Lessons Learned di inlovewitharry (/viewuser.php?uid=212403)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Rose... non Rosie ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Io sono James Potter ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Al(bus) (non Silente) Potter ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Rose, e sì, so la risposta ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Lily… non Lils ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1: Rose... non Rosie ***
Lessons Learned
Capitolo 1: Rosie… non Rosie.
• angolo della traduttrice: Ciao a tutti! La fanfiction che troverete di seguito è una delle fanfiction più ‘reali’ della Nuova Generazione scritta dalla fantastica loveadubdub (lascio l’originale qui https://www.fanfiction.net/s/4260581/1/Lessons-Learned.) Questo è come ci si aspetterebbe di trovare i bambini della Nuova Generazione (Next Gen) dato che sono destinati a crescere rincorsi dai giornali, con genitori importanti, ricchi e famosissimi. Non nego che ci siano dei punti in cui i personaggi siano un po’ odiosi, soprattutto all’inizio, la la storia si chiama ‘Lezioni Imparate’, quindi ci si aspetta dei cambiamenti di atteggiamento. Ah, ogni capitolo ha un punto di vista di un persomaggio differente. Il primo è quello di Rose. Non odiatela subito, anche se in questo capitolo specialmente è un’egoista assurda, ma andate avanti, fidatevi. Vi lascio alla storia. Fatemi sapere le vostre opinioni attraverso una recensione (il mio twitter: @silvxa).
Una cavolo di lettera di benvenuto e una cavolo di lista dei libri.
E basta.
Cosa diavolo ci mandano ancora le lettere di benvenuto? Il treno parte lo stesso cavolo di giorno ogni cavolo di anno. E dato che non siamo stati espulsi l’anno scorso e tanto meno non ci siamo diplomati, è ovvio che torneremo a scuola questo cavolo di autunno.
Voglio dire, onestamente. Non c’è da chiedersi perché l’ambiente faccia schifo. I Babbani pensano che sia colpa delle macchine e delle industrie e quelle cose lì, ma è tutta colpa in realtà del ridicolo spreco di carta delle scuole inglesi di magia. Dovrei iniziare una campagna contro ciò – contro lo spreco dovuto da tutte le lettere di benvenuto che arrivano ad ogni studente ogni singolo stupido anno. Non so come chiamarla, però.
Ugh. Seriamente, non so neanche perché sono così arrabbiata. Cioè, non è che io voglio essere un Prefetto. Sono pieni di sé, sostenuti e vanno in giro con il naso all’insù come se fossero dei principi o cose simili. E decisamente io non voglio avere a che fare con loro. Quindi no, non sono arrabbiata per non poter andare correre avanti e indietro con quella stupida spilla sul petto. Penso solo che non sia particolarmente giusto che io sia più intelligente del resto di quei cretini del mio anno, probabilmente anche dell’intera scuola e tutto quello che ricevo è una cavolo di lettera di benvenuto e una cavolo di lista dei libri.
Comunque, però; essere nominato Prefetto non è solo per i voti. Ovviamente. Bisogna anche essere uno di quei piccoli perfetti ‘sì signore’, ‘certo signore’, che tutti i professori amano e per cui bagnano le loro mutande. E ovviamente io non sono una di quelle persone. Non è colpa mia, comunque. Gli insegnanti mi odiano perché io sono più intelligente di loro e prendono in considerazione solo ogni singola cosa che sbaglio. Finisco così tanto nei guai e non è che io sia così tanto orribile. Mi rifiuto solamente di essere una pecora e di dare ragione a ogni cosa che dicono semplicemente perché sono docenti della scuola. Onestamente, molti di loro non sono neanche così qualificati e veramente pochi di loro sono bravi ad insegnare. Non c’è da chiedersi perché così tanti bambini falliscano i test, in realtà. Certo, per loro, e per loro intendo i docenti, è a causa di noi studenti che siamo dei scansafatiche che non studiano così diligentemente come dovremmo e bla bla bla.
Questo è semplicemente falso.
Io, per dirne una, studio un sacco. Mi assicuro di sapere sempre l’argomento della lezione addirittura prima di entrare nella classe. Ho delle note pre-lezione e prendo appunti anche durante la lezione, nonostante alcune volte sia senza senso, perché abbiamo diversi professori la cui idea di ‘insegnare’ è leggere direttamente dal testo. Ripasso completamente prima di ogni test e faccio sempre, sempre i miei compiti.
Ma ovviamente, a loro non interessa.
A loro interessa solo che io dico quello che penso sempre. Gli interessa solo che non credo immediatamente a ogni parola che dicono e non imparo a memoria i loro discorsi. Gli interessa solo che non sono la mia cavolo di madre!
Ma no. No, non sono arrabbiata e sono certamente, sicuramente, cento per cento non gelosa in ogni modo, forma, o moda. E anche se Al avesse ricevuto una stupida spilla? È un bravo ragazzo, giusto? Non è completamente stupido. Segue di solito le regole e non finisce in molti problemi. Lui certamente, sicuramente, cento per cento non è stato nominato Prefetto perché di cognome fa Potter.
Nossignore. Assolutamente no.
“Rose!”
Ugh. La citata cavolo di madre mi sta chiamando.
“Rose!”
Ugh di nuovo. Pensa che io non abbia sentito la prima volta? Pensa che io sia improvvisamente diventata dura di udito?
“Sto arrivando!” Le urlo dietro. So che sta fremendo al mio tono e sta dibattendo se venire o no ad urlarmi dietro che faccio meglio a stare attenta, ma alla fine non lo fa. Capisce che non ne vale la pena. Ah, conosco la mia cara mamma così bene.
“Faremo tardi!”
Miseriaccia, donna! Mi lamento sotto voce e ci metto il più possibile ad allacciarmi le scarpe da ginnastica. Sono infinitamente grata che l’odioso velcro sia fuori moda e ora siamo tornati ai lacci normali e carini, anche se il velcro è un poco più facile da usare. È lo stesso odioso e non riesco a credere che siamo rimasti in quella fase di moda per così tanto.
Lanciando un’occhiata allo specchio, cerco di rendere i miei capelli più piatti possibili. Senza riuscirci, ovviamente. Almeno i miei vestiti che indosso vanno bene, anche se so che mia madre commenterà sulla mia scelta di calzatura abbinata ad una gonna e mia nonna commenterà la lunghezza della gonna. Oh beh, entrambe le vecchie donne possono baciare il mio (piuttosto piatto, noto, guardando lo specchio) fondoschiena!
Mi prendo del tempo per scendere le scale, canticchiando a bocca chiusa. Lo faccio, ovviamente, per irritare mio fratello che mi sta aspettando alla fine e mi guarda torvo.
“Pensi di poter andare ancora più lentamente?” chiede, guardandomi corrucciato.
“Sono sicura di sì,” rispondo con nonchalance. “Torno indietro e ci provo?”
“Smettetela, voi due.” Mamma arriva di corsa nella sala portando in braccio il mio fratello minore, Landon. Ha due anni ed è ben capace di camminare da solo, ma la mamma insiste a portarlo in braccio quando lei è di corsa. A Landon manca una scarpa e lei sembra cercarla in agitazione. E stava gridando a me di sbrigarmi?
Parlando di scarpe, certamente, guarda le mie. “Rose, non hai dei sandali da mettere? Sembri una di un catalogo grunge o qualcosa del genere.”
Un catalogo grunge? Seriamente? Che diavolo è un catalogo grunge?
“Che diavolo è un catalogo grunge?” All’inizio, penso di aver pensato ad alta voce, ma poi noto che è Hugo che ha chiesto la domanda molto ovvia.
Mamma, ovviamente, scuote la sua testa e stringe gli occhi fissandolo. “Tu modera il linguaggio!”
È così prevedibile.
“Seriamente, comunque, mamma,” sprono la conversazione a continuare, trovando la scarpa mancante di Landon sotto la libreria. “Cosa è un catalogo grunge?”
“Oh, non lo so!” dice, chiaramente esasperata. “Aiutami a cercare la scarpa di tuo fratello.”
Beh, no signora, non dopo quel tono.
Lascio la scarpa trovata sola e non la faccio presente. Invece, mi dirigo verso la cucina per cercare mio padre. È appoggiato sopra il bancone con il suo orecchio premuto al wireless. Quidditch, ovviamente. È, dopotutto, sabato. Fa un salto quando entro, avendo chiaramente sentito la porta e avendo pensato che fosse la mamma. Si rilassa e torna alla partita quando realizza che sono solo io.
“Quanto è il punteggio?” chiedo, prendendo una mela dalla ciotola di esposizione e facendo un saltello per sedermi sul bancone. Mia mamma insiste di avere frutta da esposizione con frutta vera. Non usa la frutta di cera come le persone normali e diventa seriamente arrabbiata se qualcuno ne mangia un pezzo e incasina l’esposizione. Quindi la frutta rimane lì e quando marcisce, la buttiamo via e ne mettiamo di nuova. La mia scuola spreca pergamene e mia madre spreca frutta.
Carino. Distruggiamo la terra e prendiamo il cibo proprio dalle bocche dei bambini affamati dell’Africa.
“120 a 40 per il Puddlemere.” La voce di papà sembra tetra e mi chiedo perché si rattristisca sempre così. I Chudley non vinceranno mai e poi mai, quindi non so perché sia sempre una sorpresa quando perdono.
Mastico rumorosamente la mela e papà guarda su. “Sai che non dovresti mangiarla,” dice pigramente. Scrollo le spalle e posso dire che è troppo preso dal Quidditch per interessarsi troppo.
“Finalmente!” La porta della cucina si apre di nuovo e mamma entra, spingendo il piede di Landon nella scarpa apparentemente localizzata. Si ferma quando vede papà cercare goffamente di spegnere il wireless e fingere di non stare solamente sentendo una partita di Quidditch invece di aiutare lei a trovare la scarpa del bambino.
“Onestamente!” Lei scuote la testa furiosamente e alcuni dei suoi capelli finiscono dritti in faccia di Landon. “Ho cercato in tutta questa maledetta casa la scarpa del bambino e tu sei qui ad ascoltare Quidditch?!”
Ve l’ho detto. Prevedibile…
“Tieni,” infila Landon nelle sue braccia. “Vedi se riesci a far arrivare tuo figlio a casa dei tuoi genitori senza essere distolto e finire alla partita dei Cannoni.”
Papà rotea i suoi occhi (quando ha la faccia girata dalla parte opposta della mamma, ovviamente) e porta Landon di nuovo nella sala. So che gli piacerebbe molto di più essere ad una partita dei Cannoni piuttosto che andare dai suoi genitori questo pomeriggio. Cavolo, anche a me piacerebbe di più, e io non sostengo neanche quella terribile squadra.
Mamma sembra finalmente notarmi e mi dice di tutto per essere seduta sul bancone. “L’ho appena pulito! E quella viene dall’esposizione?!” Sta guardando la mela mezza mangiata nella mia mano.
La butto nel lavandino e mi pulisco le mani nella gonna. “Non abbiamo neanche altre mele,” faccio presente.
Mi guarda come se volesse darmi uno schiaffo, ma, ovviamente, non lo fa. Mi dice solo di andare alla Tana mentre rimuove la mela dal lavandino e la butta nel bidone.
Faccio quello che dice con riluttanza. Papà ed Hugo sono già andati, quindi prendo la Polvere Volante da sopra il camino e la butto dentro. Le fiamme diventano tutte verdi Serpeverde e ci entro per dire, con più entusiasmo possibile, “La Tana!”
Barcollando nella sala della casa dei mie nonni, cerco di pulirmi la fuliggine dal viso. Spero di avercela fatta e non aver solamente contribuito a spalmarla ancora di più, ma, ovviamente, non ho uno specchio e non posso controllare. La nonna si avvicina a me quasi immediatamente, avvolgendomi in un abbraccio da orso così stretto che non sono sicura di poter respirare per un momento. Mi lascia andare, certamente, e mi aiuta a pulire via la cenere dalle mie guance.
“Oh, Rosie cara,” dice dolcemente, salendo molto bene che io detesto essere chiamata Rosie. Si sta comportando con me nel modo carino e falso che solo le nonne possono fare, “sei assolutamente adorabile. Non pensi, però, che la tua gonna possa essere solo un pochino corta?”
È quasi tanto prevedibile quanto mia madre.
“Non è colpa mia, nonna,” rispondo, con un’innocenza tanto falsa quanto il suo complimento. “Non fanno più gonne per ragazze con le gambe lunghe.” Scrollo le spalle senza speranza e faccio un’espressione corrucciata.
“Oh, cara,” dice, scuotendo la testa. “Beh, sono sicura che io potrei farti qualcosa, se tu vuoi!”
“Certo!” rispondo felice, andando via.
…che no!
La cucina odora di buono mentre la attraverso e realizzo che non sono troppo arrabbiata per essere costretta a passare qui il pomeriggio. Dopo tutto, nessuno cucina come mia nonna e c’è molto da dire sui suoi pasti cotti in casa. Il suo cibo fa valere quasi la pena il fatto essere a contatto con La Famiglia, alla fine.
Vado nel giardino posteriore, disperata di trovare qualcuno oltre i miei genitori o i miei nonni con cui parlare. In verità, voglio realmente parlare solo con una persona, ma mi accontento di Lily ed Hugo che sono già seduti insieme sotto un albero. Sono curvi sopra un libro e sembrano abbastanza sospettosi…
“Cosa state escogitando?” chiedo, cercando di adocchiare il libro nelle loro mani.
Lily, però, lo chiude energicamente e lo tiene vicino a lei appena mi ha sentito parlare. “Non sono affari tuoi,” dice con odio.
“Oh, levati dalle palle, Lily.”
“Non dirmi di levarmi dalle palle!” Lily si alza furiosamente e mi chiedo quando è diventata così stronza. C’era un periodo, non tanto tempo fa in effetti, in cui lei mi idolatrava in ogni modo. Pensava che io fossi la persona più figa in tutta la terra, ma è irritante quanto Hugo.
Mi piaceva molto di più quando io ero il suo idolo.
“Oh, cosa farai?” chiedo, fingendo di essere terrorizzata. “Corri via e lo dici a mammina e papino?”
So che lei odia essere parlata con questo tono – quello da bambini. La irrita assolutamente. Papà mi ha detto che una volta zia Ginny era esattamente lo stesso. Era la più piccola in una famiglia di maschi, pure, proprio come Lily, e papà ha detto che non c’era modo di farla infuriare di più che parlarle come se fosse un infante. Funziona anche su sua figlia.
Lily mi guarda solo male, sempre aggrappata a quello stupido libro. “Andiamo,” esclama verso Hugo, nonostante stia ancora fissando me. Lui si alza e la segue obbediente. È un peccato che siano cugini perché Lily non troverà mai un altro tipo che la segue irragionevolmente come il mio caro fratello. Non importa quanto insopportabilmente bella lei sia.
Li guardo affrettarsi ad andare in un’altra parte del giardino e sparire dietro alcune colline. Sono così divertenti da torturare che non mi posso neanche sentire cattiva.
Il suono della porta che si apre e si chiude mi riporta al mondo reale, ed eccolo lì. La persona che sono venuta a cercare qui fuori. Al sta camminando con suo fratello maggiore e sembrano in una conversazione profonda su qualcosa. È irritante, decido, che tutti sembrano avere conversazioni profonde e io sono tutta sola. Metto il piede fuori mentre mi passano accanto e Al ci inciampa sopra e barcolla, anche se non cade per davvero.
“Cazzo, Rose!” dice, sistemandosi e guardandosi intorno nervosamente. Non ci sono adulti nelle vicinanze, quindi è salvo.
Io faccio un ghigno. “Ora, non è un linguaggio molto appropriato per un Prefetto, no?”
James ride facendo un verso dal naso, e Al arrossisce, mi fa sentire meglio che anche se è riuscito a scappare dalla maledizione dei capelli rossi Weasley, non è riuscito a sfuggire dall’arrossire tipico dei Weasley. È giusto, dopo tutto.
“Smettila,” dice Al seriamente. “Non ho chiesto io quella cavolata, sai?”
James ride di nuovo ed io roteò gli occhi. “Oh, va bene,” dico con dolcezza sarcastica. “Sarai brillante, sono sicura.”
“Ah,” prende la parola James, con un luccichio conosciuto (e irritante) nel suo occhio. “Me medesimo pensa che tu stia protestando un po’ troppo. Gelosia?”
Voglio tirargli uno schiaffo. Ovviamente, quella è una reazione automatica ogni volta che lo vedo, quindi non è una vera sorpresa. “James, non dire cazzate come me medesimo. Ti fa sembrare ancora più gay di quanto tu sia in realtà.”
È una buona cosa che io abbia fatto un sacco di pratica a scansarlo, perché il pugno che vola attraverso l’aria e va proprio verso dov’era la mia testa avrebbe fatto un po’ male. “Sai, se tu fossi davvero sicuro con la tua sessualità, commenti come questi non ti darebbero fastidio o non ti farebbero affetto.”
“Oh, non sono infastidito,” risponde immediatamente. “Ho solo pensato di avere visto un tipo orribile di roditore sulla tua spalla e cercavo di schiacciarlo. Scusa, non avevo realizzato che fosse solo la tua faccia.”
“James Potter, spero che tu non abbia appena chiamato tua cugina un roditore.”
Zia Ginny era apparsa, cosa che tende a fare abbastanza spesso quando James sta facendo cose che non dovrebbe fare. Non lo degna nemmeno di un’occhiata, però, mentre ci passa vicino in un andirivieni, portando pile di piatti. Li porta verso i tavoli da picnic che sono stati fatti apparire e comincia a metterli a posto. Faccio un sorrisetto e alzo le sopracciglia notevolmente verso James.
Rose uno/James zero.
Il fatto di James, comunque, è che lui sa perfettamente bene che so che lui non è gay e nemmeno interessato ad esserlo. Lui è, per mancanza di un termine migliore, il più grande puttaniere nella scuola intera e giuro che sono quasi l’unica ragazza nel mio intero anno che non ci è andata o almeno non l’ha fatto quasi. Per non menzionare, ovviamente, gli anni sopra di me. Spero che non ci provi con quelle sotto al mio anno, quest’anno, perché sarebbe nell’orlo del disgustoso. Ci sono parecchie e ancora parecchie ragazze che sarebbero disposte a fare un secondo (e terzo, quarto e quinto) giro nella ruota. È un bastardo completo e totale e tratta ogni ragazza come una merda una volta aver finito con loro. Ma non fa male, sono molto sicura, che il suo cognome sia Potter e che emani il classico charme che uno si aspetta dall’erede di un Salvatore dell’Universo ridicolosamente ricco.
