Sorvegliati speciali

di jarmione
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cosa trama Evelyn? ***
Capitolo 2: *** L'accompagnatore di Evelyn ***
Capitolo 3: *** Inizio del viaggio ***
Capitolo 4: *** Gelosie nel campo indiano ***
Capitolo 5: *** ...e fraterne ***
Capitolo 6: *** Segreti di famiglia ***
Capitolo 7: *** La decisione del giudice ***



Capitolo 1
*** Cosa trama Evelyn? ***


Ciao a tutti e buon 2017! Voglio iniziare l'anno nuovo pubblicando una nuova long sui miei fratelli preferiti.
Non penso che sarà una storia lunghissima ma vedrò cosa riesco a fare.
Premetto che questa storia è una specie di "What if de "La famiglia del penitenziario" ed ho immaginato la storia se Evelyn fosse rimasta nella prigione e i fratelli non fossero evasi.
Buona lettura! In caso leggetevi la long precedente.



Il sole caldo picchiava sulle teste dei detenuti come un tamburo.
Qualcuno cominciava a vedere doppio e ad avere miraggi riguardanti l'acqua.
Erano solo le dieci del mattino e tutti spaccavano pietre, i gesti venivano automatici dato che, ormai, i detenuti sarebbero stati costretti a fare quel lavoro per parecchi ergastoli.
Persino i Dalton avevano preso l'abitudine di spaccare pietre senza discutere, tanto scelta non ne avevano.
Non stavano neanche cercando di evadere anzi, sembravano interessati a tutt'altro.
"Joe guarda!" Esclamò Averell, mostrando una pietra a forma di gatto alta circa un metro "hai visto che bella? La voglio regalare alla signorina Betty!"
Jack e William osservarono la scultura ammirati, mentre Joe sbuffó e borbottò cose irripetibili contro al fratello.
"Ne voglio fare uno anche per Evelyn!" Continuò il più alto, fiero di se "ma non la vedo" la cerco per tutto il cortile ma non la vide.
Joe sbuffó ancora.
Era proprio quello il problema, Evelyn non c'era.
Di solito spaccavano le pietre assieme, anche se lei lo faceva in scala ridotta essendo una donna con meno forza di un uomo, mentre in quel momento non era lì.
Era una settimana che la vedevano solo a mensa e li stava zitta e con la testa bassa.
Passava troppo tempo con Peabody e la signorina Betty.
Ogni loro tentativo di farla parlare risultava vano, persino Averelle aveva fallito e lui era il fratello preferito.
"In effetti l'ho notato anche io" constatò William 
"La stiamo...vedendo poco" Jack cercò di non lasciar trasparire la sua preoccupazione.
"Appunto" il cervello di Joe iniziò a pensare "seguitemi" i fratelli seguirono Joe, tranne Averell, che stava ancora cercando Evelyn nel cortile e venne trascinato di peso da Joe.
Si avvicinarono alla finestra del direttore e formarono una scala umana a partire da Averell, che stava sotto, fino a Joe, che stava sopra.
Traballavano, Averell continuava a muoversi.
"Vuoi stare fermo idiota!?"
"Scusami Joe!"
Joe si saldò bene al davanzale della finestra di Peabody e osservó all'interno.
Intravide Peabody che parlava con la signorina Betty, le mani al volto e lo sguardo pensieroso.
Gli altri tre fratelli stavano facendo rumore e Joe faticava a sentire.
Le uniche parole che udì furono "Evelyn" e "Processo"
Infine la scala cadde e Joe si ritrovò faccia a terra e l'unico suono era Averell che rincorreva Rantanplan, a sua volta all'inseguimento di una piccola farfalla.
Joe ebbe la voglia di ucciderlo, ma si limitò a farlo inciampare rovinosamente a terra.
Usò tutte le sue forze per non saltargli addosso.
"Allora Joe?" Domandò William "che hai sentito?"
"Un bel niente grazie a questo cretino!" Indicó Averell
"Ma Joe c'era una farfalla!" La indicó e indicó anche Rantanplan al suo fianco "l'ha trovata lui!"
Ci furono attimi di silenzio, infine si udirono dei pugni ben assestati e un cane che volava fino alla cuccia.
-Giocano a palla avvelenata, ma hanno confuso me per la palla-
"Detesto le farfalle" concluse Joe, maledicendo la stupidità del fratello.
Cerco di ragionare su come scoprire cosa tramava Peabody con Evelyn ma venne interrotto proprio dal direttore e dalla signorina Betty, che uscivano in cortile.
Peabody era pensieroso mentre la donna cercava di spiegargli qualcosa in modo molto allegro e sorridente.
"E se avadessero?" Chiese Peabody, al che i quattro fratelli intuirono che parlavano di loro.
"Sarebbero comunque sorvegliati non le pare?"
"Si ma sono i Dalton!"
"Ci pensi direttore" sorrise ancora di più la signorina Betty "pace e silenzio"
Peabody assunse in aria sognante
"Silenzitudine..."
"Ecco fatto, lei ci pensi e poi ne riparliamo e adesso penserò ad Evelyn Dalton" lo superò e andò nelle sue stanze quasi saltellando.
"Venite" Joe seguì la signorina Betty e una raggiunta la finestra della sua stanza, sempre tramite scala umana.
"Deve sempre stare lui sopra" si lamentò Averell
"Non dirlo a me" lo assecondó William, che avrebbe fatto volentieri cambio.
La finestra era leggermente aperta e questo permise a Joe di ascoltare più chiaramente.
La signorina Betty stava frugando nel suo armadio, dentro ad un vecchio scatolone.
Joe vide che prese un abito giallo, con le spalle a sbuffo e la gonna tutta in pizzo.
"Ecco qua cara!" Cinguettó "prova questo è se ti va lo indosserai, a me non sta più, lo usavo da ragazzina"
"Sta scherzando spero?" Evelyn aveva una faccia disgustata e questo fatto scatenò l'approvazione di Joe.
Un vero Dalton non indossava puzzi e merletti.
"Mamma Dalton ci ha riferito che sarebbe stato difficile trovare un abito adatto"
Evelyn si sentiva in imbarazzo "E se rimanessi con la divisa carceraria?" Chiese "oppure potrei usare gli abiti dismessi di Billy Spilungo" si riferiva ad un nuovo ergastolano, arrivato circa una settimana prima.
La signorina Betty sospiró ma non smise di sorridere.
Tornó a frugare dentro allo scatolone, lanciando vestiti ovunque e, per sbaglio, facendo finire fuori dalla finestra un paio di sottovesti, che caddero in mano a William.
Divenne talmente rosso che poteva essere scambiato per un peperone.
"Ecco qua!" La signorina Betty tirò fuori un vestito da cowboy.
Camicia bianca e liscia, pantaloni abbastanza attillati marroni con bretelle incorporate e stivali, anch'essi marroni.
Evelyn sgranó gli occhi, sembrava sognante.
"Bellissimo..."
"Lo immaginavo" la signorina Betty piegò i vestiti e glieli diede "però i capelli sistemali bene, devi avere un aspetto decente davanti al giudice"
Evelyn sorrise "si signorina Betty"
"Partirai domani, verrà una persona di fiducia a prenderti e scortarti in tribunale"
Joe sgranó gli occhi ed ordinò di scendere.
William aveva ancora la sottoveste in mano e stava fantasticando con la mente.
Joe lo prese e lo trascinò, la sottoveste cadde a terra e tutti gli altri detenuti, che si erano accorti, corsero a vedere la sottoveste.
I quattro fratelli si allontanarono.
Joe ragionò.
Processo, tribunale, giudice.
Fece un paio di conti e si accorse che Evelyn era lì abbastanza da essere arrivata a dover seguire il processo che l'avrebbe condannata o assolta.
"Allora Joe?"
"Abbiamo un problema"
"Che problema?"
"Evelyn dovrà affrontare il processo" disse "o la condannano o l'assolvono"
"Beh che c'è di male?" Chiese William
"Appunto" aggiunse Jack "non ha mai fatto nulla, se venisse assolta sarebbe meglio per lei"
"Ma poi non potremmo più vederla" piagnucoló Averell
"Imbecilli!" Sbottó Joe "stiamo parlando di una Dalton e i Dalton non sono mai stati assolti!"
"Quindi dici che la condanneranno?"
"Ed è questo il problema, se la condannano non solo dovrà stare in prigione ma la manderebbero in un altro carcere"
Averell iniziò nuovamente a piagnucolare, William riuscì a capire cosa aveva in mente Joe.
Jack, dal canto suo, non riuscì ad immaginare di dover scontare i suoi ergastoli senza la presenza di Evelyn.
"Che hai in mente Joe?"
"Dobbiamo riuscire ad andare con lei, salire sul carro che la scorterà e assicurarci che tutto vada bene"
Jack fu d'accordo e anche gli altri tre.
Quando udirono il suono della campanella, che indicava l'ora di pranzo, Averell corse fino alla mensa invocando a se il macinato.
Gli altri tre lo seguirono più silenziosamente.
Videro anche Evelyn, che stava andando verso di loro.
Non aveva uno sguardo allegro come al solito, era seria e guardava Joe con le braccia incrociate.
"Beh?" Chiese il fratello "che c'è?"
"Devi origliare anche quello che dico o faccio io?"
"Origliare? Ma che stai dicendo!?"
"Guarda che ti ho visto alla finestra" disse "perché mi spiavi?"
Odiava essere tenuta sotto sorveglianza da Joe.
Lui amava comandare e sottomettere gli altri mentre lei detestava quel suo comportamento.
Tra i due era rimasto qualche astio, a lei proprio non andava giù.
"Sei nostra sorella e in qualità di fratello maggiore ho diritto di sorvegliarti! Su muoviti andiamo" ed entró in mensa con William.
"Evelyn..."
"Lascia stare Jack, vai in mensa"
"Tu non vieni?"
"Mi è passata la fame" sospiró "ci vediamo dopo"
Jack fece per fermarla ma venne bloccato dalla voce di Joe, che lo chiamava per mangiare.

