When the Going gets Tough..

di SareehK
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Time of Punishment ***
Capitolo 2: *** Mint and Tobacco ***
Capitolo 3: *** Hey guys, here's the queen of Gryffindor ***
Capitolo 4: *** Remember to breathe ***



Capitolo 1
*** Time of Punishment ***


PREMESSA! non per togliere tempo alla vostra cara lettura, ma vi pregherei di leggere questo pezzetto, anche perchè c'impiegate un minuto al massimo :) comunque, punto uno i personaggi appartengono ovviamente a mamma Rowly, punto due la trama non segue alla lettera tutti gli avvenimenti che ci sono nei libri ufficiali.. magari in alcune cose sì, ma non in toto, come vedrete. E poi, a tutti quelli che avevano letto il primo capitolo, e non avevano gradito perchè era scritto in modo pressochè tribale.. rileggetelo. Se doveste essere della stessa opinione.. beh, forse è il caso che mi ritiri! Ahah, ora, buona lettura!
ps; visto che ci avete impiegato poco? :)


WHEN THE GOING GETS TOUGH
Time of Punishment



Suffer alone in emptiness
I lust to see you swallowed by the mess
that you left in your wake
disgust lies deep within your empty gaze.

alesana - congratulation, i hate you

- Vattene al diavolo, furetto imbecille! -
Hermione Jane Granger era irrimediabilmente scoppiata. Aveva alzato la voce. Più semplicemente, aveva gridato in mezzo al corridoio. Il motivo tecnicamente era sconosciuto ai più; in realtà la piccola folla che si era radunata intorno a lei ancora prima di distinguere con esattezza ogni sua parola, era perfettamente convinta che stesse civilmente discutendo con Draco Lucius Malfoy. C'era chi ci scommetteva sopra addirittura.
- Di sicuro, ma prima mi assicurerò che gente del tuo rango non circoli nei dintorni, maledetta mezzosangue.. -
Draco Lucius Malfoy – ahimè – era anche lui irrimediabilmente scoppiato. Però, a differenza della sedicenne che gli stava davanti, fronteggiandolo, la sua voce era perfettamente nella norma – quanto ad acuti. Il biondo non gridava praticamente mai. Gli era stato inculcato, anche a forza, nella mente, che un sibilo con la giusta quantità di freddezza e carisma era più potente e dava più risultati di un inutile spreco di fiato e di energie quale era un urlo. Il fatto che stesse parlando a voce bassissima non eslcudeva però la possibilità che fosse decisamente arrabbiato. E Blaise Zabini – purosangue dalle nobili origini italiane e fiero al limite del possibile di ciò – lo sapeva bene. Infatti, ad osservarlo con attenzione si poteva scorgere il labbro inferiore del moro, che madre natura aveva disegnato in modo assolutamente divino, scosso da leggerissimi tremolii ad intervalli regolari. Non perchè avesse paura, quanto più perchè temeva di dover assistere al peggio.
Allo stesso modo, Harry Potter e Ron Weasley sapevano che la loro amica era una persona piuttosto suscettibile, ma erano anche a conoscenza del fatto che non era affatto da lei mettersi a urlare a quella maniera per un semplice litigio con Draco Malfoy. Harry, gli occhi verdi – puri e ingenui – spalancati, osò posare una mano sulla spalla di Hermione.
- Harry. Togli. Quella. Mano. Da. Lì. - scandì lei, ignorando momentaneamente – molto momentaneamente – il biondo Slytherin.
Harry Potter, non si sa se per scarsa capacità di comprendonio o chiccheccosa, non solo non tolse la mano da dove era. Fece molto di più: cercò di rabbonire la dolce (?) fanciulla a parole.
- 'Mione, calmati! Insomma, non è altri che Malfoy, non.. -
- Harry Potter non osare dire una sola parola di più. Taci. E allontanati. - sbottò lei, irata.
Ecco, un'altra cosa che non andava assolutamente bene era che Hermione di solito non rispondeva così a lui e Ron mentre cercavano di tranquillizzarla quando di mezzo c'era Draco Malfoy.
Un Draco Malfoy di cui non si era affatto dimenticata. - E tu, stupida serpe imbecille. -
Sollevò la bacchetta contro di lui, stringendo gli occhi, soffiando pericolosamente dalle narici. Fosse stato un drago, sarebbero usciti fiamme e fumo ai suoi sbuffi.
- Abbassala, mezzosangue. Abbassala subito. - il suo tono di voce avrebbe fatto rabbrividire chiunque. Ma lei non era chiunque. Lei era Hermione Granger. Malfoy poteva dettare legge nei sotterranei. Bene. Benissimo. Non era affar suo. Dove il sole splendeva le sue parole, per quanto la riguardava, non avevano alcun peso. Contava meno di zero, il suo dire. Se le Serpi lo ritenevano una specie di semidio da osannare e innalzare a livello di mito.. di nuovo, non era affar suo.
- Furnunculus! -
Un silenzio tombale calò nel corridoio quando grosse pustole comparvero sul volto della Serpe. Mentre dalle file dei Gryffindor dopo qualche secondo si innalzarono inni di festeggiamento, tra gli Slytherin e la popolazione femminile non rosso ed oro si sentivano commenti stizziti e sospiri di disappunto.
Blaise Zabini, per la cronaca, stava temendo seriamente per la sorte della povera, piccola Mezzosangue. Non perchè volesse mantenerla in vita per affare personale. Più che altro lui parteggiava per scambi di opinione non troppo violenti.
In ogni caso, a farlo temere era in particolare il fatto che per Draco Malfoy la sua reputazione aveva un peso non indifferente. La sua dignità ed il suo orgoglio maschile, serpeverde e ultimo ma non per importanza, l'orgoglio Malfoy, sarebbero rimasti decisamenti scottati da un oltraggio simile. Per questo come contrattacco ci si poteva aspettare di tutto.
- Pullus. -
E cosa era meglio del trasformare la saputella in una gallina dalle discutibili qualità? Evidentemente, nulla.
Gli Slytherin fischiarono, approvando la mossa, osannando ancora una volta il loro boss, e ridendo di fronte alla vista di una gallina con vicino una bacchetta e una cravatta rosso oro legata al sottile collo – nato per essere tirato. Quello della gallina come animale, ovviamente.
Blaise Zabini battè le mani con eleganza, in un modo del tutto particolare e simile in niente a quello del resto del genere umano. Un mezzo sorriso di sufficienza riempiva il bel volto mediterraneo; galleggiava immutabile perfino nel blu degli occhi cobalto, causa dell'amore folle per lui di ogni singola ragazza che era già stata sbattuta fuori con la grazia di una fata dalle lenzuola di seta verde di Malfoy.
Il suddetto, seppur una stilla di soddisfazione si era impossessata di lui, era ancora furioso. La Mezzosangue aveva giocato a suo favore il fatto che per Malfoy era particolarmente umiliante essere a sua volta sfregiato da qualcosa, anche se il segno sarebbe durato poco. Le dita ancora strette intorno alla bacchetta, gli occhi ridotti a fessure, non staccava lo sguardo dalla gallina, alias Hermione Granger.
Non se ne accorse subito quando le risate, i mormorii, il rumore attorno a lui cessarono.
E inizialmente non si preoccupò nemmeno del motivo. Era troppo concentrato ad odiarla. Per questa ragione si rese conto del rumore di un paio di tacchi bassi e quadrati nel corridoio soltanto quando ormai era troppo tardi per fuggire. La piccola folla si era aperta in due, schiacciandosi contro i lati del corridoio, addossandosi al muro, mentre i più bassi che si trovavano dietro si sollevavano sulle punte per cercare di osservare oltre le spalle dei compagni. Gli studenti avevano aperto il corridoio niente meno che alla McGranitt.
Quando Draco sollevò gli occhi di ghiaccio dall'animale a terra incontrò quelli piccoli, scuri e iracondi della professoressa di trasfigurazione. Il primo impulso fu quello di tirare una bestemmia che perfino Tiger e Goyle sarebbero rimasti scioccati nel sentirla. C'entrava qualcosa addirittura il santo Salazar. Tuttavia si trattenne. Boccheggiò, spostando velocemente lo sguardo sulla sua bacchetta, ora puntata verso terra. Merda. Non aveva scusanti.
Minerva McGranitt restò qualche secondo perfettamente immobile e in silenzio, lo sguardo di fuoco fisso sul viso momentaneamente rovinato di Draco Malfoy. Le sue sopracciglia si arcuarono lentamente, fino ad inarcarsi il più possibile, facendo tendere la pelle della donna. Severa, gli occhiali rotondi sul naso, prima di parlare serrò le labbra sottili, stringendole, mentre la mascella dal profilo marcato s'induriva maggiormente.
Poi, le sue iridi s'abbassarono sulla gallina. Nuovamente, il silenzio nel corridoio era disumano, la tensione tangibile. I ragazzi intorno all'improbabile terzetto a momenti trattenevano il fiato. La questione non sarebbe di certo finita bene. Nella mente di qualcuno tra i più grandi balenò una scena simile accaduta qualche anno prima, che però vedeva protagonisti altri soggetti, anche se sempre provenienti l'uno dalla torre Gryffindor l'altra dal sotterraneo Slytherin. I due in questione si erano schiantati a vicenda davanti agli occhi di Severus Piton, della cui presenza nessuno s'era accorto in tempo per fermare lo scontro. Inutile dire che le punizioni non furono così leggere, e leggeri non erano stati nemmeno i cambiamenti nelle clessidre dei punti per la coppa delle casate.
- Dannazione, cosa diamine è successo qui? - la voce della donna risuonava terribilmente acuta, probabilmente nello sforzo di non gridare a sua volta. Ron Weasley sottolineò – borbottando ad Harry – che la McGranitt non utilizzava mai parole come 'diamine' o 'dannazione', tantomeno insieme nella stessa frase. Si prevedevano guai che andavano oltre il semplice togliere punti alle rispettive case. Harry ribattè che Malfoy 'sarebbe finito in un gran casino' nel momento in cui la McGranitt si fosse resa conto dell'identità della gallina. Dean Thomas s'intromise nella discussione, dicendo che a suo parere, invece, 'la vecchia era troppo corretta per mostrare alla luce del sole le sue preferenze in fatto di studenti'.
Draco Malfoy si astenne dal rispondere alla donna, rialzando però gli occhi, il mento alto, limitandosi a fissarla – uno sguardo del genere avrebbe ghiacciato il sangue nelle vene se possibile.
Blaise Zabini considerò l'ipotesi di spiegare alla vecchiaccia l'accaduto, e da brava serpe, avrebbe sottolineato come Malfoy 'si fosse semplicemente difeso' e che era 'disposto a testimoniare sotto veritaserum'. Poi decise che la gallinaccia senior era troppo alterata e il rischio corso sarebbe stato decisamente troppo alto perfino per una faccia di bronzo come lui.
Minerva McGranitt alzò la bacchetta. - Finite Incantatem! -
La sua reazione, secondo l'opinione di molti, avrebbe dovuto avere un posto d'onore negli annali di Hogwarts se fotografata. La donna, non appena la gallina in un 'puff' si era ri-trasfigurata in Hermione Granger, aveva spalancato di botto gli occhi, sgranandoli, mentre le labbra lentamente si separavano e la bocca andava disegnando una O prima ovale e piccola, poi perfettamente rotonda, e poi nuovamente ovale ma enorme. Il suo braccio era mollemente caduto lungo il fianco e qualcuno giurò di aver visto la rigida crocchia grigia traballare per un attimo sulla sua nuca.
La mezzosangue, constatò Draco, era semplicemente, genuinamente mortificata. Le gote rosse di vergogna – sia per essere stata colta con le mani nel sacco, sia per l'umiliazione subita nell'essere stata trasformata in una bellissima gallinella – abbassò lo sguardo dorato, le ciglia lunghe e nere che andavano a posarsi sulla guancie colorite, il capo che andava chinandosi sempre più in basso, mentre un sussurro definibile come 'mi dispiace' era sillabato dalle labbra piene.
- Mi dispiace?! - strillò la McGranitt, stringendo convulsamente le dita attorno alla sua bacchetta. La sua voce era salita di qualche ottava rispetto al tono già acuto di poco prima. Il che voleva dire tutto.