Ma Al non è così. Al rimaneva in mezzo a tutte le cose Potter quando eravamo semplici primini e apprezzava il tutto, ma ora penso che ne sia irritato. Non lo dice, ovvio, per paura che sembri di star condannare suo padre o qualche tipi. Ma gli dà fastidio, lo so. Non gli piace presentarsi a nuove persone e cerca il più spesso possibile di tralasciare il suo cognome. Fa una smorfia imbarazzato ogni volta che la gente gli dice quanto somiglia al padre. Il fatto che le persone che lo dicono credono di essere sempre le prime a fare questa osservazione non aiuta affatto. È vero, però. Sembrano quasi identici, anche se, ovviamente, Al è molto più giovane. Ma le fotografie degli anni novanta non mentono, ed Al è senza dubbio la copia dello zio Harry da adolescente.
James non somiglia ad Harry Potter. James è più alto e non così ossuto come suo padre era apparentemente da adolescente (o come è ora suo fratello). Ha capelli rosso scuro che non sono abbastanza tradizione Weasley ma non sono in alcun modo nerissimi. Tendono ad essere un po’ fuori controllo, ma sono lunghetti e per la maggior parte sparano fuori dalla testa invece di rimanere fermi come quelli del padre e del fratello. E, fortunatamente per lui, i suoi occhi marroni normali sono dotati di una visione perfetta.
Le loro personalità sono completamente diverse – anche quelle. Al è silenzioso ed educato e cercata disperatamente di mimetizzarsi con il muro ovunque vada. Odia il confronto e cerca sempre di evitarlo a tutti i costi. James, dall’altra parte, è rumoroso e cresce più forte dopo un confronto. Ama essere al centro dell’attenzione ed ha una bocca che lo fa andare nei casini più volte sì che no. James ed io siamo in realtà uguali (almeno secondo tutti quelli che conosciamo). Ecco perché non ci possiamo sopportare.
Quello e perché è un totale bastardo, ovvio.
“Non so neanche quale ragazza hanno scelto,” si intromette Al, ignorando completamente il momentaneo litigio tra me e suo fratello. È tornato sulla cosa del Prefetto.
Io ghigno, sapendo la risposta e sapendo l’effetto che porterà. “Meghan ha ricevuto la spilla,” dico subito. “Mi ha mandato un gufo.”
Al, quasi come se fosse un segnale, diventa di nuovo rosso. Posso dire che sta cercando veramente tanto di rimanere con un colore normale, il che rende la cosa ancora più divertente.
James, capendo immediatamente, ghigna apertamente. “Buon per te, amico!” dice entusiasticamente mentre fa scivolare una mano nella spalla del fratello. “Potresti persino andare in giro a sbaciucchiartela!”
Al lo scrolla via arrabbiato, diventando ancora più rosso. Guarda male sia me che James, e non posso evitare di ridere per la sua faccia. Anche James ride. Non andiamo normalmente d’accordo, ma ci sono momenti come questi – momenti dove stiamo torturando membri della nostra famiglia – dove ci troviamo perfettamente.
“Ho sentito che i Prefetti hanno un sacco di tempo da soli insieme,” continua James, neanche smosso dall’imbarazzo di suo cugino. “Puoi portarla nella Torre di Astronomia. A loro piace molto così.”
“E se è di qualche consolazione,” dico, non volendo perdere un’occasione di prendere in giro mio cugino (l’unico che riesco a sopportare, garantito), “penso che probabilmente gli piaci un po’, anche.”
“Se la senti mormorare Potter nel suo sonno, stava probabilmente parlando di me,” James fa una battuta. “Ma in rispetto della nostra fratellanza, le starò lontano.” Fa un occhiolino ad Al che assottiglia gli occhi e ci guarda torvo.
“Oh, levatevi dalle palle,” esclama. “Tutti e due.”
È veramente, veramente facile.
Come di consueto, Al si allontana da noi velocemente. Non prende bene le prese in giro. È a causa dell’odio di essere al centro dell’attenzione, credo. È ‘sensibile’. O almeno questo è quello che ha detto la zia Ginny la scorsa estate quando stava dicendo di tutto a Fred e a James dopo che lo avevano preso di mira per le loro prese in giro ed era rimasto tutto il giorno rosso in faccia e imbronciato.
Non è cambiato molto…
“Quindi, Rosie Posie,” dice James, con la voce ricca di dolcezza falsa ed un braccio ora dietro le mie spalle. Rosie Posie è ancora peggio del Rosie normale. “Stai prendendo la batosta di essere stata sorpassata abbastanza duramente, vero?”
“Per dirla tutta, Jamie, non me ne potrebbe importare meno.” Lui odia Jamie come io odio Rosie.
“È proprio così?”
“Sì.” Annuisco. Ovviamente perché è la verità. Non mi interessa – assolutamente, positivamente, cento per cento non mi interessa. James mi sta fissando con la faccia da sapientone irritante, quindi io continuo. “Per dirla tutta, sono persino felice. Come se volessi davvero essere associata con Fiona Enkleton e quei tipi. Giusto.” Fiona Enkleton è nell’anno di James – Prefetto Corvonero e molto volenterosa di essere Capo Scuola. È irritante e prepotente ed una di quelle persone che pensano che avendo una spilla di Prefetto loro siano automaticamente un dono di Dio nella terra ferma. Tutti la detestano.
James non sembra scoraggiato, nonostante il fatto che io abbia provato il vero motivo per cui a me non interessa tutta quella cavolo di storia del Prefetto. “Dev’essere davvero un colpaccio per il tuo ego,” dice, senza problemi. “Cioè, non riuscire neanche a venire promossa Prefetto e tutto il resto.”
“Scusami, ma non ti vedo con una spilla, neanche.”
“Ah,” ghigna e devo incrociare le dita per reprimere un pugno che si meriterebbe, “vedi, la differenza è che a me non importa. Tu, invece, non sopporti perdere, in qualunque modo.”
Ha ragione, ovvio. Ed è dannatamente irritante che sia vero. Qualche volta mi chiedo come io sia riuscita in quindici anni a non uccidere James Potter. Mai, comunque, ammetterei che ha ragione. Il mondo finirà prima che accada.
“Neanche a me importa,” rispondo, mentendo attraverso i denti. “Sono sicura di riuscire a pensare a mille modi migliori di passare l’anno piuttosto che fare incontri di Prefetti.”
Questo non è interamente vero, ovvio. Non ci sono davvero tante cose da fare fuori dalle lezioni, salvo i fine settimana occasionali ad Hogsmeade o roba del genere. La vita è in realtà abbastanza noiosa a scuola, quindi sarebbe bello trovare qualcosa di divertente da fare invece di rimanere seduti nella Sala Comune ogni singola notte.
Ma non lo ammetterò mai e poi mai.
La mia strizzacervelli dice che io reprimo i sentimenti e le emozioni. Mi ha detto una volta che ho problemi ha ‘ammettere la realtà’. Ora… se quello sia vero o no, non lo so. Dopo tutto, non ho la meravigliosa laurea di Psicologia Curante, no? Ma cosa so è che ogni volta che mi accorgo di reprimere, ho sempre una buonissima ragione. Non lo considero dire una bugia perché c’è sempre una buona scusa, quindi non conta.
Prometto di non essere pazza.
James mi sta guardando di nuovo con quella stupida espressione – quella che odio perché significa di solito che sta facendo con un successo la Legimanzia e sa tutto quello a cui sto pensando. Eccetto che non è assolutamente neanche vicino ad avere abbastanza talento per fare Legimanzia. Neanche io riesco e sono più o meno la persona più intelligente che conosco (e no, non sto esagerando, è la verità). Ma James è James, ed ha l’abilità di farmi diventare completamente pazza perché sa sempre cosa sto pensando anche quando io non voglio.
Lo odio.
“E comunque,” vado avanti, fingendo di non vedere il suo ghigno, “non c’era assolutamente alcun modo per cui loro mi potessero nominare Prefetto. I miei genitori sono stati chiamati a scuola due volte lo scorso anno, se ti ricordi. I tuoi genitori non sono stati mai chiamati due volte in un anno!”
Infatti, lo zio Harry e la zia Ginny sono stati chiamati solo una volta. Fu nel quinto anno di James, quando lui ha ‘accidentalmente’ allagato l’intera Sala Comune Serpeverde con viscere di pesce sucido, dopo aver perso la finale di Quidditch. James finisce nei guai un sacco, ma riesce di solito a farcela a stento finendo solo in punizione: io no, comunque, io non sono così fortunata. I miei genitori sono stati davvero chiamati due volte lo scorso anno. Sono stati chiamati prima perché ho chiamato il mio professore di Pozioni ‘un imbecille idiota e grasso che non sarebbe riuscito a farsi una scopata neanche se fosse l’ultimo mago a Oz’. Inutile dirlo, quella non era stata probabilmente la mia mossa più furba. Sono stati chiamati un mese dopo perché sono finita in una rissa con Marianne Robbecks e le ho trasformato i capelli in lombrichi. Quello è stato in realtà abbastanza divertente, specialmente perché volevo Schiantare Marianne da sempre. Ma è finita al San Mungo ed io sono finita in punizione per due mesi. I miei genitori non erano molto contenti, ma dopo la seconda volta erano assolutamente furibondi. Mia madre mi ha persino umiliata di proposito chiamandomi a gran voce nel mezzo della Sala Comune Grifondoro per poi trascinarmi nel mio dormitorio e dirmi davvero di tutto. Mi ha anche minacciato di ritirarmi da scuola e portarmi a casa se ci fosse stata un’altra ‘infrazione’, come l’ha chiamata lei. Direi che sia servito perché ero impaurita a quel punto che non volevo neanche provare a finire nei guai per un po’.
Ma comunque. Un piccolo momento di buon comportamento non può cancellare il mio intero record, vero?
James rotea gli occhi. Lo fa perché è segretamente geloso del fatto che io sia riuscita a finire nei guai più di lui. Penso che qualche volta lui ci provi a finire nei guai, ma le persone tendono a guardare da un’altra parte, credo, quando Harry Potter è tuo padre. Penso che sia l’unica cosa dell’eredità Potter che non piace a James, il che è completamente stupido.
Ma… okay, no. Non riesco a pensare ad un altro modo di descrivere meglio James Potter oltre che ‘completamente stupido’.
C’è un grido da dentro la casa ed io e James guardiamo entrambi attraverso la finestra della cucina per vedere quale sia il problema. Non è difficile da capire. È uno di quelle grida che significa qualcosa di incredibilmente femminile e di solito ridicolo. Ovviamente, io e James scopriamo il motivo quando la porta del retro si apre, e Victoire esce fuori, affiancata dalle nostre mamme, dalla nonna e da Lily, che in qualche modo è riuscita ad entrare in tempo dopo essere stata infastidita da me. Victoire è molto gonfia lì in mezzo ed è probabilmente incinta di circa otto mesi, credo. Il bambino dovrebbe arrivare ad ottobre. È stupido come tutti le ronzino intorno, e come sembrano scioccati ogni volta che la vedono, come se non sapessero che è incinta da sempre. Devo ammettere, però, che sembra essere sempre più grossa ogni volta che la vedo. Ma comunque. Essere incinta è un tale traguardo? Sono sorpresa che Vic abbia accettato di diventare così, dato che la gravidanza la rende tremendamente grassa. Mamma dice che c’è una grande differenza tra essere grassa ed essere incinta… l’unica cosa che vedo, però, è la parte grande.
La ragazza incinta sembra assolutamente miserabile, ma tutti sino positivamente intontiti mentre la spingono verso i tavoli del picnic e le ronzano intorno ancora di più. James, per quel che vale, è l’unica altra persona oltre a me che sembra non pensare che essere incinta valga per ricevere una specie di parata. Roteiamo gli occhi a vicenda, avvicinandoci con riluttanza al resto del gruppo ai tavoli.
Certo, ci bastano due secondi per sperare di non averlo fatto.
“Oh, James,” dice zia Ginny, agitando una mano sotto il suo sguardo, “tu e Rose andate a prendere il cibo. Lo possiamo mettere qui.”
Questo è, ovviamente, completamente stupido. Io sono una delle circa cinque persone nella vicinanza che non può fare legalmente magie. Tutti gli altri potrebbero benissimo Appellare i piatti del cibo senza neanche alzarsi. Ma oh no, devo camminare avanti ed indietro e portare il cibo in mano. James, dall’altra parte, può fare magie, ma sembra esserselo scordato mentre grugnisce sottovoce e calcia un sassolino mentre si dirige verso la casa.
“Sai,” dico beffarda quando raggiungiamo finalmente la porta, “avresti potuto semplicemente Appellare la tua parte…”
James, duro com’è, realizza che ho ragione e mi lancia un’occhiataccia. “Avresti potuto dirmelo due minuti fa.”
“Avrei potuto,” dico, annuendo solennemente.
Il cibo tutto fatto e pronto per essere trasportato. Al è dentro, seduto al tavolo con suo padre e mio padre. Landon è anche lui, e gioca da solo sotto il tavolo. Esce fuori e corre verso di me non appena entro, però. Sono la sua persona preferita e non lo nasconde.
Vedendola come una facile uscita dal mio problema, mi accuccio e prendo in braccio mio fratello. Sta in realtà diventando abbastanza grosso e incomincia ad essere piuttosto pesante, ma faccio il sacrificio perché so che nessuno mi farà lavorare se tengo il bambino. Landon mi abbraccia e tocca i miei capelli, ama davvero tirare i miei ricci. Qualche volta penso che sia strano quanto io possa adorare un fratellino ed odiarne l’altro… poi ricordo che Hugo può parlare e ricordo perché.
“Wosie.”
Landon, come se leggesse la mia mente, mi ricorda che anche lui può formare alcune parole – tra cui il mio nome. Ovvio, non capisce la differenza tra la R e la W… ma ha due anni, quindi lo lascio passare. È anche l’unica persona che mi può chiamare Rosie (o Wosie) senza che io voglia urlare.
“Oi! Mi aiuti con questo o cosa?” James mi sta guardando, avvicinandosi al cibo nel bancone.
“Mi sto occupando di mio fratello,” rispondo rapidamente, come se questo sistemasse tutto. “Usa solo la tua dannata bacchetta.”
James mi guarda torvo ma poi segue il mio consiglio e fa volare fuori dalla porta aperta il brasato e un piatto di patate. Cerca di mandare fuori anche il pollo, ma riesce solo a farlo alzare di due centimetri dal bancone prima che cada rumorosamente.
Frustrato, James guarda suo padre per aiuto. “Papà, fallo tu.” Okay, non era proprio una richiesta di aiuto, più una domanda di assistenza. Zio Harry lo guarda solo prima di (con mio orrore) obbedire e far volare fuori il resto del cibo. L’ha fatto quasi subito e James, per qualche sconosciuta ragione, sembra abbastanza orgoglioso di se stesso, mentre ripone la bacchetta nella sua tasca e si pulisce le mani. La rotea gli occhi così indietro nella sua testa che è un miracolo che non rimangano attaccati. Ha un vizio nel farlo – è tipo la sua firma o qualcosa del genere.
Landon ride di gusto, anche se non sono sicura di cosa trovi così divertente. Forse è la magia o la stupidità di James o il trucchetto degli occhi di Al. Forse ha solo due anni e ride senza motivo. Non lo so. Non ricordo quando avevo due anni, quindi non ho modo di sapere cosa succede nelle loro piccole teste. In realtà, la testa di Landon è piuttosto grossa, ma questa è tutta un’altra storia…
“Dov’è Teddy?” chiede James, prendendo posto al tavolo e collassando come se stesse facendo lavori duri da tutto il giorno. Non sembra realizzare che il suo intero lavoro giornaliero sia stato guardare suo padre fare un incantesimo. È un tale idiota.
“È andato da qualche parte con Hugo,” risponde Al. È ancora offeso con noi, posso dirlo. Non durerà a lungo, comunque, perché non vuole che suo padre faccia domande. O mio padre. E certamente non vuole domande dalle nostre mamme. Lo coccolano tutti ad un certo punto e lo odia. Cerca di sembrare molto più duro di quanto sia così che le persone smettano di trattarlo con i guanti. La verità è che, però, Al è davvero troppo sensibile. Lo puoi offendere facilmente ed è davvero insicuro di se stesso in molte cose, il che rende ancora più difficile vivere nell’ombra di suo padre. A rendere il tutto ancora peggiore, deve vivere nell’ombra di suo fratello, e io mi sparerei in faccia se dovessi vivere ed essere associata con James Potter. Ma Al ci riesce abbastanza, direi.
Finirà di essere arrabbiato con noi entro la fine della cena, sono sicura.
“Perché non c’è la partita?” chiede James, allungandosi nel tavolo per parlare con mio padre. Sono in realtà molto vicini, e James va più d’accordo con mio padre che con il suo. Mio padre è il suo padrino e ha fatto il lavaggio di cervello a James per farlo sostenere i Cannoni, per molta mortificazione di zia Ginny. Zia Ginny giocava per le Harpies molto prima che James rovinasse la sua vita e la sua carriera. Ovviamente voleva che i suoi figli supportassero la sua vecchia squadra, e Al e Lily lo fanno abbastanza per la maggior parte delle volte, nonostante io penso che ad Al piacciano di più le loro divise ed a Lily piaccia che siano tutte ragazze perché è tutta Potere alle Donne! Yeah! Ma James è il più anti-Harpies possibile. Non sembra neanche che gli piacciano nello stesso livello sessista di Al. Le detesta assolutamente. E per qualche ragione pazzesca, supporta i dannati Cannoni di Chudley che non vincono mai niente e che sono terribili.
Quindi, ovviamente, mio padre lo adora.
A me personalmente non interessa un accidente del Quidditch professionale, ma preferirei molto di più stare dentro a sentire i maschi parlare di sport, piuttosto che andare fuori e sentire le ovazioni al pancione di Victoire. Quindi sto zitta e ascolto mentre mio padre Appella il vecchio wireless dalla sala e lo accende sulla partita. Il punteggio è ora 380 a 60. I Cannoni si stanno facendo fare il culo (grande sorpresa) e papà e James insistono entrambi a fare facce orrende e urlare ‘bu’ ogni volta che il Puddlemere fa un altro gol.
È così stupido.
L’unica parte divertente di tutta questa cosa è quando il Puddlemere intercetta la Pluffa da McLeary e fa un gol da metà campo. Gli spettatori impazziscono allo stadio e si può sentire dalla radiolina. Tutte le persone invisibili applaudiscono e urlano e Landon batte le mani felice e grida, “Sì sì sì!”
Penso che papà potrebbe cadere da un lato.
Dato che non voglio che il mio fratellino diventi vittima di abuso su bambino, lo porto saggiamente fuori e via dalla pazzia che è il sabato pomeriggio di Quidditch alla Tana. Se il resto dei miei zii fossero qui, non riusciresti a sentire la tua voce, pensando al modo in cui urlano. Di certo, tiferebbero Puddlemere e prenderebbero per il culo papà e James all’infinito (quella sarebbe la bella parte)…
“Non tifare mai i Cannoni, okay?” chiedo a Landon, guardandolo direttamente negli occhi mentre veniamo riscaldati dal caldo sole del pomeriggio.
Lui annuisce e ridacchia, prima di tirarmi un colpetto con la testa. Amo questo bimbo.