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Capitolo 2
*** L'accompagnatore di Evelyn ***


Salve a tutti! Ecco a voi il nuovo capitolo.
Spero vi piaccia e grazie a chiunque mi segue e chi ha recensito, un bacione!
ATTENZIONE!! La long di Lupin viene momentaneamente sospesa (da me medesima) a causa di alcune utenti che pare non abbiano capito cosa è una storia.
Verrà ripresa e forse riscritta in seguito, chiedo perdono a chi la seguiva.



Joe mangiò contro voglia il suo macinato, anzi preferiva giocarci.
Se fosse dipeso da lui avrebbe tirato un bello schiaffo alla sorella, ma la sua indole gentile, che raramente usciva, glielo impediva.
Colpire una donna era da vigliacchi e da stupidi.
Jack e William riuscirono ad immaginare i pensieri del maggiore e, per l'appunto, si fecero gli affari loro per evitare di essere colpiti dalla furia di Joe, che giaceva nascosta e pronta ad uscire.
Jack pensó a ciò che sarebbe accaduto se Evelyn fosse stata trasferita, o assolta, mentre William tornó a fantasticare sulla sottoveste della signorina Betty.
Tutta pizzi e merletti, odorava di sapone, odorava di donna.
Non si accorse nemmeno di essere diventato rosso e di avere un filo di bava sull'angolo della bocca.
Averell, invece, non fantasticò e non badó a Joe.
Mangiava il suo macinato con gusto e, se qualcuno avanzava o non ne voleva, mangiava quello degli altri.
Mangiava come un bisonte ma non metteva su neanche un chilo ed era persino capace di dire che aveva ancora fame dopo aver mangiato l'intera cucina.
Non per niente il cuoco aveva occhi solo per Averell, essendo quest'ultimo l'unico che gradiva il suo operato, al contrario di Peabody che non voleva spendere soldi in mangiare a causa sua.
Joe avrebbe preferito mangiare le pietre invece che quello schifo.
Finito il pranzo, i quattro uscirono e si misero nel loro angolo di cortile.
Joe osservó verso la grata della cella di Evelyn e la intravide sdraiata sulla sua branda.
Ammise che le sarebbe mancata da morire ma non lo avrebbe mai dato a vedere.
Non poteva mostrarsi troppo sentimentale.
Lui era il capo famiglia e se si lasciava andare sarebbero stati guai, senza contare che i suoi fratelli sapevano che Joe esprimeva le sue emozioni solo in caso di depressione o cotta.
Se avesse aperto bocca avrebbe suscitato non solo lo stupore dei fratelli ma anche l'invidia e la rabbia di Jack.
Il secondo era letteralmente innamorato di Evelyn e di certo non voleva vederlo arrabbiato.
Era già accaduto e non ci teneva a riprovare.
Doveva escogitare un piano o qualcosa di simile per seguire Evelyn e controllare che non facesse o subisse danni.
Ma come? 
Peabody conosceva ogni loro singola mossa nei dettagli e conosceva persino le gallerie sotto la prigione.
Non sarebbe stato facile.
Osservó ancora verso Evelyn.
E se avesse detto la verità? Che volevano seguirla per assicurarsi che andasse bene il processo?
Di sicuro non gli avrebbero creduto e non avevano tutti i torti.
Ovviamente avrebbero cercato di evadere, quello era poco ma sicuro, però alla fine di tutto.
E nel caso Evelyn fosse stata condannata, farla evadere sarebbe stato un gioco da ragazzi.
Fuori c'era più materiale che dentro.
Tentare non nuoce.
"Ho un piano"
William e Jack drizzarono le orecchie e ascoltarono mentre Averell si nascose dietro ad alcune pietre ancora da spaccare.
Joe lo guardò senza capire.
"Che stai facendo?"
"Quando hai un piano, che non funziona mai, io le prendo sempre e quindi mi preparo prima"
Attimi di silenzio e poi pugni e sberle risuonarono per il penitenziario.
Averell voló fino alla cuccia di Rantanplan.
-Che bello! L'ape regina è volata sulla mia cuccia!- scodinzolò felice -adesso le dimostrerò la mia eleganza ed elogerò la sua maestosità con un inchino-
Fece un inchino con il capo e si mise a venerare Averell.
"Quel cane è davvero stupido" constatò Joe
"Allora? Qual'è il piano?" Chiese William
"Come stavo dicendo...."
"Joe Dalton!" La voce di Pit, seguito da Emmett, interruppe il discorso di Joe "il direttore vuole vederti"
"Averell tu in cucina" prosegui Emmett ed Averell, che si era ripreso, corse  in cucina senza farselo ripetere due volte e con la cuccia di Rantanplan attorno al collo.
Jack e William si guardarono interrogativi e stessa cosa Joe.
"Voi due venite con noi" indicarono il carro di emergenza "andiamo nel territorio di Lupo Pazzo"
William saltò in braccio a Jack e tremó 
"L...Lupo Pazzo?"
"Si, muovetevi" li scortarono fino al carro e partirono.
Joe rimase allibito.
Andò dal direttore e attese qualche spiegazione.
Peabody era seduto alla scrivania, affiancato dalla signorina Betty.
Aveva l'aria stanca ma un sorriso stampato in volto.
Joe notó una cosa strana.
Sia Peabody che la donna avevano dei cuscini legati attorno al corpo, lascia di liberi solo i volti.
Quando si parlava dei Dalton c'era poco da stare tranquilli e il direttore lo sapeva.
Si premuniva sempre in anticipo.
In quel caso, però, avrebbe subito qualsiasi angheria di Joe pur di non vederlo e avere la sua adorata pace.
"Caro Joe Dalton" tentò di incrociare le mani davanti al volto ma fatico parecchio per via dei cuscini.
"Ti abbiamo convocato per darti due notizie"
Joe lo guardò curioso
"La prima è che sua sorella domani partirà per andare in tribunale e affrontare un processo" disse tutto d'un fiato la signorina Betty
"E la seconda è che voi quattro dovrete accompagnarla in quanto unici membri della famiglia a lei vicini"
E fino a lì Joe non aveva problemi anzi, cominció a macchinare un piano per la fuga.
La signorina Betty iniziò a sudare freddo e a sorridere con fare nervoso.
Diede un paio di gomitate al direttore, che era nella sua stessa situazione.
"E...un ultima cosa" Peabody richiamò l'attenzione di Joe.
"Il viaggio sarà lungo e dovrete essere scortati e quindi abbiamo chiamato qualcuno di fiducia...abbiamo..." deglutì "abbiamo chiamato..." la signorina Betty si rifugiò dentro ad un armadio pieno di fascicoli.
"Lucky Luke!" Il direttore si nascose sotto la scrivania con un grido di terrore.
Joe sbarrò gli occhi e strinse i pugni.
La sua faccia iniziò a cambiare colore, da verde a viola e da blu a rosso.
Il fumo che usciva dalle sue orecchie era nero come la pece
"LUCKY LUKE!" Urlò con quanto fiato aveva in gola e iniziò a battere i piedi e distruggere tutto quello che lo circondava.
Fece una scenata isterica che attirò l'intero penitenziario vicino alla finestra.
Persino Evelyn, che aveva sentito quelle urla disumane, accorse.
"Che succede?"
"Non lo sappiamo" rispose Stinki Bill, curioso quanto gli altri di sapere cosa avesse fatto infuriare Joe in quel modo.
"Io dico che ha a che fare con Lucky Luke" commentò Averell, uscendo dalla cucina, mentre mangiava una scodella di macinato, suscitando lo stupore di Evelyn "che c'è? Fa così solo quando si parla di lui"
"Ehm...sicuro di stare bene?"
"Certo...Uh guarda una farfallina" vide Rantanplan che seguiva la stessa farfalla di poco prima saltellando e si mise a fare lo stesso.
Evelyn sospiró di sollievo e si allontanò nel loro angolo, in attesa che Joe si calmasse.
Lucky Luke.
A parte lei, tutti i suoi fratelli erano stati catturati da quel cowboy e solo Joe faceva scenate disumane.
Ricordò che, quando era più piccola, Joe odiava Lucky Luke ma non aveva mai fatto così.
Due guardie, sicuramente pronte ad intervenire già da prima, lo tennero stretto e lo trascinarono nella cella, mentre Joe imprecava e diceva cose irripetibili.
Evelyn sospiró e segui le guardie.
Essere l'unica detenuta femmina, in un penitenziario maschile, era difficile ma anche essere sorella di Joe non scherzava.
Nel frattempo realizzo che ad accompagnarla in tribunale sarebbe stato proprio il più famoso cowboy del west.
Strano che Peabody volesse sborsare tanti soldi per un accompagnatore.
Avrebbe speso meno se utilizzava una guardia, tanto non sarebbe scappata e...
-oh accidenti!- ebbe un flash -E se...?-
E se non fosse andata solo lei? 
Lucky Luke era famoso per aver inseguito i suoi fratelli fino alla cattura.
Chiunque incrociava la strada di Lucky Luke finiva in prigione senza accorgersene.
Tremó.
Sarebbero venuti anche i fratelli, questo Peabody non glielo aveva detto.
Sicuramente lo faceva in quanto lei era ancora minorenne
Perché la maggiore età non poteva essere ai diciotto invece che ai ventuno?
Quando fu davanti alla cella dei fratelli, senti Joe che ancora sbraitava e le guardie che pattugliavano il corridoio.
Fece un respiro profondo ed entró nella cella.
Joe imprecava e aveva un colore rosso paonazzo.
"Lucky Luke! Lucky Luke! LUCKY LUKE!" Prese alcune posate da sotto i cuscini, sicuramente rubate dalle cucine per qualche suo piano di evasione, ed iniziò a lanciarle per tutta la cella, recuperandole e rilanciandole ogni volta che finivano.
Anche se era abituata a certe scenate isteriche, Evelyn si accorse di quanto Joe fosse ancora in grado di fare e ammise di avere un po' paura di quelle sfuriate.
Ringrazió che i fratelli non fossero lì o avrebbero preso qualche pugno in faccia.
"Joe calmati!"
"LUCKY LUKE!"
"Joe smettila basta!"
Ma, come volevasi dimostrare, non venne ascoltata anzi...le arrivò una raffica di forchette dritte addosso.
Joe non si rendeva nemmeno conto.
Con uno scatto disperato, Evelyn si avvicinò al fratello prima che lui raccogliesse le forchette.
Si inginocchiò e lo strinse forte.
"Joe basta!" Esclamò "datti un contegno!"
Joe tremava di rabbia, i suoi occhi erano folli e pieni di ira.
Anche se la sua voglia di evadere e rapinare era alta, pensava di aver chiuso con Lucky Luke.
Sapeva che si era ritirato e non praticava più come cacciatore di taglie e paladino della giustizia, pensava che finalmente si fosse liberato di lui.
Si sbagliava...quanto si sbagliava...per i fratelli Dalton sarebbe resuscitato pure dalla tomba.
Ma Evelyn, il fatto che si muovesse in particolar modo per lei lo rendeva ancora più furioso.
Nessuno doveva avvicinarsi a lei, nemmeno Lucky Luke.
"Adesso basta Joe"
Il colore della faccia di Joe tornó lentamente al suo aspetto originale e gli occhi assunsero solo uno sguardo truce e assassino.
"Quel Luke!" Disse "giuro che appena ne avrò l'occasione io..."
"Joe!" Lo zitti Evelyn "basta Joe! Lucky Luke non ti arresterà di nuovo, non può farlo! Calmati o ti verrà un infarto"
"Lo farò venire a lui un infarto" finalmente si voltò e guardò negli occhi la sorella.
Solo in quel momento si accorse di averla colpita durante il lancio delle posate.
Tra esse c'erano anche alcuni coltelli, rubati da Averell per modellare qualche stramberia, uno di quelli deve aver colpito Evelyn, che aveva la manica della divisa con un piccolo squarcio è un taglietto sul polso.
Joe sgranó gli occhi e si mostrò dispiaciuto.
Anche Evelyn se ne accorse e si stupì "Non mi ero neanche accorta" alzò le spalle, facendo capire a Joe che andava tutto bene.
Fu tutto inutile.
Joe si disperó e, dimenticato Lucky Luke, corse fuori dalla cella e mise sotto sopra l'intero penitenziario per trovare bende adatte al suo taglio che neanche sentiva.
Anche lei uscì in cortile tra gli altri detenuti.
Jack e William erano tornati e Averell osservava Joe correre avanti e indietro
"Ti prepari per una maratona Joe!"
Peabody, disperato più di Evelyn e dei fratelli, si avvicinò
"Ma che succede qui?" Chiese "che cosa è questa confusionitudine!?"
"Joe" sospiró Evelyn
"E che altro c'è ancora!?"
Nessuno fece in tempo a rispondere.
Joe fece un sacco di giri attorno ad Evelyn, lasciandola completamente bendata come una mummia.
Evelyn aveva uno sguardo che lasciava trasparire tutto il suo disappunto
-Quanto manca alla maggiore età?-

