Condannata ad amarlo

di LadyUnicornGirl95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: due parole su di me ***
Capitolo 2: *** Uno: Tutto ha inizio con un incontro ***
Capitolo 3: *** Due: Chi l'ha visto? ***
Capitolo 4: *** Tre: Incontro su Facebook ***
Capitolo 5: *** Quattro: Quanto ti ho aspettato ***
Capitolo 6: *** Cinque : L'uscita dal lavoro più bella della mia vita ***
Capitolo 7: *** Sei: Vacanze e ricordi ***
Capitolo 8: *** Sette: Finalmente a casa di Khaled ***
Capitolo 9: *** Otto: Niente musulmani in questa casa ! ***
Capitolo 10: *** Nove: Un pomeriggio con gli amici gay ***
Capitolo 11: *** Dieci: Attentati, amore, cibo e carabinieri... ***
Capitolo 12: *** Undici: Dovevi fare attenzione ***
Capitolo 13: *** Dodici: Ma tu cosa vuoi veramente? ***
Capitolo 14: *** Tredici: Devo crederti? ***
Capitolo 15: *** Quattordici: Scocciatore numero uno: Hamza ***
Capitolo 16: *** Quindici: Scocciatore numero due: papà ***
Capitolo 17: *** Sedici: Levati di mezzo, non sei nessuno per lui! ***
Capitolo 18: *** Diciasette: Khaled non mi ama ***
Capitolo 19: *** Diciotto: Mi sono illusa ***
Capitolo 20: *** Diciannove: La scelta (o quasi!) ***
Capitolo 21: *** Epilogo: Ma non finisce qui! ***
Capitolo 22: *** Novità ***



Capitolo 1
*** Prologo: due parole su di me ***


A Khalid. Per dirti che nonostante tutto
io ti ho amato veramente

Prologo

Due parole su di me
 

Venire a lavorare in biblioteca è stata l'idea più stramba che mi sia passata per la testa specialmente quando hai appena compiuto da poco diciannove anni e decidi di lavorare in una biblioteca di un paesino come Carmagnola.

Per fortuna non si tratta di un lavoro dove ti danno uno stipendio e quindi, non sei costretto nemmeno ad entrare e ad uscire ad una certa ora. Lavoro ancora a livello di volontariato quindi non sono pagata. Tra le altre cose c'è anche da dire che abito a Torino quindi se entro al lavoro alle undici e mezza sono anche giustificata.

Mi chiamo Serenella sono una ragazza alta un metro e settantotto. Ho dei bellissimi capelli biondi al naturale, una carnagione quasi bianca cadaverica, occhi color verde e un fisico purtroppo robusto.

Un giorno vorrei fare la scrittrice perché amo scrivere racconti da quando ero una ragazzina di tredici anni. Mi piace qualsiasi cosa abbia a che fare con i miei amati libri.

Vi dico alcune curiosità su di me: mi piace molto la lingua francese per questo motivo ascolto cantanti come Maurice Chevalier, Charles Trenet e altri ancora. Sono inoltre appassionata di storia. Il mio personaggio storico preferito è Napoleone Bonaparte perché ho sempre pensato che fosse uno dei più grandi uomini di battaglia esititi in questa terra. Mi ha sempre stupita come un uomo di quelle piccole dimensioni possa aver fatto tutto questo. Capita che se sento parlare di Napoleone anche solo in televisione rimango immersa nella conversazione. Non lo so... è più forte di me.

Come carattere vi avverto che sono una ragazza estremamente ribelle, ma allo stesso tempo sensibile, spiritosa ed un po' timidina. Non è semplice essere ribelli e timidi allo stesso tempo, ma io ci riesco da circa diciannove anni. Non mi sono mai piaciute le regole.

Non ho mai avuto un buon rapporto con l'altro sesso. Gli uomini causano solo problemi e guai specialmente se hanno appena fatto colpo su una donna. Quella poveretta ignora il fatto che verrà usata e poi umiliata quando i nostri signori non la vorrano più per farsi i loro porci comodi e andranno a cercare un altro passatempo proprio perché non servi più a niente. La maggior parte degli uomini sono così e mi dispiace dirlo. Visto che io ho fatto delle esperienze per conto mio, ho deciso che quelli è meglio evitarli dal primo all'ultimo. Certo, anche io però credo che prima o poi, arriverà anche il mio vero amore ma per adesso, penso che due delusioni possono bastare. Basta sofferenze e sprechi di tempo con persone del tutto sbagliate.

Devo solo sperare di trovare un lavoro con un contratto fino alla pensione poi, sarò a posto e non avrò bisogno di nessun uomo.

 

 

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Capitolo 2
*** Uno: Tutto ha inizio con un incontro ***


Uno

Tutto ha inizio con un incontro 
 

Mi trovo seduta davanti al monitor del computer. Cerco inutilmente di copiare un elenco di libri da portare a termine entro oggi stesso. Un elenco che ha ben sedici pagine da copiare. Che Dio mi aiuti!! Veramente.

Oggi sono arrivata mezzoretta prima al lavoro perché a casa ero stufa di ascoltare la ramnzina di mia madre quindi, sono evasa di casa mia talmente non ne potevo più di sentire rimproveri.

Adesso sono in biblioteca, come tutte le settimane. Con me c'è anche Rosanna, la più simpatica delle mie colleghe. Lei si trova in questa biblioteca da molto tempo e io sono contenta per lei. Dice che deve lavorare altri sette lunghi anni prima di poter permettersi di andare in pensione. Meno male! Almeno per altri sette anni, potrò ridere e scherzare con lei.

Rosanna ha dei bellissimi occhi marroni. Capelli corti ora mai tendenti al color grigio. Viso paffutello, fisico un po' robusto e alta circa un metro e sessanta cinque. Posso presumere così perché mia madre è alta più o meno come lei e una volta ho chiesto a mia madre quanto era alta e lei mi ha detto un metro e sessantacinque.

Con lei si lavora molto bene. È bello poi scherzare con lei e poter parlare di qualsiasi cosa.

Parlo sempre volentieri con lei perché quando le cose vanno male riesce sempre a darmi ottimi consigli.

« Uffa! Comincio ad annoiarmi a copiare questo elenco di libri » dico, sbuffando.

« Fai una pausa allora. Ah! Cara, non avresti voglia di andare a prendere questo libro nella sala adulti? » mi chiede lei con gentilezza.

« Va bene farò un salto veloce » rispondo.

Rosanna mi da un bigliettino con scritto il titolo e la collocazione del libro. Scopro che il libro in questione si intitola: "I genitori iperprotettivi non ottengono niente". Scoppio a ridere; questo libro dovrei farlo leggere ai miei genitori visto che se fosse per loro dovrei stare chiusa in casa fino alla fine dei miei giorni. Sono fortunata che almeno mi fanno uscire per venire a lavorare in questa biblioteca.

Finalmente sono entrata nella sala adulti. Mi metto a cercare questo libro che posso presumere si trovi nella sezione di psicologia. Infatti, si trova al primo scaffale in alto della sezione psicologia. Perfetto! Adesso che l'ho trovato non mi resta che portarlo a Rosanna quindi devo finalmente uscire dalla sala degli adulti.

Giusto il tempo di uscire dalla sala adulti, i miei occhi precipitano verso le scale e finiscono per incrociare uno sguardo nuovo. Si tratta di un giovane signore alto più o meno un metro e ottantasei, fisico posso dire robusto, capelli presumo neri perché è difficile distinguere visto che sono particolarmente rasi, carnagione di un colore sul beige e gli occhi sembrano marroni con qualche puntino di verde. Per chiudere il capolavoro, ha un'espressione facciale che ricorda molto quella del famoso Checco Zalone. Però lo guardo un po' meglio: sembra come una fusione tra Checco Zalone e Voldemort, il leggendario nemico di Harry Potter. Chissà di che razza di creatura incantata si tratta! Indossa una maglia di colore blu, pantalocini in jeans e strane scarpe da uomo di color marrone. Lo guardo del tutto stupita.

« Ciao » mi dice. Ingoiando un sorso di caffè che deve aver preso alla macchinetta.

Sentendomi in imbarazzo, finisco per guardare il pavimento e poi corro nella sala dei bambini.

Appena entrata nella sala dei bambini consegno il libro a Rosanna. Sento un tremendo batticuore, lo stomaco che si restringe, in faccia una strana sensazione di caldo e il solito arrossamento. Mi sento anche mncare il respiro. Rosanna mi guarda preoccupata e posso presumere che abbia già capito tutto. Lei non è nata ieri quindi avrà già capito che mi sono presa una cotta per qualcuno.

«Va tutto bene Serenella? » mi domanda lei.

« Ho visto due occhi... » dico io con la testa chissà dove.

« Due? Io tutti i giorni ne vedo molti di più. Ti ho fatto un'altra domanda però: stai bene? » continua lei.

«Si, tutto bene! Tieni il libro » rispondo io.

Poco dopo essermi data una calmata il mio primo pensiero fu quello di andare a vedere se c'era ancora il signore di prima. Purtroppo, era sparito.

Cavolo! Avrei potuto chiedergli almeno il nome, ma niente. La mia timidezza mi ha fregata ancora. La prossima volta però, cercherò di non farmelo più scappare. Prima o poi ritornerà in questa biblioteca.

O forse no.

 

 

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Capitolo 3
*** Due: Chi l'ha visto? ***


Due

Chi l'ha visto?

È passata una settimana da quando ho incontrato quello strano visitatore e non ci crederete ma non sono ancora riuscita a togliermelo dalla testa. L'unico mistero è che in questa biblioteca non è più tornato. Comincio a pensare che fosse solo un turista di passaggio.

Non essere scema Serenella! Quale turista sceglierebbe come meta di vacanza questo paese e per di più in pieno Novembre con un gelo da far paura? Immagino nessuno, ma se ci sono alcuni folli da rischiare una polmonite con sto gelo scommetto che sono comunque pochi questi folli. Saranno un numero compreso tra tre e quattro. Io però non capisco perchè l'uomo x non si è più fatto vedere. Forse proprio perché era un turista è sparito nel nulla. Certo, sarà tornato nella sua nazione di origine e non si ricorderà neanche di questo posto.

Rifletto. Ricordo per puro miracolo che aveva la carnagione di un colore simile al beige o di uno strano marrone quindi, potrebbe essere per fino tunisino, marocchino o egiziano. Gli occhi però... erano un capolavoro. Aveva uno sguardo che non dimenticherò per il resto dei miei giorni.

Mi è appena venuta un'idea per rintracciarlo: visto che mi trovo in una biblioteca molta gente ha fatto l'iscrizione e sicuramente anche qualche cliente straniero. Ecco la mia idea: chiederò alla mia collega Rosanna se può farmi un elenco di tutti i clienti registrati stranieri in modo che poi posso andare a casa e cercare tutti i nomi su Facebook in modo che così, posso risalire al mio caro uomo x anche grazie all'immagine del profilo di Facebook. Sono davvero una vera carogna quando si tratta di qualcosa che mi interessa davvero. Devo solo convincere la mia collega a farmi e darmi questo elenco.

« Rosanna, non è che potrei avere la tua attenzione un momento? » le dico, con una voce decisa.

« Dimmi pure » mi risponde lei sorridente.

« Ti ricordi una settimana fa circa, quando mi hai mandata a recuperare un libro nella sala adulti? » dico io.

« Certo. E con questo? » mi chiede lei.

« Mentre stavo venendo a portarti il libro recuperato, giusto il tempo di uscire dalla sala degli adulti, ho fatto un incontro con un uomo dallo sguardo affascinante. Quello sguardo mi ha colpita molto. Peccato però che per via della timidezza sono scappata via senza chiedergli nome e cognome. Fortunatamente però, ho capito per via del colore della pelle che non è italiano... » le spiego.

« Dove vuoi arrivare dicendomi questo? » mi domanda lei.

« Niente, volevo chiederti se voi della biblioteca potevate farmi un elenco con tutti i nomi dei clienti stranieri registrati alla biblioteca » dico diretta.

Rosanna trattiene una risata e poi scoppia leggermente a ridere. Io invece sono molto seria riguardo a questa cosa e mi serve assolutamente un elenco del genere voglio risalire a quell'uomo. Non ho avuto il coraggio di dirgli una parola, almeno lo rintraccio a modo mio.

« Tesoro lo sai che vorrei darti una mano. Il problema è che per motivi di privacy non possiamo dare nomi di clienti ad altri clienti. Possiamo anche rischiare il licenziamento per questo. Vorrei sapere una cosa da te però: non ti sarai per caso innamorata di questo sconosciuto? » mi dice lei.

« Come vorrei dirti di no... » rispondo io.

« Allora è una cosa seria. Ah! L'amore. Non ti scoraggiare mia cara Serenella se non hai alcun contatto con lui. Gli amori più belli sono quelli che si fanno aspettare. Sono sicura che il tuo amore tornerà in questa biblioteca e da quel giorno, potrete poi darvi da fare » mi dice lei.

Come no. Aspetta e spera.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Tre: Incontro su Facebook ***


Tre 
Incontro su Facebook

 

Io mi arrendo. Ho compiuto ventanni da quasi un mese ma ancora nessuna traccia o notizia da parte dell'uomo x. Non posso aspettare tutta la vita che ripassi in questa biblioteca quindi, credo che arrivati a questo punto sia meglio lasciar perdere. Come vi ho già detto io non voglio più aver a che fare con gli uomini quindi, possiamo dire che questo uomo x mi ha fatto solo uscire di testa un momento e la cosa non si ripeterà mai più per nessun altro e se lui un giorno tornerà, lo guarderò da lontano ma non mi avvicinerò a lui.

Sarebbe tutto più semplice però, se su Facebook non ci fosse un certo Hamza Torino che insiste dicendo che vuole incontrarmi dal vivo. Diverse volte ho incontrato persone conosciute virtualmente nella vita reale, due volte mi è andata male ma è vero che l'ultima volta ho conquistato un mio amico molto particolare, vi parlerò poi meglio di lui più avanti.

Questo Hamza mi ha appena detto che è marocchino e che lavora al mercato. La sua famiglia tiene un banco di frutta e verdura. Bene fino a qui va bene, peccato che a me non interessa molto la cosa. Ammettiamolo: se decidessi di incontrarlo nella vita reale, ci sono il cento per cento di possibilità che già al primo incontro potrebbe avere intenzione di fare sesso e io mi dipiace dirlo ho chiuso sia con gli uomini e con il sesso. Non voglio più aver a che fare con uomini che hanno solamente intenzione di spogliarti e poi, ti cancellano dalla loro vita una volta che capiscono che non sei più tu il loro passatempo e quindi, devono cercarsi un passatempo alternativo.

Ho la sensazione che questo Hamza sia un altro di questo tipo di uomini. Potrei però fare una cosa: visto che in passato sono stata un passatempo per qualcuno perché non posso fare in modo che questo Hamza sia il mio passatempo insomma, per una volta potrei anche fingere di provare dei sentimenti per qualcuno, illuderlo che lo amo davvero o almeno farglielo credere che sia tutto vero. Perché per una volta, non posso divertirmi anche io giocando con i sentimenti di qualcuno? Tanto sono convinta che questo individuo non ha sentimenti d'amore, ma solo una pazza voglia di fare sesso.

Credo che per una volta giocherò anche io. Lo so cosa vuol dire quando qualcuno ti usa, sono stata usata anche io e adesso, voglio che qualcuno provi quello che ho provato io quando venivo usata. Forse capirebbero molte cose certe persone ma conoscendole, non capirebbero proprio niente. Non è da una ragazza per bene fare una cosa del genere ma chi se ne frega. Voglio la mia vendetta e che vendetta sia.

Hamza Bokir: ciao bella.

Sere Nella: ciao.

Hamza Bokir: quanti anni hai?

Sere Nella: venti compiuti da poco e tu?

Hamza Bokir: Ventitrè

Sere Nella: mi fa piacere.

Hamza Bokir: Dove vivi?

Sere Nella: a Torino.

Hamza Bokir: Davvero?

Sere Nella: No guarda! Vivo a Cannes in un hotel a cinque stelle. Perchè?

Hamza Bokir: ahahahah! Anche io sono di Torino.

Sere Nella: contento te.

Hamza Bokir: dove ci incontriamo bella?

Sere Nella: Domani alle 17:45 alla stazione di Porta Nuova dove ci sono i treni.

Hamza Bokir: Va bene. Ti amo bella.

Okay. Il ti amo a fine chat su Facebook mi pare esagerato. Questo è il segnale che questo individuo non vede l'ora di fare sesso. Una persona normale non direbbe ad una ragazza dopo dieci messaggi in croce che è innamorato di lei. Io faccio finta di credergli ovviamente. Ora mai sono decisa a giocare con lui. Mi dispiace che lui non sappia delle mie intenzioni ma io ho deciso di trattarlo davvero male. Uomini come lui si meritano di essere trattati davvero molto male ma in modo che loro non dubitino di niente. In questi casi bisogna recitare davvero molto bene ed essere diplomati al liceo teatrale.

Penso comunque che tra un paio di mesi avrò concluso anche l'avventura con questo Hamza perché ovviamente non possiamo fingere di amarci e sperare anche di durare per sempre nella finzione. Non sarebbe una cosa da andarne fieri. La finzione prima o poi arriva alla fine e per questo meno male.

 

 

 

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Capitolo 5
*** Quattro: Quanto ti ho aspettato ***


Quattro

Quanto ti ho aspettato  
 

Sono passati circa nove mesi. Il gioco tra me e Hamza non è ancora finito ma io ho deciso di dire la parola fine perché mi ha stufata questo ragazzo. Solo che non ho il coraggio di farlo per alcuni motivi. Il primo motivo è che Hamza è musulmano. Voi non avete una minima idea di cosa potrebbe farmi se gli andassi a dire che non voglio più vederlo, che tra noi è finita. Potrebbe tagliarmi una mano, prendermi a frustate, picchiarmi e altre cose del genere. Il secondo motivo è che lui sà anche dove abito. A casa mia è venuto diverse volte.

Non so davvero come comportarmi. Vi posso garantire che sono alcuni giorni che lo evito; tra poco sono nove giorni che non gli rispondo ai messaggi sul cellulare e tanto meno alle chiamate. Spero che in questo modo possa capire che proprio non voglio più avere a che fare con lui. Ho come la sensazione però che mi illudo ancora una volta.

Andare da Hamza e dirgli "sai, mi è piaciuto fare sesso con te per nove mesi ma adesso so che la cosa non ti piacerà ma io sono stufa di te. Sparisci dalla mia vita perché è finita", non mi pare tanto la cosa migliore da dire. Che idea potrà avere dell'amore dopo che gli avrò detto una cosa del genere? Il fatto è che non siamo mai stati innamorati. Eravamo solo attratti fisicamente ma se parliamo di amore beh... tra noi due non c'è mai stato.

Non riesco a spiegarmi perché se non mi è mai importato niente di noi due ho paura di dirgli che è finita sarà che temo semplicemente la sua reazione che non sarà una reazione tanto tranquilla.

C'è una novità: ho cambiato anche biblioteca. Questa volta mi sono spostata in una biblioteca a Torino ma sempre a livello di volontariato. All'inizio dovevano darmi trecento euro a fine mese, ma poi quando è arrivato il momento di pagarmi, hanno inventato tre mila scuse per non darmi i soldi quindi, si continua ancora a livello di volontariato.

Oggi è martedì ed io non lavoro ma ho deciso di andare a fare visita ai miei cari colleghi di Carmagnola perché non ci vado da molto tempo e mi mancano davvero tutti loro.

In questo preciso momento sono appena uscita dalla stazione e da qui devo andare sempre dritto fino a quando non raggiungo la biblioteca. Penso a camminare tranquilla senza pensare a niente fino a quando, per magia, non rivedo uno sguardo a me famigliare. Niente meno che l'uomo x in persona. Forza Serenella! Questa è la volta buona.

« Salve bella signorina! Dopo quanto tempo ci si rivede... » mi dice l'uomo x.

« Buongiorno » dico io.

« Possiamo parlare un momento con calma o vai di fretta? » mi domanda lui.

Mah... dopo che ti ho aspettato per quasi due anni, posso dire che cinque minuti te li posso anche dedicare.

« Ho tutto il tempo che vuoi » dico io.

« Scusa se non mi sono ancora presentato. Mi chiamo Khaled sono marocchino e vengo da Casablanca » mi dice.

Cavolo! Un altro marocchino di Casablanca proprio come Hamza. E va beh... dal tronde dovevo aspettarmelo.

« Piacere mio Khaled, mi chiamo Serenella sono italiana e di Torino » dico io.

« Torino? Bella Torino. Io vado spesso in quella città » mi dice lui.

« Vivi a Torino anche tu? » domando io.

« No, io vivo qui a Carmagnola » mi dice lui.

« Ho capito » rispondo.

Ora me la prendo con me stessa. Io ho passato molto tempo ad immaginare che questo Khaled fosse un turista di passaggio e lui dove stava? Qui a Carmagnola. Certo che si è nascosto molto bene per tanto tempo; tanto che se fosse un bambino e se giocasse a nascondino vincerebbe tutte le partite.

« È tanto tempo che ti cerco. Dove ti eri andata a nascondere? » mi dice lui.

« Veramente mi cerchi da tempo? » domando.

« Sono un paio di mesi che ti cerco. Non ti ho mai più rivista in biblioteca e continuavo a tormentare i tuoi colleghi ogni giorno. Chiedevo di te e loro mi dicevano che eri li solo per volontariato. Pensavo che non ti avrei mai più rivista. Invece adesso tu sei qui davanti a me » mi spiega lui.

« Che carino! » dico io felice.

« Grazie signorina. Ti dico un attimo il mio numero di cellulare poi quando arrivi alla biblioteca, vai alla biblioteca vero? » mi domanda.

« Si, esatto! » rispondo io.

« Bene. Allora, non appena sarai in biblioteca fammi uno squillo così prendo il tuo numero di cellulare, solo che ne ho due di numeri te li do entrambi. Chiamami poi con il numero che vuoi » mi spiega.

Dopo che mi ha dato il numero di cellulare, Khaled si gira verso di me. Ci guardiamo negli occhi, i nostri sguardi si avvicinano. Sento quello strano brivido che precede il bacio ma poco prima di toccarci anche con le nostre labbra, Khaled finisce per deviare verso la guancia destra e mi da un bacio sulla guancia. Arrossisco leggermente per l'imbarazzo. Non ci posso credere che quell'uomo mi ha quasi baciata sulla bocca. Comunque ha molto fascino, non ci credo che ha baciato la mia guancia e non le mie labbra. Io lo sapevo che era un uomo un po' strano e un po' pazzerello.

« Ti conviene andare alla biblioteca, se no arrivi troppo tardi. Ricordati di farmi lo squillo con il cellulare quando sei arrivata » mi dice.

« Va bene » concludo io.

Caro Khaled, ti ho rivisto oggi dopo tanto tempo. Finalmente ti ho parlato e... devo ammettere che mi piaci già un tantino di più. Sono molto felice che finalmente sono riuscita a ritrovarti. Non sai da quanto tempo ti stavo aspettando. Credo che la storia Hamza stia per giungere definitivamente al capolinea. Devo trovare il coraggio di dirglielo. Devo farlo per me. Devo farlo per Khaled.   

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Cinque : L'uscita dal lavoro più bella della mia vita ***


Cinque

L'uscita dal lavoro più bella

della mia vita 
 

Siamo a Luglio. Io sono al lavoro in biblioteca qui a Torino, ci sono quaranta gradi e si muore di caldo. Non capisco perchè in questa biblioteca non possano mettere dei condizionatori possibile che dobbiamo accontentarci della misera aria che entra dalla finestra che non è nemmeno fresca, ma è calda e arrida? Non si resiste in estate in questa città. Per fortuna tra quattro giorni, si parte per il mare e andiamo a Loano per una settimana. Io e la mia famiglia finalmente andiamo in vacanza.

Mi squilla un messaggio sul cellulare. È Khaled. Vuole sapere dove sono e cosa sto facendo. Gli rispondo che sto lavorando in biblioteca qui a Torino. Mi chiede a che ora esco dal lavoro, io gli rispondo che esco alle due e mezza del pomeriggio. Lui mi risponde di chiedere di uscire un'ora prima che viene a prendermi lui al lavoro. Cosa lo chiedo che tanto mi dicono che non posso, ieri ho già sgarrato perché sono uscita un'ora prima dato che non sopportavo più di star in quel forno elettrico per pizze.

