendo voi due?” chiese Darcy.
“Nulla di che…” rispose vaga Stormy. “Ciao belle”
Le due ragazze si avvicinarono al letto.
“Scusa zia, è colpa mia” disse Abigail con espressione mortificata.
“Non dire sciocchezze, non potevi sapere che sarebbe successo questo” le disse la strega facendole una carezza. “A proposito, com’è finita con Menlok?”
“È scappato” rispose Darcy.
“Ora non devi pensare a questo, ma alla tua salute. Hai mangiato qualcosa?” chiese Derek.
“Non potevo mica mettermi a mangiare mentre quel poverino cercava di visitarmi” rispose Stormy.
“Faresti meglio a farlo, hai bisogno di energie” disse la strega. “Io lo so, sono stata incinta anch’io”.
“Lo so. In effetti ho voglia di un frullato” disse la strega delle tempeste.
“Ho capito, vado” disse Abigail uscendo dalla stanza.
“Celeste, va tutto bene?” chiese Stormy. “Guarda che faccia, tra le due la gestante ai primi mesi sembri tu”
“È che sono un po’ stanca” rispose Celeste.
“Immagino, perché non vai un po’ a letto?” disse la strega.
“Magari dopo” rispose la ragazza.
“Va bene, se ne sei sicura” disse Stormy. “Ti è piaciuta la lezione con la zia Darcy?”
“Si, è stata interessante”
“Domani avresti dovuto avere un allenamento con me, spero non me ne vorrai ma non posso” disse Stormy.
“Ma no figurati” rispose Celeste. Abigail entrò nella stanza.
“Wow, velocissima” commentò sua zia.
“Lo so” rispose la ragazza. Si avvicinò al letto e porse alla zia il bicchiere. “Frullato di fragole, quello che preferisci”. “Grazie piccola” disse Stormy prendendolo.
“Forse ora vorreste rimanere solo tu, Derek e il frullato” ipotizzò Darcy.
“Mi piacerebbe…” rispose Stormy.
Darcy, Celeste ed Abigail uscirono dalla stanza lasciando i due innamorati da soli.
“Per te dovrei dirlo a mia sorella e alle ragazze?” chiese Stormy.
“Certo, ma in un momento più adatto” rispose Derek. Egli si sedette accanto alla compagna e le accarezzò il ventre. “Chi se lo aspettava”.
***
Menlok entrò con fatica in una grotta.
“Quelle bastarde…me la pagheranno” disse per poi sputare un rivolo di sangue.


Ehilà!!! Ed ecco che mi faccio risentire. Quindi… Menlok è scappato e Stormy, fortunatamente, sta bene. (Non vi dico, cercavo su internet informazioni per scrivere qualcosa di realistico per quanto riguarda Stormy, proprio in quel momento mia madre mi passa dietro e mi guarda con espressione sconcertata. Inoltre, alla voce “cosa succede quando una donna incinta viene colpita da un incantesimo” Google mi ha dato il numero del manicomio e il suo indirizzo). Al prossimo aggiornamento. Icydarcystormy

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Abigail stava suonando il pianoforte. Lo faceva ogni volta che era triste o agitata, suonare la aiutava a rilassarsi e a schiarirsi le idee. Suonava tenendo gli occhi chiusi facendosi trasportare dalla musica, ormai conosceva benissimo la posizione dei tasti, non aveva certo bisogno di vederli. Darcy entrò nella stanza senza far rumore e si avvicinò alla figlia.
“Dobbiamo parlare” disse poi. Abigail ebbe un piccolo sussulto, non si era proprio accorta della presenza della madre. Smise di suonare e si voltò verso la madre.
“Devo parlarti di Menlok, tuo padre” disse ancora Darcy. Abigail rimase in silenzio per qualche istante, poi ricominciò a suonare.
“Ascolta Abigail, non voglio che tu abbia una delusione. Menlok non vuole fare il padre, mi dispiace dirtelo così ma ma devi capirlo. Non continuare a provarci perché è inutile, non faresti che farti del male”.
“Lo so mamma, ormai ho rinunciato a costruire un rapporto con lui, ma è mio padre, non posso smettere di volergli bene” disse Abigail.
“Ma come fai a volergli ancora bene dopo tutto quello che ha fatto?” chiese incredula Darcy.
“Non puoi capire” disse la ragazza.
“Che intendi dire?” chiese la strega.
“Beh…non ci hai pensato due volte prima di cancellare una persona dalla tua vita perché é gattonata fuori da un palazzo” disse Abigail.
“Che cosa c’entra questo ora? Abigail, capisco che per te non sarà facile, ma Menlok non può continuare ad esistere, è un pericolo per tutti noi, soprattutto per te, devi accettarlo”. Abigail sbattè le mani sul pianoforte schiacciando più tasti contemporaneamente. Si alzò ed uscì dalla stanza senza dire nulla.
***
Celeste si svegliò. Non aveva mai dormito così tanto, non era abituata a combattere e Menlok non era certo uno stregone alle prime armi. Aveva assolutamente bisogno di una doccia, così si alzò e si diresse in bagno. Una volta uscita si vestì ed uscì dalla camera. Camminando per i corridoi vide un ragazzo dall’aria familiare.
“Liam! Ti fai vivo finalmente” disse avvicinandosi.
“Ciao Celeste” disse il ragazzo voltandosi verso la ragazza. “Si lo so, è che mio padre è stato impegnato in riunioni di altro tipo e non potevamo muoverci”.
“E va bene, ti credo” disse Celeste.
“Ho saputo delle varie cose successe negli ultimi giorni, dell’operazione, di Menlok…a proposito, ma alla fine è scappato?” chiese Liam.
“Si, purtroppo si è non sappiamo dove sia, ma crediamo sia ancora troppo debole per attaccare” rispose la ragazza.
“Come sta Abigail?”
“Lei ora sta bene, non so se sai anche che…”
“Che Menlok è suo padre? Si, lo sa tutto il regno ormai”.
“Suo padre la respinge, l’ha rifiutata anche quando gli ha risparmiato la vita, per lei è molto doloroso” disse Celeste.
“Immagino…ma ora non dovete pensarci, dovete godervi questi giorni ancora più o meno sereni” disse Liam.
“Lo so, facciamo un giro?” chiese Celeste.
“Certo”.
***
Stormy stava dormendo quando qualcuno bussò alla porta. Sentendo bussare la donna si svegliò.
“Chi è?” chiese.
“Sono io zia. Posso entrare?”
“Certo entra” disse Stormy mettendosi seduta. Abigail entrò nella stanza per rinchiudersi la porta alle spalle. 
“Scusa se ti disturbo, possiamo parlare?” chiese la ragazza.
“Nessun disturbo, vieni” rispose la donna.
Abigail andò a sedersi accanto alla zia.
“Prima ti ho sentita suonare” disse Stormy.
“Ti ho dato fastidio?” chiese Abigail.
“No affatto, anzi era piacevole. Ultimamente sei migliorata molto” disse la donna.
“Grazie” disse la ragazza mettendosi una mano dietro la testa.
“Ho sentito anche il “finale”… particolare” continuò Stormy.
“Non era voluto, mi ero arrabbiata” disse Abigail.
“Come mai?” chiese la strega.
“Era di questo che volevo parlarti” rispose  la ragazza. “La mamma ha detto che vuole uccidere Menlok. Non ha pensato a come mi sarei potuta sentire”
“Abigail, mia piccola viziatella” disse Stormy.
“Non sono viziata” disse Abigail incrociando le braccia.
“Come vuoi, comunque non è vero che non ci ha pensato. Durante lo scontro di ieri avrebbe potuto ucciderlo, ma non l’ha fatto e questo perché temeva di feriti. Probabilmente ci ha riflettuto, forse ha passato tutta la notte a farlo, ma alla fine ha deciso che sarebbe stato meglio così e sinceramente sono d’accordo con lei. Lo fa per il tuo bene, perché non vuole che quell’essere ti faccia ancora del male” disse Stormy.
Abigail aveva abbassato lo sguardo e ora fissava il copriletto. Stormy le appoggiò una mano sulla spalla.
“So che per te non è facile, ma è per il bene di tutti: tuo, di Celeste, di tua madre, mio, dello zio Derek e dei miei piccoli” disse la strega.
“Lo so zia ma… come i TUOI PICCOLI?” disse la ragazza rendendosi conto solo a metà della frase di ciò che aveva detto la zia. Stormy sgranò gli occhi, non si era accorta di averlo detto.
“E va bene, tanto avevo intenzione di dirtelo” disse Stormy. “Quando ieri il medico mi ha visitata mi ha fatto una scansione con un incantesimo e si è accorto che… ce ne erano due” rispose Stormy.
“È fantastico…lo zio Derek lo sa?” chiese Abigail mostrandosi subito entusiasta.
“Si lo sa, gli unici a saperlo siamo solo noi tre, e il medico ovviamente. Però non dirlo alla mamma e a Celeste, voglio essere io a farlo” disse la donna.
“Certo, sarò muta”. Poco dopo aver detto ciò, Abigail si lasciò scappare un risolino.
“Cos'hai da ridere?” chiese la strega.
“È che mi stavo immaginando te ancora più esaurita di adesso che urli alle due pesti di non fare baccano. Con tanto di capelli scompigliati e pigiama con gli orsacchiotti” rispose.
“Ah ah, molto divertente” disse Stormy incrociando le braccia.
“E dai, non prendertela. Lo sai che scherzo” disse Abigail. “Sono sicura che sarai una brava madre”.
“Grazie del sostegno”.
“Ora le cose importanti. Si iniziano le scommesse: io dico due femmine” disse la ragazza.
“Sai che incubo per lo zio se fosse così” disse Stormy.
“Unico maschio con sei femmine, sarebbe divertente” considerò Abigail. “Tu invece? Cosa ne pensi?”
“Io non ne ho idea, però come hai detto tu, potrà anche essere un incubo per Derek, ma per me sarebbe più semplice. Ho fatto un po’ di pratica con te, quindi con delle femmine saprei come regolarmi” rispose la donna.
“E va bene, ti ho disturbata abbastanza per oggi” disse Abigail alzandosi. “Grazie, mi hai sollevato la giornata”.
Dopo aver detto ciò, Abigail uscì.
***
Celeste e Liam erano seduti sul letto nella camera della ragazza.
“E così ti hanno dato questa camera” disse Liam.
“Già. Carina vero?” rispose Celeste.
“Si. Perciò alla fine avete risolto le vostre divergenze” disse il ragazzo.
“Già, sta succedendo tutto così in fretta che a volte non riesco a metabolizzare bene tutto” disse la giovane.
“Sbaglio o domani è il tuo compleanno?” chiese Liam.
“Non sbagli” disse Celeste sorridendo. “Ma in realtà mi considero quattordicenne da due mesi, se non di più”.
“Ma da domani sarà ufficiale” disse Liam. “Che cosa pensi di fare?”
“Ma non ho mai fatto nulla per il compleanno, lo sai”
“Ma quest’anno è diverso. Devi festeggiare”.
“Vedremo…” disse Celeste.
“In ogni caso avrai il mio regalo, come sempre” disse Liam.
“Come avrei fatto senza di te” disse la ragazza.


Bu! Eccomi qui!!! Sono tornata!!!
È passata quasi una settimana dal mio ultimo aggiornamento e il risultato è questo? Sono una persona davvero disprezzabile. Vabbè, spero non sia proprio disgustoso disgustoso. Grazie di aver letto e, eventualmente, recensito. A presto. Icydarcystormy 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


“Scusami, ora devo andare. Mio padre mi sta aspettando” disse Liam alzandosi.
“Ci vediamo domani, o magari dopo…” disse Celeste.
“No, avrò da fare. A domani” disse Liam uscendo e lasciando Celeste con espressione confusa.
***
Liam camminava guardandosi intorno. Passò davanti la camera di Stormy proprio nel momento in cui Abigail uscì.
“Ciao Liam, non sapevo fossi qui” disse Abigail dopo aver chiuso la porta.
“Ciao Abigail, sono felice di vedere che stai bene. Stavo cercando tua madre, sai per caso dov’è?” chiese il ragazzo.
“Non ne sono sicura, credo che sia in sala riunioni” rispose la ragazza.
“Ma la riunione inizierà tra mezz’ora” disse Liam.
“Si ma mia madre arriva sempre con molto anticipo” disse Abigail. “La stavo cercando anch’io, se vuoi ti accompagno”.
“Va bene, andiamo” disse Liam per poi avviarsi per un corridoio con la ragazza.
“Come mai stai cercando mia madre?” chiese Abigail.
“Vedi…domani è il compleanno di Celeste. Volevo assicurarmi che lo sapessero e le facessero almeno gli auguri, le farebbe piacere” disse Liam.
“Forse è meglio che glielo dica io” disse la ragazza. “Potrebbe considerarti sfacciato e arrabbiarsi con te”.
“Si, forse hai ragione. Grazie per l’aiuto” disse il ragazzo. 
Liam si allontanò mentre Abigail continuò per la sua strada. Finalmente arrivò davanti ad una grande porta. Sospirò e poi aprì la porta. Come immaginava sua madre era lì, girata di spalle rispetto alla porta.
“Ciao mamma” disse Abigail.
“Ciao Abigail” disse Darcy rimanendo voltata.
“Volevo ricordarti che domani sarà il compleanno di Celeste” disse la ragazza.
“Si, lo so. Mi sarò anche arrabbiata perché una bambina è gattonata fuori da un palazzo, ma ricordo il suo compleanno” disse la strega girandosi. 
“A proposito di questo…”
“Si?”
“Volevo…volevo chiederti scusa” disse la Abigail sussurrando appena l’ultima parola.
“Come?” chiese Darcy
“Ho detto che volevo chiederti…scusa” disse alzando un po’ il tono voce che rimase quasi impercettibile.
“Scusami, ma non riesco proprio a capire”
“TI CHIEDO SCUSA” disse Abigail. “S-scusa per prima, per quella frase sul tuo passato con Celeste e per essermi arrabbiata, in fondo cercavi solo di proteggerci”.
“Non importa” disse Darcy. “Un abbraccio?”. 
Abigail le si avvicinò per poi abbracciarla, ricambiata dalla madre. Sentendo arrivare qualcuno, la strega si staccò subito dalla figlia. Abigail la guardò confusa.
“Non ci si deve mai mostrare emotivi davanti ai sudditi. Ora vai, ho da fare, ci vediamo dopo” disse la strega. Abigail dopo aver salutato la madre uscì dalla sala.
***
Fuori dalla stanza delle riunioni c’era Liam. Abigail uscì dalla camera.
“Beh? Gliel’hai detto?” chiese Liam.
“Si. Dice che lo sapeva” disse la ragazza.
“Almeno ne siamo sicuri” disse il ragazzo.
“Ora, però, ho bisogno del tuo aiuto” disse Abigail. “Conosci Celeste molto meglio di me, potresti suggerirmi un regalo da farle?”
“Regalale uno di quei fronzoli da femmine” disse Liam con naturalezza beccandosi un’occhiataccia da parte di Abigail. 
“Cioè volevo dire una di quelle cose indispensabili senza le quali l’universo femminile cadrebbe, lasciando un enorme vuoto nella popolazione”.
“Va meglio” disse Abigail. “Tu che cosa le regalerai?”
“Una cosa che le piacerà un sacco…spero” disse il ragazzo.
“Sempre esaustivo” considerò Abigail.
“Ora devo andare, mio padre mi starà cercando” disse Liam. “A dopo”.
Il ragazzo si allontanò. Abigail invece si diresse dalla parte opposta di Liam.
***
Derek entrò nella camera sua e di Stormy. La donna era seduta sul letto ed aveva un’espressione pensierosa.
“Che c’è?” chiese Derek sedendosi accanto alla donna.
“Credo di aver dimenticato qualcosa” rispose la donna.
“Ok, io sono Derek, il tuo super affascinante compagno. Questa è la nostra camera e…”
“Smettila, stupido. Devo pensare”
“Allora mettiamoci comodi” disse Derek beccandosi un’occhiataccia della compagna. “E dai, stavo scherzando”.
“È qualcosa di importante che fino a ieri continuavo a ripetermi a mente” disse Stormy.
“Non ci pensare, ti verrà in mente” disse lo stregone. “Piuttosto, lo hai detto a tua sorella e alle tue nipoti?”
“Ad Abigail si, devo dirlo a Darcy e a Celeste” rispose la donna.
“E hai iniziato a pensare a qualche nome?”
“Ma non sappiamo ancora il sesso…i sessi”
“Possiamo pensarli per le possibili situazioni, se sono due maschi, un maschio e una femmina…due femmine” disse Derek pronunciando l’ultima parola con un pizzico di paura nella voce.
“In realtà non ho ancora pensato a nessun nome” disse la strega.
“Non mi vengono in mente nomi che mi piacciano particolarmente, forse dovremmo chiedere qualche suggerimento” disse Derek.
“Si infatti, ma c’è ancora molto tempo” disse Stormy per poi appoggiare la testa sulla spalla del compagno. Derek la strinse delicatamente a sé e le diede un bacio sulla nuca.
“Come stai?” chiese lo stregone senza staccarsi dalla strega.
“Ora molto meglio” rispose la strega.
“Stavo pensando, il mese prossimo sarà il tuo compleanno e pensavo di…”
“Compleanno!!!” disse Stormy interrompendo Derek e staccandosi di colpo dalla stretta del compagno.
“Domani è il compleanno di Celeste” continuò la strega. “Non ha mai festeggiato il compleanno con noi. Non so se abbia voglia di una festa o cose del genere, ma voglio almeno farle un regalo”.
“Sai cosa regalarle?”
“In realtà un’idea ce l’avrei” rispose la strega. Si alzò dal letto e si cambiò con la magia.
“Dove vai?”
“A occuparmi del regalo” rispose Stormy.
“Ma sei ancora debole” contestò Derek. 
“Allora accompagnami fustacchione” disse Stormy girandosi verso il compagno. Egli si alzò ed uscì dalla camera con la compagna.
***
Menlok era ancora nella caverna. Non si era ancora del tutto ripreso ma, grazie alla magia, la ferita si era quasi completamente rimarginata.
“Quelle due…le ucciderò, ucciderò anche la figlia di Icy e mia figlia, persino quello stregone da quattro soldi e chiunque oserà mettersi contro di me. Avrò finalmente il mio dominio su Obsidia!”
***
Era giunta la sera su Obsidia. Stormy è Derek dormivano nella loro camera da letto. Era ancora un po’ presto, ma, sentendosi ancora un po’ spostata, la strega era andata a dormire, seguita da Derek. Il sonno della strega però non era tranquillo.
Celeste entrò in una camera cercando di non far rumore.
“Tu che ci fai qui?” chiese Stormy. “Credevo che ormai avessi capito che tanto è inutile: non mangi con noi”.
“Beh…” la bambina abbassò lo sguardo. “Oggi è il mio compleanno, magari potreste fare un’eccezione”.
“Non se ne parla, ora va via!” disse la strega indicandole la porta.
“Perché vi comportate così? Vi ho già chiesto scusa tantissime volte e ho svolto ogni vostra punizione. Cos’altro devo fare?” chiese la bambina.
“Razza di impertinente, come osi?!”
“Ma non ho fat…” la bambina fu interrotta da uno schiaffo della zia.
“Vattene! Non te lo ripeterò un’altra volta, ti conviene obbedire!”.
“Vado subito…scusa se ti ho disturbato” disse la bambina impaurita uscendo dalla stanza.

“No!”. Stormy si svegliò.
Sentendo la compagna urlare Derek si svegliò di soprassalto. 
“Stormy! Va tutto bene?” chiese lo stregone.
“Ho sognato il quinto compleanno di Celeste, la trattavo così male…e se domani le rivenissero in mente questi ricordi? Non voglio che si rovini il compleanno!”
“Stormy, Stormy. Andrà tutto bene, calmati” disse Derek iniziando a massaggiarle le spalle. “Ti aiuterò a far sì che domani sia un giorno speciale. Comunque sono impressionato, non credevo ti saresti affezionata così in fretta…mi stai ascoltando, Stormy?”
“Oh scusa, ero presa dal massaggio” rispose Stormy. Derek rise un po’ per poi baciarla sul collo. Solo lui riusciva a farla sentire così bene.
“E va bene, hai avuto la tua meritata pausa relax, ora a dormire”
“No, continua il massaggio” si lamentò Stormy.
“Niente storie lamentosa. Un’altra volta” disse Derek sistemandosi sotto le coperte seguito dalla compagna.
“Buonanotte tesoro”.
“Buonanotte Derek, mi devi un massaggio, non dimenticarlo”.



*Si abbassa per schivare pomodori e lattuga che le arrivano addosso*.
Ehi! Sono in ritardo ma state esagerando. Beh…forse no. Mi scudo per il clamoroso ritardo ma ho avuto da fare in questi giorni. Spero di non farvi aspettare troppo per il prossimo capitolo. A presto.
Icydarcystormy 

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Era mattina su Obsidia, Stormy entrò nella camera della nipote cercando di non far rumore. Celeste stava ancora dormendo, cosa comprensibile data l'ora. 
“Celeste? Celeste svegliati”. 
La ragazza mugugnò qualcosa per poi svegliarsi. 
“Zia” disse Celeste con faccia assonnata. “Sono solo le sei, cosa c'è?”
“Come cosa c'è? Oggi è il tuo compleanno!” disse Stormy con un entusiasmo degno di un bambino. “Va a prepararti forza, non c'è tempo da perdere, abbiamo molte cose da fare” continuò la donna alzandosi e tirando la nipote per un braccio per farla alzare. 
“E la colazione?” chiese Celeste strofinandosi gli occhi. 
“È già pronta di sotto, ma adesso devi sbrigarti” disse Stormy spingendo la nipote in bagno per poi chiudere la porta. 
***
Nello stesso momento, Abigail era nella sua camera, già lavata e vestita, che si allacciava le scarpe. Qualcuno bussò alla porta, la ragazza finì velocemente di annodare i lacci ed andò ad aprire la porta.  
“Ciao Liam, però, sei mattiniero” disse Abigail spostandosi per far entrare Liam. 
“Anche tu vedo” disse il ragazzo. “Allora, è pronto il regalo?”. 
“Si, il tuo?” chiese a sua volta la ragazza. 
“Certo, da tempo. Bene, adesso organizziamoci: io penso a distrarre Celeste, tu pensi alla festa” disse Liam. 
“Direi che i compiti sono ben equilibrati” commentò Abigail. 
“Perfetto, allora vado” disse Liam. 
“Aspetta, dicevo in senso… ironico” disse la ragazza concludendo la frase quando Liam era ormai uscito. “Dovrei smetterla di usare sempre un tono sarcastico… ” disse tra se e se. 
***
Celeste stava facendo colazione insieme a Stormy. 
“Come mai ci siamo solo noi?” chiese ad un certo punto la ragazza. 
“La zia Darcy ha molto da fare e lo zio Derek anche” rispose Stormy. 
“Io ho finito” disse Celeste alzandosi. 
“Anche io” disse Stormy alzandosi anche lei. 
“Beh, allora… cosa facciamo adesso?” chiese la ragazza. 
“Veramente pensavo di farti vedere una cosa” disse la donna uscendo dalla stanza insieme a Celeste. 
“Cosa esattamente?”
“Una cosa che avremmo dovuto mostrarti anni e anni fa, comunque lo scoprirai quando la vedrai”. 
Le due continuarono a camminare in silenzio fino ad arrivare davanti ad una porta nera con un lucchetto alla maniglia. 
“Sai cosa c'è dietro questa porta?” chiese Stormy. 
“Beh, mi è sempre stato proibito entrare qui, quindi no” rispose Celeste. 
Stormy fece apparire una chiave e aprì il lucchetto per poi aprire la porta. 
“Entra” disse poi la strega. 
La ragazza guardò un attimo la zia per poi entrare lentamente. La stanza aveva le pareti grigie, dal soffitto pendeva un lampadario di cristalli neri. Al suo interno vi erano oggetti di ogni tipo: vestiti, scarpe, gioielli, libri… 
La ragazza si guardò intorno, la stanza sembrava curata, sicuramente veniva pulita abitualmente, inoltre si sentiva un profumo particolare. 
“Cos'è questo posto?” chiese Celeste. 
“È una stanza in cui io e tua zia abbiamo raccolto tutte le cose di tua madre” disse Stormy entrando anche lei nella stanza ed iniziando a camminare guardandosi intorno, come se non l'avesse mai vista. “Ogni cosa qui dentro è appartenuta a lei. Questo che senti era il suo profumo, non il suo originale ma altro che facciamo arrivare appositamente” disse mentre giocherellava con la boccetta di profumo di cui parlava. 
Celeste era ancora senza parole e continuava ad ascoltare la zia senza proferir parola. 
“Ogni volta che sento la sua mancanza vengo qui. Il suo profumo, i suoi vestiti e tutte le sue cose… mi sembra di sentire la sua presenza” continuò poi la strega. Poi si girò e si diresse verso un mobiletto sopra cui era adagiato un piccolo scrigno di legno. Stormy lo aprì, al suo interno c'erano oggetti di vario tipo, tra cui una busta contenente una lettera che Stormy prese in mano. 
“Questa lettera la scrisse tua madre, a quei tempi tu eri ancora molto piccola, avevi solo qualche mese. Devi sapere che lei non è mai stata molto brava nell'esprimere i suoi sentimenti, né le è mai piaciuto molto. Scrisse questa lettera per te, scrivendo una lettera sarebbe stato molto più semplice, diceva che te l'avrebbe data al momento giusto” disse Stormy per poi abbassare lo sguardo sulla busta. 
“All'inizio, pensai di distruggerla, poi però pensai che era pur sempre un suo oggetto, e decisi di portarla comunque qui” disse per poi alzare lo sguardo sulla nipote. “Io non so se adesso è il momento giusto, ma credo sia giusto dartela”.
Stormy porse la busta a Celeste, che la prese delicatamente, come fosse fatta di cristallo. 
“Puoi venire qui quando vuoi,  la camera è ufficialmente… per un terzo tua, ci siamo sempre io e la zia Darcy” disse Stormy. “Beh, hai perso la lingua? Dì qualcosa”. 
“Beh, non so che dire. Ti ringrazio, non avrei mai potuto immaginare qualcosa del genere” disse Celeste. 
“Figurati, ora però andiamo, come ti ho detto prima abbiamo molte cose da fare” disse Stormy prendendo il braccio di Celeste e trascinandola fuori dalla stanza. 
***
Stormy e Celeste stavano camminando per un corridoio, quando Liam arrivò da dietro. 
“Ehi, Celeste!” disse per far girare la ragazza verso di lui. 
“Ciao Liam” disse Celeste. “Zia puoi aspettare un minuto?”
“Va bene, ti aspetto di sotto” disse Stormy scendendo una rampa di scale. 
“Cosa stai facendo?” chiese Liam. 
“Sto un po' con la zia. Sicuramente ha in mente qualcosa, credo che se ne andrà via tutta la mattinata e forse anche un po' di più” rispose Celeste. 
“Ah, bene. Allora ti lascio insieme a lei,magari ci vediamo oggi pomeriggio” disse Liam. 
“Certo, allora vado” disse Celeste girandosi. 
“Ah, Celeste!” disse Liam facendola voltare. “Buon compleanno”. 
Celeste sorrise per poi raggiungere la zia. 
***
Abigail era nella sala da pranzo, dove avevano deciso di allestire la festa di Celeste. 
“Ehi, Celeste ha già degli impegni per questa mattina, quindi posso aiutarti” disse Liam entrando. 
“Bene, fa ciò che è scritto qui” disse Abigail facendo comparire una lista per poi consegnarla a Liam. 
“Però… “ commentò il ragazzo leggendo la lista. “Scusa ma tu che hai fatto finora?”. 
Abigail gli lanciò un'occhiataccia, ammutolendolo. 
***
“Dove andiamo adesso?” chiese Celeste a Stormy, che camminava davanti a lei. 
“Ora vedrai” disse Stormy fermandosi davanti ad una porta. 
“Ma è la sala riunioni” disse Celeste. 
“Si lo so” rispose Stormy. 
“Perché siamo qui?” chiese ancora la ragazza. 
“Vedi Celeste, in tutti questi anni non sei mai stata considerata principessa” disse Stormy abbassando lo sguardo, non le piaceva parlare di quelle cose. “Perciò oggi ho intenzione di presentarti ufficialmente” disse aprendo la porta. Nella sala c'erano moltissime persone, tra servi, politici e gente comune. 
“Ma zia…” sussurrò Celeste. 
“Tranquilla, andrà tutto bene” la rassicurò Stormy. 
“Ma io non sono pronta” disse Celeste. 
“Non agitarti, sarà peggio. Vieni su” disse per poi prenderle un braccio e trascinarla nella sala. 
Tutti si girarono a guardarle e si inchinarono al loro passaggio. 
“Non mostrarti imbarazzata, fa un'espressione più rilassata” sussurrò Stormy. 
“Ci proverò” rispose Celeste sempre sussurrando.  
Nella sala, nel frattempo, si era alzato un brusio, che sparì non appena Stormy prese la parola. 
“Salve miei sudditi, e grazie per la vostra presenza. Immagino sappiate perché vi ho riuniti qui; per potervi presentare lei” disse per poi indicare la nipote, che si trovava alla sua destra. “Lei è Celeste, la figlia di Icy, di cui non penso di dovervi ricordare l'identità. Per anni Celeste è stata nascosta, i motivi preferirei non rivelarli, e infatti molti si chiedevano quale fosse stata la sua fine, altri ancora non sapevano neanche della sua esistenza. Voglio che tutto il pianeta sia messo al corrente del fatto che da oggi Obsidia ha due principesse: Abigail, figlia della regina Darcy e Celeste, figlia della regina Icy. Aggiungo che fareste meglio ad abituarvi in fretta a lei poiché fra sei anni esatti diventerà regina al posto di Icy, deceduta tredici anni fa. Questo è quanto”  disse Stormy. 
***
Abigail stava finendo di sistemare i bicchieri, quando anche l'ultimo fu posizionato ammirò il lavoro fatto da lei e Liam. 
“Siamo stati bravi, ora manca solo Celeste” disse Abigail. 
“Già, starà con tua zia tutta la mattinata, poi la andrò a prendere e la porterò qui” disse Liam. 
Abigail stava per aggiungere qualcosa, quando si iniziarono a sentire dei passi e delle voci. Darcy e Derek entrarono nella sala e furono sorpresi di trovare i due ragazzi e soprattutto di trovare la sala così allestita. 
“Che cosa ci fate qui?” chiese Darcy. 
“Beh, volevamo organizzare una festa a sorpresa per Celeste” rispose Abigail. 
“E perché non me lo hai detto?” chiese Darcy esasperata. 
“Perché tu odi queste cose, temevo ce lo avresti impedito” disse Abigail. 
“Ciò non ti giustifica a non dirmelo” disse Darcy con un finto sorriso. 
Derek e Liam si guardarono, entrambi a disagio. 
***
Una decina di minuti dopo, Darcy ed Abigail finirono finalmente la loro discussione. 
“Il problema è che anche noi abbiamo preparato una festa per Celeste, io, Darcy e Stormy ci eravamo messi d'accordo: Stormy avrebbe tenuto occupata Celeste e io e Darcy avremmo preparato tutto” spiegò Derek. 
“Per questo avresti dovuto dirmelo” disse Darcy alla figlia. 
“Non ricominciate per favore” disse Derek. 
“Ehm…” iniziò Liam. “Magari potremmo in qualche modo spostare una delle due feste e unirla all'altra” propose. 
“Si potrebbe fare” disse Derek. “Sposteremo qui la “nostra festa”, ma ci serve aiuto”. 
“Per quello non c'è problema, ci siamo noi” disse Liam. 
***
La cerimonia durò altre tre ore fra riti, discorsi di Stormy e dei sudditi, quando finalmente finì. 
Stormy e Celeste stavano uscendo dalla sala insieme a tutti gli altri sudditi. 
“E adesso  dove vuoi andare?” chiese Stormy. 
“Non lo so, decidi tu” disse Celeste. 
“Un film?” chiese Stormy. “Non sai che voglia ho di pop corn”. 
“Va bene” rispose la ragazza. 
***
“Ti è piaciuto il film?” chiese Stormy mentre rientrava a palazzo. 
“Si, non sono mai stata al cinema, ma è stato bello” disse Celeste. 
“Bene, adesso ti va di vedere gli animali del castello?” chiese Stormy. 
“Zia, ti sei svegliata prima delle sei e non ti sei fermata per nulla, non sei stanca?”
“Ti sembro il tipo che si stanca facilmente?” chiese Stormy avviandosi verso le stalle. 
“Sarebbe del tutto normale…” commentò Celeste prima di seguire la zia. 
***
“Lui è Mediem” disse Stormy indicando un drago nero con in testa una specie di criniera rossa come le sue enormi ali. “È il più selvaggio e distruttivo, il mio preferito”. 
“Non avevo dubbi” commentò Celeste. 
“Lui invece è Nemo” disse indicando un drago verde con criniera e le ali blu. 
“Nome strano per un drago” disse Celeste. 
“Già, Nemo significa nessuno, lo abbiamo chiamato così perché  anche dopo essere stato catturato e portato qui, non risultava nei registri, era come se non esistesse” raccontò Stormy, ma si fermò quando sentì che Derek stava cercando di contattarla telepaticamente. 
“Cosa c'è Derek?” chiese Stormy. 
“Volevo solo avvisarti che la festa è stata spostata in sala da pranzo” disse Derek. 
“Ok, tra una ventina di minuti arriviamo” disse Stormy. 
“Non stancarti troppo, mi raccomando”
“Sei sempre il solito noioso”
“Non capisco perché continuo a provarci, tanto è inutile. Ciao tesoro, e fai una carezza ai piccoli da parte mia” disse Derek. 
“Certo”. 
La comunicazione finì. 
“Zia, va tutto bene? Per qualche secondo sei stata assente” disse Celeste preoccupata. 
“Tranquilla, lo zio Derek mi ha contattata per chiedermi una cosa” disse Stormy. 
Poco dopo, Stormy sentì una lieve fitta al ventre. Forse avrebbe dovuto fermarsi, ma infondo aveva quasi finito, così continuò il suo giro con Celeste. 
***
Una ventina di minuti dopo, Stormy e Celeste finirono il loro giro. Ora stavano salendo delle scale. 
“Davvero zia, credo che ora sia il caso che tu ti fermi” disse Celeste. 
“Tranquilla, ho finito. Devo farti vedere solo un'ultimissima cosa” disse Stormy. 
Arrivarono davanti alla porta della sala da pranzo. Quando Stormy la aprì all'interno era tutto buio. 
“Sorpresa!!!” gridarono tutti appena Celeste entrò accendendo la luce. 
“Auguri tesoro” disse Stormy abbracciandola da dietro. “Spero passeremo tanti tuoi altri compleanni insieme, ma credo che nessuno sarà speciale come questo, goditelo”. 
Celeste abbracciò anche Abigail, poi Darcy e poi Derek. Liam la guardò arrossendo e mettendosi una mano dietro la testa. 
“E non abbracci anche me?” chiese timido. 
“Certo, stupido” disse Celeste abbracciandolo. Poi andarono da Abigail e iniziarono a parlare. 
Mentre i ragazzi parlavano, Stormy si avvicinò a Derek, che le mise un braccio in vita, poco sopra i fianchi e la strinse a se. 
“Sei stanca tesoro?” chiese Derek. 
“Si” rispose Stormy appoggiando la testa al petto dello stregone. “Ma credo di averla resa felice”. 
“Ci sei sicuramente riuscita” disse Derek per poi darle un bacio sulla nuca. 
***
“Bene, è ora di aprire i regali” disse Stormy. Dopo aver passato qualche ora seduta, tra le coccole di Derek, era tornata carica. 
“Va bene” disse Celeste. 
“Ecco il mio” disse Abigail porgendo il regalo alla cugina. 
“Una trousse” disse Celeste dopo averlo aperto. 
“Non sapevo cos'altro regalarti, spero ti piaccia” disse Abigail. 
“Ti ringrazio” disse Celeste. 
“Questo è il mio” disse Darcy porgendo il suo regalo alla nipote. 
“Grazie, desideravo qualche libro” disse la ragazza. 
“Questo è da parte mia e di Derek, sono sicura che ti piacerà” disse Stormy porgendo una scatola a Celeste. 
Appena la prese, però, sentì un movimento provenire dalla scatola. 
“Non è nulla di pericoloso, tranquilla” la rassicurò Stormy. 
Celeste aprì piano la scatola, quando vide il contenuto sorrise. Infilò la mano dentro e tirò fuori un gattino, un blu di Russia, la sua razza preferita. 
“Tutte tu le pensi” disse Celeste accarezzando il gattino. 
“Lo so” disse Stormy. “ È maschio. Come lo chiamerai?”
“Come tu chiameresti tuo figlio se fosse maschio”. 
Stormy sorrise guardando Derek. 
“Allora dovresti dargli due nomi” disse Derek. 
“Sono gemelli” disse Stormy accarezzandosi il ventre. 
Tutti tranne Abigail e Derek guardarono Stormy sorpresi. 
“Due?” chiese Darcy. 
“Si, non sei felice per me?”
“Ovvio che si” disse Darcy. “Certo che due in una volta, se con una per me è stata dura, non oso immaginare per te”. 
“In effetti vi ho sempre visti bene con più di un bambino, quindi credo che sia una notizia stupenda” disse Celeste. 
“Grazie piccola”. 
“Ehm, scusate se interrompo” disse Liam. “Celeste, potresti venire un attimo fuori” disse a voce più bassa. 
“Ok” disse la ragazza alzandosi e andando con Liam fuori. 
“Ehm, volevo darti il mio regalo” disse Liam. “Aspetta, hai una cosa tra i capelli”. 
Quando Celeste si distrasse, Liam le si avvicinò e la baciò. 






Ok, ok. Sono in super-iper-mega-regina Elisabetta-regina Vittoria-quanto sono deficiente-ritardo, lo so. In realtà il capitolo era pronto da un pezzo, ma… diciamo che internet ha perso gran parte della mia fiducia. Tralasciando ciò, sono tornata più carica e stupida di prima (DarcyRocks99, se hai qualcuna delle tue solite domande da fare, ora è il momento giusto). Immagino che molti si aspettavano una parte del compleanno più grande, ma in realtà la parte centrale non era tanto il compleanno, bensì l'impegno che tutti ci hanno messo per far si che fosse possibile. Bene, è tardi. Ho sonno. Devo dormire. Sennò gli infermieri mi danno il sonnifero prima. A presto. Icydarcystormy

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Menlok era ancora nella grotta. Aveva assistito, attraverso un ologramma magico, a tutto il compleanno di Celeste. In quel momento stava guardando Stormy e Derek parlare serenamente fra di loro. Un serpente nero entrò nella grotta e si avvicinò all'uomo. Gli si arrampicò addosso fino ad arrivare al braccio. Sibilò qualcosa, come a voler comunicare con Menlok. 
“Come ho intenzione di agire?” chiese Menlok all'animale. “Al momento non posso attaccare direttamente, non sono più forte come un tempo, sono stato fuori gioco per circa dodici anni mentre quelle due hanno continuato ad allenarsi, e in più si sono aggiunti quello stregone, la figlia di Icy e la mia. Ora come ora non posso fare nulla contro di loro. Per sconfiggerle ho bisogno di distruggerle prima sul piano psicologico, devono essere distrutte, per niente in vena di combattere, e sinceramente ho già qualche idea su come fare. Questo per quanto riguarda le Trix e il morellino, mentre, per quanto riguarda Celeste ed Abigail… loro sono ancora streghe alle prime armi, non saranno un problema per me, devo aspettare che siano sole e a quel punto le attaccherò. Anzi, sai cosa? Ho scoperto una cosa molto interessante su Celeste, a quanto pare c'è stata una sorta di faida familiare fra lei e le sue zie, credo di poter usare la cosa a mio vantaggio. Tu ora va, e tienimi informato su tutto ciò che scopri”. Il serpente strisciò giù dal braccio del suo padrone fino ad arrivare al suolo e a quel punto strisciò fuori la grotta. Menlok tornò a guardare l'ologramma che ora mostrava Celeste e Liam che si baciavano. 
“Godetevi questi momenti di serenità, perché saranno gli ultimi” disse Menlok per poi ridere maleficamente. 
***
Liam si avvicinò e la baciò. Egli teneva gli occhi chiusi, mentre Celeste aveva gli occhi spalancati per la sorpresa. Dopo una ventina di secondi, Liam si staccò dalla ragazza fissandola e cercando di capirne le emozioni. 
“Wow” disse Celeste un po' confusa dall'accaduto. “È stato davvero… ”
“Strano?” provò Liam. 
“Bello” disse Celeste. “Non me lo aspettavo”. 
“Beh, sono stato indeciso fino ad appena due minuti fa, ma alla fine… mi sono buttato” disse Liam. 
Tra i due calò un silenzio imbarazzante che fu rotto dal miagolio del gattino, che Celeste teneva ancora tra le braccia. 
“È proprio carino quel gattino” disse Liam facendogli una carezza. 
“Già, e il fatto che me l'abbia regalato la zia lo rende più speciale” disse la ragazza. 
“Considerando che è stata lei a regalartelo, potresti chiamarlo… Zeus!” disse il ragazzo. 
“Zeus?” chiese Celeste. 
“Si, è una divinità di un'antica popolazione terrestre, Zeus è il dio dei fulmini” disse Liam. 
“Sai, non è niente male come nome, credo che lo chiamerò così” acconsentì la ragazza. 
“Ma quindi alla fine cosa facciamo?” chiese Liam. “Ci mettiamo insieme?”
“Non lo so, da una parte mi piacerebbe provare, ma dall'altra… la tua amicizia è una delle cose più importanti per me, non vorrei rovinarla” disse Celeste. 
“Allora promettiamo che, comunque vada, la nostra amicizia non ne risentirà. Ci stai?” chiese Liam speranzoso. 
“Però chiariamo una cosa, se c'è una cosa che odio è il maschilismo, quindi…”
“Non sono un maschilista, sono più vicino al mondo delle donne più di quanto credi… non da quel punto di vista” disse il ragazzo. 
“E va bene, ci sto” disse Celeste sorridendo. 
***
Abigail aveva spiato la scena attraverso il buco della serratura della porta. 
“Beh, quant'è durato il bacio?” chiese Stormy improvvisamente facendo quasi finire Abigail per terra per lo spavento. 
“Ma tu come…” disse Abigail. 
“Cosa credi? Guarda che siamo state adolescenti anche noi” disse Darcy, che si trovava alle spalle della sorella. 
“Comunque per risponderti, non ho certo contato” disse Abigail. 
In quel momento Celeste entrò nella camera facendo allontanare le tre di colpo dalla porta. 
“Cosa stavate facendo?” chiese Celeste. 
“Nulla” dissero in coro le tre. 
“Liam è andato via, lui e suo padre devono tornare a casa” disse Celeste. 
***
Era molto tardi su Obsidia, Celeste stava per entrare nella sua stanza quando Stormy le passò davanti. 
“Ciao zia” disse Celeste vedendola. 
“Ehi” disse Stormy. “Quindi… alla fine è andato bene questo compleanno?”
“Moltissimo… grazie” disse Celeste sorridendo timidamente. “E grazie anche per questo gattino, è bellissimo”. 
“Te lo sei meritato, è il minimo che potessi fare” disse la strega. 
“Alla fine l'ho chiamato Zeus” disse l'albina portandosi il gatto davanti la faccia. 
“Davvero un bel nome” disse Stormy sorridendo, poi si fece seria. “Ehm, so che in un certo senso ti sei sforzata per non deludermi… so cosa stai pensando, l'intellettuale qui è tua zia, ma certe cose le capisco anch'io. Beh niente, volevo solo ringraziarti”. 
“Mi è piaciuto davvero zia” disse la ragazza. “Ma ora dove vai? La tua camera è dall'altra parte”. 
“Faccio una passeggiata con Derek, non andremo molto lontano, ci limiteremo ai giardini reali” disse Stormy. 
“Voi vi amate molto vero?” chiese Celeste. 
“Si, un po' come tu e Liam” rispose Stormy ridacchiando, facendo arrossire Celeste.
“Ma, insomma, com'è? Intendo, com'è avere una persona che ti ama?” chiese la ragazza. 
“È sicuramente una delle cose più belle al mondo, per i particolari dipende dal tipo di persona. Io, per esempio, con Derek mi sento al sicuro da tutto” disse la strega. Quando parlava di Derek le si illuminavano gli occhi. “Ma ora non è il momento adatto per parlarne, è tardi, va a dormire”. 
“E va bene, buonanotte” disse Celeste. 
“Buonanotte” rispose Stormy prima di allontanarsi mentre Celeste entrò nella sua camera. 
***
Celeste si sedette sul letto e fece apparire la lettera della madre. 
Cara Celeste, 
però, come sei cresciuta in fretta, o almeno immagino sia stato così, anche adesso, che hai tre mesi, cresci a vista d'occhio. È strano, è un po' che non penso ad altro che a questa lettera nonostante i grandi problemi con Menlok di cui ti avrò sicuramente parlato, ma ora che trovo il tempo per scrivertela… niente. Non ho idea su cosa scrivere, o meglio cosa lo so, il problema è come scrivertelo. E va bene, proviamo e vediamo cosa viene fuori. 
Immagino di non essere stata una madre molto presente. 

“In effetti no, anche se non come intendevi tu” pensò Celeste. 
Né affettuosa o roba così, sono però sicura che di affetto ne hai avuto molto dalle tue zie, specialmente la zia Stormy, sapessi come ti spupazzano. Ma di sicuro questo non può sostituire l'affetto di un genitore, e lo so bene. Non è che io non ti voglia bene, è solo che smancerie e sentimentalismi non sono proprio il mio forte, anche se immagino che tu col tempo l'abbia capito. Ma in realtà io ti voglio bene, non puoi nemmeno immaginare quanto. 
Ho deciso di scriverti questa lettera perché credo sia il momento giusto di parlarti di una cosa di cui non credo di averti mai parlato. Sai, l'idea iniziale non era quella di conquistare il pianeta, io e le tue zie eravamo stanche di battaglie continue, ma quella di comandare indirettamente. Il re in carica a quei tempi era Trutanius II, un uomo forte… e basta. Era facile da raggirare, non aveva un minimo di carisma, cosa che modestamente a me non manca e spero di averti trasmesso.  Ammetto che in un primo momento ne fui invaghita. Ok, fu un momento che durò mesi, lo ammetto. Le tue zie non erano per nulla d'accordo, non credevano fosse adatto a me, e in effetti ora che ci penso non lo era per nulla. Tua zia Stormy non faceva che fare commenti su di lui, del tipo “Ma come hai fatto a cadere così in basso da metterti con lui?”, “Ma il nome Trotanius non ti ricorda il nome di una certa sardina mutante?” (chissà se ti ho mai raccontato di Tritannus) o “Finirai per farti mettere incinta”. E alla fine è successo. Sai, non avevo mai pensato alla maternità, o meglio lo avevo fatto qualche volta, ma non l'avevo mai presa in considerazione. Ma ora che sapevo di te mi trovai a doverci riflettere, e stranamente l'idea non mi dispiaceva. Più ci pensavo e più l'idea mi piaceva. Ma quando lo dissi a Trotanius cambiò tutto. Lui non era affatto felice di questa gravidanza, voleva che io abortissi. Io gli risposi che lui non poteva affatto costringermi a farlo, il corpo era mio e di conseguenza anche quello, o meglio colui (che ora so essere colei, e non colui), che cresceva dentro. Litigammo animatamente e alla fine decise di andarsene. A quei tempi i problemi con Menlok erano già iniziati, e lui ebbe il coraggio di lasciarmi da sola, ad affrontare il mio incarico da regina, Menlok e la gravidanza. Proprio sola non ero. Per fortuna c'erano le mie sorelle, che mi hanno aiutata a conciliare il dovere di regina, le battaglie con Menlok e la gravidanza. Da un certo punto in poi ci sei stata anche tu a farmi compagnia con i tuoi calcetti, a volte forse esageravi un po' (non ti dico le nottate che mi facevi fare, non stavi mai ferma, per un po' ho temuto che tu avresti ereditato il potere di tua zia Stormy, ma fortunatamente gli esami medici hanno smentito questa mia ipotesi, dico fortunatamente perché non avrei sopportato un altro uragano in famiglia). Il giorno della tua nascita è stato sicuramente il giorno più bello della mia vita, ero felicissima, e lo sono anche ora, anche se non lo dimostro molto, come spesso mi dicono le mie sorelle che mi accusano di essere troppo fredda con te.
Chiudo questa lettera dicendoti che ti voglio un mondo di bene, morirei per te, anche se non so se riuscirò mai a dimostrartelo.  

                                                                                                                                                         Icy
“Questo sei riuscita a dimostrarmelo mamma” sussurrò Celeste prima di chiudere la busta ed appoggiarla al comodino. Si adagiò sul letto e si addormentò subito. 
***

Stormy e Derek erano seduti su una panchina e guardavano il cielo stellato. 
“Mi mancano le nostre lunghe passeggiate” disse Stormy. 
“Si, ma sai che non puoi camminare troppo” disse Derek. 
“Era per dire” si difese Stormy. 
“A cosa stai pensando?” chiese Derek dopo molti secondi di silenzio. 
“Domani sarà l'anniversario della sua morte” disse Stormy facendosi cupa. 
“Ti senti ancora in colpa, vero?” chiese Derek. 
“Come potrei non farlo? È stata tutta colpa mia, sono stata imprudente e superficiale” disse Stormy mentre gli occhi le si facevano lucidi. 
“Non è stata colpa tua” disse Derek accarezzandole il viso e asciugandole una lacrima. “Ora ci sono loro” disse accarezzando il ventre della compagna. “E questa volta andrà tutto bene”. 
“Hai ragione Derek, sarà così” disse Stormy abbracciandolo, subito ricambiata dal compagno. 
***
Derek e Stormy rientrarono a palazzo. 
“Vuoi qualcosa da bere?” chiese Derek. 
“Se proprio insisti…” rispose Stormy. 
“Torno subito” disse Derek allontanandosi. 
In quel momento Abigail uscì dalla cucina. 
“Ciao zia, non credevo fossi ancora sveglia” disse la ragazza avvicinandosi. 
“È tardi, sarebbe il caso che vada a dormire” disse Stormy. 
“Stavo andando infatti” disse Abigail. In quel momento notò che la zia aveva gli occhi rossi e un po' lucidi, era evidente che avesse pianto. 
“Stavi pensando a lui non è vero?” chiese Abigail. 
“Si nota così tanto?” chiese Stormy. 
“Credevo che ormai avessi superato questa cosa” disse Abigail. 
“Vedi tesoro, un aborto è una cosa difficilissima o forse impossibile da superare” disse Stormy. “Ma ora non voglio rattristirti con questi discorsi”. 
“Va bene, vado a dormire” disse Abigail. 
“Vai, o farai tardi per il bacio della buonanotte “ la prese in giro Stormy. 
“Guarda che ho detto a mia madre di essere grande per queste cose già tempo fa” disse Abigail. Stormy alzò un sopracciglio. “Beh, gliel'ho detto ieri, ma questo è irrilevante. Buonanotte”. 
“Buonanotte” rispose Stormy. 






Ehilà! *Fulmini e saette si abbattono su di lei*
Però, persino Stormy è incavolata con me… (sembra strano da dire considerando che si parla di Stormy). Bene, inizio col dire che ero indecisa se pubblicarlo oggi o no dato il lutto che ha colpito la mia Puglia, ma anche il resto d'Italia, a causa dell'orribile incidente ferroviario.  
Ok, in questo capitolo non succede praticamente nulla, a parte forse un preannuncio su ciò che farà Menlok. Ci sono state più che altro delle rivelazioni, ovvero l'identità del padre di Celeste e il fatto che Stormy ha avuto un aborto. A un certo punto la scena si stava facendo troppo triste, e ho cercato di smorzare la tensione con la battuta di Stormy, che spero non vi sia sembrata inopportuna. Spero che la lettera di Icy sia piaciuta e anche complessivamente il capitolo. Mi scuso per il ritardo, ancora peggiore di quello per il capitolo precedente. Visto che l'estate mi ha fatto entrare in uno stato di scansafaticatura impressionante, mi scoccio a cercare un titolo per il capitolo, così cambierò i nomi con Capitolo 1, Capitolo 2, ecc. 
Va bene, a presto. E passate buone vacanze. Icydarcystormy