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Capitolo 3
*** Inizio del viaggio ***


Ciao a tutti! Eccomi con un nuovo capitolo tutto per voi! Buona lettura!


La mattina dopo, esattamente all'alba, i fratelli Dalton ed Evelyn erano pronti nel cortile in attesa di partire.
Per Evelyn era difficile recarsi ad un processo dei fratelli, figurarsi un processo per lei assieme a loro.
Non l'aveva mai provato ma sapeva che l'avrebbero messa in imbarazzo in ogni modo pur di aiutarla.
Tutto questo perché ancora minorenne.
Non ci volle pensare, o avrebbe cambiato idea sul partire con loro.
Aiutò a caricare alcuni barili e le provviste per il viaggio sul carretto, arrivato apposta per loro, poi si appoggiò e attese.
La signorina Betty era tutta frenetica e aveva gli occhi lucidi.
Si era affezionata ad Evelyn e pensarla lontana, in mezzo al deserto, la faceva rabbrividire.
Peabody, invece, era chiuso nel suo studio.
Tutti sapevano che stava parlando con Lucky Luke ma non lo dissero ad alta voce per via di Joe.
Quest'ultimo si teneva alla larga da Evelyn.
Dopo la sfuriata del giorno prima aveva paura che lei fosse arrabbiata o che lui potesse di nuovo ferirla.
Prendere a sberle i fratelli era diverso che con lei.
Poco dopo, Pit ed Emmett raggiunsero il carretto, seguiti proprio da Peabody e...Lucky Luke.
Rimasero tutti in silenzio ma Joe se ne accorse.
Evelyn sgranó gli occhi e corse vicino al fratello maggiore, che era sull'orlo di una crisi isterica.
Si inginocchiò e gli sussurrò qualcosa all'orecchio e Joe si calmò di colpo, tenendo però uno sguardo imbronciato.
William rimase di stucco
"Ma che gli hai detto?"
Evelyn sorrise soddisfatta "Gli ho solo detto -Pensa all'evasione-"
Il discorso non faceva una piega.
Se Joe sfuriava, sarebbe rimasto al penitenziario mentre i fratelli uscivano e questo significava niente evasione per lui.
Tutti tornarono a guardare Peabody e Lucky Luke.
Il cowboy non era cambiato neanche un po' ed Evelyn ammise che aveva un certo fascino.
Forse era per via che era sempre solitario e questo lo rendeva misterioso.
"I fratelli Dalton" Disse avvicinandosi "vedo che non siete cambiati per nulla"
Joe ringhiò e Jack e William rimasero zitti.
"Quando si mangia!?" Domandò Averell a Luke, facendolo sorridere ma trovando uno sguardo minaccioso da parte di Joe.
Rantanplan guardò Luke con curiosità
-Mi ricorda qualcuno...ma non so chi..."
"Nel carro avete tutto il necessario per affrontare il viaggio" disse Peabody "a partire da oggi avete esattamente cinque giorni di tempo per raggiungere il tribunale"
"Non sarà un problema" lo rassicurò Luke "conosco una scorciatoia"
Fece aprire il portone.
Fuori, in attesa, c'era la sua cavalcatura Jolly Jumper.
I fratelli salirono sul carro, ma Evelyn venne fermata dalla signorina Betty 
"Aspetta cara manca il tocco finale" la esaminò per due secondi e infine, in meno tempo ancora, acconciò i lunghi capelli biondi di Evelyn in una treccia ordinata "sentirai meno caldo"
"Grazie signorina Betty" e sali anche lei sul carro, guidato da William che aveva più dimestichezza con i carri.
Luke, anche lui salito in sella, era pronto a partire
"Tutti ad Est!" Esclamò e si misero in marcia, mentre Pit ed Emmett salutavano, la signorina Betty era in singhiozzi e Peabody respirava già l'aria della tranquillità.
-Ecco chi mi ricorda! È Clint Eastwood! Ciao! Ciao Clint! Ciao!" Cercò di seguirlo ma il portone si chiuse e Rantanplan ci finì contro con tutta la faccia.
-Ti adoro Clint- mugugnó con il volto spiaccicato
L'unico che ci stava rimanendo male, in tutta quella storia, era Averell, che aveva già nostalgia della cucina.
Joe, invece, stava meditando in un angolo.
"Arriviamo più lontano possibile e quando calerà la notte evaderemo"
"Ma Joe non siamo più al penitenziario" Disse Averell "se evadiamo lo facciamo da una prigione non dall'esterno"
"Imbecille! Evaderemo dal carro!"
"Ah ho capito" rispose fiero il fratello "evaderemo dal carro per tornare al penitenziario ed evadere"
Attimi di silenzio e poi quattro sberle ben assestate.
Evelyn sospiró e si mise vicino a William, mentre Joe spiegava il piano a Jack e Averell contava le stelle, che vedeva a causa di Joe.
Essendo il carro pesante, il loro cavallo era più lento così Luke dovette mettersi a fianco per essere pronto ad aiutare.
Evelyn distolse lo sguardo.
Da cosa capiva che era tutto tranne che una Dalton?
Semplice, lei non riusciva a provare odio nei confronti di nessuno, nemmeno di Luke.
Gli altri lo avrebbero guardato storto, specialmente Joe.
Lei invece pensava che ciò che i fratelli avevano fatto era sbagliato, anche se gli era stato insegnato di no, e Lucky Luke faceva solo il suo lavoro.
"Vedete quelle montagne?" Luke, ridestandola dai suoi pensieri, indicò davanti a se e attirò l'attenzione di Joe e degli altri.
"Se continuiamo così raggiungeremo la cima entro il tramonto"
Evelyn vedeva la punta delle montagne dalle mura del penitenziario.
Erano davvero lontane.
"Passeremo dal campo di Lupo Pazzo e poi dai canion"
William annuì e continuò a seguirlo.
"Approposito di Lupo Pazzo" Evelyn guardò il fratello "che avete fatto ieri nel loro campo?"
William alzò le spalle "Ci hanno dato due barili di terra e delle pelli di bisonte bianco"
Evelyn alzò un sopracciglio "Sei serio? Non bastano i barili di cibo che Averell ha caricato ma anche questo?"
"Non chiedere a me"
Dopo quasi mezz'ora arrivarono nei dintorni del campo di Lupo pazzo.
Quest'ultimo li osservava, assieme a Vero Falco lo stregone, dai piedi del sentiero che portava fino ai teepee.
"Buon viaggio strani esseri dal vestito a strisce!"
"Grazie oh grande capo Lupo Pazzo" lo salutò Luke educatamente.
"Uuuh guarda gli indiani!"
"Torna dentro idiota!" Averell venne trascinato nel carro da Joe.
"Capo c'è anche una sqaw" gli fece notare Vero Falco.
Lupo Pazzo la notó e i suoi occhi si illuminarono.
Si parò davanti al carro e li fece fermare.
"Aspettate!" Disse "io grande capo Lupo Pazzo ho visto grandi sciagure incombere su di voi, specialmente sulla vostra sqaw!"
Joe spuntó fuori dal carro
"Se qualcuno ha problemi con mia sorella dovrà prima passare sul mio cadavere!"
"Calmati Joe" lo rabbonì Luke "sentiamo cosa ha da dirci"
"Piccolo nano da giardino possiede molta ira" Joe si irritò ma cerco di trattenersi "la sua rabbia vi farà finire nei guai, ecco perché voglio donarvi questa" fece spuntare dal nulla una collana tipica indiana, che diede ad Evelyn "vi sarà di aiuto"
"E se volete ne trovate altre nei nostri teepee ad un prezzo speciale e con il 2x3!"
I fratelli si guardarono interrogativi.
Non era 3x2?
"Fate buon viaggio" e li lasciarono andare "dici che capiranno a cosa serviranno i barili e le pelli che gli abbiamo dato?" 
Vero Falco ridacchiò "Forse lo scopriranno prima di essere scuoiati vivi" disse "e comunque dove la troviamo un altra occasione come questa per le consegne?"
Risero entrambi e tornarono al campo.
"Jack mi aiuti a metterla?" Chiese Evelyn passandogli la collana.
Jack gliela mise e Joe la osservó.
Non gli piaceva quel modo gentile degli indiani di regalare le cose.