Rispondo a Khaled che non posso uscire un'ora prima visto che ieri sono uscita con un'ora di anticipo perché non mi ero sentita molto bene. Lui mi risponde due minuti dopo dicendomi che lui lo faceva per vedermi che prova a venire comunque per le due e mezza e mi chiede l'indirizzo della biblioteca. Gli dico che si trova in Corso Trapani 91/B a Torino.

Manca circa un'ora alle due e mezza. La mia pausa a pranzo è volata molto velocemente, io usufruisco della mensa senza pagare un centesimo dopo tutto sono una volontaria quindi, mi pare anche giusto che la mensa sia gratis e non a pagamento. Oggi a pranzo ho mangiato solo un po' di insalata con i pomodori e un piatto di pasta al pesto. Rispetto a tante mense che ho frequentato nella mia vita devo dire che forse questa è la migliore, molto meglio di quella della scuola elementare sicuramente. Quando andavo alla scuola elementare per me era un problema mangiare alla mensa, il cibo non mi piaceva e finivo spesso per fare i capricci. Adesso però non faccio più i capricci se una cosa non mi piace semplicemente non la prendo.

Il mio unico desiderio in questo momento è uscire per vedere Khaled, del resto non mi importa niente voglio solo uscire da questa biblioteca. Devo usufruire di Khaled fino a quando posso perché a breve sono già in vacanza e credo che Khaled mi mancherà tanto.

Il fatto di andare in vacanza un po' mi secca perché ci siamo appena trovati e per me è già ora di separarmi da lui. Non devo vedere la vacanza come una vera tragedia anzi a me fa piacere se mia madre mi porta in vacanza una settimana. La vacanza dura una settimana. Per vedere lui avrò tutto il tempo che voglio non appena sarò tornata a Torino.

Finalmente si sono fatte le due e mezzo. Sul mio cellulare lampeggia un messaggio da parte di Khaled dice che è qui fuori in auto. Ho il batticuore per l'agitazione tra qualche breve secondo sarò solo per lui. Questo pomeriggio insieme io me lo voglio davvero godere perchè poi dovrò resistere una settimana senza poterlo vedere.

Quando lo raggiungo, lui indossa una camicia di colore blu e dei jeans. È vestito esattamente come il nostro primo incontro mi ricordo perfettamente che indossava le stesse identiche cose. Lui mi sorride e mi abbraccia.

« Che bello vederti » mi dice lui.

« Sei tu a rendere bello questo momento » dico io.

« Grazie. Sali in macchina » mi ordina.

La macchina è una Peugeut grigia. Questa è la prima volta che salgo sulla macchina di un uomo marocchino e devo dire che è molto più ordinata di quella di mio padre. Almeno in questa macchina non ci sono bottiglie e lattine di bibite gasate o scatole di sigarette vuote sparse ovunque. Comincio quasi a pensare che questo uomo è un medico nutrizionista come professione ma la cosa mi sembra un po' strana, non ho la minima idea di che lavoro possa fare.

« Cosa hai fatto al lavoro di bello? » mi domanda Khaled.

« Guarda! Quelle pazze delle mie colleghe mi hanno fatto cercare una ventina di documenti in delle strane cartelline e poi dovevo rimetterli nella cartellina giusta, non immagini che faticaccia » rispondo io, un po' seccata.

« Quanto ti pagano per lavorare qui? » mi domanda lui.

« Non mi danno una lira, lavoro gratis tre giorni alla settimana » rispondo.

« Un consiglio? Trovati un altro posto magari a pagamento » commenta lui.

Scoppiamo a ridere come due scemi. Fosse facile in Italia trovare un lavoro dove si è pagati. Ora mai ti pagano solo se stai aspettando un bambino se no lavori solo come livello di volontariato non a pagamento ovviamente.

Noto che alla vista di un marciapiede a fianco a noi, Khaled scorge uno spazietto per parcheggiare un momento. Una volta che abbiamo parcheggiato, la mia tensione sale ancora di più. Non mi piace il fatto che ha appena parcheggiato la macchina.

« Gioia, io non ho ancora sentito le tue labbra sulle mie me lo dai un bacino? » mi domanda.

Io mi faccio prendere dall'agitazione e finisco per baciarlo come se fossi un trapano o un picchio che batte il becco contro il tronco di un albero.

« Mah gioia, non si bacia così! Non sei mica un trapano. Devi essere più delicata, fare dei movimenti teneri dolci » mi dice.

Ci baciamo ancora una volta. Andiamo avanti per quasi cinque minuti e io non capisco più che cavolo sto facendo e se lo sto baciando bene oppure sto facendo peggio di prima.

« Ecco! Questo è un bacio. Prima mi stavi trapanando e ti ricordo che non sei un muratore di professione, mia bella Serenella. Cosa ne dici se troviamo un posto più tranquillo? Siamo troppo sotto gli occhi della gente qui, io conosco un posto migliore. Ti porterei a casa mia a Carmagnola ma non posso perché un mio amico oggi è in ferie dal lavoro. Magari la prossima volta vieni tu da me » mi dice sorridendo.

Ridiamo ancora una volta poi, lui mette in moto la macchina. Dopo che ha messo in moto l'auto per uno strano motivo comincio a frugare nella mia borsa di nascosto. Devo controllare di avere i profilattici a portata di mano. Con Hamza li uso sempre e di solito li tengo nascosti nella tasca interna della mia borsa. Non vorrei che proprio oggi me li sono dimenticata a casa. Tiro un sospiro di sollievo. I profilattici della Durex alla frutta sono nella mia borsa e ne conto ben nove. Senza di loro non posso fare niente e poi io non voglio ritrovarmi alle prese con un bambino o con qualcosa di più grave tipo un'infezione. Sono troppo giovane per diventare mammina e poi, i miei genitori non penso che sarebbero felici di avere un nipote mezzo italiano mezzo marocchino.

« Perché guardi la borsa? » mi domanda Khaled.

« Controllavo di non aver lasciato i miei trucchi nel bagno della biblioteca. Per fortuna sono nella mia borsa » rispondo io.

Dopo qualche minuto capisco che siamo in autostrada. Non capisco dove abbia intenzione di portarmi. Forse non dovevo fidarmi troppo di lui. Dopo circa una mezzoretta di macchina vedo che Khaled esce in un posto dove c'è una stradina e del prato verde intorno a noi. Parcheggiamo la macchina in un punto coperto da tre pini.

« Ti ho portata qui perché non ci vede nessuno » mi dice lui.
 

Riprendiamo ancora a baciarci. Poco dopo lui scende dalla macchina e poi entra dalla porta dalla mia parte. Una volta dentro si toglie la camicia di colore blu e mi toglie la maglietta anche a me poi mi bacia sulle labbra per qualche lungo minuto. Ad un certo punto mi abbassa i pantaloni e le mie mutande mi da qualche bacetto sulla parte più intima del mio corpo poi si toglie i suoi pantaloni. Proprio in quel momento lo fermo.

« Che succede? Va tutto bene, gioia? » mi domanda lui.

« Si, ma non posso fare sesso così. Ti dispiace se usiamo il preservativo? » chiedo a lui.

« Potevi dirmelo che ce lo avevi. Nessun problema gioia mia » mi dice lui.

Gli lancio un durex alla frutta al gusto banana e poi l'osservo mentre infila dentro il suo pene. Non so perché ma a me hanno sempre fatto ridere gli uomini quando si infilano il preservativo, assumono sempre quella strana espressione da cani bastonati. 
 

Qualche minuto dopo sento come muove il suo pene dentro la mia vagina. Che strane e belle sensazioni di piacere. Il suo pisello mi fa semplicemente impazzire e poi lui è fantastico, questo attrezzo lo riesce ad usare proprio bene. Ad un certo punto però a furia di sbattermelo dentro, lui finisce per impazzire e esce dalla macchina nudo. Si toglie il profilattico pieno zeppo di sperma e lo butta per terra, nell'immenso prato verde che ci circonda. Dopo poi una volta tornato in uno stato di calma e tranquillità, ritorna da me e rimane sdraiato sul mio corpo ancora nudo per qualche minuto.

« Tu mi fai impazzire » mi dice tranquillamente.

« Grazie anche tu non sei stato niente male » commento io.

« Ti sono piaciuto? » mi domanda lui.

« Molto » rispondo io.

« Mi fa piacere, gioia. Dai, prepariamoci che devo riportarti a casa » mi dice lui.

« Va bene » concludo io.

Ho la sensazione che questo pomeriggio non lo dimenticherò molto facilmente. 

 

 
 

 

 

 

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Capitolo 7
*** Sei: Vacanze e ricordi ***


Sei

Vacanze e ricordi
 

Mi trovo in vacanza a Loano con mia madre, mio fratello e il compagno di mia madre.

Mia madre si chiama Laura come vi ho già detto è alta un metro e sessantacinque. Anche lei ha i capelli biondi come i miei solo che i suoi non sono naturali perché quando era giovane mi pare che fossero castani o almeno è quello che mi ha detto lei. Gli occhi sono di color marrone, fisico robustino e una carnagione abbronzata.

Adesso siamo in spiaggia e io sono sdraiata in uno sdraio sotto l'ombrellone e nel frattempo, penso a Khaled invece di prendere il sole o fare il bagno come tutte le persone normali. Vi ricordo che però io non sono affatto normale, io sono una folle ribelle e mi piace esserlo. In questo mondo secondo me ci vorrebbero davvero più ribelli e meno lecchini.

Ho sempre pensato che i ribelli sono persone splendide e molto orgogliose di loro stesse. Io sono una ribelle e cavolo, se capisco perfettamente cosa sia l'orgoglio. Io sono contenta di essere orgogliosa di me stessa, non ho bisogno di cambiarmi perché modestamente una come me non la cambierei mai per un'altra.

Il mio nome anche è molto particolare: i miei genitori mi hanno chiamata Serenella per via di una nota canzone di Amedeo Minghi, mi pare che la canzone si intitola "1950". Ho provato ad ascoltarla pure io, devo dire che la canzone in questione non è male, ma quello che la canta non è esattamente il mio cantante preferito.

Se già loro mi hanno tirato fuori il nome per via di una canzone, posso immaginare io che nome potrò dare ai miei figli ma il punto è che io non voglio avere figli. Io sono molto convinta riguardo all'argomento bambini. Soffro di una cosa chiamata "iatrofobia" che in poche parole è la paura dei medici, dei controlli e di qualsiasi cosa abbia a che fare con dottori e ospedali. Cerco solo di dirvi che non voglio figli proprio perché se rimanessi incinta sarei costretta a fare spesso dei controlli e io ho deciso di stare alla larga dagli ospedali. Questa storia va avanti da quando avevo dieci anni.

Ricordo che la cosa è incominciata durante l'unico periodo della mia vita in cui i miei genitori mi volevano mettere a dieta ad ogni costo. Mi avevano portata da un dietologo al Regina Margherita il più famoso ospedale infantile di Torino e insomma, la mia visita andò molto male perché il dietologo in questione mi ha insultata e non solo: dopo avermi dato una dieta che sapevo già di mio che non avrei seguito, quel medico ha preteso pure di farmi fare un'analisi del sangue perché per via della ciccia potevo anche avere patologie gravi come il diabete, per esempio.

Infatti poco tempo dopo, i miei mi riportarono al Regina Margherita questa volta per farmi fare l'analisi del sangue. Adesso non ricordo se quella volta volevo semplicemente vendicarmi del dietologo cattivo per gli insulti che mi ha detto, ma vi posso assicurare che sicuramente avevo dei motivi per reagire poco dopo. Cerco semplicemente di dirvi che non appena mi fecero sedere in sala prelievi, ho piantato un vero casino: gridavo forte e dalla disperazione corsi verso l'uscita della sala, correndo poi fino all'uscita dell'ospedale.

Dopo quello strano episodio, non ho mai capito perché tutte le volte che devo fare un prelievo del sangue scappo. L'ultima mia fuga durante un analisi del sangue è stata a sedici anni perché è stata l'ultima volta che ho fatto un prelievo. Penso che se lo facessi adesso che ho ventanni sarei ancora capace di scappare. Ho avuto davvero delle brutte esperienze con gli ospedali e non le voglio più ripetere quindi, per questo non voglio avere figli e diventare madre. Sposarmi e prendere marito si, ma mettere al mondo un bambino... non se ne parla neanche.

Mi fa male parlare delle mie esperienze ospedaliere perché davvero tutte le volte che devo andare da un medico per me è una tragedia. Andare da un medico per me è come andare in un'agenzia di pompe funebri ma credo comunque che andare al Giubileo mi renderebbe sempre più felice che andare dal dottore. Ora però basta parlare di medici e ospedali che mi viene solo mal di stomaco parlandone.

Ritorniamo alla mia splendida vacanza a Loano. Sono sdraiata sempre sullo sdraio e penso al trancio di pizza margherita che divorerò non appena sarò tornata nella nostra casa affitata a Loano da una collega di mia madre. L'abbiamo chiesta in affitto solo per questa settimana.

Proprio in quel momento mi squilla il cellulare. Mi trovo il classico messaggio su Whatsapp da parte di Khaled e dice che oggi aveva voglia di vedermi ma si è poi ricordato che ero al mare. Anche io vorrei tanto rivederlo, ma siamo solo a martedì pomeriggio e io rientro a Torino questa domenica a tarda notte. Meno male che almeno il programma televisivo Cielo mi trasmette le repliche delle stagioni di Masterchef così ogni pomeriggio prima di andare in spiaggia ho due ore occupate da questa trasmissione.

Il fatto è che mi sono fatta influenzare troppo da questo programma che adesso mi metto a cucinare pure io alla famiglia. Mia madre a volte assaggia le cose che faccio idem mio fratello e spesso mamma mi dice prova a partecipare a Masterchef. Io le ho risposto più volte che certo potrei anche partecipare ma solo come giudice; io sarei anche più terribile di quei quattro giudici messi insieme insomma, io sarei loro quattro in un corpo solo in poche parole... uno spettacolo.

Durante questa vacanza ho cominciato a pensare che oltre la scrittrice esistono altre professioni adatte a me ad esempio sarei portata come: presidentessa del consiglio o giudice di Masterchef. Se dovessi scegliere tra le due però, preferirei essere la presidentessa del consiglio con me si andrebbe a scuola e al lavoro solo il sabato e la domenica mentre tutti gli altri giorni a casa a riposare. Penso che in questo modo molta gente vivrebbe volentieri in Italia senza scappare per forza in un paese estero. Che dite? Forse è meglio che aspiro più a fare la scrittrice, che la donna di politica? A me però non dispiacrebbe un mondo dove si lavora e si studia solo due giorni a settimana e gli altri cinque fai cosa ti pare e piace.

Rispondo a Khaled che mi manca tanto da morire. Non c'è niente da fare! Sento veramente tanto la sua mancanza e... vorrei averlo con me in questo momento. Il pomeriggio che abbiamo passato a fare l'amore in auto in quel campo abbandonato, non me lo dimenticherò mai. Forse è accaduto un po' troppo presto perché io non conosco molto lui oltre al fatto che è marocchino e che viene da Casablanca ma vive a Carmagnola, non credo di sapere altro. Avrei dovuto aspettare di più a buttarmi, ma cosa ci posso fare lui è un uomo molto affascinante non gli si può davvero resistere. Pensate che non so neanche quanti anni possa avere ma non ho a che fare con un ragazzino, ma con un uomo un tantino più grande per essere considerato un mio coetaneo. Escludo mille volte che possa avere un età compresa tra i venti e i trent'anni, per me ha un numero poco più grande di trentanni.

Questa non sarebbe comunque la prima volta che ho a che fare con uomini di una certa età, sono già stata con un uomo maturo che forse è stato il solo italiano che ho avuto nella vita poi dopo di lui, sono arrivati tutti dall'Africa. Quasi quasi mi trasferisco in Marocco direttamente di mio, senza bisogno di sposarmi con un musulmano o cose del genere. Ci vado a vivere da sola senza la mia famiglia. Non sarebbe una brutta idea! Penso che si sta meglio in Marocco che qui in Italia, credo che questo dovrei chiederlo a Khaled lui saprebbe cosa dire a riguardo.

Dai, mi conviene resistere ancora un po', poi una volta tornata a Torino potrò andare a Carmagnola tutte le volte che lo desidero. Non solo per vedere Khaled anche per salutare i miei cari colleghi della biblioteca che scommetto che manco davvero tanto a tutti loro. Penso che rideranno molto di meno da quando mi sono spostata alla biblioteca di Torino, non c'era più nessuno che rendeva le giornate di lavoro molto divertenti e allegre.

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 8
*** Sette: Finalmente a casa di Khaled ***


Sette

Finalmente a casa di Khaled 
 

Che bello! Questo pomeriggio andrò a casa di Khaled. Ho già preparato i bagagli necessari ovvero la mia borsa più grande. Starò da lui solo dalla tarda mattinata al tardo pomeriggio poi la sera me ne ritornerò a casa. Dobbiamo essere bravi a nasconderci da i miei genitori perché se scoprissero che tra noi due c'è qualcosa, sarebbe la fine per entrambi. Io ho già perso due ragazzi dopo che i miei genitori hanno scoperto la loro esistenza nella mia vita. L'unico che è particolarmente piaciuto è Hamza. Loro sono convinti che sto ancora con Hamza, ma non sanno che sono giorni che lo evito, che sogno di dirgli che tra noi due è finita da un po' di tempo.

Come posso fare però? Quel dannato Hamza si è presentato alla mia famiglia e adesso per i miei genitori è una specie di galantuomo mentre per me è semplicemente un cretino. Lo so che non fa sesso solamente con me, ma ci saranno circa altre venti o trenta ragazze con cui lo fa abitualmente tutte le notti. Io credo che lui non và mai a dormire a casa della sua famiglia, ma invece, và a casa delle sue bamboline manipolabili quando lo desidera. Sicuramente si passa ogni notte a casa di una ragazza diversa se no non mi spiego come faccia durante il giorrno a lavorare e poi andare da tutte loro. Non mi spiego inoltre perché da me viene sempre di pomeriggio quando invece dovrebbe lavorare. A quanto pare si sarà licenziato e adesso non ha un cavolo da fare.

Proprio mentre sto per uscire di casa per avviarmi a prendere il treno alla stazione di Porta Susa, sul cellulare mi arriva un messaggio da parte di Hamza.

 

Ciao amore, posso venire da te oggi pomeriggio?

 

Assolutamente no. Non rimando il mio appuntamento con l'uomo che amo, per uno scemonito del genere. Non posso rispondere al messaggio dicendo che sto andando a trovare un mio amico marocchino a casa sua che vive a Carmagnola, lui prenderebbe immediatamente il primo treno per Carmagnola e rischierei di trovarmelo sul mio stesso treno. Ci vuole una scusa un pochino più geniale di questa.

 

Mi dispiace amore, sto andando a battermi per Napoleone in battaglia. Oggi non possiamo vederci. Ritornerò tra dieci anni.

 

Decido di rispondergli in quel modo. Non è una scusa molto credibile, ma oggi proprio pur di evitarlo mi accontento anche di scuse stupide e molto improbabili, che nemmeno un credulone di prima categoria potrebbe crederci. Il mio unico pensiero è andare da Khaled arrivando da lui tutta in terra e senza le ossa spezzate o degli occhi neri. Hamza mi risponde.

 

Dai, amore... sono sul cinquantadue, sto venendo a casa tua.

 

Che ti devo dire santo figliolo! Vieni pure a casa mia tanto non ci sarà nessuno ad aprirti la porta te ne andrai non appena sarai arrivato a destinazione. Almeno che tu non sia un deficente da aspettare fino a quando non ritornerò a casa mia che potrebbe essere stasera o anche tra una settimana. Decido di ignorare i messaggi successivi da parte di Hamza.

Finalmente esco di casa con una maglietta di colore verde senza maniche un po' scollata nella zona del collo che fa intravedere un pezzetto minuscolo di seno ma proprio un piccolo accenno, con una scritta "Hello summer". Come pantaloni indosso dei fuseaux neri molto comodi e un paio di sandali sempre neri. Giacca niente perché siamoa luglio e si muore di caldo.

Mentre sono sul tram 10N che mi porta fino alla stazione di Porta Susa, mi tengo gli auricolari nelle orecchie per ascoltare un po' musica ma devo fare anche molta attenzione che non salgano i controllori della GTT. Se li vedo salire io devo assolutamente scendere perché non voglio prendermi una multa da parte loro e poi, mia madre non sarebbe contenta di sapere che ho preso una multa dalla famosa GTT.

Per uno strano motivo decido di spararmi le canzoni di Elton John a tutto andare. Voi non avete una minima idea di quanto io possa apprezzare questo grande cantante e musicista. Elton John è stato tutto quello che mi ha permesso di superare gli anni infernali del liceo. Se non fosse stato per lui non so proprio come sarei uscita viva da quella scuola infernale, dove ero presa di mira ventiquattro ore su ventiquattro dai miei compagni solo perchè a differenza loro, io almeno disegnavo e se posso dirlo, anche meglio di tutti loro messi insieme se no che motivo avrebbero avuto di prendermi di mira se non per il mio talento per il disegno figurativo? Ovviamente nessuno.

La mia canzone preferita di Elton John è Crocodile Rock perché mi ricorda che ai tempi del liceo quando ero molto arrabbiata con qualche compagno mentre tornavo a casa mi mettevo le cuffie con appunto questa canzone e la mandavo avanti e indietro, non appena finiva il brano me lo rimettevo da capo.

Adesso mi trovo alla stazione di Porta Susa e sto facendo i biglietti di andata e ritorno per il treno. Io devo scendere a Carmagnola come sempre. Ora mai questo lo so bene visto che prendo il treno solo per andare a Carmagnola. I biglietti costano sette euro e dieci centesimi in tutto, ma io pago con una banconota da dieci euro e quindi, non mi faccio nessun problema. Il treno arriva tra venti minuti ma meno male che il biglietto lo sto facendo alle macchinette perché alla biglietteria con persone in carne e ossa che ti chiedono che treno prendi, a che ora devi raggiungere la destinazione e quando ritorni a Torino, perdiamo troppo tempo inutilmente meno male che esistono le macchinette automatiche. Dopo tutto il mondo del futuro sarà tutto tecnologico e magari, nel 3000 andremo fuori casa senza camminare ma spostandoci invece con pedane volanti. A me non dispiacerebbe un mondo tecnologico al cento per cento.

Mi trovo finalmente al binario cinque e aspetto il treno che è diretto a Fossano, solo che io scendo molto prima e a Fossano non ci arrivo. Ricordo che la prima volta che dovevo tornare a Torino con il treno da Carmagnola, ho subito sbagliato treno perché dovete sapere che sono subito andata a prendere il treno che continuava per Fossano invece che prendere quello per Torino Porta Susa che poi, il treno per Porta Susa fa capolinea a Torino Stura. Dopo quella volta per fortuna mi sono data una svegliata ma anche se avevo imparato a prendere il treno giusto avevo ancora una cosa da imparare a Carmagnola: la strada da fare dalla biblioteca per raggiungere l'archivio del Comune. Sono tanti i ricordi che mi legano ancora alla biblioteca di Carmagnola.

Nei dieci minuti di attesa del treno che mi restano decido di prendere qualcosa alla macchinetta, dopo tutto, mancano dieci minuti alle ore dieci. I miei occhi quando vedono le macchinette della stazione si illuminano d'immenso, per me è come se in quel momento ho vinto seicento millioni di euro alla lotteria. Nelle macchinette della stazione trovi tante delizie: patatine, snack dolci, panini e bevande di ogni tipo. Visto che è mattina mi accontento di un succo di frutta al mirtillo della marca Yoga e una sanissima Kinder Pinguì.

Capite adesso perché nonostante il mio fisico in carne io non seguo alcuna dieta? Proprio perché mangerei di tutto invece di seguirla come si deve. Contate solo che per fare una dieta devi rinunciare a pasta, fritti, dolci e pizza ovvero i cibu che amo di più. Mangiare tanta frutta, verdura ma per questo non è un problema: frutta e verdura mi piacciono. Il mio problema è la carne. Mi piace solo il petto di pollo impanato e vari affettati. Infatti quando vado al Mc Donald's di solito prendo panini come il Mc Chicken che hanno il pollo. In una dieta credo proprio che il petto di pollo impanato te lo puoi scordare. Per questo non potrei mai fare una dieta perché le proteine specialmente quelle animali sono importanti e io già se mi mettono una bistecca ai ferri davanti, pianto delle storie lunghe per un anno o due.