Ora se solo il resto della famiglia non mi facesse impazzire…
OoOoOoOoOoOoOoO
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Capitolo 2 *** Capitolo 2: Io sono James Potter ***
(DATA PROSSIMO AGGIORNAMENTO: bio del profilo)
Capitolo 2: Io sono James Potter
Uno, due, tre, quattro…
“James!"
Cinque.
Merda.
Mia madre non realizza quanto irritante sia la sua voce – quello o semplicemente non le interessa. O forse urla così tutte le volte con lo scopo di farmi innervosire. Se è questo quello che fa, allora dovrebbe essere orgogliosa di se stessa perché funziona molto bene.
Posso sentirla camminare su per le scale con passo pensare e so che sta per andare fuori dai gangheri. È arrabbiata. So anche perché, ma salto velocemente nel letto e fingo di essere addormentato. Giusto in tempo, anche, perché la porta si apre un secondo dopo e posso veramente sentire il suo sguardo minaccioso anche con gli occhi chiusi.
“Smettila di fingere di essere addormentato!” ordina. Sì, è decisamente arrabbiata. Russo per finta un poco e cerco di farle vedere che si sta sbagliando. Fidatevi, non funziona… “Alza il tuo culo in questo esatto momento o ti alzo io!”
Mia madre può essere un sacco di cose, ma non è assolutamente una donna dalle minacce infondate. Non dubito neanche per un secondo che lei non lo possa fare. O che lo farà. Quindi, volendomi risparmiare l’inevitabile imbarazzo, mi stiro abbastanza per essere credibile e poi faccio un profondo sbadiglio che fa arrivare mia madre al limite. Strappa via malamente le coperte dal mio letto (meno male che ho le mutande, almeno) e poi mi dà uno schiaffo proprio dietro la mia testa.
“Ahia!” grido, sedendomi e massaggiandomi la testa. Sapevo che sarebbe arrivato, ma non ero preparato. “Dannazione, mamma, lasciamo dormire un uomo, no?!”
I suoi occhi sono infuocati e sembra star utilizzando ogni particella di controllo disponibile per evitare di strangolarmi. Con questo non è che mi sento sicuro, ovvio. Solo perché non mi sta strangolando ora non significa che non lo farà tra due minuti. Vuole essere sicura che io la senta forte e chiaro quando mi dice di tutto. Non posso farlo se sono morto, no?
“Cosa diavolo stava facendo lei qui?” chiede arrabbiata.
La mia prima difesa è sempre stata e sarà sempre, di fare lo scemo. Sono abbastanza bravo a farlo, pure, probabilmente perché un sacco di persone pensano che io sia scemo per davvero. I miei voti rispecchiano i loro pensieri…
“Eh?” chiede, fingendo confusione. “Di cosa stai parlando?”
Mamma è furiosa. So che sto probabilmente rendendo la situazione peggiore, alla fine, ma la maggior parte del mio cervello dice solo, ‘tira per le lunghe, tira per le lunghe!'
“Non so neanche il nome della piccola baldracca!” urla arrabbiata.
Cerco veramente, veramente tanto di non ridere al fatto che mia mamma abbia appena detto baldracca, come… che tipo di madre dice baldracca?! Devo star ghignando contro il mio volere perché mia mamma mi fissa torva n un modo che mi fa sapere, senza problemi, che pianifica di uccidermi una volta che scopre il nome.
“Non sfidarmi!” mi ordina seriamente. “Chi era quella ragazza e perché diavolo stava sgattaiolando fuori dal casa mia alle,” controlla velocemente il suo orologio da polso, “quattro di mattina?!”
Fai lo scemo, Potter. Mi dico a me stesso di continuare con la mia storia.
“Mamma, non so cosa tu stia…”
“James Potter, giuro su dio che sono così vicina a perdere la pazienza e se non vuoi che succeda, allora ti suggerisco di dirmi perché tu pensi che vada bene far entrare di nascosto delle ragazze in casa nel bel mezzo della notte!”
“Onestamente, mamma,” dico, il più calmo possibile, “non so di cosa tu stia parlando. No ho fatto entrare di nascosto delle ragazze qui…”
“Allora forse puoi dirmi perché sono appena andata giù per un bicchiere di acqua e ho visto un’adolescente bionda entrare nel caminetto.”
Mia mamma è la persona più assetata che io abbia mai incontrato in tutta la mia vita. Voi penserete che ora lei abbia realizzato che tenere un bicchiere di acqua vicino al letto sia una mossa intelligente. Ma no… ha il tempismo più inopportuno.
“Non so chi fosse,” dico, scrollando le spalle. “Hai chiesto ad Al?”
Mia mamma si mette a ridere, ed ecco. – anche io scoppio. Anche la mamma sa che il piccolo idiota è così inutile con le ragazze che il pensiero che lui possa far sgattaiolare delle ragazze sia ridicolo. E lei è sua madre!
“Va bene, ok,” dico, faticando a mantenere la mia risatina sotto controllo. So che ho fatto saltare la mia copertura ridendo, quindi ora il miglior metodo è dire la verità e correggerla con più bugie possibile. “Quella era Amy.”
“E perché era in casa mia?”
Ecco, Potter. Piazzala con sottigliezza. Mi sforzo di smettere di ridere e metto su la miglior espressione sobria che riesco a fare. “Aveva solo bisogno di parlare con qualcuno.”
“Parlare?!”
Annuisco, fingendo di non accorgermi che non mi creda neanche per un secondo. “Sì, suo padre, vedi, è un pessimo alcolista e sua madre è troppo depressa e rimane sdraiata al letto per giorni interi. Amy sta passando un periodo davvero duro per questo, da quando la scuola è finita, e mi ha mandato un gufo l’altro giorno dicendo che non sa più come comportarsi.” Scuoto la testa tristemente per rendere l’effetto. “Quindi le ho detto, sai, che se avesse avuto bisogno di qualcuno con cui parlare, poteva venire qui e l’avrei ascoltata e l’avrei lasciata sfogare… non sapevo che si sarebbe fatta vedere nel mezzo della notte, ma poi stava piangendo così tanto e tutto, non pensavo che fosse giusto mandarla direttamente via senza dirle niente ed essere sicuro che stesse bene.”
Mia mamma mi sta fissando, aspettando, sono sicuro, di vedere se mi faccio sfuggire anche solo un leggero sorriso così che possa beccarmi. Non vuole credermi, lo so, ma si sentirà davvero male se stessi dicendo la verità e la povera Amy vivesse davvero con un padre ubriacone ed una mamma pazza e fannullona. Guardo il suo conflitto dietro i suoi occhi e faccio fatica a mantenermi serio. Triste, Potter, triste.
“Qual è il suo cognome?” chiede finalmente.
“Page.” Per favore, per favore, fa che non li conosca.
Non li conosce. Olè. “Ha dei fratelli?”
Scuoto la testa. “No, è da sola. Ecco perché non ha nessuno con cui parlare. È davvero da sola laggiù…”
“Quanti anni ha?”
“Sedici. Le cose dovranno essere a posto, comunque, dato che torniamo a scuola domani. Oggi, cioè,” mi correggo, realizzando che devo essere sul treno tra meno di sette ore e che non ho ancora dormito.
La mamma annuisce lentamente, ma posso dire che finalmente mi crede. Sì.
James 1/mamma 0.
“Beh, fammi sapere se c’è qualcosa che devo controllare,” dice seriamente. Sta per fare la madre tutta preoccupata. “Non è un buon ambiente per un bambino.”
Annuisco. “Lo farò. Sono davvero stanco, comunque, quindi proverò a dormire un po’ di ore prima di dovermi alzare.”
Lei annuisce e mi fa uno di quei sorrisi sentimentali che urlano quanto sia orgogliosa di me per essere un amico così buono e per cercare di aiutare la povera Amy. Se solo sapesse esattamente come l’ho aiutata… mi chiedo perché la mamma non mi abbia chiesto perché stessi facendo tutte le mie buone opere indossando nient’altro oltre alle mutande, ma certamente non lo metto in discussione. Le lascio solo pensare che io sia il ragazzo bravo.
“Okay, ti sveglierò,” mi assicura, come se potessi continuare a dormire nonostante la sveglia il primo di settembre. Assolutamente no. Specialmente non quest’anno. Il mio ultimo anno. Oh no, sono pronto da settimane.
Avevo ragione, comunque. Quando arriva il momento di svegliarmi, non devo neanche schiacciare il tasto ‘posponi’. Ci vuole un secondo per riuscire a svegliarmi completamente e ricordo immediatamente perché mi sento così rilassato. ‘Aiutare’ Amy ha davvero scacciato via tutta la tensione che potrei aver avuto altrimenti. Sorridendo al ricordo della notte scorsa, esco fuori dal letto e barcollo fino al bagno. Al è già lì dentro e posso sentire l’acqua scorrere dalla doccia. Non capisco il senso di essere ricchi dato che devo ancora condividere un bagno con mio fratello. Onestamente, non è che non possiamo permetterci un altro bagno. La mamma e papà hanno il loro personale e anche Lily ce l’ha… ma Al ed io dobbiamo condividerne uno e combattere per lo stesso bagno da tutta la nostra vita e penso solo che non sia giusto.
Bussando sulla porta, urlo ad Al di sbrigarsi e sono abbastanza sicuro che dica, “levati,” ma magari no. È difficile sentire sopra l’acqua. Non ho particolarmente bisogno di essere di fretta, dato che proprio ora sono solo le otto, ma sono più che un poco ansioso di tornare a scuola. Non alla parte di tornare al lavoro, ovviamente, ma tornare con i miei amici e tornare alle ragazze e tornare al Quidditch… sono il Capitano quest’anno e posso garantirvi che la squadra di Grifondoro di quest’anno sarà la miglior squadra che Grifondoro ha mai visto. Intendo giocare completamente come professionista l’anno prossimo e intendo riempire totalmente la mia squadra con il meglio assoluto per rendere il procedimento di selezione il più facile possibile. Non mi interessa se dovessi tagliare fuori mio fratello. Il che, ovviamente, non succederà, dato che Al è probabilmente il miglior Cercatore nella scuola e sicuramente in Grifondoro… ma sì, sapete cosa intendo.
Parlando di mio fratello, finalmente porta il suo culo fuori dalla doccia e appare da dietro la porta del bagno con un asciugamano introno ai suoi fianchi e i capelli gocciolanti. È così magro che è quasi patetico.
“Finalmente.” Gli passo accanto ed entro nel bagno pieno di vapore. Ha usato probabilmente tutta l’acqua calda e, se lo avesse fatto, allora sarò veramente seccato. La doccia del mattino è la mia parte preferita in assoluto. Amo fare docce lunghe e calde; è così rilassante. Se avesse rovinato la mia doccia nel primo giorno del mio ultimo anno di scuola, mi arrabbierò sul serio.
Girando il rubinetto, faccio passare la mia mano sotto il getto d’acqua e sono sollevato da sentire che sia calda e non ghiacciata come avevo temuto. Dato che sto indossando solo le mutande che avevo messo dopo che Amy se n’era andata, non ho molto da togliermi. L’acqua fa un effetto bellissimo quando cade sopra di me. Chiudendo gli occhi, mi prendo un momento per apprezzare la semplicità di tutto ciò. So che suona terribilmente gay, ma perdonatemi per avere un po’ di lato poetico. Le ragazze amano quel tipo di cosa – quella merda ‘poetica’ completamente gay. E io amo le ragazze. È una buona cosa che Amy si sia fatta vedere la scorsa notte o sarei forzato a passare questa prima doccia del nuovo anno di scuola a farmi una sega. Vedendo come Amy sia stata capace di prendersi cura di tutto quel genere di cose la scorsa notte, però… sì, riesco semplicemente ad apprezzarlo.
Finalmente, dopo probabilmente quarantacinque minuti, chiudo l’acqua ed esco nell’aria fresca. Lo odio, è la parte peggiore della doccia. Un brivido mi attraversa e tremo. Prendendo un asciugamano dall’armadio, lo uso per asciugarmi il più velocemente possibile prima di legarlo attorno alla mia vita. Sono sorpreso che Al non abbia ancora iniziato a bussare contro la porta per dirmi che deve finire di prepararsi. Prendo l’opportunità per prepararmi un po’. Lo specchio è tutto appannato, ma prendo l’asciugamano da intorno alla mia vita per togliere l’appanno.
Ah. Ciao, James. Sei bellissimo questa mattina.
Dai, grazie.
Non c’è da chiedersi perché il mio ego sia sopra il tetto. I complimenti che ricevo ogni volta che guardo nello specchio sono abbastanza da alzare quello di qualsiasi persona – anche di qualcuno come Al. Forse dovrei suggerire ciò a lui, fargli sapere che complimentarsi da soli è un modo molto sano per costruire un ego e fiducia in se stessi. Non che io abbia bisogno di complimentare me stesso, ovvio, perché, beh, sono James Potter.
Cazzo, quegli addominali sono sexy. Fare esercizi di palestra fa venire decisamente un bel corpo. E quei pettorali. Bicipiti, tricipiti e tutto quello che c’è in mezzo. Per non menzionare, ovviamente, le mie, er, regioni basse, che sembrano favolose come sempre.
Sposto la mia attenzione a studiare la mia faccia mentre comincio a lavarmi i denti. Non ho bisogno di farmi la barba, l’ho fatta pochi giorno fa. Fortunatamente, sono senza brufoli in questa mattina del mio ultimo giorno di scuola. E i miei capelli si arricciano proprio al punto giusto quando sono umidi dopo essere usciti dalla doccia. Spazzolare, spazzolare, sputare, risciacquare, ripetere. Ed eccolo lì, il mio sorriso da perfetto ragazzo ricco.
Dio, amo me stesso.
La mamma ha fatto omelette ai funghi per colazione. E il bacon. Amo il bacon. Sorride quando arrivo in cucina, tutto pulito e vestito e bello come sempre. So cosa sta facendo.
“Non posso credere che questo sia il tuo ultimo anno,” dice con quella voce da madre stupida e sentimentale.
“Non preoccuparti, mamma,” rispondo, rubando un pezzo di bacon proprio dalla padella trasalendo perché è bollente, “Lils è solo al terzo anno.”
“Non chiamarmi Lils.” Lily è già al tavolo ed è imbronciata lei qualcosa. Non ho nessuna idea del motivo e non mi interessa particolarmente. Lily è molto melodrammatica questi giorni. Do la colpa alla musica rock. Certo, probabilmente è solo la pubertà, ma è sempre meglio dare la colpa a musicista con i piercing che accettare che la tua sorellina ha gli ormoni e tutta ‘sta roba.
“Hai visto tuo fratello lassù?” chiede la mamma, ignorandoci entrambi.
Mi siedo al tavolo e afferro facilmente il piatto che mia mamma manda nella mia direzione. L’omelette profuma in modo favoloso e il bacon è perfettamente fritto. “L’ho visto prima,” rispondo con la bocca piena di uova. “Probabilmente è tornato a dormire.”
Questo è, ovviamente, probabilmente non vero. È probabilmente solo al piano di sopra tutto depresso che cerca di capire come essere un Prefetto senza ricevere merda addosso. A nessuno piacciono quei coglioni e lui lo sa. È probabilmente al piano di sopra a cercare di capire come farsi espellere per non dover andare avanti e indietro con quella stupida spilla.
“Sarà meglio che non sia tornato a dormire.” La mamma va alla poeta e urla verso le scale. “Al, stai venendo giù?!”
Lui non risponde, ma nessuno è sorpreso. Lui si fa, comunque, vedere pochi minuti dopo, sembrando nervoso e in difficoltà come immaginavo. Sa che dovrà prendersi tutte le cazzate. La spilla di Prefetto è, senza sorpresa, da nessuna parte in vista.
Adoro quando le opportunità perfette si presentano come queste.
“Dov’è la tua spilla da Prefetto, Al?” chiedo, il più innocentemente possibile, ovviamente.
Mio fratello mi lancia un’occhiataccia, ma alzo semplicemente le sopracciglia in confusione. La mamma, ovviamente, gira intorno alla domanda e esamina suo figlio minore. “Dov’è?” chiede, squadrando Al da capo a piedi. “Dovresti indossarla, tesoro.”
Lily sogghigna ed Al sembra voler morire. La mamma è al di fuori di tutto ed io sono fortemente, fortemente divertito.
“Lo farò,” mormora, scivolando al suo posto e dandomi il vecchio saluto a due dita quando la mamma si gira. Ora, se lo avessi fatto io, lei lo avrebbe senza dubbio visto con i suoi occhi dietro alla testa che sembra sempre avere quando si tratta di me. Ma, ovviamente, non sono io, è Al. E Al, come sappiamo tutti, non può sbagliare.
Papà si fa finalmente vedere quando tutti hanno quasi finito di mangiare. Sembra stanco e mi chiedo perché, dato che sono appena le 9 e 30. Questo non è di certo svegliarsi presto per lui, che esce di casa prima che il sole sia completamente alto. Ma immagino che sia una di quelle cose dove troppo sonno ti stanca più di prima.
Si siede per la colazione, ma la mamma sta già pulendo il tavolo. “Dobbiamo sbrigarci,” dice, indicando l’orologio. “Dobbiamo mettere tutto in macchina.”
Questo è ovvio a tutti nella stanza, ma sembro essere l’unico esaltato da ciò. “Posso farlo io!” Sono diciasettenne da quasi nove mesi ora, ma non sono ancora abituato a poter fare magie fuori da scuola. Questa è la prima estate in cui ho avuto questo privilegio e l’ho esercitato qualche volta. Quindi, sì, il pensiero di far volare tutti i bauli e di espandere magicamente la macchina mi esalta parecchio. Scusate.
La mamma e papà si scambiano una di quelle Occhiate tra di loro e trattengo l’urgenza di dirglielo, dato che sono sicuro che non sia esattamente quello che vogliono sentirsi dire al momento. Finalmente, sembrano essere d’accordo che dovrei avere almeno una possibilità a caricare la macchina e la mamma annuisce in modo vago. Papà mi dice di chiamarlo se ho bisogno di aiuto.
E quindi esco.
Sarà semplice, giusto? Trova i bauli, lievitali tutti al piano terra e fuori dalla porta, espandi il bagagliaio della macchina, mettili in un bel modo e il gioco è fatto! Giusto?
Sbagliato.
Ok, per dire la verità, non sono in realtà così talentuoso in questo genere di cose. Non sono così stupido o un Magonò o simili… odio solamente la scuola (la parte del lavoro, non la parte sociale) e non presto tanta attenzione. È veramente ovvio per me, mentre grugnisco sotto il peso del baule di Lily e cerco farlo stare nel bagagliaio con gli altri due, che devo aver sorvolato il giorno in cui abbiamo avuto la lezione sull’espansione.
“Papà!”
Mio papà può farlo, e lo fa. Tutti e tre i bauli scivolano nel retro della macchina facilmente con pochi problemi. Papà sembra appena alzare la sua bacchetta e tutto va al suo posto.