"Non vedo come possa aiutarci una collana"
"Neanche io" ammise Luke "ma da quello che so sugli indiani, le loro donne hanno tutte una collana che le distingue e questo fa sì che le altre tribù non le scuoino"
"Vogliono scuoiare Evelyn!?"
La ragazza si abbracciò da sola
"No Joe" rispose "è più facile che succeda a noi"
Anche se era una "battuta", cercó di non darlo a vedere, anche perché conosceva bene la tribù di Lupo Pazzo ma di altri non aveva idea.
Sicuramente non avrebbero toccato Evelyn grazie alla collana ma loro erano in dubbio.
Il viaggio proseguì normalmente.
Passarono tra i canion, dove Averell si divertiva a fare l'eco con Evelyn e Jack e William evitavano le pietre che franavano a causa del rimbalzo della voce.
Facevano una sosta ogni due ore per bere e per far riposare i cavalli.
Joe era sempre più pensieroso ed escogitava un modo per sfuggire a Lucky Luke che, si sa, era più veloce della sua ombra.
Jack e William, ad ogni fermata, approfittavano dei dieci minuti per giocare a poker, le carte erano state gentilmente offerte da Luke.
Averell faceva castelli con la terra del deserto.
Evelyn, invece, stava vicino al cavallo di Luke e lo riempiva di attenzioni, che al cavallo non dispiacevano.
-Certe femmine sono rudi e schizzinose- pensó -questa almeno non ha schifo e mi considera il miglior destriero del west- sospiró di sollievo crogiolandosi sotto al tocco della ragazza "questabsi che è vita"
Il cavallo si lasciava coccolare e spazzolare.
La signorina Betty aveva fornito una spazzola ad Evelyn ma lei la usava talmente poco che preferì utilizzarla per Jolly Jumper.
Luke si avvicinò 
"Se continui così pretenderà lo stesso trattamento da me"
Evelyn sorrise senza smettere 
"Ne ha diritto anche lui"
Il cowboy annuì e cominciò a chiedersi come facesse una ragazza come Evelyn a stare con i Dalton.
Sapeva che non era figlia di mamma Dalton a tutti gli effetti ma era stata cresciuta da loro e quindi le era stato sicuramente insegnato a fare rapine.
Eppure le sue radici devono essere di gente per bene e lavoratrice, perché il carattere gentile non è dei Dalton.
Non che i fratelli fossero cattivi, persino Joe sapeva essere buono quando voleva, ma loro erano abituati a rapinare e saccheggiare.
Anche se, ammise fra se e se, a parte Joe gli altri fratelli non sembravano essere così restii verso il penitenziario.
Anzi, sapevano che se erano lì la colpa era solo ed esclusivamente loro e quindi non si opponevano, anche se seguivano Joe in ogni suo piano di fuga.
Scansó ogni tipo di pensiero e si mise dietro ad Evelyn.
Le prese le mani e le mostró come spazzolare bene il cavallo.
Joe se ne accorse e iniziò ad infervorarsi.
Stranamente venne seguito anche da Jack.
"Ehm...che succede Joe?" Domando Averell, attirando l'attenzione di William.
Non potendo contare sull'appoggio di Averell e di Jack, William si alzò e iniziò a calmare Joe.
"Calmati Joe, le sta solo mostrando come spazzolare Jolly Jumper"
"E ti sembra questo il modo!?"
"C'è modo e modo di mostrare le cose" aggiunse Jack "adesso mi sentirà!"
Vennero bloccato tutti da uno strano suono, proveniente dai canion attorno.
Sembrava quasi un richiamo di uccello.
Luke si mise in allerta e stessa cosa fece la sua ombra
"Statemi dietro" fece mettere i cinque fratelli dietro di lui e si guardò attorno.
"Joe ho paura" piagnucoló Averell.
"Sta zitto idiota!" Rispose il maggiore "possiamo approfittarne per fuggire"
Ancora una volta quel suono e, all'improvviso, si udirono degli zoccoli di cavalli e dei rumori secchi di legno.
I quattro fratelli si ritrovarono stesi a terra.
"Luke!" Evelyn chiamò l'attenzione del cowboy.
Nell'attimo che si voltò, noto che erano circondati da almeno venti indiani.
Non erano quelli di Lupo Pazzo.
Tentò il classico negoziamento.
"State tranquilli" esclamò per farsi sentire bene "non vogliamo farvi del male, siamo solo di passaggio"
Uno degli indiani, il capo, si fece avanti e osservó il cowboy.
Assomigliava molto a Lupo Pazzo.
"Io sono il grande Aquila Pazza, capo di nostra tribù"
"I miei omaggi oh grande Aquila Pazza, io sono..."
"So benissimo chi sei viso pallido" lo zittì "grandi storie sono state narrate su di te e si di loro" indicò i Dalton.
"Cosa?" Evelyn non capì.
"Certo! Ne abbiamo le prove" encon un sorriso smagliante tirò fuori dal nulla un fumetto con il titolo -Lucky Luke e i fratelli Dalton- nella copertina, i quattro fratelli erano legati e Lucky Luke li portava in prigione.
Altrettanto velocemente lo fecero sparire.
"per quale motivo state calpestando il nostro suolo sacro?"
Ancora sconcertato, Luke rispose
"Stiamo facendo un lungo viaggio verso la capitale oh grande capo" disse "dobbiamo scortare questa signorina" indicó Evelyn.
Aquila Pazza osservó Evelyn, che stava in ginocchio vicino ai fratelli svenuti.
Ragionò ed infine gli cadde lo sguardo sul collo.
Sgranó gli occhi "Rugiada d'estate" fece alcuni gesti con le dita e gli altri indiani li accerchiarono e, dopo aver legato assieme i quattro fratelli e avvicinato Luke ed Evelyn, li scortarono lontano da lì.
Due indiani presero il carro e Jolly Jumper.
Intanto, il sole stava tramontando.

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Capitolo 4
*** Gelosie nel campo indiano ***


Ciao a tutti! Questo capitolo non è molto intrigante ma sarà indispensabile per il proseguimento della storia.

Buona lettura e... grazie Evelyn80

 

 

Quando Joe riaprì gli occhi, si ritrovò legato alla ruota del carretto con cui erano partiti.

Anche i suoi fratelli erano legati e si stavano da poco svegliando.

Notò che era ormai buio ma sentì che non era ancora passata la mezza notte.

Intorno al loro c'erano dei teepee e di sottofondo delle voci indiane.

Si intravedeva persino la luce di un fuoco.

“Ragazzi, svegliatevi, siamo fregati!”

Anche se a fatica, a causa del mal di testa dovuto ai colpi presi, tutti aprirono gli occhi e si resero finalmente conto di dove stavano.

“Oooh” esclamò Averelle, vedendo i teepee colorati “siamo alle giostre Joe?”

Joe si infervorò “Appena mi slego giuro che lo uccido”

“Guarda Joe” Jack indicò un sasso appuntito vicino a loro “usiamo quello”

A fatica, con qualche taglio e gemito qua e la, riuscirono a tagliare le corde e liberarsi.

“Vado a vedere che succede, recupero Evelyn e ce la filiamo”

“Io voglio la ruota panoramica!” detto fatto.

Joe gli diede una sberla tale che lo fece girare proprio come una ruota panoramica.

Poi, lentamente e senza fare rumore, si addentrò nel resto del campo fino a raggiungere il luogo dove erano tutti riuniti.

Si nascose dietro a dei barili e solo in quel momento si accorse che erano gli stessi barili che avevano trasportato quel giorno.

C'erano persino le pelli e altre cianfrusaglie indiane varie che avevano portato.

Osservò attentamente e vide Evelyn, seduta in cerchio con gli altri indiani e accanto a Lucky Luke.

In quel momento non era la rabbia nei confronti di chi lo aveva fatto incarcerare a prevalere, ma era la rabbia nei confronti di un cowboy senza scrupoli che stava troppo appiccicato alla sorella.

Non gli andava bene, non lo tollerava.