- Immagino che non siate qua per una visita di piacere. Mi sbaglio? - la voce di Silente risuonò pacata e bonaria come sempre nello studio dall'arredamento.. singolare, mentre il vecchio uomo appoggiava stancamente la schiena contro lo schienale della sua poltrona, congiungendo le mani in grembo.
Albus Silente era di certo considerato un mago molto potente, nonché una persona dalla straordinaria saggezza e da una certa abilità oratoria. Tuttavia, attualmente appariva soltanto come un semplice uomo stanco. La barba bianca si faceva ogni giorno più pesante sul suo viso. Adorava il suo lavoro, amava stare alla presidenza di Hogwarts, ma qualche volta non avrebbe disprezzato un poco di calma. Perchè ovvio, oltre al capeggiare la scuola, aveva il suo bel da fare con le questioni che invece non riguardavano solo adolescenti con gli ormoni spanati o l'arrabbiatura facile. Erano questioni che purtroppo chiamavano in causa l'intero mondo magico. In più il fatto che metà di quest'ultimo era sempre più immerso nel chiaro intento di ammazzare Harry Potter, non gli semplificava le cose. Quando Minerva McGranitt aveva pronunciato la parola d'ordine del giorno e aveva chiesto il permesso con la voce decisamente più acuta del solito – cosa che non preannunciava niente di buono – aveva temuto che l'ennesimo Mangiamorte oltraggiato avesse varcato i cancelli di Hogwarts con un nuovo piano e una nuova tattica d'omicidio che, come tutte le altre volte, vedeva il ragazzo sopravvissuto vittima di terribili torture, tra l'altro tra le più fantasiose. Perciò quando insieme alla direttrice del Gryffindor aveva visto entrare Hermione Granger e Draco Malfoy si era inizialmente abbandonato ad un sospiro di sollievo. Poi, l'espressione scioccata di Minerva, quella scocciata dello Slytherin e quella mortificata della prefetta rosso oro gli avevano fatto sorgere il dubbio che la faccenda si prospettava meno.. semplice di quanto aveva osato pensare qualche secondo prima.
- Minerva.. -
Le diede parola, oltre che con un cenno del mento, semplicemente pronunciando il suo nome. Socchiuse per qualche attimo le palpebre dietro gli occhialetti tondi – erano così di moda evidentemente – appena calati sul naso, esattamente come quelli della McGranitt. Quest'ultima parve recuperare tutto il contegno possibile, e cercando di darsi tono, si prolungò in un'accurata descrizione dello scenario che le era apparso di fronte agli occhi quando un gregge di studenti le aveva fatto spazio nel mezzo del corridoio del terzo piano. Sebbene avesse cercato di non mostrare lo schock provocato nel constatare la seconda protagonista di una vicenda così vergognosa, la voce immancabilmente si alzò di un'ottava mentre si prodigava nel narrare con precisione di particolari il momento in cui, con un incantesimo perfettamente castato, si era accorta di chi fosse veramente la gallina con il cravattino al collo.
Draco constatò invece che, come s'era aspettato, la professoressa non aveva dato segni di incredulità nel fare il suo nome al preside. Sul suo viso, fortunatamente, erano scomparse le grosse pustole raccapriccianti che fino a poco prima ne deturpavano i lineamenti marcati, fin troppo per un ragazzo di soli sedici anni.
- .. un fatto così.. così.. insomma, due prefetti! - la McGranitt era sconvolta, si disse Draco Malfoy, sfoggiando una delle espressioni più annoiate del suo repertorio. Non che in quel preciso momento gli riuscisse difficile, visto che annoiato lo era veramente. Tuttavia, un pizzico di recitazione da parte del bravo attore che era non avrebbe di certo peggiorato la sua situazione.
Albus Silente si impose di non perdersi in una risata liberatoria che avrebbe sicuramento innervosito ancora di più Minerva. Riaprì gli occhi lentamente, sforzandosi di mantenere un'espressione seria. La stanza fu avvolta da un totale silenzio per qualche secondo, che ad Hermione sembrò interminabile. Poi, la porta fu spalancata da Severus Piton, che con uno svolazzante mantello nero apparve sulla soglia, il viso latteo appena rivolto verso l'alto, gli insondabili occhi neri e piccoli posati sul quartetto nello studio del preside.
- I quadri mi hanno riferito l'accaduto. - sibilò, spostando lo sguardo intenzionalmente sui due ragazzi, soffermandosi in particolare sulla figura del biondo, che gli dava le spalle. Mentre Hermione appena sentito il rumore dei cardini si era voltata con rinnovata prontezza, lui già immaginava chi sarebbe entrato dalla porta. Non si voltò nemmeno quando sentì le iridi dell'uomo perforargli la schiena. Semplicemente, alzò il capo, fissando lo sguardo grigio, argento fuso, sulla figura di Silente, che aveva chinato appena la testa verso la spalla. In quell'esatto momento la porta, lasciata spalacanta, si chiuse con un tonfo ad un cenno della bacchetta della McGranitt.
- Signorina Granger.. può cortesemente dirci come siete arrivati a quel punto? -
Silente la interpellò con la sua voce profonda, senza scomporsi e rimanendo esattamente in quella stessa posizione, un sorriso appena accennato che si intravedeva dalla barba bianca.
Probabilmente, se qualcuno fosse entrato, avrebbe giudicato la scena buffa.
Il preside sembrava quasi allegro, e il chè faceva da contrasto alle espressioni irrimediabilmente serie dei due professori: per la precisione, una era sconvolta, l'altro furioso. E poi c'erano i due ragazzi, una mortificata e l'altro con quel ghigno irriverente sul volto pallido, che non sembrava per nulla pentito di quanto aveva fatto.
Hermione Granger aprì la bocca, chiaramente decisa a parlare, ma la richiuse subito dopo. Prese un respiro appena più profondo, prima di iniziare il discorso. - Ecco.. lui mi ha insultata. Mi ha provocata, e io non potevo non rispondere.. - terminò la Gryffindor, alzando fieramente il capo ricciuto.
- Ma per favore, Mezzosangue. Io ti insulto sempre, e tu anche. Sei tu che hai lanciato l'incantesimo per prima.. - la voce strascicata di Malfoy, che trasudava irritazione, seguì subito quella della prefetta di Gryffindor.
- Io non avrei lanciato nulla se tu mi avessi lasciata in pace! -
- Oh certo, diamo tutta la colpa a me, giusto? Tipico comportamento Gryffindor, nevvero? - terminò, sarcastico, il biondo.
Hermione si avvicinò a lui di un passo, indicandolo minacciosamente con l'indice della mano destra. Furiosa. Furiosa e bellissima.
- Non. Osare. - gli intimò, sillabando le parole.
Lui accorciò ancora di più la distanza, guardandola dall'alto dei quindici centimetri che li separavano.
- Altrimenti, Mezzosangue? -
- Basta. - decisa, anche se alquanto divertita, la voce di Silente sortì l'effetto desiderato. Si separarono immediatamente, ritornando alle precedenti postazioni. Il preside sospirò. Ora, lasciò che un sorriso gli tirasse i lineamenti del volto anziano.
- Non so se avete mai notato la presenza di una stanza vicino all'aula di Aritmanzia. E' piuttosto piccola.. - Albus Silente annuì leggermente, mentre uno sguardo dorato si rialzava da terra, interrogativo. - No, immaginavo. Vedete, è terribilmente in disordine. Non trovi, Minerva? - questa, momentaneamente incapace di spiccicare parola, si limitò ad un cenno d'assenso. Sulla testa di Severus Piton galleggiava un punto di domanda grande quanto quello dei due studenti. - Avrebbe proprio bisogno di una ripulita. Signorina Granger, signor Malfoy.. son sicuro che occuparvene non vi dispiacerà affatto. Ogni sera alle nove. - sorrise.
- NO! Lei lo sa chi sono io?! - Oh si, a Draco Malfoy dispiaceva eccome. Severus Piton gli posò una mano sulla spalla, come per avvisarlo di non protestare. Il ragazzo scansò il tocco del professore, ma indurì la mascella stringendo le labbra rosee tra loro, gli occhi ridotti a fessure; non disse una parola di più.
Hermione, dal canto suo, aveva riportato lo sguardo dorato a terra, senza che un solo lamento uscisse dalle sue labbra piene, boccioli di rosa, vellutate e morbide. Ma Draco Malfoy questo ancora non lo sapeva ancora.
Silente battè le mani.
- Perfetto! -


- Mezzosangue, mi sembra inutile dirti che non ho alcuna intenzione di aiutarti. -
- Paura di spezzarti un'unghia, furetto? - replicò lei, dura.
- Anche. Sai, con certe gattine servono gli artigli.. - la provocò lui, ghignando.
- Non vorrei che casualmente quegli artigli ti si conficcassero nella pelle. -
- E' una minaccia? -
- Ti sembra tale? -
- Si. -
- Bene. -
- Riposati, questa sera ti tocca lavorare.. - riprese lui, gongolando soddisfatto.
- Anche te, Bianfuretto. - ribattè, acida.
- Bianfuretto? - lui rimase interdetto, piegando appena il capo verso la spalla destra, mentre corrugava le sopracciglia e sollevava appena il labbro inferiore. Come ogni volta qualcosa non gli risultava del tutto chiaro.
- B i a n f u r e t t o . - scandì lei, i muscoli facciali contratti nel tentativo di mantenere la calma e un tono di voce adeguato.
- Senti un attimo, Mezzosangue.. -
- Non dovreste essere in aula, voi? - la voce strascicata di Piton si fece lentamente strada nelle loro orecchie, mentre il professore di fermava alle loro spalle, probabilmente sbucato da un qualche corridoio laterale. Hermione sobbalzò, girandosi di scatto. Prontezza di riflessi. Malfoy, più abituato alle improvvise comparse dell'uomo, si voltò con maggior calma, fino fronteggiare Severus Piton con un'espressione piuttosto eloquente.
- Stavamo giusto raggiungendo l'aula di Incantesimi. - rispose lui, senza scomporsi minimamente, le braccia muscolose distese lungo i fianchi stretti. Fisico scultoreo forgiato da intensi allenamenti di Quidditch.
Hermione Granger annuì, concordando con il dire del ragazzo. Severus Piton indurì la mascella, assottigliando gli occhi. Non degnava di uno sguardo la prefetta del Grifondoro. Le piccole iridi nere, tanto scure da non poterle distinguere dalle pupille, erano fisse in quelle grigie del biondo. Sembrava tra loro si stesse consumando una silenziosa conversazione da cui lei era tagliata fuori. Senza una parola di più, il professore diede loro le spalle e s'allontano, il suono delle scarpe che rimbalzava fino alle loro orecchie. L'eco dei passi dell'uomo.
Altrettanto in silenzio raggiunsero l'aula. Malfoy aprì la porta, e tendendola spalancata le offrì il passaggio per prima, con fare scocciato. Hermione, stupita, inarcò un sopracciglio in sua direzione, ma non si fece ripetere il muto invito ed entrò nella stanza.
- Chiamasi galanteria, Mezzosangue. Ho un minimo di educazione, io. Ricordati che non hai a che fare con Straccione Weasley o San Potter. - le sibilò mentre lei gli passava di fianco.
Hermione non rispose. Volse lo sguardo dorato a Vitious, che aveva interrotto la spiegazione, alzando lo sguardo verso il soffitto. - Ci scusi, professore. Siamo stati.. trattenuti. - terminò lei. - Dal preside. - aggiunse poi, arrossendo, accorgendosi di quanto quelle parole fossero necessarie per evitare fraintendimenti di ogni genere.
Vitious annuì, e senza dilungarsi in inutili convenevoli, fece cenno ai due ragazzi di sedersi. Hermione, ovviamente, raggiunse Harry e Ron, sedendosi accanto al moro. O meglio, si lasciò cadere sulla sedia. Stanca e stufa.
- Che vi ha detto Silente? - le sussurrò il ragazzo sopravvissuto, spingendo con l'indice gli occhiali per schiacciarli maggiormente contro il naso.
- Punizione. - replicò lei, chinandosi in avanti. Appoggiò i gomiti sul banco, mentre con le dita si massaggiava le tempie, nel tentativo di placare un improvviso e fastidioso mal di testa.
- Che punizione? - intervenì il rosso, sporgendo la testa oltre la figura dell'amico.
- Carte da sistemare. - rispose nuovamente, socchiudendo gli occhi e senza smettere il movimento circolare delle dita contro la pelle. Normalmente sarebbe stata in costante attenzione a ciò che diceva Vitious, ma era un semplice ripasso di ciò che aveva spiegato la volta precedente. Per questo si era concessa qualche minuto di riposo.
- Quando? - era stato Harry a parlare. S'alternavano, ponendole domande che condividevano entrambi.
- Ogni sera alle nove. - terminò, con un tono di voce che non ammetteva altri quesiti o risposte e commenti. Aveva messo fine alla conversazione. Hermione Granger era capace di far intendere perfettamente dove fosse il punto cambiando semplicemente tono; tuttavia i suoi amici erano insensibili a ciò e continuarono imperterriti.
- Per quan.. -
Fortunatamente, a zittire il rosso ci pensò il professore con un'occhiataccia e un richiamo entrambi piuttosto eloquenti.
- Signor Weasley, potrei capire la sua disattenzione se lei avesse perfettamente compreso l'argomento, ma dato che non mi sembra che la volta scorsa sia riuscito nella dimostrazione pratica, gradirei che prestasse il suo udito ad ascoltare me, piuttosto che usare la bocca. Racconterà la storia della sua vita alla signorina Granger una volta terminata la mia ora, grazie. - concluse, sbuffando, Vitious. Gli Slytherin ridacchiarono appena.
Il professore di Incantesimi, di solito tollerante e buono, doveva essere particolarmente nervoso, quel giorno.


