Black Moon Serenity

di MimiMoonCosplay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nemesis - Rapimento ***
Capitolo 2: *** Nemesis - Coercizione ***
Capitolo 3: *** La Regina Nera ***



Capitolo 1
*** Nemesis - Rapimento ***


Nemesis - Rapimento

Lo sguardo magnetico di Diamond mi stava ipnotizzando.
Ero paralizzata, inerme di fronte a lui.
La voce di Marta sembrava così distante eppure era li, accanto a me. Allungando una mano avrei potuto benissimo toccarla.
Si, se solo avessi potuto.
<< Non guardarlo negli occhi Sailor Moon >>
Troppo tardi.
Anche la voce di Marzio sembrava lontana, come un’eco che andava sbiadendosi.
“Sailor Moon”, “Sailor Moon”, tutti gridavano “Sailor Moon”, tutti chiamavano il mio nome con tono urgente ma a me importava solo di quei due occhi vitrei e freddi color ametista.
Le mani del principe Diamond si strinsero intorno alla mia vita, cingendomi i fianchi. Sentii le sue dita premere con fare possessivo sulle mie cosce mentre mi prendeva in braccio e le mie forze venivano meno.
Sognai.
Per un po’ non pensai a Diamond, a quello che era appena successo, a Chibiusa, a Luna, alle mie amiche, ad Artemis, a Sailor Pluto, al Re Endymion … a Milord.
La mia mente fu sopraffatta da un incubo. Marzio stava sorridendo fra le braccia di un’altra. Lei aveva uno sguardo stranamente familiare, sembrava quasi di guardarsi in uno specchio distorto, come se … come se quella fosse mia figlia. Chibiusa? No, non aveva senso, quella seducente donna non poteva essere Chibiusa.
Il sogno zoommò sui loro volti, sullo sguardo di quella donna. Non c’era alcun dubbio. Era Chibiusa.
Mi guardò bruscamente, come se volesse sfidarmi e al tempo stesso dirmi che aveva già vinto. Un sorriso malizioso, quasi contorto, si dipinse sulle sue labbra mentre lei e Marzio correvano via da me. Lasciandomi sola nel buio più totale, nel rimbombante silenzio.
Quando mi svegliai, di soprassalto, non ebbi il tempo di cercare un senso a quel sogno perché dovevo fare i conti con la realtà che mi circondava: Diamond mi aveva rapita.
La testa mi faceva così male da sentirmi intontita ma, almeno, riuscivo di nuovo a muovermi. Mi misi a sedere e mi guardai attorno. Non capito dove mi trovassi.
Le lenzuola di seta bianca scivolavano piacevolmente a contatto con la medesima stoffa che andava a comporre il mio vestito … vestito? Chi mi aveva messo addosso quell’abito?
Raggelai.
La trasformazione si era ovviamente sciolta quando avevo perso i sensi ma prima di trasformarmi avevo addosso il vestitino a pois che mi aveva regalato la mamma, non di certo quello sfarzoso e regale abito di seta bianca. Voleva forse dire che era stato Diamond a mettermelo? Un altro uomo mi aveva spogliata, toccata e guardata mentre giacevo nuda sul suo letto?
Mi sentii sporca.
Violata.
Arrabbiata.
Spaventata.
Sola. Sola come non lo ero mai stata prima.
Scesi dal letto davanti al quale si stagliava un pilastro con in cima un ologramma che raffigurava … me. O meglio la Neo Regina Serenity che altri non era che la me stessa del futuro. Quella situazione si stava facendo via via sempre più inquietante e opprimente. Volevo andarmene << dove sei Marzio? >> dov’era il mio prode Milord? Eppure era sempre venuto a salvarmi, perché non stava venendo da me? Mi aveva già dimenticata, ammaliato dallo charme di Chibiusa?
<< Questo ologramma è di tuo gradimento? Ti do il benvenuto nel castello della Luna Nera, sul pianeta Nemesis, cara Sailor Moon anzi … Regina Serenity, ti si addice di più >>
Diamond mi guardava da dietro una colonna, in quella penombra non mi ero accorta che fosse li.