Sarà l'istinto fraterno, sarà che in fondo provava le stesse sensazioni di Jack, ma Luke non doveva stare vicino ad Evelyn.

Neanche fosse una criminale incallita come loro.

Era troppo...femmina!

C'erano altri barili attorno agli indiani.

Si avvicinò a quelli dietro ad Evelyn e rimase in ascolto.

Si stavano passando il cerotto della pace.

Lo stesso che Lupo Pazzo si passava con il suo popolo.

Nessuno che fumasse in quel campo e a Joe un bel sigaro non sarebbe dispiaciuto.

“Fratelli” esclamò Aquila Pazza “i grandi spiriti indiani e il grande spirito di Manitù ci ha donato la possibilità di avere fra noi la grande Dea Rugiada D'estate”

Tutti puntarono gli occhi prima su un totem che aveva le fattezze di Evelyn e poi contro la ragazza, che sgranò i suoi senza capire.

“In questi periodi di siccità, lei riporterà l'acqua nel nostro villaggio, domani!”

“Cosa!?”

“Ma stasera, onoreremo la sua presenza con una grande festa!”

alcuni indiani fecero risuonare i loro tamburi ed altri si misero a ballare.

Evelyn appoggiò la schiena ai barili dietro di lei, dove Joe era nascosto.

Venne però scoperto a causa di Averell che, sentendo la musica, si fiondò anche lui a ballare con gli altri.

Jack e William tentarono di fermarlo.

Evelyn neanche ci badava, era rimasta sconvolta.

“Imbecille!” urlò Joe contro il fratello.

“Lascialo divertire Joe” disse Luke “non sta facendo nulla di male, piuttosto cerca di divertirti finchè sei libero”

Joe ragionò.

Era libero, questo era vero.

La voglia di fuggire era tale da ignorare qualsiasi sentimento nei confronti dei fratelli.

Ma era comunque il maggiore e aveva un senso di responsabilità più alto.

Non poteva abbandonarli e non poteva nemmeno andarsene con Evelyn.

Se ci fosse stata una remota possibilità che venisse assolta, fuggendo con lui svaniva nel nulla.

Anche se...essere una Dalton era già un punto a suo sfavore.

Vide Jack e William andare in mezzo agli indiani e divertirsi.

Erano impacciati ma ci provavano.

Il consiglio di Luke non era così malvagio per loro.

Lui, invece, preferì restare dietro ai barili a maledire il cowboy e ad escogitare qualche piano di fuga notturno.

“Tu non vai?” domandò Luke ad Evelyn, che scosse la testa.

Sapeva cosa gli passava per la mente.

“Qui sono tutti pazzi”

“Non credo” commentò Luke “hanno le loro credenze, anche se non riescono a vedere al di là del loro naso”

“Ma io non so far apparire la pioggia!”

“Risolveremo anche quello” gli sorrise.

Luke era sempre più convinto che una ragazza come Evelyn fosse sprecata con i Dalton.

Ma non avrebbe mai pensato di dividerli.

Erano legati e lo vedeva, oltre che percepirlo, Joe poi faceva tanto il duro ma avrebbe ucciso per la ragazza.

Evelyn si chiese cosa sarebbe successo se non fosse riuscita a far piovere.

Pensò a Joe e ai fratelli.

Non li avrebbe più visti?

E Jack?

Il solo pensiero di perderlo la fece rabbrividire, Jack per lei era tutto ciò di cui aveva bisogno.

Lentamente si pentì di aver sempre denigrato il penitenziario, meglio lì che in qualche fossa indiana.

Pensò anche a Jolly Jumper, lei adorava spazzolarlo e lui adorava farsi coccolare, chi lo avrebbe riempito di attenzioni?

Ebbe un tuffo al cuore, sentiva lo stomaco rivoltarsi.

Vide Averell divertirsi spensierato ed ebbe invidia.

Se solo la vita fosse davvero così semplice e tutti fossero come lui.

I suoi pensieri vennero interrotti da Luke, che si era alzato e le aveva teso la mano “Ti consiglio di approfittare”

Evelyn la prese e si alzò.

Luke la spinse nella mischia e lei si ritrovò fra le braccia di Jack.

I due si guardarono negli occhi.

Evelyn deglutì ed iniziò a tremare.

Alla fine lo strinse, prendendolo alla sprovvista.

Poco dopo anche lui la strinse.

Joe li vide ed iniziò ad infuriarsi, anche se stavano assieme odiava vedere qualcuno che toccava la ragazza.

La notte fu lunga ma quando tutti andarono a dormire, finalmente ci fu silenzio.

Luke dormiva fuori dalla tenda dove erano stati messi i Dalton e Jolly Jumper al suo fianco.

Evelyn non riusciva a dormire e si strinse a Jack.

“Jack...mi sento male”

“Non preoccuparti, domani ripartiamo”

“Ma io non so fare la danza della pioggia”

“Io e William abbiamo un piano” disse prima di essere interrotto da Averell, che nel girarsi aveva tirato una sberla in faccia a Jack.

“Dimmi che non comprende lui”

“Purtroppo si”

*************

Il mattino seguente, all'alba, l'intero campo indiano era riunito attorno al falò spento della sera prima.

Tutti attendevano che Evelyn portasse la pioggia.

Si mise in mezzo agli indiani e guardò verso i fratelli.

Jack e William gli fecero l'occhiolino e mostrarono un barattolo che conteneva uno scorpione.

Luke, che aveva capito il loro piano, le fece capire di iniziare a muoversi.

Evelyn annui ed iniziò a muoversi, sentendosi un emerita stupida.

Nel frattempo, jack e William avevano messo in atto la loro idea e Averell iniziò a muoversi senza alcun tipo di senso.

La fortuna erano che le urla di fastidio del fratello erano coperte da quelle di Evelyn, che pregava che tutto funzionasse.

Infatti, poco dopo, il cielo iniziò ad annuvolarsi e lentamente incominciò anche a tuonare.

Infine pioggia.

Una pioggia fitta che fece allagare l'intero campo.

Gli indiani scoppiarono in un boato di grida e di gioia.

Evelyn si fermò e quando si rese conto che tutto era filato liscio, corse immediatamente da Jack e si rifugiò fra le sue braccia e quelle di William, sentendosi protetta.

“La grande Dea Rugiada D'estate ci ha donato la pioggia” Aquila Pazza gioiva sotto la pioggia “la grande Dea è invitata a restare nel nostro villaggio”

“COSA?!” esclamarono in coro i fratelli e Joe era pronto a dire la sua.

“Mi spiace grande Aquila Pazza” si intromise Luke “ma la grande Dea Rugiada D'estate dovrà affrontare un lungo viaggio per tornare davanti al grande spirito Manitù”

“Il cowboy ci sa fare” commentò Jack

“Conosce molte cose sugli indiani” aggiunse William

“Io invece voglio fare colazione” si intromise Averell, che era riuscito a liberarsi dello scorpione

“Io invece voglio che finisca la pioggia” Joe era fradicio “e qualche indiano resti fulminato”

“Che il grande Manitù ti guidi nel tuo viaggio di ritorno, o potente Rugiada D'estate”

Evelyn fece un cenno con la testa.

Gli indiani sistemarono il carretto con cui Luke e i fratelli erano arrivati e li lasciarono partire.

Luke, come il giorni prima, era davanti e guidava William, che stava davanti.

“Grazie William” Evelyn lo strinse da dietro e gli diede un bacio sulla guancia “ma come ti è venuta in mente?”

“Chiedilo a Jack, l'idea è sua” sorrise.

Evelyn rientrò nel carro e si mise vicino a Jack “Grazie Jack” e per ricompensarlo gli diede un bacio...un vero bacio.

Joe non sapeva cosa fare.

Alla fine ammise che Evelyn doveva essere sua, al diavolo i fratelli e al diavolo Jack.

“Sei morto!” e di colpo Jack si ritrovò fuori dal carro con Joe sopra.

William fece fermare i cavalli e da quel momento scoppiò il finimondo.

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Capitolo 5
*** ...e fraterne ***


Scusate la velocità con cui pubblico ma era già pronto da prima.

Inizialmente doveva essere integrato con il precedente, ma ho preferito dividerlo.

 

“Joe smettila!” urlò Evelyn, sperando che il fratello smettesse di malmenare Jack.

L'astio fra i due era palpabile tanto quanto quello tra lei e il maggiore.

Averell si tenne in disparte, anche lui senza dire una parola e troppo spaventato per intromettersi.

William faceva fatica ad avvicinarsi.

“Luke fermali ti prego” lo implorò Evelyn.

Luke divenne subito serio e, senza esitazione, estrasse la pistola e sparò un colpo in direzione dei due fratelli.

Fu così veloce che la sua ombra gettò il cappello a terra e lo schiacciò dalla rabbia.

Joe si fermò di botto, con ancora Jack fra le mani.

I suoi vestiti si frantumarono in mille pezzi e rimase completamente in mutande.

Istintivamente si coprì diventando rosso

“Ma che ti salta in mente, razza di un cowboy figlio di...”

“Adesso smettila Joe!” lo ammonì Luke “la tua ira è troppo pericolosa per tutti” frugò nel carretto e prese una lunga corda “fino a che non arriveremo a destinazione, resterai isolato dagli altri”

Nel frattempo Evelyn e William aiutarono Jack a rialzarsi.

Il poveretto aveva un occhio nero e il volto tumefatto.

Venne messo sul carro e Joe venne legato e messo su Jolly Jumper, Luke avrebbe guidato il carretto.

Le imprecazioni che si udirono erano irripetibili.

Joe era davvero geloso.

Sorella fino ad un certo punto, lei doveva essere sua.

A volte si chiedeva da dove spuntasse fuori tutto quell'amore che non aveva mai avuto nemmeno per sua madre, il che si sa...la mamma è sempre la mamma.