Papà 1/ James 0.
Probabilmente faccio un’espressione strana quando papà finisce di caricare e mi guarda con quello sguardo. È diverso dall’espressione della mamma – quella sentimentale. Questa è molto più diretta e meno melensa. È più di preoccupazione e di serietà. È la stessa occhiata che mi ha lanciato due anni fa quando ha deciso di parlarmi del sesso. Non dei dettagli, ovvio, disgustoso, ma, sapete, le tecniche di esso. Credo che non avesse realizzato che quel ponte era già stato oltrepassato e anche se non fosse successo, avrei facilmente potuto trovare tutto quello che volevo sapere nei giornalini che tendevano a girovagare nel mio dormitorio giornalmente.
Il discorso del sesso fu in realtà qualcosa di divertente, pensandoci. Papà sembrava spaventatissimo, per niente come il Salvatore del Mondo Magico o qualcosa di simile. Potevo immaginare che la mamma lo stesse obbligando a fare ‘il discorso’ e che non era lì decisamente di sua volontà. Ovvio, fu anche totalmente imbarazzante e non potevo fare a meno di pensare a lui e a mia mamma a darci dentro… e non ho idea del perché ci stai pensando ancora oggi, era già doloroso allora!
“Come va?” chiedo con nonchalance, cercando di cancellare le immagini dalla mia mente.
Papà sembra non sapere se volesse davvero fare questo o no, e spero davvero che non lo faccia. Non sono sicuro di cosa voglia parlare, ma posso immaginare che sia qualcosa di veramente noioso o veramente imbarazzante. I miei desideri non sono esauditi, ovviamente, e papà sospira e si appoggia alla macchina pensieroso.
“Stai usando le protezioni, vero?”
Ok. Quindi vuole parlare di nuovo del sesso? Va bene, se vuole davvero andare a parare lì, lo renderò il più difficile possibile.
“Oh, sì,” rispondo, annuendo vistosamente. “Indosso sempre tutte le mascherine protettive a Pozioni e ovviamente i guanti e tutto il resto a Erbologia e…”
“James.” Mi guarda intimandomi di finirla e io sogghigno. È davvero troppo facile.
“Rilassati, papà,” dico, facendo un gesto con la mano che indica noncuranza. “Non spunteranno tuoi nipoti per un bel po’ di anni, se è questo quello per cui ti preoccupi. Non da me, comunque.” Quando lui alza le sopracciglia in confusione, continuo giusto un poco. “Probabilmente da nessuno, in realtà. Lily una bambina e Al è molto probabilmente gay.”
“James.” Perché i genitori pensano sempre che dire il tuo nome sia abbastanza per farti rizzare in piedi e farti smettere di dire qualsiasi cosa tu stia dicendo?
“Cosa?” chiedo in difensiva. “Hai qualcosa contro i gay?”
Papà rotea gli occhi e mi ignora. “Ho saputo della tua visitatrice della scorsa notte.”
“Wow, le belle notizie viaggiano velocemente.”
“Tua madre sembra credere alla tua storia.”
“E perché non dovrebbe farlo?” lancio un’occhiata dietro di lui per essere sicura che la mamma non sia vicina.
Papà scuote solo la testa. “Promettimi solo che stai attento.”
“Attento come un uomo grasso sopra il ghiaccio sottile,” prometto, toccando il cuore per enfasi.
Il viaggio per la stazione trascorre abbastanza senza eventi. Al rimane arrabbiato per tutto il tempo e on parla con nessuno. Lily si attorciglia una ciocca di capelli e guarda la città dal finestrino. Io, però, chiacchiero senza fermarmi, cercando al meglio di irritare tutti.
King’s Cross sembra eccezionalmente popolata questa mattina e mi chiedo perché tutte queste persone non siano già al lavoro e stiano, invece, correndo per una stazione e atteggiandosi come se fossero le persone più importanti al mondo. Prendiamo i trolley e facciamo la strada per la Piattaforma 9 e ¾ il più velocemente possibile, non volendo attirare attenzione in una piattaforma babbana.
Appena passo attraverso il muro, mi guardo intorno felice. Questo è ciò che ho aspettato per tutta l’estate. Facce famigliari sono ovunque io guardi e cerco di capire con chi parlare per primo. La mamma lo decide per me, però, e mi spinge letteralmente dove sono i miei cugini. Tutto ciò è stupido, ovviamente, dato che ho visto questi idioti quasi ogni giorno per tutta l’estate, specialmente Rose e Hugo che sembrano entrambi piuttosto poco entusiasti e non elettrizzati di essere qui. Siamo solo sei di noi a scuola quest’anno – questo è il numero più basso di noi ad essere a scuola contemporaneamente da quando ho iniziato. Louis inizia il suo primo anno e sembra estremamente nervoso e impaurito mentre sta attaccato al fianco di zia Fleur. Lo zio Bill e le ragazze non si vedono e mi chiedo dove siano. Victoire, assumo, è da qualche parte con Teddy felice di non avere più niente a che fare con questa roba. Dominique potrebbe essere ovunque, non ne ho idea. In realtà, non l’ho vista molto quest’estate, dato che ha trascorso la maggior parte del tempo a studiare francese con sua zia Gabrielle a Parigi. L’assenza più lampante per me è ovviamente Fred, il mio numero uno in assoluto. Si è diplomato lo scorso anno e questo è il primo anno in cui sarò ad Hogwarts senza di lui. (Se fossi una ragazza, probabilmente avrei fatto scappare una o due lacrime a questo punto).
La zia Hermione e lo zio Ron sono qui e stanno litigando su qualcosa, quando arriviamo da loro. Non è una sorpresa, ovvio, dato che litigano tutto il tempo su qualsiasi cosa. Landon è miracolosamente addormentato nel suo passeggino ed io mi meraviglio per l’abilità che quel bambino ha per dormire ovunque e a qualsiasi ora. Hugo si illumina un po’ quando vede Lily, ma sembra stanco e posso dire che sia un po’ di cattivo umore. L’espressione di Rose è la migliore, comunque. Le sue labbra sono premute insieme con così tanta forza che sono quasi invisibili e i suoi occhi sono corrucciati in un’occhiataccia diabolica.
“Che hai?” le chiede Al, ovviamente vedendo la sua espressione.
“Oh, non fare caso a lei,” la zia Hermione smette di litigare con suo marito per entrare nella conversazione, “sta semplicemente facendo il muso come una bambina di due anni perché non ci siamo voluti fermare a comprarle delle scarpe nuove.”
Rose indirizza la sua occhiataccia alla madre e rotea gli occhi. “Smettila, madre,” esclama con odio. “Basta.”
È una cosa molto buona che lei sia nel mezzo di una piattaforma colma di gente, perché sono abbastanza sicuro che se fosse stata in un altro luogo, Rose si sarebbe presa uno schiaffo. O forse no, non lo so. Rose parla sempre così, ma la fa franca un sacco di volte perché i suoi genitori pensano che sia ancora pazza e le danno il via libera a patto che partecipi alle sessioni di terapia settimanali che probabilmente costano di più dell’intera educazione magica sua e di suo fratello. In realtà non sono sicuro di quanto sia pazza per davvero e quanto sia solo una recita usata come una scusa per la sua bocca larga, ma chi sono per dirlo? È divertente, comunque.
“Oh, guarda!” si intromette mia mamma, cercando chiaramente di mandare via l’imbarazzo venuto dopo l’esclamazione di Rose. “C’è quella tua povera amica, James.”
Guardo anche io dove sta guardando lei e noto Amy che chiacchiera felice con i suoi genitori. Lei coglie il mio sguardo e mi sorride, ma io distolgo lo sguardo velocemente.
“Suo padre non sembra un alcolizzato,” osserva la mamma con attenzione, guardando il padre di Amy e prendendo chiaramente nota del suo look costoso.
“È un alcolizzato che non lo vuole far vedere in giro,” dico velocemente, guardando i miei cugini per assicurarmi che nessuno faccia la spia. “e quella è sua zia,” invento immediatamente, non dando nemmeno la possibilità a mia madre di commentare come la madre di Amy non sembri depressa. “La aiuta,” spiego. “Sai, per sopportare il tutto.”
La mamma mi guarda strana, così come le mie zie e mio zio. Papà sembra che voglia o ridere o andarsene. Tutti i ragazzi, comunque, sono dalla mia parte, anche Louis che non ha idea di chi sia Amy, e persino Rose che mi odia. Sono dalla mia parte perché è così che facciamo noi. Potremmo odiarci da matti a livello personale, ma raramente, o mai – piuttosto, facciamo la spia o abbondiamo uno di noi, e ci mettiamo sempre insieme contro le autorità e i tizi irritanti che ci fanno saltare i nervi a scuola.
Sempre.
E ora che ho la mia famiglia a posto, devo occuparmi delle ragazze… guardo intorno alla piattaforma, squadrandole da capo a piedi. Quale sarà la Fortunata Numero Uno? Non importa. Le numero due, tre, quattro e cinquantasei saranno fortunate come lei…
Dopo tutto, io sono James Potter.
OuOuOuOuOuOuOuOuOuOuOuOu
• note della traduttrice: eccoci qui con il secondo capitolo. I personaggi incominciano a prendere forma… qual è il vostro preferito? Nonostante sia un idiota COMPLETO, James mi sta troppo simpatico. Voi che ne pensate? Non scordate di lasciare una RECENSIONE – più recensioni ricevo più velocemente aggiorno. Per maggiori informazioni vi lascio il mio account twitter (@silvxa).
• nel prossimo capitolo: conosciamo Al e il suo ruolo di Prefetto.
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Capitolo 3 *** Capitolo 3: Al(bus) (non Silente) Potter ***
Capitolo 3: Al(bus) (non Silente) Potter
I miei genitori mi hanno totalmente mentito.
“Andrà bene, Al,” mi hanno promesso. “Amerai essere un Prefetto! È davvero un grande onore.”
Oh, è facile per loro dirlo, dato che nessuno dei due ha mai dovuto esserlo. Questo non è giusto. Rose è quella con i genitori Prefetti, io no. Lei dovrebbe essere quella che deve soffrire tutto questo, non io. Avrei dovuto chiedere a zio Ron, lui mi avrebbe detto la verità. Aveva battuto mio ladre fuori dai Prefetti quando erano bambini – apparentemente il fatto di sconfiggere Voldemort non vale abbastanza per avere il titolo. Zio Ron mi avrebbe detto, “Al è una cavolata, una completa, dannata cavolata. Corri finché sei in tempo.”
Oh, perché la mia vita è una tale merda?
Il primo incontro dei Prefetti dell’anno è molto probabilmente solo un piccolo assaggio di tutte le stronzate che dovranno arrivare. Sono seduto qui a sentire la stupida Fiona Engleton che parla senza sosta di tutte le responsabilità che abbiamo ora di come la nostra prima responsabilità sia essere una figura modello per tutti gli altri studenti. Seriamente? Non ho neanche chiesto di essere una dannata figura modello! Non mi piaccio neanche da solo la maggior parte delle volte, perché dovrei provare a far volere ad altre persone che io sia un modello da cui ispirarsi? Oh, giusto. Non lo farei.
Dio.
“Gli studenti di questa scuola ci guardano come esempi di come dovrebbero condurre loro stessi. Gli studenti più piccoli specialmente ci seguono e spesso modellano il loro comportamento secondo quello dei loro Prefetti. Dovete sempre ricordare che qualcuno ci sta sempre guardando e quindi dovete condurre la vostra vita di conseguenza.”
Vaffanculo Fiona Engleton. Fanculo a lei e alla sua stronzata della figura modello. Lo odio.
Mi guardo intorno e realizzo di essere probabilmente l’unica persona nella stanza che si sente così. Ci sono diversi ragazzi del sesto e settimo anno che annuiscono per incoraggiamento mentre Fiona continua a parlare senza fermarsi. Sono veterani di questo, e probabilmente hanno adottato il comportamento alla Fiona Engleton ‘Sono un Prefetto, Adorami’. Gli altri ragazzi del quinto hanno stanno almeno ascoltando e prestando attenzione. Non che io ne sia sorpreso, ovvio. Tutti sono seduti in coppia con i loro compagni di Casa. I coglioni Corvonero, Todd Anderson e Laura Ellis, sono praticamente grondanti di eccitazione. Sembrano così anche in classe, quando sanno la risposta ad una domanda e non vedono l’ora di farsi vedere. Laura odia Rose, letteralmente la odia. Non ne fa neanche un segreto ed è sempre una stronza scatenata su Rose e su chiunque capita esserle amico. Laura è solo gelosa, però. Non può sopportare il fatto che Rose sia così intelligente senza sforzo, mentre lei deve farsi il culo per arrivare ai voti più alti e che deve quindi farsi sempre vedere per sembrare più intelligente di quanto sia veramente. Roy Paxton e Gemma Raymore sono qui per Tassorosso. Non sono così male, ma Roy si mangiava le sue caccole ed è un tipo di immagine che non si supera. E poi ci sono Chris Bates ed Annabel Nott per Serpeverde. Chris è abbastanza l’anti-Serpeverde, quindi non c’è da stupirsi che sia qui. Probabilmente non gli interessa se la gente fa cazzate perché è tutto quello che la gente fa quando lui c’è di mezzo. Ed Annabel… disgustosa. È grassa e brufolosa e molto, molto irritante. Probabilmente non avevano nessun altro tra i Serpeverde che prendesse questo lavoro di merda.
E poi c’è Meghan.
Mi becca mentre la guardo e mi manda un’occhiata confusa ed un mezzo sorriso prima di alzare gli occhi al cielo giocosamente. Dio, è bella. So che sembra stupido, ma lo è davvero, davvero. Non sembra annoiata come me, ma non sembra decisamente neanche dentro l’intera cosa. Realizzo di starla fissando e anche lei sembra notarlo abbastanza. Probabilmente la sto spaventando.
Oh dio. Guardo via.
Taci, Fiona Engleton. Dio. Non so perché sono qui. Voglio davvero, davvero, alzarmi e correre via. Mi chiedo se finirò nei guai se mollo un incontro dei Prefetti prima ancora di iniziare ad esserlo. Neville – il professore Paciock – scriverebbe probabilmente ai miei genitori e poi mamma sarà preoccupata e penserà che io sia sotto le grinfie di bulli o sotto pesanti droghe o qualcosa di stupido come questo. In caso ve lo siate mai chiesto, fa davvero schifo avere il tuo padrino come professore. Solo per farvelo sapere. Pensa sempre cdi doversi assicurare che io stia bene ed insiste sul tenere costantemente aggiornati i miei genitori quando pensa che qualcosa vada male. È veramente, veramente irritante.
Irritante quasi come la voce di Fiona Engleton.
“Albus, va bene questo per te?”
Cosa? Alzo lo sguardo e vedo che Fiona mi sta parlando. Apparentemente mi ha dato delle istruzioni o qualcosa, ma, soprattutto, mi ha chiamato Albus. E ok, seriamente?
“Solo Al, grazie,” mormoro, guardandola da dove sono seduto. “E, um, cosa?”
Fiona è irritata, posso percepirlo. Qualcuno ridacchia e sono quasi cento per cento sicuro che sia Meghan, almeno spero che lo sia. Fiona si acciglia e sicuramente mi vuole dire di tutto per non avere prestato attenzione. Ma, ovviamente, non lo fa. Sono sicuro che se fosse stato qualsiasi altra persona al mio posto, lei non avrebbe avuto problemi per fare una predica. Ma è probabilmente impaurita che io lo dica a mio papà o qualcosa di simile e poi Harry Potter sarà arrabbiato con lei e le rovinerà le sue possibilità di avere una carriera piena di successi o persino di avere una vita carina. Sì, molte persone pensano che mio padre controlli ogni aspetto dell’universo.
“Scusa, Al,” si corregge, mordendosi chiaramente la bocca mentre si rassetta imbarazzata. “Stavo semplicemente chiedendo se ti andrebbe bene fare i turni del martedì sera, dato che sono che hai gli allenamenti di Quidditch e altre cose che spesso finiscono tardi.”
Io scrollo le spalle. “È uguale.”
Fiona annuisce e scrive qualcosa sul suo quaderno degli appunti. ‘Okay, Al e Meghan avranno i martedì.”
Non c’è bisogno che lei continui ad enfatizzare il mio nome. Sto iniziando ad irritarmi. Non volevo farne una cosa grande, non stavo neanche cercando di essere un rompiscatole. Odio soltanto quando la gente mi chiama Albus. È stupido, lo so, ma ni sento sempre come se mi stessero comparando con Albus Silente quando lo fanno, e fidatevi, io non sono decisamente Albus Silente. Vorrei che i miei genitori mi avessero chiamato con un nome normale come John o Mark. Albus Severus è, molto probabilmente, il peggior nome nell’intera storia del mondo. E sì, devo viverci con esso. Ovvio, so che io motivo per cui non mi hanno chiamato John o Mark è perché non conoscono nessuna persona morta chiamata John o Mark. I miei fratelli ed io siamo tutti chiamati come persone morte – persone morte molto importanti. James Potter, Sirius Black, Albus Silente, Severus Piton, Lily Potter… e Luna Lovegood. Ok, Luna non è morta, ma è pazza abbastanza da starci.
È solo stupido.
Se mai avessi dei figli, li chiamerei sicuramente John e Mark. Punto. Non ci sono altre opzioni.
L’incontro finalmente finisce dopo quello che sembra un milione di anni e tutti escono per ritornare alle loro Sale Comuni. Meghan mi aspetta mentre allaccio le stringhe delle mie scarpe che si erano slacciate dopo aver sentito le infinite istruzioni che ci hanno dato i due Capo Scuola.
“Sbrigati, Albus,” scherza, e io le lancio la miglior occhiataccia che riesco a fare. Lei ride solo. Albus in realtà non suona così male uscito dalla sua bocca…
Camminiamo giù per il corridoio in direzione della Torre Grifondoro. Parliamo di cose stupide e facciamo battute su Fiona e l’intera cosa dei Prefetti in generale.
“Almeno qualche volta usciamo di classe,” dice ottimista, sorridendo con quel suo sorriso perfetto.
Merda. Concentrati, Potter. No, non sul suo fondoschiena.
Merda.
“Er, sì,” balbetto, molto cosciente di suonare come un idiota.
“Er, sì,” mi prende in giro scherzosamente, scontrando la sua spalla contro la mia. Oh, dio, per favore non toccarmi. “Sei estremamente strano oggi, Potter.”
Sono strano. Fantastico, cazzo. Non realizza che sto sudando da matti e cammino in un modo imbarazzante per cercare di nasconder il fatto che mi sta decisamente rendendo… nervoso? Lo odio. È così imbarazzante. Merda, merda, tripla merda.
Scommetto che James non si sia mai sentito così strano con una ragazza.
