SUR L'OBJECTIF

di bleuaimevert
(/viewuser.php?uid=973939)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Il  vento continua a soffiare imperterrito e nella radura regna il buio
 
Le goccie di pioggia seguitano a cadere incessanti e dal cielo lampeggiano tuoni di ogni genere di forma.
 
E’ un paradosso. Un paradosso perché tre minuti fa mi ritrovavo in classe e ora sono accasciato per terra con la guancia poggiata nel fango.
 
Ma come diavolo sono finito qui?
 
Mi alzo dal terreno ma immediatamente scivolo e cado col sedere.’Ahia’ penso mentre mi aggrappo ad un ceppo scivoloso.Quando finalmente mi ritrovo in piedi,scorgo il faro in cima alla collina che illumina poco o niente il paesaggio e sento i miei capelli appiccicati al volto. ‘Okay,datti forza e raggiungi il faro magari sei al sicuro e trovi un modo per pararti il culo’ incito me stesso ma nemmeno la voce profonda del mio subconscio non riesce a nascondere lo scetticismo.
 
Cerco di avanzare nel breve selciato ma noto che c’è troppo vento.Non sarà mica una tempesta?Inizio a procedere fino ad arrivare in cima alla collina e vengo travolto da angoscia e preoccupazione…..proprio davanti a me,di fronte ai miei occhi si presenta un tornado dalle dimensioni mastodontiche e in questo momento chiaramente(non dovrei dirlo)mi sto cagando in mano perché,ottuso quale sono,pensavo fosse una burrasca violenta. Il tornado si trova nel centro di quella che una volta era la mia città natale e,travolgendo e risucchiando tutto quello a cui va incontro,distrugge ogni cosa. La scuola,la tavola calda,la mia vecchia casa e tutti gli altri edifici,nulla ormai esiste più. In ansia agito le mani cercando aiuto ma non c’è persona che mi riserba risposta. Mi trafigge l’animo pensare che nessuno sia più vivo.
 
Mentre ‘contemplo’ la forza devastatrice del turbine,vedo una barca volare letteralmente in direzione del faro finchè non arriva a colpirlo e causargli una profonda crepa che lo fa dividere a metà. L’estremità di esso cade sopra di me e insieme a questo sopraggiunge il buio.Poi più nulla,nemmeno un soffio di respiro o vento.





Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 1 ***


life is strange2

1

 

-……Alfred Hitchcock chiamava i film ‘piccoli frammenti di tempo’ ma si sarebbe potuto riferire alla fotografia…-

‘porca merda’

I suoni mi apparsero ovattati ma capii di essermi ritrovato di soppiatto in classe. Il professor Cowell continuava a parlare e parlare con la sua voce che oggi(ma che giorno è oggi?)pareva monotona e distaccata. Che non mi si fraintenda:pendo sempre e comunque dalle sue labbra, solamente che lo shock del tornado non ero ancora riuscito a digerirlo(come se si potesse digerire metà faro in un mezzo lasso di tempo).

‘okay,sono in classe e Cowell sta ancora spiegando. Va tutto dannatamente bene.’

-…questi frammenti di tempo possono inquadrarci nella nostra gloria e disperazione…-

Metà classe non stava ascoltando. Solo quel leccaculo di Luke sembrava prestar attenzione a lui e a Alfred Hitchcoso.Una pallina di carta volò davanti ai miei occhi sfiorandomi il naso per giungere sotto la sedia di Niall il biondino.O confidenzialmente Niall Horan,che ultimamente sembrava essere caduto in una depressione adolescenziale oscura. Mi manca la sua aria allegra irlandese.

-…dalla luce alle ombre;dal colore al chiaroscuro…-

Cazzo nessuno lo sta seguendo seriamente. Immagino neanche io dato che in mano tengo il possibile candidato tra le mie foto che potrebbe partecipare al concorso di cui non so né nome né premio. Trattengo un respiro accorgendomi della mia amata Beckie. Beckie,la mia vecchia polaroid.L’afferro indiscreto e premo per sbaglio il pulsante dello scatto.

-….Non c’è bellezza senza sofferenza .Il che spiega perché Frank era la ‘musa fotografica’ di Kerouac e insieme furono tra i grandi autori degli anni ’50…-

Click,seguito dal rumore della foto partorita dagli ingranaggi di Beckie.