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Era giunta la mattina su Obsidia. Celeste era sveglia già da un po', così decise di alzarsi dal letto. 
Dopo essersi preparata, uscì dalla sua camera. La festa del giorno prima le aveva messo il buon umore, cosa che non accadeva ormai da un po'. Mentre camminava per i corridoi incontrò sua zia Stormy. 
“Ciao zia” disse Celeste. Stormy però parve non sentirla affatto. Camminava a sguardo basso e sembrava immersa in chissà quali pensieri. “Zia!” disse Celeste a voce più alta per farsi sentire. 
“Oh ciao” disse Stormy tornando bruscamente alla realtà, prima di superarla. 
“È successo qualcosa?” chiese Celeste affiancandola. 
“Perché?” chiese Stormy. 
“Sembri così cupa, sicura vada tutto bene?” chiese Celeste preoccupata per il comportamento della zia. 
“Non è successo nulla, sono solo un po' stanca. Ora devo andare, ci vediamo a pranzo” disse infine Stormy allontanandosi. 
A quanto pareva, su Stormy, la festa non aveva lo stesso effetto positivo che aveva avuto su Celeste. 
***
Abigail era nella sua camera, ancora in pigiama. Normalmente si sarebbe già dovuta trovare in sala allenamenti per l'allenamento con sua zia, ma quest'ultima le aveva detto di non andare. Abigail sapeva che Stormy era molto triste. Lei e Derek avevano cercato tanto quel bambino, l'aborto era stato un brutto colpo per entrambi, specialmente per Stormy che continuava a sentirsi in colpa. Quando rimase nuovamente incinta sembrava si fosse ripresa completamente, ma è bastato che le tornasse in mente per farla tornare al punto di partenza. Forse non lo avrebbe mai superato, ma non poteva deprimersi così! Doveva andare avanti. Il bussare della porta riportò Abigail alla realtà. 
“Aby, sono Celeste. Posso entrare?” chiese Celeste dall’esterno. 
“Entra pure” rispose Abigail. Subito dopo Celeste entrò. 
“Cosa c'è?” chiese Abigail una volta che Celeste fu entrata. 
“Sai per caso se è successo qualcosa alla zia?” chiese la ragazza. 
“Come mai me lo chiedi?” chiese Abigail dopo un secondo di silenzio. 
“L'ho incontrata poco fa, sembrava quasi assente” disse Celeste. “Deve essere successo qualcosa di grave”. 
“Non deve essere per forza qualcosa di grave, ci possono essere motivi ben più lievi: una piccola discussione con lo zio o la comparsa di nausee mattutine e sbalzi d'umore, se ci pensi è perfettamente normale” disse Abigail con calma. 
“Tu stai mentendo” disse Celeste. “Ti tocchi sempre la guancia quando menti e l'hai appena fatto”. 
“Beh…” iniziò Abigail, anche se non sapeva cosa dire. 
“Tu sai per caso qualcosa che io non so?” chiese Celeste incrociando le braccia e guardandola sospettosa. 
“E va bene, tanto credo di potertelo raccontare. Sai, la zia Stormy e lo zio Derek cercano di avere un figlio già da qualche anno, poco più di un anno fa finalmente la zia rimase incinta. Erano felicissimi, glielo si leggeva in faccia. Proprio in questo giorno, il 16 maggio, dell'anno scorso si sarebbe tenuta una riunione molto importante. La zia non si sentiva affatto bene, ma non poteva assolutamente mancare, così decise di andarci comunque. Alla fine della riunione stava peggio di prima, così decise di andare in camera sua per riposarsi. Mentre scendeva le scale, però, ebbe un capogiro, cadde e…non ci fu nulla da fare. Fu una batosta per tutti. Per la prima volta vidi lo zio Derek piangere, per la zia fu anche peggio, si sentiva terribilmente in colpa, continuava a ripetersi che se non fosse andata a quella riunione non sarebbe successo nulla. Ha passato un paio di mesi d'inferno, ma sembrava si stesse pian piano riprendendo e quando finalmente è rimasta nuovamente incinta sembrava fosse passato. Dato che oggi è l'anniversario dell'incidente le è tornato in mente ed è di nuovo triste, ma le passerà, o almeno spero” spiegò Abigail. 
“Mi dispiace molto, non immaginavo una cosa del genere” disse Celeste. “Ma deprimersi non le fa sicuramente bene, magari dovremmo… insomma… ”. 
“Tirarla su?” provò Abigail. 
“Beh, si” disse Celeste. 
“Va bene, ma non adesso. Lei e mia madre hanno da fare e io sono ancora in pigiama” disse Abigail. 
***
Menlok era seduto su di una specie di trono fatto in pietra, era nella grotta, che ormai era diventata il suo rifugio. Il suo serpente entrò all'interno della grotta e si attorcigliò al braccio del suo padrone per comunicargli le scoperte fatte. 
“Oh, la famiglia si allargherà, interessante… oh, povera Stormy, toccante come storia, ma questo è un ottimo argomento per neutralizzarla psicologicamente, ma temo sia una depressione “passeggera”, devo trovare qualcos’altro” disse Menlok per poi mettersi  a riflettere fissando un punto impreciso. 
“Ma certo!” disse improvvisamente. “Era così ovvio, come ho fatto a non pensarci prima? Così ne eliminerò due… anzi, da quel che ho sentito quattro” disse per poi ridere maleficamente. 
***
Era arrivata l'ora di pranzo, erano tutti riuniti attorno al tavolo. Nella sala da pranzo regnava il silenzio assoluto, cosa insolita. Stormy era completamente assente, Darcy e Derek preferivano non dirle nulla. Celeste ed Abigail si guardavano come a domandarsi chi delle due avrebbe dovuto rompere il ghiaccio. 
“Ehm, come è andata oggi?” chiese Abigail, rivolta più alla zia che alla madre. 
“Come al solito” rispose Stormy con tono insofferente. Ad Abigail quasi mancava il tono seccato della zia. 
“Non hai mangiato quasi nulla Stormy” provò cautamente Derek. 
“Non ho fame” disse Stormy. “Scusate” disse poi alzandosi e uscendo dalla sala. 
Abigail e Celeste si alzarono e la seguirono. 
“Zia aspetta” dissero in coro. La donna si fermò e si girò verso le nipoti aspettando che la raggiungessero. 
“Cosa c'è?” chiese quando l'ebbero raggiunta. 
“Zia, sembri uno zombie, dal punto di vista comportamentale, non fraintendere, non puoi continuare così” disse Abigail guardandola preoccupata. 
“Sicuramente non deve essere per nulla facile, ma è passato un anno, dovresti reagire” disse Celeste. 
Stormy sospirò guardando le nipoti. 
“Apprezzo che voi stiate cercando di tirarmi su, ma non serve. Passerà da solo, voglio solo restare un po' sola” disse Stormy con sguardo basso. 
“Sei sicura?” chiese Abigail. 
“Si certo” disse Stormy. “Vedete il lato vantaggioso, non sentirete urla isteriche nei corridoi per qualche giorno”. 
“Ma è proprio questo il bello” disse Abigail. 
“Ma, se ne sei sicura, va bene” disse Celeste. 
“È bello sapere che vi preoccupate per me, vi ringrazio. Beh, io vado” disse Stormy per poi incamminarsi per i corridoi. 
“Non la lasceremo da sola, vero?” chiese Celeste. 
“È ovvio” rispose Abigail. “Ma mia madre ci strozzerà se non andiamo subito a mangiare, sarà meglio andare”. 
Le due si stavano dirigendo verso la sala da pranzo, quando Abigail si girò di scatto verso la finestra. 
“Cosa c'è?” chiese Celeste. 
“Mi è sembrato di sentire un rumore provenire da fuori, e ho anche visto un movimento” rispose Abigail. 
Celeste si affacciò alla finestra. 
“Qui non c'è nulla” disse poi. “Forse ti sei sbagliata”. 
“Già, è probabile” disse Abigail. “Andiamo ora”. 
***
Menlok fissava l'entrata della grotta aspettando che il suo servitore tornasse. Un uccello nero entrò nella grotta, per poi riassumere subito la forma di serpente. 
“Ti sei fatto quasi scoprire sciocco!” disse Menlok furioso. “E per di più non hai neanche scoperto nulla”. 
Poi Menlok si calmò. 
“E va bene, credo sia ora di iniziare il piano” disse lo stregone. Il corpo del serpente iniziò a deformarsi, finché non prese le sembianze di Derek. Sul suo volto c'era un inquietante ghigno. 
“Vai e crea il caos nella vita delle regine di Obsidia” disse Menlok. “Sono così sarcastico…” disse poi, tra sé e sé, allontanandosi dal finto Derek, mentre quest'ultimo usciva dalla grotta. 
***
Abigail entrò nella camera della zia. La donna era sul letto, semiseduta. 
“Ciao zia” disse sorridendo. 
“Avevate promesso di lasciarmi da sola” disse Stormy senza guardare la nipote. 
“E da quando le streghe mantengono le promesse?” chiese ironicamente Abigail sperando di far ridere Stormy. Nulla. Stormy la guardò con un sopracciglio alzato. 
“Volevo solo portarti questo” disse Abigail posando un bicchiere contenente un frullato alla fragola su di un comodino vicino al letto. “Dovrai pur mangiare qualcosa”. 
“Grazie” disse solo Stormy abbassando lo sguardo. 
“Ti serve qualcos’altro?” chiese Abigail. 
“No, va pure” disse Stormy. Abigail si sedette accanto alla zia. 
“Zia, sei sempre stata una persona molto emotiva, ma non è da te deprimerti in questo modo, devi reagire” disse Abigail. 
“E lo farò, ma ora voglio essere lasciata in pace” disse Stormy. 
Abigail la guardò ancora per qualche secondo poi si decise ad alzarsi e uscì dalla camera. 
***
“Allora?” chiese Celeste, che si trovava fuori dalla camera di Stormy. 
“Niente” rispose Abigail. “Prova ad andare tu”. 
“Io? Ma se non ha funzionato con te, perché dovrebbe con me?” chiese Celeste. 
“Perché non dovrebbe?” chiese Abigail. 
“Lo sai perché” rispose Celeste. 
“Ho letto che spesso le persone tendono a confidare cose serie a persone che conoscono meno piuttosto che ad altre con cui hanno più confidenza” disse Abigail. 
“Va bene, ma aspettiamo un po', non credo dovremmo assillarla” disse Celeste. 
“Già, hai ragione” disse Abigail, ma appena Celeste si distrasse, aprì la porta della camera di Stormy e spinse la cugina all'interno, per poi richiuderla. 
***
“Bastava bussare” disse Stormy dopo aver visto la nipote entrare all'improvviso. 
“Già” disse Celeste guardando malamente la porta. “Come va?”. 
“Male” disse Stormy guardando fisso davanti a se. 
“Oh, mi dispiace” disse Celeste. 
“Senti non voglio essere scortese ma vorrei rimanere da sola” disse Stormy. 
“Va bene” disse Celeste frettolosamente aprendo la porta, ma Abigail, dall'esterno, la richiuse subito. 
“Ti ha costretta lei ad entrare?” chiese Stormy, che aveva intravisto la nipote. 
“Beh, mentirei se ti dicessi di no” disse Celeste. 
“Dopo le facciamo un discorsetto” disse Stormy. 
“Ma no, in fondo vuole solo aiutarti” disse Celeste sedendosi accanto alla zia. 
Fra le due calò il silenzio. 
“Sai, non ti conosco molto bene, ma se mi avessero detto che ti saresti abbattuta in questo modo mi sarei messa a ridere” disse Celeste. 
“Beh, anche io. Diciamo che in un certo senso sto mettendo insieme vari motivi di tristezza, è per questo che sono così giù” disse Stormy. 
“Questo è un vero e proprio autolesionismo, lo sai?” chiese Celeste. 
“Certo, lo so. Non mi era mai successo prima, questa è la prima volta che lo faccio” disse Stormy. 
“E quali sono queste cose che ti fanno essere triste?” chiese Celeste. 
“Beh, l'aborto, la morte di Icy, sto anche pensando ai tuoi maltrattamenti” disse Stormy. 
“Ok, cerchiamo di risolvere i problemi uno alla volta. Allora, per quanto riguarda l'aborto… è passato un anno ormai, il dolore forse non sparirà del tutto, ma devi andare avanti e distrarti… tra non molto, tra l’altro, ne avrai ben due di distrazioni. Ok, ora, per quanto riguarda me… io ormai me ne sono fatta una ragione e sto cercando di guardare avanti e di essere felice, non vedo perché tu non debba fare la stessa cosa” disse Celeste. 
“Tu hai dimenticato tutto ciò che ti abbiamo fatto?” chiese Stormy. 
“Ehm… no” rispose Celeste. 
“E allora neanche io posso farlo” disse Stormy. 
“Non ti sto dicendo che dovresti dimenticarli, dico che dovresti guardare avanti e pensare al futuro” disse Celeste. 
“E per quanto riguarda l'altro “problema”?” chiese Stormy. 
“Non hai mai superato la morte di mia madre, non è vero?” chiese Celeste. 
“No, mai” rispose Stormy. “Sai, non ho neanche il coraggio di andarla a trovare, in effetti è tantissimo tempo che non ci vado”. 
“Quanto tempo?” chiese Celeste. 
“Circa… tredici anni. Ci sono andata solo il giorno del suo funerale e un paio di volte dopo, poi non sono più tornata” rispose Stormy. 
“Come mai non ci sei più andata?” chiese Celeste. 
“Sai, ne suoi ultimi istanti di vita, mentre lottava tra la vita e la morte, doveva essersi resa conto che il suo tempo era finito, così ci fece avvicinare e con un fil di voce ci disse di prenderci cura della sua piccola, subito dopo morì. Mi sentivo male quando andavo sulla sua tomba, non stavo adempiendo a ciò che ci aveva chiesto. E inoltre…”
“Inoltre cosa?” chiese Celeste. 
“Ora mi prenderai per pazza, ma, quando guardavo la sua foto, nonostante avesse un'espressione abbastanza neutra, mi sembrava… che mi stesse guardando con sguardo da rimprovero” disse Stormy. 
“Ti farebbe sentire meglio andarla a trovare?” chiese Celeste. “In fondo ora non hai più nulla da farti rimproverare, verrò con te se vuoi”. 
“Non è male come idea” disse Stormy. 
“Bene” disse Celeste girandosi per poi prendere il bicchiere contenente il frullato. “Ora bevi questo e andiamo” disse poi porgendoglielo. 
***
Abigail era ancora fuori dalla stanza di Stormy ad aspettare. Celeste uscì dalla camera. 
“Allora? È andata bene?” chiese Abigail. 
Celeste le diede un pizzicotto sul braccio. 
“Ahi! Era necessario?!” esclamò Abigail. 
“Piccola soddisfazione” disse Celeste. “Comunque è andata abbastanza bene, ora andremo a trovare mia madre, spero che questo la faccia sentire meglio. Tu vuoi venire?”
“Preferisco rimanere qui, mi fanno senso queste cose” disse Abigail. 
“Come vuoi, io vado a prepararmi” disse Celeste allontanandosi. 
In quel momento arrivò Derek. 
“Ehi! La zia è in stato catatonico e tu non fai nulla?” chiese Abigail.
“Cosa ti fa pensare che io non stia facendo nulla?” chiese Derek. 
“Il fatto che tu non stia facendo nulla?” disse Abigail. 
“Beh, stavo pensando di farle una sorpresa, magari una cenetta e poi…”
“Ok, non voglio sapere altro” disse Abigail alzando le braccia e allontanandosi. 
“Ma che avrà capito?” disse Derek tra sé e sé. 
***
Stormy e Celeste arrivarono davanti la tomba di Icy. 
“Ciao sorellina” disse Stormy inginocchiandosi. “Mi dispiace di non essere venuta a trovarti per così tanto tempo, lo so che ti ho delusa… ma sto cercando di rimediare. Mi manchi tanto, specialmente adesso che avrei tanto bisogno di te. Non credo che riuscirò mai a superare la tua morte, ho di certo reagito nel modo sbagliato, tua figlia non aveva certo colpa. Non solo non ho rispettato le tue volontà, ho fatto l'esatto opposto, ti chiedo scusa”. 
Celeste le appoggiò una mano sulla spalla. 
“Ti sta ancora guardando con sguardo di rimprovero?” chiese Celeste. 
“No, non sembra” disse Stormy sorridendo. “Anzi sembra soddisfatta”. 
“Va meglio?” chiese ancora la ragazza. 
“Si, non sai che peso avevo” disse Stormy. Zeus scelse quel momento per miagolare. 
“Perché te lo sei portato dietro?” chiese Stormy. 
“Non la smetteva di seguirmi” si giustificò Celeste. 
“Ora sarà meglio andare, si è fatto tardi” disse Stormy alzandosi. 
“Già, Zeus deve mangiare” disse Celeste. 
“Anche noi se è per questo” disse Stormy. “Ciao Icy, tornerò presto”. 
“A presto mamma” disse Celeste per poi allontanarsi con sua zia… e Zeus. 
***
Derek stava camminando per i corridoi del palazzo. Era da un po' che si sentiva osservato e la cosa gli metteva soggezione. 
“Ciao Derek” disse qualcuno. L'uomo si girò ma non c'era nessuno. 
“Dove sei?” chiese lo stregone. 
“Credo che questa non sia la tua maggiore preoccupazione al momento” disse la voce. 
Derek sentì qualcuno materializzarsi alle sue spalle. Si girò e vide… se stesso. Quella persona era identica a lui. 
“Sorpresa” disse Menlok apparendo alle spalle dell'uomo. Derek non fece in tempo a girarsi che fu colpito alla testa da un incantesimo, facendogli perdere i sensi. Menlok si abbassò e si mise Derek sulle spalle. 
“Ora tocca a te fare la tua parte, non deludermi” disse lo stregone diretto al finto Derek per poi sparire, portando il vero Derek con se. 





Fiù, ho finito il capitolo! 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, se no… non vedo come biasimarvi. Non è passato ancora un mese dal mio ultimo aggiornamento, quindi in teoria sono in anticipo *fa una faccia soddisfatta*. Ehm, c'è un'allettante pizza che mi sta guardando, non credo sia educato farla aspettare. A presto. 
Icydarcystormy

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


~~Derek si risvegliò. Aveva la vista appannata, ma pian piano riuscì a metterla a fuoco. Si guardò in torno. C'erano delle pareti fatte di roccia e completamente spoglie. L'ambiente era molto buio, nonostante ci fossero delle candele sparse qua e là. In quel momento si accorse di essere legato alla parete.
“Buongiorno Derek” disse Menlok apparendo dalla penombra. “Hai dormito tutta la notte, ti sei svegliato finalmente”.
“Dove sono? E perché sono qui?” chiese Derek cercando di liberarsi.
“Fa tutto parte del mio piano e comunque ti trovi nel mio nascondiglio” rispose Menlok.
“Mi hai sostituito con quella specie di clone che avevo visto?” chiese Derek.
“Che perspicacia…” commentò Menlok.
“Tanto Stormy prima o poi si accorgerà che quel tuo clone non sono io” disse Derek.
“Non ne dubito, la domanda è: farà in tempo ad accorgersene?” considerò Menlok.
“Se osi farle del male giuro che ti uccido con le mie stesse mani!” esclamò Derek.
***
Stormy ed Abigail erano nella stanza degli allenamenti, Stormy stava scagliando un fulmine contro la nipote, Abigail si stava proteggendo con uno scudo di oscurità.
“È giusto che tu sfoghi le tue frustrazioni, ma non su di me” disse Abigail, che trovava delle serie difficoltà nel parare il colpo della zia.
“Ho molte più soddisfazioni così” disse Stormy continuando a lanciarle contro fulmini.
“Grazie, anch'io ti voglio bene” disse Abigail cercando di schivarli, ma uno la colpì facendola schiantare al suolo. Fortunatamente c'era una specie di grande materasso che le attutì la caduta.
“Tutto bene?” chiese Stormy rimanendo in volo.
“Più o meno” disse Abigail alzandosi a fatica. “Chi ha avuto l'idea del materasso?”.
“Io, nipotina cara” rispose Stormy. “L'ultima volta per poco non ti rompevi una vertebra”.
“Direi che dopo una scarica da trenta milioni di volt atterrare su un materasso fa davvero la differenza” commentò Abigail.
“Che lamentosa, neanche tua madre è a questi livelli. Comunque può bastare per oggi, stai migliorando, ma devi continuare ad esercitarti. La prossima volta ci concentreremo sui tuoi attacchi” disse Stormy atterrando.
“Sembri quasi professionale” disse Abigail prendendo da terra una bottiglietta d'acqua.
“Parla quella che ha bisogno di bere dopo aver schivato un paio di fulmini” la prese in giro Stormy.
“Cinque, erano cinque fulmini” disse Abigail facendo cinque con la mano.
“Se ti fossi concentrata sullo schivare invece di contarli avresti schivato anche il sesto” disse Stormy incrociando le braccia.
“Potremmo continuare all'infinito, finiamola qui. Piuttosto, com'è andata con lo zio?” chiese Abigail.
“In che senso?” chiese Stormy.
“Com'è andata ieri?” chiese Abigail.
“Normale, come sarebbe dovuto andare?” chiese confusa Stormy.
“No, niente” disse Abigail dopo qualche secondo di silenzio.
“Ok…” disse Stormy ancora un po' confusa. “Vai ora, tua madre ti aspetta per la lezione”.
***
Abigail entrò nella stanza in cui era solita prendere lezioni dalla madre.
“Eccoti” disse Darcy, che si trovava già all'interno. “Oggi sei in anticipo”.
“Fa bene cambiare ogni tanto” disse Abigail.
“Già, ma ora concentriamoci sulla lezione. Sei in grado di eseguire un solo attacco, quindi oggi dovrai imparare ad eseguirne un altro. Ti consiglio il mio raggio ipnotico, è efficace ed è piuttosto semplice da eseguire” disse Darcy.
“Vorrei creare un mio attacco” disse Abigail.
“È una cosa molto difficile, ci vorrà del tempo perché tu impari a farlo” disse Darcy, poi abbassò lo sguardo. “Non ti nascondo che la situazione con Menlok è critica, non intendo certo portarti in battaglia, ma in caso di un suo attacco a palazzo sarebbe bene che tu abbia degli attacchi pronti per poterti difendere”.
“Già. Va bene, iniziamo” disse Abigail.
“Allora per prima cosa concentrati sul tuo potere” disse Darcy.
Abigail chiuse gli occhi e fece come le aveva detto la madre.
“Ora immagina di dover lanciare delle onde, come quelle che usi per captare presenze magiche nei dintorni, solo che queste dovranno essere più piccole e dovrai metterci dell'energia, così da infliggere dei danni a che riceve il colpo” spiegò Darcy.
Abigail cercò di concentrarsi di più per poter fare ciò che le aveva detto la madre. Dopo qualche minuto sentì di essere pronta.
“Appena sei pronta prova a lanciare il tuo raggio contro un bersaglio” disse Darcy.
Abigail riaprì gli occhi e provò a lanciare il raggio contro un bersaglio, ma il raggio si dissolse prima di arrivare a destinazione.
“Riprova” disse Darcy.
Abigail si riconcentrò, dopo una decina di secondi riprovò a lanciare il raggio, che questa volta arrivò a destinazione.
“Prova a lanciare quel raggio contro di me” disse Darcy, poco convinta dalla prova della figlia.
Abigail guardò la madre per qualche istante, poi fece come le aveva detto. Darcy però non si mosse di un millimetro, neanche quando il raggio la colpì.
“La mossa del solletico, interessante come tecnica” commentò Darcy. “Comunque la tecnica era buona, nonostante l'intensità lasciasse decisamente a desiderare. Riprova a lanciare i tuoi raggi contro i bersagli, continua finche non ne avrai distrutto uno, in un colpo si intende”.
“Però c'è qualcosa di strano” disse Abigail.
“In che senso qualcosa di strano?” chiese Darcy incrociando le braccia.
“Prima, quando mi sono concentrata sul mio potere, ho sentito qualcosa di… diverso” rispose Abigail.
“Qualcosa di diverso?” chiese Darcy posandosi una mano sul mento. “Beh, capita di avere una qualche specie di potere “nascosto” per così dire, che si può rivelare dopo anni o anche non farlo proprio. Forse, man mano che ti eserciti con l'uso della magia, si sta risvegliando un nuovo potere in te, o magari potrebbe essere uno sviluppo del tuo potere”.
“Ma come facciamo a capirlo?” chiese Abigail.
“Se è un qualche tipo di potere dovrebbe rivelarsi da solo, ma potrebbe volerci del tempo, così come potrebbe rivelarsi in questo preciso momento” rispose Darcy. “Comunque vieni qui, voglio farti una scansione”.
“Ma hai detto che si sarebbe rivelato da solo” disse Abigail.
“Si, ma non so se si tratta di quello. Con Menlok in agguato preferisco non lasciare niente al caso” disse Darcy.
Abigail si avvicinò alla madre. Darcy le posò le mani sulla testa, subito dopo Abigail fu avvolta da un'aura violacea. Dopo un paio di minuti Darcy tolse le mani dal capo di Abigail, facendo dissolvere l'aura. Darcy aprì una mano facendo apparire una specie di sfera violacea. Aveva la struttura che ricordava quella di un atomo.
“Cos'è quello?” chiese Abigail.
“È una proiezione del tuo potere” disse Darcy. “Più tardi la controllerò” disse chiudendo la mano e facendo dissolvere l'ologramma.
“Ora esercitati come ti ho detto” disse Darcy.
***
Celeste uscì dalla stanza degli allenamenti. Subito dopo Abigail, anche lei aveva avuto un allenamento con sua zia Stormy. Era il primo che aveva con lei, nonostante fosse solo una simulazione Stormy ci era andata giù pesante, ma tutto sommato era andato bene. Si avviò verso l'uscita del palazzo.
“Dove vai Celeste?” chiese Stormy uscendo dalla sala.
“Ehm, vado a prendere una boccata d'aria” disse Celeste.
“Oh, vengo anch'io, ho proprio bisogno di un po' d'aria” disse Stormy.
“Non puoi” disse frettolosamente Celeste.
“Perché?” chiese Stormy.
“Fa freddo, potresti prendere colpo d'aria e ammalarti” disse Celeste.
“Come fai a sapere che fa freddo?” chiese Stormy.
“Prima Abigail è uscita, quando è tornata ha detto che faceva freddo” rispose Celeste.
“Ok, uscirò dopo” disse Stormy per poi allontanarsi da Celeste. Appena Stormy si fu allontanata, Celeste corse fuori.
“Via libera” disse Celeste.
Liam, che si trovava dietro un albero, sporse la testa, per poi uscire completamente allo scoperto.
“Non ti si vedeva proprio dietro quell'albero” commentò Celeste, anche se aveva l'aria di essere un commento ironico.
“Sono il migliore nel mimetismo” disse Liam.
“Ho visto” disse Celeste.
“Vuoi fare una passeggiata?” chiese Liam.
“No, sono uscita per contare le foglie degli alberi” disse Celeste.
“Oh, bene. Iniziamo da quell'albero” disse Liam indicando un albero.
“Dai andiamo” disse Celeste incamminandosi tra gli alberi trascinandosi dietro Liam.
***
Darcy era seduta dietro una scrivania, era da qualche minuto che stava studiando l'ologramma del potere della figlia.
“Eccomi” disse Stormy entrando nella stanza e avvicinandosi alla sorella. “Perché mi hai chiamata?”.
“Questo è l'ologramma del potere di Abigail” disse Darcy mostrandole facendo apparire l'oogramma davanti alla strega.
“E allora?” chiese Stormy.
“Guarda qui” disse Darcy indicandole un punto dell'ologramma.
Stormy lo guardò con attenzione.
“Si sta formando un nuovo potere, è estremamente piccolo, di solito si amplia nei bambini alla fine della gravidanza, poco prima di nascere” disse Stormy.
“Abigail è nata prematura, probabilmente non ha fatto in tempo. Di solito è per questo che dei poteri rimangono nascosti per un certo periodo, ma prima o poi si rivelano. Probabilmente continuerà a crescere finché non si rivelerà” disse Darcy.
“Mi hai chiamata per questo?” chiese Stormy.
“Vorrei confrontarlo con il tuo potere, da qualcuno deve pur averlo preso” disse Darcy.
“Conosco il mio potere, è completamente diverso da questo” disse Stormy. “Potrebbe averlo preso anche da Icy” disse Stormy.
“Già, potremmo confrontarlo con quello di Celeste” disse Darcy.
“Dopo la chiedo di venire qui per fare un confronto” disse Stormy.
“Bene, l'aspetterò qui” disse Darcy.
“Comunque” disse Stormy. “Potrebbe aver ereditato quel potere anche da lui”.
“Lo so” disse Darcy. “È ciò di cui ho paura”.
“Perché scusa?” chiese Stormy.
“Quando due persone hanno lo stesso potere è molto più facile per una delle due controllare l'altra, perché può controllarne il potere e arrivare facilmente alla mente. Quando due persone hanno capacità uguali questo pericolo non esiste, ma Menlok è sicuramente molto più esperto di Abigail e il suo potere è molto più sviluppato, non avrebbe problemi da questo senso” disse Darcy dopo aver incrociato le braccia.
“Allora non resta che sperare che non sia così” disse Stormy. “Vado a chiamare Celeste” disse poi uscendo dalla stanza.
***
Menlok e Derek avevano assistito, attraverso un ologramma, a tutta la conversazione tra Darcy e Stormy.
“Lo sai che quando il suo potere si rivelerà la verità verrà galla, vero?” chiese Menlok con un sorrisetto sul volto.
“Certo che lo so” disse Derek.
“Stormy scoprirà che le hai mentito, e se c'è una cosa che fa imbestialire le donne è scoprire che il proprio uomo mente” disse Menlok.
“Non le ho mentito, ho omesso” disse Derek.
“Che è come mentire” disse Menlok. “Per di più l'informazione che hai “omesso” non è certo irrilevante”.
“La verità avrebbe minato i nostri rapporti, sono sicuro che capirà” disse Derek.
“Si, ma chissà che reazione avrai “tu” con Stormy” disse Menlok.
“Giuro che se osi solo toccarla con un dito ti spacco la faccia!” disse Derek muovendo in avanti le braccia tirando le catene.
***
Stormy si affacciò alla finestra per cercare di vedere Celeste, ma non c'era. Non riusciva a percepire la sua presenza, quindi sicuramente non era a palazzo.
“Celeste? Mi senti?” chiese Stormy.
“Cosa c'è zia?” chiese Celeste.
“Dove sei?” chiese ancora Stormy.
“Sono andata a farmi una passeggiata, forse non mi sono accorta di essermi allontanata” disse Celeste.
“Abbiamo bisogno di te, vieni qui” disse la strega.
“È urgente?” chiese Celeste.
“No, non molto. Perché, stai facendo altro?” chiese Stormy.
“Ehm, no. Era solo per sapere” disse Celeste. “Ora torno a casa”.
Stormy chiuse la connessione telepatica.
***
Passarono due ore ma Celeste ancora non tornava. Stormy iniziava a preoccuparsi.
Si affacciò nuovamente alla finestra sperando di vederla tornare. Ad un certo punto vide qualcuno spuntare fuori da un gruppo di alberi. Era Celeste. Ma non era sola, con lei c'era anche Liam.
Stormy incrociò le braccia scuotendo la testa.
Celeste entrò dalla porta principale, salutò Liam e poi chiuse la porta. Stormy le andò incontro.
“Alla buon’ora” disse Stormy. “Ti ho detto di venire circa due ore fa”.
“Lo so, è solo che…” disse Celeste.
“Che?” chiese Stormy.
“Beh, un drago mi sbarrava la strada, era sveglio e non potevo avvicinarmi, così ho aspettato che si spostasse” disse Celeste.
“Già” disse Stormy annuendo. “Sai in che stagione siamo?”.
“Primavera” disse Celeste.
“Già, il clima inizia a farsi un po' più caldo e i draghi emigrano su pianeti più freddi” disse Stormy.
“Oh” disse Celeste abbassando lo sguardo.
“Perché non dici la verità? Sei stata con Liam” disse Stormy.
“Beh, si, che problema c'è?” chiese Celeste.
“Che tu esca a farti una passeggiata con lui nessuno, ma non puoi ritardare di due ore” disse Stormy.
“Mi aveva chiesto di rimanere altri dieci minuti, ma ho perso la cognizione del tempo” disse Celeste mettendosi una mano dietro la testa.
“Di quasi due ore?!” chiese Stormy esasperata.
“Scusa, mi dispiace. Ma non c'è bisogno di urlare” disse Celeste.
“Hai ragione, scusa. Però la prossima volta non tardare” disse Stormy.
“Va bene. Comunque perché mi avevi detto di tornare? Avevi detto che c'era bisogno di me” disse Celeste.
“Si, vieni, ti spiego mentre andiamo” disse Stormy incamminandosi per un corridoio, seguita da Celeste.
***
“Allora?” chiese Stormy alla sorella che stava confrontando i due ologrammi.
“Niente, sono incompatibili” disse Darcy.
“Quindi probabilmente ha ereditato i poteri di Menlok” disse Stormy. “Sai che non ho idea di che tipo di potere abbia?”.
“Neanche io in effetti” disse Darcy. “Lo scopriremo presto”.
***
Stormy stava cercando Derek, non lo vedeva da tutto il giorno, non si era presentato neanche a pranzo, il che era strano, l'avrebbe avvisata.
“Eccoti qui” disse Stormy. “Dov'eri finito?”.
“Non sono affari tuoi” disse Derek. “Non devo certo dar conto a te per tutto ciò che faccio”.
“Perché mi tratti così? Sei arrabbiato?” chiese Stormy.
“Ti tratto come meriti di essere trattata” disse Derek allontanandosi. Stormuy abbassò lo sguardo.
“È solo una giornataccia” si disse. “Gli passerà in fretta”. Sembrava stesse cercando di autoconvincersi che fosse vero. Era entrata in depressione per ciò che era successo, ora si era un po' ripresa, ma in fondo anche Derek aveva il diritto di essere triste, in fondo era anche suo figlio. Stormy si convinse che fosse per quello, e si avviò verso la sua camera.


Ciao popolo di EFPPPPPPPPPP!!! (Come se qualcuno, parlando, potesse allungare la P)
Eccomi qui con il mio capitolo! Sarebbe dovuto essere il capitolo di Ferragosto, ma purtroppo non ho potuto pubblicarlo, dato che la mia ormai famosissima madre mi ha costretta ad andare al ristorante con genitori, sorella, zii, prozii, nonni, cugini, procugini, procugini dei miei procugini, amministratori di condomini e famiglia… Per due giorni. Beh, spero che il capitolo vi sia piaciuto e buon Ferragosto, anche se in ritardo. A presto.
Icydarcystormy

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Celeste stava camminando per i corridoi del palazzo guardandosi intorno. 
"Zeus! Zeus, vieni fuori!" disse Celeste. 
Sentì in lontananza un miagolio, così iniziò a seguire il suono sperando di trovare il suo gattino. 
Man mano i miagolii si facevano più forti, segno che si stava avvicinando al posto in cui si trovava Zeus. Svoltando per un corridoio vide finalmente il suo gattino. 
"Zeus, mi hai fatto preoccupare" disse Celeste prendendo il gattino da terra. 
In quel momento arrivò il clone di Derek. 
"Ciao zio" disse Celeste. 
Ma, appena Zeus vide l'uomo, mostrò i denti facendo un suono minaccioso. 
"Zeus, cosa fai?!" disse Celeste. "Scusa zio, non capisco cosa gli prenda". 
"Perchè non lo addestri invece di andare in giro con quell'emo e fare allenamenti inutili con quelle due baldracche?" chiese il finto Derek con tono acido. 
Celeste rimase a fissarlo per qualche secondo sbalordita, poi si ricompose. 
"Scusa?" chiese Celeste. 
"Hai capito benissimo" disse Derek
"Ma... Ti ricordo che una di quelle due "baldracche" è Stormy, la donna che ami e che è incinta dei tuoi figli" disse Celeste sempre più sconvolta. 
"Già, si è fatta mettere incinta dal primo che ha trovato, poi va a vedere se quelli sono davvero figli miei" disse Derek per poi allontanarsi. 
Celeste era rimasta sconcertata da ciò che le aveva detto lo zio. Era sempre stato gentile, anche prima del riappacificamento di Celeste con le zie. E inoltre non avrebbe mai pensato che Derek potesse dire cose del genere su Stormy, sembrava la amasse così tanto. 
***
Celeste, Abigail, le Trix e Derek erano seduti a tavola. Stavano pranzando, Darcy e Stormy stavano parlando da un po', probabilmente di qualche questione politica. 
Celeste era pensierosa, era ancora sconvolta per ciò che le aveva detto Derek. Ad un certo punto lo guardò e si accorse che anche lui la stava guardando. Aveva uno sguardo freddo e minaccioso, sembrava volesse intimarle di non aprir bocca. Celeste sarebbe riuscita facilmente a resistere a quel tipo di sguardo, le sue zie gliene avevano lanciati di ben peggiori, ormai ci era abituata, ma in quella sitazione non ci riusciva. Non resistendo più distolse lo sguardo da quello di Derek per poi ritornare a fissare il vuoto. I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Stormy. 
"Ehi, va tutto bene?" chiese la strega. "È da un po' che fissi il nulla". 
Celeste guardò Derek un attimo. 
"Si, stavo solo pensando a una cosa" rispose Celeste. Abigail però la guardò sospettosa, ormai aveva imparato a conoscerla e aveva capito che c'era qualcosa che la turbava. 
***
Dopo che tutti furono usciti dalla sala da pranzo, Abigail prese da parte Celeste. 
"Che cosa c'è?" chiese Celeste. 
"Questo dovrei chiederlo io a te, si vede dalla tua faccia che è successo qualcosa" rispose Abigail. "Su avanti, sputa il rospo". 
"E va bene" disse Celeste sospirando. "Prima ho incontrato lo zio Derek, è stato molto scortese e inoltre ha detto certe cose su la zia Stormy, tua madre..."
"Cosa avrebbe detto su mia madre scusa?!" chiese Abigail arrabbiandosi. 
"Nulla di diretto, aveva chiamato lei e la zia baldracche e inoltre aveva detto certe cose sulla zia che è meglio non dirle" disse Celeste. 
"Dobbiamo dirlo alla zia, deve parlarci e risolvere la questione" disse Abigail. 
"Era soprattutto per questo che ero pensierosa" disse Celeste. "Da una parte sarebbe giusto dirglielo così che possa affrontarlo e cercare di risolvere la situazione, ma dall'altra...si è appena ripresa da quella depressione, non vorrei darle altre preoccupazioni e magari delusioni, perchè non è detto che poi riesca a risolvere il problema". 
"Beh, in effetti hai ragione" disse Abigail. "Per ora non facciamo nulla, la situazione potrebbe anche risolversi da sola, ma noi comunque stiamo attente". 
"Si, è meglio fare così" disse Celeste. "Comunque cosa sta succedendo? Ieri tua madre e la zia mi hanno chiesto aiuto per una questione riguardante te, ma non ho capito molto". 
"Mia madre crede che io stia sviluppando un nuovo potere, forse ti hanno chiesto di aiutarle per capirne la provenienza" disse Abigail. 
"Si, è probabile. Ma ora non hai l'allenamento?" chiese Celeste. 
"Come lo sai?" chiese Abigail. 
"Ho ipotizzato..." rispose vagamente Celeste. 
"Beh, io vado allora" disse Abigail allontanandosi. 
***
Abigail entrò nella stanza degli allenamenti. 
"Se facessero le olimpiadi del ritardo, tu vinceresti senza alcun dubbio l'oro" disse Stormy notando la nipote. 
"Ciao, eh" disse Abigail. "E comunque stavo parlando con Celeste di una cosa importante". 
"Si certo" disse Stormy. "Preparati, oggi l'allenamento sarà un po' diverso". 
"In che senso diverso?" chiese Abigail. 
"Lo vedrai" disse Stormy sorridendo. 
"Comunque perchè devo fare un'allenamento anche oggi? Di solito ne faccio due alla settimana e questo è già il terzo" disse Abigail. 
"Perchè hai perso molti allenamenti e devi recuperarli" disse Stormy. 
"E io che credevo di averla scampata" disse Abigail guardando in basso. 
***
Celeste stava camminando per i corridoi, aveva un impegno ed era già in ritardo. 
"Ancora in giro?" chiese freddo Derek affiancando la ragazza, senza, tuttavia, gurdarla. 
"Non sono certo affari tuoi" rispose Celeste con tono acido, anche lei senza guardare l'uomo. 
"Non ti hanno insegnato a rispettare gli adulti?" chiese ancora Derek
"Io rispetto chi mi rispetta" disse Celeste. 
"Che bambina" disse Derek
"Guarda non so proprio cosa mi trattenga dal dirle tutto" disse Celeste visibilmente irritata. 
"Lo sai invece cosa ti trattiene, lo sai e come, e farai meglio a continuare a tenere il becco chiuso" disse Derek per poi allontanarsi dalla ragazza. 
"Che cosa ti succede zio?!" chiese Celeste quando Derek non si era ancora allontanato del tutto. Egli si fermò un attimo, per poi continuare a camminare senza rispondere alla ragazza. 
***
"Perchè non iniziamo? Stai aspettando qualcuno?" chiese Abigail, che si stava riscaldando da mezz'ora ormai. 
Stormy era seduta su di una sedia con il mento appoggiato alla mano. Ad un certo punto sorrise alzando un sopracciglio guardando un punto della stanza. 
"Bene, ora possiamo iniziare" disse Stormy alzandosi in piedi. 
"Oggi dobbiamo concentrarci sui miei attacchi, giusto?" chiese Abigail dopo essersi avvicinata alla zia. 
"Si...no" disse Stormy posandosi un dito sul mento. "C'è stato un cambio di programma".
Stormy si alzò in volo. Abigail la seguì, pur rimanendo a debita distanza. Spesso infatti la zia la attacava improvvisamente, se fosse stata lontana almeno avrebbe avuto un po' più di tempo per reagire. Stormy si fermò, subito seguita da Abigail. La donna si girò verso Abigail e iniziò a far scaturire delle scintille dalle mani. Le pareti della stanza erano nere, così come anche il soffitto e il pavimento. Non c'erano finestre, solo qualche candela appesa ai muri che davano una scarsissima luminosità alla stanza. La lieve illuminazione data dalle scintille di Stormy dava a quest'ultima un'aria molto inquietante. 
"Attacca tu per prima" disse Stormy. 
"E ti pareva" disse Abigail tra se e se. 
Lanciò una sfera di oscurità contro la zia, che però si difese con uno scudo. Abigail provò ripetutamente a colpirla ma Stormy si scansava o si difendeva con uno scudo ogni volta. Abigail allora decise di provare con il suo nuovo attacco. 
"Raggio ipnotico" disse Abigail lanciando il raggio verso la zia che però riuscì a creare uno scudo. 
"Cos'era questo? Un modo per distrarmi dal vero attacco?" chiese Stormy. 
"Ma la smettete di prendere in giro il mio attacco?!" disse Abigail. "L'ho chiamato "Solletico ipnotico", ci sto ancora lavorando". 
"Bene, ma questo devi farlo alle lezioni di tua madre, con me si combatte" disse Stormy lanciando due fulmini fatti da cinque piccoli fulmini ciascuno. Abigail riuscì ad evitarne uno, ma l'altro la colpì facendole perdere quota, fortunatamente però riuscì a fermarsi prima di schiantarsi. 
"Ma mi hai presa per un parafulmini?!" disse Abigail. 
"Vieni qui lamentosa" disse Stormy mettendosi le mani sui fianchi. Abigail si avvicinò alla zia lanciandole contro delle sfere. Stormy aprì le braccia e iniziò a ruotare su stessa aumentando sempre di più la sua velocità fino a creare un tornado intorno a se. Esso respinse tutti le sfere di Abigail, che per poco non la colpirono. Dopo aver respinto gli attacchi della ragazza, il tornado si staccò da Stormy diridendosi spedito verso Abigail. La ragazza venne "catturata" dal tornado e iniziò a roteare incessantemente in esso, fino ad essere sballottata fuori per poi schiantarsi contro la sedia su cui era seduta prima Stormy, distruggendola.
"Abigail!" disse Stormy avvicinandosi alla nipote pur rimanendo in volo. "Hai distrutto la mia sedia preferita!". 
"Tranquilla, eh. Ho due lividi grandi quanto la mia mano sul sedere, ma sto bene" disse Abigail alzandosi. 
"Muoviti capricciosa" disse Stormy dando una pacca sul sedere ad Abigail. "Ti eri distratta, come mai?". 
"Pensavo a quanto dovesse girarti la testa con quell'attaccho" disse Abigail.
Stormy ricominciò subito a colpire Abigail e lei a schivare e a colpire quando poteva. Ma ad un certo punto Abigail iniziò a sentire come un'altra presenza. Sentì qualcosa arrivarle da dietro, ma non fece in tempo a girarsi che quel qualcosa la colpì facendola andare contro Stormy, che la afferrò. 
"Ehi, c'ero io dietro, fa attenzione" disse Stormy verso la direzione da cui proveniva l'attacco. Abigail aprì gli occhi, che aveva chiuso per l'impatto, e vide Celeste davanti a se. 
"Scusa zia, non ti avevo vista" disse Celeste. 
"Fatemi indovinare, dovrò fronteggiarvi entrambe contemporaneamente" disse Abigail. 
"Esatto" disse Stormy staccandosela di dosso mentre Celeste la colpiva con un raggio congelante. 
"Come se i fulmini e i tornado non bastassero" disse Abigail muovendo il braccio congelato cercando di rimuovere il ghiaccio. Alzò gli occhi e vide che sia Stormy che Celeste stavano creando un attacco da lanciarle. Immediatamente le lanciarono contro i loro attacchi. Erano molto veloci, Abigail non avrebbe mai fatto in tempo a scansarsi, e riuscì solo ad alzare un braccio per cercare di proteggere il suo viso. Ma i colpi non le arrivarono. Aspettò un altro po' ma niente. Abbassò il braccio e aprì gli occhi. Alzando lo sguardo notò che sia Stormy che Celeste la stavano guardando stupite. Abbassò un po' lo sguardo e notò una specie di muro di terra davanti a lei. 
"L-l'ho creato io?" chiese Abigail indicando il muro di terra, sorpresa almeno quanto la zia e la cugina. 
"Sembrerebbe di si" disse Celeste incrociando le braccia. 
Stormy era rimasta molto sorpresa, forse anche un po' sconcertata. A prima vista, quel potere le sembrava identico a quello di Derek. 
"Ehm, basta per oggi" disse Stormy atterrando, subito seguita dalle nipoti. Aveva un terribile sospetto. Subito dopo essere atterrata uscì dalla camera. 
"Chissà perchè se ne sarà andata così di fretta" disse Celeste. 
"Beh, la zia soffre di claustrofobia e tu hai chiuso la porta quando sei entrata, forse non resisteva più" ipotizzò Abigail. 
***
Stormy camminava per i corridoi, aveva un'espressione irritata mista a spavento. Arrivò davanti una rampa di scale, si bloccò davanti al primo scalino. Era la stessa rampa di scale su cui aveva avuto l'incidente l'anno prima. Vide passare Derek di sotto. 
"Derek!" disse Stormy per attirare l'attenzione dell'uomo. 
Derek si girò verso Stormy. 
"Cosa c'è?" chiese Derek
"Vieni, devo parlarti di una cosa importante" disse Stormy. 
"Perchè non vieni tu scusa?" chiese Derek con tono freddo. 
"Lo sai perchè" disse Stormy. 
In effetti no, lui non lo sapeva, il vero Derek si, lo sapeva benissimo, ma lui era una sua copia. Non poteva certo sapere tutto. Per non destare sospetti salì le scale raggiungendo Stormy. 
"Mi devi una spiegazione!" disse Stormy appena l'uomo l'ebbe raggiunta. 
"Perchè?" chiese Derek con noncuranza. 
"Poco fa ho scoperto il nuovo potere di Abigail. Derek, lei ha il TUO potere!" disse Stormy. 
"E allora? È una coincidenza" disse Derek cominciando a scendere le scale. "Dovresti fare qualcosa per i tuoi attacchi isterici, sono insopportabili". 
"Smettila Derek!" disse Stormy ancora più arrabbiata, tanto che i suoi capelli furono attraversate da scosse elettriche. Poi si calmò. "Derek, nove anni fa, quando abbiamo iniziato a frequentarci, ho notato che hai una voglia sulla spalla sinistra. Abigail ne ha una identica sempre sulla spalla sinistra. Tu mi hai detto che era una coincidenza, e io ho voluto crederci. Ora viene fuori che Abigail ha un potere identico al tuo. Iniziano ad essere un po' troppe coincidenze, non trovi?!". 
"Mi hai stancata, ora basta!" disse Derek girandosi verso Stormy con sguardo furioso. 
"Non ti riconosco più Derek" disse Stormy girandosi per andarsene. 
***
Vai" disse Menlok. "È il momento". 
"Il momento per cosa?" chiese Derek agitandosi. 
"Di' ciao ciao alla tua adorata Stormy" disse Menlok con un sorriso diabolico. 
"No!" disse Derek dimenandosi cercando di spezzare le catene. 
***
Derek guardò ancora qualche istante Stormy mentre si allontanava, poi preparò un'attacco e lo lanciò a tutta velocità contro la donna. Stormy sentì l'attacco arrivarle addosso, si girò ma ormai era troppo vicino e l'avrebbe sicuramente colpita in pieno se all'ultimo Abigail non le si fosse parata davanti, prendendo il colpo al posto suo. La ragazza finì addosso a Stormy e entrambe andarono contro il muro. 
"Beh" disse Abigail con difficoltà. "Ora non puoi certo dire che arrivo sempre  in ritardo". 
“Stai bene?” chiese Stormy. 
“Sono stata meglio” disse Abigail alzandosi a fatica, subito seguita da Stormy. “Tanto orami sono abituata ad incassare i colpi”. 
Stormy si girò verso Derek
“Ma sei impazzito?!” chiese Stormy. 
“Se una persona cerca di liberarsi di una palla al piede secondo te è pazza?” chiese Derek
“Ehm, forse è il caso che io vi lasci da soli…” disse Abigail indietreggiando. 
“No, non serve” disse Stormy allungando un braccio verso Abigail, intimandole di fermarsi. 
“Che c'è? Ti sei accorta che ho ragione?” chiese Derek mettendosi le mani sui fianchi. 
“Fuori di qui!” disse Stormy indicando l'uscita del palazzo. 
“Cosa?” chiese Derek
“Hai capito benissimo, vai fuori!” disse Stormy. 
Derek si alzò in volo e si avvicinò minacciosamente a Stormy. La strega indietreggiò fino ad arrivare al muro. 
“Zio” disse Abigail avvicinandosi. Derek la fece schiantare al muro con la magia. Delle specie di braccia uscirono dalle pareti afferrando la ragazza e tenendola ferma. Inoltre un braccio le tappò la bocca. La ragazza cercò di urlare, ma riuscì ad emettere solo dei gemiti. 
Derek si concentrò nuovamente su Stormy. 
“Beh” disse l'uomo aprendo le braccia. “Colpiscimi”. 
Stormy lo fissò per qualche istante, poi abbassò la testa. Derek, con uno scatto improvviso si avvicinò a Stormy stringendole il collo tra le mani a alzandola dal terra. 
“Derek” disse Stormy a voce bassa a causa del poco fiato. “Va bene, vuoi uccidermi. Ma in questo modo ucciderai anche i tuoi figli”. 
“Già” disse Derek. “I “miei” figli”. Derek le diede una ginocchiata in pieno ventre, facendola mugolare di dolore. Nel frattempo la stretta ala collo diventava sempre più forte. 
Abigail aveva provato ad avviare una connessione telepatica con la madre, ma non ci era riuscita. Probabilmente era impegnata. Così provò con Celeste. 
Ormai Stormy non riusciva più a respirare e Derek era sempre più vicino ad ucciderla. Avrebbe potuto ucciderla prima, ma preferiva farla morire lentamente. 
“È finita ormai” disse Derek
Una sfera d'oscurità colpì improvvisamente l'uomo facendolo staccare da Stormy. La strega si accasciò per terra tenendosi il ventre e respirando affannosamente. Le braccia che tenevano Abigail si dissolsero, lasciando la ragazza libera. 
“Celeste, mamma” disse Abigail. 
Venendo, Celeste era riuscita a chiamare Darcy, che si trovava lungo la strada. 
“È sparito” disse Darcy guardandosi intorno, non vedendo Derek
“Credo che al momento il problema sia un altro” disse Abigail che si trovava accanto a Stormy, accasciata per terra. 


Ciao a tuttiiii!!! 
Sono tornata! *Buuuu*. Ehi, insomma. Io vi ho salutati in modo amichevole. Come? Sieti arrabiati perché ho aggiornato solo una settimana fa e volevate liberarvi di me per un altro mese? Beh, vi è andata male. Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ho scritto in questo modo il nome del sosia di Derek per far capire quando mi riferivo a quello vero e quando al sosia. Bene, non sto qui a scocciarvi ancora. Finisco però con una preghiera per tutte quelle povere vittime del terribile terremoto in Centro Italia. É incredibile che in Giappone sia tutto antisismico mentre qui centinaia di persone muoiono o rimangono ferite e senza casa.  A presto. 
Icydarcystormy 

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Darcy si avvicinò a Stormy e piegò le ginocchia per arrivare alla sua altezza.

"Ce la fai Stormy?" chiese Darcy mettendo una mano sulla spalla alla sorella.

Stormy non rispose, così Darcy le circondò le spalle con un braccio e le mise l'altro appena sotto il seno, poi pian piano la fece alzare.

"Aspettate qui voi" disse Darcy rivolta ad Abigail e Celeste. Poi, sempre continuando a mantenerla, iniziò a camminare per portarla forse in camera sua. Appena svoltarono per un corridoio, quando Abigail e Celeste non potevano nè sentirle nè vederle, Stormy si staccò in malo modo da Darcy per poi appoggiarsi alla parete.

"Stormy..." disse Darcy guardando stupita la sorella.

"Ce la faccio da sola, grazie" disse Stormy in tono acido per poi allontanarsi, mantenendosi sempre vicina alla parete.

"Dove vai?" chiese Darcy.

"In camera mia, ti interessa?" chiese Stormy.

"Beh si, mi interessa" disse Darcy, ma Stormy era ormai andata.

***

Stormy era sul suo letto. Era sdraiata sopra le coperte, aveva tolto le scarpe che ora erano appoggiate davanti il letto.

Qualcuno bussò alla porta. Subito dopo entrò Darcy.

"Non mi sembra di averti detto di poter entrare" disse Stormy.

"Sei sicura di non voler fare un controllo?" chiese Darcy preoccupata.

"È stato solo un colpo e ora sto bene, avrei dovuto sentire molto dolore se fosse successo qualcosa, no?" disse Stormy.

"Ma l'hai sentito prima" disse Darcy.

"Ti ricordo che io so fin troppo bene qual è il dolore che si sente quando succede qualcosa di grave, e ti dico che quello che ho sentito non era lontanamente simile a quello" disse Stormy.

"In ogni caso credo che tu debba farlo comunque, e potresti approfittarne anche per fare una prima ecografia, non credi?" chiese Darcy.

"Magari dopo, ora va fuori" disse Stormy poco garbatamente.

"Senti, che succede?" chiese Darcy esasperata dal comportamento della sorella mettendosi le mani sui fianchi.

"Nulla" disse Stormy senza guardarla.

"Lo so che c'è qualcosa che non va, dimmelo" disse Darcy.

"Ho detto che è tutto ok" disse Stormy.

"È evidente che non è così, dimmi che succede!" disse Darcy. 

"Vuoi sapere cosa succede?!" disse Stormy mettendosi seduta. "Succede che sei una traditrice, come Derek, ecco cosa succede!".

"Traditrice?!" chiese Darcy. "E che cosa ti avrei fatto, sentiamo!".

"Lo sai benissimo cos'hai fatto, vipera!" disse Stormy.

"Se lo sapessi non starei qui a chiedertelo! Dimmelo e basta!" disse Darcy.

***

Abigail e Celeste si stavano dirigendo verso la camera di Stormy per vedere come stesse.

"Cosa sono queste urla?" chiese Celeste.

"Non lo so, vengono dalla camera della zia" disse Abigail. Sia lei che la cugina si avvicinarono alla porta della camera di Stormy.

***

"Non voglio discutere adesso, va via!" disse Stormy.

"Io non me ne vado finchè non parli Stormy" disse Darcy.

"Va via!" disse Stormy lanciando una scarpa contro Darcy, che riuscì a coprirsi il volto, ma la scarpa la colpì con la zeppa alla spalla.

"Ma sei matta?!" chiese Darcy mettendosi una mano sulla spalla. "Ringrazia solo che tu sia incinta". 

Abigail e Celeste entrarono in quel momento.

"Cosa succede?" chiese Abigail.

Darcy e Stormy si fissarono in cagnesco per qualche istante.

"Nulla Abi" disse Darcy continuando a fissare la sorella.

"Mamma!" disse Abigail. "La tua spalla sta sanguinando!".

"Si lo so" disse Darcy. "Vado a medicarmi" disse per poi uscire dalla camera.

"Ma cosa è successo?" chiese Abigail.

"Niente tesoro, ora uscite, voglio rimanere da sola" disse Stormy.

Abigail e Celeste uscirono senza discutere.

"Vado da mia madre per sapere come sta" disse Abigail una volta uscita.  "Vieni con me?".

"No, io voglio provare a parlare con la zia, per sapere almeno se va tutto bene" disse Celeste.

"Va bene, allora io vado a cercare mia madre" disse Abigail per poi allontanarsi. Celeste si girò verso la porta della camera di Stormy. Esitò per qualche istante, poi bussò.

"Chi è ora?!" chiese Stormy dall'interno.

"Ehm, sono io zia" disse Celeste. "Posso entrare?".

"Va bene entra" disse Stormy.

Celeste aprì la porta ed entrò.

"Cosa c'è?" chiese Stormy mettendosi seduta.

"Volevo sapere come stai" disse Celeste.

"Sto bene" rispose la strega.

"Sicura?" chiese Celeste.

"Si..." disse Stormy. "... e va bene, no. Tesoro chiama il medico per favore, sono molto preoccupata".

"Ma scusa non potevi farti portare prima dalla zia Darcy?" chiese Celeste.

"Si, ma non volevo che mi portasse lei" disse Stormy.

Celeste la guardó per qualche secondo.

"Prima abbiamo sentito delle urla, stavate litigando vero?" chiese la ragazza.

"Beh... si" rispose Stormy.

"Vuoi dirmi perchè?" chiese Celeste.

"Siediti lì" disse Stormy indicandole una sedia che si trovava davanti al letto.

"La storia è così lunga?" chiese Celeste sedendosi.

"In realtà no, ma non mi piace parlare con una persona in piedi mentre sono sdraiata" rispose Stormy.

"Vedi, io e Derek ci siamo conosciuti nove anni fa" cominciò Stormy. "Era già da qualche mese che ci stavamo frequentando e funzionava. Una sera ci trovammo... ecco... a letto insieme, per non scendere nei dettagli. Quando mi svegliai lui stava ancora dormendo. Io iniziai a guardarlo. Era a torso nudo, così ad un certo punto notai che sulla spalla sinistra aveva una voglia di una forma strana. Mi sembrava familiare, ma inizialmente non ci feci caso. Lo stesso giorno dovetti occuparmi di Abigail dato che Darcy era occupata. Arrivata alla sera dovetti cambiarla per andare a letto. Mentre le toglievo la maglietta ho notato che sulla spalla sinistra aveva una voglia che era identica a quella di Derek, ecco perchè mi sembrava familiare. Chiesi spiegazioni a Derek e lui mi disse che era una coincidenza, io voletti credergli e in fondo era plausibile. Ora però è venuto fuori che Abigail ha il suo potere. Io...".

"Temi che Abigail possa essere..." disse Celeste.

"Sua figlia" disse Stormy. "Anche se ormai non mi interessa più. Io ho chiuso con lui. Però...".

"Resta il problema con la zia Darcy, giusto?" disse Celeste.

"Esatto" disse Stormy. "In realtà non è tanto il fatto che sia successo, il problema è che Darcy non me l'ha mai detto".

"Però non sei sicura che sia così" disse Celeste. "Anche se in effetti spiegherebbe perchè vi abbia chiamate baldracche...".

"In che senso?" chiese Stormy.

"Questa mattina ho parlato con lo zio..." disse Celeste.

"Non chiamarlo zio" disse Stormy.

"Ok, ho parlato con Derek, non è stato per nulla gentile e vi ha definite baldracche" disse Celeste.

"E perchè non mi avete detto nulla?" chiese Stormy.

"Non volevamo darti preoccupazioni, ma io e Aby avevamo deciso di tenerlo d'occhio. È per questo che Abigail prima era lì" spiegò la ragazza.

"Siete due amori" disse Stormy. "Comunque dov'è Aby?".

"È andata a vedere come sta la zia" disse Celeste. "A proposito, come hai fatto?".

"Le ho lanciato una scarpa contro" rispose Stormy.

"Comunque, ritornando al discorso di prima, secondo me dovresti parlarne con la zia Darcy e provare a chiarire. Zia tu hai bisogno di tua sorella, specialmente in questo momento così difficile".

"E va bene, dopo proverò a parlarci" disse Stormy incrociando le braccia. "Ormai sei diventata la mia confidente per eccellenza e secondo me hai un futuro come psicologa".

"Non credo sia la mia strada" disse Celeste. Di colpo, la ragazza si fece bianca come un lenzuolo.

"Cosa c'è Celeste?" chiese Stormy.

"Non vorrei farti spaventare ma..." disse Celeste.

"Cosa c'è? Così mi fai spaventare sul serio" disse Stormy.

"Ok, però rimani calma. Hai una perdita di sangue" disse Celeste con un fil di voce.

Stormy si guardò sbiancando.

"Chiama il medico" disse Stormy spaventata. Celeste si alzò in piedi ed uscì dalla camera.

***

"E in questo modo cosa avresti ottenuto?" chiese Derek.

"In questo modo ho spezzato il cuoricino di Stormy e ho seminato il seme della discordia fra Darcy e Stormy. Per quanto riguarda le due poppanti, me ne occuperò il prima possibile" disse Menlok.

"Anche se dovessi tornare, Stormy non mi lascerebbe avvicinare minimamente dopo ciò che "ho" detto e fatto. Perché continui a tenermi qui?" chiese Derek.

"Perché noi due abbiamo un conto in sospeso, non ricordi?" chiese Menlok. Dopo aver detto ciò iniziò a colpire ripetutamente Derek con attacchi magici.

***

Stormy era stesa su un lettino. Il medico le stava facendo un'ecografia.

"Guardi" disse il medico indicando un specie di piccolo ammassamento sullo schermo. "Sono loro".

"Ma stanno bene?" chiese Stormy.

"Ancora non lo so" disse il medico. Fece ingrandire l'immagine, ora si poteva notare che quel piccolo ammassamento era formato da due piccoli ammassamenti vicini. Stormy sorrise guardandoli.

"Sembra tutto a posto" disse il medico. "Per quanto riguarda la perdita di prima non credo sia il caso di preoccuparsi, può succedere, specialmente nei primi mesi, e il colpo ricevuto e lo spavento potrebbero aver favorito la cosa".

"Meno male" disse Stormy sospirando.

"Vuole approfittarne per fare la visita di controllo?" chiese il medico.

"Si, proceda pure" rispose Stormy.

***

Celeste era fuori dalla stanza aspettando che la visita finisse. Abigail arrivò correndo.

"Eccomi" disse Abigail fermandosi e cercando di riprendere fiato.

"E tua madre?" chiese Celeste.

"Sta arrivando, anche se con la stessa velocità con cui una lumaca riuscirebbe a mettersi dei jeans aderenti" disse Abigail. "Quindi?"

"Non lo so, è ancora dentro" disse Celeste.

In quel momento uscì il medico dalla sala.

"La visita è finita, potete entrare" disse per poi allontanarsi. Le ragazze entrarono nella stanza e si avvicinarono subito a Stormy, che si stava pulendo la pancia dal gel.

"Prima che me lo chiediate si, è tutto a posto" disse Stormy girandosi verso le nipoti.

"Meno male" disse Abigail. "Hai fatto l'ecografia?".

"Si" disse Stormy prendendo dei fogli, per poi guardare maliziosa Abigail. "Vuoi vederle, vero?".

"Posso?" chiese Abigail.

Stormy stava per rispondere, quando cambiò improvvisamente espressione guardando la porta. Abigail e Celeste si girarono verso di essa. Nessuna si era accorta dell'arrivo di Darcy. Le due sorelle continuarono a fissarsi per secondi che sembrarono ore.

"Forse è meglio se andiamo" sussurrò Celeste ad Abigail.

"Credo tu abbia ragione" disse Abigail di risposta. Le due ragazze uscirono dalla stanza lasciando Darcy e Stormy da sole.

"Che esagerata che sei, bastava un po' di magia" disse Stormy guardando la fascia intorno alla spalla di Darcy.

"La zeppa ha intaccato l'osso e sai che usare la magia per le ossa fa molto male" rispose Darcy acidamente.

"Cosa vuoi da me?" chiese Stormy in tono sbrigativo.

"Voglio parlare, devi spiegarmi cosa succede" disse Darcy incrociando le braccia.

"Non voglio parlare con te, sgualdrina" disse Stormy.

"Stormy sei un'adulta ora! Non comportarti come una bambina e dimmi cosa c'è!" esclamò Darcy.

"Abigail ti ha detto che durante l'allenamento si sono mostrati i suoi poteri nascosti?" chiese Stormy.

"Di sfuggita, Celeste l'ha chiamata ed è corsa qui" rispose Darcy. "Ma questo cosa c’entra, scusa?".

"I suoi poteri sono quelli di Derek" disse Stormy.

Darcy alzò le sopracciglia pensando a cosa dire.

"Inoltre, non te l'ho mai detto, ma Derek ha sulla spalla sinistra una voglia identica a quella di Abigail, tu, al posto mio, cosa avresti pensato?" chiese Stormy retoricamente.

"Tu credi davvero che io…".

"Se qualcuno me lo avesse detto io non ci avrei mai creduto, ma a questo punto non so cos'altro pensare!" disse Stormy.

"Ma ragiona, anche se fosse così sarebbe successo tre anni prima del vostro incontro, non ti ho certo fatto un torto!" disse Darcy ormai esasperata.

"Speri forse di dissuadermi con questa frase?!" chiese Stormy. "E comunque non è certo questo il motivo per cui sono arrabbiata, il vero problema è che tu, in nove anni in cui sono stata con Derek, non me l'hai mai detto! Noi avevamo giurato che ci saremmo sempre dette la verità!".

"Per una volta hai ragione, questo in effetti sarebbe un ottimo motivo per essere arrabbiati, il problema è che questo motivo non esiste. Stormy credimi, Abigail non è sua figlia" disse Darcy.

"E allora trovami un'altra spiegazione!" disse Stormy.

Darcy abbassò lo sguardo.

"Esci per favore" disse Stormy. Darcy la guardò per qualche istante per poi uscire dalla stanza.

***

Abigail era rimasta davanti alla porta ed aveva sentito tutto. Appena sentì la maniglia muoversi si spostò immediatamente. Darcy fece capolino dalla porta. Madre e figlia si fissarono per qualche istante.

"Hai sentito?" chiese Darcy notando l'espressione della figlia. Abigail annuì per poi abbassare lo sguardo e iniziare a giocherellare con le dita.

"Ti assicuro che non è come dice" disse Darcy. "Poi perché avrei dovuto mentirti, no?".

"Non so cosa pensare mamma" disse Abigail alzando lo sguardo.

"Ti capisco, ma ti assicuro che riuscirò a dimostrarti la verità" disse Darcy.

Darcy si avvicinò alla figlia e le accarezzò un braccio per poi allontanarsi.

Celeste si avvicinò ad Abigail.

"Tieni" disse Celeste porgendole un bottiglietta d'acqua.

"Grazie" disse Abigail.

"Entriamo?" disse Celeste indicando la porta.

"Tu entra pure, io preferisco di no" disse Abigail.

"Ma non volevi vedere le ecografie?" chiese Celeste.