La Sala Grande, intorno alle otto di sera, era un tripudio di studenti: un vociare continuo, alternato al rumore di gente che s'alzava o si sedeva dalle sedie. Non era propriamente il luogo più tranquillo della scuola.
Al tavolo Gryffindor Hermione Granger e Ginevra Weasley fronteggiavano Harry Potter e Ron Weasley, seduti dall'altra parte della tavolata.
- 'Mione, guarda che se vuoi ti diamo una mano.. -
Il Re sgranò gli occhi, e rischiava pure di strozzarsi con il cibo. Una gomitata del ragazzo sopravvissuto gli fece morire sulle labbra ogni tentativo di protesta.
- Oh si, ne saremmo felici! - disse invece, dopo aver deglutito il boccone, cosa strana visto che di solito parlava mentre ancora stava masticando.
- Non fraintendermi, Harry, ne sarei felice. Però vedi, dubito che vi lascerebbero fare. - mormorò in risposta, fissando il cibo nel suo piatto. Sembrava ignorare bellamente Ginny Weasley che stava inutilmente cercando di convincerla a mangiare qualcosa.
- Hermione Jane Granger, metti subito del cibo nello stomaco o ti assicuro che te lo ficco in bocca con la forza. - la minacciò la rossa.
- Ginny sei sempre finissima nell'esprimere le tue opinioni, anche quando ti esenti dall'utilizzare un linguaggio colorito. - mormorò di nuovo la riccia. Ginevra sbuffò imprecando, ma i suoi metodi evidentemente riuscivano, visto che seppur di malavoglia, Hermione si costrinse a mangiare una fetta di arrosto.
- Herm, vuoi un consiglio? - Ron aveva finito da un pezzo di divorare la sua cena. Lei non rispose, né piegò il capo in un cenno d'assenso o diniego.
Chi tace acconsente. Infatti lui lo prese per un si. - Vedi, più tu gli dai corda, più lui andrà avanti. Se tu invece lo ignori, vedrai che perderà gusto nell'insultarti o nel prenderti in giro. Quando era più piccola Ginny non faceva altro che torturarmi e prendermi per i capelli, darmi pizzicotti.. era una peste!
Ginny sbuffò contrariata, mettendo il broncio, mentre Harry guardava la rossa con un lampo di tenerezza nei luminosi occhi verdi.
- All'inizio le davo retta, e infatti continuava a rompermi i co.. -
- Ron. -
- .. le scatole – si corresse subito il rosso. - Quando invece ho capito che era del tutto inutile risponderle allo stesso modo, ha cominciato a lasciarmi in pace. Cioè. Non che adesso lo faccia, però quando aveva otto o nove anni funzionava.. - concluse Ron con un sorriso soddisfatto. Altrettanto soddisfatta era Ginevra Weasley dopo essersi alzata dalla panca e avergli tirato un ceffone in piena regola sul capo rosso.
- Ma io cosa ho fatto di male nella vita? - gemette Ron, mentre la scenetta strappava ad Hermione un blando sorriso.
Nel frattempo al tavolo Slytherin Draco Malfoy sedeva tra Blaise Zabini e Theodore Nott, mentre di fronte a loro c'erano Daphne Greengrass, Pansy Parkinson al centro e quindi Millicent Bullstrode. Mentre l'ultima era profondamente impegnata nello sbucciare un mandarino e Nott ne seguiva l'operazione, gli altri quattro conversavano animatamente sulla situazione di Draco. O meglio, gli altri tre parlavano di lui come se non fosse presente.
- Povero il mio Dracuccio.. costretto a sopportare quella noiosa Mezzosangue.. - la Parkinson, dispiaciuta, strillava il suo dissenso dalla decisione presa dal preside. Malfoy era quasi sul punto di pensare che stare con la Granger era meglio che sorbirsi la vocina stridula di Pansy per tutta la sera.
- Oh insomma, potrebbe essere.. costruttivo. Per entrambi, dico. - azzardò Zabini, prima di portare elegantemente la forchetta con un piccolo pezzo di arrosto alle labbra.
- Di certo, Blaise. Costruttivo per quanto riguarda l'allenarsi nei duelli. - la Greengrass aggiunse la sua opinione, mentre sorseggiava un calice di succo di zucca.
- Oh, Daphne cara, sei così convinta che lasceranno loro le bacchette? -
- Infatti io parlavo di un corpo a corpo. -


A proposito di persone vagamente suscettibili e poco repentine nel cambio d'umore.. se durante la cena i suoi amici erano riusciti ad addolcire Hermione Granger, l'incontro – scontro con Draco Malfoy appena fuori dalla Sala Grande aveva reso vani gli sforzi dei Gryffindor.
- Vai a indossare gli abiti da lavoro, Mezzosangue? -
Una voce. La sua voce. Strafottente e irriverente come al solito. Si voltò lentamente verso la fonte di disturbo, mentre accanto a lei Ginny e gli altri due facevano lo stesso. La stessa espressione aleggiava sulla faccia di tutti e quattro. Draco Malfoy avanzava verso di loro. Camminava sicuro, come può procedere soltanto uno che è perfettamente consapevole di attirare tutti gli sguardi su di sé quando passa. Come uno che è talmente convinto di essere un semidio da convincere di ciò anche chi tra gli altri è sufficientemente debole di pensiero per essere contagiato dal suo modo di vedere le cose. Come soltanto uno che è bello e elegante di natura può farlo. I capelli lisci e biondi cadevano disordinatamente – ma in modo perfettamente studiato – sul viso, mentre un ciuffo scomposto copriva soltanto in parte gli occhi grigi, screziati d'argento, e la guancia, su cui la pelle nivea si tendeva morbida e liscia. Le mani nelle tasche dei pantaloni neri di stoffa pregiata, probabilmente fatti rifare da un noto stilista mago di modo da essere in aspetto del tutto uguali a quelli della divisa, se non per la preziosità della fibra utilizzata, e la camicia bianca fuori dal bordo di essi, i primi e gli ultimi bottoni slacciati, mentre il colletto era posizionato in maniera tale da evidenziare i muscoli del collo e delle spalle. Il cravattino verde argento era allentato intorno al collo sottile e gli donava un'aria maledettamente affascinante. Quell'aria da sfattone, ed era una verità innegabile, gli donava così come gli donava anche un completo perfettamente sistemato.
Tuttavia, Hermione Granger non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura né si concedeva anche soltanto di pensare una cosa del genere.
- Malfoy. -
- Granger.. -
Accanto a lui sostavano Zabini, la Parkinson e la Greengrass. Probabilmente quel decerebrato di Nott e la sua fida compare Millicent Bullstrode erano passati ai limoni. Da sbucciare, s'intende.
Sembravano due street gang pronte a sfidarsi. I buoni da una parte, i cattivi dall'altra. Daphne Greengrass allungò una delle mani affusolate verso la gonna a pieghe della divisa, più corta di una buona decina di centimetri rispetto a come doveva essere in origine, e sollevò appena appena l'orlo. Gli sguardi imbambolati di Potter e Weasley seguivano la scena senza perdersi una sola mossa. Restarono a fissare la ragazza che scopriva la pelle nuda della coscia, giusto di qualche centimetro, fino a scoprire una piccola fascia sulla quale era legato una fine scatoletta in argento con una 'D' incisa sopra, dalla quale fu estratta una sigaretta alla liquirizia. In realtà tutto questo durò solo qualche secondo, perchè Daphne Greengrass lo faceva così abitualmente che era diventata una specie di razzo in quell'operazione. Però Harry e Ron videro la scena come a rallentatore. Li riportò alla realtà solo una ginocchiata a testa da parte di Ginny. Hermione non se ne era accorta, occupata com'era nella guerra fredda con Malfoy. I loro sguardi si fronteggiavano senza spiccicare parola.
Ginevra Weasley dedicò quindi i suoi occhi castani, così vivi, a Blaise Zabini, che con un ghigno strafottente ne ricambiò lo sguardo con le profonde iridi blu cobalto.
- Weasley.. riuscita ad afferrare la pluffa nell'ultima partita? - melliflua, la sottile battuta del ragazzo fu perfettamente intesa dalla rossa. Si riferiva alla sua secolare cotta per Potter.
- Zabini.. scommetto che la tua, di pluffa, fai sempre fatica anche solo a trovarla. E parlo di quidditch, ovviamente. - sorrise lei, tremendamente falsa.
- Touchè. - mormorò lui con una lieve alzata di spalle, incassando il colpo.
Era il turno della Parkinson, che puntò il suo visetto da carlino su Harry.
- Ehi, Potter. Riuscito a trovare il passaggio segreto o hai bisogno di una mappa? - ghignò Pansy, strappando un sorriso sghembo anche ai compari. Tranne Malfoy, che era.. distratto da altro. Harry costrinse il suo corpo a non arrossire.
- Parkinson, scommetto che invece nel passaggio segreto che conosci tu hai portato molti visitatori. Una curiosità, non per me ovviamente.. lo fai pagare l'ingresso? - era il turno dei Gryffindor di sghignazzare. Anche qui, Granger esclusa. Pansy Parkinson, indispettita, strinse gli occhi a due piccole fessure furiose.
- King Weasley, scommetto che il tratto di pelle che hai sbirciato prima sia l'unica parte semi proibita di un corpo femminile che hai mai visto. - arrivò anche la stilettata della Greengrass. Ron però non riuscì nemmeno a rispondere. Era semplicemente diventato bordeaux.
- Due a uno per voi. - mormorò Zabini con un sorriso.
- Dai, Granger, fai vedere come si arriva a tre punti. - Malfoy le sibilò. L'astio nella voce era inversamente proporzionale alla quantità di finta dolcezza che esprimeva il suo sorriso.
- Tre punti, Malfoy, sono quelli che riesci a fare con la tua scopa. -
- Ah si? Dai miei informatori invece ho sentito che nelle classifiche, mi hanno dato più di tre punti, per la bravura con la scopa. - ribattè Malfoy – E non parlo di Quidditch. - terminò quindi, ghignando insieme ai suoi. Hermione Granger era violentemente arrossita.
- Siamo pari, ora. - cantilenò Zabini. Il sorriso dalla sua faccia pareva non andarsene mai.
- A dopo, Mezzosangue.. - mormorò Malfoy, un ghigno sul viso pallido. Un bacio al volo, prima di riprendere a ghignare con i suoi, rivolto ad Hermione. Falso, ovviamente.
- Ed io che speravo a mai più! - gli gridò dietro lei, quando ormai lui s'era allontanato. Dal corridoio le giunse l'eco della sua semirisata strafottente.