-Credo che quello che abbia scattato il signorino Styles cinque minuti fa sia quello che voi ragazzi chiamate ‘selfie’.Una stupida parola per una bellissima tradizione fotografica. Ora voi non siete i primi a poter vantare la ‘selfie-expression’.Scusate. E ‘stato più forte di me.-sogghigna- Già il diciannovesimo secolo possedeva i primi esponenti di quello che si può denominare ‘autoritratto’-

Beccato. Ahimè in pieno. Cerco di appoggiare Beckie nel banco discretamente, in modo da risultare invisibile, ma le risatine soffocate di Calum e Ashton non aiutano al progredire eccellente del mio ‘impeccabile’ piano.

-Ora,Styles,vuoi dirci qual è uno di questi famosi esponenti che nel 1800 fece la storia dei vostri cosiddetti ‘selfie’?-

Sento il sangue defluirmi in tutto il corpo e sono certo di essere diventato rosso come una ragazzina alla sua prima cotta. La mia ‘’’cotta’’’ per Cowell.  Vomito il tornado al solo pensiero di lui e le sue avventure amorose. Bleah.

-D-dice a me?- comportati discretamente Styles,discretamente.

-A chi se no?- ribatte,sfoggiando un sorriso a trentadue denti.

-Ecco l’esponente….del…- Balbetto. Di quale anno?Magari se provo a tirare una data a caso ci becco.

Appena mi accinsi ad aprire la bocca per parlare, venni interrotto da Hemmings, al quale probabilmente si sarebbe potuto diagnosticare la cancrena dato che aveva il braccio alzato da circa mezz’ora. Ma quante attenzioni vuole prendersi?

-Louis Dagherre fu un pittore francese che creò la ‘dagherrotipia’ un processo che donava ai ritratti un effetto riflettente,come uno specchio.-rivolse uno sguardo soddisfatto a Cowell e mi sussurrò un ‘Uno a zero per me Styles’ talmente piano che dovetti ricorrere alle mie capacità di captare i  suoni ultravioletti degli stronzi per capire che io avevo ‘sconfitto’ la battaglia. Wow Luke la mia vita gira proprio su chi Cowell loda di più.

-Molto bene Luke. Preparato come sempre-.

O meglio ‘Molto bene Luke,tu non sei una totale delusione come Harry Styles’. D’altronde Hemmings non aveva fatto un sogno su un tornado distruttore.

Non appena introdusse il processo dagherriano,la campanella suonò e finalmente potei trarre un respiro di apparente sollievo. Apparente poiché dovevo andare a parlare a Cowell della mia non-partecipazione al concorso. Non avrei avuto lo stesso possibilità di vincere. Sono solo un ragazzo incasinato a cui piace fotografare cose totalmente a caso.

Mi diressi dunque verso la cattedra,dove Luke Hemmings e Cowell sembravano immersi nel loro discorso. O meglio Luke cercava di entrare nelle sue grazie e Cowell tentava di mantenere un comportamento professionale.

-P-professor Cowell..?-

Si girò subito verso di me e zittì con una mano Luke.

-Scusi se la disturbo..- Luke aveva scritto in fronte ‘stai disturbando,levati dalle palle’-..ma volevo parlarle del concorso. Volevo dirle che non parteciperò perché non ho ancora trovato una foto adatta. Ma se riuscirò a farne una perlomeno ‘decente’ rivaluterò la mia candidatura.-

Il suo sguardo si incupì ma non chiuse le labbra per porre fine al suo sorrisetto indagatore – E’ un vero peccato Harry. Tu hai un vero dono,non dovresti buttarlo così,devi saperlo condividere con gli altri.E’ questo quello che divide gli artisti dai principianti.-

Mi guardò con fare inquisitore per un tempo che mi parse infinito,per poi rigirarsi e continuare ad ascoltare le ‘idee’ che gli proponeva Hemmings.

‘Finalmente me ne sono liberato. Mi chiedo solo perché sono sempre così impacciato vicino a lui. Sarà perchè sono un fan del suo libro e sono felice di prendere posto alle sue lezioni.’

Mi avviai verso la porta dell’aula e ne varcai la soglia lasciandomi Cowell e Hemmings alle spalle.  Frugai nella mia tracolla per trovarvi dentro le cuffie. Non mi sorpresi quando al posto di due auricolari trovai un garbuglio di cavi. Tutto era all’ordine del giorno.