"Prima ho sentito il loro litigio, tu lo sapevi?" chiese Abigail.

"Me l'ha detto poco fa la zia, quindi è per questo che non vuoi entrare?" chiese Celeste.

"Esatto" rispose Abigail.

"Vuoi parlarne?" chiese Celeste.

"Magari dopo, ora voglio rimanere sola per pensare e cercare di mandar giù la cosa" disse Abigail.

"Va bene" disse Celeste per poi entrare nella stanza in cui si trovava Stormy.

***

Era ormai notte su Obsidia. Tutti stavano dormendo, tranne Stormy. La strega era sdraiata sul suo letto e singhiozzava. Odiava Derek per ciò che aveva fatto, ma allo stesso tempo non se ne capacitava e continuava a chiedersi il perché del suo comportamento.

"Forse ho sbagliato qualcosa" pensò Stormy. Si girò verso il lato di Derek, ormai vuoto. Allungò un braccio verso il lato vuoto. Non era più abituata a dormire da sola. Si spostò nel lato di Derek, poteva ancora sentire il suo profumo e le sembrò di essere tra le sue braccia. Dopo pochi minuti si addormentò.

 

Tremate! Icydarcystormygiginaermenegildageltrudegiacinta è tornata! *Dopo un primo momento d’entusiasmo, crolla in una crisi di pianto*. Scusate, sigh, è solo che… la SCUOLA STA PER TORNARE! Devo dire che da un lato sono felice, insieme alla scuola arrivano anche l'autunno e l'inverno, le stagioni che preferisco, ma… INIZIA LA SCUOLA!!! Avete presente il film "Suicide squad"? Se si, sarete concordi nel dire che Joker e Harley Quinn messi insieme non hanno neanche metà della mia instabilità mentale. Comunque, non so quando potrò aggiornare, ma questo sarà sicuramente l'ultimo capitolo prima dell'inizio della scuola. (Sono così depressa e dannatamente asociale che ieri ho iniziato a mandarmi messaggi da sola su EFP, nel senso che me li inviavo e mi rispondevo… tranquilla, domani ho la visita dalla psichiatra).

Ma venendo al capitolo, Darcy e Stormy faranno pace? Derek riuscirà a liberarsi? Ma soprattutto, perché il caffè della Peppina non si può bere la mattina? Queste ed altre domande nella prossima puntata di Adam Kadmon.

A presto. Icydarcystormy

P. S. Vi piace il mio nuovo avatar? Ovviamente, deficiente come sono, ho capito solo adesso come si mette. Mi piaceve perché le Trix non hanno la solita posa da strega strapotenti e strafighe, ma le mostrava con una loro reazione. Inoltre, sarebbe la reazione che avrebbero leggendo la mia storia.

Stormy: "Mi hai mostrata super zuccherosa con le figlie della moglie di Jack Frost e Mortisia?!" *delle scariche elettriche le attraversano i capelli*.

Darcy: "Come mi hai chiamata?!".

Icy: "Io sono morta, ma per lo meno non puoi rovinarmi".

Io: "Tornate nel Limbo!" *spinge le tre streghe dentro un portale.

Bene, ora me ne vado veramente. Ciaooooo!!!

 

 

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


Darcy entrò in sala riunioni. All'interno della sala era presente solo Stormy, seduta dietro un grande tavolo ovale color mogano scuro. La donna era intenta a compilare dei moduli e non si era accorta dell'arrivo della sorella.

"Giorno funesto" disse Darcy sedendosi su una sedia che si trovava avanti Stormy.

Stormy alzò lo sguardo sulla sorella guardandola per qualche secondo.

"È strano sai" disse Stormy.

"Cosa se mi è lecito sapere?" chiese Darcy.

"Ci sono un sacco di aspetti di te che in tutti questi anni non avevo notato, ma una volta arrabbiata con te mi è venuto in mente tutto" disse Stormy.

"Illuminami Stormy, sono davvero curiosa" disse Darcy rimanendo neutra.

"Quando eravamo ragazze, per esempio, cercavi sempre di cambiarmi, dovevo essere pacata, dovevo usare l'astuzia, dovevo mettermi sotto con lo studio… persino il mio aspetto non ti andava bene. Dovevo cambiare pettinatura e dovevo cambiare abbigliamento, sembravo una sgualdrina dicevi" rispose Stormy.

"Con questo cosa intendi dire?" chiese Darcy.

"Volevo solo dimostrarti che non sei una sorella così perfetta come credi" disse Stormy.

"Che vorresti dire, che tu lo sei invece?" disse Darcy arrabbiandosi.

"Non sto dicendo questo" disse Stormy.

"Bene, perché non lo sei" disse Darcy. "Credi che sia facile assecondarti sempre per ogni tua azione istintiva o mancanza di responsabilità?" chiese Darcy.

"Vorrei ricordarti che per adempiere ad una mia responsabilità io ho perso un figlio!" disse Stormy alzandosi arrabbiata.

"Sei stata sfortunata, è vero, ma questo non ti giustifica" disse Darcy. "A proposito di questo" disse per poi sparire. Ricomparve dopo qualche secondo. Aveva varie cartelle contenenti documenti vari tra le braccia.

"Questi" disse Darcy appoggiando i documenti accanto a Stormy. "Sono i moduli che mi avevi chiesto di compilare, un piccolo favore".

"Ma…".

"Vanno consegnati domani. Buona fortuna" disse Darcy con un finto sorriso per poi uscire dalla sala.

***

Celeste bussò alla porta della camera di Abigail.

"Chi è?" chiese Abigail.

"Sono io, posso entrare?" chiese Celeste.

"Va bene, entra" rispose dall'interno Abigail.

Celeste entrò nella camera per poi chiudere la porta.

"Hai pensato?" chiese Celeste sedendosi sul letto, dove anche Abigail era seduta.

"Si, molto" disse Abigail.

"E alla fine cos'hai concluso?" chiese Celeste.

"Nulla" rispose Abigail. "Sono confusa, insomma… cosa dovrei fare? Da una parte vorrei credere a mia madre, ma la verità è anche abbastanza evidente".

"Non vuoi metterti dalla parte di nessuno, giusto?" chiese Celeste.

"Esatto" rispose Abigail.

"Allora cerca di rimanere neutrale, pretenderai di sapere la verità, ma allo stesso tempo non starai dalla parte di nessuno" disse Celeste.

"Ci proverò" disse Abigail. "Anche se, conoscendo mia madre, so che cercherà innumerevoli volte di portarmi dalla sua parte".

"Andiamo nel cortile?" chiese Celeste.

"Perché?" chiese Abigail.

"Vedo attraverso la finestra che Zeus sta serenamente infierendo su un uccellino" disse Celeste.

"Cosa c'è di male? È naturale" disse Abigail mentre si alzava, subito seguita da Celeste.

"L'ho già portato fuori due volte, ma non voglio che giri da solo, potrebbe perdersi" disse Celeste mentre lei e la cugina uscivano dalla stanza.

***

Menlok stava fissando Derek ormai da qualche minuto. Aveva un'espressione compiaciuta sul volto. Derek era ridotto abbastanza male ed era svenuto.

"È inutile, non credo si sveglierà molto presto" disse il clone di Derek avvicinandosi a Menlok.

"Ti piace proprio quella forma, eh?" disse Menlok.

"Dopo tanto tempo passato a strisciare questo è davvero il massimo" disse il clone compiaciuto.

"Sai cosa mi è venuto in mente?" chiese Menlok. "Il trucchetto di Derek mi piace molto e non vedo perché rinunciarci quando possiamo sfruttarlo ancora un pochino".

"Cosa vuoi che faccia?" chiese il clone.

"Dobbiamo ancora occuparci delle due lattanti, pensaci tu" disse Menlok.

"Ma scusa perché non vai tu?" chiese il clone di Derek.

"Perché , oltre al dolore che provocherebbe nelle Trix, se ad ucciderle fosse "Derek" la ricciolina soffrirebbe ancora di più, non credi?" domandò retoricamente Menlok.

"Come vuoi, allora vado" disse il clone di Derek per poi uscire dalla grotta.

***

Celeste ed Abigail erano nel cortile. Durante il tragitto tra la camera di Abigail e il cortile Zeus si era spostato e le due non sapevano dove potesse essere. Celeste iniziò a guardarsi intorno e a controllare dietro i cespugli mentre Abigail guardava sugli alberi. Ad un certo punto Celeste si fermò e si toccò le tempie con le dita. Dopo qualche secondo le tolse.

"Abigail, ti dispiace continuare da sola?" chiese Celeste. "Io devo andare".

"Va bene, tanto sono abituata ad essere sfruttata" disse Abigail, mentre Celeste rientrava a palazzo.

"Abigail" disse Darcy avvicinandosi alla figlia. "È già da un po' che ti cerco".

"Mi hai trovata" disse Abigail continuando a cercare Zeus.

"Ascolta, io devo parlarti" disse Darcy.

"So già cosa vuoi dirmi, sappi che ciò pensato molto e sono arrivata ad una decisione" disse Abigail.

"E cioè?" chiese Darcy.

"Voglio mantenere un ruolo neutrale, almeno finché non saprò la verità" disse Abigail.

"Abigail io non potrei mai mentirti" disse Darcy.

"Mamma io vorrei darti ragione, ma non posso" disse Abigail girandosi verso la madre. "L'evidenza purtroppo è un'altra".

"Abigail ragiona, perché mai avrei dovuto mentirti prima dell'operazione?" chiese Darcy.

"Non lo so mamma, ti ho detto che voglio rimanere in una posizione neutrale" disse Abigail.

Darcy fissò la figlia per qualche istante.

"Mamma!" disse Abigail mettendosi le mani sulla testa. "Hai cercato di controllarmi!".

"Scusa Aby, ma non posso sopportare che tu sia contro di me" disse Darcy.

"Ma come devo fartelo capire?! Non sono contro di te!" disse Abigail.

"Ma non sei neanche dalla mia parte" disse Darcy.

"Non posso credere a quello che hai fatto" disse Abigail disse Abigail avviandosi spedita verso il bosco, che circondava il cortile del castello.

"Abigail torna qui!" disse Darcy. "Non voglio che tu vada in giro da sola con Menlok a piede libero".

"Non vado mica dall'altra parte del pianeta, e comunque sodare a me stessa" disse Abigail addentrandosi nel bosco.

***

Celeste era in sala riunioni con Stormy, seduta accanto alla strega. Stormy le aveva velocemente spiegato come compilare i moduli e Celeste aveva subito cominciato ad aiutarla.

"Ti rendi conto?!" chiese Stormy. "Ha cercato di far passare me nel torto".

"Forse cercava solo di difendersi" disse Celeste mentre rileggeva un documento.

"Si certo, ma io l'avevo vista con i miei stessi occhi compilare questi moduli, ha cancellato l'inchiostro con la magia e me li ha ridati, solo per farmi dispetto!" disse Stormy.

"In effetti ti ha fatto proprio un bello scherzo…" commentò Celeste.

"Comunque grazie per essere venuta ad aiutarmi, senza di te non so proprio come avrei fatto" disse Stormy.

"Figurati, in questo modo sto anche imparando qualcosa" disse Celeste.

"A proposito di questo…" disse Stormy riponendo un documento in una pila e prendendone un altro. "È da qualche giorno che ho in mente un'idea".

"Quale idea?" chiese Celeste.

"Stavo pensando, e se mi facessi da assistente?" chiese Stormy.

"Da assistente?" chiese Celeste.

"Si, impareresti molte cose, capiresti esattamente come funziona il governo di un pianeta, vedresti esattamente tutto ciò che dovrai fare quando sarai regina, e queste sono cose che puoi imparare solo facendole, poi svilupperesti una miglior padronanza delle lingue di stato, imparerai a prendere le giuste decisioni, se vorrai, inoltre, potrai anche proporre delle idee, e per ultimo, ma non per questo meno importante, impareresti a fare un ottimo tè" disse Stormy.

"Ma quindi esattamente cosa dovrei fare?" chiese Celeste.

"Dovrai venire con me, assisterai alle varie riunioni eccetera, mi aiuterai in compiti come quello che stiamo facendo ora, mi ricorderai gli impegni della giornata, insomma inizieremo con cose semplici" disse Stormy. "Quindi pensi di accettare?".

"Beh, è un'ottima opportunità, non vedo perché sprecarla" disse Celeste.

"Benissimo" disse Stormy sorridendo. "Se per te va bene inizierai domani".

"Domani è perfetto" disse Celeste. "Non è che per caso hai qualche dritta da darmi sull'abbigliamento?".

"L'abbigliamento è abbastanza libero, cerca semplicemente di evitare pantaloncini, minigonne e canotte" rispose Stormy.

"Ok" disse Celeste.

"Ora però sbrighiamoci" disse Stormy. "Altrimenti non finiremo mai in tempo".

***

Abigail stava camminando nel bosco. Aveva la braccia incrociate e dava calci a tutte le pietre che trovava.

"Non posso credere che l'abbia fatto" disse Abigail fermandosi.

La sua attenzione fu attirata da un rumore, sembravano quasi dei passi. Abigail inizió a guardarsi intorno.

"Zeus" disse Abigail tirando un sospiro di sollievo, vedendo il gattino spuntare da dietro un albero. "Ecco dov'eri".

La ragazza si avvicinò al gattino per poi prenderlo in braccio. Scese improvvisamente dalle braccia di Abigail per poi correre verso un punto impreciso. Abigail iniziò subito a seguirlo. Il gatto si fermò davanti un albero. Si alzò su due zampe e con le zampe superiori iniziò a graffiarlo.

"Certo che sei proprio un gatto strano" disse Abigail. Si avvicinò a Zeus, ma prima che potesse prenderlo ci fu una potente onda magica proveniente dall'albero.

***

"Se vuoi ora puoi anche andare" disse Stormy. "Posso finire da sola".

"Va bene, torno a cercare Zeus allora" disse Celeste alzandosi. "Buona fortuna" disse prima di uscire dalla stanza.

"Ne avrò sicuramente bisogno" commentò Stormy.

Celeste arrivò nel cortile del castello, Abigail però non c'era.

Ad un certo punto sentì una potente onda magica provenire dal bosco. Incuriosita si alzò in volo e si diresse verso il punto da cui proveniva l'energia.

***

"Zio, cioè, Derek?" disse Abigail guardando l'uomo appena apparso.

"In persona" disse il clone sorridendo malignamente.

"Co-cosa ci fai qui?" chiese Abigail indietreggiando.

"Nulla, una passeggiata" disse sarcasticamente il clone.

"Non puoi stare qui" disse Abigail prendendo coraggio.

"A volte la tua percezione del pericolo fa le bizze, non è vero?" disse il clone avvicinandosi minacciosamente alla ragazza.

"Allontanati" disse Abigail mettendosi sulle difensive.

"Altrimenti? La palla di peli qui mi assalirà?" chiese il clone indicando Zeus.

"Io n-non ho paura di te" disse Abigail.

"La tua espressione dice altro" disse il clone di Derek. "Ma infondo come biasimarti".

L'uomo preparò un attacco e lo lanciò contro la ragazza. Abigail fu colpita e scaraventata contro un albero. Cercò di rialzarsi velocemente, appena riaprì gli occhi vide che il clone le stava lanciando contro un incantesimo. La ragazza eresse uno scudo di oscurità a metà strada tra lei e Menlok, ma lo scudo non riuscì a resistere e si infranse subito, allora provò ad erigere uno scudo di terra, ma i suoi poteri non sembravano rispondere. L'incantesimo la colpì così forte che l'albero alle spalle di Abigail si spezzò per l'impatto, fortunatamente però l'albero non cadde addosso ad Abigail.

L'uomo si avvicinò lentamente ad Abigail ormai inerme pronto a finirla.

"Lasciala stare!" urlò Celeste, in volo sopra l'uomo.

"Dalla mini-Morticia alla strega dei ghiaccioli, di bene in meglio" commentò il clone.

Celeste si posò davanti alla cugina ormai priva di sensi.

"Non avresti dovuto ridurla così, te la farò pagare!" disse Celeste mettendosi in posizione d'attacco.

"Fai proprio ridere, lo sai?" chiese l'uomo per poi lanciare un incantesimo verso la ragazza.

"Hai proprio una pessima mira, lo sai?" disse Celeste. Il colpo infatti, era andato solo vicino alla ragazza.

"In effetti si, sono sempre stato forte nei combattimenti ravvicinati" disse l'uomo per poi fare un enorme balzo improvviso. Prese Celeste per le gambe e la scaraventò a terra. Nell'impatto Celeste aveva battuto la testa, perdendo i sensi.

"Bene bene" disse il clone. "Quale delle due bamboline faccio fuori per prima?" disse guardando a turno sia Celeste che Abigail.

Si avvicinò lentamente ad Abigail.

"La morellina mi sta più antipatica, inizierò con lei" disse il clone per poi mettersi a cavalcioni sulla ragazza.

Celeste iniziò pian piano a riprendersi. Aprì gli occhi e, appena la sua vista si fece nitida, vide colui che lei credeva essere Derek a cavalcioni su di Abigail.

"Abigail" sussurrò la ragazza. Cercò di raccogliere le sue ultime energie e lanciò un incantesimo contro il clone. L'incantesimo non sembrava averlo neanche scalfito. Egli si alzò e si girò verso Celeste.

"Sei proprio stupida" disse l'uomo. "Non hai ancora capito che è tutto inutile. Devi arrenderti".

"Arrendermi?" chiese Celeste. Se c'era una cosa che Celeste non avrebbe mai fatto era arrendersi. La ragazza si alzò a fatica dal suolo. Una volta in piedi una forte luce blu l'avvolse. Subito dopo la luce si dissolse, mostrando che Celeste era cambiata. Aveva una maglia blu con i bordi neri larga, lunga solo fino a metà pancia. Essa aveva una sola manica, lunga fino a metà braccio, che le avvolgeva il braccio destro. Sotto, però, aveva un'altra maglia blu, più aderente, che le copriva il resto della pancia. Sopra le due maglia aveva due specie di bretelle nere incrociate tra loro. La maglia aderente si prolungava fino a diventare dei pantaloni. Le scarpe erano incorporate nei pantaloni ed erano basse. I capelli erano legati dietro la testa da un lato, mente l'altro lato di capelli era sciolto. Inoltre sulla testa aveva una specie di cordoncino nero. Aveva un leggero ombretto azzurro e la matita nera, mentre sulle labbra aveva un po' di lucidalabbra. Ma la cosa più strana non era l'abbigliamento, bensì delle enormi ali da uccello che partivano dalla schiena della ragazza. Esse erano ricoperte da piume nere ed erano molto imponenti.

Approfittando dello stupore dell'uomo, Celeste lanciò un attacco verso di lui. Il suo attacco le sembrò più potente del solito. Il clone fu colpito alla spalla sinistra e fu scaraventato al suolo.

Menlok richiamò telepaticamente il suo servo, intimandogli di tornare. Il clone sparì prima ancora che Celeste potesse lanciare un nuovo incantesimo. La ragazza si guatdò intorno per assicurarsi che non riapparisse. Dopo un po' si avvicinò ad Abigail, ancora priva di sensi. La prese in braccio e si alzò in volovolo sbattendo le ali.

***

Celeste arrivò davanti all'entrata principale del castello. In quel momento uscì Darcy, probabilmente in pensiero per la figlia che tardava ad arrivare. Appena vide Celeste davanti a sé i bloccò.

"Celeste?" chiese Darcy dopo qualche secondo. Celeste rimase in silenzio.

"Magari dopo mi spieghi com'è possibile" disse Celeste con un fil di voce indicando con la testa l'ala destra.

"Ma cos'è successo?" chiese Darcy accorgendosi in quel momento di Abigail, che giaceva tra le braccia di Celeste.

"Derek ha voluto fare una visita a sorpresa" disse Celeste mentre Darcy prendeva in braccio Abigail.

"Racconterai tutto dopo, ora entriamo" disse Darcy entrando nel castello, subito seguita da Celeste che dovette allineare le ali dietro la schiena per poter passare dalla porta.

***

Stormy girava intorno a Celeste osservandola attentamente.

"Sei stupenda" disse Stormy accarezzando una delle lunghe piume nere delle ali.

"Grazie, ma rimane strano" disse Celeste.

"In realtà un'ipotesi ce l'ho, ma preferisco dirtelo dopo con calma" disse Stormy.

"Sai se Abigail si è svegliata?" chiese Celeste.

"Si, ora si sta facendo visitare. Certo che ultimamente succede tutto a lei" disse Stormy.

"Non è mica colpa sua" disse Celeste.

"Forse bisognerebbe spiegarle quello che sta succedendo tra me e sua madre" considerò Stormy.

"Lo sa già" disse Celeste. "Ha ascoltato la tua discussione con la zia".

"Oh, non volevo lo scoprisse in questo modo" disse Stormy.

"E comunque Derek la voglia ce l'ha sulla spalla destra" disse Celeste.

"No, sono più che sicura che fosse sulla sinistra" disse Stormy.

"Ma prima l'ho colpito alla spalla sinistra, la manica si è strappata del tutto, non c'era nessuna voglia" disse Celeste.

"Sicura fosse la spalla sinistra?" chiese Stormy.

"Certo, sono sicurissima" disse Celeste.

Le due si guardarono per qualche istante.

"Pensi anche tu quello che penso io?" chiese Celeste.

"Credo di si" disse Stormy.

 

 

Eeeeeeeeeeehi! È passata una settimana una settimana dall'inizio della scuola! E sono sopravvisuta! *piange, commossa*. Devo dire che questi primi sette giorni sono passati in un lampo *coff coff* bugia *coff coff*. Devo dire inoltre che ho davvero molta voglia di fare e che sono sicura che mi impegnerò al massimo *coff coff* Natale sbrigati ad arrivare *coff coff*. Bene, cosa ne pensate del capitolo? Mi raccomando, siate sinceri (ma anche no). Ci sarebbe dovuto essere un mio disegno ma, a causa di mancanza di tempo, non sono riuscita a finirlo insieme al capitolo e, dato che il capitolo era già pronto da due giorni, non mi sembrava giusto farvi aspettare. Comunque arriverà sicuramente insieme al prossimo capitolo. A presto.

Icydarcystormy

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


“Credi che Menlok centri qualcosa con ciò che è successo?” chiese Celeste. 
“Sarebbe plausibile, e poi Derek non mi avrebbe mai fatto del male” disse Stormy incrociando le braccia. “Giuro che se gli ha fatto qualcosa lo disintegro!” disse poi Stormy allungando le braccia lungo il corpo e stringendo i pugni. 
“Ma non eri arrabbiata con lui?” chiese Celeste. 
“Certo, ma non era davvero Derek” disse Stormy non capendo il motivo della domanda di Celeste. 
“Questo è ovvio, mi riferisco all'altra questione” disse Celeste abbassando la voce. 
“Per ora è meglio mettere da parte questo, io lo amo e non lo lascerò tra le grinfie di Menlok” disse Stormy decisa. 
“Ma non abbiamo idea di dove si trovi Menlok” disse Celeste. 
“Allora domani avrai la fortuna di osservare una stratega in azione, oltre che una regina” disse Stormy. 
“Ora però potresti spiegarmi il motivo di queste?” chiese Celeste allargando le braccia mettendo in evidenza le ali. 
“Va bene, ma preferisco spiegartelo in un posto più silenzioso, qui ci sono servi che passano in continuazione” disse Stormy incamminandosi per un corridoio, seguita da Celeste. 
***
Celeste e Stormy entrarono nella biblioteca del palazzo. Stormy si sedette su un divanetto nero presente all'interno della stanza. 
“Siediti” disse Stormy indicando alla nipote il divanetto. 
“Mi è difficile con le ali” disse Celeste. “Mi spieghi cosa credi che sia successo?”. 
“Hai presente la piuma di Diropos?” chiese Sormy. 
“Quella che abbiamo usato per spezzare l'incantesimo legante di Menlok” disse Celeste. 
“Esatto. Beh, ho fatto analizzare la piuma dagli scienziati del palazzo” disse Stormy. “Sono venute fuori tante informazioni interessanti, tra cui il fatto che il suo utilizzo può portare ad un'alterazione del DNA. La madre di quel buono a nulla di tuo padre era un'arpia, di conseguenza anche lui lo era, anche se solo per metà. Quello, però, è un carattere ereditario che trasmettono solo le madri ai figli, o meglio, i padri lo trasmettono, ma i figli non lo svilupperanno, ma saranno solo portatori di quel gene, per farti capire se tu avessi avuto un figlio lui avrebbe potuto ereditare quel gene. La piuma deve avere alterato il tuo DNA risvegliando quel gene, di conseguenza nella tua trasformazione sono presenti le ali” spiegò Stormy. 
“Quindi sono una specie di arpia?” chiese Celeste. 
“Non esattamente” disse Stormy. “Diciamo che sei per un quarto arpia, ma cento per cento strega”. 
“In tutto fa centoventicinque per cento” disse Celeste. 
“Appunto” disse Stormy. 
“Devo ancora capire il tuo umorismo” disse Celeste mettendosi una mano dietro la testa. 
***
“Dove ti ha colpito esattamente?” chiese il medico. 
“Qui” disse Abigail toccandosi la parte destra del ventre. Il medico iniziò a tastare quel punto. 
“Il colpo è stato duro, ma non ha arrecato danni” disse l'uomo. “Puoi anche andare”. 
Abigail uscì dalla sala, seguita da Darcy, che si trovava all'interno. 
“Sei sicura che non ti faccia male nulla?” chiese Darcy. 
“Ti ho già detto di si, mamma” disse Abigail con tono insofferente. 
“Sei ancora arrabbiata?” chiese Darcy. 
“Tu che dici?” chiese Abigail. 
“Mi dispiace per prima, ma non voglio essere in conflitto con te” disse Darcy. 
“Avresti dovuto pensarci prima di provare a controllarmi la mente” disse Abigail per poi velocizzare il passo per allontanarsi da Darcy, che nel frattempo si era fermata.  La strega abbassò lo sguardo per poi avviarsi verso uno dei terrazzi del castello. 
Celeste aveva assistito alla scena, così la seguì. 
***
Darcy si appoggiò al muretto che circondava il terrazzo. Iniziò a fissare il paesaggio senza però guardarlo realmente. Non si era mai trovata in quella situazione, non si era mai sentita sola. Nonostante i vari ostacoli che la vita le aveva messo davanti, le sue sorelle le erano sempre state vicino. Aveva provato una sensazione simile alla morte di Icy, ma anche in quel caso non si era sentita completamente sola, anche se Icy era morta, Stormy era ancora lì e, dopo lo smarrimento iniziale, ci fece l'abitudine. Però, ora era diverso: era davvero sola, persino Abigail, sua figlia, la persona che sarebbe dovuta stare dalla sua parte a prescindere, l'aveva abbandonata, anche se non si trattava di un vero e proprio abbandono. 
Celeste arrivò davanti la porta e si appoggiò all'uscio. 
“È una brutta sensazione, non è vero?” chiese Celeste. 
“Celeste” disse Darcy girandosi verso la nipote. 
“Deve essere orribile sentirsi soli, sentire che l'intero modo è contro di te” disse Celeste a sguardo basso. “Sentire, anzi sapere di non poter contare su nessuno. È una cosa che non augurerei a nessuno”. 
“Neanche a Menlok?” chiese Darcy. 
“Su di lui forse un pensierino lo farei” ammise Celeste. “Comunque io capisco perfettamente come ti senti, è la stessa cosa che provavo io”. 
“E allora?” chiese Darcy. “A te cosa importa? Sei anche tu dalla sua parte, non vedo cosa possa interessarti”. 
“È vero, sono dalla sua parte, ma…io so cosa si prova, e credo che nessuno dovrebbe sentirsi così” disse Celeste. 
Darcy sospirò. 
“Tu come hai fatto?” chiese Darcy. “Come hai fatto a sopportare tutto questo?”. 
“Non devi fare altro che pensare che tutto questo finirà e che tornerà tutto alla normalità” disse Celeste. 
“Grazie” disse Darcy guardando il pavimento. “Tanto per cambiare argomento, ho sentito che farai da assistente a Stormy”. 
“Già” disse Celeste. “Ammetto anche di essere un po' preoccupata”. 
“Non devi preoccuparti delle tue prestazioni, se le farai da assistente è proprio per imparare, più che altro io mi preoccuperei per tua zia. Per quanto possa sembrarti dolce sarà dura da sopportare” disse Darcy. 
“Credo di esserne capace” disse Celeste. 
“Questo lo vedremo” disse Darcy. “Ora ti conviene andare a prepararti psicologicamente”. 
“Accetto il consiglio” disse Celeste per poi allontanarsi. 
***
Il giorno seguente… 
Celeste si svegliò. Erano le sei, alle sette sarebbe iniziato il suo primo giorno da assistente. 
Si alzò dal letto e si andò a preparare. Non nascondeva di essere nervosa, nervosissima per quella giornata. E se qualche funzionario le avesse chiesto qualcosa? E se sua zia le avesse chiesto un'opinione su qualcosa? Lei sapeva che non avrebbe saputo mai rispondere in modo corretto, e la cosa la faceva agitare. Ma allo stesso tempo sapeva che quell'esperienza le sarebbe stata molto utile per il suo futuro incarico di regina. 
Celeste uscì dalla sua camera. Erano le sette meno dieci. Ci teneva ad essere perlomeno puntuale. 
Arrivò davanti la sala riunioni, dove Stormy le aveva detto di andare. Dopo qualche secondo di esitazione bussò alla porta. Qualche secondo dopo Stormy fece capolino dalla porta. 
“Sei anticipo” disse Stormy spostandosi per permettere alla nipote di entrare. 
“Per l'ansia non ho dormito molto, quindi stamattina mi sono svegliata abbastanza presto” disse Celeste. 
“Beh, spero che non ti addormenterai in riunione” disse Stormy chiudendo la porta. “Anche se infondo non potrei proprio biasimarti, sono anni che ci partecipo quasi ogni giorno ma ancora non riesco a trovare un metodo efficace per rimanere sempre completamente sveglia”. 
Celeste rise un po' in modo soffocato. 
“La zia Darcy non verrà?” chiese Celeste. 
“Certo che verrà” disse Stormy imbronciandosi un po'. 
“Non sembri molto entusiasta” disse Celeste. 
“Lo sai che tra me e la zia ultimamente non ci sono buoni rapporti” disse Stormy. “E comunque, se ti stai chiedendo come mai non sia ancora qui, sappi che la riunione inizierà tra un'ora”. 
“Ma allora perché mi hai fatto venire qui così presto?” chiese Celeste. 
“Per darti qualche istruzione su cosa fare” disse Stormy facendo apparire un foglio tra le mani della nipote. “Quella è la lista degli impegni di oggi, leggila un po' di volte, devi memorizzarla”. 
“Ne abbiamo di cose da fare oggi” commentò Celeste. 
“Se poi aggiungi gli allenamenti” disse Stormy. 
“Prevedo sei anni molto stancanti” disse Celeste. 
“Inizialmente sarà un po' difficile, ma ti abituerai. Ora però ascoltami bene; se un funzionario, un ministro o chiunque altro dovesse provare a chiederti un'opinione, tu non aver paura di rispondere, tua madre diceva sempre che è meglio sbagliare con decisione che non provarci proprio. Poi, non mostrarti mai insicura, anche se lo sei tu devi mostrarti sicura, altrimenti tutti inizieranno sin da subito a dubitare di te e delle tue capacità, e poi in futuro sarà difficile far cambiare loro idea. Inoltre, questo ti servirà anche nel tuo futuro di sovrana, mostrandoti sicura darai un senso di sicurezza anche agli altri”. 
“Ok” disse Celeste annuendo guardando per terra. “Credo di essere pronta”. 
“Ah e un'ultima cosa” disse Stormy. “Nel tè deve esserci un goccio appena di latte, deve essere tiepido e ci voglio due cucchiaini di zucchero, ti servirà credimi”. 
“Lo terrò presente” disse Celeste annuendo. 
“La lista Celeste” disse Stormy indicando il foglio ancora tra le mani di Celeste. 
“Oh, certo” disse Celeste iniziando a leggere la lista. 
***
Abigail andava avanti e indietro per la sua stanza. 
“Ma quando arriva?” pensò la ragazza. 
Ad un certo punto qualcuno bussò alla porta. 
“Finalmente” pensò Abigail prima di andare ad aprire. 
“Buongiorno signorina” disse un ragazzo sui vent'anni. 
“Ciao Marlin, sei arrivato finalmente. Ti ho chiamato circa mezz’ora fa” disse Abigail. 
“Mi scusi, ma sono stato trattenuto” disse Marlin con tono umile. 
“Non importa” disse Abigail per poi allontanarsi. Tornò subito dopo con un sacchetto di plastica trasparente contenente due spazzolini, uno viola scuro e l'altro verde. 
“Tieni” disse Abigail porgendo il sacchetto al ragazzo, che era probabilmente un servo. “Sai cosa devi fare”. 
“Farò analizzare i DNA e le porterò i risultati appena saranno pronti” disse il servo. 
“Perfetto. Ora puoi andare” disse Abigail. Marlin si inchinò e si allontanò. 
Abigail andò a sedersi sul letto e iniziò a fissare il pavimento in modo nervoso. In un impeto di rabbia, Stormy aveva gettato tutte le cose di Derek. Abigail era riuscita però a recuperare lo spazzolino di quest'ultimo, ora lo aveva affidato, insieme al suo, ad un servo che avrebbe fatto analizzare i DNA contenuti all'interno per verificare se il suo e quello di Derek fossero compatibili e se lui fosse davvero suo padre. 
Non ce la faceva più, ormai sua madre e sua zia si odiavano e lei e sua madre erano sempre più in disaccordo, ma con quel test avrebbe potuto finalmente sapere la verità. 
***
Celeste era seduta accanto a sua zia intorno ad un grande tavolo rotondo. In quel momento entrò Darcy. 
“In anticipo” disse Darcy guardando la sorella. “Oggi nevicherà, ne sono più che sicura”. 
“L'umorismo è sempre stato il tuo forte sorellina” disse Stormy con un finto sorriso. 
“Così come la puntualità il tuo” disse Darcy per poi sedersi accanto a Stormy. 
“Almeno l'hai istruita bene?” chiese Darcy. 
“So quello che faccio” disse Stormy. 
“Lo spero per lei” disse Darcy. 
In quel momento entrarono gli altri partecipanti della riunione. 
“Oggi saranno presenti anche due rappresentanti della regione di Lafyon, una delle regioni più importanti del pianeta per via dei diamanti e pietre preziose varie” sussurrò Stormy a Celeste. “Tu conosci la loro lingua?”. 
“Conosco solo qualche parola” disse Celeste. 
“Sta molto attenta quando parlano e prova a capire ciò che dicono” disse Stormy. 
“Ci proverò” disse Celeste. 
Quando tutti ebbero preso posto, la riunione iniziò. A prendere la parola fu un signore piuttosto anziano dalla corporatura esile, i capelli e i baffi bianchi e ben curati. 
“Siamo qui riuniti per discutere nuovamente sul modo in cui risolvere la crisi finanziaria che da qualche tempo affligge l'intero pianeta” incominciò l'uomo. Poi disse qualcosa ai due rappresentanti di Lafyon, Celeste non riusciva minimamente a capire ciò che stesse dicendo, ma pensò che probabilmente stava traducendo loro ciò che aveva appena detto. A quel punto uno di loro si alzò in piedi. I due erano facilmente distinguibili dal resto delle persone presenti nella sala, essi infatti avevano i capelli molto chiari ed erano quasi trasparenti, caratteristica tipica degli abitanti della loro regione. 
L'uomo iniziò a parlare, nella sua lingua naturalmente. Darcy e Stormy sembravano capirlo, mentre Celeste era completamente disorientata. Anche gli altri iniziarono a parlare in quella lingua e Celeste aveva ormai rinunciato a capirci qualcosa. Ad un certo punto, un funzionario si rivolse a lei, sempre parlando in quella in lingua. Celeste lo guardò un secondo, non aveva la minima idea di cose le avesse detto e tantomeno di cosa avrebbe dovuto rispondergli. 
“Devi dire di si” le disse Stormy, mentalmente. 
“Si” disse Celeste cercando di mostrarsi sicura come le aveva detto la zia e cercando di non far intravedere il suo disorientamento. Sembrò funzionare, l'uomo annuì e ricominciò a discutere con gli altri partecipanti della riunione. 
***
La riunione era finita. Celeste era appoggiata alla parete del corridoio che si trovava fuori la sala riunioni. Stava aspettando che la zia finisse di parlare con uno dei funzionari, quando l'uomo di Lafyon che aveva parlato prima le si avvicinò e le disse qualcosa. 
Celeste lo guardò sconcertata, non sapeva minimamente cosa dire. 
“Forse se parlo così mi faccio capire meglio” disse poi l'uomo. 
Celeste lo guardò sbalordita. 
“Lei conosce la nostra lingua?” chiese Celeste sempre più sbalordita. 
“Certo che la conosco, sarebbe difficile parlare con gli abitanti delle regioni che visito. 
“Ma-ma allora perché durante la riunione ha parlato nella sua lingua?” chiese Celeste. 
“Perché sua zia me lo aveva precedentemente chiesto, voleva dimostrarle che conoscere più lingue, specialmente se si ricopre la carica di regina è molto importante” disse ancora l'uomo. “Comunque prima le avevo detto che sua zia ha concluso la sua discussione e la sta aspettando”. 
“Oh, grazie” disse Celeste allontanandosi per raggiungere Stormy. 
“Dirmi semplicemente che conoscere più lingue è importante non era abbastanza ad effetto?” le chiese non appena l'ebbe raggiunta. 
“Esattamente” rispose Stormy annuendo lievemente. 
“Zia” iniziò Celeste. “Ho notato che sei stata pensierosa per tutta la durata della riunione, c'è qualcosa che ti turba?”. 
“Pensavo a come trovare Derek, Menlok avrà sicuramente scelto un ottimo nascondiglio e non sarà facile trovarlo” disse Stormy. 
“Ora se non sbaglio dobbiamo andare in sala strategie” disse Celeste. 
“Vedo che perlomeno hai un buona memoria” disse Stormy. 
***
Celeste e Stormy entrarono nella sala strategie. Era una sala dalle pareti nere, come la maggior parte delle stanze del castello. Al centro della tavola c'era un grande tavolo rettangolare in marmo nero. Su di essa c'era una specie di plastico del castello e di tutta la foresta intorno. Su di esso c'erano delle piccole statuette rosse. Stormy si posizionò dietro di esso. 
“Le statuette rosse rappresentano i nascondigli che utilizzava Menlok quando combattevamo contro di lui insieme a tua madre” disse Stormy. 
“Credi che possa nascondersi in uno di essi?” chiese Celeste. 
“Non credo, non è così stupido. In ogni caso ho mandato una squadra a controllare” disse Stormy. 
“E non puoi provare a percepire la sua energia?” chiese Celeste. 
“Menlok avrà sicuramente creato delle barriere magiche di protezione” disse Stormy. 
“Ma considerando che quando è scappato era molto debole forse si è rifugiato in qualche suo vecchio nascondiglio per andare sul sicuro e magari è uno abbastanza vicino al castello” disse Celeste. 
“È plausibile, ma secondo te, una volta ripresosi, è rimasto lì?” chiese Stormy in modo retorico. 
Celeste abbassò lo sguardo. 
“Cosa c'è?” chiese Stormy accorgendosi dell'espressione della nipote. 
“Mi sento un po' inutile” disse Celeste. 
“Non sei inutile, anzi ho un compito importante per te” disse Stormy. 
“Cioè?” chiese Celeste. 
“Vai a farmi una bella tazza di tè” disse Stormy. 
“Vado” disse Celeste dopo aver scosso la testa. 
“Ricorda le istruzioni che ti ho dato questa mattina” disse Stormy. 
“Certo” disse Celeste uscendo. 
Celeste tornò pochi minuti dopo con una tazza fumante di tè. 
“Tieni zia” disse porgendo la tazza a Stormy. La donna era seduta dietro al tavolo e sembrava immersa nei suoi ragionamenti. Stormy prese la tazza e ne bevve un sorso. 
“C'è troppo latte” disse Stormy porgendo la tazza a Celeste. 
“Vado a farne un altro” disse Celeste prendendo la tazza e uscendo. 
Dopo qualche minuto Celeste tornò e porse la tazza di tè alla zia. 
“Adesso è troppo poco” disse Stormy riporgendole la tazza. 
Celeste annuì e, dopo aver ripreso la tazza, tornò in cucina. Pochi minuti dopo Celeste tornò nuovamente. 
“Ecco” disse Celeste. 
“Mh…” disse Stormy dopo aver assaggiato il tè. “C'è la giusta quantità di latte”. 
Celeste sospirò sollevata. 
“Ma c'è troppo zucchero” disse Stormy ridandole la tazza. 
Celeste si trattenne dal dirle qualcosa e tornò indietro. 
***
“Celeste” disse Abigail notando la cugina passare. “Cosa stai facendo? Sarà la terza volta che ti vedo passare di qui”. 
“Sto andando a fare un tè alla zia, e comunque è la quarta volta che passo, non la terza” disse Celeste. 
“Ha delle esigenze molto precise” commentò Abigail sorridendo. 
“Me ne sto accorgendo” disse Celeste. 
“Ha esigenze specifiche anche per quanto riguarda il tempo” disse Abigail. 
“Hai ragione, meglio che vada” disse Celeste dirigendosi verso la cucina. 
***
“Eccomi zia” disse Celeste entrando. Si avvicinò a Stormy e appoggiò la tazza di tè su un punto piano. Nell'altra mano aveva una piccola bianca. 
“Non hai messo il latte” disse Stormy guardando la tazza di tè. 
“Si infatti” disse Celeste. “Dimmi tu quando mi devo fermare”. 
Iniziò a versare il latte, Stormy la fermò quasi subito. Dopodiché aggiunse due cucchiai di zucchero. 
“Va bene così?” chiese Celeste. 
“Si, è perfetto” disse Stormy. Celeste sospirò sedendosi accanto a Stormy. 
“Hai qualche idea su dove cercarlo?” chiese Celeste. 
“Ci sono tantissimi posti dove potrebbe nascondersi, potrebbero volerci settimane e forse anche mesi, e io non posso permettermi di perdere tutto questo tempo” disse Stormy. 
“Temi per la sicurezza dello zio?” chiese Celeste. 
“Più tempo passa e più tempo diamo a Menlok di fargli qualcosa, e poi Derek ci teneva molto ad essere presente durante la gravidanza e non vorrei fargli perdere dei mesi interi” rispose Stormy. 
“Posso finalmente bere il mio tè” disse Stormy sorseggiando la bevanda. “Anche se avrei preferito un caffè”. 
Celeste si mise una mano sulla fronte. 
“Tranquilla” disse Stormy ridendo. “Non posso bere caffè”. 
“Potresti sempre berlo decaffeinato” considerò Celeste. 
“Non avrebbe senso berlo” disse Stormy. “Bene, la pausa è finita”. 
“Ti concedi sempre pause così lunghe?” chiese Celeste ironicamente. 
“Si ogni giorno. Ora però devi aiutarmi, entro oggi pomeriggio devo consegnare i famosi moduli che tua zia mi ha dato ieri e devo finire di compilarli, o meglio noi lo faremo” disse Stormy. 
“Immagino di dover andare a prenderli” disse Celeste. 
“Impari in fretta” disse Stormy indicando la porta. “Sono in archivio, sbrigati”. 
***
Celeste rientrò nella sala con dei dossier contenenti vari documenti. 
“Ho cambiato idea, è meglio se lo facciamo dopo pranzo” disse Stormy alzandosi e uscendo dalla sala. Celeste dovette tornare in archivio per rimettere i dossier al loro posto. Una volta uscita si diresse verso lo studio, dove sapeva che l'avrebbe trovata. 
“Eccomi zia” disse Celeste entrando. All'interno della sala era presente anche Darcy, ma lei e la sorella erano sedute molto distanti l'una dall'altra. Era strano vedere che, nonostante fossero adulte ormai, avevano a volte dei comportamenti infantili, anche se in questo tra le due avrebbe sempre primeggiato Stormy. 
“Celeste, andresti a prendermi dei fogli intestati? Dobbiamo rispondere alle lettere che ci hanno mandato” disse Stormy. 
“Vado” disse Celeste. 
Tornò dopo qualche minuto e posò i fogli sulla scrivania. 
“Siediti qui” disse Stormy indicandole la sedia che aveva accanto. 
Celeste andò a sedersi. 
“Allora, dobbiamo rispondere alle lettere che ci sono state inviate. Io ne scrivo una, tu copierai ciò che ho scritto sugli altri fogli” disse Stormy. 
“Scrivi una sola lettera identica come risposta per tutte le lettere?” chiese Celeste. 
“Si, infondo le lettere che riceviamo contengono tutte delle richieste e noi diamo una risposta generica, anche perché sarebbe inverosimile pensare di rispondere singolarmente a tutte le lettere che ci vengono mandate” disse Stormy. 
“E tu nel frattempo cosa farai?” chiese Celeste. 
“Ozierà” disse Darcy. 
“Lo vedi! È lei che mi provoca!” disse Stormy a Celeste. 
“Non esprimo pareri” disse Celeste alzando le mani. 
“Inizia ora, altrimenti non riusciremo a fare tutto” disse Stormy. 
“Questo si chiama sfruttamento minorile, Stormy” disse Darcy. 
“La faccio fuori!” disse Stormy allungandosi verso Darcy, Celeste riuscì a fermarla. 
“Insomma, siete due persone adulte, comportatevi da tali” disse Celeste. 
“Hai ragione” disse Stormy. “Su, sbrighiamoci, dopo ci sarà il tuo allenamento e poi quello di Abigail” disse Stormy. 
“Già, me ne ero dimenticata” disse Celeste. 
“Almeno durante l'allenamento di Abigail avrai un'ora di pausa” disse Stormy. 
“Tu non fai una pausa?” chiese Celeste continuando a scrivere. 
“L'ora di pranzo è la mia pausa” disse Stormy. 
“Non credo che ti faccia bene” disse Celeste. 
“Faccio questo da prima che tu nascessi” disse Stormy. 
“Si ma ora è diverso” disse Celeste. 
“Seguirò il tuo consiglio” disse Stormy. “È strano, in teoria dovrei essere io a darti consigli”. 
“Sarà una cosa reciproca” disse Celeste. 
Darcy si alzò ed uscì dalla stanza. 
“Gatta morta” disse Stormy una volta che fu uscita imbronciandosi. 
Celeste non riuscì a trattenere qualche risata. 
Passarono alcuni minuti, passati in rigoroso silenzio. 
“Di' qualcosa” disse ad un certo punto Stormy. 
“Non ti rilassa questo silenzio?” chiese Celeste. 
“Si, ma mi annoio” disse Stormy. 
“Va bene” disse Celeste. “In effetti c'è una cosa che volevo chiederti”. 
“Cosa?” chiese Celeste. 
“Che rapporto hai con Abigail adesso? Insomma ora che…hai capito” chiese Celeste. 
“Beh” iniziò Stormy. “Non credo sia cambiato qualcosa, insomma non è certo colpa sua, anzi probabilmente è lei stessa una vittima”.  
“Non credo di avere altre domande o cose da dire” disse Celeste. 
***
Finalmente la giornata finì. Celeste era davvero esausta, si chiedeva come diamine facessero le sue zie a farlo ogni giorno da più di quattordici anni. 
Era in posizione sdraiata sul letto e fissava il soffitto. 
Stormy entrò nella stanza. 
“Come è andata?” chiese Stormy. 
“Bene” disse Celeste. “Ma sono distrutta”. 
“È normale” disse Stormy. “Sono sicura che sarai sempre più brava”. 
“Grazie” disse Celeste. 
“Ti conviene andare a dormire se domani vuoi rimanere in vita” disse Stormy. 
“È il miglior consiglio di oggi” disse Celeste. 




Ciao a tuttiiiiiiiiii! Come ve la passate? Io sono sopravvissuta al primo mese di scuola (Halloween arriva ti prego), di conseguenza non me la passo troppo bene. Circa un mese fa, quando ho postato lo scorso capitolo, avevo detto ad alta voce (quando ero a casa da sola ovviamente) “Il prossimo capitolo lo posto tra due settimane”. I miei professori e il modem sono scoppiati a ridere. Il capitolo l'avevo finito ieri, solo che era tardi ed ero stanca. Comunque spero che il capitolo vi sia piaciuto e scusate eventuali errori, nonostante io cerchi di controllare bene, me ne sfugge sempre qualcuno. Comunque, come promesso, ecco a voi Celeste! 
(Il motivo di quella specie di protuberanza su cui Celeste appoggia il piede? Semplicemente non riuscivo a farle le gambe uguali e in quella posizione era più semplice). 
Spero vi piaccia e a presto! 
Icydarcystormy