Non riuscii a parlare. Le parole mi morivano in gola e faticavo a deglutire, non c’entravano paralisi e ipnosi stavolta. Ero totalmente in preda all’ansia e al panico. Quell’uomo si avvicinava a me, mi avrebbe toccata di nuovo e io non avrei potuto fare niente per impedirglielo. Nessuno sarebbe arrivato a salvarmi, e come avrebbero potuto? Mi aveva portata su un altro pianeta.
<< Accomodati, parliamo un po’ >> mi disse senza darmi troppe opzioni. I suoi poteri tornarono a far presa sul mio corpo e, senza che avessi il tempo di reagire, mi ritrovai seduta sulla poltrona che divideva il letto dall’altarino dedicato alla Regina.
Lo guardai con astio, ero schifata da quell’uomo, dalla sua malata perversione di cui ero la protagonista. Ma lui continuava a fissarmi sognante, perdendosi e beandosi nel mio sguardo, a detta sua forte e deciso che sembrava ottenere unicamente il risultato di farlo eccitare ancora di più.
Mi parlò di come erano entrati in possesso dei loro poteri grazie al Vecchio Saggio e al Cristallo Corvino, di come avevano distrutto prima Crystal Tokyo e poi l’intero pianeta ma non erano soddisfatti. Lui e il suo clan di psicopatici assassini volevano creare una nuova linea temporale in cui loro avrebbero comandato e non io ed Endymion o meglio … non io con Endymion.
L’idea gliel’aveva data Chibiusa. Perché rubare il Cristallo D’argento e ottenere come conseguenza la distruzione del mondo non era sufficiente per quella piccola peste. I viaggi nel tempo non erano di certo alla portata di tutti prima ma, con Chibiusa che aveva dato il via libera, non erano più un problema ma quello che più mi spaventò fu il modo in cui parlò della futura me.
Quella malsana ammirazione che provava nei confronti di Serenity mi fece temere il peggio: << guardami ancora con quegli occhi, gli occhi della Regina Serenity, splendida come il suo pianeta >>
Mi sentii sollevare dalla poltrona dal potere nero mentre il suo braccio scivolava viscidamente dietro la mia schiena.
Strinse la presa. Sentivo i suoi fianchi premere contro i miei. Non riuscivo a guardare altrove, i suoi due ametisti mi stavano sopraffacendo nuovamente mentre le sue labbra si facevano sempre più vicine alle mie.
Le sue dita s’infilarono tra i miei capelli. Ogni suo tocco era così delicato e lento, in perfetto contrasto con quella situazione. Stava assaporando quel momento, non c’era dubbio, doveva desiderarlo da così tanto tempo.
Il cuore sembrava volermi esplodere nel petto e credo che non sarei riuscita a muovermi in ogni caso, anche senza l’ausilio dell’ipnosi.
Ero pietrificata e non riuscivo a pensare ad altro che a Marzio. Le mie labbra stavano per essere baciate da un altro che non era lui, lo avrei tradito. Come mi avrebbe guardata dopo? Era quello il senso del mio sogno? Era forse un sogno premonitore che mi avvisava che Marzio sarebbe rimasto disgustato da me a tal punto da abbandonarmi e scegliere di stare con Chibiusa?
Ogni pensiero svanì nel momento in cui le labbra di Diamond si schiusero sulle mie.
La mia mente si svuotò e sentii il mio cuore infrangersi come vetro al suolo.
La mia bocca era appena stata violata da quella di un uomo che non era Marzio e io, nonostante i miei poteri, non ero riuscita a oppormi in alcun modo. Che razza di Regina sarei potuta essere? Che razza di moglie sarei potuta essere per il mio Marzio? Con il cuore colmo di disperazione trovai finalmente la forza di ribellarmi a quel potere ( o forse era stato semplicemente lui ad annullare quell’incantesimo perché ormai aveva ottenuto ciò che voleva ).
<< Potere del Cristallo di Luna, Vieni a me >>
Provai a trasformarmi ma fu inutile.
