Hetalia On Ice.

di xunevenpair
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** { Are you sure?~ } ***
Capitolo 2: *** { Viktor Nikiforov who? } ***
Capitolo 3: *** { I regret nothing! } ***



Capitolo 1
*** { Are you sure?~ } ***


#RoChu


«Coraggio, Yao! È divertente~» esclama Russia, cercando di tirare la nazione cinese verso il ghiaccio, che in questo momento è arpionata alla ringhiera nel vano tentativo di sfuggire alla presa del russo.
Perché il russo in questione l'ha trascinato, con l'inganno, a pattinare.
Infatti quando sono arrivati, Yao aveva chiesto dove fossero i peluche di Hello Kitty sua grande debolezza e per poco non moriva d'infarto nel vedere tutto quel ghiaccio al posto di quel gattino adorabile che tanto desiderava.
«No! Ivan! Puoi scordartelo! Sono troppo vecchio per fare queste cose!» alza la voce Cina, riuscendo a liberarsi, per miracolo, dalla stretta della nazione russa e aggrapparsi con tutte le sue forza alla ringhiera, unica ancora di salvezza di Wang Yao in questo momento.
Ivan sembra arrendersi, abbandonando ogni tentativo di trascinare la nazione con sé, e se ne va a pattinare tranquillamente, deciso a godersi la sorpresa che aveva riservato per Cina.
Yao sospira sollevato, passandosi una mano sul volto, mentre si chiede anche solo come Russia abbia pensato di portarlo a pattinare.
Insomma, Wang Yao è una delle nazioni più vecchie, ha 4000 anni e la vecchiaia comincia a farsi sentire anche se non l'ammetterà mai e poi mai davanti ad altre persone ad eccezione dei suoi fratelli e di quel gigante di Ivan, se avesse provato a pattinare sarebbe caduto a terra sicuramente.
Anche perché non sa pattinare, quindi è ancora peggio per lui.
Cina avanza lentamente verso l'uscita, o meglio, striscia verso la libertà sperando che nessuno se ne accorga, e quando finalmente si ritrova a pochi passi dal terreno solido e per niente scivoloso, ovviamente qualcosa doveva andare storto, no?
«Yaooo~» esclama Ivan, ponendosi davanti la nazione cinese, facendola bloccare sul posto. “Maledizione,” impreca mentalmente la nazione, “in fretta, devo pensare in fretta. Non puoi lasciare che lui vinca.” Continua mentalmente il cinese, indietreggiando leggermente e rischiando di volere a terra.
«Andiamo, Yao. Ti aiuto io! Sono bravo~» dice Russia, avanzando tranquillamente verso il ragazzo e stringendogli le mani, beccandosi anche delle occhiatacce da parte della nazione più grande.
«Ti sbagli, levati. Non so pattinare.» borbotta il cinese, evitando di guardare Russia, indietreggiando ancora.
«Appunto per questo ci sono io! Ti tengo per mano, tranquillo~»
«Ho una dignità.»
«E io ho l'abilità di pattinare~», Yao lo guarda male, maledicendo quel ragazzo che in questo momento sta sorridendo in modo innocente e tipicamente infantile.
Odia ammetterlo, ma Russia ha ragione. Quel giovanotto è sicuramente più esperto di lui quando si tratta di ghiaccio o comunque del freddo in generale, mentre Yao si considera fortunato se in questo momento riesce a reggersi in piedi anche se per questo deve ringraziare la sua fidata ringhiera.
 «Posso farcela benissimo da solo, aru. Non ho bisogno del tuo aiuto, Ivan.» dice solennemente il cinese, lasciando andare Ivan e posandosi le mani sui fianchi.
All’inizio Cina sorride fiero, perché sta dimostrando a Russia che è benissimo in grado di stare in piedi anche senza aver bisogno di un appoggio. Sorriso che si affievolisce col passare dei secondi, esatto non minuti ma secondi, e Yao deve aggrapparsi al cappotto del russo per non cadere a terra e fare brutta figura o almeno non farla davanti a tutti, insomma.
Ivan ridacchia, divertito dalla situazione piuttosto esilarante, e posa entrambe le mani sulle spalle della nazione più vecchia di lui.
«Allora? Sicuro di non volere una mano?~», chiede Ivan, con una tale innocenza che a Yao da particolarmente fastidio, soprattutto in un momento come questo.
Ma deve farlo, per il suo bene fisico soprattutto della sua schiena e per evitare che qualcuno li dentro lo prendi in giro anche se ne avrebbero ogni motivo per farlo.
«E va bene, ma giuro che mi vendicherò in onore della dignità che sto perdendo a causa tua, aru.» e con queste parole, Yao decide di lasciarsi aiutare dal russo, desiderando incredibilmente di sparire dalla faccia della Terra il più presto possibile in questo momento.