Certo, quando James aveva la mia età, si era già scopato metà ragazze del suo anno. Io, d’altra parte… beh, non ho scopato nessuno. E la mia esperienza con ragazze equivale ad due baci bestiali – uno con Mary Vandiver che è stata abbastanza sfortunata da capitare sotto al vischio insieme a me l’anno scorso in un momento molto inopportuno, e l’altro con Betsy Jones che era abbastanza volente nel divano della Sala Comune la scorsa primavera. Questo aveva anche un po’ di lingua – non che io sapessi cosa farci con essa, ovvio… e Betsy non mi ha più parlato dopo di ciò, eccetto per dirmi una volta a cena che avevo degli spinaci tra i denti.
Dio, sono un tale sfigato.
Cercando al meglio di nascondere il mio imbarazzo, schiarisco la mia gola e inizio a camminare più velocemente. “Sono solo a pezzi,” mento, camminando davanti a lei per non guardarle il fondoschiena. “Sono davvero stanco, sai?”
Sì, vedremo quanto facilmente ci casca…
Il mio dormitorio è quasi vuoto quando ci ritorno. L’unica persona nei paraggi è Mike Everett che è sdraiato nel suo letto a fare assolutamente niente.
“Che stai facendo?” chiedo, sgusciando nella stanca e slegando il nodo della cravatta che sono obbligato ad indossare ogni giorno. Abbiamo avuto il primo giorno di lezioni oggi, e ho ricordato immediatamente questa mattina perché odio le nostre uniformi. Maledette cravatte.
“Sto meditando.”
Mike è molto… strano. È un Nato-Babbano e i suoi sono coloro che lui chiama ‘hippy’. Ha provato a spiegarmelo una volta, ma non ho davvero capito. Penso che il concetto sia più o meno quello di non mangiare carne e di suonare la chitarra. O sapete, quello è la parte principale. Mike è a posto, è una di quelle persone che è così là fuori da servirgli come vantaggio e renderlo popolare.
Non mi spreco a chiedermi perché. Finisco di slegarmi la cravatta e l’appendo al pomello del mio armadio. Sono il peggiore per perdere le cravatte. Fa impazzire mia mamma perché deve comprarne costantemente nuove e mandarmele. Non so cosa succeda ad esse, ma penso di perderle di proposito perché le odio così tanto. Le cravatte sono, senza dubbio, l’assoluta disgrazia della mia esistenza. Allento il mio colletto e scalcio via le mie scarpe di scuola. È ancora abbastanza presto, sono sole le 7:30 circa, decisamente troppo presto per andare a letto.
“Dove sono tutti?” chiedo a Mike, mettendomi le scarpe da ginnastica e buttando le altre scarpe sotto l’inizio del mio letto.
Mike sospira rumorosamente e si siede. È irritato, lo percepisco. Ricordo improvvisamente che stava meditando e mi chiedo come abbia fatto a scordarlo così velocemente. Sto per scusarmi, ma lui va avanti e risponde alla mia domanda. “Credo che siano di sotto. O così, o sono da un’altra parte.”
Beh, grazie mille.
Mi alzo, non volendo disturbare Mike più di quanto abbia già fatto, dato che è chiaro che non viole chiacchierare. Mormoro un grazie (per niente) e scendo verso la Sala Comune. Ci sono appena passato per venire qui, ma bon ho davvero prestato attenzione a nessuno perché ero così focalizzato ad uscire dalla cravatta e dalle scarpe. Ed andare via da Meghan, ovvio. Non sono decisamente capace di stare da solo con lei senza umiliarmi.
È davvero popolata la Sala Comune, immagino che tutti si stiano aggiornando ancora dell’estate. Dopo un po’ di spintoni, noto finalmente i miei amici. Sono vicino al fuoco e in qualche modo sono riusciti a prendere il miglior divano. Mi faccio strada tra un gruppo di ragazzi del terzo anno che si rifiutano di muoversi di anche un centimetro per me. Hugo è uno di essi e gli scocco un’occhiataccia mentre devo passare con forza tra lui e un tipo chiamato Hank. Non sembra troppo turbato.
Finalmente raggiungo i miei amici e guardano tutti in su quando arrivo. Tutti i miei compagni di stanza (eccetto Mike) sono qui giù e c’è anche la maggior parte delle ragazze del quinto anno. Tutti sono sdraiati o nel divani o nel tappeto di fronte ad esso. Non c’è nessuno spazio rimasto nel divano, quindi vado nel tappeto con gli altri. Mi siedo in realtà vicino a Rose, anche se non sono sicuro del perché lei un secondo dopo mi assalga.
“Quindi,” dice con falso entusiasmo, “com’è stato il tuo incontro? Hai fatto amicizia con gli altri Prefetti?”
Qualche volta mi devo ricordare perché Rose mi piace. È davvero maligna ogni tanto, anche se di solito è più carina con me rispetto agli altri. Comunque ha sempre i suoi momenti e può diventare abbastanza cattiva quando vuole. Penso che sia peggiorata con la crescita, perché ora lo fa intenzionalmente invece che semplicemente naturalmente come faceva quando eravamo bambini. Ma comunque, Rose è l’unica persona nel mondo intero di cui io mi fidi completamente ed è l’unica a cui non trattengo i miei segreti. E in realtà, non è cattiva così spesso.
“È stato noioso,” mormoro, rispondendo alla sua domanda mentre gli altri ridacchiano. “E sono abbastanza sicuro che Fiona Engleton non smetterà di parlare fino al giorno della sua morte.”
“Probabilmente neanche,” dice una voce dietro di me. Mi giro e vedo che anche Meghan è scesa. Si siede dall’altra parte vicino a Rose e alza gli occhi al cielo drammaticamente. “Sarà probabilmente come Rüf e semplicemente non noterà che sia morta così potrà continuare ad annoiare a morte la gente.”
Meghan si è cambiata completamente i vestiti, non come me che mi sono solamente cambiato scarpe e tolto la cravatta. Si è messa i jeans ed una maglietta e si è legata i capelli. È persino più bella vestita così. Adoro davvero i suoi capello così, ma sono anche molto belli quando li lascia sciolti.
Oh, merda. Diventerò presto uno stalker.
Fortunatamente, Meghan non nota il mio sguardo fisso su di lei questa volta e la conversazione è già andata via dall’incubo Prefetto. Invece, tutti stanno parlando di Justin Zabini e di Susannah Hending che apparentemente hanno iniziato a frequentarsi durante l’estate. Susie manca notevolmente dal gruppo, il che è inusuale dato che le ragazze Grifondoro del mio anno sono quasi sempre insieme e molto raramente distanti dalle altre. È qualcosa di irritante, specialmente quando vuoi avere una di loro da sola. Non che io lo faccia mai, volere, intendo… eccetto per Rose, qualche volta, ma non conta.
Noi ragazzi siamo un po’ diversi. Siamo abbastanza buoni amici e nessuno di noi odia un altro o neppure ci litiga (almeno non per più di due volte al giorno), ma sappiamo sopravvivere senza gli altri se dobbiamo. Non come le ragazze, ovvio, che apparentemente non possono fare la cacca senza l’aiuto dell’amica, dato che non ho mai visto una di loro andare al bagno da sola. L’ho chiesto a Rose una volta e lei mi ha detto che quello che succede nei bagni delle ragazze non sono affari miei. Non so se fosse seria o meno…
Parlando di Rose, noto che Allen Tanner la sta fissando. Non è un segreto che lui sia un po’ ossessionato da lei, ma credevo che ci fosse passato sopra, dopo che lei aveva fatto una scenata dicendogli che non gli piaceva alla fine dello scorso anno. Magari ora lo fa solo per abitudine. Rose sembra non notarlo, mentre lei e Meghan stanno ridacchiando con Elisabeth su qualcosa di cui i ragazzi non sono apparentemente al corrente. Allen verrà da me più tardi e mi chiederà se magari lei avesse parlato di lui o se lo avesse menzionato e se mi avesse detto di aver improvvisamente realizzato di amarlo.
E la risposta sarà no, come è sempre.
A Rose non piace Allen, e non le piacerà mai. È troppo piagnucoloso per lei, troppo strano, e troppo sentimentale. Rose è il tipo di ragazza a cui piacciono solo i ragazzi che litigano con lei e Allen non lo farebbe mai. Le pulirebbe le scarpe con la lingua se lei glielo chiedesse, ed è qualcosa che lei odia. Lei ama i conflitti e non vorrebbe stare con qualcuno che non le possa garantire dei botta e risposta.
Allen mi becca mentre lo guardo fissare mia cugina e sembra sorpreso e un po’ nervoso, come se pensasse davvero che lo dicessi a tutti o qualcosa di simile. Ovviamente non lo faccio. Non voglio metterlo in imbarazzo, Rose lo farà da sola. E sono molto più gentile di lei.
La serata prosegue con tanti discorsi e gossip causali. Sembra che tutti abbiano storie esaltanti dell’estate che vogliono condividere. Io non ne ho, comunque. La cosa più eccitante che mi sia capitata durante tutta l’estate è stata mandare via gli gnomi dal giardino di mia nonna. Ok, ovviamente questa è un po’ un’esagerazione, ma non è successo davvero niente di speciale. Spero che nessuno noti che sono persino più silenzioso del solito… ma, ovviamente, ho davvero una fortuna di merda.
“Quindi non ti è successo niente di interessante, Al?” è Meghan. Mi sta sorridendo in quel modo così bello, e non posso evitare di studiare la sua bocca probabilmente per un secondo troppo lungo prima di svegliarmi dalla mia confusione temporanea.
“Non particolarmente,” rispondo, scrollando le spalle.
Rose mi guarda come se fossi impazzito prima di roteare gli occhi e dire, “Oh no, hai solo viaggiato per tutta l’Asia in un mese…”
Non è vero. Non ho viaggiato per tutta l’Asia. Abbiamo solo visitato tre stati e Rose è incazzata nera perché avrebbe potuto venire senza problemi se non fosse finita nei guai il giorno prima della partenza. E comunque non è stato così interessante. Ero costretto a stare con James che si lamentava di annoiarsi e con Lily che teneva costantemente il broncio perché era molto più difficile ottenere risposte veloci dai suoi amici quando era così lontana da casa. E mio papà, ovviamente, ha speso molto più tempo a preoccuparsi di come stava andando il lavoro piuttosto che godersi la nostra vacanza di famiglia, il che ha naturalmente fatto arrabbiare mia mamma ed ha causato più di un paio di litigi. Quindi sì, questi erano i punti salienti della mia fantastica vacanza estiva.
Felice, Rose?
“Oh, sì, mi ero scordata che tu saresti andati in Asia!” è Elisabeth che ha parlato ora. Sembra genuinamente interessata e io non smetto di muovermi nervosamente.
Merda, odio essere al centro dell’attenzione, anche solo quando ci sono solo i miei amici.
“È andata bene,” rispondo, scrollando di nuovo le spalle. “niente di esaltante, comunque.”
“Le ragazze erano fighe, vero?” ovviamente era David Jordan colui che si interessava di più di come fossero le ragazze asiatiche. In verità, erano abbastanza in forma, ma non ci ho mai parlato o fatto qualcosa. E non per la barriera della lingua – sono davvero un completo casino nel parlare con le ragazze.
“Sei così un maiale.” Elisabeth storce il naso con disgusto. Tutti sanno che lo sta criticando di più perché vuole fingere di odiarlo, anche se tutti sanno che è una bugia. David e Elisabeth sono usciti insieme per quasi tutto il Quarto Anno, ma hanno avuto una grande rottura alla fine dello scorso anno perché Elisabeth ha affermato che David fosse immaturo e lui ha detto che era una tiranna e piena di sé. Onestamente, entrambe le affermazioni sono giuste, ma ovviamente non lo dirò a loro due.
“E tu sei una stronza egocentrica.”
Wow.
Tutti tacciono dopo l’esclamazione di David per Elisabeth ed una tensione imbarazzante si crea fra di noi. Elisabeth lo guarda male e non mi sorprenderei se tirasse fuori la sua bacchetta e lo schiantasse proprio qui. Ma non lo fa. Invece, scuote i suoi lunghi capelli neri dietro le spalle e alza il naso. “Andiamo,” dice a Rose e a Meghan, ignorando completamente David e il resto di noi ragazzi.
Le altre ragazze si alzano obbedenti e si preparano di salire di sopra per andare a dormire. In realtà è un po’ tardi, quindi immagino che noi le seguiremo tra poco. Meghan sussurra imbarazzata, “Notte!” mentre sale le scale velocemente dietro Elisabeth. Il suo fondoschiena sembra davvero bello in qui jeans. Oh, cazzo, perché sono così pervertito? Rose mi becca a guardare e da un calcio alla mia caviglia con il suo piede. Mando via la mia perversione e la guardo. Lei scuote la testa e alza gli occhi al cielo e so di star arrossendo. Spero davvero che nessun altro lo noti. Rose mi offre una mano e la lascio alzarmi. Mi vuole dire qualcosa, lo so, quindi la seguo verso le scale e scivolo in un angolo con lei.
Aspetto pazientemente che lei mi dica qualsiasi cosa voglia dirmi e finalmente lei si prende un sospiro e inizia a parlare. “Penso di desiderare David.”
Ok, cosa?!
La fisso come se avesse perso la testa perché ha chiaramente perso la testa! Desidera? David? Oh, cazzo, perché diavolo tutti i miei parenti devono essere idioti?
“Scusami, cosa?” chiedo per chiarificazione, pregando che io abbia sentito male o mal interpretato.
“Desidero David,” ripete, e sono terrorizzato dal realizzare che è completamente seria. “Ma non puoi dirlo a nessuno!” aggiunge velocemente, lanciandomi un’occhu0iataccia.
“Ma… ma perché?” non posso neanche immaginare perché adesso le possa interessare David. Cioè, apparentemente è abbastanza bello dato che tante ragazze sembrano essere attratte da lui, ma è David. Ed Elisabeth è tipo la migliore amica di Orse! Oh, questo non finirà bene…
“Non lo so,” risponde velocemente, guardandosi intorno per assicurarsi che nessuno ci stia spiando. “Penso solo che sia carino ora, e poi è più con Lissy, quindi tecnicamente è una cosa giustq…”
“Lei ti ucciderà,” dico seriamente. “Ti ucciderà nel sonno.”
Rose rotea gli occhi. “Oh, per favore. Le passera. E comunque, dice che lo odia assolutamente ora, quindi probabilemente non le importerà neanche.”
Ora sono io a roteare gli occhi. “E sai che è una completa stronzata,” dico onestamente. “Rose, non è una buona idea.”
“Oh, cosa ne sai comunque?” esclama. Incrociando le braccia, scuote la testa e un po’ di riccioli volano via dalla sua faccia. “Non riesci neanche ad avere le palle per parlare con Meghan per più di due minuti senza correre via come una piccola stronza.”
Vedete? Vi ho detto che potrebbe essere cattiva. La parte peggiore, comunque, è che ha ragione.
Rose 1 / Al 0.
“Non dovresti neanche preoccuparti, comunque,” continua, ovviamente non le interessa di star spezzando il mio cuore. “desidera completamente JD.”
Cosa è sta cosa delle ragazze che ‘desiderano’? Non lo dicevano prima, o magari non lo notavo. Ma giuro che è una nuova espressione – almeno, una nuova espressione nel linguaggio di tutti i giorni degli adolescenti.
Odio davvero le ragazze adolescenti.
Più tardi quella notte, su nel mio dormitorio, mi trovo ad ascoltare David e JD che blaterano su qualche modella dei giornalini di JD. Sono nel mio letto e cerco, fallendo, di comporre una lettera per i miei genitori per avvisarli che siamo tutti arrivati ad Hogwarts sicuri e che tutto io resto va bene. Rose è andata a dormire dopo avermi fatto sapere che due miei compagni di stanza saranno al centro di un ben pianificato dramma di ragazze e ora sono costretto a sentire le loro stupide conversazioni. Continuano a parlare delle tette della modella e cerco di dirmi veramente che non mi interessano le tette e il resto e che c’è molto di più in un ragazza del suo corpo.
“Hey, Al, vieni a vedere questo!”
Sono sopra il letto di JD prima di realizzare di essermi mosso. Cazzo. Nota per me stesso: smettila di essere così pervertito, Potter. Ma sì, in caso ve lo stiate chiedendo, lei ha delle tette perfette.
In realtà sono contento di essere stato distratto dalla ragazza nuda perché mi aiuta a dimenticare di voler tirare un pugno a JD. Non che avrei successo, ovvio, dato che è più grosso di me e che potrebbe mandarmi fuori con un pollice. Ma onestamente, perché Meghan si dovrebbe interessare a lui? È pessimo come David quando si tratta di essere maleducati e non rispettoso verso le ragazze…
Ovvio, realizzo subito di stare in mezzo a loro a guardare allo stesso giornalino che stanno guardando loro.
Quindi sì, io, Albus Severus Potter, sono ufficialmente un membro del club degli Adolescenti Maschi Sessisti Mezze Seghe Pervertiti.
Beh, fanculo.
OuOuOuOuOuOuOuOuOuO
• note della traduttrice: lo so, sono in ritardo. Scusatemi! Non scordate di lasciare una RECENSIONE – cerco di aggiornare più velocemente vedendo tanti vostri commenti.
• nel prossimo capitolo: ritorniamo con Rose e vediamo perché è stata messa in punizione così tante volte.
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Capitolo 4 *** Capitolo 4: Rose, e sì, so la risposta ***
cap6
Capitolo 4: Rose, e sì, so la risposta
Nei capitoli precedenti: abbiamo
conosciuto tre dei personaggi principali della storia: Rose ‘insopportabile
so-tutto-io’, pessimo rapporto con la madre e con praticamente tutti i docenti
di Hogwarts, grande attrito con tutti i suoi cugini tranne forse Albus (e suo
fratello Landon, sì esatto ha un fratello neonato). Ultimamente è interessata
da David, suo compagno di scuola nonché ex della sua miglior amica; Albus, o
meglio ‘non sapevo di essere un Prefetto’, ha appena ricevuto la spilla ed è
già perculato da metà famiglia. Innamorato pazzo da Meghan, una Grifondoro del
suo anno che non lo fila; James ‘ha le potenziali ma non si applica’, il
carattere in certi aspetti è molto simile a quello del nonno – ma non sbilanciamoci
troppo.
Pozioni.
Se non
l’ho mai menzionato, direi che ora è il miglior momento per farlo… io odio Pozioni.
Non è che
è una materia difficile o cose simili. Non è neanche che odio particolarmente
la materia, anche se non è decisamente la mia preferita…
È che odio
l’insegnante.
Il
professor Montague.
Odio
quell’uomo. Lo odio completamente e
totalmente. È capo della casa dei Serpeverde e li favorisce sempre. Cioè, in modo spudorato. Odia i Grifondoro,
ovviamente, e odia me più di tutti. Non ne fa un segreto, neanche, e non posso
neanche farci niente a causa del commento che ho fatto l’anno scorso sul fatto
che lui non potrebbe scopare neanche se fosse l’ultimo mago di Oz… ora se sono
anche remotamente sgarbata con lui mi minaccia di mandarmi da Neville che è
stato forzato dai miei genitori di giurare di fargli sapere se finisco in
qualche guaio. Qualche volta vorrei davvero
che non lavorasse qui.