Ma quello per Evelyn era un amore che andava ben oltre i confini, un amore che aveva già trovato il suo primo ostacolo.

Jack.

Evelyn non osava nemmeno guardare Joe, pensava solo a sistemare il volto di Jack e renderlo presentabile.

Non gli era bastato il rifiuto?

Più di una volta si era dichiarato e più di una volta era stato respinto, aveva la testa dura.

Jack emetteva dei gemiti di dolore ad ogni tocco e un sospiro di sollievo quando smettevano di toccarlo.

“In una delle casse c'è un unguento indiano che mi ha dato Aquila Pazza, usate quello” disse Luke.

William eseguì e prese l'unguento, porgendolo ad Evelyn.

Quando Jack ebbe la sostanza sulla faccia, il dolore scomparve subito.

Gli indiani erano la sua salvezza.

Nessuno fiatò per tutto il viaggio, tranne Joe che sbraitava senza sosta.

Verso sera, giunsero in una città.

Lo sceriffo li fece accomodare poco dopo l'uscita dall'altro capo, in modo che al mattino fossero pronti per ripartire.

Luke, che aveva la giusta parlantina, parlò con lo sceriffo e ottenne il permesso di mettere Joe nella prigione della città e di lasciare gli altri fratelli liberi di vagare, in quanto meno problematici del maggiore.

Joe, per l'appunto, venne chiuso in prigione e gli altri fratelli poterono girare per tutta la città.

Luke aveva dei vestiti nel carretto e li fece cambiare.

Avevano tutto il diritto di avere un giorno di libertà, anche se Peabody non sarebbe mai stato d'accordo.

Evelyn mise i vestiti che le aveva dato la signorina Betty, quelli erano decenti a confronto del vestito che Luke voleva rifilarle.

Niente pizzi e merletti, ma solo comodi pantaloni e stivali.

Per non dimenticare il cappello, almeno passava inosservata.

Si era già travestita da uomo una volta, farlo ancora non sarebbe stato difficile.

Per fortuna la camicia era bella larga, altrimenti le sue curve l'avrebbero tradita.

Luke si addentrò nel saloon e i fratelli fecero lo stesso.

Ordinarono tutti quanti una limonata e poi si osservarono attorno.

Jack e William si sentivano a loro agio, avevano già frequentato i saloon e sapeva come muoversi.

Averell era un caso a parte, si sarebbe adattato ovunque e comunque.

Evelyn si sentiva a disagio.

Non aveva mai frequentato i saloon e non sapeva come comportarsi.

Di donne neanche l'ombra, tranne le ballerine che non contavano come clienti.

Nessuno si accorse di lei, grazie al travestimento.

Jack le sfiorò la mano e le fece l'occhiolino come per dirle -Sta tranquilla, ci sono io-

Comportamento degno di un fratello maggio e...di un fidanzato.

Tutto il contrario di Joe.

Più pensava a lui più si sentiva infervorare.

Come poteva essere così ottuso?

Si sentiva soffocare.

“Devo uscire da qui” mormorò fuggendo fuori dal saloon.

Si mise appoggiata ad una delle colonne, vicino a Jolly Jumper.

-Poveretta- pensò il cavallo -travestita per la libertà, la vita a volte è così ingiusta-

“Oh Jolly...” gli fece una carezza “quanto vorrei essere un cavallo come te”

-E trasportare persone? Il sole ti ha dato alla testa-

“Sarei libera di correre e senza pensieri” fantasticò con un sorriso “e magari conoscerei un cavallo che mi tratta meglio di Joe”

-Ci sarà sempre un cowboy fra noi cavalli, altro che vita amorosa-

“Ma purtroppo sono umana...non avrò mai la tua fortuna” constatò tornando seria “beato te”

Jolly Jumper fece un sbuffo e si rassegnò.

Se solo avesse provato a vivere un giorno in forma di cavallo, sicuramente non avrebbe più pensato a certe idee.

“Evelyn...” William uscì fuori e si avvicinò a lei “Sei preoccupata per Joe?”

lei annuì “Non so cosa fare, hai visto quello che ha fatto a Jack?”

Indicò verso Jack, che stava facendo gara con Averell a chi beveva più limonata.

Qualunque cosa ci fosse dentro a quella limonata, Jack sembrava ubriaco mentre Averell aveva uno stomaco da elefanti.

“Tra fratelli è normale la gelosia”

“E tu la chiami gelosia?”

“Va a punti di vista” sorrise “su col morale, vedrai che domani andrà meglio” gli diede un bacio sulla fronte e rientrò.

Evelyn sospirò.

Alla faccia della gelosia fraterna.

Guardò dentro al saloon e si assicurò che nessuno la stesse osservando.

Prese una decisione.

Si addentrò nella città e raggiunse il retro della prigione cittadina, dove c'era la finestra della cella di Joe.

Prese dei sassolini e iniziò a gettarli all'interno, per attirare l'attenzione di Joe.

Non fu difficile

“Chi è l'imbecille che osa disturbarmi?!” quando notò Evelyn, si zittì e la guardò.

Non sapeva se essere dispiaciuto o essere arrabbiato.

Evelyn si arrampicò su alcune casse e raggiunse l'altezza della finestra.

Si guardarono per lunghi intensi secondi.

“Perchè Joe?” domandò “perchè?”

Lui distolse lo sguardo e si girò, incrociando le braccia.

“Perchè sono tuo fratello”

Evelyn scosse la testa “Se tu fossi davvero mio fratello non avresti fatto così con Jack”

Gli occhi di Joe si inumidirono per qualche istante, poi tornò serio.

“Nessuno può averti oltre a me!”

“Ma sono io che non ti voglio!” esclamò Evelyn “io amo Jack!”

“Come puoi amarlo se non hai mai provato prima?”

Evelyn rimase senza parole “Dimmi che scherzi...”

“Ti sembro uno che scherza?”

Evelyn era senza parole “Ok...adesso è troppo!” corse dove stava Jolly Jumper e lo slegò

“Ti prego non dire nulla a Luke...anche se non lo farai”

-Le donne, sono così imprevedibili-

condusse il destriero fino alla finestra della prigione.

Lo fece silenziosamente e nessuno si accorse di lei.

In confronto a Joe, sapeva essere più discreta.

Legò Jolly alle sbarre delle finestra della cella “Forza bello, tira!”

Jolly Jumper sbuffò e tirò, facendo si che le sbarre cadessero a terra.

Evelyn le prese al volo, per evitare rumori molesti, posandole a terra.

Slegò Jolly e lo riportò al suo posto, poi tornò indietro e si arrampicò sulle casse, entrando nella cella.

“Ma che stai facendo?” domandò scioccato Joe.

Non aveva parole.

“È giunto il momento di spiegarti una volte per tutte quello che penso” disse “voglio che tu capisca che è finita!”

 

 

Nello scorso capitolo ne ho combinata una delle mie, ma non è finita qui.

Cosa combinerà Evelyn? Mistero.

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Capitolo 6
*** Segreti di famiglia ***


Il mattino seguente, più precisamente all'alba, il gruppo era pronto per ripartire.

Joe si era calmato e sembrava essere più amichevole nei confronti di Jack, che invece aveva ancora il broncio.

Averell faceva colazione, cosa che nessuno degli altri aveva voglia di fare.

Nessuno capiva come facesse ad avere uno stomaco così profondo e non mettere su un chilo.

Evelyn si teneva in disparte e non guardava negli occhi nessuno, nemmeno Lucky Luke.

Aveva persino rimesso la divisa come tutti gli altri.

L'unica cosa che non riusciva a nascondere era il fatto che al mattino aveva dato il buongiorno a tutti tranne a Joe.

L'astio era ancora palpabile ma tutti sapevano che c'era sotto qualcos'altro.

Non osarono indagare.

Il viaggio prosegui senza intoppi.

Viaggiavano di giorno e si fermavano di notte.

Ogni tanto Evelyn si teneva fra le mani la collana che le avevano dato gli indiani.

Rugiada D'Estate, la dea che avrebbe riportato l'acqua...e lei era affogata in quell'acqua.

Se la strappò e la gettò fuori dal carro.

Quando finalmente giunsero alla capitale, si accamparono in un area verde dove stavano per costruire un nuovo edificio.

Una volta fermi, accesero subito un fuoco per riscaldarsi e prepararono le pentole e il cibo, che Averell pensò a cucinare a dovere.

Giunta la notte, mentre i fratelli dormivano, Evelyn si avvicinò a Jolly Jumper e lo strinse.

“Ho ancora voglia di essere un cavallo”

-Ed io spero che tu cambi idea-

“Mi sento stupida”

“Non dire così” Luke, che sembrava dormire, era sveglio e si era messo seduto “ne ho visti di stupidi, non rientri fra loro”

“T...tu non puoi capire” distolse lo sguardo.

“Spiegami” sorrise Luke.

Sapeva che non era in grado di fare la dura, avrebbe ceduto.

Doveva farla confessare, essendo due giorni che stava zitta e isolata doveva per forza avere qualcosa.

Senza contare che i fratelli erano preoccupati.

“Non...non ti riguarda” mise anche le braccia incrociate e cercò di trattenere le lacrime.

Luke iniziò ad avere sospetti.

“Ha a che fare con Joe e le sbarre della prigione rotte?”

Evelyn sgranò gli occhi

“Tranquilla, non ho detto nulla allo sceriffo, ha pensato che Joe volesse evadere e avesse cambiato idea, anche se dubito che cambia idea su un evasione così facile”

Ma come...?

Luke era sempre un passo avanti a loro.

“Quindi sai anche...”

“Che hai usato il vecchio Jolly per tirare via le sbarre marce? Si lo so” si alzò in piedi “vieni con me” gli fece cenno di seguirlo.

Si allontanarono dal carretto, raggiungendo una zona dove nessuno poteva sentirli.

“Avanti confessa, cosa ti affligge?”

