Altra vita

di Ben_hellis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo ***
Capitolo 2: *** Attraverso la tela ***
Capitolo 3: *** La casa ***
Capitolo 4: *** La verità ***



Capitolo 1
*** L'arrivo ***


Altra vita - Prima parte-
L'arrivo


Violet Hill. Una sola via centrale, un supermercato con prodotti locali gestito da coloro che non hanno mai avuto il coraggio di andarsene. Una chiesa, dove alla domenica le persone pensano che sentire un predicatore possa perdonare i loro mali. Un municipio antico come gli individui che lo insediano, cartelli per una nuova gestione comunale. Un altro cartello: non cambiare e partecipare ad una qualche ritrovo.

Un solo locale dove i ragazzi trovano rifugio dalle famiglie bigotte avvelenandosi con liquidi alcolici e fumo. Le abitazioni del centro. Coloro che possono sentirsi sopra gli altri, indicare con l'indice beffando persone meno fortunate. Infine eccole. Case vecchie attaccate al lago, umidità, zanzare, un bosco tetro.

Un uomo anziano saluta un ragazzo sulla quindicina, gli sorride sapendo che lui non ricambierà subito. Sa quanto odia questo luogo, ma ama lui e sua moglie. A volte l'amore per delle persone cambia tutto. A volte.

“E' andato bene il viaggio Ryan?”

“Insomma.” Il ragazzo si tolse le cuffie dalle orecchie.

“Tua nonna ci sta aspettando con un bel pranzo.” l'uomo lo guardò, i loro occhi azzurri si incrociarono.

“Tu e nonna siete l'unica parte bella di questo posto.”

“Lo so Ryan, ma due settimane passano in fretta, vedrai.”

Percorsero un breve tragitto dalla fermata del pullman alla casa. Sembrava un altro luogo, lontano dall'ipocrisia del paese. Ma era solo un'illusione, un ghetto creato apposta per coloro che hanno vissuto la loro infanzia qui, ma che poi hanno cercato fortuna altrove. Visti come traditori, cittadini che non sanno più vivere all'aria aperta, che non possono fare a meno delle comodità. Quanta ignoranza. Lui era visto come uno di essi.

Poco dopo arrivarono alla casa che un giorno sarebbe stata sua. Un piccolo giardino ordinato recintava la costruzione. Due piani coperti da un'edera verde lucente. Guardò la finestra della sua stanza. Da lì si vedeva il lago. Una grande distesa blu con riflessi verdi, immobile. Il lago lo aveva sempre attirato, profondo e oscuro. Molte volte si ritrovava sulla sponda a pensare ciò che andava e non andava nella sua vita. Ma ora doveva riempire lo stomaco.

Entrò i casa dopo suo nonno. L'accoglienza della nonna fu completamente diversa. Lo strinse a se forte e lo baciò su entrambe le guance, già arrossate per l'abbraccio. Si sedettero a tavola e cominciarono a mangiare.

I suoi nonni erano come il sole e la luna. Caratteri così opposti potevano solo amarsi infinitamente o odiarsi. Per loro fortuna fu la prima opzione.

Un brivido gli percorse la schiena.

“Mangiato bene Ryan?” Disse la nonna aggiustandosi la crocchia. I capelli bianchi la facevano sembrare un gomitolo di lana.

“Come sempre nonna, grazie! Ora vado a sistemare la mia valigia di sopra. Ci vediamo dopo.”

Buio. Gli occhi si aprono sottili. Macchie nere e verdi tutte intorno.
 

Note dell'autore: Questa storia fa parte di un progetto di giovani scrittori: A3dus.