Guten abend a tutti! Ebbene ho deciso di fare il mio ingresso nel fandom di Hetalia con questa raccolta di one-shots che – a mio parere – potevo evitare. Che dire, ho deciso che il primo capitolo è una RoChu perché li amo con tutta me stessa e perché questi due stellini si meritano qualcosa di bello e anche perché ieri era il compleanno di Ivan quindi perché non scrivere qualcosa su Russia hey. Spero di non aver sfociato nell'OOC, sarebbe un vero dispiacere per me non aver rappresentato questi due personaggi al meglio, davvero. Quindi, se siete arrivati fino a qui senza essere scappati alle prime righe ve ne sono grata e vi regalo anche un biscottino ~
Detto ciò, auguri di buon anno e che Hetalia sia con voi! 
~


With love, a girl who loves gay countries.

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Capitolo 2
*** { Viktor Nikiforov who? } ***


#PruCan


«Hey, Gilbert... pensi che sia davvero una bell'idea quella di venire a pattinare?» chiede, col solito tono basso e pacato, il canadese, fissando il ragazzo più basso che entrava in pista trascinandolo con sé.
L'altra nazione, di tutta risposta, si gira verso il biondo, sorridendo sicuro di sé e alza il pollice, quasi urlando un "Non preoccuparti, il fantastico me sa cosa fare!"
E Matthew è spaventato. Non che Gilbert non sapesse pattinare, anzi, tutt'altro. Ma... è esagerato. Davvero troppo.
Matthew ama pattinare, ama il ghiaccio, ama l'hockey, ama tutto ciò che riguarda il freddo. O la calma. Sì forse la calma. Ma non è questo il punto.
Il punto è, che a volte, Canada si ritrovava ad odiare il ghiaccio e tutto solo per colpa di Prussia, che esagera sempre, come ogni singola volta d'altronde.
E poi, da quando Giappone ha mostrato a tutte le forze dell'Asse e anche le Forze Alleate non si sono tirate indietro un anime (è cosi che si chiamano, no?) sul pattinaggio, Yuri On Ice, Gilbert è diventato davvero troppo insistente sull'andare a pattinare insieme.
E questo spaventa Matthew ancora di più. E gli fa rimpiangere quel giorno in cui ha pensato che chiedere all'albino di uscire sì, è stato lui il pazzo suicida fosse una buona idea.
«Coraggio, birdie! Divertiamoci!»
Sì, divertiamoci.
 
 
 