Finalmente sono salita sul treno. Ho ancora voglia di ascoltare Elton John e siccome sono diretta dal mio amore decido di ascoltare Your Song mandandola come al solito avanti e indietro. Questa dolce e romantica melodia mi sembra proprio adatta a ciò che sto vivendo oggi. Mentre l'ascolto mi torna nella mente il primo incontro con Khaled e il pomeriggio passato a fare l'amore in auto. Ah! Che bei ricordi che ho di lui fino adesso, mi sembra come se lo conoscessi da sempre e chissà oggi che cosa combiniamo di bello insieme.

Quando sono scesa dal treno dopo trenta minuti di viaggio circa, raggiungo il più velocemente possibile l'uscita della stazione di Carmagnola. La prima cosa che vedo una volta fuori stazione e una macchina familiare, una Peugeot grigia.

« Ciao, sali in macchina ».

Io salgo in macchina e mi accorgo solo adesso che l'uomo al volante è Khaled ( va beh! Lo davo scontanto che fosse lui ). Questa volta indossa una maglietta di color marrone e sempre i soliti jeans. Come fa ad indossare jeans a luglio? Ho visto di peggio ad esempio quelli che indossano i sandali aperti con un calzino di cotone e quelli io non posso proprio vederli.

« Ciao » dico a Khaled sorridendo.

« Ciao. Volevo solo chiederti se prima di andare a casa mia, passiamo a prendere un attimo il pane. Non ti dispiace? » mi domanda.

« Figurati! Non c'è niente di male » rispondo allegra.

« Guarda attentamente la strada per arrivare a casa mia, che poi verrai diverse volte da me, osserva bene » mi dice.

Scopro che è semplicissimo arrivare a casa sua: appena uscita dalla stazione devo andare sempre dritto fino alla banca poi girare a sinistra e camminare ancora dritto fino a quando non vedo un buco tra una casa verniciata di rosa e un negozio di abbigliamento intimo. Devo entrare in quello spazio libero e c'è il cancello marrone dove all'interno si trova la casetta di Khaled, che fuori è una piccola casetta di colore giallo di appena due piani. Sembra di stare in una cascinetta di qualche paese, infatti, mi trovo in un paesino.

« Bene. Ti ho fatto vedere casa mia. Adesso andiamo a prendere il pane » mi dice Khaled.

Finiamo in un piccolo mini market gestito ovviamente da altri arabi. Proprio mentre siamo alla cassa, Khaled si ricorda che deve prendere sei bottiglie d'acqua naturale.

Quando poi, lasciamo il negozio e entriamo poi a casa di Khaled, non appena mi trovo in casa sua faccio un'osservazione generale della casa. Appena entri c'è subito la cucina chè è molto grande poi c'è un buchetto dove un tempo, c'era una porta e se passi in quello spazietto, ti trovi in una stanza dove c'è un grande tavolo rotondo, tre poltrone con decorazioni geometriche dorate e strisce colarate di verde e un rosso boreaux dove in una di quelle poltrone c'è una coperta, alcuni vestiti da uomo sopra di essa e dei cuscini a tema con le poltrone. Vedo anche un attaccapanni dove ci sono giacche di Khaled di ogni tipo infine, c'è un grosso armadio ficcato contro il muro dove c'è incastrata una vecchia televisione anni 80' più o meno.

Infine c'è una porta piccola dove c'è il bagno. Santo cielo! Mi sto domandando qual'è il letto dove dorme Khaled ma credo di averlo capito: penso che la poltrona con la coperta è il letto dove dorme lui. Non ditemi che mi toccherà dormire per il resto della mia vita in delle poltrone dure come rocce? Spero di sbagliarmi che non sia veramente così.

Noto che Khaled mi viene incontro.

« Ti piace casa mia? » mi domanda.

« Sì, la casa degli orrori! » rispondo io, spiritosamente.

Khaled ride. Ci abbracciamo e poi cominciamo a baciarci. Questa volta, i baci vanno molto meglio della scorsa volta. Non ho più la tentazione di fare il trapano e devo dire che le sue labbra mi piacciono tanto, ma questo penso di saperlo dalla scorsa volta. Dal nostro modo di baciarci sembriamo già una coppia molto più avanti, due che stanno insieme da un po' di tempo e invece... questa è solo la seconda volta che passiamo la giornata insieme.

« Sei migliorata con i baci » mi dice Khaled, quando smettiamo di baciarci.

« Tu dici? » domando io.

« Si. Dai, vieni nell'altra stanza » mi dice, afferandomi per il braccio.

Dopo qualche secondo, mi molla la mano e con un manico di scopa fa cadere un materasso che tiene segretamente nascosto nel piano più alto dell'armadio. Non ci posso davvero credere: un altro marocchino con il materasso apposta per rapporti con le donne. Anche Hamza ha la stessa strategia poi ovviamente, nasconde tutto alla famiglia. Già che ci sono posso chiedere anche al mio amico Amin se anche lui ha un materasso che utilizza in occasioni molto intime e private.

Khaled mi fa salire sul materasso buttato per terra. Riprende a baciarmi per qualche minuto sulla bocca mentre mi accarezza dolcemente le braccia. Poco dopo, smettiamo un momento per spogliarci poi, una volta nudi ci sdraiamo sul materassino. Io allungo il braccio per afferrare i miei pantaloni e tiro fuori dalle tasche il solito preservativo.

« Lo sai vero che non possiamo fare sesso senza questo, vero? » domando a Khaled.

« Anche se non serve. Guarda che io non ho niente » mi risponde lui.

« Sarà vero ciò che dici, ma non voglio comunque correre rischi » commento io.

« Come vuoi tu. Però godiamo di meno » mi dice lui.

« Fa niente, ma io non voglio rischiare » rispondo io.

Una volta che si è infilato il preservativo si sdraia sopra di me e me lo infila dentro cominciando a muoverlo. La cosa va avanti per molto tempo fino a quando, Khaled non si stacca da me e dice che è venuto. Si risdraia poi sopra di me esausto con il profilattico ancora nel pene. Ci diamo dei bacetti sulla bocca in modo tenero e dolce.

« Io adesso faccio scaldare il tè e preparo il pesce per dopo » mi dice lui.

« Va bene » dico io.

Ci alziamo dal materasso e poco dopo io mi metto ad usare il mio cellulare per scrivere ai miei amici. Ovviamente, mi trovo ventiquattro messaggi su Messanger solo da parte di Hamza dove mi chiede dove sono in tutti i ventiquattro sms. Poi c'è un messaggio da parte della mia amica rumena di nome Lavinia che mi chiede di vederla oggi ma non posso. Le scrivo che possiamo vederci dopo domani perché domani anche sono in giro con due miei amici di nome Davide e Giovanni, una coppia di ragazzi omosessuali che dicono di essere fidanzati da un anno. In effetti, convivono già insieme. Io tutte le volte che mi passo un pomeriggio con loro due mi faccio sempre due risate.

Dopo qualche minuto, Khaled arriva con in mano un vassoio con teiera e due bicchieri da tè marocchini. Si accorge dopo aver versato il tè in un bicchiere che è troppo caldo. Per far raffreddare il tè usa un modo che subito mi fa ridere: fa passara il tè da un bicchiere all'altro. Io mi metto troppo a ridere perché la cosa mi ha divertita. Io di solito per far raffreddare qualcosa di caldo ci soffio un po' sopra, ma non ho mai fatto raffreddare qualcosa con il metodo di Khaled.

« Perché ridi? » mi chiede Khaled.

« Scusami, ma non ho mai visto qualcuno far raffreddare il tè nel modo che hai usato tu adesso » dico, sempre divertita.

« Cosa usi tu per farlo raffreddare? » mi chiede lui.

« Ci soffio sopra » dico io.

« Molto male. In quel modo lo riempi di batteri » risponde lui.

Appena preso il mio bicchiere in mano comincio a sorseggiare il tè, mi rendo conto che è una vera delizia. Sono abituata al tè marocchino perché tutte le volte che vado a fare visita al mio amico Amin non importa se fuori si gela o se è piena estate, lui mi fa sempre bere il tè anche con un caldo da forno a legna. Questo tè però non so il perchè ha un sapore diverso. Forse perchè me lo ha fatto l'uomo della mia vita. Se i miei genitori sapessero che in questo momento sono a casa di un marocchino mi prenderebbero a calci nel sedere. Credo che però mia madre non la prenderebbe molto male la cosa perché il vero problema è mio padre. Lui disprezza tutto quello che non appartiene al territorio piemontese. Disprezza gli extracomunitari e gli omosessuali, in poche parole, tutto quello che piace e interessa a me, per lui è uno schifo.

Una volta aver finito il tè, aspetto che Khaled metta un attimo a cuocere il pesce che mangeremo a pranzo. Ho come l'impressione di essere in vacanza, in un hotel a cinque stelle con lo chef in persona che ti serve ventiquattro ore su ventiquattro. Che bello! Era un po' che non godevo così tanto. Non appena il pesce sarà pronto voglio dare un giudizio al capolavoro che ha creato questo uomo. Io me ne intendo di buona cucina da quando guardo Masterchef. Solo che per me la cucina araba è tutta un mistero. Non mi sono mai fermata da Hamza o da Amin a pranzo o a cena, ma posso presumere che uno dei piatti che consumano di più è sicuramente il famoso cous cous. Anche se devo dire che Amin lo becco quasi sempre con le patatine fritte visto che ha un chiosco di panini e patatine fritte davanti a casa sua posso pensare che giustamente il mio amico si sia fatto conquistare dallo spettacolo che sono le patatine fritte e adesso, si fa certe scorpacciate.

 

 

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Capitolo 9
*** Otto: Niente musulmani in questa casa ! ***


Otto

Niente musulmani in questa casa !
 

È sera e io sono finalmente tornata a casa mia a Torino. Stasera per cena sono previsti spaghetti alla carbonara. Credo che mangerò solo il primo perché è tutto il giorno che vado avanti a mangiare quindi, credo che un piatto di pasta possa anche bastarmi.

A casa con me ci sono mia madre, mio fratello e il mio gatto. La televisione è accesa. Mia madre ha subito messo uno di quei programmi dove parlano male degli extra comunitari e dei musulmani in particolare. Io non so come comportarmi, ma sicnceramente non sono molto interessata al programma televisivo in questione. Comincio a pensare che se continuano a parlare male di queste cose, io prendo le mie cuffie e mi metto ad ascoltare la musica.

Mi dicono sempre di rispettare i gusti degli altri, ma poi quando sono loro a dover rispettare i miei hanno sempre da dire per questo quando qualcuno parla male di un qualcosa che mi piace o mi interessa gli rispondo offensivamente. Non hanno ancora capito certi individui che fino a quando non rispettano me, io col cavolo che rispetto loro.

Okay! Non ne posso davvero più di questo programma televisivo e mi siedo a tavola con gli auricolari per ignorarlo. Mia madre mi mette gli spaghetti alla carbonara nel piatto, poi mi muove una mano davanti a gli occhi. Io mi tolgo le cuffie per sapere cosa vuole sapere.

« Mi devi dire qualcosa mamma? » le domando.

« Stai tutto il giorno con le cuffie. Almeno a tavola quando si fa cena, potresti farne a meno della musica » mi dice lei, lamentandosi.

« Fino a quando metterai questi programmi televisivi, che a me non mi influenzano in nessun modo, sarò costretta a sedermi a tavola con le cuffie » rispondo io.

« Influenzare? Io ti sto solo avvertendo per il tuo avvenire dopo tutto sei tu quella che va in giro con un ragazzo marocchino. Per me non importa se tu non vuoi ascoltare questi programmi, ma un domani quando starai con un marito musulmano saranno cavoli tuoi » mi dice lei.

« Cerchi di spaventarmi? A me queste cose non mi spaventano per niente! » rispondo con le idee chiare.

« Svegliati figlia mia! Lo sai che quelli possono picchiare, violentare, assassinare le donne e trattarle come serve? Vuoi aprire gli occhi? » mi dice lei.

« Penso di averli già aperti abbastanza » rispondo io.

« Non mi sembra! Tu stai dormendo figliola mia, questo non va bene. Questo gioco che stai facendo è molto pericoloso » mi dice lei.

« Sarà... a me non fa nè caldo nè freddo! » commento io.

Per la mia sfortuna però, mia madre non è l'unica in questa casa che trova sempre qualcosa da lamentarsi con me, a predicarmi si intromette anche mio fratello Luca.

« Mamma, poi è Serena che non vuole fare le pulizie... se si sposa con un musulmano sarà costretta a farle tutti i giorni, se protesta quello la mena e la prende a frustate » commenta mio fratello.

« Tuo fratello ha ragione, sembra più avanti lui mentalmente di te » ammette mia madre.

« Parla proprio lui che ieri pomeriggio amoreggiava al cellulare con il suo amico Carlo. Quando vi sposate tu e il tuo fidanzato, mio caro fratellino? » commento io.

« Non eri te quella a favore degli omosessuali? Lo sai che i musulmani non approvano neanche i gay? » mi dice lui.

« Bravo, Luca. Diglielo... secondo me lei non può stare con un musulmano. Inoltre sai che i musulmani che vengono qui magari hanno la fidanzata o la moglie con figli in Africa, al quale le mettono le corna con altre donne che trovano qui in Europa? E sopratutto, cercano le ragazze della tua età a scopo di metterle incinta. Le sai queste cose? » mi dice mia madre.

« Le so da quando ho fatto la prima elementare... » rispondo io, seccata.

« Non mi sembra figlia mia. Tu accetteresti di stare con un uomo che ha la moglie in Africa, che ti riempe di corna con altre dieci o venti donne? » mi domanda lei.

« Per amore accetterei anche questo » rispondo.

« Che puttanate! » esclama mia madre.

All'improvviso, credo che gli spaghetti alla carbonara non mi bastano davvero più, credo che mangerò anche del gelato alla vaniglia variegato al caramello che teniamo nel freezer.

Corro in cucina, prendo la vaschetta di gelato e lo porto a tavola. Meno male che esistono i dolci che in un momento come questo, ti riempono il cuore di felicità. Io non posso più ascoltare questi due che disprezzano ogni cosa che piace a me e io sbaglio perché non me ne frego del tutto, ma faccio finta che sia così davanti a loro due, ma dentro sto comunque male.

Ho paura di dire loro che sto con un altro marocchino musulmano, mentre cerco di chiudere disperatamente la mia storia con Hamza perché potrebbero farsi delle brutte idee di me e io non voglio che questo succeda. Non voglio dare un brutto esempio alla mia famiglia. Inizio a pensare che nemmeno a Khaled farebbe piacere sapere che mentre sto con lui, cerco di far terminare una storia che avevo da mesi con un altro, se venisse a sapere una cosa del genere mi manderebbe a stendere e tra noi sarebbe finita per sempre. Devo assolutamente farmi coraggio e dire ad Hamza tutta la verità anche sè non sarà molto semplice pensando alle conseguenze a cui potrei andare incontro.

Hamza potrebbe venire ogni giorno sotto casa mia ad aspettare che io esca di casa per suonarmene di santa ragione. Lo avevo saputo fin da sempre che avrei fatto una cavolata mettendomi con lui solo per usarlo come un giocattolo. Forse il giorno che sono andata ad incontrarlo a Porta Nuova sarebbe stato meglio se non ci fossi andata mai. La cosa migliore di tutte sarebbe stato non portarlo proprio in casa mia così adesso non mi farei tanta agitazione per dirgli che dobbiamo lasciarci perché non saprebbe poi, dove venire a cercarmi. Anche in questo caso sono riuscita a fare la cosa sbagliata.

Complimenti Serenella! Questa volta abbiamo dimostrato a che livelli può risalire la nostra perfetta ignoranza. Mia madre me lo aveva detto di non far venire nessuno in casa nostra. Per una volta, lo ammetto anche io che aveva ragione. Il mio problema è che non ascolto mai e faccio le cose seguendo la mia testa rimpiangendone poi amaramente le conseguenze che la mia testa mi ha portato a ricevere. Capita a tutti almeno una volta della vita di fare le cose solo con la nostra testa senza mai pensare alle cose belle o brutte che una scelta può portarci, ma io in questo sono specializzata e posso vincere anche interi campionati per anni e anni di fila. Alle olimpiadi potrei sempre trovarmi sul gradino più alto del podio in questa specializzazione.

« Comunque, se chiuderai con Hamza a noi farai solo un grande favore. Non vogliamo musulmani in questa casa. Mettitelo pure in quella tua testolina diabolica, ma niente musulmani in casa mia! » mi dice mia madre.

« Messaggio ricevuto » dico io, senza ascoltarla.

Messaggio ricevuto un corno! Hamza non è la mia felicità perché la mia felicità porta il nome di Khaled. Cara mamma non sai quanto vorrei farti il piacere di togliermi Hamza dalle scatole, ma ci sto provando senza riuscirci semplicemente perché non trovo il coraggio di farlo e questo mi spaventa.

 

 

 

 

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Capitolo 10
*** Nove: Un pomeriggio con gli amici gay ***


Nove

Un pomeriggio con gli amici gay 


Anche voi come me avete amici omosessuali? Se è si, siete delle persone splendide. Io ora mai penso che in questo pianeta posso andare d'accordo proprio con tutti tranne che con i dottori, con quelli ancora non ho un ottimo legame visto che mi spaventano più di qualsiasi altra cosa al mondo. Per me è molto meglio andare d'accordo con i musulmani invece che con i medici. Sono una ragazza che a volte appare molto strana, ma perché la penso diversemente riguardo a molte cose. Per me l'omosessualità e la bisessualità sono due cose normali quanto la eterosessualità. Non veniamo al mondo per amare per forza l'altro sesso, nessuno ci obbliga a farlo ma però, dobbiamo anche accettare chi ama individui del loro stesso sesso. Accettare gli omosessuali è già una bella cosa, ma se li amate anche come me siete persone che sanno veramente cos'è l'amore.

Molta gente si lamenta con me perché io tendo ad andare d'accordo con i musulmani ma anche con i gay. Per la gente le persone che amano i musulmani disprezzano i gay perché i musulmani non approvano l'omosessualità e viceversa, la gente che ama i gay disprezza i musulmani. Io ovviamente, li amo e li rispetto tutti e due tanto per farvi un esempio di quanto sono brava ad ascoltare la gente. Io ho sempre saputo di avere una marcia in più inconfronto a tante persone che vivono ancora all'epoca degli australopitechi.

Vi racconto come ho conosciuto i miei due cari amici: Davide e Giovanni. Un pomeriggio di un po' di tempo fa, mi sono incollata su Facebook e tra le mie richieste d'amicizia c'era quella di Davide. Allora abbiamo cominciato subito a scriverci in chat ma lui non mi ha detto che era gay. Così lui mi ha chiesto di provare ad incontrarci un giorno e io gli ho detto che va bene magari un giorno per coincidenza ci incontreremo in un bar sotto casa mia chi può saperlo.

Due giorni dopo circa alla nostra prima chat su Facebook, io mi trovavo in via Garibaldi durante un pomeriggio dove non avevo niente da fare ed ero andata a fare una passeggiata in centro. Entro in un bar e ordino al barista una Coca Cola con tutta tranquillita poi mi siedo ad un tavolino.

Mentre penso solo a godermi la Coca Cola in santa pace, dalla porta entra una figura a me famigliare: si tratta di un uomo sulla trentina d'anni, alto, capelli molto corti e bruni, con la barba sul viso. Occhi azzurri, labbra apparentemente spesse, sguardo furbetto e un fisico dai lineamenti magri e muscolosi, niente meno che Davide quel Davide con cui avevo messaggiato in chat.

Lui si avvicina zitto zitto al barista un tipo calvo sulla testa vestito elegantemente e lo chiama "amore". Io subito penso che qualcosa non quadra nel verso giusto poi capisco che avevo messaggiato con un gay. Io allora, attiro l'attenzione di Davide chiamandolo per nome e lui si gira sbalordito e gli dico che sono Serenella quella con cui aveva parlato su Messanger. Lui è rimasto sorpreso perchè non si aspettava niente del genere.

Abbiamo passato il pomeriggio a chiacchierare. Ho detto a lui che non ho nulla contro i gay che forse sono le uniche persone che sopporto realmente in questo pianeta. Lui si è messo a ridere e mi ha detto che a breve mi presentava anche il suo fidanzato Giovanni che adesso era in vacanza a Roma con la sua famiglia. Davide mi ha anche confessato di avere una sorella lesbica di nome Simona.

Che ricordi! Io mi ricordo di quasi tutti gli incontri che ho fatto con gli amici e adesso mi rimane solo da incontrare un mio amico di Facebook di origine calabrese, con cui parlo spesso e mi faccio anche delle grandi risate. Se dovessimo mai incontrarci non sò chi sopraviverebbe più a lungo tra me e lui mistero della fede.

Io, Davide e Giovanni abbiamo appuntamento in via Chiesa della Salute dove abita Giovanni perché Davide viene da Milano e poi ci spostiamo ai giardini in via Sospello e ci facciamo delle belle chiacchierate.

Fatto sta che i miei amici se li vedi non sembrano gay a prima vista perché si vestono regolarmente con vestiti da uomo, non si mettono cose da donna. A parte Giovanni che ha i buchi in entrambe le orecchie come le donne, ma per il resto anche lui non si mette abiti da donna. Indossano vestiti da femmina e si truccano solo quando vanno ai gay pride se no mai. A volte forse sono un po' esibizionisti, ma a me divertono lo stesso. Quando tutto mi va male mi basta passare dieci minuti con loro e mi ritorna la voglia di sorridere ancora.

Finalmente sono sotto casa di Giovanni e i miei due amici stanno scendendo. Quando all'improvviso, vedo due espressioni famigliari avvicinarsi alla porta d'ingresso alla loro casa. Sono loro due. Giovanni indossa degli orecchini a forma di cuoricino colorati di rosso. Sapevo che si sarebbe messo degli orecchini da femmina! Lo immaginavo. Davide invece è vestito come se stesse andando ad un matrimonio perché indossa un abito simile al classico abito nero da sposo.

« Ciao, tesoro. Finalmente ci rivediamo! » mi dicono in coro.

« Ciao amici miei. Cosa dite... ci siamo visti solo la scorsa domenica » rispondo io, divertita.

« Come va l'amore, tesoro? Sei riuscita a chiudere con Hamza? » mi domanda Giovanni.

« No, ma sono messa proprio male. Ho rincontrato il famoso uomo x, che alla fine si chiama Khaled ed è marocchino anche lui. Abbiamo fatto sesso prima in auto poi a casa sua. Ufficialmente Khaled è il mio amante.., » spiego a loro.

« Un altro marocchino? È di Casablanca anche questo? » mi domanda Giovanni incuriosito.

« Si » rispondo io.

« Allora è ufficiale! Te ne andrai a vivere sicuramente a Casablanca un domani » mi risponde Giovanni.

« Giovannino amore mio... però Serenellina dovrebbe chiudere la sua storia con Hamza non credi sia giusto, per rispetto sia di Khaled che di Hamza? » dice Davide, all'improvviso.

« Serenellina, Daviduccio ha ragione. Ti conviene chiudere con Hamza » mi dice Giovanni.

« Io desidero chiudere con Hamza ma non so come fare... quello sà dove abito e non vorrei che venisse poi sotto casa mia ogni santo giorno per vedere se esco o non esco » dico io.

« Sei un po' nel pallone, tesorino » mi dice Davide.

« Ma dai? Pensa che non c'ero ancora arrivata! » commento io.

Scoppiamo a ridere tutti e tre come una banda di iene impazzite e con qualche rotella fuori posto. Nel frattempo, ci avviamo verso via Sospello.

« Giovannino, vorrei un gelatino! » dice Davide

« Daviduccio il gelatino lo prendiamo dopo, se no ci divertiamo poco se tu pensi a mangiare » commenta Giovanni.

Ci fermiamo un attimo tutti e tre perché i miei due amici si fermano a baciarsi qualche breve minuto. Quanto è bello vedere che si amano davvero! Io ora mai sono abituata a vedere due uomini che si baciano sulla bocca, con loro due ho assistito almeno ha duecento baci contati poi, ho anche delle foto sul cellulare dove il mio idolo Elton John si bacia sulla bocca con il marito David. Sono davvero molto abituata a queste cose; per me vedere due uomini che si baciano in bocca è una cosa normalissima quanto un uomo e una donna che si baciano. Non vedo alcuna differenza in entrambi i casi. Mi piacerebbe un giorno conoscere anche una persona bisessuale perché non ne ho mai conosciuti di bisessuali. Gay, musulmani, ortodossi e buddisti si, ma bisessuali ancora non ne ho proprio conosciuti.