<< Questo pianeta è impregnato del potere del Cristallo Corvino, e ogni altro potere viene assorbito e annullato >> Un altro uomo si era addentrato in quella stanza. Portava lo stesso simbolo di Diamond, una luna nera calante, sulla fronte e abiti regali, seppur meno sfarzosi di quelli del Principe. Dietro di lui un terzo uomo dai capelli rossi e con il medesimo marchio ridacchiava compiaciuto: << Ti conviene adattarti a questo palazzo >>.
Uscirono dalla stanza ridendo, tutti e tre e io rimasi nuovamente sola con la mia disperazione.
Mi accasciai sul letto, le lacrime mi rigavano copiosamente il viso e i miei singhiozzi riecheggiavano in un’eco assordante in quell’enorme stanza vuota: << Marzio, amiche mie … dove siete? Ho paura >> come avrei fatto a guardarli negli occhi dopo quello che mi era successo? Le mie amiche contavano su di me e io invece non riuscivo a proteggere neppure me stessa e … Marzio … mi avrebbe rimproverata bruscamente come al solito: << sei sempre la solita, capace solo di piagnucolare >> non mi avrebbe nemmeno rivolto lo sguardo dopo quello che mi era successo. Perché avrebbe dovuto poi, visto che ormai aveva una donna stupenda come Chibiusa al suo fianco. Avrei fatto meglio a morire li, in quel palazzo. Sarebbero stati tutti meglio senza di me. Era sempre colpa mia se finivano nei guai, giusto? Era sempre per salvare me che correvano mille pericoli perciò … era meglio per tutti che io sparissi. Iniziavo a convincermene.
Stanca e distrutta dal pianto finii per addormentarmi e ripresi a sognare.
Sognai mia madre, la Regina Selene, stavolta: << il potere del Cristallo d’Argento deriva dal tuo cuore piccola mia >> mi parlava dolcemente, con quel calore che solo una madre può trasmetterti. Ero felice che qualcuno si preoccupasse per me ma: << il mio cuore è in pezzi ormai >> la Regina mi guardò, nei suoi occhi vidi un alone di tristezza e delusione poco prima di svanire.
Il sogno finì e, una volta sveglia, provai ad alzarmi.

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Capitolo 2
*** Nemesis - Coercizione ***


Nemesis - Coercizione

Ero debole e mi reggevo a stento in piedi: <<deve essere per colpa del Cristallo Corvino >> appoggiata alla parete mi trascinai fuori dalla stanza fino a metà di un lunghissimo corridoio lastricato di bellissimo marmo. Sul lato della parete a cui ero appoggiata si stagliava un arco immenso con i contorni decorati ad arte e due imponenti colonne ai lati, i due immensi portoni semi aperti. Si sentivano distintamente due voci discutere all’interno della stanza ma la testa iniziò a girarmi, mi si oscurò la vista e tapparono le orecchie. Non riuscii a capire nulla di ciò che dicevano e pochi istanti dopo caddi a terra rischiando di perdere nuovamente i sensi. Riuscii a rimanere abbastanza vigile da capire cosa mi accadeva nelle immediate vicinanze e sentii chiaramente la voce di Diamond dirmi qualcosa, anche se non capii cosa. Mi prese in braccio sollevandomi da terra e mi portò in un’altra stanza, più arieggiata, dove iniziai a riprendermi lentamente.
Quando riaprii gli occhi mi resi conto di essere fuori dal palazzo di Diamond, sotto una specie di porticato, seduta su di una panchina di marmo con il Principe acconto e i suoi occhi incollati addosso: << libera le mie amiche, non ti servono più ora che hai me >> bisbigliai con un filo di voce, la poca che mi rimaneva. Diamond, subito dopo, mi colse di sorpresa stringendomi a sé. Avrei voluto scansarlo, spingerlo via ma non ne ebbi la forza. Cinse le mie spalle con le braccia e mi strinse al suo petto accarezzandomi i capelli. Sentivo il suo cuore battere: << sei sola, non è vero? Proprio come me. Ti ho osservata per così tanto tempo, sei circondata da tante persone ma loro non ti capiscono come ti capisco io, Serenity >> quelle parole cosa significavano? Ero confusa, non sapevo cosa fosse giusto provare in quel momento. Avrei dovuto sentirmi arrabbiata, furiosa forse e invece crebbe in me un’inaspettata curiosità. Appoggiai le mani al suo petto sollevando il viso per guardare il suo. Con occhi interrogatori lo pregavo di continuare, volevo capire il senso di quelle parole: << Serenity tu non sarai mai felice con un uomo che non ti capisce, che non ti apprezza. Ti piace farti trattare come una ragazzina capace solo di piangere? >> sul mio volto si dipinse un’espressione scioccata. Come faceva a sapere esattamente ciò che provavo? Per quanto tempo mi aveva osservata?