- Sei in anticipo, Malfoy. -
Mentre si avvicinava alla zona del corridoio appena fuori l'aula di Aritmanzia, aveva notato la figura elegante del biondo appoggiata al muro con la spalla. Le mani ancora nelle tasche, non vestiva però la divisa. I pantaloni erano ancora neri, ma più aderenti di quelli scolastici. Un maglione grigio chiaro, probabilmente cachmire si disse lei, che gli cingeva il busto in modo morbido, s'intravedeva dal mantello chiuso, adagiato sul suo corpo snello e tonico.
- Un Malfoy non è mai in anticipo. Sei tu che sei in ritardo. -
- E in ritardo è anche Silente, immagino. - ribattè lei, ironica. Lui scrollò le spalle tranquillo.
- Evidentemente sì. -
Hermione trattenne un impulso omicida verso il ragazzo. Aveva sempre saputo che era borioso, arrogante, estremamente viziato e capriccioso, stupido, imbecille.. okay, poteva bastare. Insomma, era sempre stata a conoscenza della lunga lista di difetti che correva sotto il nome 'Draco Lucius Malfoy', eppure negli ultimi tempi la lista sembrava raddoppiata e lui le pareva ancora più insopportabile. Se lo ritrovava col suo ghigno strafottente che tanto desiderava fargli scomparire dal viso a suon di schiaffi dappertutto, pronto ad insultarla e a ribadirle quanto lei fosse inferiore rispetto a lui ed ai suoi simili. Era quel rinfacciarle continuamente la sua disuguaglianza dalla gente di cui si circondava a spingerla a dare sempre il meglio di sé, a sembrare sempre perfetta, senza un difetto. Doveva dimostrare con l'intelligenza e la capacità di essere tale e quale agli altri, se non addirittura più brava. Se la fama di Harry o il sangue puro di altri poteva permetter loro di sbagliare, di commettere errori, a lei non era concesso lo stesso privilegio. Lei doveva assolutamente quantomeno apparire come gli altri, se non poteva esserlo realmente.
Interruppe turbata i suoi pensieri, guardandosi in giro. Non c'era nessuna piccola porta o piccola stanza che fosse oltre l'aula di Aritmanzia. Spaesata, volse uno sguardo interrogativo a Malfoy, che alzò velocemente le sopracciglia per poi riabbassarle con la stessa rapidità, prima di ghignarle in faccia. Lei si tolse dalla mente l'idea di chiedere a lui. Scosse il capo e con flemma cominciò ad esaminare il muro accanto alla porta.
- Deve esserci qualche incanto di dissimulazione.. - mormorò ad alta voce senza accorgersene, sfiorando la pietra con le dita sottili, le labbra appena dischiuse. Draco Malfoy registrò le sue parole e annuì appena.
- Si, ci avevo pensato. - affermò. Non mentiva. Non era per impedirle di credere di avere più intuito di lui – e poteva essere questo il motivo ad averlo spinto a dire quelle parole, visto il 'buon' sangue, per rimanere in tema, che correva tra loro. Hermione non reagì.
In quell'esatto istante comparve Albus Silente, accompagnato dal custode dall'espressione arcigna, Argus Gazza, seguito a sua volta dalla spelacchiata gatta Mrs Purr. I due ragazzi si volsero istintivamente verso la fonte del rumore.
- Buona sera, professor Silente.. - mormorarono entrambi. Quello che più sconvolse fu che lo fecero in contemporanea. Subito si guardarono di sottecchi, come a ristabilire l'equilibrio naturale che li vedeva opposti e in costante e perpetuo disaccordo.
- Buona sera, ragazzi! - esclamò lui, decisamente più allegro dei due che gli stavano innanzi immobili, che sostavano con espressioni funeree sui volti giovani e freschi, come si suol dire per antonomasia.
Argus Gazza sembrò ignorare il fatto che a lui non fosse rivolto nessun saluto. Il motivo per cui non lo faceva Draco Malfoy era chiaro: lui era un magonò, e la gente come il biondo disprezzava quelli come lui. Da quando si era venuta a sapere la cosa, i purosangue fissati con l'idea della purezza e l'odio per una qualsiasi forma di non-magia che erano nella scuola avevano preso a guardarlo in modo ancor peggiore di prima. A lui, non importava più di tanto. Il suo folle amore per mrs Purr era l'unica cosa che evidentemente occupava la sua vita.
- Bene, consegnate le bacchette al vostro amato custode. - continuò il preside, il sorriso sul volto che si faceva ben più ampio. Quando entrambi, di malavoglia, ebbero fatto ciò che richiesto, il ragazzo ancor più scocciato di quanto già non fosse, Albus Silente agitò la propria in direzione del muro. Subito, comparve una grossa porta, intarsiata con metalli a loro sconosciuti e con un grande pomello in ottone.
Meravigliata, Hermione si avvicinò a questa e fece scorrere il palmo della mano contro la superficie di essa. Era di.. velluto? Probabilmente era ricoperta con del velluto rosso. Questa fu la conclusione tratta dalla prefetta Gryffindor. Passò dunque le dita sulle decorazioni in bronzo e ferro, facendo passare il polpastrello su di esse, meravigliandosi della mancanza di polvere a ricoprirle.
La porta si spalancò all'improvviso. Doveva essere stato Silente con l'ennesimo colpo di bacchetta, tuttavia ebbe comunque un piccolo mancamento per lo spavento. Si portò istintivamente la mano all'altezza del cuore. Spalancò gli occhi dorati di fronte al disastro che le si era parato davanti: il disordine era a dor poco mostruso.
- Per tutti i santi.. - si lasciò sfuggire la ragazza, senza però terminare la frase.
La terminò Malfoy sbirciando da sopra la sua spalla. - Che gran casino! -


Argus Gazza, con tanto di bacchette, Albus Silente e Mrs Purr si stavano giusto allontanando nel corridoio dopo aver chiuso dentro i due studenti nella stanzetta, la cui porta era però rimasta visibile, quando sentirono delle urla provenire dal luogo che avevano appena lasciato.
- Malfoy sei un.. un.. -
- Un bellissimo ragazzo dalle doti sorprendenti? -
- UN IMBECILLE! -
Albus Silente si concesse il sano piacere di una risata.
- Come fa a ridere quando probabilmente quei due là dentro si stanno scannando? - chiese Gazza, di fronte all'ilarità suscistata nel preside dalla situazione, che lui reputava invece un 'PPP', ossia un 'potenziale pericolo alla pace'. - Non ha il timore che potrebbe accadere qualcosa? - terminò, guardando in tralice Silente.
- Oh suvvia, caro Argus, stai tranquillo.. - cercò di calmarlo Silente.
- Il significato di 'imbecille' è troppo debole per descriverti! Sei un.. -
- Bellissimo ragazzo dalle doti sorprendenti? - riprovò Malfoy.
- UN DEFICIENTE! -
Argus Gazza lanciò un'occhiata eloquente a Silente.
- Beh, Argus.. per lo meno niente di irrimediabile. -


Writer's Space


Ciao! Allora, ditemi cosa pensate del primo capitolo. E' la mia prima Draco/Hermione. Anzi, a dire la verità è la mia prima fan fiction in generale! :D Spero di non andare OOC, non mi piacerebbe proprio. Le cose in ogni modo si evolveranno lentamente e il caratteraccio del caro Malfoy non sparirà mai completamente. :) Non so ancora bene come andrà avanti la storia. Sicuramente i protagonisti principali sono Draco ed Hermione, ma poi potrebbero intervenire anche altri personaggi come co-protagonisti. Seriamente, non ho la minima idea di come andranno le cose, anche se non credo sarà unicamente una storia d'amore. Comunque, non ho ancora pronto il secondo capitolo e non so sinceramente quando riuscirò a scriverlo.. sono abbastanza impegnata ! :D Beh, mi raccomando, lasciatemi qualche recensione! Giusto per sapere se è il caso di andare avanti o se proprio non ho speranze. Grazie per aver letto, comunque. Bacioni, Sarèé.

edit 25/04/10;
primo capitolo rifatto perchè.. perchè beh, è di parecchio tempo fa e il mio modo di scrivere è cambiato, quindi ho preferito modificarlo! un bacione ?

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Capitolo 2
*** Mint and Tobacco ***