« Quanti anni ha, questo Khaled? » mi domanda Giovanni.

« Non lo so ma credo che sia sulla quarantina... » dico io.

« Siamo a posto! Anche un marocchino quarantenne dovevi trovarti. Capisco che ti piacciono super dotati, ma addirittura quarantenni... non me lo aspettavo! » mi dice Giovanni.

« Ma è sposato? » mi domanda Davide

« Non lo so... ma credo di no » dico io.

« Non mi piace la cosa. Di solito i musulmani si sposano molto giovani, questo qui marocchino quarantenne non sposato... non mi convince del tutto. Accertati che non abbia moglie o figli perché temo non delle belle cose a proposito di lui. Magari ha commesso dei crimini e tu non sai niente » mi dice Davide.

« Davide ha ragione, mia cara Serenella. Non convince nemmeno me » mi dice Giovanni preoccupato.

« State tranquilli! Me la so cavare perfettamente... » rispondo io seriosa.

« Quando avete fatto sesso quelle due volte, avete usato il preservativo vero? » mi domanda Davide.

« Certo, non faccio certe cavolate! » rispondo io.

« Lo spero! Sai che senza rischi grosso, vero? » continua Davide.

« Mah certo! Non scherzo nemmeno io su queste cose. Lo sai che sono iatrofobica e non posso permettermi di fare le analisi del sangue quindi, sono obbligata a fare attenzione » dico io sempre molto seria.

« Lo spero » termina Davide.

 

 

 

 

 

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Capitolo 11
*** Dieci: Attentati, amore, cibo e carabinieri... ***


Dieci

Attentati, amore, cibo e carabinieri...
 

Questa mattina, mia madre mi ha svegliata alle dieci del mattino. Quando mi sono alzata dal letto sono andata in cucina e lei ha acceso la televisione. Mi ha messo il telegiornale e mi ha detto di ascoltare con attenzione. Ieri notte ci sono stati degli attentati terroristici a Nizza, un camion guidato ad alta velocità si è battuto su della folla di persone che stavano festeggiando guardando i fuochi d'artificio e ha investito tante persone tra cui anche numerosi bambini, ragazzi, uomini e donne. Disperatamente cerco di cambiare programma per sentir parlare di altro, ma sfortunatamente becco un programma dove dicono che siamo in guerra e che la terza guerra mondiale è appena incominciata.

« Vedi cosa fanno quelli come il tuo fidanzato? » mi dice poi mia madre.

« Khaled non è un terrorista! » rispondo io.

« Cosa ne sai tu? Magari ha commesso qualche atto terroristico in passato e tu non sai niente » mi dice lei.

« Perché tu sai sempre tutto vero? » domando io.

« Perché poi tu figlia mia sei andata a prenderti proprio un marocchino di trentaquattro anni? A sto punto anche Hamza mi andava bene almeno aveva ventiquattro anni invece tu sei andata a prenderti questo qui... che poi chi è e cosa fa? » mi domanda lei.

Basta! Quando fa così non la sopporto veramente più. Devo assolutamente inventarmi una stupidata per farla tacere. Dovrei trovare il modo di farle credere che Khaled ha una buona occupazione di lavoro, ma non è facile considerando che lui è marocchino con probabilmente quarantanni compiuti.

« Khaled è laureato in giurisprudenza, lavora in tribunale! » rispondo del tutto seccata.

« Non dire cavolate! Che lavoro fa? Io voglio che il fidanzato di mia figlia sia un uomo pulito con un lavoro e che sia messo bene con l'economia. Non voglio che mia figlia si sistemi con un emarginato che magari spaccia droga ogni notte » commenta mia madre.

« E perché guarda a caso, proprio il mio fidanzato dovrebbe drogarsi? » chiedo io, sarcastica.

« Perché la maggior parte dei marocchini sono spacciatori. Apri gli occhi figlia mia, che ti conviene! » mi dice lei.

« Però, con Hamza non facevi tutte queste storie... anzi, non volevi nemmeno lui poi quando si è presentato lo hai preso come un Dio sceso in terra! » esclamo io arrabbiata.

« Hamza almeno si faceva il culo, lavorava al mercato e almeno sapevo che aveva un'occupazione, la cosa mi faceva stare tranquilla... con questo Khaled non sto tranquilla per niente. Da quello che mi dici: trentaquattrenne senza moglie, senza figli, senza lavoro cosa dovrei pensare di lui? » mi domanda lei.

« Magari è solamente svogliato » dico io.

« Cosa fa per guadagnarsi da mangiare? Come fa ad avere una casa se non lavora, come lo paga l'affitto? Qualcosa dovrà pur farlo se no sarebbe per strada da un po' di tempo, a morire di fame » continua mia madre.

« Cercherò di scoprirlo » cercando di finire questo discorso noioso.

« Ma perchè? » dice mia madre con un tono deluso.

Meno male che tra poco se ne torna al lavoro e io posso andare da Khaled. Oggi ho veramente bisogno di vederlo perché ho bisogno di conforto da parte sua. Non voglio che questo mondo riesca in qualche modo a renderci nemici. Non voglio che scoppi una terza guerra mondiale di noi contro quelli come lui.

Non capisco proprio che male può fare uno come lui che passa le giornate tranquillamente in casa sua a riposarsi, che ogni volta che lo vedo mi cucina e mi fa dormire tenendomi abbracciata a lui e lui abbraccia anche me a volte scusatemi, ma io davvero non capisco come uno così possa essere considerato un individuo malvagio e pericoloso.

Un uomo del genere per me è una fortuna scesa in terra. Io ne ho passate di cotte e di crude con altri uomini, credo che finalmente un po' di fortuna e felicità me le possa anche meritare. Lui non è un individuo pericoloso anzi, lo vedo chiaramente che è una persona molto buona che non farebbe del male nemmeno a una mosca.

Assomiglia anche a Voldemort ma non è capace ad essere cattivo come lui essere cattivo non è nel suo habitat. Voi davvero pensereste che se fosse cattivo non me ne sarei già andata via da lui? Io quando una persona comincia a non avere delle buone intenzioni me ne accorgo subito e spesso, me ne vado al primo piccolo segnale.

Mia madre è finalmente uscita di casa per andare al lavoro. Io mi devo preparare per andare da Khaled. Peccato che nel momento in cui mi trucco, penso anche al mio amore che ho per i francesi e pensando all'attentato che c'è stato a Nizza, mi scendono delle lacrime. Lo capisco che mi sono innamorata di un uomo che è considerato nemico per l'occidente, ma cosa ci posso fare... che colpa ho io in tutto questo pasticcio? Io mi sono solo innamorata, non ho commesso alcun crimine e niente di sbagliato. Mi domando se in tutta la mia vita riuscirò mai ad avere una relazione tranquilla e serena, visto le cose che succedono direi proprio che posso scordarmelo.

Cosa devo fare? Ricordo ancora quando ho tentato il suicidio alla biblioteca. Volevo farla finita bevendo l'alcool che una mia collega mi aveva dato per pulire gli scaffali dei libri. Quel giorno non ne potevo davvero più di niente e in questo momento, ammetto che mi sento come in quel momento. Meno male che non l'ho fatto perché se fossi morta quel giorno, adesso non avrei mai conosciuto Khaled però se lo avessi fatto, adesso non starei soffrendo perché ho Khaled ma il mondo ci vuole vedere nemici a tutti i costi.

Dopo quella volta, non ho più avuto voglia di suicidarmi. Non so come le cose sembrano essere tornate alla tranquillità, ma adesso sono abbastanza triste. Tanto che finisco per farmi tutto il viaggio in treno piangendo. Appena arrivo a casa di Khaled mi sono data un po' una calmata. Lui però ride.

« Ciao. Cosa ti è successo al viso? Sei tutta sporca di nero... » mi dice lui.

Cavolo! Mi sono dimenticata che ho messo il mascara e che piangendo prima devo averlo sparso per tutto il viso a causa delle lacrime.

« È la nuova moda delle ragazze di Torino » dico io, con ben poca voglia di scherzare.

« Mah figurati! » risponde lui ridendo.

Lo abbraccio. Ho tanto bisogno di sentirlo vicino a me in questo momento; vorrei non staccarmi più da qui. Qualche minuto dopo, cominciamo a baciarci sulla bocca. Questi baci mi accorgo che sono diversi da i soliti che ci diamo perché in questo momento io ho veramente bisogno di essere confortata e penso che lui sia il modo migliore che conosco.

« Mi prometti che non diventeremo mai nemici? » dico io, singhiozzando.

« Chi è che ci vuole nemici? » mi chiede lui.

« No niente, tranquillo! » rispondo io.

A quanto pare, lui non sà ancora niente di come è la situazione nella vita fuori casa. Come glielo posso spiegare che abbiamo un mondo che non ci accetta insieme? Che noi per tutto il mondo dobbiamo per forza essere nemici? Io sono molto agitata e non riesco a darmi una calmata in questo momento. Anche mia madre però poteva evitare di farmi vedere il telegiornale e quei programmi contro quelli come Khaled. Lo so che lo ha fatto per avvisarmi ma credo che stiamo veramente esagerando adesso. Non ho cinque anni e penso che adesso ho l'età per cavarmela da sola.

Subito dopo i baci ci ritroviamo ancora una volta nudi e sdraiati sul famoso materassino messo per terra. Lui come sempre mi ha messo il suo pene munito di profilattico dentro. Io sono talmente presa a godere in quel momento, che nemmeno conto gli orgasmi che faccio durante l'atto sessuale. Questo uomo ha davvero i super poteri e riesce subito a farmi stare bene quando mi sento molto giù di morale. Nessuno prima di lui ci riusciva nemmeno Hamza. A dirla tutta, Hamza è sempre stato un modo per far passare brevemente le mie noiosissime giornate visto che in questo periodo non ho niente da fare.

Ho capito veramente che l'amore lo sento solo quando sono con Khaled con lui la giornata più brutta diventa miracolosamente quella più felice ed indimenticabile. Devo assolutamente non farmelo scappare questo uomo dai super poteri. Magari non mi dice niente e domani mi viene a dire che lui in verità è Batman, ma non aveva le parole giuste per dirmelo.

Quando smettiamo di fare l'amore, lui come al solito si mette a fare il tè. Mi ha già avvisata che a pranzo mangieremo poi la pasta. La pasta a me va sempre bene visto che mangerei sempre e solo quella. La pasta è un altro dei miei cibi preferiti oltre la pizza e i panini del Mc Donald's.

Il tè come sempre è un capolavoro se fatto da lui. Ora mai mi sono veramente innamorata di questo tè. Per me è diventata una specie di droga più o meno come i croccantini lo sono per il mio gatto. Mi alzo addirittura la notte perché vorrei bere quel tè lì, ma poi ricordo che a casa mia ho solo il tè in bustina che si trova al supermercato. Dopo il tè, ci rimettiamo subito a fare l'amore. Vorrei passare tutte le mie giornate in questo modo. Questo mese di luglio per me ha fatto miracoli con l'amore e mi sento come un'anima che è appena ritornata dal paradiso in questo pianeta.

La giornata è stata trascorsa nei più piacevoli dei modi. Ho deciso di fermarmi a dormire con lui questa notte perché con lui sto troppo bene. Cavolo! Però devo avvisare mia madre che resto qui a Carmagnola questa notte. Non sarà per niente facile perché non me lo concederà mai. La conosco troppo bene e questa è una delle cose che non mi permeterebbe nemmeno se fossimo in paradiso. Prendo il cellulare in mano e realizzo che sono le ventidue di notte e che ho ventotto chiamate perse senza risposta da parte di mia madre, mia zia e mio padre e anche sei messaggi. Ero talmente presa da Khaled che mi sono dimenticata di tutti loro. Fantastico! Immagino dunque, che sono nella merda. Leggo un messaggio di mia zia.

 

Serenella dove sei? Chiama tuo padre che sta andando dai carabinieri.

 

Si mette male! Adesso quelli avranno detto di tutto a lui riguardo a Khaled, io sapevo già alcune cose che gli sono successe nella vita, ma non era colpa sua o almeno, non nelle situazioni che mi ha raccontato lui. Non poteva fare niente in quei momenti.

Chiedo a Khaled se posso andare in bagno e una volta dentro chiamo immediatamente mia madre, parlando a bassa voce. Lo so che sono una ragazza morta in questo momento, ma cavolo: ci sono certe ragazze che già a quattordici anni hanno già dormito almeno una volta nella vita con il proprio ragazzo durante la notte e inoltre, queste ragazze stanno anche fino alle quattro del mattino fuori casa il sabato sera. Possibile che l'unica sfigata di ventanni che non ha ancora dormito con un uomo in tutta la sua vita e che la sera deve essere a casa per le venti di sera, sono io? Questo non mi sta bene! Non è giusto che io non abbia ancora i diritti di tutte le altre ragazze e che diamine! Sono poi i miei genitori quelli che si lamentano perché sono troppo ribelle. Credo di non avere però tutti i torti ad esserlo.

« Pronto? » dico con una voce preoccupata.

« Dove cavolo sei figlia mia? » mi domanda mia madre.

« A casa di Khaled, resto qui fino a domani mattina » rispondo.

« Cosa sai di lui? Perché vuoi restare da lui? » continua mia madre.

« Di lui sò che mi fa stare bene, che mi ama e che è il mio migliore amico. Questa notte quindi resto qui! » dico io.

« Il tuo migliore amico da due settimane? Lo sai che per dormire a casa di una persona dovresti aspettare almeno un anno e avere un lavoro? Non sei ancora pronta per queste cose. Vieni a casa che tuo padre sta facendo una chiacchierata con i carabinieri riguardo al tuo fidanzato e non peggiorare la situazione! » dice mia madre.

« No, io resto qui! » rispondo, staccando il telefono.

Khaled è andato a prendere le sigarette alla macchinetta della tabaccheria vicino a casa sua, lo so perché ha lasciato un biglietto sul tavolo. Io cerco di stare calma e non perdere il controllo; i miei genitori lo fanno solo per mettermi paura e i carabinieri sono solo una minaccia, ma in realtà non li chiamano. Hanno già usato tante volte questa minaccia e io non ci credo nemmeno più. Mi squilla di nuovo il cellulare. Questa volta è mio fratello Luca.

« Che vuoi? » rispondo, bruscamente.

« Serenella ti conviene venire verso la stazione di Carmagnola, io sono in treno e sto venendo a prenderti. Ti conviene perché papà sta facendo partire dei carabinieri intenzionati ad arrestare Khaled accusandolo di rapimento e molestie sessuali su una ragazza di ventanni » mi spiega mio fratello.

« Che lo prendano allora! Tanto troverò il modo di farmi rinchiudere con lui visto che è questo che vuole mio padre... una figlia in carcere! » rispondo io.

« Stai facendo una pu... ».

Non faccio in tempo a far finire la risposta a mio fratello perché ho staccato la chiamata. Comincio a pensare che però sto esagerando un pochino. No! Non sono io ad esagerare ma i miei genitori che non mi permettono di vivere quella che è la mia vita. Insomma, non posso permettere però che Khaled finisca in carcere per colpa mia, di cose che non ha nemmeno fatto. Non mi ha molestata perché il nostro amore è un amore pulito, non è un amore sporco e violento come pensa mio padre, Khaled mi vuole solamente tanto bene. Forse, mi conviene lasciar perdere la pagliacciata del dormire con lui questa notte e andare subito alla stazione. Ma a quest'ora ci saranno ancora dei treni che vanno a Torino? Per una volta, ammetto che l'ho fatta davvero grossa.

Mi preparo velocemente per raggiungere la stazione prima che Khaled rimetta piede in casa sua, ma appena apro la porta mi accorgo che Khaled è appena arrivato a casa sua.

« Cosa fai... non dovevi dormire qui? » mi domanda lui, sorpreso.

« Non posso! I miei genitori mi vogliono a casa » dico io.

« Ci saranno altre occasioni » mi dice lui

Certo. Sempre se non ti mettono dietro le sbarre tra dieci minuti. Penso io tra me e me.

« Non ti dispiace se non resto? » chiedo io.

« Un po' si, ma non importa. Dai, ti riporto a Torino in macchina... » mi dice lui, dandomi un bacio sulle labbra.

Ma non finisce qui! Appena usciamo dal cancello che tiene recintata la casa di Khaled troviamo due macchine dei carabinieri. Io capisco immediatamente che è per noi due anzi, forse solo per Khaled. Due uomini in divisa scendono e si rivolgono a noi.

« Dobbiamo portarvi in questura. Tutti e due! » dice uno.

Diamine! Adesso ci faranno l'interrogatorio ad entrambi. Siamo messi veramente male. Adesso due persone che si amano non possono nemmeno farsi i cavoli propri perché ci sono i genitori guastafeste a rovinare tutto. Non mi aspettavo che mio padre sarebbe arrivato a questo: a far denunciare Khaled per cose che non mi ha mai fatto tipo le molestie sessuali. Tanto io ai carabinieri dirò che sono tutte fantasie di mio padre che ama solo i piemontesi e che minaccia di morte qualsiasi tipo di persona che non sia piemontese. Dopo tutto chi la fa l'aspetti! Credo che questa volta mio padre ha fatto male i suoi calcoli.

Una volta in questura il primo ad essere interrogato è Khaled. Dopo dei lunghi minuti interminabili forse anche un paio d'ore tocca a me ed entro con mio padre in lacrime

« Signorina Baldini Serenella nata a Torino il 24 novembre del 1995, come mai questa notte era con Khaled, uomo marocchino di Casablanca, quarantaquatrenne, nato il 22 luglio 1972 con precedenti penali? » mi domanda il carabiniere con aria seriosa.

« Khaled non mi ha fatto niente di male. Io e lui ci amiamo. Sono andata io da lui oggi pomeriggio, per passare un pomeriggio tranquillo con lui in santa pace e per fare l'amore... » rispondo io, sul punto di mettermi a piangere.

« Non mi pare la stessa cosa. Suo padre ci ha raccontato che quell'uomo ha praticato più volte molestie sessuali a voi » risponde il carabiniere.

« Tutte balle! Mio padre disprezza qualsiasi persona che non è originario del piemonte... per lui esistono solo i piemontesi, tutto il resto fa schifo! » spiego io.

Mio padre mi guarda irritato.

« Questo cosa centra? » chiede il carabiniere.

« Centra... mio padre giudica senza conoscere le persone. Non ha coraggio di dire le cose in faccia alla gente e allora, usa minacce. Comunque lo sa signor carabiniere che ha davvero una faccia da demente? » concludo io.

« Come ti permetti sciocca ragazzina! Chi credete di essere? » mi dice il carabiniere incavolato.

« Joker » rispondo convinta.

Mio padre mi da una gomitata alla spalla destra.

« Figliola, mostra rispetto ai carabinieri! » mi dice lui, sconvolto.

« Questo mai! » dico io.

« Eh va bene! Questa volta tu e il tuo amichetto l'avete passata liscia. La prossima volta, saranno cavoli per tutti e due! » conclude il carabiniere.

Una volta usciti dalla questura io e Khaled riusciamo solamente a dirci ciao. Non abbiamo altre parole da dirci. Credo che questo momento sarà l'ultimo che passeremo insieme. Io per tutto il viaggio in macchina con mio padre non dico una parola nonostante mio padre continua a parlarmi, io non ascolto niente di quello che mi dice.

Ho capito che Khaled non lo rivedrò mai più in vita mia perché adesso lui sarà arrabbiato con me e non mi perdonerà mai. Non vorrà più sapere niente di me. Domani cercherà già un'altra donna e io per lui non sarò più niente. Cancellerà tutti i ricordi che ha di me. Dopo tutto, abbiamo incominciato da sconosciuti e da sconosciuti finirà questo nostro amore.

Io ho solo voglia di arrivare a casa e di mettermi a dormire. Per sempre.  

 

 

 

 

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Capitolo 12
*** Undici: Dovevi fare attenzione ***


Undici

Dovevi fare attenzione


 

Questa mattina mi trovo al bar con Davide e Giovanni. Non sono per niente allegra perchè penso a quello che è successo ieri e mi metto a piangere solo a pensarci. Io non ci posso ancora credere che l'uomo di cui mi sono innamorata ha dei precedenti penali di cui non mi va nemmeno di dire per cosa talmente sto soffrendo in questo momento. Come cavolo faccio io, a dire al mondo intero che mi sono innamorata di un assassino? Che ancora non ci voglio credere che l'uomo che mi preparava il tè, che mi cucinava, che mi massaggiava e che mi faceva dormire sempre vicino a lui tenendomi abbracciata è un ex criminale. Non riesco ad accettare questa cosa.

Mi fa ancora male pensare che quella di ieri doveva essere una felice giornata che invece è finita nei peggiori dei modi. Certo che anche io avrei dovuto andare a casa mia senza fare storie e senza insistere con la storia del dormire con Khaled perché forse adesso starei ancora abbracciando il mio uomo, senza aver scoperto le cose terribili che ha fatto in passato.

Fatto sta che adesso sto qui ad inzuppare di lacrime la camicia del mio amico Giovanni.

« Tesoro, io e Davide te lo abbiamo detto di fare attenzione. Me lo sentivo che non c'era da fidarsi di lui » commenta Giovanni.

« Si, ma io ho commesso l'errore più grande di tutti: mi ero innamorata di lui e nonostante tutto, mi sento ancora innamorata... » rispondo io, singhiozzando.

« Povera piccola! L'amore ti ha completamente colpita al cuore. Ci dispiace a noi che le cose siano andate in questo modo... non te lo meritavi » dice Davide.

« Non voglio più amare nessuno » rispondo io, in un mare di lacrime.

« Addirittura? » dice Giovanni.

« Andrei direttamente da Cupido per strappargli le ali e prendermi il suo arco con il quale tira le sue stupide frecce! » rispondo incavolata.

« Povero Cupido! Che colpa ne ha lui che è solo una leggenda? » dice Davide ridendo.

Non riesco nemmeno ad ascoltare i miei amici talmente sono persa dei miei pensieri. Io voglio provare a credere che sia stata un idea di mio padre quella di farmi credere che il mio amore è un crimale. Voglio provare a pensare che sia una sua idea per mettermi paura, ma poi capisco che questa è la realtà visto che ripenso ai interessanti articoli su Khaled che mi ha fatto vedere quel carabiniere quando sono finita in questura. Khaled è effettivamente un mostro. Però io mi sono innamorata di quel mostro. Comincio seriamente a pensare che questa sia la volta buona per farla finita. Appena posso mi butto giù dal balcone di casa mia. Se non posso amare chi amo, meglio che me ne vada via da questo mondo schifoso. Io non ci resisto più in questo mondo.

Forse quando ero la ragazzina che non veniva considerata da nessuno stavo anche molto meglio. Non andavo a cercare certi soggetti e mi facevo semplicemente i cavoli miei dal mattino alla sera. Penso che dovrei tornare ad essere quella che ero in quei tempi. Mi chiedo solo adesso che cosa avevo di sbagliato un tempo e perché non mi accettavo e credo di sapere la rispotta: perchè ero troppo perfetta. Avrei dovuto non cambiare per niente.

Un tempo almeno respingevo chiunque avesse il coraggio di provare ad entrare nel mio cuore per farmi innamorare non lo facevo per farmi sembrare antipatica, insensibile e senza cuore, ma solo per difendermi per non provare sentimenti inutili come l'amore che tanto oggi, l'amore si è istinto in tutto il mondo. In questo mondo ora mai, non c'è più amore ma esiste solo il sesso. Io ho collezionato già due delusioni per uomini non uomini e credo che siamo arrivati anche a quota tre, contando anche Khaled. Credo veramente che ritornerò ad essere quella che ero un tempo.

Dopo Khaled con gli uomini ho chiuso e questa volta faccio sul serio non mi farò ingannare nuovamente da uno di loro. Da oggi è vietato l'ingresso a qualsiasi uomo nella mia vita. Io non voglio più aver a che fare con uomini psicopatici o ex criminali della strada. Prima però mi devo sbarazzare anche di Cupido, se non mi libero di lui non posso pretendere di lasciar perdere anche tutti gli altri uomini esistenti in questo pianeta e sto seriamente pensando di andare su Marte e sposara un bel marziano. Sono sicura che il marziano è sicuramente molto più intelligente degli uomini che esistono in questo mondo. Con un marziano magari potrò finalmente farmi la mia vita felice senza pentirmene. Dopo tutto i marziani sono considerati esseri superiori a noi.

« Tesoro, io non capisco una cosa però: perché ci hai detto che aveva quasi quarantanni quando invece ne ha ben quarantaquattro? » mi domanda Giovanni.