A3dus è un gruppo di creativi che vuole trasmettere le sue storie visivamente.
Mostrando il loro mondo vogliono rendere partecipe chiunque abbia voglia di fermarsi dalla foga quotidiana.
A3dus vuole creare la prima serie di racconti strutturata in modo che la narrazione sia un intreccio tra trama verticale (ciò che inizia, avviene e finisce all’interno del racconto) e orizzontale. Una serie televisiva su carta. Oltre che qui, potete seguirci su Facebook oppure su Youtube

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Capitolo 2
*** Attraverso la tela ***


Altra vita
Attraverso la tela

Dove mi trovo? Ero nel bosco poi sono caduto, forse l'albero... Non so cosa...!” Pensò il ragazzo.
Ryan si alzò da terra, i capelli erano coperti di foglie secche, eppure era estate. Si trovava nel bosco. Si sentiva confuso. Si appoggiò ad un albero, la mano sprofondò appena. La ritrasse subito.“Questo posto non è molto sicuro, meglio se torno indietro.”
Ryan camminò verso quella che pensava fosse la via del ritorno, dopo qualche minuto si ritrovò nello stesso posto di prima.
Fantastico, mi sono perso...”
Si lasciò cadere a terra e si mise le mani sulla faccia. Doveva capire come fosse finito lì, ma più cercava di ricordare più la testa gli doleva, doveva solo aspettare.
“Tu come sei entrato?” Una voce femminile alle sue spalle lo fece sobbalzare.
Una ragazzina della sua età lo fissava dritto negli occhi, aveva le lentiggini e i capelli rossi. I Suoi occhi, non riusciva a capire di che colore fossero.
“Mi hai fatto spaventare...Io ecco, penso di essermi perso.” Disse Ryan a bassa voce.
“Penso proprio di sì, te lo si legge in faccia capitan ovvio.”
“Scusa?”
“Lascia stare.” la ragazza gli sorrise e gli tese la mano. Lui la prese, era fredda.
“Dimmi, hai rotto la ragnatela? Come sei entrato?”
Questa è pazza.” Pensò Ryan.
“Io ero nel bosco, mi sono appoggiato ad una albero, è caduto e sono svenuto penso.”
“Qui non c'è nessun albero caduto. Quindi?” La ragazza allargò le braccia.
“Chi sei?” Disse lui.
“Non è educazione rispondere ad una domanda con una domanda, lo sai?”
“Però mi piaci! Io mi chiamo Maya, vivo in una casa qui vicino con i miei genitori e i miei nonni. Tu come ti chiami?”
“Io sono Ryan, piacere.” Allungò una mano che non venne stretta.
“Anche io abito qui vicino, ai confini di Violet Hill.”
“Violet Hill, che posto ingrato, qui c'è molta più pace, non trovi?”
“Sì, anche se sembra faccia più freddo.”
“Non immagini quanto.” La ragazzina sorrise mesta.
“Mi piacerebbe farti conoscere la mia famiglia, perché non vieni a casa con me?”
“Ho tardato già tanto, i miei nonni saranno preoccupati.”
“Vieni con me o loro verranno a prenderti.” Sorrise ancora.

A3dus è un gruppo di creativi che vuole trasmettere le sue storie visivamente.
Mostrando il loro mondo vogliono rendere partecipe chiunque abbia voglia di fermarsi dalla foga quotidiana.
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Capitolo 3
*** La casa ***