WHEN THE GOING GETS TOUGH
Mint and Tobacco



Sei il suono e le parole
di ogni certezza persa dentro il tuo odore.
subsonica





Per riprendere il discorso della volubilità.. Hermione Granger ne era un palese esempio. Quadri, professori e studenti che avevano avuto la poco felice idea di passare per il corridoio fuori dalla stanza, si erano necessariamente accorti delle urla che la prefetta del Grifondoro aveva poco elegantemente rivolto verso il bel cercatore di Serpeverde. Si era lasciata andare ad un linguaggio più colorito del solito, ringraziando mentalmente Ginny per la sua costante mancanza di autocontrollo per quanto riguardava il fare attenzione alla volgarità delle parole che utilizzava.
Draco per lo più non le aveva risposto; si era limitato a ribattere soltanto per quanto concerneva argomenti per i quali ottenere una replica avrebbe giusto aumentato la rabbia di Hermione.
E lui, a vederla arrabbiata, si divertiva.
Non quando anche lui era coinvolto emotivamente, solo quando l'unica ad andare fuori dai gangheri era lei. Diventava quasi buffa. Di certo non immaginava – in quell'esatto istante – quanto avrebbe amato il suo modo di insultarlo di lì a poco. Se qualcuno glielo avesse detto, avrebbe pensato che era matto. Matto da legare, di quelli da prendere seduta stante e portarli d'urgenza al San Mungo, reparto psicomagico.
Con un sorriso sghembo che curvava appena le labbra e tendeva la pelle sugli zigomi, il biondo era tranquillamente appoggiato con le spalle al muro di pietra d'una parete, stranamente libera da scaffali d'ogni genere. Le braccia muscolose, la cui forza era stata temprata da intensi allenamenti di quidditch sotto il sole e le intemperie, erano incrociate al petto. Incrociava le braccia in maniera.. strana.
Era come se non ne fosse veramente capace.
Hermione Jane Granger, invece, aveva la fronte a contatto col legno polveroso d'uno scaffale, le palpebre socchiuse e il pensiero convinto di regolarizzare il respiro, portarlo ad un ritmo quanto meno umano. Quando finalmente rialzò lo sguardo dorato, si volse lentamente in direzione di Draco, un'espressione sconsolata ad occupare il viso di sedicenne.
- Malfoy. -
La Granger era abbastanza alta. Non era troppo magra, sembrava morbida, a guardarsi. Quasi soffice. Non si fece troppi problemi a ritrovarsi a far commenti sul fisico d'una ragazza che – quanto a corpo – era criticabile quanto una pari grado, ossia una purosangue. Gli occhi argentei si spostarono sul viso, appena paffuto. Era arrossato dall'irritazione. Nessun trucco nero ne dipingeva il volto, tirato per la stanchezza, che chiunque avrebbe notato marcare i lineamenti dolci della Mezzosangue. Si riscosse presto dai suoi pensieri, facendo sembrare il suo silenzio una pausa voluta.
- Granger.. -
La stanchezza scomparve dai pozzi delle iridi della fanciulla subito dopo aver constatato che il cercatore verde e argento non aveva perso la sua arroganza, la vena strafottente che stillava dalla sua voce. L'oro colato ben presto sfidava l'argento fuso, in un assurdo gioco di sguardi.
Due innamorati sono in grado di parlare tra loro senza che le loro corde vocali vibrino soltanto una volta prima che il suono prodotto si libri nell'aere.
Due nemici giurati, sono altrettanto in grado di promettersi altro odio senza render la cosa udibile in un discorso.
- Vediamo di mettere bene in chiaro le cose, furetto dei miei stivali.. - cominciò lei, fissandolo con le sopracciglia un poco corrugate. Il labbro inferiore le tremava; colpa del nervoso – Non ho nessuna, ripeto, nessuna intenzone di sistemare questo macello contando solo su me stessa. -
Mentre parlava, il braccio s'era disteso e l'indice, accusatorio, allungato verso il pavimento, celato dalla moltitudine di libricini, grossi tomi e pergamene che lo rivestivano come una seconda pelle. Alcuni, erano – o sembravano – talmente vecchi, che pareva che potessero rompersi soltanto a toccarli, come se un leggerissimo soffio di vento potesse staccare le pagine e farle volare lontano, portandole in posti misteriosi e sconosciuti.
- Puoi sempre rimpicciolire un elfo domestico e portarlo qui perchè ti aiuti.. - Malfoy rispose con semplicità, scrollando le spalle, la voce strascicata e fiera. Canzonatoria quasi.
- Brutto cretino, sai perfettamente che sono la fondatrice del C.R.E.P.A! -
- Non sarebbe per una buona causa? Aiutare una povera piccola sanguesporco che deve difendersi dalla troppa superiorità dell'ultimo discendente di una delle più importanti famiglie purosangue d'inghilterra, che vuole costringerlo ad abbassarsi ai livelli di una servetta, di, per l'appunto, un elfo domestico. - Ribattè, amaro, staccandosi dal muro e scattando d'un passo in avanti. Cominciava ad innervosirsi anche lui; il tempo delle divertenti prese in giro volutamente cattive era finito, ormai.
Hermione non gli rispose, si morse il labbro inferiore, conficcando i denti nella carne fino a farsi male.
- Sai che è vero, per questo non rispondi. Tu e la tua bocca da frigida verginella che usi soltanto per ripetere a memoria gli ingredienti di una pozione. Hai mai provato a sentire sulle labbra il sapore di qualcun altro, anziché soltanto lo scivolare delle parole che compongono un incanto? - si avvicinò ancora; lei tremava.
Lui era a pochi centimetri da Hermione, ora. Il biondo chinò il capo, ciocche chiare che andavano a sfiorare il viso della ragazza; le sollevò il mento bruscamente, con l'ausilio dell'indice e del medio, costringendola a fissare le sue iridi argentate, ora del colore del cielo in tempesta. Sentiva il respiro di lui soffiarle sull'epidermide arrossata; poteva sentire il suo odore. Era fresco, puro. Penetrante, ma non troppo forte da nauseare. Sapeva di menta. E di tabacco.
- Hai mai sentito l'odore di qualcuno entrarti a forza nelle narici, appicartisi addosso e sentirlo anche dopo aver mollato la stretta su quella persona? - si, il tuo. Ora. - Ma certo che no, l'unico profumo che conosci è quello della cotonina e della polvere che ricoprono le pagine dei libri.. Sei una spor.. - Il suo dire era un crescendo di cattiveria ed insulti, scatenato da un'improvvisa rabbia cieca nei confronti della ragazza. Stessa ragazza che aveva impedito che lui continuasse a rinfacciarle cose che ormai le aveva ripetuto già troppe volte; inutile ripetere che aveva bloccato con un sonoro schiaffo che s'era abbattuto sulla pelle nivea del biondo. La carne bruciava, dove lei lo aveva toccato.
Le sue dita si staccarono dal viso della ragazza, portandosi invece sul proprio, a sfiorare il vago segno rossastro che Hermione gli aveva lasciato sul viso. Strinse gli occhi a due fessure; le iridi tendevano a cambiare leggermente sfumatura a seconda del suo umore. Tuttavia la Grifondoro non s'era accorta che le pozze argentee avevano assunto una sfumatura grigio scuro: sembravano nubi cariche d'acqua, pronte a riversar le loro lacrime sulla terra. L'odio, il disprezzo che si leggeva in quello sguardo fece tremare dentro la Prefetta. Dentro, perchè fuori non lo avrebbe mai dato a vedere.
Era un gioco di orgogli da non ferire, di parole mirate a offendere; una guerra senza esclusioni di colpi, una guerra con precisi motivi. Una guerra che portava a battaglie che spesso non avevano una vera e propria ragione a cui appigliarsi per spiegare il perchè erano nate.
- Non osare. Mai più. - il sibilo sferzante del biondo soffiò sul volto arrossato della fanciulla, che combattè la voglia di ritrarsi di qualche passo da quegli occhi accesi in fredde fiamme che non accennavano a spegnersi. D'altronde, come spegnere un fuoco di ghiaccio?
Non rispose; soltanto quando lui le ebbe dato le spalle, si decise a fare qualche passo indietro, l'oro colato dello sguardo fisso sulle spalle larghe e ferme del ragazzo, che le sostava innanzi senza muoversi, immobile. Indetreggiò fino a sbattere contro uno scaffale con la schiena; uno spigolo di legno le punse la carne del fianco, facendola mugolare di dolore. Un mugolio cercato di reprimere, ma che era stato perfettamente percepito dal Serpeverde nella stanza.
In parte dimentico di quanto accaduto poco prima, Draco Malfoy si voltò in direzione della rosso oro, le labbra distese in un ghigno, la lingua pronta ad avvelenare l'aria con parole taglienti.
- Questa tendenza all'autolesionismo.. potrei sfruttarla a mio favore.. -
Hermione dapprima spalancò gli occhi, sgranandoli, stupita dalla volubilità del sedicenne; poi sbuffò, alzando lo sguardo verso il soffitto e incrociando gli avambracci sotto al seno florido.
- Vai al diavolo.. - borbottò, lasciandosi scivolare verso il basso fino a raggiungere il pavimento, cui si fece posto tra le carte ed i tomi impolverati.
- Non prendo ordini, tantomeno da una mezzosangue. - cinguettò Draco, quasi con soddisfazione, mentre con spirito da vero maschio ignorava il bruciare della guancia, cui sentiva affluire il sangue. Però, quello che aveva detto, lo pensava davvero. Si poteva dire che era un ribelle, e forse in parte lo era. Cercava costantemente di ribellarsi alle imposizioni poste alla sua vita, alle privazioni di certe libertà, alle decisioni già prese quanto al suo futuro e dalle quali non vedeva una via d'uscita. Probabilmente, la sua tendenza ad andare contro le regole e contro quanto gli veniva detto di fare, proveniva da un tentativo di evadere dalle consuetudini che avevano accompagnato infanzia e adolescenza; poteva essere un modo di creare un elemento di stacco, differenziare quella parte della sua vita dove non era altro che un burattino nel ruolo del protagonista, e quella dove invece era libero. E l'improvvisa libertà gli dava evidentemente alla testa. Era dall'anno precedente che aveva iniziato a trasgredire le regole e aveva cominciato a fare esattamente tutto che gli passava per il cervello, senza riflettere sulle eventuali conseguenze. E quella nuova sensazione che la consapevolezza della propria parziale libertà aveva liberato in lui, era tale da avergli fatto pensare di poter evitare di adeguarsi ai canoni consueti in ogni situazione.
Un po' come un bambino. Ma un bambino non lo era, era dovuto crescere prima della giusta età, aveva dovuto sbrigarsi a maturare, perchè così serviva a suo padre. E quell'infanzia negata spesso saltava fuori nelle relazioni con gli altri e nel modo di rapportarsi con la gente; i capricci di un ragazzino si facevano notare nel sedicenne perchè sapeva soltanto in quel momento di poter in parte agire secondo unicamente i suoi desideri. Perlomeno, finchè si trovava in quella scuola.
Hermione Jane Granger lo ignorò, optando invece per afferrare un piccolo libricino e cominciare a sfogliarlo svogliatamente. Talmente svogliatamente e distrattamente, che non si accorse d'averlo effettivamente aperto al contrario. Questo particolare sfuggì a lei, ma non al biondo, che nuovamente voltosi verso Hermione, aveva ripreso a ghignare.
- Granger.. -
- Malfoy non mi stressare. - replicò lei, interrompendolo e non permettendogli di concludere la frase. Le dita affusolate continuavano a sfogliare le pagine del piccolo tomo dalla copertina verdastra, rovinata.
- Interessante? - la stessa smorfia sardonica aleggiava sulle sue labbra, ma lei non la poteva vedere, avendo gli occhi versi allo scritto.
- Sì, molto. - rispose, lasciando trapelare l'irritazione dalla voce.
- Il libro o gli studi che stai svolgendo circa la lettura al contrario? - fingendosi serio, Draco s'appoggiò al muro alle sue spalle con la schiena, incrociando le braccia muscolose al petto, tendendo la camicia sulle spalle.
Hermione, irritata, chiuse di scatto il libro, lasciandolo cadere a terra e alzandosi repentinamente.
- Lasciami perdere Malfoy. -
- Con te non è mai stato un gioco. -
- Lasciami perdere ugualmente. -
- E' una guerra. - terminò lui, freddo, le iridi argentate puntate in quelle della Gryffindor, incurante delle interruzioni ricevute dalla stessa.
- Non vedo la differenza. -
- Granger? -
- Mh? -
- Metti a posto questi libri. -
Hermione si inalberò nuovamente, fissandolo con odio. - Ti ho già detto che non farò nulla se non la farai anche tu. - sibilò, contraendo la mascella.
Draco sbuffò. - Visto? Tu non vuoi perdere. - Il tono della sua voce, lasciava intendere che la discussione era finita lì, e qualora ci fosse stata una risposta, non avrebbe comunque avuto intenzione di replicare nuovamente. Si chinò a raccogliere dal pavimento un'altro dei tanti tomi, aprendolo a casaccio. L'occhio grigio cadde involontariamente su una frase, scritta con inchiostro nero; la calligrafia era elegante, era certo che apparteneva a qualche purosangue; i sanguesporco o i mezzibabbani non erano in grado di scrivere a quel modo. Troppo disordinati, troppo veloci, troppo imprecisi: davano troppa poca importanza all'estetismo, considerato invece un punto fondamentale da tutte le dinastie di Purosangue del mondo.


Quando il gioco si fa duro..