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


Menlok camminava avanti e indietro per il nervosismo. 
“Come diavolo hai fatto a farti scappare un particolare del genere?!” chiese Menlok, visibilmente irato, indicando la spalla nuda del clone. 
“Io ho preso le sue sembianze e mi sono trasformato in base a ciò che vedevo, non potevo immaginare che avesse una voglia!” disse il clone per difendersi. 
“Questo non ti giustifica!” disse Menlok. “E inoltre sono anni che combatti con me, capisco che questo tempo passato in modo inattivo possa averti indebolito, ma quella era una ragazzina! Come diamine hai fatto a farti battere da lei?!”. 
“Non mi ha battuto! Mi sono dovuto ritirare perché tu mi avevi detto di farlo per impedirle di notare la mia spalla, altrimenti l'avrei sconfitta senza problemi” disse l'alleato di Menlok. 
“Quelle due ragazzine ci sono sempre più d'intralcio, dobbiamo eliminarle” disse Menlok. 
“E come facciamo? Dopo ciò che è successo Darcy e Stormy non le perderanno di vista un istante!”. 
“Ci basterà renderle inoffensive per un po', giusto il tempo di far fuori le ragazzine” disse Menlok. 
“Ma a questo punto non potremmo eliminare anche le Trix?” chiese il clone. 
“No, non possiamo. Il mio piano è molto semplice: di notte le Trix hanno fatto piazzare delle guardie, due davanti le loro camere e tre davanti le camere delle ragazze. Io farò un incantesimo che farà addormentare le guardie, di un sonno molto molto profondo, posso fare in modo che il castello sia isolato dalla magia. E qui viene il problema: le Trix sono troppo potenti, non riuscirei a togliere loro i poteri, se non per uno o due secondi, e per lo stesso motivo non posso far prendere loro un sonno profondo come quello delle guardie,  dunque renderò insonorizzate le loro camere e le sigillerò. Con tutti questi incantesimi da fare e da mantenere non posso andare certo io ad occuparmi delle due pargole. Ci penserai tu” disse Menlok per poi indicare il suo alleato. “Vedi di non deludermi questa volta”. 
“Sarà una notte spassosa” rispose il clone divertito. 
***
Era quasi sera su Obsidia. Celeste era in volo, appena fuori dal castello. Il cielo aveva iniziato a scurirsi, la luna era ormai ben visibile e alcune stelle erano già visibili.  
Zeus era appoggiato sulla testa della ragazza e cercava di mantenere l'equilibrio, ma continuava a barcollare. 
Celeste aveva in mano un foglio. Su di esso erano raffigurate dieci lune; ognuna di essa rappresentava uno stadio diverso di un'eclissi lunare. La ragazza alzò il foglio e lo mise in corrispondenza della luna. Sembrava essere al primo stadio. A causa dello spostamento, Zeus perse l'equilibrio, ma riuscì ad aggrapparsi ad una ciocca di capelli della sua padrona. Zeus perse la presa, ma Celeste lo afferrò appena in tempo. 
“Meglio risparmiare le tue vite” disse Celeste facendogli dei grattini sotto il muso. 
“Abbiamo finito qui, possiamo andare” disse Celeste per poi posarsi sul terreno ed entrare nel castello. 
***
“Fatto Celeste?” chiese Stormy. 
“Si, è entrata completamente nel primo stadio” disse Celeste. 
“Bene” disse Stormy prendendo il foglio e leggendo alcuni dati scritti da Celeste al di sotto delle immagini delle lune. “Secondo i miei calcoli l'eclissi dovrebbe essere completa verso la fine di settembre, ma è troppo presto per stabilirlo con esattezza”. 
“C'è qualcos'altro che posso fare?” chiese Celeste. 
“Al momento no” disse Stormy. 
“Quindi posso…”. 
“No, qualunque cosa tu voglia fare non puoi. Visto che hai questo tempo libero puoi approfittarne per studiare un po' le lingue” disse Stormy facendo apparire due libri e porgendoli a Celeste. I libri non erano affatto piccoli, tutt’altro, per questo motivo Celeste li guardò impaurita all'idea di dover studiare su di essi. 
“Tra un'ora sarai libera di fare quello che vuoi” disse Stormy. 
“Grazie” disse Celeste sedendosi accanto alla zia per poi iniziare a sfogliare i libri annoiatamente. 
“A questo punto sono curiosa, cosa avevi intenzione di fare?” chiese Stormy. 
Celeste arrossì un po' ed abbassò lo sguardo. 
“Volevi andare dal tuo principe azzurro?” chiese Stormy. 
“In effetti…” disse Celeste mettendosi una mano dietro la testa. 
“Mi spiace, ma dovrai farlo aspettare ancora un'oretta” disse Stormy. “Ti permetto di andare, ma cerca di non fare tardi questa volta”. 
“Grazie, ti prometto che sarò puntualissima” disse Celeste. 
“Giusto per togliermi una curiosità, da quanto tempo conosci Liam?” chiese Stormy. 
“Da una decina di anni” disse Celeste. 
“Deve essere stata un'amicizia molto forte se è resistita tutti questi anni” disse Stormy. 
“Fino a non molto tempo fa era l'unica persona su cui potessi far affidamento, è sempre stato bravissimo a tirarmi su di morale” disse Celeste. 
“Ne sono felice, e sicuramente se è rimasto al tuo fianco per dieci anni ed è così comprensivo sono sicura che saprà aspettare un'altra ora” disse Stormy. “Studia ora”. 
Celeste abbassò lo sguardo e cominciò a fare ciò che le aveva detto la zia. 
***
“Liam!” disse Celeste uscendo dal castello. 
“Cely, sapevo che le ragazze si fanno sempre un po' attendere, ma non immaginavo un'ora” disse Liam. 
“Lo so, scusa, ma sono stata costretta a rimanere con mia zia un'altra ora “ disse Celeste. 
“Non preoccuparti, capisco” disse Liam sorridendo. “Ora però è troppo buio per andare nella foresta, iniziano a girare animali pericolosi a quest'ora” disse Liam. 
“Beh, allora rimaniamo un po' qui a parlare” disse Celeste per poi andarsi a sedere insieme a Liam sotto un albero presente nel cortile del castello. 
“Quanti ricordi sotto quest'albero” disse Liam. 
“Era il mio albero preferito” disse Celeste. 
“Da piccola venivi sempre qui, quando eri triste, quando cercavi un po' di compagnia o quando ti nascondevi dalle tue zie” disse Liam. “Quando venivo al castello e non ti trovavo sapevo che ti avrei trovata a qui”. 
“Sai Liam, credo che ormai tu sia diventato l'unico punto fisso per me” disse Celeste. 
“Si, lo so” disse Liam. Celeste si girò verso di lui e lo guardò stupita. 
“Avresti dovuto dire qualcosa di carino tipo ci sarò sempre o potrai sempre contare su di me” disse Celeste. 
“Sono stato sincero” disse Liam mettendosi le mani davanti. 
“E anche modesto direi” disse Celeste. 
“Sai, temevo che il nostro rapporto si rovinasse e che avremmo smesso di beccarci a vicenda, come sai è la cosa che preferisco fare. Sono felice che non sia successo” disse Liam. 
Celeste appoggiò la testa sulla spalla di Liam. 
“Quanto tempo puoi rimanere?” chiese Liam. 
“Un'oretta, poi devo rientrare. Ho già fatto ritardo la scorsa volta, non posso farlo di nuovo” disse Celeste. 
“È un po' poco però” disse Liam mettendosi una mano sul mento. Dopo qualche istante fece un sorriso furbo, poi si avvicinò a Celeste e le disse qualcosa all'orecchio. 
***
Era ormai notte su Obsidia. Abigail però era ancora sveglia. Adorava rimanere sdraiata nel letto a contemplare l'oscurità della notte. Quando era piccola lo faceva per cercare di assomigliare alla sua mamma, ma col tempo ci aveva preso gusto. A volte ci parlava, l'oscurità non poteva risponderle, ma sapeva ascoltare, e infondo era quella la cosa che Abigail cercava nell'oscurità: un rifugio, un modo per nascondersi dalle varie pressioni a cui era esposta. La sua poteva sembrare una vita facile ma l'apparenza e il suo ironizzare su tutto traevano in inganno. Darcy faceva pressioni sulla figlia, sin da quando era piccola: doveva essere la migliore, doveva essere perfetta, sempre, ovviamente, rispettando i canoni imposti da sua madre. Doveva essere come lei, esattamente come lei. Quest'ultima era la cosa che portava Abigail ad arrabbiarsi spesso con sua madre, per qualunque cosa. Quando litigava con sua madre era spesso un po' acida senza neanche, a volte, rendersene conto. Nonostante amasse sua madre con tutta la sua anima, aveva sempre conservato un po' di rancore nei suoi confronti. In fondo, non si può amare una persona senza odiarla almeno un po'. Immersa in questi pensieri e cullata dalla sua dolce oscurità stava quasi per addormentarsi, ma un improvviso rumore la riportò alla realtà. 
Si alzò dal letto e si diresse verso la porta per capire cosa fosse successo. Aprì la porta. Si aspettava di trovare delle guardie, ma stranamente non le vide. Decisa ad indagare, uscì dalla stanza ma, appena oltrepassata la porta, inciampò in qualcosa e cadde. Si rialzò e, giratasi indietro, vide che per terra c'era il corpo di una guardia. Si guardò intorno; anche le altre due guardie erano stese per terra. La ragazza si chinò ed iniziò a scuotere la guardia. Niente. Però non sembrava morto, sembrava piuttosto addormentato, per questo motivo Abigail provò più volte a svegliare la guardia, senza però riuscirci. Si avvicinò alle altre due guardie, anche loro sembravano essere nelle stesse condizioni dell'altra. Era sicuramente successo qualcosa e lei doveva capire cosa. Si diresse verso le scale. Era buio, ma gli occhi di Abigail, a furia di passare notti sveglia, si abituavano velocemente al buio. Scese al piano di sotto, dov'era ubicata la camera di Celeste. Una volta arrivata, vide che anche le guardie di quel piano erano stese sul pavimento. Si diresse subito verso la camera di Celeste ed entrò. All'interno della camera erano presenti Celeste e Liam, seduti sul letto a parlare. Appena Abigail entrò sia Celeste che Liam si girarono verso di lei. 
“Ma che state facendo, pervertiti?!” chiese Abigail dopo un attimo di smarrimento. 
“Nulla di quel che credi, stavamo solo parlando” disse Celeste mettendosi le mani davanti. “E poi ti sembra questo il modo di entrare? Avresti potuto anche bussare”. 
Celeste si avvicinò a Liam e gli sussurrò all'orecchio:
“Forse è meglio se vai”. 
“Già forse hai ragione” disse Liam per poi alzarsi in volo ed uscire dalla finestra. 
“Celeste sta succedendo qualcosa” disse Abigail. “Le guardie sembrano essere tutte svenute o qualcosa del genere, non è normale”. Celeste si alzò e uscì dalla camere insieme ad Abigail. Vide che effettivamente le guardie erano tutte stese per terra. 
“Forse è meglio se chiediamo aiuto alla zia e a tua madre” disse Celeste. 
“Si, ma vai tu da mia madre” disse Abigail incrociando le braccia.
“Che bambina che sei” disse Celeste scuotendo la testa. “Andrò io da tua madre, contenta?”. 
“Si, ora si” disse Abigail. “Sbrighiamoci ora”. 
Le due ragazze si diressero verso le camere delle due Trix, Celeste verso quella di Darcy mentre Abigail verso quella di Stormy. 
Celeste arrivò davanti la camera di Darcy. Come immaginava, anche lì le guardie erano svenute. La faccenda si faceva sempre più inquietante. Dopo aver sorpassato i carpi delle guardie, bussò alla camera della zia. Aspettò qualche istante, ma nessuno andò ad aprirle. Provò più volte, ma niente. Provò anche a bussare con più forza ed a chiamare la zia ma niente. Iniziava davvero ad essere spaventata. Decise di raggiungere Abigail, forse lei aveva avuto fortuna. Si diresse a passo spedito verso le scale e iniziò a scenderle. Ad un certo punto, però, iniziò a sentire dei passi provenire dal piano da cui stava scendendo. Pensò che fosse sua Darcy, così si girò e risalì le scale. Quando fu arrivata all'ultimo gradino, però, vide una figura maschile. Non poteva essere sua zia Darcy. Guardò in basso, non poteva essere neanche una guardia, infatti entrambe erano ancora stese sul pavimento. L'uomo sembrò accorgersi di una presenza, infatti iniziò a guardarsi intorno. Celeste scese silenziosamente qualche gradino, in modo da essere ancora in grado di vederlo, e si nascose nella penombra. La figura iniziò a fissare il punto in cui si trovava Celeste. La ragazza sudò freddo. Avrebbe voluto scappare ma in quel momento era paralizzata. Trattenne anche il respiro per non fare il minimo rumore. La figura si girò e si allontanò dal verso opposto. Appena fu abbastanza lontano, Celeste iniziò a correre verso il piano inferiore, doveva trovare Abigail. Appena fu scesa vide Abigail che le correva incontro. 
“Celeste!” disse Abigail. “Ho bussato più volte ma la zia non risponde! Ho provato anche ad entrare e ad urlare ma la porta era sigillata e…e…”. 
“Calmati Abigail!” disse Celeste posando con decisione le mani sulle spalle della cugina. 
“Dov'è mia madre ora?” chiese Abigail. 
“Non lo so” disse Celeste. “Ascolta Abigail, c'era qualcuno di sopra e di sicuro non era né tua madre né una guardia. Sta succedendo qualcosa qui”. 
Abigail stava per dire qualcosa, ma si iniziarono a sentire dei passi provenienti dalla rampa di scale. 
Abigail e Celeste si guardarono per qualche istante. I passi si facevano sempre più vicini, probabilmente era di nuovo l'uomo che aveva visto Celeste. 
“Dobbiamo andare via” sussurrò Celeste dopo i primi secondi di stupore. 
“Andiamo di là” disse Abigail indicando un corridoio. La ragazze corsero verso il corridoio indicato da Abigail. Corsero fino ad arrivare davanti ad un vicolo cieco. 
“Cosa facciamo ora?” chiese Celeste. 
“C'è un passaggio segreto” disse Abigail. Fece qualche passo indietro, poi prese la rincorsa ed oltrepassò il muro. “Vieni, non sbatterai contro il muro”. 
Celeste esitò un po' ma, sentendo i passi farsi più vicini, prese coraggio ed oltrepassò la parete. 
“Non sapevo dell'esistenza di questi condotti” disse Celeste. 
“Quando ero piccola e giocavo con la zia a nascondino venivo sempre qui a nascondermi” disse Abigail. 
“Non giocavi mai con tua madre?” chiese Celeste. 
“Si, ma non molto spesso. Ha sempre ricoperto il suo ruolo di regina con grande zelo e non aveva molto tempo da passere con me” disse Abigail. “Però devo dire che era una grande giocatrice di dama. Ora però non è il momento di pensare a questo. Hai idea di chi possa essere quel tipo?”. 
“Tiro a indovinare?” chiese retoricamente Celeste. 
“Credi che sia Menlok?” chiese Abigail. 
“Non lo so” disse Celeste. “Ma sarebbe più che plausibile”. 
Le due ragazze arrivarono davanti ad una porta. Essa era molto imponente, alta quasi il doppio deple ragazze. Sembrava essere abbastanza vecchia, il legno, color mogano scuro, era infatti rovinato. Sulla porta era presente un'enorme maniglia, che si trovava all'altezza della testa delle ragazze. 
“Ci basterà usare un po' di magia e si aprirà” disse Abigail. Allungò la mano verso la maniglia, ma non successe nulla. La ragazza provò ancora ma ebbe lo stesso esito. 
“Cosa succede?” chiese Celeste. 
“Non riesco ad usare i poteri” disse Abigail. 
“Ci provo io” disse Celeste avvicinandosi alla porta. Fece la stessa cosa di Abigail, ma anche lei ebbe un esito negativo. “Qui la faccenda si sta facendo sempre più strana”. 
“Non ci rimane che aprirla manualmente” disse Abigail sospirando. 
Celeste afferrò la maniglia della porta e iniziò a tirare, ma essa non sembrava muoversi. Abigail si mise dietro Celeste ed iniziò a tirarla verso di se, mentre Celeste cercava di tirare la maniglia con più forza. 
“Se era possibile aprirla manualmente, perché hai cercato di farlo con la magia?” chiese Celeste con una voce un po' diversa a causa dello sforzo che stava facendo. 
“Perché, come avrai notato, la porta è un tantino pesante da aprire” disse Abigail, mentre la porta iniziava pian piano ad aprirsi. Quando fu abbastanza aperta da far passere una persona, le ragazze si fermarono ed entrarono una alla volta. Al di là della porta, c'era un intreccio di corridoi, che servivano probabilmente per arrivare nelle stanze principali del castello. 
“E ora? Stiamo qui finché il nostro amico non decide di andarsene?” chiese Abigail. 
“Assolutamente no” rispose Celeste. “Quell'uomo potrebbe aver fatto del male a tua madre e alla zia Stormy, e poi potrebbe anche trovarci, dobbiamo elaborare un piano”. 
“Ci serve qualcosa con cui difenderci ora che non possiamo usare i poteri” disse Abigail. 
.”Ci servirebbe un'arma” disse Celeste mettendosi una mano sul mento. “Potremmo arrivare al ripostiglio delle guardie, lì troveremo sicuramente qualcosa”. 
“Si, ma nessuno di questi passaggi porta lì. Dobbiamo pensare a qualcos'altro” disse Abigail. 
Le due ragazze rifletterono per qualche istante, quando Abigail sgranò gli occhi. 
“Ma certo!” urlò la ragazza. “La Folgore! L'arma della zia Stormy”. 
“La zia Stormy ha un'arma?” chiese Celeste.
“Si, la creò anni fa con una parte del suo potere. Però serve solo in caso di emergenza” disse Abigail. 
“E tu questa come la chiami?!” chiese Celeste. 
“Emergenza. Era solo per specificare” disse Abigail mettendosi una mano dietro la testa. 
“Beh, allora andiamo” disse Celeste. 
Abigail si alzò e si incamminò per uno dei passaggi, seguita da Celeste. Dopo aver camminato per qualche minuto in perfetto silenzio, si fermarono davanti ad una porta, una delle tante porte a cui conduceva quel passaggio. 
“È questa” disse Abigail. “Questa è molto più facile da aprire”. La ragazza si avvicinò alla porta e la aprì con facilità. Al di fuori della porta, era presente un muro. 
“Dobbiamo attraversarlo come l'altro, vero?” chiese Celeste. 
“Esatto” rispose Abigail. Poi, insieme a Celeste, attraversò il muro. Le ragazze si guardarono intorno. Non c'era nessuno. Davanti a loro c'era un'altra porta. 
“In quella stanza è custodita la Folgore” disse Abigail indicando la porta. La ragazza aprì la porta. La stanza era molto grande. La distanza tra l'entrata e la parete opposta era di una quindicina di metri e la larghezza della stanza era di tre metri. In fondo alla stanza era presente un teca di vetro contenente la Folgore. Essa aveva la forma di un fulmine, era lunga mezzo metro ed era color magenta. Ogni tanto si vedevano delle piccole scosse di elettricità fuoriuscire da essa. Non era difficile capire che cosa facesse l'arma. 
“Ci sono ancora tante stanze del castello che devo vedere e cose su di voi che devo scoprire” constatò Celeste. 
“È plausibile che tu non conosca la Folgore, la zia la usava molto raramente, anche se veniva qui ogni giorno per controllarla. Ora però preferisce non entrare, se non in caso di emergenza” disse Abigail. 
“Perché?” chiese Celeste. 
Abigail corse dentro la stanza. Delle frecce iniziarono a partire dalle pareti, Abigail le evitò tutte. Ad un certo punto le frecce finirono, ma improvvisamente si formarono due fasce di fuoco davanti la ragazza. Abigail, prontamente, saltò e passò tra le due fasce. Quando era quasi arrivata davanti la teca, quattro lance, lanciate ad altezze diverse, vennero lanciate dalle pareti. Abigail saltò e si abbassò in base all'altezza di ogni lancia. A quel punto si trovò davanti la teca di vetro. 
“Ti basta come risposta?” chiese Abigail girandosi verso Celeste. Poi si girò verso la Folgore. Accanto alla teca c'era un bauletto. Abigail lo aprì; al suo interno c'erano dei guanti blu ricoperti da dei filamenti color verde elettrico. Ne prese due e li mise, poi aprì la teca e prese in mano la Folgore. Tornò indietro, i congegni erano in grado di capire quando una persona entrava o usciva, e nel secondo caso non si azionavano. 
“Metti questi guanti” disse Abigail dando a Celeste due guanti identici ai suoi. Celeste li mise. 
“Servono per tenere in mano la Folgore?” chiese Celeste. 
“Esatto” rispose Abigail. “Altrimenti rimarresti folgorata, da qui appunto il nome folgore”. 
“Ora dobbiamo andare a cercarlo” disse Celeste. 
“Non dovremmo prima cercare di entrare nelle camere di mia madre e della zia? Con la Folgore potremmo provare a sfondare la porta con un fulmine” disse Abigail. 
“Potrebbe aver fatto loro del male e il rumore che faremmo sfondando la porta lo farebbe subito venire verso di noi” disse Celeste. 
“E allora cosa facciamo?” chiese Abigail. 
“Una di noi due deve provare ad entrare nelle camere di tua madre e della zia cercando di fare meno rumore possibile, l'altra invece girerà per il castello facendo rumore in modo da attirare il nostro ospite” disse Celeste. 
“Mi sembra troppo pericoloso” disse Abigail incrociando le braccia. 
“Ok, allora illustrami il tuo piano geniale e privo di ogni rischio” disse Celeste. 
“Dico solo che è pericoloso” disse Abigail. 
“Ma non abbiamo altra scelta, io lo distraggo, tu va a sfondare qualche porta” disse Celeste. 
“Ma…” Abigail si girò, Celeste stava correndo dal verso opposto. “I film e i libri horror insegnano che non bisogna mai separarsi!”. 
“Non siamo in un film!” urlò Celeste anche se ormai era sparita dalla visuale di Abigail. La ragazza non poté far altro che fare come le aveva detto Celeste. Si girò e si diresse verso la camera della madre. 
Si guardava intorno sospettosa, si bloccava ad ogni minimo rumore e aspettava qualche istante prima di ricominciare a camminare. Andò avanti così finché non arrivò davanti la camere di sua madre. Puntò la Folgore contro la porta. Appoggiò una mano alla maniglia e lanciò un fulmine sulla porta. La porte si mosse un po', ma non cadde. 
“Mamma” disse Abigail sperando la madre stesse dormendo all'interno della stanza e che il colpo l'avesse fatta svegliare. Non successe nulla. Allora lanciò un nuovo fulmine. La porta si aprì e, fortunatamente, non si staccò dai cardini. Abigail vide sua madre nel letto che dormiva. 
“Mamma!” disse subito la ragazza provando ad entrare. Però non ci riuscì, infatti c'era una specie di barriera che le impediva di oltrepassare la porta. “Mamma!” provò ancora. Ma Darcy non sembrava sentirla. La ragazza decise allora di provare con sua zia Stormy. Prima di andare, però, chiuse la porta, per evitare che lui potesse vederla.  
***
Celeste camminava per il castello. Ad un certo punto sentì un rumore di passi. Non poteva essere Abigail, le camere delle sue zie erano da tutt'altra parte. Si allontanò rapidamente, poi fece un urlo. Sentì il rumore dei passi cessare per un istante. Poi lo sentì ricominciare, questa volta i passi erano più veloci e si stavano avvicinando. Allora Celeste riprese a correre e svoltò per un corridoio. Si fermò un attimo, anche il suo inseguitore si era fermato. Si allontanò un altro po', poi fece qualche altro urlo e ricominciò a correre. Se non fosse stata avvolta dall'ansia si sarebbe divertita. 
***
Abigail arrivò davanti la camera di Stormy. Lanciò due fulmini sulla porta, che si aprì. Guardò all'interno e vide con suo stupore che Stormy non era lì. Richiuse subito la porta. Doveva avvisare Celeste. 
***
Celeste stava passando davanti la porta della cantina… urlando. Improvvisamente qualcuno la aprì di scatto. 
“Celeste!” disse Stormy. 
“Zia!” disse Celeste, che per poco non cadde. “Mi hai fatto prendere un colpo!”. 
“Diciamo che se nel pieno delle notte una persona passa urlando il cuore non ne rimane proprio illeso!” disse Stormy. 
“Sono felice di averti trovata zia!” disse Celeste. “Abigail ti stava cercando. Ha sfondato la porta della tua camera con la Folg…”. 
“HA SFONDATO LA PORTA DELLA MIA CAMERA?!” urlò Stormy. 
“Non urlare” disse Celeste. “Si, ma lo ha fatto perché avevamo bisogno di te”. 
“Perché avevate bisogno di me? E poi perché ha sfondato la porta? Aprirla era troppo normale?” chiese Stormy. 
In quel momento la ragazza si ricordò dell'uomo che la stava inseguendo. Si iniziarono di nuovo a sentire dei passi. 
“Sta arrivando” sussurrò Celeste. 
“Chi è là?” chiese Stormy facendosi avanti. 
Appena Stormy parlò, il rumore di passi cessò. 
Stormy si avviò verso il punto dal quale provenivano i passi, ma si fermò tenendosi la testa. 
“Tutto bene zia?” chiese Celeste appoggiandole le mani sugli avanbracci. Stormy le bloccò un polso. 
“Questi guanti…” disse Stormy. “Non avrete per caso preso la Folgore?”. 
“Beh, si…” disse Celeste mettendosi la mano libera dietro la testa. “Ma dovevamo trovare un modo per difenderci, non riuscivamo a svegliarvi… o meglio a svegliare la zia Darcy e neanche ad entrare nelle vostre camere, abbiamo trovato tutte le guardie svenute e poi c'è questo tizio che gira per il castello e non riusciamo ad usare i nostri poteri”. 
“Dov'è Abigail?” chiese Stormy. 
“Mi ha contattata telepaticamente poco tempo fa, non è riuscita ad entrare nella camera della madre poiché sembrava esserci una barriera, e non ti ha trovata nella camera. Ora è andata a cercarti… temo che possa incontrare il nostro ospite. Insomma, ha la Folgore, però…” disse Celeste. 
“Dobbiamo trovarla subito” disse Stormy. 
***
Abigail stava camminando, insicura, per i corridoi del castello, sperando di trovare sua zia Stormy. Improvvisamente si sentì di nuovo un rumore di passi. Abigail si girò e decise di andare dalla parte opposta; non aveva la minima intenzione di far conoscenza del suo amico. 
“Ehi, bambolina, dove vai?” chiese qualcuno alle sue spalle. 
La ragazza si girò. Era il clone di Derek. 
“Cosa vuoi ancora?” chiese Abigail esasperata. 
“Voglio te” disse il clone sorridendo malignamente per poi lanciarle un attacco. 
La ragazza riuscì a schivarlo e a contrattaccare grazie alla Folgore. Il clone riuscì a schivare il colpo con facilità e contrattaccò subito. Abigail non riuscì a schivarlo e venne colpita. Cadendo perse la presa della Folgore, che cadde a terra. Il clone la afferrò con velocità, ma, sentendo l'elettricità attraversargli il braccio, la lasciò subito. Si fece un incantesimo; il suo corpo venne avvolto da un'aurea verde. Poi si abbassò e prese in mano la Folgore. Questa volta non successe nulla. 
“Sei spacciata” disse puntando l'arma contro la ragazza. 
“Folgore!”. 
L'arma si staccò dalla mano dell'uomo ed andò verso il lato opposto. L'uomo si girò. 
“La prossima ci penserai due volte prima di introdurti nel mio castello” disse Stormy. 
Il clone, appena vista Stormy, sparì. 
“Stai bene Abi?” chiese Stormy. 
“Si, credo” disse Abigail alzandosi a fatica. 
“Come mai ti trovavi in cantina?” chiese Celeste. 
“Mi sono ricordata che lì c'era un libro che puó esserci molto utile nel trovare Menlok” disse Stormy. 
“E l'hai trovato?” chiese Abigail. 
“Si, ma ve ne parlerò domani, ho passato tutta la notte sveglia e ora sono stanca” disse Stormy. 
“In effetti anche io” disse Abigail. 
“E tu perché hai preso la mia Folgore? Ti avevo esplicitamente proibito di prenderla dato che è tanto tempo che n la controllo” disse Stormy.
“Scusa zia, ma era necessario…” disse Abigail. 
“E va bene” disse Stormy sospirando. “Ora andiamo a dormire”. 
“Ehm, temo la porta della tua camera si sia un pochino danneggiata…” disse Abigail sorridendo timidamente. Stormy alzò un sopracciglio per il nervosismo. 
“Si, lo so” disse poi con tono calmo per poi avviarsi verso la sua camera. 




Avete presente quel momento in cui programmate di aggiornare in una data specifica, con tanto di capitolo a tema, ma poi con internet in coma farmacologico e una madre che manda te in coma farmacologico vi trovate ad aggiornare ben due giorni dopo? Io si. Ogni riferimento a persone o fatto accaduti nella realtà è puramente casuale. Questo capitolo era un po' ispirato ad Halloween (per la paura che provano Abigail e Celeste, ma poi, passato Halloween, il tema è andato scemandosi). Bene, vi do un caloroso abbraccio (non so quanto caloroso dato che sto morendo di freddo). A presto. 
Icydarcystormy
 

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Capitolo 28
*** Capitolo 28 ***


Stormy e Celeste erano nella sala riunioni aspettando il restante dei partecipanti alla riunione che si sarebbe svolta. 
“Quindi questo libro? Quando ce ne parlerai?” chiese Celeste. 
“Appena la riunione sarà finita” disse Stormy. 
“Ma sei sicura che potrà aiutarci?” chiese Celeste. 
“Ve ne parlerò per bene dopo, ora ti conviene prepararti” disse Stormy. “Oggi affronterai la riunione in un ruolo un po' diverso”. 
“In che senso in un ruolo diverso?” chiese Celeste. 
“Lo vedrai” disse Stormy sorridendo. 
Abigail entrò nella stanza con un cornetto in mano. 
“Buongiorno famiglia” disse Abigail avvicinandosi alle due streghe. 
“Come fai ad essere allegra di prima mattina?” chiese Celeste guardandola sconcertata. 
“Di solito non lo sono, ma oggi mi sono svegliata di buon umore” disse Abigail. 
“O magari è quel cornetto che ti elettrizza tanto” disse Stormy. 
“Questo è per te” disse Abigail porgendo il cornetto alla zia.
“Che dolce che sei, tesoro” disse Stormy prendendo il cornetto in mano. “Ovviamente il fatto che tu ieri mi abbia quasi incenerito la porta e rubato la Folgore non c'entra nulla con questo tuo gesto, vero?”. 
“Credi davvero che farei una cosa carina per la mia zia preferita solo per farmi perdonare qualcosa?” chiese Abigail posandosi una mano sul petto. 
“Si” disse Stormy con naturalezza. 
“E va bene, ma almeno ci ho provato” disse Abigail. “E comunque la Folgore mi serviva per difendermi”. 
“Tesoro, sono mesi che non la controllo, quell'arma è composta da elettricità, basta una lieve alterazione per farla esplodere, è per questo che va controllata periodicamente. Sarebbe potuta esploderti in mano e ci saresti rimasta secca” disse Stormy. 
“Che avrei dovuto fare? Restare lì e aspettare di essere attaccata?” chiese Abigail. 
“Anche solo tenere la Folgore in mano era pericoloso almeno quanto restare disarmata, inoltre aggiungendo che sapevi che mi sarei infuriata diventa più pericoloso” disse Stormy. 
“In quel momento non sapevo neanche se tu fossi… ecco…” disse Abigail abbassando lo sguardo. 
“Oh, piccola” disse Stormy abbracciandola. “E va bene, per questa volta non ti incenerisco”. 
“Non lo faresti mai” disse Abigail.
“Tu non ci contare troppo” disse Stormy. “E in ogni caso, riparerai tu la porta della mia camera”. 
“Ok” disse Abigail. 
“Senza magia ovviamente” disse Stormy.
“Cosa?!” chiese Abigail. “Andiamo, cosa ne so di come si fa a riparare una porta?”.
“Queste sono cose che non mi riguardano” disse Stormy. Abigail abbassò lo sguardo abbattuta.
“Non è giusto” disse Abigail.
“Tu pensa ai draghi e ai loro poveri denti che aspettano ancora di essere lavati da una certa bambinona rompiscatole, se non ti sembra giusto puoi sempre occupati di loro” disse Stormy.
“Assolutamente no, credo che tu sia stata giustissima nella tua scelta” disse Abigail alzando frettolosamente le mani.
“Ne ero sicura” disse Stormy sorridendo e incrociando le braccia.
“Celeste però non ha avuto una punizione” disse Abigail. Di risposta, la cugina la guardò malissimo.
“Chi ti dice che non ne avrà una?” chiese Stormy con un sorriso furbo.
Celeste guardò incertamente la zia.
“Cioè?” chiese la ragazza.
“Riguarda ciò di cui ti parlavo prima” rispose Stormy. “La banda di briganti sta generando il panico nel villaggio di Hoodwitch. Io e tua zia Darcy dobbiamo andare a reprimere l'attacco”.
“Non può intervenire solo l'esercito?” chiese Celeste.
“I briganti un tempo erano guerrieri, sanno il fatto loro ed hanno dei draghi. Serve tutto l'aiuto possibile per fermarli velocemente dato che stanno mandando a fuoco tutto il villaggio” rispose Stormy.
“Ma quindi...” disse Celeste.
“Sarai da sola alla riunione” disse Stormy. “Dovrai ascoltare attentamente tutto e riferirmi ciò che è stato detto”.
“Ma come faccio a dirti proprio tutto?” chiese Celeste.
“Non dovrai dirmi tutto, solo le cose più importanti” disse Stormy.
“Ma come faccio a capire quali cose sono più importanti delle altre?” chiese ancora la ragazza.
“Provaci e basta” tagliò corto Stormy. “Darcy sta arrivando, per la fine della riunione non credo che avremo finito, quindi fino al nostro ritorno sarete libere…dopo la riunione” disse guardando Celeste. “E dopo aver riparato la porta” disse poi voltandosi verso Abigail.
“Grazie” disse Abigail.
“Non ho finito” disse Stormy appoggiandosi le mani ai fianchi.
“C’è ancora dell'altro?” chiese Abigail un po' scocciata.
“Già. Dicevo, avrete del tempo libero, e credo che potreste approfittarne per dare un'occhiata al libro di cui vi parlavo ieri” disse Stormy.
“Era troppo bello per essere vero” sussurrò Abigail a Celeste.
“È nella mia stanza, leggete e vedete se riuscite a capire cos'ho in mente” disse Stormy.
“Il cervello” disse Abigail indicandola. Stormy si coprì gli occhi con una mano.
“Aby, alla prossima battuta, per giunta orribile, che fai ti defenestro” disse Stormy. “Comunque, leggetelo e cercate di capire”.
“A che servirebbe?” chiese Abigail.
“A farvi passare il tempo dato che siete in punizione e non potete fare ciò che volete” disse Stormy. “E sappiate che se non lo farete me ne accorgerò”. In quel momento Darcy entrò nella stanza. 
“Dobbiamo andare Stormy” disse.
“Arrivo” disse Stormy. “Buon lavoro ragazze”. La strega si avvicinò alla sorella.
“Vacci piano, zia” disse Abigail.
“Ci proverò” disse Stormy per poi avviarsi per un corridoio.
“Ci vediamo dopo” disse Darcy alle ragazze. Celeste la salutò con un cenno della mano, Abigail la guardò per poi girarsi. Darcy sospirò per poi avviarsi nella stessa direzione di Stormy.
“Credo che presto inizierà la riunione, è meglio se vado” disse Abigail. Celeste le diede un colpetto dietro la testa.
“Ahi” disse Abigail massaggiandosi la testa.
“Non trattare così tua madre” disse Celeste.
“Cerca in continuazione di controllarmi, ma questa volta si è spinta oltre e ha provato a farlo con l'ipnosi. Sono stanca di questo suo modo di fare” disse Abigail.
“Ok, ma è pur sempre tua madre e lei è la persona di cui potrai sempre fidarti” disse Celeste incrociando le braccia. “Non dovresti dare per scontata la sua presenza”.
“Si…hai ragione” disse Abigail abbassando lo sguardo. Se paragonata a Celeste, risultava estremamente fortunata. Forse a volte non si rendeva conto della sua fortuna. “Devo andare a riparare la porta. Considerando le mie conoscenze in materia, potrei tranquillamente far crollare la parete, perciò sarà meglio che ora vada, almeno avrò più tempo per riparare eventuali disastri…”. Abigail uscì dalla sala.
Celeste andò a sedersi nel suo solito posto. Sua zia, nonostante l'avesse definita una punizione, la stava in un certo senso mettendo alla prova; voleva capire se poteva fidarsi. Celeste era lusingata da ciò, ma allo stesso tempo ne era spaventata. Aveva paura di deludere la zia e di perdere la sua fiducia. Dopo tanti anni passati a cercare di guadagnare il consenso e la fiducia delle zie, ora che ne aveva la possibilità non poteva certo sbagliare. Quello, lo sapeva, sarebbe probabilmente stato sempre il suo punto debole. La ragazza sospirò. Sentì un rumore di passi ed un leggero vociare avvicinarsi. Si alzò in piedi attendendo il restante dei partecipanti alla riunione.
***
Abigail arrivò davanti la porta della camera della zia. Al centro presentava una chiazza annerita. Provò ad aprirla; nel farlo notò che cigolava parecchio e per metà era staccata dai cardini. Abigail incrociò le braccia guardando la porta pensosamente. Magari avrebbe dovuto prima staccare la porta dai cardini…ma forse era meglio di no. Mentre pensava a ciò, non si accorse di essersi appoggiata alla porta, così essa si staccò completamente dai cardini e cadde al suolo, mentre Abigail rimase in piedi per miracolo. 
“Beh, almeno adesso è ovvia la scelta...” sussurrò Abigail grattandosi il capo. Si accovacciò e mise una mano su di un punto bruciato della porta; le sue dita si sporcarono di nero e venne via un pezzettino di legno.
“Non ce la farò mai” disse Abigail sospirando. 
***
Celeste si sentiva a disagio. Sentiva gli sguardi insistenti di tutti addosso. Erano evidentemente incuriositi dalla “novità”. Avrebbero potuto anche chiedere, invece di fissarla, però. 
“Credo che dovremmo iniziare” disse Celeste per provare a tirarsi fuori da quella situazione.
“Sua madre è stata una grande regina” disse un uomo piuttosto anziano.
“Ehm, grazie” disse Celeste, anche se non era sicura che quello fosse un complimento.
“Crede davvero di riuscire ad eguagliarla?” chiese una donna, anch'ella anziana, bassina ed un po' grassottella.
“Beh…” iniziò Celeste mettendosi una mano dietro la testa. “Non lo so”.
“Avrà sentito parlare di lei e dell'efficacia delle sue riforme, no?” chiese ancora la donna.
“Beh si, me ne hanno accennato…” disse Celeste.
“Sta già pensando a alla sua carriera in campo politico, non è vero? Mi riferisco a riforme economiche, politiche, sociali…” disse l'uomo di prima.
“I-in verità ancora no” disse Celeste abbassando lievemente lo sguardo. 
“Mi scusi se glielo dico, ma non avrà certo intenzione di andare avanti a raccomandazioni ottenute grazie agli operati di sua madre?” chiese retoricamente l'uomo. 
“Certo che no” disse Celeste, mentre, nel frattempo, gli altri commensali parlottavano tra di loro, facendo sicuramente qualche commento su di lei. “Ancora non ho le idee ben chiare sul tipo di società e di vita al palazzo, sto facendo da assistente a mia zia proprio per capire meglio tutto prima di diventare regina”.
“Evidentemente non sta funzionando molto bene” commentò la donna di prima.
“Prego?” chiese Celeste.
“Insomma, sua zia se n’è andata qualche minuto fa e lei è già persa” continuò la donna.
“Ho iniziato da poco” disse Celeste. “Col tempo migliorerò” disse poi cercando di mostrarsi un po' più sicura.
“Dovrà impegnarsi molto se vorrà eguagliare sua madre” commentò l'uomo.
“Certo…lo so” disse Celeste. “Ora però dovremmo iniziare”.
***
 Abigail si avvicinò alla porta, ancora per terra. Aveva messo dei guanti per evitare che qualche scheggia le si conficcasse nelle dita. Si accovacciò e iniziò a scartavetrare la parte annerita della porta.
“La prossima volta col cavolo che seguo un piano di Celeste” farfugliò Abigail. 
“Mi scusi signorina” disse un servo avvicinandosi alla ragazza. “Sono pronti i risultati del test” disse poi porgendole una busta.
Abigail si girò verso il servo e prese la busta per poi alzarsi.
“Grazie” disse Abigail. “Torna pure a fare ciò che stavi facendo”.
Il servo si inchinò e poi si allontanò. 
Abigail guardò la busta. Avrebbe voluto aspettare il ritorno di sua madre e sua zia per aprirla, ma non ce la fece; la curiosità era troppa. Aprì velocemente la busta e prese il foglio contenuto al suo interno in mano. Era piegato. Lentamente lo aprì e iniziò a leggere velocemente cercando l'informazione che le interessava.
***
Celeste uscì dalla sala riunioni. Era pallida; aveva passato una brutta ora. Si chiedeva come avrebbe fatto una volta diventata regina a sopportarli ogni giorno. Decise di andare da Abigail, si sentiva un po' in colpa dato che il piano era il suo e di conseguenza, se Abigail era stata punita, era colpa sua. 
***
“Ehi” disse Celeste richiamando l'attenzione della cugina.
“Oh, ciao Celeste” disse Abigail voltandosi per poi rigirarsi intenta nella sua attività.
“Dovresti scartavetrare tutta la porta, così da renderla più omogenea” disse Celeste.
“Ci ero arrivata da sola” disse Abigail senza voltarsi. “Stupida porta” farfugliò poi.
“Che ti ha fatto quella porta?” chiese Celeste.
“Lo so io” disse Abigail con tono acido.
Celeste si accovacciò affiancando la cugina. Prese un foglio di carta vetrata ed iniziò ad aiutarla.
“Perché mi aiuti?” chiese Abigail. 
“In fondo il piano era il mio” disse Celeste. 
Abigail si limitò ad annuire. 
“Ora mi dici perché sei nervosa?” chiese Celeste.
“Non sono nervosa” disse Abigail.
Celeste la guardò alzando un sopracciglio.
“Possibile che tutti sappiano alzare un sopracciglio mentre io no?!” sbottò Abigail. 
Celeste rise un po', coprendosi la bocca per cercare di non farsi vedere.
“Perché ridi ora?” chiese Abigail esasperata.
“Perché a volte ti comporti come una bambina” disse Celeste.
“Non è vero” sussurrò Abigail.
“Dai, piccolina, dimmi che c’è” disse Celeste.
“Leggi questo” disse Abigail dando un foglio alla cugina. Celeste lesse il contenuto del foglio per poi sgranare gli occhi.
“Oh” riuscì solo a dire Celeste. “Cavolo…”.
“Già” commentò Abigail. 
“Intendi parlarne con tua madre?” chiese Celeste. 
“Non lo so” disse Abigail. “Ora voglio solo stare un po' da sola”.
“Vuoi che me ne vada?” chiese Celeste.
“No, devo finire qui e con un aiuto farò più in fretta” disse Abigail.
“Approfittatrice” disse Celeste.
***
Dopo una mezz’ora buona, le ragazze ebbero finito di scartavetrare la porta.
“E ora come facciamo a rimetterla a posto?” chiese Celeste.
“Puoi usare la magia, no?” disse Abigail.
“Ma la zia ci ha vietato di usare la magia” disse Celeste.
“La zia ha vietato a me di usare la magia, non ha accennato a te” disse Abigail con un sorriso furbo.
“Sei tremenda” commentò Celeste.
“Me lo dicono spesso” disse Abigail. 
Celeste fece un movimento con la mano e la porta si alzò dal suolo per poi riattaccarsi ai cardini.
“Perfetta” commentò Abigail muovendola.
“Ora dovremmo controllare il libro” disse Celeste.
“A volte la tua ansia nel rispettare le regole mi destabilizza” commentò Abigail stizzita.
“Non voglio mettermi nei guai con le zie” disse Celeste entrando nella camera di Stormy. “E comunque anche tu lo stai facendo” disse vedendo la cugina seguirla all'interno della stanza.
“Io lo faccio per curiosità” disse Abigail. Si avvicinò al comodino che si trovava accanto al letto, aprì il primo cassetto e subito trovò il libro di cui parlava sua zia.
“Sicura sia quello?” chiese Celeste.
“È l'unico libro che c’è” disse Abigail sedendosi sul letto, seguita da Celeste.
Il libro sembrava abbastanza vecchio, la copertina era nera ed aveva un aspetto rovinato. Sulla parte frontale era disegnata una specie di fenice stilizzata. Abigail iniziò a sfogliarlo fino ad arrivare all'indice. Le due ragazze iniziarono a leggere velocemente i titoli dei capitoli, finché Abigail non posò il dito su di un titolo.
“Come aggirare un incantesimo di Anti-Individuazione” lesse Abigail. “Suppongo sia questo ciò che ci interessa”.
“Io sapevo che era un incantesimo infrangibile” disse Celeste.
“Beh, questo è un libro di incantesimi proibiti da ciò che ho capito” disse Abigail. Mentre Abigail diceva ciò, Celeste continuava a leggere i titoli dei capitoli, finché non si fermò sgranando gli occhi.
“Cosa c’è?” chiese Abigail.
“No nulla” rispose Celeste. “Piuttosto vai al capitolo, sono curiosa di sapere cosa dice”.
Abigail sfogliò velocemente il libro fino ad arrivare al capitolo che le interessava.
“E ti pareva” disse Abigail esasperata.
“È scritto in runico” constatò Celeste. 
“Avremmo dovuto immaginarlo” disse Abigail. “È un libro antico, e prima il runico era una lingua che conoscevano in pochissimi; essendo un libro “proibito” è stato scritto in runico per evitare che fosse leggibile a tutti e che potesse cadere nelle mani sbagliate”.
“Hai qualche conoscenza nel runico o un dizionario?” chiese Celeste.
“Tu?” chiese Abigail.
“No” rispose Celeste.
“Beh, nemmeno io. Dovremo aspettare” disse Abigail. “Nel frattempo, perché non chiami Liam e gli chiedi di incontrarlo?” chiese poi con sguardo malizioso.
“Tu stai male” disse Celeste alzandosi dal letto e uscendo dalla stanza. 
“Non è vero” disse Abigail seguendola, ma fermandosi sullo stipite della porta. 
“Fatti gli affari tuoi allora” disse Celeste.
“Ma io mi interesso per te” disse Abigail. Celeste fece un movimento di mano e la porta della camera di Stormy tornò per terra.
“Vieni qui” disse Abigail correndo verso Celeste. 
“Fossi in te penserai a mettere a posto la porta” disse Celeste correndo per non farsi prendere dalla cugina.
***
Poco tempo dopo, Darcy e Stormy tornarono al palazzo.
Abigail e Celeste le raggiunsero.
“Già di ritorno?” chiese Abigail.
“Lo so che sei felice di vederci, ma non c’è bisogno di dimostrarcelo così” disse Stormy. 
“Sono stata alla riunione e…” disse Celeste.
“Non ora” disse Stormy. “Sono stanca, ne parliamo più tardi” disse per poi avviarsi verso le scale.
“Ci lasceresti da sole” sussurrò Abigail a Celeste. La ragazza annuì e si diresse anche lei verso le scale.
“Mamma” disse Abigail abbassando leggermente lo sguardo. “Avrei bisogno di parlare con te”.
“Mi rivolgi addirittura la parola, ne sono lusingata” disse Darcy posandosi una mano sul petto.
“Mamma, è una cosa seria” disse Abigail.
“Va bene” disse Darcy. “Vieni di sopra”.
Abigail stava per dire qualcosa, ma…
“ABIGAAAIL!”.
“La porta” disse Abigail posandosi una mano sulla fronte.
“Vieni, le parlo io” disse Darcy avviandosi verso le scale, seguita dalla figlia.
***
“Com'è andata la riunione?” chiese Stormy. Lei e Celeste stavano camminando lungo un corridoio.
“Bene…più o meno” disse Celeste. 
“È successo qualcosa?” chiese Stormy.
“Beh…hanno iniziato a farmi domande su cosa ho intenzione di fare una volta diventata regina e a fare paragoni tra me e mia madre” disse Celeste.
“Mh, fammi indovinare, sono stati Walter e Petunia, non è vero?” chiese Stormy.
“Beh, si” disse Celeste. “Come hai fatto?”.
“Sono le persone più critiche e rompiscatole che conosca, e anche le uniche che avrebbero il coraggio di dire le cose in faccia ad una regina o ad una principessa ereditaria” disse Stormy. “Pensa, Walter è uno dei nomi che avevo pensato per un eventuale maschio, ma più penso che è il suo stesso nome e più mi viene voglia di eliminare Walter dalla lista dei nomi”.
“Peccato, è un nome carino…” disse Celeste. “Cioè, vuoi dire che a volte fanno commenti anche su di voi?”.
“Puoi scommetterci” disse Stormy. “Non hai idea di che commenti hanno fatto quando hanno saputo della gravidanza di Darcy. Giuro che li avrei inceneriti!”.
“Non eri arrabbiata con lei?” chiese Celeste.
“Come siamo arrivate a questo argomento?” chiese Stormy rabbuiandosi. “E comunque sto parlando di anni fa”.
Celeste annuì sorridendo lievemente. Era evidentemente turbata.
“Cosa c’è?” chiese Stormy.
“Nulla” disse Celeste. “Mi chiedo solo se…”.
“Temi che abbiano ragione?” chiese Stormy. “Non ascoltarli. Col tempo imparerai come affrontare persone del genere”. 
“Grazie zia” disse Celeste.




Ehilà! Ma ciao, miei bellissimi gianduiotti!
Ehm, troppo zuccherosa. Ma che ci volete fare? Sono pazza, punto. Inoltre, dopo una settimana passata tra verifiche, interrogazioni, continui “Andiamo avanti col programma che si avvicinano le vacanze di Natale”, le “battute” dei miei amici del tipo “Chi è la cantante preferita di Hitler? Ariana Grande”, o “Come si cancella il mare? Col gommone” e altre battute razziste che farebbero sbian…ingiallire Donald Trump, sono davvero fusa. Bene, dopo il mio piccolissimo sfogo, vi saluto. A presto.

Ma prima di andare, ecco a voi il mio “capolavoro”! (DarcyRocks, il fatto che tu nella scorsa recensione mi abbia accennato a Stormy versione dea non ha minimamente influenzato il mio disegno).
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Capitolo 29
*** Capitolo 29 ***


Abigail e Darcy entrarono nella camera di quest'ultima per poi sedersi sul letto. 
“Di cosa volevi parlarmi, Aby?” chiese Darcy.
“Di questo” disse Abigail porgendo alla madre il foglio con i risultati del test. 
La strega dell'oscurità aprì il foglio e ne lesse il contenuto, per poi rimanere in silenzio. 
“Non hai nulla da dire?” chiese Abigail. 
Darcy continuò a fissare il foglio per qualche secondo, per poi alzare le sopracciglia, come se le fosse arrivata un'illuminazione improvvisa. 
“Posso far controllare questo foglio?” chiese Darcy ripiegando lo come prima.
“Mamma” disse Abigail guardandola incredula. “Ho appena dimostrato che Derek è mio padre e tu ti comporti come se nulla fosse!”.
“Chi ti dice che Menlok non abbia fatto un incantesimo su questo documento?” chiese retoricamente Darcy. “Lo farò controllare dai consulenti magici di corte, così per essere sicuri”.
“E-essere sicu…” disse Abigail portandosi le mani all'altezza delle tempie. “Mamma, cosa c’è da essere sicuri?! So come si concepiscono i bambini, tu dovresti sapere chi è mio padre!”.
“Prima di tutto calmati” disse Darcy alzando lievemente la voce. “Intendevo dire che così saremmo state sicure che il documento non sia stato modificato da Menlok. Comunque, io so che non è Derek tuo padre”.
“Mamma, dammi una sola ragione per cui dovrei crederti” disse Abigail. “Sul serio…se era evidente prima ora è addirittura sicuro”.
“Perché sono tua madre e tu dovresti credermi incondizionatamente” disse Darcy incrociando le braccia.
“Mamma, io vorrei poterti credere, ma davanti l'evidenza, anzi, la certezza che hai torto io cosa posso fare?” chiese Abigail con tono quasi disperato. 
“Non mi credi?” chiese Darcy mettendosi le mani sui fianchi. “Perfetto. Allora prova ad entrare nella mia mente e vedi se dico la verità”.
“Come se non sapessi che potresti controllarmi senza il minimo sforzo e che, per di più, quando si cerca di entrare nella mente di qualcuno si è più vulnerabili” disse Abigail.
“Abigail, come potrei mai farti una cosa del genere?!” chiese Darcy, che stava iniziando a perdere la pazienza.
“L'hai già fatto!” disse Abigail ormai esasperata. “E non è stata neanche la prima volta! Mamma, è da quando sono nata che mi controlli in ogni modo possibile ed immaginabile! Ed è la stessa cosa che fai con tutti! Come posso fidarmi di te?”. 
“Perché sono tua madre, Abigail, dovresti sapere che so quando è il caso di non controllare le persone” disse Darcy. 
“Se ti conosco bene, so che questa è una situazione in cui tu giudicheresti indispensabile controllarmi” disse Abigail incrociando le braccia. 
“E credi davvero che io che farei una cosa del genere a te, mia figlia?!” chiese Darcy ormai esasperata almeno quanto Abigail.
“Non ti sei fatta troppi problemi a maltrattare fisicamente e psicologicamente una persona che prima adoravi, non vedo perché dovresti farti problemi a controllare me!” disse Abigail.
“Adesso basta, Abigail!” disse Darcy puntando il dito verso la figlia. “Ho chiuso un occhio con te fino a questo momento, ma adesso è il momento di finirla! Vedi di moderare i toni, signorina, perché io sono tua madre e devi portarmi rispetto”.
Abigail uscì dalla camera per poi chiudere la porta sbattendola. 
***
 Abigail uscì dalla camera della madre e si avviò verso la sua. Teneva le braccia incrociate e camminava a passo svelto.
“Me che le parlo a fare” borbottò. Continuò a camminare molto velocemente, finché, svoltando, per un corridoio, andò a sbattere contro Celeste.
“Ehi, sta attento a dove…ah, scusa Celeste” disse Abigail accorgendosi a metà frase di essersi scontrata con Celeste.
“Non fa niente, ma fa attenzione” disse Celeste. 
“Scusa, è che non è proprio giornata” disse Abigail abbassando lo sguardo.
“Hai parlato con tua madre?” chiese Celeste abbassando il tono di voce.
“Si” rispose Abigail. “Niente di che, se non lei che continuava a negare”.
“Beh…cerca di metterti nei suoi panni…tu cosa avresti fatto?” chiese Celeste.
“Non lo so. Tutto, ma non continuare a negare l'evidenza” rispose Abigail. 
Celeste incrociò le braccia guardando, pensierosa, la cugina. Stava riflettendo se continuare il discorso o cambiare argomento. Poi si ricordò il motivo per cui era a lì e che, in ogni caso, Abigail non sembrava in vena di ragionamenti, quindi decise di chiudere momentaneamente il discorso.
“Ascolta Aby, la zia ci ha chiesto di andare da lei per parlare del libro” disse Celeste. 
“Bene, spero che quando andava a Torrenuvola avesse il massimo dei voti in rune” disse Abigail.
***
Celeste, Abigail e Stormy entrarono nello studio di quest'ultima. La strega delle tempeste reggeva tra le braccia il libro precedentemente consultato da Celeste ed Abigail. Stormy lo posò sulla scrivania nera presente nella stanza. 
“Avete iniziato a studiarlo?” chiese Stormy incrociando le braccia.
“Si, infondo sai perfettamente che l'Accademia Runica ha eretto un monumento in nostro onore, data la nostra competenza nel runico” disse Abigail sarcasticamente.
Stormy alzò gli occhi al cielo, sospirando.
“A volte mi pento di aver creato un rapporto di questo tipo con te” disse.
“Ma se è stato scritto in runico, perché l'indice è stato scritto normalmente?” chiese Celeste.
“Perché questa non è una copia originale” disse Stormy. “Questi libri erano tanto rari quanto preziosi, ma a volte capitava che qualcuno che ne possedeva una copia cercasse di produrne delle altre per rivenderle, ma spesso commettevano errori molto banali, come appunto questa differenza fra l'indice e il resto del libro”.
“Quindi, come facciamo?” chiese Abigail. “Sei in grado di tradurlo?”.
“Mi hai presa per una ciarlatana?” chiese Stormy, mostrandosi un po' offesa. “Certo che sono in grado di tradurlo…anche se…forse dovrei rispolverare un po' il dizionario, ma non dovrebbe essere un problema”.
“Ma esattamente…cosa dovremo fare per questa specie di incantesimo?” chiese Celeste.
“Non lo so con esattezza, è per questo che dobbiamo tradurre questi testi. Ma credo che serva un specie di pozione di base, o cose così” rispose Stormy. “Comunque appena troverò tempo prenderò il dizionario e tradurrò almeno il capitolo che ci interessa”.
“Tradurremo, vorrai dire” disse Abigail. 
Stormy spalancò gli occhi guardando la nipote.
“Perché noi ti aiuteremo…giusto?” chiese poi Abigail. 
Stormy chiuse gli occhi in due fessure e si avvicinò alla nipote. Appoggiò la mano sulla fronte della ragazza e poi su entrambe le guance. 
“In effetti sei un po' calda, tesoro, sicura di stare bene?” chiese Stormy.
“Andiamo” disse Abigail. “Sono un po' pigra…ok, sono molto pigra, ma se si tratta di cose serie sono sempre pronta ad aiutare”.
“È solo che era una frase che tu non avresti mai detto e ho pensato che stessi delirando” disse Stormy alzando le mani. “Comunque no, non è necessario che mi aiutate”.
“Ne sei sicura?” chiese Celeste guardandola, un po' preoccupata.
“Certo, e poi mi sareste solo d'intralcio” disse Stormy.
“Grazie” disse Abigail. “Ma almeno è affidabile questo incantesimo?”.
“Possibile” rispose Stormy. “Alcuni di questi incantesimi sono stati testati e sono riusciti, ma altri sono semplici ipotesi, e la loro riuscita non è sicura. Dunque, no, non è affidabile al cento per cento, ma è sempre meglio di niente”.
Stormy si sedette sulla sedia dietro la scrivania, chiuse il libro e lo ripose in un cassetto.
“Ora però devo lavorare Aby, dovresti uscire” disse Stormy.
“Già che ci sei, andresti a riempire d'acqua la ciotola di Zeus? Me ne sono dimenticata” disse Celeste.
Abigail usci dalla stanza dopo aver annuito alla cugina senza troppo entusiasmo.
“Celeste” disse Stormy mentre prendeva dal cassetto una plica di documenti. “Ho bisogno di un the”.
Celeste si avvicinò alla scrivania e guardò la zia come ad aspettare che dicesse dell'altro.
“Beh?” disse Stormy. “Vai”.
***
Celeste uscì dalla stanza. Certo, Stormy avrebbe potuto anche dirle un “per favore” o un “grazie”, ma evidentemente la cortesia non era il forte di sua zia.
Celeste entrò nella cucina del castello, facendosi spazio tra i cuochi, per preparare il the; leggermente più che tiepido, con un goccio di latte e due cucchiaini di zucchero. Poi, per sicurezza, prese anche un bicchiere e ci versò dentro dell'acqua minerale effervescente naturale, l'unica che sua zia bevesse. Dopodiché, uscì dalla cucina del castello. 
La ragazza rientrò nello studio della zia.
“Dov’è il mio pranzo?” chiese Stormy.
“Pranzo?” chiese Celeste. “Non avevi accennato al pranzo”.
“Beh, è quasi ora di pranzo ed è evidente che qui ne avrò ancora per molto” disse indicando la grande plica di documenti davanti a se. “Mi sembrava che fosse ovvio che desiderassi il pranzo”.
“Già…hai ragione. Vado” disse Celeste, non troppo convinta. “Ah, comunque, cosa vuoi?”.
“Ciò che era previsto per il pranzo di oggi” disse Stormy.
“Ok” rispose Celeste uscendo dalla stanza.
***
Celeste, Abigail e Darcy erano sedute a tavola, per il pranzo.
“Celeste” disse Abigail. “Ti ho vista passare davanti la mia camera un paio di volte…hai di nuovo sbagliato la quantità di latte nel the?”.
“Divertente” disse Celeste con un finto sorriso. “Comunque credo che gli ormoni della gravidanza le stiano dando alla testa”.
“È questo il problema” disse Abigail con lo sguardo perso nel vuoto. “Gli ormoni non c'entrano, è proprio lei ad essere così”.
“Io però ti avevo avvisata” disse Darcy. 
“Si, ma non mi avevi detto che fosse…” disse Celeste bloccandosi prima di finire la frase.
“Pazza?” chiese Darcy.
“Esigente” disse Celeste. “Volevo dire esigente”.
“Si, come no” sussurrò Darcy abbassando lo sguardo sul suo pranzo.
“Tu non ci aiuterai?” chiese Abigail senza guardare la madre.
“No, non credo” rispose Darcy dopo qualche attimo di silenzio.
“Poi dici che sono io quella immatura” disse Abigail mentre con la forchetta arrotolava gli spaghetti.
Darcy guardò la figlia con sguardo pietrificante. 
“Che bello essere qui” sussurrò Celeste.
***
Era notte su Obsidia. Darcy si stava dirigendo, con una tazza di latte caldo in mano, verso lo studio di sua sorella. Arrivata davanti la stanza, aprì la porta. Come immaginava, la luce era accesa. Infatti, seduta dietro la scrivania, c'era Stormy. Era completamente stravaccata sulla scrivania; doveva essersi addormentata per la stanchezza. Aveva un lato della faccia appoggiata su di un foglio e la guancia schiacciata contro la sua superficie le creava un'espressione buffa sul volto. Darcy fece un lieve sorriso notandolo.
Stormy era stata chiusa in quella stanza per tutto il pomeriggio e lungo tutta la serata per cercare di tradurre quel dannato libro. Un enorme sforzo mentale, senza contare che la stessa mattina aveva combattuto. Quel tipo di cose a cui una donna incinta non dovrebbe neanche pensare, ma Stormy era Stormy, e nessuno ci poteva far nulla. A questi pensieri, Darcy scosse la testa alzando gli occhi al cielo.
“Che incosciente” sussurrò.
Appoggiò la tazza di latte sulla scrivania per poi osservare i vari fogli sparsi e due enorme libri poggiati accanto alla testa di Stormy. Osservandoli meglio capì che erano un dizionario runico e il libro di cui parlavano Celeste ed Abigail; dedusse che sui fogli ci fosse scritta una traduzione. Continuò a fissare la sorella per qualche secondo. Avrebbe voluto aiutarla, ma Stormy lo avrebbe fatto per lei? Non lo sapeva. Il suo rapporto con Stormy era sempre stata una delle sue poche certezze, ma ora non lo era più; non aveva esitato ad aggredirla senza neanche chiederle spiegazioni e darle la possibilità di spiegarsi. Tornò a guardare Stormy.
“Ringrazia quel tuo faccino” sussurrò. Prese una sedia, si sedette e continuò il lavoro della sorella.
Dopo circa un'ora, Darcy notò che Stormy aveva cominciato a destarsi, quindi, prima che Stormy potesse vederla, spari.
***
Celeste camminava silenziosamente per i corridoi. Era diretta verso lo studio di sua zia Stormy, sicura che in quel momento lei fosse in camera sua a dormire. Arrivata davanti la stanza, notò che la porta era socchiusa e che la luce era accesa. Dopo un attimo di esitazione, entrò nella stanza. Trovò Stormy, mezza addormentata, intenta a tradurre il testo. 
“Zia Stormy” disse Celeste. “Che cosa ci fai qui, a quest'ora?”.
“Potrei farti la stessa domanda” disse Stormy.
“Beh, stavo andando a prendere un bicchiere d'acqua” si giustificò Celeste. “Perché ora non vai in camera a dormire? È tutto il giorno che sei qui”.
“Non posso, Celeste. Derek è tra le grinfie di quel mostro e io non posso lasciarlo lì ancora a lungo” disse Stormy. Aveva una faccia evidentemente stanca, e due vistose occhiaie.
“Sono sicura che lui non vorrebbe affatto vederti in queste condizioni” disse Celeste avvicinandosi alla zia. “E lo sai anche tu. Quindi ora alzati e vai a letto”. 
Celeste aiutò la zia ad alzarsi e la accompagnò in camera sua.
“Sei stata tu a lasciarmi quella tazza di latte?” chiese Stormy mentre si metteva sotto le coperte. 
“Una tazza di latte?” chiese Celeste. “No, non sono stata io”.
“Sarà stata Aby” constatò la strega per poi addormentarsi. 
Celeste sorrise. C'erano notti in cui Abigail non dormiva per nulla e notti in cui dormiva come un ghiro. Quella notte era il secondo caso. Dunque, un'altra sola persona avrebbe potuto farlo. 
Adorava il rapporto che avevano le sue zie; aveva sempre desiderato un fratello o una sorella, così da avere qualcuno con cui condividere la sua situazione, ma sapeva che era impossibile e ci aveva rinunciato da tempo. Tuttavia, ogni volta che assisteva ad una loro scena dolce, per quanto potessero esserlo le sue zie tra di loro, le si scioglieva il cuore.
***
Celeste entrò nello studio di Stormy, per poi chiudere la porta. Si sedette dietro la scrivania e prese il libro in mano. Prese un foglietto di carta e lo appoggiò sulla pagina su cui era aperto, per poter segnare il punto in cui era arrivata Stormy, e sfogliò le pagine fino all'indice. Trovò il titolo che le interessava e andò alla pagina indicata. Prese da un cassetto dei fogli e iniziò a copiare, in runico, ciò che c'era scritto. 
***
Derek era ancora nel rifugio di Menlok. Aveva il corpo martoriato a causa delle torture inflittegli da Menlok. Provava un enorme dolore e bruciore in ogni punto del corpo. Ma, ciò nonostante, tutti i suoi pensieri erano rivolti ad altro. Come stava la sua Stormy? Era arrabbiata con lui? Magari non desiderava affatto che lui tornasse. Ma lui doveva andare da lei, doveva parlarle, doveva spiegarle. Ma ora, dopo quei giorni di prigionia e tortura, aveva finalmente trovato il modo di liberarsi. Ma lo sapeva, non sarebbe stato semplice.
***
Celeste entrò nella camera di Abigail. La ragazza era sul suo letto: manteneva con le mani le coperte e dormiva facendo chissà quali sogni.
“Abigail” sussurrò Celeste scuotendo la cugina. “Abigail”.
Abigail mugolò per poi girarsi dall'altra parte.
“Ehi, Abigail” continuò Celeste scuotendola ancora. “Devo parlarti, svegliati!”. 
Abigail mugolò di nuovo per poi svegliarsi.
“Ehi” disse Abigail mettendosi lentamente seduta. 
“Ho bisogno di parlarti, Aby” disse Celeste.
“Che diavolo ci fai sveglia a quest'ora?!” chiese Abigail, evidentemente scocciata per il sonno perduto.
“Un pensiero fisso mi impediva di dormire” disse Celeste.
“Anche io spesso non dormo, ma non vengo a svegliarti nel cuore della notte mentre sogni di nuotare in un fiume di cioccolato” disse Abigail.
“Dicevo” disse Celeste sospirando. “Devo parlarti. Questa mattina, quando abbiamo controllato il libro, ho notato che c’è un capitolo che parla di un incantesimo proibito che mi serve immensamente”.
“Quindi?” chiese Abigail.
“E quindi ho bisogno che tu mi dia una mano a tradurre il testo” disse Celeste. 
“E esattamente che incantesimo sarebbe?” chiese Abigail. 
“Ora non ho voglia di spiegartelo” disse Celeste.
“E perché dovrei aiutarti, allora?” chiese Abigail.
“Credevo che ormai fossimo diventate una squadra” disse Celeste.
“E va bene” disse Abigail dopo qualche secondo di riflessione. “Ma come facciamo a tradurlo? Io non conosco il runico”.
“Neanche io, ma possiamo chiedere a Liam” disse Celeste.
“Conosce il runico?” chiese Abigail.
“Non proprio, ma ti spiegherò tutto” disse Celeste.
“Ma sei avrai tutto questo tempo da dedicare alle spiegazioni, perché diavolo mi hai svegliata?” chiese Abigail.
“Oh beh, perché mi piaceva l'idea di svegliarti in piena notte” disse Celeste con un sorriso beffardo.
“Ma cosa c’è nella mia persona che vi attrae a tal punto dal maltrattarmi come vi pare e piace?” chiese Abigail sarcasticamente.
“Non lo so, credo venga naturale” disse Celeste.