<< Non si è lasciato incantare da altre donne più di una volta ormai? Non ti sei mai chiesta il motivo? Forse non ti ama affatto, sta con te per convenienza. Usciva persino con una delle tue migliori amiche prima di sapere che sei destinata a regnare sull’intero pianeta >>.
Pensavo che niente mi avrebbe fatto più male di quanto non ne avessi subito fino a quel punto ma mi sbagliavo. Mi strinsi le mani al petto abbassando lo sguardo ricolmo di lacrime. Le parole di Diamond ferivano più di mille spade, persino più del bacio che mi aveva rubato: << fa male perché è la verità, e lo sai anche tu >>.
Si.
Faceva così male proprio perché era vero ma non avevo mai voluto ammetterlo, fino a quel momento. Non ne avevo il coraggio. Tutto il mio mondo andò letteralmente in frantumi, tutto ciò in cui avevo creduto e sperato lo vidi scivolarmi via dalle dita in una frazione di secondo. Diamond aveva studiato con ossessione ogni minimo dettaglio della vita di Serenity, della mia vita fin li e nel futuro, dando importanza anche a dettagli che io non avevo notato. O che non avevo voluto notare.
Le lacrime iniziarono di nuovo a sgorgare copiosamente dai miei occhi e mi portai le mani al viso. Mi vergognavo, non volevo che Diamond mi vedesse così debole e patetica anche se non so spiegarmi per quale motivo. In fin dei conti cosa me ne sarebbe dovuto importare della sua opinione?
<< Non ti devi vergognare, l’importante è che questa volta lo hai capito in tempo >> mi strinse di nuovo e la sua mano destra spostò la mia. Sfiorandomi delicatamente una guancia mi asciugò le lacrime. Non opposi resistenza questa volta. Per quanto ossessivo e malsano potesse essere, forse il suo amore era più vero di quello di Marzio. Ero confusa. L’unica cosa a cui riuscivo a pensare in maniera piuttosto lucida erano le mie amiche, volevo che si salvassero, che potessero vivere felici e tranquille senza più l’obbligo di occuparsi di me: << Amy, Rea, Morea, Marta … >> bisbigliai con la voce strozzata dal pianto.
<< Ti porterò da loro se può farti stare meglio >>.
Alzai di nuovo lo sguardo verso di lui. L’uomo che mi aveva tolto ogni speranza si stava forse rivelando l’unico in grado di capirmi?
Incatenò i miei occhi nei suoi, senza dover ricorrere all’ipnosi. Era tutto così assurdo, stavo davvero provando gratitudine nei confronti del mio aguzzino?
Ero così stanca di dover essere forte e soffrire per gli altri, finalmente qualcuno mi stava dando la possibilità di evitare quel dolore e lasciare che qualcun altro si facesse carico dei miei problemi. Era una tale liberazione.
La pressione esercitata dalla mano di Diamond dietro la mia nuca aumentò. Spinse il mio viso più vicino al suo e sollevò il mio corpo facendomi sedere sulle sue gambe per poi baciarmi ancora. Con meno violenza, con più trasporto e lo lasciai fare. Non perché lo volessi, più che altro non avevo più voglia o motivi per oppormi.
Il bacio s’interruppe lentamente e la fronte di Diamond sfiorò la mia. Restò così qualche istante, a separarci solo un respiro. Un respiro che odorava di uva dolce e fiori opulenti, doveva essere un qualche vino pregiato. Chissà di che sapevano i miei respiri, probabilmente erano salati come le mie lacrime: << prima devi fare una cosa per me. E’ necessario per la tua salute se vuoi rimanere qui >> la faceva sembrare una mia scelta, come se avessi alternative.