« Non volevo far sapere ai miei genitori che aveva più di quarant'anni, mi ero messa d'accordo con lui per far credere ai miei che aveva trentaquattro anni. Tanto adesso non lo rivedrò mai più. Contenti? » rispondo io.

« Tu sei contenta? » mi domanda Davide.

« Come posso esserlo? Qualsiasi cosa faccio finisce per andare al contrario di come dovrebbe andare » rispondo io.

« Ti capisco amore, che sei piena di rabbia in questo momento. Tu pensa se ancora ti sposavi con questo qui e magari mettevi al mondo un figlio ignorando tutte queste cose che ha fatto prima di conoscere te. Pensa se non saresti mai venuta a sapere niente... » continua Davide.

« Sarebbe stato sicuramente meglio. Adesso avrei ancora Khaled perché nonostante tutto, lo amo ancora e comunque » commento io.

« No, non dire cavolate. Troverai sicuramente di meglio » continua Davide.

« Me lo dicono tutti, ma non riesco a levarmi dalla testa lui » continuo io.

« Adesso è così... ma passerà! » continua Davide.

Niente da fare! Non faccio a meno di piangere per il dolore. Vorrei rimandare il tempo indietro se fosse possibile e rivivere tutti i momenti che ho condiviso con lui perché erano magici e pieni di emozioni. Rivoglio il mio Voldemort, rivoglio lui. Forse devo trovare il coraggio di andare avanti, far finta di non aver mai saputo niente di niente del suo passato forse in questo modo avrei ancora una piccola speranza di salvare questa storia. Solo che in questo momento, non ci riesco a buttare tutto alle spalle e andare avanti sto estremamente male. Come la metto poi con la mia famiglia? Sarei costretta a vedere Khaled di nascosto e inventare delle scuse tutte le volte che voglio uscire con lui sapendo che prima o poi, capiranno che sto mentendo. Devo per forza rassegnarmi all'idea che questa storia è arrivata alla sua fine. Non ci sarà mai più niente tra me e Khaled perché non ritorneremo di nuovo.

Ed io mi sento perduta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 13
*** Dodici: Ma tu cosa vuoi veramente? ***


Dodici

Ma tu cosa vuoi veramente?
 

Questa mattina sto andando a casa del mio amico Amin forse lui può darmi una mano a risolvere questa tremenda situazione o almeno, darmi qualche buon consiglio visto che non ho idea di quando rivedrò l'uomo della mia vita e penso che ora mai non potrò mai più rivederlo. Khaled sarà deluso da me quindi non troverà il modo di perdonarmi e se ne andrà via come tutte le cose belle perché le cose belle prima o poi finiscono io ho ripetuto più volte questa esperienza. Non per colpa mia ma perché gli altri di me non hanno mai capito niente hanno sempre visto delle cose che io ho mentre loro no allora mi stavano alla larga perché non sopportavano di avere qualcuno superiore a loro.

Come al solito questa mattina è partita con il solito messaggio di Hamza che vuole vedermi ma io ovviamente ho trovato un'altra scusa banalissima da bambina della scuola elementare... devo andare dal dentista. Non sono mai stata brava ad inventare le scuse o almeno che non si tratti di qualcosa a cui tengo veramente in questo caso sono disposta a fare di tutto.

Visto che dopo questa esperienza con Khaled ho rinunciato all'amore e quindi anche al sesso, mi rendo conto che almeno riguardo ai miei amici sono abbastanza fortunata. Le persone sono convinte che sia l'amore il sentimento più bello, ma per me resta l'amicizia. L'amore sei fortunato solo se riesci a trovarlo per una botta di fortuna un po' come una vincita di un millione a qualche quiz telesivo ma gli amici no... quelli non li scegli se entrano a far parte della tua vita e restano sempre al tuo fianco ( ma non sempre, a volte se ne vanno anche loro). Arrivo comunque alla concluse che se almeno la mia vita amorosa è uno schifo, almeno con gli amici non ho problemi. Meno male.

Da oggi insomma pretendo di fare solo quello che mi pare e piace. Penserò solamente a Serenella e non perderò tempo con uomini che non valgono neanche un granello di sabbia. Dimenticavo anche una cosa: visto che era mio padre quello che voleva a tutti i costi separarmi da Khaled ho deciso che non gli rivolgerò più la parola visto che è anche colpa sua se è successo tutto questo. Non risponderò mai più alle telefonate e i messaggi che mi manda e gli darò muro ogni volta che sarò costretta a vederlo. Tanto il suo atteggiamento può portarmi solo a questo, ad evitarlo del tutto.

Lui e i suoi concetti di vita da seconda guerra mondiale mi hanno veramente stancata. Quasi quasi mi viene voglia di andare in Piazza Castello con un raduno di musulmani a gridare alla polizia messaggi contro il razzismo e mi ci vedrei anche molto bene. Sarei nel mio habitat ideale. Ecco... dovrei proprio farla una bella manifestazione contro il razzismo e con tanto di mio padre a guardarmi. Immagino già la sua faccia come sarebbe passerebbe il tempo a dire che quella non è sua figlia che quando sono nata devono avermi invertita con un'altra bambina facendolo anche apposta. Non mi sembra niente male come idea, dovrei provare a considerarla come ottima.

Sono sotto casa di Amin in via Po. Fortunatamente ho chiamato Amin quando ero a casa mia per sapere se potevo venire e lui mi ha detto che va bene tanto si trova a casa da solo tutto il giorno. Meno male! Così avrò tutto il tempo per raccontargli la mia vita da personaggio del Segreto. Sono convinta di avere lo stesso carattere di Donna Francisca incrociata con Olmo Mesia, ho qualcosa di entrambi i due personaggi secondo me.

Appena sono dentro in casa di Amin lui mi osserva.

« Ciao. Spero di sbagliarmi ma oggi non mi sembri di ottimo umore... » mi dice lui.

« Ciao caro. Non ti sbagli per niente. Sono di pessimo umore » commento io.

« Accomodati. Parliamo più tranquillamente in questo modo » mi dice lui.

Mi accorgo non appena mi sono seduta sul divano, che nel tavolino davanti a me c'è già una teiera piena di tè caldo con due bicchieri e biscotti. Quel tè è un arma pericolosa, io sola conosco i poteri che ha quella bevanda. Ripenso immediatamente a Khaled quando era lui a prepararmelo e mi scendono due timide lacrime sul viso. Ovviamente Amin se ne accorge.

« Ho capito il problema: hai chiuso anche con Khaled giusto? » mi interroga lui.

« Non è che ho chiuso, ma quasi. L'altra sera mio padre ha chiamato i carabinieri e hanno portato me e Khaled in questura. Ci hanno interrogati per un tempo interminabile e mi hanno fatto scoprire che Khaled ha dei precedenti penali per molte cose e non solo, lo hanno ricoverato diverse volte in ospedale » spiego io, piangendo a dirotto.

« Cosa? Precedenti penali, ricoveri? Ma che schifezza sei andata a trovarti? Quanti anni ha alla fine questo Khaled? » mi chiede lui preoccupato.

« Quarantaquattro » ammetto io delusa.

« Quarantaquattro anni? Ma tu sei pazza! Sentiamo, come mai i tuoi hanno chiamato i carabinieri? » continua Amin.

« Perché una notte volevo restare da lui a dormire, ma i miei non mi hanno permesso questa cosa io però ho fatto la ribelle, non ho riposto a ben ventotto chiamate al cellulare, sono rimasta con Khaled quasi fino alle undici di sera e... ho un tantino esagerato! » dico piangendo.

« Lo credo bene che i tuoi non ti abbiamo lasciata dormire da lui. Questo qui magari mentre dormivi ti prendeva a coltellate e tu nemmeno te ne accorgevi. Come ti senti adeso che hai scoperto veramente che persona è? » mi domanda Amin.

« Molto male, amico mio. Vorrei pensare che è solo un brutto incubo, che non sono mai stata interrogata dai carabinieri e quelle brutte cose che ho saputo su Khaled siano solo fantasie di mio padre ma lo so che non è così. Quelle cose sono vere e io mi sento fallita perché lo amo ancora vorrei buttarmi alle spalle queste verità e continuare la mia storia con lui nonostante tutto... » dico io piangendo.

« È troppo pericoloso! Capisco che fa parte della mia stessa religione, ma ti sconsiglio fortemente di continuare a vederlo. Normale che adesso tu stai male perché senti ancora di amarlo e tutto, che non puoi accettare il fatto di separarti da lui, ma devi farlo non hai altra scelta » mi dice lui.

Grazie tante Amin! Lo so anche io che devo per forza lasciar andare anche lui, ma fosse facile fare una cosa del genere. Io non sono venuta da te solo per farmi ripetere per la centesima volta che devo lasciar perdere Khaled perché da te mi aspettavo qualcosa di più. Pensavo che almeno tu potessi avere una soluzione a questo mio problema. Devo però dire che mi stai aiutando più tu che tante altre persone che conosco. Tu sei perfetto: con quello sguardo accattivante, quel crestino sulla testa, basso e robustino di fisico sicuramente fai più colpo di me quanto si tratta di stragi di cuori tu non hai i problemi che ho io. Io attiro solamente dei deficenti maniaci e lo ammetto come se fosse una cosa da andarne fiera ma lo so che non c'è niente da esserne entusiasti.

« Però lo amo ancora » continuo io, che non voglio rassegniarmi.

« Ma perché voi donne siete così complicate? » continua Amin.

« Perché noi lo sappiamo cosa vuol dire soffrire per amore » rispondo io.

« Non puoi trovare uno più giovane tra i venti e i venticinque anni ad esempio? Non ti piaccio io? Io ne ho ventisei però » commenta lui, facendomi l'occhiolino.

« Mi dispiace, non sei proprio il mio tipo... » commento io.

« Un consiglio? Dovresti trovarti un lavoretto da guadagnare qualche soldino così puoi fare quello che vuoi e comprarti tutto quello che desideri. Riguardo la questione Khaled, se proprio ci tieni a lui nonostante il diavolo che è, dovresti provare a parlare con lui per vedere se c'è ancora una speranza e tu puoi capire cosa vuoi davvero per te e per lui. Fatti questa domanda: ma io cosa voglio veramente? Vedrai poi che risultati ... » mi dice lui.

« Cercherò di seguire il tuo consiglio. Grazie ancora una volta! » rispondo io.

« Ti va un bicchiere di tè? » chiede lui.

« Volentieri » rispondo.

Una volta uscita da casa di Amin dopo aver bevuto il tè e mangiucchiato dei biscottini mi metto in marcia verso casa mia. Abbiamo poi parlato ancora della mia storia con Khaled e mi ha consigliato anche di non fare molto la ribelle con i miei genitori che se loro mi dicono di essere a casa tipo alle dieci di sera, vuol dire che alle dieci e non alle dieci e mezza di sera devo essere a casa mia se no per forza che poi si preoccupano. In effetti Amin ha ragione e io penso che lui non fa il ribelle con la sua famiglia come la sottoscritta. Credo che se osa anche solo ribellarsi un momento si prenda tante di quelle botte.

Il cellulare mi squilla e, mentre mi trovo a metà strada, guardo lo schermo per scoprire che è mio padre a chiamarmi. Proprio la persona che non ho alcuna intenzione di sentire in questi giorni. Lo so che non è colpa sua che non può farci niente se Khaled è una persona pericolosa, ma io ho deciso di non parlare più con lui o almeno fino a quando non mi sarà finita la rabbia. Mi accorgo anche poi, guardando il registro di chiamate che mi ha cercata anche Hamza. Fantastico! Ci mancava anche questo rompi scatole come se mio padre non bastasse. Al mio appello ci mancano solo Davide e Giovanni poi siamo a posto.

Quando finalmente mi trovo sotto casa mia sento un messaggio questa volta. Prendo in mano il mio cellulare e i miei occhi cominciano a brillare. Questa volta si tratta di Khaled. Apro il messaggio.

 

Possiamo parlarci? Mi manchi tanto!

 

Questo uomo è fantastico! Penso leggendo il messaggio, ma poi, mi tornano in mente gli articoli che mi hanno mostrato i carabinieri e ritorno immersa nella tristezza più totale. Mi viene in mente anche Amin che mi ha detto di domandarmi che cosa voglio veramente da me stessa, ma il fatto è che io sono decisa che voglio Khaled, ma le cose sono molto complicate.

Tra le altre cose, aspetto anche che mio padre mi mandi un invito a C'è posta per te, io per ora non intendo perdonarlo o tanto meno, non sono disposta a dargli il mio perdono. 

 

 

 

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Capitolo 14
*** Tredici: Devo crederti? ***


Tredici
Devo crederti? 

 
Sono diretta a Carmagnola. Ho deciso di vedermi con Khaled per chiarire subito questa situazione e vi garantisco che ho davvero una faccia da funerale. Non ho molto entusiasmo ad andare da lui per discutere. In amore però i litigi sono molto importanti per rafforzare il rapporto perché è il solo modo per renderlo più forte se non si discute, prima o poi il rapporto muore ma il mio è già morto. Sono bastati mio padre e un paio di carabinieri in piccionaia a distruggerlo.

Mentre sono sul treno, mi accorgo che quello seduto dietro di me è un carabiniere. Il mio unico desiderio è dirne quattro a quel carabiniere, gli griderei e augurerei in faccia tutti i mali e le sfighe del mondo così, solo per vendetta ma saprei bene come finirebbe la cosa: mi manderebbe di nuovo in questura ad essere interrogata e questa volta sarei sbattuta dentro; non credo poi che Khaled mi verrà a salvare una volta dietro le sbarre quindi credo che sia meglio fare finta che non ci sia quel carabiniere.

Quando arrivo alla stazione di Cermagnola, Khaled e fuori dalla stazione che mi aspetta. Io rimango sorpresa; non sono stata io a dirgli di venire a prendermi, ha fatto tutto da solo. Dopo tutto lui non me lo dice ma ci tiene a me, mi vuole davvero bene anche se tiene tutto nascosto, per farmi credere che non gli importa niente di me. Lui mi abbraccia e lo sento ridere.

« Ciao, da quanto tempo non ci si vede... » mi dice lui sorridente.

« Quasi una settimana che non ci vediamo » rispondo io.

« Ti volevo dire riguardo la scorsa volta che non è stata colpa tua, tu non potevi farci niente » mi dice Khaled.

« Lo so che io non c'entro niente, ma il problema è che non capisco davvero con chi ho a che fare: mi trovo nelle circostanze di un uomo violento che finge di essere buono con me o mi trovo veramente con un uomo buono, leale e con sani concetti mentali? Io non capisco più chi sei... mi dispiace! » dico io, piangendo.

« Ma non ti ricordi l'ultima volta che ti ho vista, che ti dissi che io non faccio più certe cose da tempo, ho smesso perché finivo solamente nei casini e adesso mi sono dato una calmata? Non potrei mai farti del male, non a te... » mi dice lui, con una voce dolce.

Va bene! Forse questo uomo ha ragione: magari dopo averne fatte di tutti i colori ha finalmente pensato che sia meglio darsi una calmata, si vede che dopo tragiche situazioni vissute nella vita abbia detto basta a fare solo casini. E se invece fosse un'altra presa per i fondelli? Magari lui nasconde tutto così bene tanto da convincermi che alla fine è un santo invece di un pazzo con la mente totalmente corrotta? Devo stare molto attenta a lui.

« Perché proprio a me non potresti fare del male? » domando io.

« Perché mi piaci e ti voglio bene » mi dice lui, cercando le mie labbra.

Incredibilmente finiamo per baciarci. Cavolo, questo non deve succedere però! Lo so che sotto sotto sono ancora innamorata di lui, ma il mio cuore si sente ancora ferito e in mille pezzi. Non credo che questo bacio possa bastarmi per incollare tutti i pezzi del mio cuore per farlo tornare intero. Io nella mia mente mi sto immaginando il momento in cui confesserò alla mia famiglia che mi sono innamorata di un ex criminale e che non voglio lasciarlo per niente al mondo visto che mi fa stare bene. Sono certa che i miei genitori mi sbatteranno nella strada a fare la clochard invece che avere una figlia che ha una storia con un ex criminale. Non c'è proprio niente da fare! Questa storia è destinata a finire male.

« Scusami, non era mia intenzione... » dico io, mezza stordita.

« Andiamo a casa mia, parliamo con più calma » mi dice lui.

« No, al massimo andiamo in un bar... non ci vengo a casa tua! » commento io.

« Eh va bene! Hai ragione tu forse è meglio non andare a casa mia... » risponde lui.

I minuti che passiamo al bar proseguono nel modo che non mi sarei mai aspettata: io faccio domande e lui non mi considera un momento. Cerca di far finta che io non ci sia in questo momento. Se le cose che mi hanno detto i carabinieri non sono vere e lui non è un criminale, come mai sta facendo il possibile per farmi credere veramente che lui è un criminale? Meno male che era lui quello che voleva parlarmi, mi sembra di essere venuta fino a Carmagnola per fissare una bella statuina posta al centro di una rotonda.

« Mi vuoi prendere in considerazione un secondo? » domando io, guardandolo imbarazzata.

« Scusami tanto, ma non me la sento di parlare del mio passato... non qui! A casa mia si ma qui no! » continua lui.

« Certo, per poi farmi spogliare un'altra volta? » rispondo, sarcastica.

« Beh se non vuoi più fare sesso con me, possiamo considerarla finita questa storia » risponde lui.

« Io non voglio concludere questa storia con te, ma ti sto solo dicendo che... non mi fido più tanto di te. Non credo più che il Khaled che ho conosciuto fino adesso, sia veramente quello che mi ha dimostrato fino adesso. Khaled magari tu sei solo uno che vuole usarmi, fino a quando non si presenterà di meglio e magari, mi ucciderai quando vorrai togliermi dai piedi » rispondo io, piangendo.

« No, non potrei mai fare questo ad una come te... mi piaci da impazzire e senza te mi sento un condannato a morte, ti ho aspettata così tanto che non immagini neanche quanto ti cercavo quando non ti avevo con me... » mi dice lui, quasi del tutto sconvolto.

Okay! Resto qui a lamentarmi dei suoi guai e problemi del passato quando anche io non gli ho detto tutta la verità di me perché anche io tengo nascoste delle cose. Una di queste cose per esempio è la mia storia con Hamza. Non ho il coraggio di dire a Khaled che mentre sto con lui, ho una storia con un altro ragazzo che vorrei chiudere ad ogni costo ma non trovo il coraggio di farlo.

Uno: non lo faccio perché ho rispetto per Khaled e se gli dicessi una cosa del genere si farebbe un'idea sbagliata di me e mi manderebbe a stendere senza pensarci.

Due: ho come la sensazione che la mia storia con Hamza verrà fuori proprio nel momento sbagliato al mio amato Khaled.

Tre: concludendo, meglio che io trovi il coraggio di chiudere con Hamza se no poi possono succedere cose del tutto spiacevoli e io domani non vorrei ritrovarmi ricoverata al pronto soccorso, vista la mia grande simpatia che ho per i medici.

Quattro: devo agire immediatamente, prima che sia troppo tardi.

« Allora andiamo da me o no? » mi dice Khaled

Alla fine mi lascio convincere ancora una volta da Khaled ad andare a casa sua e sapete bene come finisce la cosa: finiamo ancora una volta per fare il sesso più incredibile della nostra vita. Non c'è niente da fare! Non riesco proprio a restire a quest'uomo... nessuno prima di lui è mai riuscito a possedermi così come ci riesce lui, non c'è proprio speranza di fuga per me o forse, io sono troppo concessiva e dovrei trovare un modo per dire di no quando devo.

Mi torna in mente la domanda che mi disse Amin di farmi in questo periodo... ma tu cosa vuoi veramente? Caro Amin credo seriamente di volere Khaled nonostante tutti gli errori che lui possa aver fatto in passato.

Mi devo ricordare che stasera alle otto devo essere a casa mia perché poi non voglio fare un'altra visita dai carabinieri come la volta precedente. Resto a guardare Khaled negli occhi un momento e sento il suo corpo caldo e nudo sdraiato sopra di me.

« Allora, ti sono mancato? » mi dice lui.

« Tantissimo! » ammetto, sul punto di scoppiare quasi a piangere.

« Ecco! Adesso ti riconosco... » ammette Khaled.

« Dimmi, mi devo fidare di te? » domando io.

« Provaci. Solo provando puoi sapere se ne vale o no la pena » mi risponde lui, dandomi un bacio sulle labbra, sempre guardandomi negli occhi.

« Va bene... farò un tentativo! » rispondo io.

« Ti posso dire una cosa? Lo sai che non ho mai provato così tanto piacere a fare l'amore con una donna, come con te? Tu mi fai impazzire... » mi dice lui baciandomi ancora una volta.

Con queste parole, mi ha davvero rimontato il cuore, i suoi mille pezzi sono stati di nuovo incollati e il mio cuore è tornato intero. Credo seriamente che ho bisogno di lui e che farò quello che ho sempre voluto fare: gettarmi il suo passato alle spalle e andare avanti, far finta di non aver saputo proprio niente. Anche se sarà dura perché i miei genitori mi risbatteranno in faccia mille volte questa storia che Khaled è un uomo pericoloso.

Questa guerra ai miei genitori durerà più o meno come la seconda guerra mondiale se non di più.

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Capitolo 15
*** Quattordici: Scocciatore numero uno: Hamza ***


Quattordici

Scocciatore numero uno: Hamza
 

Oggi non ho una minima idea di cosa mi stia succedendo. Sarà che alle sette del mattino quello scocciatore di Hamza si è già messo a rompere le scatole. A questo punto gli ho detto di venire da me nel pomeriggio e... gli dirò finalmente che non voglio più stare con lui perché ho perso interesse a starci insieme. Insomma, me lo faccio ancora una volta e poi, ognuno per la sua strada. Almeno così, potrò finalmente vivere serenamente la mia storia con Khaled anche se ne ho ancora di cose da sistemare, prima che possa essere veramente così. Oggi Hamza si prenderà una bella botta al cuore e sinceramente non vorrei essere nei suoi panni.

Immagino già Hamza che viene qui tutto allegro e felice di vedermi, ed io con una faccia da funerale che penso solo ad arrivare al mio obbiettivo. Lo so che lui non la orenderà per niente bene, che dopo la pugnalata che prenderà da me non sò che idea potrà farsi dell'amore... ma penso che ci sia abituato dopo tutto, io non sono stata la sua prima ragazza ma sono la seconda perchè a parte me, ha già avuto una ex.

In mattinata decido di andare a fare una passeggiata in centro con una mia ex compagna di scuola chiamata Lavinia una ragazza di origine rumena, che ho conosciuto quando ero in terza liceo e lei era ancora in seconda. Lei non sà molto delle mie vicende amorose ma le ho accennato qualcosa a riguardo di Khaled. Non sa niente però della storia che Khaled ha dei precedenti penali, ci mancherebbe altro! A saperlo, quella sera che volevo dormire con lui avrei dovuto rivolgermi a lei... chiederle almeno di coprimi con i miei genitori. Mi rendo conto che sono stata davvero stupida quella sera e che ho fatto veramente una bella cavolata. La prossima volta mi rivolgerò a lei.

Lei come al solito è sempre molto carina: ha i capelli castani sempre lunghi, occhi marroni e una carnagione olivastra, ma con un fisico magro che io non faccio altro che invidiarla per questo, peccato solo per l'altezza... che è più bassa di me sarà alta circa un metro e sessantacinque se va bene, mentre io sono un metro e settantasette.

Per adesso lei non ha mai avuto un ragazzo e anche in questo è una ragazza molto fortunata perché gli uomini rovinano l'esistenza a tutte le povere donne e non si salva nessuna. Mi stupisce il fatto che lei riesce a non cedere alla tentazione visto che di solito, in Italia non abbiamo un bel parere a proposito delle rumene. Molti italiani dicono che sono donne false, traditrici e sempre con la voglia di fare sesso anche perché molte sono delle prostituite.

Non sto dando della prostituta alla mia amica però, non ci posso fare niente se in genere sento dire sempre queste cose in giro a proposito di rumene. Lavinia è veramente una brava ragazza e non farebbe mai la prostituta. Tante volte penso che un po' tutte le donne dovrebbero essere come lei e cercare di tenersi alla larga dai maschi che hanno solamente il sesso in testa.