Bu! Vi siete spaventati, eh? Come? Più che per il “bu”, vi siete spaventati notando l'aggiornamento? Beh, non posso farci nulla. Comunque, come avete passato le vacanze natalizie? Cosa avete ricevuto? Bene, dopo essermi fatta la mia sessione giornaliera di fatti degli altri, vi avviso di una cosa: non sono sicura di quando potrò aggiornare di nuovo, e questo perché gennaio sarà un mese pieno (ci sono professori che hanno tutte le interrogazioni orali, ma che devono ancora far fare le verifiche, e ci sono professori che hanno fatto fare le verifiche, ma non hanno interrogazioni orali). 
Ora, cosa che non c'entra nulla: dei miei amici stamattina mi hanno mandato un messaggio di auguri di buon compleanno. Io, ingenuamente, dico loro che oggi non è il mio compleanno. E loro cosa dicono? Esatto. Dicono che credevano lo fosse, dato che oggi è la festa della befana. Che simpatici i miei amici, non trovate? *risata nervosa*. Bene, vi ho già scocciato troppo, quindi ora me ne vado. A presto.
Icydarcystormy 

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Capitolo 30
*** Capitolo 30 ***


“Buongiorno Abigail!”.
Abigail aprì gli occhi di scatto per poi cadere dal letto. Alzò subito lo sguardo, notando la presenza della cugina. Celeste, infatti, era in piedi davanti a lei, con le mani giunte appena sotto il ventre.
“Celeste!” disse Abigail alzandosi. “Ma sei impazzita?!”.
“Ti ho svegliata in piena notte e ti sorprende questo?” chiese Celeste.
“Ma che ore sono?” chiese Abigail coprendosi parte della faccia con la mano.
“Le sei” rispose Celeste.
“Ancora le sei?” chiese Abigail sedendosi sul letto. “Io voglio dormire” disse poi appoggiando la testa sul cuscino.
“Mi dispiace, ma ho bisogno di te per la questione di cui ti ho parlato questa notte, e non avrò tempo da dedicare a questo per il resto della giornata, dobbiamo farlo ora” disse Celeste incrociando le braccia.
“Mh, non ho voglia” disse Abigail. La voce era ovattata dato che aveva la faccia schiacciata contro il cuscino.
“Dai, su. Me lo avevi promesso” disse Celeste sedendosi sul letto. “Guarda che ti ho portato la colazione”.
Abigail alzò la testa dal cuscino e si voltò verso Celeste.
“Cosa mi hai portato?” chiese.
“Latte macchiato e un cornetto” rispose Celeste facendo un sorriso malizioso.
“Con la crema o col cioccolato?” chiese ancora Abigail.
“Con la crema” rispose Celeste.
“Allora va bene” disse Abigail mettendosi seduta per poi lanciare uno sguardo sognante al vassoio poggiato sul comodino.
“Ti fai comprare così facilmente?” chiese Celeste mentre la cugina iniziava a mangiare.
“Il cibo è una cosa seria” rispose Abigail con ancora un boccone in bocca.
“Immaginavo” rispose Celeste alzando gli occhi al cielo.
***
Celeste ed Abigail si stavano dirigendo verso la biblioteca.
“Sono le sette” disse Abigail guardando l'orologio che aveva al polso. “Non dovresti andare a fare da assistente alla zia?”.
“Ho fatto spostare la prima riunione di oggi alle otto e mezzo” disse Celeste.
“E loro ti hanno ubbidita senza obiettare?” chiese Abigail.
“Ho detto loro che era stata la zia a mandarmi” disse Celeste. “Il mio è un lavoro stressante, sarei una stupida a non cercare almeno di sfruttarlo a mio vantaggio”.
“In effetti hai ragione, ma cosa dirà la zia?” chiese Abigail.
“Sta ancora dormendo. Le ho spostato la sveglia, quando si sveglierà le dirò che non l'ha sentita la prima volta e che ho fatto spostare la riunione a nome suo per non farle far tardi” rispose Celeste.
“Fammi capire, ma a che ora ti sei svegliata questa mattina se hai avuto il tempo di preparati, spostare la sveglia della zia, spostare la riunione, prendermi la colazione e venirmi a svegliare alle sei?” chiese Abigail leggermente sconvolta.
“Verso le cinque, più o meno” rispose Celeste.
“E poi ci sono io che perdo dieci minuti per capire chi sono e dove mi trovo” disse Abigail.
“In ogni caso, in biblioteca c’è Liam. Ci sta aspettando da circa mezz'ora; credevo che ce l'avresti fatta a preparati in mezz'ora” disse Celeste.
“Scusa se sono una persona normale” disse Abigail alzando le mani.
Celeste ed Abigail entrarono nella biblioteca del palazzo.
“Ehm, ascolta Abigail, non c’è solo Liam…” disse Celeste.
“In che senso non c’è solo…” disse Abigail, ma fu interrotta da un'altra voce.
“Buongiorno ragazze” disse un ragazzo spuntando da dietro una libreria. Doveva essere dell'età di Celeste. Aveva i capelli di un rosso chiaro, tendente all'arancione, e gli occhi marroni.
“E pel di carota, sarebbe?” chiese Abigail più a Celeste che al ragazzo.
“Lui è Rod, è il fratellastro del cugino di Liam” disse Celeste.
“Parentela molto stretta” constatò Abigail.
“Rod!” disse Liam spuntando da dietro un'altra libreria. “Ti avevo detto di aspettarmi. Scusatelo ragazze”.
“Non preoccuparti” disse Celeste. Si alzò sulle punte per raggiungere la sua altezza e gli stampò un bacio sulla guancia.
“Oh” disse Abigail, facendo una faccia disgustata e girandosi dalla parte opposta.
“Sbrighiamoci, non abbiamo molto tempo” disse Celeste.
“A cosa ti serve esattamente questo incantesimo?” chiese Liam.
“Preferirei parlarne quando saremo soli” rispose Celeste abbassando il tono di voce.
“Che c’è? Non ti fidi di me, ghiacciolina?” chiese Rod.
“Ma esattamente lui perché è qui?” chiese Abigail indicando il ragazzo.
“Ti do fastidio, per caso?” chiese Rod con aria strafottente.
“Oh santo cielo” disse Abigail coprendosi gli occhi con una mano.
“Lui conosce bene il runico, ci aiuterà nella traduzione” disse Celeste.
“Se con aiutare intendi fare tutto il lavoro da solo” disse Rod.
“Guarda che io ti aiuterò” disse Liam incrociando le braccia.
“Quindi io non servo a nulla? Perfetto, torno a dormire” disse Abigail frettolosamente.
“Beh, veramente ci sarebbe un piccolo compito per te” disse Celeste facendo un gesto con la mano.
“Cioè?” chiese Abigail con sguardo incerto. Dopotutto, aveva capito di essere sfruttata da tutti, e conoscendo il tipo di piani di Celeste, sapeva che non si preannunciava nulla di buono.
“Beh, sai, Rod ha anche un fratellino…” iniziò Celeste.
“Dovrò occuparmi di lui? Mi aspettavo qualcosa di peggio, per me va bene” disse Abigail. “Quanti anni ha?”.
“Mesi” disse Celeste. “La sua età può essere espressa in mesi”.
“Oh santo cielo, sapevo che c'era qualcosa sotto” disse Abigail posandosi una mano sulla fronte.
“Non preoccuparti, è un bambino dolce e calmo” disse Liam. Proprio in quel momento, si sentì un pianto.
“Arrivo, Zacky” disse Rod correndo dietro la libreria da cui era spuntato poco prima.
“Zacky?” chiese Abigail.
“È il soprannome che gli da Rod, comunque…buona fortuna” disse Celeste.
Rod tornò dai ragazzi con un neonato in braccio.
“Lui è Zacky” disse Rod dando i bambino ad Abigail. “È il mio fratellino”.
“Avevo intuito” disse Abigail guardando il bambino.
“Qui ci sono i pannolini, il biberon e tutto ciò che potrà serviti” disse Liam porgendole un borsone. Abigail lo prese e si appoggiò la tracolla sulla spalla.
“Sono sicura che passerò inosservata” disse Abigail alzando un sopracciglio.
“È ancora presto; vai in camera tua e stai con lui” disse Celeste.
“Ma ho la lezione con mia madre, come faccio?” chiese Abigail mentre Zacky iniziava ad agitarsi.
“Durerà un'ora, mettilo a nanna, fai la lezione e torna nella tua stanza. È semplice” rispose Celeste.
“E va bene, qualcos'altro?” chiese Abigail.
“No, è tutto” disse Celeste.
“Guarda che era in senso ironico” disse Abigail girandosi verso l'uscita. “Io vado, altrimenti si farà troppo tardi” disse per poi uscire dalla biblioteca.
“Vengo anch'io” disse Celeste avviandosi verso l'uscita. “Non combinate disastri”.
***
“Celeste!”. Stormy corse verso di lei per poi appoggiarsi alla parete per l'affanno. “Scusa, è tardissimo”.
“Non preoccuparti, ho fatto spostare la riunione, si terrà fra mezzora” rispose Celeste.
“Oh, grazie Celeste” disse Stormy facendo un sospiro di sollievo. “Non so proprio cosa sia successo, ho sempre sentito la sveglia”.
“Forse questa volta eri troppo stanca, dopotutto sarebbe il minimo dopo ciò che hai fatto questa notte” disse Celeste. “Comunque, la colazione è in ufficio, ho revisionato la lista degli impegni di oggi e tutti i rapporti degli esploratori sono in ufficio messi in ordine di importanza”.
“Che efficienza” commentò Stormy avviandosi verso il suo studio.
“Sei riuscita a scoprire qualcosa grazie alle tue traduzioni?” chiese Celeste affiancando la zia.
“Molto, in realtà. Ma te ne parlerò per bene dopo…cosa c’è dopo la riunione?” chiese Stormy.
“Beh, ho inserito una mezzora di pausa” rispose Celeste controllando su di un foglio che aveva in mano.
“Bene, allora te ne parlerò dopo la riunione” disse Stormy.
***
Abigail camminava avanti e indietro per la sua camera con Zacky tra le braccia. Il bambino piangeva disperato da ormai mezzora ed Abigail non riusciva a calmarlo.
“Dai, Zacky” sussurrò Abigail fermandosi e iniziando a cullarlo dolcemente. “Io vorrei fare da babysitter ai gemellini, così mi farai cambiare idea”.
Continuò così per altri cinque minuti, mentre Abigail continuava a cullarlo ed a camminare avanti e indietro.
“Va bene…forse hai fame” disse Abigail posando il bambino sul letto. Accanto al bambino si trovava il borsone con le sue cose. Abigail lo aprì e tirò fuori un biberon già pieno di latte. Avvicinò il biberon alla bocca del bambino, ma Zacky la chiuse quasi ermeticamente.
“Evidentemente non hai fame…” sussurrò Abigail posando il biberon sul letto. Prese dal borsone un pannolino ed iniziò lentamente, quasi timorosa, ad aprire quello che aveva addosso il bambino.
“Che schifo” disse Abigail tappandosi il naso con una mano. Iniziò lentamente a far passare il pannolino sporco sotto le gambe del bambino, ma proprio quando questo fu tolto, Zacky fece la pipì, non prendendo per un pelo Abigail, che si era prontamente spostata.
“Zacky!” disse Abigail guardando il pavimento, su cui appariva una piccola pozzanghera giallognola. “E questo come dovrei spiegarlo all’addetto alla pulizia?! E poi hai macchiato anche le lenzuola!”.
In quel momento Celeste entrò nella stanza.
“Abigail! Stavo passando di qui prima, si sentivano dei pianti! Cerca di far atten…ma che diavolo è successo qui dentro?!” chiese Celeste ammirando lo spettacolo che le si pareva davanti: Abigail era a carponi sul pavimento, poco più avanti di lei appariva una pozzanghera sospetta e sul letto c'erano un pannolino sporco, delle macchie sospette quanto la pozzanghera ed ovviamente Zacky, che continuava a dimenarsi piangendo.
“Possibile che non ti si possa lasciare da sola un minuto?!” chiese Celeste riprendendosi dalla shock iniziale.
“Non è colpa mia, sai non vivo tra i neonati!” disse Abigail alzandosi. “E poi quel bambino è posseduto!” disse poi indicando Zacky.
“Non è posseduto, è solo un bambino” disse Celeste avvicinandosi al letto. “E, ti prego, dimmi che quella non é…”.
“Pipì” rispose Abigail incrociando le braccia. “Comunque dovresti aiutarmi a pulire tutto prima che arrivi l'inserviente”.
“Ma scusa cosa ti importa di quello che penserà?” chiese Celeste allargando le braccia.
“Ma allora non hai capito che tipo di persone lavorano qui?! Sono tutti impiccioni e chiacchieroni, sicuramente la “notizia” giungerebbe a mia madre, e o mi darebbe dei pannoloni per incontinenti o capirebbe che è successo qualcosa!” disse Abigail alterandosi.
“Va bene, va bene, ti aiuterò. Comunque avresti anche potuto mettere un asciugamano per non far sporcare le lenzuola” constatò Celeste incrociando le braccia.
“Lo so, Celeste, lo so! Potresti aiutarmi senza criticarmi?” chiese molto gentilmente Abigail.
“Cavoli, sei suscettibile” commentò Celeste. “Porterò le lenzuola a lavare, tu prendi uno straccio e pulisci questo schifo”.
“Come hai fatto ad elaborare in così poco tempo un piano così efficace ed elaborato?” chiese Abigail sarcasticamente.
Celeste incrociò le braccia, alzando gli occhi al cielo.
***
Celeste entrò di corsa nell'ufficio di Stormy, con un bicchiere d'acqua in mano.
“Ecco l'acqua zia” disse poggiando il bicchiere sulla scrivania, ancora col fiatone.
“Sei andata a prenderlo su Andros, per caso? Perché mi sembra di averti mandata a prendermi dell'acqua circa dieci minuti fa” disse Stormy con un sopracciglio alzato.
“Scusami zia, non accadrà più” disse Celeste con fare un po' sottomesso.
“Lascia stare, siediti qui” disse Stormy indicando la sedia che si trovava nel lato opposto della scrivania. Celeste fece quello che le aveva detto Stormy.
“Allora, ieri sera sono riuscita a tradurre gran parte del capitolo e ho scoperto che ci servono delle cose; io non posso allontanarmi da qui, perciò ho bisogno che tu vada in biblioteca per cercare informazioni” spiegò Stormy mentre scriveva qualcosa su un foglio.
“Che tipo di oggetti sono? E cosa devo cercare esattamente in biblioteca?” chiese Celeste.
“Questa è la lista degli oggetti che ci occorreranno, capirai tutto da sola” disse Stormy porgendo il foglio su cui stava scrivendo poco prima a Celeste.
“Va bene zia, cercherò di fare il prima possibile” disse Celeste alzandosi ed accingendosi ad uscire.
“Aspetta Celeste, non ho finito” disse Stormy rimanendo seduta. Celeste, udendo quelle parole, si bloccò e si girò verso Stormy. Per qualche motivo, lo sguardo della zia non la convinceva; sembrava che lei stessa fosse insicura su cosa dire.
“Ehm…no, nulla. Vai pure” disse Stormy scuotendo leggermente la testa. Celeste la guardò per qualche secondo, insicura su cosa fare, poi si decise ad uscire.
Stormy si alzò in piedi e si avvicinò alla finestra, una delle poche presenti al castello, che Stormy teneva sempre un po' aperta, a causa della sua claustrofobia. La spalancò completamente, per poi affacciarvici. Il delizioso vento mattutino iniziò ad accarezzare dolcemente il viso ed a spostarle lievemente i capelli. Quello per lei era una ricarica ed allo stesso tempo una specie di rifugio rassicurante. Ogni volta che aveva un'insicurezza, era arrabbiata o era triste per qualcosa, usciva fuori o si affacciava alla finestra per sentire su di lei le dolci carezze del vento. Aveva appena evitato un discorso che cercava di fare da un paio di giorni, ma come ogni volta si era tirata indietro per timore. Quella boccata d'aria l'aveva rassicurata e calmata, ma sapeva che non sarebbe potuta andare avanti così ancora per molto. Chiuse gli occhi. Quella deliziosa arietta fresca era una dipendenza per lei, non avrebbe mai voluto lasciare quella posizione, ma purtroppo non aveva molto tempo da dedicarvici. Riaprì gli occhi e guardò l'orizzonte. Il cielo era quasi completamente limpido, costellato da qualche piccola nuvola bianca. Allungò la mano al di fuori della finestra e nuvoloni grigi iniziarono a ricoprire il cielo ed iniziò a soffiare un vento tempestoso. Stormy sorrise osservando il panorama che aveva creato.
“Così va anche meglio…” disse Stormy incrociando le braccia.
***
Abigail entrò nella stanza in cui era solita prendere lezioni dalla madre.
“A volte credo che tu lo faccia a posta ad arrivare così in ritardo” disse Darcy guardando la figlia assottigliando gli occhi e mettendosi le mani sui fianchi.
“Ritieniti fortunata che sia venuta” disse Abigail incrociando le braccia e guardando la madre con lo stesso sguardo che Darcy le aveva rivolto prima.
“Abbassa i toni, signorina!” disse Darcy puntando il dito verso sua figlia. “Sarei potuta andare a farmi una passeggiata, ma sono qui per farti una lezione che ti servirà, quindi portami rispetto”.
Abigail fu costretta ad annuire, anche se controvoglia. Sua madre sapeva essere molto calma, ma quando perdeva la pazienza, specialmente con lei, capitava anche che alzasse le mani.
“Bene” disse Darcy vedendo sua figlia annuire. “Oggi vedremo di sistemare quell'attacco penoso che fai”.
“Si chiama “Solletico ipnotico”, e non è penoso, è solo da perfezionare” disse Abigail imbronciandosi ed incrociando le braccia.
“Non essere ridicola! Un attacco di questo tipo, anche se funzionasse, avrebbe un effetto molto limitato” disse Darcy alzando gli occhi al cielo, esasperata. “Ora impegnati e fallo come ti ho detto io”.
“Perché il tuo modo di fare le cose è sempre ed assolutamente il migliore, giusto?” chiese Abigail alzando un sopracciglio.
“Ascolta Abigail, ti avviso che sono al limite della sopportazione. Farai le cose a modo mio perché te lo dico io, e finché vivrai sotto il mio tetto dovrai fare ciò che ti dico!” disse Darcy avvicinandosi lentamente alla figlia fino ad esserle a pochi centimetri di distanza.
“E va bene” disse Abigail sospirando ed abbassando lo sguardo.
“Forse iniziamo a capirci” disse Darcy allontanandosi dalla figlia. “Devi solo riporre nelle raggio ipnotico lo stesso tipo di energia che riponi nelle sfere d'oscurità”.
“Non è la stessa cosa, è più complicato” sussurrò Abigail guardando uno dei bersagli presenti nella stanza.
“Avanti, prova” disse Darcy indicando con la mano i bersagli.
Abigail si concentrò e provò a fare ciò che le aveva detto la madre. Lanciò il suo raggio ipnotico contro il bersaglio, scalfendolo appena.
“Che pena” commentò Darcy guardando il bersaglio. “Sul serio non sei in grado di fare di meglio? Io alla tua uccidevo e ammaestravo orchi”.
“Devi per forza umiliarmi così?” chiese Abigail incrociando le braccia.
“Non perdere tempo in chiacchiere! Abbiamo ancora circa due ore per perfezionare questo attacco” disse Darcy per far zittire Abigail.
“Lo so, ma…come sarebbe a dire due ore? La lezione non sarebbe dovuta durare un'ora?” chiese Abigail agitandosi.
“Si, ma hai fatto dieci minuti di ritardo, quindi per punizione rimarrai qui un'ora in più” disse Darcy.
“Ma…ma io non posso rimanere qui per due ore” disse Abigail sempre più nervosa.
“Perché? Hai qualcosa da fare? Qualunque essa sia cancellala o rimandala, tu oggi rimani qui per due ore” disse Darcy dopo aver scosso la testa.
“Beh, ecco…non è una cosa rimandabile…” disse Abigail mettendosi una mano dietro la testa.
“Ah si? Potrei sapere di cosa si tratta?” chiese Darcy alzando un sopracciglio.
“Sono affari miei” disse frettolosamente Abigail.
“Ok, io sono qui per fare lezione, se hai intenzione di passare il resto del tempo a fare la misteriosa puoi anche andartene” disse Darcy avvicinandosi nuovamente alla figlia.
“È esattamente ciò che vorrei fare, al momento” disse Abigail mantenendo uno sguardo fisso con la madre.
Darcy rispose alla provocazione della figlia con un sonoro schiaffo sulla guancia.
“Hai intenzione di continuare?” chiese Darcy incrociando le braccia e guardando severamente la figlia.
Abigail fissò la madre per qualche secondo per poi scuotere lievemente la testa.
“Perfetto” disse Darcy girandosi, dando le spalle ad Abigail. “Ora concentrati e sferra un attacco decente!”.
Darcy si avvicinò ad una scrivania presente all'interno.
Abigail si girò e si accinse ad uscire.
“Abigail! Torna qui, subito!” disse Darcy girandosi di scatto. Stava forse per avere un mancamento, ma si appoggiò alla scrivania. Abigail non sembrava essersene accorta, quindi fece finta di nulla lasciando uscire fuori la figlia.
***
Celeste era in biblioteca, letteralmente sommersa da libri. Era da circa un'ora che sfogliava libri in cerca di notizie interessanti riguardo gli oggetti.
“Ma a che diavolo potrà servire un amuleto anti-individuazione?” disse Celeste leggendo la lista.
“Forse facendo scontrare la forza dell'amuleto con quello dell'incantesimo anti-individuazione di Menlok, si annulleranno a vicenda infrangendo l'incantesimo” disse Abigail avvicinandosi alla cugina.
“Possibile. Ma tu cosa ci fai qui? Non dovresti badare a Zacky?” chiese Celeste chiudendo il libro che aveva in mano.
“Ascolta, io non posso farcela ancora a lungo, vedete di sbrigarvi” disse Abigail.
“Non preoccuparti, ho parlato con Liam e Rod, hanno detto di essere a buon punto, non dovrebbe volerci ancora molto” disse Celeste.
“Bene, perché allora non mi parli di questo incantesimo che vuoi effettuare” disse Abigail sedendosi accanto a Celeste.
“Ti interessa così tanto?” chiese Celeste.
“Voglio sapere per quale nobile causa sto facendo da babysitter ad un piccolo diavolo” rispose Abigail incrociando le braccia.
Celeste si guardò intorno con fare circospetto, probabilmente assicurandosi che Liam e Rod non potessero ascoltarle.
“Ascolta, questa è una cosa di cui non dovrai parlare con nessuno. L'incantesimo è di un genere molto complicato e sarà molto difficile da effettuare, ma per me varrà sicuramente la pena provare. È un incantesimo che serve a…far rivivere” spiegò Celeste guardando un po' timorosa Abigail, aspettando una sua reazione.
“Celeste, è un incantesimo impossibile, non funzionerà” disse Abigail dopo qualche secondo di silenzio.
“Lo so che molto probabilmente non funzionerà, ma anche quella bassissima probabilità che funzioni a me basta per sperarci” disse Celeste.
“Celeste, se questo incantesimo non funzionerà, cosa molto probabile se non sicura, tu starai molto peggio di ora” disse Abigail.
“Credimi, se neanche ci provassi vivrei costantemente col dubbio, e sarebbe peggio” disse Celeste.
“Se mia madre e la zia lo scoprissero ti farebbero milioni di domande sul tuo sentirti senza una famiglia” disse Abigail.
“Si, è probabile” disse Celeste sorridendo. “Ma loro non dovranno saperlo, ok?”.
“Non preoccuparti, non dirò nulla” disse Abigail. “Ma…toglimi una curiosità, perché vuoi farlo?”.
“P-perché voglio farlo?” chiese Celeste incredula. “E c’è anche bisogno di dare delle motivazioni?”.
“Sul serio, vorrei saperle” disse Abigail in modo calmo.
“Beh…perché io vorrei far rivivere mia madre. Lei mi manca, specialmente in questo periodo, e riaverla con me è sempre stato il mio più grande desiderio” disse Celeste con un modo di parlare che lasciava intendere che stesse dicendo un ovvietà.
“Tu stai cercando la perfezione, vero?” chiese Abigail alzando un sopracciglio.
“La perfezione?” chiese Celeste non capendo.
“Vuoi avere la perfezione; dopo anni di maltrattamenti ti sei finalmente ricongiunta con le tue zie, ti sei messa con Liam, ehm…credo che tu abbia trovato anche un'amica, o almeno è ciò che credo io, e ora vorresti anche tua madre indietro…stai cercando la perfezione. Ma sai, mia madre mi diceva spesso che non esiste e mai esisterà la perfezione” disse Abigail.
“C’è sempre una prima volta” disse Celeste alzando un dito.
“Vedremo come finirà” disse Abigail sospirando. “Ora aggiornami un po', come procede per quanto riguarda l'incantesimo per spezzare quello di Menlok?” chiese Abigail.
“Beh, a quanto pare serviranno due oggetti; un amuleto anti-individuazione e un incalanatore di energia particolare, aveva un nome impronunciabile” disse Celeste.
“Sarebbe meglio per il momento dedicarsi di più a questo, altrimenti la zia inizierebbe a sospettare qualcosa” disse Abigail guardando una pila di libri presente accanto a Celeste e prendendone uno.
“Ci avevo già pensato, è per questo che sto facendo ricerche su questo e non sto stressando Liam e Rod affinché finiscano in fretta” disse Celeste. “Ma non preoccuparti, non devi aiutarmi. Piuttosto va a controllare che Zacky non si svegli”.
“Ti avverto: un giorno me la pagherai per questo” disse Abigail per poi girarsi e uscire.
“Vedrò di stare attenta” urlò Celeste per farsi sentire dalla cugina.
***
Abigail entrò nella sua camera e per poco non cadde quando vide al suo interno Stormy, girata di spalle rispetto alla porta. La ragazza cercò di uscire silenziosamente, ma non riuscì nel suo intento.
“Abigail, vieni immediatamente qui” disse Stormy voltandosi verso la nipote.
Abigail guardò timorosa la zia per poi avvicinarvici. Solo in quel momento si rese conto che la donna aveva tra le braccia Zacky, che dormiva beatamente.
“Potresti gentilmente spiegarmi questo?” chiese Stormy cercando di mantenere la calma.
“Beh…” iniziò Abigail mettendosi una mano dietro la testa. “Lui…è un bambino che mi sono fatta affidare da una serva. Volevo darlo a te così che tu potessi esercitati…”.
Abigail guardò timorosa la zia, aspettando una sua reazione. La sua faccia non prometteva bene; sembrava volesse chiederle se fosse pazza.
“Credo che dovremmo farti un corso sulle scuse, perché questa è la più penosa che io abbia mai sentito” disse Stormy alzando un sopracciglio.
“Beh… lui in un certo senso è nostro parente, dovremmo imparare a conoscerlo” disse Abigail facendo un sorriso forzato.
“Temo di non comprendere ciò che la tua la sanissima mente sta pensando” disse Stormy iniziando a perdere la pazienza.
“Lui è il cugino del fratellastro del fidanzato di tua nipote, dovresti proprio fartelo amico…” disse Abigail.
“Basta Abigail, dimmi cosa ci faceva qui questo bambino, chiunque egli sia” disse Stormy.
“Ehm...zia, ma sbaglio, o la pancia sta iniziando a crescere?” disse Abigail tentando disperatamente di cambiare discorso.
“Non cercare di cambiare discorso Abigail! E comunque…si, è cresciuta un po', in ogni caso, vuoi deciderti a parlare?!” disse Stormy, che sembrava stesse per esplodere dalla rabbia.
“Sto badando a lui perché suo fratello non può farlo, così lo ha affidato a Liam, che lo ha affidato a Celeste che a sua volta lo ha affidato a me” disse Abigail cercando d sembrare convincente.
“Non è questo il vero motivo” disse Stormy scuotendo lievemente la testa.
“Perché non dovrebbe?” chiese Abigail alzando leggermente le mani.
“Se fosse stato davvero questo non avresti perso così tanto tempo nell'ideare scuse e nel parlare dei miei cambiamenti fisici” disse Stormy.
“Zia io non posso dirti la vera ragione, cerca di capire” la supplicò Abigail.
“E se io, invece, insieme a tua madre cercassi di capirne la vera ragione?” chiese Stormy.
“Ti prego zia, non dirlo a mia madre” disse Abigail congiungendo le mani e avvicinandole al viso.
“E perché non dovrei?” chiese ancora Stormy.
“Perché mi vuoi tanto bene?” chiese speranzosa Abigail.
Stormy guardò per qualche secondo la nipote, pensosa su cosa fare.
“Ve bene, ma riporta questo bambino da dove è venuto” disse Stormy.
“Grazie zia, ti adoro” disse Abigail saltando letteralmente addosso a Stormy.
“Scendi, sei pesante” disse Stormy scrollandosi la nipote di dosso. “E riprenditi questo coso urlante” disse poi porgendo Zacky, che nel frattempo si era inquietato, ad Abigail.
“Lo riporto indietro come hai detto, grazie ancora zia” disse Abigail uscendo con Zacky.
“Guarda che dopo ne parliamo!” urlò Stormy per farsi sentire da Abigail. Subito dopo scosse la testa. Com'era possibile che si lasciasse sempre convincere da quella peste?
***
Celeste e Stormy erano nell'ufficio di quest'ultima. Celeste aveva trovato le informazioni che le aveva chiesto la zia ed era subito andata a mostrargliele.
“Allora, ho messo dei segnalibri alle pagine che ci interessano” disse Celeste iniziando a sfogliare le pagine di un libro fino ad arrivare a quella su cui era posizionato un segnalibro.
“A quanto pare esistono vari tipi di amuleti anti-individuazione sparsi sui vari pianeti dell'universo. La loro ubicazione dipende dal loro tipo” disse Celeste mentre Stormy l'ascoltava e nel frattempo leggeva la pagina indicatale dalla nipote. “Esistono molti tipi di amuleti, la differenza maggiore dipende dalla gemma che viene usata per crearlo e da ciò dipende anche la potenza dell'amuleto stesso”.
“A noi ne serve uno fatto con uno smeraldo” disse Stormy alzando lo sguardo su Celeste.
“Beh, dalle ricerche che ho fatto quello con lo smeraldo è la varietà più potente, ma anche la più rara” disse Celeste. “Ma ho trovato anche informazioni su quell'amuleto ed ho scoperto che è possibile reperirlo su Domino”.
“Solo su Domino?” chiese Stormy con aria scocciata. “Non voglio rischiare di incorrere in mie certe conoscenze”.
“Purtroppo il libro cita solo Domino, ma se vuoi posso riprendere le ricerche e cercare su altri libri…” disse Celeste alzandosi.
“No, ferma, va bene così” disse Stormy allungando una mano per fermare la nipote. “Piuttosto, siediti, avrei bisogno di parlarti”.
“È qualcosa di grave zia?” chiese Celeste con sguardo preoccupato.
“No, non preoccuparti. È più che altro importante” disse Stormy.
“Ti ascolto” disse Celeste sedendosi.
“Beh, ecco, io…” iniziò Stormy, venendo però interrotta da qualcuno che proprio in quel momento bussò alla porta. Celeste si girò verso la porta, mentre Stormy si alzò per andare vedere chi fosse.
“Cosa c'è?” chiese Stormy dopo aver aperto la porta, trovandosi davanti un servo.
“Mi scusi se la disturbo, mia signora, ma mi è stato chiesto di comunicarle che sua sorella si è sentita male” disse il servo.
“Darcy?!” chiese Stormy. “Cosa le è successo?”. Sentendo quelle cose, Celeste si alzò dalla sedia ed andò a mettersi dietro la zia, per sentire meglio tutto.
“La regina è svenuta pochi minuti fa, al momento la stanno visitando” rispose il servo.
“Mia nipote Abigail è stata informata?” chiese Stormy incrociando le braccia.
“Si, si trova già lì” disse il servo.
“Bene, puoi andare” disse Stormy.
Il servo si inchinò per poi allontanarsi.
***
Stormy e Celeste arrivarono davanti la camera di Darcy. Abigail era già lì e continuava ad andare avanti e indietro nervosamente. Sembrava sul punto di piangere.
“Abigail” disse Stormy andando incontro alla nipote, seguita da Celeste.
“Zia” disse Abigail avvicinandosi alla donna. Era evidentemente spaventata.
“Cos’è successo tesoro?” disse Stormy facendole una carezza.
“Non lo so, dicono che è svenuta, ma è da tanto tempo che la stanno visitando. Insomma, se fosse stato qualcosa di lieve avrebbero finito in poco tempo, giusto?” disse Abigail tutto d'un fiato.
“Aby calmati ora” disse Stormy posando entrambe le mani sulle spalle della nipote. “Non è detto che debba necessariamente essere qualcosa di grave; devono pur sempre fare tutte le analisi del caso”.
“Zia, ma…e se fosse stata colpa mia?” chiese Abigail mentre iniziava a piangere.
“Colpa tua? Ma cosa stai dicendo?” chiese Stormy.
“L’ho trattata male in questi giorni…e se le fosse venuto qualcosa per il dispiacere?” chiese Abigail mentre continuava a piangere.
“Oh, tesoro, non dirlo neanche per scherzo” disse Stormy abbracciando la nipote per cercare di calmarla. “Lo sai che tua madre non è quel tipo di persona”.
“Lo so, ma io l'ho trattata proprio male, sono stata una stupida, e se lei…” disse Abigail, finché Stormy non la strinse a lei impedendole di finire la frase.
“Tesoro, calmati adesso” disse Stormy iniziando ad accarezzarle la nuca. “Smettila di incolparti, non è stata colpa tua”.
“Questo non puoi saperlo…” disse Abigail continuando a piangere. “Zia, io non voglio perderla…”.
“Piccola, basta ora” disse Stormy per poi posarle un leggero bacio sulla nuca.
Oltre a Darcy, Stormy era l'unica in grado di calmare la nipote. Nonostante questo, però, Abigail non sembrò calmarsi del tutto.
“Vuoi che rimanga ad aspettare con te?” chiese Stormy accarezzandole la nuca. Abigail annuì. “Aspetta un attimo”. Stormy si staccò da Abigail e si avvicinò a Celeste, che nel frattempo era rimasta in disparte.
“Ascolta, non me la sento di lasciarla da sola” disse Stormy. “Potresti sostituirmi per un'oretta? Giusto il tempo che finiscano di fare gli esami”.
“Non preoccuparti, ci penso io” disse Celeste. “Appena sai qualcosa però fammi sapere”.
“Ci penso io” disse Stormy.
***
Celeste era nell'ufficio di sua zia Stormy, seduta dietro la scrivania. Leggeva svogliatamente vari documenti diplomatici, ma i suoi pensieri erano ben altri.
E se anche sua zia Darcy avesse fatto la fine di sua madre? Ma Celeste non voleva pensarci, non voleva portare sfortuna; infondo ogni volta che lo faceva le cose andavano male per davvero. Non riusciva inoltre a non pensare a quella considerazione che aveva le aveva esposto prima Abigail, ovvero la ricerca della perfezione. A suo parere, Abigail aveva sempre avuto una vita perfetta. O almeno questo era ciò che credeva lei; una volta entrata nel pieno della sua realtà familiare si era man mano resa conto che la sua vita non era poi così perfetta. In un certo senso aveva sempre sperato di ottenere una vita come la sua, di conseguenza aveva sempre, inconsapevolmente, ricercato la perfezione. La cosa sorprendente era che Abigail fosse riuscita ad arrivare a queste conclusioni in pochi secondi, quando lei aveva dovuto ragionarci un bel po'. Ma ora la “vita perfetta” di Abigail, la sua “vita musa”, come la chiamava lei, rischiava di sgretolarsi con un aggravamento delle condizioni di salute di Darcy. Era un pensiero pessimista, ma Celeste lo era sempre stata. Infondo, la sua era stata una vita formata da una serie di sfortunati eventi e ciò non l'aveva certo portata ad avere un pensiero ottimista. Tutto sommato, però, si era accorta che la sua vita era arrivata più o meno “al pari” di quella della cugina.
Ancora non sapeva che la sua vita, quella che aveva sempre voluto, si sarebbe sgretolata a breve.
***
Stormy ed Abigail erano fuori la camera della strega dell'oscurità, sedute su due sedie che Stormy aveva fatto portare. Abigail si era calmata, ma sembrava essere costantemente sul punto di scoppiare nuovamente in lacrime.
“Aby, vuoi un po' d'acqua?” chiese Stormy.
“No, sto bene così” disse Abigail senza distogliere lo sguardo dalla porta della camera di sua madre, da cui non distoglieva lo sguardo un attimo aspettando che qualcuno uscisse per aggiornarla delle condizioni di Darcy.
“Sei sicura, tesoro?” chiese Stormy malcelando un velo di preoccupazione nella voce.
“Si, sono sicura” rispose Abigail.
In quel momento, un medico uscì dalla stanza di Darcy. Abigail si alzò di scatto, temendo già le peggiori notizie. Stormy si alzò anche lei, ma più lentamente rispetto ad Abigail.
“Parlo io con lui, tu aspetta qui” disse Stormy allontanandosi da Abigail, che la guardò con sguardo incerto sapendo che con tutte le probabilità avrebbe filtrato le notizie da darle.
“Cosa le è successo?” chiese Stormy al medico con tono di voce basso, in modo da non farsi sentire da Abigail.
“Il malessere della regina sembra essere causata da un'entità magica. L'ipotesi sarebbe confermata dalle tracce magiche che abbiamo trovato nel sangue” disse il medico.
“Da cosa crede che sia stato causato?” chiese Stormy incrociando le braccia.
“Forse qualche malattia legata al contenimento del potere, che sono molto frequenti in persone che presentano un potere magico particolarmente grande e sviluppato. Ma potrebbe anche essere qualcosa legato ad un incantesimo da parte di esterni o avvelenamento” disse il medico.
“Ma…crede che sia qualcosa di grave?” chiese Stormy mostrandosi un po' preoccupata.
“Dalle analisi che abbiamo temo proprio di si” disse il medico. A volte Stormy si stupiva di quanto riuscisse ad essere freddo. “Al momento è sveglia, ma è molto debole. Se volete farle visita potete, ma non dovete affaticata. Adesso andrei” disse il medico.
“Certo, vada” disse Stormy abbassando lo sguardo. Sospirò per poi girarsi lentamente verso Abigail, che nel frattempo era rimasta a fissarla, aspettando di essere informata.
“Allora?” chiese Abigail non appena Stormy l'ebbe raggiunta.
“Beh…” disse Stormy cercando di inventarsi qualcosa da dirle.
“Zia, dimmi la verità per favore” disse Abigail capendo al volo le intenzioni della zia.
“Va bene. Non ci sono buone notizie. A quanto pare lo svenimento è stato causato da una fuoriuscita di potere magico, il che è abbastanza grave come cosa” rispose Stormy posando una mano sulla spalla della nipote.
“O santo cielo, lo sapevo” disse Abigail spostandosi bruscamente ed iniziando a camminare avanti e indietro. “Ora come farà? E se il suo potere ne risentisse? E se LEI ne risentisse? E se dovesse aggravarsi e avere una crisi? E se…”.
“Tesoro, calmati ora” disse Stormy. “Andrà tutto bene, vedrai”.
“No zia, non andrà tutto bene” disse Abigail girandosi di scatto verso la donna per poi cominciare a piangere. “Io devo andare da lei”.
“No, ferma” disse Stormy bloccando la nipote che si stava dirigendo verso la camera della madre. “Non vorrai farti vedere da lei in questo stato? In questo momento ha bisogno di un sostegno morale, se ti mostri in questo stato non farai che distruggerla di più”.
“Si, ma se non entro penserà che non mi importa nulla” disse Abigail avvicinandosi nuovamente alla porta della camera di Darcy, prima di essere afferrata per la seconda volta da Stormy.
“Tesoro, aspetta. Asciugati le lacrime e bevi un po' d'acqua, andrà meglio. Queste cose le dico per te” disse Stormy con tono apprensivo.
“Va bene” disse Abigail sospirando. Stormy fece apparire una bottiglietta d'acqua mentre Abigail si stropicciata la faccia con le mani per asciugarsi le lacrime. Dopo che ebbe fatto ciò prese la bottiglietta e bevve un sorso d'acqua.
“Sei un po' rossa in viso, ma va comunque meglio” disse Stormy sorridendo.
Abigail annuì per poi arrivare davanti la porta. Alzò la mano per bussare, ma a pochi centimetri dalla porta si bloccò, rimanendo con la mano sospesa a mezz'aria.
“Che mi tocca fare” sospirò Stormy bussando al posto di Abigail per poi spingere letteralmente Abigail all’interno della stanza.
***
“Ciao mamma” sussurrò Abigail per poi chiudersi la porta alle spalle.
Darcy era sdraiata sul letto. Girò a fatica la testa verso la figlia.
“Ciao Aby” sussurrò Darcy tenendo gli occhi semichiusi per la stanchezza e cercando di mettersi seduta.
“Aspetta, ti aiuto” disse Abigail avvicinandosi ed aiutando sua madre a sedersi per poi sistemarle il cuscino dietro per farla stare più comoda.
“Devo necessariamente svenire per essere trattata bene da te?” chiese Darcy appoggiando la schiena al cuscino.
“Lo so…mi dispiace…” disse Abigail abbassando lo sguardo.
“Non preoccuparti” sussurrò Darcy sorridendo lievemente. “Sono felice che tu sia qui con me”.
“E io sono felice che tu stia bene…beh, più o meno…ma almeno sei sveglia” disse Abigail sorridendo anche lei.
“Ehm, non so se sei stata informata sul mio stato di salute” disse Darcy mentre la sua espressione mutava da serena a seria.
“Si, lo so…ma andrà tutto bene, vedrai” disse Abigail cercando di sorridere in modo rassicurante.
“Lo spero Aby” disse Darcy stringendo, per quanto le era possibile, la mano della figlia.
Improvvisamente, lo sguardo di Abigail mutò, diventando spento come quello di un cadavere.
“Abigail?” disse Darcy cercando di alzare completamente la schiena, fallendo. “Abigail!”. Darcy lasciò la mano della figlia, che subito dopo tornò alla normalità.
“Sono stata io” disse Darcy guardandosi le mani con sguardo impaurito.
“Non preoccuparti mamma, è stato un caso…” cercò di rassicurarla Abigail.
“Allontanati da me, potrei farti ancora del male” disse Darcy guardando negli occhi sua figlia.
“Ma no mamma, non accadrà nulla…” disse Abigail allungando una mano verso la madre.
“Va via” continuò Darcy girandosi dal lato opposto rispetto alla figlia, per evitare un contatto visivo con lei.
“Ma mamma, io…”.
“Ho detto va via!” disse Darcy girandosi di scatto ed allungando una mano verso Abigail. Accidentalmente, le partì un incantesimo che arrivò dritto su Abigail, facendola sbattere contro il muro.
A causa del rumore, Stormy entrò nella stanza.
“Abigail?” disse notando sua nipote che dolorante si staccava dalla parete. “Cos'è successo?”.
“L'ho colpita…io non volevo…” disse Darcy mettendosi le mani nei capelli.
“Non è nulla” disse Abigail.
“Andate via, io sono pericolosa” disse Darcy iniziando a respirare affannosamente.
“No mamma, non lo sei” disse Abigail avvicinandosi.
“Io sono…sono…” Darcy non poté finire la frase poiché perse i sensi.
“Mamma!” disse Abigail fiondandosi su di lei.
“Sta ferma Aby, va a chiamare il medico” disse Stormy avvicinandosi anche lei alla sorella. Abigail fece subito come le aveva detto la zia e corse fuori dalla stanza.
“Darcy! Darcy riprenditi” disse Stormy scuotendo la sorella.
Abigail entrò nella stanza seguita dal medico. L’uomo di avvicinò immediatamente a Darcy e tirò fuori una siringa per prelievi. Infilò l'ago nel braccio della strega, mentre Stormy si metteva davanti la nipote per impedirle di assistere a quello spettacolo.
“Vi pregherei di uscire” disse il medico girandosi verso le due.
“Certo, la lasciamo lavorare” disse Stormy uscendo e trascinandosi letteralmente dietro Abigail.
***
“Vedi?! È sempre colpa mia!” disse Abigail camminando avanti e indietro.
“Abigail, tesoro, se continui ad incolparti non farai che peggiorare le cose” disse Stormy arrivando davanti la nipote, che si fermò. “Non è stata colpa tua, semplicemente si è agitata ed è svenuta, tu non c'entri nulla in questo”.
“Zia, credi che…che lei…” disse Abigail non riuscendo a terminare la frase.
“Ce la farà Aby, ne sono più che si sicura” disse Stormy posando le mani sulle spalle della ragazza.
“Come fai a saperlo?” chiese Abigail.
“Lo so e basta. Tua madre è una donna forte, non si farà certo stroncare dalla prima malattia che le capita” disse Stormy.
Abigail si lasciò abbracciare dalla zia, tenendo lo sguardo fisso sulla porta della camera della madre, lasciandosi forse coinvolgere nell'utopia di vedere sua madre uscire sulle sua gambe.
“Zia, entri con me?” chiese Abigail senza staccarsi dalla zia.
“Non credo sia una buona idea; a te fa impressione il sangue, o te ne sei dimenticata?” disse Stormy cercando forse di sdrammatizzare un po'.
“Lo so, è per questo che ti ho chiesto di entrare con me” disse Abigail.
“Fra noi due non saprei dire chi dovrebbe sorreggere chi” disse Stormy.
Abigail fece un lieve sorriso per poi staccarsi da Stormy.
“Ora dovresti tornare in ufficio, è da tanto che sei qui” disse Abigail.
“Sei sicura di voler rimanere da sola?” chiese Stormy preoccupata.
“Credo che riuscirei a sopravvivere” rispose Abigail sorridendo.
“Va bene” disse Stormy facendole una carezza. “Se vuoi questa notte puoi rimanere qui, se può farti sentire più tranquilla”.
“Non credevo che mi avresti mai dato un suggerimento simile” considerò Abigail.
“Intendevo dire insieme a me, era sottinteso” disse Stormy incrociando le braccia.
“Ora ti riconosco” disse Abigail.
***
Stormy entrò nel suo ufficio. Al suo interno vi era Celeste, intenta a leggere uno dei rapporti degli esploratori. Appena vide sua zia entrare, scattò in piedi, impaziente di avere notizie.
“Allora? Ci sono novità?” chiese Celeste mentre si spostava per far sedere la zia.
“Si, e non sono molto buone purtroppo” disse Stormy sedendosi. “A quanto pare c’è stata un'emorragia magica. Potrebbe essere legata ad una malattia legata ai poteri magici o potrebbe essere una conseguenza ad un avvelenamento. In ogni caso, la situazione mi è sembrata abbastanza grave”.
“Ed Abigail? Lei come sta?” chiese Celeste evidentemente turbata dalla scena a cui aveva assistito in precedenza.
“Lei è distrutta, infatti se sono qui è solo perché mi è parso che si fosse calmata, altrimenti non l'avrei lasciata da sola” rispose Stormy.
“Spero che si risolva tutto per il meglio” disse Celeste.
“Già, anche io” disse Stormy. “Ascolta, ho promesso ad Aby che avremmo passato la notte con Darcy, in questo modo si sentirebbe più sicura, ma conoscendola so che mi parlerà per tutta la nota delle sue preoccupazioni e dei suoi timori ed io dovrò rassicurarla. Considerando ciò, credo che dormire sarà impossibile, quindi mi chiedevo se…”.
“Vorresti recuperare adesso qualche ora di sonno?” chiese Celeste capendo al volo la richiesta della zia.
“Beh, si. Tu saresti disposta a rimanere qui?” chiese Stormy, temendo forse di chiedere troppo alla nipote.
“Certo, non preoccuparti” disse Celeste. “Infondo è il mio lavoro provvedere alle tue necessità”.
“Perfetto, gli impegni di oggi li sai già, ma non devi sentirti obbligata a partecipare a tutti, puoi rinviare dicendo che non sto bene o inventa tu qualcosa. Alle sette puoi considerarti libera, ma anche prima se finisci tutto” disse Stormy per poi aprire la porta. “Buon lavoro” disse poi uscendo.
***
Stormy ed Abigail erano all'interno della camera di Darcy. Abigail era seduta su una sedia accanto il letto di Darcy e le teneva una mano. Alla strega era stato prelevato un po' di sangue a causa della pressione troppo alta, ma ora l'ago le era stato tolto ed Abigail non aveva più problemi nel guardarla.
“Dimmi se sei stanca, vengo io al posto tuo” disse Stormy, che invece era seduta su una sorta di divanetto che Darcy usava abitualmente per controllare i documenti che non riusciva a visionare durante la sua giornata lavorativa.
“Non preoccuparti. E poi, hai più necessità tu di dormire” rispose Abigail senza distogliere lo sguardo da sua madre.
“Sono incinta, non malata” disse Stormy incrociando le braccia.
“Devi comunque stare più attenta a queste cose” disse Abigail. “E comunque, se proprio ti senti a disagio, posso ricominciare a stressarti con ogni tipo di attività altamente pazza e rischiosa”.
“No, tranquilla, mi sta bene la mia situazione” disse Stormy alzando le mani.
“Come sta andando la ricerca per lo zio Derek?” chiese Abigail girandosi verso Stormy.
“Io e Celeste abbiamo ottenuto qualche risultato, ma abbiamo dovuto sospendere tutto per venire qui. Comunque devo dire che siamo a buon punto” rispose Stormy.
Abigail annuì per poi ricominciare a fissare sua madre, senza realmente vederla. Sembrava stesse riflettendo su qualcosa.
“Secondo te” sussurrò poi Abigail. “È questo che prova Celeste?”.
“In che senso?” chiese Stormy.
“Beh…io non so neanche descrivere ciò che ho provato nel provare ad immaginare la mia vita senza mia madre…secondo te lei, ogni giorno, prova la stessa sensazione?” chiese ancora Abigail.
“Non credo che lei provi proprio le stesse cose, infondo a te si aggiunge anche la paura, cosa che lei non prova perché ormai… beh…sua madre è già morta. Ma credo che in un certo senso ci sia abituata” rispose Stormy.
“Non credo che un dolore di questo tipo possa diminuire col tempo” disse Abigail.
“Non intendevo dire questo, volevo dire che forse ora non ci pensa tutti i giorni e quindi non può provarlo. Tu ora non puoi pensare ad altro perché è appena successo…o meglio, non è ancora successo, ma ci stai pensando. Lei invece ormai è andata avanti, quindi non passa tutto il tempo a pensarci” disse Stormy.
Abigail si limitò ad annuire e strinse ancora di più la mano della madre.
“Ehi” disse Stormy. “Non ti accadrà la stessa cosa. Te lo prometto”.
“Parola di strega?” chiese Abigail.
“Beh, per quanto possa essere affidabile…parola di strega” rispose Stormy sorridendo.
 
 
 
 
*In sottofondo si sente la canzone “Hello”*
Ehi, esseri dotati di forza vitale che prima o poi si spegnerà…*piange*. Scusate, e che…è San Valentino e io sono qui, in “abiti da casa”, seduta sul letto con il computer davanti mentre mangio le schifezze più disparate. Ditemi che non sono l'unica, please! Come previsto, ho saltato l'aggiornamento di gennaio (lo so che avete esultato, non negatelo), ma ehi, ehi, ehi, questo capitolo è stato lungo il doppio di un capitolo “normale”, quindi siate contenti…per quanto si possa essere contenti di un tortura raddoppiata. In ogni caso, il capitolo era già pronto ieri, ma ho voluto pubblicarlo oggi perché…perché si, è San Valentino e ho pensato che non devo essere l'unica sola come un cane, e magari potevo farvi compagnia. Colgo l'occasione per farvi gli auguri a questo punto, visto che vi amo tuttiiii! (Beh si, ma non in quel senso…).
Ma prima di andare…una sorpresa. Sono fiera di presentarvi…*rullo di tamburi*
ADAM KADMON!!!
Adam: Che strano posto é questo? E poi perché mi hai chiamato qui proprio il giorno di San Valentino? Coincidenze? Io non credo”.
Me: Ehm…si, perfetto. Allora Adam, cosa ne pensi di ciò che sta accadendo?
Adam: Il simbolo delle quattro T di Trump formano la svastica…coincidenze? Io non credo.
Me: No, non intendevo dire questo. Dicevo, nella mia storia, cosa pensi di ciò che sta accadendo?
Adam: Credo che la tua sia una buff…*lo minaccia con un coltello*, cioè volevo dire una grande opera letteraria che entrerà nella storia della letteratura. Tra l’altro sei nata il giorno prima del giorno della morte di Napoleone, che é anche il titolo di una poesia di Manzoni. Coincidenze? Io non credo.
Me: Riesci a finire una frase senza dire…
Adam: Coincidenze? Io non credo? Io non credo.
Me: Ho capito, sei pazzo. Vuoi rispondere alla mia domanda, ora?
Adam: Va bene. Credo che Abigail possa essere un specie di ibrido, creato grazie a tecniche di ingegneria genetica estremamente avanzate che il governo ci tiene nascoste, ottenuto dall'unione di tre persone creato per alcuni esperimenti ma impiantato accidentalmente nell'utero di Darcy che ha associato la gravidanza ad un rapporto avuto poco prima con un uomo che, guarda caso, è una delle tre persone che ha contribuito alla creazione dell'ibrido. Coincidenze? Io non credo.
Me: Ma sei serio?
Adam: Certo che sono serio. Che letto al contrario sarebbe Oires. Coincidenze? Io non credo.
Me: Ho capito, è stata una buffonata che non ha portato a risultato. A presto Adam.
Adam: Grazie per avermi invitato. E ricorda, quando le cose ti sembrano coincidenze, tu non crederci.
A presto e ancora auguri di buon San Valentinooooo!!!!
Icydarcystormy
 
 
 
 

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Capitolo 31
*** Capitolo 31 ***


Avviso: all’interno del capitolo sono presenti dei flashback (che saranno presenti anche nel prossimo capitolo), che saranno scritti in questo modo.
Buona lettura.
 
Era ormai mattina su Obsidia. Abigail era ancora seduta al capezzale della madre; aveva la testa appoggiata al cuscino di Darcy e dormiva. Stormy dormiva anche lei ed era rannicchiata sul divanetto. Ad un certo punto qualcuno bussò alla porta. Il rumore fece destare Stormy che si alzò ed andò ad aprire la porta, dietro la quale trovò Celeste.
“Buongiorno zia, scusa se disturbo” disse Celeste, sussurrando per non far svegliare Darcy ed Abigail.
“Tu non disturbi mai” rispose Stormy. “Cosa c’è?”.
“Beh, sono le otto” disse Celeste posandosi una mano dietro la testa.
“Sul serio?” disse Stormy alzando di scatto le sopracciglia. “Non ho portato la sveglia, non volevo disturbare Abigail e Darcy”.
“Non preoccuparti, ma credo che chiuderanno un occhio per un problema familiare del genere” disse Celeste incrociando le braccia.
“Si, lo credo anch'io. Ma sarebbe meglio non marciarci troppo sopra e non tardare troppo” disse Stormy. “Io vedrò di svegliare quel bradipo di Abigail e andrò il prima possibile”.
“Perfetto, allora io vado” disse Celeste avviandosi per un corridoio.
“Celeste, guarda che l'esonero per problemi familiari vale anche per te” disse Stormy rimanendo sulla soglia.
“Oh, va bene” disse Celeste girandosi verso Stormy per poi ritornare a camminare.
Stormy chiuse la porta e si diresse verso il letto. Darcy stava ancora dormendo profondamente…o forse non aveva ancora ripreso conoscenza, non era in grado di stabilirlo. Abigail non si era ancora svegliata e stringeva ancora la mano della madre. Stormy si avvicinò alla nipote e le posò le mani appena sotto la mandibola. Le mosse lentamente la testa finché la ragazza non si svegliò.
“Zia, cosa c’è?” chiese Abigail con la voce impastata dal sonno mentre si stiracchiava.
“Dai, alzati, è mattina” disse Stormy.
Abigail si alzò in piedi per poi girarsi verso la madre.
“Non si è ancora svegliata” constatò avvilita.
“Presto lo farà” disse Stormy accarezzandole un braccio. “Ora va a sciacquarti la faccia, la vita deve andare avanti in modo normale”.
Abigail annuì per poi entrare nel bagno della madre, che comunicava tramite una seconda porta con la stanza.
Stormy invece andò a sedersi dov'era seduta prima Abigail.
“La mia sorellina che veglia su di me…sono morta per caso?” chiese Darcy sussurrando.
“Darcy, sei sveglia” disse Stormy in un momento di entusiasmo che finì subito. Stormy infatti si ricompose subito. “Comunque io stavo vegliando su tua figlia, non su di te”.
“Grazie per il servizio di babysitter” disse Darcy. “Ora spostati, dobbiamo andare” disse poi cercando di alzarsi, fermata immediatamente da Stormy.
“Ma sei pazza?” chiese Stormy facendo di nuovo posare la sorella sul letto. “Non riesci neanche a stare seduta, e poi non dobbiamo sottovalutare questa cosa”.
“È strano vederti preoccupata per me, ora non sono più una sorella così orribile?” chiese Darcy alzando un sopracciglio.
“Non lo faccio per te” disse Stormy incrociando le braccia. “Ieri Abigail era disperata, non sopporterebbe un tuo peggioramento”.
“A proposito, dov’è mia figlia?” chiese Darcy sistemandosi meglio sul letto.
“Si sta rinfrescando; cercherò di farle vivere normalmente la giornata” disse Stormy.
“Potresti farmi un piacere?” chiese Darcy guardando la sorella. “Il medico ha detto che potrei avere delle crisi e dei peggioramenti improvvisi. In queste evenienze, cerca di essere vicina a mia figlia”.
“Lo avrei fatto in ogni caso, lo sai” disse Stormy. “E comunque…prima che arrivi Abigail, avrei bisogno di parlarti di una cosa; riguarda Celeste”.
“Le è successo qualcosa?” chiese Darcy.
“No no, niente di tutto ciò, è solo che…stavo pensando di dirglielo” disse Stormy assumendo un'espressione un po' insicura.
“Dirle cosa?” chiese Darcy non capendo.
“Il nostro segreto” disse Stormy alzandosi.
“Ma sei pazza?!” chiese Darcy mettendosi di scatto a sedere, facendo immediatamente una smorfia di dolore. “Rovineremmo tutto e lei non vorrebbe più parlarci”.
“Lei deve saperlo, è un suo diritto” continuò Stormy.
“E quando glielo dirai?” chiese ancora Darcy. “E come troverai il coraggio di guardarla negli occhi e dirglielo?”.
“Non lo so, so solo che lo farò. Credevo fosse giusto avvisarti” disse Stormy guardando seria la sorella.
“Ma quale onore! Grazie della considerazione” disse Darcy girandosi a fatica su un fianco.
“State litigando ancora?!” chiese Abigail entrando nella stanza.
“No, stavamo solo parlando di una questione importante” disse Darcy cercando di apparire più rilassata possibile.
“Di cosa?” chiese Abigail incuriosita.
“Non sono affari che ti riguardano” rispose Stormy.
“Ma non potete dirmi che è una cosa importante e poi non dirmi nulla, mi lasciate enormemente amareggiata” disse Abigail fingendosi abbattuta.
Darcy sorrise, sorpresa dalla capacità della figlia di sdrammatizzare anche le situazioni più tese e complicate. Una cosa che aveva sempre criticato nella figlia, ma che ora trovava piacevole.
“Non perdere tempo e va a prepararti per l’allenamento” disse Stormy incrociando le braccia.
“Ma io vorrei rimanere qui” disse Abigail mettendosi una mano dietro la testa.
“Potrai pranzare qui con tua madre, va bene?” chiese Stormy posando una mano sulla spalla della nipote.
“Va bene…ma ci andrai piano durante l’allenamento, vero?” chiese Abigail speranzosa.
“Per questa volta te lo concedo” disse Stormy. “Ora vado, si sta facendo tardi. Ti aspetto più tardi”.
Stormy uscì dalla stanza mentre Abigail si avvicinava alla madre.
“Sicura di non volere che io rimanga?” chiese Abigail.
“Cosa non faresti per saltare un allenamento?” chiese ironicamente Darcy.
“Non è per questo” disse Abigail abbassando lo sguardo. “Non vorrei che ti sentissi sola…”.
“Sono giorni che mi sento sola, tesoro” rispose Darcy con un sorriso amaro.
“Mi dispiace…” continuò Abigail distogliendo lo sguardo da quello della madre.
“Non sei stata molto carina con me negli ultimi tempi” disse Darcy.
“E va bene, vuoi farmi sentire in colpa? Continua pure” disse Abigail gesticolando con le mani.
Darcy rise lievemente per poi tornare seria.
“Dispiace anche a me, facciamo una tregua?” chiese Darcy allungando la mano verso Abigail.
Abigail la guardò per qualche secondo; era evidente che la discussione non fosse finita, ma era anche vero che una tregua sarebbe stata la soluzione migliore in quel momento.
“Va bene, tregua” disse Abigail stringendo la mano della madre. Dopodiché si posò delicatamente accanto a Darcy per poi appoggiare la testa nell’incavo tra il collo e la spalla della madre.
***
“Non posso credere che mi abbia detto una cosa del genere! Se credeva che sarei stata cattiva dopo ciò che è successo ad Aby ora farà meglio a prepararsi. Questa volta non la passa liscia!”.
Darcy continuava a camminare avanti e indietro davanti la stanza in cui la figlia stava subendo un’operazione.
“Allora dovremmo vendicarci per bene” disse Stormy incrociando le braccia e sorridendo in modo sinistro.
“Vedo che hai avuto un’idea” disse Darcy sorridendo anche lei. “Parla pure”.
“Stavo pensando, farle una delle nostre solite scenate la farebbe soffrire come sempre, ma… e se prima il suo cuore si colmasse di speranza per poi ricevere un’enorme delusione?” chiese Stormy.
“Perfida” commentò Darcy incrociando le braccia. “Mi piace”.