Annuii afferrando la sua mano mentre si alzava. Mi aiutò ad alzarmi, ero sempre più debole: << mi gira la testa >> la vista mi si offuscò ancora una volta ma cercai di resistere.
Camminai al suo fianco, reggendomi al suo braccio, fino ad arrivare a un’enorme atrio al centro del quale si ergeva la fonte del potere della Luna Nera: il Cristallo Corvino. Di fronte ad esso un uomo incappucciato stava seduto a leggere una sfera di cristallo: << e così ci sei riuscito, Principe Diamond. La futura Regina Serenity è nelle tue mani come hai sempre sognato >> la voce di quel uomo risuonava nella stanza, aveva un ché di maligno e istintivamente, come una bambina impaurita, feci un passo indietro e strinsi fra le mani la stoffa del mantello di Diamond.
<< Vi sbagliate Grande Saggio, Serenity è rimasta di sua volontà. Non è nelle mie mani, così la fate sentire una prigioniera >> guardò in basso incrociando il mio sguardo con fare rassicurante: << vorrei che aiutaste la nostra ospite a stare meglio, il Cristallo Corvino la sta consumando >>.
Un brivido di terrore scosse il mio intero corpo. Avrei dovuto decidere subito del mio destino, dovevo scegliere li, in quel posto e in quell’istante se restare la fedele Principessa del Regno Argentato, se tornare a combattere accanto a un uomo incapace di dimostrarmi affetto e guardare le mie amiche correre mille pericoli o … cedere alle lusinghe della Luna Nera. Le mie amiche sarebbero state libere da ogni obbligo e io forse, con il tempo, avrei imparato ad amare il Principe Diamond. Avremmo regnato insieme, non sarebbe cambiato molto. No?
<< Sei pronta Sailor Moon a rinunciare ai tuoi poteri di guerriera per ottenere quelli del Cristallo Corvino ed entrare a far parte della famiglia della Luna Nera? Sarai una splendida Regina al fianco di Diamond >> guardavo gli occhi del Principe cercando una risposta che potesse eliminare ogni mio dubbio e preoccupazione. Sembravano pieni di speranze e aspettative.
Mentre il Grande Saggio parlava erano entrati i due uomini che avevo incontrato al mio risveglio nel palazzo. Si stavano … inchinando a me? Quello dai capelli blu parlò per primo: << siamo pronti ad accoglierti come nostra sorella e Regina, Serenity. Mi chiamo Zaffiro e sono il fratello del Principe Diamond >> - << speriamo accetterai. Lascia che ti presenti la tua nuova famiglia: io sono Ruben, capo delle Sorelle Persecutrici che hai già avuto modo di conoscere >> davanti a lui si materializzarono, inchinate al mio cospetto, Chermesite, Pezzite, Calaverite e Berthierite ma solo la maggiore, Pezzite, parlò: << speriamo che le nostre passate vicissitudini non influiscano negativamente sulla vostra scelta, futura Regina >> si rivolgevano tutti a me come se fosse già stato deciso, come se sapessero che non avrei rifiutato. Forse era solo una trappola per indurmi a scegliere di stare con loro ma anche se lo fosse stata devo ammettere che stava funzionando. Mi sentivo così desiderata, tutte quelle attenzioni e premure erano per me e se avessi accettato le avrei avute sempre.
Feci un passo avanti e la mia mano si protese da sola: << ti prego Bunny, non andare >> la voce di Luna risuonò nella mie mente così forte che mi ritrovai a guardare in basso per vedere se fosse davvero li: << Luna? >> scossi la testa sotto gli occhi preoccupati di tutti i presenti: << tutto bene, Serenity? Porteremo qui anche la tua gatta se vorrai, tranquilla >> quelle parole mi riempirono il cuore di speranza. Vedevo già dipinta una scena perfetta davanti ai miei occhi. Forse ero troppo ingenua ma ormai le mie dita stavano sfiorando quelle del Grande Saggio: << Ruben, dov’è Esmeralda? >> la voce del Principe sembrava turbata, qualcuno mancava all’appello?