Non fece in tempo a terminare di leggere. La porta poco distante da lui si spalancò all'improvviso, e lui lasciò cadere sul pavimento il libricino. Poco distante, vide la Granger sgranare gli occhi, spaventata probabilmente all'idea dell'imminenente e praticamente sicura punizione che l'aspettava. Aveva ancora le guance arrossate dalla rabbia, gli occhi che brillavano, non per la gioia né perchè era sul punto di piangere.
Erano semplicemente vive.
Si ricompose, staccandosi dal muro e riassumendo un'espressione del tutto insofferente.
Non battè ciglio nemmeno quando la figura che entrò dalla soglia della stanza si rivelò nient'altri che Severus Piton, con tanto di svolazzante mantello nero alle spalle. L'espressione arcigna non accennava a modificarsi sul viso del professore, che storse il naso alla vista della saletta ancor più in disordine di prima.
Fece passare lo sguardo su Draco, senza mormorare parola alcuna. Quindi, con disgusto, su Hermione. Il giovane Serpeverde notò l'ansia concretizzarsi maggiormente sul volto della prefetta: il labbro tremava convulsamente, e lei cercava di evitare ciò mordicchiandolo insistentemente.
- Voglio una spiegazione. - sibilò Piton, portando la mano alla bacchetta; non che avesse seriamente intenzione di usarla, chiaro.
Draco s'affrettò a fornire la sua versione dei fatti. - Pretendeva che io sistemassi i libri. - borbottò, infastidito. Hermione rimase ancora più stupita nel constatare che non aveva addossato direttamente la colpa su di lei. O per lo meno non ancora. Da brava serpe, Malfoy aggiunse subito un'altra piccola coordinata all'affermazione precedente. - Ovviamente, lei sosteneva di non dover muover muscolo. - terminò, lasciando che una maschera impassibile nascondesse la soddisfazione sul suo viso pallido.
- Non è vero, io non.. - esclamò la ragazza, indignata, fissando prima con odio il Serpeverde, poi con uno sguardo implorante il professore..
- Signorina Granger! Veda di non peggiorare la situazione e restarsene in silenzio, se non vuole che le conseguenze di ciò che ha fatto si rendano terribili.. - sibilò in sua direzione, muovendo qualche passo in sua direzione e apprestandosi ad afferrarle l'avambraccio.
Draco s'accorse che Piton lo fissava insistentemente mentre trascinava l'afflitta Grifondoro nel corridoio, con la chiara intenzione di portarla da Silente.
Lo ringraziò con un lieve cenno del capo, mentre anche lui s'apprestava a tornare verso il suo dormitorio. Era soddisfatto, nonostante tutto. Aveva dato una lezione alla Mezzosangue.
Non doveva essere solamente soddisfatto: il suo corpo avrebbe dovuto essere pervaso da stilettate continue di gioia; avrebbero dovuto essere talmente tante e talmente forti da fargli quasi male.
Invece un lieve, insignificante senso di soddisfazione era l'unica cosa che la sua impresa gli aveva provocato. Mormorò un'imprecazione, prima di sbattere il pesante portone ricoperto dal velluto.
I passi di Piton e della Granger risuonavano ancora nei corridoi vuoti della scuola; un'eco che continuava a farsi sentire anche dopo che la strana accoppiata aveva svoltato l'angolo, diretta verso lo studio del Preside.
- Grazie, Severus. Sono certo che tu sia stanco e abbia voglia di riposare.. - Albus Silente congiunse le mani all'altezza della pancia, seduto sulla sua poltrona nello studio. Con un sorriso bonario congedò il professore, che non mancò di lanciare un'occhiata al vetriolo in direzione della sedicenne, che sostava poco distante da lui con lo sguardo basso, gli avambracci abbandonati lungo i fianchi. Quindi, con un lieve inchino in direzione del preside, Piton scomparve oltre la soglia in un turbinio di stoffa nera.
- Signorina Grange, Hermione.. veniamo a noi. - La ragazza alzò gli occhi dorati su Silente. - E' la seconda volta che ti vedo nel giro di due giorni. - Trattenne una lieve risata e s'accarezzò la punta finale della lunga barba bianca con indice e pollice, mentre con l'altra mano faceva segno alla giovane di sedersi.
Il viso della prefetta, sedendosi, non si era a sua volta stirato in un sorriso. Anzi, la giovane scattò in avanti poggiando le mani sulla superficie lignea della scrivania, sporgendosi col busto oltre il bordo di questa, incurante della grande e disordinata quantità di oggetti che questa ospitava. - Io non c'entro nulla! Piton.. -
- Il professor Piton, Hermione.. - la riprese lui, senza stilla di severità nel tono di voce, che continuava ad assomigliare a quello usato da un padre rivolgendosi ad una figlia a lui particolarmente cara.
- Sì, lui.. Ha frainteso! E' tutta colpa di Malfoy, pretendeva che io pulissi tutto da sola e io ovviamente mi sono categoricamente rifiutata! Non sono la schiava di nessuno, men che meno la sua. - terminò la sfuriata con un lungo respiro, per riprendere fiato. Poi, ricomponendosi, prese una posa più composta sulla sedia. Silente la guardò con ammirazione: per la tenacia, per l'onore e la grazia con cui difendeva sè stessa ed implicitamente i colori che vestiva.
- Sono perfettamente consapevole che tu non hai colpe, Hermione, ma non ho prove concrete di quanto mi dici. Pertanto, devo raccomandarti di risolvere la situazione entro la fine della settimana, o sarò costretto a prolungare la punizione fino a Natale, quindi di circa un mese. Ora vai, immagino che sarai piuttosto stanca.. - Con un sorriso il vecchio preside congedò anche la prefetta del Grifondoro.
Nel corridoio, Hermione Granger s'appoggiò al muro per qualche istante; sentiva le lacrime pizzicarle gli occhi. Non appena avvertì la calda discesa di una di esse sulla guancia, s'affrettò ad eliminarla sfregandola col dorso della mano. Cancellò la prova dell'ennesima prova di quella che considerava una stupida debolezza. Non poteva permettersi di piangere per Draco Malfoy. Non lo avrebbe più fatto, non sarebbe mai più crollata per una semplice carognata di una Serpe.
Era una promessa.



WRITER'S SPACE


Ma buon giorno gente! Lo so, è molto della serie: chi non muore si rivede! Ahah, l'importante però è che abbia trovato la forza e l'ispirazione per riscrivere i capitoli persi. E' un po' più corto di quanto fosse quello vecchio, però questo va meno avanti con il corso della storia. Dunque, vi ringrazio per la pazienza d'avere aspettato e anche dei commenti al primo capitolo ♥

ange_90: grazie mille! eh sì, in questo capitolo herm picchia! ;D bianfuretto non so in effetti da dove mi è uscito, ma non ho resistito a non scriverlo :)
BabyDany94: grazie anche a te! Anche io adoro le D/H! mi scuso se non ho 'continuato prestissimo' come promesso, ma non era davvero mia intenzione! Mi farò perdonare ;D
Anna96 puoi dirlo forte che è Sexy! Io ci son fissata con Malfoy, sarà il fascino del bello & bastardo che prima o poi colpisce tutte ahah :D E la cioccolata.. beh ogni scusa è buona per mangiarla ;) Grazie anche a te!
Obscura Puella: ehi! è un bel complimento sentirmi dire che non sembrava la mia prima fanfic, grazie :D e sono contenta anche di aver *o per lo meno nel precedente capitolo* aver rispettato i giusti caratteri! Speriamo anche in questo :)

Spero che il capitolo vi piaccia ♥
Recensitee :) Pace e Amore :D

edit 30/05 21.21
stesso motivo del primo capitolo :)

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Capitolo 3
*** Hey guys, here's the queen of Gryffindor ***


WHEN THE GOING GETS TOUGH
Hey guys, here's the queen of Gryffindor



She walks in beauty, like the night
Of cloudless climes and starry skies;
And all that's best of dark and bright
Meet in her aspect and her eyes:
Thus mellow'd to that tender light
Which heaven to gaudy day denies.

GG Byron

- 'Mione, la tua espressione la dice lunga su come sia andata a finire ieri sera. -
Lavanda Brown, distesa sul letto, terminò di passare la seconda mano di smalto sulle unghie, ora colorate di un bel rosso acceso. Calì Patil, che divideva con loro la stanza, finì a sua volta di allacciare la cravatta coi colori di Gryffindor al collo, per poi voltarsi con aria comprensiva in direzione di Hermione.
- Perfetto, almeno non dovrò sprecarmi in commenti. - la ragazza ribatté in modo forse più acido di quanto ve ne fosse in realtà bisogno; nervosa, la rendeva nervosa. Le altre due non furono comunque turbate dal modo di fare piuttosto brusco dell'amica. Anzi, in un attimo di estrema solidarietà femminile, Calì si avvicinò alla ragazza e le diede qualche pacca affettuosa sulla spalla. Lavanda invece non si scomodò dalla sua postazione, ma non mancò di darle il suo appoggio mandandole un bacio volante.
- Detto ciò io scenderei anche a fare colazione. Lav, tesoro, ti aspetto in Sala Grande. 'Mione, non ti scaldare troppo, per favore. La rabbia porta alle rughe. - Calì termino la sua perla di saggezza con un'espressione grave in viso, prima di eclissarsi per davvero oltre la porta della stanza. La Granger non la salutò nemmeno, mentre l'altra si limitava ad un breve sorriso.
Hermione rivolse un'occhiata veloce a Lavanda. O meglio, veloce lo sarebbe stata se questa non fosse stata ancora striminzita in un paio di pantaloncini viola e in una canottierina – se così si poteva definire talmente era ridotta – dello stesso colore. Ciò costituiva evidentemente il suo pigiama. Inarcò un sopracciglio, prima di dare una veloce occhiata all'orologio che portava al polso.
- Lavanda Brown, sei estremamente in ritardo. -
- Oh, lo so cara. -
- E allora perché non ti dai una mossa? -
- Ma tesoro, mi sembra ovvio. - guardò Hermione come si guarda un bambino un po' duro di comprendonio, scuotendo il capo di fronte al cipiglio interrogativo della ragazza.
- Merlino Granger! Perché devo sbrigarmi? Tanto sarei comunque in ritardo! -
Hermione non si prese nemmeno la briga di risponderle; diede una sistemata alla gonna della divisa e lisciò la camicetta bianca. Dunque, dopo essersi infilata nel maglioncino grigio con lo stemma di Gryffindor, alzò una mano in segno di saluto in direzione della compagna di stanza, raccolse un libro dal proprio letto e fece la stessa strada intrapresa poco prima dalla Patil. Lavanda alzò le spalle per nulla colpita, soffiando sulle unghie con fare indifferente.


- Draaaco! Dracuccio! Ma insomma! -
Draco Lucius Malfoy cacciò la testa sotto il cuscino, cercando di ignorare la vocina che gli trillava nelle orecchie. Tuttavia, Blaise Zabini non era per nulla intenzionato a lasciare in pace l'amico. Infatti, aveva cominciato una blanda imitazione di Pansy Parkinson, cercando di riprodurre la vocina della Serpeverde e nel contempo sedendosi sul letto del suo alquanto irritabile migliore amico accavallando le gambe e preparando una perfetta espressione da carlino per il suo imminente risveglio. Theodore Nott – che con loro divideva la stanza – era già salito per fare colazione.
- Draaaaaachino! -
Draco dormiens nunquam titillandus.
- Ma -draco- Draco! -dormiens- Insomma, -nunquam- SVEGLIATI! -...-
- BLAISE CHIUDI QUELLA FOGNA! -
Lo Slytherin – quello vestito – ghignò.
< - Ma Dracolino, se non ti spicci non riuscirai a fare colazione! -
Era risaputo, tra i sotterranei delle Serpi, che se Draco Malfoy non faceva colazione la mattina la giornata rischiava di diventare pericolosa per tutti. E purtroppo, non solo per Potter e compagnia. Se poi già si era svegliato col piede sbagliato.. se poi si era svegliato col piede sbagliato per colpa di una mezzosangue a caso. Il biondo s'alzò di scatto dal letto, lanciando un'occhiataccia all' – ex – amico. S'avviò frettolosamente verso il bagno, indosso soltanto i pantaloni del pigiama verde scuro. Se al posto di Zabini ci fosse stata una dolce donzella, probabilmente sarebbe già svenuta alla vista del Principe delle Serpi a torso nudo e con muscoli al vento. Ma, fortunatamente, Blaise Zabini era un fanciullo dagli occhi blu e – quasi – pari a Malfoy in quanto a fascino e bellezza. Ovviamente era richiesto – quasi – esclusivamente tra la fauna femminile di Hogwarts. Di quel quasi non ne era a conoscenza, altrimenti avrebbe ricercato il povero ragazzo omosessuale per tutta la scuola e poi l'avrebbe costretto a rivedere i suoi gusti anche con la forza bruta se necessario. Virile?
- Ti devo aspettare? -
- Fottiti Zabini!-
- Lo prendo per un no.. -