Alla fine tutto sembra andare per il meglio, Gilbert pattina bello tranquillo, stando attento ai bambini e facendo altrettanta attenzione a non 'investire' qualcuno col suo corpo.
Matthew tira un sospiro di sollievo, dandosi dello stupido per aver anche solo pensato il peggio, e continua a pattinare con quella che Gilbert chiamerebbe grazia e maestria, giusto per farlo arrossire leggermente. E Matthew trova anche il tempo di rilassarsi, sorridendo imbarazzato quando le altre persone lo osservano incantate e soprattutto arrossisce quando sente dei bambini rivolgergli dei complimenti a voce un po’ troppo alta.
«HEY! BIRDIE! GUARDAMI!» urla la nazione più grande, attirando l'attenzione del canadese perso nei suoi pensieri.
E forse Matthew doveva restarci nei suoi pensieri, perché si sarebbe evitato un grosso infarto nel vedere quello stupido incosciente imitare uno dei personaggi non ricorda quale al momento di quell'anime.
E Matthew deve trattenersi dall'urlargli contro, perché uno, ha ancora un educazione e due, non servirebbe a niente. È Prussia.
Matthew si appoggia alla ringhiera, ancora preda dell'infarto appena avuto mentre Gilbert continua a vantarsi dicendo: «Viktor Nikiforov è nessuno in confronto al grande Prussia!» scoppiando subito dopo a ridere come se la cosa fosse divertente.
E Matthew rimane li, appoggiato alla ringhiera mentre osserva preoccupato il ragazzo che continua a fare salti di qua e di la come se fosse un esperto ma Matthew può giurarci l’ha visto poggiare la mano sul ghiaccio più di una volta pur di non cadere. E in tutto questo Prussia ride bellamente, sicuramente orgoglioso di quello che sta facendo e per niente preoccupato.
Già, infondo perché preoccuparsi? Sta solo pattinando in maniera ‘spericolata’  per avere tutta l’attenzione e dimostrare a sé stesso che è più bravo di un personaggio anime che non esiste assolutamente. Che c’è di grave?
«Hey birdie! Guarda! Non sono bravissimo?!» chiede ad alta voce la nazione, sorridendo in direzione del canadese mentre si prepara ad eseguire l’ennesimo salto.
E Matthew fa per rispondergli, dicendogli che si è bravissimo e tutto, se solo non fosse per il fatto che Gilbert Beilschmidt è appena caduto nel tentativo di eseguire un quadruplo flip e ora l’albino si trova con la faccia a terra e il sedere per aria.
Matthew si avvicina velocemente al ragazzo, chinandosi di fronte a lui e vorrebbe dirgli “te lo sei meritato” oppure “io lo sapevo che sarebbe finita così” o anche “questo è quello che succede quando decidi di fare le cose irresponsabilmente”.
Ovviamente il canadese si limita a chiedergli “stai bene?”, ricevendo come risposta un mugolio da parte dell’albino, «Vuoi che ti dia una mano ad alzarti?» chiede Canada, ricevendo un altro mugolio da parte dell’altro. Matthew sospira, afferrando saldamente il ragazzo e rimettendolo in piedi, sorreggendolo per evitare che gli cada addosso o che cada per terra, dipende.
Prussia guarda il biondo, uno sguardo che Canada non riesce a decifrare, prima che il ragazzo parli e: «Però che caduta perfetta che ho fatto
 

Sì, prima o poi Matthew avrebbe preso in considerazione l'idea di andare a pattinare con qualcun altro che non sia Prussia o suo fratello.




Buonasera a tutti, eccomi qui con il secondo capitolo, e questa volta è una piccola PruCan! Che volete farci? Ho un debole per questi due e mi ispirano troppa tenerezza. Mi scuso in anticipo se i personaggi vi sembrano OOC e se è così ditemelo vi prego, io ci ho provato a non uscire dai ranghi e a rispettare il carattere dei personaggi. Poi che altro vi devo dire? Uhm, ah sì! Come al solito se siete arrivati fino a qui ve ne sono grata e se girate a destra trovate dei biscottini generosamente offerti dalla sottoscritta. Bando alle ciance, spero che questo piccolo capitolo vi sia piaciuto, eeeee niente ci vediamo al prossimo video bella ragazzi! Okay, okay, stavo scherzando.
Alla prossima, bella gente
 
♥ 

 

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Capitolo 3
*** { I regret nothing! } ***


#AmeriPan
 
 
«Yo, Kiku! Eccoci qui!» esclama il biondo americano, alzando le braccia in aria in segno di gioia o troppa esaltazione? mentre osserva la pista ghiacciata con occhi che brillano.
E questo spaventa a morte Kiku.
Non quanto perché Alfred fosse un combina guai… cioè, anche quello, ma più che altro lo preoccupa il fatto che Alfred, colui che si fa battere da sua fratello ad hockey e urla quando vede un serpente ricorda ancora quando Arthur gli ha raccontato del fatto in Africa... e si vergogna altamente di dover presentare Alfred come proprio fidanzato, voglia insegnargli a pattinare.
Alfred più che insegnarmi a pattinare, dovrebbe imparare a stare in piedi sui pattini prima, si ritrova a pensare il giapponese, lanciando una piccola occhiata all’americano che si è appena alzato in piedi pronto ad entrare in pista.
Perché, signori e signore, Alfred F. Jones non sa pattinare non come quell'orsetto canadese di suo fratello almeno, lui non si batte e ora tutti temono per la salute fisica e soprattutto mentale di Giappone.
"Forza Kiku, puoi farcela. Non sarà così terribile. Infondo cosa può mai succedere?", si dice internamente la nazione, cercando di infondersi fiducia e con un piccolo sorriso segue il proprio compagno oltremodo eccitato. Sperando vivamente che quella giornata non diventi anche il giorno di un suo possibile funerale, ovvio.
 