<< Quella sciocca non ha voluto ascoltami. Mi ha chiesto più potere per provarti che sarebbe stata in grado di sconfiggere le Guerriere Sailor da sola >> mi voltai di scatto verso Diamond, se Esmeralda era andata da sola al palazzo di Crystal Tokyo erano in pericolo sia lei che le mie amiche. Dovevo fare qualcosa: << Diamond, ti prego fermala prima che sia tardi. Non voglio che nessun’altro soffra a causa mia. Andate, io vi raggiungo appena il Grande Saggio mi avrà donato il marchio della Luna Nera >> la mano del Saggio si strinse sulla mia fino a farmi male e un sogghigno malevolo si dipinse sul suo volto scheletrico. Feci appena in tempo a vedere tutti quanti smaterializzarsi poi più niente.
Ero circondata da un freddo  bozzolo di oscurità. C’era un silenzio assordante e nessun dolore la dentro. La voce del Grande Saggio iniziò a riecheggiare lontana, cercava di apparire rassicurante: << povera piccola coniglietta, prima del Principe Diamond nessuno ti amava. Eri tutta sola >> è vero. Nessuno mi amava, la mamma e il papà non facevano che sgridarmi anche quando mi impegnavo duramente. Sam mi trattava sempre male e mi dava la colpa di tutto. Per le mie amiche sono sempre stata un peso e Luna non faceva che ricordarmelo e Marzio … ha sempre preferito Rea a me ed entrambi erano solo capaci di prendermi in giro e umiliarmi: << nessuno mi ama … nessuno mi amerà mai se resto la solita Bunny, piagnucolona e buona a nulla. Nessuno >> la risata del Saggio risuonò di nuovo in quel silenzio mentre le tenebre si stringevano su di me. Sentii il Potere Nero avvolgermi fin dentro l’anima, sempre più in profondità finchè non arrivò al Cristallo D’argento. Si aprì come un fiore davanti a me e la voce di Selene mi parlò un’ultima volta: << ormai le tenebre hanno infettato il tuo cuore, non c’è più niente che io possa fare per salvarti. Figlia mia, perdonami se non ho saputo proteggerti >> le tenebre penetrarono il Cristallo D’argento colorandolo di una fumosa sfumatura violacea per poi svanire dentro il mio corpo.

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Capitolo 3
*** La Regina Nera ***


La Regina Nera

Esmeralda era troppo forte per noi, senza Sailor Moon rischiavamo di non farcela: << dove sei finita Bunny? Perché non posso salvarti anche questa volta? >>.
<< Milord, stai indietro. Pressione prorompente del fulmine, azione! >>.
Era tutto inutile, ogni attacco delle Guerriere ci veniva rispedito contro e ormai eravamo stremati: << è la sua corona ad emanare lo scuso, dobbiamo colpirla da dietro >> Sailor Mercury sembrava aver trovato il suo punto debole ma in soccorso di Esmeralda arrivarono i restanti membri della Luna Nera. Era la fine. Se non fosse arrivata Sailor Moon … guardai Diamond, se lui era li dove teneva prigioniera Bunny?
Strinsi Chibiusa fra le braccia avvolgendola con il mantello. Sembrava strana, i suoi occhi e i suoi capelli stavano lentamente sbiadendo quando un rumore di tacchi rimbombò nel palazzo lasciandoci tutti con il fiato sospeso. Doveva essere sicuramente Sailor Moon e allora perché sul viso di Diamond si dipinse un sorriso divertito?
<< Scusate se ci ho messo così tanto, prima mi sono voluta liberare del Grande Saggio … >> la voce di quella donna era così familiare ma non riuscivo a riconoscerla così in penombra. La sua acconciatura però era indistinguibile: << Quel viscido individuo mirava solo a distruggere ogni cosa, avrebbe rovinato tutto >> non riuscivo a capire di cosa stesse parlando ma quella testolina buffa … era sicuramente lei: << Bunny! >> le guerriere Sailor mi seguirono in coro con la voce piena di gioia nel rivederla sana e salva: << Sailor Moon! >>.