***
 Era arrivata l'ora di pranzo. Celeste e Stormy stavano pranzando insieme in sala da pranzo, mentre Abigail era rimasta con la madre.
“Ieri volevi dirmi una cosa” disse Celeste senza distogliere lo sguardo dal sua piatto.
“Si” disse Stormy alzando lo sguardo sulla nipote. “Beh…non era una cosa importante”.
“Ma ieri sembravi così seria e tesa quando mi hai parlato” disse Celeste guardando anche lei la zia, non capendola.
“Si, beh…non è il momento adatto” disse Stormy liquidando la questione.
Celeste la guardò sospettosa; Stormy si era contraddetta da sola, era evidentemente tesa nel parlare di quell’argomento, il che stava a significare che la questione doveva essere davvero seria. Ma non voleva pressarla, le avrebbe parlato quando ne avrebbe avuto voglia.
“Ascolta, pensavo che potremmo andare su Domino pe cercare quell’amuleto…appena la zia Darcy starà meglio ovviamente” disse Stormy.
“Vorresti far venire anche lei con noi?!” chiese Celeste stupita.
“Assolutamente no, non riesce neanche a stare in piedi. Intendevo dire fino a quando la sua situazione sarà più stabile, così da non dover tornare di corsa per un suo malore” spiegò Stormy.
“Sei sicura di trovare il tempo?” chiese Celeste. La ragazza sapeva che non era la zia ad avere problemi con il tempo, ma lei con gli impegni al palazzo, la ricerca per sua zia e quella per l’incantesimo per far tornare sua madre.
“Certo che lo troverò, però dovremmo organizzarci bene” disse Stormy. “Ma temo che saremmo solo noi due”.
“Solo noi due?” chiese Celeste scettica. “Ma non faremmo più in fretta se fossimo in più persone?”.
“Non ci converrebbe” rispose Stormy congiungendo le mani davanti al viso. “Darcy non potrà venire con noi per ovvie ragioni, Abigail non credo vorrà lasciare sua madre da sola a palazzo e se ci portassimo dei soldati dietro sarebbe troppo appariscente, mentre noi dobbiamo passare inosservate”.
“Capito. Ma credi che sarà pericoloso?” chiese Celeste, più per curiosità che per effettiva paura.
“Non particolarmente. La nostra sarà una ricerca, potrebbero esserci dei pericoli nel caso in cui l’amuleto si trovi in una grotta abitata da animali pericolosi o da bande di briganti armati. Ma in ogni caso nulla di che” rispose Stormy con noncuranza.
“Ma scusa su Domino non abita quella tua vecchia nemica con la personalità di un sasso? Boom?” chiese Celeste.
“Bloom” la corresse Stormy ridacchiando. “Comunque si, ma a lei ho già pensato. Basterà nascondere la nostra aura magica e tramutarci in modo da non farci riconoscere”.
“Non credi che abbiano dei sistemi di sicurezza?” chiese ancora Celeste.
“Probabile, ma roba molto antica e antiquata, non sarà difficile” disse Stormy.
“Sembri molto convinta” commentò Celeste.
“Beh, so bene di chi stiamo parlando. Una gallina che da un giorno all’altro è diventata principessa, me era un titolo puramente onorifico; non si presentava mai al suo palazzo, troppo impegnata con le feste e con quella femmina mancata di Sky” disse Stormy provocando una risata di Celeste. “Poi, così com’è diventata principessa, è diventata regina sposando Sky e facendo la mantenuta mentre Sky fa finta di non essere il re e per qualsiasi cosa chiede aiuto al padre”.
“Non credevo ti tenessi così informata sulle situazioni dei pianeti” disse Celeste.
“Infatti non lo faccio” disse Stormy scrollando le spalle, come stesse dicendo un’ovvietà. “Non ho certo bisogno di vederlo per saperlo”.
“Ma se dovessimo incontrare Bloom?” chiese ancora Celeste.
“Saremo camuffate, quindi lei non si accorgerà di noi… cercherò di trattenere i miei istinti omicidi, ma non prometto nulla” rispose Stormy.
“Scusa per tutte queste domande, ma sono un po’ ansiosa” disse Celeste mettendosi una mano dietro la testa.
“Tranquilla, non mi dà affatto fastidio, anzi è una cosa positiva” rispose tranquilla Stormy.
“Davvero?” chiese Celeste non capendo.
“Certo, una cura “manicale” dei dettagli è una cosa positiva considerando che si tratta di un’operazione organizzata. Forse un giorno ti farò organizzare e guidare qualche spedizione” disse Stormy.
“Cosa?” chiese Celeste sconcertata.
“Intendevo dire fra uno o due anni, quando sarai abbastanza pronta” disse Stromy per tranquillizzare la nipote.
“In ogni caso, quando prevedi di fare questa spedizione, più o meno?” chiese Celeste.
“La zia Dracy inizierà una cura, credo che fra una o due settimane la sua situazione sarà diventata abbastanza stabile” rispose Stormy.
Bene, ancora due settimane per trovare informazioni per la sua ricerca. Infondo non stava andando così male.
***
Abigail e Darcy erano nella camera di quest’ultima. Entrambe stavano mangiando, una un po’ più vigorosamente dell’altra.
“Ma dove lo metti tutto quel cibo? Sei uno stecchino!” chiese Darcy guardando la figlia mentre mangiava.
“Dovresti vedere la cellulite che ho sulle gambe” rispose Abigail alzando lo sguardo sulla madre. “Non hai mangiato quasi nulla…non hai fame?”.
“No, è solo che…il medico ha detto che il mio problema potrebbe essere stato causato anche da avvelenamento…” disse Darcy guardando il suo piatto.
“Allora mangia da me” disse Abigail porgendo il suo piatto alla madre. “Se nel mio piatto ci fosse stato qualcosa mi sarei dovuta sentire male anch’io”.
“No, mi sembri molto affamata” disse Darcy sorridendo.
“Non è che stai cercando di avvelenarmi?” chiese Abigail guardando sospettosa la madre.
“Se avessi voluto farlo ci sarei già riuscita” considerò Darcy alzando un sopracciglio.
“Presuntuosa” sussurrò Abigail abbassando lo sguardo sul suo piatto e ricominciando a mangiare.
“Non hai mangiato ieri sera, vero?” chiese Darcy.
“Beh…mi si era chiuso lo stomaco” rispose Abigail.
“Ti eri spaventata così tanto?” chiese ancora Darcy.
“Ti piace far ribollire il mio orgoglio, vero?” chiese Abigail.
“In effetti è una bella prospettiva, ma te l’ho chiesto solo perché avevo notato che stavi mangiando molto…anche considerando che si tratta di te” disse Darcy.
“Ehi!” disse Abigail. “Comunque…sai già se dovrai sottoporti a qualche tipo di cura?”.
“Beh, dovrò fare una terapia che durerà circa un mese che servirà a rendere stabili i miei poteri e a farmi riprendere le forze” rispose Darcy. “O almeno dovrò seguirla finché non avranno capito a fondo il problema e potranno darmi delle vere e proprie cure più mirate”.
“Perciò non sei in pericolo, giusto?” chiese Abigail speranzosa.
Darcy sembrò riflettere un attimo su cosa dire alla figlia; sapeva che la situazione non era semplice come le aveva fatto capire, ma considerando la reazione che aveva avuto il giorno prima sarebbe stato meglio farle credere che fosse tutto sotto controllo.
“Beh, no. Diciamo che la cura sarà un po’ disabilitante, ma niente che il tempo non risolverà” disse infine Darcy cercando di essere rassicurante. “Ma ora dimmi, com’è andato l’allenamento con la zia?”.
“Alla fine non ci è andata poi così piano…” disse Abigail.
“Mi dispiace, ma se facesse così l’allenamento non servirebbe a nulla” disse Darcy. “Tra un po’ avresti dovuto avere una lezione con me”.
“Si…non vorrai farla lo stesso?” chiese Abigail con sguardo preoccupato.
“No, ma potremmo comunque passare insieme quell’ora” disse Darcy abbassando lievemente lo sguardo.
“Da quando sei così smielata?” chiese Abigail sedendosi accanto alla madre.                             
“Da quando ho rischiato di andarmene” disse Darcy, “E poi mi sono resa conto che da un po’ di tempo passiamo del tempo insieme solo ed esclusivamente durante le lezioni e i pasti”.
“Va bene, per oggi ti accontento” disse Abigail cingendo le braccia al collo della madre.
***
Celeste era nella sua stanza. Molti impegni erano stati rimandati a causa dell’assenza di Darcy, quindi sua zia le aveva dato il pomeriggio libero; un’ottima occasione per dedicarsi alla ricerca per sua madre. Liam e Rod erano riusciti a tradurre tutto il capitolo che le interessava, quindi non le rimaneva che leggerlo. Con sua grande sorpresa Rod non le aveva fatto domande, ma probabilmente Liam lo aveva bloccato.
La ragazza era seduta sul letto e leggeva con attenzione il testo scritto sui fogli che aveva in mano. A distrarla dalla sua attività fu qualcuno che bussò alla porta. Si alzò in piedi e, dopo aver piegato i fogli e averli posti sotto il cuscino per evitare che qualcuno potesse vederli, andò ad aprire. Dietro la porta trovò Abigail.
“Credevo rimanessi con tua madre” disse Celeste spostandosi per far entrare la cugina.
“Si è addormentata” disse Abigail mentre entrava nella stanza. “E ho pensato di farti visita”.
“E non sei rimasta a vegliare sul suo sonno?” chiese ancora Celeste.
“No, e poi è rimasto il medico perché doveva farle un’iniezione di qualcosa” rispose Abigail. “Comunque, sono qui per aiutarti”.
“Nella ricerca per mia madre?” chiese Celeste.
“No, nel metterti i pantaloni. Certo che voglio aiutarti in quello!” rispose Abigail andando verso il letto di Celeste.
“Dov’è il testo?” chiese Abigail guardandosi intorno.
“Si trova sotto il cuscino” rispose Celeste avvicinandosi anche lei al letto e sollevando il cuscino. Abigail prese i fogli e li porse a Celeste.
“Tu leggi, poi io vado in biblioteca e prendo dei libri che contengano le informazioni che ci servono e le cerchiamo insieme” disse Abigail sedendosi sul letto.
“Sono io quella che fa i piani qui” disse Celeste sedendosi accanto Abigail. “Ma…va bene così”.
“Grazie dell’approvazione” disse Abigail facendo una faccia soddisfatta.
“Comunque…seriamente, cosa ti ha spinto a venire qui?” chiese Celeste guardando seria la cugina.
“Ehm…il fatto che non avessi nulla da fare, l’averti fatto una promessa, la voglia di stare un po’ con te…” disse Abigail come stesse dicendo un ovvietà.
“E lasciare sola tua madre? C’è dell’altro” disse Celeste guardando sospettosa la cugina.
“Beh…e va bene. In effetti c’è un altro motivo. Ieri sera non riuscivo a pensare ad altro che a mia madre, ma ciò a cui non riuscivo a pensare era a cosa avrei dovuto fare nel caso non ce l’avesse fatta. In un certo senso credo di aver provato qualcosa di simile a quello che provi tu e…farò di tutto perché tu non provi più quella sensazione” disse Abigail guardando la cugina ma distogliendo a scatti lo sguardo.
“Grazie Aby” disse Celeste sorridendo. “Bene, iniziamo!”.
***
“Una goccia di sangue di una persone con un legame di sangue stretto con la persona da far rivivere” disse Celeste mentre Abigail scriveva su un foglio ciò che le diceva la cugina.
“Bene, per questo basterebbe prendere una tua goccia di sangue” disse Abigail.
“No, qui dice esplicitamente che deve esserci un legame di sangue, ma non deve essere un figlio o un nipote, perché avrebbero anche geni diversi e quindi il sangue non sarebbe abbastanza simile” disse Celeste.
“Beh, allora dovremmo prendere del sangue da mia madre o dalla zia” disse Abigail.
“Si, credo che potrebbe andare bene” disse Celeste. “Ci serve un oggetto che sia stato a contatto con lei”.
“Quindi un suo vestito” constatò Abigail mentre scriveva.
“Lo so, ci arrivo da sola” disse Celeste alzando lo sguardo su Abigail.
“Scusa, stavo solo constatando” disse Abigail alzando le mani in segno di scusa.
“Comunque, non credo sarà difficile da trovare nella stanza dedicata a mia madre” disse Celeste riabbassando lo sguardo sui fogli.
“Non ti sembra tutto un po’ troppo semplice?” chiese Abigail rileggendo la lista che aveva in mano.
“Che c’è di male se una cosa è facile, per una volta?” chiese Celeste esasperata.
“Il fatto che questo è un incantesimo che serve per far tornare in vita una persona, ma ha la stessa difficoltà che c’è nel fare un caffè” disse Abigail rimanendo calma. “Non ti sembra strano?”.
“Non ho ancora finito di leggere, magari una fregatura ci aspetta nascosta negli ultimi righi” disse Celeste.
“Leggi allora, sono curiosa di sapere quale sarà” disse Abigail.
“Serve un po’ del suo sangue…il suo sangue? E dove cavolo troviamo il suo sangue?” chiese Celeste alzando lo sguardo su Abigail.
“Non saprei…” disse Abigail. “Ma forse qualcun altro potrebbe saperlo”.
“E chi?” chiese Celeste non capendo.
“Magari mia madre o la zia sanno qualcosa” rispose Abigail.
“Ma non possiamo certo dire loro ciò che stiamo facendo” disse Celeste.
“Ma noi non glielo diremo” disse Abigail alzando un dito. “Glielo estorceremo con l’inganno. Sono un’esperta in questo”.
“Va bene” disse Celeste. “Dopo vedremo come fare, ora andiamo avanti. Servirà la cosa a cui teneva di più. Ma io non so neanche questo”.
“Possiamo scoprirlo nello stesso modo di prima” disse Abigail. “Ma in questo caso sarà un po’ più semplice: pensandoci non sarebbe così strano se tu chiedessi qualcosa su tua madre”.
“Bene, allora sappiamo come trascorreremo il resto del pomeriggio” disse Celeste.
“Hai finito?” chiese Abigail.
“No, manca ancora un’altra cosa” disse Celeste. “Dobbiamo procurarci dell’acqua presa dal mare di Andros. Per ridare la vita ad una persona bisogna usare ciò in cui si è sviluppata, per la prima volta, la vita stessa…o almeno questo dice qui”.
“E quando e come dovremmo andare su Andros?” chiese Abigail enfatizzando le sue parole con dei gesti.
“Potrei andare io mentre tu mi copri, come abbiamo fatto per andare su Hadrigs” disse Celeste.
“Si, e sai bene com’è andata” disse Abigail scettica.
“A questo penseremo dopo. Ora pensiamo a dove trovare il sangue di mia madre e a scoprire quale fosse il suo oggetto più prezioso” disse Celeste alzandosi in piedi.
“Dovremmo provare prima con mia madre. Ha appena iniziato la sua prima seduta di terapia, sarà un po’ stordita e sarà più semplice estorcerle informazioni senza che se ne accorga” considerò Abigail.
“Approfitteresti della condizione di tua madre?!” chiese Celeste sconvolta.
“Non la costringeremo certo a lavori forzati, alla fine si tratta solo di parlare” disse Abigail per difendersi.
“Sei incorreggibile” disse Celeste scuotendo la testa.
***
Abigail entrò cautamente nella camera della madre. Appena entrata notò sua madre sul letto con una flebo attaccata al braccio.
“Mamma” sussurrò Abigail sedendosi accanto al letto.
Darcy girò lentamente la testa verso la figlia sorridendo a stento.
“Come va? Ti fa male qualcosa?” chiese Abigail un po’ preoccupata.
“No, il dolore non è tra gli effetti collaterali della cura, mi sento solo un po’ stordita” rispose Darcy.
“Ah, bene” rispose Abigial. Si sentiva quasi in colpa nell’approfittare delle condizioni della madre.
“Ehm, ascolta il medico mi ha chiesto di tenerti attiva” mentì Abigail.
“Cioè? Andiamo a fare una corsetta in giardino?” chiese ironicamente Darcy.
“No, devo mantenerti attiva mentalmente” disse Abigail.
“Ma io voglio dormire” disse Darcy posandosi una mano sugli occhi.
“Lo so, ma il completo rilassamento del tuo corpo renderebbe la cura meno efficace” mentì ancora Abigail. Forse aveva un futuro come medico, pensò.
“Va bene” rispose Darcy togliendosi la mano dagli occhi e guardando Abigail.
“Bene, parliamo un po’” disse Abigail. “Vediamo… oltre a questa cura ti faranno altro? Tipo qualche esame, magari un’analisi del sangue?”.
“Beh si, mi faranno un prelievo di sangue per fare delle analisi e cercare di capire le cause precise del mio malessere” disse Darcy. “Iniziano già a preparare la mia tomba” scherzò poi.
“In che senso la tua tomba?” chiese Abigail preoccupandosi di colpo.
“Era una battuta” disse Darcy. “Iniziano a preparare la mia tomba perché mi stanno prelevando sangue”.
“Ehm, continuo a non capire” disse Abigail scuotendo leggermente la testa.
“Quando un re o una regina muoiono, prima di mettere il loro corpo nella tomba, si preleva loro un po’ di sangue e poi viene conservato. A volte finiscono all’interno della tomba stessa e altre in un museo” spiegò Darcy.
“Davvero?” chiese Abigail un po’ smarrita. “Ma…aspetta, quindi anche alla zia Icy hanno fatto la stessa cosa?”.
“Si, lo hanno fatto anche a lei” rispose Darcy, che ormai mostrava di essere sul punto di addormentarsi.
“E dove si trova il suo sangue?” chiese ancora Abigail sperando che sua madre non si addormentasse prima di risponderle.
“Nel museo delle regine, perché?” chiese Darcy cercando di resistere.
“No niente, curiosità” disse Abigail, soddisfatta per aver ottenuto l’informazione che cercava. Ma quando si girò per guardare la madre si accorse che si era addormentata. Abigail si alzò lentamente dalla sedia per non fare rumore, si abbassò cautamente sulla madre per darle un bacio sulla guancia e poi uscì, silenziosa com’era entrata.
***
Abigail e Celeste erano nella camera di quest’ultima; Abigail aveva comunicato alla cugina ciò che aveva scoperto.
“Come hai fatto in così poco tempo?” chiese Celeste sbalordita dalla velocità della cugina.
“In realtà è stato un colpo di fortuna; lo dico sempre io che mia madre dovrebbe scherzare più spesso” disse Abigail.
“Bene, ma ora dobbiamo scoprire qual era l’oggetto più prezioso per mia madre” disse Celeste.
“Ma non dobbiamo disturbare ancora mia madre; quando sono andata era molto stanca e a malapena riusciva a rimanere sveglia” considerò Abigail incrociando le braccia.
“Io in realtà non volevo farlo neanche per ottenere quest’informazione” puntualizzò Celeste alzando l’indice.
“Lo so, era per specificare” disse Abigail alzando le mani. “Ma con la zia Stormy ci parli tu, io la mia parte l’ho fatta”.
“Ma io non sono brava nell’ingannare delle persone come te” contestò Celeste, facendo in un certo senso un complimento alla cugina per portarla a fare ciò che desiderava lei.
“Appunto; non è facendomi complimenti che mi ingannerai. E comunque sarà semplice, chiedere qualcosa su tua madre non apparirà certo strano” disse Abigail.
“Va bene, ma se qualcosa andrà storto darò la colpa a te” disse Celeste incrociando le braccia.
“Ma…” disse Abigail allargando le braccia con faccia sconcertata.
“Già” confermò Celeste annuendo.
***
 Celeste entrò nello studio di Stormy. La strega vi era all’interno, seduta dietro la sua scrivania intenta a leggere e scrivere qualcosa.
“Ciao zia” disse Celeste avvicinandosi alla donna. “Cosa stai facendo?”.
“Mi sto organizzando per quanto riguarda la spedizione su Domino, sto cercando di capire dove potrebbe trovarsi l’amuleto, così da non dover perlustrare tutto il pianeta e perdere moltissimo tempo. Inoltre sto anche scrivendo una lista di nomi che mi piacciono” rispose Stormy senza distogliere lo sguardo dalla sua attività.
“Stai facendo queste due cose contemporaneamente?” chiese Celeste sedendosi dal lato opposto della scrivania.
“Sono entrambe importanti” disse Stormy rileggendo la lista che aveva scritto.
“E quali nomi hai scritto finora?” chiese Celeste.
“Beh, in realtà pochi. Per delle femmine pensavo magari a Raven, Kira, Elettra o magari Darcy” rispose Stormy.
“Darcy? Sei molto ottimista vedo” disse Celeste sorridendo.
“Darcy era anche il nome di mia nonna” si giustificò Stormy. “Ma pensavo anche a Tharma”.
“Tharma? Ma era il nome di…” disse Celeste sconcertata.
“Della mia antenata, lo so. Pensavo che magari chiamando una mia figlia così avrei potuto dare un nuovo significato emotivo a quel nome” disse Stormy.
“Finiti?” chiese Celeste.
“In realtà avevo pensato anche ad Icy, però…” disse Stormy.
“Non credo che a lei importerebbe molto che il suo nome venga usato da te o no” disse Celeste notando l’insicurezza della zia.
“Sono incerta più che altro perché ho pensato che avresti potuto volerlo usare tu” disse Stormy. “Lo so che lei non era certo un tipo sentimentalista”.
“No?” chiese Celeste. “Neanche un po’?”.
“No, per niente. Era la persona più fredda che io avessi mai conosciuto…ma teneva davvero molto alle persone a cui voleva bene, anche se non lo dava a vedere” disse Stormy mentre una dolce nostalgia le riempiva il cuore.
“Forse allora era un po’ sentimentalista anche se non lo dava a vedere” considerò Celeste.
“Può essere, ma noi non possiamo saperlo” disse Stormy.
“Magari aveva degli oggetti a cui teneva particolarmente?” chiese ancora Celeste.
 “Beh, non saprei…forse la lettera che aveva scritto per te…” disse Stormy. “Ma, cambiando discorso, perché sei venuta qui?”.
“Ehm, volevo solo vedere cosa stessi facendo, ma mi sembri impegnata, quindi vado” disse Celeste alzandosi ed uscendo dalla stanza. Al di fuori trovò Abigail che la guardò come a chiederle come fosse andata. Celeste annuì per farle capire che era riuscita nel suo intento.
“Aspetta Celeste” disse Stormy dall’interno della stanza, prima che Celeste chiudesse la porta. “Torna qui, devo parlarti”.
Celeste la guardò per qualche secondo per poi rientrare, chiudendosi la porta alle spalle.
“Cosa c’è?” chiese Celeste.
“Vieni, siediti” disse Stormy  indicandole la sedia su cui la ragazza era seduta poco prima. Celeste andò a sedersi mentre Stormy rimase in piedi.
“Si tratta di ciò che volevi dirmi ieri?” chiese Celeste, impaziente e leggermente spaventata dal comportamento della zia.
La strega non rispose ma continuò a fissare la scrivania, come stesse cercando in essa il coraggio.
“Vedi Celeste, c’è una cosa importante che devi sapere” disse Stormy senza alzare lo sguardo sulla nipote. “Beh...sai che io e tua zia abbiamo deciso di avvicinarci a te un po’ di tempo fa”.
“Già…allora?” chiese Celeste.
“Beh vedi…non è andata proprio come credi tu” disse Stormy alzando timidamente lo sguardo sulla nipote.
“In che senso?” chiese Celeste non capendo ma temendo la risposta di sua zia.
“Vedi…inizialmente doveva essere una… “presa in giro”, ecco” disse Stormy.
“U-una…presa in giro?” chiese Celeste.
“Io e tua zia volevamo fingere di avvicinarci a te per poi, ecco… dirtelo e spezzarti il cuore” disse Stormy non distogliendo un attimo lo sguardo dalla nipote per cogliere ogni sua espressione. “Una cosa davvero orribile, lo so e mi dispiace immensamente, credimi”.
Celeste rimase immobile a fissare la zia; provò più volte a formulare delle parole, ma riusciva solo ad emettere dei suoni non identificati. Avrebbe voluto davvero sparire in quel momento.
“Celeste di’ qualcosa, ti prego” disse Stormy sul punto di piangere.
“Voi…voi avreste lasciato che io mi uccidessi?” chiese Celeste, che non era riuscita a formulare altre frasi.
“Noi…”. Stormy non sapeva neanche cosa dire.
“Vorresti dirmi che è stato tutto una finzione? Quei discorsi di scuse? Quelli per rassicurarmi? Il mio compleanno? Tutto?” chiese Celeste alzandosi con le lacrime agli occhi.
“No!” disse Stormy. “Dopo un po’ di tempo ci siamo rese conto di quanto tu sia meravigliosa e di quanto male ti abbiamo fatto…e abbiamo iniziato ad impegnarci seriamente”.
“Cosa dovrebbe farmi credere che tu mi stia dicendo la verità e che in realtà tu non mi stia mentendo?” chiese Celeste, anche se aveva l’aria di essere una domanda retorica.
“Perché avrei dovuto dirtelo altrimenti?” rispose Stormy iniziando a temere una reazione di Celeste.
“Magari perché, da quel che ho capito, era proprio il vostro piano” disse Celeste mentre una lacrima le rigava la guancia.
“Non mi sarei certo ostinata tanto a farti capire che ora invece sono cambiata, anzi siamo cambiate” disse Stormy mentre iniziava a piangere anche lei.
“Io…io non posso credere che voi l’abbiate fatto” disse Celeste facendo due passi indietro e scuotendo la testa.
“Sul serio tesoro, io non voglio neanche provare a difendermi perché so di essere indifendibile, ma credimi; ora è tutto finito e io ti voglio bene, immensamente” disse Stormy.
“Io vorrei crederti, ma...” disse Celeste, non sapendo come concludere la frase. “Anche se lo facessi, rimarrebbe ciò che avete fatto”.
“Lo so, e non pretendo che tu ci perdoni subito” disse Stormy allungano le braccia verso Celeste. “Voglio solo che tu sappia che tutto ciò che abbiamo fatto per te…o meglio, la maggior parte delle cose che abbiamo fatto per te le abbiamo fatte con sincerità e che potrai sempre contare su di noi”.
Celeste la guardò per qualche secondo per poi abbassare il capo iniziando a piangere silenziosamente.
“Celeste, no…” sussurrò Stormy aggirando la scrivania per raggiungere la nipote. Si avvicinò cautamente a Celeste e la cinse in un abbraccio.
“Piccola io non volevo farti soffrire” disse Stormy rendendosi conto dello stato della nipote. Celeste non ricambiò l'abbraccio, ma rimase a fissare per qualche secondo il pavimento per poi staccarsi dall'abbraccio di Stormy ed uscire.
Stormy sospirò per poi uscire anche lei. Seguire la nipote, al momento, sarebbe stato inutile.
***
Darcy si stava dirigendo verso la sua camera quando Stormy la raggiunge.
“Come sta Abigail?” chiese Stormy preoccupata.
“Sta bene. Ha ancora voglia di fare dell’ironia, il che è un buon segno” disse Darcy. “E tu? Com’è andata con la principessina Celeste?”.
“Bene, credo ci sia cascata in pieno” disse Stormy incrociando le braccia. “Solo…era davvero arrivata al punto di volersi uccidere?”.
“Lo sai quanto siamo perfide e lei non ha un minimo di resistenza” disse Darcy sorridendo in modo sinistro. “Stormy…non ti starai facendo intenerire?”.
“Assolutamente no, stavo solo constatando…” disse Stromy alzando le mani.

***
Abigail bussò alla porta della camera di Celeste. Dopo essere rientrata nello studio di Stormy non l’aveva più vista e non avevano potuto parlare di ciò che aveva scoperto.
“Va via zia!” disse Celeste dall’interno; la voce era ovattata, sembrava stesse piangendo.
“Celeste?” disse Abigail sorpresa dalla reazione di Celeste. “Sono Abigail, posso entrare?”.
Dopo qualche secondo di silenzio, Celeste rispose.
“Entra” disse.
Abigail entrò nella camera. Celeste era seduta sul pavimento con le ginocchia strette al petto e il viso appoggiato alle ginocchia.
“Celeste” sussurrò Abigail avvicinandosi alla ragazza. “Forse in questo momento non è la cosa più importante, ma perché sei sul pavimento?”.
“Perché quel letto non è realmente mio, così come quella scrivania, quell’armadio e tutto ciò che si trova al suo interno” disse Celeste.
“Ma che stai dicendo?” chiese Abigail accovacciandosi accanto alla cugina.
“Tutto una finzione, è stato tutto una finzione” disse Celeste senza alzare il capo.
“In che senso tutto una finzione?” chiese Abigail non capendo.
“Loro non volevano davvero avvicinarsi a me” disse Celeste alzando finalmente il capo e guardando Abigail.
“Mia madre e la zia Stormy? Ma loro…” disse Abigail, rimanendo sconcertata per la notizia.
“La zia ha detto che ora è tutto vero, ma io… non lo so, non so che fare” disse Celeste riappoggiando la testa sulle ginocchia e ricominciando a piangere.
“Io…io non so che dire” disse Abigail abbracciando la cugina.
“Tu…tu non lo sapevi, vero?” chiese Celeste. Abigail, oltre a Liam, era improvvisamente diventata la sua unica certezza e non avrebbe sopportato di sapere che anche lei l’aveva tradita.
“Assolutamente no, altrimenti te l’avrei detto dall’inizio” disse Abigail accarezzando la schiena di Celeste.
“Cosa faccio ora? Dovrei scappare?” chiese Celeste.
“Scappare? No! Cioè…non dovresti, non servirebbe” rispose Abigail.
“Ma io non riuscirei a continuare a stare qui, almeno non per il momento” disse Celeste.
“Ma saresti da sola…e poi tu sei la mia unica amica, non puoi lasciarmi da sola” disse Abigail con voce supplichevole.
“Non lo so Abigail, ormai non so più nulla” disse Celeste.
“Ascolta, cerca di conviverci. Il giorno del tuo compleanno, per esempio, la zia era agitata in un modo incredibile; voleva che tu vivessi un giorno speciale e o è una attrice professionista o il suo era un desiderio sincero” disse Abigail per cercare di far ragionare la cugina.
“Il problema non è questo, il fatto è che volevano ingannarmi, che quando mi hanno fermato dall’uccidermi non lo facevano con intenzione di salvarmi, ma di farmi vivere di più per farmi soffrire” disse Celeste. “Per me è stato già molto difficile perdonare loro tutto ciò che mi hanno fatto, ti rendi conto di cosa significa per me dover sopportare anche questo? Praticamente da quando sono nata non faccio che incassare colpi; tu dici che ora sono sincere, e con tutta la probabilità è così, ma chi mi dice che non lo rifaranno in futuro? Le persone non cambiano così radicalmente in così poco tempo”.
Abigail guardò preoccupata Celeste; ormai era evidente che volesse scappare.
***
 Abigail uscì dalla camera di Celeste. Non riusciva a credere a ciò che le aveva detto la cugina, lei stessa non aveva notato nulla all’inizio, ma forse il “vero cambiamento” era avvenuto più velocemente di quanto pensassero, tanto da non accorgersi di nulla. Ma ora il problema era un altro: Celeste le aveva chiaramente fatto capire di voler scappare, ma lei non voleva che lo facesse; era la sua unica amica e poi sarebbe stata da sola con Menlok in agguato. Le costava ammetterlo, ma doveva dirlo a sua zia; sua madre era fuori gioco e se lo avesse detto a Stormy avrebbe potuto fare qualcosa per fermarla. Sentiva in un certo senso di tradire Celeste in questo modo, ma lo faceva per proteggerla.
Si diresse spedita verso la camera di Stormy; sapeva che con ogni probabilità la strega si trovava lì. Bussò con vigore alla porta ed aspettò che sua zia andasse ad aprirle. Voleva chiederle aiuto, ma sicuramente non si sarebbe risparmiata un discorso da farle…sperando che Stormy fosse del giusto umore per starla ad ascoltare senza inveirle contro.
Stormy aprì la porta; aveva gli occhi arrossati, evidentemente non stava molto meglio di Celeste. Abigail ebbe un’esitazione, forse non sarebbe stato opportuno rinfacciarle ciò che aveva fatto, così rimase qualche secondo a fissarla, indecisa su cosa fare.
“Lo so che vedermi in questo stato non è una cosa di tutti i giorni e che vorresti rimanere qui a fissarmi fino all’anno prossimo, ma potresti dirmi cosa vuoi e poi lasciarmi in pace?” disse Stormy incrociando le braccia.
“Ehm, si, volevo dirti…ma come diavolo vi è venuto in mente di fare una cosa del genere?” chiese Abigail. Ormai si trovava lì, tanto valeva parlarne.
“Ascolta, ci sto già soffrendo abbastanza, quindi se devi farmi il tuo discorso moralista fallo ma sbrigati” disse Stormy stropicciandosi gli occhi.
“Celeste ha avuto una vita molto difficile, non ha mai potuto conoscere sua madre, voi la trattavate come la persona più orribile e disprezzabile dell’universo ed era completamente sola, a parte Liam. Era arrivata al punto di volersi uccidere e voi avete avuto il coraggio di tirarle quest’altro colpo basso?! Con me siete sempre state fantastiche, ma ormai inizio a dubitare di voi” si sfogò Abigail.
“Finito? Bene, io torno ad isolarmi” disse Stormy girandosi dal lato opposto.
“Perché non sei andata da lei?” chiese ancora Abigail.
“Perché sarebbe inutile al momento” rispose Stormy rimanendo voltata.
“Beh, dovresti almeno far sì che rimanga qui” disse ancora Abigail.
“In che senso?” chiese Stormy girandosi verso la nipote.
“Ha intenzione di scappare, me l’ha detto chiaramente prima” continuò Abigail mentre lo sguardo di Stormy mutava da scocciato a spaventato.
“Vuole scappare? E tu l’hai lasciata da sola?” chiese Stormy uscendo dalla sua camera e chiudendosi la porta alle spalle.
“Dovevo pur venirtelo a dire” disse Abigail scrollando le spalle.
“Beh ora vai da lei e controlla che sia ancora lì e che non scappi, io vedrò di risolvere il problema” disse Stormy mentre si avviava per un corridoio.
“Che cosa farai esattamente?” chiese Abigail quando Stormy poteva ancora sentirla.
“Farò in modo che non possa scappare” disse Stormy per poi svoltare un angolo.
“Perché la mia famiglia è sempre così esaustiva?” si chiese Abigail mentre si dirigeva verso la camera di Celeste.
***
Menlok si avvicinò a Derek.
“Oggi, come promesso, una bella spuntatina” disse Menlok accovacciandosi con un coltello in mano.
“Invece che pensare ai miei capelli pensa ai tuoi; quel colore non va di moda da due secoli” disse Derek.
“E devo ringraziare te per questo bel colore, ricordi?” disse Menlok prendendo, dalle punte, i capelli di Derek. Poi mise il coltello a metà della lunghezza di essi e diede un colpo netto, che fece spezzare i capelli.
“Vorresti farmi credere che mi hai appena tagliato i capelli perché quando eravamo bambini ti ho fatto cadere in quel pozzo che ha fatto diventare i tuoi capelli rossi?” chiese Derek.
“No, credo solo che quei capelli lunghi sarebbero potuti esserti d’intralcio durante le battaglie” disse Menlok alzandosi .
“Battaglie?” chiese Derek agitandosi. “In che senso battaglie?”.
“Quelle che farai al mio servizio” rispose Menlok.
“Scordatelo!” disse Derek. “Qualsiasi minaccia tu mi farai non mi farà cedere!”.
“Lo so, infatti ho intenzione di controllarti, ma a questo penseremo dopo” disse Menlok.
“Sai una cosa” disse Derek. “Io mi libererò prima che tu possa fare qualsiasi cosa”.
“Ah si?!” chiese Menlok incrociando le braccia. “E sentiamo, come dovresti fare?”.
“Non sarà affatto difficile imbrogliare una testa vuote come la tua” disse Derek sorridendo.
“Davvero?” chiese Menlok sorridendo in modo sinistro. Si girò dal lato opposto e tese una mano verso la parete rocciosa. Dopo che ebbe fatto uno strano movimento con la mano, nella parete si formò un buco. “Bene, quella è l’uscita. Avanti vai, sto aspettando”.
“Ti conosco troppo bene fratello” disse Derek. “Sapevo perfettamente che avresti reagito in questo modo”.
“Ok, però tu non mi hai ancora fatto vedere il tuo brillante piano in azione” disse Menlok incrociando le braccia.
“Aspetta e vedrai” disse Derek sorridendo.
“Che fai mi prendi in giro?” chiese Menlok abbassandosi all’altezza di Derek.
“Non che sia così difficile farlo” lo provocò Derek. Menlok lo prese per la maglia e lo alzò da terra.
“Hai ancora voglia di scherzare?” chiese Menlok portando il suo viso a pochi centimetri da quello di Derek.
“No, di scherzare no” disse Derek dando un pugno in pieno viso all’altro. Menlok allora bloccò con le mani i polsi di Derek contro la parete. Derek fece un incantesimo che fece sparire i bracciali anti-magia e con uno strattone si liberò dalla presa di Menlok.
“Come diavolo hai fatto? Quei bracciali ti impedivano di usare la magia!” disse Menlok incredulo.
“Ieri parlando con quel tuo servetto da quattro soldi hai detto che per evitare brutti scherzi avevi fatto un incantesimo ai bracciali così che non potessero funzionare a contatto con te. Beh, la cosa buffa è che è stato proprio quell’incantesimo a giocarti un brutto scherzo” spiegò Derek.
“Ma sei in uno stato pietoso, non riuscirai mai a sconfiggermi” disse Menlok lanciando un incantesimo verso Derek.
“Non è nei miei piani” disse Derek sparendo prima che l’attacco lo colpisse.
***
Abigail scese le scale di corsa.
“Non è in camera!” disse Abigail a Stormy, che si trovava alla fine della scalinata.
“Come sarebbe a dire che non è in camera?!” chiese Stormy arrabbiandosi.
“Non è in camera, cosa c’è da spiegare?” disse Abigail allargando le braccia.
“Ok, tu va a cercarla io vado a controllare la sua camera” disse Stormy salendo le scale mentre Abigail andava del lato opposto.
Arrivata davanti la camera di Celeste, Stormy vi entrò. Controllò l’armadio; non sembrava mancare nulla. Anche sulla scrivania sembrava essere tutto normale.
“Non mi immaginavo una tua visita” disse Celeste entrando.
“Oh, scusa se sono entrata, ma ecco…temevo fossi scappata e volevo controllare che fosse tutto a posto” disse Stormy.
“Pur volendo mi sembra impossibile con due guardie ad ogni uscita e le finestre sigillate dell’esterno” disse Celeste incrociando le braccia ed abbassando lo sguardo. “E in ogni caso non avrei preso nulla, tecnicamente queste cose non sono mai state mie”.
“Lo sono invece” disse Stormy. “Ascolta… parliamone, è stato un gesto orribile ma finora è andato tutto bene tra di noi, perché qualcosa dovrebbe cambiare?”.
“Avevo iniziato a credere che le cose fossero cambiate e che sarebbe andato tutto per il meglio, ma questa cosa mi ha fatto capire che voi non cambierete mai” disse Celeste.
“Celeste non pensare questo…” disse Stormy con voce supplichevole. “Vorresti davvero “punirci” per qualcosa che potremmo fare?”.
“Non mi sembra che voi per tredici anni abbiate fatto qualcosa di così diverso” disse Celeste.
Stormy non seppe come rispondere e Celeste uscì dalla stanza.
***
Celeste entrò nell’ufficio di Stormy. Tutte le finestre erano state sigillate, ma sua zia soffriva di claustrofobia; sicuramente almeno la finestra del suo ufficio l’avrebbe lasciata aperta. Infatti, arrivata davanti alla finestra, la trovò socchiusa. Guardò al di fuori di essa per controllare che non ci fosse qualcuno in giardino, aprì la finestra, si alzò in volo ed uscì.
 
 
 
 
 
Ma ciaooooooooo!!!!!
Esattamente in questo giorno, un anno fa, una persona con problemi mentali non identificati iniziava a scrivere la sua storia. Ebbene, questo capitolo è stato terminato esattamente una settimana fa, ma io sono una persona sentimentale e volevo condividere con voi la mia gioia nel festeggiare un anno di torture!
Ah…comunque, ho deciso che la lunghezza media dei capitoli d’ora in poi sarà questa, salvo eccezioni o imprevisti, cosa ne pensate? Un’altra cosa (che non vi interesserà, non ha una minima importanza e potrei tranquillamente non scrivere); sono passata a rileggere i miei primi capitoli e…wow. Ma non quel tipo di WOW! ma più un “wow…”. Quindi, quel è la morale della favola? (O della fiaba? Non mi ricordo mai, che poi arriva la prof: “Quel è la differenza tra fiaba e favola?”. Non lo so, non me lo ricordo!) Insomma, quest’estate credo che passerò a correggere e sistemare un po’ i capitoli. Beh, io ve l’avevo detto che non vi sarebbe importato nulla.
Beh, a prestooooooooooooooooooooooooo (qualche altro miliardo di o)
Icydarcystormy

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Capitolo 32
*** Capitolo 32 ***