Stiamo camminando in via Garibaldi nel centro di Torino. Io penso alla mia straordinaria giornata di ieri passata con Khaled mi sembra incredibile sapere che ero andata da lui solo per litigare e invece siamo finiti per fare la pace nel migliore

dei modi ed io non ho ancora idea di come affronterò la cosa: i miei genitori non

devono sapere niente di tutto questo, non devono sapere che ho preferito continuare la mia storia con Khaled invece che chiuderla come avrebbero preferito loro.

Insomma mi sembra di capire che se vorrò mandare avanti questa relazione dovrò muovermi più o meno come Lupin o Robin Hood. Devo essere molto attenta a non commettere nessun errore perché al primo sgarro, tutto potrebbe andare all'aria e io non voglio che questo succeda. Ed è anche per questo che devo assolutamente liberarmi di Hamza.

« Come va con questi uomini? » mi chiede Lavinia incuriosita, appena ci sediamo in un tavolo di un bar.

« Sinceramente, mi hanno stufata tutti loro » ammetto io.

« La tua storia con Hamza come prosegue? » continua lei.

« Male! Ho deciso di lasciarlo perché sto ragazzo è noioso, non parla mai se non lo costringo ad aprire bocca e poi... c'è un altro di cui mi sono innamorata, tu lo sai a chi mi riferisco » termino io.

« Non dirmelo: tu e Khaled vi siete riappacificati? » continua lei.

« Esattamente! Voglio però chiederti una cosa: non dirlo a nessuno che sono tornata con lui e, che non abbiamo chiuso come molti sperano e credono. Io sono disposta a vederlo di nascosto pur di restare con lui » commento io.

« In questo modo però ti fai male tu, amica mia. Lo sai che anche se terrai tutto nascosto prima o poi, i tuoi genitori lo scopriranno comunque? Loro sono nati prima di te cara amica mia, lo scopriranno sicuramente » continua Lavinia.

« Lo so ma la cosa non mi spaventa, voglio correre questo rischio se è il solo modo che ho per restare ancora con lui » rispondo io.

«Parlando di Harry Potter, sei ancora sicura di essere una Serpeverde? Questi tuoi discorsi, mi sembrano più quelli di una coraggiosa Grifondoro... cominci ad apprezzare i Grifondoro, amica mia? » mi domanda lei.

« Tranquilla Lavinia è sicuramente una tua impressione, io non tradisco la mia fede Serpeverde con nessun altra Casa... e poi lo sai bene che l'uomo che amo mi ricorda molto un personaggio di Harry Potter » ammetto io.

« Non capirò mai questo tuo amore per Voldemort... » ammette lei.

Mi piace sempre perdermi in discorsi che riguardano Harry Potter quando sono con lei. Insomma, dopo tutto Harry Potter è un argomento che ci unisce da quando io ero ancora una studentessa del liceo artistico e tutti i giorni non vedevo l'ora di finire la scuola per arrivare a casa e, guardarmi uno dei film della saga di Harry Potter, ma se devo dirla tutta, apprezzo questa saga da quando ero alla scuola elementare.

Una volta tornata a casa mia guardo l'orologio e realizzo che è ora di pranzo. Non so cosa mangiare sinceramente e allora, decido di farmi un piatto di pasta ma appena metto l'acqua a bollire, sento il citofono di casa suonare. Chi sarà mai a quest'ora? Non può essere Hamza perché gli ho dato appuntamento alle tre del pomeriggio. Sento un altro squillo del citofono e questa volta vado a vedere chi è. Niente da fare! È quello scocciatore di Hamza. Nemmeno mi lascia mangiare in pace questo ragazzo. Proprio una vera sfortuna averlo incontrato.

Gli apro finalmente la porta di casa.

« Ciao amore! » mi dice lui.

« A casa tua non si usa fare il pranzo ad una certa ora? » chiedo io, indispettita.

« Perché?» mi domanda Hamza.

« Stavo per mangiare... » rispondo io, sbuffando.

« Scusa amore » mi dice lui, sedendosi sul divano.

A me sinceramente, vedere questo individuo mi ha appena fatto passare la voglia di mangiare. Mi è anche passata la voglia di farmelo ancora una volta... credo che Hamza tornerà a casa sua arrapato tra meno di dieci minuti. Tanto ci metterà niente una volta uscito da questa casa, a trovare un'altra bambolina pronta a dargliela, ma questa bambolina oggi non sono io.

Lui ovviamente non sapendo le mie intenzioni di oggi comincia a baciarmi sulle labbra e io invece provo a trattenerle. Questo è il suo modo di provocarmi, ma oggi non gli andrà bene come ha sempre pensato di fare. Bello mio ricordati che non sempre si può fare i furbi nella vita e i tuoi baci stanno letteralmente incominciando a stancarmi tanto sono dati senza cuore perché sai che effetto possono farmi. In ogni modo, trovo la forza di reagire.

« Mettiamo subito in chiaro una cosa: io oggi non ho alcuna intenzione di fare sesso... » dico io, arrabbiata.

« Quanto sei antipatica oggi! Cosa ti è preso? » domanda lui.

« Ti avevo detto di venire qui per le tre e tu mi arrivi solo a mezzogiorno. Guarda hai scelto proprio la giornata sbagliata per venire » commento io.

« Uffa! Ti comporti come una bambina di cinque anni che fa i capricci e che gioca ancora con le bambole » dice Hamza, alzando la voce.

« Ma come? Non dicevi che ti piacciono le Barbie? Ecco bravo! Vai da quelle sciaquette che ti scopi ogni giorno quando non sei da me, loro almeno ti soddisfano facilmente il palato... » continuo io, arrabbiata.

« Che stronza! Sei velenosa come una vipera. Se questo è l'atteggiamento che vuoi assumere con me oggi, me ne vado direttamente a casa mia... non ci resto con questa finta santa che poi si fa pure i clochard e si diverte a dirne di tutti i colori a me usando le mie amiche come giustificazione perché non trova altri mezzi » ammette lui, irritato.

« I clochard saranno sempre meglio delle persone prive di cervello come te » ribatto io.

L'ultima cosa che riesco a sentire è niente meno la porta di casa che viene sbattuta con violenza da Hamza sorpreso a gridare "puttana", una volta essere fuori da casa mia. Io da dietro la porta rispondo dicendo " puttaniere". Non sono riuscita a chiudere con lui ma sono sicura che per un po' di tempo non oserà più disturbarmi.

Ma la mia lista di scocciatori per ora non è ancora terminata... è rimasto ancora uno scocciatore.    

 
 

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Capitolo 16
*** Quindici: Scocciatore numero due: papà ***


Quindici

Scocciatore numero due: papà
 

Per disgrazia è arrivato il sabato sera. Dico per disgrazia perché come stabilisce la tradizione da anni, ogni due sabati sono costretta a stare con mio padre e questo sabato, mi tocca stare con lui. Io però, dopo quello che ha fatto a me e Khaled non sono molto entusiasta di vederlo. Credo che terrò il broncio questa sera quando uscirò con lui e alcuni suoi amici. Dopo quello che ha fatto, da parte mia si merita solamente una totale indifferenza.

Una cosa è poco ma sicura: non deve sapere assolutamente che non ho chiuso con Khaled ma anzi, gli ho dato una seconda possibilità. Se venisse a sapere una cosa del genere io finisco nella merda e non voglio che questa cosa succeda veramente.

Santo Dio! Ma quando arriveranno i tempi dove Hamza mi avrà lasciata perdere e mio padre avrà smesso di controllarmi ogni due minuti? Ho come la sensazione che questa sera le cose andranno male tanto per cambiare. No! Io farò in modo che le cose più segrete non saltino fuori alla persona sbagliata e dovrò stare molto attenta a non farmi fregare da mio padre o da qualche altro suo amico perché è vero che non vado molto d'accordo con mio padre, ma la maggior parte delle sue amicizie le ritengo davvero insopportabili sarà per questo che vanno d'accordo con mio padre perché sono insopportabili come lui.

Scommetto che mi passerò questa sera a chiacchierare al telefono con dei miei amici ovviamente senza parlare di Khaled, ma di altre cose. Ovviamente parlerò con le cuffie della musica per non far sapere a mio padre che parlo con marocchini e omosessuali. Ci manca solo che si metta ad indagare su i miei amici e poi la mia vita sarebbe davvero un inferno quindi, meno cose scopre il mio papà meglio è per me e per lui.

A parte una volta che mi ha vista con il mio amico Davide e gli ha gridato tutti gli insulti possibili. Non voglio ricordare quella volta perché non mi fa molto piacere ricordare certe figuracce che ho fatto per colpa di mio padre. Molte cose sarebbe meglio dimenticarli e non ci crederete ma io ancora ho nella testa gli articoli che ho letto quella sera in questura a proposito di Khaled. Non sono ancora riuscita a dimenticare quel terribile fattaccio ma l'importante è che abbia fatto pace con Khaled anche se questo può far piacere a me, ma ai miei genitori la cosa non piacerà sicuramente.

L'idea di nascondere una relazione con un uomo ai miei genitori mi spaventa veramente tanto, ma cosa devo fare? Non posso rinunciare all'uomo di cui mi sono innamorata solo per i loro comodi, ma non voglio nemmeno che questo porti a rovinare i rapporti che ho con mamma e papà perché sinceramente, il mio rapporto con mio padre è alla frutta da tempo. Non capisco nemmeno io come devo reagire alla situazione, ma la mia relazione con Khaled da adesso deve sembrare come inesistente.

Ho vent'anni e mi faccio già certi problemi e mi chiedo allora quando ne avrò quaranta in quale stato sarò. Quando io avrò quarantanni l'uomo della mia vita ne avrà sessantaquattro... una bella coppietta insomma! Non è normale però che a vent'anni mi faccio queste complicazioni dovrei pensare seriamente ad altro.

Penso a Khaled. Non essere con lui questo sabato sera mi mette agitazione! Non ho mai amato il sabato sera perché spesso si fanno incontri non molto piacevoli. Il sabato sera è la rovina delle coppie secondo me. Succede spesso che quando due persone che si amano non sono insieme il sabato sera vuol dire che uno dei due o anche tutti e due hanno probabilità di trovare un amante o anche un uomo o una donna con cui divertirsi una notte.

Vado in agitazione solo nel cominciare a pensare che questa sera Khaled possa incontrare un'altra donna che non sono io e che si possa innamorare di lei con buone probabilità. L'unico modo che ho per tenere la situazione sotto controllo sarebbe chiamarlo al telefono e chiacchierare per lunghe ore con lui ma non posso farlo perché mio padre non deve sapere niente di me e lui di nuovo insieme. Eh va beh! L'unico modo credo sia fidarmi di Khaled. Lo so bene che questa sera non farà alcun tipo di incontro proibito, che passerà la serata a dormire come un ghiro e se Dio vuole... non si alzerà dal letto nemmeno per andare in bagno.

Ho appena finito di truccarmi. Come abbigliamento non indosso niente di speciale: una maglietta verde, un paio di jeans e delle scarpe da ginnastica. Meno male che oggi sono andata a farmi la piega ai capelli dal parrucchiere cinese vicino a casa mia.

Mio padre alle otto in punto fa suonare il citofono. L'unica soddisfazione di questa serata è che non avrò mio fratello tra i piedi visto che esce con amici, che Dio sia lodato solo per questo! Ci mancherebbe solo lui oltre gli scemoniti amici di mio padre.

Io tento di stare allegra ma non ci riesco. Infatti appena salgo in macchina sembro una che è appena uscita da un manicomio. Ho una faccia molto arrabbiata senza nemmeno un piccolo segno di un sorriso sereno e felice. Non ho per niente la faccia di una che sta andando a divertirsi. Mio padre ovviamente, ha già capito cosa mi passa nella testa.

« Ciao. Prima di tutto se vieni con me questa sera con l'intenzione di farmi passare una serata di merda, scendi da questa macchina e tornatene a casa » mi dice mio padre arrabbiato.

« Ma no... ho voglia di rendermi ridicola davanti ai tuoi amici scemi, tanto tu questo vuoi: che io mi senta ridicola vero? » rispondo io, con nemmeno la voglia di parlare.

« Non è colpa mia se come fidanzato ti sei trovata un maniaco! » risponde lui.

« Maniaco solo perché mi amava tanto, a te basta che mi mostrano un po' di affetto e per te sono maniaci » rispondo io.

« Mi hai già rotto le scatole con questo tuo comportamento figlia mia. Vedi di cambiare atteggiamento perché così non vai da nessuna parte! » continua a rispondermi severamente.

« Spero che questa serata di merda finisca presto » concludo io.

Lui non sarà l'unico scocciatore della serata perché ci sono anche quegli scemi dei suoi amici come vi ho già detto. Meno male però che mi sono portata le cuffie così ignoro tutti loro e le loro battute cretine. Per me quando devo andare da mio padre sembra tutto una tragedia e il bello è che continuo ad andarci come se niente fosse. Questa sera voglio vendicare me e Khaled quindi ho intenzione di trasformare una serata di divertimento, in un'arena di wrestling. Bianchi contro neri, stupidi contro intelligenti, lecchini contro ribelli ecc... non sarebbe male come idea e credo che ci si divertirà di più in questo modo. Che peccato non aver invitato anche Hamza alias rompipalle primordiale, ma qui di gente rompiscatole ce ne fin troppa e con lui, il pedigree sarebbe stato al completo.

La figuraccia che mi ha fatto fare papà con Khaled e i carabinieri non potrò dimenticarla. Per colpa sua stavo per lasciare l'uomo che amo ma per fortuna io sono stata molto più forte e ho accettato di restare con Khaled anche nonostante tutte le cose che lui ha fatto in passato. Vorrei tanto andare da quei carabinieri e gridare in faccia a tutti loro che non sono riusciti a separarci e che i loro insignificanti quattro articoli di giornale non mi hanno angosciata per niente. Io non mi faccio abbattere da quattro burattini in divisa e da degli insignificanti articoli di giornale, il mio amore è più forte di tutto questo e anche del loro odio verso Khaled.

Prima di trovarci con gli amici di mio padre andiamo ancora a prendere la sua compagna. Scommetto al cento per cento che appena salirà in questa macchina comincerà a farmi domande per capire come ho chiuso con Khaled. Allarme rosso! Quella donna è una minaccia. Non ho studiato niente per far credere che ci siamo lasciati sul serio quindi devo inventare una storiella non troppo banale, per far capire che ho chiuso con Khaled.

La compagna di mio padre è una donna che ha cinquantasei anni e si chiama Maria Assunta di origine abruzzese. È una donna alta come me, capelli biondi ma non naturali come i miei perché i suoi sono tinti, carnagione olivastra e un fisico non troppo magro ma nemmeno troppo grasso diciamo nella norma. Gli occhi invece sono castani. Non mi preoccupo molto per il suo aspetto che sicuramente e migliore del mio, ma del suo carattere sempre aggressivo e della tipica persona che non si fa mai gli affari propri.

Io forse capisco come mio padre possa aver perso la testa per una vipera del genere. Hanno lo stesso carattere e mio padre per lei ne ha passate davvero di tutti i colori: c'è stato un periodo che quando lei si rifiutava di vedere mio padre, lui andava sotto casa sua in auto e faceva diversi giri intorno all'abitazione e quando passava sotto il suo balcone sporgeva leggermente la faccia fuori dal finestrino per vedere se c'erano le luci spente o accese. Io con un mio ex ho fatto di peggio: quando stavo con Francesco un ragazzo di origini metà liguri e metà piemontesi, che avevo conosciuto grazie ad un mio amico scout anche lui chiamato Francesco, che adesso non frequento più perché si è messo con una ragazza di origini tedesche; insomma, volevo dire che una volta al mio ex Francesco gli ho mandato un senegalese a spiarlo fuori di casa per farmi informare da questo senegalese dei suoi movimenti fuori casa grazie al mio contatto telefonico con lui. Un pomeriggio però, Francesco mi ha telefonato per dirmi che era preoccupato in questi giorni perché un nero di due metri lo spiava fuori di casa e voleva sapere preoccupato se dietro a tutto questo centravo io.

Ovviamente, gli ho smentito sul fatto che io non frequento neri poi due settimane dopo abbiamo chiuso la nostra storia perché non poteva continuare solo a tema di spionaggio. Per questo aspetto io e mio padre siamo uguali, se amiamo una persona le altre non devono toccarcela.

In questo momento, siamo sotto casa di Maria Assunta e la stiamo aspettando. Lei si sta dirigendo verso la nostra macchina e una volta salita dentro sorride come un'oca giuliva.

« Ciao » mi dice appena si accorge della mia presenza.

« Ciao » rispondo io

« Come stai? Mi ha detto tuo padre che hai chiuso con Khaled... » mi dice lei.

Vedo che come al solito siamo informate su i fatti. Io sono più furba di te e ti faccio credere che le balle che ti hanno raccontato sono anche vere.

« Io sto bene. Purtroppo si! Ho chiuso con Khaled e provo molto dolore » mamma mia! Sono un'attrice nata.

« Mi dispiace. Tuo padre mi ha detto che Khaled aveva dei precedenti penali » mi dice lei.

« È vero anche questo » ammetto io.

« Ti consiglio comunque di farti un analisi del sangue. Lo so che hai usato il preservativo che non hai corso rischi, ma a volte il preservativo non basta. Cosa sapevi di Khaled? Niente immagino. Magari questo si drogava e beveva ma tu non lo sapevi. Quando puoi, vai a fartelo un esame del sangue » mi dice lei.

Già è tanto che io riesca a tollerare la sua presenza, ma che mi urli hai quattro venti che farei meglio a farmi un esame del sangue dopo l'esperienza con Khaled non mi sta affatto bene. Scommetto che lo ha detto apposta perché lo sa che io ho la fobia per qualsiasi cosa si tratti di medici o ospedali in particolare, me la faccio sotto solo a sentire nominare le analisi del sangue. Devo reagire anche contro di lei. Questa sera non me ne va bene una! Sono una sfigata di prima categoria.

« Sono iatrofobica, non me lo posso permettere! » rispondo.

« Che storia è questa scusa? Prima o poi un analisi del sangue dovrai farlo. Quando vorrai avere un bambino ti sarà chiesto di fare dei controlli e molte analisi del sangue sopratutto. Non basta ammettere di essere iatrofobica e quindi evitare le analisi... non potrai evitare sempre i dottori » mi dice Maria Assunta.

« Non mi serve alcun analisi del sangue... ho sempre usato il preservativo e poi, non lo sai che io non voglio bambini? Informati, prima di parlare! » rispondo aggressivamente.

« Se non ti fai le analisi del sangue non puoi sapere se stai bene veramente... quello è il solo modo per sapere se hai una buona salute. Non lo sai che dopo ogni rapporto protetto o non protetto, un esame del sangue dovresti fartelo comunque? Non puoi farci niente: sono inevitabili! » mi dice lei.

«Sopratutto tu che fai sesso con gli extracomunitari provenienti dall'Africa. Lo sai che la maggior parte dei migranti ha l'AIDS? E che la maggior parte dei marocchini sono spacciatori di droga? Ecco perché ti dico di stare lontana da questa gente falsa e sporca, sono tuo padre e non sono nato l'altro ieri! » si intromette mio padre.

« Ripeto che uso il preservativo, non sono così cretina da fare sesso senza precauzioni! » ammetto io.

« Ti stiamo dicendo che non basta solo il preservativo, per fare un punto della situazione la cosa migliore è fare dei controlli molto spesso » mi dice mio padre.

A questo punto, mi metto le cuffie nelle orecchie. Molto meglio ascoltare le canzoni invece delle cose allegre di cui mi parlano questi due. Non siamo ancora a un quarto di serata, ma io annuncio già che sarà una brutta serata per me anche perché non c'è Khaled con me.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


 


 

 

 

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Capitolo 17
*** Sedici: Levati di mezzo, non sei nessuno per lui! ***


Sedici

Levati di mezzo, non sei nessuno per lui!

 

Questa mattina non riesco a stare tranquilla! Devo andare a fare visita alle mie colleghe della biblioteca di Carmagnola e, colpo di scena: Khaled ha detto che sarebbe venuto a prendermi nel pomeriggio alla biblioteca così poi andiamo a casa sua come sempre. L'unico problema è che temo una cosa: non vorrei che le mie colleghe sospettassero che tra me e lui ci sia qualcosa, con il risultato che andrebbero a dire tutto a mio zio che a sua volta, riferirebbe la verità a mio padre. La cosa non sarebbe molto piacevole per me sapendo come sono le reazioni di mio padre davanti a simili notizie.

A volte, mi domando come faccio a sperare di avere una relazione duratura con uomo, quando non riesco nemmeno ad andare d'accordo con mio padre. La vita a volte è strana! Di solito si dice che le figlie femmine vadano più d'accordo con il padre che con la madre, per me è totalmente il contrario. Con mia madre ho un rapporto diciamo così così ultimamente. Lei non sopporta il fatto che io possa trovarmi un fidanzato musulmano perché non approva come i musulmani trattano le donne. Ha paura che io mi possa convertire alla religione musulmana in ogni momento, ma lei non ha ancora capito che per adesso, diventare musulmana non fa parte dei miei piani. Meno male che non sa che la maggior parte dei miei amici sono musulmani, a parte Lavinia che è ortodossa. Riguardo a gli amici cattolici mi rendo conto che forse ho solamente Davide e Giovanni che sono anche omosessuali. Posso dire che ho davvero dei gusti strani quando si tratta di amore o amicizia, adesso ci manca solamente che mi trovo un fidanzato ebreo e poi sono messa molto bene. La mia famiglia sarebbe contenta se mi trovassi un ebreo visto che accettano ben volentieri i musulmani (sto scherzando comunque!).

Una volta arrivata alla biblioteca le mie colleghe mi fanno una gran festa, sono tutte contente di rivedermi. Quando rivedo quelle scale... la prima cosa che faccio è pensare a Khaled, forse alla fine sono condannata ad amarlo nonostante tutto, ogni posto in cui vado mi fa sempre tornare in mente lui. Penso che tutto questo: carabinieri, Hamza, un padre ficcanaso e altre cose, sono elementi che mi portano ad apprezzarlo di più poi lui è fatto tutto a modo suo.

Vedere quelle scale mi fa scendere due timide lacrime sul viso e tra me pronuncio un timido "grazie di tutto". Immagino anche che ci sia Khaled pronto a incontrarmi ancora una volta, per la prima volta. Ci credete che ricordo ancora che cosa indossava quel giorno? La cosa che trovo affascinante in tutta questa storia che dopo quell'incontro che cambiò la mia vita, ci sono stati quasi due anni di scomparsa da parte mia e da parte sua poi però, dopo tutto questo tempo lui un giorno, mi trovò ancora e mi volle ancora. Morale della storia: se qualcuno ti ama, ti cerca ma non ti trova, se è vero amore prima o poi ti ritrova.

Sono salita al piano di sopra. Dentro la sala dei bambini trovo due mie colleghe: Raffaella e Rosanna. Fra tutte le colleghe, Rosanna è quella che mi mancava più di tutte perché era sempre bello parlare con lei. Mi faceva piacere scambiare due parole infatti, questa mattina è felicissima di vedermi e lo sono anche io. Ivana invece è una donna che ha un età che va per i cinquant'anni ma è forse la collega più severa di tutte le altre che ci sono qui dentro. È leggermente più bassa di me con dei capelli bruni cortissimi, occhi azzurri, naso a patata, fisico snello e carnagione abbronzata. Di solito indossa anche degli occhiali rossi molto buffi. Questa mattina indossa una maglia nera e dei pantaloni di jeans.

« Che cosa fai in questi giorni, lavori ancora nella bibilioteca a Torino?» mi domanda Raffaella.

« No, non lavoro più lì... questi giorni per me vanno un po' così, il tempo passa molto lentamente! A volte mi annoio » commento io.

« Lavori in un altro posto? » mi chiede Raffella.

« No, ho le giornate libere » rispondo io.

« Ci torneresti a fare volontariato qui? » continua Raffaella.

« Volentieri » rispondo io.

Eccome se ci tornerei! Sono stata davvero molto bene con i miei colleghi che mi mancano tanto tutti loro. Mi auguro di trovare dei colleghi come loro in futuro perché così lavorare sarebbe una cosa molto piacevole per me invece che trovare certi rompiscatole di colleghi che ti rimproverano per tutta la durata del tuo turno di lavoro. Comincio a pensare che forse riprenderò veramente a fare volontariato in questa biblioteca perché se no ho troppo tempo libero e la cosa non và affatto bene. Avere del tempo per se stessi va bene, ma nemmeno averne troppo, ogni tanto è giusto occuparsi di qualcosa.