Montague
sta blaterando qualcosa riguardo l’uso del Buntsmeal (*intraducibile) nelle
pozioni di guarigione e io sto onestamente cercando
di prestare attenzione. Sono distratta, però. David ed Elisabeth sono
entrambi seduti nei banchi davanti a me e si stanno passando dei bigliettini
attraverso Meghan, che è seduta tra di loro. Voglio sapere cosa c’è scritto nei
bigliettini. È meglio che lui non pensi di tornare con lei. È egoista e
prepotente, persino lui l’ha detto! Voglio dire, sì, in realtà lei è la mia
migliore amica, ma questo non vuol dire che non sia vero.
Voglio interrompere lo scambio di
bigliettini e appellare la pergamena a me così da poter leggere esattamente
cosa si stanno scrivendo. Nessuno di loro sembra particolarmente turbato, ma
scrivono piuttosto velocemente e non stanno decisamente prestando la minima
attenzione al professor Montague. David mi ha rubato il posto al tavolo con Meg
e Lissy, quindi sono costretta a sedermi qui dietro con Al e JD che sono anche
loro distratti. JD è disattento a causa del giornalino che ha nascosto tra le
pagine del suo libro di Pozioni e Al è distratto dalla stessa scena che
interessa a me. Certo, lui sta fissando Meghan mentre fa passare un biglietto
da una persona all’altra e poi ripete l’azione al contrario. Di nuovo, di nuovo
e di nuovo… ha questo sguardo un po’ meravigliato in faccia e sono abbastanza
sicura che potrebbe iniziare a sbavare in qualsiasi momento. Non voglio neanche sapere a cosa stia
pensando mentre la guarda con quegli occhi così stupefatti. È così ovvio. È patetico.
Cercando di salvargli un po’ la faccia, infilo la mano sotto il tavolo e gli do
un pizzicotto nella gamba. Lui salta e sibila prima di guardarmi come se fossi
impazzita e i suoi occhi si restringono in un’esclamazione arrabbiata silente.
Ovvio, il suo movimento improvviso ha attirato l’attenzione del nostro
insegnante e Montague sta marciando verso di noi prima che io possa anche
sbattere le palpebra.
“Che
cosa è tutto questo trambusto?” domanda seccamente. Nessuno dice niente e
questo apparentemente lo rende ancora più arrabbiato perché sbatte la sua mano
nella scrivania e ci fulmina entrambi con lo sguardo prima di fissarsi su Al. “Potter!” sibila maligno. “Spiegami la
differenza tra un Buntsmeal e l’Agracy, dato che sono entrambi utilizzabili
come pozioni di guarigione!”
Al non ne ha idea. È ovvio dal modo in cui
la sua fronte forma delle rughe in confusione alla domanda stessa. “Uh…” inizia
balbettando nervosamente. “Penso… er… io…”
“Non la sai, vero?” esclama Montague,
fissandolo ancora in modo truce. “Troppo occupato ad adocchiare le ragazze di
fronte a te piuttosto che a prestare attenzione alla lezione, vero?”
Al diventa rosso e tutti si sono girati a
guardare, ovviamente. Inizia a muoversi nervosamente sulla sua sedia e posso
percepire che si senta umiliato e che voglia morire. Montague ha messo le cose
in chiaro, pure, e non sono completamente
certa, ma penso che abbia a che fare con una partita di Quidditch vecchia
milioni di anni tra i Grifondoro e i Serpeverde quando lo zio Harry giocava
come Cercatore. È stupido, veramente, davvero. E il povero Al non riesce
neanche a rispondere. Guarda solo in basso e cerca di ignorare le occhiate da
tutti i nostri compagni di classe e diventa sempre di un colore più scuro di
prima.
Montague, ovviamente, sta facendo un
sorrisetto. Ama imbarazzare le persone, specialmente quelle che odia. È solo
così malvagio.
“La differenza,” mi intrometto, togliendo
l’attenzione da mio cugino, “è che il Buntsmeal è usato per combattere le
infezioni, mentre l’Agracy può funzionare solo contro i virus. Anche se
l’Agracy ha solo circa il dieci percento delle possibilità di attaccare
veramente il virus appropriato e distruggerlo.”
Il sorrisetto di Montague sparisce e i suoi
occhi si restringono ora che tutta la sua attenzione è rivolta verso di me.
“Non credo di averlo chiesto a te, signorina Weasley,” dice lentamente e so che
è veramente arrabbiato. “Non che quello abbia mai fermato la tua boccaccia e il
tuo essere un’insopportabile so-tutto-io nel passato, ovvio, quindi non so
perché io sia sorpreso che tu continui ad insistere a parlare senza essere
stata interpellata.” Incrocio le dita sotto il banco, cercando disperatamente
di tenerle il più lontane possibile dalla mia bacchetta. “Ma non solo, la tua
risposta non è neanche corretta.” Come?! “L’agracy
ha in realtà piuttosto successo nel
combattere i virus. Ha un tasso di successo quasi perfetto.”
Ha sbagliato. Ha veramente sbagliato. Prendo un profondo respiro e scuoto la testa
in modo calmo. “No, signore,” rispondo educatamente (ok, è una falsa
educazione, crocifiggetemi pure…) “l’agracy ha un alto tasso di successo solo
quando è accoppiato con l’amendiar e lei non ha chiesto niente dell’amendiar.
Lei ha semplicemente chiesto la differenza tra il buntsmeal e l’agracy, e
l’agracy da solo è piuttosto uno schifo a fare qualcosa di buono, mi scusi
l’espressione.”
L’intera stanza è silenziosa e so che tutti
stanno aspettando l’esplosione. Sento JD che mi tira un calcio sotto il tavolo,
chiaramente cercando di farmi stare zitta prima che io finisca in molti più
guai di quanto mi interessi essere. Montague mi sta semplicemente fissando e
non parla per un buon momento fino a quando…
“Stai insinuando, signorina Weasley, che conosci di più te la mia materia rispetto a
me?”
“Beh, tecnicamente parlando, per
considerare qualcosa la propria materia, lei dovrebbe essere uno dei fondatori
della ricerca in quell’area o, come minimo, dovrebbe aver fatto contribuzioni
considerabili per il progresso. E vedendo che lei è semplicemente un
professore, non può veramente dichiarare che Pozioni sia la sua materia. Parlando solo tecnicamente,
ovviamente.”
Non so perché lo sto facendo. Onestamente.
So che mentre sto parlando sono veramente, veramente stupida e sto per finire
in un casino orribile, ma non posso lasciare perdere. Non apprezzo quando gli
insegnanti non sanno di quello che stanno parlando o quando cercano di
comportarsi come se fossero più importanti di quello che sono veramente. Tutti
sanno che il vero motivo per cui Montague ha preso questo lavoro è perché il
vecchio professore di Pozioni ha deciso di trasferirsi in Romania nell’incitamento
del momento e quello prima si è rilassato alle mani di Voldemort. Hogwarts era
disperata e Montague era libero. Punto.
Tutti in classi sono completamente silenti.
In effetti, sono abbastanza sicura che potrei sentire una piuma che cade al
momento. Tutti i miei amici sembrano completamente terrificati, anche se so che
stanno segretamente tifando per me. Anche i Serpeverde sembrano dalla mia
parte, e lancio un’occhiata verso il loro lato della stanza dove stanno tutti
sforzando il collo per girarsi e vedere cosa succederà. Per quanto Montague li
favorisca, ci sono pochi Serpeverde che lo apprezzano veramente, e fanno sempre
delle battute su di lui di nascosto, e dicono sempre che odiano le sue lezioni.
Scorpius Malfoy è letteralmente girato all’indietro nella sua sedia e quando
incontro i suoi occhi, si gira così velocemente che riesco a malapena a
registrare il suo movimento.
Non sono nervosa. So che dovrei esserlo, ma
non lo sono. Sto semplicemente seduta ed aspetto che lui esploda. L’ho già
fatto, quindi non c’è motivo per pentirmene ora. Sono arrivata a questo punto,
tanto vale continuare, giusto?
Infine, Montague prende un respiro profondo
e si rivolge a me con una voce sinistramente calma e bassa. “Forse ti
piacerebbe spiegare esattamente perché pensi
di avere il diritto di parlare alle autorità in modi così irrispettosi,
signorina Weasley? Immagini di essere sopra ogni regola solo per chi sono i
tuoi genitori?”
“No,” rispondo in modo beffardo, solo
perché ora sono davvero arrabbiata.
Dovrebbe fare a meno di tirare fuori quella carta con me, e se non lo sa lo
scoprirà ora. “penso solo che lei dovrebbe smetterla di provare a far sembrare
la gente scema solo perché lei non
conosce abbastanza la sua materia per
insegnarla in modo giusto. Lei non dovrebbe avere il permesso di trattare le
persone in quel modo e umiliarle se non sanno le risposte quando è il suo lavoro insegnarle!”
“Tolgo cinquanta punti da Grifondoro!” urla
Montague e sento grugniti e proteste intorno a me.
“Cinquanta?!”
salta fuori David. “Ma professore, non è-“
“Ti piacerebbe che fossero cento?” esclama
Montague, girandosi verso David per fissarlo torvo. David, per quel che vale,
si zittisce, ma è ovvio che sia molto arrabbiato. Spero che sia arrabbiato con
Montague e non con me, ma probabilmente lo è con entrambi… “E tu, signorina Weasley,” continua
Montague, girandosi verso di me freddamente, “esci fuori da questa lezione
immediatamente! Non tollererò così tanta insubordinazione e mancanza di
rispetto.”
Non perdo neanche tempo a litigare. Mi alzo
e inizio a mettere a posto le mie cose. Tutti sono ancora silenziosi e posso
percepire tutti i loro sguardi puntati su di me. Lancio un’occhiata in basso
verso Al che mi guarda con la coda dell’occhio. È ancora rosso e so che è
ancora imbarazzati. Anche lui, certamente, sta pensando esattamente cosa sto
pensando io.
Mia madre mi ucciderà.
Dopo essere uscita dai sotterranei, decido
di andare diretta da Neville. Ha le mattine libere il martedì, quindi immagino
che ci sarà una buona possibilità che sia nel suo ufficio. È meglio che io vada
per prima da lui, credo, piuttosto che Montague lo bombardi e cambi la storia a
suo piacimento prima di avere la possibilità di difendermi.
Quando torno alla Torre Grifondoro, la Sala
Comune è completamente deserta. Non mi sorprende, ovviamente, dato che tutti dovrebbero essere in classe. L’ufficio
del Capo è proprio a fianco all’entrata principale e la porta è aperta. Neville
è lì dentro, proprio come ho immaginato. Nonostante la porta sia aperta, prendo
un respiro profondo e busso gentilmente nello stipite della porta. Lui si gira
a causa del rumore e, senza sorpresa, sembra scioccato di vedermi.
“Rose!” si alza dalla sua scrivania e mi fa
cenno di entrare. “Che succede?”
Okay, Rose, fai la scena.
Metto su la mia migliore faccia devastata e
lo guardo nel modo più pietoso possibile. “Sono stata sbattuta fuori dalla
classe…”
Neville non dice niente all’inizio. Mi
guarda e basta e posso dire che sia veramente deluso. Mi fa sentire in realtà
un po’ male, ma non posso perdere tempo a sentirmi in colpa quando devo
raschiare per ricevere pena. Infine, mi chiede cosa è successo.
“Non lo so!” sputo fuori, forzando la mia
voce a tremare come se fossi sull’orlo di scoppiare a piangere. “Il professor
Montague era così cattivo e stava
cercando di imbarazzare Al! Era così crudele,
e tutto perché Al non sapeva la risposta ad una stupida domanda alla quale
neanche Montague sapeva rispondere!”
Neville sembra preoccupata. So che ho
tirato fuori la carta buona. Al è il suo figlioccio ed è un po’ (molto) protettivo su di lui.
“E questo fatto come ti ha portato ad
essere cacciata dalla lezione?”
Scuoto la testa come se non riuscissi a
spiegare. “Non potevo stare lì seduta e lasciare che Al venisse umiliato,
Neville!” grido. Non mi riprende per la cosa di ‘Neville’. Non siamo ancora
abituati a chiamarlo ‘professor Longbottom’, ma di solito ci corregge solo se
siamo in classe o di fronte ad altre persone. Se sono solo io o i miei cugini,
di solito lascia perdere. “Al è molto sensibile, sai,” continuo velocemente.
“Ed era molto turbato e stava diventando molto imbarazzato! E comunque, tutto
quello che ho fatto è stato rispondere alla domanda che lui non sapeva.”
Neville alza le sopracciglia verso di me.
Non ci casca, lo so. Oh beh, tanto
vale continuare.
“Ed ha provato a correggermi e dirmi che le
mie risposte erano sbagliate ma in realtà non era vero. Sapevo davvero la
risposta, era lui che stava
sbagliando! E poi mi ha buttato fuori perché direi che fosse arrabbiato che io
ne sapessi di più di lui!”
Neville si siede di nuovo. Chiude gli occhi
per un breve istante prima di aprirli ed avvicinarsi per appoggiare i suoi
gomiti nella scrivania. “Siediti, Rose,” dice calmo. Faccio quello che mi ha
chiesto e aspetto pazientemente che lui vada avanti. Ci mette un secondo per
riordinare le parole del discorso, ma poi finalmente riesce a parlare. “So che
probabilmente eri molto arrabbiata mentre guardi tuo cugino che veniva preso di
mira. E so che il professor Montague ha l’abitudine di mettere le persone al
centro dell’attenzione per cercare di sminuirle.” Sospira e scuote un po’ la
testa. “E so che sei molto
intelligente e sai un sacco di altre cose che le altre persone non conoscono,
anche cose che alcuni dei tuoi professori non sanno… ma Rose, devi imparare quando è bene
puntualizzare queste cose o quando è meglio lasciare perdere.”
“Ma-“
Lui scuote la testa e mi zittisce prima
ancora di poter parlare. “Puntualizzare che la mancanza di conoscenza del
professor Montague è stato molto irrispettoso. Non mi interessa quanto lui
abbia sbagliato, è pur sempre un insegnante e tu sei una studentessa.”
“Ma lui stava
sbagliando!” protesto.
“Non dovresti puntualizzarlo, specialmente
non di fronte ai tuoi compagni di classe.”
“Ma non è giusto per nessuno,” continuo.
Non mollo. “Se insegna sbagliato, allora tutti impareranno sbagliato! E come
sarebbe giusto questo?!”
“Rose.” Non dice nient’altro. Mi chiedo se
sappia che conosco il mio nome. Lo guardo e lui mi fissa. Non sta mollando
neppure lui.
“Per favore non dirlo ai miei genitori,”
dico in tono calmo. Cerco di sembrare il più pietosa possibile così che lui
provi pena e mi risparmi l’avvenente destino tragico. Continua semplicemente a
guardarmi e so che significa che pensa di non avere altra scelta. Dopo tutto, ha
avuto precise istruzioni di dirgli ogni singola infrazione, non importa quanto
grande o piccola sia. Sembra un po’ in conflitto ma so che la sua lealtà è per
i miei genitori e non per me. “Mia mamma mi ucciderà…”
“Rose,” mi interrompe, e sembra che si senta
un po’ dispiaciuto per me, “tua madre, prima di tutti, sa cosa si prova a saperne di più rispetto alle altre
persone. Non ti ucciderà.”
Vedete, ecco il problema. Neville pensa che
mia madre sia la ragazza molto gentile che lo ha sempre aiutato con i suoi
compiti e lo difendeva quando le persone lo prendevano di mira. Parla sempre di
lei come qualcosa di vicino all’adorare un eroe e mi chiedo se lo aveva
davvero, o magari l’ha ancora, una specie di cotta per lei. Non sa com’è davvero, però. Non sa quanto può essere
terribile quando è molto arrabbiata, e fidatevi, sarà molto arrabbiata quando scoprirà di questo piccolo misfatto di
Pozioni.
“Parlerò con il professor Montague,” dice
Neville. “dopo di ciò, deciderò se contattare i tuoi genitori o meno.”
È pieno di stronzate, ovviamente. Glielo
dirà, farebbe meglio a dirlo subito e farla finita. Nulla di quello che
Montague dirà cambierà questo fatto. Neville ha già fatto una promessa ai miei
genitori.
Ho già menzionato che qualche volta odio davvero il fatto che lavori qui?
Più tardi quel giorno, mi trovo al tavolo
Grifondoro nella Sala Grande. Il pasto sta cominciando e le persone stanno
iniziando ad arrivare rapidamente. Meghan e Lissy sono con me e stiamo
chiacchierando di cose a caso. Nessuno dei ragazzi è ancora arrivato e Susie è
al tavolo Serpeverde seduta con Justin. Sono nauseanti da guardare. I suoi
compagni di Casa sembrano essere d’accordo, dato che Justin e Susie sono guardati
dai Serpeverde con disprezzo. Non che loro lo notino, ovvio, dato che sono in
quel momento coccolati insieme e si stanno sussurrando alle orecchie cose che
pensano apparentemente siano dolci. Guardo il loro tavolo e le numerose facce
di disgusto e succede che io per caso incontri l’occhio di Scorpius. Sorrido
quasi, ma, per la seconda volta oggi, distoglie lo sguardo velocemente e si
gira di schiena.
È così strano.
Comunque… “Quindi!” inizio una nuova
conversazione con le mie amiche ed entrambe mi guardano. “Cos’era quella nota
che tu e David vi stavate passando a Pozioni?” per niente diretta, eh?
Lissy alza gli occhi al cielo e scuote
tetramente la testa. “sta cercando di ritornare con me.”
Cosa? No. David non sta cercando di tornare con Elisabeth. Si odiano ora. Lui l’ha
chiamata stronza tipo tre notti fa!
“Davvero?” chiedo, cercando di fingere
normalità. “Che hai detto?”
“Gli ho detto di andare a fanculo,” dice
ferrea, annuendo per creare enfasi. “È così
stronzo.”
“Quello che ha detto davvero,” si intromette Meghan, alzando gli occhi al cielo verso
Lissy e avvicinandosi per bloccarla dalla mia visuale. “era tipo… oh, David! Mi hai spezzato il cuore e non so
se potrò mai fidarmi di te dopo le cose orribili che mi hai detto! Non avrei
mai immaginato di poter essere ferita in questo modo!” parla con una voce
veramente drammatica e si tiene la mano sulla fronte per esagerazione.
“Non è vero!” urla Lissy, tirando indietro
Meg e avvicinandosi ancora una volta verso di me. “È così bugiarda!”