“Non posso...” disse “non posso dirla”

“Se ti dicessi che non dico niente ai tuoi fratelli?” silenzio “che non dico nulla a Jack?”

Evelyn volle morire.

Lui sapeva...lui sapeva tutto!

Evelyn si inginocchiò a terra e scoppiò in un pianto irrefrenabile.

Si sentiva così stupida e umiliata.

Come aveva potuto?

“Non avevo altra scelta” confessò “ho provato a pensare diversamente ma non sono riuscita a trovare soluzioni diverse, mi era sembrata la cosa più giusta”

“E adesso ti sei pentita”

“Non sai quanto...Luke ti prego non dirlo a Jack e non dirlo agli altri”

Luke sorrise.

Quello che era capitato ad Evelyn era capitato anche a lui, solo che nel suo caso le parti era scambiate.

Era lui nella situazione di Evelyn, con la differenza che Luke aveva un altro carattere e lo aveva affrontato diversamente.

Non riusciva a biasimarla ne a darle la colpa.

Lei aveva agito per amore di Jack e Joe.

“Facciamo così” disse Luke “se prometti che non accadrà più, io farò in modo di farti affidare ai tuoi fratelli nel caso ti accusano”

L'idea l'aveva già avuta prima di partire.

Mamma Dalton l'aveva cresciuta in maniera impeccabile, da vera signora, nonostante i precedenti di tutti quanti i membri della famiglia.

Ma era comunque una donna anziana e se Evelyn fosse stata accusata era ancora minorenne per poter subire un carcere vero e proprio.

L'unico modo sarebbe stato chiedere l'affidamento ai fratelli, già maggiorenni.

Se invece veniva assolta il problema non sussisteva e quindi tornava a casa.

Evelyn era indecisa, con gli ultimi avvenimenti non pensava che i fratelli la volessero.

Ma pensava a Jack, a quanto le sarebbe mancato, a quanto avrebbe desiderato un suo bacio e non poterlo ottenere.

Guardò il cowboy con gli occhi pieni di speranza

“Lo faresti davvero?” Luke annuì “Grazie Lucky Luke” lo strinse forte e, una volta calma, lo lasciò andare e corse dai fratelli.

Si mise vicino a Jack, che nel sonno la strinse a se, addormentandosi più serena, anche se dentro aveva ancora un filo di agitazione e le sensazioni provate in quei due giorni non erano svanite.

Anche Luke fece lo stesso e il piccolo gruppo dormì sonni tranquilli.

*************

Il mattino seguente, per non dare nell'occhio, Evelyn si vestì con gli abiti che le aveva dato la signorina Betty.

Era bello poter tornare ad indossare abiti civili e non la divisa carceraria a strisce, che la faceva assomigliare ad un ape.

Luke era andato via, ma aveva lasciato un biglietto in cui specificava che tornava subito.

Si fidava a tal punto di lasciarli soli?

Che coraggio.

Lei di certo non scappava ma non poteva dire lo stesso di Joe e i fratelli.

Aveva lasciato solo Jolly Jumper.

Evelyn lo accarezzò “Buongiorno vecchio Jolly” gli diede l'acqua e da mangiare, suscitando l'approvazione del cavallo.

-E' sempre bello ricevere attenzioni-

Poi si avvicinò a Jack e lo svegliò con un tenero bacio sulla guancia.

Jack mugugnò.

“Sveglia dormiglione”

“Cinque minuti Mamma” brontolò

“Se fossi la mamma, a quest'ora ti avrei scaraventato fuori dalla finestra” ridacchiò.

Jack aprì finalmente gli occhi, mettendo a fuoco Evelyn.

“E' difficile capire chi ti sveglia quando non sono le guardie”

Evelyn si mise accanto a lui “Io sono la peggior guardia”

“Ne dubito” si stiracchiò, emettendo un sonoro crack con la schiena “mi sento vecchio”

“Smettila” gli diede una piccola spallata leggera “comunque buongiorno”

“Buongiorno Evelyn” si diedero un piccolo bacio e si alzarono.

“Dov'è Lucky luke?”

“Adesso torna, siamo sorvegliati dal vecchio Jolly”

Jack scosse la testa.

Non aveva intenzione di scappare, ma un cavallo che sorveglia dei pericolosi detenuti criminali era quasi una barzelletta.

Il pensiero durò poco, Luke stava tornando e aveva in mano due sacchetti.

Gli altri fratelli si svegliarono poco a poco.

Averell aveva già fame.

“Buongiorno Dalton” salutò Luke “avete dormito bene?”

I fratelli emisero sbadigli e brontolii.

“Buona colazione, servitevi pure” lanciò uno dei sacchetti a Joe, che lo prese finendo steso a terra.

Si rialzò ringhiando di rabbia

“Quel cowboy me la pagherà!”

“Suvvia Joe” intervenne William “ci ha portato la colazione a letto dopotutto, quando ci ricapiterà?”

Joe ringhiò nuovamente e si servì, passando poi tutto agli altri.

Luke osservava il gruppo che si rifocillava.

Una bella famigliola...in fondo.

Si avvicinò ad Evelyn e le porse l'altro sacchetto, più spesso e più alto.

“Questo è per te” disse “non sarà nel tuo stile ma, credimi, ne avrai bisogno e ti consiglio di indossarlo”

Evelyn non capì ed osservò il contenuto del sacchetto.

Sgranò gli occhi e la sua espressione passò da interrogativa a disgustata

“Dimmi che non è vero...”

Anche i fratelli osservarono.

Dentro c'era un vestito color azzurro cielo, con pizzi e merletti sul collo, sulle maniche e sul fondo della gonna.

“Invece si”

“Ehi!” si intromise Joe “come osi regalare certe cose a nostra sorella!?”

“Sto solo cercando di non farla finire nei guai Joe, vedi di stare calmo” rispose con la solita ria spensierata e tranquilla.

“Nostra sorella è libera di scegliere quello che vuole! Tu non puoi...”

“JOE!” lo zittì Evelyn “smettila”

“Ma..Ma io..”

“Joe ti prego...” scosse la testa “no...” poi guardò Luke e salì sul carretto a cambiarsi.

Luke si mise accanto a Jolly Jumper e i gli altri fratelli si allontanarono da Joe, chi per rabbia chi per fame e chi per espletare i bisogni primari.

Joe sbuffò e salì sul carretto, incurante di Evelyn.

“Che stai facendo!?” esclamò la ragazza coprendosi al volo “esci subito!”

“No!” rispose Joe “ma se ti fa piacere mi volto” e si voltò, sentendosi umiliato.

Evelyn si vestì al volo.

Nessuno dei due osò fiatare.

Dopo un lungo sospiro, fu lei a prendere parola.

“Ti andrebbe...di farmi la tua super acconciatura come quando ero piccola?”

Joe rimase immobile.

Erano anni che Evelyn non gli chiedeva una cosa simile


Joe!” la bambina tirò Joe per la manica

Che vuoi!?” rispose bruscamente

Joe fammi i capelli”

Joe sbuffò “No”

Ti prego” la piccola Evelyn gli fece gli occhi dolci “ti prego...fratellone...ti prego”

E va bene!” esclamò “basta che la pianti”

Siii”

Per una volta che Mamma Dalton, mesi prima, era dovuta uscire di corsa e aveva affidato a Joe il compito di vestire e pettinare Evelyn, la marmocchia non si era più staccata.

Non era esperto di acconciature femminili, sapeva intrecciare le corde per le evasioni e così le aveva fatto, per l'appunto, due semplici trecce.

Sei unico Joe!” e lo strinse.


Evelyn si voltò, dandogli le spalle.

Prese tre ciocche ed iniziò a farsi la prima treccia, Joe le avrebbe fatto la seconda.

“Stai bene vestita così” cercò di rompere il ghiaccio Joe.

In effetti Evelyn stava divinamente con quel vestito, anche se lei era poco convinta.

Amava gli abiti maschili e comodi per evasioni e rapine.

Degna Dalton

“Grazie”

“Senti...stavo pensando...che ne diresti se...”

“Joe” lo fermò lei “se stai cercando di dimenticare l'accaduto, sappi che non sarà così semplice...io non ci riesco”

L'avevano fatta grossa.

Joe riflettè

“Beh...allora non ne parliamo” concluse la treccia “non ne voglio più sapere” e scese dal carretto, incamminandosi nel verde per sgranchirsi le gambe.

Evelyn sospirò.

Sarebbe stata dura se veniva affidata ai fratelli.

Si guardò la treccia, perfetta come sempre.

Sorrise a malapena e si lasciò sfuggire un sussurro

“Sei unico Joe”



ATTENZIONE!!!

1) No, non manca un capitolo, intendo lasciare a voi libera immaginazione

2) Se i miei calcoli sono esatti...il prossimo capitolo è l'ultimo, perciò...mi auguro di avervi appassionato o avervi ispirato.

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Capitolo 7
*** La decisione del giudice ***


FINE!!! Mamma mia finalmente una Long portata a termine (non ne potevo più).
Grazie ad Evelyn80 e Ciauuuuu!!!