Io sono sempre convinta di voler fare la scrittrice ma penso che anche diventare bibliotecaria non sarebbe affatto male dopo tutto è un altro lavoro che ha sempre a che fare con i libri quindi, per un'appasionata di libri come me sarebbe il lavoro ideale.

« Sono contenta che vorresti tornare a lavorare da noi » mi dice Raffaella.

« Io sono contenta che a voi può far piacere » rispondo io.

Una volta che Raffaella è uscita dalla sala, mi giro verso Rosanna seduta ad una sedia dietro al monitor del computer, che mi guarda sorridente.

« Com'è finita poi con lo strano signore che cercavi le volte scorse? Sei riuscita a trovarlo? » mi domanda Rosanna incuriosita.

« Ho una bella notizia: per miracolo sono riuscita a ritrovarlo, adesso andiamo a gonfie vele, ufficialmente siamo una coppia di fatto » rispondo io, esagerando un pochino.

« Ma alla fine è italiano? » domanda Rosanna.

« È marocchino » rispondo io.

« Oh cielo! Musulmano pure questo? » continua lei.

« Eh si! Musulmano anche lui » rispondo io.

« Quanti anni ha? » va avanti Rosanna sempre più curiosa.

« Non posso dirlo... non è proprio un ragazzino! » rispondo io.

« Vive a Carmagnola? » mi chiede lei.

« Si, vive in questo paese » confermo io.

Un momento dopo, noto che Rosanna ha assunto un'aria pensierosa. Scommetto che sta cercando di ricordare se anche lei per caso conosce dei marocchini che vivono a Carmagnola e magari uno di loro possa essere quello che ho adocchiato io. Non credo però che Rosanna conosca Khaled. Tutte le volte che ho chiesto a lui se conosce qualche mia collega, lui ha detto di no. Ricorda solo che una di loro si chiama Raffaella mentre il nome delle altre non se lo ricorda.

La giornata a Carmagnola proseguì molto bene: e adesso siamo arrivati alla pausa pranzo. Questo è il momento dove alcuni miei colleghi si danno il cambio, Rosanna mi ha già informata che resta anche al pomeriggio perché deve recuperare l'intera giornata di ieri.

La prima ad arrivare per il turno del pomeriggio è Genoveffa, una signora alta come me che ha dei capelli castani corti un po' riccioli, carnagione rosea, fisico snello e occhi marroni. Nelle orecchie porta degli orecchini e in questo momento, indossa una giacca rossa, con dei pantaloni neri.

« Ma guarda chi abbiamo qui! » esclama Genoveffa, venendo ad abbracciarmi.

« Ciao, che bello rivederti! » rispondo io.

« Raccontami tutto... ho letto su Facebook che hai un nuovo amore, ma lui com'è, vive a Carmagnola? » mi domanda Genoveffa mettendo la sua giacca appoggiata in una sedia.

« Beh è marocchino ma vive come hai detto tu, qui a Carmagnola » le rispondo.

« Marocchino? » dice Genoveffa mettendosi a pensare.

La osservo; in tanto noto anche che Rosanna sta ancora pensando. Io non so se è una coincidenza, ma in questo posto si mettono a pensare tutti tranne me, che dovrei smetterla di raccontare ai quattro venti gli affari miei. Ad un certo punto, Genoveffa pensa di essere arrivata alla conclusione.

« Non sarà per caso lo spilungone che viene sempre a bere il caffe alle macchinette o a pisciare al gabinetto ogni santo giorno? » mi domanda Genoveffa.

« Me lo puoi descrivere? » domando io, pensando che Genoveffa ci ha azzecato al primo colpo.

« Beh... è alto, capelli marroni cortissimi o rasi quasi a zero e robusto di fisico... » mi dice lei.

Come pensavo! Ci ha azzeccato in pieno. Lo spilungone delle macchinette è proprio il mio amato Khaled, ma a loro non voglio far sapere che si tratta di lui, mi prenderebbero per pazza se saprebbero che io e lui stiamo insieme.

« No, non è lui! » rispondo, sul punto di mettermi quasi a ridere.

« Sicura almeno che sia di Carmagnola? Perché come marocchini di Carmagnola mi viene in mente solo lui... come si chiama? » mi domanda Genoveffa.

« Si chiama Ahmed » rispondo io.

« No, allora non è lui... lo spilungone si chiama Khaled » mi risponde lei.

Ma certo che è lui! Khaled è tutto mio... nessun altra donna deve permettersi di toccarlo, nessuna che non sia io. Le altre donne si meritano tutte uno tipo Hamza ma il meglio me lo merito io, su questo non ho dubbi.

Ma sapevo che nonostante tutta la mia felicità di stare con Khaled, qualcosa sarebbe andato come avrei voluto che non andasse. Verso le tre del pomeriggio, vado alle macchinette e cosa trovo? Khaled che parla con una donna.

La tipa in questione è un po' bassina rispetto a lui e poco più bassa di me. Alta circa un metro e settanta con capelli tinti e biondo platino legati con un elastico, fisico robusto e occhi azzurri. Indossa una maglia leopardata e pantaloni bianchi con anche degli orecchini a cerchio viola alle orecchie. Insomma, la classica donna che io consiglierei ad un uomo di evitare.  

Vedo che la donna in questione, sta tenendo Khaled per una mano e a me la cosa da molto su i nervi. Quella brutta strega non deve permettersi di toccare il mio uomo se no per lei finisce molto male. Io sono molto gelosa; non solo quando si tratta di uomini che mi piacciono, ma di qualsiasi altra cosa che io possa sentire mia.  

Khaled si accorge che qualcosa non va, si libera dalla donna e tenta di sgattaiolare via.

« Bene, ti aspetto fuori dalla biblioteca » mi dice Khaled

Una volta che lui è uscito dalla stanza delle macchinette, io ne approfitto per scambiare due parole con quella donna che mi guarda un po' sorpresa.

« Scusatemi, te e quell'uomo vi conoscete? » mi domanda la donna.

Per mia fortuna mi accorgo che in un dito della mano sinistra ho messo un anello a forma di fiore viola quindi, decido di portare la frittata a mio vantaggio.

« Certo che si, siamo fidanzati da un po' di tempo! » rispondo alla donna, mostrandole l'anello.

« Mah... non siete un po' giovane per lui? » mi dice lei.

« L'amore non ha età! Non c'è niente di male se ad una ragazzina piace un uomo maturo, a volte s'innamorano anche loro e non sempre è una questione di soldi » rispondo io.

« Ah! In quale mondo vivi tu? Da una come te, un uomo maturo può volere solo sesso e basta! » mi risponde lei.

« Levati di mezzo carina! Tu per lui non sei nessuno » rispondo io.

« Va beh! Fammi sapere quando sarai incinta e ti ritroverai con un bambino da crescere da sola solo perché il tuo amore ti ha detto che non ti conosce... » risponde lei.

« Ah bella! Io ho l'anello a breve ci sposeremo... » le dico io, uscendo dalla sala osservando la sua espressione delusa.

Poi rientro ancora qualche breve secondo.

« Come ti chiami? » domando alla signora.

« Sono Elena Lottuto » mi dice lei.

Una volta uscita dalla sala delle macchinette decido di avviarmi da Khaled, ma solo dopo aver preso la mia borsa e la mia giacca.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 18
*** Diciasette: Khaled non mi ama ***


Diciasette

Khaled non mi ama
 

Durante il breve tragitto dalla biblioteca alla casa di Khaled, non faccio altro che pensare chi fosse quella donna. Io spero seriamente che sia stato un incontro di quei brevi minuti e non voglio pensare che tra lei e Khaled ci sia stato qualcosa. Non voglio pensare che magari questo incontro era tutto studiato con il tentativo di farmi cambiare idea a proposito di Khaled e per farmi smettere di vederlo. Magari quella carognia di Khaled con questo sperava di riuscire a sbarazzarsi di me altrimenti non mi spiego per quale motivo è di cattivo umore. Io però voglio sapere di più riguardo all'incontro di prima.

« Chi era quella donna? » dico a Khaled, con un tono severo.

« Non capisco di cosa parli! » mi risponde lui.

« Sto parlando di quella donna che prima ti teneva per mano alle macchinette della biblioteca. Sputa il rospo! Chi è? » dico io.

« Allora mettiamo in chiaro una cosa: tu per me puoi essere solo un'amante, non può esserci altro tra noi due. Io non voglio sposarmi. Un tempo quando avevo la tua età ci tenevo a sposarmi per poi avere una famiglia mia, ma adesso, dopo tante prese per i fondelli non voglio più. Sono stanco dell'amore, per me esiste solo sesso e basta! » mi dice lui.

Io rimango in stand bye. Non ci posso credere che abbia detto proprio le parole che ho sentito. Lui è l'uomo di cui mi sono innamorata, non può essere così cattivo e privo di romanticismo. Molto probabilmente perché vuole sistemarsi con quella vaccona di prima, non sono mica scema. Tutto questo conferma quello che temevo: tra loro due c'è stato o c'è ancora qualcosa.

« Non vuoi questo con me, ma con quella vaccona di prima si, vero? » dico io, molto delusa.

« Ma quale vaccona e vaccona! Io non ho una minima idea di chi sia quella donna, ci ha solo provato con me e se anche ci avessi fatto qualcosa, sarebbe come con te: un passatempo, sesso e poi ciao non ti conosco! » mi dice Khaled, nervoso.

« Lascia perdere, ho capito tutto! Direi che me ne ritorno a casa mia, qui non ho niente da fare. Io cerco un uomo con cui sistemarmi un domani, anche io non voglio bambini come te, ma spero almeno di trovare marito, ma mi sembra di capire che non sarai tu. Ciao e grazie per avermi frequentata » rispondo io.

« Come sarebbe a dire? » mi dice Khaled.

« Io non cerco solo sesso, io voglio l'amore quello che dura per tutta la vita tra due persone, non mi accontento di tante botte di culo da una notte o storielle di sesso che durano qualche mese. Io voglio trovare l'amore della mia vita ma non sei tu a quanto pare... » termino sul punto di scoppiare a piangere.

« Non dirmi che pensavi che un vecchio come poteva essere l'amore della tua vita? » mi domanda lui.

« Io credevo semplicemente che tu fossi diverso da certe persone che ho conosciuto in vita mia, non ti facevo uno stronzo come tutti loro. Tu dopo tanti anni di sfiga sei stato il solo che mi ha fatto battere il cuore ancora una volta quando non credevo più nell'amore, non mi meraviglio se l'amore che provo per te, a me non è corrisposto da te. Ci sono abituata... a me non mi vuole nessuno! » dico, cominciando a piangere.

Khaled non sa più cosa fare per farmi stare tranquilla, lo vedo preoccupato per me. Credo di aver sbagliato a dirgli queste cose, ma anche lui non è stato molto delicato con le parole e mi meraviglio che lui non stia piangendo come me. Mi rendo conto che non ha mai provato amore per me. A quanto pare i miei genitori avevano ragione, il suo scopo era quello di portarmi solamente a letto. Complimenti Serenella! Ci sei cascata ancora una volta.

« Oh piccola! Come hai potuto credere una cosa simile? Io non volevo illuderti, farti avere sogni e speranze che io non potrò mai darti. Hai mai pensato ai tuoi genitori? Sarebbero contenti secondo te se venissero a sapere che la loro figlia si sposerà con un quarantaquattrenne, marocchino e musulmano? Immagino di no e poi, non mi avevi detto tu che i tuoi sono razzisti? » mi spiega lui.

« Possono sempre cambiare idea... » rispondo io, cercando di darmi una speranza.

« La gente non cambia! Se uno è razzista resta razzista... » mi risponde lui.

« Anche tu un tempoeri violento, ma adesso sei cambiato. Non sempre la gente resta quello che è... si può sempre cambiare nel meglio, dopo essere stati nel peggio troppo a lungo! » rispondo io.

« È troppo complicato, piccola! Poi tu sei cattolica, io sono musulmano... come facciamo? » mi domanda lui.

« Quello non è un problema... ho già visto delle coppie miste diventare marito e moglie, noi non saremo i primi » rispondo io.

Arrivati a questo punto, non so nemmeno io come comportarmi. Comincio a pensare che forse è giunto il momento di lasciarsi tutto alle spalle e chiudere definitivamente il capitolo Khaled. Non posso stare con un uomo che dice di non amarmi ma al contrario, ammette di volermi solo usare come passatempo. Devo chiudere con lui, non ho altre alternative.

A questo punto, credo che mi terrò Hamza anche se è un ragazzo così noioso che non dice mai una parola se non lo obblighi a parlare. Oppure, potrei contattare nuovamente un mio vecchio amico senegalese che frequentavo un po' di tempo fa, ma per cosa poi visto che lui è già sposato? L'unica mia speranza rimane di provarci con Amin, un tempo anche lui ci ha provato con me ma poi, ha capito che era meglio restare amici che cercare qualcosa di più.

O se no potrei provare a commettere un'altra delle mie pazzie: posso accettare di essere la sua amante se questo è il solo modo per tenermelo ancora un po' vicino a me. Lo so bene che la vita dell'amante non è una vita facile anzi è una cosa molto dura che porta tanti dispiaceri e dolori. In questo momento mi sento un po' come Biagio Antonacci quando canta "Lui è pazzo di lei", ho il suo stesso buon umore. Non me la sento proprio di lasciar andare Khaled per sempre, io sono troppo innamorata di lui. Credo che commetterò veramente questa pazzia.

« Ho pensato qualche minuto alla tua proposta di essere la tua amante e, volevo dirti che accetto » dico io.

« Sei sicura? Lo sai poi come finiranno le cose, non starai male quando il momento di chiudere arriverà? » mi domanda lui.

« Tranquillo, ho la situazione sotto controllo! » rispondo io.

Questa è una bugia! Ora mai sono abituata ad avere relazioni basate solamente sul sesso, ma con lui continuo a desiderare ancora di più, non mi accontento di essere una sua semplice amante sostituibile al più presto con un'altra. Temo che quando la nostra storia tra amanti giungerà al capolinea, io mi sentirò molto male, piangerò per tanto tempo perché ci credevo e continuerò a crederci anche dopo la rottura.

« Cosa ne diresti di aprire per bene questa nuova avventura tra noi due? » mi dice Khaled.

« Cosa vorresti fare? » rispondo io.

« Andare a casa mia per fare la cosa che amiamo fare più delle altre » mi dice lui.

« Che bella idea... approvo! » rispondo io, sapendo che vuol dire fare sesso.

Spero di non pentirmi di questa scelta. Mi auguro con tutto il cuore che Khaled cambi idea a proposito di ciò che vuole.

 

 

 

 

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Capitolo 19
*** Diciotto: Mi sono illusa ***


Diciotto

Mi sono illusa


 

Questa mattina mi sono alzata molto triste nonostante il sesso che ho fatto durante il pomeriggio precedente, ma ancora una volta mi sento insoddisfatta perché sono consapevole che solo di sesso si è trattato: sesso senza amore. Per fortuna, che ho trovato i miei amici Davide e Giovanni liberi sta mattina così vengono a tenermi compagnia in casa. Dopo una simile delusione direi che mi merito un po' di compagnia.

Ho come la sensazione che io ci stia già ripensando a proposito di fare l'amante perché lo so che desidero altro ma mi sono innamorata di un uomo che non me le può dare quelle cose e per giunta di un uomo che un tempo, era molto violento. Ora mi dispiace dover ammettere che Khaled ha alzato le mani su molte donne in tutta la sua vita alcune lo hanno denunciato, molte altre invece no.

Secondo me dovrebbe trovare il modo di uscire dai suoi drammi del passato e farsi una vita normale piena di amore. Piena di un amore che solo una donna può dargli e penso di essere io quella donna ma sono al punto di partenza: non posso pretendere che le cose cambino se non faccio altro che andare a letto con lui, ridere e scherzare.

Il fatto è che la vita d'amante non mi piace affatto, ma non voglio nemmeno perdere lui e lui ha detto chiaramente che noi due non possiamo essere altro che due amanti.

Proprio in questo momento mi arriva uno stupido messaggio di Hamza. Fortunato lui che non si aspetta niente dalla vita, che ogni tanto si fa una trombatina e poi, non dice una parola ma anzi sembra molto più soddisfatto della vita lui di me che non faccio altro che lamentarmi di essermi innamorata ancora una volta del classico uomo che vuole solo sesso da una donna. In questi momenti mi rendo davvero conto che la vita è ingiusta.

 

Ehi cucciola <3 posso passare da te oggi pomeriggio? ^_^

 

Vista la situazione in cui mi ritrovo, potrei far venire Hamza a casa mia nel pomeriggio al massimo ci facciamo la solita trombatina a cui siamo abituati, visto che non posso avere ciò che voglio, vuol dire che mi divertirò con ciò che mi è proibito toccare. Sicuramente Hamza non ha una sola ragazza nella testa, ma chi me lo dice che lui non abbia già una fidanzatina al quale le mette tutte le corna del mondo ogni volta che gli pare e piace? Ovviamente, non dirò nulla ai miei amici Davide e Giovanni che avrò Hamza a casa mia oggi pomeriggio.

La questione che ho accettato di essere l'amante di Khaled però voglio chiarirla meglio con loro due sperando che mi diano qualche consiglio per viverla al meglio e senza paranoie tutte le volte. Non avrei mai pensato che un giorno sarei finita in crisi per colpa di un uomo che non vuole innamorarsi del quale io sono molto innamorata. Il mio problema è che sono sempre attratta da persone impossibili e pericolose.

Non posso pretendere però di fare molto visto che già la mia autostima non è questa cosa eccezionale quindi, se voglio riuscire a far cambiare idea a Khaled devo prima cambiare e migliorare la mia autostima perché non posso pensare che io possa cambiare la mente di un uomo che non si innamora con il mio pessimismo puntuale ogni mattina.

Alle nove e mezza del mattino, Davide e Giovanni suonano al mio citofono. Finalmente avrò modo di chiarirmi con loro, almeno fanno lo sforzo di darmi una mano e poi chi meglio di loro riesce a capire la mentalità degli uomini? Dovrei affidarmi a gli amici gay molto spesso visto che sono molto utili quando hai veramente bisogno di una mano e lo sono molto di più rispetto a chi ti conosce da sempre. Non lo dico nemmeno a mia madre che ho accettato di essere l'amante di un uomo marocchino solo per non farsi delle brutte idee a proposito di sua figlia.

Davide e Giovanni suonano al campanello.

« Ciao amici miei... » dico, aprendo la porta.

Loro mi abbracciano.

« È un po' che non ci vediamo... che hai combinato in questi giorni? » mi domanda Davide sorridente.

Inizio una chiacchierata con Davide e poi mi accorgo che ho perso di vista Giovanni ma poi vengo a scoprire che è andato nella mia cameretta. Quando lo trovo vedo che sta fissando la cassetiera con sopra la televisione dove di solito tengo i miei vestiti.

« Ma quanto ci dai dentro con il sesso? Per ora ho trovato una scatola contenente dodici preservativi Durex e un lubrificante » mi dice Giovanni.

Davide che mi è alla destra si mette a ridere come una iena. Loro non sanno ancora che mi sono riappacificata con Khaled e come ho già detto prima, non sanno ancora che ho accettato di essere una sua amante.

« Mamma mia! Ma ti piace così tanto fare sesso a te? Con quanti uomini lo fai precisamente? » mi domanda Davide ancora divertito.

« Per il momento due... » ammetto io, scoppiando quasi a piangere.

« Chi sono?» mi chiede Davide.

« Hamza e... » mi interrompo.

« E? » mi domanda Davide.

« Hamza e Khaled. Inoltre c'è altro: ieri ero alla bibilioteca e Khaled è venuto a prendermi nel pomeriggio. Abbiamo litigato e lui mi ha detto che non vuole innamorarsi e sposarsi. Dice che con me vuole solo fare sesso, che mi vuole solo come amante niente altro » dico, gettando tutto di un fiato.

Davide e Giovanni si guardano impietriti per qualche secondo.

« E tu come hai reagito? » mi dice Davide, poco dopo.

« Ho accettato di essere la sua amante e poi abbiamo fatto sesso poco dopo » ammetto io, mettendomi a piangere.

I due si guardano ancora una volta ma questa volta con una faccia come per dire: dovevamo aspettarcelo. Io sono in collera e se ci penso di aver accettato il ruolo dell'amante sfigata mi si spezza il cuore. Io non ho mai accettato relazioni aperte o di prendere il ruolo dell'amante con nessun altro uomo prima di Khaled poi quando è arrivato lui qualcosa era cambiato e quel "qualcosa" mi aveva fatta stare bene e mi piaceva. Adesso mi ritrovo di nuovo immersa nella neve: confusa, con un ruolo che mi da il volta stomaco che non avrei mai pensato di accettare nemmeno per amore. Khaled deve considerarsi molto fortunato, mentre la sfigata sono solo io in tutta questa storia.

« Prendi il cellulare in mano, manda un messaggio a Khaled e digli che ci hai ripensato, che non accetti di essere la sua amante. Va bene che gli permetti tutto quello che vuole, ma non può scoparti quanto gli pare e piace senza che tu dica niente » mi dice Davide nervoso.

« Ma io sono innamorata di lui, se non posso essere la sua amante tra noi due la cosa finisce e non voglio perdere lui » rispondo io, piangendo.

« Guarda che anche se resti sua amante lo perderai prima o poi: essere la sua amante vuol dire che mentre fa sesso con te lo fa anche con delle altre e spera che prima o poi il suo interesse cada verso una in particolare che lo farà soffrire molto, ma quella diventerà sua moglie » mi spiega Davide.

« Cosa devo fare allora? » domando a Davide l'esperto dell'amore.

« Dipende da cosa vuoi tu: se te la senti di seguire la strada dell'amante che non otterrà niente oltre che brutte cose e dispiaceri, sei libera di farti del male. Se invece, vuoi fare una vita tranquilla e trovare una persona che non ti cerchi solo per scopo sessuale, chiudi questa storia anche se ne sei innamorata. Un amore del genere non porta alcun bene! » mi dice Davide.

Non concordo una cosa di tutto quello che mi ha detto Davide fino adesso: il fatto che Khaled da un giorno all'altro possa perdersi in una donna in particolare tanto da desiderare a sposarla. Non sarà così perché lui mi ha detto chiaramente che non aspira più al matrimonio da tempo quindi difficilmente un giorno si perderà in una donna se non solo per sesso almeno che, io non riesca in qualche modo a fargli cambiare idea. La cosa che mi spaventa però è il fatto di dover cambiare una persona che in passato è stata violenta.

« Pensaci davvero bene Serenella. Ricordati che Khaled non è mai stato un santo e prendi in considerazione che ha avuto precedenti penali » mi dice Giovanni.

« Certo, tengo conto anche di questo anche se vorrei non farlo ma devo per capire meglio questa situazione » rispondo io.

Una cosa però penso di averla capita: tutto dipenderà dalla mia scelta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 20
*** Diciannove: La scelta (o quasi!) ***


Diciannove

La scelta (o quasi!) 
 

Oggi è sabato e questa sera sentite bene: io uscirò con Khaled ma non sarà facile perché devo prima convincere mia madre a farmi andare lì fin dal pomeriggio e il problema è che a lei avevo detto che con Khaled ho chiuso definitivamente. Mi pare logico che appena dirò a mia madre alle due del pomeriggio che devo uscire e ritornerò verso le undici di questa sera lei inizierà a dubitare perché se le ho detto che ho lasciato Khaled e poi esco in pieno pomeriggio e pretendo di tornare a tarda sera qualcosa non le quadra nel verso giusto e, non valgono scuse come per esempio: ho già un altro uomo.

Mia madre le scuse da prima elementare non se le beve affatto quindi, devo trovare una strategia che anche Napoleone Bonaparte si inchini davanti ai miei occhi talmente ci è cascato ma non è facile battere Napoleone quando si tratta di strategia. Io di solito me la cavo anche bene ad escogitare qualcosa ma adesso si tratta di giocare come una cattiva ragazza perché facendo la brava non si ottiene niente.

Una delle idee per scappare di qui sarebbe telefonare a Davide o Filippo e poi passare uno dei due a mia madre per telefono in modo di avere la conferma che questa sera sarò con quello che le sta parlando. Lo so benissimo che potrei anche chiedere alla mia amica Lavinia di coprirmi ma lei non lo farebbe direbbe la verità a mia madre e io non voglio che questo succeda; nè mio padre nè mia madre devono sapere come stanno le cose.

Mi sembra quasi una questione di vita o di morte uscire un giorno per i fatti miei ma è sempre stato così! Tutte le volte che devo uscire il sabato o la domenica non posso farlo se non mi invento qualcosa di veramente geniale in modo da fregare chi vive insieme a me.