Hermione Granger scese di fretta le scale della Torre di Grifondoro. Di fretta, perchè sfortunatamente la pseudo conversazione con Lavanda le aveva fatto perdere tempo prezioso. Girò sempre piuttosto velocemente oltre l'angolo, per immettersi nel corridoio che portava alla Sala Grande, quando.. sbem!
- Mezzosangue, stai attenta a dove metti i piedi.. -
Perfetto! Come se non bastasse era andata a sbattere contro Mister Gentilezza dell'anno. Si rialzò velocemente da terra, ma lo Slytherin la sovrastava ancora di una buona quindicina di centimetri, per quanto lei fosse abbastanza alta come ragazza. Alzò gli occhi, piantandoli in quelli del Serpeverde. Pozze argentee. Pozze di cattiveria. Hermione non abbassò lo sguardo nonostante tutto il disprezzo che leggeva nelle iridi grigie dell'altro. Orgoglio Gryffindor.
- Altrimenti? - scandì le sillabe con precisione, soffiando dalle labbre piene e rosee. Lo stava sfidando. O almeno, così percepì quello sguardo dorato e quelle parole il Principe delle Serpi. S'avvicinò maggiormente a lei, e ancora una volta i loro nasi potevano sfiorarsi. Le afferrò il polso, impedendole di allontanarsi. Hermione deglutì e si costrinse a rimanere immobile. Di nuovo quell'odore. Menta. Tabacco. Lui.
- Tu non ti devi permettere di rivolgerti così a un Malfoy. - Draco Malfoy sibilò con cattiveria, sputandole la frase dritta in faccia, senza distogliere lo sguardo di un solo millimetro. Anche lui poteva sentire il suo profumo. Trattenne un attimo il respiro, volendosi impedire di ammettere che la mezzosangue aveva un buon odore. Sapeva di orchidea. Orchidea e miele.
- Arrogante, borioso, pieno di sè. - Hermione stava cominciando nuovamente ad insultarlo, quando lui lasciò la presa sul suo braccio, voltandole le spalle e allontanandosi verso la Sala Grande.
- Sei decisamente ripetitiva, Mezzosangue. - senza voltarsi indietro una sola volta, varcò la soglia della sala, e quella mattina non ghignò soddisfatto di fronte ai sospiri di più della metà della popolazione femminile della scuola. Evidentemente c'era qualcosa che non andava. E Blaise Zabini lo notò subito, osservando il ragazzo avvicinarsi al tavolo Slytherin sfregandosi con decisione il naso. Come se dovesse cancellare delle tracce di qualcosa.Improvvisamente, si ricordò che non aveva ancora chiesto a Draco quali risultati aveva portato la punizione imposta da Silente. Quindi, il suo sguardo blu fu attirato da una figura che aveva appena fatto il suo ingresso nella sala. E come lui, altre centinaia paia di occhi avevano fissato le iridi sulla medesima fonte d'interesse. Quando Draco si fu seduto, intercettò lo sguardo dell'amico e lo seguì fino a raggiungere la figura della mezzosangue. Hermione Jane Granger avanzava verso la sua tavolata, le guance arrossate dalla rabbia, negli occhi brillavano pagliuzze dorate. Lo sguardo alto, il portamento fiero. Semplicemente, bella d'abbandono. Nella mente di ognuno in quella sala v'era una nuova consapevolezza.
Quella, era la Regina di Grifondoro.


WRITER'S SPACE


buondì donzelli! il capitolo è corto, e io sono ancora in immenso ritardo! Perdonatemi, sono giusto un attimino occupata :)nonostante la scarsa lunghezza, mi piace abbastanza :) spero vi vada di leggerlo e magari lasciare una misera recensione. giuro che mi accontento di due righe! baci =) ah, quasi mi stavo dimenticando.. quanto alla faccenda di Blaise, voglio chiarire che non sono affatto omofobica, anzi, tutto il contrario; solo mi sembrava coerente con il carattere che ho dato al personaggio la mancanza di approvazione verso l'omosessualità se la cosa coinvolge anche lui :) adieu

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Capitolo 4
*** Remember to breathe ***



WHEN THE GOING GETS TOUGH
Remember to breathe



Ho perso le parole
eppure ce le avevo qui un attimo fa
dovevo dire cose
cose che sai
ligabue

Ci sono persone convinte delle proprie idee, persone che per capire che forse potrebbero esserci altre possibilità, altre idee, oltre alle loro, c'impiegano parecchio tempo. Però ci riescono, a capirlo. E poi, magari dopo altri secoli, ad accettarlo.
Invece altre si rendono conto di ciò pressochè all'istante, però inconsapevolmente. E' come sentire dentro di sè una nuova certezza, il problema è capire cosa essa sia. E a cosa si riferisca. E mai, una di queste persone capisce subito che la nuova consapevolezza riguarda proprio quelle convinzioni ritenute assolutamente stupide. A volte non afferra la cosa nemmeno dopo parecchio tempo trascorso. Alcuni sottogruppi di loro, però, comprendono perfettamente quanto reale sia l'affermazione ritenuta impossibile. Ma non la accettano, e cercano di autoconvincersi del contrario.
Beh, Draco Lucius Malfoy apparteneva sicuramente a questa fetta di gente. Lui aveva capito nell'esatto istante in cui l'aveva vista entrare che Hermione Jane Granger era la Regina di Grifondoro. No, non quello stesso giorno. Lui aveva dovuto fare i conti con questo decisamente molto tempo prima. Dire che se ne era reso a conto ad undici anni appena il cappello si era posato sulla testa di una baby Hermione forse era un attimo azzardato, tuttavia appena aveva cominciato a formare pensieri di senso compiuto, e appena lei era diventata qualcosa di più di una bambina dai capelli crespi.. una strana sensazione lo opprimeva. E non è che lo opprimesse perchè non sapeva a cosa era dovuta. Lo opprimeva perchè lui era perfettamente conscio del motivo.
Ma non lo avrebbe mai ammesso. Non a Zabini, e neppure a sè stesso.
Seppur avesse nascosto in un remoto angolo del proprio essere la consapevolezza di chi fosse la Granger, in quell'esatto momento, nel suo ingresso nella sala, era balzata fuori di nuovo, all'improvviso, travolgendolo. Ed era per questo che un'espressione di disgusto era andata formandosi sul suo viso. Per questo che probabilmente aveva ancora più voglia di insultarla e rinfacciarle la sua inferiorità.
Strinse i pugni, distogliendo lo sguardo dalla Mezzosangue. Si concentrò invece sul calice di succo di zucca che gli stava innanzi. Ora, era abbastanza logico che nella testa degli Slytherin accanto a lui si formasse una domanda più che lecita: perchè diavolo Malfoy stava fissando il contenuto di quel bicchiere assottigliando gli occhi?
Draco socchiuse appena le palpebre.
Sarà stata la sua camminata.
Li strinse del tutto, quasi a farsi male.
Sarà stata la luce nei suoi occhi.
Digrignò i denti.
O forse, la fierezza che trasudava da ogni suo movimento.
Sbattè un pugno sul tavolo, facendo oscillare il calice e relativa bevanda all'interno di esso.
Maledizione.
Perchè quella visione lo scombussolava così tanto?
Lei era inferiore.
E no, non si pensi che era convinto di esserne convinto quando non lo era. Ne era convinto veramente. Era profondamente radicata in lui, quella convinzione.
- Draco, ci stiamo specchiando anche nel succo di zucca? -
Blaise Zabini osservava l'amico con un sopracciglio innalzato.
Punto uno: Draco Malfoy odiava il succo di zucca.
Punto secondo: Draco Malfoy non aveva ancora toccato cibo.
- Maledetta Mezzosangue.. - sibilò a bassa voce. Soltanto il ragazzo dagli cobalto aveva potuto distinguere le parole una dall'altra, e afferare il senso della frase. Infatti, soltanto lui alzò gli occhi al cielo sbuffando. - Il succo di zucca ha parlato dicendo che è più affascinante di te? - con un amabilissimo sorriso sul volto, il ragazzo continuò a torturare l'altro, veramente interessato alla questione.
- Odio che si metta in mostra quando con il suo sangue schifoso dovrebbe soltanto soffrire e strisciare. - sputò, velenoso, il biondo.
Punto terzo: Draco Malfoy non ignorava le frecciatine acide di nessuno. Mai. Nemmeno le sue. Questo rendeva il tutto ancora più preoccupante e grave di quanto già non lo fosse prima. Blaise si fece improvvisamente serio. Malfoy era veramente alterato.
- Draco.. Lei non si è messa in mostra. - Obiettò, con più tatto possibile ma allo stesso tempo con voce salda e sicura. Bassa, perchè gli altri non dovevano sentire.
- Lei vive. - ringhiò in risposta il biondo, stringendo ancora di più il pugno. Le unghie corte facevano male nella sua carne lattea.
- Forse dovresti darti una calmata, Draco. Dopo. - calcò l'ultima parola. Draco Malfoy non alzava mai la voce, ma quando lo faceva.. beh, la cosa si faceva decisamente difficile. Per questo doveva evitare che scoppiasse. Perchè, oh si, stava davvero per scoppiare.


Ronald Weasley non aveva tatto. Non ne aveva e non ne avrebbe mai avuto. Purtroppo, con persone suscettibili come Hermione Granger questa mancanza si notava eccome.
- 'Mione, qualcosa non va? -
Ecco, questa domanda, posta nell'esatto momento in cui lei si era seduta accecata dalla rabbia.. era fuori luogo come potrebbe esserlo un babbano ad Hogwarts. Peccato che Ron non se ne rendesse conto.
- Certo che no, Ron caro. -
- No, perchè mi sembrava che fossi un pochino nervosa.. - Errare è umano, ma perseverare è diabolico. Ron diede un morso al croissant alla crema che aveva dinnanzi. Hermione alzò lo sguardo dal piatto di crostatine alla marmellata che guardava con disgusto. Disgusto per il cibo? Lo fulminò con lo sguardo dorato.
Disgusto per Malfoy.
Ma perchè lei lo vedeva anche nel cibo?
Fortunatamente, l'arrivo di Ginevra Weasley allontanò l'alto rischio di disastro.
- Tempismo perfetto, Gin! - borbottò Harry, sorridendo alla rossa e guardando nel contempo di sbieco Ronald. Avrebbe mai capito quando era il caso di tacere?
- Tempismo perfetto per cosa, Harry? Ho semplicemente detto ad Hermione che mi sembrava un attimo nervosa.. Cosa c'è di male? - No, decisamente Ginevra non aveva allontanato nessun pericolo. Ron era veramente incorreggibile.
- Ron, puoi stare zitto, per grazia di Merlino?! - sbottò la sorella, affiancando l'altra Gryffindor per poi afferrare una mela rossa e rotonda dal cesto a centro tavola. - Herm.. - proseguì poi, dandole un'occhiata significativa mentre mordeva il frutto del colore dei suoi capelli. La ragazza annuì debolmente, fissando una tazza di tè davanti a lei. E si, sempre con aria disgustata.
- Ragazzi, io salgo un attimo in dormitorio e vi raggiungo a lezione.. Non ho molta fame. -
Si alzò di scatto, seguita da una Ginny che – poverina! - aveva giusto appena incominciato a mangiare. - Herm, si può sapere cosa è successo? - altro morso alla mela.
- Malfoy. - sibilò in risposta la Grifoncina, scuotendo il capo.
- Piattola, Mezzosangue.. Cosa si dice di me? - una voce gelida, sarcastica, arrivò dritta alle orecchie delle due. Una voce inconfondibile. Il Furetto Platinato, ovviamente.
- Non parlavamo di te. Egocentrico.. - borbottò in risposta Ginny, alzando gli occhi al cielo e senza degnarlo nemmeno di parlarle in faccia. Continuò a camminare, trascinandosi dietro Hermione, che stava contando fino a dieci per non voltarsi e aggredirlo nuovamente. Dietro, Malfoy e Zabini le seguivano. Il primo importunandole, il secondo no. Beh, il secondo era troppo occupato a fissare la gonna della Weasley – decisamente più corta rispetto alle misure originarie – ondeggiare ad ogni suo movimento. Non faceva quasi caso alle parole dell'amico. Fece scivolare le iridi blu cobalto sulle gambe della ragazza, trattenendo un fischio d'apprezzamento. Soltanto dopo un'analisi completa ed accurata ebbe la decenza di prestare attenzione a Malfoy, che, a quanto pareva, aveva recuperato la calma.
- Ah si? E a me che pareva d'aver sentito il mio nome.. -
- Avrai sbagliato, Malferret. Dicono che certi furetti abbiano problemi d'udito, in effetti. - incapace di trattenersi, Hermione parlò prima che Ginny zittisse nuovamente la serpe.
Draco, fulmineo, l'afferrò per il polso. Di nuovo.
- Malfoy, comincio a pensare che il toccarmi per te sia diventata un'ossessione.. - sibilò lei, gelida. E il contrasto tra la freddezza della voce e il calore degli occhi era interessante.
- Ti piacerebbe, Mezzosangue.. - ringhiò lui, in risposta. Occhi grigi le accarezzavano le iridi dorate in uno sguardo impenetrabile.
- E allora, lasciami. - scandì lei, in risposta, senza scomporsi minimamente. Lui, per tutta risposta, accorciò ancora di più le distanze, tirandola a sè con un brusco strattone.
- Non capisci che non ascolterò mai quello che dici? - soffiò, fissandola.
Blaise e Ginny fissavano la scena in silenzio, senza nemmeno osare dire una sillaba.
- Non ti fa schifo, toccarmi? Mollami. -
- Certi trucchetti con me non funzionano.. - sputò tra le labbra lui, stringendo la presa sul suo polso.
Le stava facendo male.
Un gemito di dolore. Strinse ancora di più.
Voleva lasciarle un segno.
Altrettanto bruscamente la allontanò da sè, facendola barcollare all'indietro. Se non avesse trovato l'appoggio di Ginny, probabilmente sarebbe caduta. Un'ultima occhiata, altezzosa, prima di far cenno a Zabini di seguirlo verso le scale. Diretti ai dormitori?
No, la prima lezione era Pozioni. Con i Gryffindor. Con loro. Quando la riccia se ne rese conto, trattenne a stento un'imprecazione. Si liberò dalla presa di Ginny, scansandola e seguendo le Serpi verso l'aula di Piton. La rossa alzò le spalle, scuotendo il capo. Avrebbero parlato, dopo.