“COME SAREBBE A DIRE SCAPPATA?!” chiese Darcy furibonda.
Lei, la sorella e la figlia si trovavano nella camera di Darcy. La strega dell’oscurità era seduta sul suo letto, mentre Stormy ed Abigail erano in piedi accanto il letto.
“Beh…è scappata, è fuggita, si è allontanata dal castello senza dire niente a nessuno…” iniziò Stormy allargando le mani come stesse dicendo una cosa ovvia.
“Avevo capito, Stormy! Ma come diavolo ha fatto?! E tu non hai preso alcuna precauzione per impedirglielo?!” chiese Darcy sempre più arrabbiata.
“Certo che le avevo prese” disse Stormy incrociando le braccia. “Avevo fatto mettere delle guardie ad ogni uscita e avevo fatto sigillare le finestre dall’esterno…ma ho lasciato aperta quella del mio studio”.
“E tu, sapendo che la finestra era aperta, non hai chiuso a chiave la porta?!” chiese Darcy che iniziava davvero ad agitarsi.
“Ero andata solo a prendere un bicchiere d’acqua, cosa sarebbe potuto succedere in quei due minuti?” chiese timidamente Stormy.
“Cosa sarebbe potuto succedere?!” urlò Darcy. Subito dopo, fece un profondo respiro. “Hai mandato qualcuno a cercarla?”.
“Certo che ho mandato qualcuno a cercarla” rispose Stormy. “Sarei andata io personalmente, ma qualcuno deve pur rimanere a palazzo”.
“Ok, ma io non mi fido delle guardie, hanno già dimostrato la loro incompetenza” disse Darcy incrociando le braccia e assumendo un’espressione pensierosa.
“Potrei andare anche io” propose Abigail.
“No Aby, non te lo permetto” disse Darcy.
“Ma mamma, vorresti dirmi che ti fidi più delle guardie che di me?” chiese Abigail indicandosi con entrambe le mani.
“Certo che no, solo non vorrei stare in pena anche per te” rispose Darcy. “Senti, vai da Rudolf e informati su come procedono le ricerche”.
“Va bene” disse Abigail delusa uscendo dalla stanza.
“Ora” disse Darcy non appena lei e la sorella furono sole. “Mi spieghi perché diavolo glielo hai detto?”.
“Non potevamo continuare a nasconderglielo e poi…credevo che avrebbe capito” si giustificò Stormy.
“Cosa avrebbe dovuto capire?! A volte proprio sono io a non capire te” disse Darcy mettendosi una mano sulla fronte.
“Non avremmo certo potuto dirglielo all’inizio, non si sarebbe certo avvicinata a noi, ora che siamo più legate credevo che…” disse Stormy, venendo interrotta dalla sorella.
“Avrà sicuramente capito il motivo per cui non glielo hai detto prima, ma sicuramente non avrà avuto comprensione per il gesto che abbiamo fatto! E perché mai avrebbe dovuto, poi!” disse Darcy esasperata.
“Lo so, contavo di parlarle e magari dimostrarle di meritare il suo perdono, non avevo pensato che sarebbe potuta scappare” disse Stormy.
“Ascolta, sono stanca, è meglio finirla qui” disse Darcy scuotendo la testa. “Piuttosto pensa ad occuparti del palazzo e soprattutto della sua ricerca”.
Stormy preferì non ribattere ed uscì dalla stanza.
***
Celeste si fermò e si sedette su di un blocco di marmo, ubicato su una sorta di scogliera. Le gambe erano immerse nell’acqua; il mare sembrava dare sollievo alle gambe stanche e doloranti per il lungo percorso fatto. Per essere meno visibile aveva preferito camminare invece che volare ed ora era esausta. Intorno a lei il mare cristallino si estendeva in tutta la sua vastità; ogni tanto dalla sua piatta superficie, dovuta alla quasi totale assenza di vento, spuntavano delle code di sirene mentre all’orizzonte si poteva scorgere il palazzo reale in tutta la sua grandezza.
Accanto alla ragazza si trovava una sacca di stoffa marroncina al cui interno c’erano la lettera che Icy aveva scritto per Celeste, una fialetta contenente un po’ del sangue di Darcy, che Celeste aveva preso da quello per le analisi, e una maglia azzurra, appartenuta ad Icy. L’idea di Celeste era di attuare comunque il suo incantesimo e di riportare sua madre in vita, poi le cose si sarebbero sistemate da sole. O almeno era ciò che sperava Celeste ma in ogni caso non poteva permettersi di fallire; non aveva pensato ad un piano B.
***
Stormy era seduta dietro la sua scrivania; aveva il gomito del braccio sinistro appoggiato sulla scrivania e la testa appoggiata sulla mano dello stesso braccio. Aveva invece l’altra mano appoggiata sulla scrivania e continuava a muovere le dita nervosamente; avrebbe avuto tante cose da fare, ma non riusciva a pensare ad altro che non a dove potesse trovarsi Celeste.
Aveva mandato Abigail a chiedere informazioni sulle ricerche di sua nipote, ma ancora non arrivava ad informarla, ma ormai l’attesa iniziava a farle pensare che fosse successo qualcosa di brutto a sua nipote e presto sarebbe impazzita.
Proprio in quel momento Abigail entrò nella stanza per poi richiudersi immediatamente la porta alle spalle.
“Sorvolerò il fatto che sei entrata senza bussare solo perché voglio sapere cosa ti hanno detto” disse Stromy alzandosi e appoggiando entrambe le mani sulla scrivania.
“Sono stati inviati dei soldati da tutte le basi del pianeta, ma non c’è nessuna novità” disse Abigail incrociando le braccia e abbassando lo sguardo.
Stormy sospirò girandosi verso il lato opposto.
“Stai tranquilla zia, la troveremo” disse Abigail cercando di mostrarsi ottimista. “In fondo da qualche parte deve pur essere”.
“Certo, ma potrebbe essere ovunque nell’universo, come faccio a trovarla?!” chiese Stromy girandosi verso Abigail. “Non avrei dovuto dirglielo, non ho fatto altro che rovinare tutto”.
“Non dire così” disse Abigail. “Prima o poi l’avrebbe scoperto…”.
“No, non l’avrebbe scoperto!” disse Stormy enfatizzando le sue parole con dei gesti. “Non avrebbe mai potuto farlo! Se io non gliel’avessi detto ora lei sarebbe qui al sicuro e sarebbe ancora felice, cosa che purtroppo non è successa”.
“Forse non avrebbe potuto scoprirlo, ma il fatto che sia stata tu a dirglielo potrebbe essere una conferma per lei del fatto che le tue intenzioni con lei sono sincere” disse Abigail alzando le spalle.
“O forse del fatto che volevo farla soffrire” disse Stromy abbassando lo sguardo. “E’ stata tutta colpa mia Aby, tua madre aveva ragione”.
“Va bene zia, forse è così, ma piangersi addosso non servirà a nulla” disse Abigail.
“Non ho affatto intenzione di piangermi addosso, infatti” disse Stormy incrociando le braccia.
“Eppure non mi sembra di vedere chissà quali svolte. Non riusciremo mai a trovare Celeste in questo modo, o almeno non in poco tempo e lei potrebbe approfittarne per andare su chissà quale altro pianeta o magari Menlok l’ha appena catturata” disse Abigail alzando le braccia.
“Credi che non lo sappia, Abigail?! Purtroppo questo è l’unico metodo di ricerca che posso utilizzare dato che io non posso allontanarmi dal palazzo” disse Stormy aggirando la scrivania e mettendosi davanti alla nipote. “Darcy potrebbe concentrarsi e cercare la sua posizione, ma… ah, non so che fare” disse poi posandosi una mano sulla fronte.
“Perché allora non mandi me a cercarla?” chiese Abigail.
“E una persona in più che differenza potrebbe mai fare?” chiese Stormy.
“Prova a pensarci; Celeste mi ha dimostrato di essere molto furba, mentre invece le guardie hanno dimostrato di farsi abbindolare anche da una patata, di conseguenza lei potrebbe tranquillamente trovarsi in una delle zone più controllate e riuscire ad ingannare le guardie per non farsi vedere. Se invece andassi io magari uscirebbe allo scoperto e riuscirei a convincerla a tornare con me” spiegò Abigail, convinta di riuscire a convincere la zia.
“Non stai valutando il problema più evidente” disse Stormy alzando un sopracciglio.
“Cioè?” chiese Abigail confusa.
“Cioè il fatto che io non ti lascerei mai andare” rispose Stormy.
“Ma perché?” chiese Abigail.
“Potrei darti decine di motivazioni valide” disse Stormy. “La prima che mi viene in mente è che c’è Menlok in giro; sono già in pensiero per Celeste, non voglio dovermi preoccupare anche per te”.
“Ma io starò attenta” protestò Abigail.
“La seconda motivazione che mi viene in mente è che poco fa tua madre ti ha espressamente vietato di andarci” disse poi Stromy.
“E tu non dirle che sono andata” disse Abigail come stesse dicendo una cosa ovvia.
“Io non posso lasciarti andare, Aby” disse Stormy abbassando il tono di voce come se qualcuno potesse sentire il loro dialogo.
“Zia ti prego, sono preoccupata quanto te per Celeste, tu non puoi andare a cercarla ma io invece si” la supplicò Abigail.
“Se tua madre scoprisse che ti ho lasciata andare a cercare Celeste si strapperebbe le flebo dalle braccia e mi salterebbe addosso, questo come minimo” disse Stormy. “Non puoi chiedermi di mentirle sulla posizione di sua figlia, per non parlare poi del fatto che è già arrabbiata nera con me”.
“Ma tu sei la zia migliore del mondo, tu saresti disposta a coprire la tua nipotina per un po’” disse Abigail congiungendo le mani.
“Si, è vero, sono la zia migliore del mondo, è proprio per questo che non voglio lasciarti andare” disse Stromy. “Potrebbe essere pericoloso”.
“Se si fosse trattato di me non ti saresti fatta problemi a mandare Celeste a cercarmi” disse Abigail incrociando le braccia.
“Questo non è vero” disse Stormy mettendosi le mani sui fianchi.
“Non pensi che sia quello che in questo momento sta pensando Celeste?” chiese Abigail alzando un sopracciglio.
Stormy la guardò per qualche secondo pensando a cosa fare.
“Devi contattarmi e dirmi esattamente dove ti trovi ogni due ore, anzi, ogni ora, anzi no, ogni mezzora” disse Stormy puntando il dito verso la nipote.
“Si, lo sapevo che ti avrei convinta” disse Abigail esultando.
“Già, sei peggio di tua madre…” disse Stromy scuotendo la testa.
“Si, e ne vado fiera. Ora però vado” disse Abigail correndo fuori dalla stanza.
“Fai attenzione!” urlò Stormy sperando che la nipote potesse sentirla.
***
Celeste si chinò e con una fialetta raccolse un po’ dell’acqua del mare di Andros. Non era stato molto difficile per lei arrivare lì, sua zia aveva decisamente ragione; le sue “amiche” fate non avevano un briciolo di cervello, o almeno non abbastanza da erigere barriere protettive decenti, eppure la loro potenza sarebbe dovuta essere più o meno pari a quella delle sue zie. Non appena ebbe finito di riempire la fialetta, decise di riempirne anche un’altra, per sicurezza.
“Ehi, ragazzina” disse un uomo alle spalle di Celeste. “Non puoi stare qui”.
Celeste si girò e vide un uomo con una specie di armatura e un elmo dorati e una specie di lancia in mano. Dedusse che doveva trattarsi di una guardia reale o qualcosa di simile.
“Quest’area è un possedimento reale, è protetta da una barriera magica, come hai fatto ad oltrepassarla?” chiese la guardia.
“Beh, era talmente debole, anche un neonato sarebbe riuscito ad oltrepassarla” rispose Celeste incrociando le braccia ed alzando un sopracciglio.
“Sei un essere magico quindi?” chiese ancora l’uomo.
“Fai un po’ tu” rispose Celeste. “Ora scusami, ma ho delle cose da fare”.
“Cosa sono quelle fialette?” disse indicando i due piccoli contenitori di vetro che Celeste aveva in mano.
“L’hai detto tu stesso, delle fialette” disse Celeste allargando le braccia come stesse dicendo un’ovvietà.
“Non scherzare con me, ragazzina. Sei per caso una strega? Scommetto che lì dentro c’erano delle sostanze nocive che hai liberato nel mare!” disse la guardia mettendosi in posizione d’attacco.
“Caspita, datti una calmata” disse Celeste con noncuranza. “Si, sono una strega, ma le altre cose che hai detto non sono vere… e poi non vedi che sono piene?”.
“Forse però dentro a quelle fialette c’è un qualche tipo di veleno” disse la guardia avvicinandosi lentamente.
“Ma che hai al posto del cervello, barbabietole? Si vede lontano un miglio che è acqua” disse Celeste.
“Ok ragazzina, ne ho abbastanza di te, ora tu mi segui fino al palazzo reale, lì sarai al cospetto della regina e vedremo se avrai ancora voglia di fare la spiritosa” disse la guardia avvicinandosi a Celeste. La ragazza cercò di allontanarsi, ma con uno scatto la guardia le afferrò un braccio. Tirò fuori dalla sua cintura uno spray; lo avvicinò a Celeste e le spruzzò il contenuto sul viso, facendoglielo inalare e facendola svenire.
***
Stormy entrò nella camera di Celeste. Abigail era andata a cercarla, ma pensò che cercando qualche indizio su dove potesse essere andata la nipote avrebbe potuto indirizzare Abigail verso una strada corretta.
Iniziò a guardare nella libreria ma non trovò nulla di interessante. Poi guardò nell’armadio, ma gli esiti furono li stessi. In seguito guardò nei cassetti del comodino che si trovava accanto al letto. Aprì il primo cassetto ma trovò al suo interno solo dei fogli e delle penne. Aprì il secondo e iniziò a frugare al sua interno; sembrava non ci fosse nulla di importante, finché non notò un diarietto nero. Sfogliò velocemente le sue pagine e notò che molte erano scritte e la calligrafia era sempre le stessa; quella di Celeste. Pensò che avrebbe potuto dare un’occhiata veloce, infondo al suo interno potevano trovarsi indizi cruciali per trovare Celeste. Iniziò pian piano a leggere la prima pagina e i ricordi iniziarono ad affiorarle.
La piccola Celeste stava disegnando, sdraiata sul pavimento della sua stanza. Aveva rubato il foglio e la matita ad Abigail, ma non sembrava essersene accorta dato che aveva molti fogli e matite. A Celeste piaceva un sacco disegnare, la aiutava a svagarsi, ma le sue zie, proprio per quel motivo, non volevano che lei disegnasse. Per questo motivo, Celeste faceva molta attenzione a non farsi scoprire.
In quel momento, si incominciò a sentire un rumore di passi provenire da fuori. Qualcuno si stava dirigendo verso la sua camera, dal tipo di suono che emettevano i passi si poteva intuire che la persona che stava camminando indossava delle scarpe col tacco. A quel punto era chiaro che si potesse trattare di sole due persone: Darcy o Stormy. Ma Celeste ormai riusciva a distinguere i passi delle sue zie; quelli che sentiva erano molto decisi e c’era un intervallo molto breve fra un passo e l’altro. Si trattava senza ombra di dubbio della camminata di Stormy.
La bambina decise immediatamente di nascondere “le prove” sotto il cuscino del suo letto per non farsi punire. Subito dopo Stormy entrò nella stanza. Celeste si alzò subito in piedi guardando la zia, come aspettando un suo ordine.
“Vedo che hai messo in ordine questa topaia” disse Stormy girando il dito per indicare tutta la camera.
“Certo zia, come avevi chiesto” disse Celeste abbassando la testa in maniera sottomessa.
“E noto anche che qualcuno qui ha disobbedito” disse Stormy notando una parte del foglio che spuntava da sotto il cuscino. “Mi sembrava di essere stata molto chiara!” disse poi incrociando le braccia e piegando il busto in modo da avvicinare il suo avviso a quello della bambina, che sentendo le zia urlare e vedendola avvicinarsi, sussultò.
“M-mi dispiace molto zia… i-io…” cercò di dire Celeste con sguardo basso, ma la zia le afferrò una manciata di capelli e li tirò, costringendola ad alzare la testa.
“Chiudi quella bocca! Oggi non ho davvero tempo per le tue stupide scuse! Ascolta, l’unico motivo che mi ha spinta a venire qui è che oggi sarebbe stato il compleanno di tua madre, che a causa tua non potrà essere festeggiato, ma solo commemorato” disse Stormy con una punta di disprezzo e rimettendosi in posizione eretta.
“Oh…io, cioè, mi dispiace molto…” disse Celeste abbassando lo sguardo. “A-anche io ne soffro comunque…”.
“Scusa puoi ripetere? Perché temo di non aver capito bene!” disse Stormy riuscendo perfettamente nello scopo di intimidire la nipote, che nonostante questo però, non sembrò demordere.
“Ho-ho detto che ne soffro anche io… era la mia mamma…” disse Celeste dondolandosi da una gamba all’altra.
“TU ne soffri?! TU?!” chiese Stormy mettendosi le mani sui fianchi e abbassandosi di nuovo all’altezza della nipote. “Hai anche il coraggio di dire questo?! Ero venuta qui per farti scrivere una lettera di scuse a tua madre, non avrebbe potuto leggerla, ma almeno facendola ti saresti resa conto di ciò che hai fatto… ma sai una cosa? Con te non ci sono davvero speranze!”.
La bambina indietreggiò fino a trovarsi con le spalle contro una parete.
“I-io… mi dispiace zia…” disse Celeste mentre gli occhi le si facevano umidi.
“Basta! Non è possibile che tu scoppi a piangere per ogni cosa! Ora te lo do io un motivo per piangere!” disse Stormy avvicinandosi minacciosamente alla nipote.
Celeste iniziò a tremare; la piccola aveva così tanta paura che si fece la pipì addosso.
“Ma non ti vergogni?” chiese Stormy incrociando le braccia e guardando la nipote con un ghigno sul viso.
Stormy scosse la testa per cercare di rimuovere quei ricordi dalla sua mente, inutilmente. Quel ricordo era stato un colpo basso, e non poté fare a meno di pensare che per Celeste doveva essere stato molto peggio. Ma non era il momento di deprimersi, era il momento di agire e non era certo commiserando Celeste che l’avrebbe aiutata a tornare a casa, al sicuro.
Decise di andare direttamente all’ultima pagina scritta; in verità non sapeva come mai non ci fosse andata dall’inizio, forse aveva cercato inconsciamente di punirsi per ciò che aveva fatto alla nipote.
Leggendo l’ultima pagina, Stormy notò che Celeste parlava di un incantesimo, ma non spiegava nulla sulla sua utilità, ma parlava di dover cercare un qualcosa su Andros, quindi dedusse che potesse essere andata lì, anche se non capiva in che modo quell’incantesimo avrebbe potuto aiutarla a ricominciare, come diceva Celeste nella pagina di diario.
***
Abigail, nel frattempo, si era allontanata notevolmente dal palazzo. Conosceva bene il modo di ragionare della cugina; probabilmente non si sarebbe alzata in volo e non si sarebbe teletrasportata per non rendere più facile il rilevamento della sua posizione. Di conseguenza, volando, avrebbe potuto avere una visuale più completa e si sarebbe potuta muovere più velocemente rispetto a Celeste e avrebbe potuto raggiungerla.
Non riusciva a pensare che Celeste, letteralmente la sua unica amica, potesse uscire dalla sua vita. Sin da piccola aveva sempre cercato di avvicinarsi alla cugina, un po’ per la pena che provava nei suoi confronti, un po’ per la sua stessa voglia di avere un’amica.
“Abigail? Ti avevo detto di contattarmi ogni mezzora, accidenti! Mi stavo preoccupando”.
“Scusa zia, me ne ero dimenticata. Come mai mi hai contattato?”.
“Intendi oltre a sapere se quell’incosciente di mia nipote è ancora viva? Volevo provare a dirti di ritornare a palazzo, ormai la tua ricerca è inutile”.
“Perché? Hanno trovato Celeste?”.
“No, semplicemente ho ragione di credere che sia su Andros”.
“Ma certo, Andros, come ho fatto a non pensarci?” pensò Abigail, dimenticandosi del fatto che fosse nel mezzo di una conversazione telepatica con sua zia e che lei potesse sentire i suoi pensieri.
“Perché? Perché mai avresti dovuto immaginare che si trovasse su Andros?”.
“Beh, perché… Perché Celeste dice sempre che vorrebbe andare su Andros per le… lastre di ghiaccio che… si formano d’inverno sul mare”.
“Abigail, non dire in giro che mi hai avuta come insegnante…”
“Ok, ma visto che credi che sia su Andros posso andare a cercarla”.
“No Abigail, ti ho detto di tornare qui. Farti prendere parte alle ricerche qui, dove conosci bene il luogo e i suoi pericoli è una cosa, ma di andare in un luogo a te completamente sconosciuto non se ne parla”.
“Ma dai zia, non sarà poi così pericoloso”.
“Abigail, ho detto di…”.
“Perfetto zia, io vado!”.
Dopo la conversazione con sua zia, Abigail virò a destra, così da raggiungere l’Obelisco del Corvo, un obelisco fatto costruire da sua madre e da sua zia come portale per i mondi. Ogni “girone” fungeva da portale per un mondo, per questo era molto alto.
Arrivata davanti l’obelisco, si alzò in volo per poterlo osservare meglio, fino a trovare il girone che le serviva. Una volta trovato quello per Andros, riconoscibile dalle conchiglie e dall’effige della famiglia reale terrestre e acquatica, ci si posò sopra e, dopo aver pronunciato il nome del pianeta, il suo corpo sembrò sciogliersi e diventare tutt’uno con la pietra.
***
Celeste si risvegliò, ma quando aprì gli occhi non riuscì a vedere nulla. Si rese conto che l’aria sembrava mancarle e che qualcuno la stava tenendo per le braccia e la stava trascinando. Cercò istintivamente di ribellarsi.
“Sta ferma streghetta, altrimenti ti stringo quel sacco attorno al collo e ti faccio morire d’asfissia” disse una voce maschile strattonandola e riprendendo a trascinarla. Ad un certo punto le sembrò che il suo “rapitore” avesse aperto una porta, finché non la gettò in malo modo per terra. La ragazza cercò subito di alzarsi, ma l’uomo la fermò lasciandola in ginocchio e togliendole di scatto il sacco che le impediva di vedere. La ragazza si trovò in una stanza molto grande, le pareti erano chiare con delle rifiniture colorate. Da quel che sapeva sul mondo di Andros, quello poteva essere solo il palazzo reale. In quel momento si rese conto di trovarsi nella sala del trono, cosa che dedusse dalla presenza di due troni dorati a qualche metro da lei. Su di uno era presente una donna di colore; aveva i capelli castano scuro e ricci e li avevi raccolti in un’acconciatura elaborata e i suoi occhi erano grandi e color oceano.
Al suo fianco, un uomo che sembrava avere più o meno la sua stessa età; aveva i capelli tagliati corti, di un colore a metà tra il grigio e il blu. Aveva sul volto un’espressione dura ma allo stesso tempo strafottente, troppo anche per essere il re.
“Una giovane strega, presumo” disse Aisha incrociando le braccia e appoggiando la schiena allo schienale del trono.
“Sua maestà la fidanzata dell’Universo Magico, presumo” rispose Celeste tenendo testa alla fata.
“Che insolente, come osi?!” disse Aisha sporgendosi dal trono e posando con forza la mani sui braccioli. Poi sospirò. “E’ inutile discutere con te, tanto voi riuscireste a sputare veleno in qualsiasi circostanza”.
“Pregiudizi del genere sulle streghe? Meno male che è lei ad essere la buona” disse Celeste alzandosi in piedi.
“Non mi sembrava di averti detto di poterti alzare” disse Aisha accigliandosi. “Comunque, il mio “pregiudizio” non era certo indirizzato alle streghe”.
“Ah no? E a chi? Alle belle ragazze albine?” disse Celeste passandosi una mano tra i capelli.
“Sei proprio identica a lei” disse Aisha scuotendo la testa.
“Come scusa?” chiese Celeste posandosi le mani sui fianchi.
Aisha si alzò in piedi e si diresse a passo lento verso Celeste.
“Beh, il tuo aspetto, ma soprattutto la tua sfrontataggine ti precedono” disse Aisha quando le fu proprio di fronte. “Credimi, saranno passati tanti anni, ma riconoscerei quei lineamenti anche fra vent’anni”.
“Si vede così tanto?” chiese Celeste alzando un sopracciglio. “Non immagini che complimento tu mi abbia appena fatto”.
“Immagino” disse Aisha. “Ma purtroppo questa volta non ti ha giovato un granché dato che mi ha permesso di riconoscerti subito”.
“Dovrei spaventarmi perché la regina delle gambe aperte mi minaccia?” chiese Celeste incrociando le braccia e sorridendo con aria di sfida.
“Come ti permetti, ragazzina?!” disse l’uomo seduto sull’altro trono, che nel frattempo aveva assistito alla scena.
“So difendermi da sola, Nex” lo ammonì Aisha. “Come ti chiami ragazzina?”.
“Celeste” disse la ragazza.
“Bene Celeste, sappi che ne dovresti avere di paura nei miei confronti, sappi che io e le Winx abbiamo sconfitto tua madre e le tue zie una marea di volte” disse Aisha.
“Lo so, e so anche che mentre voi avete passato questi anni a festeggiare, sposarvi, mettere su famiglia e fare le reginette della Dimensione Magica, le tue nemiche si sono tenute attive con allenamenti quotidiani e con dei veri e propri scontri” disse Celeste.
“Questo è ciò che credi tu” disse Aisha alzando un sopracciglio. “Noi Winx saremo anche fuori allenamento, ma abbiamo passato questi ultimi anni, oltre a goderci la vita dato che ce lo meritavamo, a cercare le Trix, di conseguenza credo che tu oggi mi sarai molto utile”.
“Perché? Vuoi uccidermi così da avere la tua vendetta?” chiese Celeste incrociando le braccia.
“Non sono un mostro, non ucciderei mai un’innocente” disse Aisha avvicinandosi ulteriormente a Celeste. “Ma se io ti stropicciassi un pochino attirerei la tua dolce mammina qui, giusto?”.
“Non credo che mia madre verrà qui” disse Celeste con sguardo impassibile.
“Fammi indovinare, non è neanche in grado di provare affetto verso sua figlia, dico bene?” chiese Aisha.
“Non è così” disse Celeste iniziando ad arrabbiarsi. “Semplicemente al momento si trova in tutt’altra parte dell’universo, sai, doveri a cui deve adempire e da cui non scappa, ma cosa puoi capirne tu…”.
“Allora dovrò essere dura, così tanto che dovrà correre qui anche dal pianeta più lontano da Andros che esista” disse Aisha afferrando un braccio della ragazza.
***
Stormy aveva cercato di comunicare con Abigail un sacco di volte, non riuscendoci aveva provato a rintracciarla, ma invano.
“Zia, scusami, ma non riuscivo a comunicare con te a causa del teletrasporto su Andr…”.
“TORNA IMMEDIATAMENTE QUI O NON RIUSCIRAI DAVVERO A COMUNICARE, MA PER UN MESE!!!”.
“Ma io…”.
“NON HO FINITO! MI SPIEGHI PERCHE’ DIAVOLO TI SEI RESA INRITRACCIABILE?!”.
“Beh, non volevo essere trovata da te… mi hai addestrata bene”.
“Ora per piacere torna qui”.
“Ma ora sono qui e anzi, credo di aver visto qualcosa di sospetto”.
“Non mi importa se sei già lì, devi tornare. Comunque, cosa intendi con qualcosa di sospetto?”.
“Ho visto una guardia entrare nel palazzo con una ragazza svenuta tra le braccia. Aveva una specie di sacco sulla testa, ma ne uscivano dei capelli argentei e il fisico mi è sembrato quello di Celeste”.
“Ho capito, tu torna immediatamente qui, andrò io su Andros a controllare”.
“Vedo dalla finestra che è Celeste”.
“Spostati subito di lì”.
“Aisha le ha afferrato un braccio, credo che voglia farle del male… zia vieni qui! Fai presto!”.
“Che succede? Abigail?”.
La comunicazione terminò. Doveva essere successo qualcosa.
Stormy si alzò dalla scrivania e, uscita dalla stanza, chiamò a pieni polmoni un suo servo.
“Mi dica, mia signora” disse il servo abbassando il capo.
“Vai in sala riunioni e avvisa che tutte le attività di oggi sono annullate” disse Stormy incamminandosi per un corridoio a passo svelto.
“Mi permetta, mia signora, ma mi sono sembrati tutti piuttosto nervosi” disse il servo seguendo Stormy.
“Dì loro che è una questione familiare estremamente importante. E già che ci sei, chiedi anche al medico se può prescrivere a mia sorella un sonnifero o qualcosa per farla dormire, ne ha bisogno” disse Stormy separandosi definitivamente dal servo.
“Questa volta te la faccio pagare, fatina dei miei stivali” sussurrò Stormy smaterializzandosi.
***
Aisha e Celeste erano all’esterno del castello. Aisha aveva legato la ragazza ad un palo.
“E adesso?” chiese Celeste.
“E adesso ci divertiamo” rispose Aisha. “Ora, io non amo la violenza e cercherò di evitarla. Ti farò delle domande; se tu collaborerai non ti farò nulla, se invece non lo farai…beh, temo che ti troverai qualche livido a forma di frusta”.
“Meno male che sei poco violenta” commentò Celeste mentre cercava di sistemarsi in modo più comodo.
“Smettila di farmi perdere tempo e iniziamo” disse Aisha incrociando le braccia. “Come prima domanda, tua madre e le tue zie, suppongo siano ancora insieme, sono forse a capo di qualche pianeta?”.
“Possibile” rispose Celeste.
“Te la valuterò come risposta collaborativa” disse Aisha sospirando.
“Wow, non credevo che fossi così compassionevole” la prese in giro Celeste.
“Va bene, su quale pianeta vivete?” chiese ancora Aisha.
“Tira fuori la frusta” disse Celeste abbandonando la sua posa rigida. Aisha seguì immediatamente il consiglio della ragazza e scoccò una frustata sulla gamba destra di Celeste.
In quel momento, una guardia uscì dal castello, tenendo e strattonando Abigail.
“Ce n’è un’altra” disse la guardia lanciando letteralmente Abigail ai piedi di Aisha.
“Che modi” commentò Abigail alzandosi sulle ginocchia e pulendosi la maglia. “Scommetto che non ce l’hai una fidanzata”.
“Ma tu guarda, da quel che vedo la ghiacciolina non è l’unica ad essersi data da fare” disse Aisha guardando Abigail. “Devo aspettarmi forse una qualche specie di bambino-tempesta da un momento all’altro?”.
“Fai la spiritosa, presto arriverà nostra zia” disse Abigail alzandosi in piedi.
“Vostra zia? Suppongo Stormy. Le vostri madri continuano ad utilizzarla come schiava?” chiese retoricamente Aisha. “In ogni caso, questo è assolutamente ciò che voglio, ma visto che ne arriverà una sola, continuo a farvi domande, chissà che tu ti mostri più ragionevole”.
Con un gesto della mano, Aisha creò delle corde di Morfix che si strinsero attorno ad Abigail.
“Ti farò la stessa domanda che ho fatto a tua cugina: su quale pianeta abitate?” chiese Aisha.
“Su un pianeta che non è questo” rispose Abigail impassibile. Di risposta, Aisha le schiocchò una frustata sul braccio.
“Non credevo che le fate fossero così violente” disse Abigail.
“In genere non lo sono, ma da quel che vedo voi vi stavate aggirando per il mio pianeta e, cosa che posso capire dalle vostre risposte poco collaborative, non avete buone intenzioni” rispose Aisha.
***
Stormy era apparsa davanti l’obelisco precedentemente utilizzato da Abigail. Sarebbe voluta sparire direttamente su Andros, ma la barriera di sicurezza piazzata attorno al pianeta glielo impediva.
Una voce maschile colse improvvisamente la strega delle tempeste.
“Speravo di trovarti, ma no credevo che l'avrei fatto qui”.
“Derek!”. La strega si girò e si lanciò letteralmente verso il compagno, facendo cadere entrambi al suolo.
“Stormy, non dovresti fare questi movimenti” disse Derek cercando di mettere il busto in posizione eretta.
“Mi sei mancato moltissimo” disse Stormy per poi baciarlo con foga.
“Anche voi a me” disse Derek sorridendo e posando le mani sul ventre della strega, trovandolo più prominente di quanto ricordasse.
“Avrei tante cosa da dirti, ma… non so davvero da dove cominciare” disse Stormy.
“Forse dovremmo cominciare alzandoci” disse Derek alzandosi con in braccio Stormy.
“Ho capito, rimandiamo a dopo” disse Stormy aggrappandosi con le braccia al collo dello stregone e guardandolo sorridendo.
“Ho tante cose da spiegarti, ma non credo che questo sia il posto giusto” disse Derek guardandosi intorno. “A proposito, come mai sei qui, nel bel mezzo della foresta?”.
“È vero, Andros! Le ragazze!” disse Stormy liberandosi dalla presa di Derek ed avvicinandosi al portale di pietra.
“Temo di non capire” disse Derek mettendosi una mano dietro la testa.
“Celeste è scappata ed è andata su Andros per un motivo che non mi è ancora chiaro e quella decelebrata di sua cugina l'ha seguita. Ha detto che Celeste era con Aisha, ma poi credo che le sia successo qualcosa” spiegò Stormy iniziando a salire i “gradini” dell'obelisco fino ad arrivare a quello di Andros.
“E stai andando lì da sola?” chiese Derek.
“Avevo dato per scontato che mi avresti seguita” disse Stormy girandosi verso il compagno.
“Certo che vengo con te” disse Derek raggiungendo Stormy. “Ma in realtà mi riferivo a Darcy… insomma, non viene con te?”.
“Te lo spiego dopo” disse Stormy per poi pronunciare la formula e sparire insieme a Derek.
***
“Cely, come usciamo da questa situazione?” disse telepaticamente Abigail.
“Non lo so, magari potremmo attaccarla insieme sfruttando il fattore sorpresa”.
“Non credo sia una buona idea. Una volta ho provato a combattere con la zia mentre utilizzava realmente tutta la sua potenza e non riuscivo neanche ad avvicinarmi senza essere colpita; considerando che dovrebbero essere più o meno allo stesso livello non credo che avremmo qualche possibilità di farcela”.
“E allora come facciamo?”.
“L'avevo chiesto io a te”.
“Beh, non mi vengono in mente piani”.
“Dai, sei tu l’ideatrice di piani nel nostro duo”.
“Beh… hai provato a contattare la zia?”.
“Ci ho provato ma sembra che sia impossibile comunicare con qualcuno al di fuori di questo pianeta”.
“La fata è stata intelligente, ma non abbastanza da impedire a noi due di comunicare”.
“Ok, non ci serve più un piano”.
“Come mai?”. Celeste si girò verso Abigail con aria interrogativa.
“Sono riuscita a comunicare con la zia”.
“Ma scusa come hai fatto?”.
“A quanto pare sono appena arrivati su Andros”.
“Arrivati chi?”.
“Lei e lo zio Derek…non mi ha detto altro, credo che ora dovremo solo aspettare”.
“Ok, ma dovremmo allenarci nel ragionare sotto pressione”. Con questa frase, Celeste chiuse la comunicazione telepatica.
“Ehi, ragazze, volete decidervi a rispondere?” chiese Aisha. “Le Trix hanno per caso avuto altri pargoli?”.
“Non sono cose che possono esserti utili” disse Celeste.
“Allora perché non me lo dite?” considerò Aisha.
“Perché non sono cose che ti riguardano sgualdrina…” disse Abigail.
A quel punto, Aisha scoccò una frustata ad entrambe.
***
“Io la uccido!” disse Stormy cercando di alzarsi ma venendo subito bloccata da Derek.
I due erano appostati dietro una roccia, osservando le mosse della regina di Andros.
“Devi essere paziente Stormy” le disse Derek.
“Paziente? Quella fatina dei miei stivali le sta frustando!” disse Stormy.
“Lo so, ma molto probabilmente il suo intento è proprio questo; vuole farvi arrabbiare così che andiate a salvare le ragazze, uscendo però allo scoperto” disse Derek.
“Cosa importa?! Io posso sconfiggerla!” disse Stormy stringendo i pugni.
“Ovvio tesoro, ma non credi che sia meglio cercare di non combattere dopo tutto ciò che ti è successo?” considerò Derek.
“Va bene, hai ragione, ma cosa dovrei fare? Non posso mica restare a guardare!” disse Stormy.
“Aspettiamo qui, comunichiamo con loro e cerchiamo il momento giusto e il modo per farle arrivare qui, dopodiché torneremo al portale e torneremo a casa” propose Derek.
“Può funzionare, ma come facciamo a liberarle a farle arrivare qui senza che lei se ne accorga?” chiese Stormy.
“Tua nipote Abigail potrebbe creare una copia di se stessa e una di Celeste qui dove siamo noi, poi potrebbero fare un incantesimo per scambiarsi con le copie trovarsi quindi qui” disse Derek.
“Da quando sei così bravo a ideare piani?” chiese Stormy alzando un sopracciglio.
“Il soggiorno da Menlok è stato terribile, ma allo stesso tempo ho in un certo senso allenato la mente” rispose Derek.
“E nel farlo ti si sono accorciato i capelli?” lo prese in giro Stormy.
“Menlok me li ha tagliati…ma a proposito di Menlok, come hai fatto a sapere che ero io e non il mio clone?” chiese Derek.
“Quando ti ho abbracciato ho fatto un incantesimo di riconoscimento… se non fossi stato tu ti avrei folgorato” disse Stormy con naturalezza.
“E comunque nel nostro duo sono sempre stato io la mente” disse Derek.
“È tantissimo tempo che non agiamo noi due insieme” constatò Stormy.
“Lo so” disse Derek. “Ma ora non è il momento, dobbiamo salvare le ragazze”.
“Oh certo, le ragazze” disse Stormy fidandosi nella direzione si Celeste ed Abigail.
“Aby, contatto te perché non so se Celeste mi risponderebbe, ascolta, abbiamo un piano. Se riesci, crea una copia di te e di Celeste, ma devi ubicarle qui”.
“Va bene, ma poi cosa facciamo?”.
“Dopo farai un incantesimo per scambiarvi con i cloni. Dopodiché ce ne andremo”.
“Ok zia, ma non so se riuscirò”.
***
Abigail cercò di fare come le aveva detto Stormy, ma appena iniziò a concentrarsi Aisha perse la pazienza.
“E va bene!” disse. “Ora sono stanca! Dato che non collaborate, dovrò utilizzarli come esca facendovi solo male, dato che le domande non servono a nulla”.
La fata iniziò a frustare a turno le due ragazze, sempre con più forza.
***
“Posso ucciderla ora?!” chiese Stormy voltandosi di scatto verso Derek.
“Si, va bene. Ma fai atten…” disse Derek, non riuscendo a finire la frase dato che Stormy si fiondò verso la fata.
“Stormy, aspetta!” disse Derek alzandosi in volo e seguendo Stormy.
“NON TOCCARLE, PALLONE GONFIATO!”. Stormy arrivò prendendo di sorpresa Aisha ed afferrandola per il colletto.
“In qualche modo dovevo attratti, stregaccia” disse Aisha stringendo i polsi della strega.
“SONO DELLE RAGAZZINE, RAZZA DI IDIOTA” disse Stormy lanciando di peso la fata verso il suolo.
Nel frattempo, Derek con un incantesimo liberò Celeste ed Abigail, che subito si alzarono in piedi e iniziarono a massaggiarsi i polsi.
“Io cerco di trascinare via la zia così che non si faccia del male, voi rimanete qui” disse Derek per poi alzarsi in volo e dirigersi a gran velocità verso il combattimento.
“Ho aspettato anni, ma finalmente potrò tirarti quei capelli ricci uno a uno” disse Aisha lanciando del morfix contro Stormy, avvolgendola e poi tirandola verso il suolo.
Il morfix si dissolse, ma Stormy, ancora stordita, non si rialzò. Aisha approfittò subito della situazione preparando una sfera morfix da lanciarle contro, ma quando lo fece un alto muro fatto di roccia si levò dal terreno proteggendo la strega dal colpo. Derek si posò subito dopo accanto alla compagna e l’aiutò ad alzarsi.
“Grazie Derek, ce la faccio” disse Stormy staccandosi dalla presa del compagno. “Sono anni che aspetto di fulminarle il cervello”.
“Beh potrai aspettare un altro po’ allora” disse Derek mentre Aisha sorvolava e lanciava un nuovo attacco verso Stormy. La strega questa volta si fece trovare pronta e schivò l’attacco per poi alzarsi lievemente da terra e lanciare un fulmine contro la fata.
“Cosa intendi dire?” chiese poi Stormy al compagno, mentre schivava un attacco di Aisha e creava un tornado da lanciarle.
“Parte dei tuoi poteri non può essere utilizzata adesso, serve per la creazione dei poteri dei gemelli, non puoi affrontare lo scontro adesso” disse Derek mentre all’attacco di Stormy aggiungeva un suo raggio d’energia, così da tener occupata Aisha per un po’.
“A volte vorrei che fossi meno apprensivo” disse Stormy mentre aumentava la potenza del suo tornado, che riuscì finalmente a catturare Aisha e a farla roteare vorticosamente finché non venne sballottata fuori, schiantandosi al suolo.
“Approfittiamone, andiamo” disse Derek prendendo Stormy per un braccio e portandola verso Abigail.
“Celeste?” chiese Stormy guardandosi intorno.
“Beh, è andata via…” disse Abigail mettendosi una mano dietro la testa.
“Come sarebbe a dire è andata via?” chiese Stormy arrabbiandosi. “E tu non l’hai fermata?”,
“Ci ho provato, ma è sparita nel nulla mentre parlavo” disse Abigail. “Comunque dobbiamo tornare a casa, ma madre mi ha contattata e mi ha chiesto di andare da lei”.
“Ma non possiamo lasciare Celeste qui” disse Stormy allargando le braccia, mentre alle sue spalle Derek cercava di parare i colpi che Aisha, ripresasi, aveva iniziato a lanciare contro la strega delle tempeste.
“Non credo che sia rimasta su Andros” disse Abigail.
“E cosa te lo fa pensare? Abigail, voi due mi state nascondendo qualcosa” disse Stormy incrociando le braccia.
“Non per interrompere il vostro discorso, ma non credete che sarebbe meglio parlarne in un altro momento e magari non qui?” chiese Derek mentre parava un attacco di Aisha.
“A casa ne parliamo” disse Stormy per poi girarsi di scatto verso Aisha e lanciarle contro un fulmine che la fece allontanare di qualche metro. La strega allargò le braccia e teletrasportò tutti davanti l’obelisco.
“Sei sicura che Celeste non sia su Andros” chiese Stormy.
“Non credo che sarebbe mai rimasta su questo pianeta dopo quello che è successo” disse Abigail.
Stormy sospirò abbassando lo sguardo. Derek le posò una mano sulla spalla.
“Ma cos’è successo tra voi?” sussurrò Derek.
“Te lo spiego a casa, ora andiamo” disse Stormy accarezzando la mano che Derek aveva poggiato sulla sua spalla.
***
Abigail entrò nella camera di Darcy.
“Tesoro, certo che ce ne hai messo di tempo” disse Darcy cercando di mettersi seduta. Abigail aiutò la madre sistemandole un cuscino dietro la schiena.
“Scusa mamma, come mai mi hai chiamata?” chiese Abigail.
“Perché volevo stare un po’ con te, no?” disse Darcy alzando le spalle.
“Davvero? Mi sembravi preoccupata” disse Abigail sedendosi sulla sedia posta accanto il letto.
“Avevo avuto un lieve malore, ma mi hanno fatto un’iniezione e mi è passato tutto” disse Darcy cercando di apparire serena.
“Non mi sembra che questa cura ti stia giovando molto” disse Abigail osservando la madre con sguardo preoccupato.
“Aby, la cura è appena iniziata, cosa pretendi?” disse Darcy prendendo una mano della figlia.
“Quando saprai i risultati delle tue analisi?” chiese Abigail.
“Dovrebbero essere pronte per domani mattina” rispose Darcy.
“Allora domani mattina sarò qui” disse Abigail con sicurezza.
“Se dovessi farlo sul serio pretenderei che la stessa puntualità e serietà per tutte le mie lezioni” disse Darcy prendendosi gioco della figlia.
“Oh… facciamo che me lo dici quando arrivo?” chiese Abigail insicura.
“Faresti questo pur di non doverti svegliare presto?” chiese Darcy sbalordita.
“Certo che no… solo non tutte le mattine” disse Abigail sorridendo timidamente.
“Farò finta di non aver sentito” disse Darcy gettando la testa all’indietro. Abigail si sporse in avanti per abbracciare la madre, che ricambiò posandole un bacio sulla nuca.
“Ma fa strano vederti così affettuosa” scherzò Abigail.
***
Stormy era seduta sul suo letto. Avrebbe dovuto parlare con Abigail su ciò che sapeva su Celeste, ma la nipote si era subito recata dalla madre e probabilmente sarebbe rimasta lì a lungo. Non riusciva a sopportare ciò che stava accadendo; Celeste si sentiva di nuovo come prima, si era illusa di poter cambiare vita e invece le era appena stato tirato un tiro mancino. Ma la cosa peggiore era che a farlo era stata lei. La causa di tutte le sofferenze e le agonie della nipote, la figlia della sua amata sorellona, era sempre stata lei. Dopo aver visto da vicino la sofferenza della ragazza, si era ripromessa che mai più l’avrebbe fatta soffrire, anzi, l’avrebbe protetta da ogni tipo di sofferenza. Aveva cercato anche di convincere Darcy; era stata dura, ma alla fine alla strega dell’oscurità era bastato passare un po’ di tempo con la nipote per capire quanto quella ragazza fosse simile e quale grande occasione di “riavere la sorella” stavano sprecando.
Ma non aveva rispettato la promessa; l’aveva fatta soffrire un’altra volta, ma questa volta quella ragazza tanto timida e impaurita dalle zie, forse grazie al tempo che aveva passato sentendosi libera e accettata, si era per la prima volta ribellata e aveva avuto la forza di reagire e scappare. Ma Stormy sapeva quanto potesse essere crudele il mondo; non sarebbe potuta resistere a lungo lì fuori, specialmente con quel mostro di Menlok in giro.
“Ehi, mi faccio rapire due minuti e tu mi diventi così pensierosa?” disse Derek sedendosi accanto a Stormy.
“Sono sempre stata ansiosa” disse Stormy appoggiando la testa sulla spalla del compagno.
“Si, ma lo dimostravi in altro modo… tipo distruggendo qualche ettaro di foresta o creandomi dei solchi con le unghie nelle braccia, mentre dormiamo” disse Derek per cercare di sdrammatizzare un po’.
“Non erano poi così grandi quei solchi… comunque non posso non pensarci, è una cosa grave” disse Stormy.
“Le guardie la stanno ancora cercando?” chiese Derek.
“Si, ho dato ordine di continuare. Ho anche mandato delle guardie su altri pianeti… è una mossa rischiosa, ma non posso trascurare nessun luogo” disse Stormy.
“Beh, se ci sono persone che la stanno cercando non c’è bisogno di tormentarti così, non velocizzerai le ricerche ma non farai altro che accumulare stress” disse Derek avvolgendole le braccia intorno ai fianchi.
“Quasi quasi chiamo Menlok e gli chiedo di rapirti di nuovo” disse Stormy girandosi verso il compagno.
“Non è che ci sei tu dietro questa storia?” disse Derek mentre Stormy riappoggiava la testa sulla sua spalla.
“Possibile” rispose Stormy mentre si sistemava meglio e appoggiava la mano sul petto dello stregone.
“Mi sei mancato Derek” sussurrò poi.
“Anche tu” rispose Derek. “E mi era mancato anche il tuo pancino” disse poi accarezzandole il ventre leggermente rigonfio.
“Ma non avevo mica la pancia prima” disse Stormy alzando lo sguardo verso quello dello stregone.
“Questi sono solo dettagli” disse Derek aumentando la stretta con cui teneva Stormy, facendola sentire al sicuro. Una sensazione che la strega poteva finalmente riprovare.
 
 
 
 
Aaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhh!!! *si abbassa per schivare un cammello che le arriva addosso*
Bene, dopo aver fatto la mia solita normalissima entrata, possiamo iniziare.
Cosa ne pensate del capitolo? Lo so, è arrivato LEGGERMENTE in ritardo, ma ho avuto dei problemi tecnici e personali… ma comunque sono qui! Contenti?! No? Certo che potevate mostrarlo un po’ più di entusiasmo…
Comunque, è tutto per oggi, e… il 4 è il mio compleanno. Così, giusto per essere al centro dell’attenzione e dare informazioni che non vi interessano minimamente.

Bye bye,
Icydarcystormy
                                                                                                                                                                                             
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 33
*** Capitolo 33 ***


Stormy si svegliò. Sentiva il calore del corpo di Derek sul suo, una sensazione a cui di solito non faceva molto caso, ma non essendoci più abituata fu la prima cosa che notò una volta svegliata.
Si girò verso il suo compagno ed appoggiò la testa sul suo petto nudo.
“Buongiorno” disse Derek per poi baciare la strega sulla nuca.
“Non ricordo di aver mai avuto un risveglio migliore” disse Stormy stringendosi di più al compagno.
“Non dovresti alzarti?” chiese Derek accarezzando i ricci della compagna.
“Mh, posso stare qui altri dieci minuti” disse Stormy sorridendo e chiudendo gli occhi.
“Ma allontana quei piedi ghiaccioli da me” disse Derek. Di risposta, Stormy si avvinghiò ancora di più alla gamba dello stregone.
“Va meglio ora?” chiese Stormy sorridente.
“Mi chiedo a quanti bambini farò da padre” disse Derek mentre Stormy gli posava un bacio sul collo.
“A nessuno, dato che sarai uno di loro” disse Stormy mentre si accarezzava il ventre.
“Non credo che tu abbia compreso la mia battuta” disse Derek.
“Certo che l’ho capita, stupido” disse Stormy staccandosi dal compagno.
“Non dovevi rimanere altri dieci minuti?” chiese Derek notando che la compagna si stesse alzando.
“Mi hai offesa” scherzò Stormy alzandosi.
“Stormy” disse Derek alzandosi anche lui. “Io devo ancora darti delle spiegazioni”.
“Ehi, qui sono io che accuso” puntualizzò Stormy alzando un dito. “Tu devi ancora darmi delle spiegazioni”.
“Non so neanche da dove iniziare…” disse Derek.
“Inizia togliendomi subito questo dubbio” disse Stormy. “Abigail è o no tua figlia?”.
“Assolutamente no” rispose Derek alzando le mani.
“Ma allora come mi spieghi la voglia e i poteri?” chiese Stormy mettendosi le mani sui fianchi.
“Ecco... quel potere l’ha preso da me, ma… Menlok è mio fratello” disse Derek.
“Menlok è… è t-tuo fratello?” chiese Stormy indicandolo con l’indice.
“Beh… sì” disse Derek. “Lo so cosa stai pensando, ti starai chiedendo come mai io non te l’abbia mai detto”.
“Mi sembra più che ovvio” disse Stormy.
“Temevo solo che tu ti arrabbiassi… e che pensassi che il fatto che il vostro nemico fosse mio fratello non fosse una coincidenza” cercò di giustificarsi Derek.
“Mi sembra più che ovvio anche questo” disse Stormy. “Posso capire che magari all’inizio tu abbia preferito non parlarne, ma una volta stabilita una certa fiducia…”.
“Il problema è che effettivamente tu non avresti avuto tutti i torti a sospettare di qualcosa” disse Derek, temendo la successiva reazione di Stormy, che rimase a fissarlo per alcuni istanti.
“Prego?” disse poi la strega.
“In effetti non è stato tutto completamente casuale… cioè si, lo è stato, ma… in quel periodo ero un suo alleato. Il suo piano era effettivamente quello che io conquistassi la fiducia di una delle regine e che poi lo aiutassi colpendo dall’interno, ma quando ti ho incontrata non sapevo chi fossi… beh si, lo hai detto, ma non da subito” spiegò Derek.
“Quindi hai iniziato a cercarmi per…” disse Stormy ormai sul punto di piangere.
“No, assolutamente no” si affrettò a dire Derek. “Subito dopo il nostro incontro l’ho mandato al diavolo… a me piacevi e piaci sul serio”.
“Come faccio a crederti?” chiese Stormy.
“Se non fossi sincero perché ti starei raccontando tutto ciò?” rispose Derek cercando di sorridere in modo rassicurante.
Stormy abbracciò il compagno, che si affrettò a ricambiare.
“Stormy… stai piangendo?” chiese Derek stringendo di più la compagna.
“Pensavo solo che… dimmi che hai dei geni forti” disse Stormy.
“Eh?” chiese Derek dopo alcuni istanti.
“Dei geni forti… insomma, non voglio che i miei poveri gemellini somiglino a Menlok” disse Stormy.
Derek non riuscì a non ridere.
“Cosa ridi?” chiese Stormy staccandosi dal compagno. “Potrei sopportare che non abbiano il mio meraviglioso viso, potrei sopportare addirittura che somiglino a te, ma non che somiglino a quell’essere”.
“Nel caso potrebbero sempre tingersi i capelli” scherzò Derek.
“Ma aspetta” disse Stormy. “Abigail aveva fatto un test del DNA, ed era risultato che…”.
“Ecco cosa stavo dimenticando” disse Derek come avesse avuto un’illuminazione. “Menlok ha un complice qui dentro che lo ha aiutato finora”.
***
Abigail entrò quasi di corsa nella camera della madre.
“Tu finirai per farmi prendere un infarto” disse Darcy posandosi una mano sul petto.
“Ti hanno già dato i risultati?” chiese Abigail chiudendo la porta alle sue spalle.
“Alle nove del mattino mi sembra più che ovvio” rispose Darcy.
“Sarebbe stato più strano se fossi arrivata in tempo” disse Abigail andandosi a sedere su quella che era ormai diventata la “sua” sedia nella camera della madre. “Quindi? Quali sono i risultati?”.
“Beh, a quanto pare si tratta di avvelenamento” disse Darcy.
“Avvelenamento? Ma è… insomma… grave?” chiese Abigail.
“Beh, grave la mia situazione lo è sempre stata” rispose Darcy. “Diciamo che se tenuta sotto controllo e trattata bene è una cosa curabile”.
“Perciò in sostanza non cambia molto” considerò Abigail.
“No, ma ora per lo meno sappiamo la causa” disse Darcy. “Si sa qualcosa di nuovo per quanto riguarda Celeste?”.
“No, per ora nulla di nuovo” disse Abigail distrattamente.
“E c’è qualcosa di nuovo che hai intenzione di rivelarci?” chiese poi Darcy.
“Eh?” chiese Abigail non capendo.
“Sarò anche stata più stordita di un’ubriaca in questi giorni, ma sono comunque riuscita a notare le tue ormai famose espressioni da bugiarda” disse Darcy alzando un sopracciglio.
“Ma io non ho nulla da “rivelarvi”, mamma” disse Abigail.
“Se solo ne avessi le forze continuerei la conversazione”. Darcy sospirò. “Ma per ora rimandiamola”.
In quel preciso momento Stormy entrò nella stanza. Le due sorelle si fissarono per alcuni istanti. Dopodiché, la riccia posò lo sguardo sulla nipote, che subito recepì il messaggio ed uscì dalla stanza.
“Sorellina” disse Darcy mentre Stormy si avvicinava al suo letto. “Non mi aspettavo una tua visita”.
“Neanche io fino a poco fa” sussurrò Stormy sedendosi dove poco prima era seduta Abigail. “Come va, Darcy?”.
“Ehm… abbastanza bene” rispose Darcy.
Sia lei che la sorella a quel punto iniziarono a fissare due punti imprecisi della stanza, finché Darcy non ruppe il silenzio.
“Ho saputo che il principe azzurro è tornato” disse, girandosi verso la sorella.
“Te l’hanno detto?” chiese Stormy.
“No, l’ho intuito” rispose Darcy.
“Da cosa?” chiese ancora Stormy.
“Beh, Stormy, avete fatto tremare il castello ieri notte” rispose Darcy ridacchiando.
“Darcy!” disse Stormy arrossendo.
“Scusami” disse Darcy alzando le mani in segno di resa.
 “Ehm, Darcy… sorellina, io dovrei, ecco…”.
“Dovresti…cosa?” chiese Darcy.
“Beh, io dovrei… chiederti scusa” disse Stormy, sussurrando le ultime due parole.
“Scusa?” chiese Darcy non capendo.
“Per le… accuse che ti ho fatto… ho dubitato della tua sincerità” disse ancora Stormy.
“Il mio adorato cognato ha forse portato con sé delle spiegazioni?” chiese Darcy.
“Beh… effettivamente si… mi spiace per ciò che ti ho detto sorellina” disse Stormy abbassando lo sguardo.
“Infondo se hai avuto i tuoi dubbi sulla mia sincerità è perché non ti ho dato modo di avere fiducia in me” considerò Darcy.
“Non dire questo” disse Stormy. “Lo sai che non è vero”.
“Lo so, volevo solo farti sentire in colpa” disse Darcy.
Le due streghe si fissarono per qualche istante, finché Stormy non abbracciò la sorella, infrangendo finalmente le barriere che da un po’ le tenevano divise.
“Stormy, cosa sono queste smancerie?!” disse Darcy stizzita, ma ricambiando a sua volta l’abbraccio.
“Scusa, ne avevo bisogno” disse Stormy girandosi dal lato opposto. “Ah, comunque…” disse per poi allungarsi verso il braccio destro della strega e sfilare l’ago a cui era attaccata una flebo.
“Ma che fai?” chiese Darcy mentre la sorella, che si era nel frattempo alzata, prendeva in mano la sacca di plastica trasparente contenente il liquido che la flebo iniettava nel sangue della strega.
“Questo lo farò controllare” disse Stormy. “Quel medico bastardo finirà al rogo”.
“Ma cosa stai…”.
“Menlok ti ha fatto avvelenare, non sappiamo bene quando, ma se ci è riuscito è grazie a quel traditore, che da quando sei svenuta non fa che iniettarti veleno” disse Stormy. “Ci penserò io personalmente a trovare una cura per te”.
***
Abigail aspettava davanti la camera della madre, quando una voce a lei fin troppo familiare la chiamò.
“Celeste” disse voltandosi verso la ragazza, per poi avvicinarsi. “Che diavolo fai qui?” sussurrò poi guardandosi intorno.
“Non sei felice di vedermi?” chiese Celeste allargando le braccia.
“Certo, ma… credevo che non volessi più tornare” disse Abigail.
“Infatti è così, semplicemente avrei bisogno del tuo aiuto” disse Celeste guardando speranzosa la cugina.
“Non è possibile che tu debba sfruttarmi anche quando non sei qui” disse Abigail gesticolando.
“Lo so, ma infondo avevi promesso che mi avresti aiutata…” disse Celeste congiungendo le mani e portandole vicino al viso.
“Va bene…” disse Abigail sospirando. “Ma prima toglimi una curiosità… come diavolo sei entrata?”.
“Ehm… dalla porta” disse Celeste come stesse dicendo un’ovvietà.
“Co-come dalla porta?” chiese Abigail incredula.
Celeste in quel momento mutò il suo aspetto diventando una ragazza scura dai capelli neri e ricci e dagli occhi verdi. Subito dopo, tornò al suo vero aspetto.
“Semplice direi” disse poi Celeste.
“Ho capito, dirò a mia madre di non far più mettere guardie in giro, tanto la loro presenza è indifferente” considerò Abigail incrociando le braccia.
“Bene, ma ora torniamo a noi” disse Celeste mettendosi le mani sui fianchi. “Come sai, devo andare al museo delle regine”.
“Già” disse Abigail.
“Bene, ci sono già stata e i due guardiani per poco non mi hanno preso, quindi avrei bisogno che tu li distragga mentre io prendo ciò che mi interessa” disse Celeste.
“Ma se tu non sei riuscita ad evitarli perché dovrei farcela io?” chiese Abigail.
“Beh, io nel frattempo cercavo anche di prendere la boccetta con il sangue di mia madre, mentre tu avrai come unico pensiero quello di evitarli… ed attirarli, ma questi sono solo dettagli” rispose Celeste.
Abigail guardò insicura Celeste per qualche istante, pensando a cosa fare.
“E va bene, ti aiuto, ma non potevi chiedere al tuo amore?” chiese Abigail con una punta maliziosa nella voce.
“Gli sto già chiedendo di badare a Zeus e inoltre lui è il figlio di un politico importante, se dovessero scoprirci ci sarebbero delle conseguenze”.
“E io sono la figlia della regina!” disse Abigail indicandosi.
“Appunto, sei sua figlia, cosa potrà mai farti?” disse Celeste allargando le mani e facendo un sorriso tirato.
“Tu mi farai finire nei guai” disse Abigail scuotendo la testa.
“Ma ci finiremo insieme, sarà più divertente” disse Celeste alzando un dito.
“Sarebbe uno spasso” disse Abigail con un finto sorriso.
“Beh, ora andiamo?” chiese Celeste.
“Cosa? Cioè, intendi dire… adesso?” chiese Abigail.
“Certo, e quando se no?” chiese Celeste allargando le braccia.
“O-ok, allora andiamo” disse Abigail. Celeste si alzò in volo ed uscì dalla finestra alle sue spalle, seguita dalla cugina, che cercava di essere ottimista nel pensare all’esito di quella loro “missione”.
***
Stormy era appena uscita dalla camera di Darcy quando Celeste ed Abigail erano uscite dalla finestra, e le aveva intraviste. Ora era affacciata alla finestra, ad osservare le due ragazze che si allontanavano. Se prima aveva dei forti sospetti sulla sincerità di Abigail, ora poteva essere sicura del fatto che stava nascondendo qualcosa. Avrebbe potuto raggiungerle e riportarle al palazzo con la forza, ma voleva scoprire cosa stessero architettando quelle due, e se le avesse riportate al palazzo non gliel’avrebbero mai detto, o almeno non le avrebbero mai detto la verità. Decise allora che sarebbe stato meglio seguirle; in questo modo avrebbe potuto scoprire il tutto e magari in seguito intervenire.
“Cosa c’è di così interessante lì?” chiese Derek affiancando la compagna.
“Due furbette che nascondono un qualcosa che sto per scoprire” disse Stormy. “Ti va di venire con me?”.
“Speravo me lo chiedessi” disse Derek sorridendo, ricambiato dalla compagna.
***
Celeste ed Abigail arrivarono a pochi metri dall’entrata del museo. L’edificio era curato e molto imponente; sebbene il castello fosse alto circa il doppio, se non di più, quello era il secondo edificio più grande che le ragazze avessero mai visto. La piantina doveva essere a forma ottagonale e ad ogni “punta” era presente una torretta in stile gotico. Su ogni lato erano presenti delle grandi finestre dai vetri color porpora, mentre il palazzo era di un grigio tendente al nero con delle rifiniture dorate. L’edificio era provvisto di due entrate, ognuna sorvegliata da un guardiano.
“Niente male” commentò Celeste guardando la struttura con le braccia conserte.
“Mia madre e la zia lo fecero ristrutturare proprio quando portarono qui la boccetta con il sangue di tua madre… dicevano che doveva essere un luogo all’altezza” spiegò Abigail.
“Beh, lo è sicuramente… ma ora torniamo al nostro piano; in che modo pensi di aggirare le guardie?” chiese Celeste girandosi verso la cugina.
“In che mod… mi stai dicendo che IO dovrei aiutarti disubbidendo ad una decina di regole di mia madre e che sempre IO dovrei ideare il piano?!” disse Abigail dando in escandescenza.
“Calma, ci penso io” disse Celeste per poi assumere un’espressione pensierosa. “Beh, penso che dovresti semplicemente cercare di attirare qui i due guardiani esterni e poi… sei in grado di confondere le persone?”.
“No, strega delle illusioni è un titolo che ho comprato al mercato nero” rispose Abigail alzando un sopracciglio.   
“Bene, allora non ci sarà nulla di difficile; li attirerai qui, cercherai di confonderli e poi sarà più semplice metterli fuorigioco per un po’, giusto il tempo di prendere ciò che ci serve e andarcene” spiegò Celeste.
“Farò del mio meglio, ma dovrebbe esserci anche del personale all’interno” considerò Abigail.
“Il museo oggi è chiuso, di conseguenza oggi sarebbero dovute essere presenti solo delle guardie interne, oltre a quelle esterne, ma una misteriosa lettera proveniente dal palazzo reale ha dato loro un giorno di risposo” disse Celeste guardando Abigail con sguardo malizioso.
“Hai mandato una lettera dal palazzo?” chiese Abigail sconcertata.
***
“Ha mandato una lettera dal palazzo?!” disse Stormy.
Lei e Derek erano accovacciati dietro un grande cespuglio, con alle spalle il cortile antecedente al museo. I due avevano seguito le ragazze senza farsi vedere fino a quel punto e avevano ascoltato la loro conversazione.
“Beh, in fondo sei stata tu a lasciare le redini ad una ragazzina” constatò Derek alzando le spalle.
“L’ho sempre affiancata in tutto, l’ho lasciata un po’ da sola solo quando Darcy si è sentita male ed un altro paio di volte… come potevo immaginare QUESTO?” disse Stormy per poi indicare con entrambe le mani nella direzione delle due nipoti.
“Va bene, va bene” disse Derek alzando le mani. “Ma comunque, da quel che ho capito vogliono irrompere nel museo e rubare la boccetta che contiene il sangue di tua sorella… non credi che dovremmo fermarle?”.
“Lo farei, ma se sono qui è per scoprire esattamente ciò che hanno in mente di fare, quindi aspetteremo e vedremo… e poi sono streghe, qual è il loro compito se non quello di trasgredire alle regole?” disse Stormy.
“Ma queste regole le avete imposte voi…” disse Derek non capendo.
“Shh, taci Derek” disse Stormy aguzzando l’udito per ascoltare ciò che dicevano le ragazze.
***
“Ma quindi tutto questo era programmato per oggi da tempo!” constatò Abigail.
“Si… beh, diciamo che la mia fuga ovviamente non era prevista, ma dato che avevo organizzato questo scherzetto per oggi ho pensato che sarebbe stato insensato sprecarlo” spiegò Celeste.
“Ok, ora cerchiamo di fare questa pazzia il più presto possibile e torniam… così tornerò a casa” disse Abigail.
“Va bene, io romperò una finestra lanciando un sasso. Scatterà una sorta di allarme e i due guardiani si precipiteranno qui. Tu a quel punto li distrarrai e, come detto prima, cercherai di confonderli per poi tramortirli. Io nel frattempo entrerò, prenderò la boccetta, ed andremo via” disse Celeste. “Ma prima forse dovresti camuffarti per evitare che ti riconoscano, altrimenti una volta tornata a casa dovrai sorbirti sgridate apocalittiche”.
Abigail semplicemente alzò il cappuccio della felpa ed oscurò il suo viso con della magia. Celeste a quel punto prese un grande sasso dal terreno e lo lanciò con forza contro una finestra, rompendone il vetro. Subito dopo l’albina si smaterializzò. Si iniziò a sentire un suono acuto e squillante, sicuramente quello dell’allarme; infatti, Abigail iniziò a sentire delle voci e dei passi sempre più vicini, finché non vide arrivare i due guardiani.
“Cosa pensi di fare, intrusa?!” disse uno dei due lanciandosi a tutta velocità verso Abigail. La ragazza assunse una posizione di difesa, pronta a contrastare l’attacco del suo avversario. L’uomo allungò un braccio, per poi tracciare con esso un semicerchio dinanzi a lui. Al polso aveva infatti un’arma che gli permetteva di creare fasci di energia. Con il suo movimento creò un fascio blu elettrico di energia che fece dirigere verso Abigail. La ragazza saltò evitando l’attacco. Appena atterrò si diresse a tutta velocità verso il suo avversario, che nel frattempo non aveva smesso di correre verso di lei. Quando ci fu una brevissima distanza tra i due, Abigail saltò atterrandogli sulle spalle per poi fare un ulteriore salto e ritrovarsi in piedi, dietro di lui. L’uomo si girò di scatto verso la ragazza.
“Ora è il mio turno” disse Abigail. Allargò le braccia e dei suoi cloni iniziarono a “fuoriuscire” dal suo corpo per poi posizionarsi alla sua destra ed alla sua sinistra, formando un semicerchio. Entrami i guardiani iniziarono a colpire i vari cloni, senza riuscire tuttavia a colpire la vera Abigail. I cloni, inoltre, iniziavano a creare loro stessi degli altri cloni, rendendo il campo da battaglia sempre più confusionario ed ormai i due uomini non facevano altro che colpire a destra e manca sperando che tutto finisse in fretta. In mezzo a tutto ciò, Abigail si stava concentrando per un incantesimo. Appena fu pronta, si alzò in volo tenendo le braccia davanti al volto e messe come a formare una x.
“Occhi d’ombra” disse poi allargando le braccia. Dall’oscurità che celava il suo volto si poteva scorgere un sorriso sadico. I due uomini, infatti, si ritrovarono improvvisamente ciechi e si coprirono gli occhi. Grazie a ciò, non fu difficile avvicinarsi e lanciare loro delle sfere d’oscurità che li fecero svenire.
“Amo i trucchetti della mamma” disse Abigail sorridendo elettrizzata.
“Ottimo lavoro direi” disse Celeste. “Ora possiamo andare”.
“Non saresti dovuta già entrare?” chiese Abigail alzando un sopracciglio.
“Si, ma volevo assistere allo spettacolo” disse Celeste facendo spallucce.
***
“Direi che potreste considerarla come una sorta di prova pratica delle vostre lezioni sulle tecniche di combattimento” considerò Derek.
“No, avrei dovuto aggiungere dei fulmini qua e là” disse Stormy girandosi verso Derek. “Devo dire che mi sto proprio divertendo a spiarle, dovremmo farlo più spesso”.
“Ehm, agente 00Stormy, c’è un problema” disse Derek indicando Celeste ed Abigail.
Le due ragazze si stavano infatti dirigendo verso l’entrata del museo.
“Qui fuori è stato semplice spiarle senza farci vedere, ma lì dentro sarà molto difficile se non impossibile” disse Derek.
Stormy guardò Derek sorridendo per poi schioccare le dita. Entrambi diventarono invisibili.    
“Beh, il tempo passato con il cetriolo di mare è servito a qualcosa” constatò la strega.
“Cetriolo di mare?” chiese Derek. “Devo esserne geloso?”.
“Assolutamente no” disse Stormy per poi avvicinarsi a Derek, che la strinse a sé.
***
Celeste ed Abigail entrarono nel museo. Se da fuori sembrava imponente, dall’interno sembrava davvero immenso. Le pareti erano altissime e fatte con un apparente minerale nero talmente lucido da sembrare quasi trasparente e da permettere alle ragazze di specchiarvici. Il soffitto era ricoperto da un planisfero del pianeta Obsidia ed inoltre sembrava retto da delle statue, probabilmente rappresentanti appunto delle regine, poste lungo le pareti a mo’ di colonne. Solo in un secondo momento, Celeste ed Abigail si resero conto che ai piedi di ogni statua era presente un’iscrizione che illustrava la vita della regina rappresentata e il suo albero genealogico.
“Ci hanno lavorato molto a questo posto” commentò Celeste osservando sbalordita il luogo. Osservò con attenzione le varie statue, sperando di scorgere quella della madre.
“Qui non c’è tua madre” disse Abigail, interpretando i pensieri della cugina. “A lei dovrebbe essere stata dedicata una stanza a parte in cui verranno inserite anche mia madre e la zia quando saranno… beh, quando non ci saranno più”.
***
“Siete molto modeste vedo” commentò Derek. Sia lui che la compagna erano all’entrata del museo, mentre Celeste ed Abigail erano al centro della stanza.
“Lo so, è sempre stata una nostra caratteristica” rispose Stormy, senza distogliere lo sguardo e l’attenzione dalle nipoti.
***
Celeste ed Abigail, resesi conto della quantità di stanze presenti all’interno della struttura e del poco tempo a loro disposizione, si erano divise così da trovare ciò che cercavano in meno tempo. Abigail stava perlustrando l’ala destra mentre Celeste la sinistra. L’albina controllava le spaziose stanze freneticamente; fosse stato per lei avrebbe gettato tutto per aria così da far prima, ma il suo scopo non era compiere atti vandalici ed inoltre non voleva rovinare il luogo in cui si manteneva viva la memoria della sua stessa madre.
Ad un certo punto, la ragazza entrò in una stanza che, diversamente dalle altre, aveva le pareti di un bianco splendente. Pensò subito che doveva trattarsi di una stanza speciale; infatti al suo interno vi trovò vari altarini che reggevano delle boccette. Su ognuno degli altarini era presente una targhetta su cui era inciso il nome della regina a cui apparteneva il sangue contenuto nella boccetta. Celeste si precipitò davanti il primo altarino, per poi passare al secondo e al terzo; Alyssa, Mistica, Ester, Gherda… niente, il nome Icy non era presente. Celeste sentiva di stare per avere una crisi di nervi. Fece allora un grande respiro e cercò di mantenere la calma. Dovevano pur esserci delle indicazioni in quel posto, era pur sempre un monumento aperto al pubblico e le cui visite ammontavano alle mille giornaliere. Si guardò velocemente intorno; verso la fine della parete, a pochi centimetri dalla porta, era presente un cartello nero su cui era scritto “BOCCETTA REGINA ICY”. Al di sotto della scritta era presente una freccia che indicava la porta. Celeste pensò che forse l’agitazione le aveva giocato un brutto scherzo nel non essersi accorta prima di quel cartello, ma accantonò quel pensiero per poi dirigersi a passo svelto verso la porta indicata dalla freccia. Aprendola, l’albina si trovò davanti una cosa inaspettata; una statua di sua madre… di dimensioni enormi. Doveva essere alta almeno una decina di metri ed era una riproduzione super fedele, curata nei minimi particolari.
La statua rappresentava Icy nella sua forma Dark Witch, considerata dalla maggioranza la sua forma più splendente. A marcare ulteriormente la sua potenza e sicurezza era la sua posa; aveva il piede destro lanciato in avanti, apparendo ben ancorato al “terreno”. Il braccio destro era disteso in avanti e con l’indice indicava un punto impreciso di fronte a lei. Il braccio sinistro era invece piegato più indietro, posto a pochi centimetri dal busto. La mano sinistra era chiusa in un pugno. Ma la cosa che più impressionò la ragazza fu proprio l’espressione. Le sottili labbra rosacee erano distorte in un sorriso crudele, sadico… l’inconfondibile sorriso della leggendaria strega del ghiaccio. Gli occhi erano fieri, orgogliosi, eccitati… ed a tratti sembrava esserci una strana “luce” di follia. Non osava immaginare quanto lavoro e quanto tempo fosse servito per la realizzazione della statua… secondo Celeste, era letteralmente perfetta in ogni minimo particolare.
Dalla posa della strega, sembrava che stesse guidando un’armata di guerrieri in battaglia e che stesse ordinando di lanciarsi all’attacco, con la forte certezza che la vittoria sarebbe stata la sua. La ragazza rimase letteralmente ammaliata dalla vista di “sua madre”, tanto che superò l’altarino su cui era posta la boccetta contenente il sangue di Icy, che in quel momento non le interessava, e si avvicinò alla statua. Arrivata ad una decina di centimetri circa da una gamba, la accarezzò, quasi a pensare che un contatto fisico con la rappresentazione della madre le avrebbe trasmesso la sua determinazione e la sua potenza. Dopo pochi secondi, si fece indietro di qualche passo per poi aggirare lentamente la gamba, trovandosi quindi alla sinistra della statua. Celeste a quel punto si girò verso la parete posta frontalmente a lei, così da specchiarsi al fianco di sua madre. A quel punto rimase estremamente delusa; sia le sue zie e addirittura Aisha avevano riconosciuto il fatto che lei somigliasse molto alla madre. Ma guardandosi con “la madre” accanto, per qualche strano motivo, non notò alcuna somiglianza. A quel punto, si girò nuovamente verso la statua; osservò ogni sua parte del corpo comparandola con la madre. I capelli c’erano, erano li stessi. Anche gli occhi erano quelli e anche il fisico, per quanto potesse compararlo con quello di una statua di dieci metri, sembrava essere lo stesso. A quel punto tornò a guardarsi allo specchio. Niente. A guardarsi, avrebbe pensato di avere un qualche legame di parentela con la persona rappresentata, ma mai di esserne la figlia. Ma l’aspetto era simile, cosa c’era che non andava? Forse è la posa pensò. A quel puntò portò in avanti il piede destro, distese il braccio destro in avanti e portò indietro il sinistro e cercò di ottenere la stessa espressione facciale della madre. A quel puntò si osservò con attenzione allo specchio. L’aspetto fisico era molto simile, la posa era quasi identica ma non sembrò essere cambiato nulla… anzi, l’aver preso la sua stessa posa sembrò rendere più evidente la differenza fra le due. Celeste, in quella posa, era pressappoco ridicola; una bambina che giocava a fare il capo. Icy invece no. Lei era decisamente più credibile della figlia. Aveva l’aria di una persona molto astuta, testarda, autoritaria e potente. Una leader. Sembrava avesse seguito un corso elevato su come governare e comandare, ma allo stesso tempo sembrava non ne avesse mai seguito uno e che non avesse neanche mai fatto pratica, ma che fosse semplicemente una dote innata. Inoltre, soffermandosi sugli occhi, che prima aveva considerato identici, notò che per quanto fossero li stessi, erano molto diversi; quelli di Celeste apparivano insicuri, fragili, per nulla determinati. Quelli di Icy, invece, sembravano la rappresentazione dell’inverno e del suo gelo. Freddi. Spietati. Folli. Determinati. Si, forse stava in questo il problema; il problema era il carattere. Anche se esso è un qualcosa di astratto, può comunque avere delle ripercussioni sull’aspetto o sulla percezione di una persona tale de renderla anche alla vista completamente diversa da un’altra con un aspetto fisico molto simile. Celeste ed Icy ne erano un chiaro esempio. Allora era su quello che avrebbe dovuto lavorare; sul carattere. Prima di tutto, una caratteristica peculiare di Icy era il carisma. Beh, quella era una dote innata, Celeste non poteva pretendere di “impararla”, ma poteva provare a sviluppare la sua possibile dote carismatica. Per farlo aveva bisogno di aumentare la sicurezza in sé stessa… sicuramente doveva essere quella, oltre alla potenza, a fare di Icy una guerriera ed una leader così temibile. Ma c’era da considerare anche il fatto che entrambe avevano avuto dei passati ben diversi… Celeste, la sicurezza in sé stessa, non l’aveva mai avuta; le sue zie non facevano che umiliarla, facendole credere di essere una nullità e di non valere nulla. Nonostante quel periodo fosse finito, le aveva comunque lasciato una forte insicurezza e fino a quel momento non era mai riuscita a superarla. Infondo, pensandoci, ogni sua “missione” svolta fino a quel momento non aveva portato a grandi risultati, quindi perché mai avrebbe dovuto iniziare a provare stima e fiducia nei propri confronti? Ma dall’altro lato, neanche sua madre Icy aveva avuto una bella infanzia; quando era più piccola, le sue zie raccontavano ad Abigail del loro passato, quando quest’ultima faceva loro delle domande. Lo raccontavano come un passato triste, solitario e difficile: a quanto pareva, loro padre non lo avevano mai conosciuto mentre loro madre era morta quando erano ancora bambine, e loro finirono in uno squallido orfanotrofio. Da quel momento Icy si impegnò nell’accudire le sorelline e nel difenderle da qualsiasi minaccia, prendendo quindi una posizione di comando fin dalla prima infanzia ed assumendo nel corso degli anni sempre più grinta e sicurezza… ma era davvero così? Aveva davvero acquisito la sua sicurezza o magari se l’era semplicemente “autoimposta”? Infondo non sarebbe stato così assurdo da pensare; lei continuamente imponeva cose a chi le stava intorno, cosa avrebbe potuto impedirle di imporre qualcosa anche a lei stessa? Lei aveva un obbiettivo, assoggettare la Dimensione Magica e dimostrare a tutti la sua potenza e le sue capacità. Di conseguenza la sicurezza in sé stessa era fondamentale, quindi se la autoimpose così che il piano potesse essere attuato.
No, Celeste era troppo diversa… lei non si sarebbe mai spinta fino a quel punto e non avrebbe mai reagito in quel modo, sebbene anche lei avesse una certa determinazione. Ma doveva pur esserci un qualcosa che le accumunasse… ma, in quel caso, sarebbe stato effettivamente un bene? Riflettendoci, quanto sarebbe stato vantaggioso? Icy era sì una donna forte, determinata e sicura, ma allo stesso tempo era anche una donna fredda, che nascondeva ogni suo sentimento, forse per la paura dell’effetto che avrebbero potuto avere su di lei… ma alla fine non era la stessa cosa che stava facendo Celeste? Lei, per paura di soffrire ancora una volta era fuggita, fuggendo in un certo senso dai suoi stessi sentimenti, che era la stessa cosa che in sostanza faceva sua madre. No, Celeste non era come lei… e mai lo sarebbe stata; avrebbe potuto al massimo assomigliarle in quanto a determinazione e, forse un giorno, in quanto a potenza, ma mai sarebbe stata fredda, spietata e… cattiva come sua madre… per quanto fuggisse dai suoi sentimenti come lei, non riusciva a nasconderli e lasciava sempre che essi la condizionassero e la influenzassero, cosa che la regina delle nevi non avrebbe mai permesso.
“No mamma… io non sono come te” disse Celeste guardando la statua della madre. “Ma ti giuro che riuscirò a farti tornare… la tua leggenda non è ancora finita”. Dopodiché si girò nuovamente verso la superficie riflettente e, proprio in quel momento, si accorse che la determinazione che l’aveva presa in quell’ultima frase, l’aveva resa più simile che mai alla donna che aveva accanto.
***
Celeste uscì dalla stanza nel preciso istante in cui arrivò Abigail. Celeste la osservò come a chiederle se avesse trovato ciò che cercavano, come si fosse scordata di averlo trovato lei.
“Beh, hai trovato qualcosa?” chiese Abigail allargando le braccia.
“Oh, certo. Ho trovato la boccetta” disse Celeste mostrando l’oggetto alla cugina. C’era da ammettere che Darcy e Stormy non avevano trascurato alcun dettaglio; la boccetta aveva infatti la forma del Vacuum di Icy, ma aveva come unica differenza il colore bordeaux del vetro.
“Bene, allora possiamo andare” disse Abigail voltandosi dal lato opposto ed incamminandosi per un corridoio, seguita a ruota dalla cugina. “Ammetto che immaginavo sarebbe finita molto peggio”.
“Certo che sei ottimista” commentò sarcastica Celeste mentre osservava la boccetta in controluce.
“Sono semplicemente realista” rispose Abigail facendo spallucce.
“Ascolta… credo di voler tornare” disse ad un tratto Celeste, lasciando di sasso la cugina.
“Vu-vuoi tornare?” chiese Abigail sbigottita. “Ma… mi sembravi così convinta”.
“Si certo, ma… non ti sembra che io stia semplicemente scappando dal mio dolore?” chiese Celeste guardando seria la cugina.
“Beh, anche se fosse? Chi non scapperebbe dal proprio dolore?” chiese retorica Abigail. “Se non ti senti pronta a perdonarle ed a tornare è meglio se non torni, almeno secondo me”.
“Cerchi di non avermi fra i piedi?” chiese ironica Celeste.
“No, riaverti al palazzo per me sarebbe una grande gioia, e lo sai, semplicemente questa volta sto ragionando secondo i tuoi interessi… e secondo me sarebbe meglio per te non tornare finché non sarai davvero pronta” considerò Abigail incrociando le braccia.
“Lo apprezzo Aby” disse Celeste sorridendo.
“Ora che ci penso...” disse Abigail con l’espressione che di solito preannunciava una sua battuta squallida o una sua considerazione completamente fuori contesto e senza senso. “Ma perché le nostre madri e la zia si chiamavano tra loro ‘Sorelle’… insomma, io ti chiamo ‘Celeste’, non ‘Cugina’…”.
“Non ho parole” commentò Celeste ridacchiando.
***
“Quella rincitrullita l’ha convinta a non tornare!” disse Stormy esasperata.
“Parla piano, o ci sentiranno” disse Derek. “E poi lo ha fatto per Celeste…”.
“Si, ma è per il bene fisico di Celeste che sarebbe meglio che tornasse… Menlok potrebbe catturarla in qualsiasi momento” considerò Stormy.
“Non riponi fiducia in lei e nelle sue capacità difensive…” azzardò Derek.
“Nelle capacità difensive di una strega di primo livello contro uno stregone che ha dato del filo da torcere a delle streghe Dark Witch? No, non ne ripongo affatto” rispose Stormy girandosi verso il compagno.
“Ok, ok, l’hai vinta tu” disse Derek alzando le braccia.
“Dobbiamo farla tornare con noi” disse Stormy rigirandosi vero le nipoti. “Magari potremmo addormentarla in qualche modo e poi…”.
“Stormy” la fermò Derek. “Ti rendi conto di ciò che dici?”.
“Calma, era solo un’ipotesi” si difese Stormy.
“Secondo me dovresti riportarla di sua spontanea volontà, altrimenti sarebbe peggio” disse Derek.
“Lo so, ma dopo ciò che le ha detto Aby sicuramente non vorrà tornare, ed io in quanto sua tutrice devo, come dice il nome, tutelarla” disse Stormy.
“Ed alla fine scapperebbe di nuovo e dovrai ritrovarla, finendo in un circolo vizioso” considerò Derek.
“Ho capito, la lascerò andare” disse Stormy alzando gli occhi al cielo.
“Ormai sono il tuo grillo parlante” disse Derek appoggiando le mani sulle spalle della strega.
“Già, chissà che prima o poi non ti schiacci per sbaglio” disse Stormy.
“E dai, lo sai che ti amo” disse Derek avvicinandosi di più alla strega.
“Io no” ripose acida Stormy.
***
Abigail e Celeste uscirono dal museo con un misto di timore e soddisfazione sul viso. Erano sì soddisfatte dell’esito della loro “missione”, ma erano anche preoccupate e temevano che qualcosa potesse ancora andare storto. Nel momento in cui furono a pochi metri dall’entrata del museo, una voce a loro molto familiare si udì nell’aria.
“Bene, ho visto abbastanza”.
Le figure di Stormy e di Derek si materializzarono di fronte le ragazze. Derek aveva una posizione neutrale, mentre Stormy aveva le braccia incrociate e guardava con sguardo duro le due nipoti.
“Non vi aspettavate una mia visita vero?” chiese Stormy alzando un sopracciglio ma mantenendo la sua posa autoritaria. “Sorprese, vero? Beh, naturale, anche io sarei sorpresa di me stessa”.
“Beh… io posso spiegarti tutto zia” disse Abigail con un sorriso tirato. “Il fatto è che io e Celeste eravamo davvero tanto, tanto curiose di conoscere la storia di…”.
“Io vi ho spiate per tutto il tempo, Aby” la interruppe Stormy con un finto sorriso.
“Oh…” rispose Aby abbassando lo sguardo. “Quindi… hai capito tutto?”.
“Non esattamente… ho capito perché siete venute qui, ma non ho capito ancora quale sia il piano principale” rispose Stormy. “E dato che ora non puoi più negare, penso che una bella e lunga spiegazione non potrai proprio evitarla”.
“Ma io non negavo nulla, semplicemente omettevo” si difese Abigail.
“Questo è ancora peggio, se possibile” disse Stormy puntando il dito verso la nipote.
“Non sono certo obbligata a dirvi tutto” considerò Abigail allargando le braccia.
“Ma questa mi sembra una cosa abbastanza rilevante” disse Stormy assottigliando gli occhi. “Avresti dovuto dirci tutto, e dovrai farlo”.
“Se non ve l’ho detto è perché avevo fatto una promessa a Celeste e lei si fidava di me, non potevo deluderla… non dopo ciò che le avete fat…”.
La frase della giovane strega fu interrotta da un sonoro schiaffo partito dalla strega delle tempeste.
“Non ti permettere” aggiunse poi. “Siamo state troppo intransigenti con te, dovremmo essere più dure”.
Abigail abbassò lo sguardo massaggiandosi la guancia destra, arrossata e leggermente gonfia per lo schiaffo di prima.
“In quanto a te” disse Stormy girandosi verso Celeste e cercando di assumere un’espressione più dolce. “Hai intenzione di…”.
“No” rispose secca Celeste. “Non ho intenzione di tornare”.
Stormy la fissò per qualche secondo, per poi girarsi verso il compagno.
“Derek, potresti accompagnare a casa Abigail” gli chiese poi.
“So andare anche da sola” protestò Abigail.
“Hai ancora voglia di contraddirmi?” chiese Stormy girandosi verso la nipote con sguardo minaccioso.
“E va bene” sospirò Abigail. “Andiamo”.
 Abigail e Derek si alzarono in volo e si diressero verso il palazzo.
“Non posso credere che l’abbia fatto” sussurrò Abigail mentre si spostava una ciocca che il vento le aveva fatto cadere sul volto.
“Fatto cosa?” domandò Derek girando lievemente la testa verso Abigail.
“Non posso credere che mi abbia dato uno schiaffo” disse Abigail incrociando le braccia. “Non lo aveva mai fatto…”.
“Dai, non te la prendere, è solo che ultimamente è molto nervosa e stressata, ha un po’ gli ormoni in tilt e tu hai toccato un nervo scoperto” considerò Derek facendo spallucce.
***
“No zia, ti ho detto di no” disse Celeste, rispondendo all’ennesima richiesta della zia.
“Ma piccola io lo so che è difficile, ma non ti sto chiedendo anche di perdonarci e fare come se nulla fosse; ti sto solo chiedendo di venire con me a palazzo, non voglio che tu stia da sola e in zone insicure per te. Se poi non vorrai stare con noi non fa niente, ci eviterai” disse Stormy, sperando di convincere la nipote.
“Ma zia, come diavolo dovrei fare ad evitarvi? Siete in giro per il castello tutto il giorno, o meglio attualmente tu lo sei, come dovrei fare ad evitare di incontrarti? E poi ci sarebbe disagio in qualsiasi circostanza” considerò Celeste. “Zia, io non voglio tornare”.
“Sei sicura di questa scelta?” chiese Stormy. La ragazza annuì di risposta.
“Più che sicura” aggiunse poi.
“Beh, allora non posso farci nulla… ma tornerai prima o poi?” chiese poi Stormy.
“Non lo so zia, non so dirtelo” rispose Celeste.
“Interrompo forse qualcosa?”.
Entrambe le streghe si girarono di scatto verso il punto da cui proveniva quella voce a loro odiosamente familiare.
“Beh, in ogni caso ormai vi ho interrotte” disse Menlok.
“Cosa vuoi questa volta, mostro?” disse Stormy assumendo una posizione di difesa.
“Ehm… la stessa cosa che volevo le altre volte, combattere” rispose Menlok come stesse dicendo un’ovvietà.
“Ascolta, tu vai… dove devi andare, qui ci penso io” sussurrò Stormy a Celeste.
“Solo perché non ho intenzione di tornare con te, non significa che ti lascerò da sola” disse Celeste assumendo una posa di attacco.
***
“Sta succedendo qualcosa” disse Abigail girandosi nella direzione del museo. “Riconosco questa energia, è Menlok”.
“Stormy ha appena comunicato con me” disse Derek. “Andrò ad aiutarla, ma prima mi ha chiesto di portarti a casa”.
“Ma dobbiamo andare ad aiutarle” disse Abigail indicando con un braccio la direzione da prendere per arrivare al museo.
“Io devo andare ad aiutarle, tu devi tornare a casa” disse Derek riprendendo a volare verso il castello.
Approfittando del momento di disattenzione dello zio, Abigail creò un suo clone, che si diresse verso Derek. Lei invece virò indietro e si diresse verso il combattimento.
***
Stormy schivò un colpo di Menlok, per poi contrattaccare con un fulmine. Lo stregone si protesse con uno scudo di energia, per poi rispondere con un altro attacco. Nel frattempo, Celeste si era trasformata e si levò in alto con le sue grandi ali nere. Arrivata ad una certa altezza, caricò di energia una sfera azzurrina che fece formare tra le sue mani, per poi abbassare le braccia e farne scaturire un raggio che colpì Menlok e gli fece perdere quota, dando tempo a Stormy di preparare un enorme tornado che poi lanciò verso il suo avversario.
“Un tempo eri più forte” considerò Stormy iniziando a lanciare piccoli fulmini a raffica verso Menlok, che si era schiantato al suolo. Egli riuscì ad evitarli tutti ed alla fine rispose con potente raggio di energia.
“Anche tu mi sembri un po’ arrugginita” rispose Menlok mentre Stormy si preparava a lanciargli contro un nuovo tornado.
“Ma io ho una buona ragione che tu ormai conosci” disse la strega lanciandogli contro il suo tornado, che lo stregone non riuscì ad evitare. Celeste, inoltre, lanciò un getto di ghiaccio verso il tornado; delle piccole ma affilate schegge di ghiaccio iniziarono a girare vorticosamente al suo interno.
“Direi che è sistemato” considerò la strega delle tempeste.
Subito dopo che ebbe pronunciato quella frase, due sfere di energia colpirono entrambe le streghe, che si schiantarono al suolo. Stormy si riprese praticamente subito, ma non riuscì a rialzarsi. Si girò verso Celeste, ma lei era svenuta. Menlok preparò un attacco da lanciare contro Stormy per metterla fuori combattimento definitivamente, ma prima che potesse lanciarlo Abigail lo colpì alle spalle, prendendolo di sorpresa e facendo dissolvere la sfera che lo stregone aveva tra le mani.
“Abigail, ti avevo detto di andare a casa” disse Stormy facendo delle smorfie per lo sforzo.
“Grazie Abigail per averci salvate, non so cosa avremmo fatto senza di te” disse Abigail ironica.
“Attenta!” disse Stormy puntando il dito alle spalle della ragazza. Abigail si girò e vide Menlok lanciarle un incantesimo. La giovane strega riuscì a schivarlo all’ultimo.
“Prima mi hai preso di sorpresa, ma adesso credi davvero di potermi arrecare danni?” chiese retoricamente Menlok.  
“Effettivamente ho agito un po’ di istinto” sussurrò Abigail abbassando lievemente lo sguardo. Rifletté qualche secondo per poi alzare il capo. I suoi occhi erano di un viola sfolgorante. Appoggiò l’indice e il medio di entrambe le mani sulle sue tempie e da lì iniziarono a scaturire delle onde magiche concentriche.
Menlok creò una sorta di barriera attorno a sé e le onde create da Abigail rimbalzarono letteralmente su di essa.
“Sappi che ho a lungo resistito all’ipnosi di tua madre, credi forse che io possa cedere alla tua?” chiese Menlok per poi scoppiare a ridere.
Abigail strinse gli occhi ed alzò le braccia in aria. Contemporaneamente si alzò un lembo di terra, che si diresse verso Menlok. Lo stregone fece la stessa mossa di Abigail, facendo levare dal terreno un lembo ben più grande di quello della ragazza che respinse il suo attacco e la colpì a sua volta. Abigail cadde al suolo, ma si rialzò subito dopo.
“Tenace, ragazzina” commentò Menlok. “Si vede che sei anche mia figlia”.
“Non osare dirlo mai più” disse Abigail lanciandogli ripetutamente contro sfere d’oscurità.
 “Sei patetica ragazzina” disse Menlok. Lo stregone schivò la maggior parte dei colpi, mentre ne riceveva altri di proposito per mostrare alla sua avversaria quanto fossero inutili i suoi colpi contro di lui. Continuarono così a lungo finché la ragazza non fu esausta. A quel punto lo stregone le lanciò contro una sfera di energia che fece schiantare Abigail al suolo, perdendo i sensi.
Menlok scese di quota, avvicinandosi a Stormy, ancora inerme.
“Sai, potrei ucciderti adesso e farla finita” disse Menlok incrociando le braccia. “Ma non voglio farlo. Sarebbe troppo… come dire? Rapido e indolore. Ma voi tutti dovete soffrire… dovete pagare per le agonie che mi avete fatto passare. Quindi per ora sei salva… e ripeto, TU sei salva” disse per poi girarsi verso Celeste ed Abigail, stese sul terreno.
“Non toccarle” disse Stormy, non riuscendo tuttavia ad alzarsi per fermare lo stregone.
Menlok stava per afferrare Abigail, quando il terreno cedette sotto i suoi piedi, facendolo sprofondare di alcuni metri.
“Fratellino, da quanto tempo” disse Menlok alzandosi in volo per poi atterrare al di fuori della buca in cui era caduto. Derek si trovava a qualche metro da lui. “Ascolta, non vincerai mai stando dalla parte della riccia; torna dalla mia parte e, quando avrò vinto, governeremo insieme”.
“Grazie della richiesta, ma temo di dover rifiutare” disse Derek lanciandosi contro il fratello. Menlok lo afferrò per i polsi, bloccandolo. Derek iniziò a spingere con le braccia e Menlok a spingere per il verso opposto, rimanendo in quella posa per alcuni secondi.
“Sempre così impavido e protettivo nei confronti della tua amata… forse è per questo che eri il preferito della mamma” disse Menlok riuscendo finalmente a avere la meglio e facendo cadere il fratello. Approfittò di quel momento per sollevare Abigail con la magia e sparire, facendo andare a vuoto un colpo di Derek.
 