 
 
 
«Alfred, ti rendi conto che ci hanno buttati fuori dalla pista dopo nemmeno mezz'ora?» chiede Giappone, mentre si rimette le scarpe, evitando di guardare il viso di America.
Se l'avesse fatto sarebbe scoppiato sicuramente a ridere.
«Sì! E lo trovo ingiusto! Ero così bravo, uffa!» esclama Alfred, con tono infantile, mentre da oltre il vetro lancia occhiatacce a quei pinguini che pochi minuti prima l'hanno preso da sotto le ascelle e l'hanno buttato letteralmente fuori dalla pista, seguito a ruota dal suo fidanzato che, ovviamente, non è stato buttato fuori con la forza ma anzi è stato invitato con cortesia ad uscire, e l’espressione sorpresa dell’americano sembrava volesse dire: "What the fuck perché io sì e lui no?!".
«Alfred.» lo chiama il giapponese, sporgendosi leggermente per guardarlo in volta, e deve fare un sforzo enorme per non ridacchiare nel vedere la piccola contusione sulla fronte del biondo.
«Yes?»
«Volevi la pista tutta per te in modo da poter imitare Brian Boitano*. Lo sai questo, vero?»
America arresta ogni suo movimento, girandosi a guardare l'altra nazione, come se le parole dell'asiatico l'avessero illuminato, e fa per rispondere cercando di giustificare le sue azioni come se si potessero giustificare , ma viene fermato dalle parole dell’asiatico che deve ancora continuare quella sottospecie di ramanzina.
«E che per poco sul muro si veniva a formare la tua sagoma, vero?»
Alfred rimane in silenzio, ancora.
«E che perfino dei bambini erano più bravi di te. Tu lo sai questo, vero, America-san?»
Alfred rimane in silenzio ancora una volta, abbassando lo sguardo, sembrando tanto un bambino che è stato appena rimproverato dal padre.
E la nazione giapponese comincia a pensare che forse non doveva rimproverarlo, non dopo essere stato buttato fuori dalla pista come se fosse un pericolo ambulante anche se ci andava vicino e dopo aver fatto particolarmente amicizia con i muri e i vetri più di una volta.
«Gomen-nasai America-san, non volevo essere così du-» fa per scusarsi il giapponese, sinceramente dispiaciuto. Ma una leggera risata lo blocca.
Perché infatti, a grande sorpresa e sconforto di Kiku, America alza la testa di scatto, sorridendo come un bambino il giorno di Natale e stringe con forze le mani del giapponese, con uno sguardo che non promette assolutamente niente di buono, Giappone ne è sicuro.
«Sì! Lo so! E non mi pento di nulla! Lo rifacciamo?!»
«Voglio morire.»



*Brian Boitano è un pattinatore di ghiaccio artistico che ha vinto la medaglia d'oro ai giochi olimpici invernali del 1988.





Hey, salve. Sì sono io, quella che aveva intenzione di aggiornare presto e invece no. Volevo scusarmi, ma è appena ricominciata la scuola e sono già distrutta, quindi scusate per la mia assenza. Spero di farmi perdonare con questa piccolissima AmeriPan, e che soprattutto vi sia piaciuta. Spero anche di non essere sfociata nell'OOC perché sarebbe un incubo per me. E niente, detto questo torno a rotolare nelle coperte, e come al solito se siete arrivati fino a qui vi ringrazio e vi regalo un biscottino!
Bye bye 

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