Quando finalmente conclusi il difficile scioglimento delle cuffie,potei deliziarmi con le dolci note di Breathe. I miei amati Pink Floyd.

Ispezionai per un attimo il corridoio:tanti ragazzi diversi lo occupavano. Era pur sempre una scuola per artisti.

Un foglio però spiccava in una parete anonima. Scorsi la scritta ‘scomparso’ e mi avvicinai per guardare il volto di quella che era la persona in questione. Il volto sembrava olivastro,seppur la stampa in bianco e nero non favoriva l’osservazione dei minimi particolari del viso,e incorniciava due occhi dalle ciglia lunghissime. Il sorriso era dolce ma i suoi occhi parevano essere velati da un velo di tristezza. Erano magnetici e misteriosi. Era un ragazzo bellissimo,avrebbe sicuramente fatto carriera come modello se lo avesse voluto. Lessi il nome,una breve incisione nera nel foglio giallastro.

Zayn Malik’ sussurrai ,sentendo la lingua percorrere le lettere di quel nome così esotico.

C’erano scritti alcuni dati anagrafici: era alto 1.75,aveva gli occhi nocciola,i capelli neri e 19 anni.

‘Scomparso da Arcadia Bay il 22 Aprile 2013. CHIAMATE PER QUALSIASI INFORMAZIONE:chiamare lo  sceriffo di Arcadia Bay (555)388-6020’

Contai mentalmente i mesi passati:circa sette.

‘Poverino. Spero lo ritrovino al più presto. Ora mi dirigo in bagno devo proprio darmi una sciacquata al viso. Questa mattinata è stata abbastanza destabilizzante’.

Scavalcai pertanto le masse di studenti che si erano formate dal recente trillo della campanella e raggiunsi la porta del bagno. La aprii non stupendomi di non trovarvi nessuno all’interno. Avanzai verso il lavandino più vicino e mi spaventai guardando la mia figura allo specchio. Ero pallido e i miei occhi erano rossi. Mi avrebbero sicuramente scambiato per un drogato nullafacente.

Girai la testa e la mia attenzione venne catturata da una farfalla. Era azzurra,talmente azzurra che lì per lì ne rimasi accecato. Giuro di non aver mai visto una farfalla di quel colore in tutta la mia vita.

La seguii mentre tirai fuori Beckie. Si fermò sopra un cestino dietro i bagni,regalandomi il momento perfetto per scattarle una foto.

Click,e voilà il rumore della foto che esce mi regala una scarica di adrenalina.

Sentii dei passi e mi sporsi per guardare a chi appartenevano. Una ragazza alta e bionda,con un completo da cheerleader circospezionava i bagni. Maledetti WC unisex.

-Va tutto bene Taylor…conta fino a 3….tu possiedi questa scuola e se vuoi puoi farla saltare in aria…sei il leader di tutti qui…Quindi cosa vuoi?-

Si rivolse ad un ragazzo che era appena entrato. Più basso di lei e dai capelli tinti di blu.

-Spero tu abbia ispezionato il perimetro. Come direbbe il mio idiotrigno-sorrise mentre apriva con una spinta della mano le porte dei bagni.

-Che cazzo vuoi da me?Non ti avevo detto di andare a fanculo?- digrignò i denti continuando a fissare il suo riflesso nello specchio appannato dal suo respiro affannato.

-Tu hai i soldi mia cara Swift. E a meno che tu non voglia collaborare con me,i tuoi verranno a sapere dei tuoi scambi di droga. A te la scelta mia cara.-La guardò con odio.

La ragazza chiuse gli occhi e iniziò a inspirare e espirare freneticamente. A mio stupore e a quello dell’altro ragazzo,si avventò contro quest’ultimo. In mano una pistola,negli occhi l’ira.

-E-ehi,amica, togli quella pistola. Finirai in guai più seri se premi quel g-grilletto.-

-Non cercare di darmi ordini.Sono stufa delle persone come te,che cercano di monopolizzarmi!-Urlò.

-No!-gridai. Ma era troppo tardi.

Il rumore dello sparo riempì tutta la camera. Il corpo del ragazzo cadde a terra simultaneamente con la pistola. La farfalla volò fuori dalla finestra.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3572571