Tutte noi ridiamo. Lissy e Meg ridono
perché entrambe stanno facendo le idiote. Io rido perché se non lo faccio, mi
chiederanno che c’è di sbagliato e allora potrei far uscire fuori che sto
dietro a David. Faccio meglio a non dirlo ancora. Devo aspettare ancora un po’,
lasciare che Elisabeth vada oltre in modo che non le importi. Non che ora ne abbia
alcun diritto, ovvio, dato che è lei che lo ha mollato dopotutto. Ma sapete
come sono le ragazze.
Non noto neanche che il posto vicino a noi
si era riempito fino a quando sento una voce famigliare dire, “ciao, cugina!”
Ugh. James.
“Vai via,” dico immediatamente, guardando
dritto negli occhi. Ha un paio di amici insieme a lui, e realizzo quanto io odi
chiunque sia amico con questo
deficiente.
James, ovviamente, ignora il mio ordine e
continua, prendendo un piatto e riempendolo con un po’ di tutto quello che c’è
nel tavolo. È un maiale. “Ho sentito in giro che tu,” mi guarda da sotto la frangia che copre i suoi occhi e cerca
di spostarla. “sei stata cacciata da Pozioni questa mattina. È corretto?”
“Sì, James,” dico irritata, “è corretto.
Quindi benvenuto a otto ore fa.”
“Non hai ancora imparato che il tuo
atteggiamento ti fa finire nei guai?” James sta facendo lo spiritoso, il suo
atteggiamento è pessimo, e forse anche peggio, del mio. Alzo semplicemente gli
occhi a lui, ma Meghan apparentemente non comprende l’ironia e si intromette in
quella che lei assume essere la mia difesa.
“Per tua informazione, stava difendendo tuo
fratello!”
Merda.
Mi giro guardandola esasperata e lei mi
guarda tutta confusa ed un secondo dopo James scoppia in una risata,
velocemente seguito dai suoi amici che scoppiano in una risata fragorosa a
questa parte della storia. Lancio a tutti un’occhiataccia e dico, “state
zitti!”
James chiaramente non riesce a controllare
la sua risata e continua a ridacchiare anche quando dice, “Oh, è così dolce da
parte tua, Rosie! Difendere il povero Al e proteggerlo!”
“Non è vero!” dico arrabbiata, fulminando
Meghan con lo sguardo per un breve secondo prima di girare di nuovo la faccia
verso James. “Tutto quello che ho fatto è stato rispondere ad una domanda per
lui. Non lo stavo difendendo!”
E’ una bugia, ovvio, perché è esattamente quello che stavo facendo. Ma
James prenderà per il culo Al per un mese se pensa che sia questa la ragione
per cui sia nei guai. Lo accuserà di aver bisogno di una ragazza che combatti
le sue battaglie e un paio di altre stronzate che posso immaginare un po’
troppo facilmente. Non solo, certo, ma il fatto che è stata Meghan a puntualizzarlo è anche peggio,
dato che James sa della cotta
non-così-segreta- di Al verso Meghan e non può essere fidato a mantenerlo.
“Aww!” James fa un grande sorriso
falsamente dolce. “Sei una brava ragazza, Rosie! Per prendersi cura di Al in
quel modo!”
Gli tiro un calcio. Forte. Il suo sorriso falso scompare e mi lancia un’occhiataccia
mentre si massaggia la tibia.
“Stai zitto,”
gli dico seriamente.
Non aspetto che lui mi chiami stronza o
qualsiasi altra cosa con cui se ne esce. Trovo di aver finito con la cena e mi
alzo per andarmene. Meghan e Elisabeth mi guardano e posso percepire che loro
non hanno così finito. Bene. Traditrici. Le lascio con il
gruppo di cretini del Settimo Anno e cammino diritta verso il tavolo dei
Serpeverde. Se Meg e Lissy non verranno su con me, farò solo venire Susie.
Tutti i Serpeverde mi guardano mentre mi
approccio al loro tavolo e mi metto dietro a Susie in attesa. Si gira e mi
sorride. “Che c’è?” chiede, e sento che la sua voce è diversa. Oh, fantastico. È una di quelle ragazze – una di quelle ragazze
che usano una voce diversa e parlano in modo diverso intorno al ragazzo che le
piace. Odio quelle ragazze.
“Vieni su con me,” dico, ignorando il fatto
che è sta facendo la classica adolescente.
Lei esita e guarda verso il tavolo dei
Grifondoro dove Meghan ed Elisabeth ora stanno ridendo con James ed i suoi minion. Susannah fa meglio a non lasciarmi qui da sola, non dopo
averci abbandonate per i Serpeverdi.
Sta già camminando sul ghiaccio sottile, e se non si alza ora e torna al
dormitorio con me, sarà completamente fuori.
Aspetto. E aspetto… e aspetto.
Finalmente Susie si gira nervosamente e mi
offre quello che direi dovrebbe essere un sorriso di scuse. “Ho già fatto dei
piani per studiare con Justin dopo cena,” dice calma.
“Oh, va
bene!” sputo fuori prima di allontanarmi velocemente.
Non ho amiche. Sono tutte delle stronze
traditrici, e le odio tutte. Ugh.
Passo oltre Mike, JD e Allen mentre esco
fuori dalla Sala Grande e loro mi guardano confusi. Non so dove siano Al e
David ma spero che stiano molto distanti dalla cena per il loro bene.
“Cosa è successo, Rose?” è Allen che me lo
chiede e devo resistere per non schiantarlo.
“Niente!” esclamo, sottigliando gli occhi
verso di lui e poi guardando anche JD e Mike nello stesso modo.
Tutti e tre si spostano in modo saggio da
me e si avvicinano lentamente alla Sala Grande senza altre domande. Io vado
dalla parte opposta, attraverso il corridoio principale e in direzione della
Torre Grifondoro. Non so cosa farò quando ci arriverò, ma penso che c’entrerà
sicuramente con trasformare tuti i kit di trucco delle mie compagne di stanza
in liquidi che mangiano la pelle.
Sto camminando così velocemente e sono così
presa dalla mia rabbia che non realizzo neanche di essere seguita fino a quando
qualcuno mi raggiunge. Guardo indietro e sento qualcuno che si affianca a me. È
Scorpius Malfoy.
“Hey!” dice e posso percipire che si senta
strano e stia cercando di apparire il più normale e indifferente possibile. Lo guardo
stranita, il che sicuramente non lo rende più rilassato, ma almeno smetto di
camminare.
“Hey,” mormoro. Alzando le mie sopracciglia
in attesa.
“Ti è caduto questo,” dice infine, alzando
quello che realizzo essere il nastro che avevo nei capelli quella mattina. Decisamente
non lo indossavo a cena. “A Pozioni,”
continua scrollando le spalle. “Questa mattina, cioè. Era vicino al tuo banco
dopo la fine della lezione.”
Prendo con cautela il nastro e dico con
calma, “Grazie…”
Scrolla le spalle come se fosse una
sciocchezza e mi chiedo cosa voglia. Sicuramente avrebbe potuto darmi il nastro
la prossima volta che avremmo avuto lezione insieme, o più facilmente, darlo a
Susie a cena. Scorpius è strano. Non il
più strano, ma decisamente non il più normale neanche. Di solito è molto
tranquillo, e nessuno sente qualcosa riguardo a lui eccetto durante il
Quidditch.
“Sì,” dice con difficoltà (non ho idea a
che cosa stia rispondendo o con cosa si trovi d’accordo). Sembra come si sia
improvvisamente pentito di avermi seguito e mi chiedo che diavolo voglia
davvero. “Quinid, è stato figo questa mattina,” continua nervosamente. “Il modo
in cui hai detto di tutto a Montague, intendo.”
Non so che rancore possa avere Scorpius con
Montague. Probabilmente è il suo studento preferito, dovuto, sono sicura, al
fatto che il papà di Scorpius compri all’intera squadra di Quidditch Serpeverde
scope nuove di zecca ogni singola stagione. Però, comunque, scrollo le mie
spalle. “Beh, non dovrebbe essere un tale idiota.”
Scorpius sorride e annuisce. “Sì, è cattivo
quando vuole.”
E poi niente.
Stiamo lì in imbarazzo a guardarci e non so
se essere spaventata o provare pena per il povero ragazzo. Probabilmente è più
timido di Al e apparentemente quello può essere tormentoso. Non so perché sia così, dato che è abbastanza
carino e potrebbe essere piuttosto popolare se ne avesse il desiderio. Ma non
sembra averlo, e mi chiedo perché.
“Quindi, grazie,” dico infine, incapace di
sopportare ancora il silenzio. Alzo il nastro per spiegarmi meglio. “Per averlo
preso.”
Lui annuisce poi guarda il pavimento
nervosamente. “Er, sì. Nessun problema.”
Aspetto per un secondo per vedere se dirà
qualcos’altro, ma, ovviamente, non lo fa. È così strano.
“Quindi, ci vediamo,” dico, risparmiandogli
altro imbarazzo, dato che è chiaro che si stia pentendo di avermi seguito.
Lui annuisce di nuovo e mormora, “ci
vediamo.”
Cammino lontano il più velocemente
possibile.
Sì, questo giorno non potrebbe essere più
strano.
____________________________________________________________________
Nel
prossimo capitolo: incontriamo
per la prima volta il punto di vista di Lily Potter, che passa la giornata tra
una consolazione di un povero cugino Louis in preda alla mancanza di casa, vari
insulti all’altra cugina Rose (che avrà ricevuto la famosa punizione per il
bisticcio con Montague), le graziose cure di suo cugino Hugo e una lettera dei
suoi genitori che la manderà nello sconforto.
|
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Capitolo 5 *** Capitolo 5: Lily… non Lils ***
cap6
Capitolo 5: Lily… non Lils
Nei capitoli precedenti: Rose
finisce in punizione dopo aver difeso suo cugino Al e successivamente insinuato
che il professor Montague ne sappia meno di lei. Nonostante abbia pregato
Neville di non riferirlo alla madre, Rose è pienamente cosciente che lo farà lo
stesso. Scorpius tenta un primo timido approccio con la ragazza, che lo trova
gentile ma molto strano. Lei è molto attratta da David, ex ragazzo della sua
amica Lizzy, teoricamente odiato da quest’ultima.
Mia madre
è cresciuta con sei fratelli maggiori.
Mi dice
che due sono niente e che se lei è riuscita a sopravvivere con sei, io posso
certamente farlo con due. Mi dice anche quanto erano poveri e come tutto quello
che avevano da indossare era sempre fatto in casa o di seconda mano (non tanto
per lei, che sarebbe sembrata abbastanza stupida ad indossare le cose dei suoi
fratelli). Dice sempre, “Lily, tu hai
così tanto e ci sono un sacco di persone al mondo che potrebbero solo sperare
di avere una porzione delle cose che hai.
Non devi essere così egoista.”
Penso che
sia piena di bugie, ovviamente, dato che non penso di avere così tanto.
Cioè,
certo, ho un sacco di vestiti, viviamo in una bella casa e siamo pieni di cibo
e tutto il resto… ma non è che ho tutto quello
che voglio al mondo come ha invece Tricia Panabaker, lei ha più scarpe di
quanti sono i giorni del mese e ha sempre
una nuova borsetta da sfoggiare ogni singola settimana. E non è giusto,
veramente, perché so che abbiamo un
sacco di soldi e potremmo facilmente permetterci di comprare nuove borsette
ogni volta. È solo che i miei genitori insistono nel non ‘viziarci’.
Personalmente
penso che siano un mucchio di stronzate.
James è
sempre d’accordo con me, su questo fatto. Almeno è una cosa. Dice sempre a
mamma e papà che se ci tenessero davvero a noi, ci lascerebbero avere questo e
quello e mamma dice sempre che la prova del fatto che li ci tenga davvero a lui
è che lui sia ancora vivo, perché chiunque non ci tenesse lo avrebbe
sicuramente ucciso circa sedici anni fa.
Probabilmente
ha ragione, ovvio. James è il cretino
più insopportabile che io abbia mai conosciuto in tutta la mia vita. L’unica
ragione per cui io non l’ho ancora ucciso è perché probabilmente verrei messa
in punizione per un mese, tipo, e io odio davvero,
davvero essere in punizione. Non che succeda molte volte, ovvio, dato che
sono abbastanza brava a mettermi fuori dai guai. È uno dei punti positivi di
essere la più piccola e l’unica
femmina, credo. Divertente, dato che mamma tra tutti ha inventato quella storia del singhiozzare. Accade
occasionalmente, però, e qualche volta ci sono cose da cui non riesco proprio a
farla franca. Succede considerabilmente più volte con la mamma rispetto che con
papà, dato che mi favorisce ancora un po’ dato che sono la sua piccolina
eccetera, eccetera.
Sono
felice di essere a scuola ora perché sono abbastanza sicura che se fossi a
casa, questo sarebbe uno di quei momenti in cui non posso evitare di finire nei
guai. Certo, se fossi a casa, non direi sicuramente a mia mamma che è una
‘madre orrenda a cui non interessa, insensibile che se frega assolutamente di
me!’, che è, ovvio, esattamente quello che le ho scritto nella lettera di
risposta alla sua in cui mi diceva come non
mi invierà soldi in più per potermi comprare la versione più costosa
dell’ultimo paio di scarpe firmate di Tricia Panabaker. Vedete, se fossi a
casa, terrei semplicemente un po’ il broncio e mi chiuderei in camera per un
po’. Ma dato che sono a scuola e ben fuori dagli schiaffi di mia madre, mi
sento più sicura nel farle sapere esattamente come io mi senta. Il peggio che
possa fare è inviarmi una Strillettera, ma so che probabilmente non farà
neanche quello. Magari mi risponde minacciando di picchiarmi quando arrivo a
casa, ma non sarò tornata fino a Natale e lo avrà ben dimenticato a quel
momento. Quindi mando Prawler, il gufo che i miei genitori mi hanno regalato lo
scorso compleanno, di notte con la lettera e non me ne preoccupo più di tanto.
Corro via
dalla Guferia e via dall’odore di cacca e uccelli sporchi il più velocemente
possibile. Rientro nella Torre Grifondoro abbastanza velocemente e inizio a
guardare intorno alla Sala Comune per vedere se ci fosse qualcuno con cui
parlare. Mi distraggo, però, quando vedo Louis seduto da solo alla fine del
tavolo dei compiti. Ha il suo libro di storia aperto e sembra veramente
confuso.
“Hey,”
dico, sedendomi nella sedia di fronte a lui. Lui alza lo sguardo e sembra un
po’ miserabile. “Cosa succede?” Lui scrolla le spalle e abbassa la testa. “Hai bisogno
di una mano?” chiedo, indicando i suoi compiti. Scuote la testa ma non dice
niente. “Stai bene, Louis?” lui mormora qualcosa che non riesco ad ascoltare,
quindi mi avvicino e gli chiedo di ripeterlo.
Finalmente
alza lo sguardo e sono terrorizzata quando vedo le lacrime nei suoi occhi. Oh,
merda. Sta per piangere. La Sala
Comune non è esattamente il posto in
cui vorrei essere se stessi per piangere improvvisamente e posso immaginare
cosa diranno le persone se iniziasse a piangere. Volendogli risparmiare lo
squallore, non esito ad alzarmi e a farlo alzare insieme a me. Lo trascino
attraverso la Sala Comune cercando di non dare nell’occhio e lo porto nella
sicurezza del corridoio. Nessuno è in giro, fortunatamente, e lui inizia a
piangere quasi immediatamente.
“Louis,”
gli dico gentilmente, non sicura di sapere dove andare a parare. “Che succede?”
“Odio
stare qui,” dice in uno stridio e altre lacrime iniziano a cadere. “Voglio
andare a casa!”
Mi sono
sempre sentita protettiva verso Louis. Sento una connessione con lui che è
basata sul fatto che siamo più o meno nella stessa situazione. Siamo entrambi i
più piccoli di tre figli – io l’unica femmina e lui l’unico maschio. Certo, c’è
più differenza di età tra lui e le sue sorelle rispetto a quella che ho con i
miei fratelli, ma è praticamente la stessa situazione. In più, Louis è uno dei
soli tre cugini più piccoli di me, quindi ho sempre voluto prendermi cura di
lui.
Sta ancora
piangendo e non so cos’altro fare, quindi lo abbraccio. Ne sembra grato, dato
che non si scosta per niente e in realtà preme la sua faccia contro il mio
maglione e lo bagna tutto con le sue lacrime. Do una pacca alla sua testa e
spiano i suoi capelli che sono il più biondi e setosi possibile. È un peccato
che Louis non sia una ragazza, dato che ha davvero capelli bellissimi, per non menzionare i bellissimi tratti del viso. In realtà è abbastanza carino per
essere un ragazzo.
“Andrà
bene,” prometto. “Hai solo un po’ di nostalgia di casa ora perché è tutto
nuovo.”
“Non ho amici!”
Mi sento male
perché realizzo di non aver controllato come stesse Louis da quando siamo
arrivati. Non l’ho controllato e non mi sono assicurata che stesse parlando con
la gente e facendo amicizia e tutto il resto. Avrei dovuto farlo perché è la
mia responsabilità come sua cugina più grande e saggia.
Non che
qualcuno dei miei lo abbia fatto per me, ovviamente… ma non sarò come quelle persone.
“Beh, te
ne farai,” dico in modo incoraggiante. “Ci vuole un po’ di tempo per conoscere
le persone, sai?”
“Voglio
andare a casa.”
“Perché?”
lo scosto e lo guardo. È molto piccolo. “Non vuoi andare a casa,” dico
saggiamente. “Victoire avrà presto il bambino e tutti impazziranno! E poi devi abituarti a stare con il bambino intorno
tutto il tempo e ricorda quanto odiavi quando Landon piangeva e aveva pannolini
sporchi tutto il giorno?”
Louis mi
guarda e sembra considerare quello che sto dicendo. Vero, sto cercando di fare
una battuta, ma sono anche seria allo stesso tempo. Odiava davvero quando era nato Landon – non quanto lo aveva fatto Roxie,
ma decisamente non ne era entusiasta. E sarà ancora peggio quando sarà sua sorella ad avere il bambino.
“Quindi,
guarda,” continuo, sorridendogli speranzosa, “stai molto meglio qui piuttosto
che stare in quella casa dove tua mamma diventerà completamente pazza per il
suo primo nipote.”
Louis tira
su con il naso, ma sono contenta di vedere che almeno abbia smesso di piangere.
Non sembra sapere cosa dire, ma va bene perché non deve dire niente.
“Dai,”
dico, scompigliandoli di nuovo i capelli. “Ti aiuto con storia. Sono sicura che Rüf non ti abbia insegnato
niente di utile.”
Un’ora
dopo, ho messo su un gioco di Gobbiglie al tavolo ed ho invitato alcuni ragazzi
del primo anno a giocare con noi. Louis e timido e non gli dice molto, ma io
cerco di fare il massimo per fare partire una conversazione a cui partecipino
tutti. Finalmente lui inizia ad aprirsi un po’ e ride persino ad un paio di
battute che dicono gli altri bambini.
