Alla ricerca di se stessi

di luky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'amuleto di Triora ***
Capitolo 2: *** La maledizione ***



Capitolo 1
*** L'amuleto di Triora ***


-“ho bisogno di parlarti”-...
È questa la frase che odio più al mondo,ogni volta che la sento ho un dolore allo stomaco talmente forte che ho voglia di accasciarmi sul pavimento diventando invisibile.
Vi chiederete come mai,bhe tutto è successo tre anni fa...
Era il mio primo giorno alle superiori,il liceo a dirla tutto non mi sembrava affatto difficile per me era una passeggiata e poi la mia vita non poteva andare meglio: i miei voti erano fantastici tra i miei genitori non c’erano più litigi e io avevo un ragazzo bellissimo anzi strepitoso era fichissimo. Sinceramente non riuscivo a capire come potesse stare con una come me, so soltanto che eravamo felici.
Almeno lo credevo...
La mia felicità stava per essere sotterrata, tutto a causa dell’amuleto di Triora.  
Finalmente era arrivato il giorno della tanto attesa gita scolastica a Triora la città delle streghe così nota per la leggenda che la rappresentava.
A dir la verità la cosa che più mi rabbrividì fu il museo, era pieno di strani oggettini e di ridicoli quadri. Tutto mi terrorizzava non soltanto la storia ma anche la guida, era orribile e aveva una voce cupa e tenebrosa,forse sto un po’ esagerando ma la verità è che quell’uomo mi fissava in modo strano e io avevo paura.
-ogni sabato le streghe svolgevano un raduno sacro,giungevano a cavallo di scope o di demoni trasformati in caproni e si accalcavano attorno a satana seduto su di un trono nero per salutarlo e baciarlo- più parlava e più mi innervosivo mi sembrava tutto così ridicolo in fondo non era mica la verità eppure avevo una tale fifa che iniziai a tremare.
All’ improvviso per un brevissimo momento la luce si spense e io senza rendermene conto lanciai un urlo. Alla fine mi resi conto di aver fatto una figuraccia, tutti mi guardavano stupiti e io dovetti inventarmi una scusa, che ridicola che sono tutte a me succedono.
Ma il bello deve ancora arrivare;dopo che quello stupido della guida terminò di parlare ci portarono in una sala bellissima,c’erano delle statue tutte colorate non riuscivo a capire cosa rappresentassero ma a dir la verità dalla forma che avevano non avrei voluto saperlo per non parlare di quei fantastici medaglioni che indossavano le streghe tutti così dettagliatamente decorati. Adoravo quella stanza ma ciò che più attirò la mia attenzione fu uno strano amuleto era come se mi stesse chiamando. Si trovava in una cupola di vetro c’era scritto -”NON TOCCARE”-,ma la mia curiosità era troppo forte che non riuscì a resistere.
Era così affascinante delicato ed emanava una strana sensazione, era come se mi avesse ipnotizzato,con tutti quei colori e improvvisamente la parte superiore dell’amuleto si aprì e iniziò a diffondere una soave melodia simile ad una ninna nanna. Era come se fossi in un’altra dimensione, quando sulla mia spalla si posa una mano fredda, terrorizzata mi voltai di scatto, era la guida avevo paura che potesse rimproverarmi per ciò che avevo fatto ero nervosa avevo persino iniziato a sudare. Di colpo l’amuleto mi scivola di mano finendo sul pavimento, sentì un forte dolore allo stomaco avevo voglia di piangere ma non mi sembrava il posto appropriato, mi voltai lentamente verso la guida con occhi bassi pensavo che mi avrebbe sgridato che avrebbe continuato a guardarmi in modo starno e invece mi sorrise, capite mi sorrise.
-perché diavolo sta ridendo ho appena fatto cadere per terra un prezioso oggetto del museo,dovrebbe punirmi-
-perché dovrei punirti in fondo l’amuleto non si è rotto-
-questo che vuol dire ho comunque commesso un qualcosa di sbagliato-
-si è vero. Ma quella che ci rimette sei tu-
-in che senso scusi?-
- bhe vedi... c’è una leggenda che dice che chiunque farà cadere  l’amuleto di Triora, verrà colpito da una maledizione da cui non potrà più liberarsi e che le procurerà una serie di sfortunati eventi, e la sua vita non sarà più come la stessa.-
- mi sta mentendo vero? Vuole solo spaventarmi giusto?-
-no perché dovrei non ci guadagno niente io, sei tu ora che devi accettare le conseguenze delle tue azioni. io non centro niente in questa storia.-
Rimasi paralizzata mi fissò un’ultima volta poi andò via.
E adesso se il cappellone dice la verità, che devo fare?          