 
 
 
 
Ehm… buon pomeriggio miei stimati lettori. *si abbassa per schivare un canguro che le arriva contro* si lo so, questo è stato il capitolo più puntuale ed entusiasmante della storia dei miei capitoli, ma shish.
Beh, volevo solo ringraziarvi per la vostra presenza e per aver atteso pazientemente questo capitolo (lo so che stavate festeggiando, bricconcelli). Inoltre, volevo comunicarvi che POTREBBE arrivarvi un qualcosa a breve… (relativamente breve, considerando quanto ci ho messo ad aggiornare). Bene, dato che tecnicamente non l’ho mai fatto, oggi voglio ringraziare;
-Tressa, per aver recensito tutti i capitoli finora e per aver inserito la storia tra le preferite;
-Ghillyam (che mi ha fatto penare perché non la trovavo più, poi ho capito che aveva cambiato nome…), per le recensioni, per vaer inserito la storia tra le seguite e per il suo recente ritorno;
-Winxclub, per le recensioni;
-Vlad123, per le recensioni;
-DarcyRocks99, per le esuberanti recensioni, per aver inserito la storia tra le seguite e per le giornaliere rotture di gonadi <3;
-AngyloveMika per averi inserito la storia tra le preferite;
- Elenina85 per aver inserito la storia tra le preferite e tra le seguite;
- faymorgana per aver inserito la storia tra le preferite;
- icia55555 per aver inserito la storia tra le preferite;
- Sofy_Trix per aver inserito la storia tra le preferite;
- krys per aver inserito la storia tra le seguite;
- THE LAND OF MATTI per aver inserito la storia tra le seguite;
- valepassion95 per aver inserito la storia tra le seguite;
Bene, spero di non aver dimenticato nessuno e alla prossimaaaaaaaaaaAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!!!!!
Icydarcystormy
 

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Capitolo 34
*** Capitolo 34 ***


Darcy continuava ad andare avanti e indietro per la sua stanza. Era passata ormai una settimana dallo scontro con Menlok, ma, per quanto fossero assidue, le ricerche dei soldati e delle stesse Darcy e Stormy non erano servite a rintracciare Abigail.
“Vedi di non spendere troppe energie così, sai che non posso farmi più di un prelievo al giorno” disse Stormy. La donna era seduta davanti la sorella; aveva il braccio destro steso sul bracciolo della sedia e presentava su di esso il segno di una puntura, che stava disinfettando con una salvietta.
Darcy continuò per alcuni secondi a camminare, finché non si fermò di colpo, prendendosi l’attaccatura del naso tra l’indice e io pollice.
“Praticamente è… è sparita” disse improvvisamente la strega, girandosi verso la sorella ad allargando le braccia. “Sparita. Scomparsa da questo pianeta e nel raggio di milioni di miliardi di chilometri!”.
“Lo so” disse Stormy. Prese un cioccolatino dalla scatola che aveva in mano, lo scartò per poi addentarlo. “Ma abbiamo mandato soldati ovunque su questo pianeta, ci siamo spinte anche su altri pianeti, abbiamo sospeso le ricerche di Celeste che sono ormai inutili per avere più unità a disposizione, siamo andate anche noi stesse e non ci siamo fermate per giorni se non per farmi prelievi di sangue ed iniettarteli, ma nulla”.
La strega mangiò il resto del cioccolatino.
“Inizio a pensare che faremmo meglio a fermare le ricerche ed a cercare di riflettere su…”.
“NON ABBIAMO TEMPO PER RIFLETTERE!” la interruppe Darcy. “La mia bambina è nelle mani di quel mostro, che potrebbe farle QUALSIASI cosa in QUALSIASI momento!” disse per poi sedersi sul suo letto prendendosi la testa fra le mani.
“Sorellina calmati” disse Stormy portando le mani in avanti. “Sei sempre stata la più lucida, non vorrai perdere la ragione proprio adesso?”.
“Beh, infondo ho anche il tuo sangue che mi scorre nelle vene” considerò Darcy alzando il capo ed incrociando le braccia. “Cosa proponi di fare?”.
“Menlok è molto furbo, di sicuro non ha scelto un nascondiglio facile da trovare ed è anche altrettanto probabile che abbia usato degli incantesimi per non far rilevare la sua presenza; tu stessa hai cercato di localizzarlo eppure non sentivi la sua presenza, né quella di Abigail per miliardi di chilometri, ma sappiamo benissimo che, essendo di Solaria e quindi non obsidiano, se avesse lasciato il pianeta ce ne saremmo accorte. Ciò significa che con molta probabilità si trova ancora qui, dobbiamo solo riflettere e andare a cercare nei posti giusti… diavolo se sono buoni” disse Stormy per poi mangiare un altro cioccolatino.
“Beh sì, ma dove? Abbiamo guardato ovunque, abbiamo cercato di rilevare qualsiasi tipo di traccia magica, ma niente!” disse Darcy, che aveva ricominciato a camminare avanti e indietro per la stanza.
“Non abbiamo guardato proprio ovunque, in realtà” disse Stormy alzando un sopracciglio. Darcy la fissò per alcuni secondi senza capire.
“Intendi dire i suoi vecchi nascondigli? Ma… in alcuni ci sono addirittura degli stabilimenti militari, e poi… non andrebbe mai a nascondersi lì” considerò Darcy.
“Appunto” disse Stormy allargando le braccia. “Perché mai dovremmo andare a controllare in un posto così ovvio…”.
“E a questo punto, il nascondiglio più ovvio, diventa quello più sicuro” disse Darcy incrociando le braccia e sorridendo. “Non me lo aspettavo da te”.
“Tu mi sottovaluti, non dovresti” disse Stormy risoluta, mentre addentava un altro cioccolatino.
“Quello è il terzo oggi” disse Darcy guardando stizzita la sorella.
“Ehm… il quinto. Ne ho mangiati altri due prima” disse Stormy, che si beccò un’occhiata di biasimo da parte della sorella, simile a quelle che le lanciava quando da bambine finiva il barattolo di cioccolata o faceva qualcosa di sbagliato. “Che c’è? Avevo fame…”.
“Ritornando al discorso di prima” disse Darcy riassumendo un’espressione neutra. “Hai ragione, Menlok potrebbe trovarsi in uno dei suoi vecchi nascondigli, dobbiamo andare a controllare. Penso che potremmo andare anche fra un paio d’ore”.  
“Non credo che però sia il caso che tu venga” intervenne Stormy. “Se dovessimo trovare Menlok ci sarebbe un combattimento, e tu non sei ancora pienamente in forze e dovresti limitare l’uso della magia”.
“Stiamo parlando di dover salvare mia figlia!” disse Darcy incrociando le braccia e aggrottando le sopracciglia. “Io verrò e basta”.
“Fai come vuoi” disse Stormy cercando di assumere un’espressione menefreghista, venendo però tradita dall’apprensione ben visibile nel suo sguardo.
“Come se non bastasse, poi…” mormorò Darcy per poi sospirare.
“Cosa dici?” chiese Stormy.
“Pensavo solo al fatto che sta accadendo tutto contemporaneamente… i nostri esploratori dicono che Domino sta mandando delle squadre in perlustrazione per trovarci. Mi chiedo solo come mai abbiano deciso di agire dopo tanti anni…” disse Darcy.
“Già, è strano” disse Stormy abbassando lo sguardo. Evidentemente la loro allegra gita su Andros aveva portato a delle conseguenze, ma sarebbe stato meglio non parlarne con la sorella; era un’informazione inutile e le avrebbe solo fatto prendere un’arrabbiatura.
In quel momento Darcy perse per un attimo l’equilibrio, sorreggendosi con le mani su un bracciolo della sedia su cui era seduta Stormy.
“Darcy!” disse Stormy alzandosi.
“Tranquilla, va tutto bene” sussurrò Darcy dirigendosi a passo incerto verso il comodino accanto al suo letto. Aprì il primo cassetto e ne tirò fuori una scatoletta di plastica azzurra. Prese dal suo interno un paio di pillole e le ingoiò.
“Ne stai prendendo troppe ultimamente…” disse Stormy incrociando le braccia e guardando la sorella con sguardo preoccupato.
“Beh, anche tu stai mangiando troppi cioccolatini…” disse Darcy allargando le braccia.
“Io dovrei prendere sei chili” si giustificò Stormy mettendosi le mani sui fianchi.
“Entro la fine del trimestre, non entro oggi” considerò Darcy alzando un sopracciglio.
***
Stormy aprì lentamente la porta della camera di Celeste. La stanza era quasi totalmente buia, e gli unici fiochi raggi di sole entravano dalla finestra socchiusa, filtrati dai vetri di una tonalità tendente al cobalto. Per questo motivo, Celeste si accorse della presenza di sua zia solo dopo qualche secondo; la ragazza era semisdraiata sul letto con il busto appoggiato a dei cuscini. Squadrò la donna con fare scocciato per poi distogliere lo sguardo ed iniziare ad osservare il vuoto.
“Avevi detto che appena guarita del tutto me ne sarei potuta andare” disse Celeste continuando a fissare un punto impreciso di fronte a lei ed incrociando le braccia.
“Ma non mi sembri ancora completamente in forma” disse Stormy sedendosi sul letto accanto alla nipote.
“Zia, è una fasciatura al polso. Posso sopravvivere” insistè Celeste, alzando il braccio in questione.
“Ma in ogni caso non sei ancora completamente guarita” disse Stormy posando una mano sulla spalla della nipote, che però la respinse in malo modo. Stormy sospirò. “Quanto ancora credi che andrà avanti questa storia?”.
“Oh, non saprei, forse direi una decina di anni, o qualcuno in più, diciamo quanti me ne avete fatti passare voi tra umiliazioni ed insulti” disse Celeste mentre il suo sguardo si faceva più duro.
“Cosa c’entra questo adesso?” chiese Stormy.
“Io lo trovo abbastanza correlato con ciò che avete fatto” rispose Celeste, che nel frattempo aveva continuato a fissare il vuoto.
“Diventi vendicativa adesso?” disse Stormy alzando il tono di voce. “Non lo sei mai stata”.
“E tu cosa ne sai?!” sbottò Celeste girandosi finalmente a guardare la zia. “Puoi effettivamente dire se una cosa si addice al mio carattere o meno? No, per il semplice motivo che non lo conosci! Tu per quasi tutta la mia vita mi hai lasciata completamente da sola, in condizioni precarie, infierendo continuamente su di me in maniera fisica e psicologica, non sai quasi nulla su di me, e quel poco che sai lo sai grazie a questo ultimo periodo in cui ti sei avvicinata, solo per farmi soffrire di più! Quindi, scusa se te lo dico, ma non puoi proprio metterti a farmi la predica e credo di avere tutto il diritto di essere arrabbiata!” disse Celeste mentre gli occhi le si iniziavano a fare umidi.
“Io… io volevo solo cercare di costruire un rapporto. Ho sbagliato molte cose, lo so, ma sto cercando di rimediare” disse Stormy con tono di supplica.
“Non lo capisci?” disse Celeste abbassando lo sguardo. “Certe cose non si possono riparare!”.
Stormy fissò per alcuni secondi la ragazza, per poi abbassare lo sguardo. Aveva fallito, completamente fallito; era evidente che Celeste conservasse ancora rabbia e rancore per ciò che le avevano fatto e la scoperta che il loro riavvicinamento inizialmente fosse stato solo una farsa aveva di certo danneggiato irrimediabilmente il loro rapporto. A quel punto, la strega poteva fare una sola cosa.
“Puoi andare” disse Stormy.
“Cosa?” chiese Celeste mentre si asciugava una lacrima.
“Ho detto che puoi andare” disse Stormy alzandosi in piedi e girandosi di spalle rispetto alla nipote. “Sbrigati, prima che cambi idea”.
Celeste si alzò titubante dal letto. Si diresse lentamente verso la porta, superando Stormy, ferma davanti al letto. Arrivata davanti la porta, si girò verso la zia, che tuttavia teneva lo sguardo basso. A quel punto la ragazza uscì, lasciando la porta aperta. Stormy si sedette sul letto, iniziando a singhiozzare lentamente.
***
Circa due ore dopo, un gruppo di streghe stava accatastando delle tavole di legno e dei piccoli tronchi in un unico mucchio, che aveva ormai raggiunto l’altezza di quasi cinque metri. Poco dietro di esso vi era un alto palo di legno, alla cui estremità vi era un’asse perpendicolare al palo a cui era appeso un cappio.
Darcy e Stormy stavano osservando tutto dal palazzo, precisamente da un piccolo terrazzo che dava sul cortile anteriore, luogo in cui le streghe stavano preparando il falò.
“Dobbiamo proprio?” chiese Darcy alla sorella.
“Beh, è l’esecuzione del medico…” rispose Stormy.
 “La trovo solo una perdita di tempo” disse Darcy sospirando e incrociando le braccia.
“Ma tu adori queste cose” disse Stormy guardando la sorella con aria interrogativa. “E poi tu stessa hai firmato la sua esecuzione”.
“Non mi interessa!” tuonò improvvisamente Darcy. “Queste esecuzioni, manifestazioni e cerimonie non mi ridaranno mia figlia, anzi, dovrei essere fuori a cercarla”.
“Non sei nelle condizioni di farlo e inoltre abbiamo migliaia di persone che la cercano in giro per il pianeta; il fatto che tu per venti minuti non ti scannerai con ogni malcapitato che verrà a dirti che non ci sono ancora stati progressi non intralcerà le ricerche” considerò Stormy.
Darcy distolse lo sguardo dalla sorella e iniziò a fissare le streghe, che avevano quasi finito il loro lavoro.
Dopo alcuni istanti, Darcy sospirò.
“Quel bastardo è riuscito ad avvelenarmi” sussurrò Darcy. “Come ho fatto a non accorgermene?”.
“Non ci pensare” disse Stormy mentre osservava alcuni addetti gettare litri di benzina sul legno. “Troveremo una cura”.
“A proposito di questo” disse Darcy continuando a guardare verso il cortile. “Avevi detto che tu stessa avresti cercato una cura. Ehm… lo stai facendo?”.
“Certo che lo sto facendo” affermò Stormy con sicurezza. “Tu non devi preoccuparti, ci sto pensando io. Ho già trovato questa specie di cura temporanea e sono sicura che presto troverò qualcosa di più concreto”.
Ci fu un brevissimo contatto visivo tra le due e non aggiunsero altro.
Una vasta folla si era radunata attorno al falò e due guardie tenevano il medico per le braccia.
“Procedete!” urlò Stormy.
Le due guardie si alzarono in volo tenendo stretto l’uomo, per poi appenderlo dai piedi al cappio penzolante al di sopra dell’ammasso di legna.
A quel punto, Darcy prese la parola.
“Benedict Arcibald, sei condannato al rogo per alto tradimento!”.
 Stormy lanciò un fulmine non molto potente contro il cumulo di legno che subito prese fuoco. Le alte fiamme raggiunsero subito il corpo dell’uomo, che iniziò ad urlare per il dolore. Le fiamme raggiunsero presto anche l’impalcatura a cui l’uomo era appeso, che si fece sempre meno stabile finché l’alto palo di legno non si spezzò, facendo cadere Benedict nelle fiamme e lanciandolo in preda ad una tremenda agonia, scandita dalle sue urla che si confondevano nel mare di appalusi e fischi levati dalla folla circostante. Presto però le sue urla scemarono, lasciando intuire che la sua vita si era definitivamente spenta.
Darcy e Stormy rimasero altri pochi minuti ad osservare impassibili il fuoco, finché non decisero di rientrare.
“Magnifico” fu l’unica cosa che Stormy aggiunse.
***
Stormy si affacciò alla finestra della sua stanza.
Mai le era capitato di sentirsi così. Mai era stata così sotto pressione. Tutto stava andando a rotoli. Aveva promesso alla sorella che lei stessa avrebbe trovato la cura per la sua malattia. Certo, parole, ma la verità era che oltre alle trasfusioni, che costituivano una cura temporanea e non troppo efficace, non aveva trovato altro né tantomeno sapeva da dove iniziare per le ricerche.
Appoggiò i gomiti sul davanzale della finestra per poi posare l’indice e il medio di entrambe le mani sulle tempie.
Per non parlare poi del fatto che sua nipote Abigail era stata rapita da Menlok; sua sorella stava spendendo molte energie per quella faccenda, costringendo Stormy ad aumentare i prelievi da uno ogni due giorni ad uno al giorno, portandola allo stremo e riducendo ulteriormente il tempo a sua disposizione per trovare la cura. La malattia della sorella, poi, impediva a quest’ultima di adempire a tutti i suoi impegni, aumentando quelli di Stormy che si vedeva costretta a doverla in parte sostituire.
La strega tolse le dite dalle tempie per poi spostare le mani davanti al viso.
Con la notizia che le Winx avevano iniziato a cercare il loro pianeta, poi, le sembrava di essere entrata in un incubo. I suoi impegni erano addirittura raddoppiati, ritrovandosi così a dover gestire un regno, le paure dei funzionari per il possibile arrivo delle fate, la ricerca della cura per la sorella, quella della nipote, una relazione e una gravidanza.
Si girò e si avvicinò alla grande scrivania addossata alla parete. Sul lato destro vi erano due cassetti. La strega aprì il secondo, tirandone fuori un pacchetto. Lo avevo nascosto lì così che Derek non lo trovasse.
Si riavvicinò alla finestra ed aprì il pacchetto. Era da anni che non si concedeva il lusso di una sigaretta. Non era mai stata una fumatrice, né aveva mai preso il vizio del fumo, ma da ragazza se ne concedeva una ogni tanto, specialmente in momenti di grande tensione. Mai in tutta la sua vita ne aveva sentito così tanto bisogno. Tirò fuori una sigaretta dal pacchetto e la osservò. Non dovrei farlo. Ma non poteva resistere, ne aveva bisogno. E poi era sicura che una singola sigaretta - perché ne avrebbe fumata solo una, quella – avrebbe fatto meno male ai suoi bambini rispetto a tutto quello stress a quella tensione che stava accumulando e che non avrebbe potuto allentare senza di essa.
La avvicinò alle labbra, sentendo subito i sensi di colpa appena la sentì sfiorarle la bocca. Finalmente prese coraggio e la accese. Subito dopo aver dato la prima tirata si sentì incredibilmente meglio. Un’improvvisa sensazione di pace e di tranquillità, sensazioni da lei da odiate ma anche tanto cercate, specialmente in quell’ultimo periodo.
Improvvisamente, qualcuno le sfilò dalla mano il suo frutto proibito.
“Ma sei pazza a fumare questa… cosa?!” disse Derek guardando disgustato la sigaretta ancora accesa che aveva in mano. “Questo è veleno per te!”.
L’uomo la spense schiacciandola contro il davanzale per poi lanciarla attraverso la finestra.
“Non ti credevo così irresponsabile” disse Derek guardando serio la compagna.
“Per favore, non parlarmi di responsabilità” disse Stormy coprendosi il viso con le mani ed abbassandosi così da poter appoggiare i gomiti sul davanzale della finestra. “Non è proprio il periodo adatto”.
“Cercavi di allentare la tensione?” chiese Derek addolcendo lo sguardo.
“Già” disse Stormy tenendo lo sguardo basso.
“Qual è il motivo di tanta preoccupazione?” chiese poi Derek abbracciando Stormy da dietro.
“Sempre lo stesso” rispose Stormy mantenendo un’espressione seria.
“Posso fare qualcosa per aiutarti?” chiese poi Derek.
“Hai una cura definitiva per mia sorella, un espediente che blocchi le fatine ed una pratica Abigail di riserva?” chiese ironicamente Stormy.
“Temo di no” rispose Derek.
“Allora dubito che tu possa fare qualcosa” disse Stormy portando la testa indietro, appoggiandola alla spalla del compagno.
“Beh non hai bisogno di fumare” disse Derek appoggiandole le mani sulle spalle ed iniziando a farle un massaggio. “Ti basta venire da me”.
Stormy appoggiò la mano su quella del compagno. Sembrava apprezzare il massaggio.
“Mh, forse hai ragione” disse Stormy sorridendo.
Derek anche sorrise, per poi spingere con delicatezza la compagna sul letto. Stormy gli sorrise con un pizzico di malizia invitandolo con un movimento del dito a raggiungerla, cosa che Derek fece immediatamente, mettendosi a carponi sulla strega. Lei lo tirò per il colletto, iniziando a baciarlo prima delicatamente e man mano in maniera più passionale.
***
“Hai intenzione di tenermi qui a lungo?!” chiese Abigail ormai isterica.
Menlok si girò verso di lei, facendole un finto sorriso benevolo. Si avvicinò ad Abigail, distendendo i muscoli facciali mentre il rumore umido dei suoi passi echeggiava in tutto l’ambiente. Arrivato davanti la ragazza, si inginocchiò per arrivare alla sua altezza.
“Sai ragazzina, quando ti arrabbi e mi guardi con odio mi sembra quasi di vedere tua madre” disse Menlok posando una mano sotto il mento della figlia. Abigail cercò di liberarsi dal suo tocco, ma Menlok le strinse ancor di più la mandibola.
“Capirai presto che non bisogna mai ribellarsi a me” le disse Menlok, ricevendo di risposta un calcio da parte della ragazza. “Con il tempo imparerai”.
Dopodiché, l’uomo si sedette a gambe incrociata proprio di fronte la figlia.
“Sai, mia piccola Abigail, forse non ci crederai, ma sono rimasto molto deluso quando hai declinato la mia offerta di unirti a me” iniziò Menlok con tranquillità. “Sei mia figlia, hai sicuramente un sacco di potenziale, e sei incredibilmente sprecata a schivare un paio di fulmini di tua zia”.
“Tu come sai che…”.
“Vi spio in ogni momento della giornata, so tutto su di voi, anche come va la relazione di mio fratello sotto le coperte” disse Menlok alzando le spalle.
“Tu sei un pazzo” disse Abigail scuotendo la testa.
“Se è per questo anche tua madre spesso ti spia, ma suppongo tu lo sappia. E allora perché trovi dispregevole che io lo faccia? Beh, perché mi odi come il resto della tua famiglia, è ovvio. Ma c’è anche dell’altro” iniziò Menlok, mentre Abigail lo fissava in un misto di stupore e curiosità.
“Cosa vuoi dire?” chiese poi la ragazza.
“Beh, ormai sei abituata all’idea che tua madre ti spii, così abituata che a momenti lo dimentichi anche, e questo ti è stato in un certo senso imposto da lei. Ma, infondo, cosa non ti impone?” considerò Menlok con voce persuasiva.
“So perfettamente cosa stai cercando di fare” disse Abigail alzando un sopracciglio, “Stai cercando di corrompermi e di persuadermi a venire dalla tua parte, ma lo hai detto tu stesso; mia madre mi ha imposto molte cose, tra cui anche lezioni su come usare al meglio la mente e su come comprenderla”.
“Non avevo dubbi” disse Menlok sorridendo maligno. “Ebbene sì, ci ho provato, ma dato che non ha funzionato dovrò fare alla vecchia maniera”.
Menlok si alzò in piedi, allontanandosi di qualche passo da Abigail.
“Vuoi cercare di controllarmi?” chiese Abigail.
“Ipnotizzare la figlia della strega dell’oscurità e della mente? Mi credi il tipo da lanciare affronti simili?” disse Menlok fingendosi offeso. “In effetti mi piacerebbe molto farlo, ma contro tua madre non avrebbe alcun effetto”.
“Contro mia madre?” chiese Abigail non capendo.
“Certo” rispose Menlok facendo spallucce. “Ti userò da scudo contro di lei. Anzi, ti userò anche per attrarla verso di noi, che ne dici?”.
“Cosa ti fa pensare che lo farò?!” chiese Abigail incrociando le braccia.
“Oh, lo farai” disse Menlok voltandosi verso la figlia con un sorriso maligno. “Eccome se lo farai”.  
***
“Prima ho visto Celeste uscire” disse Derek. Era in piedi vicino il letto e si stava stiracchiando. “Alla fine ti sei decisa a lasciarla andare quindi”.
“Che intendi dire?” disse Stormy girandosi verso Derek. La strega era seduta sul letto, di spalle rispetto a Derek, e si stava riabbottonando la camicetta.
“Insomma, hai approfittato del fatto che fosse incosciente per portarla qui e non l’hai più lasciata andare” iniziò Derek. “E tu le avevi promesso che l’avresti lasciata andare subito”.
“Cosa avrei dovuto fare?” chiese Stormy allargando le braccia. “Lasciarla lì inerme?”.
“No, ma avresti dovuto lasciarla andare immediatamente… infondo non sei proprio in un’ottima posizione con lei” considerò Derek alzando le spalle.
Stormy sospirò per poi alzarsi in piedi.
“Ora che ci penso, però, è stato Menlok ad avvelenare Darcy” disse Derek mentre Stormy si girava verso di lui. “Quindi magari lui ha anche l’antidoto, o comunque sa qual è”.
“E cosa dovremmo fare? Andare da lui e chiedergli gentilmente quale sia, magari davanti ad una tazza fumante di cioccolata calda?” chiese Stormy guardando stizzita lo stregone.
“Non saprei… potremmo provare a ricattarlo in qualche modo” propose Derek.
“Lui ha Abigail, non siamo proprio nella posizione di poter fare ricatti” disse Stormy con espressione scettica.
“Una volta trovato Menlok Abigail la riprenderemo con la forza… e a quel punto potremmo provare a proporre uno scambio” disse ancora Derek.
“Mia sorella non darebbe mai sua figlia per una cura” disse subito Stormy.
“Ma infatti non mi riferivo a lei” si difese Derek alzando le mani.
“E a cosa?” chiese allora Stormy.
“Non ne ho idea, devo fare tutto io?” disse Derek allargando le braccia.
Stormy poggiò una mano sulla fronte per poi scuotere la testa.
“Cosa potrebbe desiderare Menlok?” chiese poi Stormy più a sé stessa che a Derek.
“Mh, forse però un’idea ce l’ho” disse Derek mentre Stormy lo guardava speranzosa. “Che ne dici della piuma di Diropos?”.
“La piuma di… Ma certo!” disse Stormy. “Come ho fatto a non pensarci?”.
“Modestamente sono un genio” disse Derek alzando le spalle.
“Quando avremo riavuto Abigail andremo da Menlok per fare questo scambio, ma mia sorella non dovrà saperlo, ok?” disse Stormy.
“Perché non vuoi che lo sappia?” chiese poi Derek.
“Perché non sarebbe mai d’accordo e farebbe di tutto per impedircelo, per questo motivo dovremo farlo di nascosto e al massimo glielo diremo quando e se avremo trovato una cura” rispose Stormy.
“Allora andremo noi due” constatò Derek. “Dovremmo trovare un nome per la nostra squadra”.
“Già, esattamente come un’adolescente in piena crisi ormonale” lo prese in giro Stormy.
“Io devo andare” disse poi avvicinandosi al compagno.
“Ricorda, meglio il cioccolato che il fumo!” le disse Derek mentre la strega si apprestava ad uscire.
***
Era notte su Obsidia. Darcy stava dormendo nel suo letto. Continuava però a rigirarsi nel letto; il suo sonno era inquieto.
*
Darcy si risvegliò in una foresta. Non era una foresta come le altre; era composta interamente da abeti altissimi e completamente spogli, alcuni con il tronco bruciato, e circondati da una fitta nebbia, così fitta da impedire alla strega di vedere il cielo sopra di lei. Si guardò intorno confusa, per poi iniziare a camminare senza una meta precisa, sperando di trovare un senso in tutto quello.
Continuò a camminare a passo lento finché un albero non attirò la sua attenzione; era forse il più grande in quella foresta, aveva un tronco molto largo e, un po’ per la nebbia e un po’ per la sua incredibile altezza, non riusciva a vederne la fine. Due cose però, a parte le dimensioni, lo distinguevano dagli altri alberi presenti. Era infatti l’unico albero a presentare ancora qualche foglia sui rami, anche se poche e secche, ed inoltre presentava un’incisione a forma di cuore sulla corteccia. Darcy si sentì attratta da quella incisione. Ne seguì il contorno con l’indice ed improvvisamente le sembrò di sentire una voce.
“Guarda mamma, è per te”.
La voce era flebile ed ovattata, quasi impercettibile. Doveva trattarsi sicuramente della voce di una bambina. Improvvisamente venne sopraffatta da un’altra voce, ben più grave e rude, distorta in una risata fragorosa.
Non avrai mai pace, sarò il tuo tormento!” disse la voce per poi scoppiare nuovamente in quella risata a Darcy così odiosamente familiare.
“Sei ancora tu!” disse Darcy alzando lo sguardo verso l’alto, senza guardare un punto preciso. “Cosa diavolo vuoi da me?!”.
“Voglio prendermi tutto ciò che è tuo! La tua vita andrà in frantumi, prenderò una alla volta le persone che ami finché non rimarrai da sola! A quel punto, credimi, non varrà neanche la pena per te lottare”.
“Non te lo permetterò!” urlò Darcy.
Si alzò in volo di poco senza saperne bene il motivo ed iniziò a volare verso un punto impreciso con la speranza di non sentire più quella odiosa risata rimbombarle nelle orecchie, fallendo.
“E’ inutile che scappi, vigliacca!”.
Darcy si fermò di colpo notando la presenza di un corpo poco distante da lei. Si avvicinò lentamente, per poi coprirsi la bocca con entrambe le mani.
“Icy…” riuscì solo a sussurrare osservando pietrificata il cadavere di sua sorella. Ma nulla poteva prepararla a ciò che c’era poco dietro il corpo della sorella maggiore. Si accorse dopo alcuni secondi di quel secondo corpo e quando si avvicinò ulteriormente per poterlo osservare meglio non poté far altro che lanciare un urlo e girarsi di spalle, tremando. Lì, alle spalle del cadavere di sua sorella, giaceva infatti il corpo senza vita di Abigail, con gli occhi spalancati e vacui.
“L’ho già fatto con Icy… chi mi impedirà di fare la stessa cosa con NOSTRA figlia?!”.
“Lo farò io personalmente!” rispose Darcy chiudendo gli occhi con forza per la rabbia. “Meriti di morire!”.
La voce di Menlok si contorse nuovamente in una risata mentre Darcy si copriva le orecchie con fare disperato.
​*
Darcy si svegliò di colpo; aveva la fronte imperlata di sudore ed ansimava. Appena si fu calmata, si sedette al lato del letto. Quell’incubo era stato forse il più terribile che avesse mai fatto negli ultimi anni. Aveva visto davanti ai suoi occhi il cadavere di sua sorella e… quello di sua figlia. Era solo un sogno, continuava a ripeterselo, ma qualcosa non le tornava… qualcosa le sfuggiva. Inoltre, non riusciva a rimuovere dalla sua mente quell’immagine, sua figlia morta, la cosa più spaventosa che avesse mai visto. La cosa che più l’aveva impressionata erano i suoi occhi; erano vacui, spenti… completamente diversi dagli accesi ed espressivi occhi neri a cui era abituata. Certo, adorava quegli occhi; non avrebbe mai dimenticato la prima volta in cui li aveva visti.
 
Per anni ed anni non aveva fatto altro che mettere lei, le sue esigenze e le sue aspirazione al di sopra di ogni cosa, vivendo in un vortice di egoismo ed egocentrismo. Ed era incredibile che ora, stesa su quel letto, non riuscisse a rivolgere la sua attenzione ad altro se non a quel minuscolo essere che strillava e si dimenava nelle sue braccia ormai da alcuni minuti.
“Su, sta calma” disse Darcy cercando nel suo meglio di cullare la neonata che aveva in braccio, che pian piano smise di piangere, continuando tuttavia ad emettere dei gorgoglii.
La strega accarezzò con un dito la guancia della bambina, che continuava a fissare la madre con gli occhi spalancati. Due grandi occhi neri identici a quelli del padre, uomo che Darcy aveva odiato con tutta sé stessa. Ma nonostante questo, non aveva mai trovato quegli occhi così belli. In realtà non riusciva a scovare un dettaglio in quella bambina che non trovasse bellissimo.
“Anche tu non riesci a smettere di fissarmi?” le chiese Darcy.
“Lo capisco, ho sempre avuto il mio fascino… ma neanche tu scherzi. Sai, hai proprio la faccia da streghetta, chissà come te la caverai con le arti oscure… sono sicura che sarai fantastica. Accidenti, ho già iniziato a metterti pressione… ma credo proprio che col tempo dovrai farci l’abitudine” disse la strega, sorridendo subito dopo per via di un’espressione buffa della piccola.
“Sei disposta a sopportarmi?”. 
La bambina fece una smorfia strana ed un movimento sospetto che Darcy sentì all’altezza del pannolino confermò la paura della strega.
“Hai un modo… interessante di rispondere alle domande” disse Darcy sorridendo davanti ad uno sbadiglio della figlia.
Scosse la testa. Non doveva distrarsi, doveva concentrarsi sul sogno. Percepiva qualcosa di strano, ma non riusciva a capire cosa. Improvvisamente sembrò avere un’illuminazione. Si alzò di scatto dal letto ed uscì dalla camera quasi di corsa.
 
“Capisci cosa voglio dire?” chiese Darcy. Lei e Stormy erano in piedi, davanti la camera della strega delle tempeste. Quest’ultima indossava il pigiama, coperto da una vestaglia semitrasparente e delle pantofole, i capelli erano lasciati sciolti e aveva una evidente espressione assonnata sul viso. L’altra, invece, indossava unicamente il pigiama ed era scalza.
“In realtà no” rispose Stormy. “Insomma, hai fatto questo sogno, sei stressata ed è normale. Cosa c’è di così straordinario?”.
“C’era qualcosa di strano in questo sogno… io sono la strega delle illusioni, le noto queste cose” rispose Darcy.
“Ma non capisco, cosa dovrebbe esserci di strano?” chiese Stormy incrociando le braccia.
“Non so spiegartelo con precisione, era una semplice sensazione. Ho analizzato il mio sogno e in un primo momento ho pensato che potesse essere un sogno indotto… insomma che qualcuno mi avesse fatto fare questo sogno. Ma allo stesso tempo sembrava vero a tutti gli effetti” iniziò a spiegare la strega. “Ed alla fine sono giunta alla conclusione che qualcuno ha cercato di inserire un messaggio in un mio sogno”.
“Quale incapace sfrutterebbe un sogno già esistente invece di fartene avere uno?” chiese Stormy stizzita.
“Esatto sorellina, è proprio questo il punto!” disse Darcy con un certo entusiasmo. “A fare questo è stata sicuramente una persona incapace ed alle prime armi. In altre parole è stata Abigail”.
“Abigail?” chiese Stormy non capendo.
“Ma certo. Ed era anche un messaggio abbastanza esplicito e nascosto malissimo per il semplice motivo che lo scopo era opposto, lei voleva che io me ne accorgessi” disse Darcy sorridendo a tratti.
“Ma cosa avrebbe voluto comunicarti?” chiese ancora Stormy allargando lievemente le braccia.
“Nel sogno mi trovavo in una foresta, non sono riuscita a capire quale finché non ho visto un grande albero con un’incisione. Quando l’ho toccato ho sentito una voce e solo dopo ho capito che quella era la voce di Abigail da piccola” disse Darcy. “Sei o sette anni fa portai Abigail in quella foresta e lei fece quell’incisione per me. Capisci cosa significa?”.
“Purtroppo temo di no” rispose Stormy scuotendo lievemente la testa.
“Abigail mi ha mostrato proprio quella foresta perché cercava di dirmi qualcosa riguardante essa, e credo che cercasse di dirmi che si trova lì” disse Darcy. “Noi l’abbiamo cercata per giorni ed alla fine è stata lei stessa a dirci la sua posizione”.
“Sei sicura di quello che dici?” chiese Stormy dubbiosa.
“Certo che ne sono sicura. Domani stesso andremo a controllare” disse Darcy.
“Intendo dire… sei sicura che Abigail potesse effettivamente farlo? Che potesse mandarti questo messaggio?” chiese ancora Stormy incrociando nuovamente le braccia.
“Conosco perfettamente le capacità di mia figlia” disse Darcy corrucciandosi un po’.
“Questo non lo metto in dubbio, le conosco anche io, ciò che intendo dire è… credi che potesse davvero essere nelle condizioni adatte? Insomma, te lo dico chiaramente, dubito che Menlok l’abbia lasciata illesa ed inoltre sappiamo che come minimo la tiene sotto sorveglianza ventiquattro ore su ventiquattro” considerò Stormy.
“Beh, che Abigail mi abbia mandato quel messaggio sotto comando di Menlok lo davo per scontato” disse Darcy con naturalezza.
“Co-come lo davi per scontato? E quindi tu, sapendo che dietro questo c’è il volere di Menlok, vorresti fare esattamente ciò che lui vuole?” chiese Stormy non capendo.
“Non ho finito di spiegarti il piano” disse Darcy.
“E perché non hai finito di spiegarlo?!” chiese Stormy allargando le braccia.
“Perché tu mi hai interrotta con le tue deduzioni da Capitan Ovvio!” disse Darcy. “Bene, ora ascolta”.
***
Celeste era in una grande sala dalle alte pareti bianche ed un pavimento nero lucido. La ragazza aveva un gessetto in mano e stava osservando con attenzione un foglio, che teneva con l’altra mano.
Sul foglio era illustrata una strana figura, una stella a cinque punte che presentava un cerchio alla fine di ogni sua estremità, che Celeste disegnò sul pavimento con il gesso. Dopo aver fatto ciò, tirò fuori dalla sacca che aveva a pochi passi da lei gli oggetti che le occorrevano per l’incantesimo. Posizionò ogni oggetto, la boccetta con il sangue di Icy, quella con il sangue di Darcy, un vestito di Icy e la lettera che aveva scritto per la figlia, su un cerchio, occupandone quattro, per poi mettersi lei stessa sul quinto cerchio.
Quella doveva essere solo una prova, non voleva certo cercare di attuare l’incantesimo in quel momento, ma aveva bisogno di testare la sua fattibilità. Seguendo le istruzioni, recitò una formula magica per poi allungare il braccio verso il centro della stella. A quel punto iniziò a sprigionare un’intensa luce bluastra dalla mano. Restò così per alcuni minuti, finché non fece dissolvere la luce. A quel punto fissò la figura disegnata sul pavimento. Secondo le istruzioni, i contorni della stella e i cerchi si sarebbero dovuti illuminare e avrebbero dovuto sprigionare energia, ma non successe nulla.
“Sinceramente è una cosa che mi aspettavo” disse Liam, apparendo all’improvviso alle spalle della ragazza.
“Liam” disse Celeste in un primo momento di stupore per la sua comparsa. “Ehm… che vuol dire che te lo aspettavi?”.
“Beh… diciamo che considerata la tua potenza ma soprattutto il tuo livello dubito fortemente che basti solo il tuo potere per farlo funzionare… insomma, si tratta pur sempre di far rivivere una persona” spiegò Liam.
“Ma io non conosco persone particolarmente potenti… o almeno non persone a cui io possa spiegare tutto questo” disse Celeste.
“Beh, sei fortunata, perché il sottoscritto ha grandi conoscenze magiche” disse Liam, mentre Celeste scuoteva la testa. “Secondo me non c’è necessariamente bisogno di una persona particolarmente potente, ma può andare bene anche un oggetto. Ma deve essere un oggetto magico potente, ovviamente”.
“Mh… si, credo che potrebbe andare” disse Celeste. “E io credo di sapere cosa fa al caso nostro”.
“Cioè?” chiese Liam.
“Credo che la piuma di Diropos possa andare bene… insomma, una piuma in grado di spezzare un qualsiasi incantesimo non può che essere un oggetto estremamente potente” disse Celeste facendo spallucce.
“Ma è a palazzo, come farai a prenderlo?” chiese Liam incrociando le braccia.
“Le mie zie attualmente sono del tutto concentrate sulla missione per riprendere Abigail” iniziò Celeste.
“Vuoi sfruttare la loro distrazione?” chiese poi Liam.
“No, la piuma è comunque sorvegliata da un sistema di sicurezza magico, se la prendessi se ne accorgerebbero” disse Celeste. “Piuttosto, aspetterò dei progressi e mi unirò a loro per riprendere Abigail”.
“Va bene, se vuoi posso venire anche io, ma questo cosa c’entra con la piuma?” chiese ancora Liam.
“Una volta riavuta Abigail sarà più facile averla grazie al suo… ehm… aiuto interno” spiegò Celeste.
“Cioè vorresti andare a recuperare tua cugina solo ed unicamente per la piuma?” chiese Liam divertito.
“Ovviamente no, semplicemente miei due interessi coincidono” disse Celeste con naturalezza.
“Ma scusa allora perché non ci vai ora?” chiese Liam allargando le braccia.
“Ehm… ma mi hai vista?” chiese Celeste indicandosi con entrambi gli indici. “Credi forse che io da sola possa anche solo torcere un capello a Menlok?”.
“Scusa, era una domanda” disse Liam alzando le mani.
“Bene, allora è deciso” disse Celeste. “Sarà il caso di avviarsi, se ci avviamo ora dovremmo arrivare a palazzo verso il tardo pomeriggio”.
“Ma… ecco… sei sicura di quello che stai facendo?” le chiese Liam mentre si sfregava le mani.
“Infondo vado con due streghe esperte, cosa potrà mai succedere?” chiese Celeste allargando le braccia.
“Non mi riferisco a questo” disse Liam incrociando le braccia. “Mi riferisco all’incantesimo… insomma sai a cosa vai incontro?”.
“Certo che lo so Liam” disse Celeste guardando il ragazzo con sguardo serio.
“Potrebbe essere pericoloso… non voglio che tu corra rischi” considerò Liam.
“Ma devo farlo Liam” disse ancora Celeste. “Mia madre mi ha dato la vita due volte; la prima quando sono nata e la seconda quando mi ha salvata. Io glielo devo”.
 
 
 
 
*un’astronave inizia a bombardarla con raggi-cammelli, ma lei riesce a difendersi con l’ausilio del divano su cui ha vegetato per mesi insieme ai libri di greco e latino*.
Ma buongiornissimo kaffè a tutte le mie caramelline gommose al gusto arancia (credo di essere una delle poche bestie di satana che preferisce il gusto arancia).
Beh, dopo un periodo di assenza così prolungato sono finalmente tornata alla riscossa! Spero che il capitolo vi sia piaciuto, anche se diciamo che è un capitolo un po’ di transizione, ma già nel prossimo comincerà l’azione vera e propria. Spero che in ogni caso non vi abbia annoiato e di avervi tenuto compagnia almeno un pochino. Bene, in ogni caso spero di aggiornare nel periodo nataliazio, o comunque di non far passare tutto il tempo che è passato dallo scorso aggiornamento.
P. S. Questo capitolo avrei voluto pubblicarlo ieri, la giornata contro la violenza sulle donne, ma per motivi di tempistica non ci sono riuscita. Ma in ogni caso, anche se in ritardo, NO ALLA VIOLENZA SULLE DONNE, ma in ogni caso NO ALLA VIOLENZA in generale, che sia su donne, su uomini, su bambini o su animali.
Abigail: E ricordate, il colore dell’amore è il rosso, non il viola tumefatto!
Celeste: Che originalità…
Abigail: Taci o la prossima volta ti lascio nelle stalle a morire di asfissia!
Ehm… ok ora ringrazio tutti gli utenti recensori, i lettori silenziosi e la piccola ed innocente DarcyRocks che rompe ogni giorno <3. Detto questo,
a prestoooooooooooOOOOOOOOOOOOOOOOOO

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