La ragazza cominciò a camminare.
“Questa è tutta matta.” Bofonchiò.
Ryan cominciò a camminare dalla parte opposta. Dopo pochi metri si strinse le braccia al petto, l'aria era più fredda. Vicino a lui un cespuglio si mosse. Si fermò di scatto.
Un fruscio. Un'altro.
Una zampa pelosa usci da uno di esso, poi un'altra, un'altra ancora.
Quattro occhi lo fissavano.
Era un enorme ragno che aprì la bocca emettendo un fischio.Ryan si immobilizzò, l'animale avanzava verso di lui. Con un imprecazione cominciò a correre più forte che poteva. L'animale uscì di scatto dal cespuglio, le sue zampe mancarono di poco le sue gambe. Correva più veloce che poteva. I polmoni bruciavano e la testa divenne più pesante, poi vide lei di spalle.“Hey, ho cambiato idea, vengo con te.” Si girò, i quattro occhi lo fissavano, ma non si avvicinarono.Maya lo portò in casa sua, era vicino ad una insenatura del lago. Sembrava simile alla sua entrarono. Erano tutti seduti a tavola.“Ecco dove eri finita Maya, vieni che è pronto.”La sua voce sembrava lontana.“Vieni, siediti qui” Maya aggiunse una sedia a tavola. Ma una sedia c'era già.Tutto intorno a lui era perfetto, una cucina ordinata, un caminetto, una fotografia, l'immagine era uguale a quel momento, ma lui non c'era e in quella sedia vuota c'era una persona, era sfuocata. Ryan si sentiva bene, si stava lasciando andare.

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Capitolo 4
*** La verità ***


“RYAN!!” La ragazza gli prese con forza il braccio.

“Non devi perderti, guarda me.”

Lui la guardò negli occhi, erano neri come la pece.

Si alzò di scatto da tavola, le altre persone sedute non si scomposero, era come se lui non esistesse in quella casa.

“Ascoltami Ryan, devi aiutarmi.” Lacrime cominciarono a coprire il viso della ragazza.

“Devi tornare qui, devi toccare la foto. Dietro di essa c'è una cosa che può far finire il mio incubo. Ti prego aiutami. Tu sei il solo.”

“io… non capisco...”

La porta sbatte con violenza

“E' qui.” la ragazza abbassò lo sguardo e lo fissò per l'ultima volta. Sorrise. Non aveva notato quanto fosse carina.

Una folata di vento gelido lo investì, chiuse gli occhi e urlò di istinto. Quando li riaprì le persone intorno a lui erano scheletri. Urlò di nuovo. Buio.

“Aiutami Ryan, Aiutami.”

Si svegliò di scatto, era nel suo letto, davanti a lui il nonno era preoccupato.

“Ryan, per fortuna stai bene. Ti ho trovato in un vecchio cottage in fondo al sentiero. Hai dormito per un giorno intero.”

Ora ricordava, aveva discusso con i nonni per i suoi genitori, era andato via nervoso, poi una folata di vento lo aveva fatto andare contro un albero.

“Cosa sai dirmi di quella casa?”

“Ci abitava una famiglia, ma sono morti avvelenati, probabilmente da qualcosa che hanno preso nel bosco. Erano stati emarginati dai paesani. Solo il fratello della signora andava a trovarli.”

Ryan sentì salire la collera.

“Ora sto bene nonno, devo fare una cosa urgente.”

Ryan scappò di sotto, e percorse il sentiero, corse a perdifiato.

Non ho sognato, non è possibile.”

Passò vicino ad un albero per un attimo vide la ragazza. Voci dentro di lui dicevano di continuare, altre di fermarsi.

Entro dentro il cottage, la tavola era ancora apparecchiata, ragnatele e piante avevano preso il posto di cibarie e persone. Gli venne una stretta allo stomaco, vide la fotografia sul caminetto, non era impolverata . La prese Intorno a lui la scena cambiò. Vide la ragazza che rideva, sua mamma cucinava, il padre apparecchiava, i nonni era nell'altra stanza. Un uomo versava qualcosa in una bottiglia, i suoi occhi erano crudeli.

La ragazza di girò verso di lui. Lo guardò sorridendo, dal labiale lesse: Grazie.

Ryan cadde a terra sconvolto, l'uomo che non c'era nel suo sogno li aveva uccisi. Dove lo aveva già visto? I cartelli della propaganda, era il sindaco. Si appoggiò al caminetto, sulla sua testa cadde qualcosa. Era una fiala con del liquido dentro.

Lo prese saldo, avrebbe aiutato la ragazza, il suo incubo sarebbe finito, mentre qualcun altro ci sarebbe piombato.

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