Bunny iniziò a ridere avvicinandosi al Principe Diamond. L’euforia lasciò il posto alla confusione, non capivo. Era lei, potevo vederla chiaramente a quel punto ma non indossava né la divisa da guerriera né l’abito da principessa. Le sue forme erano più accentuate, strette in un corsetto di seta nera che riportava gli stessi decori dorati del vestito di Serenity. Un lungo strascico corvino le scendeva lungo i fianchi e un vistoso spacco le lasciava scoperta una gamba: << Sailor Moon non esiste più! Quella sciocca piagnucolona buona a nulla fa parte del passato. Io sono la Regina Nera >>.
Sulla sua fronte la mezza luna si era capovolta e dipinta di nero. No, non poteva essere vero. Il potere del Cristallo d’Argento era più forte, avrebbe dovuto proteggerla. Perché il potere nero l’aveva infettata? Perché non si era fatta forza per una volta? << Perché se non corro ad aiutarti finisci sempre nei guai? >> ero frustrato perché non ero riuscito a salvarla e finii per rimproverarla senza pensarci, non era quella la mia intenzione. Una scarica di potere nero mi colpì scagliandomi a qualche metro di distanza. Le guerriere stavano per frapporsi fra me e lei ma Diamond e i suoi seguaci le fermarono. Il Principe vestito di bianco le immobilizzò come aveva fatto in precedenza con Sailor Moon mentre il suo entourage le circondava.
Guardai Bunny camminare verso di me, era stata lei a colpirmi: << oh ma è proprio per questo che sono diventata la Regina Nera caro Marzio, per dimostrarti che non ho alcun bisogno di te >> il suo piede pestò violentemente il carillon a forma di stella che mi aveva regalato Serenity nella nostra vita precedente. Doveva essermi scivolato dalla tasca quando mi aveva sbalzato via. Il vetro del quadrante si ruppe ma lei continuò a fare pressione finchè non smise di suonare. Fu come se in quel momento, sotto il suo piede, ci fosse il mio cuore che smetteva a poco poco di battere.
A quel punto la voce di Chibiusa esordì in un acutissimo: << Mamma! >>.
Per fortuna Chibiusa stava ancora bene, avevamo qualche speranza di farla tornare come prima e chi meglio di nostra figlia poteva guarirla dal potere del Cristallo Corvino?
<< Piccola mia! Sono così felice di vedere che stai bene >> Chibiusa l’abbracciò e la Regina Nera si chinò per fare altrettanto ma più le guardavo più capivo che c’era qualcosa che non andava. I capelli di Chibiusa erano di un pallido oro rosa e i suoi occhi da rossi erano diventati di un profondo color indaco. Quando vidi il marchio della Luna Nera sulla sua fronte capii. Quella non era più Chibiusa: << la mia piccola Lady Nera >> Diamond arrivò a completare quel quadretto famigliare e, dopo averle abbracciate entrambe, la Lady Nera assunse il suo aspetto definitivo. Crebbe sotto i miei occhi impotenti, avvolta in un bozzolo di pulsante oscurità: << sono proprio io papà, la figlia che tu e la Regina Nera avrete in futuro. La Lady Nera e ora che la famiglia è al completo possiamo sbarazzarci di questi inutili intralci e portare a termine il tuo piano >>.
Mi sembrava tutto così assurdo.
Le guerriere Sailor imploravano disperate Sailor Moon di tornare in sé, Luna piangeva disperata e io non avevo nemmeno più la forza di alzarmi da terra: << Bunny, se sei ancora li da qualche parte, trova la forza di opporti. Torna in te, ti prego >>.
Si avvicinò di nuovo a me e si chinò a guardarmi. Il suo viso, a pochi centimetri dal mio, sembrava lo stesso di sempre eppure così diverso in un modo che non so nemmeno spiegare: << ma non lo vedi? Io l’ho già trovata la forza di oppormi. Di oppormi a un uomo che non sa dirmi che mi ama nemmeno in un momento simile, di oppormi a un destino di sofferenza e indifferenza >> allontanandosi mi colpì ancora e ancora e ancora. Il mio corpo stava per cedere e la vista a tratti mi abbandonava ma potevo sopportarne ancora se serviva a farle capire che l’amavo davvero: << amore mio poni fine alle sue sofferenze, a questo punto non ha più senso infierire >> Diamond fingeva pietà nei miei confronti mentre stringeva la mia Bunny fra le sue viscide braccia: << non … toc…non toccarla >> con l’ultimo flebile respiro cercai di oppormi ma l’ultima cosa che vidi furono le labbra di Bunny, della Regina Nera anzi, baciare quelle di Diamond prima che un’enorme scheggia di cristallo corvino si conficcasse nel mio petto.