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Capitolo 2
*** La maledizione ***


 
Erano passate più di due settimane da quella infernale gita a Triora e della maledizione nessuna traccia, in fondo sapevo benissimo che erano tutte cavolate,le streghe, i medaglioni, i caproni era tutto così ridicolo non poteva essere la verità.
-ne sei realmente sicura?e se quell’uomo avesse ragione ora tu saresti la ragazza più sfortunata sulla faccia della terra te lo immagini; mi converrebbe starti lontana-
- ma Caterina ti sei bevuta il cervello, bell’amica che ho-
- dai scherzavo...non te la prendere subito-
-si certo come no. invece di consolarmi non fai altro che dire stronzate-
-ok scusa non volevo.-
- d’accordo ti perdono ma solo per questa volta-
- grazie non lo faccio più, promesso.-
- ODDIO!! è tardissimo perderemo l’autobus, corri-
- arrivo! arrivo!-
-----------
- meno male,per un momento ho pensato che la maledizione aveva incominciato il suo giro,ma fortunatamente non è così-
-non cantar vittoria dolcezza, tutto può succedere, quando meno te lo aspetti-
-smettila, non portarmi sfiga-


(A scuola)



-quindi ragazzi la filosofia di Platone nasce proprio dall'esigenza di conciliare le conclusioni di Parmenide, che predicava la necessaria eternità e immutabilità di ogni cosa, con l'evidenza del divenire che si riscontra nella realtà sensibile,poiché...-
-fantastico Cat. la  prof è andata-
-già è da un pezzo che lo notato;hai visto Jonathan oggi? È così carino,in questo momento vorrei essere quella matita che sta tenendo in mano con grande sensualità. aah!-
- la matita? Ma ci sei con la testa-
- Signorina Olivieri, vuole che le metta una nota per la sua inappropriata condotta?-
- hee... ecco io...hee..io-
-io cosa? Che stava facendo?me lo dica subito-
Odio quando mi chiamano per cognome,è vero mi chiamo Luciana Olivieri ma ho sempre preferito che mi chiamassero Lulù,almeno così mi chiama sempre il mio ragazzo. A parte questo, la situazione si stava facendo complicata, la Ceccarelli era la prof. più severa dell’istituto mi avrebbe sicuramente espulso per non essere stata attenta alla sua lezione di filosofia. Dovevo inventarmi qualcosa, ma cosa?
-allora io sto aspettando mi dica subito cosa stava facendo,ORAAAAAAAAAAAAA!!!!!-
Ero nervosa,agitata e come sempre stavo sudando,non sarei riuscita a resistere ancora un po’,quando a un tratto come se niente fosse li risposi velocemente:
-ero intenta ad ascoltare Caterina che mi stava dicendo come fosse carino Jonathan oggi-
Mi guardai un po’intorno e immaginate che scena si presentava d’avanti hai miei occhi?la stessa del museo di Triora dopo aver gettato un urlo, solo che questa volta le loro bocche erano leggermente più aperte persino quella della Ceccarelli. Ma la persona che mi spaventò di più fu Caterina,la sua espressione cambiava continuamente:prima stupita poi imbarazzata poi incazzata e in fine delusa e triste.        
-bhe... non c’era bisogno di dirmi tutti i particolari signorina Olivieri,ma ammiro la sua sincerità. Ora non si distragga più continuiamo la lezione,allora stavo dicendo che Platone...-
Non sopportavo il fatto che tutti dovessero guardarmi, in fondo non avevo fatto niente di male. oppure si?                      Non l’avevo fatto apposta le parole mi erano uscite così come se niente fosse, perché nessuno mi crede, io sono innocente.                    Caterina era uscita correndo dalla classe, e insieme a lei anche Jonathan era corso a consolarla, che galantuomo!                  La maledizione aveva colpito per la prima volta e speravo l’ultima,ma sapevo benissimo che non era così. Anche se non voglio ammetterlo il cappellone aveva ragione:”devo accettare le conseguenze delle mie azioni”.
È questa era una di quelle, avevo perso la mia migliore amica...                                                




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