Arrivano
Hugo ed Amanda e guardo verso di loro sorridendo. Amanda alza un sopracciglio e
so che si sta chiedendo perché io stia giocando a Gobbiglie con un paio di
ragazzi del primo anno. Hugo sembra un po’ confuso ma penso che capisca quando
vede Louis finalmente divertirsi un po’. Momentaneamente abbandono il gioco per
chiacchierare con loro.
“Louis
aveva bisogno di aiuto a farsi degli amici,” spiego velocemente, anche se tutti
quelli del primo anno sono pesantemente impegnati nel gioco e non ci prestano
nessuna attenzione.
Amanda
lancia un’occhiata dietro la mia spalla e, guardando il gioco, annuisce.
“Sembra che si stia divertendo ora,” osserva, e vedo Hugo che la osserva in
modo abbastanza strano. Lo sta facendo spesso ultimamente e mi chiedo se magari
gli piaccia o qualcosa del genere. Amanda è la figlia di Neville, quindi la conosciamo
da sempre. Ma lei ed Hugo non sono mai andati così d’accordo. Non litigavano, ma si irritavano sempre a
vicenda, e dovevo sempre ascoltarli. Una volta iniziata la scuola, però, è
tutto cambiato, ed ora siamo tutti migliori amici. Solo quest’anno, Hugo è
diventato un po’ strano intorno a lei, e qualche volta lo colgo guardarla come
se fosse molto confuso.
“Hai già
finito il tuo tema di Trasfigurazione?” chiedo, non volendo che lui la guardi
in quel modo. È strano, ma preferirei che non succedesse. Entrambi annuiscono e
realizzo che probabilmente abbiano fatto i compiti insieme mentre i facevo la
babysitter di Louis. “Posso copiarlo?” chiedo, alzando le sopracciglia.
Amanda
annuisce e posa la sua borsa nel tavolo prima di tirare fuori un rotolo di pergamena
che apparentemente contiene il suo tema. Lo facciamo abbastanza spesso –
copiare i compiti dela’ltro. So che probabilmente non è la cosa più onesta al mondo, ma non vogliamo farlo. Non imbrogliamo ad
Erbologia, però, dato che l’insegnante è il papà di Amanda e non vogliamo
andare così oltre.
“Hai
sentito che Rose è stata cacciata da Pozioni?” chiede Hugo e lo guardo
chiedendo come avrei fatto a non averlo
sentito. Sembra l’unica cosa di cui stanno parlando. “Mamma la ucciderà,” dice
seriamente.
Non sta
esagerando. Zia Hermione era così arrabbiata quando aveva dovuto venire qui
dopo Rose era finita nei casini con Montague lo scorso anno. Ha praticamente
minacciato Rose con ogni centimetro della sua vita se ci fossero altri
problemi, quindi non ho dubbi che la farà fuori questa volta.
Non che
Rose non lo meriti, ovvio. Sembra diventare più cattiva di giorno in giorno e
mi piacerebbe vederla punita per essere una tale stronza pazza.
Ovvio, non
posso chiamarla stronza pazza. La potrei probabilmente chiamare stronza e farla
franca con un “Lily!” ed
un’occhiataccia. Ma non la potrei mai chiamare
stronza pazza e poi vivere per
poterlo dire in giro. Se Rose stessa mi sentisse dirlo, probabilmente mi
picchierebbe e poi correrebbe a dirlo ai miei genitori che mi picchierebbero
ancora di più. Se i miei genitori lo sentissero, mi picchierebbero o mi
farebbero una predica di quattro ore sulla mia insensibilità. O magari entrambe
le cose. Pazza non è una parola che si può utilizzare quando si descrive Rose.
Anche se
non si può trovare un aggettivo più vero.
È
totalmente e completamente fuori di
testa, cavolo!
È così per
anni ora, da quando aveva dodici anni ed è stata rapita e tenuta in ostaggio
per due mesi. È tornata molto messa male di testa e tre anni di terapia non
sembrano aver aiutato neanche un po’. Infatti, giuro che diventa più pazza ogni giorno sempre di più. Certamente
diventa più cattiva. La parte
peggiore è che ora ha questo pass speciale che le lascia via libera per dire
tutte le cose che il resto di noi non potremmo neanche immaginare di dire. È
come se avesse un regno libero per essere una stronza bastarda, una pazza stronza bastarda, e non ha paura
di conseguenze.
Quindi sì,
spero che sua madre la punisca veramente.
Hugo non
sembra altrettanto ostinato nel vedere Rose prendersi la sua giusta punizione.
Sembra quasi preoccupato, come se fosse davvero impaurito che Rose potesse
essere letteralmente uccisa dalla loro madre. Non lo sarà, ovviamente, ma io
sicuramente spero che sarà giustamente penosa per un po’ dopo che sua madre lo
scoprirà. Hugo è così stano, comunque. Rose è tremenda con lui, ma raramente lui le porta rancore. Discutono un
po’, ma lui la perdona sempre subito, nel caso lei provi rancore verso lui per mesi. Non gli piace quando la gente la
chiama pazza o dice che è fuori di testa e diventa davvero protettivo, anche
quando la gente sta solo scherzando. I miei fratelli mi irritano, ma se mi
trattassero anche solo una volta come
Rose tratta Hugo, non li perdonerei mai.
“Magari
non lo scopriranno,” disse a voce bassa e penso quasi che ci sia un tono di
speranza nella sua voce. “Cioè, magari puoi far evitare che tuo padre lo dica,”
aggiunge rivolto ad Amanda che lo guarda con una faccia che dice chiaramente
quello che sta pensando.
“Non posso
far fare a mio padre quello che voglio. E
tu sai che lo dirà.” Continua a
guardarlo fisso in viso.
“Beh,
magari lo dirà solo a papà,” continua Hugo ed io rido.
“Sì, come
se tuo papà non lo direbbe a tua mamma!” scuoto la testa. “Zia Hermione lo scoprirà, e Rose finirà in grossi guai.”
Parlando
del diavolo (letteralmente), il Buco del Ritratto si apre ed entra Rose assieme
a mio fratello. Sono in una profonda conversazione e nessuno dei due sembra
notare nessun altro. Rose sta gesticolando selvaggiamente e Al guarda e
annuisce. Non so di cosa (o chi) stiano parlando, ma sembra essere serio.
Lancio un’occhiata verso Louis e vedo che sta facendo perfettamente un ottimo
lavoro ed è coinvolto nella conversazione del gruppo, mentre ride con gli
altri. Bene. Almeno il mio lavoro qui è finito.
Interrompo
Rose ed Al mentre stanno camminando vicino a me e lo smettono di parlare e mi
guardano. “Sei ancora viva,” osservo intelligentemente, sorridendo a Rose.
“Immagino che i gufi siano lenti oggi.”
Lei
assottigliò gli occhi, ed Al sembra quasi che voglia darmi uno schiaffo. Non lo
fa, ovviamente, ma posso percepire che ho tirato fuori qualcosa che vogliono
entrambi che sia lasciato stare. “Zitta, Lily,” esclama Rose.
“Altrimenti?”
la sfido, e noto Hugo che alza gli occhi al cielo ad Amanda vicino a me.
“Altrimenti
ti farò stare zitta io,” risponde subito Rose. Alza le spalle e cerca di
sembrare spaventosa. In realtà è abbastanza alta, più alta di Al e quasi come
James. Troneggiava su di me, ma è difficile vederla come spaventosa quando è
così magra. Sembra un metro e cinquanta di gambe e venti centimetri de resto ed
è così magra. Non lo fa neppure
apposta, non come molte ragazze qui – mangia tutto quello che vuole sempre, ma
non prende mai peso… diventa solo più alta.
“Ooh, sono
davvero impaurita,” rispondo sardonica. In realtà, non sarà così minacciosa, ma
non dubito davvero che mi picchierà. È già nei guai, rischiando la morte alla
mano di sua madre e probabilmente vuole di fare più azioni maligne possibili
prima della fine.
Al le
afferra il braccio e mi fulmina con lo sguardo. “Smettila, Lily,” dice
seriamente, tentando di portare via Rose.
Sceglie
sempre di stare dalla sua parte contro tutti.
Io sono sua sorella, e dice a me di smetterla – non a Rose che è
molto probabile che mi spacchi una sedia in testa tra pochi istanti. Coglione.
Se ne
vanno dopo di ciò. Rose è compiaciuta perché apparentemente tutti al modo sono
dalla sua parte e contro di me. Persino
Hugo mi guarda come se fosse un po’ arrabbiato. Lo guardo in attesa e lui non
smette di muoversi un po’ nervosamente.
“Cosa?” chiedo.
Sembra
quasi voler dire qualcosa, ma invece scuote solo la testa e mormora, “Niente.”
“Sentite,
giochiamo a SparaSchiocco,” suggerisce Amanda con falso entusiasmo. Sta
cercando di rompere qualsiasi tensione che si sta iniziando a formare, lo fa
sempre. Penso che qualche volta sia strano per lei essere dovuta crescere con
noi ma non essere in realtà parte della famiglia.
Cerca sempre di mantenere la pace tra di noi quando abbiamo delle discussioni
penso che lei pensi che sia la sua responsabilità.
Strano.
La mattina
successiva, mi sveglio tardi. Si sono già tutti alzati e apparentemente sono
andati a colazione, ma Amanda mi scrolla per svegliarmi. È già vestita e pronta
per la giornata.
“Sono le
otto passate!” dice, lanciandomi i miei vestiti mentre mi metto seduta per
orientarmi. “Pensavo che fossi in doccia!”
Realizzo
che con le tende chiuse intorno al mio letto potrebbe essere difficile sapere
se sono lì o no, ma è difficile per me credere che lei pensasse che io fossi
nella doccia, dato che sono sicura che abbia trascorso la maggior parte della
mattina lei stessa nel bagno. Se sono già le otto passate, dovrò evitare di
fare la doccia. Avrò a malapena tempo di vestirmi e lavarmi i denti.
Mentre mi
tolgo il pigiama e li cambio con la mia uniforme, guardo Amanda che
apparentemente sta facendo il ripasso dell’ultimo minuto per il test di Difesa.
Prendo i miei vestiti ma realizzo di avere una scarpa. Scendo dal letto e
inizio a scavare intorno per cercare l’altra scarpa. Non so come tutte queste
cavolate finiscano sotto il mio letto, è come se ci fossero dei buchi.
“Cosa stai
cercando?” chiede Amanda e le dico che ho solo una scarpa. Non so se riesca a
sentirmi, però, con la mia testa coperta dal letto e da un sacco di altra
spazzatura. “Belle mutande,” osserva e ridacchia. Raggiungo con le mani la
gonna e cerco di farla scendere, ma è un tentativo abbastanza inutile nella mia
posizione. La dannata scarpa non è qui.
“Come
faccio?” chiedo, entrando in panico mentre lancio un’occhiata all’orologio e
vedo che sono quasi le otto e mezza. Le lezioni iniziano prontamente a manca un
quarto.
Amanda mette
via i suoi appunti e mi viene ad aiutare. Inizia a guardarsi intorno e sotto
gli altri letti mentre io apro il mio baule e tiro tutto fuori, anche se so di
non averla messa lì.
“Indossa
le tue scarpe da ginnastica e basta,” dice infine Amanda.
“Ci
toglieranno dei punti,” protesto, sapendo che le violazioni delle uniformi
valgono dieci punti per ogni infrazione.
“Non hai
un’altra opzione,” dice, indicando l’orologio. So che ha ragione, quindi
brontolo solo un po’ mentre mi alzo e mi metto le scarpe da ginnastica. Sono assolutamente
ridicole con i calzini fino alle ginocchia e tutto il resto, ma pazienza. Entro
un po’ in panico quando realizzo che se non riesco a trovare le mie scarpe
dovrò scrivere alla mamma per un paio di scarpe nuove, e poi penserà che le ho
perse di proposito a causa del nostro recente battibecco sul mio desiderio di
nuove scarpe firmate.
Finalmente
ho finito ed inizio a gettare i libri nella mia borsa velocemente. Arriveremo in
ritardo, lo so. Quando finisco, guardo Amanda che è in piedi vicino a me. “Pronta,”
dico con fermezza.
Amanda fa
una smorfia e scuote la testa. “Oh, mio dio, lavati i denti.”
Dannazione.
Afferro lo
spazzolino e corro letteralmente verso il bagno. Certamente non mi prendo il
tempo per pulire ogni mio dente, voglio solo assicurarmi che il mio alito
smetti di puzzare. Mentre sputo e risciacquo, lancio un’occhiata allo specchio
e sussulto alla vista dei miei capelli. Prendo un pettine (non so di chi sia, è
uno che per caso è sul lavandino… se prendo i pidocchi, saprò il motivo) e lo
faccio passare tra i miei capelli. I nodi si sciolgono abbastanza facilmente, e
sono grata di avere dei capelli lisci e sottili, facili da mantenere.
Siamo in ritardo per la lezione e quando entriamo
in classe di Difesa sono le 8 e 49. Abbiamo entrambe il fiatone e il professor
Langley alza lo sguardo verso di noi mentre continua a consegnare le domande
del test. Indica l’orologio e noi annuiamo comprensive in segno di scusa mentre
scivoliamo nelle sedie nei banchi in fondo. Sono senza fiato e estremamente
affamata e mi sento in colpa perché so che anche Amanda lo è, e lei non ha
neanche dormito troppo. Quando il professor Langley ci raggiunge, fa scivolare
il test sopra i nostri banchi e dice, “Tolgo dieci punti da Grifondoro per il
ritardo.” Cerco di nascondere le mie scarpe, ma apparentemente il mio gesto le
rende ancora più ovvie perché guarda in basso e si corregge, “Venti.”
Sono in un
umore pessimo per il resto della mattinata, sia perché sono riuscita a farci
perdere così tanti punti e perché mi sento affamata da morire. Per non
menzionare, ovvio, che sono abbastanza sicura di aver preso un brutto voto al
test di Difesa. Quando arriva finalmente l’ora di pranzo, sono la prima ad
arrivare in Sala Grande ed io ed Amanda ci riempiamo i piatti con più cibo che
mangeremmo normalmente. Non è neanche un pranzo favoloso – panini e insalata di
frutta – ma sono così affamata che non me ne importa.
Sento qualcuno
che mi tira i capelli e so che è James senza neanche girarmi. Tira sempre i miei capelli e io lo odio. “Com’è, Lils?” chiede in modo
insopportabile. Sa che odio essere chiamata Lils quindi lo fa per questo esatto
motivo. Si siede vicino a me e mi ruba un morso del mio panino. Non so perché
non possa prendersene uno suo.
È da solo,
per una volta, e mi chiedo dove siano i suoi amici. Di solito viaggiano in
gruppo e se non è con quei ragazzi, c’è una fila di ragazze che lo seguono
ovunque vada. È piuttosto popolare, mio fratello, ed è abbastanza irritante. Anche
le ragazze del mio anno gli vanno
dietro, e ci tengono sempre a dirmi, “James
è così carino, sei fortunatissima ad averlo come fratello!” come se il
fatto che sia carino lo renda automaticamente un buon fratello. Sì, come no.
E non è
neanche così carino.
“Che vuoi,
James?” chiedo, spostando il mio piatto prima che riesca prendere qualcos’altro
del mio pranzo.
“Non posso
passare un po’ di tempo con la mia sorellina?” chiede con quella che è
chiaramente falsa innocenza.
“No.”
“Cosa è
successo alle tue scarpe?” chiede, dando un’occhiata sotto il tavolo. Cristo, perché
tutti stanno guardando le mie scarpe oggi??
“Sono
riuscita a trovarne solo una, oggi,” rispondo irritata-
“Beh,
quando perderemo la Coppa delle Case, sarà colpa tua. Grazie tante.”
È pieno di
balle. Ride davanti alla mia espressione indignata, prende di nuovo il mio
panino e lo porta via prima che io possa realizzare. Lo guardo andare via e lo
vedo raggiungere e mettere un braccio sopra le spalle di Gemma Patterson. Disgustata,
alzo gli occhi al cielo verso Amanda e prendo un altro panino. I tavoli
iniziano a riempirsi e la Sala Grande diventa sempre più rumorosa. Hugo ci
raggiunge e noi tre iniziamo a pianificare cosa fare quando le lezioni del
pomeriggio sono finire. Non mi ero neanche accorta che la posta fosse arrivata
fino a quando Prawler lancia una lettera nel mio piatto e si appoggia in cima
alla sedia di Hugo in attesa. Cavolo, la mamma non ha sprecato tempo per
rispondermi. Almeno non è una Strillettera, così posso percepire dalla busta. Però,
lancio un’occhiata ad Amanda ed Hugo nervosamente prima di togliere il sigillo
e tirare fuori la lettera.
Oh, meraviglioso. È così brutta che la mamma
l’ha fatta scrivere a papà.
Cara Lily,
io e tua mamma abbiamo ricevuto la tua
lettera e devo dire che sono molto sconcertato da alcune cose che ci hai
scritto. Nessuno di noi ha apprezzato il modo in cui hai insinuato che in
qualche modo tu sia tenuta meno in considerazione, specialmente quando hai così
tante cose in più rispetto a quello che la maggior parte delle persone possono
immaginare. Il tono con cui hai scritto la lettera, insieme alla maleducazione
e alle parole irrispettose, ci hanno fortemente deluso.
Se la tua intenzione era convincerci in
qualche modo che hai bisogno di nuove cose, dovresti sapere che hai fallito
miserabilmente. Non otterrai niente per tanto tempo e devi solo ringraziare te
stessa per ciò. Ti suggerisco di scrivere una lettera di scuse a tua madre dove
spieghi esattamente perché pensi di avere il diritto di scrivere cose di quel
genere. Non sai i sacrifici che sono stati fatti per fare in modo che tu abbia
tutto quello che hai. Non dovresti essere così egoista e sentirti autorizzata
ad aspettare cose e basta.
Spero che quando leggerai questa lettera,
avrai la possibilità di pensare alle cose che hai detto e sentirti in colpa. Hai
fortemente turbato sia tua madre che me, e non riesco nemmeno a dirti quanto io
sia deluso che tu sia apparentemente diventata così egoista. Voglio il meglio
per te e voglio che tu diventi il tipo di persona che gli altri rispettano e da
cui prendono spunto. Hai bisogno di imparare l’umiltà e la riconoscenza. Sarai una
persona migliore, prometto.
Ti voglio bene e spero che tu stia studiando
tanto.
Con amore,
Papà.
Beh,
grazie signor Ho Salvato il Mondo. Bah. Qualche volta odio i miei genitori.
Guardo Hugo
ed Amanda che mi hanno entrambi fissato mentre leggevo la lettera. Senza neanche
disturbarmi di spigare, dico semplicemente, “Dobbiamo trovare la mia scarpa.”
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Nel
prossimo capitolo: scopriamo
James Potter, che passa le sue giornate tra Quidditch e ragazze, e durante i
provini per la squadra di Quidditch, James compirà una decisione che lo metterà
in una brutta posizione con la squadra e con la famiglia.
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