 
<< Uffa, ma io volevo divertirmi un altro po’. Dopo tutto quello che mi ha fatto passare >> ero leggermente dispiaciuta che il mio adorato Diamond avesse inferto il colpo di grazia a Milord ma aveva ragione, era ora di smetterla di giocare.
<< Sailor Moon, se non possiamo farti tornare come prima sappi che ci batteremo contro di te per il bene della Terra >> a quella piccola impertinente di Sailor Mars era sempre piaciuto pavoneggiarsi, non aspettava altro che prendere il mio posto come leader delle guerriere Sailor … patetica. Le piacevano i miei avanzi evidentemente: << e come pensi di fare, sentiamo? Senza la sua Regina la Terra è spacciata, sciocca invidiosa >> per fortuna delle altre potevo fidarmi: << non possiamo combattere contro di lei, è la nostra Bunny >> - << deve pur esserci un altro modo >> Marta e Morea, dolci e premurose come sempre, mi diedero l’idea per eliminare ogni loro dubbio. Saremmo rimaste insieme, nonostante tutto.
Mi avvicinai a Rea, moriva dalla voglia di colpirmi glielo leggevo negli occhi, era così penosa mentre cercava di ribellarsi al potere di Diamond per mettersi in posa per lanciare il suo attacco migliore. Era l’ultima volta che mi guardava con quel fare superiore. Strinsi il suo mento ferendola con le unghie mentre evocavo il mio nuovissimo scettro: << Potere del Cristallo d’Ombra Lunare, vieni a me >> anche il nuovissimo cristallo, nato dall’unione del Cristallo d’Argento e del Cristallo Corvino, si palesò innanzi a me in tutto il suo splendore e, posizionandosi in cima al Black Moon Rod, propagò il suo potere fino a investire le guerriere Sailor, Luna, Artemis e la piccola Daiana.
Sotto gli occhi compiaciuti della mia nuova famiglia le guerriere Sailor tinsero di nero i simboli sulle loro fronti. Le loro divise fecero altrettanto, scambiando quel bianco insignificante con un ben più elegante nero pur mantenendone i colori distintivi dei loro pianeti. Anch’essi, in cielo, iniziarono a risplendere di una nuova luce nera ma uno continuava a resistermi: << cara Sailor Mars, finirai anche tu per piegarti al mio volere >> sfiorai una guancia a Rea, scostandole i capelli dal viso e a quel punto l’ebbi in pugno. Anche la guerriera protetta da Marte venne pervasa dal potere del Moon Shadow Crystal e, finalmente, non sarei più stata sola o tradita.
Le nuove Guerriere Nere si inchinarono a me, tutte, Sailor Black Mars compresa.
<< Sailor Black Pluto … ora puoi gentilmente far tornare tutti nel ventesimo secolo, io resterò qui a godermi il nuovo futuro. Ci rivedremo presto >>. Accarezzai dolcemente la mia bambina ormai cresciuta, sentivo già la sua mancanza nonostante sapessi che nel nostro tempo l’avrei stretta a me molto presto. Annuii dolcemente stringendo la mano di Diamond: << renderemo questo mondo meraviglioso amore mio >> chiusi gli occhi per un breve istante perdendomi nel bacio del mio futuro Re e, quando li riaprii mi ritrovai nel parco della mia città. Ancora avvolta nel caldo abbraccio di Diamond ebbi la certezza che niente mi avrebbe più ferita.
Finalmente era tutto perfetto. Avevo accanto un uomo che mi amava perdutamente, l’immagine della nostra futura figlia impressa nella mente, le mie più care amiche e una schiera di nuovi amici e famigliari e potevo prendermi cura di ognuno di loro: << non dovete più correre a salvarmi finalmente >> sussurrai a Luna grattandole la piccola luna nera sulla sua fronte mentre il Moon Shadow Crystal iniziava a espandersi per tutta la città.

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