Le cose stanno così fin da prima che io conoscessi Khaled anche con gli uomini precedenti con cui sono uscita c'era lo stesso regolamento. Riuscivo sempre a cavarmela ma questa volta... temo di aver esagerato un pochino.

Abbiamo appena finito di fare pranzo e io devo agire non ho ben chiaro come ma improvviserò qualcosa se desidero vedermi con Khaled, tanto che mentre mi trucco decido di parlare a mia madre.

« Madre, io adesso devo uscire e ritornerò questa sera un po' tardi » le comunico, sperando bene.

« Dove vai e con chi sei? » mi domanda lei

« Sono con degli amici andiamo a fare due passi forse anche al cinema poi alla sera ci mangiamo una pizza o altro... » le dico io.

« Non vai mica da Khaled? » mi domanda lei.

« No, mamma! Con Khaled ho chiuso e poi ho sentito che è tornato in Marocco di recente, non penso che ritorni in Italia con la misera vita che fa qui! » rispondo io, mentendo.

« Mi devo fidare? » mi domanda mia madre.

« Ti posso dare la mia parola » rispondo io.

« Vai pure, ma non fare pasticci e... sappi che sono guai se vengo a sapere che eri con quel maniaco di nome Khaled » mi dice lei.

« Va bene » concludo io.

Meno male! Questa volta sono riuscita a spuntarla liscia mi è andata davvero di fortuna ma devo stare molto attenta a non commettere nessun errore altrimenti le cose si mettono male e non voglio peggiorare la situazione un'altra volta.

Cosa volete che sia dopo tutto? Esco beatamente un pomeriggio e una sera senza pensare troppo ai problemi che ci sono, ciò che conta per me è divertirmi e non mi interessa se lo faccio con i modi giusti o sbagliati.

Purtroppo, questa volta la faccenda di dormire da lui non salterà fuori perché tanto non mi è concesso dormire a casa di Khaled e poi, i miei genitori chiamerebbero i carabinieri una seconda volta e questa volta temo che Khaled verrebbe chiuso dietro le sbarre ovviamente, io non voglio che questa visione prenda vita quindi devo stare molto attenta alle mie mosse.

Appena esco di casa e raggiungo la stazione Rebaudengo quella vicina a casa mia la prima cosa che faccio è fare i biglietti di andata e ritorno anche se credo che quello di ritorno non mi servirà visto che mi porterà Khaled in macchina fino a casa perché non credo proprio che troverò un treno per Torino a tarda sera.

Mancano dieci minuti prima che arrivi il mio treno quindi una volta che ho raggiunto il binario due, decido di prendere qualcosa alla macchinetta. A me piace molto il succo ai frutti di bosco che mettono nelle macchinette di tutte le stazioni di Torino, in ogni stazione trovo sempre lo stesso succo. Si vede che conosco bene i miei gusti questi che mettono gli snack alle macchinette se no non mi spiego come sia possibile che tutte le volte trovo le bibite e le merendine che mi piacciono.

Khaled se mi vedesse mangiare e bere queste cose mi manderebbe a stendere. Lui è uno che pensa che le malattie si possano curare ancora mangiando rimedi naturali e molta frutta e verdura. Per lui i farmaci servono praticamente a niente e dovrebbero essere consumati in quantità limitata però lo ammetto: a volte anche io la penso in questo modo visto che io sono quella che ha una simpatia per medicine, medici, dottori e ospedali. Sogno da molto tempo un mondo dove non si faranno più gli esami del sangue ma ci saranno altri metodi un po' meno dolorosi invece che quelle stupide siringhe che mettono una paura bestiale anche ad un tirannosauro rex. Non posso farci davvero niente se ho paura dei dottori e dei controlli medici.

Appena salgo sul treno, mi metto a leggere delle pagine di un libro che mi piace di un autore francese ora mai io sono innamorata della Francia e trovo molto simpatici i francesi o almeno, quelli che vengono descritti nei libri delle storie di Parigi sono sempre molto simpatici e divertenti quasi quasi mi trasferisco a Parigi.

Proprio mentre ascolto Lady Gaga e mi sto sparando Judas dopo aver letto tre pagine del libro, il controllore ha deciso di disturbarmi ma è questione di un attimo tanto ho il biglietto e quindi posso stare in santa pace. Che soddisfazione appena toglie il disturbo e io mi rimetto Judas da capo. Prima di un pomeriggio movimentato che mi aspetta direi che Judas è la canzone ideale da ascoltare.

Nel frattempo mentre le mie orecchie sono occupate dalla musica decido di fare delle ricerche su Facebook e il primo nome che digito è: Elena Lottuto. Quella donna fa ancora parte dei miei pensieri e io voglio sapere di più a riguardo di lei. Devo scoprire più cose possibili ma sopratutto devo sapere se tra lei e Khaled c'è qualcosa che io non ho ancora scoperto. Lo so che non conviene mischiarsi negli affari altrui, ma io a volte sono impicciona sopratutto quando si tratta di questioni del cuore. Non mi piace l'idea che l'uomo possa tradire quando gli pare e piace mentre la donna deve stare zitta e far finta di nienta anche se, molte donne sono abili traditrici e io non sono di certo una santarellina.

Credo che non sia una buona idea mandare la richiesta di amicizia a questa Elena con il mio profilo perchè se no, non posso interrogarla senza che lei sospetti di qualcosa. Devo usare un profilo finto con un nome anche arabo così magari mi prende ancora per Khaled. Il fatto è che non sarei credibile comunque: se uso un nome arabo, non le verrà qualche dubbio su il perché parlo perfettamente l'italiano? Va beh! Basterà dire che sono nata in Italia e quindi parlo facilmente la lingua italiana.

Solo che adesso devo scendere dal treno e alle interrogazioni penserò più tardi. Non vedo l'ora di abbracciare Khaled come ogni volta che lo vedo. Queste sono le cose belle della vita avere qualcuno da abbracciare nei momenti del bisogno ed io ho tanto bisogno di lui in questi giorni anche se lui non mi ama per me resta una delle cose che mi fanno stare bene e ciò siginifica che fino a quando sarà mia devo godermi ogni istante che passerò con lui. Credo che fino adesso me la sono cavata alla grande in questo e devo sempre dare il meglio se quando lui andrà via non vorrò avere dei rimpiati. Lo lascerò andare senza avere pentimenti e alcuna goccia di tristezza perché sono nata per essere forte e non devo mai deprimermi per quella che sono.

Quando sono praticamente al cancello della casa di Khaled mi accorgo che ci sono le finestre chiuse e allora prendo il cellulare e lo chiamo.

« Ciao, dove sei? » mi domanda lui.

« Sono davanti a casa tua » rispondo io felice.

« Cinque minuti e arrivo! Ero andato al Bennet di Carmagnola. Sono subito da te... » mi dice lui.

« Okay! Fa presto » dico io.

Nel frattempo, dopo aver staccato la chiamata, decido di accedere con uno dei miei profili finti di Facebook e chiedere l'amicizia a Miss Elena Lottuto ma solo dopo aver modificato il mio nome in Hamza Torino ovviamente scritto in arabo visto che ce ne sono a valanghe che portano questo nome su Facebook e metto come immagine del profilo la bandiera marocchina. Visto che ci sono mando anche un messaggio a Elena per risparmiare un po' di tempo.

Quando finalmente Khaled arriva a destinazione, Elena ha appena cominciato a scrivermi ma non posso risponderle perché non voglio ancora che Khaled venga a sapere che ho deciso di fare domande a quella donna per sapere se c'era qualcosa tra lui e lei. A gli uomini non piacciono molto quelle che non si fanno gli affari propri e io a lui non voglio dare un brutto esempio e non vogio sembrare una ficcanaso. Decido quindi di mettere il mio cellulare in borsa.

Mi accorgo che Khaled ha una borsa del supermercato in mano e riesco leggermente a vedere una confenzione di latte.

« Ciao! Vedo che siamo andati a fare la spesa » commento io.

« Sai che roba! Ho preso due cosette alla veloce » mi risponde lui.

Appena entriamo a casa sua, lui posa il sacchetto della spesa sul piccolo tavolino situato vicino all'ingresso di casa sua e poi comincia a baciarmi sulle labbra.

Farsi baciare da lui sulla bocca è una sensazione stupenda; non avrei mai pensato che mi sarei innamorata dei suoi baci ma ovviamente non potrei mai stare con un uomo che bacia male. Anche se devo ammettere che io non baciavo così bene prima di mettermi con lui.

Mentre mi bacia come al solito le sue mani finiscono per infilarsi nelle mie mutandine e mi tocca in quella zona e io in questo momento mi sento davvero in paradiso ma non ci sono ancora arrivata del tutto perché sento che manca ancora qualcosa.

Dopo cinque forse anche dieci minuti ci accomodiamo nell'altra stanza e mi accorgo che il materassino è già sul pavimento direi quindi che rimane la cosa fondamentale da fare: dobbiamo spogliarci.

Quando mi sono tolta la mia maglia e il reggiseno, lui comincia a baciarmi le tette e a mordicchiarmi i capezzoli.

Come al solito basta un attimo che ci ritroviamo sdraiati sul materasso, lui come al solito si è messo il preservativo e mi piace sempre molto guardare quando se lo mette perché ha sempre quell'aria di uno che è stato preso a calci nel sedere. Ad un certo punto, raggiungo il paradiso e credo che esista sul serio anche se in teoria io sono atea e non credo all'inferno e al paradiso. Secondo me una volta che noi moriamo siamo morti e basta! Non c'è nessuna vita dopo la morte.

Quanto è bello fare sesso! Solo con lui mi sembra una cosa totalmente piacevole, nessun altro prima di lui mi ha mai fatta impazzire così tanto nemmeno Hamza se no non avrei alcun motivo di non volerlo più quel ragazzo. Khaled a letto ha qualcosa di estremamente divino e riesce davvero a farmi godere tutte le volte.

Oggi abbiamo fatto sesso non stop e smettiamo solamente alle otto di sera e siamo totalmente esausti e affamati.

« Cosa vuoi fare adesso? Andiamo a mangiare una pizza kebab oppure restiamo a casa mia e ci facciamo la pasta? Come vuoi tu... a te la scelta » mi dice facendo l'occhiolino.

« Io voglio la pizza » rispondo, divertita perché mi ha fatto l'occhiolino.

« Va bene, prepariamoci allora » dice lui alzandosi dal materasso.

Io mi alzo e incomincio a vestirmi. Vedo che Khaled si sta infilando dei pantaloni in jeans che prima non aveva addosso. Strano. Molto strano. Come maglia decide di mettersi la camicia blu quella del nostro primo incontro alla biblioteca esattamente. Quella camincia riuscirò sempre a ricordarmela e quindi, riesco a capire subito se si tratta di quella o di altre camicie blu in suo possesso.

Vado poi un attimo in bagno a fare il bidè e a pettinarmi i capelli o almeno, a cercare di metterli in un modo decente. Il suo bagno è piccolo e stretto: il pavimento ha delle piastrelle di colore blu, il WC, il bidè, la doccia e un lavantino che ci sono all'interno sono bianche ovviamente poi c'è anche una piccola lavatrice e un mobiletto in legno con uno specchietto. Io mi guardo un momento allo specchio dopo essermi pettinata e devo dire che sto abbastanza bene.

In quel momento, arriva lui che mi abbraccia e mi da un bacino sul collo. Quanto è bello farsi abbracciare da lui, mi piace sprofondare nei suoi abbracci. Vorrei che tutto questo non finisse mai ma purtroppo sono consapevole del fatto che non durerà per sempre e che prima o poi, tutto questo per me giungerà alla fine.

Come vorrei che si innamorasse di me veramente. Io senza di lui sono morta e la mia vita è tutta una monotonia infinita quando lui non è con me. Ora mai credo che se la persona sbagliata può darti veramente tutto questo, mi sa che quando troverò quella giusta la manderò a stendere il bucato. Penso che si sta meglio con la persona sbagliata che con quella giusta.

Appena siamo fuori casa e saliamo in macchina parte una cassetta di musica araba e io per poco scoppio leggermente a ridere. Khaled mi guarda come per dire che sono un po' pazza.

« Ti piace questa musica? » mi domanda lui.

« Si è bella » rispondo io.

« Sono tanti anni che ho questa cassetta secondo me è molto meglio questo tipo ti musica che certe canzoni sdolcinate e mielose. Ad esempio la musica italiana non mi piace molto. Mi piaccono solo le canzoni tipo rap » mi dice lui.

Io non ho molta simpatia per il genere rap. Il mio cantante italiano preferito si chiama Tiziano Ferro ma non sono molto per Fabri Fibra o altri cantanti di questo tipo. Mi piace molto anche "L'amour toujours" di Gigi D'Agostino ma è già un genere diverso se no a momenti ascolto solo musica francese e inglese o americana.

Appena arriviamo al locale mi accorgo che le porte d'ingresso sono in legno. Era tanto che non trovavo un locale con le porte di legno. Io appena siamo dentro vado a prendere posto a tavola. Ho detto a Khaled di ordinare una pizza con il kebab per me perché è molto tempo con la prendo, l'ultima volta era stata con mio padre in un locale a Rivoli. Il kebab mi piace proprio come la pizza, ma la pizza resta sempre la mia preferita fra i due. La mia pizza preferita di solito è quella con patatine e wurstel, ma questa volta ho deciso di prendere quella con il kebab.

Quando Khaled si siede a tavola mi guarda sorridente come tutte le volte che vede me.

« Oltre la pizza con il kebab, ho ordinato per me una pizza margherita e una porzione di patatine fritte, a te dispiace? » mi dice lui.

« No, a me va bene » rispondo io.

 

 

Come vorrei che ci fosse il mio amico Amin con noi, lui va pazzo per le patatine fritte come vi ho già detto. Se fosse con noi due sarebbe molto contento solo all'idea di mangiare le patatine.

Nel frattempo io e Khaled prendiamo da bere e io prendo una Coca Cola visto che è sabato sera e io voglio festeggiare il fatto di essere con lui.

Quando finalmente arrivano le patatine e le pizze mi prende un colpo al cuore. A portarci le cose è una donna che indossa un velo. Per uno strano motivo nella mia testa mi partono visioni di una me che porta pizze e patatine ai tavoli con tanto di velo. Finisco per abbassare la testa verso il pavimento perché mi stava venendo voglia di piangere.

« Perché guardi per terra? » mi domanda Khaled sorpreso.

« Scusami, non è niente. Dai, cominciamo a mangiare! » rispondo io.

Non riesco a togliermi dalla testa quella donna che serve ai tavoli in quel modo. Poverina! Mi ha fatto davvero un po' pena.

La pizza con il kebab e le patite devo dire che non sono niente male anzi sono davvero buonissime. Devo tenerlo presente questo posto così magari ci ritorno con mio padre una volta o forse sarebbe meglio di no, che poi lui dubita che io possa aver chiuso con Khaled.

Una volta usciti dal locale, Khaled mi prende per una mano e inizia a baciarmi nuovamente sulle labbra.

« Scusami per quelle cose che ti ho detto l'altro giorno. Non volevo ferirti e fare il cattivo con te. Non è vero che io non voglio prendere moglie era così fino a quando non sei arrivata tu » mi dice lui.

« Cosa vorresti dire con questo? » domando, guardandolo negli occhi.

« Ti senti felice insieme a me? » mi domanda lui curioso e sorridente.

« Molto » rispondo io.

« Cosa ne dici se io e te ci sposassimo? » mi domanda lui, inginocchiandosi.

« Oddio! Dimmi che stai scherzando... » rispondo io emozionata.

« No, sono molto serio. Ci sposiamo Serenella? Si o no? » termina lui, aprendomi una scatoletta con dentro un anello.

« Oddio! Mille volte si! » rispondo io felicissima.

Lui mi mette l'anello al dito poi, si rialza e incominciamo a baciarci molto appassionatamente. Domani vado da tutti i miei amici a comunicare questa notizia e immagino che saranno molto felici per me. Io lo sapevo dopo tutto che Khaled stava solo scherzando quando diceva che mi voleva solo come amante.

Mi sembra quasi che sto sognando e che la dichiarazione di matrimonio non è accaduta realmente sotto i miei occhi. Ora mi sento davvero motivata a lasciare Hamza tanto io mi sposo quindi lui deve solo togliersi da i piedi.

Non vedo l'ora di farlo sapere a tutti e sopratutto, vorrei andare dai carabinieri di quella volta che siamo finiti in questura e da Miss Elena Lottuto mostrando a tutti loro l'anello e informarli che ci sposeremo a breve io e Khaled.

Ho finalmente fatto la mia scelta: passerò il resto dei miei giorni con Khaled.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 21
*** Epilogo: Ma non finisce qui! ***


Epilogo

Ma non finisce qui!

 

Purtroppo, non finisce qui e temo di aver parlato troppo presto! Nella vita è proprio vero che le cose belle durano poco o niente. Quando finalmente pensavo di aver raggiunto il mio obbiettivo ovvero quello di conquistare il cuore di Khaled fino a convincerlo a cambiare idea a proposito del matrimonio e a chiedermi di sposarmi, sapevo che la cosa non sarebbe durata oltre quella sera.

Quella sera quando eravamo ora mai in corso Grosseto, io ero arrivata fino a li con un'aria un po' preoccupata. Come cavolo avrei fatto a sposarmi di nascosto senza farlo sapere ai miei genitori? Non posso dire a loro: "Mamma, papà sapete che quel maniaco di Khaled mi ha chiesto di sposarmi e io ho accettato la sua proposta?", mi prenderebbero per pazza e resterebbero molto delusi. Mio padre si mettere a bestemmiare mentre mia madre urlerebbe e piangerebbe per lunghe ore.

Posso nascondere tutto ma non un matrimonio e poi, dove ci sposiamo esattamente io e Khaled che siamo di due religioni diverse? Temo di sapere la risposta, ma io me la faccio sotto all'idea di dover cambiare la mia religione già solo perchè sono atea e non credo a nessun Dio.

Dico a Khaled di fermarsi a due case prima della mia con la macchina che mi faccio un breve pezzettino a piedi. Lui mi sembra che trovi abbastanza strana la mia reazione.

« Grazie di tutto » dico io, tirando un respiro di sollievo.

« Grazie a te. Mi sembri un po' strana però... ci hai mica ripensato? » mi domanda lui.

« No, assolutamente no » rispondo io.

« Non aggiungere altro! Io voglio sposarti, non devi darmi spiegazione di niente se hai commesso qualche errore fa niente, sei perdonata! » mi dice lui.

Ci scambiamo un bacio veloce e poi, io mi avvio su i miei passi. Appena arrivo a casa chiamo subito Hamza e comunico a lui quello che ancora non ha saputo che questa storia tra noi due è finita, a breve sarò una donna sposata.

Peccato che appena arrivo sotto casa mia, vedo spuntare dall'angolo con Corso Venezia una figura a me famigliare: si tratta di un ragazzo alto leggermente più di me che porta un cappello che rappresenta la bandiera marocchina sulla testa, una maglia rossa e pantaloni mimetici. Niente meno che Hamza. Cosa ci fa qui a quest'ora? Le cose si mettono molto male per me.

Devo aprire il portone velocemente, ma faccio fatica a trovare le chiavi di casa si mette proprio male ed è troppo tardi: Hamza mi ha raggiunta e non mi sembra molto tranquillo.

« Come mai sei ancora in giro a quest'ora? Dove sei stata tutta la sera? » mi dice lui, alzando la voce.

« Ero andata alle macchinette in via Chiesa della Salute a bere un caffè » rispondo, continuando a cercare le chiavi nella borsa.

« Non me la bevo amore! Dove cazzo sei andata, non raccontarmi balle... » mi dice lui, staccando la mia mano dalla maniglia della porta per afferrarmi con il colletto della maglia.

« Te l'ho già detto! Sono andata a bere un caffè alle macchinette » continuo io.

« C'è un altro? Con chi cavolo ti vedi quando non sei con me? Amore sono geloso! » mi dice lui.

Proprio in quel momento sento una macchina sgommare dietro di me. Khaled scende dalla macchina e corre verso me cominciando a scuotere Hamza.

« E adesso chi è sto pezzo di merda? » grida Hamza.

« La domanda è: chi sei tu brutto farabutto » grida Khaled molto arrabbiato.

« Sono il ragazzo di Serenella, bastardo! » grida Hamza.

« Come? » dice Khaled girandosi a guardare me.

Io ho incominciato a versare delle lacrime molto timidamente. Lo sapevo che sarebbe dovuto succedere ancora qualcosa.

« Khaled perdonami, io volevo dirtelo che avevo questo ragazzo ma... » mi fermo io, perché Khaled mi ha interrotta.

« Non dire altro... scordati pure il matrimonio. Manipolatrice di uomini che non sei altro » mi dice Khaled andandosene via.

« Io... io non... non volevo » dico cercando di raggiungere la macchina di Khaled.

Khaled la mette in moto e io cado a terra, con tanto dolore.

Hamza si avvicina a me e mi da uno schiaffo.

« Noi due abbiamo chiuso » mi dice.

Io resto a piangere per la delusione. Mamma mia! Ero così felice che mi stavo per sposare e invece... niente ho perso questa occasione della mia vita ma io lo sapevo; dovevo trovare il coraggio di chiudere con Hamza almeno così mi sarei risparmiata questa tremenda delusione ma ho capito che Khaled non mi vuole più e se mi metto di farlo tornare come prima non ci riuscirò perchè mi bloccherà su Facebook e il mio numero sul suo telefono cellulare così non riceverà sms e chiamate da parte mia.

La cosa non finisce qui però: appena mi sono data una calmata e trovo il coraggio di entrare in casa mia, trovo mia madre seduta ad una sedia con la luce accesa e tutto questo a me non piace. È mezzanotte e mezza, ma mia madre non è ancora andata a dormire. Credo che mi devo preoccupare seriamente.

« Ciao mamma » dico io, cominciando a farmela sotto.

« Dove sei andata stasera? » mi domanda lei.

Okay... adesso comincio a preoccuparmi davvero.

« Sono andata a fare due passi con amici poi al cinema e a mangiare una pizza » rispondo io tremando dalla paura.

« Balle! Secondo me sei andata con Khaled. Tua madre non è scema figlia mia. Prima di uscire hai dimenticato il computer acceso con il profilo di Facebook tuo aperto e io ho letto i tuoi messaggi. Mi è risultato che eri con Khaled. Dimmi la verità! » mi dice lei molto arrabbiata.

A questo punto non ho scelta! Devo dirle come stanno e come sono andate le cose questa sera.

« È vero... sono stata con Khaled ma tanto non ti preoccupare ho chiuso con lui sul serio! » rispondo io.

« Come no! Anche la scorsa volta mi hai detto che avevi chiuso. Figlia mia ma perché mi fai questo male? Lo sai che quelli come lui possono trasmettere l'HIV come niente? Domani prendo un appuntamento dalla mia ginecologa e poi lei ti prescriverà un analisi del sangue da fare » mi dice mia madre.

Non ci penso neanche di andare dalla ginecologa visto che non ne ho affatto bisogno. Io non ho l'HIV e tanto meno l'AIDS. Ho sempre usato le giuste precauzioni quindi, non ho bisogno di fare nessun analisi del sangue.

« Non c'è ne bisogno di andare, sto alla grande! » dico a mia madre, mettendomi a piangere perché non voglio andare dalla ginecologa.

« La vita è così figlia mia! Se vuoi fare sesso, ogni tanto qualche controllo sei obbligata a farlo. Non esiste che tu fai sesso senza mai fare un controllo medico. Domani chiamo la ginecologa e ci vieni anche se presa a calci nel sedere » mi dice mia madre arrabbiata.

Devo solo aspettare che mi comunichi il giorno della visita dalla ginecologa e ciò significa che la sera precedente al giorno della visita devo svignarmela da casa mia e sono anche sicura di dove andare. Andrò a casa di uno dei miei amici gay così il giorno dopo ciao ciao visita dalla ginecologa. Vorrei tanto andare da Khaled ma non posso.

Una cosa però ve la garantisco: non finisce così, questa storia.

 

 

 

 

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Capitolo 22
*** Novità ***


Novità 

Non andate via!! Sto cominciando a scrivere una nuova storia cioè il seguito di questa. La nostra amata Serenella sta tornando con nuove e travolgenti storie di vita ma sopratutto: riuscirà a fare pace con Khaled oppure no? 

Continuate a seguirmi.

Saluti 

A presto :) 

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