Lucky Luke scortò Evelyn in tribunale.
Il pubblico presente e la giuria faticava a credere che una ragazza così carina e dal viso dolce potesse essere imparentata con dei criminali come i Dalton.
I quattro fratelli ebbero il permesso di mettersi al banco con lei, per starle vicino e darle sostegno.
Tenendo conto della sua età e del fatto che le donne dovessero essere sempre accompagnate, Evelyn aveva buona probabilità di essere affidata ai suoi fratelli in caso di risposta negativa.
Evelyn tremava, aveva paura e non sapeva come fosse affrontare un processo, ne come pubblico ne come condannata.
A Joe la cosa non toccava minimamente, andava a nozze con i tribunali e adorava far spaventare la giuria.
Luke si era messo i suoi abiti migliori, scomodi ma adeguati.
Si mise accanto ai fratelli e attese.
La corte era appena entrata.
Un giudice basso e grasso fece capolino dal trono e impugnò il suo martello.
Indossava un parruccone grigio che fece sfuggire un risolino ai quattro fratelli e un semplice sorriso forzato ad Evelyn.
Anche se era lei che doveva essere giudicata, era comunque strano vedere gente con la parrucca.
Allungò una mano e cerco quella di Jack, che la strinse dandole tutto il suo sostegno.
"Tutti seduti" ordinó il giudice dando un colpo di martello per attirare l'attenzione.
Tutti si sedettero e attesero.
Joe non aveva ancora elaborato un piano.
Doveva a tutti i costi trovare un modo per far sì che la sorella stesse bene.
Il problema era sempre lo stesso.
Se veniva condannata, sarebbe finita in un penitenziario femminile e non l'avrebbero più rivista.
Se veniva assolta, l'avrebbero rispedita a casa dalla madre e, vedendo la faccia del giudice, poteva anche capitare che non l'avrebbero più rivista lo stesso perché glielo avrebbero impedito, oppure l'avrebbero vista una volta al mese.
Da una parte era buono, così era libera e poteva muoversi a piacimento.
Dall'altra non amava l'idea di vederla così poco.
Jack poi...lui sarebbe morto e non per colpa delle botte di Joe.
Quella era la prima volta che Joe non sapeva cosa fare.
Se avesse avuto il cervello di Averell...almeno non avrebbe avuto tutti quei problemi.
Sarebbe stato un emerito imbecille e al diavolo tutto e tutti.
Forse era meglio farla assolvere.
Era meglio una volta al mese che mai.
Guardò verso Jack e gli lanció un occhiata.
Fece qualche piccolo gesto con le mani e gli fece capire cosa intendeva fare.
Quando Jack capì, ebbe un tutto al cuore.
Però ammise a se stesso che era l'unica soluzione.
Passó la voce anche a William, che la passó ad Averell.
Quest'ultimo, dalla gioia, stava per sparare a raffica ogni cosa.
Venne bloccato in tempo da Jack e William, che lo zittirono tappandogli la bocca.
Joe si portò una mano al volto.
-Che razza di imbecille- pensó, trattenendosi dal tirargli un ceffone.
Il giudice disse un sacco di parole, che ad Evelyn parvero incomprensibili,
Qualcuno della giuria ridacchiava, già immaginando la sentenza.
Evelyn strinse ancora la mano di Jack e con l'altra tamburelló sul ginocchio.
C'era solo una cosa, che i cinque fratelli non avevano previsto.
"La corte chiama a testimoniare i fratelli Joe, Jack, William e Averell Dalton"
I fratelli spalancarono la bocca
"Averell sono io!" Esclamò Averell sventolando la mano e sentendosi orgoglioso di essere stato chiamato.
"Sta zitto imbecille!" Lo rimproverò Joe.
Il giudice martelló "Fate silenzio!" Ordinò "il primo ad essere chiamato è William Dalton"
William deglutì e si avvicinò al banco dei testimoni.
Ricevette un occhiata da Joe.
Un occhiata parecchio minacciosa ma ben chiara.
"Prego ci descriva l'imputata in ogni suo aspetto"
Deglutì ancora.
"Beh lei è nostra sorella"
"Molto bene e...?"
"E...ed è anche l'unica della famiglia a sostenerci" A quella frase Joe si mise le mani al volto "ma lei è una brava ragazza e non farebbe mai nulla di male a nessuno. Mi ricordo ancora quando era piccola, a quei tempi era..." ed iniziò a fare un discorso così lungo e pieno deinpochinparoloni che conosceva, che quasi tutto il pubblico si addormentò.
"....ed è così che abbiamo conosciuto nostra sorella"
Evelyn, grata comunque per le belle parole, si reggeva il volto con le mani
"Ditemi che ha concluso"
"Me lo auguro per lui" borbottò Joe
"Bravoooo bravoooo!" Esclamò Averell.
Joe trattenne la voglia di ucciderlo.
Con le grida di Averell, il giudice si ridestò.
"Molto bene può andare" disse tra uno sbadiglio e l'altro "venga al banco Averell Dalton"
Gli altri quattro ebbero paura.
Quando però, notarono che il giudice lo considerava un emerito stupido, lo lasciarono parlare tranquillamente.
Intrattenne il pubblico con ricette di dolci e pietanze, qualcuno prese pure appunti.
Persino il giudice era rimasto ingolosito.
"Ok bene...può ordinare una pizza e...cioè voglio dire, può andare"
"Come può essere così stupido? Ma da dove è uscito?"
"A me ha fatto venire fame" si lamentò Evelyn
"In effetti anche a me" disse Jack, che fu il successivo ad essere chiamato.
Jack era quello più nervoso di tutti e forse anche il più terrorizzato all'idea della sorella lontana.
"Beh, è solo una ragazza, lei non ha fatto nulla..." deglutì "io..."
Il suo discorso non durò molto
"Non si è mai visto nessuno così dolce" la guardò "Evelyn, qualunque cosa accada...io...io volevo dirti...che ti amo" e divenne rosso.
Il pubblico emise un sospiro romantico.
Era bello vedere tutto quell'amore.
Jack tornó a posto e sorrise ad Evelyn, sempre rosso in volto, che si lasciò sfuggire un risolino.
Quando fu il turno di Joe, le cose che disse erano positive, anche se con il suo tono risultavano una presa in giro.
"Ma dico ma scherzate? Guardatela!" La indicò "con quei lineamenti e quel vestito tutto puzzi e merletti vi sembra una criminale incallita? Ma dai! È una Dalton all'anagrafe ma se guardiamo la vera storia non ha niente a che vedere con noi!" Poi guardò il giudice "sa...se non assolve usata povera ed innocente ragazza, io potrei anche dare di matto e potrei fare qualcosa di estremamente malvagio" sorrise attorcigliandosi un baffo "dopo tutto sono un Dalton"
Il giudice tremó e fece andare a sedere Joe.
Joe aveva ormai la situazione in pugno.
"La corte di aggiorna" diede un colpo di martello e tutti uscirono.
Joe e i tre fratelli vennero messi in una cella nei sotterranei del tribunale, mentre ad Evelyn venne concesso di restare nel corridoio ad attendere con Luke.
Il giudice si era fidato e sapeva che lei non sarebbe scappata come i fratelli.
"Direi che stiamo andando bene" commentó Luke per sdrammatizzare "sei ancora nervosa"
Evelyn annuì.
"Luke posso chiederti una cosa?" Ottenne la sua attenzione "io...io non so cosa sceglieranno, se vorranno assolvermi o condannarmi...ciò che voglio chiedere è...puoi fare in modo che mi affidino ai miei fratelli?"
Luke alzò un sopracciglio e rimase stupito da quella richiesta.
Sicuramente lo faceva per Jack e per Joe, anche se sapeva che guai a chi gli toccava i fratelli.
"Se dovessero assolverti andresti da Mamma Dalton"
"Nemmeno lei ha una bella reputazione" disse "rapina i negozi anche se i soldi ci sono, lei ci ha insegnato a rapinare e saccheggiare" spiegò "io sono stata educata in maniera diversa perché femmina ma qualcosa l'ha spiegata anche a me"
Luke capì e sorrise "vedrò cosa posso fare"
Un ora dopo, la corte rientrò in aula.
I fratelli erano nervosi ed Evelyn era sul punto di svenire.
"Giudice Preston, permette una parola?" Intervenne Luke.
Il giudice acconsentì.
Luke, nell'avvicinarsi, fece l'occhiolino ad Evelyn e poi sussurrò qualcosa al giudice, che mostró interesse e approvazione.
Prese nota e lascio che Luke tornasse al posto.
"Che diamine hai fatto Lucky Luke?" Ringhiò sottovoce Joe.
"Niente che ti riguardi"
"Qui tutti mi riguarda!"
"Fate silenzio!" Sbottó il giudice.
Sistemò alcuni fogli e si schiarì la voce.
"La corte ha preso una decisione" disse "in base alle nostre informazioni ed alle testimonianze dei fratelli Joe, Jack, William e Averell Dalton, con testimonianza il famigerato Lucky Luke..." guardò verso il cowboy "la signorina Evelyn Dalton, ancora minorenne e con una tentata rapina mai cominciata, viene assolta da ogni forma di accusa..."
Ci fu approvazione da parte di tutta la sala, anche dei fratelli.
Evelyn sorrise appena e Jack si sentì sprofondare, anche se era la giusta decisione.
"Ma!..." proseguì il giudice facendo zittire nuovamente la sala "essendo per l'appunto minorenne ed essendo la madre troppo anziana per poter badare a lei, l'imputata verrà affidata al parente più prossimo è più adulto della famiglia di appartenenza" si schiarì ancora la gola "dichiaro il signor Joe Dalton affidatario esclusivo dell'imputata..." Joe sgranó gli occhi e, vedendo lo sguardo soddisfatto di Luke, capì che era stato lui.
"E dichiaro infine che la signorina Evelyn Dalton vada a vivere nel penitenziario maschile del signor Peabody al quale verranno lasciate istruzioni in merito, così è deciso" battè un colpo di martello e tutti uscirono.
Evelyn non aveva parole, Luke sapeva avere una grande influenza sulle persone e aveva mantenuto la promessa.
Evelyn abbracciò Joe
"Adesso non potrai fare la furba pulce"
"Non ci penso nemmeno" poi si alzò e strinse tutti i fratelli, per poi rivolgersi a Luke sorridendo.
Il cowboy sorrise a sua volta ed uscì lasciandoli soli.
Evelyn guardò Jack e lo baciò.
Nessuno li avrebbe più divisi.
Era i Dalton, che sarebbe mai potuto accadere?

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