La lezione di Severus Piton non si poteva di certo classificare tra le preferite dagli studenti di Grifondoro. Il motivo principale era il fatto che durante quelle due ore ogni cosa sottolineava che quello era il regno delle serpi. Erano nei sotterranei e gli Slytherin erano i preferiti del misterioso uomo dalla notte dei tempi. Se c'era qualcuno che non tormentava mai, che non rimproverava per un ritardo, che non ammoniva per una mancata risposta e che non aveva quasi mai un'insufficienza nella materia, erano i Serpeverde. Logicamente, era la materia che i serpenti amavano di più.
Rosso e oro alla destra del professore, verde e argento alla sinistra.
Uno schieramento che non si modificava, mai.
Il trio dei miracoli era sempre in prima fila. Non di certo per volere di Harry e Ron, che dal canto loro avrebbero preferito restarsene nel retro dell'aula, quanto più perchè Hermione voleva stare lì e loro avevano bisogno di lei per evitare di rimanere sempre fregati da Piton.
Stranamente quel giorno regnava un silenzio incontrastato e il direttore degli Slytherin parlava spiegando l'argomento senza alcuna interruzione.
- .. per questo motivo la Felix Felicis .. -
Altrettanto strano era il fatto che Hermione Granger non stesse ascoltando. Nè tantomeno prendendo appunti di quanto diceva Piton. Aveva la piuma puntata sul foglio di pergamena, dove si stava allargando una macchia scura di inchiostro e lo sguardo fisso su di essa, senza però far nulla per evitare il piccolo disastro.
Non le aveva mai dato così tanto fastidio, Draco Malfoy.
Invece non faceva altro che tormentarla.
Probabilmente perchè erano costretti a vedersi per pulire lo studio.
Però era successo una volta sola.
Eppure..
L'aveva marchiata.
E quel segno non le dava poi così fastidio. - Signorina Granger, sarebbe così gentile da ripetere quanto ho appena detto? - la voce di Piton le risuonò sibilante nelle orecchie. Gelida.
- No, io lo odio! - esclamò la Prefetta Gryffindor, sbattendo un pugno sul banco di legno.
No, non si riferiva affatto al discorso fatto dal professore.
- Dieci punti in meno a Grifondoro, Granger.. - sibilò nuovamente Piton, riprendendo soddisfatto la spiegazione.
Merda.
Merda merda merda.
Quel dannato furetto le stava decisamente complicando la vita.
E dietro, lo stesso furetto, ghignava compiaciuto di quanto appena accaduto, estremamente convinto che la causa della distrazione della mezzosangue non era altri che lui.
- Sperando di non inceppare in altre.. - Piton a quel punto aveva lanciato un'occhiata significativa ad Hermione – spiacevoli situazioni, vorrei che provaste a realizzare la pozione. Per ricapitolare, gli ingredienti sono sulla cattedra.. E, per cortesia.. evitiamo impiastri. - gelido, l'occhiataccia questa volta era diretta prima a Neville, e poi ad Harry e a Ron. Battè due volte le mani, come segno di inizio lavoro.
Ron diede una gomitata ad Hermione.
- Herm, hey Herm.. non è che posso fare esattamente quello che fai tu? -
- Eh?! - confusa, la ragazza scosse il capo. Inutile dire che non aveva capito assolutamente niente del discorso del professore. Tuttavia, l'ennesimo sguardo da parte di quest'ultimo le intimò di cominciare la pozione. Aprì il libro di testo. Se Ron non le avesse dato un'altra leggera spinta, non si sarebbe nemmeno accorta del fatto che il libro, ahimè, era al contrario.
Tuttavia, la cosa non sfuggì a Draco Malfoy, che giusto in quell'attimo le stava passando di fianco per andare a prendere l'occorrente.
- Granger.. sta diventando un vizio quello di leggere i libri dalla parte sbagliata.. ne deduco che sei diventata piuttosto abile. - ghignò, sfottendola apertamente. Senza lasciarle possibilità di replica, si allontanò velocemente dalla ragazza, che ahimè, non gradì particolarmente l'intervento del serpeverde. Tantè che per la rabbia gettò nel calderone le prime cose che le eran capitate sotto gli occhi – ingredienti sbagliati presi da Harry – senza preoccuparsi delle conseguenze o di cosa avrebbe creato.
Mossa decisamente azzardata.
Il calderone esplose all'improvviso, cospargendo la Gryffindor di un sottile strato di liquido ambrato. Liquido ambrato che logicamente non c'entrava un tubero bollito con la Felix Felicis.
- Granger! Altri venti punti in meno a Grifondoro, e per l'amor di Merlino.. Si allontani da quell'impiastro.. Ricominci tutto.. - lo sguardo del professore saettò sulla classe, e con una smorfia poco felice della cosa, notò che l'unico posto libero era quello accanto al suo pupillo, Draco Malfoy, nell'ultima fila a sinistra, ormai posto fisso del biondo, di Blaise Zabini e di Theodore Nott, assente alla lezione per motivi sconosciuti ai più. Ma questo, per il momento, non ci interessa. - là. -
Piton terminò il discorso con una evidente smorfia di disgusto. Hermione, non era molto più contenta della cosa di quanto non lo fosse il suo professore. Senza spiccicare una parola, si alzò e mento alto si diresse verso il posto accanto allo Slytherin più amato dalla fauna femminile di Hogwarts.
- Mezzosangue, vedi di darti una ripulita prima di sederti qui.. Non vorrei essere contaminato da altre sostanze più di quanto non ci pensi il tuo sangue sporco, a macchiarmi.. - mormorò la Serpe, con un ghigno poco promettente sul volto costantemente pallido. Sembrava che il sole su di lui non avesse effetto nemmeno in estate. La sua melanina non doveva funzionare correttamente.
- Strano, non mi era parso t'importasse molto di essere contagiato dalla mia impurezza prima, o ieri sera. - ringhiò lei in risposta, mentre con la bacchetta si ripuliva da ciò che era rimasto della sua pozione.
All'affermazione della ragazza, rispettivamente quattro paia di occhi si voltarono verso di lei con cipigli interrogativi.
Blaise Zabini non si preoccupò di nascondere la sorpresa, dischiudendo appena le labbra con un sopracciglio inarcato, prima di spostare le iridi blu cobalto su Draco.
- Ragazza, la tua affermazione era piuttosto equivoca.. - mormorò l'italiano. Ci sarebbe stato bene un piccolo fischio, ma Blaise lo trattenne – non era forse il secondo della giornata?
Quanto detto da lui era ampiamente condiviso dalle restanti iridi: Daphne Greengrass, Pansy Parkinson e Millicent Bullstrode, che si erano voltate dalla fila davanti a quella dei ragazzi con un'espressione altrettanto stupita.
Un gelido sguardo di Draco bastò perchè tutti ritornassero in silenzio al loro lavoro.
Era lui il capo. Solo e soltanto lui.
Hermione arrossì, resasi improvvisamente conto di quanto potessero suonare ambigue le sue parole alle orecchie delle serpi. Imprecò silenziosamente.
- Ti ho già detto, mezzosangue, che quello che ho fatto era frutto del mio desiderio di non seguire affatto le tue parole. -
- Quindi se ti dicessi di fare la pozione, tu non la faresti? -
- Non immaginavo fossi tanto tarda nell'apprendere dei concetti. Ti ripeto che i tuoi giochetti con me non funzionano. Esattamente come Potty non può ingannarmi con i suoi trucchi sulla scopa, i tuoi giri di parole e i tuoi tentativi di farmi cadere in piccole e insulse trappole.. non hanno presa su di me. - replicò, tranquillo. Lei fece per aprire bocca, evidentemente intenzionata a rispondere, ma Piton, appena vista spalancare le labbra con astio, l'aveva richiamata con uno sguardo gelido, che se fece rabbrividire lei di rabbia, provocò un tremolio sospetto anche in Malfoy, che però non si poteva ricondurre allo stesso motivo. Tremava nel tentativo di reprimere un ghigno inopportuno, il bastardo.
Hermione abbassò lo sguardo, ignorando uno scatto omicida che avrebbe visto il biondo come protagonista di violente torture.
Nuovamente tentò di portare a termine la pozione.
Nuovamente stava per combinare danni.
Fortunatamente non successe, e tutto grazie a Draco.
- Devi mescolare con tre giri a destra, non a sinistra.. - aveva puntualizzato stizzito, con aria parecchio annoiata. Con l'aria di chi è costretto a dire cose ovvie. Il punto però era proprio questo. Lui non era stato affatto costretto.
- Mezzosangue, essere in grado di leggere non è un requisito opzionale. - aggiunse ghignando, mentre terminava la sua Felix Felicis e versava il contenuto in una piccola ampolla trasparente. Si alzò e con la sua camminata terribilmente elegante, estremamente.. sexy, si avviò verso il professore, consegnandogli il compito.
Hermione, fissava in stato di catalessi il ragazzo che tornava verso le retrovie dell'aula, senza nemmeno respirare. Stava trattenendo il fiato?
- Sapevo che Draco era considerato un gran bel.. fustacchione, ma di certo non talmente tanto da tenere Hermione Granger in apnea. - Hermione strinse le palpebre. Uccidere gli Slytherin era illegale, vero?
Non aveva nemmeno parole. La voce sarcastica non apparteneva ad altri che a Blaise Zabini.Da brava serpe, non si era lasciato sfuggire l'occasione. E Draco Malfoy era abbastanza vicino per riuscire a sentire ciò che l'amico aveva appena affermato. Con un sorriso sghembo – irriverente – mentre si chinava per sedersi al suo posto, sfiorò i capelli ricci di Hermione con le labbra, sussurrandole qualcosa all'orecchio. Il ghigno non era ancora scomparso dal viso pallido, anzi, permaneva leggiadro su quei lineamenti induriti dal tempo, dalle circostanze.
- Ricordati di respirare, mezzosangue. -

***

buon dì ragazze *-* scusate l'enorme ritardo, chiedo perdono in ginocchio! vi ringrazio per le recensioni e un grazie anche a chi ha messo la storia tra le preferite o tra le seguite! un bacio e anche se non obbligandovi, vi prego di lasciare un commentino! :) xx

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